SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
OTTOBRE 2018
LUNEDI’ 1° OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù Bambino; San Remigio.
Una scheggia di preghiera:
SONO COME UN BIMBO TRA LE TUE BRACCIA, DIO DI TENEREZZA.
HANNO DETTO: Il cuore cattivo fa la lingua cattiva. (S. Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: Se tua moglie è bassa di statura, chinati per baciarla.
UN ANEDDOTO: A casa mia la religione non aveva nessun carattere solenne: ci limitavamo a recitare quotidianamente la preghiera della sera tutti insieme. Però c’era un particolare che ricordo bene e me lo terrò a mente finché vivrò. Le orazioni erano intonate da mia sorella Elena; e poiché per noi bambini erano troppo lunghe (duravano circa un quarto d’ora), capitava spesso che la nostra «diaconessa» a poco a poco accelerava il ritmo, ingarbugliandosi e saltando le parole, finché mio padre interveniva, intimandole severamente: - Ricomincia da capo! Imparai allora che con Dio bisogna parlare adagio, con serietà e delicatezza. Mi rimane vivamente scolpita nella memoria anche la posizione che prendeva mio padre in quei momenti di preghiera. Si inginocchiava per terra, appoggiava i gomiti su una sedia e la testa fra le mani, senza guardarci, senza fare un movimento, né dare il minimo segno d’impazienza. E io pensavo: - Dev’essere molto grande Dio, se mio padre gli si inginocchia davanti! Ma dev’essere anche molto buono, se si può parlargli, senza cambiarsi il vestito! Al contrario non vidi mai mia madre inginocchiata. Era troppo stanca, la sera, per farlo. Si sedeva in mezzo a noi, con in braccio il più piccolo. Indossava un vestito nero che le scendeva fino ai tacchi e lasciava andare i capelli castani in disordine giù per le spalle. Recitava anche lei le orazioni dal principio fino alla fine, senza perdere una sillaba, ma sempre a voce sommessa. E intanto non smetteva un attimo di guardarci, uno dopo l’altro, soffermando più a lungo lo sguardo sui più piccoli. Ci guardava, ma non diceva niente. Non fiatava nemmeno se i più piccini la molestavano, nemmeno se infuriava la tempesta o il gatto combinava qualcosa. E io pensavo: - Deve essere molto semplice Dio, se Gli si può parlare tenendo un bambino in braccio e vestendo il grembiule. E dev’essere anche una «Persona» molto importante, se mia madre quando Gli parla non fa caso né al gatto né al temporale! Le mani di mio padre e le labbra di mia madre m’insegnarono, di Dio, molto di più del catechismo. (P. DUVAL)
PAROLA DI DIO: Gb 1,6-22; Sal 16; Lc 9,46-50
Vangelo Lc 9, 46-50
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». Parola del Signore
“CHI È IL PIU’ PICCOLO TRA DI VOI, QUESTI È IL PIU’ GRANDE”.
Spesso mi sono chiesto se questa nostra epoca sia ancora capace di vera spiritualità. È una domanda in sé sciocca se serve solo a dire che una volta c’era la fede, la preghiera vera, l’umiltà ed oggi tutto questo è passato e non c’è più, ma può essere una domanda valida se mi aiuta a capire che gli unici metri per misurare il senso della vita, il rapporto con Dio, la scoperta dei valori e del prossimo non sono solo legati alla scienza che avanza, all’efficientismo sia pure religioso, alle realizzazioni siano pure in onore di Dio e della religione. Il Vangelo di oggi e la vita della santa che oggi festeggiamo possono lasciare degli interrogativi allo scafato uomo del 2000 e rotti: il discorso dei piccoli non si addice al nostro mondo dove sono “i grandi” che comandano, e una santa che “spreca la sua vita” entrando ragazzina in un convento di clausura e che parla di gioia che nasce dalla sofferenza vissuta con amore, ci può sembrare anacronistica. Eppure nella mentalità di Dio è questo che conta. Vi lascio oggi una piccola preghiera di Santa Teresina. Subito può anche non piacerci, ma provate a leggerla, a rileggerla e forse anche noi scopriremo qualcosa di diverso. “Gesù, non ho altro mezzo per provarti il mio amore che gettare fiori, vale a dire non lasciarmi sfuggire alcun piccolo sacrificio, alcuno sguardo, alcuna parola; approfittare di tutte le cose più piccole e compierle per amore. Voglio soffrire per amore e gioire per amore, e così getterò dei fiori davanti al tuo trono. Poi, mentre getto i miei fiori, canterò. Canterò anche quando mi sarà dato di cogliere i miei fiori in mezzo alle spine, e il mio canto sarà tanto più melodioso quanto più le spine saranno lunghe e pungenti.”
MARTEDI’ 2 OTTOBRE: Ss. ANGELI CUSTODI
Tra i santi ricordati oggi: San Teofilo; San Gerino.
Una scheggia di preghiera:
ANGELO CUSTODE PORTAMI A DIO E PORTA DIO A ME.
HANNO DETTO: Statevene nascosti in Gesù Cristo, senza desiderare altro. (S. Paolo della Croce)
SAGGEZZA POPOLARE: Ascoltar la maldicenza è come dar ricetto alla refurtiva.
UN ANEDDOTO: Un musulmano, Subhan studiava per diventare sacerdote. Nella sua scuola, sentiva spesso i suoi professori attaccare il cristianesimo. Ma un giorno, tornando a casa, notò un foglietto per terra. Fu una pagina del Vangelo secondo Matteo, che descriveva la crocifissione e morte di Gesù. Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Lesse queste parole ripetutamente, perché lo stupivano. Gli avevano insegnato che in realtà Gesù Cristo non fu crocifisso, che fu invece Giuda. Gesù era asceso in cielo prima della crocifissione. Subhan continuava a leggere e rileggere quella frase. "Non sono le parole di Giuda", pensò. "Giuda avrebbe saputo perché Dio l'aveva abbandonato. Non sono le parole di un uomo malvagio. Sono le parole di un uomo buono. Solo un uomo buono avrebbe chiesto, 'Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?'". Ad un tratto, seppe che era veramente Cristo che era morto sulla croce, non Giuda. E accettò Gesù come suo Salvatore.
Poco dopo, fu espulso dalla sua scuola musulmana, e anni dopo diventò il vescovo metodista in India.
PAROLA DI DIO: Es 23,20-23a; Sal 90; Mt 18,1-5.10
Vangelo Mt 18, 1-5.10
Dal vangelo secondo Matteo
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore
"GUARDATE DI NON DISPREZZARE UNO SOLO DI QUESTI PICCOLI, PERCHÉ IO VI DICO CHE I LORO ANGELI NEI CIELI VEDONO SEMPRE LA FACCIA DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI."
Ditemi pure che sono un Bambinone ma a piace e mi dà conforto il pensare di avere vicino tanti “angeli custodi”. Non tolgo niente a quello ufficiale, quello che Dio ha pensato per me, che deve aver avuto tanta pazienza e che certamente si è dato molto da fare se la mia vita è stata benedetta, ma con Lui mi piace pensare a tanti altri “angeli” che mi hanno accompagnato e accompagnano ogni giorno da papà e mamma che mi hanno voluto ben e da vivi e che ora continuano a chiedere a Dio quello che è il mio vero bene, alle tante persone care che nel cuore di Dio mi stanno vicino, mi fanno sentire il suo amore e mi aiutano concretamente; e da Bambinone penso anche che il mio angelo custode ufficiale non sia affatto geloso di essere in compagnia di tanti altri “angeli” che come Lui cercano il mio vero bene.
MERCOLEDI’ 3 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Gerardo; Sant’Adalgotto.
Una scheggia di preghiera:
PRENDIMI PER MANO, DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.
HANNO DETTO: Non trovare la colpa. Trova il rimedio. (Henry Ford)
SAGGEZZA POPOLARE: I fiocchi di neve sono una delle cose più fragili della natura; eppure, guarda quel che possono fare insieme.
UN ANEDDOTO: Il mio vecchio parroco passava ore e ore in chiesa, pregando. Un giorno, avevo circa quattordici anni, gli chiesi: — Anch’io vorrei saper pregare, signor parroco. Dovette accadere in lui qualcosa di straordinario, perché sorrise in modo, che non si può tradurre a parole, lui che nessuno aveva mai visto sorridere. Ecco la sua risposta: — Quando vai verso Dio, mio caro, guardalo con amore e digli: «Signore, mi metto a tua disposizione!». Quel giorno avevo imparato a pregare. E sono ormai quarant’anni che ogni giorno prego così: mettendomi a disposizione di Dio. (H. CAFFAREL)
PAROLA DI DIO: Gb 9,1-12.14-16; Sal 87; Lc 9,57-62
Vangelo Lc 9, 57-62
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va e annunzia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». Parola del Signore
“UN TALE DISSE A GESU’: TI SEGUIRÒ OVUNQUE TU VADA”.
Ci sono momenti della nostra vita in cui, pieni di entusiasmo, siamo disposti a metterci alla sequela di Gesù in modo totale. Magari dopo aver ricevuto una grazia particolare, o dopo una confessione, o dopo la gioia di aver sperimentato la sua presenza queste ci portano a dire sinceramente che Gesù è il nostro tutto. Ma Gesù, nel vangelo di oggi sembra smorzare i facili entusiasmi. Gesù non vuole che ci inganniamo e non vuole deluderci, perciò ci invita a non fermarci a facili fuochi di paglia che subito si spengono, ma ci dice che se vogliamo seguirlo non dobbiamo aspettarci vantaggi immediati (“Il Figlio dell’uomo non sa dove posare il capo”), che dobbiamo rompere decisamente con il passato (“lascia che i morti seppelliscano i loro morti”), che ci vuole costanza quotidiana nel seguirlo (“Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il Regno di Dio”). Se siamo consci di queste sue esigenze allora possiamo metterci a seguirlo e con molta umiltà perché consapevoli delle nostre miserie.
GIOVEDI’ 4 OTTOBRE: S. FRANCESCO D’ASSISI PATRONO D’ITALIA
Tra i santi ricordati oggi: San Francesco d’Assisi patrono d’Italia; San Petronio.
Una scheggia di preghiera:
SONO COME UNA MATITA NELLE TUE MANI, SIGNORE: SCRIVI QUALCOSA DI BELLO.
HANNO DETTO: La bellezza senza grazia è come un amo senza esca. (Anne de Lenclos)
SAGGEZZA POPOLARE: La bontà è l'unico investimento che non fallisce mai.
UN ANEDDOTO: Sorridere e pensare:
- Chi ti ha ingiuriato si è messo più in basso dite. E tu vorresti batterti con un tuo inferiore?
- Una puntura di zanzara prude meno, quando sei riuscito a schiacciare la zanzara.
- Dentro al bicchiere le conversazioni galleggiano lievi.
- Dopo sei giorni si riposò anche il Signore.
- Uomo vecchio, ogni dì malanno nuovo.
PAROLA DI DIO: Gal 6,14-18; Sal 15; Mt 11,25-30
Vangelo Mt 11,25-30
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore
“TI RENDO LODE, PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI.”
Quante volte nella mia storia di prete mi è capitato di constatare la realtà di queste parole. Ho incontrato scienziati e teologi che non sapevano se non balbettare qualcosa di natura e di Dio, e ho incontrato poveri e umili che con gli occhi, il cuore, la vita manifestavano che Dio era in loro. Ricordo di essere stato chiamato al letto di morte di una povera donna, ancora giovane, madre di tre figli. Viveva in una casa vecchia, arredata alla bella meglio. Il marito se ne era andato lasciandole povertà e figli. La donna soffriva e teneva gli occhi chiusi. lo ero addolorato, imbarazzato: che cosa dire? come consolare? dovevo parlare di speranza, ma quale speranza? Le presi la mano, e, quasi sperando non mi capisse troppo, cercavo di parlarle di Gesù. A un certo punto aprì gli occhi: erano estremamente profondi e sereni, mi guarda poi rivolse lo stesso sguardo sereno ai suoi figli e disse solo: “Dio provvede a tutti”.
VENERDI’ 5 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Gallo d’Aosta; Santa Giustina; Santa Maria Faustina Kowalska.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, TU CI HAI RESI CAPACI DI INFINITO.
HANNO DETTO: Il naufragio peggiore è quello di chi non ha nemmeno lasciato il porto. (Amir Klink)
SAGGEZZA POPOLARE: Le stelle non si vergognano di parere lucciole.
UN ANEDDOTO: Erano due indiani del Brasile, nudi, di quelli «scoperù», quando le nuove, interminabili strade traversarono la prima volta la foresta vergine. Un’inchiesta scientifica li avvicinò: — Voi pregate? Risposero: — Come no! — E cosa chiedete a Dio? — Ma perché dite: Chiedete? Dio ci ha dato tutto e non c’è nulla da chiedergli. C’è invece molto da ringraziarlo. Tale è la nostra preghiera!
PAROLA DI DIO: Gb 38,1.12-21; 40,3-5; Sal 138; Lc 10,13-16
Vangelo Lc 10, 13-16
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato». Parola del Signore
“CHI ASCOLTA VOI, ASCOLTA ME, CHI DISPREZZA VOI DISPREZZA ME. E CHI DISPREZZA ME DISPREZZA COLUI CHE MI HA MANDATO”.
Gesù si fida proprio fino in fondo di noi! Ci rende suoi rappresentanti su questa terra fino al punto da identificarsi con noi. Certo dobbiamo fare attenzione a non sentirci per questo invulnerabili, dobbiamo non correre il rischio di fare come certi uomini di Chiesa che pensano di poter dottoreggiare su tutto e che spesso fanno passare per parola di Dio i loro balbettamenti o le loro idee personali, ma abbiamo la garanzia e la grande responsabilità di rappresentare a pieno titolo Gesù. Chi non crede, chi è alla ricerca di Gesù, ha il diritto di esigere di vedere in noi la sua presenza. Chissà se sentendomi parlare riescono a percepire la profondità della sapienza, della dolcezza di Gesù, chissà se vedendomi pregare colgono un amore profondo per Dio, se vedendomi nei miei rapporti quotidiani con il prossimo riescono a vedere l’amore di Gesù che si china verso tutti, che lava i piedi ai suoi discepoli, che perdona i suoi persecutori?
SABATO 6 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Bruno; Santa Alberta.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, SIGNORE, DEI TUOI SANTI UMILI E NASCOSTI.
HANNO DETTO: L'uomo da solo, senza l'aiuto di Dio, non ce la può fare a perdonare. (Gianfranco Ravasi)
SAGGEZZA POPOLARE: Nessuno conosce le proprie possibilità finché non le mette alla prova.
UN ANEDDOTO: S. Bernardo, entrando in chiesa per pregare, diceva: — Pensieri di mondo, fermatevi qui sulla soglia! Uscendo vi riprenderò.
PAROLA DI DIO: Gb 42,1-3.5-6.12-17; Sal 118; Lc 10,17-24
Vangelo Lc 10, 17-24
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore
“RALLEGRATEVI PIUTTOSTO PERCHÈ I VOSTRI NOMI SONO SCRITTI NEI CIELI”.
Questi settantadue discepoli inviati in missione da Gesù, tornano entusiasti: tutto è filato bene, sono riusciti persino a fare miracoli e a cacciare demoni; un successo completo. Gesù, invece, li invita a rallegrarsi perché il loro nome è scritto nei cieli. In cielo non sono registrati i numeri dei convertiti, dei miracoli fatti, delle ore di lavoro missionario, sono registrati dei nomi. Non c’è la mappa delle opere, ma la documentazione di ciò che si è investito in termini di cuore, di passione, sacrificio. Ciò che è consolante non sono le cifre, ma le persone, la loro fatica, il loro lavoro oscuro, la dedizione assidua, la pazienza nel seminare. Quando, come speriamo, arriveremo là, scopriremo quanti nomi per noi oscuri brilleranno in quel cielo, nomi di persone che sulla terra non hanno fatto nulla di eclatante, di visualmente eroico ma che nel segreto, nel nascondimento hanno amato, sofferto, servito per amore e nella fede in Gesù.
DOMENICA 7 OTTOBRE: 27^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Adalgiso – Beata Vergine del Santo Rosario.
Una scheggia di preghiera:
AIUTA LE NOSTRE FAMIGLIE A TORNARE SEMPRE ALL'AMORE VERO.
HANNO DETTO: Colui che sta nell'odio è privato di Dio e in questa vita prova l'inferno, perché sempre si rode in sé stesso e credendo di uccidere il nemico, uccide sé stesso, perché con il coltello dell'odio uccide la sua anima. (S. Caterina da Siena)
SAGGEZZA POPOLARE: Qual uomo non vive in questo mondo per il proprio bene? Ma solo chi vive per il bene altrui, vive veramente. (sentenza Indiana)
UN ANEDDOTO: C'è una pianta che vegeta in tutte le stagioni e sotto ogni clima, e che ognuno innaffia come può. Dà grandi fiori, vistosamente colorati, senza profumo e mai nessun frutto. Non me ne ricordo bene il nome. Mi pare che si chiami vanità.
PAROLA DI DIO: Gen 2,18-24; Sal 127; Eb 2,9-11; Mc 10,2-16
Vangelo Mc 10, 2-16, (forma breve Mc 10, 2-12)
Dal vangelo secondo Marco
(In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della creazione (Dio) li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».) Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro. Parola del Signore
“L'UOMO NON DIVIDA QUELLO CHE DIO HA CONGIUNTO”.
Mi pare di vederli e di sentirli, perché è una scena cui ho già assistito parecchie volte: si è appena letto questo brano del Vangelo e nel gruppo qualcuno ha il volto teso: “E’ impossibile una durezza del genere”. Altri invece: “Ecco la chiarezza. Gesù è contro il divorzio e contro qualsiasi separazione”. A chi si esprime in questi termini mi sento di dire, con una grande schiera di studiosi della Bibbia, che non hanno capito nulla, cominciando proprio da questa pagina del Vangelo. Vogliono tirare Gesù in una discussione moralistico legalistica (anche allora circa il divorzio c’erano diverse posizioni a seconda dei vari rabbini, da chi lo escludeva tassativamente, a chi lo permetteva in casi eccezionali ben definiti, a chi dava all’uomo la possibilità di sbarazzarsi della moglie per futilità). Gesù non solo non entra in questa discussione casistica, ma richiama a dei valori ed al progetto di Dio. La coppia è talmente importante nel progetto di Dio, che solo ritornando ad esso e riscoprendo in esso l’uguaglianza dell’uomo e della donna, la libertà delle scelte, la ‘sola carne’, la funzione della famiglia, l’amore della coppia a immagine dell’amore di Dio per l’uomo, si supera ogni forma di giuridismo. Questa pagina è proprio il superamento delle norme, delle codificazioni, delle casistiche, è un invito a mettere al centro progetto di Dio e coscienza formata e creatrice. Gesù non è venuto né per allargare né per restringere le maglie della legge, ma per allargare gli orizzonti. Ho presente, però, la pena e la difficoltà di tanti che hanno visto naufragare il proprio matrimonio e che poi hanno cercato per sé stessi o magari anche per i figli, di ricostruire qualcosa. Gesù bolla queste persone come adultere? Penso proprio di no! Nel patto tra Dio e l’uomo, è adultero il popolo quando volutamente rompe l’alleanza e si consegna ad altri dèi. Nel caso delle persone di cui parlavo prima, c’è adulterio quando volutamente e scientemente si uccide l’amore, la coppia, i progetti di Dio e dei due per qualcos’altro, ma, vi pare che Gesù che perdona l’adultera, che accoglie i peccatori, che porta in paradiso un brigante solo per un atto di fede, possa appiccicare etichette di ignominia e di condanna a chi nella sofferenza, magari anche con dei limiti personali, ha visto sfumare un progetto di vita desiderato e ambito e, cercando di ritornare ‘al principio’ con umiltà e fatica, cerca di ricostruire qualcosa per sé e per gli altri?
Se in questi casi vogliamo ritornare a leggi, a norme, andiamo proprio contro Gesù che ci ha invitato a superarle; se, invece, accogliamo, cercando di aiutare le coscienze a comprendere i progetti di Dio e poi a scegliere con vera libertà, nella serenità dell’amore e della misericordia di Dio, forse ritroveremo la strada vera del Vangelo.
LUNEDI’ 8 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ugo Canefri; Santa Eusebia.
Una scheggia di preghiera:
INSEGNACI, GESU', A VEDERE IL NOSTRO PROSSIMO.
HANNO DETTO: Gli uomini litigano perché non sanno discutere. (Chesterton)
SAGGEZZA POPOLARE: La cornacchia si bagna ma non diventa bianca. (proverbio Tedesco)
UN ANEDDOTO: Secondo la Regola, al suono della campanella, si recò in coro con i suoi monaci; ma quella notte ebbe una visione. All’inizio delle Lodi vide scendere dal cielo una moltitudine di Angeli, disporsi ciascuno accanto ad un monaco, aprire il libro della vita e scrivere. Contemplò meglio e scoprì che alcuni Angeli scrivevano con lettere d’oro; altri con caratteri d’argento; altri con inchiostro e alcuni per fino con acqua pulita. Chiese: — Angeli del cielo, perché non scrivete alla medesima maniera? Rispose per tutti l’Angelo più bello: — Scriviamo in oro le preghiere fatte con amore; in argento quelle con fede; con inchiostro le preghiere recitate con attenzione e con acqua pulita quelle fatte con le labbra soltanto.
PAROLA DI DIO: Gal 1,6-12; Sal 110; Lc 10,25-37
Vangelo Lc 10, 25-37
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». Parola del Signore
«E CHI È MIO PROSSIMO?»
È uno scriba, uno studioso, colui che si rivolge a Gesù, uno abituato ad interrogarsi, a farsi dei problemi, uno che vuol trovare delle risposte, che vuol fare “teoria”. La domanda è lecita, giusta ma chi la pone vuole una risposta che lo appaghi intellettualmente o che dia dei confini ben precisi sulle cose da fare o da non fare per appropriarsi del Regno di Dio. Gesù cambia le carte in tavola a questo scriba: non gli dà una formula: racconta la parabola di un uomo incappato nei briganti, ferito. Qui non c'è più da discutere, c’è una esigenza concreta. Il problema non è più una teoria, è un uomo ferito. Solo risolvendo il problema concreto di quei ferito verrà anche risolto il problema dello scriba. Lo scriba voleva “sapere”, Gesù gli dà qualcosa da fare. Molti dei nostri problemi intellettuali si risolverebbero proprio partendo dalla concretezza. Ma per fare questo occorre cambiare prospettiva: il centro non devono più essere i miei problemi ma il problema reale dell’altro che mi interpella.
MARTEDI’ 9 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Santi Dionigi e compagni; San Giovanni Leonardi.
Una scheggia di preghiera:
ùGESU' NON SONO DEGNO DI RICEVERTI MA TU PER AMORE VIENI LO STESSO.
HANNO DETTO: La Chiesa riceve i colpi e non li rende; ma state attenti: essa è un'incudine che ha logorato molti martelli. (Berryer)
SAGGEZZA POPOLARE: Il frate si alza prima che il diavolo abbia messo le scarpe. (prov. Tedesco)
UN ANEDDOTO: Quale dei vostri numerosi figli amate di più? — chiese una infermiera ad una mamma. — Quello che è malato, finché non guarisce; — rispose la donna; — e quello che è lontano, finché non ritorna a casa! Così fa Dio con noi peccatori.
PAROLA DI DIO: Gal 1,13-24; Sal 138; Lc 10,38-42
Vangelo Lc 10, 38-42
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Parola del Signore
“GESÙ ENTRÒ IN UN VILLAGGIO E UNA DONNA, DI NOME MARTA, LO OSPITÒ.”
Sovente ho pensato e meditato a quella casa accogliente di Betania. Gesù in mezzo alla fatica della predicazione, in mezzo alle discussioni religiose, in mezzo a tante incomprensioni proprio da parte di coloro che maggiormente avrebbero dovuto capirlo e accoglierlo, trova in quella casa un’accoglienza calda e una amicizia preziosa e disinteressata. Gesù ama tutti, ma ama anche ciascuno in modo particolare e in quella casa si trova capito, apprezzato, ricambiato dall’accoglienza di Marta, dall’attenzione di Lazzaro, dall’ascolto amoroso di Maria. In quel luogo Gesù può perfino fare dei piccoli appunti alla padrona di casa troppo preoccupata delle cose materiali. Non ci si offende tra coloro che si amano, anzi anche le osservazioni sono bene accolte. Mi piacerebbe che il mio cuore fosse Betania. Un luogo amico dove Gesù possa venire quando vuole, e possa sentirsi amato, accolto gioiosamente, ascoltato, ringraziato. Ma purtroppo spesso il nostro cuore è occupato, dentro ci sono tutte le nostre preoccupazioni, gli egoismi… vi abbiamo accumulato talmente tante cose materiali che spesso non c’è più posto per nessuno e già grazie se queste cose non hanno sfrattato anche noi. Gesù passa, bussa e si sente rispondere: “Oggi non posso, sono occupato” oppure: “Ti farei entrare ma non c’è più posto”. E il Signore, venuto non per prendere ma per dare, con tristezza deve andare oltre.
MERCOLEDI’ 10 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Borgia; San Bassiano.
Una scheggia di preghiera:
PADRE... PADRE MIO... PADRE NOSTRO...
HANNO DETTO: Volente o nolente gli uomini ti lasceranno. Cristo invece è fedele e immutabile. Cristo veramente provvede a tutto. (S. Giovanni di Dio)
SAGGEZZA POPOLARE: Non basta essere sulla buona strada, se infatti ve ne starete seduti ai margini non vi porterà mai alla meta. (proverbio Russo)
UN ANEDDOTO: Un missionario, abitando in un villaggio vicino al deserto, a tutti i fedeli che venivano a confessarsi, dava come penitenza di seminare e coltivare una piantina.
In pochi anni quella zona divenne un’oasi meravigliosa!
PAROLA DI DIO: Gal 2,1-2.7-14; Sal 116; Lc 11,1-4
Vangelo Lc 11, 1-4
Dal vangelo secondo Luca
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Parola del Signore
“SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE”.
Oggi i cristiani vanno nei monasteri a cercare nuovi modi di pregare, si riscoprono formule antiche di preghiera, ci si rivolge al mondo orientale per recuperare strani miscugli di preghiere pagano—cristiane. Ricordo la battuta di un saggio e vecchio parroco che davanti al mio entusiasmo per quelle preghiere tanto intimiste di certi gruppi, mi diceva: “Sarà, ma per pregare non ho bisogno di cappelle private e alla mia età non si addice mettermi con il sedere all’insù”. Gesù davanti alla richiesta degli apostoli non insegna tanto una formula di preghiera quanto, come l’ha definita qualcuno, una “preghiera—trappola”. Eh sì, perché il Padre Nostro non tollera fini dicitori e spettatori neutrali. Esso, infatti, ti schiude davanti un programma di vita la cui vastità è tale da mettere addosso i brividi. È una preghiera che ci apre gli occhi perché ci fa scoprire ciò che dobbiamo fare. Ci apre le orecchie, perché ci fa ascoltare ciò che Dio aspetta da noi. Ci mette in piedi perché ci libera dall’inerzia e dalla pigrizia.
GIOVEDI’ 11 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Placida; Sant’Alessandro Sauli.
Una scheggia di preghiera:
HO BISOGNO DI TE, SIGNORE.
HANNO DETTO: Fate che non solo nell'interno, ma anche nell'esterno si veda che portate l'immagine di Gesù Cristo. (S. Paolo della Croce)
SAGGEZZA POPOLARE: Meglio una virtù nel fango che una cattiveria nell’oro. (proverbio Polacco)
UN ANEDDOTO: Punzecchiature: Le visite fanno sempre piacere, se non quando cominciano, almeno quando finiscono. Non sarà che tutti muoiono perché è gratis? Se vuoi fare della tua vita un aerostato. forse ne varrà fuori un palloncino. Ma se ne vuoi fare un palloncino, forse ne verrà fuori una bolla di sapone. Non ho mai capito perché il verbo morire sia considerato irregolare, dal momento che morire è regola per tutti.
PAROLA DI DIO: Gal 3,1-5; Cant. Lc 1,68-75; Lc 11,5-13
Vangelo Lc 11, 5-13
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Parola del Signore
“SE UNO DI VOI HA UN AMICO E A MEZZANOTTE VA DA LUI A DIRGLI: “AMICO, PRESTAMI TRE PANI, PERCHÉ È GIUNTO DA ME UN AMICO …”.
Gesù ha narrato questa parabola con la chiara intenzione di invitarci alla preghiera insistente. Ma sembra troppo facile concludere dicendo: “Dio, per esaudirci con amore o per forza, ha bisogno di essere svegliato dal suo sonno con la nostra insistenza”. Se davanti alla nostra necessità sembra vero che Dio ‘dorma’ (pensate che già l’Antico Testamento conosceva questa preghiera: “Perché ci hai abbandonati? Svegliati, Signore!”), penso che la preghiera più che svegliare Lui debba svegliare noi.
Se riscopro il bisogno di pregare, devo svegliarmi dalla mia autosufficienza: mi accorgo che non basto a me stesso. Con tutta la scienza e la tecnica, con tutti i beni che posso avere non riesco a dare una risposta ai miei bisogni essenziali, alle mie esigenze.
La preghiera vera mi sveglia, mi fa aprire gli occhi per vedere le necessità del mio prossimo (nella parabola di oggi si va a svegliare l’amico di notte per chiedergli del pane non per sé stessi ma per un altro amico arrivato improvvisamente da noi).
La preghiera vera dovrebbe svegliarmi nel riscoprire con fiducia l’Amico che non solo non ci è contrario, ma ha piacere di essere disturbato da noi: Se noi lo ‘disturbiamo’ è perché ci fidiamo di Lui, perché sappiamo che può esaudirci.
Ecco allora la preghiera non come facile rifugio, non come talismano che garantisce ogni richiesta, ma come riscoperta della propria condizione di bisogno, davanti a Dio che è l’Amico che in ogni momento è disposto ad esaudirti perché in ogni momento è disposto a farti conoscere la sua volontà salvifica su di te.
VENERDI’ 12 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Serafino; Sant’Edisto.
Una scheggia di preghiera:
TU, O DIO, SEI LA RUPE DI RIPARO, LO SCUDO, LA MIA DIFESA.
HANNO DETTO: Nulla sulla terra consuma un uomo più rapidamente che la passione del risentimento. (Friedrich Nietzsche)
SAGGEZZA POPOLARE: Bisogna nascere per essere festeggiati, sposarsi per essere criticati e morire per essere lodati. (proverbio Piemontese)
UN ANEDDOTO: Al padre Placido Riccardi, benedettino, si presentò un giorno un giovane. Gli si buttò ai piedi e gli disse: — Padre, ho commesso tutti i peccati! Il sacerdote osservò: — Tutti, meno uno! — Ed io invece vi dico tutti, perché li ho commessi tutti e sono un vero disgraziato. E il saggio confessore: — Insisto nel dire che te ne manca uno, e per di più quello più importante. — Quale? — chiese meravigliato il giovane pentito. Spiegò il sacerdote: — Quello più grosso, quello cioè di non aver dubitato della misericordia di Gesù. Può darsi che tu abbia commesso molti peccati, ma appunto perché hai ancora fiducia nella bontà di Gesù, io in nome suo, te li perdono tutti!
PAROLA DI DIO: Gal 3,7-14; Sal 110; Lc 11,15-26
Vangelo Lc 11, 15-26
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in sé stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in sé stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima». Parola del Signore
“QUANDO LO SPIRITO IMPURO ESCE DALL’UOMO, SI AGGIRA PER LUOGHI DESERTI CERCANDO SOLLIEVO E, NON TROVANDONE, DICE: “RITORNERÒ NELLA MIA CASA, DA CUI SONO USCITO”.
“Ma non si arrende proprio mai il male che è in noi e attorno a noi? Credi di avercela fatta a cacciare via una tentazione, ti senti rincuorato di aver trovato il coraggio di farla finita con una brutta abitudine e poi, ecco di nuovo spuntare prepotente la tentazione… e ti sembra di essere ancora più fragile di prima. E se ci caschi ecco la delusione ed ecco anche lo scoraggiamento: cominci a dirti: “Ma vale la pena di continuare a lottare? Non sarà poi una debolezza di carattere contro cui non c’ è nulla da fare”. Frasi come questa che un prete ha certamente sentito dette da molti e che forse noi stessi abbiamo pensato rischiano, se non ci rifacciamo subito a Gesù, di gettarci nello sconforto, e ci portano a pensare al male come a qualcosa di invincibile. Eppure Gesù ci ha messo in guardia. È una esperienza che in un modo o in un altro abbiamo fatto tutti. Il male non si arrende, il diavolo pur sapendo di essere sconfitto ci prova ancora e sempre. Non bisogna spaventarsi; sapendo che le nostre forze sono deboli bisogna umilmente e con costanza chiedere aiuto a chi è più forte di noi.
La tentazione più forte non è tanto quella che ci spinge a singoli peccati, è quella di perdere la fiducia che Dio, nonostante noi, possa farci vincere la battaglia definitiva.
SABATO 13 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Edoardo.
Una scheggia di preghiera:
MARIA, AIUTAMI A DIRE IL MIO SI' OGNI GIORNO.
HANNO DETTO: Se il diavolo, astuto e malvagio, ha avuto il coraggio di tentare il Signore, figuriamoci se avrà timore di trarre in inganno noi. (S. Girolamo)
SAGGEZZA POPOLARE: Non sono eguali nemmeno le dita di una mano. (proverbio Piemontese)
UN ANEDDOTO: Un monaco commise per debolezza un grandissimo peccato. Si pentì talmente che propose di fare tre anni di penitenza, per scontarlo. Un giorno chiese al suo abate: — Padre, saranno sufficienti tre anni per piangere il mio peccato? Rispose l’abate: — Tre anni son troppi! Riprese il monaco: — Basterà un solo anno? E l’abate: — Anche un anno penso sia troppo! Suggerì un confratello: — Penso che quaranta giorni di dura penitenza sarebbero sufficienti; o anche questi son troppi? L’abate Pastore allora condusse: — Io credo che quando uno si pente veramente del suo peccato e propone sul serio di non commetterlo più, basti quel giorno di tristezza e con il sorgere dell’alba debba incominciare con gioia una vita nuova.
PAROLA DI DIO: Gal 3,22-29; Sal 104; Lc 11,27-28
Vangelo Lc 11, 27-28
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Parola del Signore
“BEATO IL GREMBO CHE TI HA PORTATO E IL SENO CHE TI HA ALLATTATO”.
Quante volte nel nostro modo di intendere noi sbagliamo il colpo!
Se qualcuno, ad esempio, avesse detto a mia madre: “Beata lei, con un figlio prete!”, penso si sentirebbe rispondere: “Sì, ne sono contenta, ma sapesse quante grane! E poi non ha ancora finito di darmene!”. Quando noi chiamiamo “Beati!” quelli che hanno vinto miliardi all’enalotto, siamo poi proprio sicuri che sia stata per loro una vera fortuna trovarsi tra le mani, improvvisamente, tanti soldi?
Nel Vangelo di oggi chi ha fatto questo complimento alla Madre di Gesù ci ha azzeccato: Maria è stata davvero beata, fortunata, non solo nell’essere stata scelta da Dio per essere Madre di suo Figlio sulla terra ma anche per aver risposto quotidianamente di sì a questa chiamata di Dio. Chissà, però, se quella stessa voce l’avrebbe ancora chiamata beata quando Gesù è stato arrestato e condannato come impostore e bestemmiatore?
Chissà se ai piedi della croce si sarebbe sentita la stessa voce dirle: “Beata Te che sei la madre del condannato a morte!?
Eppure la vera beatitudine di Maria è uguale sia all’annunciazione, che alla crocifissione, che alla risurrezione, che alla discesa dello Spirito Santo, perché la beatitudine sta nell’aver accolto Dio, nel lasciarsi plasmare quotidianamente dalla sua volontà. Ecco allora perché la stessa “beatitudine” di Maria può applicarsi a noi in ogni circostanza della nostra vita. Siamo davvero fortunati se Dio, trovandoci disponibili, in ogni momento può operare in noi!
DOMENICA 14 OTTOBRE: 28^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: San Callisto; San Gaudenzio.
Una scheggia di preghiera:
AIUTACI, SIGNORE, A FAR UN PO' DI SGOMBERO DEL TANTO INUTILE CHE ABBIAMO.
HANNO DETTO: Vergine Santa, non mi lasciate finché non mi vedrete salito in cielo. (San Pio)
SAGGEZZA POPOLARE: L’odore dei fiori non spira contro vento, ma il profumo della virtù sì. (proverbio Indù)
UN ANEDDOTO: Una brava ragazza voleva entrare, come novizia, in un ordine religioso molto austero. Per saggiare la sua decisione, la madre superiora le descrisse, a tinte piuttosto forti, la vita in monastero. Le disse: — Figlia mia, avrai solo una piccola cella disadorna per te, non una grande e bella stanza, come a casa tua. Rispose la giovane: — Madre mia, nella cella troverò il Crocifisso? — Sì, figlia mia, il Crocifisso lo troverai. Ma sappi ancora che qui dentro il cibo è scarso e cattivo, come quello dei poveri. Perciò refettorio ti troverai male. Rispondeva: — Ma nel refettorio troverò il Crocifisso? - Sì, figlia mia, anche lì c’è il Crocifisso, come in ogni altro ambiente del monastero. Ma la superiora aggiunse: — Guarda che nella sala del Capitolo bisogna accusare le proprie mancanze e i propri difetti davanti a tutte le consorelle. — Ma nella sala del Capitolo — insisté la giovane, —troverà il Crocifisso? — Sì, lo troverai. Te l’ho già detto che il Crocifisso lo troverai dappertutto. — Allora —, concluse la giovane, — madre mia, apritemi le porte del monastero. Niente mi sarà troppo difficile e insopportabile, se ovunque troverò Gesù Crocifisso, che mi ama immensamente.
PAROLA DI DIO: Sap 7,7-11; Sal 89; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30
Vangelo Mc 10, 17-30
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre"». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà». Parola del Signore
"UNA COSA SOLA TI MANCA: VA' VENDI QUELLO CHE HAI E DALLO AI POVERI, POI VIENI E SEGUIMI".
Se guardiamo questa richiesta solo da un lato potremmo dire che Gesù è di una esigenza mostruosa: rinunciare a tutto non è facile! Se invece comprendiamo che rinunciare non è un vuoto gesto di facile ascetismo ma un conquistare la vera libertà, un riscoprire il creato non come un possederlo ma amarlo, allora comprendiamo il perché di questa richiesta di Gesù al giovane ricco e a noi. Non si tratta di dire che i beni della terra sono un male, non è un dire che il denaro in sé è "sterco del diavolo", si tratta invece di far piazza pulita dall'attaccamento alle cose e al denaro che ci impediscono di realizzare noi stessi. E si tratta anche di riscoprire "i poveri". Gesù non chiede di spogliarci dei beni di questa terra per sentirci "buoni" ma perché è giusto che questi beni servano a chi ne ha bisogno, perché venga riscoperta la fratellanza, la solidarietà. Se saremo riusciti a far questo saremmo anche "alleggeriti" da pesi inutili e allora seguire Gesù diventerà più facile.
LUNEDI’ 15 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù; Santa Aurelia di Strasburgo
Una scheggia di preghiera:
NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO.
HANNO DETTO: Chi ha incontrato qualcosa di vero, di bello e di buono nella propria vita corre a condividerlo ovunque. (Benedetto XVI)
SAGGEZZA POPOLARE: I ladri hanno tempo per riposare, i guardiani mai. (proverbio Giapponese)
UN ANEDDOTO: Ultime parole di Dostoevskij ai suoi figli: Conservate una fede senza riserve in Dio e non disperate mai del suo perdono. lo vi amo molto, ma il mio amore non è nulla in confronto all’infinito amore di Dio per tutti gli uomini da Lui creati. Se anche vi accadesse nel corso della vostra vita di compiere un'azione delittuosa, nonostante questo non perdete la speranza in Dio. Voi siete suoi figli: sottomettetevi a Lui come a vostro Padre, implorate il suo perdono ed Egli si rallegrerà del vostro pentimento, così come egli si rallegrò del ritorno del figliol prodigo.
PAROLA DI DIO: Gal 4,22-24.26-27.31-5,1; Sal 112; Lc 11,29-32
Vangelo Lc 11, 29-32
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore
“QUESTA GENERAZIONE È UNA GENERAZIONE CHE CERCA UN SEGNO”.
Anche la nostra generazione cerca segni. Da chi cerca il segno della scienza come liberazione e affrancamento totale dell’uomo da ogni schiavitù, a chi si rivolge alla magia, all’esoterismo per confortarsi sull’esistenza dell’aldilà, a chi molto più semplicemente si vende agli oroscopi e agli astri per ottenere piccole e false sicurezze. C’è anche chi dice: “Se Dio c’è, si faccia vedere”. Ma ci sono o no segni di Dio? I segni ci sono, bisogna vedere se vogliamo leggerli o se siamo in grado di decifrarli. La natura può parlarci di Dio, il pensiero può parlarci di Dio, gli altri possono parlarci di Dio... Ma soprattutto c’è un segno che ci parla di Dio ed è Gesù con il suo mistero di incarnazione, di passione, morte, risurrezione. È il segno della croce di Gesù, la risposta ultima, definitiva di Dio per l’uomo. Chissà, se noi, abituati purtroppo a passare vicino a tante croci umane sappiamo ancora cogliere la salvezza che ci viene dalla croce di Gesù?
MARTEDI’ 16 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Edvige; Santa Margherita Maria Alacoque.
Una scheggia di preghiera:
PURIFICAMI, O SIGNORE, SARO' PIU' BIANCO DELLA NEVE.
HANNO DETTO: Le parole che noi diciamo devono comunicare speranza. (Giovanni XXIII).
SAGGEZZA POPOLARE: La verità e il mattino si rischiarano a poco a poco. (proverbio Etiopico)
UN ANEDDOTO: «Era una giornata particolarmente calda e snervante. Una suora infermiera massaggiava con mani delicate le gambine inaridite di un piccolo poliomielitico. Io le mossi un dolce rimprovero: — Suora, perché non adopera il massaggiatore elettrico? Mi rispose candidamente: — Che vuole, con il massaggio manuale io ho l’impressione di far passare un po’ della mia vita in queste gambine. Le macchine sono comode, ma è un’altra cosa!». (Don C. Gnocchi)
PAROLA DI DIO: Gal 5,1-6; Sal 118; Lc 11,37-41
Vangelo Lc 11, 37-41
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro». Parola del Signore
“DATE PIUTTOSTO IN ELEMOSINA QUELLO CHE C’È DENTRO”.
Più volte mi sono chiesto che cosa significhi: “dare in elemosina quel che c’è dentro”. Qualche esegeta spiega che Gesù dice di dare in elemosina quello che c’è dentro il piatto invece di pensare di onorare Dio purificando l’esterno dei piatti. Ed è una interpretazione evangelicamente corretta. Ma ho l’impressione che Gesù voglia parlarci dell’interno del cuore. È proprio lì il centro del nostro rapporto con Dio. Non basta allora abbellire la facciata, farci vedere buoni, uomini di fede, riempirci la bocca di buone parole... Occorre un cuore capace di amare. Ma c’è ancora un’altra osservazione. Nel mio cuore, insieme all’amore, ai buoni sentimenti albergano anche egoismi, cattiverie, voglia di vendetta, cattivi pensieri e desideri. “Dare in elemosina” queste negatività non vorrà forse anche dire buttar via, far pulizia di tutto ciò che è contrario all’amore?
MERCOLEDI’ 17 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Antiochia.
Una scheggia di preghiera:
PIETA' SIGNORE, DI ME, PECCATORE.
HANNO DETTO: La solitudine è quando nessuno viene a farti visita. È quando tu non hai nessuno da visitare. (Zero Hora)
SAGGEZZA POPOLARE: Gloriarsi del nome dei propri illustri antenati, mentre non si ha per sé stessi alcun merito, equivale a pavoneggiarsi con un bel vestito imprestato. (proverbio del Mali)
UN ANEDDOTO: Lettera di un bambino cieco di Copenaghen: Qui in istituto sono molto buoni i miei amici e mi raccontano sempre tutto quello che mi accade intorno, ma io so che a volte non è vero e che lo fanno per farmi essere allegro. C’è un bambino, che mi racconta sempre tante cose, descrivendomi i colori dei fiori del giardino, il colore dei muri delle case e mi dice com’è la gente che passa per strada. Ora il mio mondo è così come lui me l’ha descritto. Ma ora quel bambino non c’è più, perché è andato in un altro ospedale, lontano dalla città. Prima che partisse mi fece stringere nella mia mano il filo di un aquilone e mi raccontò che l’aquilone era rosso e giallo e che era salito tanto in alto, che quasi non si vedeva più. Oggi però mia madre mi ha detto che anche quel bambino era cieco come me. E allora ho pianto. (R. Battaglia, Lettere dal Domani, Sei)
PAROLA DI DIO: Gal 5,18-25; Sal 1; Lc 11,42-46
Vangelo Lc 11, 42-46
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». Parola del Signore
“GUAI A VOI CHE CARICATE GLI UOMINI DI PESI INSOPPORTABILI, E QUEI PESI VOI NON LI TOCCATE NEMMENO CON UN DITO”.
Nella liturgia, per tre giorni consecutivi, sentiremo il ’buon e dolce’ Gesù che lancia pesantissime invettive contro i ‘buoni’ di allora, gli scribi e i farisei. Gesù se la prende con loro non per il loro tentativo di concretizzare e mettere in pratica la legge di Dio, quanto per l’arroganza, la supponenza e l’ipocrisia di sentirsi capaci di “appropriarsi di Dio” e di sfruttarlo per i propri interessi e di essere quindi capaci nel nome dello stesso Dio di far pesare sugli altri ciò che poi, con maschera di legalità, si riesce ad eludere. Tutti noi siamo disposti a battere le mani a questi “Guai” di Gesù, perché anche oggi in tutti i campi, da quello sociale a quello religioso, vediamo tante ipocrisie, tanta gente che cerco di “fare i furbi” tante persone “arrivate” che hanno costruito sé stessi sull’inganno e sulle spalle di altri. Ma, attenzione: questi “Guai” possono essere anche per noi. Proviamo a tradurre il Vangelo di oggi mettendo noi stessi nel banco degli accusati: “Guai a te, che pensi di essere un buon cristiano perché fai la tua offerta in chiesa, firmi l’otto per mille, e una volta l’anno ti intenerisci davanti ad un povero, magari facendolo mangiare a casa tua il giorno di Natale, ma che poi approfitti del tuo ruolo per angariare gli altri, per sfruttarli, che bari sul peso della merce, che per combinare i tuoi pasticci dici “intanto nessuno mi vede”. Guai a te che fai di tutto per apparire tra i maggiorenti della parrocchia, che nelle grandi occasioni ci sei sempre, che sai dare consigli agli altri su quello che non stai facendo tu, guai a te che arruffi le penne per sembrare più grande e più bello, ma sotto sei solo un pallone gonfiato, guai a te che ostenti di essere uno che prega, mentre invece parli solo con te stesso. Guai a te che ti senti sempre pronto a giudicare gli altri, che avresti sempre la soluzione per risolvere tutti i problemi politici e sociali del mondo. Guai a te che pensi di poter quasi suggerire a Dio il modo migliore per governare il mondo e poi non sai stare neppure nella tua famiglia, e poi cerchi le scusanti per seguire la via più facile e più comoda”.
GIOVEDI’ 18 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Luca; San Giusto di Susa.
Una scheggia di preghiera:
NON IERI, FORSE NON DOMANI, MA ORA POSSO RISPONDERTI, SIGNORE.
HANNO DETTO: Non bisogna disprezzare i poveri perché quel disprezzo ricade su Dio. (S. Giovanni Maria Vianney)
SAGGEZZA POPOLARE: Vincere sé stesso è il modo sicuro per non essere vinto da altri. Sapersi dominare è il mezzo più sicuro per non essere dominati. (saggezza Cinese)
UN ANEDDOTO: Tre padri avevano costume di andare ogni anno dal beato Antonio; due di loro lo interrogavano sui pensieri e sulla salvezza dell’anima; il terzo invece sempre taceva e non chiedeva nulla. Dopo lungo tempo, il padre Antonio gli dice: «È tanto ormai che vieni qui e non mi chiedi nulla». Gli rispose: «A me, padre, basta il solo vederti»
PAROLA DI DIO: 2Tm 4,10-17b; Sal 144; Lc 10,1-9. (Vangelo della messa del giorno Lc 11,47-54)
Vangelo Lc 11, 47-54
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. Parola del Signore
“GUAI A VOI CHE COSTRUITE I SEPOLCRI DEI PROFETI, E I VOSTRI PADRI LI HANNO UCCISI”.
Due possono essere gli atteggiamenti nei confronti del passato. Quello di considerarlo “tutto sbagliato, perché oggi siamo noi il progresso” e quello di esaltarlo con una forma tale di nostalgia che giustifichi il nostro non poterne essere all’altezza. Anche dal punto di vista cristiano spesso ci sorprendiamo a dire: “I nostri padri, i nostri nonni, sì che erano dei buoni cristiani... si confessavano sovente, andavano ai vespri la domenica, allora c’erano delle bellissime feste religiose. Anche i predicatori d’allora, sì che sapevano fustigare il male, erano dei veri profeti”. Ma, noi, sappiamo ascoltare i profeti di oggi? Partecipiamo ai sacramenti che la Chiesa ci offre? Non ci accontentiamo, forse, anche noi di “costruire tombe” agli uomini del passato, alle usanze del passato, invece di prendere sul serio le numerose esigenze di incarnare il Vangelo nel quotidiano?
Per noi, la Chiesa è un “mausoleo”, un museo, un cimitero o essa è viva perché tale la rendiamo ed ha un progetto di futuro? Il nostro Dio è il Dio dei morti o dei viventi?
VENERDI’ 19 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Paolo della Croce; Santa Laura.
Una scheggia di preghiera:
TU, SIGNORE, SAI QUANDO SIEDO E QUANDO MI ALZO.
HANNO DETTO: È impossibile restare sempre nella stessa condizione, si cammina inevitabilmente o verso il meglio o verso il peggio. (Doroteo di Gaza)
SAGGEZZA POPOLARE: Il punto più in ombra si trova sempre sotto la lampada. (proverbio Cinese)
UN ANEDDOTO: P. Gauthier, prete-operaio, racconta la sua esperienza di lavoro e povertà a Nazareth. È di squadra con Abu Said, un operaio arabo. Un giorno questi gli chiede: “Perché fai questo? Hai una moglie, dei figli?” “No”, risponde il prete. “Avrai una mamma vecchia”. “Sì, ma vive con i miei fratelli e sorelle in Francia”. “Allora, continua Abu Said, perché lo fai? Io lo faccio per mia moglie e i miei bambini, ma tu Abuna, perché”? Ed ecco il sacerdote a dover confidare in due parole il segreto della sua vocazione: “Per amore di Gesù, per amicizia verso di te”. Abu Said gli sorride con un’aria d’intesa, gli offre una sigaretta e cerca il macigno meno pesante da piazzare sulla spalla dell’amico.
PAROLA DI DIO: Ef 1,11-14; Sal 32; Lc 12,1-7
Vangelo Lc 12, 1-7
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!». Parola del Signore
“NON C’E’ NULLA DI NASCOSTO CHE NON SARA’ SVELATO NÉ DI SEGRETO CHE NON SARA’ CONOSCIUTO”.
Qualche volta questa frase è stata usata quasi in modo terroristico e occhi di Dio sono stati dipinti nei luoghi più impensati per ricordarci che a Dio nulla sfugge. Gesù, quando ha detto questa frase voleva soltanto aiutarci a capire che non è con le apparenze, le maschere, l’ipocrisia che si può costruire l’uomo ed anche il suo rapporto con gli altri e con Dio stesso. Allora sovente mi sono immaginato la presenza di Dio non tanto come quella del giudice che osserva, segna nel suo libro, quasi per dirti “Questa volta ti ho beccato e me la pagherai!”, ma come il richiamo amorevole di un padre che vede il proprio figlio con i suoi meriti e con le sue difficoltà e che cerca con la sua presenza di aiutarlo nel difficile cammino della vita. E così, con fantasia, mi immagino anche il giudizio finale non tanto come Dio che dice: “Tu a destra nel paradiso e tu a sinistra nell’inferno” ma quanto piuttosto non essendoci più nulla di nascosto a nessuno, l’uomo stesso o che fidandosi della misericordia di Dio corre a rifugiarsi tra le sue braccia o che desidera nascondersi, non farsi vedere così com‘è in realtà, insomma una specie di Adamo che ritrovandosi nudo cerca un cespuglio quasi potesse nascondersi. Se ci pensassimo un po’ più spesso che un giorno qualunque cosa sarà svelata, intanto saremmo più umili, poi avremmo più fiducia nella misericordia di Dio e poi cercheremmo di essere meno falsi, ipocriti, in cerca di false apparenze. Ricordiamocelo: in quei giorni la foglia di fico sarà seccata e il cespuglio sarà trasparente come la lastra di vetro e noi scopriremo in noi stessi se alla fine ha vinto la paura oppure la fiducia nella Misericordia.
SABATO 20 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Irene; San Leopardo di Osimo.
Una scheggia di preghiera:
SPIRITO SANTO DI DIO AGISCI IN ME.
HANNO DETTO: Cortesi sì, ma adulatori mai: non c’è niente di tanto volgare ed indegno per un cuore cristiano quanto la adulazione. (S. Vincenzo de Paoli)
SAGGEZZA POPOLARE: L’acqua non resta sulle montagne né la vendetta su un cuore grande. (saggezza Cinese)
UN ANEDDOTO: Definizioni un po' particolari: Mafioso: persona che dice di non esistere a persone che dicono di non conoscerlo. Maiale: Animale del buon Dio come tutti gli altri, al quale si fa l'atroce torto di paragonarlo a certi uomini. Miope: uomo che fiuta tutto con gli occhi.
PAROLA DI DIO: Ef 1,15-23; Sal 8; Lc 12,8-12
Vangelo Lc 12, 8-12
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». Parola del Signore
“CHI BESTEMMIERA’ LO SPIRITO SANTO NON GLI SARA’ PERDONATO”.
Quando sentiamo la parola bestemmia ci vengono subito in mente certe parole rivolte contro Dio, contro la Madonna che, purtroppo, sentiamo sempre più in bocca a tante persone che il più delle volte non sanno neppur cosa dicono in quanto la bestemmia è davvero un assurdo, perché se non ci credi è inutile prendersela con qualcuno che non c’è e se ci credi perché offenderlo?
Ma qui Gesù parla di una bestemmia che il più delle volte non è neppur fatta di parole. Si bestemmia contro lo Spirito Santo quando il nostro atteggiamento di vita esclude a Dio e al suo Spirito ogni possibilità di agire in noi e attorno a noi, quando in pratica ci si organizza esclusivamente da soli senza lasciare spazio a Dio, quando si esclude la speranza per noi e per il prossimo, quando troppo pieni di sé stessi e dei propri peccati si pensa che Dio non abbia più fiducia in noi e non possa perdonarci. E’ allora che anche quel “non gli sarà perdonato” diventa reale, non perché Dio non possa perdonarci, ma perché io gli ho chiuso la porta e non permetto che il suo perdono mi raggiunga e faccia di me un uomo nuovo.
DOMENICA 21 OTTOBRE: 29^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: San Gaspare del bufalo; Santa Celina.
Una scheggia di preghiera:
INSEGNACI, SIGNORE, LA GIOIA DEL SERVIRE.
HANNO DETTO: La pace sta sempre con l'umile mentre nel cuore del superbo ci sono spesso gelosia e collera. (S. Gregorio di Nazianzo)
SAGGEZZA POPOLARE: In ogni uomo c'è qualcosa di prezioso che nessun altro ha. Onora ogni uomo per quello che è nascosto in lui, per quello che lui solo ha. (Proverbio Arabo)
UN ANEDDOTO: Durante la persecuzione messicana del 1927, il sacerdote Librando Arreola fu martirizzato. — Perché m’imprigionate? — Perché sei un inviato di Gesù! — È forse un delitto esserlo? Nell’oscurità della prigione con la scure gli tagliarono tutte e due le mani. E ghignando gli dissero: — Così non dirai più la Messa. Egli allora nello spasimo atroce alzò i moncherini e asperse i carnefici con il suo sangue: —Oh, Dio perdona. Sentendosi morire, raccolte le ultime forze, esclamò:
— Oh America, ascoltami: io muoio, ma Gesù non muore!
PAROLA DI DIO: Is 53,10-11; Sal 32; Eb 4,14-16; Mc 10,35-45
Vangelo Mc 10, 35-45, (forma breve 10,42-45)
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi cori Giacomo e Giovanni. Allora [Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».] Parola del Signore
“VOI SAPETE CHE COLORO I QUALI SONO CONSIDERATI I GOVERNANTI DELLE NAZIONI DOMINANO SU DI ESSE E I LORO CAPI LE OPPRIMONO. TRA VOI PERÒ NON È COSÌ.”
Gesù formula un progetto di comunità. E per illustrare il proprio concetto di autorità, compie una rapida incursione nel campo politico. Lì, i discepoli hanno sotto gli occhi alcuni modelli di comando e di comportamento. Ci sono “capi” e cosiddetti “grandi”, notabili, ministri, funzionari di ogni genere, che esercitano il dominio “asservendo” gli altri con il potere, la forza, l’apparenza. Di fronte a questo spettacolo di gente che dà la scalata al potere, al successo, i discepoli devono rendersi conto che hanno l’obbligo di fare proprio l’opposto. La Chiesa, i cristiani non devono scimmiottare i poteri di questa terra, l’unico potere che hanno è il potere di Cristo, cioè il servizio a Dio e agli uomini, il dare la vita come ha fatto Lui. Quanto siamo lontani da questo, quando nella Chiesa è più importante l’appartenenza a quel gruppo che la fede in Gesù, quando i titoli “eminenza, eccellenza, monsignore, parroco” non sono nient’altro che la brutta copia di “direttore, amministratore, onorevole…”, quando conta di più “avere dei beni” (oh, naturalmente, per il bene della Chiesa!) invece di avere l’ansia e il desiderio che Gesù sia conosciuto e amato, quando in una parrocchia c’è posto esclusivamente per notabili, benpensanti, gli pseudointellettuali, che non per i poveri. Gesù ha potere in quanto servo, ha gloria sulla croce, ha autorità regale in quanto disponibile al dono totale della vita.
LUNEDI’ 22 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Filippo di Eraclea; San Donato di Fiesole.
Una scheggia di preghiera:
SOLO CON TE, SIGNORE, LA VITA HA SENSO PIENO.
HANNO DETTO: Non ti ho detto "sforzati" di cercare la via per giungere alla verità e alla vita. La via stessa è venuta a te e ti ha scosso dal sonno; e se è riuscita a scuoterti, alzati e cammina. (S. Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: I vizi si imparano senza maestri.
UN ANEDDOTO: Le vie del Signore non sono le nostre vie.
Nel 1800 un ragazzo, che si chiamava Luigi, si presentò ad un convento, situato fra le Alpi Francesi, per chiedere al superiore il permesso di entrare a far parte di quei frati, ma il superiore lo respinse. Qualche anno dopo, sempre in Francia, una ragazza di nome Maria, bussando al convento delle suore di Carità, ottenne lo stesso risultato. Dopo un po’ di tempo Luigi conobbe Maria: s’innamorarono e si sposarono... dal loro matrimonio nacque Santa Teresina del Bambino Gesù.
PAROLA DI DIO: Ef 2,1-10; Sal 99; Lc 12,13-21
Vangelo Lc 12, 13-21
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno della folla gli disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni». Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio». Parola del Signore
“ANCHE SE UNO È NELL'ABBONDANZA, LA SUA VITA NON DIPENDE DAI SUOI BENI.”
I beni, gli averi di questo mondo, piacciono, attirano: è bello essere stimati, godere del benessere. Ma il benessere se è fine a sé stesso è fonte di ingiustizie, preoccupazioni, avidità, odio. Fondare la propria vita su Dio non ti risolve i problemi ma ti dà pace, sicurezza vera. Con tutti i soldi, gli amici, gli intrallazzi di questa terra non posso comprarmi neanche un'ora della mia vita: con Dio ho in offerta l'eternità; ma non solo l'eternità futura, la beatitudine dopo la morte, ma l'eternità che comincia qui, cioè, pur nella lotta e nella tribolazione quotidiana ho Dio già fin da adesso e se il mio cuore riposa in Lui non ho più bisogno di tante cose ma anzi, so servirmi bene delle cose senza esserne schiavo.
MARTEDI’ 23 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni da Capestrano; Santa Caterina di Bosnia.
Una scheggia di preghiera:
VIENI, SIGNORE GESU'.
HANNO DETTO: Appena do uno sguardo al Vangelo capisco da quale parte devo correre. Non mi slancio verso il primo posto, ma verso l'ultimo. (S. Teresa di Lisieux)
SAGGEZZA POPOLARE: Se vuoi arrivare primo, corri da solo. Se vuoi camminare lontano, cammina insieme. (Aforisma del Kenya)
UN ANEDDOTO: “Non posso germogliare adesso”, disse il piccolo seme sepolto da una gelida coltre di neve. “Ma io sono vivo, e quando il sole scioglierà la neve e scalderà le zolle, germoglierò. Si tratta solo di aspettare”. “Anch’io devo aspettare”, disse una giovane marmotta che si apprestava ad andare in letargo. “Ma a primavera mi sveglierò e correrò sui prati verdi e ammirerò la tua fioritura”.
“Aspetto anch’io il ritorno della primavera”, pigolò intirizzito dal freddo tra i cespugli. “E allora canterò canzoni nuove”. “Aspetto anch’io”, disse la terra coperta di sterpi e di neve, “passerà l’inverno e tornerà a splendere il sole col suo tepore. Torneranno le rondini, gli alberi si copriranno di gemme e i prati fioriranno. Si tratta solo di aspettare. Come in tutte le cose”.
PAROLA DI DIO: Ef 2,12-22; Sal 84; Lc 12,35-38
Vangelo Lc 12, 35-38
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!». Parola del Signore
“SIATE PRONTI, CON LE VESTI STRETTE AI FIANCHI E LE LAMPADE ACCESE”.
Siamo abituati a leggere queste pagine di vangelo sull’attesa e sulla vigilanza come se riguardassero unicamente l’attesa della venuta definitiva di Gesù giudice al termine dei tempi. Certamente Luca, riportando queste parole sapeva che Gesù aveva inteso questa venuta definitiva, e i primi cristiani erano talmente desiderosi di entrare nel Regno definitivo di Gesù che aspettavano questa venuta come imminente. Ma Luca sa anche molto bene che Gesù chiede la vigilanza e l’attenzione non solo in vista del giudizio universale, ma in vista alle sue mille venute quotidiane. Se noi non siamo presenti a noi stessi e a quello che succede, rischiamo di far sì che sia la vita a vivere e consumare noi, se noi siamo attenti e partecipi, nel bene e nel male, diventiamo protagonisti della nostra vita. La fede, poi, così come Gesù ce l’ha presentata non è un francobollo che si mette sulla lettera della vita, ma è proprio quello che le dà senso. Per noi cristiani la fede non è una serie di dogmi a cui credere, ma soprattutto una persona viva da incontrare: Gesù Cristo. E Lui viene in mille modi nella nostra vita. Bussa alla porta del mio cuore nelle vesti del povero, è presente quando i cristiani si trovano riuniti nel suo nome, ci dà la sua grazia attraverso i Sacramenti, ci parla attraverso la nostra coscienza, sta volentieri nella nostra famiglia come stava volentieri nella casa di Betania, mi chiede che gli impresti viso, parola e mani per essere ancora presente nel mondo… Se sono distratto, se non rinnovo ogni giorno la mia fede, se non sono abituato ad ascoltare la sua voce, corro il rischio che Gesù venga, mi passi accanto e che io non lo riconosca, lo accolga e possa fare festa con Lui.
MERCOLEDI’ 24 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Claret; Santi Gilberto, Petronilla e Ponzia.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, SIGNORE, DEI TUOI DONI: AIUTACI A NON NASCONDERLI.
HANNO DETTO: Non credere solamente agli occhi del corpo. Si vede meglio quello che è invisibile, perché quello che si vede con gli occhi del corpo è temporale, invece quello che non si vede è eterno. E l'eterno si percepisce meglio con lo spirito e con l'intelligenza che con gli occhi. (Sant'Ambrogio)
SAGGEZZA POPOLARE: Ogni Abele ha il suo Caino.
UN ANEDDOTO: Un parroco, preparando i fanciulli alla Comunione, fece questa domanda: «Da quale segno distintivo si riconoscono i seguaci di Gesù?». Dopo una breve pausa di riflessione un bambino rispose: «Dal Segno di Croce!». Un altro: «Da come ci vogliamo bene!». Concluse il Sacerdote: «Ecco le due cose più caratteristiche del Cristiano: 1) Il Segno di Croce che ci ricorda quanto ci ama Dio; 2) e l’amore vicendevole, con il quale dimostriamo d’amare Dio e il prossimo»
PAROLA DI DIO: Ef 3,2-12; Cant Is 12,2-6; Lc 12,39-48
Vangelo Lc 12, 39-48
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore
“A CHI FU AFFIDATO MOLTO, SARÀ RICHIESTO MOLTO DI PIÙ”.
Siamo spesso portati a vedere nella nostra vita le cose che ci mancano. Altre volte il confronto con gli altri ci porta quasi ad invidiare doti o cose che essi hanno e di cui noi non siamo forniti. Ma, non sempre siamo altrettanto pronti a vedere, ringraziare e utilizzare al meglio i doni che abbiamo. Ad esempio, abbiamo il dono prezioso della vita, la amiamo ma non sempre la rispettiamo sulle strade, nell’alimentazione, nei divertimenti; abbiamo il dono della Parola di Dio, dei sacramenti, della preghiera... ma il più delle volte li lasciamo languire in noi; abbiamo il dono del tempo, ma ne sprechiamo in abbondanza. Gesù ci ricorda che ogni dono ci è dato affinché porti frutto per noi e per gli altri, perché tutti ne possano gioire. Non importa se i tuoi doni sono più o meno grandi dell’altro, importa che non siano morti, importa che fruttino.
GIOVEDI’ 25 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Daria, San Bonifacio I.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, PURIFICA, ILLUMINA, RISCALDA.
HANNO DETTO: Il nostro cuore quando è innamorato d'amore divino fa come la spugna che trae a sé l'acqua. (S. Caterina da Siena)
SAGGEZZA POPOLARE: Vagheggiando una vita senza guai / accadde a molti di non vivere mai.
UN ANEDDOTO: Un marinaio cristiano, trovandosi in punto di morte, ricevette il Viatico. Poi con un sorriso disse al cappellano e ai compagni: — Ora sono pronto per la grande traversata. Non ho più paura, perché il ‘Pilota’ è a bordo!
PAROLA DI DIO: Ef 3,14-21; Sal 32; Lc 12,49-53
Vangelo Lc 12, 49-53
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Parola del Signore
“SONO VENUTO A GETTARE FUOCO SULLA TERRA”.
Il fuoco brucia, illumina, riscalda. Gesù non è venuto sulla terra per annacquare le passioni, per risolvere tutti i problemi appiattendoli, per darci un po’ di “oppio di Dio” che ci scarichi dalle nostre responsabilità. Gesù con il suo fuoco ci invita a far pulizia, a bruciare tante scorie, tante falsità e ipocrisie nel nostro modo di agire: ci grida: “cambia vita”. Gesù, luce del mondo, con sé stesso ci indica una via: non è la luce definitiva che ci fa capire tutto, sapere tutto, è colui che dice: “Seguimi”. Gesù, fuoco che riscalda, non solo non ci priva di affetti, gioie, amore, ma dicendoci: “Dio è tuo Padre e ti vuole bene” ci scalda il cuore, rinnova i sentimenti, dà gusto alla nostra vita di figli di Dio.
VENERDI’ 26 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Floro; Sant’Evaristo.
Una scheggia di preghiera:
ANCHE OGGI GLI AVVENIMENTI DEL MONDO E MIEI PERSONALI MI PARLANO DI TE.
HANNO DETTO: L'ambizione ha occhi di bronzo che mai il sentimento riesce a inumidire. (Friedrich Schiller)
SAGGEZZA POPOLARE: Meglio in vita un complimento che dopo morto un monumento.
UN ANEDDOTO: Un giorno un giovane, tormentato da molte passioni, andò a trovare un santo. Gli disse: — Dammi, o padre, un buon consiglio: sono sballottato qua e là dalle onde delle passioni e non trovo pace. Il santo rispose: — Fratello, ecco il mio consiglio: «Lega la barchetta al sasso». Il Giovane, meravigliato, chiese: — Spiegami, padre, il tuo detto. Cos’è la barchetta? Cos’è la fune? Cos’è il sasso? Rispose il santo: — La barchetta è il tuo cuore. La fune il tuo volere. Il sasso è Cristo. Se tu ancori la tua vita a Lui, nessuna tempesta ti farà paura!
PAROLA DI DIO: Ef 4,1-6; Sal 23; Lc 12,54-59
Vangelo Lc 12, 54-59
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo». Parola del Signore
“SAPETE VALUTARE L’ASPETTO DELLA TERRA E DEL CIELO; COME MAI QUESTO TEMPO NON SAPETE VALUTARLO?”.
Gesù ci sprona a imparare a leggere la storia dell’umanità e in essa anche la nostra personale.
Provate a sentire come nei tanti salotti televisivi viene giudicata la nostra storia contemporanea. Normalmente si cade nei luoghi comuni che vanno dall’estremamente negativo: niente funziona, non ci sono più valori, la gioventù è bacata, non c’è più fede…; all’estremamente ottimistico: la scienza sta risolvendo ogni problema, la nostra aspettativa di vita è estremamente alta, presto l’uomo giungerà alla soluzione di tanti suoi problemi. Per noi non è questione di dire bene o male della nostra generazione: questo giudizio aspetta a Dio che, aldilà delle apparenze, scruta e conosce i cuori. Per noi si tratta di leggere con gli occhi della fede il bene e il male della nostra storia per vedere ciò che Dio sta operando e ciò che Lui ci chiede. Diceva già il Concilio Ecumenico Vaticano II°: “E’ dovere permanente della Chiesa scrutare i segni dei tempi e interpretarli alla luce del Vangelo, cosicché, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi dell’uomo sul senso della vita presente e futura e sul loro reciproco rapporto”. Ma anche la nostra storia, i piccoli avvenimenti di oggi sono da leggere con gli occhi di Dio: quell’incontro con quella persona non è forse un richiamo di Dio? Dio mi sta forse suggerendo qualcosa?
Proviamo oggi a leggere così quello che ci capiterà e, anche se non è sempre facile leggerlo subito, scopriremo un lungo dialogo di amore di Dio con noi.
SABATO 27 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Ciriaco; San Frumenzio.
Una scheggia di preghiera:
LA TUA PAROLA, SIGNORE, È PAROLA DI VITA ETERNA.
HANNO DETTO: Sono nostri benefattori coloro che ci fanno conoscere i nostri difetti. (Curato d'Ars)
SAGGEZZA POPOLARE: Prima della virtù, Dio ha messo il sudore.
UN ANEDDOTO: Una rosa rinsecchita se ne stava a guardare il cielo dalle nuvole macchiato, quando uno spino indispettito con arroganza e presunzione le dice col suo vocione: "Che fai lassù tutta sola, così secca che al passar del vento ogni petalo ti vola. Guarda me che al vento non mi nego, ma non sono come te: io non mi piego." La rosa sorrise, mentre il suo sguardo passava oltre e, con fare educato, graziosamente gli rispose: "Sei forte e robusto, ma io resto una rosa... tu un semplice arbusto." Detto questo, s'avvicinò un uomo con la sua sposa: tagliò lo spino e curò la rosa.
PAROLA DI DIO: Ef 4,7-16; Sal 121; Lc 13,1-9
Vangelo Lc 13, 1-9
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». Parola del Signore
“O QUELLE DICIOTTO PERSONE, SULLE QUALI CROLLÒ LA TORRE DI SÌLOE E LE UCCISE, CREDETE CHE FOSSERO PIÙ COLPEVOLI DI TUTTI GLI ABITANTI DI GERUSALEMME? NO, IO VI DICO, MA SE NON VI CONVERTITE, PERIRETE TUTTI ALLO STESSO MODO”
Continua anche oggi il discorso iniziato ieri: come fare a giudicare e leggere il mio tempo, i fatti che succedono?
Il fatalista legge i fatti della sua e della altrui vita con distacco: “Sono eventi che succedono”, “Speriamo che il male non capiti a me”, “In ogni caso non posso farci nulla”.
C’è poi la categoria delle persone che cercano sempre il colpevole di ciò che succede: “Se è successo quel fatto negativo di chi sarà la colpa: di Dio, degli uomini, del caso?”.
C’è poi chi spiritualizza troppo tutto e vede l’opera di Dio anche in cose che dipendono esclusivamente dagli uomini. C’è chi è semplicemente curioso di conoscere fatti e chi è talmente abituato a sentire notizie che le incamera semplicemente come dati, purché non lo tocchino personalmente. Forse sarà infantile quello che vi propongo ma una mattina che non sapete come fare un po’ di meditazione, vi invito a prendere in mano un giornale, a leggerne cinque o sei titoli e poi a farvi una serie di domande su essi. Per esempio la pagina della politica invece di farci dire come sempre: “governo ladro!” non potrebbe farci fare una riflessione su quale sia il potere che cerchiamo noi nell’imporre le nostre idee agli altri?
La sofferenza di quelle persone non potrebbe aiutarci a capire come spesso noi passiamo davanti alle prove dei nostri vicini di casa con sufficienza, senza mai soffermarci troppo?
Quell’incidente improvviso non potrebbe richiamarmi alla precarietà della vita?
Quell’uso smodato di danaro non potrebbe aiutarmi a capire quanto siano inutili certe forme di avarizia?
I grandi problemi del mondo non potrebbero far sorgere dentro di me tanti motivi di preghiera e di conversione?
DOMENICA 28 OTTOBRE: 30^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: Santi Simone e Giuda; San Ferruccio.
Una scheggia di preghiera:
GESU', ABBI PIETA' DI ME!
HANNO DETTO: Abbi pietà di me, Signore! Non ti nascondo le mie ferite. Tu sei il medico, io sono il malato; tu sei misericordioso, io infelice. (S. Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: Dove la forza giudica, la ragione perde la lite.
UN ANEDDOTO: Un filosofo cinese morto nel 233 a. C. Han Fei usava questo paragone: Nell'acqua di uno stagno si specchia il cielo. Ma se vi getti un sasso, l'immagine si romperà in cerchi concentrici e il cielo sparirà.
PAROLA DI DIO: Ger 31,7-9; Sal 125; Eb 5,1-6; Mc 10,46-52
Vangelo Mc 10, 46-52
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. Parola del Signore
“EGLI, GETTATO VIA IL MANTELLO, BALZO’ IN PIEDI”.
Quando è avvenuta la guarigione del cieco Bartimeo?
Indubbiamente Marco, in questo racconto indica catechisticamente tutto un cammino per poter “vedere Cristo”, guarire dalla nostra cecità, e andargli dietro; se volete (lo abbiamo già fatto altre volte) basta prendere i verbi del racconto per scoprire il cammino indicato: I verbi della malattia: ‘stava seduto’, ‘mendicava’. Essere ciechi, oltre che non permetterti di vedere, ti costringe all’immobilità, e se non ti muovi non puoi neppure provvedere a te stesso, e, allora, per cavartela, già grazie se riesci a mendicare qualcosa dagli altri. Ma se non hai avuto il dono della vista non abbatterti, non scoraggiarti, hai altri doni che puoi affinare: “al sentire che c’era Gesù… cominciò a gridare”. In ogni uomo ci sono dei doni, delle possibilità. Un vecchio prete, davanti ai miei piagnistei su presunti doni mancati, mi diceva: “Quando giochi a scopa e ti vengono tutte ‘lecce’, che cosa fai? Butti le carte? No, giochi lo stesso. Sei sicuro di non farcela a fare primiera e neanche il settebello, ma carte e ori possono essere tuoi e con carte basse e doppie si possono moltiplicare le occasioni di scopa!”.
LUNEDI’ 29 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Ermelinda; Sant’Abramo da Rostov.
Una scheggia di preghiera:
GESU', SEI IL BUON PASTORE CHE SI PRENDE CURA DEL SUO GREGGE.
HANNO DETTO: Non dimenticare o uomo che da me viene tutto quello che sei. Chi ti ama come ti ama il tuo Creatore? (Baldovino di Canterury)
SAGGEZZA POPOLARE: Prima di scoccare la freccia della verità intingi la sua punta nel miele. (Consiglio proverbiale)
UN ANEDDOTO: Il paragone del vetro: Siate come il vetro; il vetro, se è pulito, non si vede! Però fa vedere al di là di sé stesso. Anche voi, se siete limpidi e non appannati dall'orgoglio e dall'egoismo, sarete come il vetro: lascerete vedere Gesù al di là di voi stessi e così aiuterete tanta gente a incontrarlo. (Madre Teresa di Calcutta)
PAROLA DI DIO: Ef 4,32-5,8; Sal 1; Lc 13,10-17
Vangelo Lc 13, 10-17
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Parola del Signore
“CI SONO SEI GIORNI IN CUI SI DEVE LAVORARE. IN QUELLI DUNQUE VENITE A FARVI CURARE E NON IN GIORNO DI SABATO”.
Leggendo il Vangelo penso che ciascuno di noi resti, stupito e anche scandalizzato davanti al capo della sinagoga che non solo non sa gioire davanti ad un miracolo ma che se la prende con Gesù che ha fatto un lavoro (il miracolo!) in giorno di sabato. Eppure anche oggi è facile cadere in queste forme di religione legalistica che hanno perso il senso della gioia e della liberazione che Gesù è venuto a portare. È più facile mascherarsi dietro l’osservanza della legge (“Io non rubo, non ammazzo, non bestemmio, quando posso vado a Messa…”), che non avventurarci con qualche fatica e rischio per le strade della carità sincera. Credo che in gran parte questo dipenda dall’idea che noi abbiamo di Dio. Se Dio, per noi, è un ragioniere che conta le Messe, che guarda di più all’osservanza di norme che non alla felicità dei suoi figli, che ci gode a sentire tante preghiere o che “mangia candele” è molto probabile che il nostro rapporto con Lui, sia quello di tenercelo buono osservando delle norme. Se Dio è un Padre buono che ama i suoi figli più delle cose, allora tutto cambia perché scopro che solo l’amore vero è in grado di mettermi in rapporto con Lui.
MARTEDI’ 30 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Rodriguez; San Germano di Capua.
Una scheggia di preghiera:
HA GUARDATO ALL'UMILTA' DELLA SUA SERVA. TUTTE LE GENERAZIONI MI CHIAMERANNO BEATA.
HANNO DETTO: I pensieri aspri sono opera del maligno, quelli del Signore sono dolci e soavi. (S. Vincenzo de Paoli)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha fretta di arricchire non si conserverà innocente. (Pr 28,20)
UN ANEDDOTO: Nel lontano 1946, il Vescovo di Lerida interrogava una bambina sul catechismo per poterla ammettere alla prima Comunione: — Chi ti ha creato? Rispose: — Dio. — Dov’è Dio? — In cielo, in terra e in ogni luogo. — Anche nelle tasche del tuo vestitino? — Ma sì, eccellenza. — Prendilo, allora! La bambina mise la mano in tasca, fece una pausa e poi, allargando la mano vuota disse: — È tanto grande che non posso afferrarlo. E tanto piccolo che mi sfugge fra le dita. E il Vescovo: — Ma se Dio è dappertutto perché vuoi riceverlo nel tuo cuore? — Aspettate — rispose la piccola, mettendosi un dito in bocca, poi ribatté: — Anche l’aria è dappertutto; perché allora la respiriamo sempre?
PAROLA DI DIO: Ef 5,21-33; Sal127; Lc 13,18-21
Vangelo Lc 13,18-21
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Parola del Signore
“IL REGNO DI DIO È SIMILE AD UN GRANELLO DI SENAPE”.
La nostra idea di Regno di Dio tende ad ispirarsi alle grandi organizzazioni umane con le loro strutture e i loro potenti mezzi di azione ed anche la Chiesa, quando fa questo errore, scimmiotta, e malamente per di più, i poteri di questa terra. Il Regno di Dio invece è piccolo. Dio è il creatore di tutto ma si è fatto piccolo uomo sconosciuto in un tempo e in una terra lontana. Eppure da quel piccolo seme di un crocifisso è nata la salvezza per tutti. I santi non hanno fatto cose speciali ma il loro seme è cresciuto. È il mistero dell’opera onnipotente che agisce attraverso gli umili.
MERCOLEDI’ 31 OTTOBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Quintino; San Volfango.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, ABBIAMO BISOGNO DI TE.
HANNO DETTO: Quando un laico torna a casa dopo una predica, non ricorda a lungo ciò che il prete ha detto, ma porta con sé il fascino, la forza di convinzione con cui ha parlato. (Jean Guitton).
SAGGEZZA POPOLARE: Il cibo si lodi quando è digerito, la moglie quando non è più giovane il guerriero quando è tornato dalla battaglia, il grano quando è raccolto nel granaio. (detto Orientale)
UN ANEDDOTO: - Ma perché perdi tanto tempo a cercare e trovare date esatte, minuzie e altre inezie del genere? - così un giorno il filosofo francese Nicolas de Malebranche rimproverava amichevolmente il grande erudito Lelong. - Che vuoi? - fece il Lelong. - La verità è come la bellezza: non si deve trascurare niente per scoprirla pure nelle cose più piccole.
PAROLA DI DIO: Ef 6,1-9; Sal 144; Lc 13,22-30
Vangelo Lc 13, 22-30
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi». Parola del Signore
“MA EGLI VI RISPONDERÀ: “NON SO DI DOVE SIETE”.
Un grosso rischio che corriamo noi cristiani è la presunzione.
Presunzione di sapere tutto di Dio, presunzione di conoscere ogni scelta morale; presunzione di essere gli unici detentori della verità... E la presunzione, uccide la ricerca, la carità, ci fa credere più a noi stessi che a Dio. “Io non so di dove siete” dirà Gesù ai presuntuosi: tu hai annunciato te stesso, non me. Tu hai lottato per la supremazia delle tue idee, non per il mio regno; tu hai giudicato con il tuo metro inflessibile e ti sei dimenticato della mia misericordia. Dio invece riconosce chi sa di essere debole, incapace, chi non ha certezze sue proprie ma ripone la sua fiducia