Archivio

 
     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

LUGLIO 2018

 

 

DOMENICA 1° LUGLIO: 13^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ester, regina; San Nicasio Burgio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

TOCCAMI, SIGNORE NELLA TUA MISERICORDIA E SARO' GUARITO.

 

HANNO DETTO: Non bisogna razionalizzare Dio. È un cuore che batte. (François Varillon)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è onesto chi si brucia la lingua e non dice agli altri che la minestra scotta.

UN ANEDDOTO: Vicino alla capitale dello Zaire, Kinshasa, nella regione di Kasangulu, c’erano circa 40 anni fa due grossi villaggi, uno cattolico e l’altro non cattolico, fra i quali persistevano antichi motivi di contrasto e di conflitto. Un villaggio rubava all’altro pecore e frutti della terra, spesso in campagna venivano alle mani, c’erano feriti e anche morti da ambedue le parti. Per paura, nessuno andava da un villaggio all’altro. In Africa, come sapete, le lotte tribali hanno antiche radici e sono difficili da estirpare. Il padre Mario Van de Kerkoven, missionario belga mi raccontava che nella Pasqua di quell’anno 1974 aveva annunziato, nel villaggio cattolico, la Risurrezione di Cristo e il perdono dei peccati, dicendo che il frutto più bello della Pasqua è la pace. I suoi fedeli gli dicono: «Padre, perché Gesù, oggi che è Pasqua, non ci porta la pace col villaggio vicino?». Padre Mario dice: «Celebriamo la Messa e preghiamo per questo. Poi andiamo a trovarli». Così, quel mattino di Pasqua, il villaggio cristiano si mette in marcia verso il villaggio non cristiano. Ciascuno porta in dono una pecora, una gallina, un cesto di frutta, un sacchetto di riso, alcuni «pagne» intessuti dalle donne del posto. Vedendoli arrivare da lontano, la gente del villaggio “nemico” si mobilita e si presenta con bastoni, frecce, coltellacci. Ma quando si avvicinano, capiscono che vengono in spirito di amicizia; allora depongono le armi e per la prima volta gli abitanti dei due villaggi fraternizzano. Il missionario belga aggiungeva: «Vedi, non so neanch’io come ha potuto accadere questo miracolo, dopo tanti anni in cui avevo fallito ogni tentativo di pacificazione. E proprio vero che lo Spirito Santo, specie nel giorno di Pasqua, porta il dono della pace a chi lo chiede». (P. Gheddo)

PAROLA DI DIO: Sap 1,13-15; 2,23-24; Sal 29; 2Cor 8,7.9.13-15; Mc 5,21-43

 

Vangelo   Mc 5, 21-43

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.  Parola del Signore

 

“PRESE LA MANO DELLA BAMBINA E LE DISSE: «TALITÀ KUM», CHE SIGNIFICA: FANCIULLA, IO TI DICO: ÀLZATI!”

Nel Vangelo di oggi vengono raccontati due miracoli: la guarigione dell’emorroissa e la risurrezione della figlia di Giairo. In entrambi ritorna un verbo: “Toccare”. È la fede della donna malata che la porta a toccare il mantello di Gesù ed è Gesù che tocca la mano della bambina per farla risorgere. Abbiamo bisogno di “toccare” non per una forma di magia, ma per fare esperienza concreta di Gesù e abbiamo bisogno di “lasciarci toccare” per poter guarire la nostra fede spesso morta. D’altra parte è proprio la logica di Dio, quella di incarnarsi concretamente in Gesù e negli uomini. Noi possiamo ‘toccare’ concretamente Gesù ogni giorno nei suoi sacramenti, nei fratelli, nell’esperienza dei fatti della vita. Ma forse più importante ancora è lasciarci ‘toccare’ da Lui: è non chiudere occhi e cuore alla sua azione di grazia nei nostri confronti. Oggi Gesù ti tocca, nella preghiera, nei tuoi familiari, nel tuo lavoro... Vuoi lasciarti “toccare il cuore” da Lui? può persino risuscitarti!

 

 

LUNEDI’ 2 LUGLIO

Tra i   ricordati oggi: Sant’ Ottone, vescovo; San Bernardino Realino, sacerdote.

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI PER MANO, DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

HANNO DETTO: I libri hanno gli stessi nemici dell'uomo: il fuoco, l'umidità, il tempo e il proprio contenuto. (Paul Valéry)

SAGGEZZA POPOLARE: L’asino suda, così il cavallo può essere decorato. (proverbio di Haiti)

UN ANEDDOTO: Battute che possono far pensare: - Confida il tuo segreto a un muto, e parlerà. - Chi osserva il silenzio, resta senza parole. - Il sole grande com'è, non lo lasciano ancora uscire di notte. Invan si pesca, se l'amo non ha l'esca. - Una vita troppo seria raffredda i vicini, ma anche il proprietario. - Dal momento che molti programmi televisivi sono fatti con i piedi, gli schermi televisivi dovrebbero essere misurati non in pollici, ma in alluci.

PAROLA DI DIO: Am 2,6-10.13-16; Sal 49; Mt 8,18-22

 

Vangelo   Mt 8, 18-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti». Parola del Signore

 

"MAESTRO, TI SEGUIRO' OVUNQUE TU VADA".

Di una cosa certamente non si può accusare il Vangelo ed è quella di ingannarci con false promesse. Gesù non ci dice che sia facile il seguirlo. Ha appena detto che chi vuol seguire Lui non deve fare affidamento su sicurezze umane: “Il Figlio dell’uomo non ha neppure un sasso dove porre il capo”, ed ora davanti ad un entusiasmo velleitario smorza i troppo facili slanci di chi fa promesse più grandi di quello che è capace. Sembra addirittura un atteggiamento controproducente, scostante. Di certo molti preti cattolici, quando propongono ad un ragazzo o ad un giovane la strada del sacerdozio o della consacrazione non usano questo metodo, ma cercano in tutti i modi di far vedere solo gli ‘onori’, le gioie di questa chiamata. Così succede anche quando proponiamo il cristianesimo: tendiamo a presentarlo solo per gli aspetti positivi, ma se è vero che la fede cristiana è il senso completo della vita, se è vero che attraverso Cristo possiamo gettare uno sguardo sull’eternità di cui abbiamo promessa, è anche altrettanto vero che bisogna seguire Cristo, e la sua strada di non violenza, di amore verso tutti, di perdono che passa inevitabilmente attraverso le tante croci quotidiane che il mondo ha preparato per coloro che non la pensano come lui. Per di più Gesù non ha promesso ai suoi seguaci di liberarli da ogni forma di mali, di essere immuni dal dolore e dalle malattie, non ci ha promesso un cammino agevolato su una corsia preferenziale, ci ha solo assicurato la sua presenza nell’ordinario tessuto della quotidianità. Sarà per la mia innata insicurezza o sarà perché mi conosco bene, ma è da tanto tempo che ho smesso di fare promesse al Signore. Non mi sento di affermare davanti al Signore: “Non peccherò mai più”, al massimo arrivo a dirgli: “Ci provo, col tuo aiuto”; non gli dico: “Ti seguirò ovunque tu vada” perché so che le sue mete sono sempre grandi e non corrispondono spesso con le aspirazioni della mia vita, al massimo gli dico: “So che mi vuoi bene, e anch’io te ne voglio e vorrei sempre stare con te, ma se non mi prendi per mano, se non hai pazienza dei miei passi incerti, non so fino a che punto ti seguirò”. E se guardo indietro nella mia vita, vedo che il Signore è sempre stato fedele con me. Mi ha portato non dove volevo io, ma per strade che assolutamente non avrei pensato di frequentare, però non mi ha neanche mai abbandonato. Mi ha fatto passare attraverso croci, ma non mi ha mai fatto mancare la serenità del rapporto con Lui… perciò concludo che se di me non ci si può fidare, di Lui sì.

 

 

MARTEDI’ 3 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso apostolo; Sant’Eliodoro, vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTACI A MOSTRARE AGLI ALTRI IL TUO VERO VOLTO.

 

HANNO DETTO: Uccidere è proibito, quindi tutti gli assassini vengono puniti, a meno che non uccidano su larga scala e al suono delle trombe. (Voltaire)

SAGGEZZA POPOLARE: Sono molti i predicatori che ascoltano sé stessi. (proverbio Tedesco)

UN ANEDDOTO: Sant'Ambrogio racconta che un avaro, ogni volta che mangiava un uovo diceva dispiaciuto: “Un altro pollo in meno”.

PAROLA DI DIO: Ef 2,19-22; Sal 116; Gv 20,24-29

 

Vangelo   Gv 20, 24-29

Dal Vangelo secondo Giovanni

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Parola del Signore

 

“TOMMASO, UNO DEI DODICI, CHIAMATO DIDIMO…”

S. Giovanni nel suo vangelo ci dice che Tommaso aveva un soprannome: Didimo, che significa "Gemello". La tradizione vuole che fosse chiamato così non tanto perché “fratello gemello di Gesù” ma perché assomigliava molto a Gesù e non solo fisicamente, ma perché cercava, come vero apostolo, di imitarlo in tutto. Giovanni con questa indicazione ci ricorda che chi vuol essere seguace di Gesù, deve essere "gemello", somigliante a Gesù. Ciò non toglie che Tommaso abbia le sue debolezze, abbia un cammino di fede da fare prima di arrivare ad abbandonarsi totalmente al Risorto dicendo: "Mio Signore e mio Dio". Il Signore, come dicevamo ieri, non ci astrae dalla realtà, non vuole che il credente perda la sua identità, non si spaventa neppure dei nostri errori e peccati, ma invita ciascuno di noi a "diventargli somigliante". Davanti a certi santi di ieri e di oggi è facile dire: "E' stato come Gesù", pensate a un Francesco, a Madre Teresa di Calcutta o a Papa Giovanni XXIII; chissà se chi mi vede sul lavoro, in casa può dire: "Quel cristiano nel suo modo di agire, di pensare somiglia a Gesù"?

 

 

MERCOLEDI’ 4 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Portogallo; Sant’Alberto Quadrelli, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA LOTTA CONTRO IL MALE, RENDICI FORTI, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Le cicatrici degli altri dovrebbero insegnarci la prudenza. (San Gerolamo)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi ben ripone, ben ritrova.

UN ANEDDOTO: Ascolta! Senti il canto degli uccelli, lo stormire del vento fra gli alberi, il mugghiare dell’oceano; guarda una pianta, una foglia che cade, un fiore come se fosse la prima volta. Potresti all’improvviso entrare in contatto con la Realtà, con quel Paradiso da cui noi, avendo perso l’innocenza, per la nostra conoscenza siamo esclusi. Dice il mistico indiano Saraha: “Gusta il sapore di questo dono che è l’assenza di Conoscenza».

PAROLA DI DIO: Am 5,14-15.21-24; Sal 49; Mt 8,28-34

 

 

Vangelo   Mt 8, 28-34

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio. Parola del Signore

 

TUTTA LA CITTÀ ALLORA USCÌ INCONTRO A GESÙ: QUANDO LO VIDERO, LO PREGARONO DI ALLONTANARSI DAL LORO TERRITORIO.

Gesù e gli affari economici non convivono bene insieme. Gesù ha a cuore la salvezza del corpo e dell’anima di un indemoniato, gli abitanti di quella regione pensano ai soldi che hanno perso nella strage dei loro maiali che si sono buttati nel lago. E gli interessi economici hanno la prevalenza: “Questo Gesù, i suoi miracoli vada a farli da un’altra parte e ci lasci con i nostri maiali che ci danno ricchezza”. Guardate se oggi non succede proprio così quando la preoccupazione maggiore sono gli affari, i soldi, non c’è spazio per Gesù e per un vero interesse al prossimo. Qualche volta ci lamentiamo di Dio che sembra essere assente e lontano ma ti sei mai chiesto se non lo hai sfrattato con tutte le tue preoccupazioni materialiste?

 

 

GIOVEDI’ 5 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Zaccaria; Santa Zoe.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, GESU', PER IL PERDONO CHE TANTE VOLTE MI HAI DATO.

 

HANNO DETTO: Un'abitudine, se non contrastata, presto diventa una necessità. (Sant'Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: L'orgoglio fa la ruota come il pavone.

UN ANEDDOTO: A mons. Parente, che presentava a Papa Giovanni XXIII — tutti i suoi volumi e le sue opere: — Mi dica Monsignore — domanda il Papa — sono opere importanti senza dubbio, ma lei è d’accordo con me che il Pater Noster vale più che tutti i libri di questo mondo?

PAROLA DI DIO: Am 7,10-17; Sal 18; Mt 9,1-8

 

Vangelo   Mt 9, 1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini. Parola del Signore

 

“CORAGGIO, FIGLIOLO, TI SONO RIMESSI I TUOI PECCATI”.

Spesso, quando dico queste parole al termine di una confessione, penso alla meraviglia di un Dio che ama, che cancella, che dimentica e alla grazia e responsabilità che hanno i sacerdoti nell’amministrare questo dono reale di Cristo. Dio ci perdona davvero, siamo risanati dalla passione, morte e risurrezione di Cristo: è un miracolo! Noi a volte corriamo dietro a Madonne che piangono o peggio andiamo a cercare pseudo miracoli e guarigioni da maghi, indovini o anche da sette e gruppuscoli che definendosi cristiani corrono dietro a miracolismi e ci dimentichiamo del miracolo del perdono che è sempre a nostra disposizione. E noi preti ci impegniamo tanto per far correre dei bambini dietro ad un pallone, o spendiamo tanto tempo in riunioni che sono fiumi di chiacchiere senza costrutto e facciamo fatica a trovare tempo per confessare qualcuno che ce lo chiede. Certo è un sacramento difficile sia per chi lo riceve che per chi lo amministra, c’è chi non lo usa mai e chi lo banalizza usandolo troppo... ma non è forse il caso di ripensare a questo miracolo che mi riconcilia con Dio?

 

 

VENERDI’ 6 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Goretti; Santa Domenica, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TI PREGO PER TUTTI QUELLI CHE NON HO AMATO ABBASTANZA.

 

HANNO DETTO: Quando Dio tace, gli si può far dire tutto quello che vuole. (Jean Paul Sartre)

SAGGEZZA POPOLARE: La scempiaggine e l'orgoglio crescono sulla stessa pianta.

UN ANEDDOTO: Un soldato criminale italiano uccise a sangue freddo un giovane russo. Al processo i giudici furono unanimi: condanna a morte. Una donna si alzò nell’aula e disse: “Sono la madre dell’ucciso. Non condannatelo a morte. Ho tanto pianto io, fate in maniera che non ci sia un’altra madre in Italia che senta il mio stesso dolore. Gli perdono”.

PAROLA DI DIO: Am 8,4-6.9-12; Sal 118; Mt 9,9-13

 

Vangelo   Mt 9, 9-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore

 

“NON SONO I SANI CHE HANNO BISOGNO DEL MEDICO, MA I MALATI”.

Conosco molti preti e religiosi che nel loro zelo “si ammazzano” di lavoro per organizzare, salvaguardare nella fede, guidare altri cristiani che fanno parte del “loro gregge” e certamente questo non è sbagliato quando fatto a imitazione del Buon Pastore che si prende cura delle proprie pecorelle, cerca per esse “pascoli di erbe rigogliose e fonti di acque fresche e dissetanti”, ma mi chiedo, come mi sono chiesto tante volte facendo un esame di coscienza per il mio ministero sacerdotale, quanta attenzione e quanto tempo rivolgo a coloro che in un modo o in un altro sono già legati alla fede e alla Chiesa e che se maturassero davvero potrebbero camminare da soli, e quanto invece a chi è lontano, a chi è considerato peccatore,  a chi non ha avuto la fortuna di una educazione alla fede o a valori cristiani. Spesso, addirittura, queste persone sono considerate dei “nemici” perché non la pensano come noi, delle persone da frequentare poco perché “potrebbero allontanarci dalla vera fede” o gente per la quale “non c’è nulla da fare”. Gesù sta con i suoi, con loro non ha segreti, spiega le parabole, fa loro vedere attraverso la sua persona ciò che è davvero gradito a Dio, li invita a scelte serie e impegnative, ma Gesù non ha paura di stare con i farisei (coloro che si consideravano i buoni e i pii di allora) e neanche con i pubblicani (coloro che dai pii venivano considerati pubblici peccatori perché o non troppo osservanti o legati per i loro commerci con i nemici e invasori di Israele). Gesù dice chiaramente che è venuto per i peccatori e allora in quella categoria possiamo davvero rientrarci tutti perché incapaci di vivere l’amore fino in fondo. Guardando a Gesù vogliamo allora farci un paio di domande che forse ci disturberanno un po’. Prima di tutto: chi sono le persone che abitualmente frequento: i rassicuranti “buoni” o i lontani, quelli “bollati” da altri? E qual è il mio atteggiamento verso questi ultimi? Vado con loro perché invidio la loro libertà, vado per “convertirli” o sono con essi per amicizia profonda, rispetto, e per manifestare con la vita quello che credo e la misericordia di Dio verso tutti?

 

 

SABATO 7 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Apollonio, vescovo; San Firmino il vecchio, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

ALLELUIA! DIO CI AMA! ALLELUIA!

 

HANNO DETTO: Non vi è animale più cattivo dell'uomo senza legge. (Girolamo Savonarola)

SAGGEZZA POPOLARE: L'oro di cassa si esaurisce; l'oro di braccia non perisce.

UN ANEDDOTO: Il cammello passava attraverso il deserto; le sue zampe calpestavano i granellini di sabbia ed egli, superbo e trionfante, diceva: — Vi schiaccio, vi schiaccio! I granellini si lasciavano schiacciare, ma si alzò il vento, il terribile ‘simoun’. — Su, gnanellini, — disse, — unitevi, fate corpo insieme a me; flagelleremo insieme il bestiame e lo seppelliremo sotto montagne di sabbia!

PAROLA DI DIO: Am 9,11-15; Sal 84; Mt 9,14-17

 

 

Vangelo   Mt 9, 14-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si accostarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore. Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri van perduti. Ma si mette vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano». Parola del Signore

 

“POSSONO FORSE GLI INVITATI A NOZZE ESSERE IN LUTTO MENTRE LO SPOSO È CON LORO?”. 

Avessimo davvero capito che cosa vuol dire Gesù con queste sue parole! È finito il tempo dell’attesa. Dio ha compiuto il suo progetto mandando Gesù che con il dono della sua vita ci ha portato la liberazione. Tutto questo non può che essere festa e gioia. Ma oggi i cristiani la vivono e la manifestano questa gioia?

È vero, un cristiano non vive fuori dal mondo, non sfugge alle difficoltà, ai problemi, alle prove e anche alle tristezze della vita, ma credendo nel Risorto può dare un tono nuovo a tutto, può recuperare ogni momento, anche negativo, può trasformare il banale in eterno.

 

 

DOMENICA 8 LUGLIO: 14^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Papa; Sant’Abbondio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE SIGNORE, OGNI GIORNO È NUOVO.

 

HANNO DETTO: È uno qualunque: ma al suo primo passo una madre gioì, una donna gli tremò tra le braccia, un figlio lo piangerà. Nessuno può avere di più. (Camillo Sbarbaro)

SAGGEZZA POPOLARE: Non chiedere all'ospite se devi uccidere una gallina per lui. (saggezza Cinese)

UN ANEDDOTO: Ricordo una povera vecchia brasiliana. Era verso Natale, nella nostra minuscola cappella avevamo fatto il presepio. Una sera vidi quella donna, tutta sola, non so nemmeno se si era accorta che ero là, in un angolo della cappella. Guardava il presepio. E abbracciava tutti! Baciava il Bambino Gesù, baciava la Madonna, le pecore, una dopo l’altra, san Giuseppe, gli angeli, il bue, tutti! Quel giorno dovevo essere ben disposto, e non pensavo affatto: «Ma che cosa fa quella buona donnetta? Che superstizione!» No, ero commosso da quegli abbracci e da tutti i segni di croce che li accompagnavano... Alla fine, la donna prese dalla tasca un biglietto da 100 cruzeiro — pochissimo, non bastavano nemmeno per il biglietto dell’autobus, — e lo depose lì. Ebbene! Era la povera vedova del Vangelo che metteva il suo obolo e che dava quanto le era necessario. Era veramente il Vangelo, la Chiesa che continua. (J. Loew)

PAROLA DI DIO: Ez 2,2-5; Sal 122; 2Cor 12,7b-10; Mc 6,1-6

 

Vangelo   Mc 6, 1-6

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. Parola del Signore

 

UN PROFETA NON È DISPREZZATO SE NON NELLA SUA PATRIA, TRA I SUOI PARENTI E IN CASA SUA

Essere incompresi in casa propria! 

Se molte tra le esperienze vissute da Gesù rischiamo di sentirle lontane dalla nostra esperienza quotidiana e non immediatamente “tagliate a nostra misura”, ecco che questa volta non è affatto così! Quanto vissuto da Gesù nel suo ritorno a Nazareth – il villaggio dove è cresciuto e ha speso la maggior parte dei suoi anni – è una situazione che anche noi ben conosciamo!

Pregiudizi, etichette, “leggende” paesane o metropolitane, memorie lunghe… Troppo spesso tutto ciò è esattamente quanto non aiuta a costruire e ad alimentare delle giuste relazioni, bensì a mortificale e comprometterle! 

È proprio quello che noi “già sappiamo” e “ben conosciamo” a creare ostacoli e resistenze nell’incontro con la possibile novità di alcune buone notizie di cui altri sono portatori… E soprattutto con la Buona Notizia dell’amore misericordioso del Signore. Ciò accadeva a Nazareth 2000 anni fa e ciò accade ancora oggi. Di fronte a questo Gesù non si spaventa, ma va avanti per la sua strada; né si rassegna, ma continua a cercare nuove relazioni capaci di un’accoglienza che vada oltre i pregiudizi delle etichette. Chiediamo di essere suoi discepoli anche in questo!

 

 

LUNEDI’ 9 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Vittoria; Santa Veronica Giuliani.

Una scheggia di preghiera:

 

ESSERE NELLA TUA VOLONTA', SIGNORE, È IL NOSTRO VERO BENE.

 

HANNO DETTO: Ogni giorno cambiamo, ogni giorno moriamo, eppure ci vagheggiamo eterni. (San Gerolamo)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli sciocchi e gli ostinati fanno ricchi gli avvocati.

UN ANEDDOTO: Elisabetta della Trinità, una monaca di clausura, affermava di essere impegnata tutto il giorno, senza un momento di pausa. A chi meravigliato le chiedeva spiegazione, rispondeva: «Debbo fare compagnia ai Tre ospiti divini che sono in me, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo voglio essere una lode vivente continua dell’amore infinito di Dio».

PAROLA DI DIO: Os 2,16.17b-18.21-22; Sal 144; Mt 9,18-26

 

Vangelo   Mt 9,18-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. Parola del Signore

 

“SE RIUSCIRÒ ANCHE SOLO A TOCCARE IL SUO MANTELLO SARÒ SALVATA”.

Una delle affermazioni più chiare del Vangelo è quella che dice “non giudicare”, eppure noi ci caschiamo spesso. E specialmente vescovi, preti, teologi, cristiani spesso si permettiamo di giudicare la fede altrui. Ridiamo e stigmatizziamo certi comportamenti (la candela, la processione, il voto...) in nome di una fede più asettica, razionale, teologica. Ma se è pur vero che certi gesti possono essere spesso frutto di ignoranza e superstizione, chi sono io per giudicare o per sapere esattamente che cosa sta dietro ad un gesto o ad un atteggiamento? E poi, con sincerità, chiediamoci: “E tu che fede hai? Nel tuo razionalismo e nella tua teologia sei ancora capace di un gesto spontaneo come quello di questa donna del Vangelo che crede fermamente che basti “toccare Gesù per essere salvi?”.

 

 

MARTEDI’ 10 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Anatolia, Vittoria e Audace, martiri.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DA QUEL MALE CHE CI IMPEDISCE DI GIUNGERE FINO A TE.

 

HANNO DETTO: Ogni separazione ci fa pregustare la morte; ogni riunione ci fa pregustare la risurrezione. (Arthur Schopenhauer)

SAGGEZZA POPOLARE: Se hai perso l'anello, bada che hai sempre il dito.

UN ANEDDOTO: Il vescovo Dupanloup era andato in visita pastorale in un paese della diocesi di Orléans. In parrocchia si faceva il catechismo ed egli chiese a una bambina: “Preghi tutti i giorni?”. La bambina scoppiò in un pianto dirotto e rispose: “Monsignore, appena dico “Padre”, mi fermo e non so più andare avanti”. “Volesse il cielo che sapessi pregare come te!”, rispose il Vescovo.

PAROLA DI DIO: Os 8,4-7.11-13; Sal 113b; Mt 9,32-38

 

Vangelo   Mt 9, 32-38

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». Parola del Signore

 

“E DOPO CHE IL DEMONIO FU SCACCIATO, QUEL MUTO COMINCIÒ A PARLARE”.

Questo muto che comincia a parlare è segno di quella umanità che dopo il peccato non aveva più saputo parlare con il suo Dio. (Ricordate la bella immagine di Dio che, la sera, scendeva nel giardino di Eden per passeggiare e parlare con la sua Creatura?). L’uomo ha perso la comunicazione con Dio. Da solo fa semplicemente delle chiacchiere, anche i suoi gesti rituali in sé dicono poco. Dio, invece, non ha mai smesso di parlare all’uomo e gli ha parlato attraverso la creazione, attraverso la storia della salvezza ed ora gli parla attraverso la sua stessa Parola Incarnata, Gesù, e in Lui si riaprono anche le labbra dell’uomo: Zaccaria, incredulo, rimane muto fino a quando, compiuta la promessa, può parlare per dire il nome nuovo di suo figlio e per glorificare Dio. Noi possiamo parlare, non chiacchierare, ma parlare di Dio e parlare a Dio. Grazie a Gesù è riaperta in maniera piena la nostra comunicazione con Dio: possiamo addirittura chiamarlo: “Padre!”.

Il miracolo è fatto, ma noi cristiani, siamo consapevoli di averlo ricevuto?

Oh, non che non parliamo! Anche di fede, di religione, di morale parliamo, chiacchieriamo, discutiamo, ragioniamo perfino troppo! Qualche volta ci parliamo addosso, ci stordiamo con le parole, ma quante volte ci riscopriamo ancora cristiani muti davanti alle ingiustizie, incapaci di difendere il povero, chiusi nelle nostre case, nei nostri averi, incapaci di vera accoglienza del fratello, cristiani che per paura, per individualismo preferiscono tacere, non compromettersi, non rischiare di testimoniare, rassegnati e con poca speranza; quante volte, anche con Dio incapaci di dialogo, cristiani che preferiscono ancora rifugiarsi nelle formule di preghiera o nel ritualismo ripetitivo piuttosto che capaci di “dare del tu” a Dio e di ascoltare ciò che Lui ci dice negli avvenimenti della nostra vita. Eppure il Signore ci ha già aperto il cuore ed anche la bocca perché riconoscendolo siamo capaci di parlare di Lui e con Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 11 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto, patrono d’Europa; Santa Amabile di Rouen.

Una scheggia di preghiera:

 

NEL TUO NOME, GESU', È LA NOSTRA LIBERTA' E LA NOSTRA GIOIA.

 

HANNO DETTO: La verità non ha ora, è di tutti i momenti, specialmente dei momenti in cui ci sembra inopportuna. (Albert Schweitzer)

SAGGEZZA POPOLARE: Il mulino senza grano macina sé stesso.

UN ANEDDOTO: Blaise Pascal, nella sua Prière pour demander à Dieu le bon usage des maladies, scriveva: «lo non vi domando né salute, né malattia, né vita, né morte, ma che voi disponiate della mia salute e della mia malattia, della mia vita e della mia morte, per la vostra gloria, per la mia salvezza e per l’utilità della chiesa”.

PAROLA DI DIO: Pr 2,1-9; Sal 33; Mt 19,27-29

 

Vangelo Mt 19,27-29 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». Parola del Signore

 

“CHIUNQUE AVRA’ LASCIATO CASE, O FRATELLI, O SORELLE, O PADRE, O MADRE, O FIGLI, O CAMPI PER IL MIO NOME, RICEVERA’ CENTO VOLTE TANTO E AVRA’ IN EREDITA ‘ LA VITA ETERNA”.

La legge del nostro mondo è avere, accumulare, quasi che le tante cose possano davvero darci la felicità. L’indicazione per essere discepoli di Gesù è esattamente l’opposto: lasciare, abbandonare, spoliarsi… Dunque le cose sono un male?

Per rispondere a questa domanda bisogna trovare il fine per cui siamo invitati a lasciare le cose: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli… per il mio nome”. L’essenza, il senso della rinuncia, dunque, sta lì: io rinuncio a qualcosa di bello (se no, che rinuncia sarebbe!) per il nome di qualcuno di ancora più bello e soddisfacente.

 

 

GIOVEDI’ 12 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Fortunato; San Giovanni Gualberto.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI PRESTO, SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: Il bambino non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere. (François Rabelais)

SAGGEZZA POPOLARE: L'ozio ha la noia per moglie e i vizi per figli.

UN ANEDDOTO: Un mio amico, un prete un po’ buontempone, parlando alle suore di clausura, una volta disse: «Tutti v’insegnano a fare la preghiera 'raccolta'; io voglio invitarvi a fare la preghiera 'distratta'». Il mansueto uditorio fece chiari segni di mormorio. Ma egli continuò imperterrito: «Che cosa dovete dire allo Sposo divino? Solo i vostri piccoli guai personali? No! Dovete parlargli dei problemi del mondo: dei drogati che assediano il sentiero che sale fino a voi, dei violenti che aggrediscono e rapinano, dei mafiosi che opprimono il mondo. E dovete pregare lo Sposo divino affinché dia ai buoni la forza di debellare questi demoni scatenati».

PAROLA DI DIO: Os 11,1-4.8c-9; Sal 79; Mt 10,7-15

 

Vangelo   Mt 10, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città». Parola del Signore

 

“E, STRADA FACENDO, PREDICATE CHE IL REGNO DI DIO È VICINO”.

Vedendo come va il mondo saremmo tentati di dire che il Regno di Gesù non solo non è vicino, ma sempre più lontano: dov’è la giustizia quando impunemente si ammazza, si calunnia? Dov’è la fede quando unico dio di questo mondo sembrano essere il denaro e i suoi derivati?

Eppure il Regno dei cieli è vicino perché Gesù, seme di questo regno, è già stato seminato da Dio, perché il suo sangue ha già irrigato la terra, perché il suo perdono è sempre a nostra disposizione, perché Dio è fedele al suo amore. Il Regno dei cieli è sempre più vicino perché in questo mondo ci sono tanti santi che bruciano la loro vita per il bene degli altri, perché sono in tanti che pregano e testimoniano. Anche oggi posso incontrare i segni di questo regno nei sacramenti di Gesù, in quella vecchietta che prega, in quella mamma che non ha perso la speranza nonostante i suoi continui insuccessi con il figlio drogato, negli occhi di quel bambino che ha rinunciato a qualche dolcetto per i bambini che hanno fame. No! Il Regno dei cieli è vicino, e non perché qualcuno continua a paventare l’imminente fine del mondo ma perché Cristo sta operando concretamente in noi e attorno a noi.

 

 

VENERDI’ 13 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Enrico; Sant’Eugenio da Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI MIA RUPE, MIO BALUARDO E MIA DIFESA.

 

HANNO DETTO: L'immortalità è lavorare ad un compito eterno. (Joseph Ernest Renan)

SAGGEZZA POPOLARE: La testa dell'ozioso è la bottega del diavolo.

UN ANEDDOTO: Quando il papa Giovanni Paolo II ricevette i dirigenti del “Rinnovamento”, il 7 maggio 1981, illustrò il ruolo principale di un responsabile in una comunità cristiana: “L’attività più importante di un dirigente della Chiesa è.…” Qui rimase alcuni istanti in silenzio quasi per completare la frase. Per la mente di tutti passò una raffica di idee: la fedeltà alla Chiesa, la perseveranza, l’impegno sociale, l’ortodossia dell’insegnamento ecc.… invece il Papa aggiunse con assoluta sicurezza: “la preghiera”.

PAROLA DI DIO: Os 14,2-10; Sal 50; Mt 10,16-23

 

Vangelo   Mt 10, 16-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.  Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

“SIATE DUNQUE PRUDENTI COME I SERPENTI E SEMPLICI COME LE COLOMBE”.

Tante pagine del Vangelo ce lo ricordano: Gesù non inganna nessuno, non indora la pillola, dice sempre pane al pane anche quando, come in questo caso, manda i suoi discepoli in missione: “Non troverete vita facile. Sarete come agnelli in mezzo ai lupi (e di solito non è una bella situazione). Il fratello darà alla morte il fratello. Vi consegneranno davanti ai tribunali (e saranno soprattutto tribunali religiosi, quindi vi accuseranno di ateismo e di bestemmia)”. Qual è allora il modo di atteggiarsi davanti a queste difficoltà? “Siate semplici come colombe e prudenti come serpenti”.  Ancora un contrasto tipico del Vangelo o una forma di sano equilibrio? Come si può essere prudenti e semplici?

Gesù certamente non vuole insegnarci il “buon senso del mondo” anzi proprio in questi brani del discorso missionario mette in guardia i discepoli e noi nel confronto di un mondo che nel nome di “sani equilibri” si adagia nel benessere, svende profezie e profeti, toglie di mezzo tutti quelli che non la pensano con una mentalità terrena. E poi, troppo spesso, si è confusa semplicità con stupidità, perdono con debolezza di carattere, purezza di cuore con mancanza di concretezza, non violenza con debolezza e si è fatto del cristiano uno che vivendo in un “altro mondo” non ha i piedi sulla terra. Gesù, nel Vangelo, ci insegna la semplicità come strada per incontrare Dio e i valori fondamentali della vita, ma ci invita anche ad essere accorti, a saperci difendere, a saper cogliere con furbizia le occasioni di bene; ci insegna a perdonare ma a dire sempre la verità, a porgere l’altra guancia ma a chiedere le motivazioni, a offrire sempre un’altra possibilità ma non a diventare conniventi con il male. La fede cristiana non si fonda sull’abdicare alla realtà umana, ma nell’incarnare nell’umanità una realtà che la supera e la porta al suo vero essere.

 

 

SABATO 14 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Camillo de Lellis; San Ciro di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

MI FIDO DI TE, SIGNORE; ALLONTANA OGNI PAURA.

 

HANNO DETTO: Le tartarughe, in fatto di strade, ne sanno più delle lepri. (Kahlil Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Chiedimi qual è la mia virtù, non qual è il colore della mia pelle. (detto Arabo)

UN ANEDDOTO: Udite! Udite! … E, caso mai, pensate: - Gli uomini sono il contrario dei polli: più sono vecchi più diventano teneri. - Chi trova un amico trova un tesoro; ma chi trova un tesoro trova molti amici. - Il timido è uno che chiede un po' di fuoco per rompere il ghiaccio. L' umiltà è come il salame: più si affetta e meno ce n'è.

PAROLA DI DIO: Is 6,1-8; Sal 92; Mt 10,24-33

 

Vangelo   Mt 10, 24-33

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore

 

«NON ABBIATE DUNQUE PAURA»

La paura è il motore primo dell'agire umano; dovrebbe invece essere solo il freno!

Evitare i pericoli di vita è giusto; non diventi però la preoccupazione che distoglie da ogni occupazione. L'istinto di autoconservazione in sé è sano: serve per evitare il male. Ma è principio insufficiente per vivere, se contemporaneamente non c’è la fiducia nel bene. Senza fiducia l’uomo è bloccato e disperato; senza paura è sventato e temerario - solo gli incoscienti, oltre i dittatori e i pazzi, non hanno paura; ma c'è d'aver paura per loro e di loro!

Fiducia e paura sono due principi antagonisti, ambedue necessari. Il secondo sovrabbonda, il primo invece scarseggia. Il Signore è venuto a donarci una fiducia in lui che ci libera dalla paura della morte, con la quale il nemico ci tiene in schiavitù per tutta la vita (Ebrei 2,15). La morte è un evento naturale: non è un male, anche se, a causa del peccato, la viviamo male! È giusto non cercarla; ma è demoniaco rifiutarla. Siamo mortali; ma il nostro limite non è la fine di noi stessi, come teme il nostro egoismo, bensì l’inizio dell'Altro e della nostra comunione con lui. Principio e fine della nostra vita non è il nulla che temiamo, ma il Padre che ci ama e che amiamo. Il perfetto amore scaccia ogni timore (1Giovanni 4,18). Finché viviamo, il nostro amore non è ancora perfetto. Per questo abbiamo anche paura; ma non ne siamo dominati.

 

 

DOMENICA 15 LUGLIO: 15^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Bonaventura da Bagnoregio; San Vladimiro.

Una scheggia di preghiera:

 

RESTA CON NOI, SIGNORE, ALLELUIA!

 

HANNO DETTO: Un funerale per gli uomini è forse una festa di nozze per gli angeli. (Kahlil Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Spesso si chiede un consiglio per ottenere un'approvazione.

UN ANEDDOTO: Dall’ultima intervista a mons. Tonino Bello: Possiamo parlare della malattia, di come l’affronta un vescovo? «Ho quasi vergogna a parlare di questo. Potrebbe sembrare che ne faccia una specie di show ascetico spirituale, che la sofferenza di un vescovo diventi, come dire, una sofferenza un po’ aristocratica. Io non faccio altro che partecipare — non so se l’offertorio è valido — delle sofferenze di Cristo, ma anche delle sofferenze della gente. C’è tanta gente che soffre, come me, senza gli aiuti che ho io. Qualcuno rimane colpito: Come, anche il vescovo? Ma di fronte alla malattia il vescovo è un comune mortale, come tutti. Non c’è da aver paura se uno confida nel Signore; non tanto per la guarigione, ma per poter servire ancora a qualcosa. Del resto nel breviario non preghiamo con questi salmi? «Il tuo volto, Signore, io cerco; non nascondermi il tuo volto... Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio». E allora, quando arriviamo ai corsi d’acqua ci tiriamo indietro?». Ma l’esperienza del dolore che cosa ha significato per un credente? «Mi ha fatto capire le sofferenze del Cristo di fronte alle quali le nostre sono piccole cose. Non è un’esagerazione mistica; ma la dimensione spirituale, cristica starei per dire, è la forza che aiuta a sopportare il dolore, anche se sei costretto a dire ahi. Io ne dico tanti, ma nel momento in cui sto un po’ meglio trasformo questi ahi in alleluia».

PAROLA DI DIO: Am 7,12-15; Sal 84; Ef 1,3-14; Mc 6,7-13

 

Vangelo   Mc 6,7-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore

 

“PRESE A MANDARLI A DUE A DUE”.

Stupisce come Gesù mandi i dodici in missione. Non ha fatto loro un corso speciale, non ha visto chi di loro fosse più portato alla predicazione e chi al fare, non ha dato loro schemi di predica, non ha detto loro costruite delle chiese… li ha mandati. Gesù sa benissimo che i Dodici non hanno ancora ben chiaro chi Egli sia, sa anche sono radicati in molti fariseismi, in paure antiche, ma li ha visti però gioire delle sue parole, ha visto il loro entusiasmo forse persino grossolano ma sincero, sa che vogliono bene a Lui ed hanno cominciato a voler bene al prossimo e allora non c’è bisogno d’altro: tu riuscirai ad annunciare Gesù se Gesù ce l’hai nel cuore. Non ci stupisce oggi il fatto che Gesù chieda a me e a te di essere suoi testimoni? Che ne sappiamo di teologia, di filosofia, di psicologia umana? Spesso siamo chiacchieroni ma non di certo predicatori fatti. Eppure Gesù dice a te e a me: “Non importa come non importano i mezzi, le strutture, importa che la gente veda dalle tue parole e dalla tua vita, dalle tue scelte e dal tuo amore che tu mi ami, che tu sei contento di stare con me. Se hanno capito questo forse possono cominciare a pensare che possono avere Dio per amico.

 

 

LUNEDI’ 16 LUGLIO: B.V.M. DEL MONTE CARMELO

Tra i santi ricordati oggi: Maria Maddalena Postel.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI LA TUA PACE, SIGNORE E CON ESSA AFFRONTEREMO TUTTE LE PROVE.

 

HANNO DETTO: I diritti che non derivano dai doveri non sono degni di rispetto. (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: Un uomo veramente ricco è quello i cui figli gli corrono fra le braccia quando ha le mani vuote.

UN ANEDDOTO: "Dieci "P" per vivere in armonia: Pensate Poi Parlate Perché Parole Poco Pensate Possono Produrre Pentimento."

PAROLA DI DIO: Is 1,10-17; Sal 49; Mt 10,34-11,1

 

Vangelo   Mt 10,34 -11, 1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. Parola del Signore

 

"NON CREDIATE CHE IO SIA VENUTO A PORTARE PACE SULLA TERRA; SONO VENUTO A PORTARE NON PACE, MA SPADA"

Fin dal giorno in cui Maria portò Gesù al tempio si sentì dire: "Egli è segno di divisione". Quando Gesù chiama a seguirlo esige una divisione: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti". Quando Gesù predica crea una divisione: "Beati voi poveri…ma, guai a voi ricchi". Anche i gesti che compie sono gesti di rottura e di divisione, ad esempio, una volta guarisce due indemoniati permettendo che il diavolo si getti in mare insieme ad un branco di maiali: "E lo pregarono di allontanarsi da quella regione". Moltiplica il pane, si autodefinisce pane di vita eterna e siccome molti se ne vanno deve arrivare a chiedere ai discepoli: "Volete andarvene anche voi?".

Anche e soprattutto la croce è segno di divisione; pensate a chi, proprio in quel momento, vorrebbe vedere un altro segno: "Se sei il Figlio di Dio, scendi da quella croce e noi ti crederemo". Gesù ama la pace, è il buon pastore, è venuto per radunare il gregge. Ma proprio perché raduna il gregge, ecco la chiara distinzione tra le pecore e i lupi: i camuffamenti finiscono, o "si è con Lui, o contro di Lui, o si raccoglie con Lui o si disperde". Chiaramente, il far cadere i veli dell'ipocrisia, il mettere in piazza il vero volto delle persone le scatena non solo contro Gesù stesso, ma soprattutto contro coloro che lo hanno scelto e testimoniato. Ci sono dei cristiani che si meravigliano dell'esistenza ancor oggi di persecuzioni contro i credenti. Se i credenti sono di Cristo, danno fastidio. Ci sarebbe da meravigliarsi del contrario: se tutto fosse rose e fiori ci sarebbe da chiederci: ma, abbiamo davvero scelto Cristo o non ci siamo troppo adagiati nella mentalità di questo mondo?

 

 

MARTEDI’ 17 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessio; Santa Sinforosa; Santa Donata.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, PORTA IN ME I TUOI FRUTTI.

 

HANNO DETTO: L'arte è una collaborazione tra l'uomo e Dio, e meno l'uomo fa, meglio è.
(André Gide)

SAGGEZZA POPOLARE: Ogni progresso è distacco da qualcosa.

UN ANEDDOTO: Un umile prete di Napoli, Don Raffaele Pica, diventato cieco, non mancava mai di confessare sacerdoti, lavoratori, professionisti, e anche dì tenere catechismo. Una sera, rivolgendosi alla sorella, le disse: “Domani, Rosa, prepara un bel pranzo, non manchi il dolce. E festa”. “Quale festa è domani?»» rispose la sorella. E il sacerdote: “Domani sono cinquant’anni che sono cieco!”

PAROLA DI DIO: Is 7,1-9; Sal 47; Mt 11,20-24

 

Vangelo   Mt 11,20-24

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!». Parola del Signore

 

“GUAI A TE, CORAZÌN! GUAI A TE, BETSÀIDA! PERCHÉ, SE A TIRO E A SIDÒNE FOSSERO AVVENUTI I PRODIGI CHE CI SONO STATI IN MEZZO A VOI, GIÀ DA TEMPO ESSE, VESTITE DI SACCO E COSPARSE DI CENERE, SI SAREBBERO CONVERTITE”.

Nel vangelo noi troviamo tante “benedizioni”, sono beati i poveri, gli afflitti, quelli che credono anche senza non aver visto…, ma ci sono anche tanti “guai” e maledizioni. Non è il caso di appropriarci di questi “guai” per metterci a fare del terrorismo religioso che era la cosa più lontana dalla mentalità di Gesù, è invece il caso di fermarci per comprendere il messaggio che Gesù ci manda attraverso questi “Guai!”

Nel caso di oggi Gesù rimprovera le città e soprattutto i cittadini di quei posti dove maggiormente Lui ha manifestato sé stesso attraverso le sue parole, la sua presenza e i suoi miracoli e che non hanno saputo capire e accogliere il dono di Dio che veniva loro fatto. Allora capisco che il rimprovero di Gesù, il suo disappunto e la sua amarezza davanti a tanta incomprensione e ingratitudine è rivolto proprio a me, a noi che tanto da Lui abbiamo ricevuto. Fin dalla nascita il Signore mi ha ricolmato dei suoi doni, i suoi segni e suoi Sacramenti mi accompagnano con pazienza e amore lungo le tappe della mia vita, se leggo tra gli avvenimenti della mia vita passata riesco a vedere alcun interventi della sua Provvidenza nei miei confronti… ed io sono ancora a questo punto della fede? Io che spesso mi lamento perché il Signore mi sembra lontano, io che sono calcolatore nella mia preghiera, io che spesso non so neanche dire un grazie per tutto quello che ho ricevuto!

Non è questione di spaventarci davanti ai “guai!” di Gesù, è questione di prenderli sul serio e di prenderLo sul serio: il suo amore è talmente grande e prezioso che vanificarlo sarebbe davvero un peccato!

 

 

MERCOLEDI’ 18 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Federico; Sant’Arnoldo; San Bruno di Segni.

Una scheggia di preghiera:

 

TI BENEDICO O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA.

 

HANNO DETTO: L'unica cosa di cui bisogna avere paura è di tradire Cristo per pochi denari di calma effimera. (Padre Pogielusko)

SAGGEZZA POPOLARE: Un solo: “Eccomi!", vale più di cento: "Dio ti aiuti".

UN ANEDDOTO: Anni fa in Pakistan, paese musulmano, ho chiesto a mons. John Joseph vescovo di Faisalabad, cosa potessimo fare in Italia per la piccola e povera Chiesa del Pakistan. Immaginavo mi dicesse di mandargli dei soldi. Ha poi chiesto anche quelli, ma subito mi ha risposto: «Padre, dica agli italiani che preghino per noi. Ci rendiamo conto che noi non riusciamo a fare nulla: il protagonista della missione è lo Spirito Santo». (P. Gheddo)

PAROLA DI DIO: Is 10,5-7.13-16; Sal 93; Mt 11,25-27

 

Vangelo   Mt 11,25-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». Parola del Signore

 

“TI RENDO LODE, PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI”.

In mezzo ai discorsi che Gesù fa, nel Vangelo, troviamo spesso delle preghiere spontanee, immediate che Gesù eleva al Padre. E questo ci dice come la comunione tra Gesù e il Padre è continua. Noi spesso cerchiamo degli spazi per la preghiera, e anche Gesù lo faceva, magari alzandosi presto il mattino e ritirandosi in un luogo deserto, ma poi anche durante la giornata non mancano fatti, osservazioni per entrare in rapporto con il Padre. Quante occasioni anche oggi per pregare! L’incontro con un amico, il suono lacerante di un’ambulanza, la lettura del giornale, lo sguardo al cielo limpido, il canto degli uccelli, uno spazio di silenzio... Tutte occasioni per una lode, un ringraziamento, una richiesta di aiuto. È bello sapere che nella nostra giornata niente è affidato al caso, tutto può parlarci di Dio, tutto ci può mettere in comunicazione con Lui. E se riusciamo a fare così realizziamo anche la benedizione di Gesù: i piccoli, magari senza dotte dispute teologiche o artefatte preghiere, riescono ad entrare in comunione con Dio e riportano a Lui l’intero universo.

 

 

GIOVEDI’ 19 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gervasio e Protasio; Santa Aurea; Sant’Arsenio.

Una scheggia di preghiera:

 

SULLA TUA CROCE, GESU', PORTI IL DOLORE DI OGNI UOMO.

 

HANNO DETTO: Per gli altri bisogna avere occhi pieni di indulgenza, per sé occhi severi. (Faustina Kowalska)

SAGGEZZA POPOLARE: Arrendersi è il più grande vantaggio che si può dare al nemico. (saggezza Cinese)

UN ANEDDOTO: Straordinaria è la figura del cardinale di Shanghai, Ignazio Gong-Pin-Mei liberato nel 1985 dalle carceri cinesi. “Per grazia di Dio, egli ha detto, non mi sono mai scoraggiato. Io sono debole, ma Dio è forte. Sono rimasto fedele alla chiesa cattolica. 30 anni di prigione non mi hanno cambiato. Sono pronto a tornare in carcere anche domani, per difenderla”.

PAROLA DI DIO: Is 26,7-9.12.16-19; Sal 101; Mt 11,28-30

 

Vangelo   Mt 11,28-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

"VENITE A ME, VOI TUTTI CHE SIETE STANCHI E OPPRESSI, E IO VI DARÒ RISTORO".

Mi guardo attorno e scopro un mondo meraviglioso, ma scopro anche le estreme miserie dell'uomo. Quanta gente soffre a causa di altra gente. "Io sono più forte di te, tu mi dai fastidio: meglio farti fuori" e una volta sono le bombe, un'altra i machete, un'altra la pulizia etnica, e l'uomo è ucciso, stuprato, violentato, cacciato dalla sua terra. E non sa a chi rivolgersi, da chi ottenere giustizia.

E l'uomo sfruttato?

I bambini costretti a lavorare 12, 14, perfino 16 ore al giorno per cucire palloni con cui altri bambini giocheranno. Uomini che come schiavi tra le stanghe di un carretto, scarrozzano i ricchi per tutto il giorno e si devono accontentare di una ciotola di riso per sé e la propria famiglia, uomini sfruttati nelle fabbriche, interi paesi sfruttati dal potere economico delle multinazionali… e la rabbia cresce, e la rabbia non ha mai promesso niente di bello per nessuno. E poi, quanto dolore. Malati in lunghe corsie di ospedali, gente condannata a passare anni e anni in un letto, bambini nati handicappati, incidenti stradali, famiglie divise contro la propria volontà, solitudine a abbandono degli anziani, tristezze di ospizi, e poi ancora, tradimenti, ripicche, vendette, cattiverie. Tutta questa massa di dolore, dove troverà il suo senso? Perfino il Dio dei filosofi sembra lontano, incapace davanti a questo. Solo uno può dirci: "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò", ed è proprio Gesù. Il Figlio di Dio non ci promette la facile soluzione al problema della sofferenza, non la elimina come se fosse la cosa più cattiva e inutile della terra. Lui l'ha vissuta sulla sua pelle fino in fondo, Lui è nato povero, è stato esule, ha lavorato, è vissuto in un paese che era schiavo dei Romani, è stato tentato, è stato osteggiato da coloro che beneficava, è stato tradito con un bacio e venduto per un pugno di soldi, Lui ha subito ogni sorta di piaghe, Lui è stato inchiodato sul letto della croce, Lui ha gridato come ogni condannato, Lui è morto. Lui può capire ogni uomo. Lui può accogliere ogni nostra sofferenza: sono già tutte sue.

 

 

VENERDI’ 20 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Apollinare; Sant’Elia; Sant’Aurelio di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, O DIO, PUOI GIUDICARE IL CUORE DELL'UOMO.

 

HANNO DETTO: Morendo, Cristo subì le leggi della tomba, ma, risorgendo, le infranse e troncò la legge perpetua della morte, tanto da renderla da eterna, temporanea.  (S. Leone Magno)

SAGGEZZA POPOLARE: L'oro convince perfino il diavolo a spingere la mola. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Penso ad un giovane operaio, che desiderava divenire sacerdote. Era prima del Concilio. Si trovava in un seminario di “vocazioni tardive” come si diceva allora, e non andava sempre molto bene! Si trovava alle prese con mille difficoltà ed ogni volta si recava dal superiore e gli diceva: “Penso che sto per andarmene”. Da buon superiore, questi gli rispondeva che era una crisi..., sarebbe passata..., bisognava attendere..., riflettere..., e ogni volta il giovane rientrava più o meno convinto nella sua cameretta. Un bel giorno, ne ebbe abbastanza di lasciarsi così “raggirare”, pensava, dal padre superiore e disse a sé stesso che ormai avrebbe preso la sua decisione e che, se partiva, lo avrebbe fatto senza salutare nessuno. Aveva una valigia nella sua camera: aprirla, mettervi dentro le sue cose e andarsene? La lotta fu lunga. Alla fine prese un pezzo di gesso e scrisse sulla sua valigia il grido stesso di Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6, 68). Ed è rimasto (J. Loewe)

PAROLA DI DIO: Is 38,1-6.21-22.7-8; Cant. Is 38,10-12.16; Mt 12,1-8

 

Vangelo   Mt 12,1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Parola del Signore

 

“I FARISEI GLI DISSERO: ECCO, I TUOI DISCEPOLI STANNO FACENDO QUELLO CHE NON È LECITO FARE DI SABATO”.

La prima tentazione di coloro che si ritengono giusti è evidenziare la propria giustizia e osservanza accusando chi non si comporta come loro. Così spesso la Chiesa, i moralisti, i benpensanti sono portati a considerare peccatori tutti coloro che non fanno parte del loro gruppo. E anche le norme morali che dovrebbero servire come via per indirizzare al bene diventano assoluti da imporre (specialmente agli altri). Gesù non ha diviso in buoni e cattivi (questa scelta dipende dall’uomo stesso) ma ha guardato a tutti come a dei fratelli amati da Dio e pur proponendo delle norme morali molto impegnative (“Ama i tuoi nemici”, ‘sii perfetto come il. Padre tuo”) ha sempre guardato con misericordia all’uomo non giudicandolo per quello che di lui appare ma invitandolo a trovare dentro sé stesso l’immagine di figlio di Dio che è stata donata a ciascuno.

 

 

SABATO 21 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo da Brindisi; Sant’Alberico Crescitelli.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI, SIGNORE, L'ONESTA DEL CUORE E DEI GESTI.

 

HANNO DETTO: Agire mentre si è in collera è come imbarcarsi durante una violenta tempesta. (C. Oudin)

SAGGEZZA POPOLARE: Basta poco per rimproverare un uomo, ma occorre molto tempo per dimenticare un rimprovero: (saggezza cinese)

UN ANEDDOTO: In Svizzera c’è un santuario mariano, noto in tutto il mondo, il santuario di Einsiedeln. Attorno ad esso sorge un grandioso monastero benedettino. L’imponente complesso ha una nota caratteristica: se da ogni angolo dell’edificio si traccia la diagonale all’angolo opposto, tutte le linee si incrociano esattamente sul tabernacolo della chiesa. L’architetto, che ideò quella costruzione, volle esprimere una grande verità: Gesù è il centro non solo della vita dei monaci di Einsiedeln, ma anche della vita di noi tutti.

PAROLA DI DIO: Mi 2,1-5; Sal 9; Mt 12,14-21

 

Vangelo   Mt 12,14-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni». Parola del Signore

 

“I FARISEI USCIRONO E TENNERO CONSIGLIO CONTRO GESÙ PER FARLO MORIRE”.

Quando c’è qualcuno che non rientra negli schemi o si cerca in qualche modo di inglobarlo, di zittirlo o si complotta per farlo fuori. Se non rientri nella macchina ben oliata della società, della politica, della Chiesa struttura, dai fastidi e allora o ti si promuove per zittirti o ti si esclude. Oscar Romero, don Puglisi danno fastidio al potere, alla mafia? Meglio farli fuori! Gesù non rientra nell’ordine costituito della religione ebraica? “Meglio che un uomo solo muoia piuttosto che debba soffrirne una intera nazione’ (leggi: piuttosto che noi dobbiamo rimetterci nei nostri privilegi). Può capitare anche a noi quando per coerenza con alcuni valori, cominciamo a dar fastidio. Forse è proprio un buon segno, anche se triste e doloroso, un segno di contraddizione e di fedeltà che non può che portare buoni frutti.

 

 

DOMENICA 22 LUGLIO: 16^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Maddalena; San Fiorenzo.

Una scheggia di preghiera:

 

DONA A TUTTI, SIGNORE, LA TUA PAROLA DI SALVEZZA.

 

HANNO DETTO: C'è chi si dispera perché crede che il Signore non perdonerà il suo peccato, ma pensieri simili vengono dall'avversario. (Silvano dell'Athos)

SAGGEZZA POPOLARE: La natura dà la vita, ma la ragione insegna a vivere.

UN ANEDDOTO: Da vecchio, Johann Sebastian Bach diventò cieco. Un giorno, uno dei suoi amici gli comunicò che in città era arrivato un famoso oculista, disposto a tentare su di lui un’operazione, se egli l’avesse voluto. «Nel nome di Dio», disse il vecchio Bach. Arrivò il giorno dell’operazione, ma purtroppo l’intervento non ebbe successo. Quando, dopo quattro lunghi giorni, l’oculista tolse le bende dagli occhi di Bach e i figli chiesero allora amato padre: “Puoi vedere qualcosa?», questi rispose: “Sia fatta la volontà del Signore! Io non vedo nulla!». I figli, dispiaciuti e delusi, piangevano, aggravando così ancora di più il dolore del vecchio. Ma egli, incoraggiandoli esclamò: “Cantate piuttosto il mio canto preferito: “La volontà di Dio avvenga in ogni tempo!”.

PAROLA DI DIO: Ger 23,1-6; Sal 22; Ef 2,13-18; Mc 6,30-34

 

Vangelo   Mc 6,30-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Parola del Signore

 

“EGLI VIDE UNA GRANDE FOLLA, EBBE COMPASSIONE DI LORO, PERCHÉ ERANO COME PECORE CHE NON HANNO PASTORE, E SI MISE A INSEGNARE LORO MOLTE COSE”.

Gesù ama l’umanità di cui si è rivestito ed è diventato compartecipe. Si commuove davanti alle folle che lo cercano. Non era ancora fede in Lui, era la speranza di essere guariti, di avere pane da mangiare che spingeva queste folle, ma Gesù vede in questa gente che lo cerca quel desiderio profondo di giustizia, di pace, di verità che c’è nel fondo del cuore di ogni uomo. E la commozione di Gesù si trasforma in insegnamento. Noi da buoni pragmatisti diremmo: “Avrebbe potuto guarire, riempire le pance vuote!”. Gesù, invece, insegna, dà un cibo che si chiama parola di Dio, suscita, almeno in qualcuno, la fede. La Chiesa, noi cristiani, che dobbiamo essere al servizio degli uomini, siamo chiamati a commuoverci e a donare, e facciamo benissimo a donare ospedali, carità, assistenza ma ricordiamoci che non basta soddisfare le esigenze materiali per rendere felice l’uomo. Noi siamo portatori, e quindi donatori, di qualcosa di molto più grande. Noi portiamo Gesù e la sua parola di salvezza: di questa soprattutto ha bisogno l’uomo.

 

 

LUNEDI’ 23 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Brigida, patrona d’Europa; Sant’Olimpio; Santa Cunegonda.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO IN TE, GESU', È IL SENSO DELLA MIA VITA.

 

HANNO DETTO: Prima della morte del Redentore non esisteva più il Paradiso. La strada verso il Santo dei Santi era sbarrata. La morte di Gesù ha frantumato le mura del mondo; questo è diventato nuovamente luogo di Dio. (L. Boros)

SAGGEZZA POPOLARE: La lima del rancore lenta consuma il cuore.

UN ANEDDOTO: Alcide De Gaspari, il grande statista italiano ricostruttore dell’Italia del dopoguerra, quando partecipò a Parigi alla grande assemblea dei rappresentanti «alleati vincitori» si adoperò perché la nostra nazione, così martoriata dagli eventi bellici, ottenesse una pace onorevole. Dopo le solenni sedute, amava rifugiarsi in una Chiesa e starsene serenamente in adorazione dell’Eucaristia. A coloro che ritenevano ciò una perdita di tempo rispondeva: «Inginocchiato davanti a Dio per restare ritto di fronte agli uomini!».

PAROLA DI DIO: Gal 2,19-20; Sal 33; Gv 15,1-8

 

Vangelo Gv 15,1-8 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.  Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore

 

“IO SONO LA VITE, VOI I TRALCI. CHI RIMANE IN ME, E IO IN LUI, PORTA MOLTO FRUTTO, PERCHÉ SENZA DI ME NON POTETE FAR NULLA”.

La vite carica dei suoi frutti é certo uno degli spettacoli più belli della natura. I suoi tralci si protendono a sorprendente distanza dal ceppo, si appoggiano a qualunque sostegno, si abbracciano ai rami degli alberi, si arrampicano alle pareti delle case, si estendono sui tralicci come tende al sole. E da queste molteplici braccia pendono i grappoli numerosi, turgidi, splendenti. Forse è una delle più belle immagini della fecondità. Ma se con un colpo netto staccassimo un tralcio dal ceppo, lo spettacolo muterebbe, quel tralcio non diventerebbe che un contorto ramo secco. Sembra impossibile che tutta quella ricchezza di vita sia legata a quel ceppo sottile, sembra inverosimile che esso sia capace di alimentare tutti quei lunghi tralci, moltiplicare tutte quelle foglie, nutrire tutti quei grappoli. Eppure è così: tutta quella profusione di frutti è condizionata all’unione a quell’esile ceppo. Non è una esagerazione, è proprio così: senza Cristo le tue supreme esigenze restano insoddisfatte. Senza Lui non puoi far nulla di risolutivo. Puoi soltanto cercare incessantemente, puoi tentare tutte le vie, puoi smarrirti, puoi disperarti, ma senza di Lui non approderai a nulla.  Non dico che senza Cristo tu non possa lavorare, guadagnare, avanzare nei tuoi affari, costruirti una solida posizione nella vita. Tutto questo da te lo puoi fare e ci riesci benissimo. Ma non è questo che soprattutto ti interessa. Non è qui che si placa la tua sete più profonda ed esasperante. Se un tralcio della vite dicesse: “Sono stanco di stare qui, di vedere sempre lo stesso panorama, di rimanere bloccato a quella radice” e decidesse di andarsene, presto morirebbe. Eppure certi cristiani si comportano proprio così: “Il Vangelo è sempre uguale… la Messa della domenica è un peso… confessarsi è una cosa da Medioevo…la Chiesa è vecchia… voglio tentare lidi e strade nuove!”. E magari si attaccano ad esoterismi che non hanno senso e poco per volta recidono le proprie radici e la fede languisce, la linfa vitale non arriva più, ci si inaridisce e un bel giorno si arriva a dire: “Ho perso la fede!”. La fede non l’hai persa, l’hai fatta morire! “Rimanete in me”, dice il Signore.

 

 

MARTEDI’ 24 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Cristina; Sant’Agostino Fangi.

Una scheggia di preghiera:

 

AVVENGA DI ME SECONDO LA TUA PAROLA.

 

HANNO DETTO: Alcuni raggiungono la loro massima cattiveria nel silenzio. (Elias Canetti)

SAGGEZZA POPOLARE: l ricco che è avaro non possiede beni, ma si fa custode di bagagli.

UN ANEDDOTO: Una parabola surreale sulla impazienza e la fretta: Un uomo impaziente entrò in uno snack-bar, si sedette e quindi gridò 'Perché non mi sono state ancora portate le patatine?'  Un cameriere arrivò di corsa con un piatto di patatine e disse 'Mangiate in fretta'. L'uomo aveva appena incominciato a mangiarne alcune che il cameriere ritornò e si portò via il piatto, dicendo '' È ora di pulire il piatto'. L'uomo tornò a casa e disse alla moglie:' Oggi un cameriere mi ha fatto quasi morire di fame.' La moglie gli rispose: 'Allora spicciati a morire che mi voglio risposare'. Prima di sera si era già risposata. La prima notte di matrimonio era appena passata che il nuovo marito divorziò da lei dicendo con rabbia: ' Non mi hai ancora dato un bambino e quindi voglio divorziare|'.

PAROLA DI DIO: Mi 7,14-15.18-20; Sal 84; Mt 12,46-50

 

Vangelo   Mt 12,46-50

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre». Parola del Signore

 

“POI, TENDENDO LA MANO VERSO I SUOI DISCEPOLI, DISSE: «ECCO MIA MADRE E I MIEI FRATELLI! PERCHÉ CHIUNQUE FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI, EGLI È PER ME FRATELLO, SORELLA E MADRE”.

Rivelazione straordinaria! Il discepolo è un “parente di Gesù”. Gesù offre la calda intimità della sua Famiglia agli uomini. Tra Dio e gli uomini non ci sono più solamente freddi rapporti di obbedienza e sottomissione come tra un padrone e gli schiavi. Al seguito di Gesù noi entriamo nella Sacra Famiglia e la caratteristica che ci distingue è quella di fare la volontà di Dio. Cercare e fare la volontà di Dio è entrare in intima comunione con Lui e allo stesso tempo entrare in comunione con gli innumerevoli fratelli e sorelle che anch’essi cercano di fare questa stessa volontà. Cercando la sua volontà, in tutti gli atti della mia giornata, io sono unito a tutti i “santi” della terra, a tutti i discepoli di Gesù che sono sparsi in tutti i paesi del mondo. E Maria, che fa la volontà di Dio alla perfezione, è allora davvero nostra Madre.

 

 

MERCOLEDI’ 25 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacomo; San Cristoforo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTACI A SERVIRE E MAI A SERVIRCI DEGLI ALTRI.

 

HANNO DETTO: La colpa è forse la più triste compagna della morte. (Elisabeth Kübler Ross)

SAGGEZZA POPOLARE: Da ricchi impoveriti e da poveri arricchiti, prega Dio che t'aiuti.

UN ANEDDOTO: I grandi amano le cifre. Quando voi parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: “qual è il tono della sua voce? Quali sono i suoi hobby preferiti? Di cosa fa collezione?" Ma vi domandano:" Che età ha? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?" Allora soltanto credono di conoscerlo. Se voi dite: "Ho visto una bella casa di mattoni rosa con dei gerani alle finestre e dei colombi sul tetto", loro non riescono ad immaginarsela: Bisogna dire:" Ho visto una casa da trecentomila euro", e allora esclamano:" Com'è bella..." (A.de Saint-Exupéry, da Il piccolo principe)

PAROLA DI DIO: 2Cor 4,7-15; Sal 125; Mt 20,20-28

 

Vangelo   Mt 20,20-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Parola del Signore

 

“I GOVERNANTI DELLE NAZIONI DOMINANO SU DI ESSE E I CAPI LE OPPRIMONO. TRA VOI NON SARÀ COSÌ; MA CHI VUOLE DIVENTARE GRANDE TRA VOI, SARÀ VOSTRO SERVITORE”.

Quanto attuali sono queste parole di Gesù per noi!

Ancora oggi come con continuità ci dice Papa Francesco, la Chiesa è incrostata di forme di potere umano e mentre si annuncia l’umiltà e il servizio non ci si sdegna di approfittare di appoggi o di strizzare occhiate a chi ha potere magari nascondendo il tutto con la scusa di poter annunciare meglio il vangelo. Anche nelle comunità parrocchiali si fa tutto per il regno di Dio, ma guai a toccarmi quel posto, quel ruolo che mi sono “conquistato”. È difficile nel nostro mondo riscoprire la parola servire: siamo troppo abituati a servirci. Eppure è solo quando e non solo formalmente, perderemo i titoli di “santità”, “eccellenza”, “monsignore”, “padre”, “presidente” ... che saremo più liberi di rispondere a Dio e ai fratelli: “Hai bisogno di qualcosa da me?”.

 

 

GIOVEDI’ 26 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gioacchino ed Anna; Santa Bartolomea Capitanio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONACI UN CUORE PURO E DOCILE ALLA TUA PAROLA

 

HANNO DETTO: Nessuno ci è più amico di Dio che è fonte della stessa amicizia. (D. Maria Turoldo) 

SAGGEZZA POPOLARE: Quando si ride senza essere contenti è un riso che non passa i denti.

UN ANEDDOTO: Trovai Antony de Mello che faceva bolle di sapone con una cannuccia. «Guarda, guarda», mi disse, «come sono belle, fragili, luccicanti queste bolle. E come muoiono senza opporre resistenza. Voglio morire così, fresco e vitale». Il commento di Tony suscitò in me il senso della vita, della sua fugacità e transitorietà, e il desiderio di dare il meglio di me: di godere della vita e accettarne la precarietà.

PAROLA DI DIO: Ger 2,1-3.7-8.12-13; Sal 35; Mt 13,10-17

 

Vangelo   Mt 13,10-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”. Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!». Parola del Signore

 

“PERCHÉ PARLI LORO IN PARABOLE?” GESÙ RISPOSE: “PERCHÉ A VOI È DATO DI CONOSCERE I MISTERI DEL REGNO DEI CIELI, MA A LORO NON È DATO”.

Gesù usa le parabole per annunciare il regno dei cieli. Le parabole sono racconti semplici che partono dalla realtà della vita. Sono dunque facili messaggi per chi è semplice e sa leggere e interpretare con cuore disponibile e aperto il messaggio di Dio sulla vita, ma diventano astruse e difficili per chi sentendosi “culturalmente superiore’ ha la presunzione di conoscere tutto, di avere già la verità in tasca, di voler vivisezionare parole e fatti a proprio uso e consumo, di voler fare filosofia e accademia su parole così semplici. E così le parabole sono luce per i semplici e confusione per coloro che si ritengono sapienti. Anche oggi sono spesso stupito davanti alla forza della fede di certe persone umili e all’estrema complicazione e frammentarietà della fede dei “teologi”. Ricordo con riconoscenza un anziano sacerdote che davanti alla mia fede titubante, che cercava motivazioni “filosofiche e teologiche” mi diceva: “Rileggiti il Vangelo: Gesù ha dato la vita per quella parola, i teologi per la loro parola hanno solo avuto gli interessi librari”

 

 

VENERDI’ 27 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giorgio di Cordoba; Santa Liliosa.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE, È PAROLA DI VITA ETERNA.

 

HANNO DETTO: Il digiuno dei ricchi deve diventare il nutrimento dei poveri. (S. Leone Magno)

SAGGEZZA POPOLARE: Bisogna girare sette volte la lingua in bocca, prima di parlare.

UN ANEDDOTO: Non sempre i geni sono compresi e spesso una ripicca può cercare di tarpare le ali ad una persona: Luigi Pirandello ebbe una carriera studentesca piuttosto burrascosa. Dopo aver resistito alle pressioni del padre, che prima voleva avviarlo a studi tecnici e poi all'avvocatura, si iscrisse alla facoltà di lettere dell'università di Roma. Ma, avendo fatto notare un marchiano errore commesso dal rettore in una versione dal latino, venne espulso da essa in perpetuo. Per terminare gli studi, dovette perciò trasferirsi a Bonn, in Germania.

PAROLA DI DIO: Ger 3,14-17; Cant, Ger 31,10-13; Mt 13,18-23

 

Vangelo   Mt 13,18-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno». Parola del Signore

 

“QUELLO SEMINATO SUL TERRENO BUONO È COLUI CHE ASCOLTA LA PAROLA E LA COMPRENDE; QUESTI DÀ FRUTTO E PRODUCE IL CENTO, IL SESSANTA, IL TRENTA PER UNO”.

Noi vorremmo essere buon terreno che dà frutto. E allora queste due righe ci danno i vari passeggi. Prima cosa: ascoltare la Parola. Il seminatore, di questo siamo sicuri, semina abbondantemente, ma bisogna accogliere questo seme, bisogna cercare ogni occasione per  poter ascoltare la Parola e poi bisogna “comprenderla”, quindi non essere ascoltatori distratti, quindi accorgersi che non è una delle mille parole che  ogni giorno bombardano i nostri orecchi, accorgersi che questa Parola è Gesù stesso, il Figlio di Dio che ci interpella, lasciare cioè che questa Parola ponga le sue radici non solo nella mente ma soprattutto nel cuore. E poi? Poi si tratta di lasciarla operare!

Il seme ha in sé tutta la sua potenza vitale, il compito del terreno è solo quello di essere disponibile a lasciare che la sua forza si sviluppi e non importa neppure se il frutto sarà 100 per uno o 30 per uno, ciascuno produrrà secondo i doni, le capacità, le forze che si ritrova. In parole povere, è come se Gesù ci dicesse: Accogli, renditi disponibile a Dio e poi lascia fare a Lui.

 

 

SABATO 28 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Innocenzo I, Papa; Santa Serena.

Una scheggia di preghiera:

 

TUO È IL REGNO, TUO IL GIUDIZIO, TUA LA MISERICORDIA.

 

HANNO DETTO: Nella misura in cui si ama svanisce la paura della morte. (G. Edel)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il pozzo è asciutto, si conosce il valore dell'acqua.

UN ANEDDOTO: Anche il concetto di “libertà” può essere interpretato in modi strani: Pancho Villa (1877-1923), l'eroe nazionale messicano, era grande amico degli umili ma anche intransigente per, quanto concerneva la causa della rivoluzione. Una volta, poiché un contadino era restio ad arruolarsi poiché aveva moglie e una figlia, gliele uccise entrambe, per «renderlo libero».

PAROLA DI DIO: Ger 7,1-11; Sal 83; Mt 13,24-30

 

Vangelo   Mt 13,24-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”». Parola del Signore

 

SIGNORE, NON HAI SEMINATO DEL BUON SEME NEL TUO CAMPO...VUOI CHE ANDIAMO A RACCOGLIERLA?”.

Ecco un’altra parabola, ed ecco che, ancora una volta, se mi metto davanti ad essa solo con la mia presunta intelligenza, posso dire che è un padrone ben strano quello che permette che le erbacce rischino di soffocare il buon grano. Noi, diciamolo con sincerità, siamo di quelli che partirebbero in quarta per fare un po’ di pulizia in questo mondo: “Se fossi io Dio, le cose andrebbero meglio, certa gente cattiva, certi seminatori di dubbi, di violenze, di maldicenze, certe cattiverie e ingiustizie li estirperei subito, altro che aspettare che facciano ancor più danno!”.

La tentazione è sempre la stessa: giudicare ciò che è bene e ciò che è male e nel nome del bene partire in crociata per estirpare il male. Non è così per Dio: Dio ha tempo. Dio dà tempo. Dio ha bisogno di tempo. Dio sa aspettare. La presenza del male non rappresenta un fatto eccezionale. È la norma. Nella Chiesa, come nel mondo. Dappertutto. L’uomo non ha il diritto di “anticipare” il giudizio finale. Questo spetta a Dio, in esclusiva. È il compito suo. Noi non riusciamo a delimitare i territori del bene e del male. Ci sono modi diversi anche per guardare il campo. C’è chi vede nel mondo esclusivamente sporcizia, corruzione, violenza, cattiveria, falsità. Ma c’è chi senza ignorare quei prodotti, riesce a scorgere anche il bene, la generosità, la pulizia, l’onestà, la coerenza. Dio è paziente, ama tutti, ha fiducia nel seme buono. I semi buoni crescono, crescono ugualmente, forse con più fatica ma inesorabilmente, senza nulla perdere della propria natura e delle proprie qualità. Dio “pazienta” anche con noi e ci invita ad essere pazienti, tolleranti, ad aver fiducia nel bene. Proprio pensando alla pazienza di Dio con noi, proviamo oggi, nei nostri giudizi e atteggiamenti verso gli altri a vedere il bene e le possibilità di bene che ci sono nelle persone che ci circondano, e lasciamo che il bene che c’è in noi abbia il sopravvento sulla zizzania che scopriamo ogni giorno nella nostra vita.

 

 

DOMENICA 29 LUGLIO: 17^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marta; Sant’Ademaro; San Guglielmo Pinchon.

Una scheggia di preghiera:

 

TU NON CI TENTI, SIGNORE, MA NELLE DIFFICOLTA' NOI POSSIAMO DIRTI LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO: La fede è l'anima della tua anima. Quand'è che muore l'anima? Quando manca la fede. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Val più una rosa al vivo, che cento corone al morto.

UN ANEDDOTO: Nella piccola chiesa di S. Egidio in Trastevere, ai due lati della navata, ci sono due altari, uno di fronte all’altro; in uno c’è il tabernacolo con l’eucaristia, nell’altro una croce e alcune immagini di poveri, di sofferenti. Sono due altari nei quali si venera il corpo del Signore presente nell’eucaristia e il corpo del Signore presente nei poveri. Due altari inscindibili; due culti inseparabili, come è inseparabile l’unico corpo di Cristo. Il grande vescovo di Costantinopoli, Giovanni Crisostomo, ammoniva i suoi fedeli: «Se volete onorare il corpo di Cristo, non disdegnatelo quando è ignudo; non onorate il corpo eucaristico con paramenti di seta, mentre fuori del tempio trascurate quest’altro Cristo che è afflitto dal freddo e dalla nudità».

PAROLA DI DIO: 2Re 4,42-44; Sal 144; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15

 

Vangelo   Gv 6,1-15

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. Parola del Signore

 

«DICEVA COSÌ PER METTERLO ALLA PROVA» 

Questo episodio getta luce su una caratteristica del comportamento di Dio verso i suoi figli, quella della prova. Esplicitamente l’evangelista rivela che Gesù, quando chiede a Filippo dove comprare il pane per sfamare la folla, lo fa “per metterlo alla prova”. Lui stesso infatti risolverà il problema, non senza però aver ottenuto la “insignificante” ma indispensabile collaborazione dei suoi apostoli nello scovare un ragazzo previdente e generoso. Ritrovarci di fronte a problemi più grandi di noi, scoprirci privi dei mezzi materiali adatti a risolverli; problemi non solo spirituali, ma materiali, sanitari, economici; non solo personali, ma che coinvolgono altri: i nostri figli, i nostri dipendenti, il nostro popolo. All’occorrenza sarà utile ricordarlo: queste penose e frequentissime situazioni sono prove, cioè occasioni mandate da Dio per sperimentare che un Padre pensa a noi, che Qualcuno può arrivare dove noi non possiamo, che la fiducia in lui è più forte di ogni difficoltà. Il vangelo chiede solo di essere sperimentato.

 

 

LUNEDI’ 30 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo; Santa Donatella, martire; San Capreolo.

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: L’amore è premio all’amore. (Schiller)

SAGGEZZA POPOLARE: Senza rispetto, non c'è affetto.

UN ANEDDOTO: Quando nel 1938 Hitler passò per Firenze, la città fu coperta di croci uncinate e di scritte osannanti. Bargellini disse a Dalla Costa: «Vede, Eminenza? Vede?». «Non abbia paura! — rispose il Cardinale — la sorte è già segnata nel salmo 37: “Ho veduto l’iniquo imbaldanzire e dilatarsi come albero rigoglioso. Passai di nuovo, e non era più; lo cercai e non si trovò”.

PAROLA DI DIO: Ger 13,1-11; Cant. Dt 32,18-21; Mt 13,31-35

 

Vangelo   Mt 13,31-35

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo». Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE A UN GRANELLO DI SENAPE…”.

Dicevamo l’altro ieri che il modo migliore di accogliere la parola è avere l’atteggiamento dei bambini. Infatti le parabole sono un linguaggio semplice che solo dai semplici può essere capito. Non finisco mai di stupirmi, quando racconto ai bambini una favola, come essi, con fantasia (a volte impensata) riescono subito a cogliere il nocciolo essenziale e l’insegnamento nascosto. Troppi ragionamenti sulla parabola del granello di senapa hanno finito per travisarla; si è voluto vedere in essa l’espansione della Chiesa, la sua grandezza e invece ci si è dimenticati che qui Gesù parla soprattutto di piccolezza: Lui, il Dio grande si è fatto piccolo uomo sconosciuto, vissuto in un angolo di terra lontano dalla centralità della politica e del potere; Lui seminato con abbondanza dal Padre; Lui che si intride di terra, coglie le nostre gioie, è solidale con le sofferenze, va a cercare i piccoli, gli umili, i peccatori; Lui che diventa l’Agnello di Dio, senza unghie per graffiare, ma innocente che dona la sua vita; Lui che bagna il nostro terreno con il suo sangue; Lui che marcisce nella nostra terra per farci rinascere. Ed ecco allora che io, cristiano, rivestito di Cristo fin dal giorno del mio battesimo, devo fare come Lui non usando le armi della potenza, della violenza o ricercando solo il successo, il risultato ma lasciandomi fare da Dio, lasciandomi impastare da Lui con le tante necessità della terra e soprattutto fidandomi di Lui.

 

 

MARTEDI’ 31 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Loyola; San Fabio; San Giustino de Jacobis.

Una scheggia di preghiera: DIO, TU SEI IL MIO DIO OGGI E PER SEMPRE.

HANNO DETTO: So che i più parlano, perché non sanno tacere. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: La roba dell'avaro se la gode il prodigo.

UN ANEDDOTO: Battute per sorridere e pensare: Le rughe sono ereditarie: i genitori le prendono dai figli. - Le grandi idee hanno bisogno di carrelli di atterraggio, oltre che di ali per volare. - Chi non sa ridere non deve essere preso sul serio. - Il rimorso è un prurito dell'anima.

PAROLA DI DIO: Ger 14,17b-22; Sal 78; Mt 13,36-43

 

Vangelo   Mt 13,36-43

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!». Parola del Signore

 

“COME DUNQUE SI RACCOGLIE LA ZIZZANIA E SI BRUCIA NEL FUOCO, COSÌ AVVERRÀ ALLA FINE DEL MONDO”.

Gesù spiegando la parabola della zizzania ci dà diverse indicazioni sia riguardo a Dio che sul senso della nostra vita. Dio è paziente e misericordioso: se fosse intollerante, se castigasse subito ogni peccato, che cosa ne sarebbe di noi? Ma se non è intollerante in questa vita, non può accogliere in sé il male e coloro che con il male si sono identificati, quindi attenzione perché se Dio continua ad offrirti una possibilità di salvezza, se tu preferisci crescere nel male a quel punto sarai tu stesso ad escluderti dalla sua misericordia. Ma la parabola ci insegna anche un’altra cosa: chi, nella realtà della vita e della Chiesa, può oggi distinguere con chiarezza e precisione il bene e il male, il buon grano e la zizzania? Anche noi, a imitazione di Dio non possiamo essere intolleranti, e se dobbiamo far attenzione a che il male non ci soffochi non possiamo neppure aver la pretesa di giudicare e di voler essere noi coloro che estirpano il male. Il male si giudica da sé stesso e sarà il male stesso a tormentare chi lo ha voluto e ad allontanarlo da Dio per sempre mentre, da questo contrasto, il bene sarà ancora più luminoso.

     
     
 

Archivio