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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

AGOSTO 2018

 

 

MERCOLEDI’ 1° AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori; San Giovanni da Rieti, San Leo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA MIA VITA; ALTRO IO NON HO.

 

HANNO DETTO: Egli viveva e tu eri morto, è morto perché tu potessi vivere. Gesù ha vinto la morte, affinché la morte non vincesse te. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Le rivoluzioni camminano su pance vuote.

UN ANEDDOTO: Quando, nel 1961, Mons. Carlo Boiardi, vescovo di Apuania, si recò a Roma per la consueta visita quinquennale «ad limina», si sentì in dovere di esporre al santo Padre le gravi difficoltà della sua Diocesi, vasta e impegnativa. Giovanni XXIII ascoltò attentamente, e poi rispose: «Eccellenza, comprendo le sue ansie e preoccupazioni, e desidero insegnarle un segreto. Le mie preoccupazioni pastorali abbracciano il mondo intero, e ogni sera i problemi si accumulano in modo impressionante. Sa, come li risolvo? Cerco di riposare tranquillamente e senza affanno; durante la notte lo Spirito Santo lavora, e al mattino i problemi sono già risolti». Questa risposta, semplice e disarmante, contiene due verità: la prima, di ordine psicologico, riconosce che il riposo contribuisce non poco a dare un senso di equilibrio e di serenità a tutto l’uomo; la seconda è la certezza della presenza dello Spirito Santo, che opera sempre per il bene della Chiesa, in tutti i momenti della storia.

PAROLA DI DIO: Ger 15,10.16-21; Sal 58; Mt 13,44-46

 

Vangelo   Mt 13,44-46

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».  Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE A UN TESORO NASCOSTO”

Il Regno di Dio è qualcosa che non dà pace! Non c’è luogo dove Dio non continui ad operare: non esiste luogo Ateo! Ma per essere Regno di Dio chiede che noi vi partecipiamo, ma come? Il Vangelo di oggi ci invita a cercare il Regno di Dio, ad essere dei ricercatori del Regno!

Il Regno di Dio è dei ricercatori di tesori e di perle preziose! Il Regno di Dio è di tutte quelle categorie di persone che non si accontentano della prima impressione: che vedono più in profondità della nuda terra o del mare, che non fermano il proprio sguardo sul duro guscio delle conchiglie. Il Regno di Dio è di chi contempla il creato in ricerca del Creatore! Ma anche, il Regno di Dio è di chi sa perdere! Sa perdere i propri averi, di chi sa riconoscere ciò che serve da ciò che semplicemente pesa, e per questo sa scartare, discernere, ripartire, come quei pescatori.

 

 

GIOVEDI’ 2 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Eusebio di Vercelli; San Pietro Giuliano Eymard.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI AD ESSERE VERI TESTIMONI DEL VANGELO.

 

HANNO DETTO: La vita passa l'eternità avanza a grandi passi. Presto vivremo della vita stessa di Gesù. (S. Teresa di Lisieux)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è buon anno quando il pollo becca il gallo.

UN ANEDDOTO: Il grande abate Chautard traduceva la sua attenzione verso i suoi monaci e i suoi novizi e le sue cure amorose, in gesti concreti e in cose che offriva con molta magnanimità. Diceva: «Vorrei che non rimpiangessero mai di non avere accanto la madre!».  Se riuscissimo a realizzare questo nelle nostre comunità! L’amore non è fatto di grandi cose.

PAROLA DI DIO: Ger 18,1-6; Sal 145; Mt 13,47-53

 

Vangelo   Mt 13,47-53

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alla folla: “Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?”. Gli risposero: “Sì”. Ed egli disse loro: “Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”. Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE AD UNA RETE GETTATA NEL MARE CHE RACCOGLIE OGNI GENERE DI PESCI”.

Gesù è venuto per comunicare la sua buona notizia e allora usa un linguaggio che giunga facilmente alle orecchie e poi al cuore dei suoi discepoli. Essi erano pescatori? Gesù aveva detto che li avrebbe fatti diventare “pescatori di uomini”?

Ecco allora che essi e noi possiamo facilmente comprendere la parabola della rete gettata nel mare. Essa è il Regno di Dio che Gesù ha portato e che i discepoli devono annunciare. Quando i pescatori buttano la rete non possono pretendere di raccogliere solo pesci di una determinata razza: la rete in sé non è selettiva e anche il compito dei pescatori in un primo tempo non è selettivo è semplicemente quello di far giungere l’annuncio del regno in più posti possibile, a più persone possibili. A me piace molto quanto la parabola sottintende per ogni cristiano. Ognuno di noi, se davvero abbiamo incontrato la gioia del Regno di Dio che Gesù ci ha proposto, è chiamato a trasmettere questa gioia. Non importa come, se con parole, con esempi, con gesti di giustizia o di carità o di perdono; siamo chiamati a portare Gesù, con fantasia, in tutto il tessuto della società in cui viviamo, a tutte le persone che incontriamo, senza preoccuparci troppo né delle forme, né delle appartenenze… a noi spetta di seminare e di proporre, non sta neppure a noi controllare l’ortodossia  o meno di chi è entrato nella rete, il grado della sua conversione, questi sono criteri che volentieri dobbiamo lasciare agli “angeli del Signore”. L’importante è buttare e trascinare con forza la rete. Se la fede rimane nascosta, non è fede, se la gioia del Vangelo non si comunica vuoi dire che il Vangelo non è arrivato al cuore. E non bisogna scoraggiarci di gettarla questa rete anche se, almeno all’apparenza, sembra non prendere granché o raccogliere alghe e pietre.

 

 

VENERDI’ 3 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lidia; San Nicodemo.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE DA UNA FEDE ARTEFATTA, TROPPO ACCOMODANTE.

 

HANNO DETTO: Con quale coraggio chiedi a Dio ciò che rifiuti di concedere agli altri! Chi desidera ricevere misericordia in cielo deve concederla su questa terra. (S. Cesareo di Arles)

SAGGEZZA POPOLARE: Al cane che ha denaro si dice “signor cane”.

UN ANEDDOTO: Un giorno ho partecipato alla celebrazione delle nozze d’oro di una coppia di sposi e ricordo che, dopo la funzione, qualcuno disse loro: «Voi siete veramente una coppia fantastica, non vi abbiamo mai visto bisticciare, vi chiediamo la ricetta di questa pace». Il vecchio, allora, ci disse: «Questa è la nostra storia: quando ci siamo sposati abbiamo preso insieme la decisione che tutte le volte che mia moglie si fosse accorta che io, tornando a casa, ero di cattivo umore doveva, invece di incominciare a discutere, ritirarsi in camera sua. Così dovevo agire io e ritirarmi nel garage invece di bisticciare se era lei di umore nero». Concluse, l’anziano signore, faceto, ma anche amaro: «Con questa decisione io ho trascorso metà della mia vita in garage». La soluzione, per vivere nella pace, non è quella di ritirarsi in garage o in camera, ma di chiedere allo Spirito Santo di guarire, la radice della nostra aggressività che è spesso la radice della nostra tristezza. San Paolo, nella lettera ai Colossesi, dice: «Rivestitevi, dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia a lamentarsi nei riguardi degli altri».

PAROLA DI DIO: Ger 26,1-9; Sal 68; Mt 13,54-58

 

Vangelo   Mt 13,54-58

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Parola del Signore

 

“MA GESÙ DISSE LORO: UN PROFETA NON È DISPREZZATO SE NON NELLA SUA PATRIA E IN CASA SUA”.

Il profeta è sempre un personaggio scomodo. Non te la conta soave, non si ferma ai luoghi comuni, sembra non essere neppur troppo educato nel buttarti in faccia la verità, è un intrigante che ti scopre gli altarini, è uno che non sai mai dove trovare, che non riesci ad incasellare in nessun modo.

Non è forse meglio farne a meno?

È più comodo vivere nella normalità, nel legalismo, nella tranquillità. E poi il profeta avrà ragione? Quali garanzie mi dà? Non è forse come me, anche lui un povero diavolo?

E con tutti questi “buon senso” uccidiamo in noi e negli altri il dono dello Spirito. Eppure Gesù era un profeta scomodo.

 

 

SABATO 4 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Maria Vianney; San Tertulliano.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE, CI RENDE LIBERI.

 

HANNO DETTO: È una grande cosa l'amore. Fra tutti i sentimenti dell'anima è l'unico col quale la creatura possa agire da pari col suo Creatore. (S. Bernardo di Chiaravalle)

SAGGEZZA POPOLARE: "Reprimere un momento di rabbia, può salvarti cento giorni di dolore." (saggezza Cinese)

UN ANEDDOTO: Appena uscito dal carcere, dove era stato 23 anni, il vescovo cinese di Canton (morto nel 1995), riferì alcune delle sue innumerevoli sofferenze. Alla domanda su come aveva potuto perseverare, rispose: «Gesù non abbandona».

PAROLA DI DIO: Ger 26,11-16.24; Sal 68; Mt 14,1-12

 

Vangelo   Mt 14,1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù. Parola del Signore

 

“ERODE AVEVA ARRESTATO GIOVANNI E LO AVEVA FATTO INCATENARE E GETTARE IN PRIGIONE A CAUSA DI ERODIADE, MOGLIE DI SUO FRATELLO FILIPPO”.

Questo Erode di cui ci parla il Vangelo è una banderuola. Vive di paure, è re ma si lascia condizionare dagli altri, sfoggia una corte, una religione ma è un fantoccio in mano ai romani e ai sommi sacerdoti. Dipende poi in tutto dalle sue passioni. Vive di paure e di superstizioni: fa uccidere Giovanni ma poi teme che il suo spirito ricompaia. Quanti uomini anche oggi asseriscono di essere liberi, dicono di fare ciò che vogliono ma poi dipendono dall’ultima corrente politica, dalla moda, sono schiavi delle loro passioni, si dicono sicuri ma poi tremano davanti ad un oroscopo o si lasciano atterrire dalle proprie paure al punto da andare facilmente in depressione?

Giovanni, in una buia prigione è più libero di Erode nella sua ricca reggia. Esaminiamoci oggi: qual è la mia libertà?

Vivo veramente per dei valori scelti?

In che modo mi lascio condizionare?

La mia testimonianza cristiana si ferma davanti alle prove che incontro nel mondo?

 

 

DOMENICA 5 AGOSTO: 18^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Osvaldo; Sant’Emidio.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TE CERCO, TE AMO, TE VOGLIO.

 

HANNO DETTO: Non abusare della tua libertà per peccare senza freno, ma usa di questa libertà per non peccare. La tua volontà sarà veramente libera se sarà libera dal peccato. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Non accendere un falso fuoco dinanzi a un vero Dio. (saggezza Cinese)

UN ANEDDOTO: Raccontava Santa Teresa di Calcutta: A casa mia, mio padre aveva un temperamento focoso; qualche volta diceva a mia madre parole di fuoco. Sempre, poche ore dopo, mia madre si vestiva elegantemente e aspettava con ansia il suo ritorno. Appena egli tornava, lei diceva: «Come stai? La tavola è pronta». Era questo il modo con il quale lei si scusava e faceva la pace.

PAROLA DI DIO: Es 16,2-4.12-15; Sal 77; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35

 

Vangelo   Gv 6,24-35

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbi, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mose che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Parola del Signore

 

“VOI MI CERCATE PERCHÈ AVETE MANGIATO DI QUEI PANI E VI SIETE SAZIATI”.

Si può cercare Gesù per molti motivi diversi. Gesù sa bene che molti sono andati da Lui dopo la moltiplicazione dei pani perché si auguravano di aver trovato uno che li sfamava gratis. E tu, se lo cerchi, perchè vai da Gesù?

Senti davvero fame di Lui? oppure vai da Lui per altri motivi?

Se vado da Gesù per paura, per “tenermi buono Dio” riduco la persona di Gesù. Se vado solo per chiedergli delle cose, rischio di ridurlo ad un distributore di grazie. Devo andare da Gesù per Gesù. Questo è il solo modo per capirlo e per ricevere da Lui i doni veri, quelli che Lui vuole darci per il nostro bene. All’Amore gratuito si va solo con l’amore vero, sincero, disinteressato.

 

 

LUNEDI’ 6 AGOSTO: TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: San Giordano; Santi Giusto e Pastore.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI GESU', VIENI ACCANTO A NOI E SPEZZA ANCORA IL PANE COME FACESTI UN DI'.

 

HANNO DETTO: Ci sono due tipi di timore: se non vuoi fare il male, temi Dio e non farlo; se vuoi fare il bene, temi Dio e fallo. (San Serafino di Sarov)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è il vino che ubriaca l'uomo. È l'uomo che si ubriaca. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Non conosceva il suo cognome. Rapito dagli zingari, si era chiamato per molto tempo Giovanni Ciudad, Giovanni Città, perché ricordava di essere venuto da una città lontana. Poi non essendo di nessuno volle essere di Dio. A Granada, si fece mendicante per aiutare i poveri, i malati. Li ospitò in modeste abitazioni.  Ma la sua splendida intuizione fu quella di fingersi pazzo, per vedere e soffrire come erano trattati i malati di mente. Fu bastonato, legato al letto, immerso nell’acqua gelida. Tanto gli bastò perché una volta uscito aprisse una casa dove i pazzi furono liberati dalle catene, non più picchiati, ma amorevolmente accuditi. Morì, forse di polmonite, perché in un giorno di freddo e di pioggia, era andato a raccogliere rami secchi da ardere per scaldare i suoi malati. Questo è san Giovanni di Dio, il fondatore dell’ordine ospedaliero del Fate-bene-fratelli. Una figura splendidamente attuale, che potrebbe essere ottimo consigliere in campo di «riforma sanitaria».

PAROLA DI DIO: Dn 7,9-10.13-14 opp. 2Pt 1,16-19; Sal 96; Mc 9,2-10

 

Vangelo Mc 9,2-10

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbi, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Parola del Signore

 

DISSE PIETRO: “FACCIAMO TRE CAPANNE”.

È curioso come l’uomo si preoccupi sempre di costruire una casa a Dio, che, invece, è sceso sulla terra proprio per abitare nella casa dell’uomo. La progettazione della tenda, forse, risponde al desiderio inconscio di tenere Dio in luoghi ben definiti. Troppi cristiani preferiscono andare a trovare Dio nella sua casa, piuttosto che farsi trovare da Lui nella propria abitazione miserabile. Preferiscono rimanere in ginocchio per un certo tempo, e poi, una volta alzati, fare la propria strada senza correre il rischio di trovarselo accanto tutti i momenti. Invece la logica dell’incarnazione è quella di un Dio che vuole stare con noi, che si serve addirittura di noi per continuare a venire a portare la sua proposta di amore per gli uomini.

 

 

MARTEDI’ 7 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Sisto II e compagni; San Gaetano.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO MI PARLA DI TE, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Non ho mai trovato un motivo vero per essere triste. (Papa Giovanni XXIII)

SAGGEZZA POPOLARE: Le bottiglie vuote a metà producono maggior fracasso sebbene contengano meno liquido delle altre. (saggezza Cinese)

UN ANEDDOTO: Mi capitò un giorno di trovarmi a parlare, nell’ufficio parrocchiale, con una mamma che aveva da poco adottato un bambino brasiliano di 6/7 anni. Il piccolo era entrato con lei ed aveva in mano un bel giocattolo elettronico e nell’altra quattro penne di piccione, raccolte probabilmente per terra nella vicina piazza. Mentre noi conversavamo, il ragazzino si divertiva, da solo, con quelle quattro penne: il giocattolo costoso giaceva a terra, per nulla considerato. Pensai che quel bambino stava scrivendo per noi un importante insegnamento: la serenità della vita sta nelle cose semplici, non in quelle complicate, non nel possedere beni d’alto prezzo, non nel seguire l’ultima moda, non nella sete di consumismo. Contento dell’affetto familiare, gli bastavano quattro penne per divertirsi. Ed era stupendo vedere la sua soddisfazione.

PAROLA DI DIO: Ger 30,1-2.12-15.18-22; Sal 101; Mt 14,22-36

 

Vangelo   Mt 14,22-36

Dal vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti. Parola del Signore

 

“CONGEDATA LA FOLLA, SALI SUL MONTE, IN DISPARTE, A PREGARE”.

Molti di noi, forse, in questo momento sono in vacanza. E se non consideriamo la vacanza come “acchiappa tutti i divertimenti e torna a casa più stressato di prima”, abbiamo l’occasione di avere un po’ di tempo per noi. Perché non dedicare qualche momento alla preghiera? Oh, non intendo (non ne sono capace) di diventare mistici, isolandosi magari per giorni e facendo chissà quali preghiere! ma fermarci per incontrare Dio che vive in noi, nella natura, nelle persone.

Gesù aveva bisogno di questi momenti e noi più ancora di Lui. Dobbiamo ritrovare noi stessi nella dimensione di Dio. Chiederci per chi e per che cosa corriamo, lasciare uscire allo scoperto la nostra coscienza (che poi è la voce di Dio) che troppe volte nascondiamo, rivedere i nostri rapporti con il denaro, con i familiari, con il lavoro, con il prossimo. Lasciar cantare il nostro cuore. Riscoprire la misericordia di Dio. Prepararci a riallacciare quel rapporto diventato difficile... Abbiamo bisogno di riscoprire una natura che ci è sempre più estranea. Dobbiamo reimparare ad ascoltare il silenzio.

Non mandiamo Dio in vacanza. Dio è in vacanza con noi.

 

 

MERCOLEDI’ 8 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Domenico; San Famiano.

Una scheggia di preghiera:

 

PIETA' DI ME, SIGNORE, FIGLIO DI DAVIDE!

 

HANNO DETTO: Stiamo sempre con la zappetta in mano a estirpare l'erba cattiva. (S. Pio)

SAGGEZZA POPOLARE: Un cane riconoscente vale più di un uomo ingrato. (proverbio Persiano)

UN ANEDDOTO: Un po’ di sano umorismo non guasta mai:

·         Il vero umorista è una persona che quando sente una battuta spiritosa si intristisce perché vorrebbe averla inventata lui.

·         Se la tua anima è triste, prega. Se continua ad essere triste, confessati. Se sei triste ancora, raccontati una barzelletta.

·         Non è il fiume che scorre, ma l'acqua, non è il tempo che passa, ma noi.

·         C'è un caso in cui l'effetto precede la causa: quando il dottore segue il feretro del cliente al cimitero.

PAROLA DI DIO: Ger 31,1-7; Cant. Ger 31,10-13; Mt 15,21-28

 

Vangelo   Mt 15,21-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore

 

“DONNA GRANDE È LA TUA FEDE! AVVENGA PER TE COME DESIDERI”.

Anche oggi, come ieri, provo a sottolineare alcuni punti per una riflessione personale sul racconto della donna Cananea che chiede a Gesù la guarigione della figlia.

La Cananea è una donna di fede perché è disposta a tutto pur di ottenere la grazia desiderata.

Supera le barriere della “buona educazione religiosa” che prevedevano che una donna, per di più straniera, non dovesse non solo non importunare, ma neppur parlare con un Rabbi.

Non parla ma grida. È talmente insistente che gli apostoli arrivano ad intercedere per lei, purché si tolga dai piedi il più in fretta possibile. “Ho chiesto una grazia al Signore, ma si vede che Lui non mi ascolta”, diciamo noi. Ma come l’abbiamo chiesta?

Siamo disposti a lottare per questa grazia?

Siamo disposti a lasciarci coinvolgere personalmente nella realizzazione di questo dono?

Siamo disposti a perdere un po’ la faccia purché la nostra richiesta venga esaudita?

Siamo disposti a ‘tentarle tutte’ o ci arrendiamo davanti ai primi presunti ‘no’?

Anche davanti ad una risposta dura, questa donna non perde la sua dignità e risponde con altrettanta fermezza e proprio in questo dimostra di aver fiducia in Gesù. Una certa mentalità religiosa ci ha fatto pensare l’umiltà come uno star sempre zitti, un subire, e la fede come un qualcosa di passivo. Ma non è così, non siamo burattini in mano a qualcuno che tira i fili. Dio ci vuole persone, decise, pronte, dignitose, fiduciose. In un altro brano del Vangelo, Gesù ci dice che domandiamo e non otteniamo perché non sappiamo chiedere. Non vorrà forse Gesù farci capire che la nostra preghiera deve essere più sincera, più dignitosa, più sicura in Colui che sempre ci ascolta?

Questa donna, oltre a manifestare una grande fede, ci aiuta a capire il valore delle briciole, delle piccole cose. Siamo troppo abituati alle pagnotte (magari buttate via) per accorgerci delle briciole. Anche nella fede, abbiamo tutto. Abbiamo l’Eucaristia e non la apprezziamo, abbiamo abbondanza della Parola di Dio ma essa, spesso, scorre su di noi. Se vogliamo ricominciare ad apprezzare le cose bisogna partire dalle briciole. La limpida giornata può essere una briciola ma ti parla della vita, del tempo che ti è regalato. Il sorriso che puoi ricevere o regalare è una briciola ma ti parla della possibilità di un mondo migliore. Quella “Ave Maria” detta passando davanti alla immagine di Maria dipinta su un muro, è una briciola, ma può metterti in comunione con l’Eterno.

Forse imparando ad apprezzare le briciole impareremo di nuovo a gustare il pane.

 

 

GIOVEDI’ 9 AGOSTO:

Tra i santi ricordati oggi: Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa; San Fermo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI INVITI ALLA FESTA.

 

HANNO DETTO: Ciascuno deve saper valutare i limiti delle proprie forze. Non incominciare qualcosa che è superiore alle tue forze altrimenti cadrai e l'avversario si prenderà gioco di te. (San Serafino di Sarov)

SAGGEZZA POPOLARE: All'uomo ricco, perfino il diavolo porta doni. (proverbio Rumeno)

UN ANEDDOTO: Richiamata a essere più rispettosa verso una inserviente, la figlia di Luigi XIV rispondeva: “Non sai che io sono figlia del re?”. Ma l’altra, l’inserviente, ragazza di fede, le diceva, facendola così riflettere: “E non sai che io sono figlia di Dio?”.

PAROLA DI DIO: Os 2,16b.17b.21-22; Sal 44; Mt 25,1-13

 

Vangelo   Mt 25,1-13 

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:

«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore

 

LE SAGGE RISPOSERO: “NO, PERCHÉ NON VENGA A MANCARE A NOI E A VOI”.

A prima vista ci sembra una risposta cattiva, quella che le vergini sagge danno a quelle stolte. Eppure anche qui c’è un briciolo di sapienza. Vi sono cose che non si possono “trasferire”.

L’altro non è un recipiente da riempire ma piuttosto un fuoco da accendere. Ciascuno è protagonista della propria storia, responsabile delle proprie scelte. O sono io che penso, o nessuno pensa al mio posto. O sono io che amo, o nessuno ama al mio posto. Le cose più serie, le cose più importanti dell’uomo sono personali. Sarebbe troppo comodo se qualcuno potesse sostituirmi. Vivere da uomo è cosa mia, e ci tengo!

 

 

VENERDI’ 10 AGOSTO: SAN LORENZO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo; Sant’Ugo di Montaigu.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, GESU', NON VA PERSA NEANCHE UNA BRICIOLA DI SOFFERENZA.

 

HANNO DETTO: Se non rispondi a Dio, determini il tuo fallimento personale, il tuo disastro. È il caso di molte vite sbagliate. (David Maria Turoldo)

SAGGEZZA POPOLARE: A chi possiede tutto manca una cosa: qualcuno che gli dica la verità. (proverbio Spagnolo)

UN ANEDDOTO: Ancora qualche battuta “umoristica”:

·         Chi sa far del giusto umorismo sulla sua religione è un saggio, che gusta la libertà dei figli di Dio, riconosce la grandezza della sapienza divina, guarda con benevolenza tutte le cose, ride dei propri limiti, testimonia la signoria di Dio sulla storia.

·         Sa ridere chi non si fa soverchie illusioni sulla sua santità.

·         Felicità? Una piccola incombenza giornaliera da curare come fareste con un giardino.

·         La gente non riesce quasi mai ad essere felice, perché vede sempre il passato migliore di quanto era, il presente peggiore di quanto è, e il futuro più roseo di quanto sarà.

·         Se a qualche barzelletta ridiamo noi, chissà Dio!

PAROLA DI DIO: 2Cor 9,6-10; Sal 111; Gv 12,24-26

 

Vangelo Gv 12,24-26 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà». Parola del Signore

 

SE UNO MI VUOL SERVIRE, MI SEGUA, E DOVE SONO IO, LÀ SARÀ ANCHE II MIO SERVITORE.

Oggi festa di San Lorenzo martire per dare testimonianza al Vangelo, questa parola che meditiamo ci mette davanti ad una realtà di gloria e di martirio contemporaneamente. Il cristiano che vuol seguire il Cristo, per giungere con Lui alla vittoria definitiva deve seguirlo anche sulla croce. Ai tempi di Lorenzo significava morire bruciato vivo e oggi?

Oggi può significare tanti altri "morti" e ci sono croci silenziose a volte pesantissime: vuol dire soffrire con amore, rinunciare, saper di essere presi in giro, fare scelte impopolari, rinunciare a certi facili guadagni, portare le croci di altri, sopportare l'incomprensione dei tuoi, saper parlare e saper tacere al momento giusto, esser calunniati ingiustamente. Ci sono croci di tutte le misure, per tutte le spalle: fanno male, non sono piacevoli ma sono segno di fedeltà e di amore, se sono portate con Cristo, portano là dove è Lui per sempre.

 

 

SABATO 11 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Chiara; San Rufino; Sant’Equizio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, LA TUA GRAZIA MI CONVERTA OGNI GIORNO.

 

HANNO DETTO: Solo Dio sa cosa è bene e cosa è male. E perciò bisogna credere. E la fede, appunto, che ci fa vedere le cose nella luce di Dio; e così possiamo sapere con una certa tranquillità, ciò che è bene e ciò che è male. (David Maria Turoldo)

SAGGEZZA POPOLARE: Se qualche volta la barca si inclina, non per questo la rotta è errata. (proverbio Turco)

UN ANEDDOTO: Sul ponte stretto, gettato tra le sponde di un torrentello, un mulo si era fermato e aveva saldamente puntato gli zoccoli. Provarono a tirarlo per la cavezza, a spianargli le costole con un bastone, non c’era verso che si muovesse. Di qua e di là del ponte la gente aspettava impaziente.

— Ci penso io! — disse uno. S’avvicinò, prese la coda del mulo e diede uno strattone: sentendo che lo volevano indietro, la bestia partì come una freccia in avanti e lasciò libero il passaggio. Così siamo noi, a volte!

PAROLA DI DIO: Ab 1,12-2,4; Sal 9; Mt 17,14-20

 

Vangelo   Mt 17,14-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile». Parola del Signore

 

“O GENERAZIONE INCREDULA E PERVERSA! FINO A QUANDO SARÒ CON VOI?”.

Sembra quasi di vederlo questo Gesù che ne ha basta di gente che ricorre a Lui solo per facili miracoli. Gente che magari fa pellegrinaggi (il più delle volte “turistici”) solo per ottenere qualche grazia, gente che sarebbe disposta a pagare in ceri il miracolo ottenuto, ma che non sente di voler incontrare Lui.

“Padre, mi benedica la macchina perché non abbia incidenti”. “lo benedico te, perché tu possa essere un onesto guidatore e possa comportarti un po’ più da credente, non solo per paura degli incidenti”. “Ma, allora, lei non crede alle benedizioni, ai miracoli”. Io credo ai miracoli, ne vedo tanti tutti i giorni: vedo delle coppie che avrebbero avuto tutti i motivi per dividersi che con pazienza e amore sono riuscite a ritrovare l’armonia, vedo ragazzi che perduti nella droga, con fatica enorme sono riusciti a venirne fuori, vedo peccatori incalliti che con la grazia di Dio sono cambiati, vedo gesti di condivisione che commuovono.., e questi miracoli mi convincono più di tante madonne piangenti o di miracoli a comando che avvengono tra persone esaltate. Credo nelle benedizioni, quando queste portano non solo la benedizione di Dio (che se è Padre ci protegge sempre) ma portano alla conversione... Poi se Dio, nella sua bontà, si serve di benedizioni, formule o se dà a sua Madre di apparire per condurci a Lui non posso che dire con tutto il cuore: “Deo Gratias”.

 

 

DOMENICA 12 AGOSTO: 19^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ercolano; Sant’Eusebio da Milano.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI IL PANE VIVO DISCESO DAL CIELO.

 

HANNO DETTO: Se tu pensi che la libertà ti venga da un uomo, ti poni al servizio di quell'uomo e perciò non sei libero; e se la poni nella potenza, nella ricchezza o altro, allora sei schiavo delle cose. È la fede che ti libera: credo, perciò sono libero. È la Verità che fa liberi.  (David Maria Turoldo)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si deve cantare quando gli altri piangono. (proverbio Piemontese)

UN ANEDDOTO: Uno, una volta, è andato a comperare un’automobile dal concessionario. Questi gli ha fatto un discorso: — Guardi che la macchina ha buone prestazioni, la tratti bene, sa? Benzina super nel serbatoio, e, per i giunti, olio, di quello fino. L’altro invece: — Oh, no, per sua norma, io neanche l’odore della benzina posso sopportare, e neanche l’olio; nel serbatoio metterò spumante, che mi piace tanto e i giunti li ungerò con la marmellata. — Faccia come crede; però non venga a lamentarsi, se finirà in un fosso, con la sua macchina! Il       Signore ha fatto qualcosa di simile con noi: ci ha dato questo corpo, animato da un’anima intelligente, una buona volontà. Ha detto: questa macchina vale, ma trattala bene, secondo le sue vere esigenze, non secondo i tuoi capricci.

PAROLA DI DIO: 1Re 19,4-8; Sal 33; Ef 4,30-5,2; Gv 6,41-51

 

 

 

Vangelo   Gv 6,41-51

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal cielo"?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio". Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Parola del Signore

 

“IO SONO IL PANE VIVO DISCESO DAL CIELO”.

Ogni volta che celebro la messa penso al grande dono che Dio mi fa, insieme con i fedeli, di fare memoria viva di Cristo, ma memoria talmente viva che quel po’ di pane e di vino non per merito nostro, ma per dono di Dio sono il Corpo e il Sangue di Cristo. E ringrazio anche il buon Dio che mi aiuta a capire che la Messa non è un atto di devozione, ma unione reale al suo mistero di passione, morte e risurrezione, nel suo corpo e sangue. C’è poi ancora una cosa che mi colpisce e per cui ringrazio: per “incarnarsi” nell’Eucaristia, Gesù ha scelto pane e vino. Il pane: alimento base oggi sempre più disprezzato nei paesi ricchi (che, guarda a caso, stanno perdendo la fede) e sempre più desiderato da chi ha fame. E poi il vino: questo non è un alimento necessario ma è l’elemento che, usato bene, crea la gioia, la familiarità, la serenità, che libera dall’austerità e dal formalismo, che dà spazio alla fantasia. Nella Comunione ti ringrazio anche per questo mentre mi lascio andare a ricevere l’abbraccio della tua misericordia. Io vivo, riprendo il fiato, ricomincio a camminare, grazie alla memoria di quell’abbraccio, che mi rinnova e si rinnova quotidianamente. Io sto in piedi per merito di quell’abbraccio.

 

 

LUNEDI’ 13 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Ponziano e Ippolito; San Landolfo; San Benildo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TU SEI DONO. IO VOGLIO DIVENTARLO.

 

HANNO DETTO: Il genere umano era sprofondato nella morte a causa dell'uomo sconfitto, Adamo. Ora è risalito alla vita a causa dell'uomo vittorioso, Gesù. (S. Ireneo)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi sempre toglie e mai aggiunge, in men che non si dica trova il vuoto. (proverbio Piemontese)

UN ANEDDOTO: Dale Carnegie nel suo libro: «L’arte di conquistare gli amici», indica sei mezzi per conquistare la simpatia della gente.

1 - Interessati sinceramente degli altri, specialmente in certe circostanze.

2 - Sappi sempre sorridere.

3 - Tieni presente che il nome di una persona è, per lei, la parola più dolce e più importante di tutto

     il vocabolario.

4 - Sappi ascoltare e incoraggiare gli altri a parlare di sé.

5 - Parla di ciò che è più caro al tuo interlocutore.

6 - E fagli sinceramente sentire la sua importanza.

PAROLA DI DIO: Ez 1,2-5.24-28c; Sal 148; Mt 17,22-27

 

Vangelo   Mt 17,22-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafarnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì».  Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te». Parola del Signore

 

“IL VOSTRO MAESTRO NON PAGA LA TASSA PER IL TEMPIO?”.

Gesù ha appena preannunziato ai suoi che dovrà dare la vita, versare il suo sangue per la salvezza di tutti, ed ecco che si comincia a parlare di tasse per il Tempio. Da una parte c’è la donazione assoluta di sé stessi e dall’altra il gretto discorso di religione su come sostenere le attività del Tempio e sentirsi nello stesso tempo osservanti. Gesù, pur pagando non solo per sé ma anche per Pietro, “per non scandalizzarli”, prende le distanze da questo modo di intendere fede e religione. Esse non devono mai essere una tassa pagata a Dio.

Dio non solo non chiede tasse fatte di preghiere, di buone azioni, o di offerte per sostenere la religione, ma viene Lui stesso a pagare per le nostre manchevolezze. Tra cristiani non dovrebbe mai esserci il discorso delle tasse da pagare a Dio: “Devo pagare la tassa della Messa domenicale”, “Devo dare in carità la decima dei miei guadagni per fare una cosa meritevole di grazie”, “Con la mia ingiustizia mi sono appropriato indebitamente di cento milioni, ma ne ho dati venti per la costruzione di quel santuario dove, tra l’altro, metteranno il mio nome su una lapide, all’ingresso della chiesa”.

Con Dio non ci sono tasse, con Dio non si contratta né con soldi, né con elemosine, né con buone azioni. Queste, se si fanno, è solo perché abbiamo capito l’amore gratuito di Dio, è perché abbiamo capito che vale di più condividere i beni che tenerseli, donare che accumulare.

 

 

MARTEDI’ 14 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano Kolbe; San Callisto, vescovo di Todi.

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE!

 

HANNO DETTO: La vanità avvelena anche il bene che gli uomini fanno. (Papini)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi si ripara sotto una frasca, riceve quel che casca. (proverbio Piemontese)

UN ANEDDOTO: Il pomeriggio era afoso. L’uomo, stanco e di cattivo umore, salì sul vecchio autobus. A lungo guardò la strada monotona. I compagni di viaggio erano tutti muti, oppressi dal peso e dalla noia della vita. Ma, ad una fermata, sale una giovane donna. Ha al collo un bambino, che guarda attorno, stupito. Gli occhi di tutti si fissano lì. Si riparte. La giovane madre parla, ride, gioca con il suo stupendo bambino. Un soffio gentile di vita si diffonde sul volto di tutti. Qualcuno sorride, commenta. Ora è più bello viaggiare. Sul vecchio autobus del mondo è nato l’amore.

PAROLA DI DIO: Ez 2,8-3,4; Sal118; Mt 18,1-5.10.12-14

 

Vangelo   Mt 18,1-5.10.12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli». Parola del Signore

 

“I DISCEPOLI SI AVVICINARONO A GESÙ DICENDO: «CHI DUNQUE È IL PIÙ GRANDE NEL REGNO DEI CIELI?”.

Nel brano di Vangelo che la liturgia ci propone oggi abbiamo diverse indicazioni chiare circa il modo di intendere del mondo e quello di Dio e di coloro che vogliono far parte fin d’ora del Regno dei cieli.

La domanda degli Apostoli è tipica del modo di ragionare degli uomini: chi e il più forte? chi il più bravo? chi il primo della classe? chi è che ha più potere?

Nel regno dei cieli che Gesù ha già portato sulla terra, queste graduatorie non contano. Non ci sono concorsi, non meriti, benemerenze, spinte e bustarelle, c'è l'amore di Dio che guarda al cuore dell'uomo e, donando, sa leggervi la disponibilità e l'affetto. Quando due persone sono veramente innamorate l'una dell'altra non fanno graduatorie del bene: ogni gesto è atto di donazione, di amore completo e totale. Il nostro mondo dice: i bambini e i vecchi non contano, conta chi produce, chi rende. Come al solito, invece, davanti a Gesù i criteri terreni non contano, anzi Egli si schiera chiaramente dalla parte dei piccoli, e il termine include: bambini e fanciulli sprovveduti e trascurati dai grandi, poveri, umili di condizioni, semplici, bisognosi di ogni genere, peccatori. Davanti a Dio valgono di più questi che i potenti, i ricchi, i forti, Il Regno di Dio è loro, quindi se la comunità vuole essere cristiana, deve farsi come loro: perdere la propria sicurezza, fidarsi sempre meno della propria organizzazione e delle proprie strutture, rendersi disponibile, umile, semplice, senza pretese, fiduciosa e deve avere verso i piccoli gli atteggiamenti di Dio: soccorrere in ogni modo i bisognosi, preservare dal male bambini e fanciulli, mostrare comprensione, bontà, sollecitudine di ricupero verso i peccatori.

 

 

MERCOLEDI’ 15 AGOSTO: ASSUNZIONE B. V. M.

Tra i santi ricordati oggi: San Tarcisio, martire; Sant’Alfredo.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, INDICACI LA STRADA DEL CIELO.

 

HANNO DETTO: Fare la volontà di Dio è l'atto più intelligente e fruttuoso che l'uomo possa fare. (Chiara Lubich)

SAGGEZZA POPOLARE: Non sciupare legna anche se stai vicino ad un bosco. (proverbio Orientale)

UN ANEDDOTO: Due bambini, nella pace del cortile, giocavano a inventare una lingua speciale per poter parlare tra loro senza far capire nulla agli altri. “Brif, braf,” - disse il primo. “Braf, brof,” - rispose il secondo. E risero. Su un balcone del primo piano c'era un vecchio signore intento a leggere il giornale, e affacciata alla finestra dirimpetto c'era una vecchia signora. “Come sono sciocchi quei bambini” - disse la signora. Ma il signore non era d'accordo: “Io non trovo.” “Non mi dirà che ha capito quello che hanno detto” “E invece sì. Il primo ha detto: «Che bella giornata» E il secondo ha risposto: «Domani sarà ancora più bello». La signora arricciò il naso, ma stette zitta, perché i bambini avevano ricominciato a parlare nella loro lingua. “Maraschi, barabaschi, pippirimoschi,” - disse il primo. “Bruf,” - rispose il secondo. E giù di nuovo a ridere. “Non mi dirà che ha capito anche adesso” - esclamò indignata la vecchia signora. “E invece ho capito tutto, - rispose sorridendo il vecchio signore. - l primo ha detto: «Come siamo contenti di essere al mondo». E il secondo ha risposto: «Il mondo è bellissimo». Ma è poi bello davvero? - insisté la vecchia signora. “Brif, bruf; braf,” - rispose il vecchio signore. (Gianni Rodari)

PAROLA DI DIO: Ap 11,19a; 12,1-6a. 10ab; Sal 44; 1Cor 15,20-27a; Lc 1,39-56

 

Vangelo Lc 1,39-56

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. È beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

 

“MARIA SI ALZÒ E ANDÒ IN FRETTA VERSO LA REGIONE MONTUOSA”.

Il brano del Vangelo di oggi ci racconta l’incontro di Maria con Elisabetta. Ogni volta che meditiamo questo mistero nel rosario mi piace ricordarlo come il mistero della carità. Maria, in attesa di Gesù, invece di pensare a sé stessa, al mistero che si sta compiendo in lei, parte, si fa più di 140 Km. di strada per andare a servire la sua cugina anziana che, anche lei toccata dal mistero di Dio, sta per avere un figlio. Maria dà sé stessa in aiuto ma porta Gesù in aiuto. Anche noi cristiani siamo sull’esempio di Cristo chiamati alla carità. E la carità dovrebbe spingerci fuori di noi stessi, dovrebbe portarci a donare, a condividere, più che le cose che abbiamo, noi stessi. Ma per un cristiano non basta ancora: noi dobbiamo portare Gesù! Forse Gesù non è visibile (anche per Maria era ancora nel suo grembo) ma gli altri dovrebbero sempre poterlo cogliere presente in noi, nel nostro servizio disinteressato, pronto, disponibile.

 

 

GIOVEDI’ 16 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano d’Ungheria; San Rocco; Sant’Ambrogio di Ferentino.

Una scheggia di preghiera:

 

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI.

 

HANNO DETTO: Si aspetta tutto dal domani chi non sa vivere il presente. (Seneca)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando la casa è in fiamme, l'inondazione è la benvenuta. (prov. Orientale)

UN ANEDDOTO: Arturo ama molto la libertà, la sua libertà. A teatro si stende, come fosse nella sua stanza, sbadiglia, fischia, tossisce. A tavola allarga i gomiti e non ha riguardo per i commensali. In treno si corica sul sedile, occupa tre posti. Suo padre lo ammonisce e lo sgrida: — Tu saresti fatto per vivere da solo, in un deserto, non tra la gente. Arturo risponde: —Io amo la libertà! Ma un giorno suo zio, che lo udì dare questa risposta, gli disse: — Non è esatto quello che dici tu, Arturo. Tu non ami la libertà, ma la tua libertà. E la libertà non è tua o mia: è di tutti e come tale va rispettata!

PAROLA DI DIO: Ez 12,1-12; Sal 77; Mt 18,21-19,1

 

Vangelo   Mt 18,21-19,1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano. Parola del Signore

 

"SIGNORE, SE MIO FRATELLO COMMETTE COLPE CONTRO DI ME, QUANTE VOLTE DOVRÒ PERDONARGLI?".

Siamo nell'ambito del discorso del perdono e Pietro, in vena di generosità, si sente autorizzato a chiedere a Gesù se deve arrivare a perdonare sette volte (il numero della perfezione). Si sentirà rispondere con una moltiplicazione enorme che ha un risultato non numerico ma che vuol dire: "sempre".

Però, nel suo modo semplice di presentare l'argomento, Pietro fa un errore che spesso e volentieri facciamo anche noi: "Se mio fratello pecca contro di me". E già, perché sono sempre gli altri che mancano, ci fanno torto, hanno qualcosa da farsi perdonare. Non ci passa neppure per l'anticamera del cervello il sospetto che le posizioni si possano anche capovolgere, che anche noi possiamo offendere, scandalizzare, commettere colpa nei confronti del fratello.

Cominciamo a pensare che, qualche volta, può esserci qualcuno che ha qualcosa da perdonare a noi.

Anche il prete che amministra il perdono di Gesù dovrebbe, nel farlo, ricordarsi che anche lui, sempre, ha bisogno di quel perdono.

Il perdono quindi non è soltanto qualcosa da dispensare, è anche da ricevere; si può dare perdono solo chiedendo perdono o per dirla con Maillot: "La porta attraverso la quale entra il perdono è la stessa per la quale esce".

 

 

VENERDI’ 17 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacinto; Santa Chiara da Montefalco.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, BENEDICI LE NOSTRE FAMIGLIE”

 

HANNO DETTO: Il caso è una zuppa fatta dai furbi, ma soltanto gli sciocchi la mangiano. (V. M. Hugo)

SAGGEZZA POPOLARE: Se una pianta soffre, agisci sul terreno circostante. (proverbio Giapponese)

UN ANEDDOTO: Mia madre — scriveva Dom Helder Camara — era molto severa con me. Diceva: —Devi dare l’esempio!  Ed era molto esigente. Un giorno mi chiese qualcosa, che era al di sopra delle mie forze. Allora, ricordo, mi misi a piangere. Mi prese e mi condusse in un’altra stanza. Pensai che, per la prima volta, forse mi avrebbe picchiato. Ma, quando fummo soli, mi disse: — Figlio mio, perdonami: ho preteso da te più di quanto potessi darmi. Mi chiese perdono, mia madre, perché era convinta d’aver commesso un errore. È molto importante, questo: ammettere d’aver sbagliato.

PAROLA DI DIO: Ez 16,1-15.60.63 opp. 16,59-63; Cant.  Is 12,2-6; Mt 19,3-12

 

Vangelo   Mt 19,3-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». Parola del Signore

 

“NON AVETE LETTO CHE IL CREATORE DA PRINCIPIO LI FECE MASCHIO E FEMMINA E DISSE: “PER QUESTO L’UOMO LASCERÀ IL PADRE E LA MADRE E SI UNIRÀ A SUA MOGLIE E I DUE DIVENTERANNO UNA SOLA CARNE”?

Gesù per rispondere ad una domanda che gli vien fatta sulla liceità o meno del divorzio ci invita a tornare indietro, ai valori, ai principi della creazione stessa dove è Dio a dire: "Non è bene che l'uomo sia solo". È facile capire che l'uomo ha bisogno di comunicare con l'altro. Sarà per necessità, per attrazione fisica, per sentimento, ma gli uomini si cercano. Il bambino cerca l'amico per giocare; il giovane cerca compagnie per parlare, divertirsi, gareggiare, amare; l'adulto per costruire insieme la vita in tutti i suoi valori; l'anziano per sostenersi, per ricordare… Nessuno vorrebbe essere solo. Ma, di fatto, tanti di questi incontri desiderati trovano spesso difficoltà e diventano scontri. I bambini si azzuffano, i giovani si lasciano, gli adulti si combattono in mille modi, gli anziani non si tollerano e tutto questo ci rivela che non è per niente facile realizzare la comunione a tutti i livelli: tra popoli, nella società, in famiglia. Eppure è anche vero che l'uomo da solo sta male.

È solo con l'amore vero, profondamente maturato (non quello dei facili sentimenti, del sesso o delle canzonette) che si possono superare le difficoltà dei rapporti e creare una vera comunione di vita.

 

 

SABATO 18 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Elena; Santi Floro e Lauro.

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI TRA LE TUE BRACCIA, DIO MIO.

 

HANNO DETTO: Una persona orgogliosa crede che tutto quello che fa è fatto bene; ha sempre ragione; crede che il suo parere sia migliore di quello degli altri. (S. Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi esalta le sue doti giudica idioti gli altri.

UN ANEDDOTO: Può capitare che il maestro dica al bambino difficile: — Sei un buono a nulla. Che la mamma stanca gli dica: — Sei un buono a nulla. Che il vicino nervoso gli dica: — Sei un buono a nulla. A forza di sentirselo dire, anche se non è vero, il bambino diventerà un buono a nulla. Perché nessuno ha creduto che fosse buono a qualcosa.

PAROLA DI DIO: Ez 18,1-10.13b.30-32; Sal 50; Mt 19,13-15

 

Vangelo   Mt 19,13-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là. Parola del Signore

 

“NON IMPEDITE CHE I BAMBINI VENGANO A ME; A CHI È COME LORO, INFATTI, APPARTIENE IL REGNO DEI CIELI”.

Spesso abbiamo guardato a questa scena del Vangelo con spirito romantico: fa sempre effetto vedere un personaggio importante che distribuisce carezze ai bambini.

Gesù accoglie e benedice i bambini non per attirarsi la simpatia dei genitori, compie un gesto profetico: ricorda che per entrare nel suo Regno occorre diventare “piccoli” cioè semplici, bisognosi di tutto, deboli. In fondo questo gesto è nient’altro che la proclamazione delle sue Beatitudini.

Il Regno non lo si “rapisce” con l’intelligenza e la scienza, anche se bisogna essere “semplici come colombe, ma astuti come serpenti”; il Regno non è dei potenti perché “Egli abbassa i potenti dai troni e innalza gli umili”; il Regno non lo si fa avanzare con la spada perché ”chi di spada ferisce, di spada perisce”; la giustizia non la si ottiene portando gli altri davanti al giudice, ma “porgendo l’altra guancia”; la misericordia e il perdono lo si ottiene “essendo misericordiosi”; la verità non è questione di sapienza umana ma di accostarsi a Cristo “via, verità e vita”; la legge non è osservanza di norme per paura ma  “amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze il prossimo nostro come noi stessi”. E tutte queste cose riusciremo a realizzarle se ci buttiamo tra le braccia di Gesù come dei bambini semplici, anche se birichini; bisognosi di tutto, anche se un po’ petulanti; capaci di ricevere e di donare, anche se egocentrici di natura; capaci di vedere e di aver fantasia proprio perché curiosi. Il bambino è innanzitutto speranza di vita; poi è necessità di tutto; poi ancora è semplicità non ancor troppo contaminata. Il Regno può accoglierlo solo chi ha speranza nel futuro, chi, non legato troppo alle cose del presente, non è pessimista, chi si apre con semplicità e meraviglia al dono della vita, chi sa di non avere in sé forze sufficienti ma contemporaneamente si fida dell’amore degli altri.

 

 

DOMENICA 19 AGOSTO: 20^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Eudes; Bartolomeo da Simeri.

Una scheggia di preghiera:

 

ANNUNCIAMO LA TUA MORTE, SIGNORE. PROCLAMIAMO LA TUA RISURREZIONE

NELL'ATTESA DELLA TUA VENUTA.

 

HANNO DETTO: Solo l'amore può dare valore alle opere. (S. Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Tutto il buio dell'universo non riuscirà a spegnere la luce di una sola candela. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Un alpino, dopo lunghe ore di marcia, era stanco di portare il suo pesante zaino. Era tentato di fermarsi e di buttarlo a terra, quando vide sul margine del sentiero montano una madre, che medicava il piede ferito del figlioletto. L’alpino si ferma a guardare e a parlare. Viene così a sapere che la donna è stanca di portare sulle spalle il suo bambino ferito e la baita è ancora lontana.

Allora l’alpino con gesto rude, ma con cuore delicato, solleva il bimbo e lo pone seduto sopra il suo zaino. Con passo rapido, seguito dalla madre contenta, riprende la salita cantando e il bimbo dall’alto sembra un re in trionfo. L’affetto aveva tolto ogni fatica. L’affetto rende leggero ogni dolore.

PAROLA DI DIO: Pr 9,1-6; Sal 33; Ef 5,15-20; Gv 6,51-58

 

Vangelo   Gv 6, 51-58

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Parola del Signore

 

“SE NON MANGIATE LA CARNE DEL FIGLIO DELL’UOMO E NON BEVETE IL SUO SANGUE, NON AVRETE IN VOI LA VITA”

Quello che Gesù fa è un discorso scandaloso per gli Ebrei che lo ascoltano. Mangiare la carne di un altro è scandalo, ancor di più lo è il sangue. Gesù, dunque, mette in relazione queste sue parole con la donazione totale che farà di sé stesso sulla croce. L’Eucaristia è il reale memoriale della Passione e Morte di Gesù. Chi fa l’Eucaristia mangiando il suo Corpo entra in comunione con questo mistero, ne partecipa, è chiamato a viverlo.

Troppe volte abbiamo ridotto la Comunione a un momento intimistico: ci esaminiamo se non abbiamo fatto qualche peccato, riceviamo l’Eucaristia, ci coccoliamo “il nostro Gesù’!

Tutto questo, pur essendo valido, è riduttivo. Se celebro e ricevo l’Eucaristia annuncio e proclamo il Signore risorto, mi unisco e accetto la sua Passione Morte e Risurrezione, attendo con gioia e fermezza il suo ritorno che preparo con la mia vita resa conforme a Colui che ho ricevuto.

 

 

LUNEDI’ 20 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bernardo; San Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, LA MIA VITA CANTA IL MIO GRAZIE.

 

HANNO DETTO: La Verità è sempre sul patibolo, il Torto sempre sul trono. Ma quel patibolo governa il futuro, e dietro l'ignoto tenebroso, nell'ombra, Dio sta di guardia a proteggere i suoi. (James Russel Lowell)

SAGGEZZA POPOLARE: Dio sorride se apri una porta; ed è triste se alzi un muro. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Un giorno un amico domandò a due anziani coniugi che dopo tanti anni di matrimonio testimoniavano ancora la gioia d’un amore vivace, gentile e fedele: — Come fate ad essere ancora così uniti, così sereni e buoni in famiglia? Come avete fatto ad educare così bene i vostri figli, in tempi così difficili? La moglie, indicando un vecchio Crocifisso, appeso ad una parete di casa, rispose: — La vita è dura per tutti; ma qui dentro Quello lì ha il posto d’onore dal giorno del nostro matrimonio. Domandatelo a Lui!

PAROLA DI DIO: Ez 24,15-24; Cant. Dt 32,18-21; Mt 19,16-22

 

Vangelo   Mt 19,16-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze. Parola del Signore

 

“MAESTRO, CHE COSA DEVO FARE DI BUONO PER AVERE LA VITA ETERNA?”

Fatta per motivi esistenziali o religiosi è sempre la stessa domanda quella che viene fatta oggi a Gesù: che senso ha la vita? come viverla?

La vita è un viaggio. Si arriva passo dopo passo. E se ogni passo è meraviglioso, se ogni passo è magico, lo sarà anche la vita. E non siate mai di quelli che arrivano in punto di morte senza aver vissuto. Non lasciatevi sfuggire nulla. Non guardate al di sopra delle spalle degli altri. Guardateli negli occhi. Non parlate “ai” vostri figli. Prendete i loro visi tra le mani e parlate “con” loro. Non abbracciate un corpo, abbracciate una persona. E fatelo ora. Sensazioni, impulsi, desideri, emozioni, idee, incontri, non buttate via niente. Un giorno scoprirete quanto erano grandi e insostituibili.

Ogni giorno imparate qualcosa di nuovo su voi stessi e sugli altri.

Ogni giorno cercate di essere consapevoli delle cose bellissime che ci sono nel nostro mondo. E non lasciate che vi convincano del contrario.

Guardate i fiori. Guardate gli uccellini. Sentite la brezza. Mangiate bene e apprezzatelo. E condividete tutto con gli altri.

Uno dei complimenti più grandi da fare a Dio è apprezzare la sua vita.

 

 

MARTEDI’ 21 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Pio X; San Baldovino di Rieti.

Una scheggia di preghiera:

 

DALLA CUPIDIGIA E DALLA GELOSIA: LIBERACI, O SIGNORE!

 

HANNO DETTO: I santi hanno amato. Ecco tutto il loro segreto. (H. Lacordaire)

SAGGEZZA POPOLARE: Il silenzio è il linguaggio dello spirito. Dall'albero del silenzio pende il frutto della tranquillità. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Il saggio della montagna a cui il viandante domandava se fosse felice, rispondeva che non aveva assolutamente tempo per pensarci.

PAROLA DI DIO: Ez 28,1-10; Cant. Dt 32,26-36; Mt 19,23-30

 

Vangelo   Mt 19,23-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi». Parola del Signore

 

“E’ PIU’ FACILE CHE UN CAMMELLO PASSI PER LA CRUNA DI UN AGO, CHE UN RICCO ENTRI NEL REGNO DI DIO”.

Ma, la ricchezza, il benessere sono proprio così brutti e sempre negativi, se il Vangelo è così drastico nei loro confronti ed esalta la povertà?

Eppure sappiamo che la povertà può generare ribellione, fame, disperazione, e sappiamo anche che un certo benessere può generare serenità di vita, generosità. Il Vangelo non vuol far altro che riproporci valori e aiutarci a conseguirli attraverso la fede perché noi siamo felici e allora ci ricorda i rischi del ricco. La ricchezza e il benessere rischiano di diventare un idolo che ci impedisce la strada di Dio. Quando il denaro e le cose diventano il fine della vita, io non vedo più Dio, la sua provvidenza; al denaro comincio ad immolare il mio tempo, le preoccupazioni, le persone e ne va di mezzo anche la mia serenità. E non pecchiamo di presunzione ingannandoci e dicendo: “Ma io so gestire bene le mie cose”, il rischio e la tentazione ci sono sempre!

 

 

MERCOLEDI’ 22 AGOSTO: B. V. M. REGINA

Tra i santi ricordati oggi: Santa Augusta; San Fabrizio e Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI UN DIO GRANDE E GENEROSO VERSO TUTTI.

 

HANNO DETTO: Nelle cose di Dio appoggiarsi sui mezzi umani è come appoggiarsi sulle fragili canne. (S. Vincenzo de Paoli)

SAGGEZZA POPOLARE: Il sole, al tramonto, arrossisce di tutto ciò che è stato costretto a vedere durante il giorno. (proverbio Armeno)

UN ANEDDOTO: Claudio fa parte della Gioventù Cattolica Operaia. È simpatico, generoso e ricco di vita interiore. Ma come fa ad essere così buono in quella famiglia? Sette persone in due stanze, un padre alcolizzato e due sorelle più o meno prostitute. Claudio è un vero raggio di sole in un cielo carico di ombre. Un giorno gli chiedo: — Come sei potuto rimanere al di sopra delle miserie della tua famiglia? Mi risponde: — È semplice. Ascolta! Una notte, avevo allora otto anni, mio padre tornò a casa ubriaco, come al solito. Io avevo paura di lui e lo odiavo. Quella notte stavo dormendo, ma lui, mio padre, mi svegliò. Piangeva a dirotto con la testa appoggiata al letto, vicino al mio cuscino. Mi disse: — Claudio, bimbo mio, non fare mai come me, io sono troppo infelice! Da quella notte ho imparato a voler bene a mio padre così com’era. Sono certo che è stato lui a salvarmi, perché quella volta si è comportato con me in modo leale. Fu appunto in quella notte che ho sentito forte la voce di Gesù.

PAROLA DI DIO: Ez 34,1-11; Sal 22; Mt 20,1-16

 

Vangelo   Mt 20,1-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».  Parola del Signore

 

"SEI INVIDIOSO PERCHÈ IO SONO BUONO?”     

La chiave di interpretazione della parabola del padrone che manda ad ore diverse i lavoratori nella sua vigna si trova proprio in queste parole. Infatti se noi diamo un giudizio solo umano all'operato di questo padrone diremo che privilegia qualcuno nei confronti di altri, ma chi siamo noi per sindacare sull'operato di Dio. L'uomo non può vantare nessun diritto su Dio. La ricompensa che Dio dà all'uomo sarà sempre pura grazia. L'uomo non ha mai diritto di presentare a Dio la fattura. Il risentimento per la bontà e la generosità di qualcuno verso altri e un atteggiamento tutt'altro che infrequente anche nella Chiesa: a volte vorremmo l'intervento di Dio per punire chi giudichiamo peccatore, altre volte la nostra invidia non ci permette di vedere il bene negli altri.  Dio invece va sempre in cerca di tutti, chiama tutti ad ogni ora, e accoglie chi trova. La sua chiamata accomuna nel lavoro, la sua generosità tocca tutti. Non solo non dovremmo essere invidiosi ma felici di avere un Dio così generoso.

 

 

GIOVEDI’ 23 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosa da Lima; San Filippo Benizi.

Una scheggia di preghiera:

 

PER ME TU PREPARI UNA MENSA... IL TUO CALICE TRABOCCA.

 

HANNO DETTO: Cercate di vincere la vostra natura malinconica perché, come dice santa Teresa, il demonio pesca nel torbido. (Santa Teresa Margherita Redi)

SAGGEZZA POPOLARE: Convinciti! La terra non è troppo stretta per coloro che la abitano. È lo spirito degli uomini che è troppo stretto. (proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Tufid, uno dei muratori che lavoravano nel mio cantiere, durante l’intervallo di mezzogiorno, è venuto a parlarmi. È mussulmano, ma ha una grande curiosità circa il cristianesimo. Mi ha detto: — Io sono comunista. Gli ho risposto: — Qui molti poveri si dicono comunisti, unicamente perché credono che il comunismo li farà ricchi. — No! mi ha risposto; io sono povero, ma ho una casa grande!

A dire il vero Tufid non occupa che una stanza: lui, la moglie e cinque figli. Meravigliato delle sue parole, gli ho chiesto: — Ma dov’è questa tua casa grande?

Qui non hai che una stanza sola per vivere con la tua famiglia. Tufid è rimasto un attimo in silenzio. Poi, alzando la mano con un gesto solenne, mi ha risposto: — Io ho una casa grande in cielo! (P. Gauthier)

PAROLA DI DIO: Ez 36,23-28; Sal 50; Mt 22,1-14

 

Vangelo   Mt 22,1-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE AD UN RE CHE FECE UNA FESTA DI NOZZE PER SUO FIGLIO”.

La prima cosa che ci sorprende: quando Gesù parla del Regno lo presenta come un banchetto di nozze, cioè un momento di festa e di gioia. Noi ci saremmo aspettati, magari, un regno dove Dio è giudice, siede in tribunale, fa i conti in base a leggi predeterminate, procede a un rigoroso controllo dei documenti. Invece abbiamo una festa a cui siamo invitati. Ma c’è un rischio: qualcuno pur essendo invitato non accoglie questo dono, ha altro da fare, si perde la festa, e questo succede quando si ripone la propria gioia nelle cose. Proviamo a chiederci con sincerità se noi accettiamo o meno questo invito. Siamo più preoccupati delle cose che oggi ci sono, domani passano e ci lasciano solo delle preoccupazioni o se davvero approfittiamo della fiducia che Dio ripone in noi?

Come apprezzo i doni di Dio, la mia vita, la salute, il prossimo, gli affetti, i sacramenti?

Ad esempio, davanti all’invito che tanto spesso il Signore mi fa per la sua Eucaristia, come rispondo? È per me una festa o una noia?

Ci vado volentieri o accampo facili scuse?

E, se partecipo all’Eucaristia come la vivo poi?

 

 

VENERDI’ 24 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bartolomeo; Santa Emilia di Vialar.

Una scheggia di preghiera:

 

IO GIOISCO PIENAMENTE NEL SIGNORE, LA MIA ANIMA ESULTA NEL MIO DIO.

 

HANNO DETTO: A volte si distrugge la propria salute tormentandosi per conservarla. (Virgilio)

SAGGEZZA POPOLARE: Non raccontare a tutti le tue disgrazie; lo sparviero e l’avvoltoio si abbattono sul ferito che geme. (proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Un padre di famiglia, di carattere impulsivo, quel giorno di cattivo umore, si adirò con la moglie per uno dei soliti disguidi familiari. La donna cercò di giustificarsi, ma egli s’irritò ancor più tanto da lasciarsi sfuggire una bestemmia. Vicino giocava la sua bambina di quattro armi, intenta a cavalcare il suo cavalluccio, il quale però improvvisamente s' intoppò. La bambina si stizzì e ripeté la bestemmia del papà. Fu come un colpo di fulmine a ciel sereno. La mamma tremò e si lasciò sfuggire il piatto di mano. Il padre diventò pallido, allibito con la vergogna e il pianto nel cuore.

PAROLA DI DIO: Ap 21,9b-14; Sal 144; Gv 1,45-51

 

Vangelo Gv 1,45-51 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazareth». Natanaèle gli disse: «Da Nazareth può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

“COME MI CONOSCI?”

In questo brano ci viene descritto l’incontro che Gesù ha con Natanaele, e una cosa salta agli occhi subito: il Signore mostra di conoscere a fondo la persona che ha davanti, ne ha una conoscenza profonda. E Natanaele si sente conosciuto e Riconosciuto… è per questo che è capace di dire che Gesù è molto più di ciò che appare agli occhi. Chi altri è capace di conoscere il nostro cuore?

Ma Gesù non si accontenta, e rilancia: seguimi e vedrai cose ancora più grandi!

Chiunque segua il Signore vive un po’ questa esperienza: si sente riconosciuto, degno in una parola, amato per quello che è. Ma non finisce lì, perché il Signore ci fa una promessa ancora più bella: ci promette che seguirlo aprirà strade che in questo momento neppure immaginiamo! Come Abramo: il Signore ha reso l’uomo sterile che era in padre di Israele; o come Mosè, che da semplice pastore con un passato di fallimento è diventato guida di un popolo intero. Non dobbiamo mai abbassare le nostre aspettative! I cristiani sono uomini e donne pronti ad accogliere nella loro vita quella Novità capace di superare ogni attesa.

 

 

SABATO 25 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Ludovico; San Giuseppe Calasanzio; San Genesio.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICACI, O SIGNORE, DA OGNI IPOCRISIA.

 

HANNO DETTO: La superstizione, l'idolatria e l'ipocrisia percepiscono ricchi compensi, mentre la Verità va in giro a chiedere l'elemosina. (Martin Lutero)

SAGGEZZA POPOLARE: Nessuno può evitare che le scocciature entrino in casa, ma è un errore offrir loro una sedia. (proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Un fraticello se ne stava nello scompartimento di un treno a sentire, impotente e addolorato, le bestemmie pronunciate a gara da due giovani maleducati, quando uno di questi, scherzando, disse: — Padre, devo darle una brutta notizia! È morto il diavolo! — Mi spiace tanto e vi porgo le mie sincere condoglianze! ripose il fraticello. — Condoglianze? E perché? — fecero insieme i due giovani. — Perché provo tanta compassione per voi che siete rimasti orfani!

PAROLA DI DIO: Ez 43,1-7a; Sal 84; Mt 23,1-12

 

Vangelo   Mt 23,1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filatteri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbi” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbi”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore

 

"SULLA CATTEDRA DI MOSE' SI SONO SEDUTI GLI SCRIBI E I FARISEI.  PRATICATE E OSSERVATE TUTTO CIÒ CHE VI DICONO, MA NON AGITE SECONDO LE LORO OPERE, PERCHÉ ESSI DICONO E NON FANNO”

Può stupire che Gesù, sempre buono e misericordioso con tutti sia così duro proprio con i rappresentati della sua religione. Penso che tutti sappiamo che gli scribi e i farisei non erano i “cattivi”, ma coloro che cercavano di mantenere la purezza della religione. Il rischio per loro era però di sentirsi troppo ‘buoni’ e di utilizzare la religione per i propri fini e per il proprio potere. Ma non puntiamo il dito solo su loro, c’è da fare un profondo esame di coscienza per il nostro mondo e per noi stessi! Quanti capi e responsabili delle nostre comunità civili e religiose dicono e non fanno! Come è facile riempirsi la bocca di moralismi per gli altri e vivere da immorali, come è facile dire: “Si dovrebbe fare così…”, e non muovere un dito.

Gesù però non fa di tutt’erba un fascio, come spesso può capitare a qualcuno che magari avendo incontrato un cattivo prete butta via con esso anche tutta la religione e, peggio ancora, la propria fede. Gesù ci invita a meditare ed accogliere l’insegnamento anche quando non è suffragato dalla te­stimonianza, ma soprattutto ci invita alla coerenza.

E, allora, se cercassimo di scandalizzarci di meno per le vere o presunte colpe degli altri, per le tante immoralità della nostra epoca e cominciassimo magari ad usare un po’ più moralmente il nostro denaro, non sarebbe già un piccolo, ma significativo tentativo di coerenza?

È troppo facile impalcarsi sulla cattedra di Mosè o sui cadreghini del nostro piccolo potere familiare, sociale, religioso, per lamentarci degli altri, del mondo che non va più come una volta, della mancanza di fede, di religione, di morale. Le prediche che facciamo agli altri proviamo oggi a farle a noi stessi e forse allora scenderemo dalla cattedra per scoprire che la cattedra di Gesù e del cristiano non è quella del comando, ma quella del servizio.

 

 

DOMENICA 26 AGOSTO: 21^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessandro; San Zefirino.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DA CHI ANDREMO? TU SOLO HAI PAROLE DI VITA ETERNA.

 

HANNO DETTO: Comportiamoci come tempio di Dio, perché si veda che Dio abita in noi. (San Cipriano)

SAGGEZZA POPOLARE: Solo uno sciocco verifica la profondità dell'acqua con entrambi i piedi.

UN ANEDDOTO: Al grande S. Antonio del deserto un giorno qualcuno disse: Sei il più grande monaco di tutto l’Oriente. — Me lo ha già detto il diavolo — rispose Antonio.

PAROLA DI DIO: Gs 24,1-2a.15-17.18b; Sal 33; Ef 5,21-32; Gv 6,60-69

 

Vangelo   Gv 6,60-69

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Parola del Signore

 

“VOLETE ANDARVENE ANCHE VOI?”.

Quante volte ho visto persone entusiasmarsi davanti ad una pagina di Vangelo o partecipare entusiasti a qualche manifestazione religiosa (specialmente quelle che rispondono maggiormente ai propri gusti ed esigenze) e poi ho ritrovato queste stesse persone, tristi, rassegnate. Come mai?

Il Vangelo è esigente!

Certo è liberante, entusiasmante, ma poi arriva il mistero, arriva la croce; la testimonianza cozza contro l’indifferenza, le paure prevalgono. Gesù ci chiedi troppo. Gesù non realizzi le nostre richieste, ci lasci soli. Molti discepoli si erano allontanati da Gesù per il suo “linguaggio duro” e Gesù chiede: “Volete andarvene anche voi?”.

“Sì, Signore: la tentazione c’è. Non riusciamo a capirti, ci è difficile seguirti, ci sono tante complicazioni anche nella tua Chiesa. Ma dove andremo?

La solitudine è ancora peggiore lontano dalla tua speranza, le risposte che ci danno altre credenze o filosofie, ce ne rendiamo conto, sono chimere. Le uniche parole che salvano sono le tue. Donaci, Gesù, di aver fiducia in esse: Tu non puoi tradirci!”.

 

LUNEDI’ 27 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Monica; San Cesario di Arles; San Giuseppe Calasanzio.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' SOLO TU CONVERTI E SALVI.

 

HANNO DETTO: Il dubbio o la fiducia che hai nel prossimo sono strettamente connessi con i dubbi e la fiducia che hai in te stesso. (Kahlin Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: L'elefante non ha cura del morso delle pulci.

UN ANEDDOTO: Un esattore avaro e spietato un giorno andava in un villaggio per fare certe riscossioni. Lungo la via gli s’accostò un tale per accompagnarsi con lui, e l’esattore riconobbe subito che era il diavolo, e figuratevi se, per certe sue buone ragioni, non desiderò di levarselo di torno! Dapprima incontrano un uomo che si tira dietro un porco capriccioso e ribelle. «Il diavolo ti porti!» dice a ogni passo il         contadino. E l’esattore: «Non senti? Ti vuol dare il porco: vai a prenderlo!». «No», risponde il diavolo «non me lo dà di cuore». Poi trovano una donna con un bambino che frigna e fa le bizze. «Il diavolo ti prenda!» grida stizzita la donna. «O perché non lo pigli?» esclama l’esattore. — Non me lo dà di cuore, risponde il diavolo, il suo è un modo di dire. Finalmente arrivano al villaggio, e quei poveri contadini, vedendo giungere il loro carnefice, cominciano a gridare: «Va’ al diavolo! Va’ all’inferno! Il diavolo ti pigli!». E il diavolo: «Questi sì», dice «che ti regalano a me proprio di cuore! E perciò ti piglio!». E senza dir altro, l’acciuffò e se lo portò via. (Luigi Santucci)

PAROLA DI DIO: 2Ts 1,1-5.11b-12; Sal 95; Mt 23; Mt 23,13-22

 

Vangelo   Mt 23,13-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso». Parola del Signore

 

“GUAI A VOI SCRIBI E FARISEI IPOCRITI, CHE PERCORRETE IL MARE E LA TERRA PER FARE UN SOLO PROSELITO E, QUANDO LO È DIVENUTO, LO RENDETE DEGNO DELLA GEÈNNA DUE VOLTE PIÙ DI VOI.

Giustamente la Chiesa è per sua natura missionaria: è Gesù stesso che ci manda a tutte le genti; giustamente i nostri vescovi ci spingono alla evangelizzazione e alla missione, ma mi chiedo se il rimprovero di Gesù del Vangelo di oggi sia solo per i proseliti Ebrei di allora o non sia ancora rivolto a noi. Noi cerchiamo di portare gli altri da Gesù o da noi stessi?

Se il nostro annunciare Gesù viene dalla nostra profonda fede in Lui, dalla gioia dell’aver incontrato e sperimentato il suo amore liberante, dal desiderio che altri facciano la nostra stessa esperienza, noi trasmettiamo davvero Gesù Cristo, il suo messaggio, la sua vera Chiesa; se noi vogliamo “convertire” gli altri per aumentare il numero dei cattolici e rendere sempre più potente la chiesa, se noi vogliamo solo trasmettere un certo numero di dogmi di credenze di norme religiose, noi rischiamo di non annunziare Gesù e di fare pure un brutto servizio alla sua vera Chiesa. Pensate anche solo a quanto è successo più volte e in diversi modi nella storia quando intere popolazioni hanno dovuto convertirsi perché si convertiva il loro re o perché la politica dei popoli conquistatori richiedeva che i nuovi schiavi fossero ancora più obbedienti perché cristiani.

Noi cristiani siamo mandati perché Gesù nella sua bontà vuole servirsi di noi per manifestare il suo amore, il suo perdono, la sua misericordia al mondo; siamo, come Lui, chiamati solo e sempre a proporre una fede che per noi è gioia e liberazione; siamo contenti se qualcuno attraverso anche la nostra opera incontra Cristo e a sua volta diventa testimone, ma la conversione del cuore appartiene alla Grazia di Dio e alla persona.

 

 

MARTEDI’ 28 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino; Santa Adelina; Sant’Alfrico.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU CERCHI IL NOSTRO CUORE NON LE NOSTRE APPARENZE.

 

HANNO DETTO: Ascolta la malattia: ha molto da insegnarti! (Giuseppe Moretti)

SAGGEZZA POPOLARE: Agli occhi della gente modesta ogni ricco sembra una persona di grande levatura. (Detto Arabo)

UN ANEDDOTO: Un giorno al diavolo saltò in mente di fare un viaggio. Sarebbe tornato — promise a sé stesso — quando avesse trovato un uomo capace di stupirlo. Stipò in una bisaccia una mezza dozzina d’anime e un pane di zolfo e partì. Cammina cammina cammina, dopo molte miglia di strada al diavolo venne il sospetto d’aver preso una decisione sbagliata: per le strade del mondo, infatti, non s’era imbattuto in alcuna persona degna, nonché d’interesse, neppure di curiosità. Decise allora, dal momento che cominciava ad esser stanco, di visitare qualche luogo sacro: ma neanche lì, dove più accanita si svolgeva la lotta contro di lui, notò qualcosa che lo stupisse. Sfiduciato e deluso, sostava melanconico all’ombra di un faggio, quando un viandante accaldato, con una borsa a tracolla, si fermò presso di lui. — Tu sei il diavolo —, gli disse l’uomo in atto di riprender la strada. — Come fai a saperlo? — chiese stupito il demonio. — Questione d’abitudine. Vedi, io sono un commesso viaggiatore, viaggio molto e conosco la psicologia della gente. Ebbene, nei dieci minuti in cui siamo stati insieme: non mi hai attaccato un bottone, e quindi non sei un seccatore; non ti sei lamentato del tempo, e quindi non sei un imbecille; non mi hai assalito, e quindi non sei un attaccabrighe; non mi hai offerto da bere, e quindi non sei un buontempone; non mi hai neppure salutato, e quindi non sei un gentiluomo; non mi hai chiesto che cos’ho nella borsa, e quindi non sei un ficcanaso. E se non sei né un seccatore, né un imbecille, né un attaccabrighe, né un buontempone, né un gentiluomo, né un ficcanaso, allora un uomo non sei. Non sei nessuno. Non puoi essere altri che il Diavolo. Il diavolo, a sentir questo discorso, si cavò il cappello e si grattò la zucca. — E inoltre hai le corna —, constatò l’uomo battendosela a gambe.

PAROLA DI DIO: 2Ts 2,1-3a.13-17; Sal 95; Mt 23,23-26

 

Vangelo   Mt 23,23-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!». Parola del Signore

 

“GUIDE CIECHE CHE FILTRATE IL MOSCERINO E INGOIATE IL CAMMELLO”.

Queste accuse di Gesù riguardano anche noi perché il legalismo ipocrita, le discussioni sulle minuzie, tante volte tentano di coprire ancora oggi il vuoto dei valori.

Ad esempio, puntualmente, ritornano le discussioni sulla Comunione in mano o in bocca. Esigere il rispetto per l’Eucarestia è importante ma conta di più la mano o la bocca o l’atteggiamento del cuore? Ricordiamo la frase di Gesù: “Non è ciò che entra nella bocca ciò che rende l’uomo impuro, ma ciò che esce dal suo cuore”. Non sono le minuzie di una morale legalistica che fanno l’uomo giusto, non sono i colli torti o le mani giunte che fanno il cristiano. Non è vestendo la scimmia da uomo che per questo essa diventi uomo e quante bestie incravattate e agghindate viaggiano oggi nel mondo!

 

 

MERCOLEDI’ 29 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Martirio di san Giovanni Battista; San Bononio di Lucedio.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO SANTO DI DIO RINFORZA CIO' CHE È DEBOLE.

 

HANNO DETTO: Non dovrebbe esistere differenza fra soffrire e vedere soffrire. (Villiam Hazlitt)

SAGGEZZA POPOLARE: Basta uno spillo per sgonfiare un pallone.

UN ANEDDOTO: Giovanni Wasa, duca di Finlandia, fu gettato in prigione per tutta la vita, dal fratello suo Enrico, re di Svezia. La sua sposa, Caterina Jagellon, chiese al re di Svezia di seguire il consorte in carcere. — Ma, signora, — rispose il sovrano, — voi non vedrete mai più la luce del giorno. — Lo so! — rispose Caterina. — Ma sapete che vostro marito è trattato come un sedizioso e colpevole di lesa maestà? — Lo so; ma, libero o no, Giovanni è sempre mio marito. Caterina tirò fuori l’anello nuziale, e lo mostrò al re, il quale vi lesse incise le due parole: «Mors sola»: solo la morte ci separerà! E la nobildonna entrò in carcere, ove visse per diciassette anni, cioè fino alla morte di Enrico, quando furono liberati tutti e due.

PAROLA DI DIO: Ger 1,17-19; Sal 70; Mc 6,17-29

 

Vangelo Mc 6,17-29 

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodiade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodiade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

“LA GUARDIA ANDÒ, LO DECAPITÒ IN PRIGIONE E NE PORTÒ LA TESTA SU UN VASSOIO”

Quando ero ragazzo i nostri educatori tendevano a presentarci le figure degli eroi per far nascere in noi desideri di valori superiori. Certamente la cosa serviva e serve, ma c’era e c’è anche il pericolo di farsi degli idoli di eroi ‘senza macchia e senza’ paura, lontani però dalla realtà.

È un eroe Giovanni Battista?

Certamente è un testimone: uno che ha fatto scelte forti nella sua vita, uno che non ha cercato il proprio interesse ma quello di Dio, uno che davanti a Gesù ha saputo riconoscere la propria pochezza ed ha cercato di “diminuire affinché Lui cresca”, uno che non ha avuto paura di dire ad un re sanguinario e peccatore: “Non ti è lecito!”.

Ma è anche un uomo che ama la vita, che ha i suoi dubbi ed ha bisogno di conferme: pensate al fatto che mentre è prigioniero nella fortezza di Macheronte manda ancora messaggeri per avere la conferma che Gesù sia davvero il figlio di Dio. E non è neanche l’eroe che muore davanti a tutti dicendo parole degne di encomi, destinate a convertire il prossimo: muore nel buio di una cella, ucciso da una guardia che forse neppure conosce, per ordine di un re ubriaco di vino e di sesso, per l’invidia di una donna.

E allora mi accorgo che se non ho la stoffa dell’eroe intemerato, non devo poi neppure preoccuparmi troppo. Gesù non cerca martiri gloriosi, cerca amici che lo seguano con amore e con coraggio, cerca testimoni che non vanno a cercarsi morte e sofferenze, ma che sanno con fermezza affermare per sé stessi e per gli altri i suoi valori, e allora anche un fifone e un pusillanime come me (e forse anche te) può essere disposto a pagare pur di affermare la propria fede in Lui e nei suoi insegnamenti.

 

 

GIOVEDI’ 30 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Gaudenzia; San Pietro di Trevi.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE LA MORTE MI TROVI VIVO.

 

HANNO DETTO: Nascondetevi sotto le ali della misericordia di Dio, egli è più capace di perdonare di quanto voi lo siate di peccare. (S. Caterina da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: La superbia galoppa, ma con la sventura in groppa.

UN ANEDDOTO: Dal club dei nati stanchi: «Cosa fa tuo padre?». «Niente!». «E tu?». «Lo aiuto quando ha premura!». A parte alcuni che mi hanno offerto del lavoro, di solito la gente è sempre stata molto gentile con me! Veda dottore: la notte dormo benissimo, al mattino discretamente, ma è il pomeriggio che è un problema! Lavorare? dev’essere bello! ma il tempo dove lo trovo?

PAROLA DI DIO: 1Cor 1,1-9; Sal 144; Mt 24,42-51

 

Vangelo   Mt 24,42-51

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti». Parola del Signore

 

“VEGLIATE DUNQUE, PERCHÉ NON SAPETE IN QUALE GIORNO IL SIGNORE VOSTRO VERRÀ”

Questo invito alla vigilanza da parte di Gesù non è soltanto come se ci dicesse: “Guarda che puoi morire da un momento all’altro”, e un invito a vivere pienamente la vita. Vivi, e non lasciarti vivere. Ma non basta vivere, occorre precisare per che cosa si vive. Bisogna dare un significato ai giorni, alle ore, ai minuti. La pienezza non è data dalla quantità, ma dalla qualità della vita. È magnifico vivere. A patto sia veramente vita, non una rappresentazione, un’apparenza, un funzionamento. Non puoi prendere la vita come viene. La vita “viene” come decidi tu, con l’impronta che gli dai tu.

Vivi la vita come un perenne miracolo. Non come qualcosa di inevitabile, di insulso. Vai incontro a questo nuovo giorno con meraviglia e sorpresa e vi troverai doni sempre nuovi.

 

 

VENERDI’ 31 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Raimondo; San Domenico del Val.

Una scheggia di preghiera:

 

DONAMI, SIGNORE, DI POTER ENTRARE ALLA TUA FESTA.

 

HANNO DETTO: Bellezza, fama e successo? Se li prendi troppo sul serio finiscono per essere doni avvelenati. (Claudia Cardinale)

SAGGEZZA POPOLARE: Non lasciare la mucca a custodire l'erba del prato.

UN ANEDDOTO: Una volta, in viaggio, incontrammo un povero contadino: lavorava, cantando. Dissi al mio compagno: — Vedi costui? Possiede più perle preziose di un sovrano e sono di tale valore che un re darebbe milioni, per acquistarle! Il compagno allora mi domandò: — E quali sono queste perle? Risposi: — La prima è che gode di una grande pace. Quanto pagherebbero i re, pur di averla!

La seconda è che vive contento di poco, senza eccessive ansie e timori. Non così i re. La terza è che non ha nemici, che gli tramino congiure. I re invece, loro malgrado, hanno molti nemici e più di uno attenta alla loro vita! Vedi dunque quante perle di valore possiede questo povero uomo. Valgono più d’ogni dignità! E dire che mi sono fermato a tre, ma è certo che ne tiene nascoste nel cuore e in casa sua moltissime altre. (B. Giordano da Rivalto - Sec. XIII)

PAROLA DI DIO: 1Cor 1,17-25; Sal 32; Mt 25,1-13

 

Vangelo   Mt 25,1-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE A DIECI VERGINI CHE, PRESERO LE LORO LAMPADE E USCIRONO INCONTRO ALLO SPOSO”.

Solo proprio alcuni spunti da far germogliare in noi a proposito di questa bellissima parabola.

Dieci sono le ragazze invitate alla festa ma non tutte solo per il fatto di essere invitate entrano alla festa. Non basta essere preti, suore, cristiani formalmente osservanti per essere sicuri di essere in vera comunione con lo sposo. Avevano tutte una lampada, ma non per questo furono fatte entrare tutte. Ogni uomo ha una sua lampada nella sua coscienza che Dio stesso gli ha dato ma la lampada va alimentata. Non basta dire: “Io mi comporto secondo coscienza”, se questa coscienza non è informata continuamente con la Parola di Dio. Tutte si addormentarono nella notte perché lo sposo tardava ad arrivare, ma non per questo furono escluse. Il Signore non ha i nostri tempi, ma un amore vero non si spegne se non si realizza esattamente secondo i nostri progetti. La lunghezza dell’attesa non giustifica altri amori. Il “momento decisivo” per quelle ragazze fu quello con cui ognuna dovette rivelare con quanta intelligenza e amore si era preparata a quell’incontro. Non giovò quello che le altre avevano. Dio ama coloro che amano. E quando si ama non si manda altri ad amare al proprio posto.

     
     
 

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