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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

DICEMBRE 2017

 

VENERDI’ 1 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Procolo; Sant’Evasio; Sant’Eligio.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI DA SEMPRE E PER SEMPRE MIO DIO E SIGNORE.

 

HANNO DETTO: E' meglio mettere il cuore senza le parole che mettere le parole senza il cuore. (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: Ci sono quattro cose che nella vita non potrai mai recuperare: La pietra dopo averla lanciata. La parola dopo averla detta. L'occasione dopo averla persa. Il tempo dopo che è trascorso. 

UN ANEDDOTO: Durante un’accesa discussione Socrate taceva. Allora uno dei presenti, adirato, disse: “Costui passa per grande maestro, ma non è che un ignorante, se tace così.” Allora, sereno, Socrate prese la parola e disse: “Quello che tu dici non è giusto, perché solo gli ignoranti non sanno tacere. E qui ne abbiamo una prova”.

PAROLA DI DIO: Dn. 7,2-14; sal da Dn 3,75-81; Lc 21,29-33

 

Vangelo   Lc 21, 29-33

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». parola del Signore

 

“IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO,  MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO”.

E’ la parola che Dio dice che, all’inizio dei tempi, crea persone e cose; è Gesù, parola di Dio incarnata, che salva l’uomo; è la Parola di Dio guidata dallo Spirito che ha fondato e guida la Chiesa. E’ questo amore che non passerà mai, perché Dio è fedele e “non recede dalla sua parola”. Le cose passano, mutano, le parole degli uomini sono un soffio, Dio è eterno, immutabile nel suo amore. Ecco perché la casa dell’uomo fondata sulla roccia della Parola di Dio rimane stabile anche davanti alle tempeste mentre quella fondata sulla sabbia di filosofie e chiacchiere umane cede. Amare la Parola di Dio non significa solo leggere la Bibbia, ma ricercare, amare, seguire ciò che Dio ogni giorno dice e scrive nella storia di ogni uomo e dell’universo intero.

 

 

SABATO 2 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo; San Ponziano.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI SIGNORE A LEGGERE CON TE GLI AVVENIMENTI DELLA VITA.

 

HANNO DETTO: « Il pregiudizio è un'opinione senza giudizio». (Voltaire)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando la superbia galoppa, la vergogna siede in groppa.

UN ANEDDOTO: Mettete in una gabbia cinque scimmie. Nella gabbia appendete una banana con uno spago e mettete una scala sotto di essa. Non passerà molto tempo e una scimmia si avvicinerà alla scala per arrampicarsi verso la banana. Appena tocca la scala, innaffiate tutte le scimmie con acqua gelata. Dopo un po', un'altra scimmia farà un altro tentativo e scatenerà la stessa reazione: tutte le scimmie saranno innaffiate d'acqua gelata. Questo andrà avanti per un certo numero di tentativi ulteriori. Ben presto, se una scimmia cercherà di arrampicarsi, tutte le altre glielo impediranno. Strano esperimento: ma si parla di scimmie o di uomini?

PAROLA DI DIO: Dn 7,15-27; Sal da Dn 3,82-87; Lc 21,34-36

 

Vangelo   Lc 21, 34-36

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

“VEGLIATE IN OGNI MOMENTO PREGANDO”.

L'anno liturgico termina oggi con questo invito di Gesù: è un po' il riassunto di tutto il cammino di questo anno di sequela di Gesù. Gesù è colui che ha cambiato e cambia il mondo, ma è anche colui che passa silenzioso, che giunge di notte a bussare alla tua porta: è facile perdere l'appuntamento, è facile trovarsi impreparati o peggio sonnolenti e allora l'unica strada è stare attenti, vegliare, non con addosso la paura ma con la trepidazione di essere desti per cogliere gli avvenimenti della nostra storia della salvezza. E pregare sempre non come mormorazione continua di preghiere o formule ma come cuore sempre rivolto a lui, come vita che trasforma il banale quotidiano in inno di lode e di ringraziamento, come comunione di vita fraterna che diventa anche comunione con Dio. La vigilanza è dunque la capacità cristiana di leggere in profondità gli avvenimenti e la preghiera colei che ci aiuta a leggerli con Dio e a lui farli tornare.

 

 

DOMENICA 3 DICEMBRE: 1^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Saverio; San Galgano; Sant’Abbone di Auxerre.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, SIGNORE GESU', NON TARDARE.

 

HANNO DETTO: Le coppie muoiono quando non hanno più nulla da dirsi. (Michel Tournier)

SAGGEZZA POPOLARE: Il vino fermenta, la stupidità mai. (Prov. Russo)

UN ANEDDOTO: Paracelso se la prendeva con certa medicina che curava le malattie senza tener conto dell'uomo e diceva: «Coloro che si limitano a studiare e a trattare gli effetti della malattia sono come persone che si immaginano di poter mandar via l'inverno spazzando la neve sulla soglia della loro porta. Non è la neve che causa l'inverno, ma l'inverno che causa la neve»

PAROLA DI DIO: Is 63,16b-17.19b; 64,2-7; Sal 79; 1Cor 1,3-9; Mc 13,33-37 

 

Vangelo  Mc 13, 33-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». Parola del Signore

 

"FATE ATTENZIONE, VEGLIATE".

E' un luogo comune dire che la religione funziona da oppio e rende disattenti alla realtà. E ciò è fondamentalmente vero. Basta guardarsi un poco attorno. D'altronde, se non ci fosse stato questo pericolo, Gesù avrebbe potuto risparmiarsi i ripetuti appelli alla vigilanza e all'attenzione, che sono come il ritornello di tutto il suo discorso di addio. Di fronte alle difficoltà insormontabili è istintivo chiudere gli occhi e sognare. I sogni sono sempre più belli o almeno più a buon mercato della realtà. Salvo poi la triste sorpresa del risveglio!

E' capitato lo stesso anche agli apostoli nell'ora decisiva, e hanno lasciato solo il Signore. La vigilanza è la prima caratteristica del cristiano. Diversamente è vera la caratteristica contraria: l'oppio. Ma il cristiano è tenuto desto dai morsi del lungo digiuno e dalla sete profonda dell'attesa dì ciò che deve venire e che è il senso della sua vita. Ciò che lo sazia e lo appaga non c'è ancora: la cosa principale deve ancora venire, e non può essere soddisfatto. E' come chi ha scavato un pozzo profondo nella roccia: non può fermarsi a un metro dall'acqua e non è contento prima di averla raggiunta. Altrimenti tutta la sua fatica è inutile!

 

 

LUNEDI’ 4 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Barbara; San Giovanni Damasceno.

Una scheggia di preghiera:

 

SO DI POTER CONTARE SU DI TE, SIGNORE, PERCHE' MI VUOI BENE.

 

HANNO DETTO: Ciascuno porta il suo ceppo al braciere che illumina il mondo. (Pascal Quignard)

SAGGEZZA POPOLARE: E' onesto quanto un gatto quando la carne non è a portata di zampa. (prov. Inglese)

UN ANEDDOTO: Molto dipende dal modo di chiedere, di rapportarsi: «UFFICIALE: Soldato, hai un dollaro da cambiare? - SOLDATO: Certo, amico! - UFFICIALE: Non ci si rivolge così a un ufficiale. Riproviamo. Soldato, hai un dollaro da cambiare? - SOLDATO: No, signore!»

PAROLA DI DIO: Is 4,2-6 (B, C); Sal 121; Mt 8,5-11 

 

Vangelo   Mt 8, 5-11

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli». Parola del Signore

 

“GLI VENNE INCONTRO UN CENTURIONE CHE LO SCONGIURAVA”

E' proprio vero che i vangeli ci spiazzano sempre. Noi ci aspetteremmo che i consigli per la preghiera ci vengano da qualche pio personaggio e invece un bellissimo esempio di preghiera ci viene da un pagano, un soldato, un invasore, da questo centurione romano.

Egli non spreca parole. Espone semplicemente e con fiducia la situazione. Descrive il male.  Non chiede per se stesso ma per un altro, per un suo servo verso il quale di per sé non ha nessun dovere. Ha una profonda umiltà. E’ un pagano ed è perfettamente cosciente di essere un reietto per la religione giudaica. Ne soffre ma non vuol mettere Gesù in una situazione di imbarazzo di fronte agli altri e per delicatezza dice a Gesù di non andare nella sua casa. La vera preghiera non è fatta di molte parole, ma di concretezza, di delicatezza e di forza, di umiltà e di fiducia: “So di non poter pretendere niente, so che tu puoi tutto, so che nonostante tutto tu mi vuoi bene, mi fido che qualunque cosa farai è un bene per me, mi consegno nelle tue mani”. E’ così anche quando vado a ricevere l'Eucaristia. Di una cosa sola sono sempre consapevole: io non sono degno. Ci vado non perché dall'esame di coscienza risulto "buono", o perché "mi sono confessato tre minuti prima”, ci vado solo perché Gesù me lo ha detto: "Prendete e mangiate. Prendete e bevetene tutti", e perché ho bisogno di Lui. So di non potergli offrire molto e gli do l'unica cosa che è veramente mia: il mio peccato. Non gli faccio neppure delle grandi promesse perché non sono così sicuro di me stesso nel mantenerle. Non posso far altro, se non, con stupore e meraviglia, dire: "Grazie!" davanti alla sua misericordia che gratuitamente viene a trovarmi.

 

 

MARTEDI’ 5 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Dalmazio; San Basso; Beato Filippo Rinaldi.

Una scheggia di preghiera:

 

TRA LE TUE BRACCIA MISERICORDIOSE SIAMO BAMBINI CHE HANNO BISOGNO DI TUTTO.

 

HANNO DETTO: «Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo». (Giordano Bruno)

SAGGEZZA POPOLARE: «Solo chi conosce l'arte ne può ragionare».

UN ANEDDOTO: Ci sono due uomini. Uno dice all'altro: «Ogni notte d'inizio d'anno, l'usignolo canta». Udendo queste parole, l'usignolo esclamò: «E come farei a sapere che è l'inizio d'anno? - lo canto, e basta».

PAROLA DI DIO: Is 11,1-10; Sal 71; Lc 10,21-24

 

Vangelo   Lc 10, 21-24

Dal vangelo secondo Luca

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore

 

“TI RENDO LODE, O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHE' HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI”.

Ci possiamo chiedere: Qual è la verità che i sapienti di questo mondo non riescono a scoprire?

E’ il mistero dell’identità di Cristo e della sua missione. Gesù è il Figlio di Dio ed è venuto tra noi per farsi conoscere e per rivelarci che il nostro Dio è Padre. E’ questa la verità grandiosa del Cristianesimo: noi, attraverso Gesù possiamo finalmente conoscere Dio come Padre.

Ma per capire e credere questo bisogna essere piccoli, bisogna riconoscersi figli bisognosi di un Padre, bambini che possono crescere solo con chi si prende cura di loro. Per chi non capisce questo, per chi è già abbastanza sapiente da solo, un Dio non serve, un Padre è sprecato e, quindi, il suo mistero di amore non sarà loro svelato. 

 

 

MERCOLEDI’ 6 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Nicola, Vescovo; San Bonifacio, martire; Santa Asella di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE DACCI IL TUO PANE. SIGNORE, FA DI NOI IL TUO PANE.

 

HANNO DETTO: Se proprio volete farvi un'idea del carattere di un uomo, non considerate le sue opere grandi. Il primo sciocco che passa può, in un istante della sua vita, comportarsi da eroe. Guardate piuttosto come un uomo compie le azioni più comuni: esse vi riveleranno il vero carattere di un grande uomo. (Vivekananda Swami)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha il capo di cera, non vada al sole.

UN ANEDDOTO: Un piccolo leoncino abbandonato fu raccolto da alcune pecore, che lo allevarono a modo loro. Il leoncino si sforzava di mangiare erba (cosa che non l'entusiasmava) e di belare (cosa che gli riusciva difficile). Un giorno, un leone adulto spuntò in cima a una roccia che dominava la pianura. Le pecore scapparono tutte, e con esse il leoncino. Il leone inseguì il gregge e prese il leoncino per la collottola. Se lo portò via. Il piccolo tremava di paura e già si vedeva spacciato. Giunsero sulla riva di un fiume. Il leone depose sull'argine il leoncino e lo spinse verso il bordo dell'acqua. Poi si sedette accanto a lui e chinò la testa sull'acqua del fiume. Così, l'uno accanto all'altro, il leone e il leoncino si riflettevano nello specchio d'acqua. Il leoncino vide che somigliava al leone. Si sentì rassicurato. I due animali si abbeverarono, poi si allontanarono insieme.

PAROLA DI DIO: Is 25,6-10a; Sal 22; Mt 15,29-37 

 

Vangelo   Mt 15, 29-37

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.  Parola del Signore

 

“SENTO COMPASSIONE PER LA FOLLA. NON VOGLIO RIMANDARLI DIGIUNI”.

Gesù è venuto per salvare l’uomo, ma la salvezza non riguarda solo lo spirito, Gesù è attento a tutte le necessità dell’uomo e cerca collaboratori perché la sua presenza compassionevole possa manifestarsi ovunque ci sia una necessità. Gesù cerca te e me perché quell’anziano Sia “salvato” dalla solitudine; Gesù cerca te e me perché quella conoscente che ha perso il marito trovi un po’ di solidarietà, perché quel bambino trascurato non cresca arrabbiato con tutta la società; Gesù ha bisogno della tua e della mia testimonianza sincera perché quel dubbioso possa avere dei validi riferimenti nella ricerca della fede. Lui, la sua parte la fa: si fa Pane, Parola, prepara per noi il suo banchetto. Noi siamo gli invitati e siamo chiamati a far sì che anche gli altri possano parteciparvi.

 

 

GIOVEDI’ 7 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa; San Claudio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE SIGNORE PER LE MANI ESSE CI INSEGNANO A PREGARE E A LAVORARE.

 

HANNO DETTO: « La gente cerca la felicità come un ubriaco cerca casa sua: non riesce a trovarla ma sa che esiste». (Voltaire)

SAGGEZZA POPOLARE: Il tacere è rispondere a chi parla senza ragione.

UN ANEDDOTO: Il Cardinal Ferrari, Arcivescovo di Milano, amava vivere da povero. Egli evangelizzava continuamente e dovunque. Si contano a decine di migliaia gli schemi dei suoi discorsi; dove non poteva giungere con la voce, arrivava con lettere scritte di suo pugno, come si usava allora, con la penna d'oca. Amava visitare le 850 parrocchie della sua diocesi usando come mezzo di locomozione magari un somaro. Era sempre in viaggio e portava con sé una valigetta di vecchia data, consunta ai bordi; se qualcuno dei suoi confidenti la guardava un po' polemicamente, il Cardinale aveva un modo per metterlo subito a tacere: «I denari di un vescovo», s'affrettava a dire, «sono per la Chiesa e per i poveri».

PAROLA DI DIO: Is 26,1-6; Sal 117; Mt 7,21.24-27

 

Vangelo Mt 7, 21.24-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Parola del Signore

 

“NON CHIUNQUE MI DICE: “SIGNORE, SIGNORE”, ENTRERA’ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTA’ DEL PADRE MIO CHE E’ NEI CIELI”.

Ci sono frasi e affermazioni nel Vangelo che sembrano contraddittorie, ad esempio la frase di Gesù che meditiamo oggi e che sembra spingerci all’azione non è forse in contrasto con il racconto di Marta e Maria dove Marta viene quasi rimproverata per il suo continuo darsi da fare e Maria elogiata per il suo spirito di preghiera e di attenzione a Gesù?

Lo scrittore scozzese Walter Scott racconta che un giorno stava facendo una passeggiata in barca quando si accorse che i remi di cui si serviva il battelliere portavano ciascuno un’iscrizione. Sul primo era scritto: prega, sull’altro: lavora. Egli domandò che cosa significavano queste due scritte. “Ve lo mostro subito” rispose il battelliere. Egli operò allora col solo remo “prega” e la barca si mise a girare su se stessa. Prese allora in mano l’altro remo “lavora” e la barca si mise a girare in senso opposto. Infine, prese in mano i due remi simultaneamente e la barca si diresse verso l’approdo desiderato. “Mi ha compreso?” domandò il battelliere.

“Sì —rispose Scott — la preghiera senza il lavoro o il lavoro senza la preghiera non possono condurci allo scopo prefissato”. Questo aneddoto comporta un insegnamento molto importante. Siamo talvolta disposti a servirci di un solo remo. Preghiamo per la salvezza delle persone che ci attorniano, ma non afferriamo le occasioni che il Signore mette sulla nostra via per presentare loro la salvezza in Gesù e forse anche per rendere loro un servizio. Preghiamo per i nostri figli e diamo loro tutto ciò che ci è possibile, ma forse dimentichiamo di dar loro Dio sia con le nostre parole che con il nostro esempio oppure ci agitiamo senza domandare ferventemente a Dio di benedire il servizio che ha posto davanti a noi. “Prega” e “lavora”, ma insieme;  sia questo non solo il motto dei monaci benedettini, ma anche il nostro!

 

 

VENERDI’ 8 DICEMBRE: IMMACCOLATA CONCEZIONE DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Macario, eremita; Beata Chiara da Foligno.

Una scheggia di preghiera:

 

AVE MARIA, PIENA DI GRAZIA.

 

HANNO DETTO: Maria è assolutamente vuota: di superbia, di invidia, di gelosia, di asprezza, di malizia, di vendetta e di altre miserie del genere. Per questo può essere piena di Dio. Quando noi cerchiamo questo tipo di vuoto, pratichiamo la vera devozione a Maria. (Santa Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: Vedi di non chiamare intelligenti solo quelli che la pensano come te.

UN ANEDDOTO: Una lepre femmina incontra una leonessa e le dice: «Ogni anno partorisco un gran numero di piccoli, e tu puoi partorirne solo uno!». «È vero», rispose la leonessa. «Ne faccio solo uno. Ma è un leone».

PAROLA DI DIO: Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38

 

Vangelo  Lc 1,26-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

 

“L’ANGELO GABRIELE FU MANDATO AD UNA VERGINE CHE SI CHIAMAVA MARIA”.

Nel nostro modo di pensare meschino e materialista, diciamo: “Davanti ad un Angelo, ad un’apparizione non si può dire di no e ci immaginiamo l’annunciazione tra luce e piume svolazzanti di angeli. Maria non ha avuto vita più facile di noi davanti alle chiamate quotidiane e lo dimostra anche con le sue domande e con un “sì” da portare avanti non in quei cinque minuti, ma per tutta la vita. “Se un angelo mi parlasse, mi indicasse la strada” diciamo noi e non ci accorgiamo di quanti angeli il Signore mette quotidianamente sul nostro cammino. Dio, attraverso i fatti e le persone, continua ad interpellarci ogni giorno. Solo che noi o non vediamo o facciamo finta di non vedere. Proviamo oggi ad aprire gli occhi, a chiederci se quell’incontro, quel fatto che ci è successo non sia un “angelo” che chiede anche a noi, come ha chiesto a Maria, il nostro “sì”.

 

 

SABATO 9 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi: Santa Valeria; San Siro.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, UMILTÀ, SEMPLICITÀ E FIDUCIA IN TE.

 

HANNO DETTO: «I mali dell'anima, consolidandosi, tendono ad occultarsi: più si è malati e meno li si avverte. Ecco perché occorre portarli spesso alla luce e, con mano impietosa, metterli a nudo e sradicarli dal nostro petto». (Montaigne)

SAGGEZZA POPOLARE: Una volpe è un lupo che manda fiori.

UN ANEDDOTO: Secondo alcuni studi il calabrone non può volare perché la sua larghezza alare non è proporzionale alla sua grandezza corporea. Ma il calabrone non lo sa, perciò lui continua a volare.

PAROLA DI DIO: Is 30,19-21.23-26; Sal 146; Mt 9,35 - 10,1.6-8

 

Vangelo   Mt 9, 35-10,1.6-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Parola del Signore

 

“GESÙ PERCORREVA TUTTE LE CITTA' E I VILLAGGI, INSEGNANDO NELLE LORO SINAGOGHE, ANNUNCIANDO IL VANGELO DEL REGNO E GUARENDO OGNI MALATTIA E OGNI INFERMITA'”.

Noi siamo abituati a pensare in grande. Ammiriamo i leader della terra che raccolgono attorno a se milioni di persone, crediamo che i grandi annunci debbano avvenire in mezzo alle folle oceaniche, facciamo di tutto per partecipare a quegli eventi di massa che ci sembrano importanti per poter dire: “C’ero anch’io”. Eppure l’evento più grande del mondo, il Dio fatto uomo, ha cominciato con cose piccolissime: vi immaginate Dio che sotto il sole della Palestina, con i piedi coperti di polvere si aggira tra piccoli paesi, entra in malandate sinagoghe, sta sulle piazze dei mercati per dire che Dio è fedele, è Padre, ed ha mandato Lui suo figlio a predicare la sua misericordia?

Non è che Gesù disdegni le folle, anzi, le vede come pecore senza pastore, ma prende le distanze da esse quando per propria convenienza vogliono farlo re. Se allora il regno di Dio è diverso dai regni degli uomini, non dobbiamo scoraggiarci davanti alla povertà del nostro agire e testimoniare per esso, penso ad esempio alle nostre parrocchie che stentano a diventare anche solo piccole comunità, penso al lavoro di sacerdoti, diaconi, catechisti, operatori di pastorale che dopo anni di fatiche sembra non portare alcun frutto, penso alla nostalgia di tanti sacerdoti che dopo anni di lavoro faticoso celebrano la loro messa domenicale con poche vecchiette in chiese quasi vuote. Non scoraggiamoci fratelli, non andiamo a cercare conforto in qualche grande manifestazione di Chiesa che pur raccogliendo atti di fede mette insieme ad essa anche tanti altri motivi!

Guardiamo a Gesù il Figlio di Dio che va in giro per villaggi e borgate, che guarisce poveri che a volte non gli dicono neppure grazie, ma non smette di dire che suo Padre è buono e misericordioso verso tutti. E se proprio ci prende lo scoraggiamento per i risultati di una pastorale che sembra non portare frutti, pensiamo al momento più solenne della vita di Gesù, quando Lui dona la vita per gli uomini morendo sulla croce: chi c’era con Lui?

Maria e poche donne, Giovanni, sacerdoti e notabili che bestemmiavano, popolo curioso che prendeva in giro e, unico, un ladro crocifisso che chiede perdono. Se questo è successo a Lui, “legno verde”, non preoccupiamoci troppo dei nostri risultati. Noi seminiamo abbondantemente, al raccolto ci penserà Dio stesso.

 

 

DOMENICA 10 DICEMBRE: 2^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Eulalia, martire; San Milziade, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

PER TE, SIGNORE, OGNI COSA.

 

HANNO DETTO: «Siamo angeli che dormono ancora il greve sonno della carne. L’uomo deve destarsi, aprire gli occhi alla verità se non vuole correre il rischio di attraversare la vita come un bruto incosciente». (Paracelso)

SAGGEZZA POPOLARE: Un pessimista è un uomo che si lamenterebbe del rumore se la fortuna bussasse alla sua porta.

UN ANEDDOTO: Saadi, poeta persiano, è l'autore di questo racconto. Un uomo, mentre passeggiava, incuriosito chiese a una lucciola: «Perché brilli soltanto di notte?». La lucciola, nella sua lingua particolare, gli diede questa luminosa risposta: «Sto all'aperto di giorno come di notte; ma quando in cielo ci sta il sole, io non sono niente».

PAROLA DI DIO: Is 40,1-5.9-11; Sal 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8

 

Vangelo  Mc 1, 1-8

Dal vangelo secondo Marco

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.  Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Parola del Signore

 

"ECCO, DINANZI A TE IO MANDO IL MIO MESSAGGERO”.

Un errore molto comune specialmente tra i cristiani è quello di confondere il messaggero e il messaggio, chi annuncia e l'annunciato. Ad esempio: quando vado al gruppo della parrocchia solo se c'è l'animatore tal dei tali, quando noi andiamo alla messa di don Pinco Pallino perché quello sì che sa predicare non come Tal Altro che si ripete!

Quando succedono di queste cose vuoi dire che nella nostra fede c'è ancora una gran confusione. Che io mi trovi meglio con una persona più che con un'altra: è normale!

Che una determinata predica possa piacermi e anche "darmi di più": e vero!

Ma è anche vero che al gruppo parrocchiale dovrei andarci per il Signore; è anche vero che una messa fosse la più scalcinata di questa terra, è pur sempre Eucaristia, rendimento di grazie, lode, parola donata, presenza eucaristica, atto di comunione con tutta la Chiesa. A me piace molto la figura di Giovanni il Battezzatore perché mette subito in chiaro le cose: egli è il "messaggero", la "voce", "dopo di lui viene uno più forte di lui", Giovanni deve "sparire perché Lui cresca", Giovanni manderà i suoi Apostoli dietro a Gesù. E allora io, prete, mi chiedo: quando predico, quando scrivo parlo per me o per Lui?

Tu cristiano chiediti: il mio pregare è per me o per Lui?

E' un farmi vedere perché mi dicano: "Bravo!" o perché altri sentano la voglia di pregare?

Il mio "fare qualcosa" nella comunità è perché mi dicano: "L'ammiro, non so dove trova il tempo di fare questo con tutti gli impegni che ha o perché qualcuno amando di più Gesù, si senta invogliato a fare qualcosa per i fratelli?

 

 

LUNEDI’ 11 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Damaso, papa; San Daniele stilita

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: «Tutti, pensano che Dio sia dalla loro parte. I ricchi e i potenti sanno che è così». (Jean Anouilh)

SAGGEZZA POPOLARE: «Un anziano che muore è una biblioteca che brucia». (Detto Africano)

UN ANEDDOTO: Un fratello interrogò un anziano: “Che devo fare, poiché la vanagloria mi attanaglia”? L’anziano gli rispose: “Hai ragione, perché sei tu che hai fatto il cielo e la terra” Il fratello, toccato dalla compunzione, disse: “Perdonami, non ho fatto nulla”.

PAROLA DI DIO: Is 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26

 

Vangelo   Lc 5, 17-26

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Parola del Signore

 

“TI SONO RIMESSI I TUOI PECCATI”.

Chi aspetta la nostra umanità?

Chi è Colui che ciascuno di noi desidera incontrare nella propria vita?

E' Colui che riesce a liberare la nostra umanità e la nostra vita dal male. Tutti noi abbiamo desiderio del Bene, del Bello, del Vero. Qualcuno limita questi desideri al semplice soddisfare i bisogni che giornalmente gli si presentano e quindi pensa che avere soldi, essere fortunato sia la sua felicità. Ma ben presto ci si accorge che soddisfatto un desiderio ne nasce uno successivo, e non si finisce mai di desiderare sempre qualcosa di più e poi ci si  accorge che se anche uno trovasse tutte le soddisfazioni, queste terminano… e allora?

Noi aspettiamo Qualcuno che ci liberi non tanto dai desideri materiali, ma che liberi la nostra umanità dalla sua finitezza, dal suo egoismo, in altre parole “dal suo peccato”.  Ed ecco che l’avvento cristiano ci presenta Colui che sta per venire come uno che può con autorevolezza dire al paralitico: “Ti sono rimessi i tuoi peccati” e di conseguenza anche dirgli “Prendi il tuo lettuccio e cammina”. E’ Gesù il senso dell’umanità e il senso della vita!

Ma se Gesù è già venuto, se queste parole di liberazione le ha già dette, se ha firmato il suo amore per noi e il perdono con il suo sangue versato sulla croce, come mai il mondo e ciascuno di noi è ancora pieno di egoismo, di peccato, di male, di finitezze?

Qualcuno risponde dicendo che Gesù ci ha liberato dal peccato, ma le conseguenze del peccato ancora rimangono, ed è vero che noi in questa terra siamo ancora in stato di lotta continua contro il male, ma credo anche che se le parole di Gesù non si sono ancora realizzate pienamente, sia perché noi non le abbiamo capite, accolte, fino nel profondo del cuore. Spesso siamo dei perdonati che credono poco al perdono ricevuto, spesso siamo persone che preferiscono accontentarsi delle piccole soddisfazioni della vita e che fanno finta di dimenticarsi dei bisogni profondi dell’anima, spesso chiediamo miracoli e grazie, ma sotto sotto non ci crediamo. Gesù offre tutto e ci trova indifferenti, pieni di scuse per non partecipare alla gioia del suo banchetto e allora anche le parole meravigliose del perdono cadono nel buio e il male, che non aspetta altro, riprende il sopravvento. Ecco perché dopo duemila anni noi invochiamo ancora la venuta di Gesù ed Egli, fattosi obbediente per amore, viene… ma trova l’uomo disposto ad accoglierlo?

 

 

MARTEDI’ 12 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Memoria della Beata Vergine Maria di Guadalupe; Santa Giovanna Francesca di Chantal.

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI PER MANO, DIO MIO; GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

HANNO DETTO: «Spesso il margine tra successo ed insuccesso è semplicemente la volontà di fare lo sforzo in più, percorrere il chilometro in più, bussare ad una porta in più, sopportare la fatica in più». (Norman Vincent Peale)

SAGGEZZA POPOLARE: Si può fare a meno delle lodi se si sa di meritarle.

UN ANEDDOTO: In un luogo d'Arabia, in piena notte, un maestro e il  suo discepolo camminano su una terrazza a passi lenti. Tutto ad un tratto il discepolo dice a bassa voce: «Che silenzio ... ».  «Non dire "Che silenzio"», consiglia il maestro. «Di': "Non sento niente"».

PAROLA DI DIO: Is 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14

 

Vangelo   Mt 18, 12-14

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda». Parola del Signore

 

“SE UN UOMO HA CENTO PECORE E UNA DI LORO SI SMARRISCE...”

Gesù con la parabola della pecorella smarrita ci presenta il vero volto di Dio. Spesso i credenti hanno confuso il ‘timor di Dio’ che è il giusto rispetto verso il Creatore, il Padre, l’Onnipotente, con la paura di Dio e le religioni, che spesso approfittano proprio delle paure dell’uomo, specialmente ai più anziani tra di noi hanno inculcato  un rapporto con Dio basato sulla paura del peccato, dell’inferno dimenticando che Dio  non è un “Assoluto”, lontano dalla nostra realtà, non è esclusivamente il  Dio giudice insindacabile, sempre alla caccia dei nostri peccati per poterli condannare, ma  ha il volto di un Padre che non si rassegna a perdere nessuno dei suoi figli e con tenerezza e pazienza li va a cercare, che offre loro tutte le possibilità. E Gesù non è forse così?

E’ venuto per i malati, per gli ultimi, i lontani, accoglie tra i suoi apostoli gente povera e peccatrice, entra in casa di Zaccheo e gli cambia la vita, porta con sé in cielo un ladro pentito… è l’occasione di salvezza per tutti. Mi rendo sempre più conto che non è il nostro volontarismo a salvarci, cioè non siamo noi che ci salviamo grazie alle nostre opere buone o grazie a sacrifici e preghiere; la cosa più importante è lasciarci trovare da Colui che ci cerca, è lasciarci prendere in braccio da Lui. La conversione non è “lo mi converto” ma “lo mi lascio prendere in braccio e portare da Colui che vuole la mia salvezza al punto di dare la sua vita per me”.

 

 

MERCOLEDI’ 13 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lucia; Sant’ Antioco.

Una scheggia di preghiera:

 

PRESSO DI TE, SIGNORE, DOLCEZZA E RISTORO.

 

HANNO DETTO: «Se sei un padrone, qualche volta sii cieco. Se sei un servo, qualche volta sii sordo». (Thomas Fuller)

SAGGEZZA POPOLARE: Se ti trovi con un lupo in una grotta evita di manifestargli il tuo disprezzo.

UN ANEDDOTO: Un certo Zhu Pingman si recò presso un celebre maestro per imparare a uccidere i draghi. Per tre anni lavorò duramente, avendo destinato tutti i suoi averi per imparare l'arte di uccidere i draghi. Sfortunatamente, nel resto della sua vita non incontrò mai un drago.

PAROLA DI DIO: Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30

 

Vangelo   Mt 11, 28-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

“VENITE A ME, VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI, E IO VI DARO' RISTORO”.

“Venite dal mago X, vi svelerà il futuro”, “Venite a comprare i nostri sistemi, vincerete al totocalcio”, “Venite nella nostra chiesa, vi assicuriamo il passaporto per il cielo”...

Quanti inviti più o meno sinceri e veritieri sentiamo ogni giorno!

Anche Gesù ci invita particolarmente in questo tempo di Avvento: “Venite a me”. Non vuole prenderci niente di nostro, anzi ci invita a portargli le nostre fatiche, ansie, paure. Non si spaventa neanche dei nostri peccati, se li carica sulle sue spalle. Vuole donarci se stesso, la sua pace, le sue promesse. E se per seguirlo c’è un giogo da assumerci, questo è dolce e soave perché prima l’ha già portato Lui.

 

 

GIOVEDI’ 14 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni della Croce; San Pompeo vescovo; Sant’Agnello abate.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, FIDUCIA IN TE E FERMEZZA NEI PROPOSITI.

 

HANNO DETTO: Il diventare bambini rappresenta il massimo della maturità umana e cristiana. L’infantilismo, invece, rappresenta il massimo dell’immaturità. (A. Pronzato)

SAGGEZZA POPOLARE: «Se sei amico dell'orso tieni vicina una scure». (proverbio Canadese)

UN ANEDDOTO: Un viandante, molto stanco, si sedette all'ombra di un albero non sospettando che era capitato sotto un albero magico, l'albero che realizza i desideri. Seduto sulla dura terra, pensò quanto sarebbe stato piacevole trovarsi in un morbido letto. All'istante, accanto a lui, apparve il letto. Stupito, l'uomo vi si distese pensando che il colmo della felicità sarebbe stato se una fanciulla fosse venuta a massaggiargli le gambe doloranti. Apparve la fanciulla e gli massaggiò piacevolmente le gambe. «Ho fame», pensò l'uomo, «e mangiare adesso sarebbe davvero una cosa deliziosa». Apparve una tavola, fastosamente imbandita di cibi succulenti. L'uomo si leccò i baffi. Mangiò e bevve a piacer suo. Gli girava un po' la testa. Per la stanchezza e sotto l'azione del vino, gli si chiudevano le palpebre. Si distese comodamente sul letto, pensando al meraviglioso evento di quella giornata straordinaria. «Be' dormirò un'ora o due», pensò, «sempre che di qui non passi una tigre mentre sto dormendo». Subito apparve una tigre e lo divorò.

PAROLA DI DIO: Is 41,13-20; Sal 144; Mt 11,11-15

 

Vangelo   Mt 11,11-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».  Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI SUBISCE VIOLENZA E I VIOLENTI SE NE IMPADRONISCONO”.

Abituati da una certa mentalità che ha dolcificato, a volte fino alla nausea, la religiosità e il cristianesimo, quando siamo interpellati da certe pagine evangeliche, ci troviamo in difficoltà nel comprenderle. “Il  Regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono”. Ma, come?

Se il Regno dei cieli è amore, se il Vangelo è pieno di insegnamenti sulla carità, sul perdono, sul ‘porgere l’altra guancia’?

Qual è la violenza di cui parla Gesù?

Non è certamente quella delle armi, della forza bruta, direi piuttosto che è la violenza che viene dalla fortezza. Alcuni esempi: per credere e affermare che l’uomo potrà sempre vivere in pace con tutti, ci vuole un’enorme violenza contro se stessi, portati dalla ragione e dalla storia a credere il contrario; per avere questa fede bisogna fondare la speranza con fermezza su Dio. Per credere che si potrà vincere un proprio difetto occorre sia fermezza nel proposito che fermezza nell’appoggiarsi a Dio. Giovanni il Battista, elogiato oggi nel Vangelo da Gesù, non annuncia la venuta del Salvatore tanto perché la gente commossa si metta a preparare il presepio, o per attutire le rabbie represse di un popolo occupato, dicendo: “Adesso che arriva il Messia ci penserà Lui a mettere a posto le cose con i Romani”. Giovanni è un uomo austero che parla di tracciare strade nel deserto, di riempire valli, di tagliare montagne. E’ l’ uomo che si gioca la testa a gridare ad Erode: “Non ti è lecito!” E’ l’uomo che nonostante i dubbi (ricordate? Quando sarà in prigione manderà dei messaggeri da Gesù per chiedergli se davvero è Lui il Messia) non si tira indietro. E’ uno che fa violenza a se stesso e che fa violenza al Regno, cioè, lo fa venire più in fretta. Così è di ogni cristiano che prende sul serio il Regno di Dio. Deve far violenza a se stesso per usare le armi della carità e dell’amore in un mondo che appena può ti sbrana, deve far violenza a se stesso per non ritirarsi davanti agli insuccessi, memore dell’altra parola di Gesù che dice: “Chi pon mano all’aratro e poi si volge indietro non è degno di me”, e fa violenza al Regno perché ogni atto di amore, di giustizia, di fedeltà è un passo che il Regno fa ed è un po’ come se ripetesse in concreto quella preghiera accorata che conclude l’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse: “Vieni presto, Signore Gesù!”.

 

 

VENERDI’ 15 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Cristiana; Sant’Adalbertone.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A COGLIERE I SEGNI CHE METTI NELLA NOSTRA VITA.

 

HANNO DETTO: «Chi non blocca la partenza delle passioni non sarà poi in grado di fermarne la corsa». (Montaigne)

SAGGEZZA POPOLARE: Se lo stomaco è pieno è facile proporsi di digiunare.

UN ANEDDOTO: C'era una volta un re che aveva tre figli e un anello. Sì: un anello d'oro e pietre preziose così bello, che se ne parlava perfino di là dalle frontiere, al punto che lo si riteneva magico, benedetto, simbolo del potere, e chissà che altro. Ognuno dei figli del re sperava di ricevere in eredità quell'anello, e spesso litigavano fra di loro per questo. Allora il re, sentendosi oramai prossimo a morire, decise di far fare dal gioielliere di corte altri due anelli in tutto simili al suo; e vennero così ben lavorati che proprio non se ne poteva distinguere uno dagli altri. Quando il re morì, ognuno dei tre prìncipi ricevette un anello, ma subito cominciarono a litigare gridando: «L'autentico è il mio. Questo è l'anello benedetto!». Non venendo a capo di niente, decisero di rivolgersi a un maestro sufi che albergava in una grotta sul monte, uomo saggio, un mago che conosceva i segreti delle cose. Giunsero da lui e, mostrandogli gli anelli, chiesero: «Quale di questi è l'autentico?». Il venerabile sufi guardò gli anelli, li rigirò a lungo fra le mani, poi, restituendoli, disse: «Non lo so, ma lo posso chiedere alla terra. La terra sa tutto e mi darà la risposta». E posato un orecchio a terra, rimase a lungo in ascolto. Poi si alzò e disse: «Ha risposto così: di' ai tre prìncipi che io non so a chi appartiene l'anello benedetto, ma io so che tutti e tre appartengono a me. Litigano per un poco d'oro e di pietre, e io nel mio ventre ne ho a profusione. Ma perché litigano, dal momento che anche loro verranno nel mio ventre?». I vecchi maestri sufi dicono che il re simbolizza Dio, e i tre anelli simbolizzano la religione ebraica, la religione cristiana e la religione musulmana.

PAROLA DI DIO: Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19

 

Vangelo   Mt 11, 16-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Parola del Signore

 

“A CHI POSSO PARAGONARE QUESTA GENERAZIONE? È SIMILE A BAMBINI CHE STANNO SEDUTI IN PIAZZA E, RIVOLTI AI COMPAGNI, GRIDANO: “VI ABBIAMO SUONATO IL FLAUTO E NON AVETE BALLATO, ABBIAMO CANTATO UN LAMENTO E NON VI SIETE BATTUTI IL PETTO!”

Gesù è un attento osservatore. Ha visto dei bambini bizzosi. Qualcuno propone loro un gioco divertente e quelli fanno il muso, allora vien loro proposto un canto triste ed essi altrettanto non partecipano. Gesù osserva la sua generazione: è venuto Giovanni a predicare la penitenza ed è stato considerato un matto, un invasato: si può andare dietro a un pazzo?

E’ venuto Gesù che vive come un uomo normale, che parla di misericordia di Dio e lo si accusa di mangione e beone, di amico dei pubblicani. Mi sembra che la nostra generazione, in quanto a infantilismo e capricciosità non sia da meno di quella del tempo di Gesù. E’ una generazione materialistica e cerca spiritualità e credenze in esoterismi e magie. E’ società dei consumi e compie digiuni pazzeschi pur di non perdere la linea. Difficilmente arriva a condannare Gesù o i cristiani ma, in pratica, nel vuol fare a meno. Non siamo forse anche noi gente “Capricciosa”?

Abbiamo il senso delle nostre responsabilità?

Siamo capaci di perseveranza?

In questo periodo di avvento ci siamo presi degli impegni?

Li stiamo portando avanti con perseveranza?

 

 

SABATO 16 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi: Santa Adelaide, regina; Sant’Adone da Vienne; Santa Albina martire.

Una scheggia di preghiera:

 

FA' CHE OGGI ASCOLTIAMO LA TUA VOCE, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: «Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco». (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: «Se il tuo lume brilla più degli altri siine felice, ma non spegnere mai il lume degli altri per far brillare il tuo». (detto orientale)

UN ANEDDOTO: Negli ultimi mesi di vita, Don Bosco camminava a fatica. Chi lo vedeva attraversare i cortili spesso gli chiedeva: "Dove va, Don Bosco?" La risposta era sempre la stessa: "In Paradiso".

PAROLA DI DIO: Sir 48,1-4.9-11; Sal 79; Mt 17,10-13

 

Vangelo   Mt 17, 10-13

Dal vangelo secondo Matteo

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. Parola del Signore

 

“ELIA E’ GIA’ VENUTO E NON LO HANNO RICONOSCIUTO, ANZI HANNO FATTO DI LUI QUELLO CHE HANNO VOLUTO, COSI’ ANCHE IL FIGLIO DELL’UOMO DOVRA’ SOFFRIRE PER OPERA LORO”.

Nell'odierno Vangelo abbiamo un eccellente esempio presentatoci da Gesù stesso sul come leggere i segni dei tempi. Ci sono tanti modi di ‘vedere un fatto’. Lo si può vedere come una semplice successione di avvenimenti. Lo si può leggere esclusivamente secondo i propri interessi. Si può cercare in esso significati profondi. Si può partire da un fatto per arrivare a delle scelte successive. Se davvero vogliamo comprendere il senso degli avvenimenti dobbiamo avere uno sguardo più profondo: in un fatto della vita che ha tutta l’aria di essere puramente umano, bisogna esercitarsi a vedere Dio all’opera. I contemporanei di Gesù pensavano che il profeta Elia sarebbe dovuto tornare sulla terra prima della venuta del Messia, ma hanno rifiutato Giovanni il Battista, non hanno saputo vedere in lui quell’Elia profetizzato, e quindi non hanno gioito delle sue indicazioni, non si sono lasciati ‘bruciare’ dal suo fuoco. Anche a noi può succedere la stessa cosa: quanti sono i fatti non letti nella nostra storia, o letti solo tradizionalmente, superficialmente, magari solo subiti; ad esempio un incontro, una gioia, una sofferenza, un’occasione di preghiera. Quante volte ascoltiamo la Parola di Dio senza lasciarci cambiare da essa, quante volte vediamo la verità ma preferiamo volgere altrove il nostro sguardo per non pagarne le conseguenze, quante Comunioni Eucaristiche ci hanno lasciato con una preghiera sulle labbra, ma con una vita rimasta indifferente. Anche in questo Avvento e nella preparazione al Natale possiamo vivere il tutto nell’abitudine o nei luoghi comuni del nostro mondo che ha mercificato tutto, oppure per noi c’è l’opportunità di lasciarci purificare dal fuoco della Parola di Dio che ci aiuta a far emergere la fede dalle esteriorità e dalle falsità, che riscalda il nostro cuore, che illumina i nostri occhi per vedere il Signore che viene nei nostri fratelli, che ci rincuora nel nostro faticoso cammino quotidiano.

 

 

DOMENICA 17 DICEMBRE: 3^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Lazzaro; San Floriano.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE LA VERA UMILTA', QUELLA CHE RICONOSCE LA VERITA'.

 

HANNO DETTO: «Non è mai troppo tardi per essere ciò che avresti potuto essere». (George Eliot)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando i potenti litigano, i poveri sono nei guai.

UN ANEDDOTO: S. Teresina ci assicura che «col Rosario si può ottenere tutto», e aggiunge la più bella spiegazione: «Secondo una graziosa immagine, esso è una lunga catena che lega il cielo alla terra; una delle estremità è nelle nostre mani e l'altra in quelle della S. Vergine. Il Rosario sale come incenso ai piedi dell'Onnipotente. Maria lo rinvia subito come una benefica rugiada, che viene a rigenerare i cuori».

PAROLA DI DIO: Is 61,1-2.10-11; Cant. Lc 1,46-50.53-54; 1Ts 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28

 

Vangelo  Gv 1, 6-8. 19-28

Dal vangelo secondo Giovanni

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Parola del Signore

 

“ALLORA GLI CHIESERO: CHI SEI, DUNQUE? SEI TU ELIA?. NON LO SONO, DISSE. SEI TU IL PROFETA? NO, RISPOSE”.

Giovanni il Battista possiede la vera umiltà, quella che afferma solo la verità. E’ consapevole del suo ruolo di battistrada del Messia e per essere fedele sarà disposto a dare la vita, ma non si lascia tentare dall’orgoglio di farsi più grande di ciò che è. “Bisogna che io diminuisca affinché Lui cresca .“Non son degno di sciogliere il legaccio del suo sandalo”. Quanta differenza dall‘atteggiamento saccente di certi cristiani che si sentono in prima persona salvatori del mondo: “Se non ci fossi io in quella parrocchia, tutto andrebbe a catafascio”. “il nostro gruppo è l’unico dove si prega veramente”. Ricordo un vecchio prete che davanti alle mie intemperanze ed esagerazioni giovanili nella pastorale parrocchiale, tra il faceto e il serio mi diceva: “Guarda che il mondo l’ha già salvato Gesù Cristo!”.

E’ importante ritrovare il nostro e il suo ruolo. Siamo importanti: Gesù ci chiede di essere suoi collaboratori nel Regno, ma chi salva è Lui; siamo annunciatori ma non di noi stessi, di Lui; dobbiamo imitare in tutto il Cristo, ma l’originale è Lui.

 

 

LUNEDI’ 18 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lazzaro; San Floriano.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTAMI A TACERE, SIGNORE, PERCHE' TU POSSA PARLARE.

 

HANNO DETTO: Ai nostri giorni han trovato il modo di dare la scalata ai più alti monti, ma per raggiungere l'alto monte dell'amore ci ha insegnato Gesù col discendere nella più profonda umiltà. (Fra' Cecilio Maria)

SAGGEZZA POPOLARE: Piangere sul proprio dolore è come annaffiarlo.

UN ANEDDOTO: Lui era un giovane studioso e serio, lei una ragazza bella e saggia. E si amavano. Prima di partire per il servizio militare, lui volle farle un regalo. Un regalo che le ricordasse il suo amore. Doveva però fare il conto con le finanze, già messe a dura prova dai libri dell'Università. Girò per negozi e grandi magazzini. Dopo mille «prendi e posa» si decise. Acquistò un enorme ombrello di un bel rosso vivo. Sotto quel grande ombrello rosso i due ragazzi si diedero il primo addio, si scambiarono la promessa di amore eterno, decisero di sposarsi. Nella nuova casa, l'ombrello finì in uno sgabuzzino. Passarono gli anni, arrivarono due figli, le preoccupazioni, qualche tensione di troppo, la noia, i silenzi troppo lunghi. Una sera, seduti sul divano, lui e lei sbadigliavano davanti alla tv. Lei improvvisamente si alzò, corse nello sgabuzzino e dopo un po' tornò con l'ombrello rosso. Lo spalancò e una nuvoletta di polvere si sparse nell'aria. Poi si sedette sul divano con l'ombrello rosso spalancato. Dopo un lungo istante, lui si accoccolò accanto a lei sotto il grande ombrello. Si abbracciarono teneramente. E ritrovarono tutti i sogni smarriti sotto la polvere dei giorni.

Parola di Dio: Ger 23,5-8; Sal 71; Mt 1,18-24

 

Vangelo    Mt 1, 18-24

Dal vangelo secondo Matteo

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore

 

“QUANDO SI DESTO' DAL SONNO, GIUSEPPE FECE COME GLI AVEVA ORDINATO L’ANGELO.”

Dai pochi accenni che nel Vangelo si riferiscono a lui, San Giuseppe ci viene presentato come l’uomo del silenzio. Pensa. Si arrovella, soffre ma tace. Sembra un contrasto perché Giuseppe è il custode della Parola, del Verbo di Dio incarnato venuto per rivelarsi. Evidentemente il paradosso è solo apparente infatti nulla è più animato del silenzio di Giuseppe. Silenzio è quello del cimitero dove nessuno parla perché non può parlare. Silenzio è quello dell’handicappato mentale che non può esprimere nulla. Silenzio è quello dell’uomo intelligente e responsabile che riflette su ciò che vuole esprimere. Silenzio è quello del Santo che privilegia l’ascolto di Dio. In questo caso il silenzio è una condizione esterna per sentire chi parla, ma è anche apertura di cuore a Dio. Il silenzio di Giuseppe non è dunque il silenzio del vuoto: egli dà il primato a Dio per mettersi alle sue dipendenze. Se Giuseppe è l’uomo di poche chiacchiere è anche l’uomo dei fatti : “Non chi dice: Signore, Signore… ma chi fa la volontà del Padre mio entrerà nel Regno dei cieli”. Il Vangelo vede Giuseppe sempre all’opera. E’ fidanzato; si accorge della Maternità di Maria e pensa di lasciarla per rispettare quello che intuisce essere un mistero. Viene l’Angelo e gli dice: “Non temere”. Ed egli la porta a casa sua. Dio parla anche attraverso Cesare Augusto: bisogna andare a Betlemme. Ed egli parte. Poi c’è il pericolo di Erode; L’Angelo lo previene. Obbediente si reca in esilio, così come fedele torna a Nazareth. E’ una grande lezione di ascolto e di docilità, quella di Giuseppe. Noi viviamo in un mondo che in gran parte sembra fatto di  parole, di chiacchiere per nascondere il vuoto, di rumori per impedire di guardare dentro noi stessi. Giuseppe ci insegna che per essere nel cuore di Dio, bisogna accoglierlo nel silenzio e che non è molto importante capire tutto per poterlo mettere in pratica, basta fidarsi che Dio abbia un piano di amore nei nostri confronti. Qualche volta piuttosto che pregare dicendo: “Signore fammi vedere quale sia la tua volontà” non sarebbe meglio chiedere: “Signore, aiutami a non intralciare la tua volontà che è il mio bene”?

 

 

MARTEDI’ 19 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Dario martire; Santa Fausta martire.

Una scheggia di preghiera:

 

CAMBIA, SIGNORE, IL CUORE STERILE IN UN CUORE CAPACE DI AMORE.

 

HANNO DETTO: L’amore per le ricchezze è figlio di una di queste tre cose: bramosia di piaceri sensibili, vanagloria e perdita della fede. La perdita della fede è più grave delle altre due. (Massimo il Confessore)

SAGGEZZA POPOLARE: Non tiri sassi chi ha tetti di vetro.

UN ANEDDOTO: Un papà e il suo bambino camminavano sotto i portici di una via cittadina su cui si affacciavano negozi e grandi magazzini. Il papà portava una borsa di plastica piena di pacchetti e sbuffò, rivolto al bambino. "Ti ho preso la tuta rossa, ti ho preso il robot trasformabile ti ho preso la bustina dei calciatori... Che cosa devo ancora prenderti?". "Prendimi la mano" rispose il bambino.

PAROLA DI DIO: Gdc 13,2-7.24-25a; Sal 70; Lc 1,5-25

 

Vangelo   Lc 1, 5-25

Dal vangelo secondo Luca.

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini». Parola del Signore

 

“NON AVEVANO FIGLI PERCHE' ELISABETTA ERA STERILE E TUTTI E DUE ERANO AVANTI NEGLI ANNI”.

Una storia di sterilità che genera la vita, quella di Zaccaria, Elisabetta e Dio. Oggi ti trovi davanti ai casi più opposti: dalla coppia che cerca di avere un figlio in tutte le maniere, e si arriva addirittura ad “affittare l’utero di un’altra”, a chi se ne libera come fosse un pacchetto indesiderato che si butta nell'immondizia. Che Dio scelga due anziani, di cui una sterile, per far nascere Giovanni il Battista mi pare che oltre a tutti gli altri significati biblici, stia ad indicare l’amore di Dio per la vita: se c’è disponibilità anche ciò che è sterile può dare la vita!

Ad esempio, se accetto l’amore e la misericordia, anche la sterilità dei mio essere peccatore può generare amore. Lascia spazio a Dio ed anche il deserto fiorirà.

 

 

MERCOLEDI’ 20 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Liberato, martire; San Zefirino, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

MADRE DI GESU', PREGA PER TUTTI I TUOI FIGLI.

 

HANNO DETTO: Il nemico della giovinezza d’anima è il verbo “avere”. (Congar)

SAGGEZZA POPOLARE: Non accontentarti dell'orizzonte, cerca l'infinito.

UN ANEDDOTO: Matthew Henry è un noto specialista di studi biblici. Una volta, mentre tornava dall'università dove insegna, fu aggredito. Quella sera, egli scrisse questa preghiera: Voglio ringraziare. In primo luogo, perché non sono mai stato aggredito prima. In secondo luogo, perché mi hanno portato via il portafoglio e mi hanno lasciato la vita. In terzo luogo, perché, anche se mi hanno portato via tutto, non era molto. Infine, voglio ringraziare perché io sono colui che è stato derubato, e non colui che ha derubato

PAROLA DI DIO: Is 7,10-14; Sal 23; Lc 1,26-38

 

Vangelo   Lc 1, 26-38

Dal vangelo secondo Luca

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

 

“COME AVVERRA' QUESTO, POICHE' NON CONOSCO UOMO?”

Mi ha sempre colpito la concretezza di Maria. Oggi si parla di educazione sessuale; Maria è concreta, sa che per avere un bambino ci vuole un rapporto: "Quale strada devo seguire?" chiede all'Angelo. L'Angelo le risponderà che sarà lo stesso Spirito di Dio a pensarci. Troppe vite di Maria, inventate o fatte passare come rivelate e troppa falsa spiritualità pelosa ha teso a presentarci una Maria disincarnata dai problemi, talmente dedita a Dio che neanche l'ombra di problemi come quelli di un mondo, di un rapporto, la tocchino. No! Maria è ben informata, è intelligente, è concreta, Dio si incarna, prende un corpo concreto in una donna concreta. E' così che ti sento donna e madre o Maria. Talmente attenta e concreta che allora so di poter affidare a te le mie preoccupazioni convinto di non riporle nelle mani di chi mi dice solo "pregherò per te" ma di chi oltre a pregare ha già cominciato a lavorare per me.

 

 

GIOVEDI’ 21 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Canisio; San Temistocle, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, PORTACI GESU' E PORTACI DA GESU'.

 

HANNO DETTO: La nostra salvezza consiste in una coraggiosa dichiarazione di fallimento. (Alessandro Pronzato)

SAGGEZZA POPOLARE: La vita più è vuota e più pesa.

UN ANEDDOTO: Un bambino in piedi sul letto nel suo pigiamino rosso punta il dito contro la mamma e fieramente dichiara: "In non voglio essere intelligente. Io non voglio essere beneducato. Io voglio essere come papà!".

PAROLA DI DIO: Ct 2,8-14 opp. Sof 3,14-17; Sal 32; Lc 1,39-45

 

Vangelo   Lc 1, 39-45

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore

 

“APPENA ELISABETTA EBBE UDITO IL SALUTO DI MARIA, IL BAMBINO LE SUSSULTO’ NEL GREMBO”.

In questi ultimi quattro giorni della novena di Natale la liturgia ci fa leggere corsivamente dal vangelo di Luca tutto il racconto della Visitazione di Maria ad Elisabetta e la nascita di Giovanni Battista, in fondo tutta la preparazione alla nascita di Gesù. Proprio perché questi giorni, contrariamente a quanto di solito succede, dovrebbero essere di raccoglimento e di riflessione, prendendo, quasi parola per parola di questi vangeli vi propongo qualche flash di riflessione da riprendere personalmente nella giornata. “Maria si mise in viaggio”. Gesù ricevuto non viene tenuto come dono personale, ma portato. Gesù è venuto per arrivare al cuore di ogni uomo. Maria fa camminare Gesù ancora prima della sua nascita. Maria porta con sé il mistero di questa concezione miracolosa, ma anche le sue apprensioni umane; Maria, la concreta va anche a vedere il segno che l’Angelo le ha dato come garanzia che a Dio nulla è impossibile. Maria va a servire questa sua parente anziana incinta. Gesù, colui che è venuto a servire, ci serve attraverso le mani di sua Madre. “Elisabetta fu piena di Spirito Santo”. Chi si incontra con Gesù non può non avere nel cuore la forza e la gioia dello Spirito Santo. Gesù è l’Amore incarnato, è l’opera dello Spirito. Dove lasci entrare Gesù entra il suo Spirito. “Esclamò a gran voce: Benedetta tu fra le donne”. Recita un vecchio inno: “La grazia che Eva ci tolse, tu o Maria ci hai ridonato”. La vera emancipazione della donna è la donna che ritrova il volto che Dio le ha dato. “E benedetto il frutto del tuo grembo”. L’umanità che aveva generato solo male e cattiveria e che anche nel buono aveva sempre un po’ di velenoso, ora offre un frutto nuovo, bello, santo, perfetto: è Dio che si riconquista la sua creatura dal di dentro. E’ il frutto che maturerà nel sangue appeso all’albero della croce, l’esatto contrario dell’albero del peccato, chiunque mangerà di quest’albero avrà la vita che dura per sempre. “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?”.

Vieni, vieni pure Maria, abbiamo bisogno di te e del tuo Dono. Portaci Gesù e portaci da Gesù: Lui solo è la nostra salvezza. “Il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo”. Dice un Padre della Chiesa: Giovanni, dopo l’incontro con Gesù, non sopporta più di stare al chiuso, vuole cominciare a correre per annunziare il suo messaggio di gioia. Questo Natale ti metterà le ali ai piedi nella fede e nella testimonianza?

La gioia è il tema ricorrente di tutto questo brano. Dove arriva Maria che porta Gesù non può non esserci gioia ed esultanza: è Dio che cammina con il passo forte e delicato di una donna. “Come sono belli i piedi di coloro che portano buone notizie!” “E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Ecco la conferma che Maria aspettava. Lei, la visitata dall’Angelo, la Piena dello Spirito Santo, il Tabernacolo di Gesù accetta la conferma della sua fede da un’altra umile donna e diventa, come Abramo, come tutti i giusti, l’esempio della fede che è abbandono, ma alla potenza di Dio.

 

 

VENERDI’ 22 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Flaviano; Santa Francesca Cabrini.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE: IL NOSTRO CUORE TRABOCCA DI GIOIA.

 

HANNO DETTO: La sobrietà è anche quella piccola apertura attraverso la quale Dio entra per rivelarsi alla mente. (Filoteo il Sinaite)

SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo giusto ha cura della vita del proprio animale; soltanto gli empi gli usano crudeltà. (Prov.12,10)

UN ANEDDOTO: Un saggio teneva nel suo studio un enorme orologio a pendolo che ad ogni ora suonava con solenne lentezza, ma anche con gran rimbombo. «Ma non la disturba?» chiese uno studente. «No», rispose il saggio. «Perché così ad ogni ora sono costretto a chiedermi: che cosa ho fatto dell'ora appena trascorsa?».

PAROLA DI DIO: 1Sam 1,24-28; Cant. 1Sam 2,1.4-8; Lc 1,46-55

 

Vangelo   Lc 1, 46-55

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Parola del Signore

 

“L’ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE”.

“Maria disse: L’anima mia magnifica il Signore”. Maria, la silenziosa, parla ed ecco questo meraviglioso cantico di lode. Su tante cose è bene tacere, su altre si deve tacere, solo quando un cuore è pieno di riconoscenza non può più tacere. Maria trabocca riconoscenza. La sua gioia è talmente grande che anche le parole che dice sono parole sue e non sue. Prega, canta, gioisce con la Bibbia e il cantico di Anna si confonde con la sua riconoscenza. E’ vero, come dice un prefazio della Messa che “i nostri inni di lode non accrescono la tua grandezza”, che cioè Dio non ha bisogno della nostra lode per essere più grande di quello che è, ma è anche vero che la lode vera  è fondere il nostro cuore con Colui che ci ha beneficiato e quindi il nostro grazie “ci ottiene la grazia che ci salva”. “Perchè ha guardato la povertà della sua serva”, ”Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. Maria riconosce il nulla su cui Dio costruisce. Il magnificat, in fondo non è che l’anticipo e la sintesi del Vangelo di Gesù. L’Onnipotente guarda al nulla, crea dal nulla, riempie il nulla. Dio, per entrare, bussa. Ha bisogno di un posto vuoto per metterci il Tutto. “Che cos’è l’uomo che tu ti ricordi di lui?

Eppure di gloria e di onore lo hai coronato, e tutto hai messo sotto ai suoi piedi”. “La sua misericordia si stende su quelli che lo temono”. Dio non è più solo il Dio degli eserciti, il Vendicatore, il Dio della legge del taglione, è il Dio della misericordia che con Gesù, Buon Pastore, si metterà alla ricerca della pecorella perduta, che sarà il Padre accogliente nei confronti del prodigo, il Dio che è venuto non per coloro che si ritengono giusti, ma per i peccatori. Il timore di Dio non è più paura, ma riconoscere che noi dipendiamo totalmente dalla sua grande misericordia che può cambiare i nostri peccati dallo scarlatto al bianco della neve. “Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore”, “Ha innalzato gli umili”. Un Dio che si fa bambino, un Dio che per nascere sulla terra sceglie una grotta di pastori, non è il Dio dei palazzi regali, non il Dio delle parate militari, dello sfoggio delle ricchezze, degli intrallazzi politici, è un Dio Bambino che sorriderà e piangerà tra le braccia di pastori, che dormirà stanco a bordo di una barca di pescatori, che non avrà paura di guardare in faccia i potenti di questa terra e di dir loro tutto quello che gli viene. E’ il Dio non delle apparenze, ma del cuore.

 

 

SABATO 23 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi: San Servolo; San Giovanni da Kety; Sant’ Ivo da Chartres.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI, SIGNORE, I MOMENTI PER TACERE E QUELLI PER PARLARE.

 

HANNO DETTO: Quando lo Spirito prende dimora in un uomo, questi non cessa di pregare, perché lo Spirito continuerà a pregare costantemente in lui. (S. Isacco di Siria)

SAGGEZZA POPOLARE: Il vaso si riempie goccia dopo goccia; così l’insensato a poco a poco si riempirà di male. (pensiero Buddista)

UN ANEDDOTO: Costretto a fuggire da Alessandria per l'ordine dell'Imperatore, il santo vescovo Atanasio s'era rifugiato presso i monaci del deserto e si lamentava d'essere inutile: "Ecco, i miei preti e i cristiani della comunità sono travagliati dalla persecuzione, umiliati dalla superbia degli ariani, maltrattati in ogni modo: e io sono qui nel deserto e non posso fare niente". Il santo monaco Teodosio lo consolava e diceva: "Non lamentarti fratello. Guarda piuttosto i fiori del deserto: sono bellissimi e fioriscono per niente. Nessuno li vede, in pochi giorni seccano e muoiono. A che servono dunque? Eppure alcuni dicono che servono a dare gioia a Dio. Puoi dunque stare contento anche tu, perché forse nel tuo esilio anche tu puoi dare gioia a Dio".

PAROLA DI DIO: Ml 3,1-4.23-24; Sal 24; Lc 1,57-66

 

Vangelo   Lc 1, 57-66

Dal vangelo secondo Luca.

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Parola del Signore

 

“SI CHIAMERA’ GIOVANNI”.

Anche oggi, leggendo la nascita di Giovanni il Battista fermiamoci su due piccoli particolari: “In quel medesimo istante gli si aprì la bocca  e parlava benedicendo Dio”. Zaccaria, sacerdote del Tempio e padre del Battista, riacquista la parola ma solo per lodare Dio. Mi chiedo: le mie parole sono sempre parole positive?

Con i miei figli sono parole di crescita, di incoraggiamento o solo di giudizio?

Con le mie parole do la vita o uccido?

Le mie parole con Dio sono chiacchiere o preghiere?

La mia lode per Dio è formale o viene da un cuore pieno di meraviglia e di riconoscenza per quanto ha operato ed opera in me e nel mondo?

“Che sarà mai di questo Bambino?”.

La nascita di Giovanni preannuncia in tutto la nascita di Gesù. Crea la gioia: è la gioia della sterilità che per opera di Dio diventa capace di generare; è una gioia che si comunica, che non viene consumata nel chiuso ma raggiungendo altri suscita meraviglia e speranza; è una gioia che ben fa prevedere per il futuro: se Dio ha fatto cose così grandi, che cosa farà ancora di più grande per noi?

Siamo ormai a due giorni dal Natale, forse sentiamo già il clima di questa festa, un clima bello ma anche ambiguo, in quanto legato spesso a materialismo e consumismo, ma proviamo a farci ancora la domanda: “Che sarà mai di questo Natale?”

Nascerà qualcosa di nuovo in me?

Ci sarà davvero la gioia di sapersi figli nel Figlio?

Come si espanderà questa gioia nel mondo?

Che cosa ci preparerà ancora Dio di meraviglioso?

 

 

DOMENICA 24 DICEMBRE: 4^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Delfino, vescovo; Santa Erminia, monaca; Santa Adele, monaca.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SIGNORE GESU', NON TARDARE.

 

HANNO DETTO: I due elementi della vita interiore sono la purificazione del cuore e la direzione dello Spirito Santo. Questi sono i due poli di tutta la spiritualità. (Lope de Vega)

SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo dice che il tempo passa, il tempo dice che è l'uomo a passare! (Prov. delle Marche)

UN ANEDDOTO: La storia ha inizio tempo fa, quando un uomo punisce sua figlia di 5 anni per la perdita di un oggetto di valore ed il denaro in quel periodo era poco. Era il periodo di Natale, la mattina successiva la bambina portò un regalo e disse: "Papà è per te". Il padre era visibilmente imbarazzato, ma la sua arrabbiatura aumentò quando, aprendo la scatola, vide che dentro non c'era nulla. Disse in modo brusco: "Non lo sai che quando si fa un regalo, si presuppone che nella scatola ci sia qualcosa?". La bimba lo guardò dal basso verso l'alto e con le lacrime agli occhi disse: "Papà,... non è vuoto. Ho messo dentro tanti baci fino a riempirlo". Il padre si sentì annientato. Si inginocchiò e mise le braccia al collo della sua bimba e le chiese perdono. Passò del tempo e una disgrazia portò via la bambina. Per tutto il resto della sua vita, il padre tenne sempre la scatola vicino al suo letto e quando si sentiva scoraggiato o in difficoltà, apriva la scatola e tirava fuori un bacio immaginario ricordando l'amore che la bambina ci aveva messo dentro.

PAROLA DI DIO: 2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16; Sal 88; Lc 1,67-79

  

Vangelo Lc 1,67-79

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». Parola del Signore

 

“ZACCARIA FU PIENO DI SPIRITO SANTO E PROFETO’ DICENDO: BENEDETTO IL SIGNORE, DIO DI ISRAELE”.

In questa vigilia di Natale ci sta proprio bene meditare il cantico di questo vecchio sacerdote, che riacquistata la voce e la fede dopo un periodo di silenzio, dà la stura alla pienezza del suo cuore riconoscente, anche perché questo cantico è paragonabile al grido della sentinella che ha avvistato il Re che sta venendo. “Dio ha visitato e redento il suo popolo”, “come aveva promesso”. E’ bello constatare che c’è Qualcuno che è fedele anche al di là delle infedeltà del suo popolo. Neanche il peccato, il giusto castigo possono sminuire l’amore di Dio per la sua creatura, anzi, più grande è il peccato, più grande è la Redenzione. L’exultet, l’inno di Pasqua, nella notte del Sabato Santo arriva a questa esagerazione: “Fortunata la colpa che meritò un così grande Redentore”. Dio ci ha visitato, non come il Dio degli eserciti, il punitore, ma come il Dio con noi. Anche la nostra lingua, come quella di Zaccaria dovrebbe sciogliersi in questa notte davanti a quel Bambino che viene. Dio non è di passaggio, Dio non viene ad aggiustare i conti, la sua è una visita per stare con noi, per farci suo popolo. “Verrà per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei peccati”, “per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e dirigere i nostri passi sulla via della pace”. Un Bambino, il nostro Re, un bambino che non è venuto a prendere nulla di nostro, un Bambino che non è ingombrante, che promette di liberarci dai nostri nemici, quelli più terribili: il peccato e l’egoismo che ci divorano; che viene a darci il suo stesso Spirito per illuminarci la strada, che viene a dare compimento alla legge antica riportandola al cuore dell’osservanza, l’Amore che supera le norme, che viene a parlarci dei valori di pace che sono già informi nel cuore di ogni uomo. Davanti ad un Bambino non si fanno ragionamenti filosofici, non si parla a Lui con parole difficili, si può solo comunicare con gli occhi, col cuore, con la gioia e la lode. Quanto sarebbe bello se questa notte tacessero le parole ma i nostri occhi, a volte stanchi di contemplare il male, potessero ancora posarsi negli occhi limpidi e innocenti del Bambino, se le nostre mani a volte dure diventassero soffici per poter dare una leggera carezza di ringraziamento, se il nostro cuore, non diventato ‘buonista’ per l’occasione, ma intenerito e pieno di amore lo riversasse davvero per i fratelli: Egli è nato per tutti.

 

 

LUNEDI’ 25 DICEMBRE: NATALE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi:Santa Anastasia, vergine; Santa Eugenia, martire; San Pietro Nolasco.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO SI E' FATTO COME NOI PER FARCI COME LUI.

 

HANNO DETTO: Il migliore fra gli uomini è colui che arrossisce quando lo lodi e rimane in silenzio quando lo diffami. (Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Dall’avidità viene la pena, dall’avidità viene la paura. Se uno ne è liberato, non ha né pena né paura. (Pensiero Buddista)

UN ANEDDOTO: Alla grotta di Betlemme arrivarono anche due asinelli. Erano stanchi e macilenti. Le loro groppe erano spelacchiate e piagate dai pesanti sacchi che il mugnaio loro padrone caricava quotidianamente e dai colpi di bastone che non risparmiava. Avevano sentito i pastori parlare del Re dei Re venuto dal cielo ed erano accorsi anche loro. Rimasero un attimo a contemplare il Bambino. Lo adorarono e pregarono come tutti. All'uscita li attendeva lo spietato mugnaio. I due asinelli ripartirono a testa bassa, con il pesante basto sulla groppa. «Non serve a niente» disse uno. «Ho pregato il Messia che mi togliesse il peso e non l'ha fatto». «Io invece» ribatté l'altro, che trotterellava con un certo vigore «gli ho chiesto di darmi la forza di portarlo». (da piccole storie dell’anima)

PAROLA DI DIO: Messa del giorno: Is 52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18

 

Vangelo  Gv 1,1-18 (forma breve Gv 1,1-5.9-14)

Dal vangelo secondo Giovanni

(In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.)
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
(Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.) Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Parola del Signore

 

“VENNE TRA I SUOI E I SUOI NON L'HANNO ACCOLTO”.

Gesù nasce a Betlemme. Colui che si donerà a noi ogni giorno sotto forma di pane, nasce proprio nella "Casa del Pane". Gesù viene rifiutato dalla città e nasce fuori dalle mura. Come sarà rifiutato dalla città e morirà fuori dalle mura di Gerusalemme. Gesù nasce in una grotta. Come sarà posto, dopo la croce, in una grotta. Gesù viene posto in una mangiatoia, luogo in cui si pone il cibo. Come si farà per noi cibo per la nostra vita eterna. Gesù viene avvolto in fasce. Come verrà avvolto in fasce una volta deposto dalla Croce. Ma è Natale o è già Pasqua?

 

 

MARTEDI’ 26 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano, martire; San Zosimo, papa; S. Evaristo di Costantinopoli.

Una scheggia di preghiera:

 

COME TU, DIO, TI SEI FATTO UOMO, FA CHE IO DIVENTI UN ALTRO CRISTO.

 

HANNO DETTO: Pregare vuol dire pensare a Dio amandolo. (Charles de Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: Il poco è tanto per chi ha poco. (Prov. delle Marche)

UN ANEDDOTO: Qual è, maestro, la miglior istruzione? - domandarono ad Antistene filosofo greco. Disimparare il male - rispose il filosofo cinico.

PAROLA DI DIO: At 6,8-10.12; 7,54-59; Sal 30; Mt 10,17-22

 

Vangelo  Mt 10,17-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato». Parola del Signore

 

“CHI AVRA' PERSEVERATO FINO ALLA FINE SARA’ SALVATO” .

Quando nei libri di storia si vuole indicare la vita di un personaggio, la si racchiude tra due date: quella di nascita e quella di morte. Lo stesso fa la Chiesa per indicare la vita dei suoi santi, solo che le due date, per il cristiano, sono entrambe date di nascita: una ricorda il dono di Dio della vita che si apre nel tempo della terra e l’altra è la nascita al cielo.

Ecco perché non stona celebrare oggi, il giorno seguente il Natale di Cristo, la memoria del primo martire cristiano: ieri ricordavamo Colui che è venuto a salvarci, oggi ricordiamo uno che ha accolto e testimoniato questa salvezza fino ad appropriarsi “violentemente” del Regno. Stefano, infatti, ha diversi modi per invitarci a concretizzare e non vanificare la venuta di Gesù. Egli era stato scelto dalla Chiesa nascente per servire (la parola diacono significa proprio questo) la comunità, vegliando a che la comunione dei cuori si esprima in equa distribuzione dei beni (e vi assicuro per esperienza che non è un compito facile nella comunità): nel Regno di Gesù l’unico grado che conta è quello del servizio. Stefano poi ci insegna che il cristiano è davvero colui che, rivestito cristo nel battesimo, lo imita, lo fa suo, diventa “un altro Cristo” sulla terra. Stefano ha talmente imitato Cristo che muore come Lui, dicendo le stesse parole di abbandono fiducioso e di perdono nei confronti dei propri carnefici. Mi chiedo se i pagani di oggi, osservando noi cristiani, ne abbiano davvero l’immagine di Cristo. Se ci vedono egoisti, attaccati ai soldi, bramosi di ogni piacere, compiacenti con il potere, di certo non diamo una bella immagine di Gesù. Stefano, ancora, mi indica che la testimonianza può avere addirittura il coraggio del martirio se affonda le sue radici nella costanza della coerenza. Un martire non lo si inventa in cinque minuti, in cinque minuti, al massimo, si fa un esaltato. Un martire lo si costruisce con una vita di coerenza. Un Padre Kolbe che, in un lager nazista, si offre per morire al posto di un padre di famiglia, non fa questo in un raptus di pazzia o di ‘buonismo’, lo fa perché in tutta la sua vita si è abituato a comportarsi come Cristo. Le centinaia di sacerdoti che da anni sono nelle carceri cinesi perché non abiurano riacquistando la libertà? Non lo fanno non perché sono testardi, ma perché coerenti con il Vangelo. Abbiamo visto, in campi diversi un Padre Pio, un Don Milani, un don Mazzolari, resistere per anni addirittura alla persecuzione e alle restrizioni della Chiesa ufficiale. Non hanno mollato, non se ne sono andati disgustati: erano abituati ad amare ed imitare Cristo e, con coerenza,  hanno continuato a farlo anche nei periodi difficili. Se si ha davvero Cristo nel cuore non si ha paura della prova (anche se non piace), ma in qualsiasi momento bello o brutto, chi emerge è sempre Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 27 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi:San Giovanni Apostolo ed Evangelista; Santa Fabiola di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, AMI CIASCUNO PERSONALMENTE.

 

HANNO DETTO: Coloro che accumulano pene e rancori, e s’immaginano di pregare, somigliano a persone che attingono acqua per versarla in una botte forata. (Evagrio Pontico)

SAGGEZZA POPOLARE: Se un uomo parla e agisce con un cattivo spirito, la sofferenza lo segue tanto da vicino che la ruota segue lo zoccolo del bue tirando il carro. (Pensiero Buddista)

UN ANEDDOTO: Eccolo qua, il pulcino é nato. Ha rotto il suo piccolo guscio e si é aperto all'immenso universo. Lo attende una vita piena di sorprese, di sole, di primavere; ma anche di inverni e di lacrime, di sconfitte e di abbandoni. Ma gli resterà sempre la certezza che il suo venire al mondo non é vano. Se Dio ti ha regalato un'esistenza ha la sue belle e buone ragioni.

PAROLA DI DIO: 1Gv 1,1-4; Sal 96; Gv 20,2-8

 

Vangelo  Gv 20,2-8

Dal vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Parola del Signore

 

“MARIA DI MAGDALA CORSE E ANDO’ DA SIMON PIETRO E DALL’ALTRO DISCEPOLO, QUELLO CHE GESU’ AMAVA”

A prima vista, anche oggi, un’altra stranezza della liturgia; ieri, subito dopo Natale, la festa e il ricordo del primo martire, oggi la memoria di un evangelista, Giovanni, domani il ricordo dei bambini uccisi da Erode: sembra una confusione di tempi e di personaggi non troppo adatta a farci vivere “lo spirito natalizio”. Invece mi sembra estremamente bello che, dopo aver celebrato la venuta di Gesù vediamo come il suo Regno si realizza in forme e modi tanto diversi: c’è chi muore martire cosciente e coerente per Gesù, chi lo testimonia sentendosi amato da Lui e scrivendo un Vangelo che cerca, attraverso la meditazione e la contemplazione, di entrare nel mistero di Dio e chi innocente, senza saperlo, dà la sua vita per Cristo. Ecco la Chiesa!

Quando Giovanni si autodefinisce “Colui che Gesù amava” non intende dire che Gesù abbia una graduatoria diversa nel voler bene, vuol semplicemente dire che lui, Giovanni, si sente amato da Gesù in pienezza, in tutte le sue caratteristiche. Senza togliere nulla dell’amore di Gesù per i peccatori, i poveri, gli altri apostoli, egli sente che l’amore di Gesù non è generico, è particolare per lui. Ed è proprio così anche per noi: Gesù che ama tutti indistintamente ha modi particolari di rivolgersi a ciascuno. Sulla terra siamo tutti amati da Dio, ma Dio ha un amore particolare per ciascuno. Gesù ci conosce intimamente, sa la nostra storia, le nostre difficoltà, le nostre capacità di amore, conosce il ‘timbro’ che ciascuno di noi dà alla propria esistenza e, se noi siamo attenti, cogliamo le sue attenzioni per noi espresse proprio secondo le nostre esigenze. E questo costituisce anche il tessuto variegato della Chiesa vera. Nella Chiesa non siamo un numero, non semplici pedine che servono alla costruzione di una grande macchina politico–religiosa, siamo prima di tutto persone amate personalmente da Dio, ricche ciascuna di doni particolari per l’utilità comune. E’ necessario che ci sia il ruolo della guida e il ruolo dell’animazione interiore. E’ necessario correre insieme, come ci vien detto nel Vangelo di oggi, anche se uno corre più forte dell’altro, ma è anche necessario sapersi aspettare. Anche tu hai dei doni particolari: è il modo di Gesù di parlarti, ed essi sono il modo con cui tu puoi rispondere a Lui. I doni che tu hai, però non sono per farti superiore agli altri, sono per il bene comune. Hai mai pensato a chiederti qual è la tua vocazione, cioè quali sono i modi specifici con cui Dio ti ama?

Se Dio ti ama così particolarmente, sai mettere a servizio degli altri ciò che Lui ti ha dato?

 

 

GIOVEDI’ 28 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi martiri innocenti; Sant’Antonio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

DALLA BOCCA DEI BAMBINI E DEI LATTANTI GIUNGE A TE LA LODE.

 

HANNO DETTO: Dio non toglie le tribolazioni dai Suoi servi, ma dona ad essi la pazienza nelle prove come ricompensa alla loro fede e al loro abbandonarsi a Lui. (Isacco di Ninive)

SAGGEZZA POPOLARE: Dio collochi l'acqua e il fuoco nei loro giusti luoghi. (proverbio delle Marche)

UN ANEDDOTO: I fratelli elogiarono un monaco davanti ad abbà Antonio e questi, quando lo ricevette in visita, lo mise alla prova per sapere se sopportava l'ingiuria. Accorgendosi che non la sopportava gli disse: “Tu somigli a una casa magnificamente decorata sulla facciata, mentre da dietro è stata saccheggiata dai ladri.”

PAROLA DI DIO: 1Gv 1,5–2,2; Sal 123; Mt 2,13-18

 

Vangelo  Mt 2,13-18 

Dal vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più». Parola del Signore

 

“PRENDI CON TE IL BAMBINO E SUA MADRE E FUGGI”.

Un racconto semplice, appena abbozzato quello della fuga in Egitto e della strage degli innocenti. Ma la nostra fantasia ne è provocata, il Bambino si lascia portare, ma la Madre vive fino in fondo il pericolo mortale che lo minaccia. Per il momento il Bambino si salverà ma quale dolore per Maria il sapere che altre mamme come lei piangono la morte dei loro figli. Qui, S. Matteo guarda al futuro della Chiesa: Cristo sarà portato al mondo intero!

Ma quanto sacrificio, quanto dolore costerà la diffusione del Vangelo che porterà in tutto il mondo Gesù; quanti missionari osteggiati, scacciati, in fuga sotto la minaccia orgogliosa del potere terreno. Quasi un anticipo profetico, Maria vive già ora tutto questo travaglio. Lei porta Gesù al mondo ma proprio per questo Lei, per prima, dovrà condividere coraggiosamente le difficoltà e le prove di tutti i messaggeri di Gesù. O Maria, sempre vicina a Gesù respinto: prega tuo Figlio perché non venga mai meno il coraggio dei suoi testimoni.

 

 

VENERDI’ 29 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso Becket; San Davide, re; San Vitale, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

GUARDA SIGNORE QUESTA OFFERTA: TUTTO CIO' CHE ABBIAMO LO DONIAMO A TE.

 

HANNO DETTO: Evita la collera quanto puoi, non giudicare nessuno e specialmente quelli che ti mettono alla prova. Pensandoci bene, capirai che sono loro che ti conducono alla maturità. (S. Barsanufio)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli insensati sono come le increspature sull’acqua, presto scompaiono; i saggi sono come le incisioni sulla pietra: il loro più piccolo gesto è incancellabile. (Detti dei Lama)

UN ANEDDOTO: Guardavo su un atlante le bandiere degli stati. Non ne basterebbe una sola con scritto sopra "UMANITA'"?. Cosa vuol dire se tu hai la pelle nera ed io bianca, se tu parli inglese ed io indu', se tu credi in Allah ed io nel Grande Spirito? Siamo sempre tutti e solo Figli di Dio.

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,3-11; Sal 95; Lc 2,22-35

 

Vangelo   Lc 2, 22-35

Dal vangelo secondo Luca

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». Parola del Signore

 

“MARIA E GIUSEPPE PORTARONO IL BAMBINO AL TEMPIO PER OFFRIRLO AL SIGNORE” .

Se avete la bella  abitudine della recita del rosario, chissà quante volte vi siete fermati a meditare questo mistero della presentazione al tempio di Gesù. E’ il mistero dell’obbedienza, della semplicità e del dono. Gesù si inserisce nella storia concreta del suo popolo facendosi “in tutto simile a noi”, ma Gesù è anche il dono totale di Dio allora per noi non offre delle cose, offre se stesso e l’offerta iniziata quel giorno nel Tempio è continuata da Lui sulla Croce e continua ogni giorno quando un sacerdote eleva il pane Eucaristico e il calice con il sangue di Gesù dicendo: “Per Cristo, con Cristo e in Cristo…” Mi fermo volentieri a guardare la scena di quella famiglia: una famiglia religiosa, osservante e povera. Gesù non aveva bisogno di essere presentato al Signore: è Lui il Signore. Maria non aveva bisogno di purificarsi:  è l’immacolata. Eppure eccoli in fila al Tempio per adempiere la legge del Signore. Il fatto di avere con loro “il Dio-con-noi” non li ha insuperbiti. E per di più loro che hanno “il Creatore di tutte le cose”, sono poveri. La legge ebraica, infatti, prevedeva di offrire un agnellino ma “se la madre non può procurarsi la somma necessaria per un agnello offra due tortore o due piccioni”. Maria non ha potuto far di meglio. Semplicità e fede. Ci fossero questi due pilastri alla base delle nostre famiglie! La semplicità ci eviterebbe tante complicazioni e la fede ci permetterebbe di crescere come vuole Dio.

 

 

SABATO 30 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi:San Giocondo, vescovo di Aosta; San Ruggero, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA VENUTA, GESU', RINGIOVANISCA I NOSTRI CUORI.

 

HANNO DETTO: Farà muovere il mondo colui per cui il piccolo “io” è morto, e Dio vive al suo posto. (Vivekananda)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi si mette in vista, rimane ignorato; chi s’impone perde ogni influenza. Chi si vanta rimane senza stima, chi è orgoglioso cessa di crescere. (Saggezza Cinese)

UN ANEDDOTO: «La difesa della roccaforte di Quero era stata affidata a messer Girolamo Emiliani, nobile veneziano. Ai suoi ordini erano 300 fanti. Fu assediato dalle numerose truppe imperiali, ma non si volle arrendere. Dopo molte battaglie, il castello fu espugnato e tutti i difensori furono tagliati a pezzi. Il comandante fu invece incatenato, rinchiuso in una segreta della torre e costretto a vivere a pane ed acqua. Trovandosi nella più grande tristezza, nella più amara desolazione per il trattamento e le torture che gli venivano inflitte, avendo sentito parlare della Madonna Grande di Treviso, le si raccomanda con la più profonda umiltà. Fa la promessa di visitare scalzo questo suo miracoloso santuario e in tenuta di carcerato e di far celebrare sante Messe. Fu allora che gli apparve una Signora splendente di luce. Aveva in mano delle chiavi. Gli dice: — Prendi queste chiavi, apri le catene e la torre. Sei libero! Uscito, messer Girolamo Emiliani, dovendo attraversare l’accampamento nemico, di nuovo si raccomanda alla Madonna: — Madre delle Grazie, aiutami ad uscire illeso anche da questo pericolo. Ancora una volta la Madonna lo prese per mano e, attraverso l’esercito nemico, lo condusse fino alle mura di Treviso, fino alla libertà. Poi scomparve». Non terminò qui l’opera di Maria verso il suo devoto. Dopo avergli dato la liberazione dalla prigionia, condusse Girolamo Emiliani alla libertà molto più importante e profonda dei figli di Dio, lo condusse per le difficili vie di un’eroica carità, fino alla santità. Oggi la Chiesa venera s. Girolamo Emiliani, padre e patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata, fondatore dei Padri Somaschi.

PAROLA DI DIO: 1Gv 2,12-17; Sal 95; Lc 2,36-40

 

Vangelo   Lc 2, 36-40

Dal vangelo secondo Luca

Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore

 

“C’ERA ANCHE UNA PROFETESSA, ANNA. ERA MOLTO AVANZATA IN ETA’. E SI MISE ANCHE LEI A LODARE DIO E PARLAVA DEL BAMBINO A QUANTI ASPETTAVANO LA REDENZIONE DI GERUSALEMME” .

Ripensando ancora alla presentazione al Tempio, fermiamo oggi la nostra attenzione su un particolare della scena.

Nel contesto grandioso del Tempio c’è una giovane mamma con un piccolo bambino e due vecchi, Simeone e Anna (qualcuno dice che i vecchi sono tre pensando a Giuseppe: cosa del tutto infondata!).

Qualcuno spiega questa scena dicendo che Luca voleva significare l’incontro tra il Vecchio e il Nuovo, tra l’Antico Testamento e la novità di Gesù, può essere anche vero  e probabilmente la lunga barba bianca a Simeone e il viso incartapecorito ad Anna possono anche starci bene.

A me, però, l’intera scena e tutti i personaggi, danno un senso e un’idea di giovinezza. Questi due anziani hanno tutti i segni dell’età ma dentro sono giovani.

Sono lì al tempio per la loro fede e per la speranza. “Attendevano la manifestazione del Signore”.

Quand’è che uno è vecchio?

Quando non aspetta più nulla, quando non si aspetta più nulla dagli altri, quando ha perso speranza, quando si guarda solo più al passato con nostalgia, quando non si hanno più sogni.

Questi due vecchi sono giovani perché hanno continuato ad attendere, a sognare, a sperare, perché non si sono lasciati rovinare e invecchiare dalle abitudini e ‘dai luoghi comuni’, perché non si sono lasciati mettere nell’angolo da giovani chiacchieroni pieni di sé ma già vecchi perché senza una speranza nel domani, perché gli anni a volte monotoni non hanno inaridito il loro cuore. Ed eccoli lì nel tempio per quell’incontro atteso e preparato con una vita. E allora sono giovani Anna, Simeone, Giuseppe, Maria e il Bambino. Sono i primi bambini che entrano nel Regno dei cieli perché esso è fatto per loro. Quante volte nella vita sarà successo anche a voi di incontrare giovani vecchi e vecchi giovani, giovani cascanti, delusi, pronti a lasciarsi menare ovunque da una moda, giovani che non sanno gioire, che magari hanno tutto (troppo) e non lo apprezzano. A vedere certi giovani così mi pare di essere nel corridoio di una casa di riposo, o peggio ancora nella sala mortuaria di un ospedale. Poi, scena ancora più patetica, capita di imbattersi in uomini e donne di mezza età o anziani che invece vogliono apparire giovani solo perché imitano con gran pena e fiato grosso il mondo dei giovani (pensate a certe maschere di trucco di certe vecchie o ai gridolini, stile sedicenni, di certe ‘nonne’ che a malapena stanno in piedi ma che “si innamorano ancora con la stessa intensità della prima volta”: chissà che stragi hanno fatto durante tutta la loro vita!) E poi, grazie al cielo ho trovato dei vecchi giovani sul serio, perché giovani dentro, consapevoli degli anni, degli acciacchi, delle possibilità ridotte, ma con gli occhi ancora sognanti, persone che, senza eccedere, sanno curare se stessi, aperti a molti rapporti, non immusoniti, gente che non si racconta continuamente, che non dice ad ogni piè sospinto: “Ai miei tempi!”, uomini e donne che sanno di poter ricevere e dare ancora molto, persone piene di interessi, amanti della poesia, del bello, innamorati della vita, capaci di vedere sia i colori della primavera come quelli meravigliosi dell’autunno, anziani ancora capaci di aspettare Dio non come l’esattore della vita ma come il compagno ritrovato per l’eternità.

 

 

DOMENICA 31 DICEMBRE: SANTA FAMIGLIA ANNO B

Tra i santi ricordati oggi:San Silvestro, papa; Santa Melania; San Giovanni Francesco Regis.

Una scheggia di preghiera:

 

CI HA DONATO UN ANNO DI GRAZIE, SIGNORE; E NOI TI DICIAMO GRAZIE.

 

HANNO DETTO: Dio ha dotato lo spirito di ali per farlo volare nel vasto firmamento d’Amore e Libertà. Come è indegno troncare con le mani quelle ali e lasciar che lo spirito soffra strisciando sulla terra come un verme! (Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi gioca al lotto sperando di vincere, esce dagli stracci per entrare nei cenci. (Prov. delle Marche)

UN ANEDDOTO: "Chi comanda a casa tua, Papà o Mamma?". "Nessuno, perché ci vogliamo bene".

PAROLA DI DIO: Gen 15,1-6; 21,1-3 Sal 104; Eb 11,8.11-12.17-19; Lc 2,22-40

 

Vangelo  Lc 2,22-40  (forma breve Lc 2,22.39-40)

Dal vangelo secondo Luca

(Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino (Gesù) a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.) Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. (Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.)

 

“IL BAMBINO CRESCEVA E SI FORTIFICAVA, PIENO DI SAPIENZA, E LA GRAZIA DI DIO ERA SOPRA DI LUI”.

Il Vangelo certo non indulge a particolari circa 30 anni di vita di Gesù. Questo versetto raccoglie la crescita e tutta la prima parte della vita di Gesù. A noi, abituati alla menagerialità, sembra uno spreco di tempo. L’atteso da secoli, passa la maggioranza del tempo, a fare “cose inutili” come giocare, andare a scuola, imparare a fare il falegname. Eppure se Dio ha scelto questa strada per manifestarsi, un motivo ci sarà. Non vorrà Gesù dirci che è proprio il silenzio, la ripetitività delle giornate, il nostro lavoro quotidiano, la vita di famiglia, il luogo privilegiato della salvezza?

E noi che oggi concludiamo un altro anno che la Grazia di Dio ci ha donato, un anno fatto di giornate, di ore, di minuti, forse ripetitivi, certamente con gioie e sofferenze, tempo che non è più nostro, siamo cresciuti?

Ci siamo lasciati invadere dai doni di Dio, abbiamo cercato di corrispondervi?

Nonostante gli anni siamo ancora alla ricerca dello straordinario, dell'eclatante, della occasione per dimostrare a Dio quanto siamo bravi o cerchiamo di usare il piccolo, il banale, il solito, perché l'amore di Dio possa crescere in noi?

     
     

 

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