SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
GENNAIO 2018
LUNEDI’ 1 GENNAIO: MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
Tra i santi ricordati oggi: San Fulgenzio, vescovo; Santa Franca; San Guglielmo da Volpiano.
Una scheggia di preghiera:
MOSTRACI IL TUO VOLTO, O SIGNORE, E SAREMO SALVI.
HANNO DETTO: Bisogna ritirarsi dai mormoratori come si ascoltasse il sibilo di un serpente. (S. Vincenzo de Paoli)
SAGGEZZA POPOLARE: Le persone con i pugni chiusi non possono battere le mani. (Proverbio Sufi)
UNA PREGHIERA A MARIA: Ricordati o pietosissima Vergine Maria, che non si è mai udito al mondo che qualcuno sia ricorso alla tua protezione,abbia implorato il tuo aiuto, abbia chiesto la tua intercessione e sia rimasto da te abbandonato. Spinto da tale fiducia,a te vengo o Madre,e benché colpevole di tanti peccati, mi prostro fiducioso ai tuoi piedi a domandare pietà. Non disprezzare, o Madre di Gesù, le mie suppliche, ma ascoltami benigna ed esaudiscimi. (San Bernardo)
PAROLA DI DIO: Nm 6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21
Vangelo Lc 2,16-21
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo. Parola del Signore
“MARIA, DA PARTE SUA, CUSTODIVA TUTTE QUESTE COSE, MEDITANDOLE NEL SUO CUORE.”
Oggi mi viene spontaneo unire quell'augurio tipico di questi giorni che dice: “Buona fine e buon principio” con quanto la Bibbia ci dice di Gesù: “Egli è la fine e l'inizio”. Maria che nel suo cuore cerca la volontà di Dio oggi ci presenta suo Figlio come benedizione, e ci invita a trovare in Lui il vero senso del tempo e della eternità. Lasciamo ai presunti maghi, oroscopisti, fattucchieri vari che dicano se l'anno sarà buono o cattivo, o se in questo tempo tutti quelli di quel determinato segno zodiacale saranno felici o incontreranno guai, per noi il tempo è un dono ed ha un volto, quello di Gesù Salvatore; ogni momento può essere grazia e, anche se il tempo ci parla di consumazione, di fine quotidiana, se il nostro “fine” è Gesù, allora tutto si illumina, e c'è sempre la rinascita, la risurrezione; ed anche il quotidiano, la gioia, la sofferenza sanno già di eternità.
MARTEDI’ 2 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Santi Basilio e Gregorio Nazianzeno; Sant’ Adalardo di Corbie.
Una scheggia di preghiera:
AIUTACI, SIGNORE AD ESSERE TUA VOCE E TUO CUORE PER IL NOSTRO MONDO.
HANNO DETTO: Senza la preghiera il cielo è chiuso sopra di noi, invece con la preghiera è chiuso l'inferno sotto i nostri piedi. (Elisabetta della Trinità)
SAGGEZZA POPOLARE: Noi siamo quello che sentiamo e percepiamo. Se siamo arrabbiati, siamo la rabbia. Se siamo innamorati, siamo l'amore. Se guardiamo una distesa di mare, siamo il mare. (Saggio Orientale)
UN ANEDDOTO: A chi gli chiedeva che cosa fosse per lui la morale, lo scrittore Albert Camus rispondeva: “Dovessi scrivere io un trattato di morale, avrebbe cento pagine, novantanove delle quali assolutamente bianche. Sull'ultima scriverei: conosco un solo dovere ed è quello di amare. A tutto il resto dico di no!”
PAROLA DI DIO: 1Gv 2,22-28; Sal 97; Gv 1,19-28
Vangelo Gv 1, 19-28
Dal vangelo secondo Giovanni.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Parola del Signore
“IO SONO VOCE DI UNO”
Davanti alle domande incalzanti degli inviati dei Giudei, Giovanni risponde prima a monosillabi e poi dichiarando di essere la voce di Colui che sta per venire. Anche ciascuno di noi, specialmente coloro che per vocazione ed elezione dovrebbero essere i testimoni della fede, dovrebbe poter rispondere: “Io conto poco, sono solo la voce di un'Altro”. Ma se rispondiamo così siamo veramente sinceri?
Spesso noi annunciamo noi stessi come unici detentori della verità, vendiamo le nostre ideologie del momento, le teorie ed anche le teologie come se fossero l'unica strada per giungere a Dio. Essere voce significa dire e dimostrare le parole dell'Altro, significa non cercare il proprio successo, significa avere i toni e gli accenti di Gesù. (Ad esempio certi confessori giudici implacabili hanno il tono della misericordia del Cristo?
Certi cristiani del: “o sei del mio gruppo o non ti salvi”, sono sicuri che Gesù agirebbe o parlerebbe come loro?). Giovanni è “voce” quando grida nel deserto, quando tace in prigione, quando tace ma parla con la sua testa mozzata per fedeltà. 'Voce” non è parlare come potrebbe fare un magnetofono (o oggi un Mp3) è cercare di essere come Lui, morto-risorto, desideroso che la sua salvezza possa giungere ad ogni uomo.
MERCOLEDI’ 3 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Genoveffa, vergine; San Fiorenzo, vescovo; Sant’Antero, papa.
Una scheggia di preghiera:
AGNELLO DI DIO CHE TOGLI IL PECCATO DEL MONDO, ABBI PIETA' DI NOI
HANNO DETTO: La paura della morte ci impedisce di vivere, non di morire. (Paul C. Roud)
SAGGEZZA POPOLARE: Che le parole siano come le perle: rare e preziose. (Prov. Cinese)
UN ANEDDOTO: Ogni istante che Dio ti dona è un tesoro immenso. Non buttarlo. Non correre sempre, alla ricerca di chissà quale domani. Vivi meglio che puoi, pensa meglio che puoi e fai del tuo meglio oggi. Perché l'oggi sarà presto il domani e il domani sarà presto l'eterno". (A. P. Gouthey)
PAROLA DI DIO: 1Gv 2,29-3,6; Sal 97; Gv 1,29-34
Vangelo Gv 1, 29-34
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Parola del Signore
“ECCO L’AGNELLO DI DIO, COLUI CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO”
Giovanni ci indica Gesù come l’Agnello di Dio. Per questo è nato il Signore, perché tutti noi abbiamo bisogno di un Agnello, un essere debole, piccolo capace però di togliere il peccato del mondo, la superbia che ci avvelena il cuore. In questo anno appena iniziato Gesù ci viene incontro. Giovanni, la Chiesa, ce lo indicano. E' Lui l'unica nostra salvezza. Le parole che abbiamo ascoltato in questi giorni, le liturgie, le feste, gli stessi nostri sogni altro non sono stati che l'acqua del battesimo di Giovanni. Gli angeli sulla capanna di Betlemme ci indicavano un bambino. Il Figlio s'è fatto carne perché, attraverso di Lui lo Spirito Santo potesse dimorare in noi. Lo Spirito che grida dentro ciascuno "Abbà! Papà!". Lo Spirito che scaccia la paura perché il Signore ha vinto la morte con la stessa nostra carne. Ecco l'Agnello di cui abbiamo bisogno oggi. Ecco chi, solo, può togliere dal nostro cuore la radice velenosa iniettataci dal demonio. Ecco l'agnello che può renderci umili, cioè veritieri. Perdonati nel sangue dell'Agnello la nostra vita non è più quella di ieri. Mai più nessun oggi sarà uguale a nessun ieri. Ogni istante è Lui a caricarsi delle nostre debolezze, dei nostri peccati. E' Lui che ci precede in questo nuovo anno, e le sue orme sono colme di misericordia.
GIOVEDI’ 4 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Celso, vescovo; Santa Elisabetta di Seton.
Una scheggia di preghiera:
CHE COSA VUOI DA ME, O SIGNORE?
HANNO DETTO: Dio è ciò che vuole essere, non quello che deve essere. (Gregorio Palmas)
SAGGEZZA POPOLARE: Sarebbe meglio se i guerrieri non avessero un aspetto truce, se gli studiosi non avessero un'aria saccente, se i prigionieri delle montagne non avessero l'odore delle nebbie e se i monaci non avessero odore di incenso e altari. (Detto Cinese)
UN ANEDDOTO: Una volta, un uomo chiese a Dio: un fiore e una farfalla. Ma Dio gli diede un cactus e una larva. L'uomo era triste poiché non capiva cosa aveva sbagliato nella richiesta. Passato qualche tempo, l'uomo verificò la richiesta che era stata dimenticata. Con sua sorpresa, dallo spinoso e brutto cactus, era nato il più bel fiore. E la orribile larva si era trasformata in una bellissima farfalla.
PAROLA DI DIO: 1Gv 3,7-10; Sal 97 (98); Gv 1,35-42
Vangelo Gv 1, 35-42
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. Parola del Signore
“UNO DEI DUE ERA ANDREA, FRATELLO DI SIMONE. EGLI INCONTRO' SUO FRATELLO E LO CONDUSSE A GESU' ”.
La chiamata di Gesù non nasce a caso ma si inserisce su un terreno ricco di rapporti umani. Giovanni e Andrea erano amici, facevano parte del gruppo dei pescatori del lago, cercavano uno stesso ideale che avevano visto incarnato in Giovanni Battista. Andrea, poi, e fratello di Simone. Giovanni è fratello di Giacomo. Questi legami di sangue e di ideali favoriscono la chiamata di Gesù. Oggi, noi cristiani ci lamentiamo che sono in continua diminuzione le vocazioni sacerdotali, religiose, od un impegno consacrato. Non sarà, forse, dovuto insieme a problemi derivanti dal nuovo contesto sociologico, anche al fatto che spesso manca un terreno umano che faciliti la nascita e la maturazione di scelte religiose profonde? Mancanza di ideali da proporre ai ragazzi (ci si accontenta di valori materialistici), mancanza di riflessione (tutto si svolge nel chiasso e nella frenesia), mancanza di rapporti profondi di amicizia fondati sulla ricerca di Dio. Non è che Dio non chiami più, e che noi, spesso, non sappiamo ascoltare la sua voce o non creiamo un ambiente favorevole perché Egli possa chiamare.
VENERDI’ 5 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Edoardo, Re; Santa Emiliana; San Simeone, Stilita.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, GUIDA TU!
HANNO DETTO: Non si può vedere la luce del sole che sorge se non si sono percorse le vie della notte. (Gibran).
SAGGEZZA POPOLARE: La critica è una pillola amara, ma pur sempre una medicina. (prov. Albanese).
UN ANEDDOTO: In una calda sera di fine estate, un giovane si recò da un vecchio saggio: "Maestro, come posso essere sicuro che sto spendendo bene la mia vita?
Come posso essere sicuro che tutto ciò che faccio è quello che Dio mi chiede di fare?".
Il vecchio saggio sorrise compiaciuto e disse: "Una notte mi addormentai con il cuore turbato, anch'io cercavo, inutilmente, una risposta a queste domande. Poi feci un sogno. Sognai una bicicletta a due posti. Vidi che la mia vita era come una corsa con una bicicletta a due posti: un tandem. E notai che Dio stava dietro e mi aiutava a pedalare. Ma poi avvenne che Dio mi suggerì di scambiarci i posti. Acconsentii e da quel momento la mia vita non fu più la stessa. Dio rendeva la mia vita più felice ed emozionante. Che cosa era successo da quando ci scambiammo i posti?
Capii che quando guidavo io, conoscevo la strada. Era piuttosto noiosa e prevedibile. Era sempre la distanza più breve tra due punti. Ma quando cominciò a guidare lui, conosceva bellissime scorciatoie, su per le montagne, attraverso luoghi rocciosi a gran velocità a rotta di collo. Tutto quello che riuscivo a fare era tenermi in sella!
Anche se sembrava una pazzia, lui continuava a dire: «Pedala, pedala!». Ogni tanto mi preoccupavo, diventavo ansioso e chiedevo: «Signore, ma dove mi stai portando?». Egli si limitava a sorridere e non rispondeva. Tuttavia, non so come, cominciai a fidarmi. Presto dimenticai la mia vita noiosa ed entrai nell'avventura, e quando dicevo: «Signore, ho paura...», lui si sporgeva indietro, mi toccava la mano e subito una immensa serenità si sostituiva alla paura. Mi portò da gente con doni di cui avevo bisogno; doni di guarigione, accettazione e gioia. Mi diedero i loro doni da portare con me lungo il viaggio. Il nostro viaggio, vale a dire, di Dio e mio. E ripartimmo. Mi disse: «Dai via i regali, sono bagagli in più, troppo peso». Così li regalai a persone che incontrammo, e trovai che nel regalare ero io a ricevere, e il nostro fardello era comunque leggero. Dapprima non mi fidavo di lui, al comando della mia vita. Pensavo che l'avrebbe condotta al disastro. Ma lui conosceva i segreti della bicicletta, sapeva come farla inclinare per affrontare gli angoli stretti, saltare per superare luoghi pieni di rocce, volare per abbreviare passaggi paurosi. E io sto imparando a star zitto e pedalare nei luoghi più strani, e comincio a godermi il panorama e la brezza fresca sul volto con il delizioso compagno di viaggio, la mia potenza superiore. E quando sono certo di non farcela più ad andare avanti, lui si limita a sorridere e dice: «Non ti preoccupare, guido io, tu pedala!»".
PAROLA DI DIO: 1Gv 3,11-21; Sal 99 (100); Gv 1,43-51
Vangelo Gv 1, 43-51
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore
“NATANAELE ESCLAMO’: DA NAZARET PUO’ VENIRE QUALCOSA DI BUONO? FILIPPO GLI RISPOSE: VIENI E VEDI”. (Gv. 1,46)
Natanaele è un Israelita ‘nato e fatto’. Ha studiato coscienziosamente la Bibbia, ha incasellato la sua aspettativa del Messia nelle categorie tipiche della Scrittura e dell’interpretazione rabbinica, sa che Egli deve venire da Betlemme, il paese di Davide. Qui gli si parla di uno che viene dalla Galilea (poco da fidarsi!) e da Nazaret (paese disprezzato dove non c’è cultura né teologia!).
Però Natanaele ha un pregio: davanti all’invito di Filippo, si alza, esce di casa, va a vedere. Questo è il primo passo, anche per un teologo, per un intellettuale, per un prete. E’ quello che ci aiuta ad uscire da noi stessi, che ci permette di fare esperienze nuove.
Dio non lo puoi incasellare. Non puoi chiuderlo in mezzo alle pagine di un libro di teologia; anche la Bibbia, che è un buon libro, non può dire tutto di Lui, non è un’enciclopedia su Dio o peggio le pagine gialle a cui l’uomo può ricorrere per ottenere un suo pronto intervento a seconda delle necessità del momento.. Anche la nostra intelligenza di creature è troppo piccola per poterlo contenere.
Il primo passo per avvicinarci a Dio è accorgerci che da soli non ci arriviamo ed è saper uscire di casa per andargli incontro.
Un secondo passo per non chiuderci a Dio è sapersi lasciar mettere in discussione. Natanaele, davanti a Gesù è disposto a ricominciare il suo cammino daccapo. Non si rintana nel suo sapere per cercare giustificazioni alle sue affermazioni, non si ferma a discussioni verbali, non si nasconde dietro alle parole, intuisce che la novità di Dio può cogliere all’improvviso in qualunque momento. Natanaele, nonostante l’ingombro del suo sapere, è ancora l’uomo del desiderio, della speranza, è ancora uno che sente sete, che è insoddisfatto e perciò aperto a cogliere le novità di Gesù.
Anche per noi, se non ci chiudiamo, se non pensiamo di sapere tutto sull’uomo e su Dio, se sentiamo ancora il desiderio di uscire all’aria aperta, se abbiamo il coraggio della novità, c’è ancora la possibilità di incontrare Cristo e di andargli dietro.
SABATO 6 GENNAIO: EPIFANIA DEL SIGNORE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Epifanio Vescovo, San Macario lo Scozzese.
Una scheggia di preghiera:
NOI TI CERCHIAMO E TU CERCHI NOI, SIGNORE.
HANNO DETTO: L'amore è verità. Falsità e amore non possono convivere. (Andrei Tarkovskij)
SAGGEZZA POPOLARE: Ognuno pianga con i suoi occhi. (prov. Corso)
UN ANEDDOTO: Jean-Baptiste Henri Lacordaire, convertito, avvocato, domenicano, deputato, famoso predicatore, accademico di Francia, si era composto un "Codice delle piccole buone azioni". Eccolo per un esame di coscienza: Sorridi alla monotonia del dovere quotidiano. Taci quando ti accorgi che qualcuno ha sbagliato. Elogia il fratello che ha operato il bene. Rendi un servizio a chi ti è sottoposto. Partecipa al gioco dei fanciulli, i prediletti di Dio. Stringi cordialmente la mano al fratello che è nella tristezza. Parla con dolcezza agli impazienti e agli importuni. Guarda con affetto chi nasconde un dolore. Riconosci umilmente il tuo torto. Saluta affabilmente gli umili. Abbi un pentimento sincero per il male fatto.
PAROLA DI DIO: Is. 60,1-6; Sal. 71; Ef. 3,2-3a.5-6; Mt. 2,1-12
Vangelo Mt 2,1-12
Dal vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore
“ALCUNI MAGI VENNERO DA ORIENTE A GERUSALEMME E DICEVANO: «DOV’È COLUI CHE È NATO, IL RE DEI GIUDEI?”
I Magi sono l'immagine dell'uomo che cerca, che indaga, che si muove e segue la stella. Non come Erode e i sacerdoti del tempio che, pur "sapendo", restano ai loro posti. No. Per riconoscere Gesù occorre smuoversi, indagare, seguire, lasciarsi provocare, cercare. Dio si lascia trovare, certo. Ma a chi lo desidera, non da chi lo ignora. I Magi sono l'immagine di tutti quegli uomini che, spinti dentro dal desiderio e dalla sete della Verità, hanno finito con l'incontrare un "segno", la stella, della presenza di Dio: una testimonianza, un avvenimento, una parola. No, seduti alla poltrona delle proprie incrollabili supposizioni finiremo col lasciare la fede dietro di noi, col "conoscere", come i sacerdoti del tempio, il luogo dove Gesù é nato ma non piegheremo mai le ginocchia, esterrefatti, davanti al prodigio di un bambino che é Dio. E i Magi questo salto lo fanno, questo capitombolo della fede lo compiono. Offrono oro incenso e mirra. Oro, dono destinato ai re, incenso, resina destinata a Dio e mirra, unguento usato per imbalsamare i cadaveri. Nel bambino riconoscono il Signore, il Dio, il Crocifisso. E noi, con cosa arriviamo alla grotta? Quali doni, se pur poveri, siamo disposti a offrirgli? Che il Signore ci conceda, almeno un poco, di contemplare il suo volto di tenerezza per poter piegare anche noi le ginocchia davanti a un tale prodigio.
DOMENICA 7 GENNAIO: BATTESIMO DEL SIGNORE
Tra i santi ricordati oggi: San Carlo da Sezze; San Luciano, Martire, San Raimondo da Penaford, sacerdote.
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU', SEI VERAMENTE FIGLIO DI DIO.
HANNO DETTO: Dio, più che fare le cose, fa si che si facciano. (T. de Chardin)
SAGGEZZA POPOLARE: Più amiamo i nostri amici e meno li lusinghiamo. Meno li amiamo e più li lusinghiamo. (Proverbio Cinese)
UN ANEDDOTO: Quando cadi in peccato, fatti il segno della croce dicendo: "Signore, tu che hai inchiodato i nostri peccati alla croce, inchioda alla tua croce anche questo peccato ed abbi pietà di me nella tua immensa misericordia" (cfr. Sal 51, 3). Così sarai purificato dal tuo peccato. Non esiste peccato che possa vincere la tenerezza dell'amore di Dio. (Ivan Cronstadt)
PAROLA DI DIO: Is 55,1-11; Cant. Is 12,2-6; 1Gv5,1-9; Mc 1,7-11
Vangelo Mc 1, 7-11
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento». Parola del Signore
“GESÙ VENNE DA NAZARETH DI GALILEA E FU BATTEZZATO NEL GIORDANO DA GIOVANNI”.
Quando si racconta la vita un “grande” (e qui si parla del Figlio di Dio) si tende a mettere in evidenza le sue doti, la grandiosità dei gesti; nel vangelo che segna l'inizio della vita pubblica di Gesù, ci aspetteremo qualcosa di simile e invece ci colpisce l'immagine di Gesù che si mette in fila con i suoi comuni fratelli per ricevere quel comune battesimo di penitenza. Quest'uomo non afferma la propria dignità proclamandola, ma ignorandola del tutto, e lasciando che un Altro, Dio stesso, se ne occupi per lui. Egli non afferma la propria innocenza separandosi dai comuni peccatori, ma sentendo compassione per i peccatori, sentendo il loro comune peccato come realtà che lo riguarda, che pesa sulle sue stesse spalle. E appunto per questo, per non aver temuto questa mescolanza con tutti, per aver anzi amato questa solidarietà con tutti – appunto per questo Gesù meritò di vedere i cieli aperti e lo Spirito discendere su di lui; soprattutto meritò di udire quella voce dal cielo che diceva il suo nome, quella voce che lo riconosceva quale Figlio: “Tu sei il Figlio mio prediletto”. Noi, spesso sogniamo lo straordinario, il grandioso e allora proprio guardano a Gesù siamo invitati ad abbandonare il nostro disgusto nei confronti del comune, pesante, spesso 'solito' destino che ci aspetta; dimentichiamo i nostri sogni di mondi diversi e fantastici: solo in questa nostra vita comune e a volte anche banale, solo qui, mescolati ai nostri fratelli peccatori, Dio potrà riconoscerci come figli e potrà chiamarci per nome.
LUNEDI’ 8 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Massimo di Pavia; San Severino; Sant’Adreghino.
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU' MI HAI AMATO E MI AMI “DA DIO”.
HANNO DETTO: Chi vuol essere più di ciò che può essere finisce sempre con l'essere molto meno di ciò che potrebbe. (A. Graf)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando devi ricevere da Dio, presentati con le mani aperte (prov. Del Burundi)
UN ANEDDOTO:
"Mi chiamo Gabriele Francesco. Sono nato a Novara il 12 Dicembre 2013 e oggi
avrei quattro anni, se fossi ancora vivo. Invece sono morto lo stesso giorno in
cui sono nato.
Adesso tutti starete pensando che mamma e papà non si sono comportati bene: in
effetti mi hanno lasciato solo, sotto un cavalcavia, con indosso pochi stracci e
senza un biberon nei paraggi. Certo è che noi neonati siamo indifesi: ci buttano
dai ponti, ci fanno esplodere sotto le bombe, ci vendono per pochi soldi. Siamo
carne da telegiornale. Prima di chiudere gli occhi, mi sono raggomitolato tra i
rifiuti per cercare conforto e ho pensato: ma è davvero così brutto questo mondo
che sto già per lasciare?
Poi mi sono sentito sollevare e sulla nuvola da cui vi scrivo ho visto che la bellezza c’è ancora. C’è bellezza nel camionista che mi ha trovato e nell’ispettore che mi ha messo questo nome meraviglioso: è importante avere un nome, significa che sei esistito davvero. C’è bellezza nei poliziotti che per il mio funerale hanno fatto una colletta a cui si sono uniti tutti, dai pompieri alle guardie forestali. E c’è, la bellezza, nella ditta di pompe funebri che ha detto «per il funerale non vogliamo un euro», così i soldi sono andati ai volontari che in ospedale aiutano i bimbi malati. Dove sono nato io, metteranno addirittura una targa. Allora non sono nato invano. Mi chiamo Gabriele Francesco, e ci sono ancora."
PAROLA DI DIO: 1Sam 1,1-8; Sal 115; Mc 1,14-20
Vangelo Mc 1, 14-20
Dal vangelo secondo Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui. Parola di Dio
“IL TEMPO E’ COMPIUTO, IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO”.
E’ questa la prima predica di Gesù, il primo annunzio della buona notizia. “Il regno di Dio è vicino”, non si tratta da parte nostra di dover raggiungere il cielo, è il cielo che è sceso fino a noi, non si tratta di andare lontano, si tratta di rientrare in noi stessi.
Ma noi abbiamo ancora bisogno di buone notizie?
Spesso l'uomo, alla notizia di un Dio che ci viene incontro, che ha in mano la nostra personale felicità, che ci può riempire di gioia e di luce, davanti a questo avvenimento storico che sconvolge l'esistenza, davanti a questo inaudito annuncio sbadiglia! L’ unico rimedio, e ce lo indica proprio Gesù è la conversione, cioè cambiare decisamente strada, ritrovare i veri valori, imparare di nuovo a gioire. Ma perché convertirci?
Non ci si converte perché lo dice il prete, né perché sennò si va all'inferno, né tanto meno perché è cosa buona e giusta avere una religione. No, ci si converte perché avvinti, trascinati, convinti, incuriositi, affascinati da Gesù. Se Gesù rimane un personaggio della storia, se lo considero un moralista, un filosofo, posso dire: “Ecco un altro che fa teoria sulla vita” e posso mettermi a sbadigliare ma se Gesù è il figlio di Dio che passa nella mia vita non per portarmi via qualcosa ma per donarmi se stesso e con Lui il senso della vita allora anche per me vale la pena di lasciare le mie vecchie carabattole, come i pescatori lasciano le loro reti, allora conversione non è tristezza, non è rinuncia, é ritrovare se stessi, il prossimo e Dio, è la buona notizia della vita nuova nel Regno di Gesù.
MARTEDI’ 9 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Abate; Santi Giuliano e Balista, Martiri; San Marcellino.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, SIGNORE, DEL DONO DEL PANE E DELLA PAROLA
HANNO DETTO: Nessuna prosperità ci seduca con le sue lusinghe, perché sciocco è quel viaggiatore che durante il suo percorso si ferma a guardare i bei prati e dimentica di andare là dove aveva intenzione di arrivare. (San Gregorio Magno)
SAGGEZZA POPOLARE: La tristezza chiude le porte del paradiso, la preghiera le apre, la gioia le abbatte. (prov. Ebraico)
UN ANEDDOTO: Oggi, un bimbo mi ha chiesto: “Ma il cuore sta sempre nello stesso posto, oppure, ogni tanto, si sposta? Va a destra e a sinistra?”
Io: “No, il
cuore resta sempre nello stesso posto, a sinistra..” Ed intanto penso: “..poi,
un giorno, crescerai. Ed allora capirai che il cuore vive in mille posti
diversi, senza abitare davvero nessun luogo. Ti sale in gola, quando sei
emozionato. O precipita nello stomaco, quando hai paura, o sei ferito. Ci sono
volte in cui accelera i suoi battiti, e sembra volerti uscire dal petto. Altre
volte, invece, fa cambio col cervello. Crescendo,imparerai a prendere il tuo
cuore per posarlo in altre mani. E, il più delle volte, ti tornerà indietro un
po’ ammaccato. Ma tu non preoccupartene. Sarà bello uguale. O,forse,sarà più
bello ancora. Questo però, lo capirai solo dopo molto, molto tempo.
Ci saranno giorni in cui crederai di non averlo più, un cuore. Di averlo perso.
E ti affannerai a cercarlo in un ricordo, in un profumo, nello sguardo di un
passante, nelle vecchie tasche di un cappotto malandato. Poi, ci sarà un altro
giorno, un giorno un po’ diverso, un po’ speciale, un po’ importante.. quel
giorno, capirai che non tutti hanno un cuore e un altro, ancora più importante
in cui scoprirai che esso è fatto come il cuore di Dio”
PAROLA DI DIO: 1Sam 1,9-20; Cant. 1Sam 2,1.4-8; Mc 1,21b-28
Vangelo Mc 1, 21-28
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Parola del Signore
“GESÙ ENTRATO DI SABATO NELLA SINAGOGA INSEGNAVA”.
Che bisogno c’è di andare a messa la domenica? Io posso pregare Dio anche senza andare in chiesa!” E’ questa una frase che sentiamo ripetere spesso e che ha pure uno sfondo di verità, infatti Dio è ovunque, è Spirito e verità e sempre e in qualunque luogo ci si può incontrare con lui. Ma mi chiedo: come mai nel Vangelo troviamo che Gesù santifica il sabato, festa degli Ebrei, andando alla preghiera nella sinagoga? Gesù ci ha ricordato che “il sabato è fatto per l’uomo”, quindi, se da una parte non dobbiamo essere schiavi di una legge osservandola beceramente, non dobbiamo però neppure con superficialità rifiutare i doni che ci vengono fatti nella preghiera comune, nell’Eucaristia, nel confrontarci insieme sulla stessa Parola di Dio. Se i cristiani conoscessero veramente il dono dell’Eucaristia domenicale ci andrebbero con gioia e riconoscenza.
MERCOLEDI’ 10 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agatone, Papa; Sant’Aldo, Monaco; San Guglielmo di Burges, Vescovo
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, MIO FRATELLO HA BISOGNO DI TE.
HANNO DETTO: La superstizione è la religione delle menti deboli. (Edmund Burke)
SAGGEZZA POPOLARE: Troppo cibo buono è peggio di troppo poco cibo cattivo. (prov. Ebraico)
UN ANEDDOTO: In un villaggio polinesiano vivevano due uomini continuamente in guerra l'uno contro l'altro. Ad ogni più piccolo pretesto scoppiava una lite. La vita era diventata insopportabile per l'uno come per l'altro. Ma anche per tutto il villaggio. Un giorno alcuni anziani dissero ad uno dei due: "L'unica soluzione, dopo averle provate tutte, è che tu vada a vedere Dio" "D'accordo, ma dove?".
"Niente di più semplice. Basta che tu salga lassù sulla montagna e là tu vedrai Dio". L'uomo partì senza esitazione per andare incontro a Dio. Dopo parecchi giorni di marcia faticosa giunse in cima alla montagna. Dio era là che lo aspettava. L'uomo si stropicciò invano gli occhi; non c'era alcun dubbio: Dio aveva la faccia del suo vicino rissoso e antipatico. Ciò che Dio gli disse, nessuno lo sa. In ogni caso, al ritorno nel villaggio non era più lo stesso uomo. Ma nonostante la sua gentilezza e la sua volontà di riconciliazione con il vicino, tutto continuava ad andare male, perché l'altro inventava nuovi pretesti di litigio. Gli anziani si dissero: "E' meglio che anche lui vada a vedere Dio" Nonostante la sua ritrosia, riuscirono a persuaderlo. E anche lui partì per l'alta montagna. E lassù anche lui scoprì che Dio aveva il volto del suo vicino. Da quel giorno tutto è cambiato e la pace regna nel villaggio. "Tu non ti farai nessun idolo scolpito!", ripete continuamente la Bibbia, in seguito al Decalogo donato da Dio sul Sinai. Così nessuna rappresentazione di Dio è tollerata nel popolo ebraico, sarebbe idolatria. Eccetto una sola: l'uomo stesso. Perché l'uomo è stato creato a immagine di Dio. Allora: "Se vuoi vedere Dio, guarda il tuo fratello".
PAROLA DI DIO: 1Sam 3,1-10.19-20; Sal 39; Mc 1,29-39
Vangelo Mc 1, 29-39
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. Parola del Signore
“LA SUOCERA DI SIMONE ERA A LETTO CON LA FEBBRE E SUBITO GLI PARLARONO DI LEI.”
A letto con la febbre si ha bisogno di tutto e nulla si può fare. La spossatezza toglie anche la voglia di leggere, di guardare la televisione, di parlare. La suocera di Pietro è immagine di quella febbre dello spirito che spesso ci assale e ci paralizza, impedendoci di servire, di amare. E' la febbre di questo tempo in preda a depressioni e anoressie. E' la febbre dell'alcool, della droga, di tutti quei giacigli nei quali ci rifugiamo per sfuggire alle incombenze serie della vita, quelle che ci chiamano a donare la vita. Ma è pur sempre febbre, sintomo di una malattia più profonda, un'infezione che corrode il cuore. Per quanto si cerchi di riposare, le fughe si risolvono sempre in fallimenti, e la febbre aumenta. Ma c'è la Chiesa. Come una madre premurosa si preoccupa di noi, e ne parla con il suo Signore. E' questa la prima missione della Chiesa: pregare, implorare, affidare. Come diceva Santa Caterina da Siena, spesso accade che sia molto più fecondo parlare a Dio degli uomini che non di Dio agli uomini. Ed è una parola anche per i genitori, per i catechisti, per i presbiteri. Parlare al Padre del proprio figlio in difficoltà, della moglie in crisi, del marito depresso, di chiunque abbiamo a cuore ed è in preda alla febbre. Senza questa preghiera, senza questo parlare a Dio la Chiesa e ciascuno di noi sbaglierà tempi e parole, rinchiuderà ogni opera nell'angusto confine della carne, e sarà fallimento. Si tratta di inginocchiarsi e aprire il cuore al Signore, far nomi e cognomi, e implorare l'aiuto. Secondo la sua volontà. E' la preghiera insistente che apre il cammino al Signore, perché è Lui che opera, che sana, che ridesta alla vita.
GIOVEDI’ 11 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: , Papa; Santa Liberata, martire, Sante Speciosa e Onorata di Pavia.
Una scheggia di preghiera:
”SIGNORE, SE VUOI PUOI GUARIRMI”
HANNO DETTO: Pensa a chi ti ha fatto del male come ad un medico inviato a te da Cristo. (Abba Zosima)
SAGGEZZA POPOLARE: Fa' quel che devi, accada quel che può. (prov. Francese)
UN ANEDDOTO: Racconta Denis Diderot nei suoi pensieri filosofici che una volta chiesero a un uomo se esistessero veri atei. Rispose: “Pensate che esistano veri cristiani?”
PAROLA DI DIO: 1Sam 4,1b-11; Sal 43; Mc 1,40-45
Vangelo Mc 1, 40-45
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore
“LO SUPPLICAVA IN GINOCCHIO E GLI DICEVA: "SE VUOI, PUOI GUARIRMI"
Quante volte, incontrando degli ammalati abbiamo sentito rivolgere a Dio, questa supplica: "Signore, se vuoi... Chi prega così non dubita della potestà di colui che lo ascolta. Ma, come mai tante volte, davanti ad una preghiera così accorata non c'è risposta?
Tra i tanti un episodio mi viene spesso in mente: a Lourdes avevo incontrato, seduta su una carrozzella, una signora semplice, buona, conosciuta per la sua carità e generosità. Ora era lì: da mesi soffriva di esaurimento e le sue erano depressioni terribili. "Don Franco, se la Madonna non mi aiuta non so se ce la faccio!"
E pregava, e altri pregavano per lei. Ritornata a casa, dopo pochi giorni non ce la fece più: qualcosa dentro di lei si era rotto: scrisse un biglietto per chiedere perdono e poi si diede fuoco. Come mai il Signore non ha ascoltato quella preghiera?
Non di certo perché questa donna non l'avesse fatta con fede e neanche perché il Signore è sordo: se Dio è un Padre, anche in questo caso non può non aver voluto il bene di questa sua figlia... Rimane il mistero... ma questa preghiera del lebbroso e di tante altre persone troverà il suo eco giusto quando diventerà la preghiera di Gesù: "Se vuoi allontana da me questo calice". Anche questa volta Dio sembrerà non ascoltare, ma dalla sofferenza e morte di Cristo nascerà la nostra salvezza e nella sua risurrezione il segno di ogni risurrezione e vittoria sul male anche per noi.
VENERDI’ 12 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Ricci;Sant’Arcadio,Martire; San Benedetto Biscop.
Una scheggia di preghiera:
GESU', QUANDO PERDONI, PERDONI SUL SERIO.
HANNO DETTO: Ciò che importa non è vivere bene o male, ma perché si vive. (Pirandello)
SAGGEZZA POPOLARE: Un sorriso è come uno spazzolino. Devi usarlo spesso per mantenere i denti puliti. (prov. Giapponese)
UN ANEDDOTO: Un cocchiere di corte osò un giorno lamentarsi con lo Zar Alessandro II di un suo collega. Lo zar ascoltò e rispose: Questo non mi riguarda. - Ma quel collega ha avuto l'ardire di parlare male di voi – incalzò il cocchiere. E lo zar pronto: - Questo non riguarda te.
PAROLA DI DIO: 1Sam 8,4-7.10-22a; Sal 88; Mc 2,1-12
Vangelo Mc 2, 1-12
Dal vangelo secondo Marco
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!». Parola del Signore
“FIGLIO, TI SONO PERDONATI I PECCATI”
Conosco un caro sacerdote che con molta semplicità e umiltà ha speso la sua vita per Dio, per la Diocesi e per gli uomini. Un giorno mentre mi confessavo da lui, vedendo le mie debolezze, incertezze, sentendo i miei scrupoli più o meno mi disse queste parole che ancora sanano la mia vita:” Sei davvero convito che Dio perdona i tuoi peccati? Pensi di più al tuo peccato o alla sua misericordia?
Hai paura di Lui o ne riconosci il grande amore che ti abbraccia?
Se hai messo il tuo cuore nel suo che diritto hai ancora di ritornare sulle tue colpe che ormai sono cancellate dal suo e dal tuo cuore?”
SABATO 13 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ilario, Vescovo e Dottore della Chiesa; Sant’Agricio, Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
PARLA, SIGNORE: IL TUO SERVO DESIDERA ASCOLTARTI.
HANNO DETTO: La paura fa più male del male. (San Francesco di Sales)
SAGGEZZA POPOLARE: Non si deve far smettere chi contraddice contraddicendolo, ma convincendolo: neppure il pazzo infatti è curato da chi diventa a sua volta pazzo. (prov. Greco)
UN ANEDDOTO: Diceva un bambino: “Io non capisco le persone grandi... perché sono sempre frettolose e non hanno il tempo di rispondere alle domande o di raccontare una storia. Perché quando sono cattivo mi minacciano con una iniezione e quando sono malato mi dicono invece che una iniezione mi farà bene. Io non capisco le persone grandi... perché mi chiedono di essere buono e poi mi regalano per giocare rivoltelle archi e frecce. Perché ogni volta che mi dicono bugie me ne rendo conto e soffro molto. Io non capisco le persone grandi... perché quando faccio qualcosa di male mi dicono che non mi vogliono più bene ed io ho molta paura che finiscano col non volermi più bene sul serio.”
PAROLA DI DIO: 1Sam 9,1-4.17-19.26a;10.1a; Sal 20; Mc 2,13-17
Vangelo Mc 2,13-17
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore
“GLI DISSE: SEGUIMI”
Scusate se per commentare questa parola di Gesù faccio ancora riferimento alla mia vita personale. Quando da ragazzo sentivo la frase: "Stai attento il Signore ti chiama" pensavo che il Signore dovesse parlarmi nell'orecchio. Quando mi ritrovai in seminario non avevo sentito nessuna voce. Mi dissero: "Ascolta la Parola di Dio, essa ti parlerà". Ma io mi trovavo in difficoltà con essa, spesso non la capivo, altre volte ero indifferente, essa non riusciva a dare una risposta agli interrogativi della mia vita e tantomeno chiariva la mia vocazione.
Mi dissero ancora: "Prega!
Nella preghiera troverai una risposta". Ma anche la preghiera tante volte diventava un monologo con me stesso. Quel "seguimi" per me non era una parola netta, chiara come per Matteo. E' una parola che nella mia storia si costruì poco per volta, come si costruisce una tela: nella preghiera, attraverso la Parola di Dio, nei fatti, nel peccato, nella gioia, nel dolore. Qual è la nostra chiamata?
Che cosa vuole il Signore da me?
Sono tanti gli interrogativi che ci poniamo; l'unica risposta valida può essere questa: prova a seguirlo e vedrai dove Lui vuole condurti.
DOMENICA 14 GENNAIO: 2^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - Anno B
Tra i santi ricordati oggi: San Felice; Santa Macrina l’Anziana; San Saba.
Una scheggia di preghiera:
TU, SIGNORE, VUOI DAVVERO IL MIO BENE.
HANNO DETTO: Prima di desiderare ardentemente qualcosa dovremmo appurare quanto sia felice chi la possiede. (La Rochefoucauld)
SAGGEZZA POPOLARE: Il silenzio per i saggi è una risposta. (prov. Greco)
UN ANEDDOTO: Un frate di buon appetito, non sopportando i severi e lunghi digiuni del convento, aveva trovato un espediente per alleviare un poco il disagio: andava nella sua cella con la scusa di meditare e con un piccolo padellino si friggeva le uova al fuoco della candela e se le mangiava. La cosa andò avanti per un pezzo, finché l'odore non tradì il religioso che fu visto dal frate guardiano da un buco della porta. Al bussare del superiore il fraticello aprì e, colto sul fatto, per scusarsi, cominciò a dire che era stata l'astuzia del demonio a suggerirglielo e aveva dovuto cedere all'irresistibile e continua tentazione. Il diavolo, che se ne stava nascosto sotto il tavolo, uscì fuori protestando: "Questo non te l'ho insegnato io! Sono io che l'ho imparato da te!".
PAROLA DI DIO: 1Sam 3,3b-10.19; Sal 39; 1Cor 6,13c-15a.17-20; Gv 1,35-42
Vangelo Gv 1,35-42
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbi - che, tradotto, significa maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui: erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» - che si traduce Cristo - e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa», che significa Pietro. Parola del Signore
“OSSERVANDO CHE ESSI LO SEGUIVANO, DISSE LORO: CHE COSA CERCATE?”
“Che cosa cercate?”
chiede Gesù a questi due che lo seguono; “Di che cosa parlate lungo la via?”
domanderà il risorto che viaggia in incognito ai due discepoli di Emmaus; “Che cosa voi che io ti faccia?” domanderà Gesù a coloro che, malati, gli chiedono una guarigione. E' inutile, con questo Gesù non si può non essere coinvolti: Lui si fa conoscere, ma la ricerca deve partire da te, Lui suscita i desideri profondi del cuore fino a farci sentire che deve rimanere con noi nella nostra sera; Lui è disposto, anzi è venuto apposta per le nostre necessità, ma con Lui non basta una petizione anonima, una serie di preghiere ben dette, un offerta pagata come tassa alla chiesa. Lui prima di tutto vuole me, vuole te, ci vuole reali, non falsi religiosi, con tutti i nostri limiti ma anche con tutti i nostre desideri veri. Quando sei così, allora avviene il vero incontro, quell'incontro che i due discepoli del vangelo di oggi ricorderanno tanti anni dopo perfino nell'ora in cui è avvenuto.
LUNEDI’ 15 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Cosma il Melode; San Faustino, Martire; San Mauro; San Romedio.
Una scheggia di preghiera:
TU CHE FAI NUOVE TUTTE LE COSE FA' CHE OGGI DIVENTIAMO NUOVI CON TE.
HANNO DETTO: La Verità non è un prodotto della discussione, ma la precede. (Don Giussani)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha il cuore puro, ha tutte le acque purificatrici del Gange a casa sua. (prov. Indiano)
UN ANEDDOTO: Il padre Cassiano raccontò: «Mi recai in Egitto assieme al santo Germano da un anziano che ci ospitò. Gli chiedemmo: – Come mai nell’ospitare dei fratelli forestieri non osservate la regola del digiuno quale l’abbiamo ricevuta in Palestina? – Il digiuno è sempre con me – rispose –, mentre non posso trattenere voi con me sempre. Il digiuno è certo utile e necessario, ma dipende dalla nostra scelta, mentre la legge di Dio esige l’adempimento della carità come dovere assoluto. Poiché in voi accolgo Cristo, devo servirvi con tutto il mio zelo; quando vi avrò congedati, potrò riprendere la regola del digiuno. Non possono i figli del talamo digiunare finché lo sposo è con loro. Quando lo sposo sarà loro tolto, allora per forza digiuneranno.
PAROLA DI DIO: 1Sam 15,16-23; Sal 49; Mc 2,18-22
Vangelo Mc 2, 18-22
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!». Parola del Signore
“NESSUNO CUCE UN PEZZO DI STOFFA GREZZA SU UN VESTITO VECCHIO”.
Con questa piccola parabola Gesù ci dice l’assoluta novità del suo Vangelo. La buona notizia della sua venuta non è una toppa nuova da cucire su un vestito vecchio, è la radicale novità interiore dell’uomo: tutto quello che c’è stato prima è preparazione, impalcatura, tutto quello che vien dopo di Lui possono essere abbellimenti (o abbrutimenti) ma l’edificio nuovo è Gesù Cristo. Quando si finisce di costruire una cattedrale si toglie la pur utile impalcatura, si tolgono tutti gli inutili orpelli perché essa risplenda. Gesù ci chiede di essere uomini nuovi, capaci al di là di sovrastrutture di far risplendere al mondo la sua profonda novità. Non vi sembra che oggi i cristiani siano più spesso portati a vedere e discutere i particolari della fede e della morale che non a far risplendere l’essenza del Vangelo?
MARTEDI’ 16 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Accursio, Martire; San Giacomo di Tarantasia; San Marcello, Papa
Una scheggia di preghiera:
PIETA' DI ME, O DIO, PIETA' DI ME!
HANNO DETTO: Il vero compenso di una buona azione è quello di averla compiuta. (Gandhi)
SAGGEZZA POPOLARE: L'amore non bada a caste né il sonno a un letto rotto. (prov. Indiano)
UN ANEDDOTO: Un giorno Luigi XI re di Francia stava conversando con un gruppo di cortigiani quando ad un tratto avvertì la fastidiosa puntura di un pidocchio e invece di contrariarsi esclamò: “Sono grato a questo piccolo essere perché mi ha ricordato che anche un re è un uomo come tutti gli altri.
PAROLA DI DIO: 1Sam 16,1-13a; Sal 88; Mc 2,23-28
Vangelo Mc 2,23-28
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato». Parola del Signore
“GUARDA! PERCHE' FANNO IN GIORNO DI SABATO QUELLO CHE NON È LECITO?”
Questi farisei che come avvoltoi appollaiati su un albero, scrutano Gesù e i suoi discepoli, pronti a cogliere tutte le più piccole minuzie, incapaci di capire un gesto spontaneo come cogliere alcune spighe per masticare i chicchi e sentire in bocca la fragranza del grano maturo, pronti sempre a giudicare, sono persone incapaci di andare oltre, per loro tutto è previsto, regolato. Per loro si tratta di vedere e di sapere ciò che è ‘lecito’ e ciò che è ‘vietato’.
Mi chiedo, specialmente per persone come me che cominciano ad accumulare anni, non corriamo anche noi il rischio di essere farisei?
Anche noi siamo stati abituati dall’educazione familiare, scolastica, ecclesiale ad una serie infinita di norme, ma anche al modo di eluderle, aggirarle, vanificarle. A volte diventa, anche per noi, più facile rifugiarci in norme, sicurezze, riti, piuttosto che correre i rischi della libertà, dell’inventiva, dell’imprevisto; a volte preferiamo la tranquillità guidata alla gioia, le pantofole alle strade e, non è forse vero che spesso attaccandoci alla legge per la legge diventiamo giudici insindacabili nei confronti degli altri, mentre nei confronti di noi stessi usiamo il negativo per giustificarci; ad esempio, diciamo: “Io non ho rubato”, ma non ci chiediamo: “Non ho mai privato nessuno di ciò che giustamente si aspettava da me?”, o, ancora diciamo: “Io non ho mai ammazzato”, mentre non diciamo: “Non ho forse fatto soffrire e ferito con le mie parole, con i miei silenzi, con le critiche o con l’indifferenza?”
Signore Gesù, Tu mi ricordi oggi che al di là del ‘è permesso’ o ‘è vietato’ ci sta l’amore che è ben più esigente, ma anche più gioioso di ogni proibizione.
MERCOLEDI’ 17 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio, Abate; San Sulpizio, Vescovo; Santa Roselina di Villeneuve
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI, SIGNORE, DALLA GRETTEZZA DI CUORE.
HANNO DETTO: Chi si fida di Dio, obbliga Dio a prendersi cura di lui. (Don Luigi Orione)
SAGGEZZA POPOLARE: Una ferita di freccia si cicatrizza, una pianta stroncata dalla scure rifiorisce, ma la ferita di una mala parola non si rimargina. (prov. Indiano)
UN ANEDDOTO: A chi gli domandava come si potesse sconfiggere la violenza, Francesco D’Assisi rispose: «Perché aggredire le tenebre? Basta accendere una luce, e le tenebre fuggono spaventate». Cosa può voler dire per noi, oggi, «accendere la luce?» Non è con l’aggressione che si combatte il male è con la conoscenza!
PAROLA DI DIO: 1Sam 17,32-33.37.40-51; Sal 143; Mc 3,1-6
Vangelo Mc 3, 1-6
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Parola del Signore
“VI ERA LI' UN UOMO CHE AVEVA UNA MANO PARALIZZATA”
Il senso fondamentale del vangelo di oggi è quello di ricordaci che con Gesù è finita l'epoca delle “leggi”, delle osservanze formali, perfino di quelle religiose Ma vorrei oggi fermarmi con voi su un piccolo particolare. Nella sinagoga si trova un uomo con la mano rattrappita: è una mano che non sa aprirsi, è una mano che non puoi stringere, è una mano che non può né ricevere ne dare, è una mano che non saluta, che non accarezza il capo di un bambino, è un qualcosa da mettere in tasca o da nascondere dietro alla schiena… Penso che nelle nostre comunità parrocchiali domenicali spesso ci sono parecchie persone, qualche volta persino il prete, che soffrono di ‘mano rattrappita’: siamo lì per ricevere il più bel dono settimanale e al momento qualcuno si rifiuta di riceverlo, altri invece con facilità allungano la mano per prendere… e andarsene come prima; si parla di necessità di fratelli e spesso la mano è rattrappita nel donare con generosità, altre volte è rattrappita, direi adunghiata pur di prendere, ci si scambia una stretta di mano, ma spesso lo si fa perché non se ne può fare a meno e capita pure che prima di Messa ho già scelto le persone cui stare vicino, perché “a quello là, piuttosto morto prima di dargli la mano”. Gesù, scegliendo di guarire l’uomo dalla mano rattrappita nella sinagoga, proprio nel giorno di festa non avrà voluto anche dirci che se noi comprendiamo bene quello che celebriamo e vogliamo viverlo nel suo spirito gli diamo anche la possibilità di guarire le nostre mani rattrappite?
GIOVEDI’ 18 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sante Faustina e Liberata, Monache; Santa Margherita d’Ungheria.
Una scheggia di preghiera:
DI TE HA SETE L'ANIMA MIA.
HANNO DETTO: Il sole ci dà la luce, ma la luna ci dona l'ispirazione. Se guardate il sole senza proteggervi gli occhi, diventerete ciechi. Se guardate la luna e non vi coprite gli occhi, diventerete poeti. (Serge Bouchard)
SAGGEZZA POPOLARE: I bei fiori appassiscono subito, le erbacce durano tutta la stagione. (prov. Svedese)
UN ANEDDOTO: Un giorno il saggio disse: «Seguirò la regola d’oro e convertirò tutti gli uomini. Ma da dove comincerò? Il mondo è così grande. Comincerò dal paese che conosco meglio, il mio. Ma è così vasto il mio Paese! Comincerò dalla città più vicina, la mia. Ma è così grande la mia città! Allora comincerò dalla mia strada. No, comincerò dal mio caseggiato, o meglio, comincerò dalla mia famiglia. No, finalmente ho capito che cosa vuole la regola d’oro: comincerò da me stesso».
PAROLA DI DIO: 1Sam 18,6-9;19,1-7; Sal 55; Mc 3,7-12
Vangelo Mc 3, 7-12
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse. Parola del Signore
“INFATTI AVEVA GUARITO MOLTI, COSICCHE' QUANTI AVEVANO QUALCHE MALE SI GETTAVANO SU DI LUI PER TOCCARLO”.
Lo scopo dell’Incarnazione di Gesù è quello di salvarci nella nostra carne. Quindi è venuto sulla terra per farsi vedere, per farsi toccare. Ci ha lasciato se stesso nell’Eucaristia per farsi “mangiare” da noi. Non stupisce, dunque, che i malati, i bisognosi si gettino su di Lui. Possiamo disquisire finché si vuole sul fatto che questo bisogno di toccarlo sia fede pura o solo desiderio di facile guarigione (i confini della fede non si possono delimitare con steccati), sta il fatto che c’è fame di Gesù. Chiediamoci se da parte nostra c’è altrettanta fame di Eucaristia, fame di abbracciare Gesù nei poveri, fame di toccarlo e di lasciarsi toccare affinché i nostri peccati siano perdonati.
VENERDI’ 19 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Mario, Martire; San Gavino; Santa Abbondanza.
Una scheggia di preghiera:
TU, SIGNORE, CONOSCI IL MIO NOME E MI CHIAMI A SEGUIRTI.
HANNO DETTO: I pensieri cattivi affaticano l'anima orgogliosa, e se questa non si umilia, non conoscerà mai tregua da essi. (Silvano del monte Athos)
SAGGEZZA POPOLARE: Miseria confortata non è miseria.
UN ANEDDOTO: Alfonso X era studiosissimo di astronomia, ed è questa la ragione per cui fu soprannominato il Saggio. Ma di saggezza non doveva averne troppa, dal momento che, parlando seriamente non da burla, disse: - Se io potessi entrare nel Consiglio di Dio, mi sentirei in grado di dargli qualche buon suggerimento intorno ai movimenti degli astri. Anche oggi c'è tanta gente che ha consigli per tutti, e anche per Dio.
PAROLA DI DIO: 1Sam 24,3-21; Sal 56; Mc 3,13-19
Vangelo Mc 3, 13-19
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì. Parola del Signore
“GESÙ SALI' SUL MONTE, CHIAMO' A SE' QUELLI CHE VOLEVA ED ESSI ANDARONO DA LUI”
Per Gesù il monte è il luogo della preghiera, quello della Trasfigurazione ma anche quello della donazione totale. Gesù è sul monte a pregare per coloro che dovranno essere i suoi discepoli ma vuole anche subito che essi siano sul monte con Lui. Ogni chiamata divina implica sempre una salita. Bisogna incontrare Gesù nella preghiera, bisogna fare esperienza personale di Lui, bisogna cominciare a salire con Lui anche verso il monte della immolazione. Seguire Cristo significa imitare Cristo, diventare in tutto come Lui. Certo questo non è facile e non è neanche immediato. Quando il Signore espliciterà meglio la sua missione e l’immagine del monte assumerà i lineamenti del monte della croce, gli apostoli saranno presi dallo spavento, saranno protagonisti di rinnegamento e fughe. Dovranno partecipare ad una cena speciale, vederlo risorto ed essere colmati dalla luce dello Spirito Santo per avere la forza di accettare la missione ed essere anch’essi disposti al martirio. Anche per noi c’è una chiamata. Ci sono tra noi sacerdoti, religiosi, consacrati chiamati a seguire Cristo ministerialmente, ci sono laici e laiche chiamati a vivere il Vangelo in famiglia, nel posto di lavoro. In ogni caso sappiamo che il nostro nome è nel cuore del Signore, che anche noi siamo chiamati prima di tutto a fare esperienza di Lui e che poi siamo chiamati come Lui a rendere testimonianza anche nei momenti di difficoltà e di prova. E non spaventiamoci se ci sentiamo ancora deboli, spesso incapaci, se qualche volta fuggiamo le nostre responsabilità. Davanti a Gesù contano poco gli errori e neanche i peccati, conta il desiderio di ripartire sempre dietro la sua voce che chiama.
SABATO 20 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Fabiano, Papa; San Sebastiano, Martire; Sant’Eutimio, Monaco
Una scheggia di preghiera:
DONACI, SIGNORE, LA SEMPLICITA' DI CUORE.
HANNO DETTO: Quando non si ha quello che si ama, bisogna amare quel che si ha. (Roger de Rabutin)
SAGGEZZA POPOLARE: Se sei malato, curati; se stai bene, curati di più, perché vuol dire che ignori la tua malattia. (prov. Catalano)
UN ANEDDOTO: Dicono che il lupo, quando attacca una pecora, non si lancia sulle zampe per impedirle di fuggire, ma afferra con le sue potenti mandibole il collo della vittima, così che non possa gridare e chiedere aiuto. Molte volte la tattica del demonio consiste nel bloccare la gola dell'uomo in difficoltà, in modo che non possa chiedere aiuto a nessuno. Quanti errori irrimediabili si compiono nella vita per non aver avuto l'umiltà di chiedere aiuto e aver preteso superbamente di "volersela cavare da solo."
PAROLA DI DIO: 2Sam 1,1-4.11-12.17.19.23-27; Sal 79; Mc 3,20-21
Vangelo Mc 3, 20-21
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé». Parola del Signore
“ALLORA I SUOI, SENTITO QUESTO, USCIRONO PER ANDARE A PRENDERLO POICHE’ DICEVANO: E’ FUORI DI SE’ ” .
I parenti di Gesù sono meravigliati di quanto Egli compie, forse sarebbero anche contenti di qualche miracolo fatto in casa, ma qui Gesù esagera: sono folle quelli che vanno da Lui, non c’è un momento di tregua e poi Gesù ha avuto la malaugurata idea di rivolgersi ai poveri e di mettersi contro le istituzioni. Passa perfino per essere un bestemmiatore, un irreligioso…: “Noi che abbiamo buon senso, andiamo a dargli una regolata!”
Quante speranze, quanti progetti sono stati uccisi dal “buon senso” che è sempre pronto, nel nome di un presunto amore, a tarpare le ali, a ricondurre all’ordine costituito, al ridurre il tutto ad una piatta terribile. E i nemici del nuovo, dell’apertura, della fantasia non c’è bisogno di cercarli lontano: sono proprio i tuoi.
Lo sapete quale è il nemico più grande del cristianesimo?
Sono i cristiani!
I cristiani dell’abitudine, quelli che hanno ridotto Dio ad un rito, quelli del compromesso tra morale cristiana e morale del mondo, quelli che hanno fatto della fede una questione di religione, quelli che non sanno sorridere e gioire perché davvero contenti della buona novella di Gesù, i conformisti del buon senso che non sono capaci di un lampo di fantasia nella carità… quelli che quando vedono uno che canta sopra le righe, fuori del coro, nel nome del buon senso “uscirono per andare a prenderlo poiché dicevano: “E’ fuori di sé”.
DOMENICA 21 GENNAIO: 3^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - Anno B
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agnese, Martire; San Fruttuoso, Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.
HANNO DETTO: Il peso più grave per chi ci sta intorno è la nostra tristezza. (Proust)
SAGGEZZA POPOLARE: Il pessimista, di ogni tramonto fa una catastrofe.
UN ANEDDOTO: Quando S. Teresa del Bambino Gesù era già ammalata gravemente, si trascinava con grande sforzo in Chiesa per ricevere Gesù. Una mattina, dopo la S. Comunione, fu trovata nella sua cella, esausta, sfinita. Una delle suore le fece osservare di non doversi sforzare tanto. La Santa rispose: “Oh, che cosa sono queste sofferenze di fronte a una Comunione?”. E il suo dolce lamento per non poter fare la Comunione quotidiana (non permessa ai suoi tempi) si risolse nell’invocazione ardente a Gesù: “Restate in me come nel Tabernacolo, non allontanatevi mai dalla vostra piccola ostia”.
PAROLA DI DIO: Gn 3,1-5.10; Sal 24; 1Cor 7,29-31; Mc 1,14-20
Vangelo Mc 1, 14-20
Dal vangelo secondo Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui. Parola del Signore
“VENITE DIETRO A ME, VI FARO' DIVENTARE PESCATORI DI UOMINI”
Spesso i maestri di ieri e di oggi usano questo metodo: “Io sono il sapiente, tu l’allievo; se vuoi, io ti istruisco, ti darò il mio sapere”. Gesù, usa un altro metodo: “Vieni, seguimi, guardami parlare e agire, fai esperienza di me e poi ti comporterai di conseguenza”.
Mi hanno sempre fatto un po’ di paura le cosiddette “scuole di cristianesimo”, le riunioni religiose ‘ad alto livello’ in cui si cavilla sulla parola di Dio. Certamente la cultura, una buona esegesi, il confronto con altri è utilissimo, ma deve portare all’incontro con Gesù, il Vivente, se no sono parole sterili. I primi cristiani ebbero la forza di accettare il martirio non perché erano teologi, ma perché avevano Gesù con loro, perché cercavano di imitarlo, perché lo sentivano talmente vivo e reale da contare più della loro stessa vita.
LUNEDI’ 22 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Vincenzo, Martire; San Domenico di Sora; San Gaudenzio di Novara
Una scheggia di preghiera:
O DIO, TU SEI IL MIO DIO: A TE MI AFFIDO.
HANNO DETTO: Cristo è la via. È meglio zoppicare sulla via che camminare a forte andatura fuori strada. Chi zoppica sulla via, anche se avanza poco, si avvicina tuttavia al termine. Chi invece cammina fuori strada, quanto più velocemente corre, tanto più si allontana dalla meta. (S. Tommaso d'Aquino)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi cammina sulle impronte di un altro non lascia tracce.
UN ANEDDOTO: Un giorno un emiro arabo, Abd-el-Kader, girando per le vie di Marsiglia in compagnia di un ufficiale francese, si incontrò con un Sacerdote che portava il S. Viatico a un moribondo. L’ufficiale francese si fermò, si scoprì il capo e piegò il ginocchio. L’amico gli chiese la ragione di quel saluto. “Adoro il mio Dio che il Sacerdote sta portando a un ammalato”, rispose il bravo ufficiale. “Come mai - reagì l’emiro - potete voi credere che Dio, così grande, si faccia tanto piccolo, e consenta di andare anche nelle soffitte dei poveri? Noi maomettani abbiamo un’idea ben più alta di Dio”. “È perché voi - replicò l’ufficiale - avete soltanto un’idea della grandezza di Dio; ma non conoscete il suo amore”.
PAROLA DI DIO: 2Sam 5,1-7.10; Sal 88; Mc 3,22-30
Vangelo Mc 3,22-30
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». Parola del Signore
“MA CHI AVRA' BESTEMMIATO CONTRO LO SPIRITO SANTO NON SARA' PERDONATO IN ETERNO: E' REO DI COLPA ETERNA”.
Gesù, che è venuto nel mondo per perdonare, ci dice che c’è un peccato che non sarà perdonato: la bestemmia contro lo Spirito Santo. Quale peccato sarà?
E’ la chiusura totale e deliberata alla grazia di Dio, è chiudere la porta alla misericordia e volutamente (come indicato dalla pagina odierna del Vangelo) far passare il male per bene e il bene per male, è considerare Gesù come diavolo. Perché questo peccato non può essere perdonato?
Perché il peccato può essere perdonato solo se, riconoscendo che qualcuno può perdonarlo, ci si rivolge a Lui per chiedergli misericordia. Ecco perché da sempre si è pensato al peccato contro lo Spirito Santo come a quello di disperazione, cioè non aver alcuna speranza che Dio possa far qualcosa, che Lui sia un Padre buono, che ci sia su di noi un piano d’amore e di misericordia che possa raggiungerci sempre, che i nostri peccati “anche se fossero rossi come lo scarlatto” possano diventare bianchi come la neve.
MARTEDI’ 23 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Emerenziana, martire; San Giovanni l’Elemosiniere.
Una scheggia di preghiera:
AIUTACI, MARIA, A COMPIERE LA VOLONTA' DEL FIGLIO TUO.
HANNO DETTO: Se vuoi la fede, prega; se vuoi la speranza, prega; se vuoi la castità, prega; se vuoi l'umiltà, prega; se vuoi la mitezza, prega; se vuoi la fortezza, prega; se vuoi la sapienza, prega. (Angela da Foligno)
SAGGEZZA POPOLARE: Non sarà mai veramente savio chi, qualche volta, non sappia essere un tantino matto.
UN ANEDDOTO: Quando S. Margherita Maria Alacoque lasciò il mondo e si consacrò a Dio nel monastero, fece un voto particolare e lo scrisse con il suo sangue: “Tutto per l’Eucaristia: nulla per me”. Inutile tentar di descrivere l’amore struggente della Santa per l’Eucaristia. Quando non poteva comunicarsi, usciva in accenti d’affetto bruciante come questi: “Ho un tale desiderio della S. Comunione, che, se fosse necessario camminare a piedi nudi sopra una strada di fuoco per giungervi, lo farei con indicibile gioia”.
PAROLA DI DIO: 2Sam 6,12b-15.17-19; Sal 23; Mc 3,31-35
Vangelo Mc 3,31-35
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». Parola del Signore
“ECCO, TUA MADRE, I TUOI FRATELLI E LE TUE SORELLE STANNO FUORI E TI CERCANO”.
Gesù non si muove. Quasi la cosa non lo riguardasse. “Chi è mia Madre e chi sono i miei fratelli?”. Lui è su un altro piano, in cui non esistono diritti acquisiti, ma soltanto possibilità. “Madri e fratelli e sorelle” in questa nuova famiglia non si trovano già bell’e fatti, ma tutti possono diventarlo. La parentela non è un dato anagrafico, ma una conquista. Più che un punto di partenza, un punto d’arrivo. Siamo chiamati ad essere parenti di Gesù, di un vincolo ancora più stretto di quello della carne e del sangue. Siamo figli di Dio nel sangue prezioso di Gesù e nell’accogliere il suo dono. Diventiamo “parenti’ man mano che accogliamo Gesù Figlio di Dio e accettiamo di vivere come Lui.
MERCOLEDI’ 24 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Francesco di Sales; San Feliciano da Foligno.
Una scheggia di preghiera:
CRESCA IN NOI, SIGNORE, LA TUA PAROLA.
HANNO DETTO: Se dietro le molte belle parole non si percepisce il pensiero ne verrà fuori un suono tanto bello quanto vano. (Cicerone)
SAGGEZZA POPOLARE: Molti vanno in cerca di trote e portano a casa solo dei reumatismi.
UN ANEDDOTO: S. Caterina da Siena diceva spesso al suo Confessore: “Padre, ho fame: per l’amore di Dio date a questa anima il suo nutrimento, Gesù Eucaristico”; oppure, confidava: “Quando non posso ricevere il Signore, vado in Chiesa, ed ivi Lo guardo... Lo guardo ancora...: e questo mi sazia”
PAROLA DI DIO: 2Sam 7,4-17; Sal 88; Mc 4,1-20
Vangelo Mc 4,1-20
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno». Parola del Signore
"ALTRI ANCORA SONO QUELLI SEMINATI SUL TERRENO BUONO: SONO COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA, L’ACCOLGONO E PORTANO FRUTTO: IL TRENTA, IL SESSANTA, IL CENTO PER UNO".
Quale sarà la terra buona?
Io come posso essere 'terra buona"?
Gesù, nella sua vita ha seminato se stesso, la Parola, ovunque, a tutti; ai chiamati, alle folle, agli scribi e ai farisei, a coloro che erano peccatori e a coloro che si ritenevano giusti; quindi per Dio ogni persona è potenzialmente "terra buona". Dio è un "irrimediabile ottimista", ha fiducia in ogni uomo. In me c'è della terra che è buona. Io, come l'Adam della Bibbia, sono fatto di terra, di polvere in cui Dio ha messo il Suo spirito vitale, quindi non devo perdere la speranza, specialmente quando vedo continuamente che Dio non l'ha persa. Ma in me, come in ogni uomo c'è anche strada, rocce, spine. Allora devo scoprire il posto giusto dove lasciare che il seme della Parola penetri e porti frutto.
Gesù, Figlio di Dio, vuole entrare in me, ma non nelle adiacenze, nei dintorni, vuole aprire una breccia nel mio cuore; nel libro dell'Apocalisse si dice che Gesù "sta alla porta e bussa". La porta è il cuore dell'uomo, è l'intimo di me stesso, è quello stesso alito vitale che Dio ha soffiato in me e che spesso sparisce nascosto dalla materialità, dall'egocentrismo ed egoismo, dalla superficialità ed esteriorità.
E' lì che nel silenzio e nella contemplazione devo lasciare entrare il Signore. E' lì che può adagiarsi la Parola di Dio che con il suo enorme potenziale può allora esplodere in vita.
GIOVEDI’ 25 GENNAIO: CONVERSIONE DI SAN PAOLO APOSTOLO (Festa)
Tra i santi ricordati oggi: Santa Elvira, Vergine e Martire; San Poppone, Monaco
Una scheggia di preghiera:
GESU', DAMMI CAPACITA' DI SEGUIRTI
HANNO DETTO: La vera misura del tempo non è l'orologio, ma la speranza e l'attesa. (Gustav Eveling)
SAGGEZZA POPOLARE: All'assetato non si ricorda l'acqua santa, ma si offre l'acqua fresca.
UN ANEDDOTO: Pensando all’Eucaristia, S. Giovanni Crisostomo chiese una volta durante la predica: “Come potremmo fare noi dei nostri corpi un’ostia?”. E rispose lui stesso: “I vostri occhi non guardino nulla di cattivo, e avrete offerto un sacrificio; la vostra lingua non proferisca parole sconvenienti, e avrete fatto un’offerta; la vostra mano non commetta peccato, e avrete compiuto un olocausto”
PAROLA DI DIO: At 22,3-16 opp. At 9,1-22; Sal 116; Mc 16,15-18
Vangelo Mc 16,15-18
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, (Gesù apparve agli Undici) e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Parola del Signore
“ANDATE IN TUTTO IL MONDO E PROCLAMATE IL VANGELO A OGNI CREATURA”
Pensiamo oggi a come Gesù insegue Paolo per farlo diventare apostolo. Dio ha bisogno di peccatori che si convertano per poter, grazie ad essi, testimoniare il suo Regno. Dio si è fatto povero: ha bisogno di me, di te, della mia e della tua povertà, dei nostri limiti. Dobbiamo imparare ad abbandonarci a Lui, dobbiamo lasciarci disarcionare dal cavallo della nostra superbia, dobbiamo lasciarci accecare dalla luce di Dio che spenga le luci fatue dei nostri piccoli interessi. Se Dio può arrivare al nostro cuore e farci innamorare di Lui, ci succederà come a Paolo. Egli, quando ha incontrato Gesù è andato a portarlo fino ai confini del mondo allora conosciuti, lo ha testimoniato con le parole e con la vita. Se noi abbiamo ancora paura di dare testimonianza, se non riusciamo a staccarci neanche dalle nostre piccole abitudini, se preferiamo ancora rifugiarci nelle sacrestie e non frequentiamo i nostri fratelli nella loro vita concreta... vuol dire che non siamo ancora abbastanza convertiti.
VENERDI’ 26 GENNAIO: SS. TIMOTEO e TITO VESCOVI, DISCEPOLI DI S. PAOLO - Memoria
Tra i santi ricordati oggi: Santa Paola Romana.
Una scheggia di preghiera:
RIMANI CON NOI, SIGNORE, E NON AVREMO PIU' PAURA.
HANNO DETTO: Signore, quante cose belle hai fatto! Mi viene da dirti: sei proprio bravo. Tu hai fatto in modo stupendo ogni cosa, specialmente quelle più piccole. Grazie Signore! (Beato Isacco della Stella)
SAGGEZZA POPOLARE: Le vittorie di ieri sono meno importanti dei progetti di domani.
UN ANEDDOTO: Quando Santa Margherita Alacoque ascoltava la S. Messa, guardando l’altare, non mancava mai di dare un’occhiata al Crocifisso e alle candele accese. Perché? Per imprimersi bene due cose nella mente e nel cuore: il Crocifisso le ricordava quel che Gesù aveva fatto per lei; le candele accese le ricordavano quel che lei doveva fare per Gesù, ossia: sacrificarsi e consumarsi per Lui e per le anime.
PAROLA DI DIO: 2Tm 1,1-8 opp. Tt 1,1-5; Sal 95; Lc 10,1-9
Vangelo Lc 10,1-9
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Parola del Signore
“ECCO, IO VI MANDO COME AGNELLI IN MEZZO AI LUPI”.
Gesù manda in missione non solo gli apostoli, ma invia anche settantadue discepoli. Questo ci dice chiaramente che il cristiano non può delegare la missione solo agli “addetti ai lavori” (Papa, vescovi, preti, missionari…): ogni cristiano è missionario, infatti siamo cristiani veri nella misura in cui abbiamo sentito una voce, un amore, una bontà infinita che ci coinvolge. Dio non ha bisogno di cortigiani che gli dicano: “Signore, Signore!”, ma di persone che lavorino per introdurre nel mondo quella novità che è il Vangelo di gioia e di risurrezione di Gesù. Dio ha bisogno di uomini non per sé, non per il suo onore (che nessuno può togliergli e nemmeno mettere in pericolo), ha bisogno di noi per gli altri, ha bisogno di noi per noi, per darci la gioia di poter assomigliare a Lui, che è altruista all’infinito. Ma, nel vangelo di oggi, quello che colpisce ancora di più è il modo della missione. Non si tratta di andare con tanti mezzi ad imporre, si tratta di proporre con amore. Ecco le parole fortissime di Gesù: “Vi mando indifesi in un mondo violento”. Noi ci aspetteremmo: “Armatevi almeno del bastone per difendervi”, invece Cristo dice il contrario: “Vincerete se sarete agnelli, se sarete miti, se sarete poveri e distaccati perché convinti e attratti da un’altra ricchezza”. Il mondo ci fa paura quando lo combattiamo con i suoi stessi mezzi: violenza con violenza, orgoglio con orgoglio, torto con torto, dispetto con dispetto, cattiveria con cattiveria. Ma il mondo non fa più paura quando si combatte con i mezzi di Dio: mansuetudine, pazienza, perdono, generosità, preghiera. D’altra parte, guardiamo a Gesù stesso: Lui chiede a noi di essere agnelli perché Lui il mondo l’ha vinto salvandolo come ‘agnello innocente, condotto al macello’. Finché la Chiesa e noi cristiani pensiamo di vincere il mondo combattendolo, facendoci lupi anche noi, perderemo perché ci mancherà l’aiuto e la forza del Signore che è il Buon Pastore delle pecore e non dei lupi.
SABATO 27 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Angela Merici; Santa Devota; San Lupo, Vescovo
Una scheggia di preghiera:
SALVACI, SIGNORE, DA SOLI PERIAMO.
HANNO DETTO: Avete mai notato che i più disubbidienti sono i più rigorosi nel farsi ubbidire? (S. Antonio Maria Granelli)
SAGGEZZA POPOLARE: La fortuna, la sorte e il caso per il Cristiano sono tre sinonimi di Provvidenza.
UN ANEDDOTO: In una predica, un giorno, il S. Curato d’Ars portò l’esempio di un sacerdote che, celebrando la Messa per un suo amico defunto, dopo la Consacrazione così pregò: “Padre Santo ed Eterno, facciamo un cambio. Voi possedete l’anima del mio amico nel Purgatorio: io ho il corpo del vostro Figlio nelle mie mani. Voi liberatemi l’amico, e io vi offro il vostro Figliolo, con tutti i meriti della sua Passione e morte”.
PAROLA DI DIO: 2Sam 12,1-7a.10-17; Sal 50; Mc 4,35-41
Vangelo Mc 4,35-41
Dal Vangelo secondo Marco
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Parola del Signore
“MAESTRO, NON T’IMPORTA CHE SIAMO PERDUTI?”.
“Signore, vedi quei bambini che oggi saranno violentati o moriranno perché angariati dai potenti, o per le malattie non ti importa di loro?”
“E di quell’uomo che sta soffrendo da mesi e mesi e non riesce neanche a morire, non te ne importa?”.
“Signore, perché dormi?”
gridavano gli ebrei prigionieri. E noi, già liberati da Cristo, ma ancora prigionieri della nostra finitezza e miseria umana, ti gridiamo la stessa cosa. Tu Gesù, davanti allo stesso grido degli apostoli, hai risposto: “Non avete ancora fede?”
Sì, Signore, non abbiamo ancora abbastanza fede: ne abbiamo abbastanza per gridare a Te la nostra impotenza, ma non abbastanza per fidarci che, se anche dormi, sei sulla nostra stessa barca. E allora non ci resta che fare come gli apostoli: buttarci in ginocchio e dirti: “Signore, aumenta la nostra fede!”.
DOMENICA 28 GENNAIO: 4^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - Anno B
Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso d’Aquino, Dottore della Chiesa; San Pietro Nolasco.
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI, SIGNORE, DAL MALE E DAL MALIGNO
HANNO DETTO: Le persone ti pesano? Non metterle sulle spalle. Portale nel cuore. (Helder Câmara)
SAGGEZZA POPOLARE: Molto dà chi molto vive. Poco dà chi molto parla.
UN ANEDDOTO: A S. Francesco di Sales capitò, dopo una visita al Duomo di Milano, di sentirsi chiedere: “Ha visto, Eccellenza, che profusione di marmi, che grandiosità di linee?”. E il santo Vescovo rispose: “Che volete che vi dica? La presenza di Gesù nel Tabernacolo ha talmente assorbito il mio spirito, che è scomparsa davanti ai miei occhi tutta la bellezza dell’arte”. Quale lezione è questa risposta per noi che con grande leggerezza ci mettiamo a visitare le Chiese celebri come se fossero sale di museo!
PAROLA DI DIO: Dt 18,15-20; Sal 94; 1Cor 7,32-35; Mc 1,21-28
Vangelo Mc 1, 21-28
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnaménto nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Parola del Signore
“E GESÙ GLI ORDINO' SEVERAMENTE: «TACI! ESCI DA LUI!». E LO SPIRITO IMPURO, STRAZIANDOLO E GRIDANDO FORTE, USCI' DA LUI”.
Tutti, anche coloro che hanno scelto di stare dalla parte di Cristo, facciamo esperienza ogni tanto nella vita della presenza del male. Invidia, orgoglio, lussuria, disonestà, vendetta, spesso bussano alla porta del nostro cuore. Vorremmo essere liberati da questo, ma ci rendiamo conto che da soli non ce la facciamo. Noi sentiamo la voce di Dio, ma anche il male ha la sua voce nel parlarci; Satana non sta a guardare, conta sui suoi profeti: la parola di un conoscente, un libro sbagliato, una rivista poco seria, un’idea, un desiderio, un previsto vantaggio economico, un suggerimento che sembra interessante e l’influsso negativo si fa sempre più strada nella nostra vita. Adamo ed Eva cominciano a dialogare con il serpente e alla fine cedono alle sue lusinghe, l’indemoniato della sinagoga di Cafarnao si è trovato schiavo di un duro padrone. L’uomo ha abbandonato Dio, ma Dio non abbandona mai nella sconfitta l’uomo e viene in suo aiuto. Nella sinagoga di Cafarnao si fronteggiano Male e Bene e lì si ‘grida’: “Taci, esci da quell’uomo!”. E’ il comando di Gesù che, con la sua autorità divina, ordina al demonio di andarsene, di non parlare più, di non ingannare più. Taci! Non imbrogliare più l’uomo, non dividerlo più in se stesso. Taci! Con i miraggi di un piacere che non solo non porta gioia, ma tristezza. Taci! Non far sembrare il male bene. Taci! Non impedire alla creatura di ascoltare il suo Dio.
LUNEDI’ 29 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Costanzo, Vescovo; San Valerio, Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
GESU', NELLA TUA CHIESA C'E' POSTO PER TUTTI.
HANNO DETTO: L'orgoglio e l'autogiustificazione impediscono di inchinarsi per chiedere perdono a Dio e agli uomini. (Giovanni di Gaza)
SAGGEZZA POPOLARE: Il ricco trova parenti anche fra gli sconosciuti; il povero trova sconosciuti anche fra i parenti. (saggezza Cinese)
UN ANEDDOTO: Ci sono tre ragioni nella giornata per essere felici e sorridere. La prima ragione è quando mi sveglio, perché ho tutta una giornata davanti a me per fare bene tutto ciò che non ho potuto fare ieri e quindi sono felice. La seconda ragione è a mezza giornata, perché, se non sono riuscito a fare molto, ho ancora davanti a me una mezza giornata per migliorare e me ne rallegro. La terza ragione è alla sera, perché la giornata è finita: se è andata bene sono felice, se invece è andata male sono felice che sia finita.
PAROLA DI DIO: 2Sam 15,13-14.30; 16,5-13a; Sal 3; Mc 5,1-20
Vangelo Mc 5, 1-20
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati. Parola del Signore
“GESÙ NON PERMISE (ALL’INDEMONIATO GUARITO DI SEGUIRLO), MA DISSE: VA NELLA TUA CASA, DAI TUOI, ANNUNZIA LORO CIO' CHE IL SIGNORE TI HA FATTO E LA MISERICORDIA CHE TI HA USATO”.
Può sembrare strano che Gesù rifiuti una “vocazione”. L’indemoniato guarito vuole seguire Gesù, vuol diventare apostolo, ma Gesù ha progetti diversi per lui e lo manda alla propria famiglia e alla propria gente perché lui, guarito nel corpo e nello spirito, sia testimonianza vivente della misericordia di Dio. Egli ha in mente un progetto specifico per ciascuno di noi nella costruzione del suo regno. Non è necessario che tutte le vocazioni portino al sacerdozio, che tutti vadano in missione lontano. Nella Chiesa possono servire i preti, i profeti, i catechisti, gli animatori, coloro che dedicano tutta la vita alla preghiera, i testimoni.., e non c'è neppure graduatoria sui migliori. Dio ha bisogno di te. Ti ha dato dei doni per te e per i fratelli. Cerca di conoscerli, di esserne riconoscente, di non nasconderli, ma di usarli per il bene tuo e degli altri e sentiti unito ai fratelli che con altri doni operano per il Regno. E’ la famiglia di Dio che guidata dallo Spirito continua a dire al mondo la sua volontà salvifica.
MARTEDI’ 30 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adelmo; Santa Giacinta; Santa Martina, Martire.
Una scheggia di preghiera:
SALVACI, O GESU', SALVATORE DEL MONDO
HANNO DETTO: La malignità beve essa stessa gran parte del proprio veleno. (Seneca)
SAGGEZZA POPOLARE: Meglio la pace che la vittoria.
UN ANEDDOTO: Una “lettura” biblica sulla figura della donna: La donna uscì dalla costola dell'uomo, non dai piedi per essere calpestata, né dalla testa per essere superiore. Ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, e accanto al cuore per essere amata
PAROLA DI DIO: 2Sam 18,9-10.14b.21a.24-25a.30 -19,3; Sal 85; Mc 5,21-43
Vangelo Mc 5, 21-43
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare. Parola del Signore
“ORA UNA DONNA MALATA, VENNE TRA LA FOLLA, E GLI TOCCO' IL MANTELLO”. (Mc. 5,27)
La folla sta schiacciando Gesù, ma tra tutti coloro che toccano, spingono, pregano, urlano è questa donna anonima che riesce ad avere con lui il vero contatto.
Nella mia vita, quanti contatti con il Signore. Quante preghiere, quante Comunioni eucaristiche, ma sono guarito dal mio male, dal mio peccato?
Posso essere sempre addosso a Gesù, posso asfissiarlo con le parole delle mie preghiere, posso maneggiarlo in continuazione ma rimanere un estraneo. C’è una enorme differenza tra l’essergli tra i piedi e lo stargli vicino. E’ il toccare deciso, ma discreto, quasi timoroso della fede vera quello che conta e che può lasciar passare da Cristo a me il dono della grazia.
MERCOLEDI’ 31 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Bosco; San Giulio e Giuliano; San Gimignano, Vescovo
Una scheggia di preghiera:
NON CI ABBANDONARE, O SIGNORE, SENZA DI TE NON POSSIAMO NULLA.
HANNO DETTO: Volente o nolente gli uomini ti lasceranno. Cristo invece è fedele e immutabile. (S. Giovanni della Croce)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi porta pace è messaggero di Dio.
UN ANEDDOTO: Un rabbino passava la vita a insegnare che le risposte sono dentro noi stessi. Ma i suoi fedeli insistevano nel consultarlo su tutto ciò che facevano. Un giorno, il rabbino ebbe un'idea: mise un cartello sulla porta di casa sua con su scritto: "RISPONDO A OGNI DOMANDA PER 100 MONETE." Un commerciante decise di pagare. Consegnò il denaro al rabbino, commentando: "Non pensate che sia caro chiedere tanto per una domanda?"
"Certo," disse il rabbino. "E ho appena finito di rispondere a una. Se volete sapere qualcos'altro, pagate altre cento monete. Oppure cercate la risposta in voi stesso, che è più economico e più efficace." Da quel giorno, non lo disturbarono mai più.
PAROLA DI DIO: 2Sam 24,2.9-17; Sal 31; Mc 6,1-6
Vangelo Mc 6, 1-6
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
“E SI MERAVIGLIAVA DELLA LORO INCREDULITA'”.
Anche Dio fa fatica a credere. Si direbbe che non riesca a credere alla nostra incredulità, alla nostra durezza di cuore, ai nostri rifiuti ostinati. E dire che di prove negative gliene forniamo in abbondanza. Dovrebbe essersene convinto, ormai.
Certo risulta impressionante questo particolare di Gesù che, dopo aver domato la tempesta, trionfato sui demoni, debellato le malattie e perfino la morte, si ritrova sbalordito, impotente di fronte alla cattiva volontà degli uomini. Paul Claudel in una frase ha raccolto questa situazione: “Che cosa di più debole e di più disarmato di Dio, allorché non può niente senza di noi?”. Comunque Lui batte ancora tutte le strade, si presenta come mendicante a tutte le porte. Affronta il rischio di essere respinto. Ciò che teme maggiormente è l’accoglienza che gli riservano quelli di casa.