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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

MAGGIO 2018

 

 

MARTEDI’ 1 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe lavoratore; Santa Berta; Santa Fiorina; Santa Grata.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', GIUSEPPE, MARIA, SIATE LA SALVEZZA DELL'ANIMA MIA.

 

HANNO DETTO: Prima di pregare prepara la tua anima, pensa dove vai e a chi devi parlare. (Santa Giovanna Francesca De’ Chantal)

SAGGEZZA POPOLARE: Con le parole non aumenti il peso della merce. (proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: C’era uno che era devoto di San Giuseppe e basta. A San Giuseppe diceva tutte le orazioni, a San Giuseppe accendeva il cero, per San Giuseppe faceva le elemosine, insomma non vedeva altro che San Giuseppe. Viene il giorno che muore e si presenta a San Pietro. San Pietro non voleva riceverlo, perché tutto quel che aveva fatto di buono nella vita era stato di pregare San Giuseppe. Di buone azioni, niente; e il Signore, la Madonna e gli altri Santi, come se per lui non esistessero. Giacché sono venuto fin qua, disse il devoto di San Giuseppe,  lasciate almeno che lo veda. E San Pietro mandò a chiamare San Giuseppe. Egli venne e appena vide quel suo devoto, fece: — Ma bravo, sono proprio contento di averti con noi. Vieni, vieni dentro. Non posso; c’è quello là che non vuole. E perché? Perché dice che ho pregato solo voi, e non gli altri santi. Ah, figuriamoci, cos’importa, vieni dentro lo stesso. Ma San Pietro si ostinò che non lo voleva. Ne nacque un gran battibecco e alla fine San Giuseppe disse a San Pietro: Oh, insomma, o lo lasci entrare, o io mi prendo su mia moglie e il mio bambino e vado a impiantare il Paradiso da un altra parte. Sua moglie era la Madonna, il suo bambino era Nostro Signore. San Pietro pensò meglio di cedere e di lasciare entrare il devoto di San Giuseppe. (Italo Calvino)

PAROLA DI DIO: Gen 1,26-2,3 opp. Col 3,14-15.17.23-24; Sal 89; Mt 13,54-58

 

Vangelo  Mt 13, 54-58

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Parola del Signore

 

"NON È COSTUI IL FIGLIO DEL FALEGNAME?”

Nella storia, essendoci così poche notizie su Giuseppe, ed essendo egli così importante nella storia della salvezza, lo hanno raffigurato un po' in tanti modi; dall'anziano saggio, al giovane votato al Signore, dal lavoratore povero, sballottato a destra e sinistra, al carpentiere: uno dei pochi che poteva avere un lavoro continuativo. Ma quello che stupisce in Lui è "il silenzio". Già la presenza di Maria è discreta e silenziosa, ma Giuseppe, al di là dei suoi sogni proprio non parla. Tace, fa la volontà di Dio, lavora nell'umiltà, lascia spazio, sparisce in silenzio. Ad una conferenza sentii una volta un sacerdote incaricato della promozione delle cause di beatificazione che diceva: "Per alcuni personaggi c'è talmente abbondanza di materiale, scritti, testimonianze che passi anni per ordinarle e vagliarle per altri non c'è niente. "Dio, ha scelto il niente, quel niente silenzioso che però è ascolto, disponibilità, amore, per metterlo vicino a Gesù e a Maria.

 

 

MERCOLEDI’ 2 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Atanasio; Santa Mafalda di Portogallo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.

 

HANNO DETTO: Gli angeli sono presenti e ti stanno vicino non come compagni qualsiasi, ma come protettori. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: La paura è come un cane: se scappi, morde. (proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Un ragazzo di 16 anni era partito all’estero per fare una vacanza studio.
Quando tornò, sua madre lo stava aspettando all’aeroporto e quando lo vide, lo abbracciò forte forte perché gli era mancato. Per questo il ragazzo si arrabbiò dicendo che non era più un bambino e che lo faceva vergognare di fronte agli amici. Dicendo queste cose aveva lasciato una ferita nel cuore della madre che aveva pensato che suo figlio non ci teneva più a lei. Dopo 6 anni il ragazzo doveva partire di nuovo all’estero, ed anche se aveva 21 anni, la madre lo accompagnò per salutarlo, ma questa volta non lo abbracciò più ma si girò e con le lacrime agli occhi gli disse : Addio figliolo, abbi cura di te!! Quando il ragazzo tornò,sua madre stranamente non lo stava aspettando più.  Una volta arrivato a casa il ragazzo trovò una mazzo di fiori con vicino una lettera di sua madre. La curiosità lo spinse a leggere la lettera, e dopo aver finito di leggerla cadde in ginocchio piangendo. Dentro alla lettera c’era scritto: ”Figlio mio 6 anni fa quando eri tornato a casa avevo lacrime di felicità agli occhi e ti ho abbracciato forte, mentre tu stai leggendo queste parole io sto già in un cimitero perché sono morta di cancro…quando­ te ne sei andato l’ultima volta non ti ho abbracciato ma mi sono girata per non farti vergognare davanti agli altri, però ho pianto moltissimo perché sapevo che era l’ultima volta che ti vedevo. Ti amo e ti amerò sempre con amore MAMMA ”

PAROLA DI DIO: At 15,1-6; Sal 121; Gv 15,1-8

 

Vangelo   Gv 15, 1-8

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore

 

“CHI RIMANE IN ME, E IO IN LUI, PORTA MOLTO FRUTTO”

Sovente mi sono soffermato a pensare ad una cosa che apparentemente può sembrare una delle tante cose “inutili”. Mi chiedo: chi tra Gesù e Maria è stato più influenzato dall'altro? Gesù come Dio ha pensato a Maria fin dall'eternità e l'ha voluta Immacolata, tutta bella e santa, ma Maria è colei che ha “allevato Gesù”, gli ha trasmesso insieme a Giuseppe i valori della fede e della vita. E' Gesù che ha fatto sì che Maria dicesse il suo sì totale al progetto di Dio, o è Maria che col suo insegnamento ha indirizzato Gesù a dire: “Non la mia, ma la tua volontà sia fatta”?

Credo che la parola che Gesù ci dice oggi ci dia la risposta, non soltanto per Maria e Gesù ma anche per noi e Gesù: tra il ramo e la vite c'è un Vai e Vieni, uno scambio continuo, uno porta la linfa l'altro mette le gemme, il ramo ha bisogno della pianta per far frutto, e il frutto è il compimento della pianta. Tra noi e Gesù deve succedere esattamente la stessa cosa.

 

 

GIOVEDI’ 3 MAGGIO:  Ss. Filippo e Giacomo Ap.

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessandro I, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU' E IL PADRE, SIETE UNA COSA SOLA NELLO SPIRITO SANTO.

 

HANNO DETTO:Una sola cosa è veramente necessaria: essere sempre attaccato a Gesù. (S. Pio da Pietrelcina)

SAGGEZZA POPOLARE: La fretta è di Satana, la pazienza di Dio. (proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Si racconta di una anziana contadina, di nome Giulia, che viveva in una fattoria con i suoi tre figli, Roberto, Michele e Francesco. Il marito le era morto durante la guerra. I tre figli, di cuore buono, erano però sempre pronti a litigare. Si volevano bene ma, bastava una parola in più ed erano litigi senza fine. A quel punto interveniva Mamma Giulia e ben presto i figli ritrovavano pace. La mamma divento vecchia, allora i figli si preoccuparono: "Mamma, cerca di star sempre bene e di non morire, perché quando litighiamo chi rimetterà la pace fra noi. "Ma io dovrò pur morire prima o poi", rispose la mamma. "Allora, chiesero i figli inventa qualcosa perché quando tu non ci sarai più noi potremo rifare pace e volerci bene". Mamma Giulia pensò a lungo alla cosa e un giorno prese un foglio, vi scrisse come dovevano essere divisi i campi fra i tre figli e aggiunse alcune raccomandazioni perché andassero sempre d'accordo. La mamma un giorno si ammalò gravemente e dal suo letto chiamò i figli, consegnò loro il suo testamento, poi prese un pane, ne fece tre parti, ne diede una a ciascuno e raccomandò: "Mangiate e cercate di volervi bene". I figli, commossi, mangiarono il pane della mamma, bagnandolo con le loro lacrime. Di lì a pochi giorni Giulia morì. Roberto, Michele e Francesco si divisero serenamente i campi e ognuno si mise a lavorare il suo. Ma un giorno Roberto e Michele scoprirono che il confine fra i loro campi non era chiaro. Ben presto si misero a litigare. Stavano per fare a botte, quando arrivò Francesco. Egli si mise in mezzo a loro: "Non ricordate la mamma? Perché non facciamo come quel giorno che ci ha chiamati al suo capezzale?". Presero un pane, ne fecero tre parti, ne presero una per ciascuno e si misero a mangiare. Mentre mangiavano nella mente di Roberto e Michele si riaccese l'immagine della mamma; il suo volto e le sue parole scendevano nel loro cuore come una medicina. Scoppiarono in un pianto dirotto e fecero pace. La pace non durava molto, perché occasioni di litigio ne incontravano spesso. Però avevano imparato la soluzione: ogni volta che si creava un'occasione per litigare, i tre fratelli si sedevano attorno ad un tavolo, prendevano un pane, lo mangiavano insieme; ben presto scompariva la rabbia e tornava la pace

PAROLA DI DIO: 1Cor 15,1-8a; Sal 18; Gv 14,6-14

 

Vangelo  Gv 14, 6-14

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò». Parola del Signore

 

“GLI DISSE FILIPPO: SIGNORE MOSTRACI IL PADRE E CI BASTA”.

Filippo aveva visto l’amore di Gesù per il Padre, aveva sentito con quale amore Gesù parlava del Padre, aveva provato la gioia di scoprire che Dio era il Padre buono, che perdonava il figliol prodigo, che era Colui che si ri­velava ai piccoli e ai poveri, che vestiva i fiori del campo e che pensava agli uccelli del cielo, ma, molto probabilmente aveva in testa un’immagine grandiosa di Dio, avrebbe gradito qualche bel miracolo, gli sarebbe piaciuta una bella ‘teofania’ tipo quelle del Sinai con tanto di tuoni e di fulmini. Ma Gesù gli risponde: “Guarda, Filippo che basta vedere me per vedere il Padre”. Gesù e il Padre sono uno. Gesù opera nell’amore del Padre. Gesù manifesta il Padre che ha preso il suo volto umano. Una conoscenza corretta di Gesù non si ferma alle sue opere esteriori o ai fatti della storia, ma rimanda sempre alla Trinità. E penso a Maria che tante volte ha vi­sto suo Figlio dormire tranquillo, giocare con i compagni, lavorare con suo padre, e avrà detto “Gesù è Dio”! Quale mistero! Eppure la fede ci fa vedere Dio nelle parole e nelle opere di Gesù. Quando, nel Vangelo, vediamo Gesù ac­cordare la sua preferenza ai piccoli, mostrare compassione per i sofferenti, concedere largamente il perdono ai pec­catori, ridare fiducia agli squalificati, frequentare gli esclusi, esercitare la misericordia verso ogni miseria uma­na, non nascondere la propria simpatia per gli ultimi, tenersi alla larga dai potenti, apparire così umano, pieno di tenerezza, noi conosciamo il Padre, sia­mo in grado di abbozzare i lineamenti del suo volto e dobbiamo concludere: Dio è così!

 

 

VENERDI’ 4 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Floriano, San Gottardo; San Silvano

Una scheggia di preghiera:

 

FARE LA TUA VOLONTA' NON PUO' ESSERE CHE UN BENE PER ME.

 

HANNO DETTO: Figli miei, Maria è la scala dei peccatori, la mia più grande fiducia, la ragione della mia speranza. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: La natura della pioggia è sempre la stessa, ma fa crescere le spine nelle paludi e i fiori nei giardini. (proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Un angelo scappò dal paradiso per trascorrere la giornata vagando sulla terra. Al tramonto decise di portarsi via dei ricordi di quella visita. In un giardino c'erano delle rose: colse le più belle e compose un mazzo da portare in paradiso. Un po' più in là un bambino sorrideva alla madre. Poiché il sorriso era molto più bello del mazzo di rose, prese anche quello. Stava per ripartire quando vide la mamma che guardava con amore il suo piccolo nella culla. L'amore fluiva come un fiume in piena e l'angelo disse a se stesso: "L'amore di quella mamma è la cosa più bella che c'è sulla terra, perciò prenderò anche quello". Volò verso il cielo, ma prima di passare i cancelli perlacei, decise di esaminare i ricordi per vedere come si erano conservati durante il viaggio. I fiori erano appassiti, il sorriso del bambino era svanito, ma l'amore della mamma era ancora là in tutto il suo calore e la sua bellezza. Scartò i fior appassiti e il sorriso svanito, chiamò intorno a se tutti gli ospiti del cielo disse: "Ecco l'unica cosa che ho trovato sulla terra e che ha mantenuto la sua bellezza nel viaggio per il paradiso: L'amore di una mamma".

PAROLA DI DIO: At 15,22-31; Sal 56; Gv 15,12-17

 

Vangelo   Gv 15, 12-17 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Parola del Signore

 

“QUESTO E’ IL MIO COMANDAMENTO: CHE VI AMIATE GLI UNI GLI ALTRI COME IO HO AMATO VOI”.

Può sembrarci strano che Gesù metta insieme l’amore all’osservanza dei comandamenti. Però, proviamo a pensare come ci comportiamo con le persone che amiamo di più: ci fa piacere renderle felici, fare delle cose per loro; se ci chiedono qualcosa cerchiamo di accontentarle, anche a costo di qualche sacrificio. Così dovrebbe essere il nostro comportamento con Dio: se noi lo amiamo dobbiamo trovare piacere nell’osservare i suoi comandamenti, nel fare la sua volontà; se dobbiamo rinunciare a qualcosa lo facciamo perché il nostro amore per Dio è superiore a quello di ogni altra cosa. Ci sono però grandi differenze; qualcuno che amiamo potrebbe non amarci con la nostra stessa intensità o potrebbe chiederci cose sbagliate o impossibili o dannose per noi, o potrebbe essere un egoista che non si preoccupa di noi, ma solo di se stesso. Dio no; Dio ha dimostrato che ci ama più di quanto noi possiamo mai amarlo accettando il sacrificio del suo Figlio Gesù Cristo, per darci la salvezza e la vita eterna; Dio ci chiede solo cose giuste, fattibili; Dio non cerca il suo tornaconto, ma la nostra felicità. Dio non ha bisogno della nostra ubbidienza, siamo noi che abbiamo bisogno di ubbidirgli per essere felici. Se amiamo Dio ubbidiamo ai suoi comandamenti non per accontentare Lui, ma perché lo conosciamo e sappiamo che vuole il nostro bene.

 

 

SABATO 5 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Angelo, monaco; Santa Irene da Lecce.

Una scheggia di preghiera:

 

VOGLIAMO ESSERE TUOI, SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: Le difficoltà non sono fatte per abbattere, ma per essere abbattute. (A. Thellier)

SAGGEZZA POPOLARE: Il cammelliere fa i suoi progetti, e il cammello pure. (proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Il Beato Bonaventura da Potenza, qualche giorno prima di morire nel convento di S. Francesco a Ravello, ultima dimora della sua vita, avendogli il medico fatto capire che non c'era più alcuna speranza di guarigione, lo ringraziò e ringraziò Dio di tale prezioso guadagno per la sua anima. Ricevuti gli ultimi Sacramenti, cominciò a cantare le lodi della Vergine del suo cuore e quelle del suo Dio. Volgeva continuamente lo sguardo a una immagine della Madonna, che stava di fronte al suo lettuccio poverello e Le lanciava sospiri e parole d'amore tenerissimo. Poco prima di spirare, la sua Madre dolcissima venne a visitarlo: egli era in dolce estasi d'amore e sussurrò soavemente l'eterno canto d'amore: "Ave Maria! Ave Maria! Ave Maria! Così la sua anima, accompagnata dalla "Tutta bella", se ne volò al suo Creatore. Era il crepuscolo del 26 ottobre 1711: in quel momento la campana della Cattedrale di Ravello suonava i rintocchi dell'"Angelus Domini"

PAROLA DI DIO: At 16,1-10; Sal 99; Gv 15,18-21

 

Vangelo   Gv 15, 18-21

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato». Parola del Signore

 

“SE FOSTE DEL MONDO, IL MONDO AMEREBBE CIÒ CHE È SUO; POICHÈ INVECE NON SIETE DEL MONDO, PER QUESTO IL MONDO VI ODIA”.

Davanti a questa frase di Gesù mi in­terrogo: il mondo mi odia o mi ama?

Scopro che oggi è raro trovare un odio viscerale per i cristiani. Ma sarà perchè il mondo ha smesso di pensarla con­tro Cristo o perché i cristiani hanno talmente annacquato la propria fede con tanti compromessi che questa non dà più fastidio a nessuno?

Non dobbiamo andare a cercarci la persecuzione ma se fossimo più coerenti certamente andremo incontro a qualche difficoltà. Mi chiedo anche come reagiamo davanti ai sorrisetti, all’aria di sufficienza, alle battute. Non è ancora persecuzione vera e propria ma sono “colpi dì spillo” quotidiani. In queste situazioni mi ritiro o so essere un gioioso testimone che poco per volta cerca di assomigliare un po’ di più a Gesù?

 

 

DOMENICA 6 MAGGIO: 6^ DOMENICA DI PASQUA

Tra i santi ricordati oggi: San Domenico Savio, Sant’Evodio di Antiochia.

Una scheggia di preghiera:

 

IL MIO CUORE RIPOSA IN TE, NELLA PACE.

 

HANNO DETTO: Non vi è una regina che più obblighi alla resa il Re del Cielo che l'umiltà. Chi più è radicato nell'umiltà possiede di più Dio. (S. Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Prudenza veglia quando imprudenza dorme. (proverbio Catalano)

UN ANEDDOTO: Una volta apparve S. Nicola in visione a un frate domenicano turbato da molte preoccupazioni e gli disse con grande amabilità di non turbarsi affatto né per sé né per l'Ordine, perché «la nostra Madonna ha cura di voi».

PAROLA DI DIO: At 10,25-26.34-35.44-48; Sal 97; 1Gv 4,7-10; Gv 15,9-17

 

Vangelo  Gv 15, 9-17

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Parola del Signore

 

“VI HO DETTO QUESTE COSE PERCHE’ LA MIA GIOIA SIA IN VOI E LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA”

In certi momenti della nostra vita e della nostra storia questa frase di Gesù sembra essere assurda. E’ difficile essere nella gioia, avere gioia, quando vedi attorno a te tante sofferenze, quando subisci ingiustizie palesi, quando vedi il male e l’odio avere sempre il sopravvento, quando la finale bella è solo quella delle telenovelas o dei romanzi romantici. Eppure la gioia che Gesù annuncia e porta è reale. La sua non è la gioia delle cose che oggi ci sono e domani non più, la sua non è la gioia delle risate perché spesso esse nascondono soltanto le realtà, la sua è una gioia profonda. Se divento cosciente dell’amore che Dio ha per me, della sua stima, del suo perdono, della fiducia che ripone in me, non posso non aver gioia: Dio, il Creatore, il Sapiente, l’Unico, mi ama di un amore totale e personale, e me lo ha dimostrato e dimostra attraverso suo Figlio Gesù. Posso ancora essere pessimista, triste, posso ancora sentirmi solo? E se io sono amato così, posso tenermelo per me solo o non devo sprizzare gioia da tutti i pori? Il mondo ha bisogno della mia gioia... Nel mondo c’è il grande contagio del possedere, della tristezza, io ho l’antidoto della gioia e ce l’ho in abbondanza; perché non regalarlo? Se farò così scoprirò un’altra meraviglia: do­nare gioia non ci impoverisce di essa, anzi, ce la moltiplica.

 

 

LUNEDI’ 7 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Epifanio di Costanza; San Flavio, martire; Santa Gisella.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, ANCHE IL MALE PUO' DIVENTARE OCCASIONE DI BENE.

 

HANNO DETTO: La parola esagerazione non esiste nel vocabolario dell'amore. (L. De Crescenzo)

SAGGEZZA POPOLARE: La paura non ha mai portato nessuno alla vetta.

UN ANEDDOTO: PREGHIERA PER LE COPPIE IN DIFFICOLTÀ 

Santa Maria, donna conviviale, guarda alle nostre famiglie in difficoltà. Vittime degli uragani prodotti dai tempi moderni, tante hanno fatto naufragio. Molte, in crisi profonda di comunicazione, stanno andando alla deriva. Ebbene, se ti accorgi che la tua immagine pende su di un talamo nuziale che non dice più nulla, staccati da quella parete diventata ormai fredda e riconvoca alla tua tavola lui e lei. Quando si saranno poggiati sulle tue spalle, ricomponi gli antichi amori, ridesta i sogni di un tempo, riaccendi le speranze perdute, e fa capire che si può ancora ricominciare daccapo.

PAROLA DI DIO: At 16,11-15; Sal 149; Gv 15,26-16,4a

 

Vangelo  Gv 15, 26 - 16,4

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto». Parola del Signore

 

“VI HO DETTO QUESTE COSE PERCHE’ NON ABBIATE A SCANDALIZZARVI”.

Scandalizzare è il verbo tipico dell’opera del diavolo, egli, infatti, cerca di “mettere il bastone tra le ruote”, cerca di “fare inciampare”, travisa la verità e distorce il pensiero, fa apparire la verità debole e con la menzogna sporca ciò che è pulito, inserisce il dubbio sulla bontà, soffoca tra le spine il bene e la parola del Signore. Ma non c’è bisogno di immaginarci il diavolo con corna e forchettone per vedere quotidianamente la tentazione allo scandalo. Faccio qualche esempio: davanti alle guerre, al male, alla violenza a chi di noi non è nato il pensiero: “Ma se c’è Dio perché permette questo, perché il giusto deve sempre essere bastonato mentre il malvagio riesce a farla franca?”

L’interrogativo è più che lecito ma se noi andiamo avanti ecco che Dio, invece di essere di aiuto a comprendere, vivere, proiettare la nostra dura realtà in un progetto che non ha solo fini temporali, diventa di scandalo, di inciampo, e il male ha ottenuto il suo fine, quello di distorcere la realtà e di allontanarci da Dio. Abbiamo visto nel Vangelo di oggi che Gesù non promette agli apostoli che tutto andrà bene. Il Regno di Dio non è una situazione privilegiata in cui cesseranno le guerre, tutti saranno buoni, esso non è un nuovo paradiso terrestre, anzi, proprio perché si contrappone al male e lo lotta scatenerà tutte le sue forze: ”penseranno di rendere culto a Dio uccidendovi”. Se dunque credo a Gesù, se il suo Spirito Consolatore ha trovato dimora in me, non solo non mi lascio scandalizzare dal male ma poco per volta rivesto il pensiero di Cristo e sono disposto a combattere il male non con altra violenza ma cercando poco per volta di mettere al suo posto il bene, l’amore. Questo mi costerà la persecuzione? Ma a Gesù non è capitata la stessa cosa?. Ci aiuti lo Spirito di Gesù non solo a non “scandalizzarci” della persecuzione ma ad avere la forza e la capacità, vivendola in comunione con Gesù, di trasformarla in amore.

 

 

MARTEDI’ 8 MAGGIO: B.V. MARIA DI POMPEI

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Acacio di Bisanzio; San Vittore, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

MANDA IL TUO SPIRITO, SIGNORE, E SI RINNOVERA' LA FACCIA DELLA TERRA.

 

HANNO DETTO: Quando Dio vedrà che ti affidi a lui più che a te stesso, allora una forza a te sconosciuta verrà ad abitare in te. (Isacco di Ninive)

SAGGEZZA POPOLARE: La bocca è vento il pennello traccia. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Mamma, il mio borsellino piange, non posso comprarti il profumo raffinato né il buon caffè appena tostato; meno ancora la spilla preziosa o la perla sfiziosa; non ti posso comprare la pentola sognata, la scarpa ricamata, e neppure un povero ombrello. Ma ti faccio il dono più bello: ti rigalo una confidenza preziosa: "Mamma, sei meravigliosa!". (Tratto dalla rivista pedagogica: "Educhiamo insieme" n.8/2004)

PAROLA DI DIO: At 16,22-34; Sal 137; Gv 16,5-11

 

Vangelo    Gv 16, 5-11

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato». Parola del Signore

 

"E BENE PER VOI CHE IO ME NE VADA, PERCHÉ SE NON ME NE VADO, NON VERRÀ A VOI IL PARACLITO”.

Sono, queste parole, abbastanza misteriose. Proviamo a cercarne una spiegazione. Gesù, durante la sua vita terrena, e stato una "presenza" visibile di Dio. Ma questa Presenza, così utile per noi che siamo esseri corporei e sensibili, era anche allo stesso tempo un limite: a causa della sua umanità, del suo corpo, Gesù era limitato ad un certo tempo e ad un certo luogo. Gesù non poteva fare tutto ciò che avrebbe desiderato fare. E ne aveva coscienza quando ha detto "è bene per voi che io me ne vada". Mandando il suo Spirito, Gesù ha coscienza di moltiplicare la sua presenza: lo Spirito non ha più alcun limite, può arrivare dappertutto. "O Signore, manda il tuo Spirito e sì rinnoverà la faccia della terra". Lo Spirito è la presenza "segreta" di Dio... dopo la presenza visibile che è stato Gesù. Ma il "tempo dello Spirito" è anche il "tempo della Chiesa". E’ la Chiesa, siamo noi, che siamo diventati il corpo di Cristo, la sua "visibilità"... con tutto ciò che comporta, sia di limiti ed imperfezioni.., ma anche con la certezza che lo Spirito è là, con noi, animando sempre il corpo di Cristo.

 

 

MERCOLEDI’ 9 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Luminosa di Pavia, San Pacomio il grande, monaco.

Una scheggia di preghiera:

 

SANTISSIMA TRINITA', UNICO DIO, CREDO IN TE.

 

HANNO DETTO: Il travaglio di mia madre nel partorirmi nello spirito fu maggiore di quello con cui mi aveva partorito nella carne. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Sopportare un'offesa da coloro che uno teme non è vera pazienza; sopportare un'offesa da coloro che uno non teme è vera pazienza. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: INTERVISTA A S. GIUSEPPE

"Dimmi Giuseppe, quand'è che hai conosciuto Maria? Forse un mattino di primavera,mentre tornava dalla fontana del villaggio con l'anfora sul capo e con la mano sul fianco, snella come lo stelo di un fiordaliso? O forse un giorno di sabato, mentre con le fanciulle di Nazareth conversava in disparte sotto l'arco della sinagoga? O forse un meriggio d'estate, in un campo di grano, mentre, abbassando gli occhi splendidi per non rivelare il pudore della povertà, si adattava all'umiliante mestiere della spigolatrice? Quando ti ha ricambiato il sorriso e ti ha sfiorato il capo con la prima carezza, che forse era la sua prima benedizione e tu non lo sapevi; e poi tu la notte hai intriso il cuscino con lacrime di felicità? Ti scriveva lettere d'amore? Forse si; e il sorriso, con cui accompagni il cenno degli occhi verso l'armadio delle tinte e delle vernici, mi fa capire che in uno di quei barattoli vuoti, che ormai non si aprono più,ne conservi ancora qualcuna. Poi, una notte, hai preso il coraggio a due mani, sei andato sotto la sua finestra,profumata di basilico e di menta, e le hai cantato sommessamente le strofe del cantico dei cantici: "Alzati, amica mia, mia bella, e vieni!Perché, ecco,l'inverno è passato, è cessata la pioggia, se n'è andata. I fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna. Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza. Alzati, amica mia,mia bella, e vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia,nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro". E la tua amica, la tua bella, la tua colomba si è alzata davvero. È venuta sulla strada,facendoti trasalire. Ti ha preso la mano nella sua e, mentre il cuore ti scoppiava nel petto, ti ha confidato lì, sotto le stelle, un grande segreto. Solo tu, il sognatore, potevi capirla. Ti ha parlato di Jahvè. Di un angelo del Signore. Di un mistero nascosto nei secoli e ora nascosto nel suo grembo. Di un progetto più grande dell'universo e più alto del firmamento che vi sovrastava.Poi ti ha chiesto di uscire dalla sua vita, di dirle addio, e di dimenticarla per sempre. Fu allora che la stringesti per la prima volta al cuore, e le dicesti tremando:"Per me, rinuncio volentieri ai miei piani. Voglio condividere i tuoi, Maria. Perché mi faccia stare con te". Lei ti rispose di si, e tu le sfiorasti il grembo con una carezza: era la tua prima benedizione sulla Chiesa nascente". (Don Tonino Bello)

PAROLA DI DIO: At 17,15.22-18,1; Sal 148; Gv 16,12-15

 

Vangelo   Gv 16, 12-15

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore

 

“LO SPIRITO DELLA VERITÀ, VI GUIDERÀ A TUTTA LA VERITÀ”.

Se crediamo che Gesù è Il Figlio di Dio, possiamo fidarci di ciò che egli dice sul volto di Dio. Gesù,infatti non parla per astrazione, per ragionamento, per deduzione, ma per esperienza. Lui sa com’è Dio perché lui e il Padre sono una cosa sola. E Gesù ci svela qualcosa di inaudito, inimmaginabile, inatteso: Dio è Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Cioè: Dio non è il solitario, è festa, famiglia, comunione, danza, relazione, dono. Dio è tre persone che si amano talmente, che se la intendono così bene che noi – da fuori – vediamo uno. Un po’ come quando vediamo una coppia di sposi o di fratelli che si vogliono talmente bene da sembrare una cosa sola. Che bello! Vedere realizzato in Dio ciò che noi sempre desideriamo! Tre persone che non si confondono, che non si annullano in una indefinita energia cosmica. Riusciamo addirittura a delineare l’opera, il lavoro di ognuno, il “carattere specifico” di ogni persona: riconosciamo l’impronta del Padre nella Creazione, nello stupore della natura; riconosciamo l’agire del Figlio nella sua volontà di salvezza dell’uomo; riconosciamo l’afflato dello Spirito che accompagna, porta a compimento e santifica l’umanità pellegrina. Ma andiamo oltre. La Genesi ci dice che Dio per crearci si guardò allo specchio. Siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio. Quindi siamo fatti ad immagine e somiglianza della comunione. Allora capisco perché la solitudine mi pesa tanto e mi fa paura, è contro la mia natura! Capisco perché quando amo, quando sono in compagnia, quando riesco ad accogliere e ad essere accolto sto così bene: realizzo il fine per cui Dio mi ha creato.

 

 

GIOVEDI’ 10 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Gordiano; San Cataldo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' AIUTACI A TRASFORMARE LE OMBRE IN LUCE, IL DOLORE IN GRAZIA.

 

HANNO DETTO: Non prendere mai a modello l'uomo per santo che sia. Imita invece Cristo. (S. Giovanni della Croce)

SAGGEZZA POPOLARE: Moltiplica le goccioline d'acqua, accumula i granelli di sabbia, e avrai formato il mare, il deserto, o un pantano. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Una signora fervente aveva un marito non praticante e lei pregava molto per la sua conversione, anche perché era gravemente malato di cuore e poteva morire di colpo. Questa signora aveva l’abitudine di ornare un’immagine della Madonna che aveva in casa. Suo marito con molto piacere le recideva i fiori da mettere davanti alla Vergine. Un giorno l’uomo morì all’improvviso, senza il conforto dei sacramenti. La moglie era molto triste, perché pensava alla sua possibile dannazione. Fece un viaggio fino ad Ars e il santo curato la confortò così: “Lei non ricorda i mazzi di fiori che lui raccoglieva per la Madonna?” In questo modo le faceva capire che si era salvato.

PAROLA DI DIO: At 18,1-8; Sal 97; Gv 16,16-20

 

Vangelo   Gv 16, 16-20

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia». Parola del Signore

 

UN POCO E NON MI VEDRETE PIÙ; UN POCO ANCORA E MI VEDRETE”.

Nulla è più tormentoso della vibrazione di un cuore che teme di perdere un amato. E’ lo stato d’animo dei discepoli, quasi completamente smarriti dopo le parole di Gesù che vuole prepararli al distacco del Calvario. Anche per noi in certi giorni giunge la notte della fede, il momento in cui non “vediamo” non “tocchiamo” in cui abbiamo paura di perdere o di aver perso il Signore.

Ma il Signore non ci lascia soli, ci dice “ancora un poco” e i tre giorni sono passati: la croce ora è albero fiorito, il chicco di grano è morto e dalla sua morte è nata la vita.

 

 

VENERDI’ 11 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Bertilla; Sant’Ignazio da Laconi, Sant’Illuminato, monaco

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA GIOIA E NEL DOLORE, TU SEI CON NOI, SIGNORE GESU'

 

HANNO DETTO: Se il Signore dà a qualcuno le sue grazie non è perché questo sia più santo degli altri a cui non ne dà, ma perché si manifesti in lui la sua potenza. (S. Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: I potenti hanno braccia lunghe, ma non tanto da giungere fino al cielo. (proverbio Danese)

UN ANEDDOTO: "Mi chiamo Gabriele Francesco. Sono nato a Novara il 12 Dicembre 2013. Sono morto lo stesso giorno in cui sono nato. Adesso tutti starete pensando che mamma e papà non si sono comportati bene: in effetti mi hanno lasciato solo, sotto un cavalcavia, con indosso pochi stracci e senza un biberon nei paraggi.  Certo è che noi neonati siamo indifesi: ci buttano dai ponti, ci fanno esplodere sotto le bombe, ci vendono per pochi soldi. Siamo carne da telegiornale. Prima di chiudere gli occhi, mi sono raggomitolato tra i rifiuti per cercare conforto e ho pensato: ma è davvero così brutto questo mondo che sto già per lasciare?  Poi mi sono sentito sollevare e sulla nuvola da cui vi scrivo ho visto che la bellezza c’è ancora. C’è bellezza nel camionista che mi ha trovato e nell’ispettore che mi ha messo questo nome meraviglioso: è importante avere un nome, significa che sei esistito davvero. C’è bellezza nei poliziotti che per il mio funerale hanno fatto una colletta a cui si sono uniti tutti, dai pompieri alle guardie forestali. E c’è, la bellezza, nella ditta di pompe funebri che ha detto «per il funerale non vogliamo un euro», così i soldi sono andati ai volontari che in ospedale aiutano i bimbi malati. Dove sono nato io, metteranno addirittura una targa.  Allora non sono nato invano.  Mi chiamo Gabriele Francesco, e ci sono ancora."

PAROLA DI DIO: At 18,9-18; Sal 46; Gv 16,20-23a

 

Vangelo   Gv 16, 20-23a

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla». Parola del Signore

 

“VOI SARETE NELLA TRISTEZZA, MA LA VOSTRA TRISTEZZA SI CAMBIERA' IN GIOIA.”.

Ecco descritto in breve da parte di Ge­sù il percorso della nostra vita. Siamo per­sone chiamate alla gioia e alla sereni­tà che spesso si accorgono che nella vita c’è un prevalere immediato della fatica e della sofferenza ma persone che credendo a Gesù e alla sua  Rivelazione sanno che lo sbocco definitivo sarà la gioia e la festa. Davanti alla croce di Gesù ci sono atteggiamenti diversi. C’è il dolore, intenso, compartecipe di sua Madre che vede il proprio Figlio e il Salvatore del mondo, morire. C’è l’ammirazione del centurione che lo porta all’atto di fede: “Costui è veramente il Figlio di Dio”. C’è il pianto accorato delle donne, il dolore pieno di rimorsi e di speranze deluse degli apostoli. E c’è il senso di vittoria degli scribi e dei farisei che finalmente pensano di essere riusciti a far fuori colui che dava tanto fastidio, e poi c’è l’indifferenza di tanti che passano, giudicano e non solo non si accorgono di un Dio in croce, ma neanche della sofferenza di un uomo. E oggi, non succede la stessa cosa?

C’è tanta gente che vede nella croce il segno della salvezza e chi si beffa della croce, chi la croce vuole abolirla non solo dai tribunali, dalle scuole, dagli ospedali ma soprattutto dal cuore degli uomini. Gesù e Maria ci ricordano che la  sofferenza, non va vissuta come un iniquità contro di noi o come noncuranza di Dio nei nostri confronti, ma quale intrinseco fardello da portare coraggiosamente. L’importante è sapere che ha un senso, che è una soglia da su­perare per entrare nella gioia piena e definitiva. Soprattutto e im­portante sapere che Cristo è sempre con noi: domani nella nostra gioia, anzi come causa della stessa, oggi come pellegrino e fratello che vive nella nostra stessa afflizione.

 

 

SABATO 12 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Nereo e Achilleo; San Pancrazio; San Leopoldo Mandic.

Una scheggia di preghiera:

 

ADORO SOLO TE, SIGNORE, MIO DIO.

 

HANNO DETTO: I trattati di pace fra le nazioni sono come la stretta di mano che i pugili si scambiano prima di rompersi la faccia. (R. Taddei)

SAGGEZZA POPOLARE: Il bastone colpisce le ossa, ma mai i difetti. (proverbio del Madagascar)

UN ANEDDOTO: Un ragazzo di 24 anni guardando attraverso la finestra dell'autobus gridò: 'Papà guarda, gli alberi ci vengono incontro!' Il padre alzò lo sguardo verso di lui e sorrise. Una giovane coppia seduta vicino rise per il comportamento infantile del ragazzo. Il ragazzo tornò ad esclamare: 'Guarda papà, le nuvole ci seguono!' La coppia non poté resistere e disse al padre del ragazzo: 'Perché non porti tuo figlio da un buon medico?' L'uomo sorrise e rispose:  'Ci siamo appena stati, siamo usciti dall'ospedale proprio pochi minuti fa. Mio figlio era cieco dalla nascita e oggi per la prima volta può vedere'.

PAROLA DI DIO: At 18,23-28; Sal 46; Gv 16,23b-28

 

Vangelo   Gv 16, 23b-28

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre». Parola del Signore

 

“IL PADRE STESSO VI AMA, POICHE’ VOI MI AVETE AMATO E AVETE CREDUTO CHE IO SONO USCITO DA DIO”.

Il nostro è un Dio unico: chi ama Gesù, ama il Padre. Il Padre ci ama dello stesso amore di Gesù. La fondamentale realtà dell’ebraismo e del cristianesimo è la fede in un unico Dio. Tutta la Bibbia vede il maggior peccato nell’idolatria. Noi, oggi, pensiamo che questo pericolo non ci sia più, ragioniamo addirittura all’opposto: “Oggi l’uomo non crede neppur più a Dio, figuriamoci se ne ha tanti”. Eppure non è vero! Gli idoli sono solo cambiati, sono diventati più subdoli, più nascosti. Pensate a queste nuove forme di religiosità che mettono insieme Gesù Cristo e l’invocazione delle forme di energia presenti nel cosmo, pensate ai cristiani che vanno a Messa portando addosso il pentacolo del mago, pensate al dio denaro al quale si sacrificano continuamente persone, cose, valori; pensate alla pubblicità consumistica che ci presenta quotidianamente una serie di idoli, pensate anche ad un certo tipo di religiosità che mette sullo stesso piano Dio, s. Antonio, Padre Pio, la Sindone. Dio è uno solo, facciamo un po’ di pulizia di idoli e idoletti per riscoprire Lui solo come Signore della nostra vita.

 

 

DOMENICA 13 MAGGIO: ASCENSIONE ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Agnese di Poitiers; San Sergio, confessore.

Una scheggia di preghiera:

 

IN OGNI MOMENTO TU, SIGNORE, SEI CON NOI.

 

HANNO DETTO: Il mondo è pieno di Dio. (B. Angela da Foligno)

SAGGEZZA POPOLARE: La tristezza chiude le porte del cielo, la preghiera le apre, la gioia le abbatte. (proverbio Ebraico)

UN ANEDDOTO: Un uomo soffriva la cosa peggiore che può capitare a un essere umano: suo figlio era morto, e per anni non poteva dormire e piangeva tutta la notte finché albeggiava. 
Un giorno gli apparve un angelo nel sogno e gli disse: "Basta piangere!" "Non posso sopportare di non vederlo più" rispose l'uomo. Così l'angelo disse: "Lo vorresti rivedere?" L'uomo annui, quindi l'angelo lo prese per mano e lo portò in cielo e disse: "Pazienta un po’, lo vedrai passare". Al cenno dell'angelo una moltitudine di bambini iniziarono a passare vestiti come angeli con un lume in mano.  Così l'uomo incuriosito domandò: "Chi sono?" e l'angelo rispose: "Sono i bambini che hanno lasciato la vostra terra troppo presto, tutti i giorni fanno questa passeggiata con noi perché hanno il cuore puro".  Disse l'uomo: "Mio figlio è tra di essi?""Sì lo vedrai tra un po’".  Finalmente tra i tanti bambini passò anche il figlio di quell'uomo, che radiante scappò ad abbracciarlo, quando improvvisamente si accorse che aveva il lume spento.  Angosciosamente disse al ragazzo: "Figlio mio, perché il tuo lume è spento? perché non infiamma la tua anima come agli altri?" Il bambino lo guardò e disse "Papà, io accendo la mia candela come quella di tutti, ogni giorno, ma le tue lacrime la spengono la notte".

PAROLA DI DIO: At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20

 

Vangelo  Mc 16, 15-20

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, [ Gesù apparve agli Undici ] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. Parola del Signore

 

“(GLI APOSTOLI) PARTIRONO E PREDICARONO DAPPERTUTTO, MENTRE IL SI­GNORE AGIVA INSIEME CON LORO.”.

Il Vangelo di Marco sembra oggi cadere in una contraddizione. Al versetto 19 dice che “Gesù fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio” e al 20 che Gesù opera insieme e con gli Apostoli che predicano. Mi sembra invece molto bello poter pensare in questo modo: Gesù è glorificato, è il Re, è con Dio suo Padre, è il Signore ma i passi di Gesù itinerante per la Palestina calcano adesso altre terre, il suo volto sofferente o gioioso assume adesso i mille volti dell’uomo. No! Gesù non è solo lassù, sulle nuvole, in attesa di essere il Giudice Finale: è qui in mezzo e noi, agisce nella fatica, nei missionari, in chi opera la carità, si serve addirittura di me per essere presente. Quale grande responsabilità: essere la presenza di Cristo per il mondo, ma quale grande consolazione nel sapere di non essere soli ma con Lui.

 

 

LUNEDI’ 14 MAGGIO: San Mattia

Tra i santi ricordati oggi; San Pasquale I, Papa; Santa Maria Mazzarello.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, DEI TUOI INNUMEREVOLI DONI.

 

HANNO DETTO: Chi si fida di Dio, mette Dio in obbligo di prendersi cura di lui. (S. Luigi Orione)

SAGGEZZA POPOLARE: Colui che ha fatto bianchi  i cigni e verdi i pappagalli e variopinti i pavoni, provvederà al tuo sostentamento. (proverbio Indiano)

UN ANEDDOTO: Lascia tutto lì, la tavola da sparecchiare, i piatti da lavare, per una volta puoi rinunciare a qualcosa.  Spegni la TV , appoggia quello che hai in mano, interrompi quello che stai facendo, non rispondere se il telefono continua a squillare. Corri , abbraccia il tuo bambino, la tua bambina, fatevi il solletico fino alle lacrime, baciatevi, sorridetevi, datevi i morsini nelle manine, sulle guance, nel pancino. Cantate a voce alta una canzone impertinente, fate la lotta con i cuscini, tiratevi i coriandoli anche se è Luglio. Poi sedetevi per terra, con le gambe incrociate, mangiate pane e cioccolato, e con le dita sporche e la musarella, abbracciatevi ancora una volta. Nel tempo nessuno ricorderà il disordine di quel giorno, ma l’amore di quel momento resterà come un tatuaggio sul cuore.

PAROLA DI DIO: At 1,15-17.20-26; Sal 112; Gv 15,9-17

 

Vangelo  Gv 15, 9-17

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Parola del Signore

 

“NON VOI AVETE SCELTO ME, MA IO HO SCELTO VOI”.

E’ facile cadere nell’errore di metterci al centro del mondo e anche ai centro della fede. E’ Dio che ha pensato a noi fin dall’eternità. E’ Gesù che ha offerto per me il suo amore nel sacrificio della croce. E’ ancora Gesù che ci dà gli incarichi nella Chiesa. E meno male che tutto sia così, perchè è sulla misura di Dio e non degli uomini. Se io fossi padre di famiglia o sacerdote solo perchè l’ho scelto io, povero me! Ma se Dio mi ha messo in questo luogo, con questo compito, vuol dire che ha fiducia in me, si serve della mia povertà per realizzare il suo bene. Ad esempio, se due sposi si rendessero conto che non sono solo loro ad essersi scelti, ma che Dio ha scelto e voluto questa unione, quanta forza in più per affrontare problemi e difficoltà!

 

 

MARTEDI’ 15 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Isidoro, l’Agricoltore, San Liberatore; Santa Sofia di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI CON ME FIN D'ORA, E POI PER SEMPRE.

 

HANNO DETTO: L'uomo giudica dalle azioni esterne; Dio invece esamina le intenzioni. (Imitazione di Cristo)

SAGGEZZA POPOLARE: Il montone pigro trova il suo vello troppo pesante. (proverbio Inglese)

UN ANEDDOTO: Uno psicologo insegnò ai suoi studenti come gestire lo stress. Prese un bicchiere d’acqua e si avviò per la stanza, in silenzio. Ad un certo punto si fermò, alzò il bicchiere e chiese ai suoi studenti:“Quanto è pesante questo bicchiere d’acqua?” Meravigliati, gli studenti risposero tra 250 e 500 ml. Lo Psicologo disse:”il peso assoluto non importa, importa quanto tempo lo tieni alzato. Un minuto, nessun problema. Un’ora, un braccio dolorante.  Un giorno, paralizza il braccio.  In ognuno di questi tre casi il peso del bicchiere non cambia. Cambia solo il tempo. Più il tempo passa, più diventa pesante.” Lo stress e le preoccupazioni della vita sono come il bicchiere d’acqua. Se si pensa di meno a loro, non succede quasi nulla. Se si pensa di più, il cuore inizia a far male. Se stai pensando a loro per tutto il tempo, paralizzano la tua mente. Quando arrivi a casa la sera, lascia fuori le tue preoccupazioni, non portarle con te durante la notte. Metti giù il bicchiere.

PAROLA DI DIO: At 20,17-27; Sal 67; Gv 17,1-11a

 

Vangelo   Gv 17, 1-11

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te». Parola del Signore

 

“QUESTA È LA VITA ETERNA: CHE CONOSCANO TE, L'UNICO VERO DIO E COLUI CHE TU HAI MANDATO, GESÙ CRISTO.”

Che cosa ci aspetta nell'aldilà?

Maghi, veggenti, ritornati dopo essere stati dichiarati morti, parlano, fanno profezie, raccontano ma sempre con categorie molto umane che riflettono la mentalità del tempo in cui queste persone vivono. Eppure non c'è neppur bisogno di far lavorare molto la nostra fantasia: eternità è conoscere Dio così com'è, per sempre. Ci vorrà tutta un'eternità o un momento eternamente presente per conoscere Dio nella sua infinitezza, nel suo amore senza limiti, nel suo affetto totale, nella sua giustizia misericordiosa. E allora mi rendoconto che l'eternità è già iniziata perchè già in Cristo ho cominciato a conoscere Dio, ho la possibilità di avvicinarmi e comprendere la sua volontà, posso nella vita cominciare ad amarlo, so di stare già fin d'ora con Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 16 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Bobola, martire; Sant’Ubaldo, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SONO AL CENTRO DEL TUO CUORE.

 

HANNO DETTO: Leggere senza riflettere è come mangiare senza digerire. (Burke)

SAGGEZZA POPOLARE: Per dire la verità si ha bisogno di poche parole. (Detto proverbiale)

UN ANEDDOTO: “Le donne sono come le scarpe, uno le può cambiare e sostituire ogni volta che ne ha voglia”. Le persone presenti si sono guardate attorno e hanno notato la presenza di un uomo saggio e gli hanno chiesto: “Cosa ne pensi di questa affermazione?” Lui rispose asserendo: “Ciò che ha detto questo uomo è proprio vero, la donna è come una scarpa negli occhi di colui che si considera un piede; mentre essa è come una corona d'oro per chi vede se stesso come un re! Quindi non prendetevela con quell'uomo, anzi provate a capire come lui vede se stesso (ossia un piede).

PAROLA DI DIO: At 20,28-38; Sal 67; Gv 17,11b-19

 

Vangelo  Gv 17,11b-19

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità». Parola del Signore

 

PADRE SANTO, CUSTODISCILI NEL TUO NOME”.

Leggendo questa pagina del Vangelo di Giovanni, dove Gesù, al termine dei discorsi di addio ai suoi discepoli, prega, mi si riempie il cuore di tenerezza, di meraviglia e di gioia, e vorrei che la stessa cosa succedesse a tutti voi. E’ estremamente bello sapere che Gesù, proprio nel momento del suo amore totale per gli uomini testimoniato dalla fedeltà a Dio ed alla croce, mi ha portato nel suo cuore, si è ricordato di ciascuno di noi, ha pregato il Padre per me e per te. Il nostro Dio non è un Dio lontano, non è il Dio grande e inaccessibile, non è il Dio che crea e poi si disinteressa, non è il Dio in cerca di lodi o peggio ancora di sacrifici  o di candele fumose, è il Dio che ama, e ama personalmente, è il Dio che si dona e siccome noi da soli non riusciamo a giungere a Lui si fa uno di noi in Gesù, è il Dio che “mi scruta e mi conosce” ma non per vedere i miei peccati e condannarli, ma per mettermi al centro del suo cuore, è il Dio che “se anche una mamma si dimenticasse di suo figlio, Lui non si dimentica di me”, è il Dio che mi porta con sé sulla croce e con sé nella risurrezione, è il Dio che non ci lascia soli, che resta con noi quando si fa sera, che va a prepararci un posto per portarci con sé, è il Dio che mi perdona perché Lui stesso si è fatto carico del mio peccato… Con un Dio così posso ancora avere paura? Posso essere nella tristezza?

 

 

GIOVEDI’ 17 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pasquale Baylon; Santa Restituta Matrono.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI CON NOI, SIGNORE, SEI CON NOI; NELLA GIOIA TU SEI CON NOI, NEL DOLORE TU, SEI CON NOI: TU PER SEMPRE SEI CON NOI.

 

HANNO DETTO: Preparatevi e siate pronti, non tanto con l'abbigliamento di bianche vesti, quanto con l'interiore ricchezza dell'amore e della piena consapevolezza. (S. Cirillo di Gerusalemme)

SAGGEZZA POPOLARE: Meglio farsi portare da un asino che essere trascinati da un cavallo. (proverbio Inglese)

UN ANEDDOTO: QUI PRO QUO - Una coppia decide di passare le ferie in  una spiaggia dei Caraibi, nello stesso hotel dove passarono la luna di miele 20 anni prima. Però per  problemi di lavoro, la moglie non può accompagnare subito il marito: l'avrebbe raggiunto alcuni giorni dopo. Quando l'uomo arriva, entra nella camera dell'hotel e vede che c'è un computer con l'accesso ad internet. Decide allora di inviare una e-mail a sua moglie, ma, senza accorgersene, la manda ad un altro indirizzo. La e-mail viene ricevuta da una vedova che stava rientrando dal funerale di suo marito e che decide di vedere i messaggi ricevuti. Suo figlio, entrando in casa poco dopo, vede sua madre svenuta davanti al computer e sul video vede la e-mail che lei stava leggendo: Cara sposa, sono arrivato. Tutto bene. Probabilmente ti sorprenderai di ricevere mie notizie per e-mail, ma adesso anche qui hanno il computer ed è possibile inviare messaggi alle persone care. Appena arrivato mi sono assicurato che fosse tutto a posto anche per te quando arriverai lunedì prossimo. Ho molto desiderio di rivederti e spero che il tuo viaggio sia tranquillo, come lo è stato il mio. N.B. Non portare molti vestiti, perché qui fa un caldo infernale!!!

PAROLA DI DIO: At 22,30; 23,6-11; Sal 15; Gv 17,20-26

 

Vangelo   Gv 17,20-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro». Parola del Signore

 

“VOGLIO CHE QUELLI CHE MI HAI DATO SIANO ANCH'ESSI CON ME DOVE SONO IO”.

Nella grande preghiera di Gesù prima della Passione ci siamo anche noi. Il cristiano è là dove è il suo Maestro. Ma Gesù oggi dov’è? Proviamo a rileggere alcune frasi di Gesù: “Qualunque cosa avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli, voi l’avete fatto a me. ‘‘Quando due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Gesù è in Paradiso dove contempla la gloria del Padre, ma è anche qui sulla terra, nei tabernacoli, nelle corsie d’ospedale, amato da molti, maltrattato e vilipeso da altri. Allora, quando Gesù prega che i cristiani siano dove è Lui ci chiede di prendere il suo posto, di rappresentarlo nel nostro mondo, ci chiede di salire con Lui sulla croce per poter poi essere con Lui per sempre nel gaudio. Il Paradiso, allora, non è qualcosa che ci allontana dalla realtà, ma un qualcosa che ci insegna ad essere già oggi in qualunque posto ove il Cristo “ha posto la sua tenda in mezzo a noi.”

 

 

VENERDI’ 18 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni I; San Felice di Cantalice.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI VERAMENTE UN DIO PAZIENTE.

 

HANNO DETTO: Il Signore ama le anime coraggiose, umili e diffidenti di sé. (S. Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo paziente diventa il re d'Egitto. (proverbio Iraniano)

UN ANEDDOTO: Oggi, un bimbo mi ha chiesto: “Ma il cuore sta sempre nello stesso posto, oppure, ogni tanto, si sposta? Va a destra e a sinistra?” Io:  “No, il cuore resta sempre nello stesso posto, a sinistra..” Ed intanto penso: poi, un giorno, crescerai. Ed allora capirai che il cuore vive in mille posti diversi, senza abitare davvero nessun luogo. Ti sale in gola, quando sei emozionato. O precipita nello stomaco, quando hai paura, o sei ferito. Ci sono volte in cui accelera i suoi battiti, e sembra volerti uscire dal petto. Altre volte, invece, fa cambio col cervello. Crescendo, imparerai a prendere il tuo cuore per posarlo in altre mani. E, il più delle volte, ti tornerà indietro un po’ ammaccato. Ma tu non preoccupartene. Sarà bello uguale. O, forse, sarà più bello ancora. Questo però, lo capirai solo dopo molto, molto tempo. Ci saranno giorni in cui crederai di non averlo più, un cuore. Di averlo perso. E ti affannerai a cercarlo in un ricordo, in un profumo, nello sguardo di un passante, nelle vecchie tasche di un cappotto malandato. L'importante è accorgersi di averlo un cuore e di usarlo per il bene tuo e degli altri.

PAROLA DI DIO: At 25,13-21; Sal 102; Gv 21,15-19

 

Vangelo   Gv 21,15-19

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». Parola del Signore

 

“DISSE GESÙ A PIETRO: SIMONE  FIGLIO DI GIOVANNI, MI AMI?”.

Il peccato e vinto dall’amore. Gesù avrebbe potuto averne basta di Pietro. Non aveva capito molto, spesso si era messo al posto del maestro, aveva promesso e non aveva saputo mantenere, lo aveva rinnegato: c’è ancora da fidarsi di una persona del genere?

Si può affidare la Chiesa nascente in simili mani?

Eppure Gesù si fida che l’amore e il perdono riescano a cambiare anche il cuore di Pietro, e Gesù continua ad agire così anche con noi. Noi lo abbiamo capito poco il Cristo; noi abbiamo ascoltato il Vangelo ma abbiamo modificato poco la nostra vita su di esso; abbiamo promesso tante volte di cambiare ma ci troviamo sempre allo stesso punto se non sempre più in giù. Gesù potrebbe averne basta di noi, eppure continua a bussare alla porta del nostro cuore per perdonarci, per dirci che ci ama. Non si può non essere conquistati da un amore così grande. E questo amore se accolto genera amore anche in noi e questo amore vince il male.

 

 

SABATO 19 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Celestino V, Papa; Sant’Ivo.

Una scheggia di preghiera:

 

DA SEMPRE E PER SEMPRE E' IL TUO AMORE PER NOI.

 

HANNO DETTO: Come la prima digestione si fa in bocca, così la prima educazione si fa in casa, sulle ginocchia dei genitori. (Ven. Mons. Carlo Liviero)

SAGGEZZA POPOLARE: La preoccupazione è come una sedia a dondolo: ti dà qualcosa da fare, ma non ti porta in nessun luogo.

UN ANEDDOTO: Si rannicchiarono dietro la porta doppia: due bambini con i cappotti a brandelli troppo piccoli per loro. "Ha giornali vecchi, signora?"

Ero indaffarata, volevo rispondere di no finché guardai i loro piedi: sandaletti leggeri, inzuppati dal nevischio. "Entrate e vi farò una tazza di cioccolata calda." Non vi fu conversazione. I sandali fradici lasciarono impronte sulla piastra del caminetto. Servii loro cioccolata e pane tostato con marmellata per fortificarli contro il freddo esterno. Quindi tornai in cucina e ripresi il mio bilancio familiare. Il silenzio nel soggiorno mi sorprese. Guardai dentro, la bambina teneva in mano la tazza vuota e la osservava. Il maschietto mi disse con voce incerta: "Signora lei è ricca?" "Se sono ricca? Misericordia, no!" Guardai le consunte foderine del divano. La bambina rimise la tazza sul suo piattino con cura. "Le sue tazze sono intonate ai piattini." Aveva osservato la bambina, con una voce vecchia, con una fame che non veniva dallo stomaco. Quindi se ne andarono, tenendo i pacchi dei giornali contro il vento, non avevano detto grazie, non ne avevano bisogno. Avevano fatto molto di più. Tazze e piattini di ceramica azzurra di poco valore. Ma erano intonati. Diedi un'occhiata alle patate e mescolai il sugo. Patate e sugo di carne, un tetto sopra alla testa, mio marito con un lavoro sicuro... umile ma sicuro. Anche queste cose erano intonate. Allontanai le sedie dal fuoco e misi in ordine il soggiorno. Le impronte fangose dei sandaletti erano ancora umide sul caminetto. Le lasciai lì: voglio che restino lì caso mai mi dimenticassi di nuovo quanto sono ricca. (Marion Doolan)

PAROLA DI DIO: At 28,16-20.30-31; Sal 10; Gv 21,20-25

 

Vangelo   Gv 21,20-25

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. Parola del Signore

 

“VI SONO ANCORA MOLTE ALTRE COSE COMPIUTE DA GESÙ, CHE, SE FOSSERO SCRITTE UNA PER UNA, PENSO CHE IL MONDO NON BASTEREBBE A CONTENERE I LIBRI CHE SI DOVREBBERO SCRIVERE”.

San Giovanni, l’evangelista, era il più giovane degli apostoli di Gesù. E’ stato colui che ha amato Gesù di una amicizia profonda ed è anche stato colui che ha vissuto più a lungo di tutti. Ha quindi avuto tempo per meditare e approfondire vita e insegnamenti del Cristo, e al termine del suo Vangelo, ci dice: “lo ho vissuto con Lui, ho meditato su di Lui tutta la vita ed ora mi accorgo che Gesù è sempre nuovo, c'e sempre da approfondirlo, ha sempre qualcosa di nuovo da dirci e da darci”. Dopo tanti anni che leggo il Vangelo, che cerco di meditarlo e di annunciarlo agli altri, mi stupisco nello scoprire che, ogni volta che mi apro a Lui, ha sempre qualcosa di nuovo da suggerirmi, da svelarmi di se stesso: Dio è inesauribile nel suo amore. Bisogna solo non ridurlo ad abitudine, a semplice religiosità. Fermati!

Oggi Gesù passa, nuovo, nella tua vita. Se vuoi puoi incontrarlo e provare la gioia nuova che è venuto a portarti.

 

 

DOMENICA 20 MAGGIO: PENTECOSTE ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Bernardino da Siena; San Teodoro di Pavia.

Una scheggia di preghiera:

 

SAPIENZA E PRESENZA DIO, SPIRITO D'AMORE, VIENI IN MEZZO A NOI.

 

HANNO DETTO: L'amore è un'erba spontanea e non una pianta da giardino. (I. Nievo)

SAGGEZZA POPOLARE: Abbiamo creduto che il pascià fosse un pascià. Invece è soltanto un uomo. (proverbio Libanese)

UN ANEDDOTO: All'età di novantadue anni nonna Fritz viveva ancora nella sua vecchia casa di campagna a due piani, preparava le fettucine fatte in casa e faceva il bucato con il vecchio strizzatoio nello scantinato. Sempre da sola coltivava anche il suo orto, grande abbastanza da sfamare tutta la contea di Bentos, usando soltanto una zappa e una vanga. I suoi figli settantenni la sgridavano affettuosamente quando insisteva per tagliare l'erba del grande prato davanti casa con la sua vecchia e antiquata falciatrice. "Ma faccio questi lavori solo al mattino presto o la sera, quando é più fresco" spiegava la nonna, "e mi metto sempre il cappello". I suoi figli provarono un certo sollievo quando vennero a sapere che la nonna aveva cominciato a partecipare ai pranzi del centro anziani della zona. "Si" ammise la nonna mentre sua figlia annuiva soddisfatta. "Cucino per loro. Sai, quei cari vecchietti sono così contenti!". (LeAnn Thieman) 

PAROLA DI DIO: At 2,1-11; Sal 103; Gal 5,16-25; Gv 15,26-27; 16,12-15

 

Vangelo  Gv 15, 26-27; 16, 12-15

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore

 

“QUANDO VERRÀ IL PARACLITO CHE IO VI MANDERÒ DAL PADRE,  EGLI DARÀ TESTIMONIANZA DI ME”

Gesù dà un bellissimo nome allo Spirito Santo, lo chiama il Paraclito cioè “Il Consolatore”. Colui che consola non ci lascia soli, ci incoraggia, ci tira su di morale. L’uomo, davanti al mistero del creato si sente piccolo, solo; davanti al mistero di Dio che lo sovrasta è piccolo, davanti alla sofferenza, alla morte si sente solo e perduto. Gesù è venuto proprio per incontrare la nostra solitudine e incapacità da soli di “guardare in alto”: Lui si è fatto solidale con noi. Ma Gesù è salito al cielo, noi non lo vediamo più con i nostri occhi, pur promettendoci di rimanere con noi fino alla fine dei tempi. Il dono dello Spirito è allora Colui che ci consola, aiuta, rafforza nella presenza di Gesù. E’ lo Spirito che ci aiuta a riconoscere Gesù nei sacramenti, nei poveri, nella comunità. Lo Spirito che rende testimonianza a Gesù ci aiuta a trovare senso ai misteri della nostra vita, ci apre a Dio e ci ispira a vivere gli insegnamenti di Gesù. Per accogliere lo Spirito, ricordiamoci che Egli non fa rumore, non si impone a noi. Siamo noi a doverlo cercare nel profondo del cuore e degli avvenimenti e allora gli permetteremo di consolarci.

 

 

LUNEDI’ 21 MAGGIO: 7^ SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Costantino; San Vittorio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: Spesso i buoni consigli non vengono ascoltati, ma questo non è un buon motivo per non darli. (Agata Christie)

SAGGEZZA POPOLARE: Il peccato seguito dal pentimento non allontana ma avvicina a Dio. (detto Musulmano)

UN ANEDDOTO: In un grembo, vennero concepiti due gemelli. Passavano le settimane ed i bambini crescevano. Nella misura in cui cresceva la loro coscienza, aumentava la gioia: «Di', non è fantastico che siamo stati concepiti? Non è meraviglioso che viviamo?».  I gemelli iniziarono a scoprire il loro mondo. Quando scoprirono il cordone ombelicale, che li legava alla madre dando loro nutrimento, cantarono di gioia: «Quanto grande è l'amore di nostra madre, che divide con noi la sua stessa vita!». A mano a mano che le settimane passavano, però, trasformandosi poi in mesi, notarono improvvisamente come erano cambiati. «Che cosa significa?», chiese uno. «Significa», rispose l'altro, «che il nostro soggiorno in questo mondo presto volgerà alla fine!». «Ma io non voglio andarmene», ribatté il primo, «vorrei restare qui per sempre!». «Non abbiamo scelta», replicò l'altro, «ma forse c'è una vita dopo la nascita!». «E come può essere», domandò il primo, dubbioso, «perderemo il nostro cordone di vita, e come faremo a vivere senza di esso? E per di più, altri prima di noi hanno lasciato questo grembo, e nessuno di loro è tornato a dire che c'è una vita dopo la nascita. No, la nascita è la fine!». Così, uno di loro cadde in un profondo affanno, e disse: «Se il concepimento termina con la nascita, che senso ha la vita nell'utero?  È assurda. Magari non esiste nessuna madre dietro tutto ciò!». «Ma deve esistere», protestò l'altro, «altrimenti come avremmo fatto ad entrare qua dentro? E come faremmo a sopravvivere?». «Hai mai visto nostra madre?», domandò l'uno. «Magari vive soltanto nella nostra immaginazione. Ce la siamo inventata, perché così possiamo comprendere meglio la nostra esistenza!». E così, gli ultimi giorni nel grembo della madre, furono pieni di mille domande e di grande paura. Infine, venne il momento della nascita. Quando i gemelli ebbero lasciato il loro mondo, aprirono gli occhi.  Gridarono... Ciò che videro superava i loro sogni più arditi! 

"Un giorno, finalmente, nasceremo!". Sognando la vita.

PAROLA DI DIO: Gc 3,13-18; Sal 18; Mc 9,14-29

 

Vangelo   Mc 9, 14-29

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera». Parola del Signore

 

PERCHÉ NOI NON SIAMO RIUSCITI A SCACCIARLO?”.

I discepoli a cui Gesù aveva fatto delle promesse prima di mandarli come missionari (“Guarite gli infermi, risuscitate i morti, cacciate i demoni”, e che più di una volta avevano gioito al vederle realizzate (“persino i demoni ci ubbidivano!”) ora sperimentano uno smacco: questo “spirito muto” che attanaglia un ragazzo manifestandosi con i quelli che oggi riconosciamo come i sintomi di una grave epilessia, non vuole andarsene alle loro ingiunzioni, ma se ne andrà, lasciando il ragazzo come morto solo dopo che Gesù avrà ottenuto la fede da parte del padre e solo dopo che Lui con tutta la sua potenza si sarà imposto su di Lui. Che cosa può suggerire a noi, oggi questo fatto?

Vi elenco una serie di spunti di riflessione che ciascuno potrà riprendere per conto suo e applicare alla propria vita. Il “male” c’è ed è anche forte. Ad alcuni “mali” ci si può opporre con le proprie capacità: le scelte, la volontà, l’impegno, la carità, il sacrificio… nei confronti di altri di altri mali le nostre sole forze non bastano. Occorre la fede (fosse anche solo in embrione come quella di questo padre) e soprattutto occorre la preghiera. Qui la preghiera non è intesa come moltiplicare formule di preghiera o di esorcismo, ma preghiera di chi, sapendo di non farcela da solo chiede con umiltà ma con forza aiuto a chi può darglielo, preghiera fiduciosa che Dio possa andare aldilà delle nostre piccole forze e vincere definitivamente ogni forma di “male”.

 

 

MARTEDI’ 22 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rita da Cascia; Santa Giulia, vergine e martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, DI CONOSCERE LA GIOIA DEL SERVIZIO.

 

HANNO DETTO: Verità e amore sono ali inseparabili, perché la verità non può volare senza amore, né può l'amore volare senza verità. (Sant'Efrem)

SAGGEZZA POPOLARE: Se vuoi fuggire dai peccatori più vicini a te, incomincia a fuggire da te stesso. (detto Musulmano)

UN ANEDDOTO: Il giorno dell'Ascensione così riferisce una leggenda un Angelo incontrò Gesù che saliva al cielo e gli chiese: "Signore hai già terminato la tua missione?". "Si", rispose Gesù. 
Poi rivolgendo lo sguardo laggiù verso la terra immersa nel freddo e nell'oscurità, videro un tenue fuoco ardere in un piccolo punto. "Che cos'è?", domandò l'angelo. Rispose il Signore: "Quel piccolo focolare è in Gerusalemme; attorno vi sono riuniti gli Apostoli insieme con mia Madre. Ora, appena sarò tornato il mio piano sarà completato: manderemo laggiù lo Spirito Santo per ravvivare quel focolare così che possa diffondersi per tutta la terra e dare luce e calore a tutti gli uomini". L'angelo, meravigliato, dopo un momento di riflessione disse di nuovo a Gesù: "E se questo non funzionasse?". Il Signore rispose: "Il mio piano è questo e non ne ho altro. Io voglio che nel mondo regni l'amore tra gli uomini".

PAROLA DI DIO: Gc 4,1-10; Sal 54; Mc 9,30-37

 

Vangelo   Mc 9, 30-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Parola del Signore

 

“CHIESE LORO: “DI CHE COSA STAVATE DISCUTENDO PER LA STRADA?”. ED ESSI TACEVANO. PER LA STRADA INFATTI AVEVANO DISCUSSO TRA LORO CHI FOSSE IL PIÙ GRANDE.”

Grandezza e piccolezza: come è relativo l’uso di quei termini!

La grandezza dell’impero Romano è finita in breve; la potenza del potere temporale della Chiesa ha fatto più danni che bene, le grandi ideologie si sono sciolte come neve al sole. Una piccola donna di Palestina con il suo si è diventata Madre di Dio e di tutta l’umanità, un Francesco d’Assisi, spogliandosi dei suoi beni, ha salvato la vera identità della Chiesa, una piccola suora, Madre Teresa, è riuscita ad essere un monito per tutto il mondo, un contadino come don Bosco è stato segno di salvezza per tanti giovani. Dovremmo andarci molto piano nel “discutere di grandezza”: chissà se nella Chiesa è più importante un vescovo impaludato nelle sue vesti o un'umile suora che vive nascostamente la sua piccola missine nei confronti dei malati , un curialista permaloso o un parroco di campagna, un cavaliere della Santa Croce o il povero che chiede l’elemosina alla porta della chiesa?

 

 

MERCOLEDI’ 23 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Desiderio; San Mercuriale; San Lucio.

Una scheggia di preghiera:

 

OGNI UOMO PER TE E' IMPORTANTE, SIGNORE GESU' MORTO PER TUTTI.

 

HANNO DETTO: Dio basta a se stesso, è la felicità infinita. Perché dunque ha voluto creare? Dio ha creato per amore. Dio è Amore! Perciò, ha bisogno di espandersi fuori di sé e donare se stesso, per creare dei felici assieme a lui! (Serva di Dio M. Costanza Panas)

SAGGEZZA POPOLARE: Il bravo cuoco assaggia sette volte. (proverbio Piemontese)

UN ANEDDOTO: Una nota azienda produttrice di prodotti di bellezza invitò gli abitanti di una grande città a segnalare i nominativi, allegando anche le foto, delle donne più belle che conoscessero. Nell'arco di poche settimane la società ricevette migliaia di lettere. Una lettera in particolare catturò l'attenzione dei selezionatori e fu subito consegnata al presidente. Era stata scritta da un ragazzo con problemi famigliari che viveva in un quartiere degradato. Dopo le correzioni ortografiche, la lettera diceva: "C'è una donna bellissima che vive in fondo alla strada dove abito io. Vado a trovarla tutti i giorni. Mi fa sentire il bambino più importante del mondo. Giochiamo a dama e lei ascolta i miei problemi. Lei mi capisce e quando vado via si ferma sulla porta e mi grida che è fiera di me." Il ragazzo concludeva la lettera dicendo: "Questa immagine mostra che lei è la donna più bella, spero di avere una moglie bella come lei." Incuriosito, il presidente chiese di vedere la foto della donna. La sua segretaria gli porse una foto di una donna sorridente, senza denti, avanti negli anni, seduta su una sedia a rotelle. I pochi capelli bianchi erano raccolti in uno chignon e le rughe che formavano profondi solchi sul suo viso sembravano attenuarsi alla luce dei suoi occhi. "Non possiamo usare questa donna" disse il presidente con un sorriso. "Mostrerebbe al mondo intero che i nostri prodotti non sono necessari per essere belle."

PAROLA DI DIO: Gc 4,13-17; Sal 48; Mc 9,38-40

 

Vangelo   Mc 9, 38-40

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri».  Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi. Parola del Signore

 

"MAESTRO, ABBIAMO VISTO UNO CHE SCACCIAVA I DEMONI NEL TUO NOME E GLIELO ABBIAMO VIETATO PERCHÈ NON ERA DEI NOSTRI".

Ci siamo di nuovo!

Si parla di nuovo di "è dei nostri" o è dall'altra sponda. Gesù non è colui che nel nome di un facile pluralismo dice: "Va tutto bene!"

No, Gesù dice di "credere in Lui", dice ai discepolii "siete miei" però Gesù non divide in categorie, è venuto non per costruire dei gruppi di opposizione ma per abbattere le divisioni. Noi tendiamo a chiudere il nostro essere cristiani in gruppi specifici in cui diventa giocoforza cercare poi di difendere le proprie prerogative e i propri diritti. E allora adottando la tecnica del mondo cominciamo a ragionare in termini di potere ed ecco che allora questo essere dei ''nostri'' o degli t'altri" diventa motivo di divisione. Gesù guarda l'uomo. E' venuto a salvare l'uomo nella sua realtà quotidiana. Non si tratta allora di uniformarci tutti (e di solito si diventa o qualunquisti o ci si uniforma verso il basso) ma si tratta di mantenere la propria identità senza per questo farne un abito tale che non ci permetta di tendere la mano agli altri o, peggio ancora, che non ci permetta di scoprire i valori nell'altro solo perchè “non è dei miei”.

 

 

GIOVEDI’ 24 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Festa di Maria Ausiliatrice. San Patrizio; San Vincenzo di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, PERCHE' ANCHE NOI AIUTIAMO GLI ALTRI.

 

HANNO DETTO: Quando le parole di Gesù rimangono nella memoria, ma senza riflesso nella vita, allora il tralcio non fa più parte della vite, perché non attinge vita dalla radice. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Con la legna promessa non si scalda la casa. (proverbio Russo)

UN ANEDDOTO: Quale è stato il segreto di Madre Teresa di Calcutta? L’ho colto dalle sue stesse labbra durante una indimenticabile intervista che ella mi aveva concesso. Mi ha detto, con disarmante semplicità: «lo faccio tutto per Gesù, con Gesù e in Gesù”. Quando le ho chiesto perché, lei e le sue suore, camminano sempre molto svelte e con la corona del Rosario in mano, mi ha risposto: “Perché la Madonna è la causa della nostra gioia. Lei andò “in fretta” a portare Gesù agli altri. Noi cerchiamo di es­sere la causa della sua gioia, amando Gesù come lo amò Lei”. Mi è venuto anche spontaneo domandarle perché ha voluto chiamare le sue suore Missionarie della carità. Ed ecco la sua risposta: “Perché, nella visitazione ad Elisabetta, la Ma­donna si è rivelata come la prima missionaria della carità. Lei è la prima che ha por­tato Gesù ai poveri. Noi ci sforziamo di imitarla, per essere come Lei”. Poi continuò: “Sull’esempio di Maria, noi portiamo Gesù nella vita della gente. Proviamo a pregare con loro. Poi, se hanno bisogno di aiuto materiale, noi fac­ciamo i lavori più umili. Se ci sono malati, noi li puliamo, laviamo la biancheria e facciamo ciò che fece Maria ad Elisabetta. Poi - insiste - Se non hanno nessuno che li cura, noi li portiamo a casa nostra” (A. Ugenti) 

PAROLA DI DIO: Gc 5,1-6; Sal 48; Mc 9,41-50

 

Vangelo   Mc 9, 41-50

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Perché ciascuno sarà salato con il fuoco. Buona cosa il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri». Parola del Signore

 

"SE LA TUA MANO TI SCANDALIZZA,TAGLIALA.”

Se queste parole fossero prese alla lettera quante persone, io per primo, dovrebbero andare in giro monche, con  stampelle o mutilate. Sappiamo già che la parola "scandalo" vuol dire nel Vangelo, ciò che impedisce di essere cristiano, allora con queste frasi Gesù vuol dirci: devi dare la preminenza a Dio e se ci sono cose che ti allontanano da lui, tu allontanale da te, liberati da tutto ciò che costituisce ostacolo alla comunione con Dio. Gesù dunque non vuole che mi tagli una mano ma che la usi per qualcosa d'altro che non sia il solito arraffare, tenere, accumulare. Gesù non vuole che mi tagli i piedi ma che li usi per camminare verso i fratelli. Gesù non vuole che mi cavi l'occhio ma che non chiuda gli occhi davanti ad una realtà che brucia e che mi interpella. L'appellativo con cui oggi onoriamo Maria: “Ausiliatrice”, Colei che aiuta, viene in soccorso, ci ricorda proprio che Lei ha usato ed usa tuttora nei nostri confronti mani, piedi, tutta se stessa per venire incontro alla necessità di ciascuno.

 

 

VENERDI’ 25 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Beda venerabile; San Gregorio VII; Santa Maria Maddalena de Pazzi.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, BENEDICI E DA' LA TUA FORZA ALLE NOSTRE FAMIGLIE.

 

HANNO DETTO: Se semineremo la pace i nostri figli la vedranno germogliare e i nostri nipoti ne mangeranno i frutti. (Patrizia Mussi)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non dimentica mai di mettere la rete, qualche volta può riuscire a catturare un uccello. (proverbio Scozzese)

UN ANEDDOTO: Il primo presidente degli Stati Uniti, Giorgio Washington, teneva presso il letto un’immagine della Madre di Dio. Un professore, buon cattolico, viene a trovarlo e, visto quel quadro, esclama: “Credevo che fosse protestante!” E il presidente di rimando: “Lo sono. Ma come posso onorare il Figlio, se non amo sua Madre?”

PAROLA DI DIO: Gc 5,9-12; Sal 102; Mc 10,1-12

 

Vangelo   Mc 10, 1-12

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo Gesù, partito di là, si recò nel territorio della Giudea e oltre il Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l'ammaestrava, come era solito fare. E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla».  Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L'uomo dunque non sepàri ciò che Dio ha congiunto». Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adultèrio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adultèrio». Parola del Signore

 

"E' LECITO AD UN MARITO RIPUDIARE LA PROPRIA MOGLIE?"

La domanda che i farisei pongono a Gesù, oltre che nascondere un tranello per poterlo condannare, dà anche ampia testimonianza di un'osservanza legalistica della legge. Una legge, qualsiasi legge, lascia aperte mille scappatoie per poterla impunemente disobbedire pur sentendosi ugualmente a posto davanti ad essa. Quando si parte dall' "è lecito?", quando si cerca "fino dove è possibile arrivare", si è già ucciso l'amore. Quando poi addirittura vogliamo quantificare il nostro rapporto con Dio riduciamo Dio ai nostri bisogni, e la nostra preghiera è allora misurata, e alla celebrazione eucaristica guardiamo l'orologio. Gesù non parte mai da "è lecito" ma parte sempre da Dio e allora la legge rimane ma non è più un peso ma un atto di amore.

 

 

SABATO 26 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Filippo Neri; San Quadrato.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, DEL DONO DEL TUO REGNO.

 

HANNO DETTO: Quando le mamme muoiono, si perde uno dei punti cardinali. Si perde il ritmo del respiro, si perde una radura. Quando le mamme muoiono, cresce ovunque sterpaglia. (Göran Tunström)

SAGGEZZA POPOLARE: Ciascuno sotto il proprio mantello ospita un pazzo. Solo che qualcuno riesce a nasconderlo meglio degli altri. (proverbio Svedese)

UN ANEDDOTO: Quand’ero regazzino, mamma mia me diceva: “Ricordate fijolo, quanno te senti veramente solo tu prova a recità  'n Ave Maria. L’anima tua da sola spicca er volo e se solleva, come pe’ maggìa”. Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato; da un pezzo s’è addormita la vecchietta, ma quer consijo nun l’ho mai scordato. Come me sento veramente solo io prego la Madonna benedetta e l’anima da sola pija er volo! (TRILUSSA)

PAROLA DI DIO: Gc 5,13-20; Sal 140; Mc 10,13-16

 

Vangelo   Mc 10, 13-16

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso». E prendendoli fra le braccia e ponendo le  mani sopra di loro li benediceva. Parola del Signore

 

“LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A ME E NON GLIELO IMPEDITE PERCHE’ A CHI E’ COME LORO APPARTIENE IL REGNO DI DIO”.

Per seguire Gesù, per entrare nel suo Regno, o meglio, per lasciare che il suo Regno entri in noi, bisogna vincere l’alterigia, la supponenza, l’orgoglio. E’ quanto ci suggerisce l’episodio narrato nel Vangelo di oggi. I discepoli non sgridavano quelli che portavano i bambini perché disturbavano il maestro, ma perché i bambini, per essi, non rappresentavano nulla. Secondo loro il Regno di Dio  era da adulti e, per raggiungerlo, era necessario fare scelte coscienti, avere certi determinati meriti, compiere opere corrispondenti. Gesù pensa, invece, che il Regno di Dio deve essere ‘ricevuto’, cioè il Regno è iniziativa divina. Per conseguenza l’unico atteggiamento adatto per ‘ricevere’ è quello dei bambini: il Regno di Dio prima lo si riceve e poi si entra in esso. Gesù non idealizza per nulla i bambini. Ha parlato altre volte di bambini maleducati che giocano nella piazza del mercato e vogliono ora questo ora quest’altro, e si mostrano impazienti e testardi. Ecco perché la parola citata non significa affatto che gli adulti debbano ritornare allo stadio dei bambini. C’è però una cosa che possiedono i fanciulli e che li distingue dagli adulti: il bambino è per sua natura fiducioso, disposto a ricevere ciò che gli viene donato, capace di lasciarsi guidare; ha il dono di vivere nell’istante presente: e questo è proprio l’atteggiamento di fede richiesto per accogliere il Regno.

 

 

DOMENICA 27 MAGGIO: SS. TRINITA’ ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino di Canterbury, San Giulio martire.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO AVVENGA NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO.

 

 

HANNO DETTO: Gesù che conosce le necessità del cuore umano, ci fece dono di sua Madre, avendo Lui per primo dalla croce sperimentato il suo eroismo, la sua fedeltà, il suo amore, la sua vicinanza incoraggiante. (Madre Speranza)

SAGGEZZA POPOLARE: La settimana del lavoratore ha sette giorni, quella del pigro sette domani. (proverbio Tedesco)

UN ANEDDOTO: Nel film Il Vangelo secondo Matteo, il regista Pier Paolo Pasolini, dovendo riprodurre il momento della passione e della morte di Cristo, cercò una persona che potesse mettersi dinanzi a Gesù Crocifisso e rivivere, per il film, la sofferenza della Madonna: allora pensò a sua mamma che aveva visto il proprio figlio partigiano fratello di Pier Paolo Pasolini — ucciso barbaramente durante la guerra di liberazione, trucidato dalla violenza e dalla ingiustizia. Questa donna si è vista proporre dal figlio regista di mettersi dinanzi al Cristo sulla Croce e rivivere, in quel momento, la sua sofferenza manifestandola così come l’aveva espressa quel giorno in cui aveva tro­vato il proprio figlio impiccato a una pianta del paese nativo. In quella scelta e in quella intuizione c’è veramente l’affermazione che l’esperienza di Cristo e di sua madre, l’Addolorata, non è qualcosa del passato, ma è l’esperienza di ogni giorno, vissuta nella sofferenza e nella tragedia di tante persone, di tante mamme, che vedono i propri figli travolti e uccisi dalla guerra, dalla violenza, dalla droga, dai razzismi di ogni specie, dai suicidi, dalle disgrazie, dalle ingiustizie.

PAROLA DI DIO: Dt 4,32-34.39-40; Sal 32; Rm 8,14-17; Mt 28,16-20

 

Vangelo  Mt 28, 16-20 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io so­no con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Parola del Signore

 

ANDATE DUNQUE E FATE DISCEPOLI TUTTI I POPOLI, BATTEZZANDOLI NEL NOME DEL PADRE E DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO”.

La festa di oggi ci ripropone il mistero più grande ma anche il più consolante della nostra fede. Anzitutto mistero. E’ Dio che si fa conoscere nella sua più profonda intimità. Ma il fatto di conoscerlo così è rivelazione, non spiegazione. Non vogliamo, con i nostri stupidi tentativi di spiegarci tutte, togliere la parola mistero dalla nostra fede: Dio è più grande di noi! Ma anche realtà consolante: Dio è famiglia, è relazione in se stesso, è amore ed è anche relazione nei nostri confronti. Noi siamo famiglia di Dio, siamo inseriti tramite Gesù, nostro fratello, con la forza dello Spirito vivificante, nel Padre. Tutto questo ci è manifestato dal nostro battesimo. Ci è dato da Gesù, attraverso il suo passaggio dalla morte alla vita, ci fa figli di Dio, ci innesta in Lui attraverso lo Spirito Santo. Dovremmo pensare più spesso a questo dono che fin dai primi momenti di vita ci ha inseriti in Dio, ci ha fatto suoi familiari, ci rinnova ogni giorno, ci apre all’eternità.

 

 

LUNEDI’ 28 MAGGIO: 8^ SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ireneo.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DALL'ATTACCAMENTO A QUELLE COSE CHE CI IMPEDISCONO DI AMARTI PIENAMENTE.

 

HANNO DETTO: Se noi avremo il cuore di una madre o, più precisamente, se ci proporremo di avere il cuore della Madre per eccellenza: Maria, saremo sempre pronti ad amare. (Chiara Lubich)

SAGGEZZA POPOLARE: Quattro le cose che non si possono nascondere a lungo: il sapere, la stupidità, la ricchezza e la povertà.

UN ANEDDOTO: Quando ero a Roma, mi recavo al santuario del Divino Amore; mentre pregavo, guardavo la gente che passava davanti alla Madonna e mi dicevo: Come sono tante le lacrime, le sofferenze, che vengono deposte ai piedi di Maria e che lei, maternamente, asciuga. E così, pensando agli altri, mi accorgevo che in fondo i miei piccoli problemi, le mie piccole difficoltà, erano ben poca cosa. Uscendo dal santuario mi sentivo allora spinto a consolare le sofferenze della gente, delle famiglie, delle madri, dei padri, delle spose, degli sposi, le sofferenze dei giovani senza lavoro, degli anziani soli e abbandonati. Sapevo che Maria asciugava tutte le loro lacrime e desideravo partecipare, in qualche modo, alla sua funzione. (C. M. MARTINI)

PAROLA DI DIO: 1Pt 1,3-9; Sal 110; Mc 10,17-27

 

Vangelo   Mc 10, 17-27

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Parola del Signore

 

“MAESTRO BUONO, CHE COSA DEVO FARE PER ENTRARE NELLA VITA ETERNA?”.

Leggendo tutto questo brano di  Vangelo all’inizio non possiamo che essere presi dall’ammirazione. Colui che è andato da Gesù è sicuramente animato dalle migliori intenzioni e mira diritto all'obbiettivo finale della vita. Egli vuole avere la vita eterna. Il fatto che si rivolga a Gesù per avere una risposta definitiva e certa accresce ulteriormente la nostra stima: vuol dire che egli cerca la verità dalla fonte stessa. Egli dice di conoscere e di praticare i dieci comandamenti fin dalla sua giovinezza e il Signore non smentisce la sua affermazione. Abbiamo a che fare con una persona davvero in gamba! Tant'è vero che suscita la piena compiacenza anche dello stesso Cristo che: «fissatolo, lo amò». Poi, quasi a voler concretizzare nei fatti quell'amore, gli lancia la sfida ultima, quella che conduce alla perfezione e che implica il distacco totale dalle cose del mondo per seguire Cristo in piena libertà e completa disponibilità. La sequela, il divenire e l'essere discepoli di Cristo esige l'affermazione del primato assoluto di Dio nella propria vita e, di conseguenza, il distacco da tutto ciò che può essere di ostacolo a questa chiamata speciale. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, lo stare con Cristo nella disponibilità assoluta, non offre nessuna umana sicurezza, tutt'altro! Per questo anche questo anonimo, pur così ben intenzionato: «rattristatosi se ne andò afflitto, perché aveva molti beni». E noi che diciamo di amare Dio con tutto il cuore, che ci gloriamo nel sentirci chiamare cristiani, abbiamo già buttato via le nostre carabattole umane per poter essere liberi nel donargli tutto?  Eppure Gesù lo dice chiaro che l'attaccamento smodato alle cose della terra è sempre un impedimento per anelare ai beni celesti. È la conclusione che lo stesso Signore ci fa ascoltare: “Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!”.

 

 

MARTEDI’ 29 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimino, vescovo; Santa Teodosia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', IL PREMIO SEI TU.

 

HANNO DETTO: Se il nemico non dorme per perderci, la Madonna non ci lascia un istante. (S. Pio)

SAGGEZZA POPOLARE: Il paradiso è ai piedi delle madri. (Proverbio Soufi)

UN ANEDDOTO: Un gruppo di suore carmelitane, che stava viaggiando verso la Terra Santa, fece una tappa a Beirut, nel Libano. Attraversando la città, passarono davanti ad un grande edificio che sembrò loro una chiesa cristiana, e vi entrarono. Si trovarono in una moschea musulmana, in mezzo ad una folla in preghiera. L’intrusione delle suore provocò una certa agitazione tra i musulmani, ma il loro “ulema” li assicurò: “State tranquilli, queste donne sono speciali: sono sante e vestono come Miriam, la madre di Gesù di Nazaret”. Si rivolse quindi alle suore e continuò: “In vostro onore mi permetto di leggere dal Corano alcuni brani, dove si parla di Miriam,esaltata e lodata come la santa madre di Gesù”. Così le suore ascoltarono in silenzio le belle parole che il Corano dice di Maria. Tutti i presenti seguirono la lettura con grande attenzione e devozione. Al termine, l’ulema aggiunse: “Le nostre care visitatrici hanno sentito cosa dice il nostro libro santo. Ora vi prego – disse rivolto alle suore – diteci come voi venerate Miriam”. Tra i fedeli musulmani si destò una grande curiosità. Le carmelitane intonarono l’Ave Maria per suggellare quell’incontro inaspettato.

PAROLA DI DIO: 1Pt 1,10-16; Sal 97; Mc 10,28-31

 

Vangelo   Mc 10, 28-31

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi». Parola del Signore

 

NON C’È NESSUNO CHE ABBIA LASCIATO CASA O FRATELLI O SORELLE O MADRE O PADRE O FIGLI O CAMPI PER CAUSA MIA E PER CAUSA DEL VANGELO, CHE NON RICEVA GIA' ORA, IN QUESTO TEMPO, CENTO VOLTE TANTO IN CASE E FRATELLI E SORELLE E MADRI E FIGLI E CAMPI” .

Credo che la vera soitudine non consista tanto nella mancanza di altri, quanto nel non attendere più nulla. Maria è stata la donna dell’attesa. Prima ancora di dirci il suo nome il vangelo di Luca ce la presenta come fidanzata di Giuseppe, colei che, come ogni ragazza fidanzata,  aspetta trepidante il suo amore che le apra un mondo nuovo. Poi Maria attende,(non con le mani in mano, ma aiutando la sua vecchia cugina Elisabetta) per nove lunghi mesi la nascita di suo Figlio, il Figlio di Dio; attende, esule in terra straniera di poter tornare alla sua patria e alla sua casa; attende, meditandole nel suo cuore, le meraviglie che si operano nel silenzio e nel nascondimento di quella casa dove Dio è bambino e sta crescendo; attende il giorno in cui suo Figlio lascerà quella casa per non tornarvi mai più; attende "l’ora” di Gesù, "quell’ora” terribile e meravigliosa, ora di dolore e di donazione totale sia del Figlio che della Madre; attende il terzo giorno, attende con i suoi figli, gli apostoli la discesa dello Spirito Santo. Maria, noi oggi spesso non sappiamo più attendere. Siamo persone che si accontentano di qualche piccolo surrogato di felicità, siamo spesso persone paghe di cose, siamo persone a corto di speranza, abbiamo bisogno che tu ridesti in noi i desideri di qualcosa di grande e di bello che ci supera, della voglia di portare al mondo qualche piccola cosa ma nuova e personale, la voglia di saper scoprire che Dio arriva attraverso innumerevoli strade nella nostra vita. Rendici come quelle cinque ragazze della parabola di Gesù che sanno aspettare vigilanti e con l’olio nelle loro lampade, lo sposo che certamente le sorprenderà gioiosamente nella notte della vita.

 

 

MERCOLEDI’ 30 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Gavino, martire; Santa Giovanna d’Arco.

Una scheggia di preghiera:

 

QUANT'E' BELLO VIVERE CON TE, DIO CON NOI.

 

HANNO DETTO: E poiché l’umiltà è il fondamento di tutte le virtù, quanto fu grande l’umiltà della Madre di Dio! (Sant’Alfonso Maria de’ Liguori) 

SAGGEZZA POPOLARE: La madre è colei che prende il coltello per la lama. (Proverbio Bantù)

UN ANEDDOTO: Quando la mamma per giorni e settimane intere ha sorriso al suo bambino,giunge il giorno in cui il bambino le risponde con un sorriso. Essa ha destato l'amore nel cuore del bambino e il bambino,svegliandosi all'amore, si sveglia alla conoscenza. La conoscenza comincia ad operare perché l'amore è stato messo preliminarmente in moto dalla madre. Così Dio si manifesta all'uomo come amore e accende nel cuore umano la luce dell'amore. (Hans Urs von Balthasar)

PAROLA DI DIO: 1Pt 1,18-25; Sal 147; Mc 10,32-45

 

Vangelo   Mc 10, 32-45

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti. Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà». Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Parola del Signore

 

“CONCEDICI DI SEDERE NELLA TUA GLORIA UNO ALLA TUA DESTRA E UNO ALLA TUA SINISTRA”.

Vorrei fermare oggi la mia e la vostra attenzione su una riflessione che, a prima vista, può sembrare lontana dalle indicazioni del vangelo di oggi, ma che è pur sempre una tentazione. Giacomo e Giovanni vogliono i primi posti e Gesù invece insegna che il primo posto è quello del servizio. Ma una tentazione non materialistica ma mistica può esserci anche da parte di quei cristiani che, tutti spinti alla ricerca della perfezione, la inseguono per sentirsi buoni, migliori degli altri, al primo posto nella santità. E’ vero, Gesù ci ha invitato ad “essere perfetti come perfetto è il Padre mio”, ma questa è l’indicazione di una meta da ricercare e perseguire ma con la certezza che questa “perfezione” non è cosa totalmente nostra, ma dono di Dio che porterà a compimento il bene. Essere “santi come Lui è santo” non è poi una gara. La santità è amore e quindi non misurabile con metri terreni. I veri santi poi, mentre erano in vita non sapevano assolutamente di esserlo. Credo che il nostro atteggiamento allora deve essere quello di persone innamorate di Dio che in tutti i modi cercano gioiosamente di vivere nella sua volontà cercando ogni giorno di migliorarsi non per una conquista personale di qualcosa ma perché sanno che è bello diventare simili a Gesù ed è segno di riconoscenza il compiacerlo con una vita secondo i suoi insegnamenti.

 

 

GIOVEDI’ 31 MAGGIO: VISITAZIONE DELLA B.V.M.

Tra i santi ricordati oggi: Santa Petronilla di Roma; San Vitale di Assisi.

Una scheggia di preghiera:

 

AVE MARIA, MADRE DI GESU' E MADRE NOSTRA.

 

HANNO DETTO: "Abbiamo in Cielo il cuore di una madre.  La Vergine, nostra Madre, che ai piedi della Croce ha provato tutta la sofferenza possibile per una creatura umana, comprende i nostri guai e ci consola". (S. Leopoldo Mandic)

SAGGEZZA POPOLARE: Le poesie più belle si leggono negli occhi dei bambini.

UN ANEDDOTO:  Sto partendo per affrontare il nemico, per combattere le battaglie, grandi e piccole. Sto partendo, Mamma, sto partendo! Per favore augurami buona fortuna. Mi sono spuntate le ali, voglio volare, voglio conquistare le mie vittorie là dove mi attendono. Sto partendo, Mamma, ma non piangere: lascia che io trovi la mia strada. Voglio vedere, toccare e ascoltare, anche se ci sono pericoli, anche se ci sono paure. Gioirò dei miei sorrisi e asciugherò le mie lacrime; per favore lascia che io dica ciò che ho da dire. Parto per cercare il mio mondo, i miei sogni, per trovare la mia nicchia, per ricucire gli strappi. Ricorda, mentre seguo le mie rotte, che ti voglio bene, comunque. (Brooke Mueller)

PAROLA DI DIO: Sof 3,14-17 opp. Rm 12,9-16b; Cant. Is12,2-6; Lc 1,39-56

 

Vangelo  Lc 1, 39-56

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

 

"E BENEDETTO IL FRUTTO DEL TUO GREMBO, GESÙ".

"La donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare la saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò" (Gn.3,6). Ed ecco finalmente una donna che porge all'uomo non un frutto proibito, ma "benedetto". Ecco finalmente una donna che non ascolta la voce del serpente, diventando oggetto di accusa (". . . la donna che mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato.. ." Gn. 3,12), ma che è motivo di lode, non più tentatrice ma strumento di salvezza, non causa di maledizione ma di benedizione. Sì. Tu sei benedetta, Maria, fra le donne. E benedetto è il frutto che, in quanto donna, ci offri. Dopo averlo mangiato, si aprono i nostri occhi e non ci accorgiamo con vergogna di essere nudi (Gn. 3,7), ma riscopriamo in noi lo splendore dell'immagine e della rassomiglianza divina. Benedetto è il frutto del tuo seno, che ci permette di indossare l'abito di luce, e di non sentirci abusivi nel giardino di Eden, ma di "coltivarlo e custodirlo" (Cantico 2,15).

     
     
 

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