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SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

OTTOBRE  2017

 

DOMENICA 1 OTTOBRE: 26^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù Bambino; San Remigio.

Una scheggia di preghiera:

 

SULLA TUA PAROLA, SIGNORE, MI FIDO.

 

HANNO DETTO: Bisogna desiderare di fare grandi cose per servizio di Dio e non contentarsi di una bontà mediocre. (S. Filippo Neri)

SAGGEZZA POPOLARE: Nel bene e nel male, si riceve sempre ciò che si dà: ciò che ci accade non sono buona o cattiva sorte, bensì lo specchio delle nostre azioni.

UN ANEDDOTO: Racconta San Giovanni della Croce: Poco importa che un uccello sia legato ad un filo sottile invece che ad uno grosso, perché, per quanto sia sottile, rimarrà legato come al grosso, fin tanto che non lo romperà per volare. La verità è che quello sottile è più facile da rompere; però, per facile che sia, se non lo rompe, non volerà.

PAROLA DI DIO: Ez 18,25-28; Sal 24 (25); Fil 2,1-11; Mt 21,28-32

 

Vangelo  Mt 21, 28-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. E' venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli». Parola del Signore

 

"IL PADRE GLI DISSE: FIGLIO VA' OGGI A LAVORARE NELLA MIA VIGNA. ED EGLI RISPOSE: NON NE HO VOGLIA. MA POI PENTITOSI CI ANDO'".

In certi momenti di entusiasmo è facile seguire Gesù, anzi, tante volte vorresti addirittura fare di più di quello che Lui ti chiede. Ma poi sopraggiungono momenti di buio, o anche solo di "stanca". Lavorare sempre nella stessa vigna, non vedere subito dei risultati ci fa perdere l'entusiasmo. Signore, capisco che dovrei fare così, ma non ne ho voglia. Potrei andare a trovare quel malato, potrei dedicare più tempo alla preghiera ma ho altro da fare di più interessante. E poi andare nella tua vigna significa "perdonare settanta volte sette", "prendere la tua croce , "porgere l'altra guancia”. Signore non ne ho voglia!

Non spaventiamoci dei nostri "no" istintivi. Fuggire il difficile, la prova è naturale! Ma entriamo invece in noi stessi: "Signore, non ne ho voglia, ma questa mattina ti ho detto: sia fatta la tua volontà! Non ne ho voglia ma tu senza averne voglia hai accettato di morire in croce per me! Non ne ho voglia ma voglio imparare ad amare sul serio!".

Entrando in noi stessi scopriremo che l'ospite scomodo e scomodante è il Padre che ci fa eredi della vigna in cui ci manda a lavorare e scopriremo anche che il Signore non cerca pseudo giusti, ma peccatori pentiti davvero!

 

 

LUNEDI’ 2 OTTOBRE: Santi Angeli custodi.

Tra i santi ricordati oggi: San Teofilo; San Gerino.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER COLORO CHE MI SONO ANGELI.

 

HANNO DETTO: "Il Sacerdote per natura è come tutti gli altri uomini, per dignità è superiore a qualsiasi altro uomo della terra, per condotta deve essere emulo degli Angeli". (S.Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Bella testa è spesso senza cervello.

UN ANEDDOTO: Fabio, geometra, sposato e con due bambine, aveva perso il lavoro e non sapeva come tirare avanti. I parenti io aiutavano, ma l’affitto, i vestiti, il gas. I cristiani della sua comunità si tassarono, ogni mese, finché lui non riuscì a trovare lavoro. Nei raccontarmi tutto questo, Fabio non aveva vergogna, ma anzi, ne era fiero. “Se hai un problema, ti vergogni di dirlo a tuo fratello? E ti vergogni se tuo fratello ti aiuta? Non mi sento un mendicante, ma un uomo amato, che ha una grande famiglia: i cristiani.”

PAROLA DI DIO: Es 23,20-23a; Sal 90 (91); Mt 18,1-5.10

 

Vangelo  Mt 18, 1-5.10

Dal vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore

 

“GUARDATEDI NON DISPREZZARE UNO SOLO DI QUESTI PICCOLI PERCHE' VI DICO CHE I LORO ANGELI NEL CIELO VEDONO SEMPRE LA FACCIA DEL PADRE MIO CHE E' NEI CIELI”.

Ogni uomo è importante davanti a Dio. Lui non guarda le apparenze, i successi, i piccoli poteri umani, Lui guarda a suo figlio. Il pensare oggi al fatto che non solo abbiamo un'anima immortale ma abbiamo anche un angelo che Dio ha messo al nostro fianco per aiutarci nel cammino e per indicarci la meta, ci dice la bontà del Padre, il suo amore vigilante e la speranza di poter anche noi arrivare a vedere il volto di Dio. Ma oggi, pensando agli angeli custodi, mi viene in mente che Dio nella sua bontà ha scelto anche me per essere “angelo”, cioè annunciatore di Lui agli altri. Posso essere angelo con la preghiera, con la parola, con la carità, con la pazienza, con la testimonianza, con la condivisione.

 

 

MARTEDI’ 3 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gerardo; Sant’Adalgotto.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, GUARDA LA NOSTRA DEBOLEZZA, E SOSTIENICI.

 

HANNO DETTO: "Un prete o in paradiso o in inferno non va mai solo: vanno sempre con lui un gran numero di anime, o salvate col suo santo ministero o col suo buon esempio, o perdute con la sua negligenza nell'adempimento dei propri doveri e col suo cattivo esempio". (San Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: Casa di terra, caval d'erba, amico di bocca, non valgono il piede d'una mosca. (prov. Toscano)

UN ANEDDOTO: Nella vita di S. Ambrogio, si legge che un giorno, appena celebrata la S. Messa, il Santo fu avvicinato da una donna paralitica che volle baciargli le mani. La poveretta riponeva grande fede in quelle mani che avevano consacrato l'Eucaristia: e fu guarita all'istante. Lo stesso, a Benevento, una donna paralitica da quindici anni, chiese al Papa Leone IX di poter bere l'acqua da lui adoperata durante la S. Messa per l'abluzione delle dita. Il Santo Papa accontentò l'inferma in questa richiesta umile come quella della Cananea che chiese a Gesù "le briciole che cadono dalla mensa dei padroni" (Mt 15, 27). E fu subito guarita anche lei.

PAROLA DI DIO: Zc 8,20-23; Sal 86 (87); Lc 9,51-56

 

Vangelo   Lc 9, 51-56

Dal vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Parola del Signore

 

“GESÙ PRESE LA FERMA DECISIONE DI METTERSI IN CAMMINO VERSO GERUSALEMME”.

Gesù è un uomo deciso. Le sue scelte sono la volontà di Dio e l’amore per gli uomini. Sa che questo gli costerà caro ma lo accetta con decisione. Noi, troppo spesso, ci lasciamo paralizzare dall’incertezza, dal timore di comprometterci, di rischiare, dalla paura... di aver coraggio.

Magari abbiamo la velleità di certe scelte, compiamo qualche tentativo, ci buttiamo ma con il salvagente.

Gesù ama le persone decise, non quelle fanatiche, intransigenti ma coloro che sono pronti a rischiare, a rompere con il passato, a giocare la propria vita per Lui. Non ci offre garanzie di beni, di successo, ci offre unicamente la sua persona.

 

 

MERCOLEDI’ 4 OTTOBRE: SAN FRANCESCO D’ASSISI PATRONO D’ITALIA

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco d’Assisi patrono d’Italia; San Petronio.

Una scheggia di preghiera:

 

OVUNQUE IL GUARDO GIRO, IMMENSO IO TI VEDO.

 

HANNO DETTO: "Si dà un gran valore agli oggetti che sono stati deposti, a Loreto, nella scodella della Vergine Santa e del Bambino Gesù. Ma le dita del Sacerdote, che hanno toccato la Carne adorabile di Gesù Cristo, che si sono affondate nel calice, dove è stato il suo Sangue, nella pisside dove è stato il suo Corpo, non sono forse più preziose?". (S. Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi molto promette, poco dà. (prov. Tedesco)

UN ANEDDOTO: Sappiamo che S. Francesco d'Assisi non volle diventare Sacerdote perché si riteneva troppo indegno di così eccelsa vocazione. Venerava i Sacerdoti con tale devozione da considerarli suoi "Signori", poiché in essi vedeva solamente "il Figlio di Dio"; in particolare venerava le mani dei Sacerdoti, che egli baciava sempre in ginocchio con grande devozione; e anzi baciava anche i piedi e le stesse orme dove era passato un Sacerdote.

PAROLA DI DIO: Gal 6,14-18; Sal 15 (16); Mt 11,25-30

 

Vangelo  Mt 11,25-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

“TI RENDO LODE, PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI”.

Francesco si è lasciato prendere da Gesù, si è talmente identificato a Lui da incarnarlo completamente per il suo tempo e da riportarne addirittura visivamente e realmente nel suo corpo i segni della passione. Noi non siamo chiamati ad imitare Francesco copiandone la sua santità. Lui aveva doni e limiti suoi propri. Ma Francesco ci dice che noi, con i nostri  limiti e con i nostri doni, possiamo  concretizzare per noi e per gli altri la presenza di Gesù. Francesco ha preso sul serio il Vangelo e anche a noi questa parola è data non per essere solo letta o ammirata, ma perché accolta trasformi la vita. Francesco trovava forza e conforto nei sacramenti e noi abbiamo questi doni. Francesco amava la semplicità, la natura e, se vogliamo, anche noi natura e semplicità parlano di Dio. Tutto è a nostra disposizione affinché possa realizzarsi per noi il progetto di Dio. Per riprendere una frase di don Bosco: “La stoffa c’è, il sarto è disponibile, sta a noi accettare di confezionare e indossare un buon vestito”.

 

 

GIOVEDI’ 5 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gallo d’Aosta; Santa Giustina; Santa Maria Faustina Kowalska.

Una scheggia di preghiera:

 

 IL REGNO DI DIO E' IN MEZZO A NOI!

 

HANNO DETTO: La scoperta del silenzio interiore è pace, equilibrio ritrovato. (Marc de Smedt)

SAGGEZZA POPOLARE: Non sprecare, non sarai bisognoso. (prov. Inglese)

UN ANEDDOTO: Nel 1863 vennero a visitare Don Bosco due signori Inglesi, uno dei quali era ministro della regina Vittoria. Entrando nella sala dove più di duecento giovani stavano studiando in perfetto silenzio, i due signori si meravigliarono e chiesero a Don Bosco il segreto di quel magnifico comportamento. Don Bosco rispose che il segreto era non nei castighi o nella disciplina, ma nella confessione e nella comunione frequente. «Peccato, rispose il ministro inglese, che noi non abbiamo questi strumenti». E Don Bosco aggiunse: «Se non si usano i sacramenti, allora bisogna usare la forza». «E' vero, concluse il ministro, o religione o bastone; lo dirò a Londra».

PAROLA DI DIO: Ne 8,1-4a.5-6.7b; Sal 18 (19); Lc 10,1-12

 

Vangelo   Lc 10, 1-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città». parola del Signore

 

"IL SIGNORE DESIGNO' SETTANTADUE DISCEPOLI E LI INVIO' ".

Il brano che leggiamo oggi con l'invio dei settantadue discepoli è esclusivo del Vangelo di Luca. Proviamo a ripercorrerlo schematicamente:

Il buon annuncio o la missione è per tutti i popoli della terra, nessuno escluso. Infatti, il numero di settantadue discepoli inviati corrisponde al numero di tutti i popoli della terra, secondo la credenza ebraica.

E' tutta la comunità che diventa missionaria e testimone: l'andare a due a due è infatti comprovare a vicenda ciò che si fa e si dice.

La debolezza e la mitezza sono caratteristiche della missione. San Giovanni Crisostomo, riferendosi alle parole di Gesù che ci manda come agnelli in mezzo ai lupi, dice: "Finchè siamo agnelli, vinciamo. Se diventiamo lupi veniamo vinti perché ci manca allora l'aiuto del pastore, il quale pasce agnelli e non lupi".

E' una missione che deve solo appoggiarsi su Cristo e non su altro. I mezzi devono essere poveri. Non bisogna caricarsi di troppi fardelli ingombranti ritenendoli mezzi per la missione: appesantiscono e non aiutano.

E' una missione in cui non ci si deve perdere in chiacchiere inutili ("Non salutate nessuno per la strada"). Non bisogna perdersi in convenevoli, in cene e pranzi a casa dei maggiorenti, in riunioni fiume per stendere strategie pastorali: si annuncia Cristo e il suo Regno e basta.

Il successo non è automaticamente assicurato, anzi in certi casi bisogna fare attenzione a non lasciarsi contaminare (scuotere la polvere).

Il contenuto della missione è sempre un annuncio di pace e di gioia perché Gesù è la pace e la gioia.

E tutto questo non è un menù per preti o suore missionarie, ma per ogni cristiano.

 

 

VENERDI’ 6 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Bruno; Santa Alberta.

Una scheggia di preghiera:

 

 BENEDETTO GESU', VERO UOMO E VERO DIO.

 

HANNO DETTO: Si possiede un gran tesoro quando si è capaci di gioire, e sentirsi in pace. (G. B. Shaw)

SAGGEZZA POPOLARE:  Chi fa le pentole mette il manico dove vuole. (prov. Catanzarese)

UN ANEDDOTO: San Girolamo narra che ad Efeso i cristiani portavano spesso il vecchio San Giovanni Evangelista, che non poteva andare da solo, alle riunioni dei discepoli, e che diceva loro costantemente "Figlioli, amatevi gli uni gli altri". Di fronte a tanta insistenza, gli domandarono perché diceva sempre lo stesso, e San Giovanni rispose: "Perché il Maestro lo faceva. È il comandamento del Signore, e se si compie, esso solo basta".

PAROLA DI DIO: Bar 1,15-22; Sal 78 (79); Lc 10,13-16

 

Vangelo   Lc 10, 13-16

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato». Parola del Signore

 

“CHI ASCOLTA VOI, ASCOLTA ME, CHI DISPREZZA VOI, DISPREZZA ME, E CHI DISPREZZA ME DISPREZZA COLUI CHE MI HA MANDATO”.

Gesù, il Padre e lo Spirito Santo sono Uno, dove opera uno dei tre, opera Dio. La grande novità del Cristianesimo è proprio questa: Gesù non è solo un grand’uomo, un pensatore famoso come
tanti altri, un  uomo dotato di poteri taumaturgici, un legislatore... Gesù è Dio!

Anche oggi molti hanno ammirazione per ciò che Gesù ha detto e fatto, ci sono addirittura alcune sette che facendosi passare per cristiane citano continua­mente le parole di Gesù, ma vedono Gesù solo come un profeta. Gesù è Dio! E tutto cambia allora: le sue parole non sono solo indicazioni morali di un brav’uomo da sviscerare, discutere e applicare secondo i tempi, sono Parola di Dio! I sacramenti non so Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra no degli “optional” della religione, sono segni efficaci del suo amore per noi; Gesù non è morto solo per fedeltà alle sue idee in contrasto con un potere reli­gioso e politico, è morto per me, per la mia salvezza.

 

 

SABATO 7 OTTOBRE Beata Vergine del Santo Rosario

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Adalgiso.

Una scheggia di preghiera:

 

TI RENDO LODE, O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA.

 

HANNO DETTO: Per portar pace al mondo bisogna render pacifica la nostra stessa vita. (Jack Kornfield)

SAGGEZZA POPOLARE: L'uso fa la maestria. (prov. Inglese)

UN ANEDDOTO: Un giorno in una chiesa quasi deserta, un ragazzino di sette anni pregava tutto solo in un banco. A un certo punto si sposta e va vicino alla balaustra. Dopo un po' va sui gradini dell'altare, poi prende uno sgabello e sale sulla mensa. Una signora che stava in chiesa, lo richiama. "Vieni giù, che fai li? Scendi!". Il bambino, indicando Gesù nel Tabernacolo, con aria innocente risponde "Ma io gli voglio bene!". Quel bambino era il futuro San Pietro Chanel.

PAROLA DI DIO: At 1,12-14; Sal da Lc 1,46-55; Lc 1,26-38 / Bar 4,5-12.27-29; Sal 68 (69); Lc 10,17-24

 

Vangelo   Lc 10, 17-24

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore

 

“RALLEGRATEVI PIUTTOSTO CHE I VOSTRI NOMI SONO SCRITTI NEI CIELI”.

Quando i 72 discepoli tornano dalla missione a cui Gesù li aveva mandati, sono contenti. Fanno un bilancio, vedono che sono riusciti perfino a cacciare dei demoni, si sentono importanti. Gesù non sminuisce questo entusiasmo anzi la loro gioia diventa la sua e lo fa “esultare nello spirito”, ma mette le cose nel loro giusto posto. Il successo della missione non si misura dal numero delle conversioni o dei miracoli, ma dalla gioia proveniente dal fatto di aver operato nel nome di Dio, sicuri che la fedeltà di Dio che vede tutto gioisce con noi tenendoci adesso e per sempre vicini a sé. Noi calcoliamo le nostre riuscite o i nostri insuccessi dai risultati. Dio non conta i risultati così. Anche nella religione siamo portati a quantificare, quasi che la fede aumenti o diminuisca a seconda del numero dei  battesimi, della partecipazione alle messe, o peggio ancora dalle offerte raggranellate. Gesù ci insegna ad essere servi ma anche servi inutili che dopo che hanno fatto tutto quello che devono fare lasciano al Signore che faccia Lui. Noi siamo seminatori chiamati a buttare il seme a tempo opportuno e inopportuno, in terreno buono, sassoso o spinoso, ma chi fa crescere e raccoglie è Dio stesso. Qual è la nostra gioia?

Hai fatto e fai di tutto per aiutare il tuo fratello?

Operi per l’annuncio del Vangelo nella parrocchia?

Non guardare ai risultati ma pensa a quanto sei benedetto da Dio nel poter svolgere questi compiti e ricordati che davanti a Dio nulla va perso, neanche “un bicchier d’acqua dato per amore”.

 

 

DOMENICA 8 OTTOBRE: 27^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ugo Canefri; Santa Eusebia.

Una scheggia di preghiera:

 

I TUOI PROGETTI SU DI ME, O DIO, SON PROGETTI DI AMORE.

 

HANNO DETTO: Il coraggio è alzarsi ogni mattina sapendo che devi affrontare un mondo malvagio, e conservare un animo sereno per fare un po' di bene senza contare sulla riconoscenza di nessuno. (Alberoni)

SAGGEZZA POPOLARE: È meglio errar con molti ch'esser savio solo. (prov. Toscano)

UN ANEDDOTO: Scott Hahn, il famoso biblista e predicatore americano, passato dal protestantesimo alla Chiesa cattolica, da anni si dedica a predicare appassionatamente, con lunghi discorsi e con abbondanza di argomenti la Parola di Dio. Un giorno ha incontrato un signore che non conosceva, che gli ha detto: "Io tre anni fa ascoltai una sua conferenza sulla Lettera agli Ebrei e da allora mi sono convertito, sono un'altra persona". Allora Scott Hahn gli ha chiesto incuriosito: "Ah, e quale idea l'ha colpita così tanto da convertirla?" "È stato quando lei ha detto 'Ora passiamo al seguente capitolo'. Io allora ho capito che dovevo cambiare vita, che dovevo lasciare le cose che stavo facendo ed aprirmi alla grazia di Dio e mi sono andato a confessare...".

PAROLA DI DIO: Is 5,1-7; Sal 79 (80); Fil 4,6-9; Mt 21,33-43

 

Vangelo  Mt 21,33-43

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Parola del Signore

 

“C’ERA UN UOMO CHE PIANTO’ UNA VIGNA E LA CIRCONDO’ CON UNA SIEPE, VI SCAVO’ UN FRANTOIO, VI COSTRUI’ UNA TORRE, POI LA DIEDE IN AFFITTO A DEI CONTADINI”.

Normalmente noi intitoliamo la parabola di oggi così: “La parabola dei vignaioli omicidi”, e con questo sottolineiamo l’ingratitudine degli uomini davanti all’opera di Dio. Ma, se invece che dagli uomini partissimo da Dio, potremmo intitolarla: “Il sogno di Dio”, perché essa ci dà anche uno spaccato del cuore di Dio.

Dio ha creato tutto, ha curato tutto fin nei minimi particolari, ha piantato, innaffiato, curato, concimato, purificato, difeso la sua vigna, ma per chi? Per se stesso? Per dirsi quanto era bravo? Per farsi una scorpacciata d’uva o per ubriacarsi con il suo vino?

Dio ha curato la sua vigna per affidarla alla sua creatura. Sembra quasi di rileggere il racconto del libro della Genesi quando Dio fa sfilare gli animali davanti ad Adamo perché sia lui a dare loro un nome, o di vedere la pazienza con cui Dio è andato in cerca dei patriarchi per fare con loro un patto di amicizia e di donazione. Dio sogna. Dio persegue un progetto attraverso la storia. Non si tratta di un disegno preciso che Egli vuole eseguire nonostante l’opposizione degli uomini; è uno slancio che gli sgorga dal cuore, una proposta di gioia e di pace che Egli rivolge a favore della sua creatura. Dio sogna una alleanza tra sé e un  popolo al quale poter testimoniare tutta la sua bontà e la sua tenerezza e in cui i suoi doni potranno produrre frutti degni del donatore: questi uomini si ameranno come Lui li ha amati. E sembra quasi che Dio non voglia smetterla di sognare anche davanti ai reiterati ‘no’ dell’uomo, si spoglia di tutto davanti a loro, anche della sua vita purché gli uomini possano accogliere la sua salvezza. Se noi, leggendo questa parabola, partiamo dagli uomini non possiamo che essere disgustati, se partiamo da Dio non possiamo che riconoscere il suo amore immenso, continuo, quotidiano: noi siamo il sogno di Dio. Lui, nonostante le nostre ingratitudini continua a sognare, a progettare cose buone per noi, continua ad offrirci suo Figlio. Solo il nostro ‘no’ definitivo può precludergli di amarci. Se penso a questo ritrovo coraggio. Non mi perdo d’animo davanti a tutte le occasioni perdute, entro nel sogno di Dio in compagnia di Gesù e lascio che i suoi doni e la sua grazia portino anche in me qualche frutto d’amore.

 

 

LUNEDI’ 9 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Dionigi e compagni; San Giovanni Leonardi.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI OCCHI E CUORE PER VEDERE LE NECESSITA' DEGLI ALTRI.

 

HANNO DETTO: Più si fa buio attorno a noi e più dobbiamo aprire il cuore alla luce che viene dall'alto. (Edith Stein)

SAGGEZZA POPOLARE: Al medico e al confessore si deve dire la verità. (prov. Catanzarese)

UN ANEDDOTO: Un fratello venne dal padre Teodoro e cominciò a parlare e a trattare cose di cui non aveva ancora fatto esperienza. «Non hai ancora trovato la nave – gli dice l’anziano, non hai ancora caricato il tuo bagaglio, e sei già arrivato in quella città prima di essere partito? Compi prima l’opera e poi giungerai a ciò di cui ora parli»

PAROLA DI DIO: Gn 1,1-2,1.11; Sal da Gn 2,3-5.8; Lc 10,25-37

 

Vangelo   Lc 10, 25-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».  Parola del Signore

 

“UN SACERDOTE SCENDEVA PER QUELLA MEDESIMA STRADA E, QUANDO LO VIDE, PASSO' OLTRE”.

Chissà perché, nelle parabole di Gesù sono sempre sacerdoti, leviti, farisei, ricchi a fare figure meschine? Non è che Gesù non possa vedere queste categorie di persone, per altro importanti nel cammino religioso e sociale del suo popolo. Gesù parla di queste categorie di benpensanti, teologi, persone che contano perché sono le categorie  più a rischio di ipocrisia, di asservi­mento alla ricchezza e al potere. Sono ieri, come oggi, le persone che “sanno” che “possono”, quelle che rischiano di non incontrare più né Dio, né il i prossimo. Infatti il sacerdote e il levita pur di non perdere la possibilità  di realizzare il proprio programma religioso, attraversano la strada. Il loro itinerario spirituale non tollera ritardi. I doveri legali stanno al di sopra delle necessità del fratello, al di sopra del cuore, della compassione, della tenerezza. E’ la grande illusione di arrivare a Dio scavalcando il prossimo, di incontrare Dio senza incontrare il fratello.., e questa è anche una tentazione per ciascuno di noi.

 

 

MARTEDI’ 10 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Borgia; San Bassiano.

Una scheggia di preghiera:

 

RESTA CON NOI SIGNORE, ALLELUIA!

 

HANNO DETTO: Siamo tutti figli di Dio, perciò è importante condividere i suoi doni. (Santa Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: Dio si cura della vacca senza coda. (prov. Africano)

UN ANEDDOTO: Alla domanda “Chi è il catechista?” Giovanni Paolo I rispondeva: C'è un quadro del Murillo chiamato «I fanciulli della conchiglia». In uno sfondo tranquillo e sereno, mentre Angeli dall'alto guardano e sorridono, Gesù. Fanciullo dà a bere, in una conchiglia, al piccolo Giovanni Battista l'acqua attinta ad un limpidissimo ruscello che scorre ai piedi. Ecco la missione del catechista: sostituire Gesù e dare ai fanciulli, col catechismo, l'acqua della vita eterna.

PAROLA DI DIO: Gn 3,1-10; Sal 129 (130); Lc 10,38-42

 

Vangelo   Lc 10, 38-42

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Parola del Signore

 

“UNA DONNA DI NOME MARTA LO OSPITO' ”. Mi hanno detto che oggi Gesù ha chiesto di poter venire in casa mia, di essere mio ospite:

  1. Primo atteggiamento: Che onore! Che bello! Ma devo accoglierlo bene. La casa è da spazzare, approfittiamo dell’occasione per cambiare le tende, per buttar via quell’odioso tappeto spelacchiato… Bisogna offrirgli da mangiare.. chissà che cosa gradirà di più. Vorrei offrirgli quella mia specialità, solo che ci vuole tempo a prepararla. Devo andare a fare la spesa. Oh, se avessi un frigorifero più capiente… Devo ricordarmi di tirar fuori la tovaglia di lino e il servizio bello, quello del regalo di nozze della zia…

  2. Secondo atteggiamento: Che bello, viene Gesù: che cosa avrà da dirmi? Potrò stare con Lui, gioire della presenza di Dio in casa mia. Ho tante cose da dirgli anch’io, domande da fargli, ammirazione e ringraziamento da manifestargli, persone di cui parlargli.

Due atteggiamenti diversi. Tutti e due buoni. Uno rischia, per troppo amore, di dare solo cose, l’altro dà se stesso (anche se corre il rischio di camminare con i piedi per aria).

Attenzione: Oggi Gesù ha scelto di venire in casa tua. Viene mentre leggi queste righe, mentre farai la Comunione Eucaristica, viene con quel povero, con quel malato, con tua moglie, tuo marito, tuo padre… che cosa gli dai?

La Parola la accogli come una parola qualunque? La accogli con lo studio della Bibbia? La accogli come una Parola che Gesù rivolge oggi proprio a te?

L’Eucaristia è una preghiera? E’ un rito? Una presenza, uno spezzare il pane con Dio per imparare a spezzarlo con i fratelli, un fare memoria viva di Gesù e della sua passione, morte e risurrezione redentrice?

A Gesù che si presenta come tua moglie o tuo marito, a Gesù malato o povero che cosa dai? Ti accorgi che è Lui? Te la sbrighi dando delle cose? Dai il tuo tempo? Dai te stesso?

Attento!

Oggi Dio è ospite in casa tua!

 

 

MERCOLEDI’ 11 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Placida; Sant’Alessandro Sauli.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE.

 

HANNO DETTO: Una volta che comprendi quanto Dio sia innamorato di te, puoi vivere solo irradiando quell'amore. (Santa  Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non sa che cos'è  la vita, come saprà che cos'è la morte? (Motto Cinese)

UN ANEDDOTO: Ci fu già un pescatore cui piacevano molto le fragole; andato al fiume, mise sull'amo un bel fragolone, dicendo: — Piace a me, piacerà anche ai pesci! Viceversa, ai pesci non piacevano i fragoloni, ma i vermiccioli che, invece, il pescatore non voleva neppur toccare. E così avvenne che i pesci tirarono diritto e il pescatore restò a bocca asciutta.

PAROLA DI DIO: Gn 4,1-11; Sal 85 (86); Lc 11,1-4

 

Vangelo   Lc 11, 1-4

Dal vangelo secondo Luca

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Parola del Signore

 

“QUANDO PREGATE DITE: PADRE…”.

Quando una persona vuole diventare discepolo di un maestro, la prima cosa che fa è quella non tanto di sentire solo ciò che il maestro dice, ma di osservare come il maestro si comporta. Gli Apostoli sono ammirati davanti a Gesù, ascoltano il suo messaggio e cercano di capirlo, anche se per loro non è tanto facile, ma soprattutto osservano i suoi comportamenti, e non possono non rimanere stupiti davanti a questo Messia che dedica tanto tempo della sua vita a Dio; lo vedono alzarsi presto al mattino per ritirarsi in luoghi deserti a pregare, lo vedono nel tempio a meditare e annunciare la Parola della Bibbia, sentono che le sue parole ispirate hanno un retroterra profondo, che viene da lontano, ecco perché chiedono a Gesù di insegnare loro la preghiera: hanno capito che per Gesù tutto dipende da questo rapporto profondo con il Padre. Gli apostoli, però, pensano che per stabilire questo basti qualche formula. Gesù va oltre: insegna il Padre Nostro, ma nel Padre nostro ci dà soprattutto la chiave della preghiera. L’atteggiamento della preghiera deve essere quello del figlio nei confronti del Padre. Noi siamo creature, quindi piccoli, poveri, peccatori, ma siamo figli amati di Colui che non solo è Signore e Creatore e Giudice, ma soprattutto Padre Misericordioso, Padre che ama, Padre che desidera vederci crescere, che vuole farci scoprire la profondità del suo cuore. Sono convinto che se noi dedicassimo, prima di pregare, due minuti di orologio a renderci conto di essere figli che si rivolgono al Padre, non avremmo più tante distrazioni o problemi sul cosa dire nella preghiera.

 

 

GIOVEDI’ 12 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Serafino; Sant’Edisto.

Una scheggia di preghiera:

 

DI TE, SIGNORE, HA SETE L'ANIMA MIA.

 

HANNO DETTO: L'ira è una passione che mette in turbamento tutta l'anima e fa perdere la ragione. Dove entra l'ira toglie la pace: sia nelle famiglie che nelle comunità. (Annibale di Francia)

SAGGEZZA POPOLARE: Apprendere e non meditare è vano. Riflettere senza studio è pericoloso (Sapienza Cinese)

UN ANEDDOTO: Tre padri erano soliti andare ogni anno dal beato Antonio. I primi due lo consultavano sui loro pensieri e la salvezza dell'anima; ma il terzo stava completamente zitto, senza fare nessuna domanda. Dopo molto tempo, abba Antonio gli disse: “Vieni qui da tanto tempo, e non mi consulti mai!”. L'altro rispose: “Mi basta una sola cosa, padre, vederti.”

PAROLA DI DIO: Ml 3,13-20a; Sal 1; Lc 11,5-13

 

Vangelo   Lc 11, 5-13

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Parola del Signore

 

“CHIEDETE E VI SARÀ DATO”.

Gesù, dopo averci regalato la preghiera del Padre Nostro, invita ad una preghiera perseverante. Qualcuno dice che la preghiera non è necessaria, è inutile; qualcun altro dice di non aver tempo di pregare. Perché Gesù, invece, ci chiede di pregare incessantemente? Dio ha forse bisogno della nostra lode, delle nostre parole?

No!

Siamo noi che abbiamo bisogno di Lui e la preghiera ci aiuta a rendercelo presente, a scoprire la nostra indigenza e la sua Provvidenza. Il “chiedere” allora non è il semplice questuare grazie e aiuti ma è il riconoscere Dio attraverso la fede, l’incontrarlo, l’informare la nostra vita di Lui, il lodarlo per i suoi benefici, l’affidarci alla sua volontà. Quando esci da un vero momento di preghiera hai già ottenuto la cosa più importante: hai ottenuto Dio stesso.

 

 

VENERDI’ 13 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Edoardo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DA CHI ANDREMO? TU SOLO HAI PAROLE DI VITA ETERNA.

 

HANNO DETTO: Dire a qualcuno che lo si ama equivale a dirgli: “Io non esisto più: esisti tu solo in me”. (Gabriel Marcel)

SAGGEZZA POPOLARE: Sotto il grande sasso, dorme il grande pesce. (Prov. Italiano)

UN ANEDDOTO: Al tribunale di Jahvè cento angeli accusano un uomo:”Costui è veramente malvagio”. Solo un angelo si attesta in suo favore: “Ma ha compiuto un’opera buona!” Jahvè fa inclinare la bilancia in favore del peccatore e sentenzia: “Niente Gehenna!”

Ma non sapete quale è l’orario di Dio? Ecco come la pensavano gli “Abbas” del deserto: “Per tre ore al giorno Jahvè siede in tribunale a giudicare il mondo. Ma quando il male prevale sul bene, si alza dal trono della giustizia e, con un sospiro di sollievo, si siede per il resto della sua giornata sul trono della misericordia”.

PAROLA DI DIO: Gl 1,13-15;2,1-2; Sal 9; Lc 11,15,26

 

Vangelo   Lc 11, 15-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima». Parola del  Signore

 

“CHI NON E’ CON ME E’ CONTRO DI ME. CHI NON RACCOGLIE CON ME, DISPERDE”.

Questa frase del Vangelo a prima vista sembra non piacerci: Gesù sembra un integralista e, lo sappiamo anche dai fatti recenti, tutti gli integralismi e specialmente quelli religiosi,  sono fautori di grandi danni, come le lotte di religione o le ‘guerre sante’. Gesù non parla di integralismo ma vuole aiutarci a smetterla di essere maestri di compromesso, e noi lo siamo tutte le volte che diciamo: “Io voglio bene al Signore, sono religioso ma devo badare  agli affari miei”, “Perdonare?

Si, ma, per esempio, nella giungla del mondo del lavoro chi si fa pecora il lupo la mangia!”.

Ci diciamo cristiani ma viviamo secondo la mentalità di questo mondo e se volete un esempio eclatante provate a chiedervi come mai, nel mondo, i paesi ad ’origine cristiana’ sono quelli che mangiano di più e mangiano anche la parte di molti altri poveri che magari cristiani non lo sono. Per Gesù non c’è spazio al compromesso, non si può tenere il piede in tante staffe diverse. Lui non è per le mezze misure. Lui che è stato il ‘sì’ definitivo e totale a Dio e agli uomini fino alla morte di croce, ci dice chiaramente che “il vostro parlare sia sì, sì; no, no”, ci dice di lasciare il superfluo e qualche volta anche il necessario se davvero vogliamo andargli dietro. Quando uno non accetta la luce, cerca il buio, quindi chi non accetta il Cristo totalmente o non si mette sulla strada per accettarlo, va contro di Lui; smettiamo con l’assurdità di chi dice: “Io sono cristiano ma non praticante”: puoi avercela, magari anche con motivi giusti, con i preti o con certi atteggiamenti di Chiesa, ma questo non ti giustifica perché se stai con Cristo non puoi non vivere i suoi Sacramenti e i suoi insegnamenti perché se no, a forza di non praticare ti accorgi poi di aver anche perso il Cristo o di averne uno che ti sei costruito a misura delle tue necessità.

 

 

SABATO 14 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Callisto; San Gaudenzio.

Una scheggia di preghiera:

 

BEATO L'UOMO CHE SI LASCIA AMARE DA TE, DIO MISERICORDIOSO E AMANTE DELLA VITA.

 

HANNO DETTO: Lo Spirito santo non ci porta il fuoco e la luce: li trae da noi. Così il fuoco che si appicca alla candela non la lascia più fino a quando non sia interamente consumato. (Paul Claudel)

SAGGEZZA POPOLARE: Quel che non vuole quando può, non potrà quando vuole.

UN ANEDDOTO: Un giorno la terra si svegliò tutta ammantata di piante, di fiori, di frutti, giardini, campagne. Riconoscendosi arricchita di tanti doni e ornata di tanti colori, fu invasa da un'ondata di riconoscenza verso il sole, autore di tanto splendore e gli disse: Avvicinati, che ti do un bacio per esprimerti il mio grazie.  Il sole rispose: Ti voglio bene ed è per questo che devo stare alla distanza voluta e fissata dal Creatore. Se ti vengo vicino ti farei del male; ti brucerei". La comunione vitale, fra le creature, sta nel fare ciascuna la volontà di Dio, nel vivere la vocazione che Dio le ha dato.

PAROLA DI DIO: Gl 4,12-21; Sal 96 (97); Lc 11,27-28

 

Vangelo   Lc 11, 27-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».  Parola del Signore

 

"BEATO IL GREMBO CHE TI HA PORTATO E IL SENO CHE TI HA ALLATTATO".

"Fortunata sua madre che ha avuto un figlio prete" mi diceva una mamma che invece aveva un figlio in prigione e un altro diviso dalla moglie e con due nipoti sballottati tra padre, madre e istituti. E io pensavo: "Sarà più beata" la mamma di un prete o questa povera donna, davanti al Vangelo?".

Gesù ha risolto la questione: alla voce che dice "beato il grembo che ti ha generato", risponde dicendo che la beatitudine di sua madre che egli ha scelta, stima, ama, ascolta, può essere per tutti coloro che come Maria si fidano di Dio fino al punto di affidare a Lui, sulla sua parola, la vita affinché Egli ne faccia ciò che vuole e allora la "beatitudine" non è più dettata dalle cose esteriori, la ''fortuna” non e vincere o meno la schedina ma è aver capito a fondo il senso vero della vita, cioè Dio, e buttarsi nelle sue braccia.

 

 

DOMENICA 15 OTTOBRE: 28^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù;Santa Aurelia di Strasburgo

Una scheggia di preghiera:

 

ALLA TUA MENSA, SIGNORE, QUI E PER SEMPRE FESTA E ALLEGRIA.

 

HANNO DETTO: "Chi ha riso di vero cuore una volta in vita non può essere irrimediabilmente cattivo". (Thomas Carlyle).

SAGGEZZA POPOLARE: Le cose lunghe prendono vizio.

UN ANEDDOTO: Nella prima metà del XIX secolo, un gruppetto di giovani di famiglie benestanti di Carpineto, stavano recandosi verso il paese limitrofo, per potersi divertire a una sagra. Tutti erano di buona luna, perché giovani, allegri e spensierati. Per strada venne loro incontro una mendicante. “Abbiate compassione di me, o giovani, i miei tre bambini mi aspettano a casa, affamati e senza cibo”. Ognuno dei giovani le dette qualche spicciolo; uno di loro, però, le dette tutto il denaro che aveva con sé. Commossa da quella offerta generosissima, la povera donna si mise a piangere, dicendogli: “Dio ti benedica, figlio mio! Ogni giorno pregherò per te! Tu mi hai donato talmente tanto che io ci riuscirò a vivere per alcuni mesi. Iddio benedica ognuno dei tuoi passi! Potresti, ragazzo, diventare anche sacerdote e io pregherò proprio per questo scopo!” Questo giovane generoso si chiamava Gioacchino Pecci. Divenne veramente sacerdote e – più tardi – anche Papa. Assunse, da pontefice il nome di Leone XIII

PAROLA DI DIO: Is 25,6-10a; Sal 22 (23); Fil 4,12-14.19-20; Mt 22,1-14

 

Vangelo  Mt 22,1-14 [Forma breve Mt 22,1-10]

Dal vangelo secondo Matteo

[In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.] Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Parola del Signore

 

“AMICO, COME MAI SEI ENTRATO QUI SENZA ABITO NUZIALE?”.

L’individuo invitato alla festa di nozze che si presenta senza abito della festa deve aver frainteso il significato dell’invito. Ha creduto di dover partecipare ad un funerale, non ad un pranzo di nozze. Egli è il simbolo di quei cristiani che non arrivano a credere che il Regno è un banchetto nuziale. E si vestono e adottano una faccia come per una sepoltura. Proviamo a chiederci: il clima delle nostre assemblee liturgiche rivela che siamo seduti intorno alla mensa per festeggiare le nozze del Figlio, oppure che compiamo una mesta, pesante, noiosa cerimonia?Il nostro volto esprime la gioia dei risuscitati, degli invitati a celebrare la vittoria di Cristo sulla morte, oppure tradisce la cupezza, la sofferenza, la sfiducia, o, peggio, la noia?

 

 

LUNEDI’ 16 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Edvige; Santa Margherita Maria Alacoque.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI GESU', RAFFORZA LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO: La natura ha delle perfezioni per mostrare che è l'immagine di Dio, e dei difetti per mostrare che ne è soltanto l'immagine. (Pascal)

SAGGEZZA POPOLARE: La buona campana si sente da lontano (Le cose buone subito si avvertono) (prov. Napoletano)

UN ANEDDOTO: In un noto centro di spiritualità, un autorevole ecclesiastico si compiace con il monaco che segue gli ospiti: “Hanno tanto bisogno di pregare. Se pregano, siamo a posto!” “Eh no!”, risponde il monaco “Se pregano non siamo più a posto. Se pregano succede il finimondo. Con la preghiera tutto cambia, non c’è niente, non c’è più nessuno che stia al proprio posto. La preghiera è pericolosa, sovversiva. Cambia il mondo”.

PAROLA DI DIO: Rm 1,1-7; Sal 97 (98); Lc 11,29-32

 

Vangelo   Lc 11, 29-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».  Parola del Signore

 

“COME GIONA FU UN SEGNO PER QUELLI DI NINIVE, COSÌ ANCHE IL FIGLIO DELL’UOMO LO SARA' PER QUESTA GENERAZIONE”.

Giona era stato mandato a predicare la conversione agli abitanti di Ninive; questi lo hanno preso sul serio, si sono convertiti e si sono salvati. Gesù dice di avere da Dio lo stesso scopo di Giona: è la Parola di Dio che offre la possibilità della conversione. Dio non vuole convertire gli uomini per mezzo di segni meravigliosi, spezzando in tal modo tutte le resistenze umane, Dio sceglie di mettersi, attraverso Gesù, a servizio degli uomini. La fede non è questione di miracoli, è incontro con una Persona. ‘Se Dio facesse un gran miracolo, sotto gli occhi di tutti, chissà quanti crederebbero!".

Non è forse un miracolo il dono quotidiano della vita, il levarsi del sole, il funzionamento del nostro corpo...?

Eppure, nonostante tutte queste cose meravigliose, c’è chi crede e chi no!

Credere è incontrare Gesù, accogliere la sua salvezza, fidarsi di Lui e diventare a nostra volta umile segno affinché altri possano, anche attraverso noi, incontrare Lui.

 

 

MARTEDI’ 17 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Antiochia.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', I MIEI PECCATI SONO TUOI: PERDONALI!

 

HANNO DETTO: Certi pensieri sono delle preghiere. Ci sono momenti in cui, qualunque sia l'atteggiamento del corpo, l'anima è in ginocchio. (Victor Hugo)

SAGGEZZA POPOLARE: Dio ci ha fatti e Dio ci pensa. (Prov. Abruzzese)

UN ANEDDOTO: Richiamata a essere più rispettosa verso una inserviente, la figlia di Luigi XIV rispondeva: “Non sai che io sono figlia del re?”. Ma l’altra, l’inserviente, ragazza di fede, le diceva, facendola così riflettere: “E non sai che io sono figlia di Dio?”.

PAROLA DI DIO: Rm 1,16-25; Sal 18 (19); Lc 11,37-41

 

Vangelo   Lc 11, 37-41

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro». Parola del Signore

 

“PIUTTOSTO DATE IN ELEMOSINA QUEL CHE C’E’ DENTRO, ED ECCO PER VOI TUTTO SARA’ MONDO”.

Gesù invita il fariseo osservante, che però lo aveva subito giudicato, a non fermarsi alle esteriorità, ma ad imparare ad andare al nocciolo delle cose e credo che in fondo gli dica più o meno così: “Quando uno sta morendo dalla fame, guarda al piatto oppure a ciò che vi è dentro? Quando uno bussa alla tua porta per chiederti aiuto bada alle belle parole che tu puoi dirgli o a ciò che concretamente tu puoi fare per lui? La Chiesa mostra il suo vero volto perché tanti cristiani parlano o perché qualcuno si sforza di fare le stesse scelte che Gesù ha fatto?”.

La purezza di cuore non è legata alle esteriorità formali della legge, anche se queste potrebbero essere di aiuto, ma è legata al dare agli altri ciò che vi è dentro. Dio non si lascia ingannare dalle apparenze e dalle maschere che noi mettiamo per apparire più buoni di quello che siamo. Gesù in pratica ci  dice: “Liberatevi dalla preoccupazione di voler apparire perfetti, dalla tentazione del voler raggiungere le vette di una virtù disincarnata, e rendetevi disponibili con semplicità, all’incontro con ogni persona; liberatevi dalla religiosità della fredda osservanza, da quella della paura e lasciate che il vostro cuore ripieno di Dio debordi e vi conduca per strade nuove con la fantasia dello Spirito Santo che abita in voi”.

Ma, ancora una piccola ma importante osservazione: anche Dio può essere oggetto e desidera essere oggetto della nostra ‘elemosina’. Dio aspetta che io gli doni i miei peccati, il mio egoismo, le mie paure… aspetta questa ‘elemosina’ per potermi perdonare.

 

 

MERCOLEDI’ 18 OTTOBRE: SAN LUCA EVANGELISTA

Tra i santi ricordati oggi: San Luca;San Giusto di Susa.

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Il grande cammina con il piccolo, il mediocre si tiene a distanza. (Tagore)

SAGGEZZA POPOLARE: La gabbia, anche se dorata, è pur sempre un carcere per l'uccello.

UN ANEDDOTO: Sul ponte stretto, gettato tra le sponde di un torrentello, un mulo si era fermato e aveva saldamente puntato gli zoccoli. Provarono a tirarlo per la cavezza, a spianargli le costole con un bastone, non c’era verso che si muovesse. Di qua e di là del ponte la gente aspettava impaziente. Ci penso io! - disse uno, S’avvicinò, prese la coda del mulo e diede uno strattone: sentendo che lo volevano indietro, la bestia partì come una freccia in avanti e lasciò libero il passaggio. Così siamo noi, a volte! Facciamo quel che gli altri non vorrebbero facessimo; non facciamo quel che gli altri desiderano da noi: così comportandoci, non siamo sereni e retti nel pensare e nel parlare.

Parola di Dio: 2Tm 4,10-17b; Sal 144 (145); Lc 10,1-9

 

Vangelo  Lc 10, 1-9 

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Parola del Signore

 

“PREGATE DUNQUE IL SIGNORE DELLA MESSE, PERCHÉ MANDI OPERAI NELLA SUA MESSE”.

Oggi, festa di san Luca, pensando all'opera di questo evangelista missionario mi vien facile fare una riflessione che mi ha accompagnato particolarmente in quest'anno. Molti di voi sanno che ho scritto qualche nota su un santo sacerdote: don Stefano Ferreri, fondatore della Piccola Betania. La sua vocazione era nata missionaria: sognava di andare in terre lontane perché amava Gesù e amava i fratelli, ma dopo una prima esperienza tra gli operai italiani emigrati in Svizzera, per motivi di salute si trovò a fare il parroco a Fiamenga di Mondovì. Ma quello che stupisce è che non smise mai di farsi chiamare e sentirsi “missionario”. Lo sentiva dentro, lo manifestava nella sua opera di parroco, nel suo amore per Gesù, nel guidare al bene, nel desiderio di lasciare anche per chi sarebbe venuto dopo di lui un' istituzione che portasse amore sia a Gesù che alla gente. Si può essere missionari in qualunque modo: Luca scrivendo un Vangelo per meravigliarci dell'amore di Gesù e gli Atti degli apostoli per indicarci come vivere la nostra fede nel mondo con i fratelli, don Stefano offrendo al Signore la sua salute malferma e testimoniando tra i suoi, Santa Teresina all'interno di un convento... e noi?

Se ti senti amato da Dio, se vuoi bene a Gesù, se ti impegni per quello che puoi a voler bene a tutto il tuo prossimo, sta sicuro, che in qualunque posto (fosse anche in un ricovero o in un letto di ospedale dove umanamente ti senti inutile), lì sei un vero missionario di Gesù.

 

 

GIOVEDI’ 19 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Paolo della Croce; Santa Laura.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O DIO. SEI UNICO E VIVI PER SEMPRE.

 

HANNO DETTO: Avete un solo giorno da vivere sulla terra: cercate di viverci in pace. (F. De Lamennais)

SAGGEZZA POPOLARE: L'acqua ristagnante puzza (meglio non fidarsi di chi è troppo tranquillo) (prov. Napoletano)

UN ANEDDOTO: Uno, una volta, è andato a comperare un’automobile dal concessionario. Questi gli ha fatto un discorso: Guardi che la macchina ha buone prestazioni, la tratti bene, sa? Benzina super nel serbatoio, e, per i giunti, olio, di quello fino. L’altro invece: - Oh, no, per sua norma, io neanche l’odore della benzina posso sopportare, e neanche l’olio; nel serbatoio metterò spumante, che mi piace tanto e i giunti li ungerò con la marmellata. - Faccia come crede; però non venga a lamentarsi, se finirà in un fosso, con la sua macchina! Il Signore ha fatto qualcosa di simile con noi: ci ha dato questo corpo, animato da un’anima intelligente, una buona volontà. Ha detto: questa macchina vale, ma trattala bene, secondo le sue vere esigenze, non secondo i tuoi capricci.

PAROLA DI DIO: Rm 3,21-30a; Sal 129 (130); Lc 11,47-54

 

Vangelo   Lc 11, 47-54

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. Parola del Signore

 

“GUAI A VOI CHE COSTRUITE I SEPOLCRI DEI PROFETI, E I VOSTRI PADRI LI HANNO UCCISI”.

Due possono essere gli atteggiamenti nei confronti del passato. Quello di considerarlo “tutto sbagliato, perché oggi siamo noi il progresso” e quello di esaltarlo con una forma tale di nostalgia che giustifichi il nostro non poterne essere all’altezza. Anche dal punto di vista cristiano spesso ci sorprendiamo a dire: “I nostri padri, i nostri nonni, sì che erano dei buoni cristiani... si confessavano sovente, andavano ai vespri la domenica, allora c’erano delle bellissime feste religiose. Anche i predicatori d’allora, sì che sapevano fustigare il male, erano dei veri profeti. Ma, noi, sappiamo ascoltare i profeti di oggi?

Partecipiamo ai sacramenti che la Chiesa ci offre?

Non ci accontentiamo, forse, anche noi di “costruire tombe” agli uomini del passato, alle usanze del passato, invece di prendere sul serio le numerose esigenze di incarnare il Vangelo nel quotidiano?

Per noi, la Chiesa è un “mausoleo”, un museo, un cimitero o essa è viva perché tale la rendiamo ed ha un progetto di futuro?

Il nostro Dio è il Dio dei morti o dei viventi?

 

 

VENERDI’ 20 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Irene; San Leopardo di Osimo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI. TU SAI TUTTO DI ME

 

HANNO DETTO: L'obbedienza è la via più facile, più breve e più certa verso la santità; anzi l'obbedienza soprannaturale, l'unione della nostra volontà con la volontà divina, costituisce l'essenza stessa della santità, ossia dell'amore perfetto. (S. Massimiliano Kolbe)

SAGGEZZA POPOLARE: Mescolando dell'acqua santa con della terra santa si ottiene comunque fango. (prov. Napoletano)

UN ANEDDOTO: «Io, vescovo di Venezia, andavo qualche volta nella casa di ricovero. Una volta ho trovato un’ammalata, un’anziana. Come va, signora? Beh, da mangiare, bene. Caldo? Riscaldamento, bene - Allora è contenta, signora? - No! - e si è messa a piangere. Ma perché piange, signora? - Mia nuora, mio figlio, non vengono mai a trovarmi. Vorrei vedere i miei nipotini.  Non basta il caldo, il cibo. C’è un cuore! Bisogna pensare anche al cuore dei nostri vecchi!» (Giovanni Paolo I)

Parola di Dio: Rm 4,1-8; Sal 31 (32); Lc 12,1-7

 

Vangelo  Lc 12, 1-7

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!». Parola del Signore

 

“GUARDATEVI DAL LIEVITO DEI FARISEI CHE È L’IPOCRISIA”.

Ha un bel coraggio Gesù a prendere pubblicamente questa posizione! Non dimentichiamo che i farisei erano veramente i notabili di quel tempo... osservanti minuziosi della Legge... culturalmente preparati, esperti in questioni religiose. Gesù, non rimprovera loro queste qualità. Ma non può sopportare il loro orgoglio, il disprezzo per i piccoli, per questa folla che “non sa bene il catechismo”, che non ha capito le teorie complicate e gli obblighi numerosi e complessi di coloro che si reputano i “dirigenti” del popolo. Il grande pericolo, il “cattivo lievito” di tutti coloro che pretendono di dirigere e consigliare gli altri è l’ipocrisia, è il presumere di essere diversi da ciò che si è, è rappresentarsi secondo i modelli in voga nel proprio ambiente, è approfittare delle debolezze altrui per emergere. Anche a noi, Gesù dice: “Guardati da ogni piccola ipocrisia: è un lievito che cresce; guardati da vivere secondo schemi preconfezionati e slogan; guardati dallo spirito di sufficienza orgogliosa; fai bene attenzione a te stesso quando pensi di essere perfetto e detentore della verità.

 

 

SABATO 21 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gaspare del bufalo; Santa Celina.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO IN TE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA.

 

HANNO DETTO: Un cristiano che non ama la meditazione è moralmente impossibile che viva fervoroso, ma vivrà tiepido e rilassato. A maggior ragione un sacerdote o un religioso. (S. Alfonso de Liguori)

SAGGEZZA POPOLARE: Puoi studiare tutta la vita, ma morirai comunque stupido.

UN ANEDDOTO: Mi è capitato di vedere lavorare a New York il famoso Buffalo Bill. Era un giorno storto. Molti cow-boys avevano tentato invano di domare un focosissimo cavallo. Buffalo allora tentò lui. Depose speroni e frusta e cavalcò la bestia, che di nuovo s’impennò. Ma il grande domatore non si perse di coraggio, si chinò sul cavallo e gli sussurrò all’orecchio parole dolci. Questo, che s’aspetta frustate, s’arrese subito, quasi per incanto. Buffalo a chi si meravigliava della sua bravura rispose: — Come ho fatto? Semplicissimo. Ho fatto capire a questo cavallo che chi lo cavalcava era un amico. Ecco tutto! (F.W. Faster)

PAROLA DI DIO: Rm 4,13.16-18; Sal 104 (105); Lc 12,8-12

 

Vangelo   Lc 12, 8-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». Parola del Signore

 

“CHIUNQUE MI RICONOSCERA’ DAVANTI AGLI UOMINI, ANCHE IL FIGLIO DELL’UOMO LO RICONOSCERA’ DAVANTI AGLI ANGELI DI DIO”

“Credo in un solo Dio”, intona il sacerdote la domenica e il gregge dei fedeli si aggrega a quella lunga sgroppata di parole (estremamente difficili) che formano quella preghiera che a prima vista sembra anomala (non chiediamo niente). Eppure questo è il nostro atto ufficiale di fede. Ma se è ancora abbastanza facile la domenica intrupparsi per dire a voce la nostra fede, quali altre occasioni abbiamo di “riconoscere Gesù davanti agli uomini”?

A prima vista sembra che oggi non ci siano molte occasioni: grosse persecuzioni religiose, qui da noi, almeno apparentemente, non ci sono, e, poi, diciamocelo, non sono anche un po’ uggiosi, pedanti ed anche un po’ troppo falsamente ‘pii’ coloro che ogni dieci parole ci infilano un riferimento alla ‘loro fede’?

Eppure ogni giorno ne abbiamo di occasioni di rendere testimonianza a Gesù: chi me lo fa fare se non Gesù, di sopportare quella persona particolarmente pesante?

Posso riconoscere Gesù nel malato che vado a trovare e per il quale cerco poi di prodigarmi facendogli quelle commissioni che lui non mi ha chiesto direttamente, ma che gli alleggeriscono le preoccupazioni; sono testimone di Gesù se, anche a rischio di essere preso in giro non mi accodo alla massa che prende in giro il solito ‘scemo del villaggio’. Posso testimoniare la fede se ho il coraggio di affermare la mia adesione a Cristo quando tutti, in certe occasioni, si defilano perché significa concretamente impegnarsi nella condivisione e nella solidarietà. Se mi impegno in questo senso allora, anche quella lunga tiritera di concetti teologici del credo domenicale non resta una preghiera con poco significato ma diventa affermare con le labbra quella che è già una scelta di vita.

 

 

DOMENICA 22 OTTOBRE: 29^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Filippo di Eraclea; San Donato di Fiesole.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA GUIDI IL MIO CAMMINO.

 

HANNO DETTO: Serve poco conoscere molte cose sulla natura dell'amore di Dio, se non lo si mette in pratica. (Madre Speranza)

SAGGEZZA POPOLARE: Il lavoro fatto con il cuore è gradito a Dio. (Prov. Sardo)

UN ANEDDOTO: Mia madre — scrive Dom Helder Camara — era molto severa con me. Diceva:  Devi dare l’esempio! Ed era molto esigente. Un giorno mi chiese qualcosa, che era al di sopra delle mie forze. Allora, ricordo, mi misi a piangere. Mi prese e mi condusse in un’altra stanza. Pensai che, per la prima volta, forse mi avrebbe picchiato. Ma, quando fummo soli, mi disse: Figlio mio, perdonami: ho preteso da te più di quanto potessi darmi. Mi chiese perdono, mia madre, perché era convinta d’aver commesso un errore. E’ molto importante, questo: ammettere d’aver sbagliato. (Mons. Helder Camara)

PAROLA DI DIO: Is 45,1.4-6; Sal 95 (96); 1Ts 1,1-5b; Mt 22,15-21

 

Vangelo  Mt 22,15-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». Parola del Signore

 

“RENDETE DUNQUE A CESARE QUELLO CHE È DI CESARE E A DIO QUELLO CHE È DI DIO”

Gesù in questo racconto del Vangelo è estremamente concreto. Sa chi ha davanti, sa che, nonostante i salamelecchi, la domanda è capziosa. Sa anche che la domanda che gli hanno posto parte da una serie di problemi concreti. E allora, se è di una ironia sferzante nei confronti di chi subdolamente cerca di fargli dire qualcosa che lo possa far condannare, d’altra parte ci dà delle indicazioni concretissime sul modo di considerare la realtà in cui viviamo. La realtà, le cose, la politica hanno un loro significato. Il cristiano non è uno che vive disincarnato, anzi, seguendo l’esempio di Gesù, deve incarnarsi continuamente nella sua realtà, anzi, deve vivificare, dare senso alla realtà in cui si incarna. Come può fare questo?

Dando prima di tutto a Dio ciò che è di Dio, cioè mettendo Dio al centro del suo cuore. Se farà così avrà la Sapienza di Dio che lo renderà capace di dare al mondo non le ‘tasse da pagare’ ma il senso del vivere.

 

 

LUNEDI’ 23 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni da Capestrano; Santa Caterina di Bosnia.

Una scheggia di preghiera:

 

TI AMO PERCHE' TU MI AMI.

 

HANNO DETTO: Nulla c'è che capisce di più l'Amore quanto l'umiltà. (Chiara Lubich)

SAGGEZZA POPOLARE: La coscienza è come il solletico, c'è chi la teme e chi no. (prov. Sardo)

UN ANEDDOTO: Può capitare che il maestro dica al bambino difficile: — Sei un buono a nulla. Che la mamma stanca gli dica:— Sei un buono a nulla. Che il vicino nervoso gli dica:— Sei un buono a nulla. A forza di sentirselo dire, anche se non è vero, il bambino diventerà un buono a nulla. Perché nessuno ha creduto che fosse buono a qualcosa.

PAROLA DI DIO: Rm 4,20-25; Sal da Lc 1,68-75; Lc 12,13-21

 

Vangelo   Lc 12, 13-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse – demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio». Parola del Signore

 

“ANCHE SE UNO E' NELL’ABBONDANZA, LA SUA VITA NON DIPENDE DA CIO' CHE EGLI POSSIEDE”. 

Noi non possiamo più renderci conto di quanto Gesù scandalizzava i suoi contemporanei. Essi erano abituati a leggere la Bibbia (l’Antico Testamento) ed essa sembrava comprovare che il giusto, doveva essere per forza un benestante sulla terra. Gesù dice che non è vero Anche nella nostra mentalità (sono passati circa 2.000 anni) noi la pensiamo ancora più o meno così e vediamo il benessere come benedizione e la povertà come maledizione. La differenza di Gesù qual è?

E’ che egli vede l’uomo, non il benessere, la povertà, l’esteriorità. In qualunque situazione l’uomo deve sapere che vale perché fatto a immagine e somiglianza di Dio, perché amato da lui e non perché ricco o povero. Anche certe idee di falsa povertà, propagandate come essenza del cristianesimo ma cercate solo per se stesse cadrebbero se si entrasse in questo pensiero del Signore. Non è né essendo ricchi o diventando poveri accattoni che si ama Dio ma è amando Lui, mettendo Lui al primo posto, lasciandoci amare concretamente da Lui nella situazione in cui siamo che, senza tante parole, la nostra vita diventa un “Ti amo perché mi ami”.

 

 

MARTEDI’ 24 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Claret;Santi Gilberto, Petronilla e Ponzia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, QUANTO GRANDE E' IL TUO AMORE PER NOI.

 

HANNO DETTO: «L’amore di Gesù, è un fuoco che viene alimentato con la legna del sacrificio e l’amore della croce; se non viene nutrito così, si spegne». (S. Leopoldo Mandic)

SAGGEZZA POPOLARE: Non c'è una bella senza difetto, né una brutta senza grazia.

UN ANEDDOTO: Un giorno un amico domandò a due anziani coniugi che dopo tanti anni di matrimonio testimoniavano ancora la gioia d’un amore vivace, gentile e fedele: — Come fate ad essere ancora così uniti, così sereni e buoni in famiglia? Come avete fatto ad educare così bene i vostri figli, in tempi così difficili? La moglie, indicando un vecchio Crocifisso, appeso ad una parete di casa, rispose: — La vita è dura per tutti; ma qui dentro Quello lì ha il posto d’onore dal giorno del nostro matrimonio. Domandatelo a Lui!

PAROLA DI DIO: Rm 5,12.15b.17-19.20b-21; Sal 39 (40); Lc 12,35-38

 

Vangelo   Lc 12, 35-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!». Parola del Signore

 

“BEATI QUEI SERVI CHE IL PADRONE AL SUO RITORNO TROVERA’ANCORA SVEGLI; IN VERITA’ VI DICO, SI CINGERA’ LE SUE VESTI, LI FARA’ METTERE A TAVOLA E PASSERA’ A SERVIRLI”.

Siamo abituati a meditare le grandi e belle parabole del Vangelo, ma in esso noi troviamo anche delle parabole piccole, poco più che esempi, ma estremamente importanti e gioiose, se capite a fondo. Così è della piccola parabola di oggi che a prima vista sembra assurda. C’è un padrone che per un lungo periodo non c’è e tarda a venire, però desidera trovare sempre i suoi servi desti e pronti. E poi, quando arriva e li trova svegli, invece di farsi servire, si mette lui stesso a servirli. Ma la parabola non è assurda, è la storia della nostra Salvezza. Dio chiede al suo popolo e a noi di attendere pazientemente, chiede a noi una fede rinnovata ogni giorno anche nel buio della notte, “mentre il padrone non c’è” o sembra non esserci, anche in quei giorni in cui non sai bene che cosa scegliere e che cosa il Padrone vorrebbe da te. Una fede che si fonda su Lui.

Se noi siamo capaci di vigilare, di attendere non temeremo il momento della venuta del padrone e quindi questa non ci coglierà di sorpresa e allora la nostra ricompensa sarà abbondante. Scopriremo addirittura che quel padrone non è venuto a fare conti, a chiedere, a pretendere, ma a dare; scopriremo che non ci considera servi, ma amici, scopriremo un Dio che si è fatto carico della nostra povertà. E, se vogliamo, per scoprire questo, non abbiamo bisogno di attendere il ‘paradiso’: Gesù è già venuto per servirci, con la sua Parola, i suoi Sacramenti, la sua misericordia, la sua croce.

 

 

MERCOLEDI’ 25 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Daria, San Bonifacio I.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, DEI TUOI DONI. FA' CHE TORNINO A TE CARICHI DELLA NOSTRA RICONOSCENZA.

 

HANNO DETTO: E tutte le creature che sono sotto il cielo, ciascuna secondo la sua natura servono, conoscono e obbediscono al loro creatore meglio di te, o uomo. (San Francesco d'Assisi)

SAGGEZZA POPOLARE: Meglio un paese senza pane di un paese senza giustizia. (prov. Sardo)

UN ANEDDOTO: Un giorno una madre si lamentava con il suo parroco di suo figlio in crisi spirituale e traviato dalle cattive compagnie. Diceva tra l’altro con tristezza: Io parlo spesso a mio figlio di Dio; ma non serve a niente! Allora il saggio parroco, consolandola, le rispose: Coraggio! Ma se vuole ottenere maggiori risultati, più che parlare di Dio a suo figlio, parli di suo figlio a Dio!

PAROLA DI DIO: Rm 6,12-18; Sal 123 (124); Lc 12,39-48

 

Vangelo   Lc 12, 39-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore

  

“A CHIUNQUE FU DATO MOLTO, MOLTO SARA’ CHIESTO; A CHI FU AFFIDATO MOLTO, SARA’ CHIESTO MOLTO DI PIU’”.

Al termine di questa nuova parabola sulla vigilanza troviamo questa affermazione. Forse non è il caso di fare delle graduatorie su chi ha ricevuto di più. Siamo tutti dei continui ‘graziati’, siamo tutti come quel servo dell’altra parabola dei debitori evidentemente insolvibili. Tutto quello che abbiamo è dono gratuito. La vita non me la sono data da solo; gli occhi, le orecchie, l’intelligenza, le capacità affettive sono un dono… Viene da sorridere quando qualche piccolo uomo solo perché ha raggiunto qualche posto di comando o ha un po’ di banconote nel portafoglio dice: “Mi sono fatto da solo!”.

Però tutto quello che ci è stato dato ci è dato per un fine. Noi non siamo ‘padroni’ del mondo, di noi stessi; il padrone è Dio, noi siamo servi. Si è detto che il mondo andrebbe meglio se avesse meno architetti e più muratori, meno discussioni e più darsi da fare. Probabilmente sia il mondo che la chiesa hanno bisogno di meno ‘padroni’ e più ‘servi’ che sappiano far fruttificare per sè e per gli altri i doni ricevuti. Se Dio ti ha affidato una famiglia, un figlio, un lavoro di responsabilità se Dio ti ha affidato la fede, i sacramenti, la comunità cui partecipi è perché ha avuto fiducia in te e da te si aspetta quella risposta, e Lui sa che tu puoi darla. Se ti tiri indietro il mondo sarà più povero e Dio dovrà cercare un’altra strada per riuscire a realizzare il bene che aveva progettato per te e con te.

 

 

GIOVEDI’ 26 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Floro; Sant’Evaristo.

Una scheggia di preghiera:

 

MANDA IL TUO SPIRITO A SCALDARE CIO' CHE E' FREDDO.

 

HANNO DETTO: Gli angeli sono presenti e ti stanno vicino non come compagni qualsiasi, ma come protettori. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Parlare poco, saggezza estrema. (prov. Sardo)

UN ANEDDOTO: Un padre di famiglia, di carattere impulsivo, quel giorno di cattivo umore, si adirò con la moglie per uno dei soliti disguidi familiari. La donna cercò di giustificarsi, ma egli s’irritò ancor più tanto da lasciarsi sfuggire una bestemmia. Vicino giocava la sua bambina di quattro armi, intenta a cavalcare il suo cavalluccio, il quale però improvvisamente s'intoppo. La bambina si stizzò e ripeté la bestemmia del papà. Fu come un colpo di fulmine a ciel sereno. La mamma tremò e si lasciò sfuggire il piatto di mano. Il padre diventò pallido, allibito con la vergogna e il pianto nel cuore.

PAROLA DI DIO: Rm 6,19-23; Sal 1; Lc 12,49-53

 

Vangelo   Lc 12, 49-53

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Parola del Signore

 

“SONO VENUTO A GETTARE IL FUOCO SULLA TERRA”. 

Durante un incontro in cui cercavo di dire che il  Vangelo è buona notizia, gioia di vivere, che Gesù è venuto a liberarci dalle paure, che Dio è Padre e non padrone e sottolineavo che noi cristiani spesso ne abbiamo fatto una religione triste, piena di osservanze, un signore che mi ascoltava con molta acutezza mi ha fatto notare che la fede non è solo un momento bello e gioioso, ma anche molto impegnativo, che non è un placebo per leccarci le ferite della vita, ma un “fuoco” che Gesù è venuto a portare. Approfittai dell’obiezione per chiarire meglio il mio pensiero: la fede in Gesù è una buona notizia che ci libera dalle paure ma non dall’impegno, essa non ci fa ignorare la sofferenza ma ci aiuta a darle un senso, non ci esime dal mistero, ma ci fa entrare umilmente in esso, non ci esclude da norme ma ci dà il modo per viverle non come imposizione ma come gioia. Gesù lo dice chiaro di essere venuto a portare il fuoco e dice altrettanto chiaro che nel suo nome avverranno lotte e divisioni. Se volete un esempio attuale di come dev'essere il cristianesimo guardate a Papa Francesco: chi meglio di lui ci ha ricordato l'amore di Gesù. La buona notizia della salvezza, i valori della fratellanza, del non giudicare, dell'essere interiormente liberi ma contemporaneamente ci invita ad andare alle periferie del mondo, ad accogliere proprio tutti, a rispettare specialmente i più poveri, a condividere amore e portafoglio?

E chi più di lui è tanto amato e contemporaneamente tanto odiato?

 

 

VENERDI’ 27 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Ciriaco; San Frumenzio.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO SPIRITO CHE E' AMORE CI ILLUMINI NELLE NOSTRE SCELTE.

 

HANNO DETTO: Impara ad amare con dolcezza, ad amare con prudenza, ad amare con fortezza. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi semina spine non vada scalzo. (prov. Sardo)

UN ANEDDOTO: Giovanni Wasa, duca di Finlandia, fu gettato in prigione per tutta la vita, dal fratello suo Enrico, re di Svezia. La sua sposa, Caterina Jagellon, chiese al re di Svezia di seguire il consorte in carcere.— Ma, signora, — rispose il sovrano, — voi non vedrete mai più la luce del giorno.— Lo so! — rispose Caterina.— Ma sapete che vostro marito è trattato come un sedizioso e colpevole di lesa maestà?— Lo so; ma, libero o no, Giovanni è sempre mio marito. Caterina tirò fuori l’anello nuziale, e lo mostrò al re, il quale vi lesse incise le due parole: «Mors sola »: solo la morte ci separerà!  E la nobildonna entrò in carcere, ove visse per diciassette anni, cioè fino alla morte di Enrico, quando furono liberati tutti e due.

PAROLA DI DIO: Rm 7,18-25a; Sal 118 (119); Lc 12,54-59

 

Vangelo Lc 12, 54-59

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo». Parola del Signore

 

“PERCHE' NON GIUDICATE  VOI STESSI CIO' CHE È GIUSTO?”.

Una delle tentazioni del credente è quella del ricorrere sconsideratamente a Dio e del volersi quasi estraniare dalle proprie responsabilità. E’ molto facile dire: “Dio ha voluto così”, oppure ricercare nella morale cristiana delle norme che ti dicono in ogni mo­mento della vita ciò che devi fare per sentirti sicuro con Dio, con i fratelli, con il prossimo, oppure delegare ogni responsabilità al confessore o al direttore spirituale. Gesù non è venuto a risolvere tutti i nostri singoli problemi, ma ci ha dato in se stesso tutto per poter diventare noi stessi i giudici della nostra storia e delle nostre scelte. In questo non ci vuole bambini che si lasciano condurre per mano, che preferiscono delegare, ma adulti consapevoli che magari rischiano, magari sbagliano, ma che decidono con Lui e per il bene dei fratelli.

 

 

SABATO 28 OTTOBRE: SS. SIMONE E GIUDA APOSTOLI

Tra i santi ricordati oggi: Santi Simone e Giuda; San Ferruccio.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, CONOSCI IL MIO NOME DA SEMPRE.

 

HANNO DETTO: Il contrario di un popolo cristiano è un popolo triste. (G. Bernanos)

SAGGEZZA POPOLARE: Le due migliori cure che ci siano sono una bella risata e una lunga dormita. (prov. Irlandese)

UN ANEDDOTO: Una volta, in viaggio, incontrammo un povero contadino: lavorava, cantando. Dissi al mio compagno: — Vedi costui? Possiede più perle preziose di un so­vrano e sono di tale valore che un re darebbe milioni, per acquistarle! Il compagno allora mi domandò:— E quali sono queste perle?

Risposi:— La prima è che gode di una grande pace. Quanto pagherebbero i re, pur di averla! La seconda è che vive contento di poco, senza eccessive ansie e timori. Non così i re. La terza è che non ha nemici, che gli tramino congiure. I re invece, loro malgrado, hanno molti nemici e più di uno attenta alla loro vita! Vedi dunque quante perle di valore possiede questo povero uomo. Valgono più d’ogni dignità! E dire che mi sono fermato a tre, ma è certo che ne tiene nascoste nel cuore e in casa sua moltissime altre.

PAROLA DI DIO: Ef 2,19-22; Sal 18 (19); Lc 6,12-19

 

Vangelo   Lc 6,12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Parola del Signore

 

“CHIAMO’ A SE’ I SUOI DISCEPOLI E NE SCELSE DODICI”.

La chiamata e la conferma degli apostoli è per me cristiano e prete una pagina di vangelo che mi rasserena perché come dice Gesù in un altro brano: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”. Pensate: eravamo ancora bambini piccoli e il Signore già ci univa Lui attraverso il Battesimo. Qualcuno pensa non sia una cosa giusta il battesimo dei bambini perché essi non hanno ancora coscienza di quello che ricevono, per me invece è un grande dono che mi testimonia l’amore di Dio ancor prima che io possa rispondergli personalmente. E anche oggi è sempre Lui che chiama: è Lui che mi chiama a dare un senso gioioso alla mia vita, è Lui che mi chiama attraverso il desiderio di testimoniarlo, è lui che mi chiama all’amore attraverso i fratelli. E questa chiamata non è generica, è proprio per me. Come Gesù ha accettato i caratteri diversi degli apostoli così accetta me, con i pregi e difetti che accompagnano la mia vita. Lui non si spaventa neanche delle mie irruenze o delle mie incapacità anzi, sembra quasi dirmi che se le metto nel suo Cuore esse possono addirittura diventare cose buone. Ma se tutto parte da Lui c’è ancora responsabilità da parte nostra? Sì, c’è la responsabilità della risposta. Nella lista di quei dodici c’è in particolare un nome che deve mettermi in guardia, “Giuda Iscariota, che fu il traditore”, e non tanto per giudicare lui e il suo gesto quanto per ricordarmi che anche per me c’è la possibilità di diventare o un Pietro, o Andrea o Giacomo e Giovanni o Giuda Iscariota, quello che lo tradì.

 

 

DOMENICA 29 OTTOBRE: 30^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ermelinda; Sant’Abramo da Rostov.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DAVVERO TI AMO CON TUTTO IL CUORE?

 

HANNO DETTO: Se la mano sinistra non ha da sapere ciò che fa la destra, anche la destra non ha da sapere ciò che fa essa medesima. (S. Giuseppe Benedetto Cattolengo)

SAGGEZZA POPOLARE: L'inchiostro più sbiadito è migliore della memoria migliore. (prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: Di san Giovanni Vienney si dice che una sera, passando davanti all’altare nella chiesa solitaria e inginocchiandosi, fu interrotto da una protestante che s’era nascosta dietro ad una colonna per verificare la sua fede nella presenza di Gesù nel tabernacolo: «Mi avete convinta, monsieur l’Abbé, vedo che ci credete davvero», disse. E fu l’inizio di una conversione.

PAROLA DI DIO: Es 22,20-26; Sal 17 (18); 1Ts 1,5c-10; Mt 22,34-40

 

Vangelo  Mt 22,34-40

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Parola del Signore

 

“MAESTRO, NELLA LEGGE, QUAL È IL GRANDE COMANDAMENTO?”.

Questo dottore della legge era abituato a vivisezionare le norme del comporta­mento del buon ebreo e vorrebbe una sintesi. Era una domanda assurda perché ne sapeva già la risposta. Anche noi sappiamo benissimo che ogni comandamento può essere raccolto nel comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. Anche noi abbiamo la bocca piena di parole di amore, ma poi?

Ogni cristiano che vada a Messa se lo sente ripetere in ogni celebrazione, chi dice le preghiere ripete al Signore “ti amo con tutto il cuore”, ma è proprio vero?

Forse, proprio l’abitudine a certe frasi, a certe parole che consideriamo scontate, le fa scivolare su di noi come l’acqua su una pietra, finita l’acqua, un raggio di sole, e tutto è perfettamente asciutto e impermeabile.

 

 

LUNEDI’ 30 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Rodriguez; San Germano di Capua.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, GESU', CI RENDA GIOIOSI E COERENTI.

 

HANNO DETTO: Tutte le verità passano attraverso tre stadi. Primo: vengono ridicolizzate; secondo: vengono violentemente contestate; terzo: vengono accettate dandole come evidenti. (Arthur Schopenhauer)

SAGGEZZA POPOLARE: Una parola detta al momento giusto è come un diamante incastonato nell'oro. (prov. Ebraico)

UN ANEDDOTO: A Frau Frieda Villa, l’insegnante di tedesco che s’era sorpresa nel vedere Pier Giorgio Frassati andare nei quartieri più sordidi di Torino, come confratello della San Vincenzo, il beato rispose: «Il Signore mi fa visita con la Comunione ogni mattina, e io gliela restituisco nel modo misero che posso: visitando i suoi poveri”

PAROLA DI DIO: Rm 8,12-17; Sal 67 (68); Lc 13,10-17

 

Vangelo   Lc 13, 10-17

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Parola del Signore

 

“CI SONO SEI GIORNI IN CUI SI DEVE LAVORARE. IN QUELLI DUNQUE VENITE A FARVI CURARE E NON IN GIORNO DI SABATO”.

Ancora una volta San Luca ci mette davanti ad un miracolo di Gesù compiuto in giorno di sabato. E, l’epilogo del racconto porta a due atteggiamenti diametralmente opposti: scandalo da parte del capo della sinagoga che, insieme ai ben pensanti ebrei, pensa alla guarigione come ad un “lavoro”, quindi un’offesa a Dio e alla legge del sabato, e gioia e glorificazione di Dio da parte della donna guarita e della folla. Due mentalità opposte anche oggi. Ci sono gli integralisti religiosi che per mantenere leggi e tradizioni sono disposti ad ammazzare il prossimo. Ci sono certi ‘pii’ che pur di fare tante Comunioni (quasi che Gesù lo si misurasse a peso) sono disposti a lasciare a casa, solo, per una domenica, un malato. Ci sono certi preti che per non “perdersi” il breviario lo dicono tutto a macchinetta tra mezzanotte meno un quarto e mezzanotte e un quarto per ‘togliersi il fastidio’ per due giorni. E’ tutta gente gioiosa, questa?

Dio è glorificato da preghiere dette a macchinetta, da Comunioni a ripetizione, da accaparramenti di indulgenze per comprarsi il paradiso, da centimetri di stoffa in più o in meno su una gonna?

Questi uomini sono stati liberati dal vangelo di Gesù o sono schiavi di norme e di tradizioni di uomini?

D’altra parte ci sono uomini che aspettano con gioia la domenica come giorno di festa, di riposo, di preghiera, come occasione per stare più insieme, per andare a trovare un anziano, gente che desidera sentire la Parola di Dio  ma che sa leggere anche la Parola che Dio scrive nel quotidiano della loro vita, gente che canta volentieri in chiesa ma che sa glorificare Dio davanti ad ogni suo dono fatto a loro o ai fratelli, gente che sa anche fare dei sacrifici per andare a Messa, ma che per amore di un fratello è disposta anche a perdere Messa. Gente che non è pura, perfetta ma che cerca di amare e che vede Gesù come Dio, ma anche come Amico. E tu, da che parte stai?

 

 

MARTEDI’ 31 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Quintino; San Volfango.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTAMI A SVEGLIARMI.

 

HANNO DETTO: Un uomo che medita la vendetta, mantiene le sue ferite sempre sanguinanti. (Francesco Bacone)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi mangia da solo si strozza in solitudine. (prov. Arabo)

UN ANEDDOTO: Una giovane ragazza romana, delusa in amore ed emarginata dalla società, una triste sera decise di farla finita. S’avvicinò ad un ponte sul  Tevere, raccolse tutto il suo animo per avere le forze per l’ultimo, insano gesto. Ad un attimo dal suicidio è distratta da un flebile miagolio. Guardò: un bel gattino le si avvicinò e si mise a fare le fusa accanto ai suoi piedi. La ragazza in pianto se lo prese tra le braccia, sentì la morbidezza del suo pelo e la dolcezza del suo coccolarsi vicino e provò nel cuore una gran voglia di vivere, una gran voglia d’amare. Fu salva.

PAROLA DI DIO: Rm 8,18,25; Sal 125 (126); Lc 13,18-21

 

Vangelo   Lc 13,18-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Parola del Signore

 

“A CHE COSA POSSO PARAGONARE IL REGNO DI DIO? E’ SIMILE AL LIEVITO CHE UNA DONNA PRESE E MESCOLO' IN TRE MISURE DI FARINA, FINCHE’ NON FU TUTTA LIEVITATA”.

Nel mondo ci sono due tipi di lievito, quello del bene e quello del male.

Il lievito del male è un intruglio terribile, un terrificante composto di tante cose negative. Sembra davvero venir fuori dal pentolone di una strega. In esso c’è una quantità enorme di egoismo, ci sono la sporcizia del danaro, gli intrallazzi del potere, le maschere del successo, la cattiveria, l’odio, la distorsione della verità e della giustizia, l’esasperazione della sensualità, la durezza del cuore… e questi elementi si sono amalgamati molto bene tra di loro in modo che dove ne trovi uno presto ci sono anche tutti gli altri. Se questo lievito entra nella farina la fermenta tutta, la rovina fino alle estreme conseguenze (divisioni di famiglie, uccisione in molti modi dell’uomo, odi, guerre…)

E il lievito buono?

Per me il lievito buono è Gesù che, venuto in un paesino sperduto del mondo, ha mischiato la propria divinità alla nostra umanità. Vi ha messo la potenza di un Dio che ama, il suo sangue versato per amore, la sua parola capace di cambiare il mondo… Ne è venuto fuori un lievito che si chiama Amore e che da allora ha cominciato a far fermentare. Non è una cosa appariscente, dopo oltre 2000 anni ancora non sempre è facile vederne i risultati e misurarne la quantità, ma opera, trasforma, amalgama, combatte il male. Non credo che né uomini né chiese possano pretendere di sostituirsi, impossessarsi, avere l’esclusiva di questo lievito. Viene da Dio ed Egli lo ha seminato e lo semina in ogni cuore. Unica cosa da fare: bisogna toglierlo dal frigorifero, impastarlo con la nostra farina e poi, magari, mettere l’impasto in un luogo scuro, riparato. Tutte le caratteristiche di quell’amore possono far impazzire la farina.

     
     

 

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