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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

GIUGNO 2018

 

 

VENERDI’ 1 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Giustino; San Caprasio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', CHE IO RIMANGA IN TE PER PORTARE FRUTTO.

 

HANNO DETTO: Nostro Signore non viene in noi, nella Santa Eucaristia, per premiare le nostre virtù, ma per comunicarci la forza necessaria a diventare santi. (San Pier Giuliano Eymard)

SAGGEZZA POPOLARE: L'uccello avveduto guarda le sue ali, l'uomo avveduto misura le sue parole. (proverbio Vietnamita)

UN ANEDDOTO: Ramad era un ladro di India. Una volta, mentre rubava, notò un piccolo libro nero che conteneva delle pagine sottili, perfette per fare delle sigarette, e lo prese. Ogni sera strappava una pagina, la rotolava, ci metteva dentro del tabacco e fumava. Osservando che le piccole parole sulle pagine erano nella sua lingua, iniziò a leggerle prima di fare le sue sigarette. Una sera dopo aver letto una pagina, si inginocchiò e chiese al Signore Gesù di perdonargli i peccati e di salvarlo. Poi si arrese alla polizia, che se ne stupì. Ramad il ladro diventò un seguace di Gesù Cristo. E nella prigione in cui fu messo per i suoi crimini, condusse molti al Salvatore.

PAROLA DI DIO: 1Pt 4,7-13: Sal 95; Mc 11,11-25

 

Vangelo   Mc 11, 11-26

Dal vangelo secondo Marco

[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betania. La mattina seguente, mentre uscivano da Betania, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono. Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni”? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città. La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gettati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe». Parola del Signore

 

“SI AVVICINÒ PER VEDERE SE PER CASO VI TROVASSE QUALCOSA MA, QUANDO VI GIUNSE VICINO, NON TROVÒ ALTRO CHE FOGLIE. NON ERA INFATTI LA STAGIONE DEI FICHI. RIVOLTO ALL’ALBERO, DISSE: «NESSUNO MAI PIÙ IN ETERNO MANGI I TUOI FRUTTI!»

Un fatto a prima vista assurdo e inspiegabile quello della maledizione del fico. Belle pretese ha Gesù di trovare fichi quando non è stagione, e poi, perché la maledizione ad una povera pianta che non ne può nulla? Siamo davanti ad un gesto simbolico. Gesù è entrato in Gerusalemme accolto da grida osannanti che nel giro di pochi giorni si tramutano in urla di condanna a morte. Ha pianto sulla città tanto amata che uccide i suoi profeti. Il suo popolo tanto amato, curato da Dio attraverso i patriarchi, i profeti, non ha reso frutti e non sa neppure accettare il frutto di Gesù. La maledizione del fico è dunque la consapevolezza di Gesù che il suo popolo ha rifiutato l’alleanza, che in quell’albero non si possono più cercare frutti. E se Gesù viene oggi a cercare frutti di fede, di giustizia, di carità nella mia vita, che cosa trova? Forse le foglie dell’apparenza, dell’appartenenza religiosa, dell’osservanza formale ci sono, ma ci sono anche frutti concreti o, da soli, attiriamo su di noi la maledizione della sterilità?

 

 

SABATO 2 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Marcellino e Pietro; Sant’ Adalgiso.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE INSEGNACI CHE LA VERA AUTORITA' È IL SERVIZIO.

 

HANNO DETTO: L'amore di Cristo non conosce limiti, non finisce mai, non si ritrae davanti a bruttezza e sporcizia. Egli è venuto per i peccatori e non per i giusti, e se l'amore di Cristo vive in noi dobbiamo fare come lui e metterci alla ricerca della pecorella smarrita. (S. Benedetta della Croce Edith Stein)

SAGGEZZA POPOLARE: Con una parola buona e un po’ di garbo puoi trascinare un elefante trascinandolo per un pelo. (saggezza Indiana)

UN ANEDDOTO: Venne chiesto un giorno a Padre Leopoldo Mandic: «Padre, come capisce lei le parole del Signore: Che colui che vuol seguirmi, prenda tutti i giorni la sua croce? Dobbiamo per questo fare penitenze straordinarie? – Non è il caso di fare penitenze straordinarie, rispose. Basta che sopportiamo con pazienza le tribolazioni ordinarie della nostra misera vita: le incomprensioni, le ingratitudini, le umiliazioni, le sofferenze occasionate dai cambiamenti di stagione e dell’atmosfera in cui viviamo. (S. Leopoldo Mandic)

PAROLA DI DIO: Gd 17.20-25; Sal 62; Mc 11,27-33

 

Vangelo   Mc 11, 27-33

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore

 

GLI, DISSERO: "CON QUALE AUTORITÀ FAI QUESTE COSE?". RISPOSE: "VI FARÒ UNA SOLA DOMANDA!".

Erano andati da Gesù per "smascherarlo", per costringerlo a dire qualcosa di compromettente e Lui li costringe a manifestarsi. Noi spesso tempestiamo Gesù con i nostri interrogativi; vorremmo che si svelasse, che uscisse all’aperto. Lui invece smaschera le nostre ipocrisie e ci costringe a dichiararci. Noi vorremmo delle prove, e Lui è disposto a darcele, ma prima occorre la nostra dichiarazione di fede. Noi chiediamo miracoli e segni, Lui vuol far scaturire in noi il miracolo della nostra fede. Non puoi pretendere qualcosa se non te ne rendi disponibile; è come se Gesù ci dicesse: "Tu mi chiedi qualcosa, ma io per dartela ho bisogno di te. Tu credi davvero in me?".

 

 

DOMENICA 3 GIUGNO: CORPO E SANGUE DI CRISTO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Carlo Lwanga e compagni, martiri dell’Uganda.

Una scheggia di preghiera:

 

DACCI IL NOSTRO PANE, IL TUO PANE PER OGGI.

 

HANNO DETTO: Noi desideriamo alcune volte di essere buoni angeli e trascuriamo di essere buoni uomini. (S. Pio)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi genera un bambino, ha generato per la foresta; chi da alla luce una bambina costruisce il villaggio. (proverbio Bantù)

UN ANEDDOTO: Un uomo, che era nato cieco, ad un amico, che vedeva, chiese: — Di che colore è il latte? — Il latte? — rispose l’amico. — È dello stesso colore della carta bianca. — Allora fa il rumore della carta, quando viene spiegazzata? — No, no non mi sono spiegato bene. Il latte ha lo stesso colore della farina di frumento. — Allora è delicato al tatto e scorre via tra le dita come la farina? —Qualcosa di vero c’è, ma non mi sono spiegato ancora bene. Il latte è bianco, come, la pelliccia dell’ermellino. — Allora è soffice, vellutato? — No, è bianco e basta! Bianco come la neve! — Allora è freddo come la neve? Colui che vedeva cercò molti altri esempi, ma inutilmente. Il cieco non riuscì a comprendere come sia il colore dei latte.  (L. Tolstoj, Il terzo libro di lettura, Fabbri ed.)

PAROLA DI DIO: Es 24,3-8: Sal 115; Eb 9,11-15; Mc 14,12-16.22-26

 

Vangelo Mc 14, 12-16. 22-26 

Dal vangelo secondo Marco

Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Parola del Signore

 

"QUESTO È IL MIO CORPO".

Quante volte siamo andati a Messa! E quante volte ho detto Messa, e forse proprio per la ripetitività dei gesti e dei riti rischiamo di non aver capito e di non vivere l’Eucaristia. Un gesto troppe volte ripetuto rischia di diventare quasi banale. Eppure la prima caratteristica che la Messa dovrebbe suscitare in noi dovrebbe essere la meraviglia. Gesù, Dio si fa Pane per l’uomo! Il Creatore, il Signore, mi ama fino a diventare Pane per il mio cammino; entra in comunione con me fino a "farsi mangiare da me". Gesù mi ama, mi rispetta nonostante la mia miseria fino a diventare una cosa sola con me! Noi "facciamo memoria di Lui" e Lui offre per noi il suo Corpo e il suo Sangue che ci rinforza e ci purifica! Se manca questo meravigliarci, di conseguenza mancherà anche la gratitudine, il ringraziare e senza rendimento di grazie, la Messa non è più tale, infatti la Messa è principalmente rendere grazie con Gesù. Un piccolo suggerimento per voi e per me. Arriva qualche minuto prima che cominci la Messa e raccogliti. Pensa ai doni che ti vengono fatti, meravigliati dell’amore di Gesù e allora ascolterai, pregherai, canterai con un cuore riconoscente e pronto a ricevere il dono che ti viene fatto.

 

 

LUNEDI’ 4 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Caracciolo.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, O DIO, DI TUTTI I TUOI SEGNI DI AMORE.

 

HANNO DETTO: È più gradita a Dio un’azione, anche piccolissima, fatta di nascosto e senza che venga conosciuta, che mille fatte con il desiderio che siano viste dagli uomini. Colui, infatti, che agisce per Dio con amore purissimo, non solo non si preoccupa minimamente di essere visto dagli uomini, ma neanche da Dio. E allora, anche se Dio non dovesse mai venirne a conoscenza, egli non cesserebbe di rendergli gli stessi servizi con la stessa allegria e purezza di cuore. (S. Giovanni della Croce)

SAGGEZZA POPOLARE: Generare è facile, educare è difficile. (proverbio Macua)

UN ANEDDOTO: Nel tempo che le bestie parlavano o vivevano divise in varie repubbliche, fecero lega due gatti con promessa di dividere ugualmente fra loro tutto quel che andassero rubando. Avendo un dì cadauno d’essi rubato un pezzo di formaggio, nacque discordia tra loro, pretendendo ciascun d’essi che il pezzo suo fosse minore dell’altro ed esigendo il supplemento. Furono vicini a decidere la controversia coll’unghie, ma il più assennato ottenne che si rimettesse l’affare al giudice. Giudice pubblico si trovò allora uno scimmione. Costui, udito il litigio, immediatamente fece portar le bilance e si trovò che l’uno dei pezzi di formaggio pesava due once di più dell’altro; allora il valente giudice, per uguagliar le partite, si attaccò ai denti il pezzo sovrabbondante e saporitamente se lo masticò. Ma per disavventura tanto ne portò via che, rimessi i pezzi sulle bilance, il primo eccedente si trovò mancante di un’oncia rispetto all’altro. E qui il buon giudice, preso l’altro pezzo, parimenti l’afferrò coi denti e ne portò via quanto gli piacque e sei mangiò. Veduto si bei gioco si guardarono l’un l’altro i litiganti e l’un d’essi, rivolto ai giudici: — Messere —, gli disse, — se tali son le bilance della giustizia, tutti e due noi avremo infine la sentenza contro. M’è sovvenuto adesso un modo più sicuro di accordarci insieme. E presi con bella grazia i pezzi rimasti se n’andarono ambedue a mangiarseli in santa pace. (Lodovico Antonio Muratori, Dei difetti della giurisprudenza)

PAROLA DI DIO: 2Pt 1,2-7; Sal 90; Mc 12,1-12

 

Vangelo   Mc 12, 1-12

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!". Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; “questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?». E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono. Parola del Signore

 

“UN UOMO PIANTÒ UNA VIGNA, LA CIRCONDÒ CON UNA SIEPE, SCAVÒ UNA BUCA PER IL TORCHIO E COSTRUÌ UNA TORRE. LA DIEDE IN AFFITTO A DEI CONTADINI E SE NE ANDÒ LONTANO”

Dio ha avuto una attenzione, una cura tutta particolare per noi. Quando Dio fa le cose le fa bene! La sua alleanza con noi è stata curata nei particolari: non solo la vigna è piantata con vitigni scelti, curati, ma è anche difesa dagli assalti degli animali, c’è una siepe; all’interno vi è tutto il necessario perché i vignaioli possano non solo raccogliere l’uva ma anche operare per fare il vino: c’è un frantoio, c’è una torre di avvistamento per difendere la vigna. Quando Dio ci offre qualcosa e, in particolare, quando ci dona Sé stesso, ci dà il meglio affinchè possiamo operare nella sua volontà. Ma quello che stupisce e ci lascia perplessi è che Dio, dopo aver fatto tutto questo per noi, “se ne vada”. Eppure è proprio questa apparente assenza di Dio che garantisce la libertà e il lavoro degli uomini. Il Dio di Gesù non è un Dio paternalista o uno che vuole dettarci tutti i particolari del lavoro, uno che non ci lascia fiato, che non si fida della nostra iniziativa, un controllore che vuole a tutti i costi che facciamo come vuole Lui o peggio un Dio sempre pronto, fucile alla mano, a sparare contro le mancanze degli uomini. Egli ha fatto col suo popolo un patto, in cui dà e chiede e quindi rispetta l'uomo proprio lasciandolo libero di essere fedele a questa amicizia. Non è quindi un Dio che deresponsabilizza l'uomo, ma lo immerge più profondamente nella storia. L'assenza di Dio significa soltanto che Dio ci lascia campo libero, che ci prende sul serio. È un segno d'amore.

 

 

MARTEDI’ 5 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Bonifacio, Vescovo e Martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO, TU SEI IL MIO DIO. CON GESU' VENGO A TE.

 

HANNO DETTO: Ogni verità da chiunque sia detta viene dallo Spirito Santo. (S. Tommaso d'Aquino)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi guarda il cielo nel pozzo ne vede soltanto un pezzo. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Il ragazzo cinese Han-pe-yu, che di solito sopportava senza piangere le battiture che sua madre gli infliggeva quando combinava guai, un giorno scoppiò in pianto dirotto, mentre la mamma lo picchiava. Chiedendogli ella perché, rispose: — Sento, mamma, che le tue forze diminuiscono e tu diventi vecchia: questo mi addolora più delle battiture!

PAROLA DI DIO: 2Pt 3,11b-15a.17-18; Sal 89; Mc 12,13-17

 

Vangelo   Mc 12, 13-17

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui. Parola del Signore

 

È LECITO O NO PAGARE IL TRIBUTO A CESARE?”.

Questa volta a fare una domanda capziosa a Gesù sono i farisei e gli erodiani. Essi erano nemici fra di loro, ma avevano questo in comune: per quanto si proclamassero nazionalisti, in pratica collaboravano con i Romani ed ora cercavano di far dire a Gesù che non bisogna pagare il tributo a Cesare per avere il motivo di accusarlo. La trappola è perfetta. Se dice di non pagare il tributo viene eliminato dai Romani che occupano la Palestina, se dice di pagarlo si inimica il popolo ed in modo particolare gli zeloti, che attendono un Messia politico che prenda il potere e liberi il popolo dall’occupazione straniera. Non è forse vero che certa teologia e certa politica è sempre di moda sotto vari nomi?

La risposta di Gesù non è una semplice astuzia per eludere il problema e non cadere in tranello. Non dice semplicemente: “Date a ciascuno ciò che gli spetta”, senza determinare ciò che spetta a ciascuno. Ai suoi tempi il dominio di un sovrano si estendeva ovunque la sua moneta avesse avuto corso legale. È ovvio che dove circola quella di Cesare si sottostà al suo dominio, e si rispettano le regole del gioco, tra cui quella di pagargli il tributo. Ma per Gesù il problema è un altro, è dare a Dio ciò che è di Dio. Come la moneta porta l’immagine di Cesare e appartiene a Cesare, così l’uomo è immagine di Dio e appartiene a Dio. Il tributo da pagargli è quello di darsi a Lui, amandolo con tutto il cuore e amando il prossimo come se stessi. Questo significa dare a Dio ciò che è di Dio. Così diventiamo ciò che siamo: simili a Lui, di cui portiamo l’immagine e questo non solo a livello personale ma anche nei rapporti con gli altri. Gesù, dunque, risponde con precisione alla domanda dei suoi avversari, prendendo le sue distanze da loro, ma anche dagli zeloti, che vogliono prendere il potere, pensando che per ottenere il Regno di Dio basti semplicemente cambiare etichetta al regno dell’uomo. Di illusi del genere, ingenui o meno, ce ne sono sempre tanti, in ogni epoca. Per Gesù, i termini dell’alternativa non sono Dio e Cesare, bensì Dio ed ogni tipo di movimento umano, anche chiamato di liberazione, che in qualche modo intende occupare il monopolio dell’assoluto che compete solo a Dio. Per questo ogni vero profeta resta sempre ad una discreta distanza da ogni genere di potere.

 

 

MERCOLEDI’ 6 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Norberto; Sant’Alessandro da Fiesole; Sant’Artemio.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI, SIGNORE, ALL'INTERNO DELLE NOSTRE FAMIGLIE COMPRENSIONE E RISPETTO.

 

HANNO DETTO: Certo bisogna imparare a pregare. E a pregare si impara pregando, come si impara a camminare camminando. (S. Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: La civiltà moderna è la moltiplicazione infinita di necessità non necessarie.

UN ANEDDOTO:  Battute dei Padri del deserto: - Disse l’abate Eulogio: “Non parlatemi dei monaci che non ridono mai. Non sono seri!” - Disse un giovane monaco ad un anziano: “Com’è difficile, amare il nostro prossimo!...” “Certo: noi abbiamo l’ordine di amare il nostro prossimo come noi stessi, e il nostro prossimo fa di tutto per renderci disobbedienti.” - Un ragazzino chiese un giorno a un anziano: “Secondo te, abba, io sono buono?” - Rispose l’anziano: “Io, con un tipo come te non ti lascerei giocare.”

PAROLA DI DIO: 2Tm 1,1-3.6-12; Sal 122; Mc 12,18-27

 

Vangelo   Mc 12, 18-27

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore». Parola del Signore

 

“QUANDO RISORGERANNO DAI MORTI, INFATTI, NON PRENDERANNO NÉ MOGLIE NÉ MARITO”

Il grande nemico dell'amore è il possesso. Il voler possedere suscita bramosia, invidia, gelosia, violenza, paura. E questo succede anche nella coppia, nella famiglia dove tutto dovrebbe essere al contrario: “Ci ameremo per tutta la vita... per tutta l'eternità... però tu sei mio, mia, deve fare come dico io... Io amo i miei figli per questo devono crescere a mia immagine e somiglianza... Chi porta i pantaloni in casa? ...” Hanno portato a Gesù l'improbabile storia di quella donna che per la legge del levirato e stata moglie di sette fratelli: chi è che la possederà nella vita eterna?

Gesù risponde non dicendo che nella vita eterna non ci saranno più rapporti con i nostri cari, ma che non saranno più legati all'egoismo, al possesso. Là si compirà quello che se noi avessimo realizzato qui, amandoci nel rispetto, nella comprensione, sarebbe già stato il “paradiso della famiglia”.

 

 

GIOVEDI’ 7 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Giannelli, Sant’Alderico.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' INSEGNACI AD AMARE COME HAI AMATO TU.

 

HANNO DETTO: Il cristiano, per amare, deve fare come Dio; non aspettare di essere amato, ma amare per primo. (Chiara Lubich)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi affoga si attaccherebbe ai rasoi.

UN ANEDDOTO: A 7 anni dici: mamma ti amo !!!; a 10 anni: mamma ti voglio bene !!!;  a 15 anni: mamma posso? a 17 anni : mamma non rompere!; a 20 anni: voglio andarmene da questa casa!; a 35 anni: voglio tornare dalla mamma!; a 50 anni: non te ne andare, mamma!; a 70 anni: darei qualsiasi cosa per cinque minuti con mia mamma!

PAROLA DI DIO: 2Tm 2.8-15; Sal 24; Mc 12,28b-34

 

Vangelo   Mc 12, 28b-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi sono altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come sé stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore

 

“QUAL È IL PRIMO DI TUTTI I COMANDAMENTI?”

“Amare Dio e amare il prossimo val più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. Così conclude la sua riflessione quello scriba che era andato a parlare a Gesù. E Gesù approva. L’amore è più importante della stessa pratica religiosa, perché è ciò che le dà valore. Quando sentiamo parlare di Cristianesimo, specialmente da parte di certi giornalisti e anche di alcuni praticanti, si può avere l’idea che esso sia un insieme religioso-morale più o meno sovraccarico di norme, di comandamenti di Dio e della Chiesa, di leggi morali, di canoni di diritto canonico, di ordinamenti gerarchici. Chi vede solamente questo si ferma alla struttura, senza arrivare alla vita che lo Spirito di Dio infonde nella Chiesa, sempre che essa sia disposta ad accoglierlo. D’altra parte anche a livello personale, familiare e sociale, tutti noi ci sentiamo, chi più chi meno, come pezzi sparsi di un rompicapo. Spesso siamo disorientati dal modo consumistico di intendere la vita, pronti a seguire con facilità i guru delle varie religiosità attuali, sollecitati da sentimenti e affetti contraddittori, schiavi di tanti piccoli idoli della vita attuale. Davanti a questa dispersione dei nostri centri di interesse, dobbiamo fermarci un momento per chiederci qual è la nostra motivazione religiosa fondamentale, cioè il pezzo chiave di questo rompicapo. E questo non può essere altro che l'amore indissolubile per Dio e per il prossimo. Ecco che cosa darà senso, coesione e valore alla nostra vita, se ci liberiamo degli idoli morti del denaro, dell’orgoglio, della prepotenza e del dominio, dell’egoismo e del sesso, dell’ansia di vivere e di consumare.

 

 

VENERDI’ 8 GIUGNO: SACRATISSIMO CUORE DI GESU’ ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Amelia; Santa Calliope.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', NELLE TUE PIAGHE NASCONDIMI.

 

HANNO DETTO: Il superfluo si misura dal bisogno degli altri. (Papa Giovanni XXIII)

SAGGEZZA POPOLARE: La necessità insegna a bere con le mani.

UN ANEDDOTO: Negli antichi ospedali, in fondo alle grandi corsie, talvolta al centro, in mezzo ai letti degli ammalati, troviamo degli altari. Ospedali sorti nel medioevo cristiano, forse espressioni di implorazione di misericordia e di penitenza, per le colpe e le negligenze. Quegli altari fra i malati stavano a significare che il luogo del dolore è sacro e che i gementi, nei loro letti, erano altrettanti altari viventi, nei quali misteriosamente Cristo continua a soffrire fino ad identificarsi con loro. «Ero malato — egli ci chiederà nell’ultimo giorno, in un giudizio senza appello — e tu non mi hai visitato». (U. Poletti)

PAROLA DI DIO: Os 11,1.3-4.8c-9; Cant. Is 12,2-6; Ef 3,8-12.14-19; Gv 19,31-37

 

Vangelo   Gv 19, 31-37

Dal vangelo secondo Giovanni

Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.  Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto». Parola del Signore

 

“UNO DEI SOLDATI CON UNA LANCIA GLI COLPÌ IL FIANCO, E SUBITO NE USCÌ SANGUE E ACQUA.”

Ci sono i cuori di pietra, i cuori romantici, i cuori sensibili e quelli induriti. Il cuore di Gesù è un cuore trafitto e aperto che versa su di noi il sangue e l'acqua del nostro battesimo liberatore e salvatore. Il Dio di Gesù non è il dio onnipotente chiuso in sé stesso, ma il Dio che in tanti modi e tante volte ha amato gli uomini, il Dio che nella pienezza dei tempi ha chiesto a suo figli di farsi uno di noi perché noi potessimo essere come Lui. Ci ha amato e ci ama col cuore del suo Messia trafitto a causa dei mali che gli uomini hanno fatto e stanno facendo ma aperto per accogliere tutti e pieno di doni che riversa su di noi. Non abbiamo timore: noi valiamo per Dio il sangue del suo Figlio e noi in quel cuore, in ogni circostanza della vita, bella o brutta, sofferente o gioiosa, troveremo in esso un rifugio, un porto sicuro, la forza e la tenerezza di un Dio che ci ama col cuore di uomo ma anche col cuore del Padre misericordioso.

 

 

SABATO 9 GIUGNO: CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Efrem.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, MOSTRACI, DOPO QUESTO ESILIO, GESU'.

 

HANNO DETTO: Quando voi lavorate, credete troppo che i frutti dipendano dai rami: sono le radici che bisogna curare. Bisogna affondarle in Dio. (Gesù a Suor Maria della Trinità)

SAGGEZZA POPOLARE: Non sottovalutare i piccoli avversari: un leone si vede, un virus no!

UN ANEDDOTO: Un Lupo disse a Giove: — Quarche pecora dice ch’io rubbo troppo... Ce vò un freno per impedì che inventino ste chiacchiere... — E Giove je rispose: — Rubba meno. (Trilussa, Tutte le Poesie, Mondadori)

PAROLA DI DIO: Is 61,9-11; Cant 1Sam 2,1.4-8; Lc 2,41-51

 

Vangelo Lc 2,41-51

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo i suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.

Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. Parola del Signore

 

“SUA MADRE CUSTODIVA TUTTE QUESTE COSE NEL SUO CUORE.”

Ieri meditavamo sul cuore di Gesù trafitto e aperto. Oggi la parola ci fa pensare al cuore di Maria che ama e medita nel silenzio.

Maria e Giuseppe vivono nel mistero. Non avevano tutto chiaro e neanche Gesù che cresce e che mette avanti certe esigenze è chiaro: Dio dice che il Messia sta venendo e per trent'anni è lì in casa loro a fare il falegname. Fin da piccolo è segno di contraddizione: chi lo cerca per adorarlo e chi per ucciderlo. Ha fatto con loro vita da ultimo degli uomini che per scappare alla morte diventa esule. A Maria hanno detto che anche a lei una spada trafiggerà l'anima... No! Maria non era una privilegiata che sapeva tutto e che viveva da “beata” ma il suo cuore conserva tutto. Niente della sua vita sia pur difficile o misterioso vien buttato via. Il tempo, il silenzio, la preghiera, la continua lettura dei fatti della vita nella volontà di Dio la aiutano a scoprire le meraviglie di Dio. Se si potesse fare la sfilata dei nostri cuori in molti di essi si potrebbe mettere la scritta. “Cuore occupato” ma non tutti questi cuori sono occupati dal pensiero e dall'amore di Dio, dalla preghiera e dalla riflessione in molti bisognerebbe aggiungere: occupato dai soldi dal possesso, dall'apparire, dalle mode...da sé stesso. In altri invece ci vorrebbe il cartello “Cuore vuoto”: non c'è rimasto niente tutto quello che è avvenuto è passato lasciando il vuoto assoluto. Nel cuore di Maria, invece c'è posto per Dio, per Gesù, per i fatti della sua vita ma anche per noi che ai piedi della croce siamo stati affidati a Lei.

 

 

DOMENICA 10 GIUGNO: 10^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Asterio di Petra.

Una scheggia di preghiera:

 

NEL COMPIERE LA TUA VOLONTA' È LA MIA SALVEZZA E LA MIA GIOIA.

 

HANNO DETTO: Bassa è la porta del Cielo: chi vuole entrarvi è necessario che si abbassi. (Sant'Antonio)

SAGGEZZA POPOLARE: Tutti son bravi quando il nemico fugge.

UN ANEDDOTO: Padre Antonio disse un giorno: “Gli uomini si dividono in tre categorie: gli invidiosi, gli orgogliosi e gli altri. Però, non ho quasi mai incontrato gli altri...”

PAROLA DI DIO: Gen 3,9-15; Sal 129; 2Cor4,13-5,1; Mc 3,20-35

 

Vangelo   Mc 3, 20-35

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù venne con i suoi discepoli in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «E' fuori di sé». Gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Belzebù e scaccia i demoni per mezzo del principe dei demoni». Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in sé stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in sé stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro sé stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «E' posseduto da uno spirito immondo». Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre». Parola del Signore

 

“CHI COMPIE LA VOLONTÀ DI DIO, COSTUI È MIO FRATELLO, SORELLA, MADRE”.

Nella vita quotidiana spesso contano i ruoli: presidente, ministro, avvocato, ragioniere, dottor... nella Chiesa gerarchica contano i titoli: papa, cardinale, vescovo, parroco, reverendo... Qualche volta poi i ruoli servono per appoggio: “Con la spinta del ministro tal dei tali...”. Con Gesù non è così: neppure i sacri ruoli della famiglia servono per costringere la Parola o per aver raccomandazioni. Anzi, tutti possiamo essere i parenti più stretti e gli amici più cari di Gesù, unica condizione: cercare e compiere la volontà di Dio. Gesù non disprezza sua madre, il suo padre terreno, i suoi parenti, ma la sua famiglia non si fonda sui vincoli della parentela terrena, della nobiltà del casato, suoi parenti sono coloro che cercano di stare con Lui senza arroganza, ma con umiltà cercano di compiere la volontà di Dio, seguendo il cammino da Lui percorso. Nel giudizio finale il Signore non esaminerà le nostre carte di appartenenza, non potremo vantare parentele umane (“ho uno zio prete: sono cristiano”) ma ci chiederà semplicemente se avremo ascoltato e vissuto secondo i doni che Lui stesso ci ha dato, la sua Parola.

 

 

LUNEDI’ 11 GIUGNO: SAN BARNABA Apostolo

Tra i santi ricordati oggi: San Barnaba; Sant’Amabile.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE PER TUTTI QUELLI CHE CI HANNO SOSTENUTO NEL CAMMINO DELLA FEDE.

 

HANNO DETTO: Gli uomini sono come il vino. Alcuni diventano aceto, i migliori invecchiano bene. (Papa Giovanni XXIII) 

SAGGEZZA POPOLARE: Un nemico intelligente vale di più di un amico sciocco. (proverbio Africano)

UN ANEDDOTO: C’era una volta un uomo che andava per terra e per mare in cerca del Paese senza errori. Cammina e cammina, non faceva che camminare, paesi ne vedeva di tutti i colori, di lunghi, di larghi, di freddi, di caldi, di così così: e se trovava un errore là, ne trovava due qui. Scoperto l’errore, ripigliava il fagotto e ripartiva in quattro e quattro otto. C’erano paesi senz’acqua, paesi senza vino ma il Paese senza errori dove stava, dove stava? Voi direte: Era un brav’uomo. Uno che cercava una bella cosa. Scusate, però, non era meglio se si fermava in un posto qualunque, e di tutti quegli errori ne correggeva un po’? (G. Rodari)

PAROLA DI DIO: At 11,21b-26; 13,1-3; Sal 97; Mt 10,7-13

 

Vangelo Mt 10,7-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi». Parola del Signore

 

“GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE”.

Dice il Vangelo di oggi che Gesù “senti compassione delle folle perché “erano come pecore senza pastore” e allora subito incarica i suoi discepoli della missione in parole ed opere della sua buona novella. Ciascuno di noi, quindi e un “chiamato” ed un mandato. Chiamati gratuitamente dall’amore di Dio ad essere salvati da Gesù e mandati perché anche tramite noi la gioia di questa salvezza possa giungere ad altri. Ma tutto avviene nel nome della gratuità: bisogna dare gratuitamente ciò che abbiamo gratuitamente ricevuto. Questo dare non ci impoverirà, anzi ci arricchirà perché con Dio ogni atto di donazione è ulteriore arricchimento di amore che ci porta a scoprire sempre più la paternità universale di Dio e la fraternità con tutti gli uomini.

 

 

MARTEDI’ 12 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Paola Frassineti; Sant’Onofrio.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, SIGNORE, COLUI CHE CI CHIAMA E CHE CI MANDA.

 

HANNO DETTO: Là dove Dio t'ha messo, restaci per amore. (Chiara Lubich) 

SAGGEZZA POPOLARE: Non restar neutrale di fronte al dolore e al male.

UN ANEDDOTO: Dioniso disse al re Mida, che gli aveva salvato l’amico Sileno: — Chiedimi quello che vuoi! Il re finalmente poté esprimere il suo desiderio di sempre: — Concedimi che tutto quello che io tocco diventi oro lucente! Fu accontentato. Anche il pane divenne metallo prezioso. Sarebbe morto di fame, se Dioniso, dopo lunghe preghiere, non lo avesse liberato da quell’insana brama.

PAROLA DI DIO: 1Re 17,7-16; Sal 4; Mt 5,13-16

 

Vangelo   Mt 5, 13-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Parola del Signore

 

“VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA”.

Per ottenere un buon sapore bisogna dosare bene il sale: né scarso, ma nemmeno troppo. Se manca il sale, un piatto risulta senza sapore. Ma l’eccesso di sale può rendere una vivanda disgustosa, immangiabile. C’è uno stile cristiano insulso, rinunciatario, timido, tremebondo. Ma c’è anche uno stile cristiano invadente, urtante, indisponente, aggressivo, borioso, fracassone. Gesù ci invita ad essere sale, cioè gusto della vita, un gusto discreto, non impudente. La testimonianza, la visibilità dei cristiani deve essere sincera, profonda ma non va confusa con l’esibizione, lo spettacolo o peggio ancora con l’impossessamento.

 

 

MERCOLEDI’ 13 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio da Padova; Sant’Aventino.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' SIAMO AMATI PER AMARE.

 

HANNO DETTO: Un uomo umile può fare grandi cose con una perfezione non comune, perché non bada più alle cose accidentali, come il suo interesse e la sua reputazione, e quindi non ha più bisogno di consumare i suoi sforzi per difenderle. (T. Merton)

SAGGEZZA POPOLARE: Grande uomo è colui che non ha perduto il suo cuore di fanciullo.

UN ANEDDOTO: Racconta un anziano sacerdote: Durante l’ultima guerra, a Fossacesia, spesso fummo costretti dai bombardamenti a rifugiarci nelle grotte della valle; si sentiva tremare la terra, sembrava di morire là dentro. E così c’erano donne che dicevano: «Che cosa fa Dio?». E guardavano me, perché ero vestito da prete. Un giorno dico: «Smettetela mo’ con ‘sta storia di che cosa fa Dio. Guardate fuori mo’! — c’era un bel prato fiorito: continua a fare il suo mestiere. Lui fa i fiori e le piante, e le bombe le abbiamo fatte noi».

PAROLA DI DIO: 1Re 18,20-39; Sal 15; Mt 5,17-19

 

Vangelo   Mt 5, 17-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Parola del Signore

 

“NON SONO VENUTO AD ABOLIRE, MA A DARE COMPIMENTO”.

In un certo periodo di storia non molto lontana da noi negli anni, i giovani, fatte alcune scoperte liberatorie, pensavano che l’unico modo per poterle attuare fosse quello di eliminare tutto quanto era precedente, e, pensate quante volte anche oggi si commette a livello politico, personale, sociale, lo stesso errore!

Anche ai tempi di Gesù qualcuno vedeva nelle sue parole solo quelle di un rivoluzionario su cui far leva per far piazza pulita del passato. Gesù dice chiaramente di essere in stretta continuità con il piano di Dio che si è realizzato lungo la storia del popolo ebraico: Dio non va contro sé stesso, la legge di Dio è una cosa buona per l’uomo, i cambiamenti non vanno cercati nel buttare all’aria la società, la vera rivoluzione è quella che avviene in noi, nel nostro modo di porci davanti alle strutture. E proprio in questo consiste la perenne novità, la perenne giovinezza del cristiano il quale trova in Cristo la capacità di rinnovarsi ogni giorno, di dare vitalità a norme e tradizioni e di essere estremamente libero, nell’amore, da ogni formalismo legalistico.

 

 

GIOVEDI’ 14 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Martiri Anastasio, Felice e Digna.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TU SEI LA MISURA DI TUTTO.

 

HANNO DETTO: Se vi accadrà di trovarmi morta un mattino, non abbiatene pena; significa solo che Papà, il buon Dio, sarà venuto a cercarmi. È senza dubbio una grande grazia. (S. Teresa di Lisieux)

SAGGEZZA POPOLARE: Bocca unta non può dir di no!

UN ANEDDOTO: Non molti anni fa, sono andato in una importante diocesi italiana a predicare per la Giornata Missionaria Mondiale. La diocesi aveva preparato una grande «mostra missionaria» in centro città, nel palazzo delle esposizioni, con i doni per i missionari: macchine di ogni genere, paramenti sacri, vestiti, ciclostili, medicinali e attrezzature sanitarie, persino una radio rice-trasmittente. Una mostra molto ricca, che dimostrava la generosità della gente di quella regione. Ero con un vescovo africano, mons. Jaime Gonsalves, arcivescovo di Beira in Mozambico: alto, elegante ed espansivo, un bel vescovo nero che la gente era contenta di vedere e di sentire. Il vescovo italiano della diocesi in cui eravamo ospiti dice al vescovo nero: — Visiti bene la mostra e prenda nota di quello che le occorre. Le manderemo tutto in Mozambico. Visitiamo assieme l’esposizione, poi, a pranzo dal vescovo, questi chiede all’africano cosa ha scelto. — A dir la verità, — risponde Don Jaime — avete molte cose utili e le darò l’elenco di quel che mi serve. Ma quello che mi sarebbe veramente indispensabile non l’ho trovato. — Dica cosa le serve e lo procureremo. — Avrei bisogno di tre sacerdoti e almeno una decina di suore! - (P. Gheddo)

PAROLA DI DIO: 1Re 18,41-46; Sal 64; Mt 5,20-26

 

Vangelo   Mt 5, 20-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Parola del Signore

 

“SE LA VOSTRA GIUSTIZIA NON SUPERERÀ QUELLA DEGLI SCRIBI E DEI FARISEI, NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI”.

La legge che Dio ha dato a Mosè è un dono. Lo scopo di questa legge era mettere Dio al centro della vita del suo popolo e subordinare a Lui il comportamento interpersonale. Ma anche il dono più grande, se perde la sua anima, diventa banale o addirittura deleterio. Quando scribi e farisei di ieri e di oggi riducono il rapporto dell’uomo con Dio alla osservanza di alcune norme, fanno di Dio un padrone e dell’uomo il suo schiavo. Quando la Grazia e il peccato sono misurati solo dalle leggi, si riduce il rapporto tra l’uomo e Dio a quello del commerciante con il suo cliente. Gesù dicendoci che la nostra giustizia deve superare quella degli scribi e dei farisei, non vuole dire che le norme che essi ci insegnano non abbiano la loro validità, ma vuole aiutarci a ritrovarne il senso enorme: io non devo essere buono per obbedire a Dio, devo invece riconoscere l’amore di Dio che mi spinge a realizzare e manifestare la santità del suo nome; io non mi accontento delle norme ma capisco e vivo l’amore.

 

 

VENERDI’ 15 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Germana Cousin.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, O SIGNORE A VEDERE IL BELLO E IL POSITIVO IN NOI E ATTORNO A NOI.

 

HANNO DETTO: La vita è una prefazione alla morte, la morte è una prefazione all'amore. (M. Delbrel)

SAGGEZZA POPOLARE: Non c'è niente di nobile nel fare il superiore con un’altra persona; la vera nobiltà sta nell'essere superiore a quel che si era prima. (proverbio Indù)

UN ANEDDOTO: Se il tuo avversario è migliore di te, perché combattere? Se tu sei migliore di lui, perché combattere? Se è pari a te, capirà ciò che capisci tu e non ci sarà bisogno di combattere.

PAROLA DI DIO: 1Re 19,9a.11-16; Sal 26; Mt 5,27-32

 

Vangelo   Mt 5, 27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio». Parola del Signore

 

“CHIUNQUE GUARDA UNA DONNA PER DESIDERARLA HA GIÀ COMMESSO ADULTERIO CON LEI NEL SUO CUORE”.

Attenzione al senso profondo di questa affermazione. Qui, Gesù vuol dire che ciò che conta non è ciò che appare davanti agli uomini ma ciò che c’è al fondo del cuore. Conta ciò che c’è dentro, l’intenzione. Si può guardare una donna o un uomo con rispetto, con ammirazione, addirittura con lode, oppure con falsità, con malizia, con perversione. Gesù ci insegna il rispetto profondo di noi stessi, il rispetto dell’altro sesso, la nobiltà dell’amore. Per Lui la morale coniugale, la morale sessuale, non sono prima di tutto una lista di atti permessi o di atti vietati, esse sono prima di tutto una attitudine interiore, molto più esigente che richiede un continuo ripensamento ma che può donare anche una profonda libertà interiore rendendo liberi noi e quelli che vivono con noi.

 

 

SABATO 16 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Aureliano, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SOLO, O SIGNORE, CONOSCI OGNI COSA.

 

HANNO DETTO: Quando un uomo orgoglioso pensa di essere umile, il suo caso è senza speranza. (T. Merton)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi vive sei giorni nell'oasi, il settimo giorno anela al deserto. (prov. Arabo)

UN ANEDDOTO: Con un semplice esempio Shakespeare in Giulietta e Romeo ci dice il valore dei nomi: "Cosa c'è in un nome? quel che chiamiamo rosa anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe sempre lo stesso dolce profumo."

PAROLA DI DIO: 1Re 19,19-21; Sal 15; Mt 5,33-37

 

Vangelo   Mt 5, 33-37

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».  Parola del Signore

 

“NON GIURATE AFFATTO: NÈ PER IL CIELO.., NÈ PER LA TERRA... NE PER LA TUA TESTA”.

Chissà perché Gesù ci dice di non giurare? Perché conosce profondamente la realtà dell’uomo. Noi non abbiamo alcun potere né su Dio, né sulle cose, né su noi stessi. Dio è mistero ben più grande di noi e tutto ciò che conosciamo di Lui è dono gratuito; le cose, anche quelle che noi diciamo “nostre”, oggi ci sono, domani non più. E di noi stessi possiamo fidarci? possiamo fare promesse sicure? Pensate a Pietro che con baldanza e sicurezza dice a Gesù che darà la sua vita per difenderlo e che poi, per paura, lo rinnega davanti ad una serva!

È un controsenso giurare per qualcosa che non è nostro e il promettere quando non siamo sicuri di poter mantenere. Quindi Gesù ci insegna che l’umiltà (= rispetto della verità) e la sincerità (= non fidarsi delle apparenze) camminano sempre insieme. E se questo vale per noi, vale anche nel “giudicare” il prossimo: chi siamo noi per entrare talmente nell’intimità di un’altra persona da permetterci di dare giudizi insindacabili?

 

 

DOMENICA 17 GIUGNO: 11^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Avito; Santa Valeriana.

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO.

 

HANNO DETTO: È possibile andare all’inferno, ma non è facile, perché Dio non lo vuole e farà del tutto per impedirlo. (C. Carretto)

SAGGEZZA POPOLARE: Le notizie sono come i fiumi: più vengono da lontano più si ingrossano.

UN ANEDDOTO: Lettera di un (anziano) padre al figlio. - Se un giorno mi vedrai vecchio: se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi... abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo. Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose, non mi interrompere... ascoltami, quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi. Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare... ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno. Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l'abc. Quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso... dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire: la cosa più importante non è quello che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti lì che mi ascolti. Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l'ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi. Quando dico che vorrei essere morto... non arrabbiarti, un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive. Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te che ho tentato di spianarti la strada. Dammi un po' del tuo tempo, dammi un po' della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l'ho fatto per te. Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un sorriso e l'immenso amore che ho sempre avuto per te. Ti amo figlio mio.

PAROLA DI DIO: Ez 17,22-24; Sal 91; 2Cor 5,6-10; Mc 4,26-34

 

Vangelo Mc 4, 26-34

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme ger­moglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene semi­nato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. Parola del Signore

 

“COME UN UOMO CHE GETTA IL SEME SUL TERRENO; DORMA O VEGLI, DI NOTTE O DI GIORNO, IL SEME GER­MOGLIA E CRESCE. COME, EGLI STESSO NON LO SA.”

Gesù, parlandoci del Regno di Dio e affidandocelo perché esso venga, ci ha ricordato che non è l’azione dell’uomo che lo produce, ma la potenza stessa di Dio, nascosta nel seme che poi non è nient’altro che Lui stesso che si offre totalmente per noi e a noi. Tante nostre ansie per il bene non solo sono inutili, ma dannose. Come il male ha in sé la propria morte e si uccide, così il bene ha in sé la propria vita e cresce da sé in modo inarrestabile. A Gesù molti fanno fretta; tanti, forse anche noi, vorremmo vedere risultati immediati, sembra invece che le cose siano sempre uguali, che la verità e l’amore non prendano piede, che la fede invece di crescere diminuisca. Gesù ci vuol far capire che la vita e il suo Regno hanno un proprio ritmo che non si può impunemente affrettare. Già Mosè diceva al popolo ebreo che si trovava davanti il mar Rosso e alle spalle l‘esercito del Faraone: “Non abbiate paura e vedrete la salvezza che il Signore oggi opera per voi e starete tranquilli”, e il salmo 127,2 ci ricorda: “Invano vi alzate presto al mattino e tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: Il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno”. Con questo il Signore non vuol dirci di dormire o di andare a nascondere sottoterra i nostri talenti, ma vuole aiutarci a non preoccuparci inutilmente “come fanno gli empi”, e farci comprendere che l’unica strada è quella di volgerci a Dio e fidarsi di Lui; è Lui che salva.

 

 

LUNEDI’ 18 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marina; Sant’ Amando da Bordeaux.

Una scheggia di preghiera:

 

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI.

 

HANNO DETTO: Cristo non vuole ammiratori, ma discepoli. Non sa che farsene di chi lo loda, vuole chi lo segua. (Soren Kierkegaard)

SAGGEZZA POPOLARE: Ogni giorno ha nuova alba: non rassegnarti a vita scialba.

UN ANEDDOTO: Nel cammino della vita si trovò davanti a due strade: una saliva in alto, tra sassi e spine; l’altra era piana, tra alberi e fiori. Ercole non sapeva quale scegliere. Ad aiutarlo nella sua scelta, dalla strada, che saliva, venne un giovane sereno, forte e, nello stesso tempo, semplice, che gli disse: — Vieni con me. Avrai da faticare, ma alla fine ti troverai contento. Ercole gli chiese: — Chi sei tu? Il giovane rispose: — Sono il Dovere! Anche dall’altra strada venne un giovane, grasso, dal volto, appassito e dal gesto invitante. Disse: — Vieni con me. Non avrai da faticare; la tua vita sarà sempre un gioco e una festa. Ercole gli chiese: — Qual è il tuo nome? Il giovane rispose: — Io sono il Piacere! Ercole riprese: — Alla fine quale dono tu fai a chi ti segue? Poiché non ebbe risposta a questa domanda, ma solo un invito a godere, Ercole si decise per la difficile via del Dovere.

PAROLA DI DIO: 1Re 21,21,1b-16; Sal 5; Mt 5,38-42

 

Vangelo   Mt 5, 38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». Parola del Signore

 

 

“AVETE INTESO CHE FU DETTO: OCCHIO PER OCCHIO, DENTE PER DENTE; MA IO VI DICO...”

Non solo prima di Gesù o ai suoi tempi ma ancora oggi, nella vita quotidiana e alla base del diritto penale sta il fatto che la pena sia proporzionata alla colpa. Pensiamo, ad esempio, come anche noi, davanti a certi fatti, pur non invocando la vendetta, siamo però disposti ad accettare città bombardate per rappresaglia, lotte razziali, nazionali, sociali dove si applica con rigore la “escalation” ... si parla pudicamente e ipocritamente di “rapporti di forze”, ma è sempre il vecchio adagio violento: “occhio per occhio”, quando non si arriva addirittura a chiedere due occhi per uno. Gesù mette in dubbio questo principio in nome di una giustizia più alta. Al posto di una vendetta regolamentata che rischia sempre di innescare la spirale della violenza, Gesù predica la non violenza che rinuncia a rispondere al male con le stesse armi. All’odio istintivo poi, Gesù oppone l’amore, un amore operante che si esprime attraverso gesti concreti: l’ospitalità offerta allo straniero, la preghiera per i persecutori. Ingenuità, utopia?

A noi sembra impossibile poter realizzare questo e allora, vedendoci tanto lontani da questo ideale ci sentiamo di voltar pagina e accusare Gesù di essere un sognatore. Eppure la strada proposta è vera liberazione. Restituire bene per male, senza per questo diventare conniventi con il male, amare gli altri malgrado la loro malevolenza, amare a fondo perduto è l’amore più grande e autentico, quello che Cristo praticò e ci insegnò, l’amore che rende credibile il Vangelo. Invece di perderci d’animo, si tratta allora di cominciare. Se ti accorgi che non riesci subito a perdonare, se sai quanto sia difficile superare l’istinto del vendicarsi, se non hai troppa fiducia in te stesso nel riuscire a fare passi di perdono, comincia per lo meno a guardare al Crocifisso, comincia magari a dire una preghiera per il tuo ‘nemico’… fidati! Gesù può fare cose impossibili perfino in tipi come me e te!

 

 

MARTEDI’ 19 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Romualdo; Santa Giuliana Falconieri.

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDE È LA TUA MISERICORDIA E IL TUO PERDONO, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Non c’è nessuno che cada così in basso da non trovare, ancora più in basso, Cristo ad attutire la sua caduta. (H. von Balthasar)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi guarda le nuvole fa poca strada.

UN ANEDDOTO: Mi disse una volta un parroco: ho assistito nei suoi ultimi momenti un buon padre di famiglia. Ancora giovane era stato colpito dalla tubercolosi e dopo mesi di sanatorio era stato mandato a casa perché non c’era nulla da fare. L’andai a trovare e mi chiese la comunione e l’olio santo. Mentre amministravo quest’ultimo sacramento lui incoraggiava la moglie e l’unica figlia inginocchiate al suo letto dicendo: «Non dovete piangere, vado a star bene in paradiso e vi ricorderò». Mi diceva quel parroco dell’enorme impressione provata e che in cuor suo aveva pregato: «Signore quando sarà la mia ora fa’ che io muoia con la fede di questo mio parrocchiano».

PAROLA DI DIO: 1Re 21,17-29; Sal 50; Mt 5,43-48

 

Vangelo   Mt 5, 43-48

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore

 

VOI, DUNQUE, SIATE PERFETTI COME È PERFETTO IL PADRE VOSTRO CELESTE”.

Essere perfetti come Dio, a prima vista ci pare una esagerazione se non una grande presunzione quasi paragonabile al peccato di Adamo ed Eva che volevano essere come Dio. Che cosa voleva dire, allora, Gesù?

Ben conoscendo la nostra debolezza, Gesù voleva semplicemente indicarci che nel nostro comportamento noi abbiamo un modello da imitare e una forza da impetrare: come si è comportato Dio che perdona e in virtù della sua forza, anche tu devi perdonare; da solo non sei capace di amare i nemici, ma se guardi a Dio e gli chiedi la forza che viene dall’amore di suo Figlio, ti metterai sulla strada dell’amore verso tutti.

 

 

MERCOLEDI’ 20 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Teodulo; San Silverio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.

 

HANNO DETTO: Tutti cerchiamo la felicità, ma senza sapere dove sia, come l'ubriaco che cerca la casa ricordando vagamente di averne una. (Voltaire)

SAGGEZZA POPOLARE: Raccogliamo soltanto la felicità che abbiamo donato generosamente, senza chiedere nulla in cambio. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Anni fa, nella clinica Columbus dove vado a celebrare la S. Messa, mi chiama un signore di 83 anni. Deve subire una grave operazione e vuole confessarsi. Mi dice che non s’è confessato da settant’anni ed è sempre vissuto lontano dalla pratica religiosa. Gli chiedo come mai adesso vuole il perdono di Dio. «Vede, mi dice, io ho avuto una mamma molto religiosa e quando da giovane abbandonai la fede, la mamma mi diceva spesso: “Da vecchio ti pentirai”. Quella frase mi è sempre rimasta in testa. Adesso capisco che la mamma aveva ragione. Eccomi qui pentito e disposto a confessarmi». Il buon seme, cari amici, in un modo o nell’altro porta sempre frutto. (P. Gheddo)

PAROLA DI DIO: 2Re 2,1.6-14; Sal 30; Mt 6,1-6.16-18

 

Vangelo   Mt 6, 1-6. 16-18

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». parola del Signore

 

STATE ATTENTI A NON PRATICARE LA VOSTRA GIUSTIZIA DAVANTI AGLI UOMINI PER ESSERE AMMIRATI DA LORO”.

Mi è successo molte volte, e ringrazio Dio ogni volta che mi capita, di scoprire persone che consideravi di media capacità cristiana, che, magari per tutta la vita, nel silenzio, hanno dedicato parte dei loro proventi per i propri fratelli, che ogni settimana, senza suonar la tromba, si sono impegnate in opere di volontariato, che magari hanno dedicato parte della loro giornata di riposo, dopo aver assolto ai doveri familiari, alla visita e all’assistenza dei malati. Quanto bene nascosto c’è! Ma non sarebbe un aiuto per tutti se questo bene emergesse un po’ di più, fosse un po’ più conosciuto?

Gesù non ci dice di nascondere il bene, ci dice di non fare il bene per essere visti e ammirati. Cioè Gesù apprezza sempre il bene, sa che il bene fatto può essere anche di esempio e sprone agli altri, ma ci mette in guardia dalla tentazione di sentirci troppo buoni per aver fatto un po’ di bene, di vanificare il bene pretendendo la gratificazione e l’applauso degli uomini. Cioè il bene è bene e non va perso ma fare il bene vero dipende dall’intenzione che ci metti, dal fine per cui lo fai. Detto con un esempio: se ho fatto un’offerta per un lebbrosario, in qualunque caso questa offerta servirà a qualcosa, ma per me se l’ho fatta per scaricarmi la coscienza avrà un significato, se l’ho fatto per amore un altro, se per farmi vedere buono ho già la mia ricompensa, se per aiutare uno meno fortunato di me indica che riesco a riconoscere i miei fratelli. Noi possiamo mascherarci come vogliamo, possiamo ingannare gli altri sulla nostra bontà, possiamo perfino riuscire qualche volta a mascherarci davanti a noi stessi, ma Dio conosce il cuore e le sue vere intenzioni.

 

 

GIOVEDI’ 21 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Luigi Gonzaga; Sant’Eusebio di Samosata.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE NOSTRO. TU SEI COLUI CHE SEI.

 

HANNO DETTO: La vera felicità proviene da un senso di pace e appagamento interiore, che, a sua volta, si ottiene coltivando altruismo, amore, compassione, e grazie alla eliminazione di rancore, egoismo e avidità. (Dalai Lama)

SAGGEZZA POPOLARE: Per toccare la felicità basta tendere la mano. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Disse una volta Rabbi Buman: — Se volessi dare ingegnose interpretazioni della Scrittura, potrei fare bella figura. Ma lo stolto dice ciò che sa, e il saggio sa ciò che dice!

PAROLA DI DIO: Sir 48,1-14; Sal 96; Mt 6,7-15

 

Vangelo   Mt 6, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore

 

“PADRE NOSTRO”

Il Padre nostro è la preghiera del Signore, non soltanto perché a Lui risale, ma perché riassume i pensieri di Gesù, i suoi ideali, il suo modo di porsi davanti a Dio ed al mondo. Dice la fiducia nel Padre e la capacità di visioni universali, perché l’amore di Dio abbraccia tutto; cielo e terra, amici e nemici, cibo, debiti e debitori, prove tentazioni e male. Così si tocca l’essenziale della nostra vita e le parole non sono sprecate!

Ogni richiesta di questa preghiera insegnata da Gesù descrive esattamente la vita stessa di Gesù. Dire la preghiera del Padre Nostro è dunque “dire la vita di Gesù”. Pregare il Padre Nostro è in qualche modo entrare a far parte della sua vita, della sua missione.

 

 

VENERDI’ 22 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Paolino da Nola; Santi Giovanni Fisher e Tommaso More.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO IN TE, SIGNORE, RIPOSA L'ANIMA MIA.

 

HANNO DETTO: La felicità è come una farfalla; se l'insegui non riesci mai a prenderla, ma se tu ti siedi tranquillo, può anche posarsi su di te. (Nathaniel Hawthorne)

SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo che cerca la felicità in questo mondo è come il bambino che si succhia il dito: ha saliva, non latte. (Proverbio Indiano)

UN ANEDDOTO: Un certo fisionomista, guardando un giorno Socrate, lo dichiarò uomo inclinato alla golosità, alla disonestà, all’ubriachezza e ad altri vizi. I discepoli, sdegnati, volevano difendere il maestro di fronte ad un verdetto così pessimistico, ma Socrate li calmò dicendo: — Fermi! Quest’uomo ha detto il vero. Infatti io sarei veramente come costui ha detto, se non mi fossi dato alla virtù.

PAROLA DI DIO: 2Re 11,1-4.9-18.20; Sal 131; Mt 6,19-23

 

Vangelo   Mt 6, 19-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!». Parola del Signore

 

“DOV’E’ IL TUO TESORO LA’ SARA' ACHE IL TUO CUORE”.

Rifacendoci a questa parola di Gesù possiamo chiederci: chi o che cosa è il nostro tesoro? Qual è il valore base che noi mettiamo nella nostra vita? Dove vanno abitualmente i nostri pensieri? Che cos’è che informa la nostra morale e il nostro modo di agire?

Dietro i nostri pensieri infatti corre il nostro cuore, perché si ama ciò che si stima. Se il nostro cuore, guidato dalla ragione avesse il suo centro nella fede, allora non ci sarebbero preoccupazioni, ma il guaio è che spesso la ragione, e di conseguenza il cuore, si fanno prendere la mano da altri padroni. Non è forse vero che sovente sono i sentimenti, le passioni, i desideri, le fantasie a prendere possesso di noi e a guidarci? Se noi, in certi momenti non stimiamo altro che il denaro, esso diventa il padrone del nostro cuore, se stimiamo il potere, gli onori, l’appagamento dei nostri desideri umani, saranno questi i nostri padroni. Proviamo a guardarci intorno: quante persone invece che essere chiamate con il loro nome potrebbero essere chiamate: schiavo del denaro, della passione, dei sensi, della pigrizia, della superbia. Ma quante volte, guardando dentro di noi ci troviamo magari legati non da una ma da molte di queste catene. E pensare che se noi ponessimo il nostro cuore su Gesù non solo non diventeremmo schiavi di Lui (Lui si è fatto nostro schiavo per amore), ma avremmo un luogo meraviglioso dove il nostro cuore troverebbe davvero conforto, realizzazione, riposo. Infatti servire Dio è servire la Verità, la Giustizia, l’Amore e questo non solo non è schiavitù ma è soddisfare senza alcun limite, i più profondi ed essenziali desideri di ogni uomo.

 

 

SABATO 23 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe Cafasso; San Lanfranco.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', MI HAI SALVATO, ANIMA E CORPO.

 

HANNO DETTO: Noi facciamo consistere la santità nello stare sempre allegri! (San Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: Una minuscola impazienza può rovinare un grande progetto.

UN ANEDDOTO: Ponete al mio fianco la mia penna; sul mio cuore il Crocifisso-Risorto, sotto i miei piedi i miei libri, e poi chiudete in pace la mia bara. Piantate sulla mia fossa una Croce e, se mi sarà elevato un sasso, incidetevi sopra: “Ho creduto, ora vedo! Spero in Gesù. Sulla terra, non ho arrossito della sua legge; nell’ultimo giorno, davanti al Padre, Gesù non arrossirà di me”. (L. Veuillot)

PAROLA DI DIO: 2Cr 24,17-25; sal 88; Mt 6,24-34

 

Vangelo   Mt 6, 24-34

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. A ciascun giorno basta la sua pena». Parola del Signore

 

CERCATE INVECE, ANZITUTTO, IL REGNO DI DIO E LA SUA GIUSTIZIA”

La mentalità di molti, anche cristiani, è oggi spesso quella di dire: “Facciamo prima l’uomo, e quando avremo formato l’uomo, più agevolmente lo faremo cristiano.” Il Vangelo parte da un’altra prospettiva: Gesù è venuto a salvare l’uomo intero. È l’uomo nella sua materialità ma anche nella sua spiritualità che è l’oggetto dell’amore di Dio. Non si può formare l’uomo integrale senza formarlo nel soprannaturale, non si possono salvare le realtà terrestri senza tendere alle realtà celesti, non si può costruire una società in questo mondo senza impegnarsi per dare all’uomo delle prospettive che vadano al di là della materialità. E questo proprio per il fatto che ogni forma di educazione umana parte solo e sempre da una conoscenza parziale dell’uomo. Gesù dicendoci che dobbiamo cercare prima il Regno di Dio, non vuol escludere i valori terreni, ma quel “prima” per Lui e per noi vuol dire: “sopra ogni cosa”. Gesù non ci esorta all’immobilismo, alla passività per le cose terrene, a una condotta irresponsabile o superficiale nel lavoro. Lui ci dice che se cercheremo Dio e la sua volontà il resto non sarà più una “preoccupazione”, ma una “occupazione”, una conseguenza, un impegno derivante dal nostro rapporto con Lui.

 

 

DOMENICA 24 GIUGNO: NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Una scheggia di preghiera:

 

TU CHE FAI NUOVE TUTTE LE COSE, RINNOVACI CON LA TUA GRAZIA.

 

HANNO DETTO: C’è un solo modo per dimenticare il tempo: impiegarlo. (Baudelaire)

SAGGEZZA POPOLARE: Colui che non obbedisce al timone, obbedisce allo scoglio.

UN ANEDDOTO: Alle porte di Milano c’è un cimitero di guerra inglese, ai bordi di un bel parco verde. Tra le iscrizioni incise sulle tombe dei giovani soldati, linde e tutte eguali, ve ne sono diverse che commuovono per la semplice fede e la serenità che lasciano trasparire, soprattutto se si pensa in che circostanze furono dettate. Eccone alcune, raccolte direttamente girando tra le tombe e tradotte in italiano: “La pace seguirà alla battaglia e la notte sfocerà nel giorno”.  Su un’altra tomba, alludendo al servizio militare in cui il giovane aveva trovato la morte, i genitori hanno fatto scrivere: “Chiamato a un più alto servizio”. “Le sue pene — si legge in un’altra iscrizione — sono passate, le sue amarezze finite per sempre, una vita dì piena gioia è ora iniziata”. “Dorme, sotto la vigile custodia di Dio”. “Ci sarà un tempo in cui capiremo”. “Non piangete per colui che Dio ha benedetto e preso nel riposo del Paradiso”. “Padre, nella tua stretta amorosa lasciamo ora questo tuo servo che dorme”. “La sua anima è in perfetto riposo, nel posto che Dio ha ordinato, il suo capo è sul petto di Gesù: non più pena non più dolore!”. “Riposa in pace, noi ringraziamo il nostro Dio ogni volta che ci ricordiamo di te». E infine: “Dormi pure, caro Raymond, prendi il tuo riposo, Dio ti ha richiamato a casa: lo ha ritenuto la cosa migliore» - Si esce da quel cimitero rasserenati. Anche se scritte prima del Concilio e non tutte da cattolici, quelle parole esprimono l’indole pasquale della morte cristiana. (R. Cantalamessa)

PAROLA DI DIO: Is 49,1-6; Sal 138; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80

 

Vangelo   Lc 1, 57-66. 80

Dal vangelo secondo Luca

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore

 

“VOLEVANO CHIAMARLO COL NOME DEL PADRE, ZACCARIA. MA SUA MADRE INTERVENNE: NO, SI CHIAMERA’ GIOVANNI”.

Noi abbiamo il nome che ci è stato dato dai genitori alla nostra nascita, ma abbiamo dal Battesimo il nuovo nome di Cristiani. Ci siamo rivestiti di Cristo, il nostro uomo vecchio è morto con Lui nell’acqua del Battesimo per rinascere a vita nuova. Se la nascita di un bambino ci dice speranza, la nascita di Giovanni Battista ci dice ancora di più. Dio non si è stancato della nostra umanità. Dio è fedele. Da due anziani nasce un figlio ed è come se il vecchio tronco, sfatto dell’umanità generasse un pollone nuovo, che apre la strada a quell’altra nascita che ricordiamo nel Natale e che speriamo di rivivere. La nascita di Giovanni prelude la nascita di Gesù e la nascita di Gesù prelude alla nostra rinascita. Dio sta preparando il mondo nuovo!

 

  

LUNEDI’ 25 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Torino; San Guglielmo da Vercelli.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, APRI I NOSTRI OCCHI PER VEDERE IL BENE.

 

HANNO DETTO: Diventare vecchi è obbligatorio, crescere è facoltativo. (Trailer the Clown)

SAGGEZZA POPOLARE: Le buone occasioni non vanno mai perse. Ci sarà sempre uno dietro di te pronto a raccogliere quelle che ti sei lasciato sfuggire.

UN ANEDDOTO: Ricordo una suora che stava morendo in un ospedale, e soffriva molto. Cercai di confortarla prendendo l’avvio dalla preghiera di Gesù nel Getsemani: “Padre, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!” (Mt 26,39), e le suggerii di chiedere come Gesù al Padre celeste di alleviare le sue sofferenze. Ma essa mi fissò con due occhi profondi che non dimenticherò mai, e disse: “Ma, Padre, io non oso chiedere questo. Ci sono tante anime da salvare!”.

PAROLA DI DIO: 2Re 17,5-8.13-15a.18; Sal 59; Mt 7,1-5

 

Vangelo   Mt 7, 1-5

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Parola del Signore

 

“NON GIUDICATE PER NON ESSERE GIUDICATI”.

Il principio del “non giudicare” a cui ci invita Gesù, ha diverse motivazioni. Prima di tutto è fondato sul nostro rapporto con Dio. Egli, il Perfetto, potrebbe essere giudice inflessibile con noi, invece usa misericordia, quindi il credente perdonato deve usare altrettanta misericordia con i fratelli (pensiamo alla parabola dei due debitori). Seconda motivazione, il non giudicare è fondamento del comandamento dell’amore: noi, non siamo Dio, non possiamo leggere nel profondo del cuore e quindi conoscere a fondo le motivazioni dell’agire dell’altro, quindi ogni giudizio è nelle mani di Dio. Un terzo motivo è quello enunciato nel Vangelo di oggi: la nostra “vista” non è pura; quante pagliuzze e quante travi non ci permettono di vedere bene! Quante volte le cose che noi vediamo negli altri non sono altro che negatività che abbiamo in noi, quindi se non sappiamo giudicare bene neanche noi stessi, possiamo diventare giudici insindacabili degli altri?

 

 

MARTEDI’ 26 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Rodolfo; Sant’Antelmo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', RENDICI LIBERI E LIBERANTI.

 

HANNO DETTO: Dio non guarda alle molteplicità delle azioni, ma al modo in cui si fanno. (Papa Giovanni XXIII)

SAGGEZZA POPOLARE: Il bambino è come l'albero: prima di donarci il frutto, ci sorride come un fiore. (Detto popolare)

UN ANEDDOTO: Gli scienziati ce lo ripetono continuamente: l'uomo deriva dalla scimmia. E se le scimmie presentassero ricorso?

PAROLA DI DIO: 2Re 19,9b-11.14-21.31-35a.36; Sal 47; Mt 7,6.12-14

 

Vangelo   Mt 7, 6. 12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». Parola del Signore

 

“NON DATE LE COSE SANTE AI CANI E NON GETTATE LE VOSTRE PERLE DAVANTI AI PORCI, PERCHÈ NON LE CALPESTINO CON LE LORO ZAMPE E POI SI VOLTINO A SBRANARVI”

Quella che meditiamo oggi è una frase di difficile traduzione nel Vangelo; la si può leggere come l’abbiamo scritta nella traduzione ufficiale, oppure la si può leggere anche in questo modo: “Non appendere catenine preziose al collo dei cani e non mettere nel naso dei porci delle perle preziose”. Il significato più evidente, quindi, sia in un caso che nell’altro è quello di non voler a tutti i costi, con fanatismo imporre ad altri la propria religiosità. La religione, la fede sono una proposta, non una imposizione. Tutte le volte che la Chiesa o certi fanatici vogliono imporre ad altri la propria fede si ottengono dei disastri. “Ho sempre mandato mio figlio a messa, l’ho mandato a una scuola cattolica dove lo obbligavano tutti i giorni alla messa e tutti i sabati alla confessione... ora non ci va più...”. I motivi del rifiuto possono essere mille ma qualche volta non sarà anche quello di non aver educato ad una scelta consapevole e libera?

 

 

MERCOLEDI’ 27 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Cirillo di Alessandria; San Maggiorino di Acqui; Santa Emma.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, GESU' SEI IL MIO PASTORE: NULLA MI MANCHERA'.

 

HANNO DETTO: Il male peggiore nella sofferenza non è il dolore, ma la ribellione, la lotta interiore che la accompagna.

SAGGEZZA POPOLARE: Proprio vero: chi entra in ospedale non è più una persona ma un "caso". Non per niente, se capita di guarire, è per caso. (Detto moderno)

UN ANEDDOTO: Se vuoi che il tuo nome viva, è più importante che viva nel cuore delle persone che non nel loro cervello. Non si conosce nessuno al quale vengono le lacrime agli occhi quando pensa a chi ha inventato la macchina a vapore.

PAROLA DI DIO: 2Re 22,8-13; 23,1-3; Sal 118; Mt 7,15-20

 

Vangelo   Mt 7, 15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete». Parola del Signore

 

“GUARDATEVI DAI FALSI PROFETI CHE VENGONO A VOI IN VESTE DÌ PECORE, MA DENTRO SONO LUPI RAPACI”.

L’antico Testamento è pieno di falsi profeti. Appena nascono le comunità primitive, attorno ad esse si aggirano subito personaggi pronti a portare eresie per interessi personali e forse mai come oggi siamo attorniati, subissati da falsi profeti, in tutti i campi. Dalla televisione che, occultamente o meno, cerca di venderti prodotti e idee fino ai mille “profeti religiosi” che con voce suadente propinano religioni o fantasie ammantandole di frasi di Vangelo. Come riconoscere i falsi profeti? È ancora Gesù che nel Vangelo di oggi ce ne dà il criterio: “Li riconoscerete dai loro frutti”. Cioè è come se Gesù ci dicesse: “Non fermarti alle parole, alle esteriorità; ci sono frutti belli a vedersi ma velenosi. Guardali alla luce della fede, quella fondata sui testimoni e sui martiri; guardali nella loro vita, guarda a coloro che li seguono se davvero sono cambiati dentro; non correre dietro al vento ma radicati nella tua fede, conoscila a fondo, non lasciarti ingannare dalle chiacchiere.

 

 

GIOVEDI’ 28 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ireneo; Santa Ada.

Una scheggia di preghiera:

 

SONO DAVANTI A TE CORPO, CUORE E ANIMA: SALVAMI TOTALMENTE.

 

HANNO DETTO: Nulla è più equamente distribuito del buonsenso: nessuno pensa che gliene occorra una quantità maggiore di quella che possiede. (René Descartes)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi perde la ricchezza, perde molto; chi perde gli amici, perde ancora di più: ma chi perde il proprio spirito, perde tutto. (Detto Spagnolo)

UN ANEDDOTO: All’inizio del secolo scorso, in Francia viveva un grande predicatore, padre Fortuna Puységur, che richiamava sempre folle di fedeli. Un giorno, padre Fortuna si ammalò, ricevette l’Unzione degli infermi e capì che stava per morire. Allora chiamò nella sua stanza i confratelli, i quali assunsero un’aria triste, come facciamo tutti quando visitiamo un ammalato che sta morendo. Ma padre Fortuna, mettendosi a sedere sul letto, con grande fatica, indica la parete della sua stanza ricoperta di libri e dice: “Là, là, dietro i libri”. Uno dei presenti guarda dietro i volumi e ne tira fuori due bottiglie di vecchio Beaujolais. Tutti guardano sbigottiti padre Fortuna, che con un filo di voce dice: “Dobbiamo festeggiare la mia morte, perbacco. Siete qui tutti con l’aria da funerale. Ma io sto ritornando al Padre che mi aspetta da 82 anni. E poi sappiamo che Gesù è risorto e risorgerò anch’io. Sono così contento che vi invito a bere con me un buon bicchiere di vino”.

PAROLA DI DIO: 2Re 24,8-17; Sal 78; Mt 7,21-29

 

Vangelo   Mt 7, 21-29

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi. Parola del Signore

 

“NON CHIUNQUE MI DICE: SIGNORE, SIGNORE, ENTRERÀ NEL REGNO DEI CIELI”.

Qualcuno legge questa frase del Vangelo quasi come un invito a non più pregare ma a ridurre la fede ad un fare continuo. Gesù qui ci invita solo alla sincerità, ad evitare l’ipocrisia. C’è una preghiera falsa, fatta di parole vuote che Dio non ama; c’è invece una preghiera che informa e guida la nostra vita, che è gradita al cuore del Signore. Esaminiamo il nostro modo di pregare: sono parole che corrispondono al cuore e alla vita?

 

 

VENERDI’ 29 GIUGNO: Ss. PIETRO E PAOLO

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PERCHE' MI AMI COME SONO.

 

HANNO DETTO: Non ho l'impressione che l'Eterno sia morto, qualunque nome si voglia dare all'ineffabile. Muoiono soltanto le forme, sempre limitate, che l'uomo dà a Dio. (M. Yourcenar)

SAGGEZZA POPOLARE: “Oggi” è figlio di ieri e padre di domani.

UN ANEDDOTO: Ricordo un giovane cappellano di ospedale che, mentre le suore gli si affaccendavano intorno perché confessasse in extremis un agonizzante ateo, si limitò a mettersi a fianco del suo capezzale e poiché sembrava ancora intendere, gli disse: “Amico, se Dio non esiste tu non hai perso nulla, ma se esiste, come certamente esiste, affidati alla sua misericordia e spera”. Non una parola di più; ma il malato che aveva respinto altri sacerdoti lo guardò, gli allungò la mano e così, con la mano stretta a quella del sacerdote, mori.

PAROLA DI DIO: At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19

 

Vangelo   Mt 16, 13-19

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore

 

TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERÒ LA MIA CHIESA”

Che logica apparentemente strana, diversa dalla nostra abituale: Gesù affida il futuro del suo messaggio a chi lo ha rinnegato, a chi ha perseguito i suoi discepoli! Sì! E così ci vuole dire con grande chiarezza che Pietro e Paolo, come tutti sono fallibili, ma come tutti, quando riconoscono di essere amati anche lì, sono capaci di un grande amore!

Non sei amato perché sei buono, ma diventi buono perché sei amato! E loro hanno compreso questa verità: Egli è il nostro amante al di là e prima di ogni nostra azione. Solo grazie a questo amore perdonante, ora Pietro può aiutare, istruire gli altri e Paolo annunciare il Vangelo costituendo nuove comunità: hanno ricevuto un grande amore, ora lo possono condividere con tutti, e quindi anche con noi! Accogliamo e condividiamo anche noi questo amore che riceviamo!

 

 

SABATO 30 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi primi martiri della chiesa romana; Santa Adelia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SAI, TU VEDI, TU PROVVEDI.

 

HANNO DETTO: Ogni volta che riscattiamo un peccato distruggiamo un po' del male che possediamo. (Simone Weil)

SAGGEZZA POPOLARE: Non abbiate mai paura della vostra ombra. È lì a significare che vicino, da qualche parte, c'é una luce che illumina. (detto Milanese)

UN ANEDDOTO: Diceva Orson Welles: In Italia per trecento anni sotto i Borgia ci sono stati guerra, terrore, criminalità, spargimenti di sangue. Ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo, il Rinascimento. In Svizzera vivevano in amore fraterno, avevano cinquecento anni di pace e democrazia. E cosa hanno prodotto? L'orologio a cucù.

PAROLA DI DIO: Lam 2,2.10-14.18-19; Sal 73; Mt 8,5-17

 

Vangelo   Mt 8, 5-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.  Parola del Signore

 

“SIGNORE, IL MIO SERVO GIACE IN CASA PARALIZZATO E SOFFRE TERRIBILMENTE”

“SIGNORE NON SONO DEGNO CHE TU ENTRI SOTTO IL MIO TETTO, MA DI’ SOLTANTO UNA PAROLA E IL MIO SERVO SARÀ GUARITO”

Questo centurione romano ci insegna a pregare.

1) Non spreca parole. Espone semplicemente e con fiducia la situazione. Descrive il male.

2) Non chiede per sé stesso ma per un altro, per un suo servo verso il quale di per sé non ha nessun dovere.

3) Ha una profonda umiltà. È un pagano ed è perfettamente cosciente di essere un reietto per la religione giudaica. Ne soffre ma non vuol mettere Gesù in una situazione di imbarazzo di fronte agli altri e per delicatezza dice a Gesù di non andare nella sua casa. La vera preghiera non è fatta di molte parole, ma di concretezza e fiducia, di delicatezza e di forza, di umiltà e di fiducia: “So di non poter pretendere niente, so che tu puoi tutto, so che nonostante tutto tu mi vuoi bene, mi fido che qualunque cosa farai è un bene per me, mi consegno nelle tue mani.

     
     
 

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