SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
MARZO 2018
GIOVEDI’ 1 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Albino; Sant’ Amanzio; Santa Eudossia, martire.
Una scheggia di preghiera:
APRI I NOSTRI OCCHI , SIGNORE, PER SCOPRIRE TE E I FRATELLI.
HANNO DETTO: Il vero io è quello che tu sei, non quello che hanno detto di te. (Paulo Coelho)
SAGGEZZA POPOLARE: E’ difficile conoscere un uomo. Ma un uomo facile a conoscersi forse non ne vale la spesa. (saggezza Cinese)
UN ANEDDOTO: "Ma Gesù è morto o vivo?", chiese la piccola Lucia alla nonna. A dire il vero, era un po' che le frullava in testa questa domanda, il parroco era arrivato alla scuola materna e aveva spiegato a lungo che Gesù era stato crocifisso e sepolto. La nonna capì molto bene la domanda della sua nipotina, andò ad aprire il vangelo, le lesse alcuni fatti: le donne erano andate al sepolcro il mattino dopo il sabato e avevano trovato il sepolcro vuoto! E proprio lì stava un angelo ad annunciare che Gesù era vivo! E' risorto, è glorificato dal Padre che non l'ha lasciato nella tomba! E Lucia era piena di gioia. Qualche giorno dopo, la nonna si recò con Lucia alla messa domenicale. C'era in mezzo all'altare un prete e tra i banchi poca gente, un po' triste e un po' annoiata. Anche le canzoni che una donna dal primo banco intonava erano basse, lente, cantate da pochi e senza convinzione. Allora Lucia, dopo essersi guardata ben bene in giro, disse alla nonna: "Ma loro lo sanno che Gesù è risorto?".
PAROLA DI DIO: Ger 17,5-10; Sal 1; Lc 16,19-31
Vangelo Lc 16, 19-31
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». Parola del Signore
“C’ERA UN UOMO RICCO, CHE INDOSSAVA VESTITI DI PORPORA E DI LINO FINISSIMO, E OGNI GIORNO SI DAVA A LAUTI BANCHETTI. UN POVERO, DI NOME LAZZARO, STAVA ALLA SUA PORTA”
Gesù ha voluto giocare sul contrasto, nel raccontare la parabola. Oggi, il contrasto viene sfumato ad arte e in qualche modo sofisticato. Ma la realtà, la sproporzione è la stessa, anzi si è molto divaricata. Lo squilibrio tra ricchi e poveri è abissale e, umanamente, non solo incolmabile ma destinato a crescere indefinitamente. Finché saranno i ricchi a decidere le sorti del mondo, saranno sempre talmente miopi - perché egoisti - da non trovare una soluzione non dico giusta, ma almeno vivibile. Ma è vero che anche i poveri, potessero decidere loro, rivelerebbero la stessa miopia dei ricchi. Occorrono altri poveri, quelli evangelici, quelli che amano (povertà in spirito) accontentarsi del necessario e non farsi schiavi delle cose. Con questi poveri è possibile ipotizzare una più armoniosa e giusta convivenza umana. Ma qui è necessario che ciascuno si metta in questione e faccia la scelta della povertà: in libertà e coerenza.
VENERDI’ 2 MARZO
Tra i santi ricordati oggi:San Quinto; San Simplicio, Papa; Santa Caterina Dexel.
Una scheggia di preghiera:
CAMBIA, SIGNORE IL CUORE DI PIETRA IN UN CUORE DI CARNE CAPACE DI AMARE.
HANNO DETTO: Se c’è qualcosa di peggio dell’odierno indebolirsi dei grandi principi morali, è l’odierno irrigidirsi dei piccoli principi morali. (Gilbert Chesterton)
SAGGEZZA POPOLARE: «Hai il tempo e ti credi povero?»
UN ANEDDOTO: Diceva il grillo saggio a Pinocchio: Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Per il solito, o sono matti o sono imbroglioni! (Carlo Collodi)
PAROLA DI DIO: Gen 37,3-4.12-13a.17b-28; Sal 104; Mt 21,33-43.45-46
Vangelo Mt 21, 33-43. 45-46
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: "La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri"? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare». Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta. Parola del Signore
“VI SARÀ TOLTO IL REGNO E SARÀ DATO A UN POPOLO CHE LO FARÀ FRUTTIFICARE”.
E’ una frase che deve farci pensare. Come è successo al popolo ebraico che a forza di “no” ha perso l’alleanza, può succedere anche a noi. Dio ci offre i suoi doni, ci offre Gesù, ma un dono lo si può accogliere con riconoscenza oppure rifiutare. Non basta rivestire l’etichetta di cristiani per essere salvati, occorre rivestire Cristo; non basta che io mi riempia la bocca di cristianesimo moraleggiante, occorre lasciarci trasformare da Lui. Il rischio di perdere il dono del Regno è sempre presente. Dio ha tanta pazienza nei nostri confronti, è disposto a perdonare i nostri peccati ma è necessario non chiudergli in faccia la porta. Anche l’occasione di questa Quaresima per una nostra conversione, può essere un dono che vuol farci entrare nel Regno di Gesù, ma può anche passarci sulla testa e non toccarci per nulla. Il danno, però, è solo nostro, in quanto non accogliere il dono di Dio, significa privarsi di ciò che ci fa veramente uomini creati a sua immagine, redenti dal sangue di Gesù, chiamati nello Spirito a formare il suo popolo.
SABATO 3 MARZO
Tra i santi ricordati oggi:Santa Camilla, vergine; Santa Cunegonda; San Tiziano da Brescia.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE O DIO PER LA TUA MISERICORDIA CHE SOVRABBONDA IN TUTTI.
HANNO DETTO: La vanità intelligente non esiste. (Louis F. Céline)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi vuol punire i pensieri ha bisogno di molte forche.
UN ANEDDOTO: "Quanto desideri conoscere la verità?" chiese un Maestro a un suo discepolo. Prima che questi potesse rispondere il Maestro gli prese la testa e gliela ficcò in un secchio colmo d'acqua, trattenendovela a forza. Quindi gliela tirò fuori e disse:
"Quando desidererai la verità quanto desideravi respirare sarai pronto a conoscerla."
PAROLA DI DIO: Mi 7,14-15.18-20; Sal 102; Lc 15,1-3.11-32
Vangelo Lc 15, 1-3. 11-32
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”». Parola del Signore
“BISOGNAVA FAR FESTA E RALLEGRARSI, PERCHE’ QUESTO TUO FRATELLO ERA MORTO ED E’ TORNATO IN VITA.”
Molti di noi stentano a comprendere l’insegnamento e la grande gioia che scaturisce da questa parabola perché forse assomigliano al figlio maggiore di questo Padre. Qualche volta siamo portati a dire: “Insomma io non sono proprio uno ‘scappato di casa’, non me la sono presa con Dio anche se tante cose non mi sembrano giuste in questo mondo, non gli ho chiesto in anticipo la sua eredità, non ho passato parte della mia vita in bagordi… In fondo ho sempre cercato di fare la volontà di Dio, ho avuto paura dei suoi castighi, ho cercato di fare un po’ di bene attorno a me, se guardo con attenzione ho osservato (a parte qualche piccola sbavatura: ma chi non la fa) i suoi comandamenti. E adesso dovrei gioire perché un disgraziato, uno che se l’è spassata mentre io lavoravo, torna a casa ed è perdonato, abbracciato, festeggiato dal Padre: il bastone ci vorrebbe!”
Gesù, nella parabola non condanna il bene che il figlio maggiore ha fatto ma mette in evidenza il suo difetto che è quello di non aver capito il motivo del suo agire e dell’agire del Padre Insomma è uno che fa bene ma non ama. Ama poco il padre: è interessato agli averi, ha poca confidenza con lui: non gli ha mai neppure chiesto un capretto per far festa, non vede nel fratello un fratello ma solo un peccatore, uno che ha dilapidato dei soldi del padre che forse avrebbero potuto essere suoi. Gesù ci ama quando vede che facciamo il nostro dovere. Il premio non ci mancherà: “quello che è mio, è tuo” ma ci chiede di amare: amare Lui, la sua volontà, vedere negli altri dei fratelli amati, non essere invidiosi per il perdono accordato ma gioiosi per i doni che Dio riversa su tutti. Se pensiamo di essere un po’ come questo figlio maggiore, ringraziamo Dio di non essere scappati di casa, ma non chiudiamo la porta di casa perché “Nella casa del Padre mio ci sono molti posti” e solo insieme con altri la festa sarà più completa.
DOMENICA 4 MARZO: 3^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B
Tra i santi ricordati oggi:San Casimiro di Lituania; Sant’ Adriano di Nicomedia; San Lucio, Papa.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE GESU' DEL TUO AMORE PAZIENTE.
HANNO DETTO: Non abbattere mai una palazzina prima di conoscere la vera ragione per cui fu costruita. (Gilbert Chesterton)
SAGGEZZA POPOLARE: Siamo figli dei nostri pensieri e padri delle nostre azioni.
UN ANEDDOTO: Monsignor Chalandon, vescovo di Belley, decise di nominare canonico il santo curato di Ars; si presentò ad Ars il 25 ottobre del 1852. Gli impose pubblicamente, all’improvviso, la mozzetta di canonico. A nulla servirono le sue parole di protesta. Quando passò dalla Chiesa alla casa parrocchiale con il vescovo e con la mozzetta da canonico, sembrava un condannato a morte. Quando il vescovo se ne andò dal paese don Vianney vedendo Maria Ricotier, alla quale vendeva molte cose usate per ricavarne denaro per i suoi poveri, le disse: “Lei arriva proprio nel momento giusto, voglio vendere la mia mozzetta da canonico. L’ho offerta a padre Borjou ed egli si è rifiutato di darmi in cambio dodici franchi. Lei me ne darà per lo meno quindici.” “Vale di più.” “Le vanno bene 20?” Gli consegnai 25 franchi, però, quando venni a sapere che era costata 50, gliene diedi altri 25. Egli era così contento che esclamò: “Magari monsignore me ne desse un’altra per guadagnare più soldi per i poveri”
PAROLA DI DIO: Es 20,1-17; Sal 18; 1Cor 1,22-25; Gv 2,13-25
Vangelo Gv 2,13-25
Dal vangelo secondo Giovanni
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo. Parola del Signore
“EGLI INFATTI CONOSCEVA QUELLO CHE C’È NELL’UOMO.”
Quando ci penso a fondo, qualche volta mi fa perfino paura: Gesù ci conosce dall' a alla z, conosce le intenzioni, quelle palesi e quelle ben nascoste, i pensieri, i giudizi, la manipolazione degli affetti, le maschere, le cattiverie... e nonostante tutto ci vuole bene. E' vero che conosce anche i desideri di bene, la buona volontà, la semplicità, ma non mi ama perché sono buono, mi ama come sono; desidererebbe vedermi migliore, capace di rispondere con amore puro al suo amore, capace sempre di vera fraternità di condivisione ma nonostante le tante promesse non mantenute, i tanti compromessi, mi prende come sono e mi vuol bene, il suo bene, con tutti i miei limiti. Questo è vero amore! Ed è proprio per questo tipo di amore che, pur consapevole dei miei tanti limiti e peccati che riparto ancora una volta, senza abbattermi: potrò aver sballato tanto ma Lui mi ama!
LUNEDI’ 5 MARZO
Tra i santi ricordati oggi:Santa Olivia, Vergine e martire; San Giovanni Giuseppe della Croce.
Una scheggia di preghiera:
IL TUO VOLTO, SIGNORE, BRILLI PER OGNI UOMO.
HANNO DETTO: L’uomo veramente grande è colui che fa sentire grande ogni altro uomo. (G. K. Chesterton)
SAGGEZZA POPOLARE: "E' più comodo batter il "mea culpa" su petto degli altri"
UN ANEDDOTO: Un sacerdote domandò al santo curato d'Ars: “Mi dica qual è il suo segreto per avere denaro. Io ne ho bisogno per la mia chiesa”. Gli rispose: “Il mio segreto è dare tutto. Doni tutto e avrà i soldi”.
PAROLA DI DIO: 2Re 5,1-15a; Sal 41 e 42; Lc 4,24-30
Vangelo Lc 4, 24-30
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Parola del Signore
“NESSUNO DI LORO FU PURIFICATO, SE NON NAAMAN, IL SIRO”.
Un’idea base del Vangelo è quella che Dio non è monopolio di nessuno: Dio è libertà assoluta che non può essere vincolata in schemi umani ed è misericordia e amore per tutti gli uomini. Gesù ricordando l’episodio di Naaman, un pagano guarito dalla lebbra, vuole aiutarci a capire che nessuno di noi davanti a Dio deve avere l’atteggiamento del possesso. Bisogna invece essere riconoscenti per il suo amore che si riversa su ogni uomo. Non c'é nulla di più assurdo e contro la fede delle “guerre sante”, da qualunque parte vengano (come si può dichiarare “santa” una guerra che uccide, emargina, schiavizza l’uomo?). Tra tutti gli integralismi, quello religioso è il peggiore perché è addirittura contrario al pensiero di Dio e non rispetta l’uomo. Ma, attenzione anche ai piccoli integralismi religiosi, quelli che ci fanno dire: “La salvezza si realizza solo nel mio movimento”, “la Bibbia la interpretiamo bene solo in quei gruppo”, “se vuoi essere a posto devi per forza fare così e così”.
Affermare la propria appartenenza di fede a un popolo o ad un gruppo è necessario per la verità ma non deve mai diventare imposizione umana e tanto meno motivo di giudizio o di discriminazione.
MARTEDI’ 6 MARZO
Tra i santi ricordati oggi:Santa Agnese di Boemia; Sant’Ezio, martire; San Marciano, Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI.
HANNO DETTO: L’esperienza ci informa che la prima difesa degli spiriti deboli è recriminare. (Coleridge)
SAGGEZZA POPOLARE: La campana, l'asino e il pigro lavorano soltanto con le percosse.
UN ANEDDOTO: Quando nel 1843 il santo curato d'Ars si ammalò gravemente e fu sul punto di morire, il dottor Saunier chiese a tre medici di venire per un consulto. Il santo, vedendo quattro dottori riuniti intorno al suo letto, senza perdere il suo humour, commentò: “Sto sostenendo in questo momento un grande combattimento”. “Contro chi, signor curato?” “Contro quattro medici. Se ne arriva un altro, mi do per morto”
PAROLA DI DIO: Dn 3,25.34-43; Sal 24; Mt 18,21-35
Vangelo Mt 18, 21-35
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Parola del Signore
“NON DOVEVI ANCHE TU AVER PIETA' DEL TUO COMPAGNO, COSI' COME IO HO AVUTO PIETA' DI TE?”.
“Non riesco a perdonare!”. Quante volte troviamo difficile il perdono. Vorremmo farlo, capiamo che la vendetta e il rancore sono già una punizione, un peso per noi, ma il male ricevuto (o presunto) ritorna a galla e ci impedisce di vedere il bene. Gesù ci indica la strada per incamminarci verso il perdono: è solo se ti rendi conto che tu sei un “graziato”, un perdonato che puoi capire quanto sia giusto e bello perdonare. Nella parabola di oggi c’è un debito enorme, non solvibile, che gratuitamente viene perdonato. Davanti a Dio noi abbiamo diritto al perdono?
E’ solo un amore forte e gratuito come quello di Dio che può giungere fino a noi. E davanti a questo, chi sono io per ergermi a giudice del mio fratello?
Il dovere del perdono cristiano non è una legge fredda e impersonale ma una necessaria conseguenza del perdono ricevuto.
MERCOLEDI’ 7 MARZO
Tra i santi ricordati oggi:Sante Perpetua e Felicita, martiri; San Gaudioso, vescovo
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU', SEI FONDAMENTO DI OGNI VERA LEGGE.
HANNO DETTO: Vedere per prevedere, prevedere per provvedere. (Auguste Comte)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi imbocca tutti i vicoli, troverà tanti pericoli.
UN ANEDDOTO:Un uccellino sogna di volare. Sbatte le ali, ma ha paura di sollevarsi in aria. Un giorno, un uccello gli chiede: "Perché non provi? Hai le ali per farlo!" Questi risponde: "Ho le ali, è vero, ma ho anche molta paura." "Avere gli strumenti giusti per realizzare un sogno alla nostra portata non basta se non si ha anche il coraggio di realizzarlo."
PAROLA DI DIO: Dt 4,1.5-9; Sal 147; Mt 5,17-19
Vangelo Mt 5, 17-19
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Parola del Signore
“NON CREDIATE CHE IO SIA VENUTO AD ABOLIRE LA LEGGE O I PROFETI; NON SONO VENUTO PER ABOLIRE, MA PER DARE COMPIMENTO”.
Noi pensiamo che l’uomo “adulto, maturo” sia colui che non ha bisogno di leggi per sapere che cosa fare. L’uomo libero è colui che sa scegliere tra bene e male. E allora la legge viene accettata solo come “manuale di comportamento”, come limite che mi è imposto perché io non tocchi la libertà dell’altro. Ad Israele non era successo così: le leggi, donate da Dio erano segno della sua vicinanza e vanto rispetto agli altri popoli. Anche Gesù si richiama a queste leggi e le dichiara valide fino alla fine dei tempi. Occorre però vedere i comandamenti nel loro spirito. Dicendo: “Non uccidere” Dio mi invita a riconoscere l’altra persona come dono per me e quindi ad impegnarmi a rispettare la sua libertà e la sua diversità. In questo modo, la “legge” non e un limite alla mia libertà ma l’indicazione di un cammino da compiere verso il Bene.
GIOVEDI’ 8 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni di Dio; San Giuliano da Toledo; San Ponzio.
Una scheggia di preghiera:
FA' CHE OGNI GIORNO ACCOLGA LA TUA CHIAMATA.
HANNO DETTO: La mente dell'uomo è capace di qualsiasi cosa - poiché dentro di essa vi è ogni cosa, non solo tutto il passato ma anche tutto il futuro. (Joseph Conrad)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha il capo di cera non si metta al sole.
UN ANEDDOTO: Mal sopportava la palla di essere battuta e rotolata nel fango e di non potersi fermare in nessun luogo; all'incudine invece dispiaceva di stare sempre ferma sotto i colpi. Perciò trattarono con l'uomo, affinché egli, che in simili faccende è come un dio capace di donare molteplici forme, mutasse l'incudine in palla e la palla in incudine. "Questo cambio non si adatta a voi" – disse l'uomo – "ma se siete d'accordo, farò dall'incudine marre, rastrelli e zappe". “Preferisco – disse quella "conservare la dimensione e il peso che ho; e a te, o palla, do questo consiglio: accontentati di tenere gli uomini avvinti nel gioco e nell'ammirazione di te, saltando e volando". (Leon Battista Alberti)
PAROLA DI DIO: Ger 7,23-28; Sal 94; Lc 11,14-23
Vangelo Lc 11, 14-23
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demoni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demoni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde». Parola del Signore
“CHI NON E’ CON ME E’ CONTRO DI ME; CHI NON RACCOGLIE CON ME, DISPERDE”.
Oggi si parla di radicalismo religioso solo perché vediamo le esasperazioni becere di certi radicalismi (o di persone che con essi si mascherano) che sono: guerre di religione, imposizioni, coartazioni di libertà, esaltazioni, forme di pazzia. Quando Gesù diceva: “O siete con me o siete contro di me”, non intendeva certamente queste esasperazioni, se no, dove sarebbe la buona notizia del Vangelo che libera l’uomo nel suo interno e lo aiuta, attraverso il comandamento dell’amore, a stabilire giusti rapporti con Dio e con gli uomini?
Gesù ci mette davanti ad una scelta, profonda, libera, decisiva, impegnativa. Il mondo del Cristianesimo, ha scelto Cristo?
Io, ho scelto Cristo?
Proviamo a rispondere a queste due domande. Noi viviamo, qui in Italia, in un mondo “cristiano”: moltissimi i battezzati, cultura che si fonda in gran parte su principi cristiani abbiamo perfino il Papa in casa!
Dovremmo essere migliori di molti altri, ma guardiamo ai fatti: qual è l’elemento motore della nostra società?
L’amore o il denaro?
I grandi, i potenti, i datori di lavoro, i politici nella loro maggioranza si interessano davvero al bene comune o si interessano a se stessi?
I grandi partiti a qualunque ”polo” appartengano, si ispirano al Vangelo o si ammantano di idee libertarie solo per nascondere la propria sete di potere o per garantire i propri affari?
Non mi scandalizzo di tutto questo, non voglio essere il purista che vede, stando ben al di fuori, tutto il male esistente nel mondo, ma non posso non notare quanto, come società “cristiana”, siamo lontani da Cristo. E io ho scelto Cristo?
Ciascuno provi a rispondere per se stesso. In quanto a me non posso dire di non aver scelto Cristo, infatti esso ha segnato e segna ogni scelta importante della mia vita, ma vedo che se provo entusiasmo per Lui, poi spesso preferisco le scelte del mondo; comprendo che la sua strada è quella giusta, ma invidio chi ha seguito quella di “mammona” e il denaro, il potere e il successo spesso hanno dominio su di me. Credo che l’amore e il perdono siano i grandi insegnamenti evangelici, ma non sempre condivido cose e tempo con gli altri e un po’ di vendetta, o almeno di rancore trova posto in me. Il radicalismo che Gesù ci chiede non è quello di fare delle crociate in nome suo, è quello di non sceglierlo solo a parole.
VENERDI’ 9 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Francesca Romana; Santa Caterina da Bologna; San Gregorio di Nissa.
Una scheggia di preghiera:
AMATO DA TE, GESU', VOGLIO AMARE COME TE.
HANNO DETTO: Felice colui che ha trovato il proprio mestiere: che non chieda altra fortuna. (Thomas Carlyle)
SAGGEZZA POPOLARE: La fatica promette il premio, e la perseveranza lo porge.
UN ANEDDOTO:Un giorno i demoni assalirono Arsenio nella sua cella per tormentarlo; giunsero frattanto coloro che lo servivano e, stando fuori dalla cella, lo udirono gridare a Dio: «O Dio, non mi abbandonare; non ho fatto niente di buono ai tuoi occhi, ma nella tua bontà concedimi di cominciare»
PAROLA DI DIO: Os 14,2-10; Sal 80; Mc 12,28b-34
Vangelo Mc 12, 28-34
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore
“UNO DEGLI SCRIBI GLI DOMANDO’: QUAL E’ IL PRIMO DI TUTTI I COMANDAMENTI?”.
Ed eccoci sempre pronti alle classifiche. Per i rabbini di allora cercare quale fosse il primo comandamento rimaneva una delle tante questioni teoriche, una ricerca puramente intellettuale, ed anche per noi stabilire quali siano le cose migliori o quelle peggiori spesso serve per crearci dei parametri per poter nascondere la nostra mediocrità. Gesù non accetta queste classifiche ma ci dice che alla base di tutto ci sta l’amore, l’amore con cui tu ti lasci amare, l’amore di Dio che previene, che accompagna, che provvede, l’amore del prossimo che è riconoscersi figli di un unico Padre, che è riconoscere il potenziale di amore che è in ciascuno, l’amore vero per se stessi che è volersi costruire non secondo il proprio egoismo ma secondo il piano di Dio. E appare evidente che neanche nell’amore si possono fare classifiche tipo: prima Dio, poi il prossimo, poi se stessi, perché in qualunque modo l’amore vero si esprima, comprende sempre questi tre livelli: se ami davvero te stesso, tu ti realizzi secondo il piano di Dio a favore dei fratelli. Se tu ami il fratello, ami Dio che è in Lui e realizzi il bene di te stesso. Se tu ami Dio o ti lasci amare da Lui, il suo amore immenso non può che straripare da te a favore degli altri e nello stesso tempo non può che realizzare la tua vera gioia profonda.
SABATO 10 MARZO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Anastasia di Costantinopoli; San Caio; San Macario di Gerusalemme.
Una scheggia di preghiera:
O DIO, ABBI PIETA' DI ME PECCATORE.
HANNO DETTO: Se un uomo non è disposto ad affrontare qualche rischio per le sue opinioni, o le sue opinioni non valgono niente o non vale niente lui. (Confucio)
SAGGEZZA POPOLARE: La persona saggia non è colui che accumula conoscenze, ma colui che scopre la verità.
UN ANEDDOTO: Riferiva Giorgio Torelli d’aver intervistato l’attore inglese che personificava il Signore nel film Jesus Superstar (1975): «Ci credi?» aveva domandato. Ed ecco la risposta: «Si fa fatica. Però è affascinante. A tener compagnia a questo Jesus, a lasciarsela tenere, si esce sconvolti. Non posso far a meno di lui, eppure non so adottarlo full-time. Accidenti, chi l’incontra, non se la cava più»
PAROLA DI DIO: Os 6,1-6; Sal 50; Lc 18,9-14
Vangelo Lc 18, 9-14
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». Parola del Signore
“DUE UOMINI SALIRONO AL TEMPIO A PREGARE: UNO ERA FARISEO E L’ALTRO PUBBLICANO”.
Una prima osservazione: sono due persone che sentono il bisogno di pregare. Oggi non sempre questa esigenza è sentita. C’è tempo per la televisione, per lavare la macchina, per... ma per Dio, per la Messa, il tempo non c’è. Poi, anche tra chi ha deciso di pregare, quello che conta sono gli atteggiamenti interiori. Il fariseo è talmente convinto del suo ruolo di “perfetto”, di “difensore dell’ortodossia” che, una volta salito al Tempio per pregare, invece che incontrare Dio e parlare con Lui, incontra e parla solo con se stesso. E sì, perché nella preghiera c’è questo rischio in quanto, almeno verbalmente, il Signore non risponde ed è facile cadere nel monologo egoistico. Il pubblicano, invece, vuole incontrare Dio perché riconosce che solo Lui può perdonarlo, ha bisogno di Dio, è consapevole della propria miseria. In fondo questa parabola viene a dirci che la preghiera esiste solo quando i due interlocutori di essa stanno al posto giusto: Dio è riconosciuto nella sua trascendenza e misericordia e l’uomo nella sua povertà e miseria bisognosa di tutto.
DOMENICA 11 MARZO: 4^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: San Costantino; Santa Rosina, Santa Fina.
Una scheggia di preghiera:
FA' CHE CI LASCIAMO ILLUMINARE DA TE, GESU', NEL CAMMINO DELLA VITA.
HANNO DETTO: C'è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti. (Henry Ford)
SAGGEZZA POPOLARE: «Non perdere tempo a piangere il tempo perduto».
UN ANEDDOTO:Un uomo decise di far visita a un eremita il quale, come gli era stato detto, viveva non lontano dal monastero di Sceta. Dopo aver camminato a lungo nel deserto, trovò finalmente il monaco. «Ho bisogno di sapere qual è il primo passo che dovrebbe essere intrapreso per il cammino spirituale», disse. L’eremita portò l’uomo ad un piccolo pozzo, e gli disse di guardarsi riflesso nell’acqua. L’uomo provò a farlo, ma come tentò, l’eremita gettò dei sassolini nell’acqua, agitandone la superficie. «Non potrò vedere la mia faccia se continui a tirare quei sassi», disse l’uomo. «Così come è impossibile per un uomo vedere il suo volto nelle acque mosse, è anche impossibile cercare Dio se la propria mente è ansiosa della ricerca», disse il monaco. «Questo è il primo passo!» (P. Coelho).
PAROLA DI DIO: 2Cr 36,14-16.19-23; Sal 136; Ef 2,4-10; Gv 3,14-21
Vangelo Gv 3,14-21
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Parola del Signore
“LA LUCE È VENUTA NEL MONDO, MA GLI UOMINI HANNO AMATO PIÙ LE TENEBRE CHE LA LUCE”.
Quanta gente vive al buio. Il buio della sofferenza, dei valori, del senso della vita, del vuoto. Eppure c’è una luce che può illuminare: Gesù è la luce del mondo che ci dà Dio Padre, senso della vita, fonte dei valori, pienezza di eternità amorosa, forza nella sofferenza. E noi uomini, e noi cristiani che abbiamo Gesù spesso preferiamo andare a cercare luci fatue e tremolanti piuttosto che gioire della luce vera. Preferiamo brancolare nell’opacità della materia, nel rumore di applausi che passano, nello sfarfallio vano del denaro e rimaniamo nel buio, che ci fa barcollare, preferiamo camminare a tentoni e cadere e portarci addosso tutte le paure che il buio ingenera. Eppure la vediamo la sorte meschina di questo mondo che ha rifiutato la luce di Dio, vediamo le conseguenze di ingiustizie, di violenze, di sofferenze, di vuoto assoluto. Perché non lasciarci illuminare?
Perché non venire fuori dal buchetto dell’egoismo per lasciarci anche scaldare da questa luce che rinnova la vita e il cuore?
LUNEDI’ 12 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano; Sant’ Innocenzo I, Papa; San Nicodemo, abate.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, DI TE MI FIDO E A TE MI AFFIDO.
HANNO DETTO: «Dimentico ciò che odo. Ricordo ciò che vedo. Imparo ciò che faccio». Confucio
SAGGEZZA POPOLARE: «Il tempo è una serie infinita di adesso uniti insieme». (Saggezza Cinese)
UN ANEDDOTO: Aureng Zeb, Imperatore del Mogol aveva passato una lunga e difficile malattia ma si dedicava totalmente al servizio del suo regno. Un ministro gli fece osservare che questo poteva essergli fatale e che quindi avrebbe fatto bene a ridurre il suo impegno. Gli rispose: “Un re che non metta a rischio la propria vita per il proprio popolo ogni giorno non è degno di regnare.”
PAROLA DI DIO: Is 65,17-21; Sal 29; Gv 4,43-54
Vangelo Gv 4, 43-54
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea. Parola del Signore
“E CREDETTE LUI CON TUTTA LA SUA FAMIGLIA”.
La struttura del racconto di questo miracolo non solo ci dà la possibilità da una parte di vedere il potere di Gesù che riesce a fare anche miracoli a distanza, ma ci permette di vedere nella fede di questo funzionario del re che ha un figliolo ammalato il cammino che dovrebbe fare la nostra fede. Quest’uomo va da Gesù perché ha un problema che gli sta a cuore e che da solo non può risolvere: la fede parte sempre da questo: il constatare la nostra inadeguatezza, la nostra povertà, il nostro dubbio e la nostra incapacità di trovare risposte adeguate. A questo punto qualcuno si ferma e rinuncia altri tentano varie strade. Anche quest’uomo va da Gesù non perché sia sicuro di ottenere ma perché ne ha sentito parlare, perché forse qualcuno gli ha raccontato di altri miracoli. Succede un po’ come quando visiti i non risultati della medicina ufficiale davanti ad una malattia si tentano un po’ tutte le altre strade. Ma il mettersi in cammino, l’incontro, la preghiera che rivolge a Gesù, il rimprovero di Lui sulla poca fede, lo portano ad insistere nella sua richiesta. Gesù per poter entrare nei nostri cuori ha bisogno del nostro desiderio ripetuto, di qui il suo invito a pregare incessantemente, con insistenza. Ma occorrono ancora due passi prima che la fede di quest’uomo e la nostra trovino il loro vero compimento. Occorre l’abbandonarsi e il fidarsi totalmente senza garanzie immediate: quest’uomo deve ritornare a casa fidandosi unicamente di quanto gli aveva detto Gesù. Anche per noi c’è sempre un momento in cui bisogna fare un salto nel buio, bisogna fidarsi mentre tutto ti sta dicendo il contrario, questa è la parte umana che dobbiamo metterci noi per arrivare alla fede. E poi c’è la constatazione della potenza di Dio e la manifestazione esplicita della fede. Non so a che punto sia il cammino di fede di ciascuno di voi ma, per esperienza, so che è un cammino che uno non ha mai finito di compiere e che spesse volte bisogna ricominciare nella vita. Abbiamo però fiducia: se non ci sediamo delusi lungo il bordo della strada ma camminiamo sia per andare da Gesù che per tornare al nostro quotidiano, anche se sembriamo soli, Dio è già in cammino con noi.
MARTEDI’ 13 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Rodrigo; Santa Modesta.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE GESU', GUARISCI QUESTA FAMIGLIA.
HANNO DETTO: L'essenza dell'ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi, una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, il futuro lo rivendica a sé. (D. Bonhoeffer)
SAGGEZZA POPOLARE: «Colui che è maestro nell’arte della vita, non distingue tra il suo lavoro ed il suo tempo libero, ma semplicemente persegue la sua visione d’eccellenza, qualsiasi cosa stia facendo. Lasciando agli altri decidere, se sta lavorando, o semplicemente giocando». Massima Zen
UN ANEDDOTO: La tenda di Abramo presso la quercia di Mamre era aperta sui quattro lati, perché il visitatore potesse entrarvi da qualunque parte arrivasse, senza essere costretto ad aggirarla. L’architettura dell’ospitalità non teme il vento.
PAROLA DI DIO: Ez 47,1-9.12; Sal 45; Gv 5,1-16
Vangelo Gv 5, 1-16
Dal vangelo secondo Giovanni
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Parola del Signore
“VUOI GUARIRE?”.
L’immagine di quest’uomo malato da lungo tempo che aspetta ai margini di un’acqua che può salvare ma incapace di arrivarci, mi sembra proprio l’immagine della nostra umanità. Siamo malati, malati di egoismo, di incapacità di vedere lontano e con amore, bloccati da mille cose che ci legano alla terra vediamo con chiarezza che c’è un acqua limpida che guarirebbe la nostra fede, ci darebbe le energie sufficienti per vincere il male, ci rinnoverebbe dentro e non ci decidiamo al tuffo, e quando qualcuno ci chiede perché troviamo ancora delle scuse. ”Gli altri non mi aiutano sono solo, tutto è sulle mie spalle”. “Ma vuoi o non vuoi guarire?”
Spesso la nostra umanità non vuole guarire. Qualche volta non si accorge neppure più di essere malata spesso non abbiamo neppure più il senso del peccato e lo confondiamo con quelle cose che non sono andate come volevamo e che ci rendono scontenti; altre volte l’abitudine al religioso non ci aiuta a vedere la gioia della salvezza che ci viene offerta e ci accontentiamo di un Dio da museo, altre volte valutiamo solo i rischi e le rinunce che comporterebbe il buttarsi decisamente. E così rimaniamo sulla soglia della salvezza, sempre offerta, sempre a portata di mano ma terribilmente lontana dai cuori inariditi. Eppure Gesù è disposto a guarirci, non desidera altro, a quel malato evita addirittura anche il fatto di doversi gettare nella piscina, ma io voglio guarire?
Ho almeno il desiderio di buttarmi nelle braccia di Gesù e di lasciare fare a Lui?
MERCOLEDI’ 14 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: S. Innocenzo, Vescovo; Santa Matilde di Sassonia, regina.
Una scheggia di preghiera:
E' PER OGGI LA MIA SALVEZZA.
HANNO DETTO: Se esiste un uomo non violento, perché non può esistere una famiglia non violenta? E perché non un villaggio? Una città, un paese, un mondo non violento? (Gandhi)
SAGGEZZA POPOLARE: La verità non vuol essere detta, né dipinta; vuol essere amata.
UN ANEDDOTO: Un giorno abba Macario pregava nella sua cella e gli giunse una voce che gli disse: “Macario, non hai ancora raggiunto la misura di quelle due donne che abitano in città”. Il mattino l’anziano si alzò, prese il suo bastone di palma e partì per la città. Giunto al luogo che cercava, bussò alla porta. Uscì allora una donna che lo accolse in casa sua. E come si fu seduto, chiamò tutte e due le donne ed esse vennero a sedersi accanto a lui. L’anziano disse loro: “Ho fatto tanta fatica a causa vostra; ditemi dunque quali sono le vostre opere buone”. Ma quelle dissero: “Credici, questa notte stessa siamo state con i nostri mariti. Quali opere buone possiamo avere?”. L’anziano però insisteva perché rivelassero il loro genere di vita. Esse allora risposero: “Non abbiamo tra noi nessun legame di parentela, ma abbiamo voluto sposare due fratelli. Da quindici anni abitiamo nella stessa casa e mai abbiamo litigato, mai ci siamo dette parole cattive, ma abbiamo trascorso tutto questo tempo nella pace e nella concordia. Ci è venuto il pensiero di entrare in un monastero di vergini, ma abbiamo chiesto ai nostri mariti ed essi si sono opposti. Dal momento che non abbiamo potuto ottenere il consenso al nostro progetto, ci siamo impegnate davanti a Dio a non pronunciare parole mondane fino alla morte”. A queste parole abba Macario disse: “Veramente non conta niente essere vergine o maritata, monaco o laico; Dio dona a tutti lo Spirito Santo, nella misura della loro buona volontà”.
PAROLA DI DIO: Is 49,8-15; Sal 144; Gv 5,17-30
Vangelo Gv 5, 17-30
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Parola del Signore
“IN VERITÀ VI DICO: CHI ASCOLTA LA MIA PAROLA E CREDE IN COLUI CHE MI HA MANDATO, HA LA VITA ETERNA E NON VA INCONTRO AL GIUDIZIO, MA È PASSATO DALLA MORTE ALLA VITA”.
Nel nostro modo di pensare siamo abituati a fare distinzioni. Ad esempio, noi distinguiamo vita terrena da vita eterna: se questo può essere comprensibile in quanto noi usiamo la categoria tempo, davanti a Dio è assurdo in quanto ieri, oggi, domani, sono per Lui eternità. Quindi, ogni nostro gesto non solo ha sapore di eternità, ma è già eternità. Ogni mio atto di bene e di male è per sempre. La creazione è ieri come oggi. La redenzione operata da Gesù è oggi, unica ed eterna. Quindi Gesù nella frase di oggi ci dice che se noi crediamo in Lui e in Colui che lo ha mandato (il Padre) siamo già passati da morte a vita: la morte, il giudizio, l’eternità non fanno paura al credente anche se in noi rimane il timore di non portare a compimento questo cammino di fede. E’ per questo che Gesù ci invita alla vigilanza, alla coerenza, alla perseveranza, ed è anche per questo che S. Paolo, con una frase che a prima vista può sembrare banale, ma che è estremamente profonda ci ricorda che “chi sta in piedi, badi a non cadere”.
GIOVEDI’ 15 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Luisa di Marillac; San Zaccaria; San Longino, martire.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, SIGNORE, DEL DONO DEI FRATELLI.
HANNO DETTO: Gli uomini non dovrebbero riflettere tanto su ciò che devono fare. Dovrebbero piuttosto pensare a quello che devono essere. (Meister Eckhart)
SAGGEZZA POPOLARE: La pecora è sempre pecora, anche nella pelle del leone.
UN ANEDDOTO: Padre Camelet afferma: Un giorno confessai un impiegato delle ferrovie, il quale mi assicurò di essere stato convertito dal santo curato d'Ars. Mi raccontò: “Venni a trovarlo senza intenzione di confessarmi. Ma rimasi così colpito nel vedere quest’uomo che sentii il desiderio di chiedere perdono dei miei peccati. Entrai in sagrestia ed egli mi chiese: - Da quanto tempo non ti confessi? - Da circa 25 anni. - Pensaci bene, da 28, 28 anni? - Sì, è così. E non hai ancora fatto la comunione, perché ricevesti solo l’assoluzione. Era vero. Io sentii che la mia fede si fortificava e promisi a Dio di non abbandonare mai più la mia fede
PAROLA DI DIO: Es 32,7-14; Sal 105; Gv 5,31-47
Vangelo Gv 5, 31-47
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?». Parola del Signore
“GIOVANNI ERA UNA LAMPADA CHE ARDE E RISPLENDE E VOI AVETE VOLUTO SOLO PER UN MOMENTO RALLEGRARVI DELLA SUA LUCE.”
Gesù parla di Giovanni il Battista e rimprovera i suoi uditori perché non hanno saputo accogliere il dono della sua presenza. Man mano che gli anni della mia vita si snodano mi ritrovo spesso a pensare alle tante persone "lampade" che il buon Dio ha messo sul mio cammino. Non facciamo i poeti: è vero che abbiamo incontrato tanto male e molta malvagità, ma quante persone a volte piccole e umili che ci hanno insegnato a sorridere, a sopportare, a riflettere, che ci sono state esempio di perdono, di preghiera, di sofferenza vissuta con amore!
Grazie, Signore, per quanti mi hanno dato; in questo momento, sia qui sulla terra che nel Paradiso ringraziali tu per me; e perdonami, Signore, se i miei occhi troppe volte sono stati foderati; perdonami per quando ho saputo vedere solo il male e non ho voluto rallegrarmi del bene che tu hai seminato in mille persone passate al mio fianco.
VENERDI’ 16 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Agapito; San Giovanni di Brebeuf.
Una scheggia di preghiera:
CON CRISTO, PER CRISTO, IN CRISTO.
HANNO DETTO: I peccati ottenebrano, come se le tue pupille avessero un diaframma. Ma se vuoi puoi essere guarito. (S. Teofilo di Antiochia)
SAGGEZZA POPOLARE: Nessuno sa più dire dove è nata, una notizia riportata.
UN ANEDDOTO:Quando una persona bestemmia somiglia a uno che è trattenuto per mano sopra un precipizio e che fa di tutto per colpire e graffiare negli occhi colui che lo trattiene, senza pensare che se lasciasse un istante la presa, egli precipiterebbe nel vuoto. [...] dico semplicemente a chi ha bestemmiato, se le circostanze lo permettono: «Perché bestemmi! Dio è forse l'unica persona al mondo che ti vuole veramente bene». (Raniero Cantalamessa)
PAROLA DI DIO: Sap 2,1a.12-22; Sal 33; Gv 7,1-2.10.25-30
Vangelo Gv 7, 1-2. 10. 25-30
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. Parola del Signore
“DICEVANO: COSTUI SAPPIAMO DI DOV’E'; IL CRISTO INVECE, QUANDO VERRA', NESSUNO SAPRA' DI DOVE SIA”.
Questi personaggi di Gerusalemme che fanno questo discorso, con i loro ragionamenti si chiudono nella loro supponenza e vanificano l’opera di Dio. Dio per parlare e dimostrare il suo amore totale per l’uomo ha scelto la strada dell’abbassamento, del farsi uomo e proprio questa umanità di Gesù fa difficoltà ad alcuni: è più facile accettare un Dio superiore, trascendente, lontano, il Dio dei filosofi che in fondo non dà fastidio, che si può “comprare” con alcuni sacrifici e preghiere che non un Dio fatto uomo come me; è più facile accettare un Dio di cui si può disquisire, ragionare, un “Dio da salotto” come vediamo spesso in certi dibattiti o programmi televisivi che un Dio che nella sua umanità interpella concretamente la nostra umanità. Eppure la strada dell’incarnazione di Gesù è l’unica e la migliore per giungere a Dio. I limiti dell’umanità di Gesù non sono una riduzione di Dio, sono un ingrandimento della nostra umanità che assunta dal Cristo ritrova la sua vera chiamata: siamo figli di Dio, chiamati all’eternità. il nostro Dio non è inaccessibile, ma pur rimanendo misterioso e superiore a noi, ci dà la possibilità di arrivare fino a Lui e, addirittura, nella comunione eucaristica di essere una cosa sola con Lui.
SABATO 17 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Patrizio, vescovo; Santa Geltrude di Nivelles; San Giuseppe di Arimatea.
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI, SIGNORE, DALLE PAROLE INUTILI.
HANNO DETTO: Mettere la verità prima della persona è l'essenza della bestemmia. (Simone Weil)
SAGGEZZA POPOLARE: Il bene bisogna cercarlo, e il male aspettarlo.
UN ANEDDOTO: Un mattino il santo curato d'Ars non stava bene e si recò a piedi a casa di un infermo a Savigneux. Si sentì così male che dovettero riportarlo in macchina. La stessa cosa gli accadde un giorno piovoso d’autunno a Rancé. Inzuppato fino al midollo, tremante di febbre, dovette coricarsi nello stesso letto del malato per confessarlo. Più avanti nel tempo, ridendo, diceva: - Ero più ammalato dell’ammalato.
PAROLA DI DIO: Ger 11,18-20; Sal 7; Gv 7,40-53
Vangelo Gv 7, 40-53
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodemo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua. Parola del Signore
“MAI UN UOMO HA PARLATO COSI' ”.
Gesù è segno di contraddizione. Lo aveva già annunciato il vecchio Simeone a Maria, ed ora tutto si verifica. C’è chi arroccato nella propria religiosità e nei propri principi non riesce a capirlo e tenta in tutti i modi di contrastarlo, arrestarlo, ucciderlo come persona che mina la tranquillità, la fede, gli affari, il quieto vivere; c’è chi lo accoglie pienamente, se ne fa paladino al punto di volergli passare avanti (pensate a Pietro che per questo si sente chiamare “Satana”) e c’è chi, pur non arrivando ancora alla fede piena, guarda a Lui meravigliato, come queste guardie che non riescono ad arrestarlo perché “mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo”. E’ proprio vero che il Vangelo è sempre attuale: oggi Gesù è osteggiato da qualcuno come il peggior impostore della storia, da altri è bellamente ignorato, qualcuno se ne è appropriato al punto da fargli dire cose che non ha detto o da usarlo per difendere le proprie idee, il proprio potere, i propri interessi, e c'è chi davanti al suo messaggio letto o testimoniato sa ancora meravigliarsi e porsi degli interrogativi. Noi fin da bambini siamo abituati al Vangelo, alcuni passi potremmo recitarli quasi a memoria, siamo anche abituati da tanta predicazione a leggerli in un determinato modo. Ma Gesù mi stupisce ancora?
Mi meraviglia?
Mi fa porre degli interrogativi concreti sulla mia vita?
DOMENICA 18 MARZO: 5^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: San Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dottore; San Narciso; Sant’Edoardo martire.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, FA' CHE LA MIA VITA PARLI DI TE.
HANNO DETTO: Un intero gregge in campagna perisce per la rogna di un solo animale e l'uva marcisce alla sola vista dell'uva marcia. (Giovenale)
SAGGEZZA POPOLARE: Se due comari chiacchierano da un pezzo, ce ne è una terza che ci va di mezzo.
UN ANEDDOTO: Racconta un testimone : “Era bello, quando il curato di Ars celebrava la santa messa. Si preparava in ginocchio, immobile, con le mani giunte e gli occhi fissi al tabernacolo. Niente poteva distrarlo. A volte, lo si vedeva piangere e altre volte ridere. A me piaceva guardarlo nei momenti della consacrazione e della comunione. Dopo il “Domine non sum dignus” (O Signore, non sono degno), rimaneva un attimo in adorazione, come una persona che parla con un’altra. Rideva e piangeva, tenendo gli occhi fissi sull’ostia. Quando pregava, pronunciava parole emotive: “Dio mio, io ti amo, aumenta sempre di più l’amore nel mio cuore, da questo momento fino alla mia morte.” Le esprimeva con un accento così vivo che tutti si sentivano spinti ad amare Dio di più.
PAROLA DI DIO: Ger 31,31-34; Sal 50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33
Vangelo Gv 12,20-33
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire. Parola del Signore
“SI AVVICINARONO A FILIPPO E GLI CHIESERO: “SIGNORE, VOGLIAMO VEDERE GESÙ”.
“Vogliamo vedere Gesù”. Anche oggi ci sono tante persone che, confessandolo apertamente o inconsciamente, fanno a noi cristiani questa richiesta. E non vogliono qualcuno che parli loro di Gesù, ma qualcuno che lo mostri loro. Non si “insegna” Gesù, lo si racconta, lo si interpreta. Non si discute su Gesù, lo si manifesta. Se ogni cristiano avesse un poi più di coraggio e meno “rispetto umano”, se lasciassimo che Gesù manifesti attraverso noi i suoi doni, se fossimo più convinti e gioiosi della salvezza che ci è stata donata, noi faremmo vedere Gesù al mondo. “Non ho bisogno di sentire le tue pie e spesso false e impacciate parole di consolazione, ci dice l’ammalato — Ho bisogno di vedere concretamente Gesù che si china sul mio letto di sofferenza”. “Per riempirmi la pancia — ci dice l’affamato — non ho bisogno di conferenze internazionali sulla fame. Ho bisogno di vedere attraverso te, Gesù che moltiplica i pani”. “Ho bisogno di vedere la tua speranza, la tua gioia, il tuo ottimismo — ci grida il mondo —. Ho bisogno di vedere Gesù, ed ho diritto di chiederlo”.
LUNEDI’ 19 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe; San Quinto.
Una scheggia di preghiera:
GIUSEPPE, OMBRA DEL PADRE PER GESU', INSEGNACI A FIDARCI DI LUI.
HANNO DETTO: Cristo con una sola parola atterrò Saulo ma rialzò Paolo; vale a dire abbatté il superbo e innalzò l'umile. (S. Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: Val più una casetta e un cuor contento che un gran palazzo pien di vento.
UN ANEDDOTO: Un giorno un sacerdote, camminando, si avvicinò ad un terreno ben coltivato sul quale stava alacremente lavorando un contadino. Il prete esclamò: “Di quali meravigliosi miracoli è capace il nostro Dio! Riesce a trasformare un semplice pezzo di terra in un luogo colmo di frutta, ortaggi e fiori, tutti ben ordinati, appetibili per gli occhi e il palato. Oh Signore che grandi miracoli sai compiere!” E il contadino, di rimando: “Caro sacerdote, dovevate passare di qua un anno fa… a vedere in che razza di modo il vostro Dio aveva lasciato questo terreno… tutto zolle ed erbacce… se ci avesse lavorato da solo, il vostro Signore, senza il mio aiuto, ora lei non potrebbe certo dilettare i suoi occhi, e neppure il palato!” Sono molti coloro che affidano a Dio i propri problemi, senza impegnarsi nello sforzo e nel sacrificio. Questo atteggiamento non porta frutti. Dio ha creato l’acqua, ma se vogliamo dissetarci non dobbiamo certo aspettarci che il bicchiere raggiunga da solo la nostra bocca
PAROLA DI DIO: 2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Sal 88; Rm 4,13.16-18.22; (Mt 1,16.18-21.24a) opp. Lc 2,41-51a
Vangelo Lc 2,41-51
Dal vangelo secondo Luca
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Parola del Signore
“AL VEDERLO, MARIA E GIUSEPPE RIMASERO STUPITI”.
Durante l’episodio di Maria e Giuseppe che “perdono” Gesù e lo ritrovano tre giorni dopo nel Tempio colpisce il fatto che essi si stupiscono. Se “angosciati” lo cercano, se sono stupiti di ritrovarlo nel Tempio a discutere con i dottori della legge, questo significa che anche Maria e Giuseppe hanno fatto fatica a comprendere il mistero di Gesù. Non tutto era così chiaro per loro come non tutto è chiaro per noi. Gesù è il compagno del nostro cammino ma non sempre è facile capire dove vuole condurci. E’ imprevedibile umanamente, perché è Dio. Come Maria e Giuseppe anche noi conviviamo con il mistero, ma come loro si fidano, si abbandonano, si lasciano plasmare, anche noi se contempliamo, meditiamo, accettiamo gioiosamente, scopriamo che per qualunque strada ci faccia passare, quel meraviglioso compagno di viaggio che è Gesù, non solo non ci abbandona mai, ma vuole unicamente il nostro bene.
MARTEDI’ 20 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Claudia; Santa Alessandra; San Serapione di Thmuis.
Una scheggia di preghiera:
NOI TI PREGHIAMO, UOMO DELLA CROCE; FIGLIO E FRATELLO NOI CREDIAMO IN TE.
HANNO DETTO: Se pensi di costruire l'edificio alto della santità, prepara prima le fondamenta dell'umiltà. (S. Agostino)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha un giorno di bene, non può dire di essere stato male tutto l'anno.
UN ANEDDOTO: Cesare Borgia, un personaggio dalla vita non certo tranquilla, morì nel 1507, a seguito delle ferite ricevute in battaglia. Visto che il condottiero e cardinale passò tutta la sua breve vita tra pericoli di ogni genere le ultime parole che disse morendo ci fanno pensare: “Muoio impreparato”.
PAROLA DI DIO: Nm 21,4-9; Sal 101; Gv 8,21-30
Vangelo Gv 8,21-30
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui. Parola del Signore
“QUANDO AVRETE INNALZATO IL FIGLIO DELL’UOMO, ALLORA CONOSCERETE CHE IO SONO”.
Il cartello che indica il precipizio da evitare, il faro che guida la nave nel mare in tempesta, la luce dell’aeroporto per l’aereo smarrito nella nebbia sono altrettanti segni con l’aiuto dei quali gli uomini possono aver salva la vita. Per noi il segno della salvezza è Gesù crocifisso. Il peccato è un male che da soli non riusciamo a curare, a vincere, ma Gesù ci dà se stesso, il suo sacrificio. Noi, nella nostra fretta, abbiamo perso l’abitudine di fermarci davanti all’immagine del crocifisso, ma è solo se sappiamo vedere in Lui il Salvatore che possiamo ritrovare la vera forza per sperare ancora nella misericordia di Dio che superando il nostro peccato ci riabbraccia nella sua misericordia.
MERCOLEDI’ 21 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Nicola di Flue; San Goffredo.
Una scheggia di preghiera:
SOLO IN TE, O DIO, E' LA VERA LIBERTA'.
HANNO DETTO: Una delle grazie più grandi è di essere fermamente persuase di non avere nulla che non ci venga da Lui. (S. Teresa)
SAGGEZZA POPOLARE: Per un forellino di formica, frana la diga.
UN ANEDDOTO: Nella notte che seguì una grande e dura battaglia vittoriosa, Napoleone con alcuni suoi alti ufficiali, perlustrava il campo ove, sotto le tende, riposavano i suoi soldati. Nella notte alta, illuminata debolmente da un raggio di luna, scorse un lumicino dentro una tenda. Gli ufficiali impensieriti lo fecero notare all’imperatore. — Lasciate pure — rispose egli — è la tenda del generale Drouot. Come ogni giorno, egli sta leggendo la Bibbia. Oggi ha dovuto dare una mano a troppe cose, ora ricupera il tempo di Dio, sacrificando il sonno. Ne avessi tanti di generali come lui!
PAROLA DI DIO: Dn 3,14-20.46-50.91-92.95; Cant. Dn 3,52-56; Gv 8,31-42
Vangelo Gv 8, 31-42
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato». Parola del Signore
“SE RIMANETE NELLA MIA PAROLA, SARETE DAVVERO MIEI DISCEPOLI: CONOSCERETE LA VERITA' E LA VERITA' VI FARA' LIBERI.”
Tutti abbiamo sognato o sogniamo la libertà e ciascuno dà alla libertà dei sensi diversi. Oggi il modo più abituale di intenderla è: "Posso fare ciò che voglio". Per Gesù non è così: la vera libertà per Lui è fare la volontà del Padre anche quando è difficile: "Padre se possibile allontana da me questo calice.., ma non la mia, ma la tua volontà sia fatta" perché la volontà del Padre è l'unica verità. E allora anche la mia libertà è quel lento cammino di liberazione da me stesso, dal mio egoismo che solo può avvenire da un confronto continuo e sincero con quella Parola che rivelandoci il Padre ci apre alla fiducia illimitata in Lui e ci permette di sintonizzarci sull'unico vero programma dell'uomo.
GIOVEDI’ 22 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ottaviano, martire; Santa Lea, vedova;Santa Renilde.
Una scheggia di preghiera:
IO CREDO, RISORGERO', QUESTO MIO CORPO VEDRA' IL SALVATORE.
HANNO DETTO: La fede non si riduce a sentimento privato, magari da nascondere quando diventa scomoda, ma implica la coerenza e la testimonianza anche in ambito pubblico in favore dell'uomo, della giustizia, della verità. (Benedetto XVI)
SAGGEZZA POPOLARE: Spesso al cane peggiore capita l'osso migliore. (Detto proverbiale)
UN ANEDDOTO: "Io sono stanca ed é tardi, vado a coricarmi" - La madre ed il padre stavano vedendo la televisione, quando la madre disse: "Io sono stanca ed è tardi: vado a coricarmi." Andò in cucina a fare dei panini per lo spuntino del giorno seguente a scuola, lavò le tazze del pop-corn, rimosse la carne per la cena del giorno seguente dal congelatore, verificò che le scatole dei cereali non fossero vuote, riempì la ciotola di zucchero, mise ciotole e posate sulla tavola e preparò la caffettiera per il giorno seguente. Mise dei vestiti nella lavatrice, cucì un bottone che era staccato. Tolse il servizio di piatti dalla tavola, e mise il calendario al giorno dopo. Innaffiò le piante, raccolse l'immondizia e stese un asciugamano bagnato. Sbadigliò, e si avviò verso la stanza da letto. Si fermò nello studio e scrisse una nota per l'insegnante del figlio, mise in una busta i soldi per il pagamento di una visita medica, e raccolse un quaderno che era caduto sotto una sedia. Firmò un cartoncino di auguri di compleanno per un amico, mise un francobollo sulla busta, e fece una piccola lista per il supermercato. Mise il cartoncino e la lista vicino al portafoglio. A quel punto il padre disse là dalla sala: "Pensavo che ti fossi andata a coricare." E lei rispose: "Sto andando". Mise l'acqua nella ciotola del cane e richiamò il gatto in casa. Si accertò che le porte fossero chiuse. Sbirciò nella stanza di ognuno dei bambini, spense la luce del corridoio, appese una camicia, gettò delle calze nel cesto dei vestiti sporchi, parlò un poco col figlio più grande che ancora stava studiando. Una volta in camera da letto, sistemò la sveglia per il giorno dopo, preparò i vestiti per il giorno seguente e sistemò le scarpe. Dopo si lavò il viso, passò la crema, spazzolò i denti e si sistemò un'unghia rotta. A quel punto, il padre spense la televisione e disse: "Io vado a dormire" e......ci andò..... senza fare null'altro! A questo punto: avete notato qualcosa di straordinario? Vi siete chiesti perché le donne vivono di più...... e sono così meravigliose?
PAROLA DI DIO: Gen 17,3-9; Sal 104; Gv 8,51-59
Vangelo Gv 8, 51-59
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio. Parola del Signore
“SE UNO OSSERVA LA MIA PAROLA, NON VEDRA' LA MORTE IN ETERNO”.
Sotto un certo aspetto capisco la difficoltà dei Giudei nei capire ed accettare Gesù. La frase che meditiamo oggi può lasciare anche noi perplessi. Vediamo che sia coloro che osservano la parola di Gesù che quelli che non la osservano soggiacciono alla morte. Che cosa vuole dirci, allora, Gesù?
C’è una morte che è peggiore di quella fisica ed è morire al nostro vero fine, è non realizzarsi secondo il progetto di Dio, è fondare tutta la nostra vita su cose che sono destinate a finire. Gesù, con la sua parola, ci invita invece a fondare il nostro vivere quotidiano su qualcosa che dura sempre, o meglio, su qualcuno che “è” sempre e che ci fa essere sempre. Osservare la parola di Gesù non è osservare delle leggi, è vivere in Lui, per Lui, con Lui, è essere già fin d’ora nell’eternità.
Certo, la morte ci colpirà ancora ma se sono con Lui anche questa è già vinta e con Paolo anche noi potremo dire: “Dov ‘è, o morte, il tuo pungiglione?” e “se Cristo è risorto, perché alcuni di voi dicono che non si dà risurrezione dei morti?”.
VENERDI’ 23 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Turibio di Mogrovejo; Sant’Ottone.
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI SIGNORE DAI GIUDIZI SENZA CARITA'.
HANNO DETTO: Dobbiamo al benessere opulento e all'orgoglio della tecnica se la fede in Dio va scomparendo. Abbiamo moltiplicato il rumore e riempito tutto di noi stessi. Dopo ciò ci meravigliamo se il Signore non si manifesta? (Andrei Sinjavskij)
SAGGEZZA POPOLARE: Un albero il cui tronco non riesci ad abbracciare ha inizio da un delicato germoglio.
UN ANEDDOTO:Le monache di un monastero eleggono la nuova badessa, la quale dichiara di non essere assolutamente degna della stima delle consorelle. Il Vescovo presente le viene in aiuto dicendole: «Madre, apprezzo e mi edifica il giusto sentire che ha di sé; se proprio pensa di non essere all’altezza di così pesante onere e arduo servizio, può liberamente rifiutarlo». L’eletta non ci ripensa su e immediatamente accetta. Se questa è umiltà, meglio non averla.
PAROLA DI DIO: Ger 20,10-13; Sal 17; Gv 10,31-42
Vangelo Gv 10, 31-42
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui. Parola del Signore
“I GIUDEI RACCOLSERO DELLE PIETRE PER LAPIDARE GESÙ”
Anche oggi, un segno per capire se stiamo operando per il bene può essere il numero di pietre che si stanno accumulando o scagliando contro noi. Gesù ci ha chiaramente avvertito: “Se hanno fatto così al legno verde che cosa non faranno al legno secco?”.
Attenzione però a non essere anche noi accumulatori di pietre o peggio, persone che scagliano sassi contro gli altri: innanzitutto le pietre che vanno in alto potrebbero proprio caderci in testa e poi, qualche pietra magari toglierebbe di mezzo un presunto nemico, magari ci farebbe avere un po’ di gloria, ma sarebbe sempre una pietra lanciata contro Cristo e uccidere Gesù, il fratello, il Vero, il Bello, il Giusto significa condannarsi a vivere senza Dio e senza senso.
SABATO 24 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina di Svezia; San Severo.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, GESU', DEL TUO AMORE PER NOI.
HANNO DETTO:Il bene c'è ed è assoluto; esso si identifica anzi con l'Assoluto stesso, di cui è il volto attraente, lo splendore irradiante, l'esigenza amabile, il dono perfetto. (Bruno Forte)
SAGGEZZA POPOLARE: Non si conosce il bene se non quando s'è perso.
UN ANEDDOTO: Recentemente, un uomo mi raccontava la sua conversione; era sposato con figli, ma lontanissimo da Dio; era dedito al gioco e tornava sistematicamente a casa alle ore piccole. Una notte, rientrando, trova un vangelo aperto sul tavolo; ha perso al gioco e si trova in una disposizione d’animo particolare. Si mette a leggere e dopo poche righe comincia ad esclamare tra sé: “Ma è impossibile che queste parole siano state scritte duemila anni fa; esse sono state scritte ieri per me!» Dicevano: «‘Perché giudichi il tuo prossimo... Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del fratello...?»». Continuò a leggere fino al mattino e, per settimane, ogni notte andò avanti a leggere e rileggere per ore intere i vangeli, finché essi cambiarono la sua vita e ne fecero un uomo tutto dedito al regno di Dio, sul quale il parroco sa che può contare per ogni collaborazione e che nel suo negozio tiene tanti «evangelietti» da dare alle persone in cerca di Dio. (R. CANTALAMESSA, Ci ha parlato nel Figlio, Milano 1985, pp. 53-54).
PAROLA DI DIO: Ez 37,21-28; Cant. Ger 31,10-12b.13; Gv 11,45-56
Vangelo Gv 11, 45-56
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, (ossia la risurrezione di Lazzaro,) credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Parola del Signore
“È CONVENIENTE PER VOI CHE UN SOLO UOMO MUOIA PER IL POPOLO, E NON VADA IN ROVINA LA NAZIONE INTERA!”
Con queste parole apparentemente di stratega della diplomazia il Sommo sacerdote Caifa condanna Gesù a morte. Ma Caifa non si accorge che proprio perché è Sommo Sacerdote pronuncia invece una profezia: sì, perché le profezie possono esserci anche mentre si condanna a morte un uomo. Gesù muore perché il popolo, noi, abbiamo la vita. E’ l’amore di Dio che ha il sopravvento sulla cattiveria. Mentre i rappresentanti del potere preparano la morte di un uomo, quell’uomo attraverso il dono della vita offre a tutti, anche a loro, la possibilità di vivere. Di qui una indicazione per rivivere la passione di Gesù in questi giorni: il senso del meravigliato ringraziamento.
Gesù si è addossato il nostro peccato, Gesù ha sofferto e patito le conseguenze del mio male perché non dovessi patirle io, Gesù trasforma le croci in amore, Gesù mi ama fino a donarmi tutto se stesso anche il suo corpo, la sua vita.
DOMENICA 25 MARZO: DOMENICA DELLE PALME ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: (Festa della Annunciazione: quest'anno è al 9 aprile); Sant’Isacco.
Una scheggia di preghiera:
OSANNA AL FIGLIO DI DAVID, OSANNA AL RDENTOR!.
HANNO DETTO: Una città in cui un solo uomo soffre meno è una città migliore. (Mons. Luigi Di Liegro)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi non vuol piedi sul collo, non s'inchini.
UN ANEDDOTO: Battute per sorridere e pensare - Un portacenere è come un ricco: più si riempie e più diventa sudicio. - Due noci in un sacco e due donne in una casa, fanno un gran rumore. - Con la moda che corre, le invenzioni dei sarti si dovrebbero chiamare “scoperte”. - Un sorriso costa meno dell'elettricità, ma dona molta più luce.
PAROLA DI DIO: Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1-15,47
Vangelo Mc 14,1-15,47
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco
Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Azzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturarlo con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo». Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei. Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto». Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno. Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri. Giunsero a un podere chiamato Getsèmani ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo. Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano. Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto. E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito. A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!». Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme. Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto. Parola del Signore
"I CAPI DEI SACERDOTI E GLI SCRIBI CERCAVANO IL MODO DI CATTURARLO CON UN INGANNO PER FARLO MORIRE”.
La prima cosa che stupisce nella lettura della sua passione è il fatto che Gesù, che in altre occasioni sapendo dell'odio contro di lui aveva evitato Gerusalemme e le trappole dei capi del suo popolo, ora non fa niente perché la sua sorte trovi compimento. E' proprio "l'agnello immolato" che va ''mansueto'' ad offrire la sua vita. Non che questo non gli costi, ma Gesù sa di "essere venuto per questo", sa di dover "bere il calice" fino in fondo, vuole bene al Padre e vuole bene agli uomini e proprio mentre si compie la Pasqua ebraica, Egli la rinnova offrendo se stesso. Il mistero del male, della delazione, della lotta politica trionfa, ma proprio in questo trionfo, mentre si distrugge il giusto e e il germe del bene che rinasce e mina all'interno le così ben oliate macchine del male.
LUNEDI’ 26 MARZO: LUNEDI’ DELLA SETTIMANA SANTA
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Emanuele, martire; San Ponzio; San Giovino.
Una scheggia di preghiera:
AI TUOI PIEDI, O GESU', DIVENTO TUO DISCEPOLO.
HANNO DETTO: Non è sufficiente fare del bene: bisogna farlo nella maniera corretta. (John Morley)
SAGGEZZA POPOLARE: Il bene è bene per tutti.
UN ANEDDOTO: Qualche anno fa in una delle due chiese gemelle a piazza del Popolo a Roma, quelle all’inizio di via del Corso, e precisamente in Santa Maria dei Miracoli, vi era un vecchio prete che, dalle prime ore del mattino fino alla chiusura della chiesa, se ne stava nell’ultimo confessionale a sinistra, presso l’altare maggiore. Si chiamava padre Ippolito e molti lo conoscevano per il suo carattere molto dolce e paziente. Qualcuno un giorno gli domandò che cosa facesse tutte quelle ore nel confessionale, anche quando la chiesa era deserta. «Sono così vecchio che non saprei come rendermi utile in casa. E poi — soggiunge — qui getto le mie reti e un pesciolino, prima o poi v’incappa. Non l’ha detto iI Signore che siamo pescatori d’anime?».
PAROLA DI DIO: Is 42,1-7; Sal 26; Gv 12,1-11
Vangelo Gv 12, 1-11
Dal vangelo secondo Giovanni
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. Parola del Signore
“MARIA ALLORA PRESE TRECENTO GRAMMI DI PROFUMO DI PURO NARDO, ASSAI PREZIOSO, NE COSPARSE I PIEDI DI GESU', POI LI ASCIUGO' CON I SUOI CAPELLI”.
Gesù nella sua vita “passò facendo bene ogni cosa” dicono alcuni personaggi del vangelo, però ha ottenuto davvero poca riconoscenza: solo un lebbroso su dieci torna a ringraziare e a lodare Dio, molti una volta ricevuto se ne vanno. Eppure il lodare, il dir grazie hanno una musica particolare, direi in profumo particolare come quello del nardo di Maria di Betania. Il profumo del suo grazie si scontra contro il calcolo umano di Giuda, il suo stare inginocchiata ai piedi di Gesù (Maria ci era abituata) indica la sua totale disponibilità e riconoscenza. Maria esprime la gratitudine di tutti i credenti, il grazie di tutti salvati da Cristo, la lode di tutti i risorti, l'amore di tutti gli innamorati di Lui, la risposta migliore a tutti i segni con i quali egli ha manifestato a tutti noi la bontà di Dio.
MARTEDI’ 27 MARZO: MARTEDI’ DELLA SETTIMANA SANTA
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Augusto; San Gelasio.
Una scheggia di preghiera:
TU, O GESU' NON MI HAI MAI TRADITO E MAI MI TRADIRAI.
HANNO DETTO: Io non mi preoccupo dei mali di stagione: contro l'influenza del diavolo c'è sempre pronto il vaccino della preghiera. (Del Vaglio)
SAGGEZZA POPOLARE: Il pigro è il fratello gemello del mendicante.
UN ANEDDOTO:- Lo stato matrimoniale si chiama santo, perché conta molti martiri. - I Santi sono delle canaglie di cui Dio si è occupato in modo particolare. - Vivere con i santi in ciel, oh che bella gioia! Vivere con i santi sulla terra è tutta un' altra storia!
PAROLA DI DIO: Is 49,1-6; Sal 70; Gv 13,21-33.36-38
Vangelo Gv 13, 21-33. 36-38
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte». Parola del Signore
“UNO DI VOI MI TRADIRA'”.
Gesù ripete, oggi, a noi questa frase. £ noi, come gli apostoli, cominciamo a guardarci sospettosi e poi iniziamo la ricerca del colpevole: sarà quel prete che sì è spretato? sarà quell’uomo che ha approfittato del denaro di quella iniziativa a favore dei poveri?
Sarà il mafioso che uccide per denaro?
Attenzione: c’è anche un’altra possibilità sempre aperta: posso essere io! Gesù si mette sempre nelle nostre mani e noi abbiamo la meravigliosa e tremenda possibilità di accoglierlo o di rinnegarlo e tradirlo. E se anche, magari non lo abbiamo rinnegato definitivamente, quanti piccoli tradimenti!
Quante volte ho preferito “far bella figura” piuttosto che annunciarti, quante volte ho tradito te, povero che bussavi alla mia porta, quante volte ho preferito non ascoltare un tuo richiamo, quante volte ti ho venduto pur di non compromettermi. Tu, o Gesù, mi dici questa frase per mettermi in guardia, per evitarmi i giudizi fondati sul puntare il dito, per impedirmi l’orgoglio e per ricordarmi la possibilità meravigliosa di accoglierti.
MERCOLEDI’ 28 MARZO: MERCOLEDI’ DELLA SETTIMANA SANTA
Tra i santi ricordati oggi: San Gontrano; San Venturino
Una scheggia di preghiera:
AGNELLO DI DIO CHE TOGLI I PECCATI DEL MONDO, ABBI PIETA' DI NOI.
HANNO DETTO: Chi perde il bambino che ha dentro di sé, lo rimpiangerà per il resto della vita. (P. Neruda)
SAGGEZZA POPOLARE: Animi forti non sono i colli torti.
UN ANEDDOTO: Così ha testimoniato Cesare Casella, nel libro scritto dopo 743 giorni lontano da casa per sequestro: “Durante la salita alla prima tana, ho capito che cosa dev’esse stato il calvario di Gesù Cristo. Da bambino, quando te lo raccontano al catechismo, il cammino verso il Golgota non ti fà né caldo né freddo. E una favola, qualcosa di irreale, non capisci che tragedia deve essere stata, non ti immagini il dolore. Là, su quella salita, l’ho capito perché l’ho provato”
PAROLA DI DIO: Is 50,4-9a; Sal 68; Mt 26,14-25
Vangelo Mt 26, 14-25
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». Parola del Signore
”E QUELLI GLI FISSARONO TRENTA MONETE D’ARGENTO”.
Gesù si dona e l’uomo lo tradisce. Non è un caso che “l’ora” di Gesù coincida con la festa della Pasqua. Essa era la festa principale degli Ebrei, ricordava la liberazione dalla schiavitù, il passaggio del Mar Rosso, lo scampato pericolo dall’Angelo della morte attraverso il sangue dell’Agnello che aveva segnato lo stipite delle porte delle case degli ebrei. In Gesù, si compie per il cristiano la liberazione definitiva, la morte non ha più potere, il regno di Dio si compie grazie al sangue di Gesù, l’Agnello innocente immolato. E Gesù è conscio di tutto questo, non subisce solamente gli eventi, è disposto positivamente a dare la sua vita per noi. E, mentre Gesù dona, l’uomo lo vende, ma anche in questo possiamo leggere un segno di amore per noi, trenta denari, al tempo di Gesù corrispondevano al prezzo di uno schiavo e Gesù per amore si lascia vendere schiavo. Trenta denari erano la paga di un pastore e il Buon Pastore di tutti dà, per trenta denari, la vita per le sue pecorelle.
GIOVEDI’ 29 MARZO: GIOVEDI’ SANTO
Tra i santi ricordati oggi: San Secondo d’Asti; Santi Firmino e Aulo.
Una scheggia di preghiera:
COM'E' BELLO SIGNOR STARE INSIEME ED AMARCI COME AMI TU.
HANNO DETTO: Chi abusa del bene lo rende malefico. (Gioberti)
SAGGEZZA POPOLARE: A chi non vuole far fatiche, il terren produce ortiche.
UN ANEDDOTO: Molti anni fa un predicatore si trasferì a Houston, in Texas. Alcune settimane dopo essere arrivato, ebbe l’occasione per andare con l'autobus dalla sua casa al centro. Quando si sedette, scoprì che il conducente, nel fargli il biglietto, gli aveva dato accidentalmente un quarto di dollaro in più. Allora lui si mise a pensare cosa fare, e così pensò di darlo indietro. Sarebbe stato sbagliato tenerlo. Poi però pensò, "Ma dai! E’ solo un quarto di dollaro. Chi si potrebbe preoccupare per questa piccola cifra? Di certo la società degli autobus già ha applicato una tariffa troppo alta; evidentemente stanno al riparo da ogni fallimenti. Di certo non fallirà per questo! Accettalo come un regalo da Dio e stai in pace". Quando arrivò il momento di scendere, si fermò alla porta e diede il quarto di dollaro al conducente e dicendo: "Guardi! Lei mi ha dato dei soldi in più!” Il conducente con un sorriso rispose: “Lei non è il nuovo predicatore in città? Io stavo già pensando ultimamente di andare a frequentare qualche altra chiesa, ma volevo ancora vedere quello che Lei avrebbe fatto se le avessi dato il resto sbagliato!”
PAROLA DI DIO: Es 12,1-8.11-14; Sal 115; 1Cor 11,23-26; Gv 13,1-15
Vangelo Gv 13, 1-15
Dal vangelo secondo Giovanni
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». Parola del Signore
“GESÙ SI ALZO' DA TAVOLA, DEPOSE LE VESTI E PRESO UN ASCIUGATOIO, SE LO CINSE ATTORNO ALLA VITA E COMINCIO' A LAVARE I PIEDI AI DISCEPOLI”
Nelle nostre celebrazioni liturgiche noi usiamo vestiti sgargianti, fiori che sottolineino la gioia, ceri e incenso che onorino il Signore... tutto bello, tutto giusto per onorare il Creatore e il Salvatore, ma c’è anche una bacinella e un grembiule per lavare dei piedi sporchi?
Gesù, il Maestro, il Signore sembra a prima vista rovinare la solennità e la liturgia di quella Pasqua. I piedi vanno lavati ai servizi, non in chiesa!
Eppure non ha senso celebrare Dio se non si ama concretamente i fratelli. Gesù sta per dare il suo corpo e se stesso per essere flagellato, insultato, ucciso su una croce per noi. La sua celebrazione della Pasqua non è la ripetizione di una stantia liturgia, è amore concreto, è servizio a Dio e a noi. E anche oggi Gesù continua a servirci, a donarci se stesso, a lavarci i piedi. Siamo talmente amati che il nostro Dio è nostro schiavo per amore.
VENERDI’ 30 MARZO: VENERDI’ SANTO
Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Climaco; Sant’ Amedeo.
Una scheggia di preghiera:
MARIA, ADDOLORATA E CONSOLATRICE, PREGA PER NOI.
HANNO DETTO: Se tutti noi ci confessassimo a vicenda i nostri peccati, rideremmo sicuramente per la nostra totale mancanza di originalità. (K. Gibran)
SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo ragionevole adegua se stesso al mondo: l'uomo irragionevole persiste del tentare di adeguare il mondo a se stesso. (anonimo)
UN ANEDDOTO: Qualche battuta su “Santi e martiri”
Esistono varie rappresentazioni del Buon Pastore. In particolare, quasi tutti conoscono quella classica di Raffaello e del Murillo che raffigura un giovane pastore che abbraccia una pecorella in modo veramente romantico. Le statue che ci rappresentano il Buon Pastore sono, in genere, barocche e sdolcinate, molto lontane dalla realtà. Tempo fa, visitai l’esposizione di un pittore fiammingo che aveva un quadro del Buon Pastore, molto differente da tutti quelli che avevo visti sino allora. Nel fondo si vedeva un gregge di pecore che pascolava in un verde prato, lungo un ruscello cristallino che scendeva da una montagna. Di fronte, era raffigurato un lupo, con sguardo feroce che si allontanava dal pastore agonizzante, con i vestiti strappati. In verità, questo quadro tanto veristico, è molto più vicino alla realtà: il Buon Pastore è colui che dà la vita per le sue pecorelle
PAROLA DI DIO: Is 52,13-53,12; Sal 30; Eb 4,14-16; 5,7-9; Gv 18,1-19,42
Vangelo Gv 18, 1-19, 42
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni
Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?». Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo». Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote. Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande». Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto». I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero così. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto. Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.
“E DA QUELL’ORA IL DISCEPOLO L’ACCOLSE CON SE' ”
Proprio nel momento supremo del dolore e della sua offerta Gesù ha un duplice pensiero: per noi e per sua Madre. Gesù ha amato sua madre, perché è la mamma, perché ha dei doni meravigliosi, perché è la prima ad aver realizzato concretamente la salvezza che Lui è venuto a portare a tutti. Gesù ha amato Giovanni e in Lui tutti noi: per questo è venuto nel mondo, per questo ha accettato di salire sulla croce. E dalla croce Gesù allarga la maternità di Maria a tutti gli uomini e in Giovanni invita tutti noi ad "ospitare Maria in casa nostra", cioè guardare a Lei come modello di cristianesimo, affidarci a Lei nelle nostre gioie e nelle nostre necessità, convivere con Lei perché Lei è la strada verso Gesù.
SABATO 31 MARZO: SABATO SANTO - VEGLIA PASQUALE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Balbina; San Beniamino; San Lucerio
Una scheggia di preghiera:
ALLELUIA! SIAMO CHIAMATI A RISORGERE CON TE, GESÙ.
HANNO DETTO: Dio è l'invisibile evidente. (Victor Hugo)
SAGGEZZA POPOLARE: La ruota che cigola più forte / è quella che si prende l'unta.
UN ANEDDOTO: Alcuni anni fa andammo in gruppo sul Sinai, nella famosa Tebaide. Su una colonna vedemmo incisa una figura: una divinità sosteneva una bilancia della vita con due piatti, su cui erano appoggiati rispettivamente un cuore umano e una piuma di uccello. Chiedemmo al professore musulmano il significato di quella bilancia. Lui ci spiegò che nella religione egiziana si credeva che quando un uomo moriva, la divinità scendeva e pesava il suo cuore. Se il cuore pesava meno di una piuma di uccello, la divinità lo portava con sé perché era leggero quanto lei. Infatti l’idea egiziana era questa: Durante la vita il cuore di un uomo diminuiva di peso ad ogni atto di carità verso gli altri, per diventare alla fine, leggero come una piuma.
PAROLA DI DIO: Oggi tutto tace fino all'esplosione di gioia della vegli pasquale: Rm 6,3-11; Sal 117; Mc 16,1-7
Vangelo Mc 16,1-7
Dal vangelo secondo Marco
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: "Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto"». Parola del Signore
“CHI CI FARA' ROTOLARE VIA LA PIETRA DALL'INGRESSO DEL SEPOLCRO?”
Una pietra aveva chiuso la tomba, ma una pietra più grossa era stata posta sul cuore. Quella pietra per gli ebrei chiudeva l’ingresso al “regno dei morti”, sigillava la fine della loro vita e salvaguardava indirettamente i viventi dal loro mondo. E la pietra posta sul cuore sembrava la parola fine. Le donne vogliono spostare questa pietra, forse non per fede nella risurrezione, ma per un gesto tipico di pietà. C’è questa pietra e c’è l’incapacità di rimuoverla da soli. Essa ostruisce l’accesso, lascia forse passare qualche barlume di luce ma impedisce di entrare e di uscire. E soprattutto è grande, immobile, pesante. Ancora una volta queste donne diventano nostra figura. I ragionamenti, le filosofie, le teologie non bastano a rimuovere la pietra che sul nostro cuore ci impedisce l’accesso alla fede, ma se noi cominciamo a camminare come queste donne anche solo per un gesto d’amore e se, cammin facendo ci sentiamo talmente poveri da accorgerci di aver bisogno di qualcuno che ci rimuova quella pietra, perché da soli non ce la facciamo, stiamo sicuri, il Dio della vita proromperà dal sepolcro per dirci in Gesù: “La tua fede ti ha salvato!”.