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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

 

FEBBRAIO 2018

 

 

GIOVEDI’ 1 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Orso di Aosta; Santa Anna Michelotti; Santa Brigida di Cell Dara.

Una scheggia di preghiera:

 

COM'E' BELLO, SIGNORE, AMARCI DEL TUO STESSO AMORE.

 

HANNO DETTO: Se vuoi essere più vicino a Dio stai più vicino alle persone. (Kahlil Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Fiume pacifico ha sponde fiorite.

UN ANEDDOTO: Miie Tamaki decise di abbandonare tutto ciò che faceva - era economista - per dedicarsi alla pittura. Per anni cercò un maestro adatto, finché trovò una donna specialista in miniature, che viveva nel Tibet. Miie lasciò il Giappone e si trasferì sulle montagne tibetane, per apprendere ciò che gli serviva. Andò ad abitare con la sua insegnante, che era estremamente povera. Alla fine del primo anno, Miie si recò in Giappone per alcuni giorni e tornò nel Tibet con le valigie piene di doni. Quando la sua insegnante vide ciò che lui aveva portato, scoppiò a piangere e pregò Miie di non tornare più nella sua casa, dicendo: "Prima, il nostro rapporto era di uguaglianza e di amore. Avevi un tetto, del cibo e i colori. Adesso, portandomi questi doni, hai creato fra di noi una differenza sociale. Se esiste questa differenza, non possono esistere comprensione e dedizione."

PAROLA DI DIO: 1Re 2,1-4.10-12; Cant. 1Cr 29,10-12; Mc 6,7-13

 

Vangelo Mc 6, 7-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore

 

“GESU' CHIAMO' A SE I DODICI E PRESE A MANDARLI A DUE A DUE E DAVA LORO POTERE SUGLI SPIRITI IMPURI.”

Un non troppo esatto modo d'intendere missioni e missionari per lungo tempo faceva sussistere la missione nell'andare specialmente verso popoli poveri e “idolatri” con la volontà di “convertirli” alla religione cattolica perché “unico mezzo di salvezza”. Oggi prima di tutto abbiamo capito che la missione non è compito esclusivo di 'sacerdoti missionari magari barbuti' ma che essa, con ruoli diversi è compito di tutti, che la missione non è 'colonizzazione' ma desiderio che le persone possano incontrare Gesù e il suo messaggio di salvezza e di liberazione, che dell'uomo non si deve salvare solo l'anima, ma l'uomo intero. Ritornando proprio al vangelo di oggi stiamo capendo che i mezzi, che pur in certe occasioni possono servire, spesso sono più un ingombro che non un aiuto (vedi anche l'aneddoto di oggi) che missione è sopratutto amare: amare Gesù, ma amare anche l'uomo e favorire in ogni modo che i doni della grazia possano arrivare al cuore del fratello perché è veramente bello sentirsi amati dal nostro Dio e cercare di amare come ha amato Lui.

 

 

VENERDI’ 2 FEBBRAIO: PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina De Ricci; San Cornelio, centurione.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE E' LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE, GLORIA, GLORIA, CANTIAMO AL SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Si passa la vita a desiderare ciò che non si ha ancora, e a rimpiangere quel che non si ha più. (J. Rouz)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il padre fa carnevale, ai figli tocca di fare quaresima.

UN ANEDDOTO: Vicino a Tokyo viveva un grande samurai, ormai anziano, che si dedicava a insegnare il buddismo zen ai giovani. Malgrado la sua età, correva la leggenda che fosse ancora capace di sconfiggere qualunque avversario. Un pomeriggio, si presentò un guerriero, conosciuto per la sua totale mancanza di scrupoli. Era famoso perché usava la tecnica della provocazione: aspettava che l'avversario facesse la prima mossa e, dotato com'era di una eccezionale intelligenza che gli permetteva di prevedere gli errori che avrebbe commesso l'avversario, contrattaccava con velocità fulminante. Il giovane e impaziente guerriero non aveva mai perduto uno scontro. Conoscendo la reputazione del samurai, egli era lì per sconfiggerlo e accrescere in questo modo la propria fama. Tutti gli allievi si dichiararono contrari all'idea, ma il vecchio accettò la sfida.  Si recarono tutti nella piazza della città e il giovane cominciò a insultare il vecchio maestro. Lanciò alcuni sassi nella sua direzione, gli sputò in faccia, gli urlò tutti gli insulti che conosceva, offendendo addirittura i suoi antenati. Per ore fece di tutto per provocarlo, ma il vecchio si mantenne impassibile. Sul finire del pomeriggio, quando ormai si sentiva esausto e umiliato, l'impetuoso guerriero si ritirò.  Delusi dal fatto che il maestro avesse accettato tanti insulti e tante provocazioni, gli allievi gli domandarono:  "Come avete potuto sopportare tante indegnità? Perché non avete usato la vostra spada, pur sapendo che avreste potuto perdere la lotta, invece di mostrarvi codardo di fronte a tutti noi?" "Se qualcuno vi si avvicina con un dono e voi non lo accettate, a chi appartiene il dono?" domandò il samurai. "A chi ha tentato di regalarlo," rispose uno dei discepoli. "Lo stesso vale per l'invidia, la rabbia e gli insulti," disse il maestro. "Quando non sono accettati, continuano ad appartenere a chi li portava con sé."

PAROLA DI DIO: Ml 3,1-4 opp. Eb 2,14-18; Sal 23; Lc 2,22-40

 

Vangelo   Lc 2,22-40 (forma breve: Lc 2,22-32)

Dal vangelo secondo Luca

(Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».) Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore

 

“ORA PUOI LASCIARE, O SIGNORE, CHE IL TUO SERVO VADA IN PACE, SECONDO LA TUA PAROLA, PERCHE' I MIEI OCCHI HANNO VISTO LA TUA SALVEZZA”

Tante volte mi chiedo perché ci sia tanta superficialità da parte dei battezzati, tanta formalità, così poco entusiasmo nel cammino di fede, tanta abitudinarietà e voglia di delegare ad altri i compiti della carità, del servizio, tanta indifferenza di fronte ai grandi problemi degli uomini del nostro mondo. Non sarà per caso che noi diamo per scontato di “aver visto la nostra salvezza”, dal considerare Dio “Uno più grande di noi da tener buono, da comprare con i nostri doni e i nostri riti”, da “non esagerare troppo nella fede per non correre il rischio di diventare fanatici”... Ma la luce della salvezza l'abbiamo vista?

Gesù Cristo lo abbiamo incontrato vivo e operante? Il fratello è davvero fratello o un rompiscatole che non possiamo far a meno di incontrare sul nostro cammino?

I 'vecchi' del Vangelo di oggi, dopo una vita di ricerca e di servizio finalmente vedono il Salvatore e sono pronti anche a morire perché hanno raggiunto lo scopo della propria vita. Io tutte le sere dicendo nella preghiera di compieta il cantico di Simeone sono davvero disposto a dire a Dio con tutto il cuore: “Ora posso anche morire perché sono talmente pieno di te, sazio di vita, che non mi importa di altro”?

 

 

SABATO 3 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Biagio, Vescovo e Martire; Sant’Ansgario (Oscar), Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI VIVO E OPERANTE IN MEZZO A NOI.

 

HANNO DETTO: Non si può scegliere il modo di morire. O il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora. (John Baez)

SAGGEZZA POPOLARE: Una bella gabbia non sazia l'uccellino affamato. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Ecco la frase di un personaggio di un film di guerra che può farci pensare: A trecento metri di distanza il tuo nemico è un bersaglio. A tre metri è un uomo.

PAROLA DI DIO: 1Re 3,4-13; Sal 118; Mc 6,30-34

 

Vangelo   Mc 6, 30-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Parola del Signore

 

EGLI VIDE UNA GRANDE FOLLA, EBBE COMPASSIONE DI LORO, PERCHE' ERANO COME PECORE CHE NON HANNO PASTORE, E SI MISE A INSEGNARE LORO MOLTE COSE.

Gesù non scappa dalla gente, anzi si commuove davanti ad essa, e venuto per questa folla di uomini che sono pecore senza pastore. Mi ha sempre fatto impressione vedere le masse di operai che escono da una grande fabbrica, sentirmi mescolato in mezzo a un grande traffico. Mi chiedo se non siamo come quelle formiche che si agitano attorno al grande formicaio. Dove andiamo?

Quali saranno le preoccupazioni di ognuno?

Ma a Gesù non basta sentirsi commosso, sentirsi parte. Non basta fare analisi sociologiche: sente che queste folle hanno bisogno di guida, di istruzione, di pane e dona se stesso proprio in queste cose. Lui, la luce del mondo, il buon Pastore offre se stesso per portarci a Dio. Si mette a fare il “catechista” perché sa che “di solo pane non vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”, sa che senza guardare in alto non cesseremo di essere formiche agitate, ci parla di Dio che vuol farci diventare suo popolo, ci racconta il suo Regno dove sono importanti i piccoli. E poi ci dà anche il Pane, il necessario per vivere con dignità, ci dà se stesso perché in stretta comunione con Lui possiamo diventare “suo popolo, gregge che Egli pasce”.

 

 

DOMENICA 4 FEBBRAIO: 5^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Andrea Corsini, vescovo; San Federico, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

DI TE HA SETE L'ANIMA MIA.

 

HANNO DETTO: Ci si avvicina alla fine del viaggio. Ma la fine è un traguardo, non una catastrofe.  (George Sand)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi paga il dovuto è ricco di tutto il resto.

UN ANEDDOTO: Si racconta che il bel cavallo di un saggio un giorno sfondò la porta della stalla e fuggì via. Ai vicini di casa che andarono da lui per compatirlo rispose con un dolce sorriso: “Magari è un bene”. Sei mesi dopo il cavallo fece ritorno insieme a dieci cavalli selvaggi che lo avevano eletto a capo branco. Quando i vicini casa accorsero a congratularsi con lui, il saggio rispose: “Magari è un male”. Il figlio del saggio cercò di domare uno di quei cavalli. Ma il cavallo indomito lo scaraventò per terra. Il giovane si ruppe una gamba e rimase zoppo per tutta la vita. Il saggio disse ai vicini venuti a consolarlo: “Magari è un bene”. Scoppiò la guerra e tutti i ragazzi del villaggio furono costretti ad arruolarsi nell’esercito, tutti tranne il figlio del saggio, perché era zoppo.

PAROLA DI DIO: Gb 7,1-4.6-7; Sal 146; 1Cor 9,16-19.22-23; Mc 1,29-39

 

Vangelo  Mc 1, 29-39

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini. perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni. Parola del Signore

 

"GLI DISSERO: TUTTI TI CERCANO!".

Anche per certi “cristiani impegnati” o per i prezzemolini delle parrocchie, per certi religiosi, per i sacerdoti, è facile cedere alla tentazione del successo. Per non parlare d'altri parlo per me stesso: "Reverendo, ma che bella predica!"

"Non mi mandi i laici a portare la comunione, venga lei." E poco per volta ti senti indispensabile, diventi tu a contare e non Lui. Non hai neppure tempo per pregare: è una perdita di tempo! Ho tanto da fare!

Gesù non si ritira davanti al lavoro, alla predicazione, ma non si lascia invischiare dal successo e dal facile applauso. Trova il tempo per la preghiera perché è solo nel rapporto con Dio che si realizza la sua missione: "sono venuto per fare la volontà del Padre mio!"

E allora bisogna proprio non lasciarsi prendere dall'efficentismo, bisogna riscoprire il valore della preghiera. Quando, cercandoti, non ti troveranno, ma ti vedranno pregare forse la smetteranno di cercarti per cose futili e ti cercheranno per pregare con te.

 

 

LUNEDI’ 5 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agata, martire; Sant’Isidoro, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI, O SALVATORE; SALVATORE DEL MONDO.

 

HANNO DETTO: Più si fa buio intorno a noi e più dobbiamo aprire il cuore alla luce che viene dall'Alto. (Edith Stein)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi mangia pane non guadagnato, mangia pane rubato.

UN ANEDDOTO: Un ragazzino il cui vicino, un signore di più di ottant'anni, era da poco rimasto vedovo, notando il vecchietto nel suo giardino, in lacrime, aveva scavalcato lo steccato, gli si era messo sulle ginocchia e vi era rimasto per lungo tempo. Una volta tornato a casa, la madre gli chiese che cosa aveva detto a quel pover'uomo. "Niente," rispose il bambino. "Lui aveva perduto sua moglie, e questo doveva essere un grande dispiacere. Io sono andato solo ad aiutarlo a piangere." Il miglior amico è colui col quale puoi stare seduto in riva al mare, passeggiare sulla spiaggia, senza dire una parola, e quando vai via senti come se è stata la miglior conversazione mai avuta.

PAROLA DI DIO: 1Re 8,1-7.9-13; Sal 131; Mc 6,53-56

 

Vangelo   Mc 6, 53-56

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati. Parola del Signore

 

DEPONEVANO I MALATI NELLE PIAZZE E LO SUPPLICAVANO DI POTER TOCCARE ALMENO IL LEMBO DEL SUO MANTELLO; E QUANTI LO TOCCAVANO VENIVANO SALVATI”

Padre Pio, davanti alla continue richieste di aiuto per situazioni difficili, di miracoli per la guarigione fisica un giorno sbottò:”Venite da me per ottenere guarigioni, ma quanti pochi sono quelli che vengono perché vogliono davvero guarire dentro”. Però anche lui, come Gesù continuò ad impetrare grazie. Guarire da un grave malattia è il primo desiderio di un malato... ma sei consapevole che dopo essere guarito ti puoi ammalare di nuovo?

Anche Lazzaro, ritornato in vita per opera di Gesù, non è qui vivo corporalmente in mezzo a noi, un altra tomba ha ricevuto il suo cadavere. Allora chiedere guarigioni, grazie, andare in pellegrinaggio per ottenere qualcosa, accendere la candela e invocare Maria e i santi, sono tutte cose belle e giuste, se esprimono davvero la nostra fede, ma sono disposto ad esempio a chiedere che il Signore mi aiuti a staccarmi dalla mia avarizia e per dirgli che credo possa farmi questa grazia, cominciare a dar via qualcosa di mio?

 

 

MARTEDI’ 6 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: S. Paolo Miki e compagni, martiri;  S. Gastone, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, GESU', A TORNARE SEMPRE A TE.

 

HANNO DETTO: Il cristiano non aderisce alla fede perché è dolce, ma perché è vera. (François Mauriac)

SAGGEZZA POPOLARE: L'oro apre tutte le porte meno quella del cielo.

UN ANEDDOTO: Benvenuto Tisi, il pittore soprannominato Garofalo (1481-1559) stava lavorando nel refettorio dei Benedettini di Ferrara e stava dipingendo una scena coi santi ambientata in paradiso. Venne a trovarlo Ludovico Ariosto. Mentre ammirava l'opera il poeta esclamò: “Mettimi nel tuo paradiso, perché temo che nell'altro non riuscirò ad andarci”.

PAROLA DI DIO: 1Re 8,22-23.27-30; Sal 83; Mc 7,1-13

 

Vangelo   Mc 7, 1-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte». Parola del Signore

 

“SIETE VERAMENTE ABILI NEL RIFIUTARE IL COMANDAMENTO DI DIO, PER OSSERVARE LA VOSTRA TRADIZIONE”.

Gesù ci chiede di riconoscere in noi, nelle nostre comunità, a mala pianta dell'ipocrisia che sempre alligna in mezzo a noi e tiene a rinascere anche quando la si cerca di estirpare. Per chi, poco per volta perde il senso della religione come espressione di una fede viva, come manifestazione di un amore ricevuto, donato, testimoniato, ecco che essa diventa formalità, ricerca di potere, moralità esteriore, forma ipocrita di dominio sugli altri, diventa osservanza tradizionale dimenticando l’opera di Dio. Come combattere queste forme di ipocrisia religiosa?

La strada è una sola ed è quella che i Santi hanno riproposto e ripropongono a più riprese. E’ ritornare al Vangelo di Gesù, è recuperare la sua buona notizia di salvezza, è lasciarci alle spalle le false sicurezze di una religione che ha una casella ben definita non solo per i dogmi ma anche per le persone, per le norme, è riscoprire nella comunione la libertà dei figli. E’ inutile voler riformare la Chiesa e noi stessi cambiando solo le etichette, mutando organizzazioni, creando nuove e ulteriori forme vincolanti: la vera conversione per ciascuno di noi e per le comunità cristiane è quella di tornare a Gesù.

 

 

MERCOLEDI’ 7 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Egidio Maria da Taranto, religioso; Sant’Adautto, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

CREA IN ME, O DIO, UN CUORE PURO, RINNOVA IN ME UNO SPIRITO SALDO.

 

HANNO DETTO: Nessuno è così vuoto come chi è così pieno di sé. (B. Whichcote)

SAGGEZZA POPOLARE: Soli non si starebbe bene nemmeno in Paradiso.

UN ANEDDOTO: “La vita ha degli aspetti che non piacciono”, diceva lo scrittore francese Tristan Bernard, “Non appena si è abbastanza grandi per raggiungere il vasetto della marmellata, non si ha più alcuna voglia di mangiarla”.

PAROLA DI DIO: 1Re 10,1-10; Sal 36; Mc 7,14-23

 

Vangelo   Mc 7, 14-23

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Parola del Signore

 

DAL DI DENTRO INFATTI, CIOE' DAL CUORE DEGLI UOMINI, ESCONO I PROPOSITI DI MALE: IMPURITA', FURTI, OMICIDI, ADULTERI, AVIDITA', MALVAGITA', INGANNO, DISSOLUTEZZA, INVIDIA, CALUNNIA, SUPERBIA, STOLTEZZA”.

Alla luce di questa parola di Gesù provo a guardare dentro di me  e scopro che è proprio lì la radice di tutto.  E’ nel profondo di me stesso, del mio “cuore” che nascono i desideri più belli e anche quelli più tenebrosi. E’ nel profondo di me stesso che nasce il desiderio del bello, del buono, dell’eterno, del gioioso, dell’amore ed è ancora lì che nascono le cattiverie, gli egoismi, le invidie, le paure. Nel profondo di me stesso sono seminati secoli e secoli di storia, ci sono le radici dei santi e le vendette di chi ha odiato, c’è l’immagine di Dio e il volto deturpato dal male, c’è l’angoscia profonda della finitezza umana e ci sono le speranze che parlano di eternità. E, continuando a guardare dentro di me faccio ancora altre scoperte. Io non sono solo spettatore del bene e del male che sono in me, io quotidianamente ne divento l’autore. E’ vero che non tutti siamo uguali (e meno male!), è vero che ciascuno di noi ha radici storiche e sociali diverse, ma è anche vero che ciascuno di noi ha la responsabilità di se stesso. Il carattere, i condizionamenti sociali possono certamente influire su di noi, ma il bene o il male che esprimo con me stesso dipendono da me. Proviamo a pensarci partendo dalle piccole cose che sono poi l’immagine anche delle grandi scelte: Io posso dire una parola di incoraggiamento o di offesa, io posso lasciare che l’ira, la rabbia, la voglia di vendetta distruggano una amicizia oppure che la pazienza, il perdono, l’amore costruiscano un rapporto bello e sereno. Il mio occhio e il mio cuore possono sporcare l’immagine di mio fratello o possono riuscire a vedere il bello e il buono anche al di là delle apparenze. Dio può divenire colui che mi fa paura o Colui che mi ama, gli altri possono essere i miei contendenti o i miei fratelli dipende da me, da come coltivo il mio cuore. Un campo può produrre sterpi e ortiche o anche fiori e frutti, a seconda di cosa vi hai piantato e coltivato.

 

 

GIOVEDI’ 8 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo Emiliani, fondatore; Santa Giuseppina Bakita.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, NON CAPISCO, MA SO CHE TU HAI RAGIONE PERCHE' NESSUNO AMA COME TE.

 

HANNO DETTO: Se la fede ci fa essere credenti e la speranza ci fa essere credibili, soltanto la carità ci fa essere creduti. Non bastano le opere di carità, se manca la carità delle opere. Se manca l'amore da cui partono le opere, se manca la sorgente. (Don Tonino Bello)

SAGGEZZA POPOLARE: Dove parla un cuore, un cuore ascolta.

UN ANEDDOTO: Una volta, un santo che amava anche le burle, confessava una signora piut­tosto anziana, ricca, ed egoista, la quale con tutti i suoi soldi non voleva fare elemosina a nessuno. Il suo confessore le consigliò di mettere bene al riparo i suoi soldi perché, anche allora, vi erano tanti ladri. Se proprio non voleva dare agli altri, almeno custodisse al sicuro i suoi beni. Questa donna ascoltando capì, almeno in parte, l’ironia del consiglio, ma, in fondo, gli piacque quel consiglio che andava nella direzione dei suoi desideri, cioè avere tanti soldi da parte. Fece un bel sacco di stoffa e giorno dopo giorno buttò lì dentro monete di metallo e di carta. Accortasi ben presto che il sacco non si gonfiava, mise le mani dentro e frugò, ma non trovò che trucioli di carta: le tignole avevano mangiato la carta dei denari. Anche le monete erano arrugginite. Tignole e ruggine avevano mangiato il suo tesoro.

PAROLA DI DIO: 1Re 11,4-13; Sal 105; Mc 7,24-30

 

Vangelo   Mc 7, 24-30

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato. Parola del Signore

 

LA DONNA DISSE: “SI, SIGNORE, MA ANCHE I CAGNOLINI SOTTO LA TAVOLA MANGIANO LE BRICIOLE DEI FIGLI”.

Questa donna siro-fenicia, andata da Gesù per chiedere la guarigione della figlia, che si sente apostrofare da Gesù ma che sa rispondergli fino a strappargli il miracolo, è un grande esempio di fede e di preghiera. “Sì, Signore, ma...” Con quel “ma”... ha preso il Signore in parola e l’ha portato dalla propria parte: “Sì, Signore, so di non aver la fede giusta, sono un cagnolino, non pretendo il pane dei figli, ma gli avanzi che spettano ai cagnolini”. La preghiera, in fondo, consiste nel dar ragione al Signore. E quando Lui ha ragione, quando siamo d’accordo con Lui, siamo noi a guadagnarci. Certo Signore, sono un disgraziato. Ma la tua grazia non è destinata appunto a quelli che sono sprovvisti?

Certo Signore, sono un peccatore. Ma il perdono non lo puoi tenere per te, lo devi dare per forza a chi ne ha bisogno. Certo Signore, non combino niente di buono. Ma l’importante è che tu faccia qualcosa di buono per me. Vedi, Signore, con me hai tutto da perdere ad aver ragione...!

 

 

VENERDI’ 9 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:Apollonia, vergine e martire; San Rinaldo, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

APRI SIGNORE MENTE E CUORE PER ACCOGLIERE TE, PAROLA DI VITA.

 

HANNO DETTO: Se a ciascun l'interno affanno si leggesse in fronte scritto, quanti mai che invidia fanno ci farebbero pietà. (P. Metastasio)

SAGGEZZA POPOLARE: Il saggio mette un pizzico di zucchero in quel che dice. e un pizzico di sale in quel che ascolta.

UN ANEDDOTO: Un giorno il padre Arsenio sottopose i suoi pensieri a un padre egiziano. Uno che lo vide gli disse: «Padre Arsenio, come mai tu che possiedi una tale cultura greco-romana interroghi sui tuoi pensieri questo sempliciotto?». Rispose: «Certo possiedo la cultura greco-romana, ma non ho ancora imparato l’alfabeto di questo semplice contadino!»

PAROLA DI DIO: 1Re 11,29-32; 12,19; Sal 80; Mc 7,31-37

 

Vangelo   Mc 7, 31-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Parola del Signore

 

“EMISE UN SOSPIRO E GLI DISSE: «EFFATA'», CIOÈ: «APRITI!».”

Quante orecchie hanno bisogno di aprirsi all’ascolto e quante lingue hanno bisogno di trovare le parole vere. Quante coppie che non si capiscono, che non si ascoltano, che non parlano tra loro. Quante parole vuote che vengono dette nella politica, nelle istituzioni, nella Chiesa, quanti “dialoghi tra sordi”!

Gesù viene per aprirci a Dio e ai fratelli. Apriti ad ascoltare ed accogliere gli insegnamenti del Vangelo!

Apriti per dire agli altri la fede con la tua vita!

Apriti alle esigenze dei fratelli!

Apri le tue mani al dono e alla generosità!

 

 

SABATO 10 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Scolastica, vergine; San Guglielmo di Malavalle.

Una scheggia di preghiera:

 

TI ADORIAM OSTIA DIVINA. TU SALUTE DEGLI INFERMI, TU SPERANZA DI CHI MUOR.

 

HANNO DETTO: L'amore è la via di Dio verso gli uomini e la via degli uomini verso Dio. (Johann von Kasttl).

SAGGEZZA POPOLARE: Asino che raglia, mangia poco fieno.

UN ANEDDOTO: Insegnava Abba Macario: “Se le mura di cinta di una grande città sono state distrutte ed essa è deserta, conquistata dai nemici, a nulla le giova la sua grandezza; bisogna cercare che in proporzione alla sua grandezza abbia anche solide mura che impediscano ai nemici di entrare. Così anche le anime adorne di conoscenza, sapienza e intelligenza del cuore, sono come grandi città, ma occorre cercare che siano fortificate dalla potenza dello Spirito Santo, perché i nemici non vi penetrino e le rendano deserte. I sapienti di questo mondo, Aristotele, Platone, Isocrate, muniti di profonde conoscenze, erano simili a grandi città ma rese deserte dai nemici, perché lo Spirito di Dio non era in loro”.

PAROLA DI DIO: 1Re 12,26-32; 13,33-34; Sal 105; Mc 8,1-10

 

Vangelo   Mc 8, 1-10

Dal vangelo secondo Marco

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. Parola del Signore

 

MANGIARONO A SAZIETA' E PORTARONO VIA I PEZZI AVANZATI: SETTE SPORTE.”.

Spesso distribuendo la Comunione mi sono lasciato distrarre da questo pensiero:  come può Gesù possa essere pane vivo presente in tante parti del mondo contemporaneamente e nel cuore di tante persone così diverse e distanti. Eppure, mentre io sono davanti all’Eucaristia qui, nello stesso istante un prete in Asia o in Africa sta celebrando la Messa e Gesù si fa carne lì, come è carne qui. Gesù è nel cuore di quella suora mistica piena di amore per Lui e nel cuore di quel bambino che lo ha ricevuto un po’ distratto, ascolta le preghiere di quel malato che chiede la guarigione ed è nel cuore di quella mamma che piange la morte di suo figlio. Gesù ha moltiplicato i pani per quelle persone affamate, ma soprattutto, donandosi a noi nel Pane Eucaristico, ha moltiplicato e moltiplica se stesso. Sarò forse un po’ sentimentale, ma come è bello allora adorare Gesù nell’Eucaristia pensando che in quel momento un mio fratello in Australia sta dicendo a Gesù che gli vuol bene, come è prezioso sapere che mentre io adoro c’è un ammalato che sta offrendo le sue sofferenze per la pace nel mondo, come è bello pensare che Gesù in tutte le chiese e in tutti i villaggi è lì in mezzo alla sua gente per condividerne ancora e sempre le gioie e le pene. Come è bello, anche non essendo a volte materialmente davanti all’Eucaristia sentirne il profumo della sua presenza in mezzo agli uomini. Gesù ha moltiplicato il pane e ce ne fu in abbondanza, Gesù ha moltiplicato se stesso e ce n’è talmente in abbondanza che in ogni momento puoi incontrarlo.

 

 

DOMENICA 11 FEBBRAIO:  6^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: Ricorrenza della Madonna di Lourdes; Santa Eloisa.

Una scheggia di preghiera:

 

SE VUOI, PUOI GUARIRMI!

 

HANNO DETTO: Se conserverai la Parola di Dio non c'è dubbio che tu pure sarai conservato da essa. (S. Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: È meglio sdrucciolar co' piedi che colla lingua.

UN ANEDDOTO: Ricordo di aver visto un meraviglioso elefante scolpito nel granito. Un giorno ho incontrato un uomo che aveva conosciuto l'autore di quell'opera stupenda e mi ha raccontato che una volta un visitatore entrò nello studio dello scultore per ringraziarlo di aver fatto un'opera così bella. In quella occasione gli chiese: "Come è possibile ricavare una figura così perfetta da un blocco di granito?". Lo scultore gli rispose: "Prendi lo scalpello e il martello, vieni qui, vicino a questo blocco di pietra e ti mostrerò come si scolpisce un elefante". Il visitatore prese il martello con lo scalpello e si avvicinò al marmo e disse: "Cosa debbo fare ora?", e lo scultore gli rispose: "Togli da quel pezzo di granito tutto quello che non sembra un elefante!".

PAROLA DI DIO: Lv 13,1-2.45-46; Sal 31; 1Cor 10,31-11,1; Mc1,40-45

 

Vangelo  Mc 1, 40-45

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore

 

MA QUELLO SI ALLONTANO' E SI MISE A PROCLAMARE E A DIVULGARE IL FATTO”.

La paura innata che faceva tener lontani i lebbrosi, che toglieva loro ogni possibilità di vita sociale e religiosa era quella del contagio. Per gli Ebrei, poi, anche religiosamente, avvicinare o toccare un lebbroso significava contrarre impurità come per il contatto con un cadavere. Gesù tocca e guarisce il lebbroso. Gesù facendosi uomo si è lasciato “contagiare dal peccato dell’uomo”, lo ha preso sulle sue spalle, lo ha crocifisso, donando se stesso con la croce, e a sua volta ha contagiato l’uomo con la sua misericordia, con il suo amore. Ed è bello allora pensare che questo lebbroso, prima temuto come portatore di contagio, ora diventa contagiatore di bene, annunciando le meraviglie di Dio. Dio si serve anche di peccatori, anche di me, per portare la luce del suo amore.

 

 

LUNEDI’ 12 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto di Aniane, monaco; Santa Eulalia, vergine e martire.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO, MA AUMENTA LA MIA FEDE!

 

HANNO DETTO: Come il lottatore combatte nudo per sfuggire più facilmente alla presa dell'avversario, così l'anima spogliata completamente dalla rinuncia e ridotta alla sua più semplice espressione riesce più facilmente a sottrarsi al demonio, perché questi non vi trova più alcun appiglio cui afferrarsi. (Cucile J. Bruyère)

SAGGEZZA POPOLARE: Con le mani di un'altro è facile toccare il fuoco.

UN ANEDDOTO: Un fratello chiese al padre Arsenio di dirgli una parola. L’anziano gli disse: «Lotta con tutte le tue forze perché il lavoro che fai dentro di te sia secondo Dio e così vincerai le passioni di fuori»

PAROLA DI DIO: Gc 1,1-11; Sal 118; Mc 8,11-13

 

Vangelo   Mc 8, 11-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva. Parola del Signore

 

VENNERO I FARISEI E SI MISERO A DISCUTERE CON GESU', CHIEDENDOGLI UN SEGNO DAL CIELO, PER METTERLO ALLA PROVA”.

Ci sono persone che pensano che la fede si conquisti in base a discussioni, ragionamenti o segni straordinari. Mi piace l’atteggiamento di Gesù nei confronti di questi farisei amanti delle dispute religiose e ricercatori di segni straordinari del cielo: non li maltratta, non ricorda loro che la Parola di Dio la si accoglie e non la si discute, non dice a loro che il segno di Dio lo hanno davanti agli occhi e proprio perché presi da sé stessi non riescono a vederlo, ma sospira deluso della loro durezza di cuore e li lascia alle loro chiacchiere religiose andandosene. Una volta, anch’io credevo che con la ragione, la filosofia, la scienza si potesse dare una risposta a tutti gli interrogativi della vita, credevo che lo studio, il dialogo, la discussione fossero sufficienti per conoscere tutto, oggi dico che lo studio è necessario, che il dialogo è un’ottima strada per confrontarsi con altri, ma sempre più sono convinto che le nostre conoscenze scientifiche sono molto limitate e che per la fede occorra una conoscenza diversa, vitale ed esistenziale perché essa possa radicarsi in noi; credo nel valore delle parole, dei ragionamenti ma so che essi sono talmente legati alla persona che anche chi cerca di essere più corretto non può essere asettico durante una discussione e poi per esperienza posso dire che se dopo certe discussioni, dopo certi ragionamenti si può uscire rasserenati, dopo la maggioranza di essi si esce con le idee da cui si era partiti o anche rafforzati in esse e pure con un certo astio per chi non la pensa come noi. Tutta la Bibbia ci insegna che l’uomo in qualunque atto si pone con tutto se stesso, anima, corpo, ragionamenti, sentimenti, storia passata, paure, carattere, desideri e speranze ed è solo quando con tutti questi elementi trova un confronto può allora affidare tutto se stesso. Noi non cerchiamo solo una risposta intellettuale e ragionata ai misteri, noi cerchiamo Qualcuno che dia senso alla nostra vita. Auguro a me e a tutti voi di fare questa esperienza: lasciamo per una volta da parte gli interrogativi, le discussioni, le parole e proviamo ad incontrarci con Gesù Cristo a tu per tu, portando senza paura tutto noi stessi, contraddizioni comprese. Sono convinto che man mano incontreremo Lui, non solo molti dubbi passeranno, ma troveremo anche il vero volto di noi stessi.

 

 

MARTEDI’ 13 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benigno da Todi, martire; Sante Fosca e Maura, martiri.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, SIGNORE, IL PANE; UN CIBO SEI PER NOI.

 

HANNO DETTO: Io ho ricevuto l'immagine di Dio, ma non l'ho saputa conservare. Allora Egli assume la mia condizione umana per salvare me, fatto a sua immagine e per dare a me, mortale, la sua immortalità. (San Gregorio Nazianzeno)

SAGGEZZA POPOLARE: Le buone parole ungono, le cattive pungono.

UN ANEDDOTO: Alcuni fratelli vennero un giorno da abba Giovanni per metterlo alla prova. Volevano vedere se non lasciava vagabondare il suo pensiero e se non parlava mai di una cosa di questo mondo. Gli dissero: «Rendiamo grazie a Dio poiché ha piovuto molto quest'anno, le palme hanno bevuto e prodotto foglie e così i fratelli possono lavorare». Abba Giovanni disse loro: «Così è quando lo Spirito Santo scende nei cuori degli uomini; vengono rinnovati e producono foglie nel timore di Dio».

PAROLA DI DIO: Gc 1,12-18; Sal 93; Mc 8,14-21

 

Vangelo   Mc 8, 14-21

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?». Parola del Signore

 

MA QUELLI DISCUTEVANO FRA LORO PERCHE' NON AVEVANO PANE. SI ACCORSE DI QUESTO E DISSE LORO: PERCHE' DISCUTETE CHE NON AVETE PANE? NON CAPITE ANCORA E NON COMPRENDETE?”.

Da sempre, quando si vuole indicare il ministero del Papa e dei vescovi si usa figurativamente il termine “la barca di Pietro”. Fa pensare, nel nostro Vangelo di Marco, il fatto che fino ad ora abbiamo avuto tre episodi riguardanti la barca di Pietro e tre grandi insegnamenti per la Chiesa. Nel primo episodio gli apostoli si scoprono deboli e paurosi: hanno paura di affondare durante la tempesta e invece sono chiamati ad aver fede in Lui che dorme.  Nel secondo lo pensano un fantasma mentre cammina vincitore sulle acque e sono chiamati a riconoscerlo nella sua divinità, senza cercare di scimmiottare la sua presenza, se no si affonda. In questo terzo episodio è ancora una volta una Chiesa più preoccupata di poco pane e di panettieri che manifesta la sua incomprensione nei confronti di Gesù. La “barca di Pietro” manifesta la poca fede, ma Gesù pur rimproverando accoratamente è su quella barca. Gesù è l’incompreso. I rappresentanti ufficiali della religione cercano di farlo morire, i suoi apostoli si dimostrano ciechi davanti a Lui, più preoccupati della loro sopravvivenza materiale che di Lui, più propensi al pane della mensa  che al pane di Gesù. La Chiesa (noi) ha sempre con sé l’unico vero Pane, il solo capace di calmare ogni tempesta e di colmare ogni fame, ma spesso ignora questo. Spesso ci lasciamo infettare dal “lievito dei farisei e degli erodiani”, cioè dalle forme delle false sicurezze religiose, dal facile ridurre la fede a norme religiose da applicare soprattutto sulla schiena degli altri, oppure dalla sete del potere e dell’avere e siamo anche abili a trovare giustificazioni (anche manipolando la Scrittura). Ma, ricordiamoci, farisei ed erodiani, potere civile e religioso sono alleati per uccidere Gesù. Se noi ci lasciamo infettare dal loro modo di essere, diventiamo come loro, contro Gesù e poco per volta il nostro cuore si indurisce e non lo comprende più, i nostri occhi diventano occhi incapaci di riconoscerlo. Lui è sulla barca, Lui cammina al nostro fianco  e noi non lo vediamo. Chissà quando capiremo la lezione smettendola di preoccuparci dei nostri piccoli poteri e cibandoci di Lui, Pane di vita eterna?

 

 

MERCOLEDI’ 14 FEBBRAIO: MERCOLEDI’ DELLE CENERI

Tra i santi ricordati oggi: San Cirillo e Metodio, patroni d’Europa; San Valentino, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.

 

HANNO DETTO: Continua ciò che hai cominciato e forse arriverai alla cima, o almeno arriverai in alto ad un punto che tu solo comprenderai non essere la cima. (Seneca)

SAGGEZZA POPOLARE: Parlar molto e dire il vero è un difficile sentiero.

UN ANEDDOTO: Ha ragione o torto questo rabbino? - Il giorno dopo la nascita di Gesù a Betlem, un giovane si precipitò a casa del più famoso rabbino di Gerusalemme, raccontandogli gli avvenimenti prodigiosi avvenuti nella notte: l’apparizione degli angeli, il ritrovamento del piccolo nella greppia, i doni dei pastori: “Sarà davvero il Messia promesso dai profeti?”, chiese. Il rabbino si alzò dalla sua stuoia, andò alla porta, l’aprì e poi guardò a destra e a sinistra, rimanendo ad ascoltare un poco, prima di tornare a sedersi. Infine dichiarò: “Non è lui. Non è il Messia”. “Come fai ad esserne così sicuro?”, insistette l’allievo. “Perché tutto e come prima, rispose il saggio: Se fosse giunto il Salvatore ora ci sarebbe la rivoluzione. Invece...”

PAROLA DI DIO: Gl 2,12-18; Sal 50; 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18

 

Vangelo   Mt 6,1-6.16-18

Dal vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore 

 

STATE ATTENTI A NON PRATICARE LA VOSTRA GIUSTIZIA DAVANTI AGLI UOMINI PER ESSERE AMMIRATI DA LORO. IL PADRE TUO, VEDE NEL SEGRETO.

Si apre questo tempo della quaresima con degli inviti pressanti da parte di Gesù a recuperare i veri valori della vita perché solo così possiamo camminare con Lui verso la Pasqua, la liberazione interiore e totale dell’uomo. E tanto per cominciare Gesù parte dalle nostre esperienze: la nostra vita si svolge sotto due sguardi, quello degli uomini e quello di Dio. Molto spesso noi ci accorgiamo dello sguardo degli uomini e cercando la loro stima cerchiamo di farci vedere migliori di quello che siamo e comincia la commedia: voglio apparire più bello di quello che sono e mi maschero, voglio apparire intelligente, informato di tutto, desidero perfino che mi si ammiri per la pietà e per la generosità e allora anche la religione diventa mezzo per apparire e per farmi sentire buono e quindi per degradare altri. Ma non mi accorgo di vivere nello sguardo di Dio: “Tuo Padre vede nel segreto” e questo è l’unico sguardo che conta perché Dio vede tutto nella sua realtà, davanti a lui le maschere cadono e Lui mi vede come sono. Il sapermi in quello sguardo dovrebbe dunque liberarmi da ogni forma di vanità. Dio mi vede e mi ama per quello che sono. Il suo non è uno sguardo di giudizio ma al massimo un invito, un incoraggiamento. Non posso barare con Lui e non posso barare neanche con me stesso. Niente di ciò che è al di fuori di noi può garantirci la purezza interiore. Possiamo abbellirci con gli abiti migliori, nutrirci dei cibi più succulenti o fingere nei nostri comportamenti, ma il nostro animo, quello che veramente ci qualifica ed è chiaro agli occhi di Dio, rimane nella sua realtà.

 

 

GIOVEDI’ 15 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Sigfrido, vescovo; Sant’Euseo di Serravalle Sesia.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SOLO O GESU' HAI PAROLE DI VITA ETERNA.

 

HANNO DETTO: Perché ti meravigli tanto se viaggiando ti sei annoiato? Portandoti dietro te stesso hai finito col viaggiare proprio con quell'individuo dal quale volevi fuggire. (Socrate)

SAGGEZZA POPOLARE: Le belle parole non condiscono le rape.

UN ANEDDOTO: Un viandante passò da un paese. La gente era al lavoro: gli uomini nei campi, le donne al lavatoio, i bambini a scuola. Non c’era che un agnellino per la strada: brucava l’erba tra i sassi e suonava un campanello. — Benedetto questo paese — disse il viandante — che invece di un cane mette di guardia un agnello. La pace è meglio custodita dall’innocenza che dalla forza.

PAROLA DI DIO: Dt 30,15-20; Sal 1; Lc 9,22-25

 

Vangelo   Lc 9, 22-25

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?». Parola del Signore

 

"SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME, RINNEGHI SE STESSO”

E' una frase dura di Gesù, può sembrare addirittura una frase negativa. Rinnegare se stessi non vuol dire distruggere l'immagine di Dio impressa in noi. Vuol dire combattere contro la voglia di affermarci come "lo", che comprime e soffoca quell'immagine divina che è in noi. Quell'immagine ci è data fin da quando Dio ci ha pensati, amati e scelti. Quell'immagine è l'incomprimibile bisogno di amore che è nel profondo del cuore di ciascuno di noi. "il regno di Dio è dentro di voi" ci ha detto Gesù. L'abbiamo già, dobbiamo solo riconoscerlo, e liberarne le energie profonde. In questo consiste il rinnegare noi stessi: impedire all'orgoglio, all'avarizia, alla sensualità, alla pigrizia, all'ira di soffocare la nostra prorompente voglia, e bisogno di amare.

 

 

VENERDI’ 16 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Onesto; Santa Lucilia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO CON TE, SIGNORE, IL MIO CUORE E' VERAMENTE LIBERO.

 

HANNO DETTO: Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente. La calma è una vigliaccheria dell'anima. (Tolstoj)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non si misura non dura.

UN ANEDDOTO: Un giorno scoprii un piacere nuovo e proprio mentre lo sperimentavo, un angelo e un diavolo si incontrarono alla mia porta e subito si diedero battaglia; l'uno asserendo, che il mio piacere di nuovo conio, era un vizio e l'altro una virtù... e ancora combattono. (Seneca)

PAROLA DI DIO: Is 58,1-9a; Sal 50; Mt 9,14-15

 

Vangelo   Mt 9, 14-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno». Parola del Signore

 

POSSONO FORSE GLI INVITATI A NOZZE ESSERE IN LUTTO FINCHE' LO SPOSO È CON LORO?”.

Ancora una volta la parola di Dio torna su un tema caro alla Quaresima: il digiuno e anche questa volta le indicazioni sembrano contraddittorie, infatti che rapporto c’è tra la austerità cui la Quaresima ci invita e la letizia degli “invitati alle nozze?. Infatti Gesù chiama così i suoi discepoli ma nello stesso tempo parla anche di porta stretta, di croce da portare, di vita da perdere. Noi tendiamo a credere che la gioia di vivere e il digiuno e l’austerità che il Signore ci chiede siano contrapposte, ma Lui descrivendo la sua missione ha detto: “Sono venuto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Forse allora la vera contrapposizione non è gioia austerità, ma gioia felicità. Felicità è essere soddisfatti dalle cose e questa dura poco, gioia è avere nel cuore il senso di se stessi, delle cose, della vita e di Dio. E allora anche sapere che la vita in sé e non solo la sequela di Cristo. Chiede spesso rinunce e sacrifici, perché ogni gioia vera è sempre legata al coraggio e alla fatica della conquista. Allora anche il digiuno o l’austerità della Quaresima possono portarci alla conquista della vera libertà del cuore, alla serena certezza che nella libertà dello spirito, che è anche liberazione interiore dal male si realizza autenticamente la vita.

 

 

SABATO 17 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi sette fondatori dell’ordine dei Servi di Maria; San Fuldrado.

Una scheggia di preghiera:

 

VENITE AL SIGNORE CON CANTI DI GIOIA.

 

HANNO DETTO: Non vale la pena di avere la libertà se questo non implica avere la libertà di sbagliare. (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non tien conto del poco non acquista l'assai.

UN ANEDDOTO: IL FUNERALE - Zhuangzi stava morendo. I suoi discepoli gli rivelarono di star preparando per lui un sontuoso funerale. "Il cielo e la terra saranno la mia tomba, il sole e la luna i miei dischi di giada, le stelle e gli altri astri le mie perle, tutti gli esseri il mio corteo funebre. Cos'altro vorreste aggiungere?" "Temiamo" dissero i discepoli "che i corvi e gli avvoltoi vi divorino." "In alto sarò divorato dai corvi e dagli avvoltoi; in basso dai grillitalpa e dalle formiche. Che parzialità voler togliermi ai primi per darmi ai secondi."

PAROLA DI DIO: Is 58,9b-14; Sal 85; Lc 5,27-32

 

Vangelo   Lc 5, 27-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano». Parola del Signore

 

"GESU' VIDE UN PUBBLICANO DI NOME LEVI, SEDUTO AL BANCO DELLE IMPOSTE, E GLI DISSE: «SEGUIMI!». ED EGLI, LASCIANDO TUTTO, SI ALZO' E LO SEGUI'. POI LEVI GLI PREPARO' UN GRANDE BANCHETTO NELLA SUA CASA.”

Siamo talmente abituati a pensare che la sequela di Gesù sia una cosa dura e difficile che ci stupisce che un chiamato, come primo segno di sequela faccia una festa. E pensate bene: Gesù va a quella festa!

Sentirsi dire da Gesù "seguimi!" è l’inizio di una stupenda avventura, per la quale vale la spesa imbandire un grande banchetto. Evangelizzare, annunziare Gesù è qualcosa di così straordinario, che non può non rivestire l'immagine di una grande festa. Evangelizzare vuol dire invitare a festa! Così ha fatto Gesù con Levi-Matteo, così ha fatto con Zaccheo. Per questo i giovani di oggi sono i più adatti a essere evangelizzati, e anche i più idonei ad evangelizzare. Da essi dobbiamo imparare a vedere il cristianesimo come gioia, come festa. Se riscopriamo questo segreto di gioia, le nostre Eucaristie ritorneranno a essere dei momenti gioiosi e non delle tristi abitudini o dei gesti compassati.

Se riscopriremo questo far festa per una buona notizia anche i cosiddetti lontani capiranno che il Vangelo non e tristezza ma gioioso annuncio.

 

 

DOMENICA 18 FEBBRAIO: 1^ DOMENICA DI QUARESIMA

Tra i santi ricordati oggi: San Claudio, martire; Santa Costanza di Vercelli.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO, NELLA TENTAZIONE, DONACI FORZA.

 

HANNO DETTO: Bisogna essere dei grandi ignoranti per rispondere a tutto quanto ci viene richiesto. (Voltaire)

SAGGEZZA POPOLARE: Quanto alta è la passione, tanto bassa è la ragione.

UN ANEDDOTO: Un giorno che Zhuangzi pescava in riva al fiume Pu due dignitari del re di Chu gli si presentarono dicendo: "Il nostro re desidera affidarvi un incarico nel suo governo." Con la canna da pesca in mano, senza neppure voltare la testa, Zhuangzi rispose: "Ho sentito dire che avete a Chu una tartaruga sacra, morta da tremila anni. Il vostro re ne conserva il guscio in un cofanetto che custodisce con grande cura nel tempio degli antenati. A vostro avviso, questa tartaruga cosa avrebbe preferito: morire perché le sue ossa fossero oggetto di eterna venerazione, o restar viva, a trascinare la sua coda nel fango?" "Avrebbe di certo preferito restar viva, a trascinare la sua coda nel fango", dissero i due dignitari. "Andatevene allora" concluse Zhuangzi. "Anch'io preferisco restar qui a trascinare la mia coda nel fango."

PAROLA DI DIO: Gen 9,8-15; Sal 24; 1Pt 3,18-22; Mc 1,12-15

 

Vangelo   Mc 1,12-15

Dal vangelo secondo Marco  

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Parola del Signore

 

"LO SPIRITO SOSPINSE GESU' NEL DESERTO".

Stranezze di questo Spirito Santo: solo due versetti prima è proprio lo Spirito che scende su Gesù come colomba e che lo conferma nella sua missione: e fin qui ci sta bene! E' lo Spirito di Dio, quello che dà gli incarichi, quello che smuove i profeti, quello che ha fatto inventare "cose pazze" ai santi, quello dei miracoli. Ma in questo versetto, invece, è lo Spirito che porta Gesù nel deserto, per essere tentato. E qui ci piace di meno; vorremmo solo lo Spirito, quello forte, non quello che ci crea delle complicazioni. Vorremmo lo Spirito che ci illumina, che ci guida, che ci segue. Invece lo Spirito non ci lascia in pace, soffia dove vuole, ci toglie la tranquillità facendoci capire che non siamo autosufficienti, ci mette davanti alle nostre debolezze umane, ci lascia insoddisfatti del nostro pressapochismo e, qualche volta, mettendoci davanti alla tentazione, ci fa toccare con mano la nostra debolezza. Sento dentro di me un gran desiderio di amore, di dare tutto, ma poi mi riscopro piccola, gretta e soffro per questo", mi diceva una signora, ma è una frase che ho già sentito tante altre volte e che ho sperimentato in me stesso. E vorremmo che lo Spirito ci togliesse la patata bollente dalla mano, ci trasformasse con un tocco, come nelle fiabe. Normalmente non è così: lo Spirito ci porta nel deserto e ci mette alla prova. Ci fa sentire la solitudine, poi ci darà una mano, ma prima dobbiamo convincerci di non essere troppo forti, troppo sicuri. Gesù, come Dio, non poteva cedere alla tentazione ma come uomo sente e sentirà tutta la debolezza della sua umanità. Ogni giorno della sua vita ci sarà la tentazione di cedere, ma si fiderà di Dio e allora lo Spirito opererà in Lui "cose grandi".

 

 

LUNEDI’ 19 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Corrado Gonfalonieri; San Mansueto, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

DOV'E' CARITA' E AMORE, QUI C'E' DIO.

 

HANNO DETTO: Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa. (Rodari)

SAGGEZZA POPOLARE: A chi ha paura non basta l'armatura.

UN ANEDDOTO: Molti consideravano il curato d'Ars un santo e volevano avere una sua reliquia. Per questo, gli rubavano gli oggetti più diversi, dalle candele dell’altare fino alle cose più personali. Quando si faceva tagliare i capelli, stava ben attento a bruciarli, per evitare che il barbiere potesse rivenderli. In un’occasione, gli tagliarono persino dei pezzi di veste. Vedendo questo affanno per ottenere dei suoi ricordi come reliquie ad ogni costo, disse un giorno un po’ scherzando: Io credevo di convertire dei peccatori e invece risulta che fabbrico dei ladri.

PAROLA DI DIO: Lv 19,1-2.11-18; Sal 18; Mt 25,31-46

 

Vangelo   Mt 25,31-46

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». Parola del Signore

 

“ALLORA I GIUSTI GLI RISPONDERANNO DICENDO: QUANDO MAI TI ABBIAMO VEDUTO AFFAMATO E TI ABBIAMO DATO DA MANGIARE?”

Nel nostro modo di vedere ci aspetteremmo dei giusti più consapevoli, dei giusti che amano e servono il povero vedendo in lui Gesù e, invece, ci troviamo davanti a delle persone che hanno visto il povero, ne hanno avuto compassione, hanno condiviso con lui il pane. Non sono giusti molti “spiritualisti” ma piacciono al Signore e finiscono nella vita eterna. E’ giusto e bello (e qualche volta gratificante) riuscire a riconoscere Gesù nel fratello che ha bisogno, ma è già eroico e santo riconoscere il fratello, farsi fratello. L’importante non è mettere al fratello la maschera per poterlo riconoscere, è, anzi, togliere il nostro paraocchi perché il nostro cuore possa vederlo ed incontrarlo. Non è importante fare la carità per andare in paradiso, è importante amare e basta.

 

 

MARTEDI’ 20 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Eleuterio di Tornai; San Nemesio.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE NOSTRO.

 

HANNO DETTO: Sii educato con tutti; socievole con molti; intimo con pochi; amico con uno soltanto; nemico con nessuno. (B. Franklin)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi fa temere ogni uomo, teme ogni cosa.

UN ANEDDOTO: Un giorno il curato d'Ars, passando da una vetrina che avena esposto in vendita il suo ritratto, ne chiese il prezzo. Gli risposero cinque franchi. Ed egli replicò: Cinque franchi. Oh, leí non lo venderà mai. Il curato d'Ars non vale così tanto.

PAROLA DI DIO: Is 55,10-11; Sal 33; Mt 6,7-15

 

Vangelo   Mt 6, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,  venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore

 

“VOI DUNQUE PREGATE COSI': PADRE NOSTRO...”

Noi, abituati a tirar giù tanti “Padri nostri”, proviamo qualche volta a fermarci su qualcuna delle parole che diciamo. Ad esempio: “Padre nostro”. Dio non è un Dio lontano, è mio Padre, è il Padre di Gesù mio fratello. E’ il Padre buono e misericordioso che mi cerca non per punirmi ma per amarmi, perdonarmi. E’ il Padre che gioisce nel riflettere il suo sguardo in me, suo figlio. E’ colui che per me vuole un avvenire di bene. E’ il Padre di tutti. in Lui ogni uomo è mio fratello. E’ un Padre talmente tenero che ha voluto mettermi vicino una Madre, quella di Gesù. E’ un Padre Provvidente che pensa agli uccelli del cielo e ai fiori del campo e quindi figurarsi se non pensa a me... E’ mio Padre!

 

 

MERCOLEDI’ 21 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pier Damiani, Vescovo e dottore della Chiesa; Santa Eleonora, regina

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' CRISTO, FIGLIO DI DIO, SALVATORE!

 

HANNO DETTO: Ogni ghianda può pensare di diventare quercia, ma nella realtà il 999 per mille delle ghiande servono di pasto ai maiali. (Gramsci)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi fa il bene per paura, niente vale e poco dura.

UN ANEDDOTO: Durante una bufera un Maestro entrò in un tempio, prese una statua del Buddha e per scaldarsi le dette fuoco. Allarmato dalle fiamme il sacerdote del tempio corse sul posto e si mise a gridare: "Hai bruciato il corpo del Buddha!" Il Maestro allora prese un bastone e si mise a frugare tra le ceneri. "Cosa fai?" chiese il sacerdote. "Cerco le ossa del Buddha." "Non vedi che è una statua?" "Allora, per favore, portami un altro Buddha da bruciare."

PAROLA DI DIO: Gn 3,1-10; Sal 50; Lc 11,29-32

 

Vangelo   Lc 11, 29-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore

 

“QUESTA GENERAZIONE CERCA UN SEGNO”

Noi desideriamo la libertà, la consideriamo sotto tutti gli aspetti (anche quello religioso) uno dei beni inalienabili e poi, invece, preferiamo che un bel segno, un bel miracolo ci costringa a credere. Dio, proprio perché è amore e non si impone, non concede altri segni che quello di Gesù stesso. E’ Gesù l’uomo-Dio, il crocifisso-risorto l’unico segno davanti al quale, con libertà siamo chiamati a dare la nostra risposta e a compiere le nostre scelte. Non che il miracolo sia misconosciuto dal cristiano, tutt’altro, ma il vero grande miracolo è vedere e credere in Gesù l’opera e l’amore di un Dio che si incarna per me, che si offre a me. E questo miracolo l’ho ogni giorno davanti agli occhi nella sua parola, nei suoi sacramenti, nella sua presenza nei fratelli. Certo, non è facile! Charles Peguy parla dei miracoli di Dio ma dice che c’è anche un miracolo che noi possiamo fare davanti al quale è Dio che si meraviglia: “Non mi meraviglio della tua fede, ma la tua speranza mi riempie di meraviglia e di gioia”.

 

 

GIOVEDI’ 22 FEBBRAIO: CATTEDRA DI SAN PIETRO APOSTOLO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Margherita da Cortona.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TUTTA LA CHIESA TI RICONOSCO MIO SIGNORE E MIO DIO.

 

HANNO DETTO: Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: Il timore fa trottare anche lo zoppo.

UN ANEDDOTO: L'imperatore Napoleone III  nominò, per iniziativa di alcuni fedeli, il curato d'Ars cavaliere dell'Ordine imperiale della legione d'onore. La nomina apparve sui giornali. Il sindaco di Ars gli comunicò la notizia ed egli chiese soltanto: Comporta qualche rendíta? Mí procurerá dei soldi per i poveri? Se non é così, dite all'imperatore che non lo voglio.

PAROLA DI DIO: 1Pt 5,1-4; Sal 22; Mt 16,13-19

 

Vangelo  Mt 16,13-19

Dal vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore

 

“TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE”. “TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERO', LA MIA CHIESA”.

Non è uno scambio di cortesia tra Gesù e Simone: queste due affermazioni riguardano da vicino la fede di ogni credente. Gesù loda Pietro perché ha detto qualcosa di non suo. Gesù, a differenza dei maestri terreni, esalta Pietro perché invece di parlare lui si lascia “suggerire” e quindi dimostra di essere capace di ascoltare. Il nostro è spesso un atteggiamento parolaio. Noi abbiamo sempre qualcosa di nostro da dire. Come cristiani abbiamo qualche volta l’arroganza e la presunzione di aver una risposta nostra a tutti i problemi. Ma siamo capaci di ascoltare, di lasciarci suggerire?

Lo Spirito parla sempre ma sottovoce e qualche volta il frastuono delle nostre parole ne copre la voce, quella voce che se giunge alle orecchie poi penetra fino al cuore.

 

 

VENERDI’ 23 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Policarpo, vescovo e martire; Santa Romana di Todi.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE ASCOLTA, PADRE PERDONA, FA' CHE VIVIAMO IL TUO AMORE.

 

HANNO DETTO: Una fede che non diventi cultura sarebbe non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta. (S. Giovanni Paolo II)

SAGGEZZA POPOLARE: Talvolta fa più danno l'apprensione che il malanno.

UN ANEDDOTO: Un Maestro cinese era noto per l'abitudine di meditare sui rami di un albero. Il nuovo governatore del distretto andò a fargli visita e disse: "Che seggio pericoloso hai scelto." "Il tuo è lo è di più" rispose il Maestro. "Il mio è da governatore, non vedo quale pericolo possa esservi." "La tua mente è agitata e le passioni ti opprimono, cosa può esservi di più pericoloso?" Il governatore chiese allora:"Qual è il tuo insegnamento?" "Non fare il male, pratica il bene, mantieni il cuore puro. Tale è l'insegnamento dei Buddha." "Queste cose le sa anche un bambino" commentò il governatore. "Può darsi" rispose il Maestro, "ma anche un vecchio trova difficile praticarle."

PAROLA DI DIO: Ez 18,21-28; Sal 129; Mt 5,20-26

 

Vangelo   Mt 5, 20-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Parola del Signore

 

“SE LA VOSTRA GIUSTIZIA NON SUPERERA’ QUELLA DEGLI SCRIBI E DEI FARISEI, NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI “.

Non finiamo mai di stupirci su quanto liberante ma esigente sia il Vangelo.

La frase di oggi ci invita ad essere più bravi dei cosiddetti “bravi”. Gli scribi e i farisei, infatti erano tutt’altro che dei “cattivi ingiusti”, erano gli osservanti di allora, erano i sacerdoti ottemperanti a tutte le norme liturgiche e le direttive dei vescovi, erano i benemeriti della parrocchia sempre disponibili a mettersi in prima fila nelle grandi occasioni, erano i consacrati che osservavano scrupolosamente i voti di castità, povertà, obbedienza. L’unico loro torto era quello di restringere il proprio dovere all’osservanza religiosa della legge, di affidarsi unicamente al culto per incontrare Dio. Erano dei perfetti religiosi, anzi, degli idolatri religiosi perché della loro religiosità avevano fatto Dio.

E oggi, non sono ancora molti i cristiani che si fermano a questo?

Spesso, infatti, troviamo persone che dicono: “Avere fede è buona cosa, andare a Messa anche, fare un’offerta alla Chiesa pure in quanto ci vuole qualcuno che tenga a freno con delle norme morali, ma poi la vita di tutti i giorni è tutt’altra cosa. Il mondo degli affari è un mondo di squali: o mangi o sei mangiato. La fedeltà coniugale?

“Ma io sono un uomo” (chissà che cosa vorrà dire!?) e poi, con tutte le occasioni che ti vengono messe sotto gli occhi, sarebbe da stupidi non approfittarne… ma con moderazione, senza togliere nulla alla mia famiglia… Io sono un benefattore, infatti ho preso a lavorare da me dei clandestini… si prendono dei bei soldi, sono in nero, e poi, tutto è più facile… niente sindacati, se danno fastidio li mandi via, intanto non possono farti niente…”.

Gesù ci dice che a Lui non basta il profumo dell’incenso se non c’è il profumo della giustizia, a Lui non serve una Chiesa esatta nei riti ma senza la firma del prossimo, di ogni prossimo sul suo passaporto, a Lui non bastano i dieci comandamenti se non sono conditi, vissuti, celebrati con il comandamento dell’amore.

 

 

SABATO 24 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Modesto, vescovo; San Sergio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDE E' LA TUA COMPASSIONE, DIO MISERICORDIOSO!

 

HANNO DETTO: Le convinzioni sono per la verità nemiche più pericolose delle menzogne. (Friedrich Nietzche)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si interrompe la semina per timore dei passeri.

UN ANEDDOTO: Di frequente, alcuni dei collaboratori del curato d'Ars gli dicevano: “Signor curato, lei sarà molto stanco dopo aver confessato così tanto”. Ed egli rispondeva sorridendo: “Ma ne avrò del tempo per riposare al cimitero”.

PAROLA DI DIO: Dt 26,16-19; Sal 118; Mt 5,43-48

 

Vangelo   Mt 5, 43-48

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore

 

SIATE FIGLI DEL PADRE VOSTRO CHE È NEI CIELI; EGLI FA SORGERE IL SUO SOLE SUI CATTIVI E SUI BUONI, E FA PIOVERE SUI GIUSTI E SUGLI INGIUSTI”.

Gesù ci presenta Dio come modello. Ma se è già un modello impossibile da fotocopiare, per di più ci sono delle cose che in Lui non ci stanno neppure troppo bene, come questa, che Dio faccia piovere sui giusti e sugli ingiusti. Vedere l’ingiusto trionfare, il violento spadroneggiare impunito, il giusto soffrire e morire e vedere che Dio non fa niente. “Dio dovrebbe intervenire, punire i cattivi, premiare i buoni!”.

Ma il nostro Dio non è così e per di più dice a noi di non essere cosi. Chi più di Gesù può gridare al Padre l’ingiustizia di dover morire su una croce, Lui che “passò beneficando e sanando e facendo bene ogni cosa”. Eppure Gesù muore sulla croce e offre la sua vita e proprio da quel legno su cui è inchiodato chiede ancora al Padre di perdonare ai suoi crocifissori. D’accordo, Lui è Figlio di Dio!... Ma, in particolare dal giorno del Battesimo, non lo siamo anche noi?

 

 

DOMENICA 25 FEBBRAIO: 2^ DOMENICA DI QUARESIMA

Tra i santi ricordati oggi: San Cesario; San Donato di Zara.

Una scheggia di preghiera:

 

FA' CHE ASCOLTIAMO SIGNORE LA TUA VOCE.

 

HANNO DETTO: Ciascun uomo è un'umanità, una storia universale. (Jules Michelet)

SAGGEZZA POPOLARE: Soffri pazientemente, se non puoi farlo allegramente.         

UN ANEDDOTO: D’inverno, nonostante soffrisse molto per il freddo, il santo curato d'Ars non portava mai il mantello, e ridendo diceva: “Io non ho mai dimenticato in giro il mantello”.

PAROLA DI DIO: Gen 22,1-2.9a.10-13.15-18; Sal 115; Rm 8,31b-34; Mc 9,2-10

 

Vangelo  Mc 9,2-10

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. Parola del Signore

 

USCÌ UNA VOCE: «QUESTI È IL FIGLIO MIO, L’AMATO: ASCOLTATELO!

Il brano della trasfigurazione, oltre ad aprirci uno squarcio di cielo, anticipo della gloria del risorto, è anche incentrato sulla voce di Dio che, confermando Gesù nella sua missione, ce lo indica dicendoci: “Ascoltatelo!”

Dio, qui, parla ancora a Gesù e a noi, poi sull’altro monte, il Calvario, tacerà e ci sarà solo più la Parola crocifissa a parlarci nel silenzio delle parole.

La fede del cristiano comincia ascoltando Gesù; e per ascoltarlo bisogna ‘salire sul monte con Lui’, espressione che nella Bibbia vuol dire: andare incontro a Dio. Perché il monte, come il deserto, più che essere un luogo concreto è una situazione umana di prova e un’opportunità di contatto con Dio. Salire sul monte con Cristo significa camminare nell’oscurità della fede e nel silenzio dell’assoluto; lasciare le nostre sicurezze, scegliere la vita attraverso la morte. Il vangelo di oggi ci rivela la chiave della fede. La voce del Padre ci invita ad ascoltare Gesù, sia sul monte splendente della trasfigurazione sia nella pianura del nostro quotidiano, perché Cristo è la Verità, la Via e la Vita, perché solo Lui ha parole di vita eterna, perché, seguendolo, la rinuncia si trasforma in libertà, il dolore in gioia, la morte in vita. La trasfigurazione è una meta possibile per chi ascolta Cristo. La trasfigurazione è prima di tutto la nostra conversione a Dio, per poter, in un secondo momento, camminare con Cristo verso l’affascinante avventura del donarsi totalmente ai fratelli, soprattutto ai più poveri, in solidarietà con i nostri simili nelle gioie e nelle speranze, nelle tristezze e nelle angosce.

 

 

LUNEDI’ 26 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Nestore, vescovo; San Porfirio, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA MISERICORDIA, SIGNORE, MI COLMA DI GIOIA.

 

HANNO DETTO: Esistono molte cose nella vita che catturano lo sguardo, ma solo poche catturano il tuo cuore: segui quelle. (Winston Churchill)

SAGGEZZA POPOLARE: La sapienza costruisce la casa, la pazienza la regge.

UN ANEDDOTO: Un monaco chiese: "Può una persona illuminata tornare nel mondo dell'illusione?" Il Maestro rispose: "Un fiore caduto non torna più al suo vecchio ramo."

PAROLA DI DIO: Dn 9,4b-10; Sal 78; Lc 6,36-38

 

Vangelo   Lc 6, 36-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Parola del Signore

 

SIATE MISERICORDIOSI, COME IL PADRE VOSTRO È MISERICORDIOSO.”.

Le beatitudini di Gesù non sono per i pusillanimi, gli apatici, i rassegnati o i fatalisti, sono per i valorosi, per i pazienti e tenaci che decidono di rompere la spirale dell’odio e della vendetta con un amore smisurato. Sono per coloro che prendono a modello non semplici ideali, ma Dio stesso. Ci vuole coraggio e direi anche un po’ di pazzia per agire così. E’ andare controcorrente, è lasciare da parte le ragioni della gente “ragionevole”, sicura di se stessa, sensata e prudente per lanciarsi con Cristo nel mare dell’avventura evangelica dell’amore, arrischiandosi a farlo senza misura né ricompensa ma fidandosi unicamente di quel Dio misterioso che è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

 

 

MARTEDI’ 27 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Leandro, vescovo; Santa Onorina, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SAI COME SONO: ABBI MISERICORDIA DI ME.

 

HANNO DETTO: Non c'è amore sprecato. (M. De Cervantes)

SAGGEZZA POPOLARE: Nel salire un'ardua cima, piedi calmi arrivan prima.

UN ANEDDOTO: Battute del Santo Curato d'Ars - Una vedova gli chiede: Mio marito è in purgatorio?

Non so, non sono stato lì. A una signora che parlava molto, domandò:- Mi dica, signora, qual è il mese in cui parla di meno? Lei gli rispose che non lo sapeva. Ed egli chiarì sorridendo: Dev'essere il mese di febbraio, perché è quello che ha meno giorni. Un giorno, il suo vescovo, monsignor Devie, disse davanti a lui: Mio santo curato. Egli rispose soltanto: - Persino monsignore si sbaglia su di me.

PAROLA DI DIO: Is 1,10.16-20; Sal 49; Mt 23,1-12

 

Vangelo   Mt 23, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore

 

“SULLA CATTEDRA DI MOSE’ SI SONO SEDUTI SCRIBI E FARISEI”.

Anche nella ricerca del peccato, a seconda dei tempi, ci sono state delle ‘mode’. In certi periodi (del tutto passati?) il peccato contro “le verità” veniva ricercato, smascherato, e qualche bel rogo o prigione riportava “le verità” (o il potere) al suo posto. C’è stato un periodo in cui tutto sembrava girare esclusivamente intorno al problema del sesso; un altro periodo in cui non esisteva più il peccato personale, ma solo quello sociale.

Ma vi siete mai chiesti quali sono i peccati a cui Gesù è proprio allergico?

Sono l’egoismo e l’ipocrisia. In quanto queste sono le radici di ogni altro peccato. E, guardando sempre al Vangelo, chi è più esposto ad ammalarsi di questi peccati?

I religiosi e i potenti. I poveri hanno poco da difendere e nulla da mascherare, il ricco deve difendere i suoi beni e mascherarsi per difendere il ruolo del proprio potere, e quando la religione diventa potere e non servizio, ecco che egoismo e ipocrisia la infettano. La “cattedra di Mosè” era la cattedra del servizio, del mediatore tra Dio e gli uomini e tra gli uomini e Dio, era la guida alla legge di Dio, alla liberazione, alla conquista di una terra e di una dignità, ma quando è stata conquistata o usurpata da uomini che ne hanno fatto la maschera per i propri interessi è diventata: legge oppressiva, guida gravosa, osservanza di tradizioni umane, uccisione di Dio. Egoismo, potere, ipocrisia vanno a braccetto. Ma, allora, in certi luoghi di potere umano o religioso si può essere puri?

Personalmente ritengo sia molto difficile e solo a due condizioni: a base di continui richiami concreti al servizio e al coraggio di lasciarsi mettere in croce piuttosto che scendere a compromessi. Siamo un po’ tutti farisei. Vogliamo, per attirare l’attenzione, per bisogno di affetto o per altri motivi, farci più belli di quanto siamo; siamo tutti attaccati ai nostri ruoli e per conservarli, a volte siamo disposti anche a mascherarci. Qualche volta usiamo perfino il mantello del buonismo e della religione per nasconderci e apparire migliori, e allora, anche a noi, sia che occupiamo posti importanti o meno, Gesù dice: “Io la tua faccia e il tuo cuore li vedo per quello che sono, non per quello che vuoi farli apparire, e allora non sarà ora di far finire questo carnevale mascherato che dura tutto l’anno?”.

 

 

MERCOLEDI’ 28 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Fedele, martire; San Ferruccio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, HAI FATTO BENE OGNI COSA.

 

HANNO DETTO: L'avarizia in età avanzata è insensata: cosa c'è di più assurdo che accumulare provviste per il viaggio quando siamo prossimi alla meta? (Cicerone)

SAGGEZZA POPOLARE: Sopporti il fumo un poco, chi vuol godersi il fuoco.

UN ANEDDOTO: Il bambino guardava la nonna che stava scrivendo una lettera. Ad un certo punto, le domandò: "Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me". 
La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote: "E' vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto". Incuriosito il bimbo guardò la matita senza trovarvi alcunché di speciale. "Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!". "Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo. Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano che guida i tuoi passi."Dio": ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la sua volontà. Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. E' un'azione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore. Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere è un'azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia. Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.  Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione".

PAROLA DI DIO: Ger 18,18-20; Sal 30; Mt 20,17-28

 

Vangelo  Mt 20, 17-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Parola del Signore

 

"IL FIGLIO DELL’UOMO, NON È VENUTO PER FARSI SERVIRE, MA PER SERVIRE E DARE LA PROPRIA VITA IN RISCATTO PER MOLTI".

L'abitudine, i luoghi comuni del nostro parlare, uccidono la contemplazione, la meraviglia. Scoprire che c'erano dei santi che contemplando la passione di Gesù la rivivevano fino a soffrirla nella propria carne ci lascia stupiti. Ma prova a contemplare un momento questa parola del Vangelo e lasciati meravigliare. "il Figlio di Dio", la Parola della creazione, colui per il quale tutto è stato creato, il Signore "è venuto": basta un re, un primo ministro in visita  per far muovere eserciti, bande musicali, folle; basta un cantante rock per mandare in visibilio folle di ragazzine. Eppure Lui è venuto e "i suoi" non lo accolsero ed era venuto non per ricevere onore, gloria, ma "per servire". Ed è stato talmente fedele a questo servizio che resta nudo appeso ad una croce, che si fa inchiodare le braccia su quel legno per non chiudere mai la sua accoglienza misericordiosa... Grazie Signore!

     
     
 

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