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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

APRILE 2018

 

 

DOMENICA 1 APRILE: PASQUA RISURREZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: Beata Angela da Foligno; Sant’Ugo, vescovo, Beato Enrico Alfieri

Una scheggia di preghiera:

 

CRISTO E' RISORTO, ALLELUIA, VINTA E' ORMAI LA MORTE, ALLELUIA.

 

HANNO DETTO: Chi legge sa molto; chi osserva sa molto di più. Alexandre Dumas figlio

SAGGEZZA POPOLARE: Chi confessa la propria ignoranza la mostra una volta, chi non la confessa, infinite. Proverbio Cinese

UN ANEDDOTO: Battute per sorridere e pensare:

- E’ un atto molto generoso confidare un segreto a qualcuno. Costui si sente così tanto importante quando lo racconta!

- Più una donna si guarda nello specchio, meno vede la casa.

- L’uomo ha raccolto tutta la saggezza dei suoi predecessori, e guardate quanto è stupido!

- Molti vogliono sposare la saggezza ma non vogliono pagare le spese delle nozze.

PAROLA DI DIO: At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6b-8; Gv 20,1-9

 

Vangelo Gv 20, 1-9

Dal vangelo secondo Giovanni 

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. Parola del Signore

 

QUAND'ERA ANCORA BUIO” 

Questo episodio ci trasmette un clima misterioso e sacro. Il sole non è ancora sorto quando Maddalena si reca al sepolcro. E il buio della tristezza infinita è dentro di lei. L’afflizione disperata le impedisce di capire cosa è successo, interpreta male il segno della pietra ribaltata. Pietro e Giovanni corrono a vedere, hanno ritmi diversi eppure si aspettano con rispetto, la Chiesa sarà appunto un grande popolo di uomini diversi che dovranno capirsi e rispettarsi. Immaginiamo lo stupore, anzi lo sconcerto dei due apostoli che entrano dentro: Gesù, il morto, non c’è più, c’è silenzio, tutto è in ordine, cos’è successo?

Il giovane crede. E’ l’amore particolare che lo lega a Cristo a dargli un intuito speciale. Gesù fisicamente non appare, ma sono i segni che lo indicano, che parlano di lui. Anche a noi è richiesto di saper vedere oltre, di cogliere tra le pieghe della vita, la presenza gioiosa del Risorto.

 

 

LUNEDI’ 2 APRILE: LUNEDI’ DELL’ANGELO

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco da Paola; Santa Teodosia, vergine e martire.

Una scheggia di preghiera:

 

NOI CREDIAMO IN TE, SIGNORE VIVENTE.

 

HANNO DETTO: Come è nobile chi, col cuore triste, vuol cantare ugualmente un canto felice, tra cuori felici. K. Gibran

SAGGEZZA POPOLARE: Tradimento piace assai, traditor non piace mai. Proverbio italiano

UN ANEDDOTO: Un uomo su un aereo di linea stava leggendo pacificamente il suo Nuovo Testamento tascabile. Un uomo seduto a fianco a lui lo osservava e alla fine gli disse: "Io non sono molto religioso, anzi non vedo il senso di credere in un Cristo che per giunta è morto 2000 anni fa." "Cosa?  rispose meravigliato - Cristo morto? Non può essere!  Pensa che ci stavo parlando proprio alcuni minuti fa e ci sto parlando anche adesso."

PAROLA DI DIO: At 2,14.22-33; Sal 15; Mt 28,8-15

 

Vangelo   Mt 28, 8-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi. Parola del Signore

 

LE DONNE CORSERO A DARE L’ANNUNCIO AI SUOI DISCEPOLI”.

Questi racconti del dopo-risurrezione che ci accompagneranno per tutta la settimana sono pieni di gioiosità, di corse, di testimonianze, di abbracci e auguri di pace. Tutto deriva da un fatto: l'amico, il maestro era morto e ora è vivo. Tutto sembrava essere finito in una tomba come tutte le cose della terra, ma ora questa tomba è vuota e questo mette le ali alle gambe, riempie il cuore, conferma tutto quello che era accaduto prima e soprattutto dice che quel Gesù è proprio il figlio di Dio. Amici, perché noi cristiani stentiamo ad avere questa gioia serena nel cuore, questa voglia di correre per andare a dire ai fratelli la grande notizia? La solita vocina mi dice: “Perché loro lo hanno visto... Noi...”. E noi non sappiamo vederlo, preferiamo a volte continuare ad adorare un dio morto, un dio ragioniere che pesa meriti e colpe per distribuire premi e castighi, o diciamo di credere a un Dio divenuto talmente vago da confondersi con 'spiriti universali' con angeli e diavoli con fantasie degne del miglior scrittore di fantascienza...No! Dio è vivo, e i segni ci sono tutti forse manca solo la mia e la tua fede!

 

 

MARTEDI’ 3 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Riccardo, vescovo; San Sisto, Papa; San Luigi Scrosoppi.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE TU MI SCRUTI E MI CONOSCI. ACCETTAMI CON LA MIA MISERIA.

 

HANNO DETTO: Il ricordo è un modo d'incontrarsi. K. Gibran

SAGGEZZA POPOLARE: Il piacere può fondarsi sull'illusione, ma la felicità riposa sulla verità. Proverbio Americano

UN ANEDDOTO: C'era una volta un re che propose di dare un premio a quell’artista che avrebbe dipinto il miglior ritratto della Pace. Molti artisti tentarono. Il re guardò tutti i ritratti, ma c'erano, secondo lui, solamente due che realmente fossero degni di essere premiati e che bisognava scegliere tra loro due. Un ritratto rappresentava un lago calmo. Il lago era un specchio perfetto dove si rispecchiavano montagne torreggianti tutte d'intorno. Per di più c'era un meraviglioso cielo azzurro con nuvole bianche come la lana. Tutti vedevano questo ritratto e pensavano che era un ritratto perfetto per rappresentare la Pace. L'altro ritratto però aveva pure montagne, ma erano accidentate e spoglie. Sopra c'era un cielo adirato e perturbato come se stesse per scatenarsi la più tremenda perturbazione atmosferica, piena di lampi e fulmini. In basso, da un lato della montagna c'era una cascata che spumeggiava. Sembrava un quadro che non offriva alcun appiglio al tema della Pace Ma quando il re guardava da vicino, lui vedeva dietro la cascata un piccolo cespuglio che cresceva in una fessura nella pietra. Nel cespuglio un uccello mamma aveva costruito il suo nido. Là, nel mezzo del cespuglio di quell'acqua effervescente, stava accoccolata quella femmina di uccello dentro il suo nido e in pace perfetta. Quale ritratto pensate che vinse il premio? Il re scelse il secondo ritratto. "Perché", spiegò il re, "la Pace non vuole dire essere in un luogo dove non c'è nessun rumore, nessuna preoccupazione, nessun lavoro duro. La pace vuole dire essere nel mezzo a tutte quelle cose e rimanere ancora calmi nel proprio cuore. Questo è il vero significato della pace." Gesù ha promesso di dare pace ai cuori che sono affannati ed oppressi: ti interessa la vera pace? Inginocchiati nel segreto della tua camera e trovala in Colui che vinto ed è vivo.

PAROLA DI DIO: At 2,36-41; Sal 32; Gv 20,11-18

 

Vangelo Gv 20, 11-18

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. Parola del Signore

 

“LE DISSE GESÙ: DONNA, PERCHE' PIANGI?”.

Continuando la riflessione di ieri: Ho letto sul giornale di quel padre disperato che ha pensato di risolvere i suoi problemi uccidendo la moglie, tre figli e poi se stesso...Mi ha telefonato il caro conoscente e mi ha detto: “Il cancro si è rifatto vivo e non so se ce la farò a ri-inizare la battaglia”. L'amico con cui condivido i pasti mi ha detto: “Oggi non lo guardiamo il telegiornale dei morti”... “Donna perché piangi?”

“Uomo perché piangi?”

Li abbiamo tutti i motivi per piangere, ma abbiamo anche motivi per gioire?

Rileggete con me il raccontino di oggi. Certo, noi siamo in mezzo al mistero. Non ci sono le risposte adatte ad ogni problema. C'è tanta negatività attorno a noi e anche in noi che a stento si riesce a vedere qualche barlume di luce. Non sarà incosciente quell'uccello che pensa al suo nido in mezzo alla tempesta?

O forse è segno di quell'affidamento sereno a Qualcuno che la tempesta l'ha affrontata, è morto a causa di essa ma oggi vivo ti dice di non piangere?

 

 

MERCOLEDI’ 4 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Isidoro, vescovo e dottore della Chiesa; San Benedetto Moro, monaco

Una scheggia di preghiera:

 

RESTA CON NOI, SIGNORE, LA SERA.

 

HANNO DETTO: La mancanza di qualcosa che si desidera è una parte indispensabile della felicità. Bertrand Russell.

SAGGEZZA POPOLARE: La pazienza è un bene, non perderla.

UN ANEDDOTO: Definizioni tra lo spiritoso e l'acuto:

- Lo scapolo è un individuo convinto che gli unici che abbiano fatto bene a sposarsi furono i suoi genitori.

- Seccatore è quel tizio che viene a rompere la tua solitudine senza darti compagnia.

- Semaforo. Lampione pubblico molto timido: arrossisce non appena ci si avvicina.

- La sigaretta: alla fine ci si accorge che vale una cicca.

PAROLA DI DIO: At 3,1-10; Sal 104; Lc 24,13-35

 

Vangelo   Lc 24, 13-35

Dal vangelo secondo Luca

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Parola del Signore

 

“QUANDO FU A TAVOLA CON LORO, PRESE IL PANE, RECITO’ LA BENEDIZIONE, LO SPEZZO’ E LO DIEDE LORO. ALLORA SI APRIRONO LORO GLI OCCHI E LO RICONOBBERO”.

Mi sono sempre facilmente riconosciuto in quei due discepoli che, occhi bassi e cuore triste se ne vanno delusi: le speranze sono svanite, l'amico è morto, i soliti potenti l'hanno avuta vinta: tutto come prima... in marcia verso la morte. I segni ci sono: l'annuncio delle donne, questo strano pellegrino che si unisce a loro, il cuore che “arde”, la voglia di stare con qualcuno che ci ascolta e che ci parla... ma i loro occhi “erano impediti”. Occhi e cuore di aprono quando riescono a cogliere l'ultimo e definito segno: il pane spezzato, l'Eucaristia. Non fermiamoci solo alla prima parte di questo vangelo facendo sì che i nostri occhi siano impediti anche davanti allo spezzare il pane e all'Eucaristia. Lui è risorto perché ha spezzato sé stesso per noi. Lui si fa pane per tutte le nostre fami. Se l'Eucaristia per noi è solo rito, se in nostro spezzare il pane è solo fare una buona azione per sentirci a posto e meritarci il paradiso, i nostri occhi sono ancora impediti, ma se guardiamo a Lui e cerchiamo di essere come Lui, allora questa Comunione ci riempie di gioia e di forza per metterci a correre in mezzo alla notte per poter comunicare la nostra esperienza agli altri.

 

 

GIOVEDI’ 5 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Gerardo, monaco; Santa Irene, martire; San Vincenzo Ferrer.

Una scheggia di preghiera:

 

SE TU SEI CON ME DI CHI AVRO' PAURA?

 

HANNO DETTO: La dignità non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di meritarli. Aristotele

SAGGEZZA POPOLARE: Niente è più misero eppur più superbo dell'uomo.

UN ANEDDOTO: Vorrei riferire un episodio che risale alla mia prima visita al monastero di Noci. Viveva il padre Francesco Serra (+ 29.11.1968), la cui memoria rimane in benedizione nella comunità. Andai a trovarlo in camera, poiché non ne usciva più, avendo la bella età di più di novant’anni. Con mio grande stupore notai che stava asciugando le posate adoperate poco prima in refettorio e appena lavate: la gioia gli splendeva sul volto! Uscito di camera ho detto al monaco che mi accompagnava: «Ma non c’è proprio nessuno che può asciugare le posate, perché facciate fare questo lavoro a un povero vecchio?». E con estrema saggezza, il confratello mi dette una risposta che non dimenticherò mai: «Non è per fare un favore a noi, che gli portiamo in camera le posate da asciugare, ma per fare del bene a lui, perché così si accorge di essere ancora necessario alla comunità e gli diamo la gioia di fare qualcosa!». Potrebbero sembrare cose banali. Per me non è così: sono invece i grandi insegnamenti della vita. (Mariano Magrassi)

PAROLA DI DIO: At 3,11-26; Sal 8; Lc 24,35-48

 

Vangelo Lc 24, 35-48  

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i discepoli [di Emmaus] riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni». Parola del Signore

 

“GESU’ IN PERSONA APPARVE IN MEZZO A LORO E DISSE: “PACE A VOI!”

Gesù risorto porta la pace, primo dono ai credenti. La pace del cuore, l’assoluta certezza di essere amati e di poter amare, l’armonia profonda che solo Dio ci può donare; per un cristiano il pacifismo non è una scelta politica né tantomeno ideologica, è esperienza di vita: il cuore di chi ha incontrato Dio, di chi ne sente irresistibile il richiamo, è un cuore pacificato, sereno, che vive le proprie sofferenze e le proprie tribolazioni (poiché al discepolo non è preservato il dolore che anche il Maestro ha vissuto) con lo sguardo rivolto altrove. Di più: possiamo vivere la pace solo se sentiamo vicina la presenza reale del risorto, più ce ne allontaniamo, più cadiamo nella dimenticanza del caos quotidiano e più il nostro cuore è turbolento e in guerra, ferito e aggressivo. E la fonte della pace il Signore la pone anche nel perdono ricevuto e donato: l’arrogante che non riconosce il suo limite non può accogliere Dio, l’accecato che non accetta di chiedere perdono non fa esperienza di pace; perciò i credenti, popolo di perdonati, non di perfetti, non si scandalizzano dei propri limiti ma, scelgono di restare nella comunità perché, malgrado le evidenti fragilità, è in essa che il Signore abita.

 

 

VENERDI’ 6 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Celestino I, Papa; San Marcellino, martire; Santa Virginia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, SIGNORE, IL PANE, UN CIBO SEI PER NOI.

 

HANNO DETTO: Tanto hai quanto speri. Spera molto, avrai molto. (S. Padre Pio)

SAGGEZZA POPOLARE: Per quanto lunga sia la veste della tua vita, non supererà la statura della tua speranza. Proverbio Cinese

UN ANEDDOTO: Ricordo l’esperienza che feci una volta, durante un viaggio in treno. La ricordo perché mi fece capire quanto l’ossessione del denaro sia dif­fusa a tutti i livelli della società, non solo ai livelli alti, e quanto essa alieni, disumani e impoverisca la vita. Si era sotto Natale. Si trattava di una linea interna, locale, dove tutti si conoscevano e parlavano libe­ramente, ed ero costretto perciò ad ascoltare i loro discorsi. Da essi, accanto ai tanti lati positivi, di onestà e laboriosità, veniva a galla anche il peccato della mia gente. Questo peccato cresceva, come un rumore assordante, fino quasi a farmi sentire soffocare. Come si chiamava? Denaro, denaro, denaro. Sulla carrozza, dal primo all’ultimo istante, non sentii parlare d’altro intorno a me che di soldi: quanto era costato quel trattore, quanto si era guadagnato in quell’affare, quanti soldi aveva speso il tale e il talaltro al mercato, quanto si risparmiava agendo in un certo modo anziché in un altro. Ci fu un momento in cui fui sul punto di mettermi a gridare: «Ma fratelli! E per questo che Cristo è venuto nel mondo? Ma ci sono solo i soldi nella vita?». (R. Cantalamessa)

PAROLA DI DIO: At 4,1-12; Sal 117; Gv 21,1-14

 

Vangelo   Gv 21, 1-14

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatre grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere

risorto dai morti. Parola del Signore

 

“GESU’ DISSE LORO: VENITE A MANGIARE”.

Siamo sulle rive del lago, il luogo dove Gesù ha cominciato la sua predicazione, ha chiamato i pescatori, ha fatto i suoi primi miracoli. Tutti sono legati a quel lago, gli apostoli sono addirittura tornati a fare il mestiere di prima, quello dei pescatori di pesci, Gesù ricorda la rude ma calorosa accoglienza che ha ricevuto in questi luoghi e da questi uomini e allora accende il fuoco, prepara da mangiare per i suoi amici che tornano dalla pesca. Tutto questo dà un senso di profonda e semplice familiarità. Il Risorto non è assolutamente ‘asettico’, estraneo ai sentimenti, ai bisogni dell’uomo. Gesù che ha compartecipato la sua divinità alla nostra umanità, continua anche dopo la risurrezione a donare tutto sé stesso a noi con squisita sensibilità umana. Gesù ha acceso il fuoco. Il fuoco dell’amicizia, il calore di un Dio che ama, il fuoco che purifica, il fuoco del trovarsi insieme. Gesù ci ha preparato e ci prepara la cena. Si è messo il grembiule del servizio, ci ha lavato i piedi, ci ha convocati intorno alla mensa della sua parola, si è fatto pane per noi. E questo continua a succedere ogni giorno, in mille posti e momenti diversi. Se noi pensassimo anche solo all’Eucaristia così, non la vedremmo più come un rito, un dovere, non troveremmo più le assurde scuse per giustificarci se “non possiamo andare”. Gesù ha preparato tavola, ti dà sé stesso, ti invita personalmente, a quella mensa “c’è un posto anche per te” per ricevere gratuitamente tutti i suoi doni. Sarebbe meno festa per tutti se quel posto rimanesse vuoto, se per paura dei nostri peccati o della nostra peccabilità futura ci astenessimo dalla gioia di stare con Lui. E, ancora un piccolo particolare: tra gli Apostoli, sulla barca, chi è che riconosce Gesù?

Solo Giovanni, il contemplativo, l’innamorato ha occhi per riconoscerlo. Si tratta di prospettiva: si può essere familiari a Gesù, uomini di teologia, appartenenti graduati alle più alte gerarchie, uomini di preghiere e passargli accanto, ma è solo chi lo ha nel cuore, chi è abituato a conoscere i suoi gesti, i suoi silenzi, l’intonazione della voce che lo incontra. Quando la preghiera è solo intellettuale, quando è legata a parole e gesti non ci porta ancora all’incontro, ma quando il desiderio, la ricerca, gli affetti partono dal cuore, allora si vede bene, e anche il minimo indizio ci porta subito ad incontrare l’amato e a leggere la vita con Lui.

 

 

SABATO 7 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ermanno, monaco; San Giovanni Battista de la Salle.

Una scheggia di preghiera:

 

QUANTO SONO BELLI I PIEDI DI COLORO CHE PORTANO LA BUONA NOTIZIA.

 

HANNO DETTO: Quanto più l'anima si crede al sicuro tanto meno sta in guardia. (Santa Teresa Benedetta della Croce. Edith Stein)

SAGGEZZA POPOLARE: Molti pochi fanno un assai.

UN ANEDDOTO: Anni fa ho conosciuto in ospedale un uomo ricco che mi confessava di aver fondato la sua esistenza sul denaro. Mi diceva: «Padre, adesso che sono vicino alla morte mi accorgo di quanto ho sbagliato a mettere il denaro al primo posto nella mia vita». E questo pover’uomo mi raccontava delle fatiche fatte per moltiplicare i suoi capitali, per comperare sempre nuovi beni. Il ricco non vive felice. Quest’uomo mi diceva: «Vede, anche adesso che sono qui ammalato grave, sono preoccupato delle mie proprietà e di come finirà la mia eredità». Gli ho detto: «Ma non ha fatto testamento?». «Sì, l’ho fatto, ma i miei figli li ho educati come sono io e sono sicuro che finiranno per bisticciare quando si divideranno l’eredità». (Piero Gheddo)

PAROLA DI DIO: At 4,13-21; Sal 117; Mc 16,9-15

 

Vangelo   Mc 16, 9-15

Dal vangelo secondo Marco

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». Parola del Signore

 

“LI RIMPROVERO”. "ANDATE IN TUTTO IL MONDO"

Un mistero sconvolgente: proprio mentre gli apostoli sono non credenti, preferiscono rifugiarsi nel lutto piuttosto che credere alla vita, Cristo li raggiunge e li fa uscire proiettandoli verso la missione. Si direbbe che li faccia guarire dalla incredulità promuovendoli "missionari”. E questa è la vera figura del "missionario": uno che reca una buona notizia non sua e che è sostenuto non da forze sue ma dalla potenza di un Altro. Ma per "andare" bisogna alzarsi, bisogna partire. La strada non la si compie con le parole, le discussioni, le dotte dispute teologiche o ecclesiali, la si compie con il movimento, la fatica delle gambe e del corpo. Chiesa seduta o Chiesa in cammino?

L'imperativo di Gesù non lascia dubbi!

Una buona notizia se non è trasmessa non è neppure una notizia. Ma, particolarmente per la nostra chiesa occidentale e per me, il Vangelo è ancora una buona notizia che ti riempie il cuore e scuote dal torpore e smuove le gambe impigrite dal troppo immobilismo?

 

 

DOMENICA 8 APRILE: 2^ DOMENICA DI PASQUA ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alberto, vescovo di Vercelli; Sant’Amanzio di Como; Santa Giulia Biliart

Una scheggia di preghiera:

 

MIO SIGNORE E MIO DIO.

 

HANNO DETTO: Se vuoi essere tutto non cercare di voler essere qualcosa. (S. Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Non vali per quanto hai, ma per l'uso che ne fai.

UN ANEDDOTO: “Voi, che siete ricco... Voi, che avete tutti i piaceri. Voi avete bisogno dì Dio!”. È la provocazione lanciata a Filippo Del Giudice, il grande produttore di film inglesi, da un idraulico, mentre gli riparava nella villa di Miami un tubo guasto. “Voi avete bisogno di Dio!”. Del Giudice ne è sconvolto. Si mette alla ricerca di Dio. Lascia tutto e si fa benedettino. Vive di preghiera e di povertà. Al giornalista, che lo intervista, confessa: “Ho speso più di venti milioni di sterline nella produzione di film e nelle gioie della vita. Ho avuto tutto... tranne la felicità. Ora non possiedo nulla, ma sono pienamente felice: ho trovato Dio”.

PAROLA DI DIO: At 4,32-35; Sal 117; 1Gv 5,1-6; Gv 20,19-31

 

Vangelo Gv 20, 19-31

Dal vangelo secondo Giovanni 

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore

 

“PERCHÉ MI HAI VEDUTO, TU HAI CREDUTO; BEATI QUELLI CHE NON HANNO VISTO E HANNO CREDUTO!”

“Perché non possiamo anche noi fondare il nostro credo, mettendo le nostre mani sulle ferite di un morto che vediamo e tocchiamo come vivo?”

Qualcuno risponde dicendo: “Perché non sarebbe più 'fede' ma certezza che non prevede che una risposta”.  Qualcun altro aggiunge: “Perché se fosse così ti sarebbe più facile morire sulla croce per Lui?”

Ma una vocina insistente e anche un po' maligna, dentro di me sembra dirmi: “Tira fuori i veri motivi per cui non credi a chi ti testimonia della sua risurrezione e poi sei proprio sicuro di non aver davanti le ferite di tutta l'umanità che sono quelle del Cristo e che tu puoi non solo toccare, ma lenire? ...” Tutti i miei dubbi rimangono insieme alla mia protervia di voler sapere, toccare, decidere con cognizione di causa ma rimane anche il mio desiderio, il bisogno di qualcosa, di Qualcuno che dia senso al mio vivere, agire, camminare verso una meta, e allora come Tommaso voglio buttarmi tra le braccia di Gesù e dirgli: “Signore aumenta la mia fede ma soprattutto fa che io senta il tuo amore per me e sia questo a guidarmi”.

 

 

LUNEDI’ 9 APRILE: ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: San Demetrio, martire; Santa Maria di Cleofa; San Procuro, diacono.

Una scheggia di preghiera:

 

RESTA CON NOI, SIGNORE, ALLELUIA.

 

HANNO DETTO: Non ciò che piace, ma ciò che è necessario fare. (S. Padre M. Kolbe)

SAGGEZZA POPOLARE: Cencio vide straccio e disse: "Poveraccio!".

UN ANEDDOTO: Due amici, visitano una gioielleria, dopo aver visto dei diamanti e pietre preziose, l'uno dei due, mostra all'altro una strana pietra senza luce - Io non vedo alcuna bellezza in questa pietra! - Il suo amico, la prende nella mano e la tiene al caldo qualche minuto, riscaldandola col suo calore. Quando la mostra, con sorpresa, tutta la superficie risplende dei colori dell'arcobaleno. Com'è possibile questo? - Questa è un "opale" - essa, ha bisogno del calore della mano, per sprigionare tutta la sua bellezza. Ci sono nel mondo, tanti esseri perduti, imprigionati, che non attendano che il contatto di una mano, per poter tornare a brillare. Che sicurezza sapere che due mani si sono stese e sono state inchiodate per noi, a dimostrarci il grande amore del Padre. Le mani di Dio sono sopra tutti coloro che cercano il Suo nome. Nel Suo abbraccio e nel Suo calore la tua vita brillerà come le stelle del cielo sempiterno.

PAROLA DI DIO: Is 7,10-14;8,10c; Sal 39; Eb 10,4-10; Lc 1,26-38

 

Vangelo Lc 1,26-38

Dal vangelo secondo Luca  

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

 

“IL SIGNORE È CON TE”

Quando nella messa sento il sacerdote che ripetutamente si rivolge all'assemblea dicendo: “Il signore sia con voi”, mi capita di pensare che questa è la stessa constatazione che l'Angelo fa con Maria: “Il signore è con te da sempre e per sempre. Egli ti ha pensata fin dall'eternità, ti ha amata e generata nel suo amore, ti ha colmata di doni, ti ha preservata dal peccato, ti ha fatta tutta bella, Madre del suo Figlio, capace di ricevere e di donare, capace di soffrire e di condividere, madre di tutta l'umanità, anche quella che ha messo e mette in croce Gesù, degna di anticipare la sorte degli uomini essendo con Dio per sempre”. Ma è esattamente anche la constatazione e l'augurio per il nostro cammino: “Il Signore è con te, Franco, Maria, Giovanni... perché tu sei nel suo pensiero, conosce il tuo nome da sempre, è Lui che “ti ha intessuto nel seno di tua madre”, è Lui che per essere con te si è fatto uomo e ti ha amato fino a dare la sua vita sulla croce, è Lui che ti perdona, che si fa pane per rimanere con te, che attraverso i fratelli vuole rendersi presente, ed è ancora Lui che vuol stare con te per tutta l'eternità. Il Signore è dunque con Te Maria, ma è (grazie a Te) anche con me ogni giorno di vita, per sempre.

 

 

MARTEDI’ 10 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Beda il giovane; Sant’Ezechiele, profeta; Santa Maddalena di Canossa.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SPIRITO SANTO, SAPIENZA DI DIO.

 

HANNO DETTO: Ho trovato Dio il giorno in cui ho perduto di vista me stessa. (S. Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: C'è il povero di Dio e quello del diavolo.

UN ANEDDOTO: “Un ragazzino e suo padre passeggiavano tra le montagne.
All’improvviso il ragazzino inciampò, cadde e, facendosi male, urlò:” AAAhhhhhhhhhhh!!!” Con suo gran stupore il bimbo sentì una voce venire dalle montagne che ripeteva: “AAAhhhhhhhhhhh!!!” Con curiosità, egli chiese: “Chi sei tu?” E ricevette la risposta: “Chi sei tu?” Dopo il ragazzino urlò: “Io ti sento! Chi sei?” E la voce rispose: “Io ti sento! Chi sei?” Infuriato da quella risposta egli urlò: “Codardo” E ...ricevette la risposta: “Codardo!” Allora il bimbo guardò suo padre e gli chiese: “Papà, che succede?” Il padre gli sorrise e rispose:” Figlio mio, ora stai attento:” E dopo l’uomo gridò: “Tu sei un campione!” La voce rispose: “Tu sei un campione!” Il figlio era sorpreso ma non capiva. Allora il padre gli spiegò: “La gente chiama questo fenomeno ECO ma in realtà è VITA. La Vita, come un’eco, ti restituisce quello che tu dici o fai. 

PAROLA DI DIO: At 4,32-37; Sal 92; Gv 3,7-15

 

Vangelo Gv 3,7b-15

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». Parola del Signore

 

“TU SEI MAESTRO IN ISRAELE E NON CONOSCI QUESTE COSE?”.

Gesù ci invita all’umiltà vera. Non basta essere “maestri in Israele” per entrare nel Regno di Dio, non basta conoscere a menadito la Sacra Scrittura, la teologia per entrare nel mistero di Dio, non basta “sapere” e “dire” tante preghiere per entrare in comunione con Dio. Man mano che gli anni passano mi accorgo di “sapere” sempre meno. All’epoca del seminario e nei primi anni di sacerdozio pensavo alla teologia come una scienza perfetta, totale. Credevo anche come prete di dover dare sempre risposte precise, esaustive a tutti i problemi di vita e di fede. Oggi mi accorgo di avere più interrogativi che risposte, di fare più tentativi che non seguire strade sicure, di cercare più l’abbandono fiducioso nel mistero che non presupporre idee sicure, di contare più sulle risorse presenti nelle persone che non nei consigli che uno può dare dal di fuori. Essere “maestro in Israele’ non sarà, forse, come Gesù suggerisce a Nicodemo, essere “discepolo”, ma dello Spirito Santo?

 

 

MERCOLEDI’ 11 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Gemma Galgani; San Stanislao, vescovo; Beato Angelo da Chivasso.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', CREDO IN TE VINCITORE DEL MALE E DEL MALIGNO

 

HANNO DETTO: Il più grande peccato è credere che vi possa essere un peccato più grande della misericordia di Dio. (P. Mazzolari)

SAGGEZZA POPOLARE: Dice più un'occhiata che una predica.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un asino, che con il suo padrone saliva ogni giorno su per la montagna a raccogliere il legname. Un giorno come tanti, saliti su in cima il padrone iniziò a raccogliere la legna e la caricò sull'asino come sempre ... quella volta però decise di scendere da un altro sentiero della montagna che non frequentava spesso. Percorrendo il tragitto trovò diversi pezzi di legna a terra, e decise di aggiungere al carico altra legno dicendo... all'asino "Non t' preoccupà chess è gnent" (non preoccuparti questo non pesa niente). Più scendeva a valle, più legna trovava e più ne caricava sul povero Asino, fino a che questo esausto dall'eccessivo peso crollò e morì. Da qui il detto "CENTO NIENTE HANNO UCCISO L'ASINO". Nella vita non dovremmo esagerare nel caricarci di tante piccole cose che sommate tra loro pesano molto e spesso ci crepano!

PAROLA DI DIO: At 5,17-26; Sal 33; Gv 3,16-21

 

Vangelo   Gv 3, 16-21 

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Parola del Signore

 

“DIO, INFATTI, NON HA MANDATO IL FIGLIO NEL MONDO PER CONDANNARE IL MONDO, MA PERCHE’ IL MONDO SIA SALVATO PER MEZZO DI LUI”

Il giudizio di Dio. Lo temiamo, lo fuggiamo, lo neghiamo. Qualsiasi reazione suscita in noi il giudizio di Dio, sempre siamo inclini a pensare che sia qualcosa di nefasto e terribile. Comunque qualcosa che sarebbe meglio evitare. Forse perché quella del giudizio è un’esperienza che ci infastidisce. Sia quando lo viviamo sulla nostra pelle, sia quando lo pronunciamo sugli altri. Ma Dio ha mandato il suo Figlio non per giudicare il mondo, bensì per salvarlo. Il suo giudizio è questo: il mondo ha bisogno di essere salvato. Da solo, il mondo non può salvarsi. Da che cosa il mondo deve essere salvato? 

Dal male che facciamo, dal male che subiamo. Perché il male esiste ma non è l’ultima parola sulla tua vita. Non crederlo mai. Tu sei stato creato per il bene, non per soccombere sotto il male. Il giudizio di Dio è dunque già stato pronunciato su quella croce e serve per vivere meglio questa vita, e poi l’aldilà. 

 

 

GIOVEDI’ 12 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Damiano di Pavia; San Giulio I, Papa; San Zeno, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TU SEI L'IMMAGINE DEL PADRE.

 

HANNO DETTO: Dio è la verità. Chi cerca la verità cerca Dio, che lo sappia o no. (Edith Stein)

SAGGEZZA POPOLARE: Per i pensieri il corvo diventò nero.

UN ANEDDOTO: L’idolatria non è un fenomeno che riguarda solo epoche passate o popoli primitivi. Molte volte, e in forme anche peggiori, essa è un fenomeno dell’odierno mondo materializzato e laicizzato. Non risparmia nemmeno le anime consacrate a Dio. La Superiora generale di una Casa Religiosa mi ha raccontato di una suora che, giunta negli Stati Uniti dall’Europa, incorniciò e appese sopra il letto il primo dollaro guadagnato. Poco dopo ella rinunciò alla vita religiosa.

PAROLA DI DIO: At 5,27-33; Sal 33; Gv 3,31-36

 

Vangelo   Gv 3, 31-36 

Dal vangelo secondo Giovanni

Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui. Parola del Signore

 

“COLUI INFATTI CHE DIO HA MANDATO DICE LE PAROLE DI DIO: SENZA MISURA EGLI DA' LO SPIRITO”

Noi ci cataloghiamo nella categoria dei “credenti” ma sotto questa parola si nasconde un po’ di tutto: c’è chi crede esista un’entità superiore ma ben poco interessata alla vita degli uomini; altri poi credono in un Dio più o meno filosofico o in un Dio che risponda almeno ad alcuni dei grandi interrogativi che ci accompagnano nel cammino della vita (chi sono? Da dove vengo e dove vado? Perché la sofferenza?

C’è un’altra vita?); altri sono ancora fermi agli dei idoli da comprare con preghiere e candele, con offerte ai preti; altri Dio lo tirano fuori come la cassetta del pronto soccorso, solo in determinate occasioni, altri lo usano per scaricare su di lui le colpe di tutte le cose che non vanno. Ma noi cristiani, in quale Dio crediamo?

Il nostro non è un dio generico, astratto, lontano, entità suprema di cui aver paura, il nostro è il Dio di Gesù. Se voglio davvero essere cristiano fin dal giorno del mio battesimo io devo aver “rivestito Cristo”, cioè ogni mio riferimento è in Gesù. Se Lui davvero per me è il Figlio di Dio, tutto quello che mi ha detto e continua a dirmi non sono “parole religiose” sono Parola di Dio. Se Lui mi ha detto che Dio è mio Padre, non è un comune modo di dire è realtà. Ma anche un padre terreno può avere molti difetti. Ma Gesù mi ha detto che Dio è Padre Buono. Il Dio di Gesù non è il Dio che ci toglie da ogni sofferenza, ma il Dio che attraverso Lui sofferente mi aiuta a trovare un senso alla sofferenza. Il mio Dio è quello che in Gesù sposa la nostra umanità perché a tutti i costi vuole regalarci la gioia del suo perdono, la festa del banchetto con Lui, la felicità eterna. Provate a pensare se non è meraviglioso poter dire: “Io non credo in un dio, ma credo nel Dio di Gesù, colui che mi conosce e mi ama e che io in Gesù posso conoscere ed amare!”.

 

 

VENERDI’ 13 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ermenegildo, re e martire; San Giustino, filosofo; San Martino I, Papa e martire

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TI REGALO LA MIA POVERTA'.

 

HANNO DETTO: L’importante non è avere tante idee, ma viverne una. (Ugo Bernasconi)

SAGGEZZA POPOLARE: Preoccuparsi è mettere le nubi di domani davanti al sole di oggi.

UN ANEDDOTO: Racconta di sé il Card. Marty: «Ero stato appena nominato parroco di una piccola borgata. Mentre camminavo per una strada incon­trai un contadino che se ne ritornava alla sua fattoria. Non lo conoscevo e mi presentai. Parlammo insieme per un buon tratto della pioggia e delle stagioni, del raccolto e degli animali, della famiglia e del paese. Qualche tempo dopo ho saputo che il contadino, ritornato a casa, aveva raccontato alla figlia di aver incontrato il nuovo parroco e le aveva confidato: “Abbiamo parlato a lungo. Non mi ha detto nulla di Dio”. Commenta il porporato: “È un fatto che per me è rimasto una parabola”. Il contadino cristiano aspettava che un sacerdote non potesse non parlare di Dio, anche per strada. E rimase deluso. Oggi, forse, non si aspettano che noi parliamo di Dio. Ma dobbiamo essere noi a fare entrare Dio in una società che sta tentando in tutti i modi di escluderlo

PAROLA DI DIO: At 5,34-42; Sal 26; Gv 6,1-15

 

Vangelo   Gv 6, 1-15

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. Parola del Signore

 

«DUECENTO DENARI DI PANE NON SONO SUFFICIENTI NEPPURE PERCHÉ OGNUNO POSSA RICEVERNE UN PEZZO»

I discepoli di fronte alla mancanza di pane per sfamare la folla rivolgono lo sguardo su sé stessi, sulle loro risorse, fanno calcoli e sono tentati di arrendersi alla logica del mondo. Ma Gesù piuttosto che seguire la razionale analisi degli apostoli sceglie di accogliere l’offerta un po’ folle di un ragazzo. L’evangelista Giovanni è l’unico a evidenziare questo particolare, a raccontarci che i pochi pani e pesci che sfameranno la folla provengono da un giovane che diventa il modello dell’agire pastorale, della nostra fede. Anche noi, spesso posto dinanzi all’immensità della fame con cui siamo confrontati, fame di pace, di giustizia, di dialogo, di verità, sentiamo venir meno le nostre forze e vorremmo che fosse il Signore ad occuparsene. Ma il Vangelo ci dice invece che sta a noi: anche se la sproporzione è immensa, sta a noi dare del nostro, affinché il Signore possa salvare l’umanità. Piuttosto che sprecare il tempo a sottolineare le tante cose che non vanno in noi, nelle nostre comunità ecclesiali, e nella Chiesa in generale, siamo invitati a condividere quel poco che abbiamo: basta condividerlo per sfamare una folla immensa. Invece di lamentarmi al cospetto di Dio, Egli mi invita a mettermi in gioco, ad osare, a scommettere la mia vita.

 

 

SABATO 14 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Abbondio di Roma; Santa Donnina; San Lamberto, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, E' VINTA LA PAURA.

 

HANNO DETTO: Sii amante e praticante della semplicità e dell'umiltà, non curarti dei giudizi del mondo, perché se questo mondo non avesse qualcosa da dire contro di te, non saresti veramente servo di Dio. (S. Pio da Pietrelcina)

SAGGEZZA POPOLARE: Dove non c'è tigre, anche la lepre spadroneggia. (Proverbio Asiatico)

UN ANEDDOTO: Una domenica di fine giugno mi trovavo sul vaporetto per recarmi in una delle quattro parrocchie dell’isola di Pellestrina. Un ragazzo quattordicenne mi si siede accanto desideroso di conversare con me. Un ragazzo semplice, senza complessi, non molto coltivato né scolasticamente né religiosamente. Sono io a iniziare il dialogo, che poi prosegue facile, spontaneo. — Dove sei diretto? — A Venezia. — È domenica, ci sei stato a Messa? — Eh, sa! Siamo in vacanza! — Allora, ecco: oggi niente pranzo, perché siamo in vacanza! Questa sera niente cena, perché siamo in vacanza, così fino a settembre! Mi guarda con due occhi grandi, spalancati: — Ma si muore di fame! — Ecco, vedi la santa Messa si chiama anche «la Cena del Signore». L’ha istituita Gesù perché possiamo vivere. Senza questa cena non si può vivere spiritualmente.

PAROLA DI DIO: At 6,1-7; Sal 32; Gv 6,16-21

 

Vangelo   Gv 6, 16-21

Dal vangelo secondo Giovanni

Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti. Parola del Signore

 

“SONO IO, NON ABBIATE PAURA”.

Come può cambiare il significato di questa frase a seconda del nostro rapporto con il Signore! Se sei uno che nella sua vita ha sempre pensato di dover fare da solo può veramente stupire che ci sia un Dio che si interessa di te e che, improvvisamente, chiede ospitalità nella tua barca. Se di Dio hai paura perché lo pensi padrone esigente sempre pronto a chiedere conto del tuo agire, sempre alla ricerca del peccato per punirlo, ecco che vederlo arrivare camminando sul mare, in mezzo alla tempesta non può che riempirti di terrore: “Che cosa vuole da me?

Perché proprio in questo momento già così difficile?

Adesso si accorgerà delle mie malefatte e chissà quale prezzo mi toccherà pagargli seppure ne avrò ancora la possibilità”. Se tu ami, non solo non hai paura di Colui che viene, ma lo desideri, lo invochi. Dio non è il contrario della tua felicità, anzi!

Di Lui non hai paura perché conosci il suo volto misericordioso che già tante volte si è chinato su di te per donarti il perdono, perché desideri la sua presenza che ti dà la forza, che calma i tumulti del tuo cuore che ti dà speranza concreta di una prossima meta. Se noi guardiamo solo la prima frase di Gesù “Sono io” cioè “Sono Dio”, forse siamo ancora all’Antico Testamento e di quel Dio non solo abbiamo timore ma spesso anche paura, ma se vediamo la frase di Gesù tutta insieme “Sono io, non temete” cioè “Sono io, il Dio che cammina sulle onde del male e che viene per stare con te”, il nostro cuore non può che gioire nella riconoscenza di un così grande dono.

 

 

DOMENICA 15 APRILE: 3^ DOMENICA DI PASQUA ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Potenziana, vergine; San Paterno, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', HAI VINTO LA MORTE.

 

HANNO DETTO: La felicità è uno strano personaggio: la si riconosce soltanto dalla sua fotografia al negativo! (Gilbert Cesbron)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi segue gli altri, non arriva mai primo. (Proverbio Veneto)

UN ANEDDOTO: Una volta sono andato a trovare le suore del padre De Foucauld in Papua Nuova Guinea, in Oceania: una miriade di isole, con un mare di cristallo, spiagge di sogno, palme, rocce di corallo dai colori più vivi. Una natura da paradiso terrestre, ma con un popolo molto povero e primitivo. Queste tre suore, una francese e due cinesi, abitavano una capanna in riva al mare, come le altre capanne, in legno su palafitte. Sono salito sulla scala e mi sono trovato nella stanza principale, con in centro il Tabernacolo di Gesù eucaristico circondato da fiori e lumini. Ho chiesto come mai tengono il Signore così in mostra. Una suora mi ha detto: “Padre, i papuani vengono a trovarci per prendere le medi­cine e sempre incontrano il Signore. Le prime volte non capiscono, ma poi, a forza di dire loro che lì c’è il nostro Dio, nascosto nel Tabernacolo, vengono a pregare davanti al Signore, anche senza essere battezzati. A poco a poco, queste persone assumono i valori del Vangelo, solo vivendo vicine a noi e pregando Gesù nell’Eucaristia”. (P. Gheddo)

PAROLA DI DIO: At 3,13-15.17-19; Sal 4; 1Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48

 

Vangelo Lc 24, 35-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Emmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni». Parola del Signore

 

"DI QUESTO, VOI SIETE TESTIMONI ".

Gli apostoli sono testimoni di Gesù. Lo hanno ascoltato in quello che diceva, anche se non sempre lo hanno capito; hanno visto i suoi miracoli; lo hanno visto morire; lo hanno ‘toccato’ dopo la sua risurrezione. Su questi fatti si fonderà la loro predicazione. Gesù non e un’idea, un simbolo, è una realtà concreta. Gli apostoli non sapranno, come noi, spiegare per filo e per segno la risurrezione, ma potranno dire: "Io l’ho visto con i miei occhi vivo, l’ho ascoltato, ho mangiato con Lui". Il nostro mondo di oggi ha diritto di vedere in noi dei testimoni di queste cose. Ma, io l’ho visto il Risorto?

Ogni volta che la sofferenza è vinta dall’amore, che il peccato e l’odio sono vinti dal perdono, ogni volta che la carità concreta supera barriere e divisioni è la testimonianza della risurrezione. La risurrezione non va spiegata, non può essere spiegata ma va testimoniata nei suoi effetti concreti. Ogni volta che il cristiano come Cristo e con Cristo vince il peccato, il pessimismo, la non speranza, grida al mondo la concretezza del Risorto.

 

 

LUNEDI’ 16 APRILE

 

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe Benedetto Labre; Santa Bernardetta Soubirous.

Una scheggia di preghiera:

 

IL PANE CHE MANGIAMO SEI TU IN MEZZO A NOI.

 

HANNO DETTO: La libertà non è una cosa che si possa dare; la libertà, uno se la prende, e ciascuno è libero quanto vuole esserlo. (James Mark Baldwin)

SAGGEZZA POPOLARE: La porta meglio chiusa, è quella che si può lasciare aperta. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: A Lourdes, nello stradello che scende dalla basilica superiore alla grotta, c’è un monumento che raffigura un cieco. Alla base del monumento c’è scritto così: ritrovare la fede è più che ritrovare la vista. Queste parole le ha fatte scrivere una donna, che a Lourdes ha ritrovato la fede e ha capito quanto fosse cieca prima di credere. Sempre a Lourdes ho conosciuto un cieco, di nome Pietro: lo scoppio di una mina gli ha portato via una mano e l’ha privato della vista per sempre. Eppure la serenità di quest’uomo non si ritrova in tante altre persone che sono sane e vedenti. Egli è arrivato a dirmi: “Preghi per i miei figli perché credono poco: sono ciechi. Sì, io non vedo come voi, ma vedo quello che più conta». L’atteggiamento di quest’uomo ci illumina sulla cecità più grave che esista: la ce­cità di coloro che non vedono il Signore e non sanno leggere il libro della vita. (A. Comastri)

PAROLA DI DIO: At 6,8-15; Sal 118; Gv 6,22-29

 

Vangelo   Gv 6, 22-29

Dal vangelo secondo Giovanni

Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Parola del Signore

 

VOI MI CERCATE NON PERCHE' AVETE VISTO DEI SEGNI, MA PERCHE’ AVETE MANGIATO DI QUEI PANI E VI SIETE SAZIATI.”

È un dialogo fra sordi quello di Gesù con la folla. Non si aspettava una reazione del genere: sperava che quel gesto, la moltiplicazione dei pani, che la folla capisse il vero volto di Dio che non risolve i problemi ma che chiede a noi di condividere le soluzioni. E invece, ancora una volta l’uomo mostra ancorato alle proprie ristrette visioni, incapace di allargare gli orizzonti e leggere in profondità quello che succede. Gesù ci chiede di riflettere sull’accaduto; la fame del corpo è solo una dimensione dell’esistenza, la fame del cuore è più importante, ed egli è venuto a donare un pane che può saziare per l’eternità. La folla è incuriosita e chiede cosa deve fare per avere questo pane. La logica è sempre la stessa: cosa bisogna “fare” per aggiudicarsi Dio?

No, risponde Gesù, non bisogna “fare” ma “credere”: ogni gesto d’amore nasce da un rapporto intimo e fiducioso con Dio, questo è l’inizio da cui partire.

 

 

MARTEDI’ 17 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Innocenzo di Tortona; San Roberto; San Vandone.

Una scheggia di preghiera:

 

T'ADORIAM OSTIA DIVINA, T'ADORIAM OSTIA D'AMOR.

 

HANNO DETTO: Solo i deboli hanno paura di essere influenzati. (Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: Si può morire a cent'anni, senza aver vissuto neanche un giorno.

UN ANEDDOTO: La signora era cristiana cattolica. Anche se frequentava poco la chiesa e non aveva mai trovato il tempo per leggere anche un solo Van­gelo. La sua istruzione religiosa si era fermata al catechismo, male assi­milato, in preparazione alla prima comunione. Ora ha abbandonata la fede cattolica e si è fatta ribattezzare secondo il rito di una particolare setta. È molto zelante, tanto che passa di casa in casa, per fare nuovi proseliti. Il pezzo forte del suo discorso si può ridurre fondamentalmente a queste parole: «Ora ho scoperto aspetti religiosi vitali, che nella rivela­zione cattolica non esistono». E li sciorina con convinzione. Un giorno riceve questa risposta da una vecchietta che la sa lunga: «Signora, prima di affermare di avere trovata acqua fresca nella sua nuova religione, può in coscienza affermare di avere scavato a fondo nel vecchio pozzo della fede cattolica?».

PAROLA DI DIO: At 7,51-8,1a; Sal 30; Gv 6,30-35

 

Vangelo Gv 6, 30-35

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Parola del Signore

 

“IL PANE DI DIO È COLUI CHE DISCENDE DAL CIELO E DA’ LA VITA AL MONDO”.

Un Dio che si fa “mangiare” dall’uomo! mi ha sempre meravigliato e stupito un Dio perfetto che per amore della sua creatura, traditrice e infida, accetta di lasciare la sua “beatitudine” per farsi uomo, povertà, peccato. E’ un po’ come una persona che avesse tutto, salute, serenità, gioia, ricchezze, affetti corrisposti, e rinuncia a tutto, diventa povero, sofferente, rischia la vita per dare un po’ di pane a un povero che non sa neppure apprezzare questo dono. O è un matto, o un innamorato!

Dio è così per noi: ci ama fino al punto di farsi pane, pane con la sua vita, il suo esempio, pane con la sua Parola e pane concreto nell’Eucaristia. E noi, qualche volta, ci lamentiamo di Dio “che e lontano da noi”, pestiamo i piedi quando non otteniamo qualche grazia, non apprezziamo il dono della sua Parola, rinunciamo per qualche banalità alla Messa, riduciamo l’Eucaristia ad un rituale ripetitivo. Siamo degli affamati e soffriamo di inappetenza. Abbiamo il Pane della vita e ci lasciamo morire di inedia.

 

 

MERCOLEDI’ 18 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Calogero, martire; San Galdino, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU SEI VENUTO PER SALVARE.

 

HANNO DETTO: I doni degli dei nessuno può sceglierseli. (Omero)

SAGGEZZA POPOLARE: Pazzo è quel prete che biasima le sue reliquie.

UN ANEDDOTO: Mermillod, vescovo di Ginevra, si trovava a Parigi, a predicare nella chiesa di Santa Clotilde. Predicava in occasione di una terribile carestia che si era abbattuta sull’Ir­landa. Riuscì ad evocare quella miseria spaventosa e, dopo un sermone pieno di fervore e d’amore, fece la questua. Un operaio mise allora nel piatto della questua il suo orologio, che a quel tempo valeva una fortuna. Egli posò il suo orologio dicendo: «Non si ha bisogno di sapere l’ora, quando un popolo muore di fame».

PAROLA DI DIO: At 8,1b-8; Sal 65; Gv 6,35-40

 

Vangelo   Gv 6, 35-40

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Parola del Signore

 

“E QUESTA E’ LA VOLONTA’ DI COLUI CHE MI HA MANDATO, CHE IO NON PERDA NULLA DI QUANTO EGLI MI HA DATO, MA LO RISUSCITI NELL’ULTIMO GIORNO”.

Nell’affidare l’anima a Dio, la Chiesa parla al moribondo con una dolce sicurezza: "Anima cristiana, uscendo da questo mondo, va’, nel nome di Dio Padre Onnipotente, che ti creò, nel nome di Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, che morì per te, nel nome dello Spirito Santo, che su di te discese. Entra nel luogo della pace, che la tua dimora sia presso Dio in Sion, la città santa, con Santa Maria Vergine, Madre di Dio, con san Giuseppe e tutti gli angeli e i santi". Questo è ciò che desideriamo di tutto cuore per i moribondi, e questo è ciò che chiediamo a Dio quando per essi preghiamo, una volta che siano morti. Ai nostri defunti ci uniscono i legami del sangue e della fede, per questo continuiamo ad amarli e a desiderare il loro bene mediante le nostre orazioni. La Chiesa, come Madre di tutti i cristiani, intercede quotidianamente in ogni santa messa per i defunti: "Ricordati anche dei nostri fratelli che si sono addormentati nella speranza della resurrezione e di tutti i defunti; ammettili a contemplare la luce del tuo volto" (Preghiera eucaristica, II). Preghiamo per loro con sincerità ed umiltà di cuore, affinché la nostra intercessione per essi presso Dio sia ascoltata e possano definitivamente "stare sempre con il Signore".

 

 

GIOVEDI’ 19 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Emma di Sassonia; Sant’Espedito, martire

Una scheggia di preghiera:

 

         SIA LODATO E RINGRAZIATO OGNI MOMENTO GESU' NEL SANTISSIMO E DIVINISSIMO SACRAMENTO.

 

HANNO DETTO: Occorre entrare nella preghiera per mezzo della fede, rimanere con la speranza e uscire con la carità. (Santa Giovanna Francesca De’ Chantal)

SAGGEZZA POPOLARE: Meglio prevedere che rimediare.

UN ANEDDOTO: Colui che diminuisce il suo patrimonio per darne una parte a chi non ne ha, sarà portato al cospetto degli dei secondo la parabola delle due pecore che nuotano: una rasata raggiunge la riva presso il pastore, l’altra, appesantita dal vello bagnato, soccombe.

PAROLA DI DIO: At 8,26-40; Sal 65; Gv 6,44-51

 

Vangelo   Gv 6, 44-51

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Parola del Signore

 

“SE UNO MANGIA DI QUESTO PANE, VIVRA’ IN ETERNO”.

“Chi mangia questo pane, vivrà”. Si potrebbe obiettare: ma anche coloro che mangiano il Pane eucaristico, muoiono come tutti!

Ebbene, Gesù afferma che il nutrimento eucaristico ricevuto nella fede, mette il fedele in possesso, fin d’ora, di una “vita eterna” sulla quale la morte fisica non ha alcuna presa. Più che un dogma, più che una morale, più che una ideologia, il cristianesimo è questo: la divinizzazione dell’uomo!

La gioia e il rendimento di grazie dovrebbero essere propri dei cristiani, infatti Dio ci dona la sua vita eterna!

Noi spesso non comprendiamo a fondo questo dono, ci arriviamo distratti, stanchi, slegati fra di noi. Eppure Lui è lì che ci attende, che ci chiama, che ci raduna da ogni parte, che ci fa suo popolo, sua famiglia. E’ Lui che ci accoglie, che ci rianima, ci illumina con la sua parola. Ci fortifica. Ci rende il vero senso della nostra vita. E’ il Signore che ci prepara il banchetto del suo Corpo e del suo Sangue e chiede il nostro modesto, umile, quasi insignificante contributo, perché ci vuole partecipi, attivi, corresponsabili. In ogni Eucaristia il Signore ci chiede con insistenza se noi lo amiamo, dimenticando i nostri tradimenti, le nostre inadempienze, le nostre infedeltà. In ogni Eucaristia il Signore ci coinvolge nella sua missione verso il suo gregge, anche se in maniera diversa gli uni dagli altri e ci ripete il suo invito: “Seguimi”. In ogni Eucaristia il Signore ci dona la forza, nonostante le difficoltà e le contraddizioni, di annunciare il suo nome, di proclamare che Lui è il Cristo, il Signore, e di rimanere nella pace anche quando siamo oltraggiati per amore del suo nome, come avveniva per gli apostoli, per i primi cristiani, come avviene ancora oggi per gli autentici testimoni della fede.

 

 

VENERDI’ 20 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Agnese da Montepulciano; Santa Sara, martire; San Teotimo.

Una scheggia di preghiera:

 

LODE GLORIA A TE, PANE DI VITA.

 

HANNO DETTO: "Se sarete ciò che dovete essere infiammerete il mondo". (Santa Caterina da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: Prigione e galera lasciano l’uomo come era.

UN ANEDDOTO: Un consiglio prezioso della beata Elisabetta della Trinità: Edifica, come ho fatto io, una celletta nell'interno dell'anima tua; e tu, pensando che là vi è il buon Dio, vi entrerai di tempo in tempo. Quando hai i nervi, e non ti senti felice, lesta corri là, e confida tutto al divino Maestro.

PAROLA DI DIO: At 9,1-20; Sal 116; Gv 6,52-59

 

Vangelo   Gv 6, 52-59 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. Parola del Signore

 

“COME PUO’ COSTUI DARCI LA SUA CARNE DA MANGIARE?”.

Anche noi ci facciamo la stessa domanda dei Giudei. La risposta, pur contenendo un mistero stragrande è poi molto semplice: colui che ci ha amato fino a dare la sua vita per noi, dà sé stesso, il suo Corpo, la sua vita. Scopriamo allora che il termine “Comunione” si allarga a dismisura. Non è “l’andare a prender l’ostia” o “l’andare a prender Messa”. E’ essere consci del dono, è entrare in sintonia con il Signore che ci parla, è diventare talmente “parenti” con Gesù da essere una cosa sola con Lui, è comunicare e partecipare alla sua vita, alla sua misericordia, alla sua solidarietà con tutti gli uomini. Gesù, sempre nel Vangelo di oggi, ci dice: “Colui che mangia di me, vivrà per me”. Allora, essere in comunione con Gesù è anche estremamente impegnativo. Noi diventiamo Lui. Noi rappresentiamo Lui. Certo, con tutte le nostre povertà e miserie, ma con tutta la sua Grazia. Qualche volta, un po’ stupidamente, noi ci chiediamo quali siano le preghiere che dobbiamo dire dopo aver fatto la comunione. Se fossimo coscienti di ciò che ci fa la Comunione Eucaristia, in fondo non ci fideremo tanto delle parole da dire, ma dovrebbe esserci nel cuore l’ammirazione, la lode, il ringraziamento, la gioia.

 

 

SABATO 21 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Anselmo d’Aosta; Sant’Anastasio il vecchio.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', HAI PAROLE DI VITA ETERNA.

 

HANNO DETTO: Tutti i vizi sono conditi dalla superbia, come le virtù sono condite e ricevono vita dalla carità. (Santa Caterina da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: «Dove stringe la scarpanon lo sa altro che chi l'ha in piede». 

UN ANEDDOTO: Un giorno la vite disse al padrone: «Perché mi vieni incontro con quelle forbici? Forse mi vuoi potare come si faceva ai tempi d'una volta? Buttala via: non sai che adesso i tempi sono cambiati?». «Già», rispose il contadino, «a pensarci bene non sono più i tempi d'una volta!». E poiché i tempi erano cambiati, non la potò. Ma in autunno la vite non ebbe uva. «Purtroppo», gemette il padrone: «I tempi sono cambiati!». Come al solito, vennero gli amici per assaggiare il vino nuovo. «Non c'è vino nuovo! “I tempi sono cambiati", disse, sconsolato, il proprietario della vigna.

PAROLA DI DIO: At 9,31-42; Sal 115; Gv 6,60-69

 

Vangelo   Gv 6, 60-69

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Parola del Signore

 

“E’ LO SPIRITO CHE DA’ VITA, LA CARNE NON GIOVA A NULLA”.

Che cosa è mai un uomo se in lui lo spirito si eclissa?

Che cosa è mai un uomo se perde la capacità di pensare, di volere, di amare, se si estingue in lui il gusto del bello, del vero, del nobile, il senso morale, se vien meno l’ansia della perfezione?

Cosa resta più di umano in un uomo che non sa intenerirsi davanti all’innocenza, che non sa commuoversi davanti al dolore, non sa gioire delle cose belle, non sa ammirare la sapienza? 

Un essere umano senza tutto questo è un ingombro di poche decine di chili, una macchina che produce e consuma. Eppure quanti uomini vivono così. C’è un vero culto del corpo, una vera idolatria. Si esaltano i muscoli di un atleta, ci si entusiasma per la forza di un pugile, si impazzisce per una partita di calcio, c’è chi sarebbe disposto a vendere l’anima pur di partecipare ad un concorso di miss, chi spende delle ore a lucidarsi le unghie, chi è disposto a sacrifici sovrumani, che certamente non farebbe per realizzare qualcosa a favore del suo prossimo, per mantenere la linea, e spesso non si pensa minimamente che prima o poi dovremmo rimetterci la linea, le unghie, i denti, i capelli, persino la pelle. Ma lo spirito resta. Durano i valori spirituali ai quali il tempo non può che dare maggior valore. Non è questione di disprezzare il corpo e la materialità: ci sono stati dati come dono, sono anch’essi destinati alla risurrezione. Gesù non vuole disincarnare l’uomo, anzi, Lui si è incarnato. Ma è proprio solo vivificando il materiale con lo spirituale che noi possiamo dare il giusto valore alle cose.

 

 

DOMENICA 22 APRILE: 4^ DOMENICA DI PASQUA ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Apelle; San Sotero, Papa; San Tegulo, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE E' IL MIO PASTORE, NON MANCO DI NULLA.

 

HANNO DETTO: Se siete convinti fino in fondo di avere ragione, dovete lottare con tutte le vostre forze: soltanto i pesci morti seguono la corrente. (L. Ellerbee)

SAGGEZZA POPOLARE: Nel paese delle promesse si muore di fame.

UN ANEDDOTO: In un paese di questo mondo la gente si era proprio stancata delle regole. Tutto era comandato: a che ora dovevano alzarsi, a che ora dovevano essere sul posto di lavoro. Agli scolari veniva prescritto a che ora cominciava la scuola e quando potevano tornare a casa. E poi dovevano portarsi un fazzoletto, lavarsi i denti, avere le mani pulite, attraversare la strada sulle strisce, non camminare in mezzo alla strada. Veramente, le regole erano tante e per tutti, grandi e piccoli; perciò la gente si mise d'accordo e decise: "D'ora in avanti non ci saranno più regole. Che bello!". Naturalmente la scuola rimase vuota, perché i ragazzi preferivano andare a giocare. La gente metteva i tavoli in mezzo alla strada perché lì c'era più sole. I giovani alzavano gli stereo al massimo volume, ventiquattro ore su ventiquattro. Quando la gente voleva andare a dormire, gli altoparlanti continuavano a trasmettere musica a tutta forza. Era una gran confusione! Nel pieno della notte, un uomo si mise a suonare le campane della chiesa. La gente accorse sulla piazza e quando tutti furono riuniti alcuni esclamarono: "No, così non possiamo più vivere!". "No, così non possiamo più vivere!", risposero tutti. "Dobbiamo avere delle regole. Sì, vogliamo di nuovo avere delle regole!", ripeté in coro tutta la gente. Da quel giorno in quel paese tornò la vita, la pace, la libertà e la gioia.

PAROLA DI DIO: At 4,8-12; Sal 117; 1Gv 3,1-2; Gv 10,11-18

 

Vangelo Gv 10, 11-18  

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio». Parola del Signore

 

“LE MIE PECORE CONOSCONO ME”.

Forse a noi non piace molto essere paragonati ad un gregge. Tuttavia l’immagine della pecora, sotto certi aspetti, suggerisce bene la nostra condizione: da soli non ce la facciamo contro il male, siamo spesso privi di orientamento. La pecora si affida d’istinto al pastore perché la difenda e la conduca. Considerarci “pecore” del Buon Pastore non significa perdere la nostra individualità, la nostra chiamata specifica, ma affidarci unicamente a Colui che ci guida, ci cerca, dà la sua vita per la nostra salvezza.

 

 

LUNEDI’ 23 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Giorgio; Sant’Achilleo; San Gerardo di Toulle.

Una scheggia di preghiera:

 

FA' CHE ASCOLTIAMO, SIGNORE, LA TUA VOCE.

 

HANNO DETTO: Con i "vorrei" non si è mai fatto niente. Con i "proverò" si sono fatte grandi cose. Con i "voglio" si sono fatti miracoli. (Ravignan)

SAGGEZZA POPOLARE: "Da ospedali e cimiteri si esce con buoni propositi".

UN ANEDDOTO: Attento alle domande; ma attento anche a chi ti risponde: Uno scapolo chiese al computer di trovargli la compagna perfetta: “Voglio una ragazza piccina e graziosa, che ami lo sport acquatici e le attività di gruppo” E il computer rispose: “Sposa una pinguina”.

PAROLA DI DIO: At 11,1-8; Sal 41e 42; Gv 10,1-10

 

Vangelo  Gv 10, 1-10 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». Parola del Signore

 

“LE PECORE ASCOLTANO LA SUA VOCE”.

Quante volte l’uomo, immerso nelle faccende quotidiane e soprattutto nei misteri dolorosi della sua vita, può sentire la lontananza e perfino l’assenza di Dio. Quante volte si sente esclamare: “Dio dov’è?”

Il buon Pastore non è soltanto il Dio che c’è e che si fa trovare attraverso la natura, la coscienza, i fatti della vita, ma il Dio che si prende cura di noi, che non ci abbandona ma, che con la sua Parola, con il dono dello Spirito Santo, con i suoi segni e sacramenti ci conduce a pascoli abbondanti. Bisogna conoscere la sua voce per seguirlo, distinguerla dalle tante voci che vogliono dirigere l’uomo ai propri interessi. La sua è una voce dolce, soave: Gesù Buon Pastore non agisce per interessi personali, non usa la sua autorità per dominare chi a lui si affida. Non è venuto per essere servito ma per servire; è venuto perché ricevessimo la vita in abbondanza. E’ venuto perché iniziassimo, già qui, un’amicizia con Dio che è destinata a perdurare per sempre.

 

 

MARTEDI’ 24 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Fedele da Sigmaringen; San Benedetto Menni.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDICI, SIGNORE, TESTIMONI DI AMORE E MISERICORDIA.

 

HANNO DETTO: Nessun mistero di fede suscita l'unità quanto l'Eucaristia. L’Eucaristia "fa" l'unità: è per essa infatti che avviene l'unità degli uomini con Dio e degli uomini tra loro. (Chiara Lubich)

SAGGEZZA POPOLARE: Ogni pertugio ha il suo chiodo, chi l'ha vecchio, chi l'ha nuovo.

UN ANEDDOTO: Attenzione all'uso del potere; qualche volta potrebbe non umiliare ma umiliarti: Durante un'ispezione un colonnello si fermò, squadrò il soldato da capo a piedi e gli disse con durezza: «Abbottona la tasca, soldato!». Il soldato, assai confuso, balbettò: «La devo abbottonare subito, signor colonnello?». «Sì, immediatamente!». Allora il soldato si avvicinò cautamente e abbottonò il risvolto del taschino della camicia del colonnello. 

PAROLA DI DIO: At 11,19-26; Sal 86; Gv 10,22-30

 

Vangelo   Gv 10, 22-30

Dal vangelo secondo Giovanni

Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». Parola del Signore

 

“LE OPERE CHE IO COMPIO NEL NOME DEL PADRE MIO, QUESTE DANNO TESTIMONIANZA DI ME”.

Davanti ai Giudei che insistono nel chiedere a Gesù se Lui sia il Messia, ancora una volta risponde: “Guardate quello che faccio: chi può guarire malati insanabili, ciechi nati, lebbrosi dal corpo ormai sfigurato?

Chi può perdonare i peccati se non Dio stesso?

Dunque sono le opere che io compio, opere che solo Dio può fare, a confermare chi io sia”. Questa affermazione mi fa pensare anche a noi che spesso ci fregiamo e ci inorgogliamo del nome di Cristiani, ma dovrebbero essere sempre gli altri, credenti o non credenti, a chiamarci con questo nome. "Reverendo, io sono cristiano!" mi diceva indignato un signore al quale chiedevo perché mai avesse deciso di battezzare suo figlio quando lui non era cresimato, né sposato in chiesa e diceva apertamente che per lui i sacramenti erano tutte storie di preti. Certo, può darsi che quest'uomo nel suo cuore fosse più cristiano di me, certo che non lo dava a vedere. Chissà se a dei non credenti vedendoci agire in ufficio, allo stadio, in vacanza; vedendoci trattare il prossimo, verrebbe spontaneo di dire: "Guarda quello è veramente un cristiano perché il Cristo del Vangelo cercava la pace, la giustizia, era attento agli altri, sapeva perdonare...". Non fa forse riflettere che oggi spesso quando sui giornali o alla televisione si parla di “cristiani” si pensi subito a vecchi bacchettoni religiosi, intriganti nella politica e un po’ ‘retrò’ in fatto di pensiero?

 

 

MERCOLEDI’ 25 APRILE: SAN MARCO

Tra i santi ricordati oggi: San Marco, Evangelista; Santa Franca di Piacenza; Sant’ Erminio, monaco.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RENDIMI CANALE PER PORTARE TE AI MIEI FRATELLI.

 

HANNO DETTO: Che cos'è il pane consacrato? Corpo di Cristo. E che cosa diventano coloro che si comunicano? Corpo di Cristo. Non molti corpi: un Corpo solo, quello di Cristo. (San Giovanni Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: La provvidenza dà ad ogni uccello il suo cibo, ma non glielo getta nel nido.

UN ANEDDOTO: Qualche battuta per sorridere e pensare:

- Meglio far sospettare tacendo che si è scemi, anziché togliere il sospetto parlando.

- L'esperto di statistica è colui secondo il quale, tenendo la testa nel forno e i piedi nel frigorifero, si gode di una temperatura media ideale.

- Beato chi sa sorridere di sé stesso: non gli mancheranno mai gli argomenti.

- I concimi fanno miracoli senza essere santi.

PAROLA DI DIO: 1Pt 5,5b-14; Sal 88; Mc 16,15-20

 

Vangelo Mc 16, 15-20 

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. Parola del Signore

 

“MENTRE IL SIGNORE AGIVA INSIEME CON LORO E CONFERMAVA LA PAROLA CON I SEGNI CHE LA ACCOMPAGNAVANO.”

Da sempre mi hanno affascinato le vite dei santi. Da ragazzo mi attraevano soprattutto i fatti miracolosi, la loro eroicità, le intuizioni grandiose che essi hanno avute. Man mano mi sono accorto che però queste non erano le cose più importanti della loro santità e, sfrondando su molte fantasie e pruriti di miracolismo di certi scrittori di vite di santi, scopro che, tratto comune di tutti i santi, è il loro essersi lasciati conquistare da Gesù e dal suo messaggio che li ha spinti ad usare tutte le loro doti per seguirlo e per portarlo agli altri. Man mano che si “rivestivano di Cristo” la loro azione diventava più incisiva, i loro gesti si riempivano di grazia e di potenza ed anche i “prodigi”, di cui quasi non si accorgevano, operavano in loro. Anche oggi succede così. Attorno ai santi di oggi ci sono i prodigi di Gesù: liberazioni, conversioni, guarigioni, strutture di salvezza che non hanno spiegazioni umane. E noi, chiamati alla santità, siamo davvero canale affinché Cristo possa operare i suoi prodigi?

 

 

GIOVEDI’ 26 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Anacleto, Papa; San Pascasio, monaco.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', VORREI ASSOMIGLIARTI.

 

HANNO DETTO: Prega e spera, non agitarti. L'agitazione non giova a nulla. Dio è misericordioso e ascolterà la tua preghiera. (Padre Pio)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha la casa di vetro, non faccia a sassate.

UN ANEDDOTO: Tempo fa una suora mi ha raccontato questo fatto. Si trovava in treno; aveva partecipato a un corso di esercizi spirituali e stava tornando nella sua comunità. Era felice e serena: aveva sentito da un noto predicatore tante cose belle, soprattutto aveva avuto finalmente un po’ di tempo per stare con il suo Signore e ascoltare la sua parola. Probabilmente le si leggeva nel volto questa serenità perché, a un certo punto, la signora che le sedeva di fronte le dice: “Sorella, lei è così contenta che non sembra neanche una suora!». Bel complimento! la religiosa non sapeva bene se rallegrarsi per l’apprezzamento personale o dispiacersi per la frecciatina alla categoria. Quella donna qualsiasi le aveva fatto l’ultima predica degli esercizi. Senza esprimere giudizi sommari né generalizzare indebitamente, lo dobbiamo am­mettere: a volte non diamo una testimonianza di gioia. Indaffarati e tesi, o preoccu­pati e troppo seri, dimentichiamo che questo è il nostro primo apostolato.

PAROLA DI DIO: At 13,13-25; Sal 88; Gv 13,16-20

 

Vangelo   Gv 13, 16-20

Dal vangelo secondo Giovanni

Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». Parola del Signore

 

“UN SERVO NON E’ PIU’ GRANDE DEL SUO PADRONE. NE’ UN INVIATO PIU’ GRANDE DI CHI LO HA MANDATO”.

Se molti di noi tenessero presente questa parola di Gesù, quanti guai sarebbero evitati e quanta maggior serenità ci potrebbe essere in ambito cristiano! Infatti, se per virtù del nostro Battesimo, dobbiamo essere dei testimoni, degli apostoli del Vangelo, dobbiamo altrettanto fare attenzione a non voler imporre ad altri la nostra fede, a non voler assolutizzare il nostro insegnamento. L’errore è sempre lo stesso, e noi, con somma gioia del tentatore, ci cadiamo abitualmente. Gesù è venuto per servire, non per comandare, Gesù è venuto a proporre e non ad imporre, Gesù è venuto a perdonare e non a giudicare insindacabilmente, Gesù è venuto a chiamare per servire e non a creare una gerarchia di comando, Gesù è venuto a lavare i piedi e non a far strisciare sotto i piedi, Gesù è venuto a farsi pane, non a mangiare il nostro pane il cristiano, allora, dovrebbe essere servo del fratello, uomo di proposta e non di imposizione, persona che non giudica  ma che offre, uomo disposto a lasciarsi mangiare dai fratelli.

 

 

VENERDI’ 27 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antimo, vescovo, San Liberale; Santa Zita.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE GESU', ORA E SEMPRE.

 

HANNO DETTO: La Sacra Scrittura cresce con chi la legge. (San Gregorio I)

SAGGEZZA POPOLARE: Non dire tutto quel che sai, non credere tutto quel che senti.

UN ANEDDOTO: Bertold Brecht (1898 -1956) era un militante marxista; eppure, alla domanda quale fosse la sua lettura preferi­ta, rispose: “Loro forse rideranno, ma è la Bibbia”. Perché coloro che sembrano così lontani, anzi ostili alla religione ne sentono poi la nostalgia di parole semplici come quelle dei Vangeli? E noi, che dovremmo avere il culto della Parola di Dio, restiamo indifferenti, come sazi, avendola forse appena assaggiata?

PAROLA DI DIO: At 13,26-33; Sal 2; Gv 14,1-6

 

Vangelo   Gv 14, 1-6

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». Parola del Signore

 

“IO VADO A PREPARARVI UN POSTO; QUANDO SARO’ ANDATO E VI AVRO’ PREPARATO UN POSTO, RITORNERO’ E VI PRENDERO’ CON ME, PERCHE’ SIATE ANCHE VOI DOVE SONO IO”.

Il paradiso: chissà quante volte abbiamo fantasticato a proposito di questo posto che Gesù ci ha promesso. Qualcuno si immagina un paradiso come un luogo dove finalmente si possono portare a compimento tutti i desideri che non si sono realizzati sulla terra, qualcun altro lo vede come una contemplazione gioiosa e continua di Dio, qualcuno lo considera riposo e qualcuno dice che passare tutta un’eternità solo a contemplare deve essere di una noia terribile, qualcuno poi dice di sperare che ci sia un paradiso, ma dallo sperare al credere, qualcun altro dice di averne le prove perché nelle sedute spiritiche. Io spero e credo che un paradiso ci sia: ce lo ha detto Gesù, il Figlio di Dio che non racconta bugie. Come sia in effetti non lo so e non mi preoccupo neppur troppo di saperlo, mi fido di Dio che se è già così grande nelle cose della natura, che pure è limitata, quanto sarà ancora più grande e meraviglioso nell’eternità.  Ma poi faccio ancora un ragionamento: Gesù ha detto che verrà a prenderci perché “dove sono io siate anche voi” e allora scopro che già oggi io posso essere là dove è Gesù, non solo per la comunione di preghiera con Lui che può iniziare già nel tempo, ma anche perché Gesù continua ad essere in mezzo a noi uomini in mille modi: io, se voglio posso vederlo sia nel povero che nella Eucaristia, sia nella comunità cristiana riunita nel suo nome che nel profondo del mio cuore. E allora, se riusciamo ad essere in comunione con Gesù in questo mondo non è già un po’ anticipare il Paradiso?

 

 

SABATO 28 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Chanel; San Luigi Maria Grignon de Montfort.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO IN TE, GESU', VERO VOLTO DI DIO.

 

HANNO DETTO: Piace a Dio colui al quale Dio piace. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Giacca pulita non fa buon cuoco.

UN ANEDDOTO: I cattivi pensieri sono come le formiche in casa: vengono da chissà dove, si chiamano l'una l'altra e formano una fila senza fine. Perché? Hai lasciato aperto il barattolo del tuo cuore.

PAROLA DI DIO: At 13,44-52; Sal 97; Gv 14,7-14

 

Vangelo   Gv 14, 7-14

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Parola del Signore

 

“GLI DISSE FILIPPO: SIGNORE MOSTRACI IL PADRE E CI, BASTA”.

Filippo entusiasmato dai discorsi di Gesù, chiedeva a Lui di far vedere il Padre e forse si aspettava una di quel­le manifestazioni grandiose, tipo quelle dell’Antico Testamento. Ma Dio non si rivela più attraverso lampi e tuoni, fuoco e terremoto, Egli ha preso un volto d’uomo, in Gesù Cristo, e d’ora in avanti bisognerà saper scorgere il volto di Dio attraverso il suo volto. E noi, lontani negli anni dalla incarnazione di Gesù, dove possiamo vedere il Padre?

Ancora nel volto di Cristo che si manifesta nel volto dei fratelli. Se sappiamo vedere Cristo in chi ha fame, sete, è ammalato, è in carcere, Lui a sua volta riconoscerà in noi dei fratelli, figli dello stesso Padre, e ci porterà definitivamente a Lui.

 

 

DOMENICA 29 APRILE: 5^ DOMENICA DI PASQUA ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina da Siena, dottore della Chiesa; San Titico; Sant’Ugo di Cluny, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICAMI, O SIGNORE, SARO' PIU' BIANCO DELLA NEVE.

 

HANNO DETTO: "Non dobbiamo regolare il nostro atteggiamento verso i poveri da ciò che appare esternamente in essi e neppure in base alle loro qualità interiori. Dobbiamo piuttosto considerarli al lume della fede". (San Vincenzo De Paoli)

SAGGEZZA POPOLARE: Sia di biada, sia di frusta, ci vuoi sempre dose giusta.

UN ANEDDOTO: In un supermercato c’era una bottiglia d’acqua molto egoista. Voleva sempre il meglio per sé: il posto migliore nello scaffale, l’etichetta più bella, essere la più limpida e trasparente, stare in prima fila. Non faceva mai niente per alcuno e non gli accadeva mai di dare qualcosa di suo agli altri. Un giorno un cliente la prese per comprarla. La mise nel carrello e se la portò a casa. La bottiglia d’acqua era molto irritata. Non voleva lasciare lo scaffale e il suo posto a un’altra bottiglia. Mentre era così irritata, qualcuno cercò di stapparla per bere l’acqua che conteneva. Molto furiosa, essa resistette. Non voleva dare la sua acqua ad alcuno. Per quanti sforzi si facessero, non riuscirono ad aprirla, e allora la riportarono al supermercato. La misero di nuovo nello scaffale, e a forza di gomitate si collocò nel posto migliore. Era di nuovo in prima fila per essere ammirata da tutti quelli che passavano. Ma, com’è naturale, la comprarono di nuovo. E di nuovo successe la stessa cosa. Non riuscendo ad aprirla, fu rimessa al suo posto. Così quella bottiglia trascorreva la vita tra andare e venire. Ma col passare del tempo la sua acqua si deteriorò. Cominciò a imputridire e a diventare torbida. I commessi, vedendo il suo brutto aspetto, si resero conto che era scaduta. La presero e la misero nel secchio della spazzatura. Quella bottiglia non era servita a niente. A nessuno aveva dato la sua acqua per dissetarlo. Ormai era troppo tardi. Troppo tardi si era resa conto che tutto ciò che non viene dato a suo tempo è destinato a perire.

PAROLA DI DIO: At 9,26-31; Sal 21; 1Gv 3,18-24; Gv 15,1-8

 

Vangelo Gv 15, 1-8

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore

 

“OGNI TRALCIO CHE IN ME NON PORTA FRUTTO, LO TAGLIA, E OGNI TRALCIO CHE PORTA FRUTTO, LO POTA PERCHE’ PORTI PIU’ FRUTTO.

Non è facile capire la potatura! 

Magari arriviamo a comprendere che vengano eliminati i rami secchi, quelli che danno fastidio, ma è estremamente difficile comprendere come un ramo che apparentemente ci sembra ancora buono debba venire potato a volte duramente. Eppure la potatura è fatta proprio perché la pianta possa portare frutti migliori. Rimanere nel Signore è essenziale per la nostra crescita di discepoli fino a giungere ad una maturità di fede che non ci è data una volta per sempre, ma che esige una continua liberazione da scorie e limitazioni di vario genere. Spesso rischiamo di confondere la fede con una generica religiosità, corriamo il pericolo di guardare e aspettare i doni di Dio e non Lui, il donatore. Le scorie da eliminare sono la magia, la superstizione, la ricerca di forti emozioni, la paura di Dio, il mettere il Signore accanto ai nostri idoli. La crescita nella adesione al Signore è faticosa, ma va compiuta se non vogliamo rimanere tralci inutili e ingombranti. In questa fatica però non siamo soli, c’è lo Spirito del Signore risorto che ci illumina, ci sostiene nel cammino. Se rimaniamo attaccati a Gesù, la vite vera, porteremo i frutti della santità e della testimonianza.

 

 

LUNEDI’ 30 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Pio V, Papa; san Giuseppe Benedetto Cottolengo; San Ventura di Spello.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', QUANTO E' GRANDE IL TUO AMORE PER NOI.

 

HANNO DETTO: Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre. (Oriana Fallaci)

SAGGEZZA POPOLARE: Il piacere può fondarsi sull'illusione, ma la felicità riposa sulla verità. (proverbio Americano)

UN ANEDDOTO: Per essere riempiti bisogna prima svuotarsi. Tu devi essere riempito del bene, e quindi devi liberarti del male. Supponi che Dio voglia riempirti di miele. Se sei pieno di aceto, dove metterai il miele? Bisogna liberare il vaso da quello che conteneva, anzi occorre pulirlo. Bisogna pulirlo magari con fatica e impegno se occorre, perché sia idoneo a ricevere qualche cosa. (Sant'Agostino)

PAROLA DI DIO: At 14,5-18; Sal 113b; Gv 14,21-26

 

Vangelo   Gv 14, 21-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Parola del Signore

 

“SE UNO MI AMA, OSSERVERA' LA MIA PAROLA E IL PADRE MIO LO AMERA' E NOI VERREMO A LUI E PRENDEREMO DIMORA PRESSO DI LUI”

Il senso più profondo del nostro essere è quello di essere in comunione con Dio. La frase del Vangelo di oggi ci indica la strada per realizzarla. Prima cosa: amare Gesù. Non si tratta solo di credere in Lui, non si tratta di osservare le sue indicazioni morali per obbedire a Dio, per “andare in paradiso”. Si tratta di lasciarci prendere dall’amore di Gesù, di incontrare Colui che ci ama, di volergli bene. Allora si osserverà la sua parola non tanto come parola di uno che comanda, non come obbligo, ma come parola di un amico che ci indica la strada della nostra felicità. Ed ecco allora la vera comunione con Gesù, con il Padre, nello Spirito. La stessa strada è quella della preghiera: essa non può che nascere dalla fiducia e dall’amore accolto e dato, non può che essere comunione con la Parola di Gesù che salva e non può quindi che portare ad accogliere Dio in noi.

     
     
 

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