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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

DICEMBRE 2018

 

SABATO 1° DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Procolo; Sant’Evasio; Sant’Eligio.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER IL DONO PREZIOSO DEL TEMPO.

 

HANNO DETTO: Il Dio che è divenuto agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall'impazienza degli uomini. (Benedetto XVI)

SAGGEZZA POPOLARE: Anche la giada si rompe, anche l’oro si spezza, anche la piuma si strappa. Noi non siamo per sempre sulla terra, ma solo per un breve istante. (detto Atzeco)

UN ANEDDOTO: Un bambino, ogni anno, quando si avvicinava il Natale, si metteva in tasca un piccolo sasso e lo teneva sempre con sé. Quando doveva cambiarsi i jeans, il giubbotto o il grembiule, prendeva il sasso e lo riponeva con cura nell’indumento che avrebbe dovuto indossare. Un giorno la mamma se ne accorse e gli chiese: — Che te ne fai di quel piccolo sasso sempre in tasca? — Mi serve per non dimenticare una cosa — rispose il bambino. Che cosa? Posso saperlo?  Certo, mamma! Quand’ero piccolo, tu mi raccontavi la fiaba di «Pollicino» che, per non perdersi nel bosco e ritrovare la via di casa, si preparava la strada seminando dei sassolini... e io... e io... E tu?  lo incoraggiò la mamma. E io, quando comincia l’Avvento, mi metto in tasca un piccolo sasso per ricordarmi di preparare la via del Signore che viene. Ecco, non riesco a spiegarmi, mamma, ma per me questa trovata è un aiuto importante. Sentendomi in tasca il sassolino, non mi dimentico mai di fare atti di bontà, dire qualche preghierina in più, evitare parole sconvenienti e scatti di impazienza... proprio come se seminassi lungo la mia giornata tanti piccoli segni per preparare la via a Gesù che viene. Pollicino mi ha dato una bell’idea!

PAROLA DI DIO: Ap 22,1-7; Sal 94; Lc 21,34-36

 

Vangelo   Lc 21, 34-36

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

“VEGLIATE IN OGNI MOMENTO PREGANDO”.

Domani comincia l’Avvento e con esso il nuovo anno liturgico. Ma sia il Vangelo di oggi che la liturgia della prima domenica di avvento hanno lo stesso richiamo alla vigilanza; quasi come se Gesù ci dicesse: il tempo passa ma compito del cristiano è sempre quello di essere attenti ai segni del Regno di Dio che si compie. E ci viene indicato anche il mezzo della vigilanza: se vuoi essere attento stai in comunione con Dio, ricordati di Lui, invocalo, rendigli grazie. Nella preghiera ringraziamo dunque il Signore per averci ancora manifestato i suoi misteri nell’anno liturgico passato e nella preghiera iniziamo questo nuovo tempo di grazia che la misericordia di Dio ci offre.

 

 

DOMENICA 2 DICEMBRE: 1^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo; San Ponziano.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI PRESTO SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: Nessuno di noi riesce a sopportare negli altri i suoi stessi difetti. (Oscar Wilde)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si vede mai due volte lo stesso giorno nella vita.

UN ANEDDOTO: Raccontava Nikos Kazantzakis di Padre Manassi, il monaco d’un convento ortodosso, che ricevette la visita di un asceta, rimanendo con lui tutto il giorno. Quello apriva un attimo gli occhi, e poi li richiudeva. «Apri gli occhi, padre», gli diceva Manassì: «aprili per vedere le opere meravigliose di Dio». «Ma io chiudo gli occhi», rispose l’asceta, «per vedere Colui che le ha fatte»

PAROLA DI DIO: Ger 33,14-16; Sal 24; 1Ts 3,12 - 4,2; Lc 21,25-28.34-36

 

Vangelo Lc 21,25-28,34-36

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo». Parola del Signore

 

“LE POTENZE DEI CIELI SARANNO SCONVOLTE”

Il Vangelo non fornisce previsioni e neanche oroscopi. Il Vangelo ci mette in guardia e non soltanto sugli “ultimi tempi”, ma sui “nostri tempi” perché ho l’impressione che noi rischiamo proprio non di non sapere il nostro futuro, ma di non vivere il nostro presente. Noi abbiamo il tempo e spesso lo dissipiamo. Abbiamo ora la possibilità di amare, di gioire, di servire il nostro prossimo e non la utilizziamo. Scriveva Schillebeeck: “La vita eterna ha a che fare con la qualità di amore della nostra vita terrena qui, ora”. Date, tempi, modalità della fine del mondo (o anche solo della fine della nostra vita) possiamo lasciarle nelle mani di Dio ma il tempo che Lui ci dà non dobbiamo buttarlo via vuoto, esso è un dono che ci è dato ma che deve essere ritornato al Donatore pieno di qualcosa.

 

 

LUNEDI’ 3 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Saverio; San Galgano; Sant’Abbone di Auxerre.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' MOSTRACI IL VOLTO MISERICORDIOSO DEL PADRE.

 

HANNO DETTO: La gloria dell'uomo è simile a un cerchio nell'acqua che non cessa mai di allargarsi, fino a che, a causa del suo stesso ingrandirsi, non si disperde in un nulla. (Shakespeare)

SAGGEZZA POPOLARE: Il tempo non è mai perso se è regalato agli altri.

UN ANEDDOTO: Che ne dici?

Il matrimonio è l'unica favola che comincia con vissero felici e contenti e finisce con c'era una volta. Il matrimonio felice richiede che ci innamori molte volte, sempre della stessa persona. Non andare sempre fino in fondo: c'è tanto in mezzo.

PAROLA DI DIO: Is 2,1-5; Sal 121; Mt 8,5-11

 

Vangelo Mt 8, 5-11

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli». Parola del Signore

 

"GLI VENNE INCONTRO UN CENTURIONE CHE LO SCONGIURAVA".

Gesù accoglie un nemico del suo popolo; Gesù si "contamina" con un militare dell'esercito di occupazione: grande scandalo! Ma Gesù accoglie un uomo che gli chiede aiuto. Gesù è venuto per tutti, al di là di ogni distinzione. Il Signore rispetta la nostra libertà: per poterci dare i suoi doni bisogna che noi, riconoscendo in Lui colui che può, glieli chiediamo. Sono due i grandi insegnamenti di questo incontro:

1) Le persone non possono essere giudicate buone o cattive solo per la loro appartenenza a questo o a quel gruppo, o per quello che appaiono, siamo tutti figli di Dio e Gesù è venuto proprio per tutti. Quindi più che dividere il mondo in buoni e cattivi, impariamo a vedere in ogni uomo un fratello amato da Dio.

2) Solo se impareremo a chiedere con umiltà, riconoscendo la nostra debolezza e l'amore misericordioso di Gesù potremo accogliere i doni di Colui che è venuto e viene per farci conoscere un Dio che ci è Padre.

 

 

MARTEDI’ 4 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Barbara; San Giovanni Damasceno.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE SIGNORE PER LE MERAVIGLIE DEL TUO CREATO.

 

HANNO DETTO: La troppa fretta di sdebitarsi di un beneficio è una forma di ingratitudine. (F. La Rochefoucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: La compera conveniente, manda in malora la gente. (proverbio Piemontese)

UN ANEDDOTO: Una sera un amico si recò a far visita al Manzoni già vecchio, e si meravigliò non poco nel trovarlo imbronciato. I parenti gli avevano impedito di andare a messa, perché il tempo era cattivo. Hanno fatto bene - giudicò l'amico. Hanno fatto malissimo - protestò il poeta - credi tu che se fossi dovuto uscire per incassare un'eredità, me l'avrebbero impedito?

PAROLA DI DIO: Is 11,1-10; Sal 71; Lc 10,21-24

 

Vangelo Lc 10, 21-24 

Dal vangelo secondo Luca

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore

 

“TI RENDO LODE, PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA CHE HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI DOTTI E AI SAPIENTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI”.

I regni di questo mondo si fondano sulla potenza, sulla ricchezza, noi giudichiamo gli uomini a seconda della loro intelligenza, del loro prestigio, del tenore della vita. Il Regno di Dio è invece come un granello di senape, i più sapienti sono i bambini, contano di più i due spiccioli della vedova che i bigliettoni dei ricchi. Dio si rivela ai piccoli perché solo uno sguardo umile e semplice può captare i segreti di Dio che per amore si fa piccolo e servo. Essere piccoli, semplici, poi, vuol dire aver capito a fondo il segreto della gioia di vivere: se ti ammali di ricchezza, di potenza, non ne avrai mai più basta e sarai infelice, se ti riconosci piccolo, bisognoso di tutto e sai che Dio è tuo Padre saprai gustare ogni piccolo dono e avrai la gioia.

 

 

MERCOLEDI’ 5 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Dalmazio; San Basso; Beato Filippo Rinaldi.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, GESU', DI POTER CONDIVIDERE IL TUO AMORE CON GLI ALTRI.

 

HANNO DETTO: Il mondo freme, il corpo preme, il diavolo mi tende insidie, ma io non cado perché sono fondato sulla salda roccia. (S. Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: È un cucir vano, tirare il filo senza nodo. (proverbio Piemontese)

UN ANEDDOTO: Un incredulo piuttosto giovane chiese a Manzoni: - È mai possibile che lei conservi ancora la fede dal momento che è diventato tanto dotto? Il poeta, col suo fine umorismo, rispose: Caro mio, alla vostra età anch'io non credevo. ma allora ero ignorante; si vede che la vostra è invece una ignoranza ... dotta.

PAROLA DI DIO: Is 25,6-10a; Sal 22; Mt 15,29-37

 

Vangelo Mt 15, 29-37

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.  Parola del Signore

 

“SENTO COMPASSIONE PER LA FOLLA.”

Gesù è colui che è venuto per compatire e per patire lui per noi. Spesso noi usiamo questo verbo in senso riduttivo e pensiamo che compatire sia dire: “Oh, poveretto” ad uno che è nella sofferenza. Patire-con vuol dire farsi carico, portare insieme il peso di una sofferenza, di una pena. Quante occasioni anche oggi per patire-con; anche senza arrivare a cose grosse: l’aiutare una vecchietta a salire sul tram, il cedere un posto, ascoltare pazientemente, dare un sorriso, visitare un ammalato, compilare un modulo ad uno che ha dimenticato gli occhiali. Tutti modi piccoli ma importanti per imitare “la compassione” di Gesù per noi.

 

 

GIOVEDI’ 6 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Nicola, Vescovo; San Bonifacio, martire; Santa Asella di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

TI AMO, SIGNORE, MIA FORZA.

 

HANNO DETTO: Se digiuni due giorni non ti credere migliore di chi non ha digiunato. Tu digiuni e magari ti arrabbi, un altro mangia, ma forse pratica la dolcezza. (S. Girolamo)

SAGGEZZA POPOLARE: Non tutti quelli che hanno le mani giunte pregano. (proverbio Tedesco)

UN ANEDDOTO: Il figlio dell’imperatore romano Marco Aurelio di nome Commodo, piangeva la morte di un suo schiavo al quale era particolarmente affezionato. I cortigiani cercavano di consolare il giovane principe. Marco Aurelio disse: “Lasciate che mio figlio sia un uomo prima di essere un imperatore”.

PAROLA DI DIO: Is 26,1-6; Sal 117; Mt 7,21.24-27

 

Vangelo Mt 7, 21.24-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Parola del Signore

 

“NON CHIUNQUE MI DICE: SIGNORE, SIGNORE…”.

Vi offro oggi una riflessione di Alessandro Pronzato presa dal suo libro: “Voglia di pregare”.

Una preghiera individualistica, intimistica, che rende sordi al grido del fratello non è preghiera: è la sua odiosa caricatura. Quante cose è la preghiera fuorché preghiera. Se vedi qualcuno che prega per un senso di dovere e poi si sente soddisfatto per “essersi tolto un pensiero”, sbrigato una “pratica”, per aver compiuto una prestazione gravosa, non equivocare, per favore. Quella non è preghiera ma polverosa burocrazia, rigida fiscalità, miserabile contabilità dello spirito. E se vedi qualche “uomo di preghiera” che non ha rispetto per gli altri, dissacra i fratelli, vomita chiacchiere, calunnie, pettegolezzi sospetti, si rende complice di ingiustizie, eppure in chiesa si mostra “tanto pio” … non illuderti, mi raccomando. Quei gesti, quelle genuflessioni, quei sospiri sono atti sacrileghi e quelle preghiere sono bestemmie. Diffida di chi prega in una certa maniera. Non lasciarti ingannare da quelli che credono, si illudono, si vantano, fanno finta di pregare. Ma diffida anche di quelli che non pregano. Non lasciarti incantare dai loro discorsi intelligenti, dalla loro terminologia astrusa, dalla loro problematica elegante, dalle loro prospettive naturalmente molto “ampie”. Quelli sono poveri nonostante gli stracci sgargianti che sventolano come bandiere, nonostante i libri, le disquisizioni, il gergo e la problematica che non aiuta a vivere. Poveri che ti mostrano il desolato paesaggio della loro miseria. Cerca di essere intelligente. C’è una preghiera che è liturgia blasfema. Ma c’è anche un’assenza di preghiera che è la pubblicità del vuoto. Non devi scegliere tra due mali, due maschere, due caricature, due contraffazioni. Cerca piuttosto di inventare la tua preghiera. Vera.

 

 

VENERDI’ 7 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa; San Claudio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

FIGLIO DI DAVIDE, ABBI PIETÀ DI NOI!

 

HANNO DETTO: Ci sono due modi di vivere la propria vita: uno è viverla come se nulla fosse un miracolo, e l'altro è vivere come se tutto fosse un miracolo. (Albert Einstein)

SAGGEZZA POPOLARE: Lo sbadiglio o vuol mangiare o vuol dormire.

UN ANEDDOTO: Quando Russia, Prussia e Austria trattarono la spartizione della Polonia, Maria Teresa di Germania vide con meraviglia i suoi ministri entusiasti della faccenda. È un delitto morale, - esclamò - una pirateria a danno di un popolo incolpevole. La deploro, tanto che mi vergogno di apparire in pubblico! - Ma i suoi scrupoli morali, maestà, possono essere interpretati come sintomo di debolezza! -le obiettarono i ministri. - Meglio passar per deboli - rispose l'imperatrice - che per disonesti.

PAROLA DI DIO: Is 29,17-24; Sal 26; Mt 9,27-31

 

Vangelo Mt 9,27-31

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione. Parola del Signore

 

“ALLORA TOCCÒ LORO GLI OCCHI E DISSE: AVVENGA PER VOI SECONDO LA VOSTRA FEDE.”

Questo miracolo ci aiuta a capire il rapporto che deve esserci tra fede e sacramenti. La fede parte dal riconoscere noi stessi nella realtà del nostro essere. Siamo ciechi, non vediamo da soli, da soli non possiamo darci la luce. Ma la luce può darcela Qualcun altro, si tratta di crederci e di chiedergliela, magari urlando. Gesù chiede anche a noi: “Credi davvero che io possa farti vedere, possa perdonare i tuoi peccati, possa guarirti da quelle cattive abitudini che tante volte hai scoperto non essere in grado di superare nonostante la tua buona volontà?” Se noi rispondiamo: “Sì, o Signore”, ecco allora la strada: Gesù ci tocca. Ed ecco il segno o i segni concreti della grazia che sono i sacramenti. Essi esistono grazie alla fede e per la fede ma sono anche il segno concreto con cui Dio ci dice: “Tu sei mio figlio, Io sono il tuo Pane della vita, Io davvero ti perdono, sono Io che ti consacro nelle tue scelte, nella tua vita, nella tua famiglia, nel tuo dolore”. Nel cammino di questo Avvento in cui Gesù è segno concreto dell’Amore di Dio, chiediamoci qual è il nostro modo di accogliere e vivere i suoi segni, i sacramenti.

 

 

SABATO 8 DICEMBRE: IMMACOLATA CONCEZIONE B.V.M.

Tra i santi ricordati oggi: San Macario, eremita; Beata Chiara da Foligno.

Una scheggia di preghiera:

 

AVE MARIA, PIENA DI GRAZIA.

 

HANNO DETTO: Più si giudica, meno si ama. (Nicolas de Chamfort)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando un solo cane si mette ad abbaiare a un'ombra, diecimila cani ne fanno una realtà. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: In una trasmissione televisiva, Padre Mariano raccontava d’un grand’uomo che mori improvvisamente, i suoi parenti dissero: “Ti eleveremo un monumento di marmo, per ricordarti”. Le arti e la scienza dissero: “Accenderemo una lampada votiva con la fiamma per celebrarti”. Le sue buone opere dissero: “Noi staremo sempre con te”.

PAROLA DI DIO: Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38

 

 

Vangelo Lc 1,26-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

 

“L’ANGELO GABRIELE FU MANDATO DA DIO…”

Attorno al Natale di Gesù c’è un grande movimento di angeli. L’angelo appare a Giuseppe, a Maria, a Zaccaria, gli angeli cantano sulla grotta di Betlemme, vanno dai pastori. Gli angeli sono i messaggeri di Dio. Essi sono incaricati non di risolvere i problemi degli uomini ma di portare ad essi la buona notizia di Dio. Nel Vangelo di oggi Gabriele porta la buona notizia a Maria: essa è piena di grazia, cioè piena di doni di Dio, piena di Spirito Santo, graziosa al cuore di Dio, Colei che può intercedere grazie per noi, la tutta bella, la tutta santa, la totalmente amata, pensata da Dio da tutta l’eternità, collaboratrice del suo piano d’amore. La buona notizia che Dio la ama diventa in Lei l’incarnazione del Figlio di Dio. Maria chiede all’angelo, si informa e l’angelo le svela i misteri di Dio, le dà dei segnali, non le dice tutto, non le risolve tutti i problemi. Dio ha messo vicino a noi tanti “Angeli”, dall’Angelo custode fino a tutte le persone vive o defunte che ci vogliono bene. Se noi riusciamo ad ascoltare le loro ispirazioni al bene, essi ci portano alla volontà di Dio e alla buona notizia del suo amore per noi, ma essi non si mettono al nostro posto. Il Vangelo di oggi si conclude con l’accettazione di Maria: “Eccomi, sono la serva del Signore”. Anche per noi, affinché Cristo possa incarnarsi nella nostra vita, non basta la buona notizia portata da tanti angeli, occorre la nostra accettazione personale e lasciare che Dio possa liberamente operare in noi.

 

 

DOMENICA 9 DICEMBRE: 2^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Santa Valeria; San Siro.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI LA VIA, LA VERITA' E LA VITA.

 

HANNO DETTO: L'uomo nuovo che è rinato e restituito a Dio dice innanzitutto: "Padre", perché è diventato figlio. (S. Cipriano di Cartagine)

SAGGEZZA POPOLARE: La sorgente dà sempre molto più di quanto basti all'assetato.

UN ANEDDOTO: Mi inginocchiai ma non a lungo, avevo troppo da fare. Dovevo fare in fretta, il lavoro, le bollette da pagare. Così mi inginocchiai e dissi una preghiera veloce, e velocemente mi rialzai. Avevo adempito al mio dovere di Cristiano. La mia anima poteva riposare in pace. Durante tutta la giornata non avevo tempo per dire una parola gioiosa. Non avevo tempo per parlare di Cristo agli amici, Mi avrebbero deriso, temevo. Non avevo tempo, non avevo tempo, avevo troppo da fare. Questo era il mio grido costante, non avevo tempo da dare a persone bisognose. Ma alla fine venne il tempo, il tempo di morire. Andai davanti a Dio che restò con gli occhi bassi. Nelle mani di Dio un libro; era il libro della vita. Dio guardò il suo libro e disse: ‘Non trovo il tuo nome. Una volta fui tentato di scriverlo ma mai trovai il tempo per farlo'. Meno male che c'è mio Figlio che ha avuto tempo per te.

PAROLA DI DIO: Bar 5,1-9; Sal 125; Fil 1,4-6.8-11; Lc 3,1-6

 

Vangelo Lc 3,1-6

Dal vangelo secondo Luca

Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea. Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!». Parola del Signore

 

“PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE, RADDRIZZATE I SUOI SENTIERI!”

Se questa è parola di gioia perché ci dice che il Salvatore sta venendo, è anche un invito ad un nuovo orientamento di tutta la nostra esistenza, ad un cambiamento radicale della vita. Il Battista invita a preparare la strada del Signore. Ma qual è questa strada?

Gesù, annunziato dal Battista, prima d'uscire a vita pubblica per iniziare la sua predicazione, è passato per il deserto. Questa la sua strada. E nel deserto, se ha trovato la profonda intimità col Padre suo, ha incontrato anche le tentazioni, facendosi solidale così con tutti gli uomini. E ne è uscito vincitore. È la stessa strada che ritroviamo poi nella sua morte e risurrezione. Avendo Gesù percorso la sua strada sino in fondo, diventa egli stesso «via» per noi che siamo in cammino. È lui stesso la via per la quale dobbiamo incamminarci per poter realizzare sino in fondo la nostra vocazione umana, che è entrare nella piena comunione con Dio. Ognuno di noi è chiamato a preparare la via a Gesù, che vuole entrare nella nostra vita. Occorre, allora, raddrizzare i sentieri della nostra esistenza, perché egli possa venire in noi. Bisogna preparargli la strada, togliendo gli ostacoli ad uno ad uno: quelli posti dal nostro modo limitato di vedere, dalla nostra volontà debole. Occorre avere il coraggio di scegliere fra una nostra strada e la sua per noi, fra la nostra volontà e la sua volontà, fra un programma pensato da noi (e che non sempre, naturalmente, andrà in porto) e quello immaginato dal suo amore onnipotente. E una volta presa questa decisione, lavorare per spezzare la nostra volontà recalcitrante e fare la sua. Quando? I cristiani realizzati, i santi, insegnano un metodo buono, pratico, intelligente: ora, adesso. Nel momento, togliere sasso dopo sasso perché non più la nostra volontà viva in voi, ma la sua.

 

 

LUNEDI’ 10 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Eulalia, martire; San Milziade, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA MISERICORDIA, SIGNORE, CI COLMA DI GIOIA.

 

HANNO DETTO: Le mie impotenze, i miei disgusti, le mie oscurità, le mie stesse colpe narrano la Gloria dell'Eterno. (J. H. Newman)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando di notte non riesci dormire, parla con il pastore e smetti di contare le pecore.

UN ANEDDOTO: Un papà e il suo bambino camminavano sotto i portici di una via cittadina su cui si affacciavano negozi e grandi magazzini. Il papà portava una borsa di plastica piena di pacchetti e sbuffò, rivolto al bambino. "Ti ho preso la tuta rossa, ti ho preso il robot trasformabile ti ho preso la bustina dei calciatori. Che cosa devo ancora prenderti?". "Prendimi la mano" rispose il bambino.

PAROLA DI DIO: Is 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26

 

Vangelo Lc 5, 17-26

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Parola del Signore

 

“UOMO, TI SONO PERDONATI I TUOI PECCATI”.

I Vangeli di questo tempo di avvento ci delineano volto e caratteristiche di Colui che noi attendiamo. Oggi ci dicono chiaramente: Gesù è Colui che ha il potere di dire:” Ti sono rimessi i peccati”. Anche noi possiamo rimanere stupiti e meravigliati come gli scribi e i farisei di allora davanti ad un seguace di Cristo che dice ad un altro uomo:” Nel nome di Gesù i tuoi peccati sono perdonati”, eppure questo è proprio l’essenza della Incarnazione. Se sono onesto e coerente, davanti alla santità di Dio, alla sua verità, giustizia, al suo amore, io sono un povero peccatore egoista, uno che storicamente (cioè come appartenente a questa umanità peccatrice) e personalmente non può perdonarsi da solo né tantomeno accampare diritti nei confronti del perdono di Dio. Gesù, invece può accampare questi diritti perché Lui è il Figlio di Dio, puro e perfetto che, davanti al desiderio del Padre ha detto: “Eccomi, manda me!”. È Colui che si è fatto peccato per noi, Lui, Agnello innocente, si è fatto condurre al macello dopo essersi caricato di ogni nostra colpa passata o futura. Tutto questo male lo ha portato alla morte e alla morte di croce. Ma proprio mentre moriva ha fatto morire con Lui il male per cui noi, guardando a Colui che hanno trafitto, abbiamo la sicurezza, non per i nostri meriti, ma per dono gratuito Suo, di essere perdonati in modo pieno da ogni colpa e peccato. E tramite Gesù, questo perdono, garantito dal ministero sacerdotale attraverso il sacramento della penitenza e attraverso tutte le strade che la fantasia della misericordia di Dio ha creato, giunge realmente a noi. Ogni volta che alzo la mano a tracciare quel segno di croce che dice assoluzione, mi chiedo: “Chi sono io per perdonare i peccati?”. Ma poi mi tranquillizzo rispondendomi: “Io non sono proprio nulla se non ministro di Cristo. È Lui che perdona. È Lui che ha portato tutti i peccati. È Lui che “morendo ha distrutto il peccato e risorgendo ha ridato a noi la vita” e allora non ho più alcun diritto ad aver dubbi sul perdono dato e sul perdono ricevuto.

 

 

MARTEDI’ 11 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Damaso, papa; San Daniele stilita

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE È IL MIO PASTORE NON MANCO DI NULLA.

 

HANNO DETTO: Ci sono al mondo molte più persone infelici per la mancanza del superfluo che per la mancanza del necessario. (Rivarol)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli uomini danno un premio a chi vince, Dio da un premio a chi combatte.

UN ANEDDOTO: Molti eremiti abitavano nei dintorni della sorgente. Ognuno di loro si era costruito la propria capanna e passava le giornate in profondo silenzio, meditando e pregando. Ognuno, raccolto in sé stesso, invocava la presenza di Dio. Dio avrebbe voluto andare a trovarli, ma non riusciva a trovare la strada. Tutto quello che vedeva erano puntini lontani tra loro nella vastità del deserto. Poi, un giorno, per una improvvisa necessità, uno degli eremiti si recò da un altro. Sul terreno rimase una piccola traccia di quel cammino. Poco tempo dopo, l'altro eremita ricambiò la visita e quella traccia si fece più profonda. Anche gli altri eremiti incominciarono a scambiarsi visite. La cosa accadde sempre più frequentemente. Finché, un giorno, Dio, sempre invocato dai buoni eremiti, si affacciò dall'alto e vide che vi era una ragnatela di sentieri che univano tra di loro le capanne degli eremiti. Tutto felice, Dio disse: "Adesso sì! Adesso ho la strada per andarli a trovare".

PAROLA DI DIO: Is 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14

 

Vangelo Mt 18, 12-14

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda». Parola del Signore

 

“SE UN UOMO HA CENTO PECORE E UNA DI LORO SI SMARRISCE, NON LASCERÀ LE NOVANTANOVE SUI MONTI E ANDRÀ A CERCARE QUELLA CHE SI È SMARRITA?”.

Ricordo di aver letto una volta questa frase: “Dio non si rassegna a perdere nessuno dei suoi figli”. Per Dio non esiste gente senza importanza, noi siamo persone davanti a Lui e non numeri, siamo amati personalmente, valiamo il sangue di suo Figlio Gesù, siamo preziosi ai suoi occhi e Lui, l’Onnipotente viene a cercarci anche quando usando del dono della libertà che Lui ci ha fatto noi ci siamo allontanati e inguaiati. Dio è tenerezza e perdono e noi spesso lo abbiamo fatto diventare il padrone terribile, vendicativo dei peccati e distruttore dei peccatori. Mi chiedo se questa figura sbagliata di Dio non sia nata dal voler giustificare il nostro atteggiamento nei confronti del peccatore: con il paravento della difesa della verità spesso noi siamo andati a caccia del peccatore, per la paura che il male potesse toccare il nostro perbenismo abbiamo preferito allontanare il fratello peccatore, per una falsa idea di purificazione rendiamo difficile la via del ritorno di chi si è allontanato o, spesso quasi senza accorgersene, si è trovato lontano. Che cattivo servizio rendiamo a Dio quando ci comportiamo in questo modo. Il nostro essere perdonati dall’amore di Dio e dalla sua tenerezza deve portarci a manifestare lo stesso amore e la stessa tenerezza nei confronti dell’altro. Non possiamo dunque né discriminare né emarginare nessuno ma, come il Buon pastore, dobbiamo cercare di andargli incontro per amarlo, per aiutarlo a liberarsi da tutto quello che può aver diminuito la sua dignità umana o offuscato la sua condizione di Figlio di Dio.

 

 

MERCOLEDI’ 12 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Memoria della Beata Vergine Maria di Guadalupe; Santa Giovanna Francesca di Chantal.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO CUORE, GESU', ACCOGLIE TUTTI.

 

HANNO DETTO: Dall’ignoranza di Dio nasce l’amore di sé, da quest’ultimo la prepotenza nei confronti del prossimo. (S. Massimo il Confessore)

SAGGEZZA POPOLARE: Seguire senza lasciare è come volare senza staccarsi da terra.

UN ANEDDOTO: Spesso, durante l’estate, chi vede le pecore mi chiede: “Vende formaggio? Di quello buono, genuino?” “Non so se è buono” rispondo “ma se vuole glielo faccio assaggiare. “Restano male quando dico che lo produco per uso personale. Per rimediare, offro loro un pezzo da portare a casa. “Va bene, però lo pago” rispondono molti. “Non è necessario.” “Ci tengo.” “Va bene, se lei è più felice così”. “Ma lei non è un pastore.” “Quando sto con le pecore, sono un pastore.” “D’accordo, ma non vive di questo.” “Quando mangio il formaggio, vivo di questo.” “E quando non fa il pastore, cosa fa, qual è il suo lavoro?” “Produrre le cose che mi servono per vivere.” “Tutto qui?” commentano stupiti. “Ma non è un vero lavoro!” Alcuni sorridono: “Beato lei! Come vorrei vivere anch’io quassù!”. […]

I primi tempi non riuscivo ad accettare questo continuo bisogno di trovare una definizione. Non esisti se non c’è un aggettivo, un nome che aiuti a sistemarti da qualche parte. Poi mi sono abituato, ho capito che questa forma di classificazione fa parte della natura dell’uomo. Se so chi sei, so come comportarmi nei tuoi confronti, ma se sei un uomo senza legami e senza ruoli, non so più cosa pensare. Sei nudità e ti offri come nudità. E la nudità provoca scandalo. (Susanna TAMARO)

PAROLA DI DIO: Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30

 

Vangelo   Mt 11, 28-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

“VENITE A ME, VOI TUTTI CHE SIETE STANCHI E OPPRESSI, E IO VI DARÒ RISTORO.”

È bello e liberante sentirsi dire da Gesù parole come queste. Quando Gesù parlava gli affaticati e gli oppressi erano gli stessi ascoltatori di Gesù, angariati dalle difficoltà della vita, dalle ingiustizie dei potenti, dal pesante fardello del cumulo delle osservanze farisaiche. Gesù toglie dalle spalle quel peso ormai insopportabile e consegna al cuore dell’uomo la libertà di un rapporto totalmente nuovo con Dio. Così egli fa con te: il peso del tuo passato, dei tuoi peccati, dei tuoi errori, delle tue frustrazioni, è annullato dal suo amore, e per te inventa da capo la capacità di una vita nuova. E poi Gesù dice ancora a te queste stesse parole perché ne faccia il modello del tuo rapporto con gli altri: anche tu devi farti compagno della fatica e della sofferenza del fratello e liberarlo (almeno un po’) dal peso della sofferenza con il valore della solidarietà.

 

 

GIOVEDI’ 13 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lucia; Sant’ Antioco.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SEI L'AMICO DEI PICCOLI E DEI POVERI.

 

HANNO DETTO: Prima di dare lingua ai tuoi pensieri medita bene. (Shakespeare)

SAGGEZZA POPOLARE: Non serve strappare le pagine della vita, basta saper voltar pagina e ricominciare.

UN ANEDDOTO: Una piccola storia rabbinica racconta: «C’era una giovane donna che desiderava sposarsi con un uomo perfetto. Cerca e cerca, un giorno trova un uomo perfetto; ma, sfortunatamente per lei, anche lui cercava una donna perfetta, e non era lei. Così rimasero per sempre soli». Soltanto un’altra creatura imperfetta può riempire le mie imperfezioni.

PAROLA DI DIO: Is 41,13-20; Sal 144; Mt 11,11-15

 

Vangelo Mt 11,11-15 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».  Parola del Signore

 

 

“FRA I NATI DA DONNA NON È SORTO ALCUNO PIÙ GRANDE DI GIOVANNI IL BATTISTA; MA IL PIÙ PICCOLO NEL REGNO DEI CIELI È PIÙ GRANDE DI LUI”.

Gesù ammirava il Battista; nel Vangelo di oggi lo paragona addirittura ad Elia, eppure Giovanni appartiene ancora alla prima Alleanza, quella dell’Antico Testamento che ha il compito di preparare la venuta del Figlio di Dio. Con Gesù siamo entrati nel tempo nuovo. Se l’Antico Testamento sembrava una specie di recinto riservato ad un popolo, ai professionisti della fede, ora dietro a Gesù vanno i poveri e i peccatori, sono loro che, a pieno titolo, possono prendere d’assalto il nuovo Regno. La fede non è più riservata a qualcuno. Il più piccolo di questi ‘ultimi’ è più grande di Giovanni perché ha la Nuova Alleanza con Dio sancita nel sangue di Gesù. Anche oggi, c’è ancora qualcuno che vorrebbe la fede relegata al mondo religioso, che preferisce delegare preti e frati alla preghiera e allo studio della Bibbia, che preferisce racchiudere Dio in dogmi e definizioni ben strette. C’è, anche oggi, qualcuno che storce il naso di fronte a scelte concrete di qualche comunità a favore dei poveri; qualcuno preferirebbe tassarsi per i poveri purché essi se ne stiano a casa loro e soprattutto non intacchino il buon nome di chi è religioso. E pensare che invece dovremmo gioire: se il Regno di Dio è aperto ai piccoli, ai peccatori, agli ultimi, vuol dire che c’è speranza anche per me.

 

 

VENERDI’ 14 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni della Croce; San Pompeo vescovo; Sant’Agnello abate.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', DAVANTI AL TUO AMORE NON PUO' ESSERCI ALCUNA SCUSA.

 

HANNO DETTO: L'invidia è una specie di ammirazione repressa. (Voltaire)

SAGGEZZA POPOLARE: Non conta il colore del gatto, conta che acchiappi il topo. (saggezza Cinese)

UN ANEDDOTO: Sperando di lavorare per qualche giorno, un pittore ambulante di ritratti sostò in una piccola città. Uno dei suoi primi clienti fu un ubriaco il quale, nonostante la sua faccia sporca, la barba lunga e gli abiti inzaccherati, si sedette con tutta la dignità di cui era capace per farsi fare il ritratto. Dopo che l’artista si era prolungato più del solito nel suo lavoro, alzò il ritratto dal cavalletto e lo mostrò all’uomo. «Questo non sono io», balbettò l’ubriaco sorpreso mentre guardava l’uomo sorridente e ben vestito del ritratto. L’artista, che aveva guardato oltre l’esteriore e aveva visto la bellezza interiore dell’uomo, disse pensoso: «Ma questo è l’uomo che potresti essere».

PAROLA DI DIO: Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19

 

Vangelo   Mt 11, 16-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Parola del Signore

 

“VI ABBIAMO SUONATO IL FLAUTO E NON AVETE BALLATO, ABBIAMO CANTATO UN LAMENTO E NON VI SIETE BATTUTI IL PETTO!”.

Era venuto Giovanni Battista con il suo invito austero alla conversione e dai rappresentanti della religione e del potere non era stato accolto e deriso ed ora è in prigione in attesa che un re mezzo matto gli faccia tagliare la testa. Era venuto Gesù presentando il volto buono di Dio attento ai poveri e agli ultimi e gli stessi uomini di potere cercano di ucciderlo perché da loro fastidio. Come mai qualcuno rifiuta entrambi, anche se sono così differenti? Le autorità religiose hanno chiamato “indemoniato” Giovanni il Battista, le stesse autorità ora rifiutano Gesù. Il motivo di fondo è che queste persone hanno occhi solamente per scoprire ciò che può mettere in pericolo la loro posizione di prestigio religioso e politico e perciò cercano scuse nei loro confronti. Anche la nostra vita è spesso un susseguirsi di scuse: non ho fatto il mio dovere perché non potevo; non sono stato onesto perché ho una famiglia da mantenere; non mi sono fermato con l’amico in crisi perché non ho tempo. E anche con Dio spesso persistiamo in questo mascheramento, nel non assumerci le nostre responsabilità: non ho potuto andare a Messa perché di domenica vado a sciare; non ho letto il Vangelo e non ho pregato perché ho troppo da fare, perché sono stanco; ho “rotto” con la chiesa perché i preti sono tutti della stessa forza, perché non sono servi ma “padroni”. Per ogni impegno c’è una scusa e se anche queste in parte possono essere vere, nascondono spesso la nostra non voglia di impegnarci, la nostra disattenzione, superficialità, falsità, proprio noi che siamo così capaci di vedere i difetti degli altri e di puntarci contro il nostro dito.

 

 

SABATO 15 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Cristiana; Sant’Adalbertone.

Una scheggia di preghiera:

 

DOV'E' CARITA' E AMORE, QUI C'E' DIO.

 

HANNO DETTO: Ci sono molti che credono di trovarsi nell'amore e stanno nell'odio; molti al contrario credono di trovarsi nell'odio e stanno nell'amore. (S. Angela di Foligno)

SAGGEZZA POPOLARE: Ci sono tre tipi di persone: quelle che fanno accadere le cose, quelle che guardano le cose accadere e quelle che si stupiscono di ciò che accade.

UN ANEDDOTO: Il settimo giorno, terminata la creazione, Dio indisse una festa. Tutte le sue creature erano invitate. E tutte si diedero da fare per regalare a Dio la cosa più bella che avessero per dirgli grazie. Gli scoiattoli portarono noci e nocciole; i conigli carote e radici dolci; le pecore lana soffice e calda; le mucche latte schiumoso e ricco di panna Intanto gli angeli eseguivano cori. L'uomo si era messo in fondo alla fila e aspettava il suo turno, ma era preoccupato: "Che posso donare io? I fiori hanno un profumo, le api il miele perfino gli elefanti si sono offerti di fare la doccia a Dio con le loro proboscidi per rinfrescarlo". Tutte le creature sfilarono davanti a Dio e depositarono i loro regali. Arrivò il turno dell'uomo. Ebbe una splendida intuizione, fece quello che nessuna creatura aveva fatto. Corse verso Dio e saltò sulle sue ginocchia, lo abbracciò e gli disse: “Grazie di avermi creato! Ti voglio bene!". Il volto di Dio si illuminò e tutta la creazione capì che l'uomo aveva fatto a Dio Padre il dono più bello.

PAROLA DI DIO: Sir 48,1-4.9-11; Sal 79; Mt 17,10-13

 

Vangelo Mt 17, 10-13

Dal vangelo secondo Matteo

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. Parola del Signore

 

“ELIA È GIÀ VENUTO E NON L’HANNO RICONOSCIUTO. COSÌ ANCHE IL FIGLIO DELL’UOMO DOVRÀ SOFFRIRE PER OPERA LORO”.

Gesù parla di Giovanni Battista e lo identifica con Elia, il profeta che gli Ebrei attendevano arrivasse prima della venuta del Messia, pensate che ancora oggi, molte famiglie giudaiche nel celebrare la loro Pasqua lasciano una sedia libera che prima o poi sarà occupata da Elia che verrà ad annunciare la venuta del Messia. Ma come i contemporanei di Gesù non hanno riconosciuto Elia in Giovanni così non riconosceranno in Gesù il Messia. Perché si aspettavano un Elia ed un Messia diversi. Giovanni non si mette a capo dei rivoltosi contro Roma, brucia i cuori con le parole che invitano alla penitenza. Gesù non fa miracoli grandiosi per conquistare il potere ma conquista i cuori degli umili e dei semplici con la sua misericordia. Anche oggi Cristo ci passa accanto e noi rischiamo di non vederlo. Attendiamo il Cristo giudice che faccia piazza pulita dei cattivi e non cogliamo la sua presenza che perdona, che salva. Cerchiamo Dio nello splendore dei templi e magari non sappiamo vederlo nel povero che bussa alla nostra porta. Andiamo a fare preghiere in conventi ed eremi e non sappiamo pregare in famiglia. Gesù è sempre diverso da come lo pensiamo quando lo facciamo diventare proiezione dei nostri desideri umani. Ma c’è un metodo sicuro per saper conoscere il Cristo: dove c’è amore o possibilità di amore, stai sicuro, lì c’è Lui.

 

 

DOMENICA 16 DICEMBRE: 3^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Santa Adelaide, regina; Sant’Adone da Vienne; Santa Albina martire.

Una scheggia di preghiera:

 

FA' SIGNORE CHE SPERIMENTIAMO LA GIOIA DEL DONARE.

 

HANNO DETTO: Il ricordo dei benefici ricevuti è labile, mentre è tenace quello delle offese. (Knorr)

SAGGEZZA POPOLARE: «Un amico è qualcuno che conosce la melodia del tuo cuore e te la canta quando tu ti sei dimenticato le parole» (proverbio Nigeriano)

UN ANEDDOTO: Un giorno un taglialegna andava nel bosco con il proprio cane e il proprio asino. Il cammino era assai lungo e faticoso. A un certo punto della giornata il taglialegna si fermò in una radura, all'ombra di un faggio, dove si sdraiò e si addormentò beatamente. Intanto l'asino si mise a brucare l'erba. Il cane chiese all'asino: "Abbassati un attimo, nel paniere che hai sul dorso c'è del pane, lascia che ne prenda un pezzo, perché ho fame". L'asino non voltò nemmeno il capo, non voleva perdere neanche un minuto, neanche un filo di quella soffice erba, il suo stomaco doveva riempirsi. Era così stanco! Poi rispose a bocca piena: "Aspetta che si svegli il padrone, ti darà lui da mangiare". In quel momento sbucò dal margine del bosco un lupo che, a fauci spalancate, si avventò sull'asino. L'asino chiese aiuto al cane: "Caro cane, aiutami, amico mio! ". Il cane rispose: "sono così stanco a affamato. Aspetta che il padrone si svegli, ti aiuterà lui"… Povero asino, con la zampa sanguinante capì che ogni gentilezza e ogni favore bisogna farli a tempo debito, quando l'amico ne fa richiesta. Solo così nasce la vera amicizia e la ricompensa.

PAROLA DI DIO: Sof 3,14-17; Cant. Is 12,2-6; Fil 4, 4-7; Lc 3,10-18

 

Vangelo Lc 3,10-18

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. Parola del Signore

 

“CHI HA DUE TUNICHE, NE DIA UNA A CHI NON NE HA; E CHI HA DA MANGIARE, FACCIA ALTRETTANTO”

Abbiamo tante ricchezze da mettere in comune, anche se può non sembrare. Abbiamo sensibilità da affinare, conoscenze da apprendere per poter aiutare concretamente, per trovare il modo di vivere la fraternità. Abbiamo affetto nel cuore da dare, cordialità da esternare, gioia da comunicare. Abbiamo tempo da mettere a disposizione, preghiere, ricchezze interiori da mettere in comune a voce o per iscritto; ma abbiamo a volte anche cose, borse, penne, libri, soldi, case, automezzi da mettere a disposizione... Magari accumuliamo tante cose pensando che un giorno potranno esserci utili e intanto c’è lì accanto chi ne ha urgente bisogno. Come ogni pianta assorbe dal terreno solo l’acqua che le è necessaria, così anche noi cerchiamo di avere solo quello che occorre. E, meglio se ogni tanto ci accorgiamo che manca qualcosa; meglio essere un po’ poveri che un po’ ricchi. "Se tutti ci accontentassimo del necessario diceva san Basilio, e dessimo il superfluo al bisognoso, non ci sarebbe più né il ricco né il povero." Proviamo, iniziamo a vivere così. Certamente Gesù non mancherà di farci arrivare il centuplo; avremo la possibilità di continuare a dare. Alla fine ci dirà che quanto abbiamo dato, a chiunque fosse, l’abbiamo dato a Lui.

 

 

LUNEDI’ 17 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lazzaro; San Floriano.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TU SEI IL CRISTO, VERO DIO E VERO UOMO.

 

HANNO DETTO: Lasciati perseguitare ma tu non perseguitare. Lasciati crocifiggere ma tu non crocifiggere. (Isacco di Ninive)

SAGGEZZA POPOLARE: Non rinunciare ad un sogno solo perché pensi che ti ci vorrà troppo tempo per realizzarlo, il tempo passerà comunque.

UN ANEDDOTO: Ti faccio un esempio fisico che ho qui di fronte nel deserto (il deserto è una grande scuola!). C’è un pezzo di deserto, tutto sabbia e morte, tutt’al più qualche spino. Gli uomini vogliono trasformare il deserto in un’oasi verdeggiante. Incominciano a lavorare. Si fanno strade, stradette, canali, ponti, case, ecc. ecc. Non cambia nulla: tutto rimane deserto. Manca l’elemento base: l’acqua. Allora chi ha capito (è strano che si capisca bene nel mondo fisico e poco bene in quello soprannaturale) incomincia non a lavorare in superficie, ma si mette a scavare in profondità. Cerca l’acqua. Fa un pozzo: la fecondità dell’oasi non dipenderà dai canali fatti, dalle strade, dalle case, ma da quel pozzo. Se sgorgherà l’acqua tutto si vivificherà, se no niente. (Carlo Carretto)

PAROLA DI DIO: Gen 49,2.8-10; Sal 71; Mt 1,1-17

  

Vangelo Mt 1, 1-17

Dal vangelo secondo Matteo

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore

 

“GENEALOGIA DI GESU’ CRISTO, FIGLIO DI DAVIDE”.

Qualche volta provo a mettermi nei panni degli apostoli e degli evangelisti e allora mi sembra risulti più facile comprendere anche alcune pagine dei vangeli. Matteo era un uomo pratico, anche il suo primo mestiere di gabelliere lo portava a ragionare più con la matematica che non con la filosofia. Ecco che quest’uomo si trova a rinunciare a tutta una vita che si è costruita sulla ‘solidità del denaro’ per seguire Gesù. E, poco per volta, tra entusiasmi e dubbi si avvicina al mistero di Dio fatto uomo per noi. Specialmente dopo la morte, risurrezione, ascensione di Gesù, Matteo è profondamente certo di aver incontrato concretamente il Figlio di Dio. E quando scrive il suo Vangelo si preoccupa, anche davanti alle prime eresie sull’umanità e divinità in Gesù, di dire con chiarezza: “Gesù è un uomo concreto; è l’adempimento delle promesse di Dio e della storia della salvezza che Dio ha intessuto con il suo popolo”. Ci resta allora più facile comprendere la pagina odierna di Vangelo. La genealogia di Gesù non è solo una impalcatura letteraria più o meno riuscita, e neanche un elenco di nomi più o meno conosciuto tipo guida telefonica. Sta a dire che Colui che è venuto e che noi ci prepariamo a celebrare in questo Natale e che verrà alla fine dei tempi per giudicare il mondo, è proprio “uno dei nostri”, vero uomo, centro della storia, compimento pieno dell’amore concreto di Dio per il suo popolo, redenzione di tutta l’umanità, fondamento del nuovo Regno a cui ogni uomo è chiamato. E allora anche una pagina di Vangelo così astrusa a prima vista mi interpella: Gesù, per me, è davvero la concretezza dell’amore di Dio? E’ il centro della mia storia personale?

 

 

MARTEDI’ 18 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Graziano, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO, DI TE MI FIDO E A TE MI AFFIDO.

 

HANNO DETTO: Un animo puro non si vergogna dell'amore, ma si vergogna che questo non sia totale.  (F. Hegel)

SAGGEZZA POPOLARE: Se non puoi essere una stella nel cielo, sii una piccola luce per chi ti è accanto.

UN ANEDDOTO: Un maestro aveva centinaia di discepoli. Tutti pregavano all’orario giusto, tranne uno, che era sempre brillo. Passò del tempo il maestro si fece vecchio. Alcuni degli allievi più virtuosi cominciarono a discutere su chi sarebbe stato il nuovo leader del gruppo, colui che avrebbe ricevuto gli importanti segreti della Tradizione. Alla vigilia della sua morte, però, il maestro chiamò il discepolo ubriacone e gli trasmise i segreti occulti. Una vera e propria ribellione si diffuse fra gli altri. “Che vergogna!” esclamavano per le strade. “Ci siamo sacrificati per un maestro sbagliato, che non sa vedere le nostre qualità.” Udendo la confusione all’esterno, il maestro agonizzante disse: “Dovevo trasmettere questi segreti a un uomo che conoscessi bene. Tutti i miei allievi erano molto virtuosi, e mostravano solo le loro qualità. Questo è pericoloso; spesso, la virtù serve a nascondere la vanità, l’orgoglio e l’intolleranza. “Per questo ho scelto l’unico discepolo che conoscevo veramente bene, giacché potevo vedere il suo difetto: l’ubriachezza.”

PAROLA DI DIO: Ger 23,5-8; Sal 71; Mt 1,18-24

 

 

 

Vangelo Mt 1, 18-24

Dal vangelo secondo Matteo

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore

 

“GIUSEPPE SUO SPOSO, POICHÉ ERA UOMO GIUSTO...”

Nel Vangelo si parla poco di Giuseppe. Nel Vangelo Giuseppe non parla mai. Ma il più bell’elogio che il Vangelo fa di quest’uomo è dire che è un uomo giusto. Dio è giusto. L’uomo chiamato ad essere santo come santo è Dio, deve diventare giusto come Lui è giusto. Nella Bibbia i giusti sono coloro che operano la giustizia di Dio. Giuseppe, uomo giusto si fida non della giustizia degli uomini e neanche solo della giustizia delle leggi sociali e religiose, si fida e si abbandona totalmente alla giustizia di Dio. Oggi il termine giusto è applicato alle persone per vari motivi. Si dice: quella persona è giusta e si pensa è equa, è buona, non è parziale. Ma il vero senso di questa parola nella Bibbia “è giusto perché agisce come agisce Dio”, quindi potremo dire che Giuseppe è, dopo Maria, il primo vero cristiano perché, come Gesù, si fida, si abbandona a Dio e lascia che sia Dio ad agire in lui. E noi siamo giusti in questo modo?

Dio ha lo spazio per manifestare in noi la sua giustizia? O trova in noi tante presunte giustizie che lo soppiantano?

 

 

MERCOLEDI’ 19 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Dario martire; Santa Fausta martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE NON SO, MA CREDO.

 

HANNO DETTO: Impara bene a meditare: Satana ha paura delle meditazioni. (San M. Kolbe)

SAGGEZZA POPOLARE: Non ci si salva seppellendosi vivi. (detto latino)

UN ANEDDOTO: Tempo fa, in un villaggio, scoppiò un incendio. Un ricco e un povero, fino a quel giorno buoni vicini di casa, persero tutti i loro averi. Il povero rimase nella pace, il ricco invece cadde in una cupa disperazione. «Moishele – disse allora il ricco, – come è possibile che tu sia così tranquillo quando tutto ciò che avevamo è bruciato nell’incendio?». «A me è rimasto il mio Dio – rispose il povero, – il tuo è bruciato con la casa».

PAROLA DI DIO: Gdc 13,2-7.24-25a; Sal 70; Lc 1,5-25

 

Vangelo Lc 1, 5-25

Dal vangelo secondo Luca.

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini». Parola del Signore

 

ZACCARIA SI TURBO' E FU PRESO DA TIMORE. MA L' ANGELO GLI DISSE: NON TEMERE ZACCARIA."

Zaccaria rimane turbato davanti all'angelo. Anche Maria, lo vedremo tra poco nel Vangelo, rimane turbata davanti al mistero del progetto di Dio su di lei. E chi non rimane turbato davanti alle vie misteriose del Signore?

Davanti alla croce di Cristo che muore per noi, davanti alla chiamata del Signore che ci manda servendosi della nostra povertà, davanti a strade misteriose e inaspettate, davanti alla sofferenza e alla morte, c'è da rimanere turbati. La fede non toglie l'umanità che stenta a capire. Essere preoccupati di comprendere maggiormente il Signore, non è peccato! È rendersi gradualmente conto della nostra povertà e piccolezza e della grandezza di Dio. I suoi pensieri non sono i nostri pensieri, e meno male che sia così! Se il turbamento sfocia nella fiducia, non può che aprirci all'immensità del suo amore che supera di molto la nostra povera umanità.

 

 

GIOVEDI’ 20 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Liberato, martire; San Zefirino, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI CON NOI, SIGNOR, SEI CON NOI. NELLA GIOIA TU SEI CON NOI; NEL DOLORE TU SEI CON NOI: TU PER SEMPRE SEI CON NOI.

 

HANNO DETTO: L'ateismo è più sulle labbra che nel cuore dell'uomo. (Francesco Bacone)

SAGGEZZA POPOLARE: C'è solo un bambino bello al mondo, e ogni mamma ce l'ha.

UN ANEDDOTO: «Maestro – domandò un giovane assetato di luce al vecchio Saggio che viveva solitario sulla Montagna, c’è una domanda che mi tormenta notte e giorno. Mi chiedo continuamente: “Chi sono io?”. Ma non riesco a darmi una risposta sicura. Che ne pensate voi, Maestro?». Rispose il Maestro: «È una domanda importante. E non è senza risposta. Quando ti svegli, al mattino, come affronti la vita? Ti alzi dal letto soltanto “per fare”? Allora sei uno schiavo! Ti alzi “per amare”? Sei un figlio di Dio: libero e fecondo di bene».

PAROLA DI DIO: Is 7,10-14; Sal 23; Lc 1,26-38

 

Vangelo Lc 1, 26-38

Dal vangelo secondo Luca

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

 

"IL SIGNORE È CON TE".

L'augurio che l'Angelo fa a Maria è la promessa di Dio che ritorna sovente nella Bibbia: a Mosè, Dio promette: "Io sarò con te (Es. 3,11—12); più volte la stessa parola è detta per accompagnare l'opera dei profeti. Gesù, prima di salire al cielo confermerà ancora ai discepoli: "Io sono con voi fino alla fine del mondo". Durante le celebrazioni, l'augurio che ci scambiamo è proprio "Il Signore sia con voi". Maria di Nazareth, sulla linea dei profeti e di tutti i "chiamati" dell'Antico Testamento, inizia la più straordinaria avventura cui sia mai stato destinato un essere umano, equipaggiata di un'unica certezza: — Il Signore è con te. Non ha bisogno di altre garanzie, sicurezze, appoggi. Quella è la garanzia che le comprende tutte. Intendiamoci. Non è una formula miracolistica. Alla Madonna non viene messa in mano una bacchetta magica che le spianerà il cammino a colpi di prodigi, facendo sparire ostacoli, producendo tutto ciò che occorre, fornendo le risposte a tutti gli interrogativi più angosciosi, cancellando i "passaggi" difficili. Maria compie un itinerario punteggiato di difficoltà e di oscurità. Munita unicamente della certezza di una Presenza. Diventa, così, la creatura più debole e, insieme, più forte. Fragile e irriducibile. Vulnerabile e coraggiosa. Indifesa e sicura. Esposta a tutte le tempeste e fedele fino in fondo.

 

 

VENERDI’ 21 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Canisio; San Temistocle, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, PORTACI GESU' E PORTACI A GESU'.

 

HANNO DETTO: L'idea diffusa è che i cristiani debbano osservare un'immensità di divieti e che senza si sia più liberi. Io invece vorrei mettere in chiaro che essere sostenuti da un grande Amore non è un fardello e che è bello essere cristiani. (Benedetto XVI)

SAGGEZZA POPOLARE: Scegliere di scegliere è manifestazione della propria libertà.

UN ANEDDOTO: All’Innominato dei promessi Sposi che dice: “Dio Dio! Se lo vedessi, se lo sentissi! Dov’è questo Dio?”, il Card. Federico Borromeo risponde: “Voi me lo domandate? Voi? E chi più di voi lo ha più vicino? Non lo sentite in cuore, che vi opprime, che vi agita, che non vi lascia stare, e che nello stesso tempo vi attira, vi fa sentire una speranza di quiete, di consolazione, di una consolazione che sarà piena, immensa, subito che voi lo riconosciate, lo confessiate, lo implorate?”

PAROLA DI DIO: Ct 2,8-14 opp. Sof 3,14-17; Sal 32; Lc 1,39-45

 

Vangelo Lc 1, 39-45

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. È beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore

 

"IN QUEI GIORNI MARIA SI ALZÒ E ANDÒ IN FRETTA VERSO LA REGIONE MONTUOSA, IN UNA CITTÀ DI GIUDA.”

È un viaggio lungo e difficile quello che Maria compie per un gesto d'amore nei confronti della cugina anziana che aspetta un bambino. Maria porta Gesù nel suo cuore dalla Galilea verso Gerusalemme: è lo stesso viaggio che tanti anni prima aveva fatto Davide trasportando l'Arca dell'Alleanza e sarà lo stesso viaggio che farà Gesù per andare a regalarci la sua vita morendo sulla croce a Gerusalemme. "Tre viaggi, quello dell'arca, di Maria e di Gesù, che segnano tutti lo stesso cammino di Dio diretto verso l'umanità vecchia e bisognosa, gravida di un nuovo uomo che per la gioia della vicina salvezza sussulta nel grembo di sua madre." Ma c’è ancora un altro viaggio che Maria fa’ e che noi proprio oggi contempliamo: è il suo viaggio verso Dio che l’aspetta come Colei che anticipa tutta l’umanità redento che torna al padre. Ci guidi Maria anche in questo ultimo glorioso viaggio verso la gioia eterna.

 

 

SABATO 22 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Flaviano; Santa Francesca Cabrini.

Una scheggia di preghiera:

 

L'ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE.

 

HANNO DETTO: L'anima umana è come un abisso che attira Dio, e Dio vi si getta. (Julien Green)

SAGGEZZA POPOLARE: Se ti dicono di vivere strisciando, alzati e muori correndo.

UN ANEDDOTO: In un convento della Tebaide viveva un fraticello giovane, piuttosto pigro, mai puntuale ai salmi, durante i quali o dormiva o stonava. Si trovò in punto di morte, con tutti i frati attorno a pregare. E lui sorrideva sorrideva. Un anziano, scandalizzato: «Sta per presentarsi al tribunale di Dio e lui se la ride». «Cari fratelli, è tutto vero, ma in tanti anni non ho mai giudicato nessuno, non ho mai condannato nessuno. Me la rido perché Dio mi sta dicendo: non sarai giudicato, non sarai condannato!». I frati arrossendo dissero: «Beato lui: ha faticato poco ed è già salvo».

PAROLA DI DIO: 1Sam 1,24-28; Cant. 1Sam 2,1.4-8; Lc 1,46-55

 

Vangelo Lc 1, 46-55

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Parola del Signore

 

“L'ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE"

Maria nei Vangeli parla poco ma quando parla si sentono, nelle sue parole, l'eco di tutta la creazione e la parola della Sacra Scrittura. Maria è una abituata a pensare, a "conservare tutte le cose nel suo cuore" e quando è il momento delle parole tutto trabocca in una esplosione di lode, di contemplazione, di ringraziamento. "Trovo così difficile pregare, non so che cosa dire al Signore". Questa obiezione tante volte è un sintomo di un cuore che si sta raffreddando. Quando una bottiglia è vuota è inutile volerne far uscire qualcosa. Eppure basterebbe poco per aver il cuore pieno di gioia, basterebbe aver occhi per vedere i doni che Dio ci ha fatti, per lasciar cantare in noi la creazione, per meravigliarci della storia della salvezza, per lasciare che la Parola donata da Dio a lui ritorni carica delle nostre esperienze e di un cuore che sa farsi carico delle necessità del mondo intero.

 

 

DOMENICA 23 DICEMBRE: 4^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Servolo; San Giovanni da Kety; Sant’ Ivo da Chartres.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTA TU FRA LE DONNE E BENEDETTO IL FRUTTO DEL TUO GREMBO.

 

HANNO DETTO: L'amore immaturo dice: "Ti amo perché ho bisogno di te". L'amore maturo dice: "Ho bisogno di te perché ti amo". (Erich Fromm)

SAGGEZZA POPOLARE: Due monologhi non fanno un dialogo.

UN ANEDDOTO: Un giorno Buddha stava attraversando una foresta. Era assetato, per cui disse ad Ananda, il suo primo discepolo: “Ananda, torna indietro. A qualche miglio da qui abbiamo attraversato un torrente. Portami un po’ d’acqua”. Ananda tornò indietro, ma quando raggiunse il torrente vide che alcuni carri che l’avevano attraversato ne avevano agitate le acque che erano ormai diventate fangose. Ritornò da Buddha a mani vuote. Ma Buddha insistette, e gli ripeté: “Torna indietro e portami dell’acqua da quel torrente”. Ananda non comprendeva quell’insistenza, ma ritornò al torrente. E mentre si stava incamminando, Buddha gli disse: “E non tornare, se l’acqua è ancora sporca. Se è sporca, siediti semplicemente sulla riva, in silenzio. Non fare nulla, non entrare nel torrente. Siedi sulla riva in silenzio e osserva”. Ananda tornò al torrente. Buddha aveva ragione. L’acqua era ora quasi limpida, le foglie erano ridiscese sul fondo e il fango si era sedimentato. Ma il torrente ancora non era cristallino, per cui Ananda si sedette sulla riva e osservò semplicemente lo scorrere dell’acqua. Pian piano il torrente diventò limpido come cristallo. Allora tornò, danzando, porse l’acqua a Buddha e lo ringraziò: “Ora riesco a comprendere il messaggio: era ciò di cui avevo effettivamente bisogno in questo momento. La stessa cosa infatti è vera per la mia mente. Se mi butto nell’acqua tornerò a renderla fangosa. Se mi tuffo nella mente nasceranno più problemi, altri torneranno in superficie. Sedendo di fianco al torrente ho appreso la tecnica… ora mi siederò di fianco alla mia mente, ne osserverò tutta la sporcizia e tutti i problemi e tutte le foglie morte e le ferite e i rancori e i ricordi e i desideri. Senza farmi coinvolgere, distaccato, siederò sulla riva e aspetterò il momento in cui ogni cosa sarà limpida come cristallo”.

PAROLA DI DIO: Mi 5,1-4a; Sal 79; Eb 10,5-10; Lc 1,39-45

 

Vangelo Lc 1,39-45

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. È beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore

 

“BENEDETTA TU FRA LE DONNE E BENEDETTO IL FRUTTO DEL TUO GREMBO”

È il grido di gioia di Elisabetta “mossa dallo Spirito Santo” (Lc. 1,41). È la sua risposta al saluto di Maria che è entrata inattesa nella sua casa per dirle: “Elisabetta, anch’io sono mamma! Colui che è stato promesso, che i profeti hanno annunziato, che i nostri padri hanno atteso per secoli, e qui, nel mio seno. Per dare questo annunzio all’anziana parente e per servirla, Maria era venuta quasi correndo (Lc. 1,39) attraverso i monti, da Nazareth in Galilea, fino ad Ain Karem sulle colline della Giudea, distante più di cento chilometri.  Un viaggio lungo e faticoso, forse da sola, forse in carovana, con il suo grande segreto nel cuore. Ma ora lo splendido annuncio che i giorni nuovi sono iniziati, perché Dio si è fatto uomo nel seno di una fanciulla d’Israele, non si fermerà più: lo canteranno gli angeli a Betlemme e risuonerà nei secoli in ogni parte del mondo per la voce di coloro che da Maria lo hanno accolto. Quando si ha Gesù con sé si sente insopprimibile l’esigenza di portarlo agli altri e sempre questo annuncio è motivo di gioia e fonte di salvezza.

 

 

LUNEDI’ 24 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Delfino, vescovo; Santa Erminia, monaca; Santa Adele, monaca.

Una scheggia di preghiera: 

 

BENEDETTO IL SIGNORE, DIO D’ISRAELE, PERCHÉ HA VISITATO E REDENTO IL SUO POPOLO.

 

HANNO DETTO: L'ambizione s'attacca più facilmente alle anime piccole che alle grandi, come il fuoco si appicca più facilmente alla paglia e alle capanne che ai palazzi. (Nicolas de Chamfort)

SAGGEZZA POPOLARE: Amico è uno che sa tutto di te e gli piaci lo stesso.

UN ANEDDOTO: Un giovane si presentò a un maestro zen e gli disse: “Vorrei raggiungere la liberazione dalla sofferenza promessa dal Buddha. Ma non sono capace di lunghi sforzi e non sono in grado di meditare. Esiste una via che posso seguire?” “Che cosa sai fare?” gli domandò il maestro. “Niente.” “Ma c’è qualcosa che ti piace fare?” “Giocare a scacchi.” Il maestro fece portare una scacchiera e una spada. Poi chiamò un giovane monaco e disse: “Chi di voi due vincerà questa partita a scacchi raggiungerà la liberazione. Chi perderà sarà ucciso con questa spada. Accettate?” I due giovani acconsentirono e incominciarono a giocare. Sapendo che era una questione di vita o di morte, si concentrarono come non avevano mai fatto. A un certo punto il primo giovane si trovò in vantaggio e pensò che la vittoria era sicura. Guardò il suo avversario e si accorse che il maestro aveva sollevato la spada sulla sua testa. Allora ne ebbe compassione e compì un errore deliberato. Ora era lui che stava per perdere. Vide che il maestro aveva spostato la spada sulla sua testa e chiuse gli occhi. La spada si abbatté sulla scacchiera. “Non c’è né vincitore né vinto” proclamò il maestro “e quindi non taglierò la testa a nessuno”. Poi aggiunse rivolto al primo giovane: “Due sole cose sono necessarie: la concentrazione e la compassione. E tu le hai sperimentate entrambe. Questa è la via che cerchi”.

PAROLA DI DIO: 2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16; Sal 88; Lc 1,67-79

 

Vangelo Lc 1, 67-79

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». Parola del Signore

 

“BENEDETTO IL SIGNORE, DIO DI ISRAELE…”

Quando ti trovi improvvisamente davanti ad una meraviglia della natura o a un dono inaspettato diventa spontaneo gioire e cantare. È quello che succede a Zaccaria. È rimasto muto per nove mesi, ha avuto tempo a riflettere, è guarito dal suo dubbio ed ora con in braccio il suo bambino può lasciare che la sua riconoscenza straripi nella lode. Ma anche Lui, come è successo a Maria nel suo dire grazie legge non solo l’evento che lo ha toccato personalmente ma tutta la storia della salvezza.

Questa sera arriviamo al Natale: Non so se siamo riusciti nel cammino dell’avvento a creare in noi quel silenzio che ci permette di riflettere su questo avvenimento, non so se le “corse” di questi giorni, lo strombazzamento della pubblicità, le tonnellate di miele che artificiosamente spesso inzuppano questa festa ci permetteranno di capirne a fondo il senso. Ma se questa notte e nella giornata di domani, magari proprio durante il dono dell’Eucaristia sapremo porre i nostri occhi su quel Bambino che ci è donato e in Lui sapremmo riconosce il Figlio di Dio fatto uomo che dà senso a tutto il nostro esistere di gioia e di prove, forse allora anche il nostro cuore potrà cantare come quello vecchio, ma ancora giovane di Zaccaria.

 

 

MARTEDI’ 25 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Anastasia, vergine; Santa Eugenia, martire; San Pietro Nolasco.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI, GESU', SALVATORE DEL MONDO.

 

HANNO DETTO: Quanto più ci svuotiamo di noi stessi, tanto più potremo riempirci di Dio. (Santa M. Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: I più confondono l'efficienza con la frenesia.

UN ANEDDOTO: CARO GESÙ BAMBINO 

Caro Gesù Bambino, posso parlare un po' con te? Sono il somaro. Quello del presepe. Quello sempre vicino alla tua mangiatoia. Quello che la gente, per delicatezza, chiama asinello. Cosa devo dirti? Ti voglio ringraziare Gesù perché, anche quest'anno, come sempre, sono presente in tutti i presepi. Non è affatto una cosa scontata che una creatura umile come me non manchi mai in una scena così straordinaria, misteriosa, suggestiva, unica come il tuo presepe. Ti voglio ringraziare perché questa mia presenza è certamente opera tua, altrimenti chi si sarebbe ricordato di un somaro come me? Lo sai, neppure gli evangelisti si sono ricordati di citarmi. Sì! Nessuno me lo leva dalla testa: sei tu che ogni anno fai questo miracolo. Perché? È da tanto che ci penso. Di tempo per pensare, mentre la gente ci passa davanti con gli occhi pieni di meraviglia e il cuore contento, ne ho tanto qui accanto a te. Quest'anno ho capito. Lo so, ci ho messo troppo tempo, ma a me, che non ho fatto le scuole alte, per capire le cose ce ne vuole. Cosa ho capito? Adesso te lo spiego, caro Gesù. Il somaro chi è? È chi fa il lavoro di tutti i giorni, senza esigere niente più che una manciata di fieno e un secchio d'acqua. È chi fa i lavori umili e usuali - e spesso pesanti! - che se nessuno li facesse, sarebbe un guaio per tutti, anche per quelli che guardano il somaro dall'alto in basso. È chi non compare mai in prima fila e nei posti importanti. È chi, quando ha fatto il suo lavoro, nessuno gli dice grazie, ma lui continua lo stesso a fare il suo lavoro. E chi, anche se non gli danno medaglie e premi, continua a tirare la carretta, lasciando agli altri meriti e gloria. Gesù Bambino, non è così? Certo che è così! Ed ecco perché mi vuoi sempre vicino a te in tutti i presepi del mondo. Perché a te piacciono quelli come me, che non cercano soltanto le cose clamorose, luccicanti, da prima fila, ma accettano quelle umili, piccole - anche faticose ma vere! - di ogni giorno. A te piacciono quelli che si caricano del peso degli altri. Gesù Bambino, non sarò certo io a spiegarti come stanno le cose, ma - lasciamelo dire - se il mondo dovesse andare avanti con quelli che cercano soltanto le code che luccicano, da prima fila, da primo premio, si sarebbe fermato da un pezzo. Sono quelli come me a mandare avanti il mondo. Non ho ragione, Gesù Bambino? Cosa dici? Parla più forte che ci sento poco. Adesso ho sentito: l'ho detta grossa. Certo, a mandare avanti il mondo sono quelli come te. Scusami, Gesù Bambino, ho parlato da somaro. Però ti ringrazio lo stesso. Per un aspetto almeno ci somigliamo. (Tonino Lasconi)

PAROLA DI DIO: notte: Is 9,1-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14

 

Vangelo Lc 2,1-14

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazareth, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». Parola del Signore

 

“PER LORO NON C’ERA POSTO NELL’ALLOGGIO”.

Il Natale è spesso una storia di porte che rimangono chiuse.

Gesù è venuto nel mondo non con l’atteggiamento del Padrone, ma del mendicante. “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap. 3,20). Non sfonda le porte. Aspetta. Nell’amore non può esserci costrizione. L’amore deve accettare il rischio di venire rifiutato, respinto. E noi abbiamo paura di quel mendicante. Paura che venga per prenderci qualcosa. Invece Lui viene solo a portare. Il guaio è che, se troverà la porta chiusa, dopo aver bussato mille volte, se ne andrà a nascere da un’altra parte e noi ci troveremo a festeggiare, come milioni di persone, il Natale di Cristo là dove c’è posto per tutto, ma non per Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 26 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano, martire; San Zosimo, papa; S. Evaristo di Costantinopoli.

Una scheggia di preghiera:

NELLE TUE MANI, SIGNORE, AFFIDO IL MIO SPIRITO.

 

HANNO DETTO: La purezza di mente e la pigrizia sono incompatibili. (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: Il computer è il cretino più veloce del mondo

UN ANEDDOTO: L'Uccellino vorrebbe volare verso questo sole splendente che incanta i suoi occhi. Vorrebbe imitare le aquile, sue sorelle, che vede librarsi in alto fino al fuoco divino della Trinità. Ma ahimè! tutto quel che può fare è sollevare le sue piccole ali; librarsi in volo, però, non rientra nelle sue piccole possibilità! Cosa gli accadrà? morirà di dolore vedendosi così impotente? No! L'uccellino non si sente neppure abbattuto. Con audace abbandono vuol restare a fissare il suo sole divino; niente potrà incutergli timore, né il vento né la pioggia. E se delle nuvole cupe giungessero a nascondergli l'Astro d'amore, il piccolo uccello non cambierà di posto: egli sa che al di là delle nubi il suo sole splende senza fine, che la sua luce non potrebbe eclissarsi neppure un istante. (Santa Teresina)

PAROLA DI DIO: At 6,8-10.12; 7,54-60; Sal 30; Mt 10,17-22

 

Vangelo Mt 10,17-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato». Parola del Signore

 

“SARETE ODIATI DA TUTTI A CAUSA DEL MIO NOME, MA CHI PERSEVERERA’ FINO ALLA FINE SARA’ SALVATO”.

Certamente gioia e dolore sembrano stridere insieme, come nascita e martirio non sembrano andare d’accordo, ma se davvero avessimo un briciolo di fede, la gioia del sapere che Dio è un Padre che non ci abbandona, che Gesù ha già sofferto e testimoniato prima di me e per me, che lo Spirito santo è forza di Dio, certamente ci aiuterebbe a vivere meglio i nostri momenti di sofferenza, e il martirio, se diventa un atto di amore per Dio e per i fratelli, pur non perdendo la sua drammaticità, non potrebbe portare la serenità del fare anche noi come Gesù: dare la vita per amore?

Se rileggete la pagina del libro degli Atti degli apostoli dove è narrato il martirio di Stefano, scoprirete che Stefano muore esattamente come Gesù. Stefano è pieno di Spirito santo, come Gesù; anche lui, come il Maestro, viene portato fuori delle mura della città per essere ucciso; anche lui si affida a Dio con le stesse parole di Gesù e perdona, come Lui, ai suoi persecutori. Quando si diventa un cuor solo e un’anima sola con Gesù, non spaventa neanche l’odio o il martirio. Quanta strada abbiamo ancora da fare!

 

 

GIOVEDI’ 27 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Apostolo ed Evangelista; Santa Fabiola di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', AMI TUTTI E CIASCUNO.

 

HANNO DETTO: Ho l'impressione che le nostre città siano fortemente anemiche, spiritualmente superficiali, con un tasso di vita interiore molto povero. (Don Tonino Bello)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi conserva per l'indomani, conserva per il cane.

UN ANEDDOTO: Mamma non perdeva mai l’occasione di esortare i suoi figli a “saltare fino al sole”. Forse non atterravamo sul sole, ma almeno ci alzavamo da terra. (Zora Neale Hurston)

PAROLA DI DIO: 1Gv 1,1-4; Sal 96; Gv 20,2-8

 

Vangelo Gv 20,2-8

Dal vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Parola del Signore

 

“MARIA DI MÀGDALA CORSE E ANDÒ DA SIMON PIETRO E DALL’ALTRO DISCEPOLO, QUELLO CHE GESÙ AMAVA”.

S. Giovanni, nel suo Vangelo, si autodefinisce: “colui che Gesù amava”. Ci può sembrare persino una parola audace. Eppure Gesù che ama indistintamente tutti ha modi particolari di rivolgersi a ciascuno. Le scelte di Dio sono misteriose e incomprensibili. Ogni uomo riceve una vocazione unica. Pietro ha ricevuto il primato tra i Dodici, Giovanni ha ricevuto la vocazione di essere “colui che Gesù amava”. Entrambi questi ruoli hanno significato all’interno della Chiesa. È necessario che ci sia il ruolo della guida e il ruolo dell’animazione interiore. È necessario correre insieme, come ci vien detto nel Vangelo di oggi, anche se uno corre più forte dell’altro, ma è anche necessario sapersi aspettare. Anche tu hai dei doni particolari: è il modo di Gesù di parlarti, ed essi sono il modo con cui tu puoi rispondere a Lui. I doni che tu hai, però, non sono per farti superiore agli altri, sono per il bene comune. Hai mai pensato a chiederti qual è la tua vocazione, cioè quali sono i modi specifici con cui Dio ti ama? Se Dio ti ama così particolarmente, sai mettere a servizio degli altri ciò che Dio ti ha dato?

 

 

VENERDI’ 28 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi martiri innocenti; Sant’Antonio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI O SALVATORE, O SALVATORE DEL MONDO.

 

HANNO DETTO: Quale gran gioia pensare che il buon Dio è giusto, cioè che tiene conto delle nostre debolezze, che conosce perfettamente la fragilità della nostra natura. (S. Teresa di Lisieux)

SAGGEZZA POPOLARE: Cattivo quell’ospite che caccia di casa il padrone.

UN ANEDDOTO: Nei momenti di difficoltà non dite mai: “Dio, ho un grosso problema!” 
Dite, invece: “Hey problema, io ho un grande Dio!” e ogni cosa andrà per il meglio.

PAROLA DI DIO: 1Gv 1,5 – 2,2; Sal 123; Mt 2,13-18

 

Vangelo Mt 2,13-18

Dal vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più». Parola del Signore

 

“ERODE SI INFURIO’ E MANDO’ AD UCCIDERE I BAMBINI DI BETLEMME”.

Un’ombra nera sembra stendersi sulla gioia del Natale. È l’ira di un reuccio fantoccio che, per eliminare un eventuale concorrente al suo trono, gli fa compiere una strage di bambini. L’altro ieri abbiamo gioito per la nascita di un Salvatore, oggi ci rendiamo conto che per la malvagità del mondo, apparentemente non è cambiato nulla: il male, l’egoismo, il potere, la cattiveria continuano ad avere la meglio, anzi, per un Bambino vengono uccisi molti altri bambini. Quando Matteo ci ricorda questo triste episodio ha certamente presente la storia di Mosè. Anche là, il Faraone, per eliminare un popolo che poteva causargli dei guai, aveva ingiunto l’uccisione di tutti i neonati maschi. Purtroppo la storia del potere e della cattiveria comincia sempre così. Per andare avanti, per ira, per paura ci si accanisce sui più deboli. Quel bambino è arrivato indesiderato? Porterà scompiglio nella nostra famiglia per bene? Vincolerà la mia libertà, il mio futuro? Uccidiamolo! Abbiamo addirittura una legge dello Stato che ce lo permette e ci protegge. Per salvaguardare la purezza della razza, facciamo un po’ di pulizia etnica. Ci sono troppo vecchi? Liberiamoci e ‘liberiamoli’ con l’eutanasia. I nostri soldi non rendono più abbastanza? Chiudiamo quella fabbrica, mandiamo alla disperazione centinaia di famiglie e giustifichiamoci dicendo che è la legge dell’economia che lo vuole. Deve passare una strada in mezzo all’Amazzonia affinché le multinazionali possano depredare meglio quel paese? Quegli aborigeni che vivono nella foresta danno fastidio alle nostre imprese: spariamogli addosso o spargiamo un po’ di virus a cui loro non hanno difese biologiche, o diamo loro gratis dell’alcool perché si ubriachino e muoiano…E i bambini sfruttati a lavorare 14 ore per cucire palloni che saranno il divertimento di altri bambini? E i bambini vittime delle voglie insane di gente bacata nel corpo e nel cuore?

È lunga questa strage di innocenti. Ma il sangue dei piccoli, dei poveri, degli umiliati grida vendetta.

Dio salva Mosè che tornerà a liberare il popolo. Dio salva Gesù, che ora deve prendere la via dell’esilio, ma che ritornerà. Egli sarà la vendetta di Dio. E siccome Dio è amore, e Gesù è venuto per dircelo, ce lo dirà donando la sua vita per noi. Quando sarà sulla croce non sarà più ‘salvato’ da Dio che accettando il suo sacrificio ‘salverà tutti noi’.

 

 

SABATO 29 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso Becket; San Davide, re; San Vitale, abate.

Una scheggia di preghiera:  

 

TUTTO CIÒ CHE ABBIAMO, NOI LO OFFRIAMO A TE.

 

HANNO DETTO: La ricerca di sé e il desiderio egocentrico che aveva condotto Adamo a voltare le spalle a Dio, viene annullato dal potere della croce, mediante il quale l'uomo ritorna al Padre. (John Navone)

SAGGEZZA POPOLARE: A chi ha lardo e pane, non gli mancano ospiti.

UN ANEDDOTO: Nel Paese degli Zulù i giovani prima si battono e poi si sposano. Nei nostri paesi cosiddetti civili fanno il contrario.

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,3-11; Sal 95; Lc 2,22-35

 

Vangelo Lc 2, 22-35

Dal vangelo secondo Luca

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». Parola del Signore

 

“LO ACCOLSE TRA LE BRACCIA E BENEDISSE DIO”.

Spesso, meditando nel quarto mistero gaudioso del rosario sulla presentazione di Gesù al tempio, mi è capitato di fischiettare quel canto che qualche volta facciamo durante l’offertorio della Messa e che dice: “Guarda a questa offerta, guarda a noi Signore, tutto quel che abbiamo noi lo offriamo a te: nella tua messa la nostra messa, nella tua vita la nostra vita”. Mi pare che in queste poche strofe possa raccogliersi l’essenza del mistero che celebriamo oggi. Gesù, col suo amore per Lui e per noi, ha detto al Padre: “Eccomi manda me” e Dio, in Maria, gli ha dato il nostro corpo, “lo ha fatto in tutto simile a noi, eccetto che nel peccato”. Con questo anche noi siamo simili a Lui, nostro fratello, ed ora Gesù, ancora una volta portato da Maria, viene offerto al Padre. È il primogenito, il frutto migliore della nostra umanità, l’agnello immolato per la nostra salvezza che viene offerto come sacrificio gradito al Padre. “Tutto ciò che abbiamo, noi lo offriamo a te”: è la cosa migliore della nostra umanità, in Lui ci siamo noi tutti con le meraviglie che Dio ha operato in noi, con la nostra materialità a volte pesante, con i nostri desideri di bene e le nostre speranze… Gesù porta al padre la nostra umanità e allora “la sua Messa”, il suo sacrificio di morte e di risurrezione diventa anche la nostra quotidiana Messa, il nostro ringraziamento, il nostro soffrire e il nostro gioire sono nella mani di Dio, anche noi, come Gesù e con Gesù possiamo dire a Dio con gioia: “Sia fatta la tua volontà che è la cosa più bella che poteva capitarmi”. Possiamo offrire a Dio le nostre minuzie sapendo che gli sono gradite. La sua vita offerta diventa la nostra vita perché “dal suo sangue siamo rigenerati”, perché la sua risurrezione ci apre all’eternità con Lui.

 

 

DOMENICA 30 DICEMBRE: SANTA FAMIGLIA ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Festa della Sacra Famiglia; San Giocondo, vescovo di Aosta.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO SPIRITO, SIGNORE, GUIDI LE NOSTRE SCELTE FAMILIARI.

 

HANNO DETTO: Niente abbassa tanto il livello della conversazione quanto l'alzare la voce. (Stanley Korowitz)

SAGGEZZA POPOLARE: I mali che fuggi sono in te. (detto Latino)

UN ANEDDOTO: Abramo, ormai vecchissimo, era seduto su una stuoia nella sua tenda di capotribù, quando vide sulla pista del deserto un angelo venirgli incontro. Ma quando l'angelo gli si fu avvicinato, Abramo ebbe un sussulto: non era l'angelo della vita, era l'angelo della morte. Appena gli fu di fronte Abramo si fece coraggio e gli disse: "Angelo della morte, ho una domanda da farti: io sono amico di Dio, non ho mai visto un amico desiderare la morte la morte dell'amico? " L'angelo rispose: "Sono io a farti una domanda: hai mai visto un innamorato rifiutare l'incontro con la persona amata?" Allora Abramo disse: "Angelo della morte, prendimi."

PAROLA DI DIO: 1Sam 1,20-22.24-28; Sal 83; 1Gv 3,1-2.21-24; Lc 2,41-52

 

Vangelo Lc 2,41-52

Dal vangelo secondo Luca

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. Parola del Signore

 

“AL VEDERLO RESTARONO STUPITI, E SUA MADRE GLI DISSE: FIGLIO, PERCHÉ CI HAI FATTO QUESTO? ECCO, TUO PADRE E IO, ANGOSCIATI, TI CERCAVAMO”

Maria si trova in imbarazzo e non sa bene quale sia la strada giusta. Come madre ha sentito l’angoscia di aver perso suo figlio. Lo ha ricercato per tre giorni. Si sente rispondere in questo modo che umanamente potremmo quasi dire “impertinente”. Che cosa fare?

Quante volte ho sentito genitori rivolgere questa domanda: “Nostro figlio si droga... Abbiamo provato in tutte le maniere ad aiutarlo. Abbiamo sentito psicologi, comunità terapeutiche: chi ci ha suggerito di seguirlo, di amarlo ancora di più, di capire la sua difficoltà a venirne fuori, di aver pazienza; chi invece ci ha detto di minacciarlo, di diffidarlo, di chiudere la porta di casa finché non dimostri di aver cambiato... Che cosa fare?”

La risposta giusta non sempre c’è. Maria ha amato, come madre (cercando Gesù e riportandolo a casa) e come donna di fede (credendo in suo Figlio e conservando tutte queste cose in sé, meditandole). Quando rimane il buio di una scelta penso che la cosa più importante dopo essersi informati, aver chiesto aiuto, sia lasciare che il cuore e l’amore guidino le nostre scelte, continuando a meditarle e disposti sempre a cambiarle quando la luce che chiediamo arriverà.

 

 

LUNEDI’ 31 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Silvestro, papa; Santa Melania; San Giovanni Francesco Regis.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA TUA MISERICORDIA: VIENI ANCORA SIGNORE GESU'!

 

HANNO DETTO: La ragione sopporta le difficoltà, il coraggio le combatte e la pazienza le vince. (Madame de Sevigné)

SAGGEZZA POPOLARE: Attende il futuro chi non sa vivere il presente. (Proverbio)

UN ANEDDOTO: Domande e risposte di Madre Teresa:

Il giorno più bello? Oggi. La cosa più facile? Sbagliarsi. L'ostacolo più grande? La paura. L'errore più grave? Trascurarsi. La radice di tutti i mali? L'egoismo. Lo svago più bello? Il lavoro. La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento. I migliori professori? I bambini. Il bisogno primario? Comunicare. Ciò che ci rende felici? Essere utili agli altri. Il mistero più grande? La morte. Il peggior difetto? Il malumore. La persona più pericolosa? Il bugiardo. Il sentimento più distruttivo? Il rancore. Il regalo più bello? Il perdono. La cosa più indispensabile? Il focolare. La strada più veloce? Il percorso corretto. La sensazione più gradevole? La pace interiore. La difesa più efficace? Il sorriso. Il miglior rimedio? L'ottimismo. La maggiore soddisfazione? Il dovere compiuto. La forza più potente del mondo? La fede. Le persone più necessarie? I genitori. La cosa più bella di tutte? L'amore

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,18-21; Sal 95; Gv 1,1-18

 

Vangelo Gv 1, 1-18

Dal vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Parola del Signore

 

“VENIVA NEL MONDO LA LUCE VERA, QUELLA CHE ILLUMINA OGNI UOMO. ERA NEL MONDO E IL MONDO È STATO FATTO PER MEZZO DI LUI; EPPURE IL MONDO NON LO HA RICONOSCIUTO.”

L'ultimo giorno dell'anno è sempre stato un giorno un po' triste per me. Quando posso (forse è un po' masochismo) lo passo da solo, chiuso nella mia stanza. Fuori si sentono i botti, gli esorcismi moderni per uccidere e far rinascere il tempo. Ma questo dono meraviglioso del tempo che ci viene dato ha anche la sua carica di responsabilità. Gesù quest'anno è venuto nella mia vita: i sacramenti, quel fratello che aveva bisogno di me, la sua parola, quel dolore, quella persona che ci ha lasciato, Cristo ha parlato, ha offerto il suo perdono..."ma i suoi lo hanno accolto?". E qui mi prende la tristezza: quanto tempo prezioso perso!

Poi ripenso all'amore misericordioso di Dio e se continuo a chiedergli perdono per il passato lo sento bussare ancora nel mio presente e presa una scopa cerco in fretta di spazzare un po' la casa perché il Signore vi possa abitare.     io non ho molta fiducia in me stesso, ma Lui è irriducibile nel riporre fiducia in me, e allora posso aprire la finestra e guardare la festa degli uomini per augurare al mondo intero che qualcuna di quelle luci che vengono accese in questa notte sia la luce di Cristo che finalmente ha trovato casa.

     
     
 

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