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SCHEGGE E SCINTILLE
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
SETTEMBRE 2017
VENERDI’ 1 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Egidio; San Conone.
Una scheggia di preghiera:
SE TU SEI CON NOI, SIGNORE, SIAMO SERENI.
HANNO DETTO: Ciò che mi pare senza avvenire è la "cultura del niente", della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l'atteggiamento dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità. (Card. Giacomo Biffi)
SAGGEZZA POPOLARE: La sensazione di essere maledetti spesso colpisce più facilmente che la sensazione di essere benedetti.
UN ANEDDOTO: Giovanni Paolo I, durante un'udienza pubblica raccontava: “Una signora sconosciuta, che s'era confessata da me molti anni fa. Essa era scoraggiata, perché - diceva - aveva avuta una vita moralmente burrascosa. Posso chiederle - dissi - quanti anni ha? - Trentacinque. - Trentacinque! Ma lei può viverne altri quaranta o cinquanta e fare ancora un mucchio di bene. Allora, pentita com'è, invece che pensare al passato, si proietti verso l'avvenire e rinnovi, con l'aiuto di Dio, la sua vita.
PAROLA DI DIO: 1Ts 4,1-8; Sal 96 (97); Mt 25,1-13
Vangelo Mt 25, 1-13
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore
"POICHE' LO SPOSO TARDAVA, TUTTE(LE DIECI VERGINI) SI ASSOPIRONO"
Leggendo la parabola delle 10 vergini, cinque sagge e cinque stolte, siamo abituati a pensare subito a quanto bisogna essere sempre pronti perchè non sappiamo quando il Signore verrà, ma poche volte ci siamo fermati a pensare al realismo di Gesti che dice che nell'attesa della venuta definitiva del Regno di Dio, sia le sagge che le stolte si addormentano. E quello che stupisce di più è che Gesù non rimprovera per questo sonno. Nella nostra vita spesso è buio. E spesso Dio non si fa vedere, perlomeno come vorremmo noi. Anche nella fede non sempre tutto è entusiasmante, spesso la preghiera è arida, sappiamo che Dio è vicino ma non lo sentiamo: questo sposo gioioso tarda ad arrivare e allora è facile addormentarsi. Gesù lo capisce, non rimprovera ma ci ricorda: "Addormentati pure ma non mancare alla chiamata e, soprattutto, che il tuo assopirti non ti faccia dimenticare di essere pronto al minimo segnale di rendere testimonianza della speranza che è stata seminata in te."
SABATO 2 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Licinio; San Giusto di Lione
Una scheggia di preghiera:
GESU', OGGI POSSO GIOCARE LA MIA VITA PER TE.
HANNO DETTO: Il nostro Dio è un Dio che veglia e non che sorveglia. Si sorveglia infatti in nome della legge, mentre si veglia in nome della tenerezza. (Jacques Leclerc)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando le cose sono difficili e la vita è pesante ricordati chi sei: sei una persona speciale, sei profondamente amato da Dio e da tutte le persone che sono con te.
UN ANEDDOTO: Diceva Jessica, una bambina di 8 anni: “Non bisogna mai dire "Ti amo" se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano.”
PAROLA DI DIO: 1Ts 4,9-11; Sal 97 (98); Mt 25,14-30
Vangelo Mt 25, 14-30
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». Parola del Signore
“E IL SERVO FANNULLONE GETTATELO FUORI NELLE TENEBRE”.
Si può essere fannulloni in molti modi diversi; ad esempio capita oggi di incontrare persone perennemente stanche che secondo quanto dicono sostengono il mondo intero ma che se poi vai a guardare bene non costruiscono assolutamente nulla né per sé né per gli altri. Ma credo che il Vangelo di oggi definisca così il fannullone: uno che non apprezza i doni ricevuti e che non ha nessuna voglia di trafficarli. Prova chiederti: Ho tot anni, che cosa ne ho fatto della mia vita?
Non cercare di risponderti con rimpianti: “Se avessi avuto più fortuna.., se avessi incontrato un marito diverso.., se i miei genitori mi avessero educato in modo diverso…” Non serve a nulla. Ma invece prova a guardarti nella tua situazione concreta, con le tue fortune o sfortune, con il tuo carattere, con i tuoi peccati o le tue doti e chiediti:
“La mia vita, fino ad oggi, ha senso?
Ho trafficato quel poco o tanto che ho avuto?
Ho usato la mia intelligenza, la mia libertà, il mio cuore?
Insomma, il capitale del mio tempo, dei miei doni è ancora tutto in banca o l’ho rischiato?
A Dio, alla fine, non importa tanto se ho guadagnato o perso, importa se ho usato al meglio!”.
DOMENICA 3 SETTEMBRE: 22^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: San Gregorio Magno; Santa Phoebe.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE E' UN MISTERO, MA LA CROCE SALVA.
HANNO DETTO: Se la fede ci fa essere credenti, e la speranza ci fa essere credibili, è solo la carità che ci fa essere creduti. (Don Tonino Bello)
SAGGEZZA POPOLARE: Credere in ciò che fai è essere ciò che sei.
UN ANEDDOTO: Alcuni giorni fa ero in strada con mia nipote, una bambina di circa 8 anni. Stavamo camminando, quando abbiamo visto sul marciapiede un mucchietto di buste e cartoni, con un giovane tutto rannicchiato sopra. Quello che tutti chiameremmo "barbone". Il mio occhio, anche se "cristiano" ma purtroppo abituato a queste scene, quasi aveva escluso dall'attenzione questa presenza. Ma quello della bambina no! Più ci avvicinavamo al povero, più lei lo guardava con occhio evangelicamente misericordioso. Accortomi di questo atteggiamento, passo una moneta alla bambina per metterla nel cestino, quasi vuoto, del povero. A questo punto il giovane si alza e velocemente si allontana. Dove starà andando? Entra in un bar e quasi subito ne riesce con un ovetto di cioccolato in mano e lo dona alla bambina con un sorriso che non dimenticherò mai! E subito scompare, tornando al suo mucchio di povere cose! Sono rimasto senza parole! (Francesco Cipri)
PAROLA DI DIO: Ger 20,7-9; Sal 62 (63); Rm 12,1-2; Mt 16,21-27
Vangelo Mt 16, 21-27
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni». Parola del Signore
PIETRO LO PRESE IN DISPARTE E SI MISE A RIMPROVERARLO.
Una protesta certamente dettata da amore per Gesù, quella di Pietro, ma completamente sballata. Essa è eco delle tante nostre proteste: “Signore, perché la croce quando tutto si potrebbe risolvere più facilmente?”, “Perché la vita non potrebbe essere una bella passeggiata in questo bel mondo per arrivare senza traumi alla gioia dell’eternità?”, “Perché tu stesso hai dovuto salvarci attraverso la sofferenza della croce, quando avresti potuto farlo in mille altri modi non cruenti?”
I teologi, lungo i secoli hanno cercato in mille modi di rispondere a queste domande, ci hanno detto che la sofferenza è causata dal peccato e che è mezzo per vincere il peccato, ci hanno detto che l’amore che offre e soffre è il modo più completo di amare, ci hanno ricordato che “per crucem ad lucem”, cioè attraverso la croce si raggiunge la luce. E certamente queste risposte hanno tutte una loro parte profonda di verità, ma il mistero del dolore, della sofferenza del giusto, della croce, rimane ancora mistero. Eppure il Vangelo di oggi ci ricorda che davanti alla domanda di Gesù: ”Chi dite che io sia?”, non basta rispondere teologicamente esatto, e non basta neppure arrivare a dire che Gesù è il Messia, bisogna accettarlo così come Egli è : il Messia sofferente. Anche Gesù non ha amato la croce in se stessa ma l’ha accettata e abbracciata nella volontà del Padre, fidandosi di Lui e amando noi. Davanti al mistero della croce nella mia vita e in quella degli uomini l’unica strada è quella di guardare a Gesù e fidarsi di Lui. E’ bene non dimenticare che Lui si è messo davanti lungo quella strada, sta in testa all’interminabile processione, e sulle spalle porta la sua e le nostre croci. Risulta difficile e imbarazzante discutere di croce con uno esperto come Lui. Ed è inutile protestare. Pietro, quella famosa volta ci ha provato e si è guadagnato un titolo poco lusinghiero: “Satana”, pietra di inciampo, divisore dalla volontà di Dio.
LUNEDI’ 4 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosalia; San Gilberto.
Una scheggia di preghiera:
APRICI MENTE E CUORE PER COMPRENDERE E VIVERE LA TUA PAROLA.
HANNO DETTO: Il bene più grande che si può fare a un nostro simile consiste non soltanto nel condividere con lui le nostre ricchezze, ma nel rivelargli quelle che lui possiede. (B. Disraeli)
SAGGEZZA POPOLARE: Solo l'esempio permette di parlare, solo chi è può colpire a tal punto da poter essere ascoltato.
UN ANEDDOTO: Disse Rabbi Berechia: - Mentre il Signore stava per creare il primo uomo, previde che da lui sarebbero derivati i giusti e i peccatori e pensò: "Se io creo l'uomo, ne verranno i peccatori; e se non lo creo, come faranno a sorgere i giusti?". Allora il Santo, benedetto Egli sia, allontanò da sé il pensiero dei peccatori e, unitosi all'attributo della clemenza, creò l'uomo.
PAROLA DI DIO: 1Ts 4,13-18; Sal 95 (96); Lc 4,16-30
Vangelo Lc 4, 16-30
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Parola del Signore
“OGGI SI È COMPIUTA QUESTA SCRITTURA CHE VOI AVETE ASCOLTATO”.
Luca ci racconta la prima predica di Gesù. Gesù è entrato nella sinagoga di Nazareth, il suo paese che a detta molti non brilla di fede. Ma Lui comincia sempre di lì, da lontano, dagli ultimi; ha letto la Parola di Dio ed ora con l’autorità che gli viene da Dio la commenta. Può essere veramente interessante vedere com’è questa predica di Gesù, perché ci dà la chiave di interpretazione di come, anche noi, possiamo leggere e capire la Parola. Prima di tutto bisogna leggere con attenzione la sua Parola. Prima di andare a cercare libri, commentari, spiritualità varie, vai alla fonte, leggi una o più volte la Parola, falla risuonare in te. Non aver fretta, cerca di capire il significato delle parole, del brano. Cerca di discernere quelle che sono le parole dello scrittore da ciò che Dio vuole dirti. Sì, perché Dio sta parlando a te, adesso. Quella che hai letto non è una parola lontana, è per te, detta adesso da Dio. Gesù, dopo aver deposto il libro che ha letto, dice: “Oggi, adesso, si è adempiuta la Parola”.
La parola si incarna. Ha da dirti qualcosa. Vuole trasformarti. Dopo aver letto un brano chiediti sempre: “Che cosa vuoi dirmi, Signore, nella situazione che vivo?”.
La Bibbia è una lunga lettera di amore che Dio ha scritto agli uomini lungo la loro storia ma è anche una lettera con la data di oggi che Dio proprio adesso ha scritto per me. Accoglierla, lasciarla operare in noi, significa scrivere la nostra lettera di risposta, e significa non vanificare ciò che la Parola ha fatto e vuole fare in noi.
MARTEDI’ 5 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Calcutta;San Vittorino; San Lorenzo Giustiniani.
Una scheggia di preghiera:
LA TUA PAROLA E' LUCE PER ILLUMINARE IL NOSTRO CAMMINO.
HANNO DETTO: Non temete la morte, ma soltanto l'inutilità della vita. (Giovanni Papini)
SAGGEZZA POPOLARE: Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare.
UN ANEDDOTO: Consigli di vita che giungono da lontano, addirittura da Sant'Anselmo: “Lascia per un momento le tue abituali preoccupazioni, uomo insignificante: entra per un istante dentro te stesso, allontanandoti dal tumulto del tuoi pensieri confusi e dalle preoccupazioni inquietanti che ti opprimono. Riposa in Dio per un momento, riposa solo un istante in lui.”
PAROLA DI DIO: 1Ts 5,1-6.9-11; Sal 26 (27); Lc 4,31-37
Vangelo Lc 4, 31-37
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. Parola del Signore
“CHE PAROLA E’ MAI QUESTA, CHE COMANDA CON AUTORITA’ E POTENZA AGLI SPIRITI IMPURI ED ESSI SE NE VANNO?”.
I contemporanei di Gesù rimangono meravigliati davanti alla sua persona e al suo insegnamento. Quando Gesù insegna, la sua non assomiglia alla parola degli altri maestri, scribi e dottori della legge, che è soltanto commento di parole scritte da altri. La parola di Gesù viene direttamente dalla sorgente divina, ne ha l’autorità, la potenza, l'efficacia. La Parola di Gesù è come quella di Dio nella Bibbia: una parola che crea. Quando Gesù comanda al demonio, la sua parola è efficace contro di lui, al punto che deve andarsene. Anche noi, come le folle che lo seguivano durante la sua vita storica, se vogliamo, possiamo sperimentare la potenza della parola di Gesù. Quando la meditiamo, la sua potenza diventa luce per la nostra vita. Anche le cose all’apparenza impossibili che essa ci indica, con la potenza di Dio sono possibili. Nel sacramento della Riconciliazione la sua efficacia ci libera dal peccato. Nell'Eucaristia è la parola di Cristo che trasforma il pane nel suo corpo, il vino nel suo sangue. Ed è ancora nel nome e con la forza della parola di Gesù che noi possiamo lottare e vincere il male e il maligno, e non solo attraverso gli esorcismi per cacciare Satana, ma attraverso l’opporre il bene che la parola suggerisce al male con una forza che viene direttamente da Dio.
MERCOLEDI’ 6 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Frontignano d’Alba; San Benedetto da Milano.
Una scheggia di preghiera:
TI AMO, SIGNORE MIA FORZA
HANNO DETTO: Conoscere qualcuno, ovunque egli sia, con cui comprendersi nonostante le distanze e le differenze, può trasformare la terra in giardino. (Goethe)
SAGGEZZA POPOLARE: L'oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente.
UN ANEDDOTO: Una cornacchia si è seduta in cima ad un alto abete. Si è guardata attorno con espressione autoritaria e ha emesso un grido di vittoria. A questo essere rumoroso sembra davvero che l'abete le debba tutto: la sua esistenza, la sua bellezza slanciata, il verde sempre vivo, la forza nella lotta col vento. Questa superbia della Cornacchia è stupefacente. Grande benefattrice dell'abete silenzioso! E l'abete neppure trema; sembra che non veda la cornacchia; meditabondo leva i suoi rami verso il cielo. Sopporta tranquillamente l'ospite rumoroso. Nulla turba i suoi pensieri, la sua serietà, la sua pace. Tante nubi sono già passate su di lui, tanti uccelli si sono fermati qui! E se ne sono andati, così come tu te ne andrai. Questo non è il tuo posto, non ti senti sicura e urlando così cerchi di supplire alla mancanza di forza. (Card Wyszynsky)
PAROLA DI DIO: Col 1,1-8; Sal 51 (52); Lc 4,38-44
Vangelo Lc 4, 38-44
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea. Parola del Signore
Gesù ha invitato a non essere persone che dicono solo “Signore, Signore”, ma persone che “fanno la volontà di Dio”. Ma Gesù più volte ha preso anche le distanze dal “fare per fare”. Per fare la volontà di Dio, occorre essere in comunione con Dio, e Gesù allora cerca il contatto con il Padre, i “luoghi deserti”, lontani dal chiasso, che portino all’incontro, all’ascolto, alla preghiera che informa poi l’agire. Tra certi gruppi di cristiani è di moda “fare deserto”. Ma aldilà della moda è importante che ogni persona che vuol fare la volontà di Dio si porti dentro un po’ di deserto per incontrare Dio. Riesci qualche volta a spegnere la televisione la radio, i giornali per trovare, nel silenzio, te stesso e Dio? Nelle tue giornate più affannose riesci a ritagliarti “l’angolo di Dio”?
E’ proprio quell’angolo che poi ti permetterà di incontrare Dio negli altri e di portare Dio agli altri.
GIOVEDI’ 7 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Grato d’Aosta; San Chiaffredo di Saluzzo.
Una scheggia di preghiera:
SALI SULLA MIA BARCA, SIGNORE E GUIDAMI TU.
HANNO DETTO: Un verbo forte, “dare”. Il primo verbo di un futuro nuovo. (Ermes Ronchi)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi vive a braccia aperte, di solito, non fa carriera, ma trova tanta gente da abbracciare.
UN ANEDDOTO: Predicava San Giovanni Crisostomo: “Molti marosi e minacciose tempeste ci sovrastano, ma non abbiamo paura di essere sommersi, perché siamo fondati sulla roccia. Infuri pure il mare, non potrà sgretolare la roccia. Ho con me la sua Parola: questa è il mio bastone, la mia sicurezza, il mio porto tranquillo. Anche se tutto il mondo è sconvolto, ho tra le mani la Scrittura, leggo la Parola. Essa è la mia sicurezza e la mia difesa.”
PAROLA DI DIO: Col 1,9-14; Sal 97 (98); Lc 5,1-11
Vangelo Lc 5, 1-11
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Parola del Signore
“QUANDO EBBE FINITO DI PARLARE, DISSE A SIMONE: PRENDI IL LARGO E GETTATE LE RETI PER LA PESCA”.
Nell’Antico Testamento troviamo spesso l’affermazione: “Non si può vedere Dio e poi vivere”. Leggendo il Vangelo di oggi possiamo dire: “Non si può incontrare Gesù e continuare a vivere come prima”. Pietro lo ha imparato fin dal primo incontro con Gesù.
Gesù lo ha preparato alla sua missione togliendogli le sue sicurezze, confondendolo sull’opinione che aveva di sé. Tutto è cominciato quel mattino, sul lago quando Gesù gli ha chiesto in prestito la barca per poter parlare meglio alla folla. E, mentre Gesù parlava, Pietro lo ascoltava con interesse, con approvazione e, forse, anche con una certa fierezza per quello che si diceva dalla ‘sua barca’. Gesù parlava molto bene, decisamente meglio di quello che aveva ascoltato fino ad allora nella sinagoga o altrove. Ma le prediche non erano il forte di Pietro. Poteva apprezzare un buon predicatore, ma il suo mestiere era quello di pescare e pescava bene. Ed è per questo che, quando ebbe finito di parlare, Gesù si volta verso Pietro e gli dice: “Ora, Pietro, si va a pescare”. Pietro rimane sorpreso come se il Signore avesse letto il suo pensiero, ma risponde da professionista: “Abbiamo faticato tutta la notte. Io conosco il lago, le correnti, i momenti in cui gettare le reti, eppure nulla. Per oggi non c’è niente da fare”. “Andiamo ugualmente”, disse Gesù e si produsse il miracolo da cui Pietro fu completamente confuso. Là, nel suo campo, nella sua competenza, sul suo proprio terreno, Gesù l’aveva battuto e gli veniva rivelato che aveva bisogno del Signore anche riguardo a quello che credeva di sapere meglio. E così comincia ogni vera vocazione cristiana. In certi momenti la religione cessa di essere un articolo di lusso, una prova della nostra buona educazione, un segno della nostra cultura. Costatiamo improvvisamente che per compiere i nostri doveri ordinari, per amare nostra moglie e nostro marito, per accettare un figlio, per sopportare il nostro lavoro, per vivere un giorno solo della nostra esistenza, bisogna cedere il posto in noi ad un altro, bisogna pregare, dobbiamo essere aiutati, bisogna che ci venga tesa una mano. Come San Pietro ha imparato che ci voleva nientemeno che la presenza di Cristo nella sua barca per poter solamente pescare, noi sappiamo che se restiamo onesti, fedeli , fiduciosi, è per una grazia incomprensibile che forse ci può riempire di confusione, ma che si rinnova così fedelmente che è bello vivere sospesi ad essa.
VENERDI’ 8 SETTEMBRE: NATIVITA’ DELLA BEATA VERGINE MARIA
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ugo di Volterra; Beato Federico Ozanam.
Una scheggia di preghiera:
TI SALUTO O MARIA PIENA DI GRAZIA MADRE DI GESU' E MADRE NOSTRA.
HANNO DETTO: L’amore va sempre per questa strada: di dare la sua vita. Vivere la vita come un dono, un dono da dare. Non un tesoro per conservare. (Papa Francesco)
SAGGEZZA POPOLARE: Accada quel che accada, anche il sole del giorno peggiore tramonta. (Proverbio Cinese)
UN ANEDDOTO: Udii un vecchio confratello ragionevole e buono, perfetto e santo, dire: "Se sentirai la chiamata dello Spirito, ascoltala e cerca di essere santo con tutta la tua anima, con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze. Se, però, per umana debolezza non riuscirai ad essere santo, cerca allora di essere perfetto con tutta la tua anima, con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze. Se, tuttavia, non riuscirai ad essere perfetto a causa della vanità della tua vita, cerca allora di essere buono con tutta la tua anima, con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze. Se, ancora, non riuscirai ad essere buono a causa delle insidie del Maligno, cerca allora di essere ragionevole con tutta la tua anima, con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze. Se, infine, non riuscirai ad essere santo, né perfetto, né buono, né ragionevole a causa del peso dei tuoi peccati, allora cerca di portare questo peso di fronte a Dio e affida la tua vita alla sua misericordia. Se farai questo senza amarezza, con tutta umiltà e con giovialità di spirito a causa della tenerezza di Dio che ama gli ingrati e i cattivi, allora incomincerai a capire cosa sia ragionevole, imparerai ciò che è buono, lentamente aspirerai ad essere perfetto, e infine anelerai ad essere santo. Se farai questo ogni giorno, con tutta la tua anima, con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze, allora io ti garantisco, fratello: sarai sulla strada di Francesco, non sarai lontano dal Regno di Dio!". (L. Boff)
PAROLA DI DIO NELLA NATIVITA DI MARIA: Mi 5,1-4a opp. Rm 8,28-30; Sal 12 (13); Mt. 1,1-16.18-23
Vangelo Mt 1,1-16.18-23 (Forma breve: Mt 1,18-23)
Dal vangelo secondo Matteo
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
[Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.] Parola del Signore
“MARIA ESSENDO PROMESSA SPOSA A GIUSEPPE...”.
Siamo davanti ad una comune coppia di fidanzati, che, secondo le usanze del loro tempo, vive la sua storia d’innamoramento e il desiderio di costruire una famiglia.
Dio si serve delle gioie umane e dell’amore per realizzare il suo piano. Dio ha bisogno del calore della tua famiglia, per testimoniare che l’amore è possibile; ha bisogno del tuo esempio per i più piccoli; ha bisogno della tua fedeltà per manifestare la sua fedeltà.
SABATO 9 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Osanna; San Pietro Claver.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, SIGNORE, DI TUTTI I TUOI DONI.
HANNO DETTO: Molti servono Gesù quando li consola, ma pochi sono disposti a tener compagnia a Gesù che dorme in mezzo ai marosi. Chi vorrà dunque servire Gesù per Gesù solo? (Santa Teresa di Gesù Bambino)
SAGGEZZA POPOLARE: Il sole non dimentica alcun villaggio. (Proverbio Africano)
UN ANEDDOTO: "Dio è dentro il nostro cuore per dirti che devi essere bravo" scrive una bambina nel quaderno di catechismo. La catechista le domanda: "E se una bambina non lo ascolta?". La bambina sgrana gli occhi e risponde tranquilla: "Oh, lui ripete".
PAROLA DI DIO: Col 1,21-23; Sal 53 (54); Lc 6,1-5
Vangelo Lc 6, 1-5
Dal vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Parola del Signore
“PERCHÉ FATE IN GIORNO DI SABATO QUELLO CHE NON È LECITO?”
La frase del Vangelo di oggi ci permette di fare alcune riflessioni sulla domenica.
Fino ad alcuni anni fa, la Chiesa per ricordarci il giorno del Signore era addirittura intransigente: assolutamente nessun lavoro servile, obbligatorietà della Messa, digiuno da mezzanotte per chi voleva comunicarsi; pena per chi non osservava: peccato mortale. Poi giustamente, pensando al fatto che Gesù non è un leguleio, queste norme sono state temperate. Il guaio è che poco per volta, per molti si è perso il senso fondamentale della domenica. Essa, per molti, è ancora, insieme al sabato un giorno di festa, ma esclusivamente per divertirsi, per avere tempo per sé. La Messa è importante, quando c’è tempo, dopo tutti gli altri impegni. E pensare che la domenica dovrebbe ricordarci che il Signore è Colui che ci dà il tempo, che l’amore di Dio si riversa su di noi. La Messa dovrebbe riempirci di gioia per la possibilità di comunione con Gesù, con la sua parola e con i fratelli. Non si tratta di diventare di nuovo degli “osservanti” ma di riscoprire i doni che ci vengono dati.
DOMENICA 10 SETTEMBRE: 23^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agabio di Novara; San Nicola da Tolentino.
Una scheggia di preghiera:
GESU' ABBI MISERICORDIA DI TUTTI, ANCHE DI COLORO CHE MI SONO CONTRARI.
HANNO DETTO: Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro. (San Giovanni Paolo II)
SAGGEZZA POPOLARE: Rendi il tuo spirito simile al vento, che passa su tutte le cose senza attaccarsi a nessuna di esse. (Proverbio Zen)
UN ANEDDOTO: Un padre orientale, ormai al passo supremo della vita, così si rivolse ai suoi figli:"Figli cari, abbiate un sogno! Abbiate un bel sogno, il sogno di tutta la vita. La vita umana che ha un sogno è lieta. Una vita che segue un sogno si rinnova di giorno in giorno. Figli miei cari, abbiate un sogno, passate la vita cercando di realizzare quest'unico sogno, senza distogliervi lo sguardo, senza sostare, avanzando sempre sulla stessa strada. Ma ricordate: se questo sogno sarà piccolo, anche il frutto della vostra vita sarà piccolo; se questo sogno sarà basso, anche la vostra vita sarà meschina. Ma se il vostro sogno sarà bello, sarà grande, sarà originale, anche la vostra vita sarà bella, grande, originale. Un sogno così non può avere di mira l'interesse egoistico; il vostro deve essere un sogno che mira a rendere liete non soltanto le persone tutte, ma l'intera umanità, anche quelli che verranno dopo di voi. Se il vostro sogno sarà cosa che fa gioire tutta l'umanità, farà gioire anche il Signore".
PAROLA DI DIO: Ez 33,1.7-9; Sal 94 (95); Rm 13,8-10; Mt 18,15-20
Vangelo Mt 18, 15-20
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». Parola del Signore
“SE IL TUO FRATELLO COMMETTERA' UNA COLPA CONTRO DI TE, VA’ E AMMONISCILO”.
Gesù oggi parla di correzione fraterna. Ora questa può avvenire perché si è fratelli. Si ammonisce perché si ama. La correzione non può mai essere una inconscia vendetta o un mascherare un istinto di superiorità. Deve stare a cuore unicamente il bene del fratello. Perciò in essa deve esserci sempre verità e carità insieme, il peccato va denunciato, condannato ma il peccatore va capito, accolto, perdonato, protetto, amato. E se non si viene ascoltati?
Gesù annuncia tutta una serie di passaggi (incontro personale, con dei testimoni, attraverso l’intervento della comunità) prima dell’esclusione. E anche quando si arriva a questa, essa è unicamente per il bene della persona o per salvaguardare la comunità dal male. E se si dovesse diventare “nemici”?
E’ ancora Gesù che ci invita a pregare per i nemici. Quando si prega davvero per una persona, l’odio non può attaccare le sue radici su di noi.
LUNEDI’ 11 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Emiliano; Sant’Agatone di Scete.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE PER TUTTO IL BENE CHE C'E' NEL MONDO.
HANNO DETTO: L'amore non è una cosa che si può insegnare, ma è la cosa più importante da imparare. (San Giovanni Paolo II)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono dei ripari ed altri costruiscono dei mulini a vento. (Proverbio Cinese)
UN ANEDDOTO:La vita è come una partita in cui ciascun giocatore sfrutta come meglio può le carte che gli sono toccate. Chi insiste a giocare non con le carte che ha ricevuto ma con quelle a cui sostiene di aver diritto, è destinato a fallire nella vita. Non ci vien chiesto se vogliamo giocare. Su questo non c'è scelta, tutti devono partecipare. Sta a noi decidere come.
Parola di Dio: Col 1,24-2,3; Sal 61 (62); Lc 6,6-11
Vangelo Lc 6, 6-11
Dal vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Alzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù. Parola del Signore
“I FARISEI FUORI DI SE' DALLA COLLERA, SI MISERO A DISCUTERE TRA LORO SU QUELLO CHE AVREBBERO POTUTO FARE A GESU'.”
Il Vangelo di oggi ci parla della guarigione di un uomo che aveva la mano rattrappita. Lui era un malato, ma la figura delle mani rattrappite, chiuse indicano spesso l’avarizia, la grettezza di cuore. E questa è tipica dei farisei. Ma mentre Gesù può operare la guarigione della mano malata, Gesù non può guarire il cuore rattrappito di questi fanatici osservanti della legge. La rabbia degli scribi e dei farisei nella sinagoga è dovuta alla loro incapacità di vedere nell’opera di Gesù l’opera stessa di Dio. Stanno a recriminare la non osservanza di un precetto e non riescono a lodare Dio per un uomo guarito da Gesù. Quando la fede non è più un rapporto d’amore diventa solo osservanza di leggi, commercio (se osservo quel comandamento, merito un premio), oppure diventa un dimenticarci dei fratelli e si arriva all’assurdo di pensare che per una legge religiosa un malato debba rimanere tale, quando non amiamo veramente, questo rischio c’è anche per noi!
Quando il nostro cuore non sa più commuoversi davanti al dolore di un altro, quando non sentiamo la gioia per il bene che qualcuno ha ricevuto, quando solo il calcolo conta per noi, diventiamo inguaribili. Neanche Gesù può nulla con un cuore rattrappito, chiuso in se stesso.
MARTEDI’ 12 SETTEMBRE: SANTO NOME DI MARIA
Tra i santi ricordati oggi: San Silvino; San Defendente.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE DEL BATTESIMO COL QUALE MI HAI CHIAMATO PER ESSERE TUO FIGLIO.
HANNO DETTO: La gioia è la più bella creatura uscita dalle mani di Dio dopo l'amore. (San G. Bosco)
SAGGEZZA POPOLARE: All'uomo limosiniero Iddio è tesoriero.
UN ANEDDOTO: Un signore organizzò un viaggio in Cina per conoscere parte dei suoi tanti misteri ed ammirare questo popolo così numeroso. Dopo pochi giorni che si trovava lì, s'innamorò follemente di una donna cinese. Poiché non conosceva la lingua, a malapena poteva comunicare con lei a gesti. Tutto il suo affetto passava attraverso le diverse espressioni, ma non attraverso la parola. Una volta tornato al suo paese, poiché non poteva capire le sue lettere, si mise a studiare la difficile lingua cinese. Così la sua relazione con la donna poteva continuare. Ci vollero mesi ed anni perché arrivasse a dominare la lingua. Fece un dottorato in lingua cinese, divenne un famoso sinologo, teneva conferenze sull'arte e la cultura cinese, viaggiava in tutto il mondo. Ma la lingua e la cultura cinese, i viaggi e la fama lo assorbirono così tanto che arrivò a dimenticare la donna della quale un tempo era stato innamorato. E soltanto in alcuni momenti del suo gran daffare ricordava con nostalgia quel primo amore per il quale aveva iniziato tutto e che aveva fatto cambiare direzione alla sua vita. Indubbiamente è molto importante riuscire ad andare in alto e ad innamorarsi, ma lo è anche riuscire a far sì che quell'amore scenda e sia presente nel quotidiano.
PAROLA DI DIO: Col 2,6-15; Sal 144 (145); Lc 6,12-19
Vangelo Lc 6, 12-19
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Parola del Signore
“NE SCELSE DODICI AI QUALI DIEDE IL NOME DI APOSTOLI”.
Davanti alla chiamata degli apostoli possono nascere diverse domande: Perché proprio quei dodici e non altri?
Perché da parte di Gesù la scelta cade su persone che in fondo non avevano poi grandi doti ma erano semplici popolani?
Oggi dicono che il Signore chiama ancora, ma come mai ci sono così poche risposte alle sue chiamate?
Non ho mai sentito in diretta la sua voce!
In fondo, la vocazione non è altro che un insieme di indirizzi che la vita suggerisce: sei nato in quella famiglia, sei stato educato in quel modo, hai incontrato quella persona in fondo non poteva andare diverso siamo un po’ tutti burattini in mano ad una serie di situazioni. Guardando la chiamata degli apostoli vedo che essi sono giunti a Gesù in modi diversi: qualcuno è stato chiamato direttamente da Gesù (ma anche in questo caso, per decidere di andargli dietro dovevano almeno averne sentito parlare prima), qualcun altro è stato portato a Gesù dai primi apostoli. In ogni caso prima di sceglierli Gesù prega il Padre. Allora capisco che la chiamata è dono, che può arrivare in mille modi diversi, che Dio si serve anche di situazioni, di incontri, di sentimenti che ci sono nel nostro cuore per parlarci, che il modo migliore per capire che cosa Dio voglia da noi sia quello di metterci in ascolto, della coscienza, delle situazioni che viviamo, della Scrittura, ma che soprattutto il modo migliore per capire quale sia la volontà di Dio su di noi sia quello di pregarci sopra. Non penso di essere un burattino, penso di essere una persona amata da Dio con il meraviglioso ma terribile dono della libertà. Se nella mia vita riesco a capire che cosa Dio voglia da me e riesco a rispondergli liberamente, nonostante tutti i limiti e i peccati che posso avere, allora ho risposto davvero alla sua chiamata, allora ho realizzato la mia vocazione.
MERCOLEDI’ 13 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Crisostomo; San Maurilio.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE HO CAPITO POCO MA CREDO IN TE.
HANNO DETTO: Il demonio ha paura della gente allegra. (Don Bosco)
SAGGEZZA POPOLARE: L'amore di carnevale muore in quaresima. (proverbio Toscano)
UN ANEDDOTO: Negli antichi codici, c'è la storia di una fanciulla, che aveva fatto parte del gruppo delle donne che avevano seguito Gesù fin sul Calvario. Era una giovane timida, silenziosa e riservata. Alla notizia della Risurrezione, non aveva avuto bisogno né di visioni né di conferme. Aveva creduto subito. E spinta da un'audacia mai avuta prima, si era fatta pellegrina per annunciare le parole di Gesù. Non aveva più paura. Predicava nelle città e nei villaggi. Un giorno le si avvicinò un uomo, che era stato profondamente impressionato dalla sua testimonianza. E le chiese: "Dimmi, qual è il segreto del tuo coraggio?". "L'umiltà. Così mi ha insegnato il Maestro". L'uomo stette un attimo in silenzio, poi chiese ancora: "E a che cosa serve l'umiltà?". "A dire per prima: Ti voglio bene!".
PAROLA DI DIO: Col 3,1-11; Sal 144 (145); Lc 6,20-26
Vangelo Lc 6, 20-26
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri,perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti». Parola del Signore
“BEATI VOI, POVERI… MA GUAI A VOI, RICCHI”.
E’ proprio vero che l’abitudine riesce a livellare tutto. Davanti ad una pagina di Vangelo come quella odierna (e abbiamo anche il coraggio di chiamarla magna carta di tutto il cristianesimo) dovremmo rimanere perplessi se non scandalizzati, scossi e invogliati a fare grandi cambiamenti nel nostro modo di vivere, e invece assorbiamo tranquillamente che il Signore chiami “Beati i poveri “ e lanci dei “Guai” ai ricchi. Ma se noi facciamo di tutto con le nostre scelte di vita per realizzare l’opposto!
Con falsa ‘umiltà cristiana’ diciamo che per noi il denaro è un mezzo che ci serve, però ne abbiamo una buona scorta in banca “per i tempi difficili”. Siamo disposti a sopportare un po’ di fame, ma solo quando siamo costretti alla dieta perché abbiamo mangiato troppo. Facciamo di tutto per essere apprezzati e applauditi dagli uomini e quando questo non succede, lanciamo saette contro chi ci è contrario o anche solo non la pensa come noi. Come la mettiamo con le beatitudini?
Sono forse solo le parole di un esaltato religioso?
O sono delle indicazioni vaghe per farci capire che il troppo, nelle cose materiali, poi stroppia?
E spesso, chi ha cercato di prendere sul serio questa pagina ne ha fatto un impegno talmente duro da renderla una pagina di ascesi piena di timori e di paure, di rinunce e di penitenze. Eppure, proprio qui troviamo tutto il Vangelo della gioia vera. Gesù ci dice ‘fortunati’, ‘beati’ se abbiamo capito che la vera felicità non è nelle cose che passano, se abbiamo capito che la sofferenza può tramutarsi in grazia per noi e per gli altri, se per amore di Dio e del prossimo siamo disposti a perdere la faccia davanti ad un mondo che si fa beffe di tutti coloro che non la pensano come lui. Se so apprezzare le cose, ma non ne divento schiavo, sono felice perché godo di piena libertà; se non dipendo dall’opinione degli altri e faccio delle scelte libere, sono l’uomo più contento e in pace con sé, perché mi rispetto; se cerco di trasformare le mie e le altrui sofferenze in liberazione, in grazia, sono davvero un benefattore dell’umanità.
GIOVEDI’ 14 SETTEMBRE: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
Tra i santi ricordati oggi: San Cornelio; Santa Placilla.
Una scheggia di preghiera:
GESU' CROCIFISSO, ABBI MISERICORDIA!
HANNO DETTO: Ognuno vorrebbe stare sul monte Tabor a vedere Cristo trasfigurato: accompagnar Cristo sul monte Calvario pochi vorrebbero. (San Filippo Neri)
SAGGEZZA POPOLARE: La bestemmia si volta e vira, torna in testa a chi la tira. (proverbio Corso)
UN ANEDDOTO: E' bello tutto ciò che unisce cielo e terra: l'arcobaleno, la stella cadente, la rugiada, i fiocchi di neve; la cosa più bella però è il sorriso di un bambino che non ha ancora dimenticato i prati del cielo. (Zenta Maurina Raudive)
PAROLA DI DIO DELL’ESALTAZIONE DELLA CROCE: Nm. 21,4b-9 opp. Fil 2,6-11; Sal.77; Gv. 3,13-17
Vangelo Gv 3, 13-17
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Parola del Signore
“BISOGNA CHE IL FIGLIO DELL’UOMO SIA INNALZATO PERCHE’ CHIUNQUE CREDE IN LUI ABBIA LA VITA ETERNA”.
Sovente mi fermo davanti alla croce di Gesù. Su di essa si possono fare le riflessioni più diverse: si può pensare all’assurdo della croce: può un Dio morire in modo così crudele condannato da uomini che Lui è venuto a salvare e che invece lo considerano un bestemmiatore?
Può Dio Padre volere che suo Figlio soffra così tanto?
Si può pensare alla forza ed al coraggio dell’uomo Gesù che accetta per amore questa sofferenza. Si può pensare ai tanti crocifissi che oggi ci sono nel mondo. Si può pensare ai nostri peccati che in fondo sono la causa di quella croce. Si può pensare alla cattiveria degli uomini che hanno studiato e studiano simili strumenti di tortura. Si può aver compassione di Gesù fino quasi a sentire le sue sofferenze nella nostra carne. Penso che ciascuno di noi prima o poi, davanti alla croce abbia sperimentato questi o altri sentimenti, ma oggi, in questa festa da un titolo umanamente assurdo: “Esaltazione della croce”, ringrazio Dio che mi ha fatto giungere quest’altro pensiero. Gesù è il Re dell’universo, ma non ha un trono. Il suo trono è una croce. Nel ‘Credo' noi diciamo che Egli verrà a giudicare i vivi e i morti, ma ci giudicherà dal suo trono, dalla croce, non per niente coloro che lo hanno visto risorto lo hanno visto con le piaghe della passione. “Il Figlio non è venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo”. E allora, se ai piedi di quella croce riconosco il peccato e il male che è in me, se sento compassione per le sue sofferenze e per quelle degli uomini, se accetto la sua croce come un atto di amore totale nei miei confronti e nei confronti di tutti gli uomini, allora scopro che il segno di croce del mio Battesimo mi ha salvato, che quello della confessione mi ha redento, che quello dell’ultima unzione mi unirà totalmente a Lui e allora quella croce non potrà condannarmi ma solo salvarmi.
VENERDI’ 15 SETTEMBRE: BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA
Tra i santi ricordati oggi: San Nicomede; Sant’Emilio di Cordoba.
Una scheggia di preghiera:
CON TE MARIA, VERSO GESU'.
HANNO DETTO: Chiediamo a Maria di aiutarci a tenere lo sguardo ben fisso su Gesù, a seguirlo sempre, anche quando è impegnativo. (Papa Francesco)
SAGGEZZA POPOLARE: Allunga le gambe fin quanto hai coperta. (prov. Albanese)
UN ANEDDOTO: "Se prendo un sassolino grosso così, e lo depongo sulla superficie del lago, andrà a fondo o galleggerà?". "Andrà a fondo", rispose ."E se prendo cento grosse pietre, le metto in una barca e spingo la barca in mezzo al lago, andranno a fondo o galleggeranno?". "Galleggeranno". "Allora cento pietre e una barca sono più leggere di un sassolino?". Non sapeva che cosa rispondere. E il vecchio spiegò:"Così avviene agli uomini. Un uomo anche se ha molto peccato ma si appoggia a Dio, non cadrà nell'inferno. Invece l'uomo che fa il male anche una volta sola, e non ricorre alla misericordia di Dio, andrà perduto".
PAROLA DI DIO B.V. MARIA ADDOLORATA: Eb. 5,7-9; Sal. 30 (31); Gv. 19,25-27 opp. Lc. 2,33-35
Vangelo Gv 19, 25-27
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Parola del Signore
STAVANO PRESSO LA CROCE DI GESÙ SUA MADRE, MARIA DI CLEOFA, MARIA DI MAGDALA E IL DISCEPOLO CHE EGLI AMAVA.
Poco per volta si è fatto il vuoto: i miracolati, ricevuta la grazia sono andati a casa; i curiosi ormai hanno visto come è andata a finire, gli Apostoli si sono rintanati e dispersi per paura: restano la Madre, la sorella della madre, una peccatrice perdonata e un discepolo ancor ragazzo. E' la solitudine appena lenita da chi veramente sa amare perché quei quattro sanno amare veramente e ti ringrazio, Signore, perché insieme a tua Madre, tra chi sa amare sul serio hai voluto una peccatrice. Amare come tua Madre non son capace, insegnami almeno ad amare come la Maddalena.
SABATO 16 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Cipriano; Sant’Eufemia.
Una scheggia di preghiera:
FA' CRESCERE IN NOI FRUTTI DI CARITA' VERA.
HANNO DETTO: “Ogni giorno cambiamo, ogni giorno moriamo, eppure ci vagheggiamo eterni”. (San Girolamo)
SAGGEZZA POPOLARE: Bisogna lavorare come se non si dovesse morire mai; e bisogna pensare come se si dovesse morire domani. (prov. Abruzzese)
UN ANEDDOTO: Un profeta importunava Dio continuamente: "Perché non fai questo? Perché non sistemi quello? Vuoi che le cose continuino così? Avanti intervieni! Presto, non tardare! Che sarà del mondo se va avanti di questo passo?". Finalmente Dio gli parlò. "Perché te la prendi tanto?" gli disse. "Lascia passare questi trentacinquemila anni e poi vedremo...". Il tempo di Dio non è il tempo degli uomini.
PAROLA DI DIO: 1Tm 1,15-17; Sal 112 (113); Lc 6,43-49
Vangelo Lc 6, 43-49
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande». Parola del Signore
“OGNI ALBERO SI RICONOSCE DAL SUO FRUTTO”.
Tante volte ci riteniamo specialisti nel riconoscere dalle apparenze i buoni e i cattivi e poi abbiamo delle amare sorprese. Infatti, per riconoscere la bontà di una pianta non basta vedere se ha tanti rami, tante foglie e neppure la bellezza dei frutti è sufficiente, occorre vedere se essi sono commestibili. Quante persone sia dentro che fuori della Chiesa, pretendono di essere cristiani ma ciò che conta è il cuore, l’interiore profondo dell’uomo. Cioè, bisogna che i gesti esteriori corrispondano ad una qualità di fondo, che i nostri gesti religiosi, per esempio, provengano da una fede interiorizzata. Provo allora oggi a chiedermi: sono un buon albero da frutto o un albero da foglie?
Le mie azioni partono da un cuore che ha interiorizzato l’amore di Dio, o sono solo frutto di convenienze, di esteriorità?
DOMENICA 17 SETTEMBRE: 24^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: San Roberto Bellarmino; Santa Arianna,martire.
Una scheggia di preghiera:
DONACI, SIGNORE LA GIOIA DEL PERDONO E DEL PERDONARE.
HANNO DETTO: Non è tempo di dormire, perché il Paradiso non è fatto pei poltroni. (S. Filippo Neri)
SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo che riesce a vedere le cose piccole ha la vista limpida e il cuore sereno. (prov. Cinese)
UN ANEDDOTO: Un giorno ad uno dei Padri del deserto fu chiesto come avesse imparato a pregare senza interruzione ed egli rispose: "Quando venni in questo deserto solitario la sera avevo paura che mi assalissero le fiere e pregavo il Signore che mi liberasse dai pericoli; quando sopravvenivano la fame e la sete, pregavo Dio che provvedesse a questi miei bisogni, quando la tentazione di tornare nel mondo mi assaliva, supplicavo il Signore che venisse in mio aiuto e non permettesse che io cadessi nelle grinfie del maligno; sperimentando la bontà e la misericordia di Dio verso di me peccatore, ero mosso a renderGli vive azioni di grazie e a lodarLo. A poco a poco la preghiera divenne in me spontanea e imparai a rivolgermi a Dio in ogni cosa, ora non posso più fare a meno di pregare perché la preghiera è divenuta per me come il respiro"
PAROLA DI DIO: Sir 27,30-28,7; Sal 102 (103); Rm 14,7-9; Mt 18,21-35
Vangelo Mt 18, 21-35
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Parola del Signore
“NON TI DICO DI PERDONARE FINO A SETTE VOLTE, MA FINO A SETTANTA VOLTE SETTE.”
"Padre, mi dica quello che vuole, ma questa volta, dopo tutto quello che ha fatto non posso perdonano un'altra volta!"
Conoscendo la triste storia di quella signora che mi parlava, umanamente non sapevo darle torto. Umanamente c'è un limite a tutto!
Ma il Vangelo non è solo umano!
Parte dalla nostra umanità ma vuoi portarci a pensare e ad agire come Dio. Certo, magari non tutto d'un colpo, ma è lì che dobbiamo mirare. Nel duro cammino dell'imparare la strada del perdono e della misericordia c'è una cosa sola che ci aiuta profondamente: guardare a come Dio perdona a noi. Se dopo tanti anni di peccati, di recidività Dio mi vuole ancora bene, è ancora misericordia, disponibilità nei miei confronti come posso io dichiararmi indisponibile a camminare verso il perdono e l'amore del fratello anche se più volte mi ha offeso e anche se dubito che nella sua debolezza mi offenderà ancora?
LUNEDI’ 18 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Lamberto; San Giovanni Macias.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE,TU MI AMI ANCHE SE NON SONO DEGNO DI TE.
HANNO DETTO: Buttatevi in Dio, buttatevi in Dio, e sappiate che se vorrà qualche cosa da voi, vi farà buoni in tutto quello in cui vorrà adoperarvi. (San Filippo Neri)
SAGGEZZA POPOLARE: Le banane non sorvegliate appartengono a tutti. (Proverbio del Gabon)
UN ANEDDOTO: Un giorno San Francesco così rimproverò un Frate dalla faccia mesta: "Perché mostri così la tristezza e l'angoscia dei tuoi peccati? E’ una questione tra te e Dio. Pregalo che nella sua misericordia ti doni la gioia della salvezza. Ma in presenza mia e degli altri procura di mantenerti lieto. Non conviene che il servo di Dio si mostri depresso e con la faccia dolente al suo fratello o ad altra persona".
PAROLA DI DIO: 1Tm 2,1-8; Sal 27 (28); Lc 7,1-10
Vangelo Lc 7, 1-10
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. Parola del Signore
"SIGNORE, NON DISTURBARTI, IO NON SONO DEGNO CHE TU ENTRI SOTTO IL MIO TETTO".
Il Vangelo non finisce mai di sorprenderci. In uno scritto del genere ci aspettiamo che i buoni esempi vengano dai pii, magari dagli apostoli, gli eletti, i prescelti, o dai professionisti della religione come i farisei, e invece è un centurione romano che ci viene proposto da Gesù come esempio di fede. Ma questo, invece che scandalizzarmi, mi riempie di gioia perché capisco che davvero il Regno di Dio è per tutti e arriva a tutti, anche al di là degli schemi e delle formazioni religiose che ne vogliono avere l’esclusiva. Questo centurione che forse non conosceva neanche le radici della fede ebraica, che certamente non conosce Gesù, ne ha solo sentito parlare, invece di approfittare del suo ruolo è uno che “si interessa al popolo”, è uno che ha aiutato la costruzione della sinagoga, è una persona che sa chiedere e che motiva le sue richieste in modo umano corretto e rispettoso, è uno che ama il suo servo e non lo tratta affatto da schiavo anche se ha una precisa idea di ciò che vuol dire comandare e ubbidire. E sono anche felice che la Chiesa cattolica abbia preso proprio le parole di questo centurione e ce le faccia ripetere prima di accostarci all’Eucaristia. Se davvero le facciamo nostre, queste parole esprimono il giusto atteggiamento davanti al mistero e al dono di quel Pane.
MARTEDI’ 19 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Gennaro;Sant’Abbone di Metz.
Una scheggia di preghiera:
GESU' ABBI PIETA' DI TUTTI QUELLI CHE SOFFRONO.
HANNO DETTO: Non avere paura di chiedere perdono a Dio. Lui non si stanca mai di perdonarci. Dio è pura misericordia. (Papa Francesco)
SAGGEZZA POPOLARE: Coloro che salgono in una stessa piroga, hanno le stesse aspirazioni. (Proverbio del Senegal)
UN ANEDDOTO: Un giorno il padre mostrava a Pippo Buono l’albero genealogico dei Neri, su cui stavano scritti i nomi di tanti illustri personaggi della sua famiglia. Il padre ricordava al giovanetto come le antiche glorie del suo casato risalivano a tre secoli addietro e, convinto di far piacere al figlio, incominciò a narrare le gesta gloriose dei più celebri membri. Ma il giovinetto, che sapeva quanta vanità vi fosse nelle parole del padre, annoiato da quelle narrazioni, esclamò:“Parlami d’altro, babbo, perché quanto tu mi narri non mi riguarda.” – “Come? Non è forse un onore per te appartenere a una famiglia così illustre?” Filippo Neri, quasi indispettito da una simile domanda, prese la pergamena dell’albero genealogico tra le mani, la lacerò con un gesto rapido, inesorabile, dicendo: “Meglio mille volte avere il proprio nome scritto in cielo!
PAROLA DI DIO: 1Tm 3,1-13; Sal 100 (101); Lc 7,11-17
Vangelo Lc 7, 11-17
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, alzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante. Parola del Signore
VEDENDOLA, IL SIGNORE FU PRESO DA GRANDE COMPASSIONE PER LEI E LE DISSE: «NON PIANGERE!»
Questa frase ci dice tante cose di Gesù e del suo messaggio. Chi non si commuoverebbe davanti alla sepoltura di un ragazzo e davanti al dolore di una mamma che ha perso il suo unico figliolo?
Anche Gesù ha compassione, e il suo con-patire diventa concretezza. Questo atteggiamento Dio lo prova verso tutte le situazioni di dolore, anche verso quelle situazioni che Egli non risolve secondo le nostre attese e soprattutto secondo la nostra fretta e il nostro metro. Però una cosa è certa: il dolore è un prodotto del peccato umano e Dio non gode per il dolore come non gode per il peccato. Egli ha compassione e la sua compassione è attiva, è una compassione che vuole modificare la folle situazione creata dal peccato umano. “Donna non piangere!”
E’ lo stesso comando che Gesù ripete di fronte a tutte le situazioni di dolore. Non piangere. Cioè non perderti d’animo neanche davanti al dolore e alla malattia, non lasciarti vincere dalla sfiducia, prova ad entrare nel pensiero di Dio che ti dice che c’è ancora qualcosa più importante perfino della tua salute. Non piangere. Anche quando ti sembra ingiusto che una persona muoia giovane e ricorda che non è il numero degli anni che dà più valore alla vita, ma la qualità della vita che dà valore agli anni.
MERCOLEDI’ 20 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Kim,Paolo Chong e compagni; Santa Susanna.
Una scheggia di preghiera:
GESU' AIUTACI A VEDERE IL BENE.
HANNO DETTO: Con la Sua venuta tra noi, Gesù si è fatto vicino, ci ha toccato; anche oggi, attraverso i Sacramenti, Egli ci tocca. (Papa Francesco)
SAGGEZZA POPOLARE: Dio ti guardi da chi legge un libro solo. (prov. Toscano)
UN ANEDDOTO: Joaquìn Navarro-Valls, il portavoce di Giovanni Paolo II, intervistato dalla RAI il 21 Gennaio 2006, ha rivelato: “Il ricordo più bello ed emozionante che porto nel cuore di Giovanni Paolo II è legato a un fatto personale: la morte di mio padre. Per il funerale avevo fatto ritorno a casa. Il mattino stesso della cerimonia funebre, alle otto, sento squillare il cellulare. Era lui, il Papa in persona, che mi chiamava per porgermi le sue condoglianze e per chiedermi come stava mia madre. Un pontefice preso da tanti impegni si era ricordato di me e del mio povero papà”.
PAROLA DI DIO: 1Tm 3,14-16; Sal 110 (111); Lc 7,31-35
Vangelo Lc 7, 31-35
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli». Parola del Signore
“VI ABBIAMO SUONATO IL FLAUTO E NON AVETE BALLATO; ABBIAMO CANTATO UN LAMENTO E NON AVETE PIANTO”.
Chi parte con il piede sbagliato non è mai contento ed ha sempre qualcosa da brontolare. Gesù ricorda come Dio, in modi diversi ha manifestato il suo amore, ma molti hanno avuto da dire, da sindacare persino sul suo modo di agire. Quando non sappiamo capire e accettare il dono, tutte le scuse sono buone per non essere contenti. Un amico da anni mi dice: non so più come fare con mia suocera: andiamo a trovarla e si lamenta che disturbiamo la sua tranquillità; non andiamo per qualche giorno e tutti i vicini sanno che “dopo tanti sacrifici i giovani pensano solo a divertirsi e abbandonano i vecchi”; le ho dato il bianco in casa e non andava bene, le diamo qualche consiglio sulla salute e “vogliamo farla fuori”; i figli poi non sappiamo allevarli, i soldi non sappiamo amministrarli e se provi a dirle di investire un po’ meglio i suoi, ecco che dice che vogliamo vederla morta in fretta per prenderle l’eredità. Invece di essere brontoloni non sarebbe meglio accogliere con semplicità e umiltà i doni che ci vengono offerti?
GIOVEDI’ 21 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Matteo; San Gerolfo.
Una scheggia di preghiera:
GESU' IL TUO AMORE PREVENGA IL MIO EGOISMO.
HANNO DETTO: La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano. (Bayazid al Bistami)
SAGGEZZA POPOLARE: L'argilla è necessaria per modellare un vaso. Ma il suo uso dipende dal vuoto interno che si riesce a creare. (Detto Cinese)
UN ANEDDOTO: La cameretta di San Filippo Neri era sempre aperta, non solo di giorno ma anche di notte. Era un continuo andare e venire di gente che si recava da lui, chi per chiedere consiglio, chi per avere conforto e chi per sgravare il peso della propria coscienza agitata. Una volta Francesco Zazzera, data la grande affluenza di visitatori, chiuse la porta della stanza perché il santo avesse un po’ di riposo, questi con accento severo lo rimproverò: “Non ti ho forse detto e ripetuto che non voglio avere né ora né tempo che sia mia?” “Ma Padre”, rispose Zazzera: “Voi non riposate neanche un minuto!…” – “In Paradiso”, soggiunse Filippo, “troveremo riposo; in Paradiso!”.
PAROLA DI DIO: Ef 4,1-7.11-13; Sal 18 (19); Mt 9,9-13
Vangelo Mt 9, 9-13
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore
“NON SONO I SANI CHE HANNO BISOGNO DEL MEDICO, MA I MALATI”.
Rileggendo questa frase di Gesù mi veniva in mente quanto oggi si insista sulla medicina preventiva. C’è una medicina che si sforza di curare il male, ma tutti siamo invitati a gesti che prevengano l’insorgere del male. E allora, se pensi di essere abbastanza “sano” di fronte a Gesù, se quando vai a confessarti ti senti di dire: “Non ho peccati gravi” non sarà forse il caso di prevenire con più attenzione eventuali cadute?
“Chi sta in piedi badi a non cadere” ci suggerisce nella sapienza S. Paolo. Non sarà forse il caso di allenarci nella carità con qualche sacrificio, con qualche maggiore generosità?
Non sarà il caso di cercare qualche spazio in più di preghiera per maggiormente sentirci uniti a Colui che può tenerci in piedi?
VENERDI’ 22 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Maurizio; San Costanzo; Sant’Ignazio da Santhià.
Una scheggia di preghiera:
GESU' DONACI OCCHI E CUORE SEMPLICI E PURI.
HANNO DETTO: Un uomo che ha commesso un errore e non lo ha riparato, ha commesso un altro errore. (Confucio)
SAGGEZZA POPOLARE: Nessuno è nato sotto una cattiva stella; ci sono semmai uomini che guardano male il cielo. (Detto Buddista)
UN ANEDDOTO :Una barzelletta per imparare a pensare: Un signore entra in un negozio per comprare un pappagallo e il commesso gliene mostra tre. Il primo è uno splendido esemplare giallo e bianco, e ha un vocabolario di 300 parole. Il commesso gli riferisce che costa 5.000 dollari. Il secondo è ancor più ricco di colori del primo, e parla quattro lingue in modo scorrevole. Chiede il prezzo e il commesso risponde che vale 25.000 dollari. Vede infine il prezzo del terzo pappagallo, grigio e ispido, rintanato nella sua gabbia; chiede al commesso quante lingue parli e gli viene detto: Nessuna. A quel punto l'uomo chiede il prezzo; la risposta è: 100.000 dollari. Incredulo, chiede: Perché un pappagallo che non ha la ricchezza di colori del primo, e nemmeno l'abilità nel conversare del secondo, ha un prezzo così elevato? Il commesso sorride gentilmente e risponde: Questo pappagallo pensa!
PAROLA DI DIO: 1Tm 6,2c-12; Sal 48 (49); Lc 8,1-3
Vangelo Lc 8,1-3
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni. Parola del Signore
“C’ERANO CON LUI I DODICI E ALCUNE DONNE”.
Il problema femminile oggi ha fatto grandi passi (o, almeno, così si pensa). Ma credo che la mentalità nei confronti della donna stenti ancora molto sia nel mondo civile che in quello religioso ed anche che un certo modo di rivendicazione di diritto da parte di certi gruppi femministi non sia poi una vera liberazione se consiste nel permettere alla donna di caricarsi delle catene dell'uomo. Gesù, con buon scandalo dei benpensanti di allora, in una mentalità difficile per il popolo ebraico, gioiva della presenza, dell’aiuto di alcune donne. Ancora una volta ci accorgiamo che Gesù non guarda tanto ai ruoli prefissati dal costume, ma al cuore che con le sensibilità diverse dell’uomo o della donna, vuol però seguire e amare il suo insegnamento. Quanta ipocrisia o falso moralismo, quanta ricerca di potere e non di servizio in tante discussioni sul ruolo e il compito della donna nella Chiesa di oggi!
SABATO 23 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Pio da Pietralcina; San Lino.
Una scheggia di preghiera:
SOLO CON UMILTA' E SEMPLICITA' GIUNGEREMO A TE.
HANNO DETTO: “Una parola cattiva rende cattivi anche i buoni e una parola buona rende buoni anche i cattivi”. (Abba Macario)
SAGGEZZA POPOLARE: Tradimento piace assai, traditor non piace mai. (Proverbio italiano)
UN ANEDDOTO: Alcide De Gaspari, il grande statista italiano ricostruttore dell’Italia del dopoguerra, quando partecipò a Parigi alla grande assemblea dei rappresentanti «alleati vincitori» si adoperò perché la nostra nazione, così martoriata dagli eventi bellici, ottenesse una pace onorevole. Dopo le solenni sedute, amava rifugiarsi in una Chiesa e starsene serenamente in adorazione dell’Eucaristia. A coloro che ritenevano ciò una perdita di tempo rispondeva: «Inginocchiato davanti a Dio per restare ritto di fronte agli uomini!»
PAROLA DI DIO: 1Tm 6,13-16; Sal 99 (100); Lc 8,4-15
Vangelo Lc 8, 4-15
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza. Parola del Signore
“A VOI E’ DATO CONOSCERE I MISTERI DEL REGNO DI DIO, MA AGLI ALTRI SOLO IN PARABOLE PERCHE’ VEDENDO NON VEDANO E ASCOLTANDO NON COMPRENDANO”
Gesù usa il linguaggio delle parabole per parlare al cuore dei semplici e solo essi riescono a comprenderle. Vi dono oggi un brano di don Primo Mazzolari sull’argomento:
C’è più verità in una parabola evangelica che non so in quanti trattati filosofici o teologici. L’ignorante rispetta il mistero, mentre il dotto è nella continua tentazione di deformarlo o di coartarlo a propria somiglianza. L’ignorante si riserva un po’ di spazio per inginocchiarsi: il dotto lo ingombra con cifre, calcoli, parole, ragionamenti, macchine, strumenti che gli danno l’illusione o la pretesa di aver capito. Nell’immagine dell’ignorante c’è posto per la verità: nella formula del dotto, a volte, non ci sta dentro più nulla. E’ levigata, tornita, ricolma. Gli uomini usano chiamare verità un pensiero cui nulla si può aggiungere. L’umile custodisce con amore il più piccolo dei semi o una briciola di lievito: lo scienziato scompone anche il seme, scioglie anche il lievito.
DOMENICA 24 SETTEMBRE: 25^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: Santa Stefania, San Gerardo di Casnad.
Una scheggia di preghiera:
TRATTACI SECONDO LA TUA MISERICORDIA.
HANNO DETTO: L'importante non è di avere tante idee, ma di viverne una. (Ugo Bernasconi)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi è senza amici vive solo a metà. (Prov. Francese)
UN ANEDDOTO: Nella piccola chiesa di S. Egidio in Trastevere, ai due lati della navata, ci sono due altari, uno di fronte all’altro; in uno c’è il tabernacolo con l’eucaristia, nell’altro una croce e alcune immagini di poveri, di sofferenti. Sono due altari nei quali si venera il corpo del Signore presente nell’eucaristia e il corpo del Signore presente nei poveri. Due altari inscindibili; due culti inseparabili, come è inseparabile l’unico corpo di Cristo. Il grande vescovo di Costantinopoli, Giovanni Crisostomo, ammoniva i suoi fedeli: «Se volete onorare il corpo di Cristo, non disdegnatelo quando è ignudo; non onorate il corpo eucaristico con paramenti di seta, mentre fuori del tempio trascurate quest’altro Cristo che è afflitto dal freddo e dalla nudità»
Parola di Dio: Is 55,6-9; Sal 144 (145); Fil 1,20c-24.27a; Mt 20,1-16
Vangelo Mt 20, 1-16
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». Parola del Signore
“SEI INVIDIOSO PERCHE’ IO SONO BUONO?".
Leggendo la parabola degli operai chiamati a diverse ore della giornata che alla fine ricevono tutti lo stesso salario, avvertiamo una certa difficoltà perché essa non è secondo la nostra logica retributiva. Eppure la parabola mette a nudo la falsa pretesa dell’uomo di considerare privilegio ciò che invece è puro dono, sia la chiamata che la retribuzione che il periodo di ‘lavoro’ che intercorre tra l’una e l’altra. Il messaggio centrale della parabola resta sempre lo stesso: i rapporti che il Signore stabilisce con l’uomo non sono secondo la giustizia retributiva, ma secondo il mistero della sua imprevedibile generosità. Noi viviamo in un mondo che ragiona con la logica dei soldi, dei costi, dei prezzi, ma se noi applichiamo questo al nostro rapporto con Dio rischiamo, di credere di essere noi gli autori della nostra salvezza attraverso l’osservanza di determinate norme. In questo caso Dio diventerebbe soltanto una specie di datore di lavoro o di controllore che alla fine pesa, paga, e tutto è a posto. Ragionando in questo modo finiamo di essere noi a dettare a Dio ciò che deve fare “se vuol essere giusto”. E questo sarebbe il peccato più grave. Dio non è riducibile ai nostri schemi e pensieri. Dio agisce secondo il criterio della gratuità; egli non è tanto colui che ”paga” secondo la logica della retribuzione e del guadagno, ma colui che dona al di sopra e al di fuori di ogni contratto. Questa gratuità non nega la giustizia, ma imprevedibilmente la supera per cui non aspettarsi niente come dovuto significa con Lui passare da una meraviglia all’altra; aspettarsi una paga precisa vuol dire sperimentare l’insoddisfazione. Vi lascio una frase che forse può anche sconcertare qualcuno, ma che certamente può portarci a riflettere: alla fine della nostra vita che cos’è che ci darà speranza, incontrare un Dio giusto o un Dio misericordioso?
LUNEDI’ 25 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa Coudrec; San Domenico in Soriano.
Una scheggia di preghiera:
IL SIGNORE E' LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE.
HANNO DETTO: Non è vero cha abbiamo poco tempo, abbiamo troppo tempo che non utilizziamo. (Seneca)
SAGGEZZA POPOLARE: Esistono eroi dal cuore d'acciaio e barbe di ghiaccio; ci sono donne che hanno volti di fiori e sorrisi incantevoli, ma anche un teschio può ispirare e far pensare a quanti e quali siano gli atti della commedia umana. (detto Cinese)
UN ANEDDOTO: Quando nel 1938 Hitler passò per Firenze, la città fu coperta di croci uncinate e di scritte osannanti. Bargellini disse a Dalla Costa: «Vede, Eminenza? Vede?». «Non abbia paura! — rispose il Cardinale — la sorte è già segnata nel salmo 37: ‘Ho veduto l’iniquo imbaldanzire e dilatarsi come albero rigoglioso. Passai di nuovo, e non era più; lo cercai e non si trovò»
PAROLA DI DIO: Esd 1,1-6; Sal 125 (126); Lc 8,16-18
Vangelo Lc 8, 16-18
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere». Parola del Signore
“NON C’È NULLA DI SEGRETO CHE NON SIA MANIFESTATO, NULLA DI NASCOSTO CHE NON SIA CONOSCIUTO E VENGA IN PIENA LUCE.”
Continuamente nei Vangeli troviamo parole di Gesù che invitano alla chiarezza, alla limpidezza o, per dirla con un termine di moda in questi anni, alla trasparenza. La nostra fede è luce e la luce illumina, non nasconde. Gesù è venuto sulla terra per mostrarci il volto di Dio e non per nasconderlo. La fede che Gesù richiede da noi non è una fede da 'iniziati', è la fede dei semplici che, con tutti i loro limiti, si affidano; la preghiera non è la successione di formule magiche che armonizzate secondo un determinato rituale danno un potere, è il rapporto che ciascuno può avere con il suo Dio; la Bibbia, la Parola di Dio non è un libro chiuso, riservato ad una casta sacerdotale che ha doni particolari per interpretare, per manifestare e nascondere, è il libro della storia di amore tra Dio e il suo popolo. Quanto sono assurde le 'religioni' che rifacendosi a Gesù sono 'religioni per iniziati', piene di ritualismi, di simbolismi e formulari (che sono veri e propri paganesimi), di caste dotate o meno di poteri. E quanto è assurdo che cristiani, "per rispettare la Bibbia" l'abbiano tenuta nascosta al popolo cui è indirizzata. Quanto è assurdo pregare in lingue sconosciute alle masse solo per attorniare maggiormente di un alone di mistero la religione e renderla quindi più potente perché fondata sulla paura e quanto è per lo meno strano ricorrere a formulari specifici per ottenere benedizioni e per cacciare diavoli. E' vero, Dio è mistero, è più grande di noi; noi non comprendiamo tutto di Lui, della sua volontà, delle leggi della sua natura, ma Gesù è la luce che illumina ogni uomo: la luce e le ombre che ne derivano ci danno l'immagine nella sua totalità.
MARTEDI’ 26 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: Santi Cosma e Damiano;Sant’Eusebio di Verona.
Una scheggia di preghiera:
A TE, GESU', NON BASTANO LE PAROLE; TU VUOI ME.
HANNO DETTO: Nessuno può conoscere da se stesso che cosa è l’amore di Dio, se non glielo insegna lo Spirito Santo. (Silvano del Monte Athos)
SAGGEZZA POPOLARE: I tatuaggi sulla schiena sono gli altri ad ammirarli. (Proverbio del Congo)
UN ANEDDOTO: Quando, nel 1961, Mons. Carlo Boiardi, vescovo di Apuania, si recò a Roma per la consueta visita quinquennale «ad limina», si sentì in dovere di esporre al santo Padre le gravi difficoltà della sua Diocesi, vasta e impegnativa. Giovanni XXIII ascoltò attentamente, e poi rispose: «Eccellenza, comprendo le sue ansie e preoccupazioni, e desidero insegnarle un segreto. Le mie preoccupazioni pastorali abbracciano il mondo intero, e ogni sera i problemi si accumulano in modo impressionante. Sa, come li risolvo? Cerco di riposare tranquillamente e senza affanno; durante la notte lo Spirito Santo lavora, e al mattino i problemi sono già risolti».
PAROLA DI DIO: Esd 6,7-8.12b.14-20; Sal 121 (122); Lc 8,19-21
Vangelo Lc 8, 19-21
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica». Parola del Signore
“ANDARONO DA GESU’ LA MADRE E I FRATELLI, MA NON POTEVANO AVVICINARLO A CAUSA DELLA FOLLA”.
Gesù, nella sua vita terrena “si fa mangiare dalla folla”. Molti, per tanti motivi diversi, vanno da Gesù e Lui li accoglie tutti. Qualcuno dice: grande successo di Gesù, qualcun altro giustifica con questo le grandi parate e le folle oceaniche alle manifestazioni della Chiesa. Qualcuno dice: Gesù si fa tutto a tutti e qualche volta giustifica il super attivismo. Qualcuno si chiede: ma perché queste folle vanno da Gesù?
Ci vanno per fede, per curiosità, per speranza di miracoli?
Qualcuno, poi, diffida delle folle che spesso sono mutevoli. Certamente Gesù non si faceva di questi problemi. Gesù è venuto per amore di Dio e degli uomini e si spende totalmente per questo suo amore per noi. Ma c’è talmente tanta gente che neanche Maria, sua Madre, riesce ad avvicinarlo. Mi piace questa Madre del Figlio di Dio che si mette in coda con tutti quelli che vanno da Gesù e non fa valere le sue prerogative. Maria segue Gesù da lontano, non interferisce, chiede permesso per poter parlare con suo Figlio. E Gesù loda sua Madre, non per il merito di averlo generato, ma per il fatto che ascolta con umiltà e mette in pratica la sua parola. Quanto avrebbero da imparare da Maria certe mamme tutt’altro che discrete nei confronti dei figli sposati o certi cristiani che hanno sempre da insegnare a tutti, al parroco, al vescovo, al papa, o altri cristiani che si impongono senza alcuna attenzione ad altri, si mascherano da persone pie e vorrebbero che gli altri fossero a loro misura. Chiediamo a Maria che ci aiuti ad essere discreti nei confronti degli altri, a bussare e non a sfondare le porte, ad ascoltare piuttosto che avere sempre da dire, a rincuorare piuttosto che stroncare.
MERCOLEDI’ 27 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Vincenzo de Paoli; Sant’Adolfo.
Una scheggia di preghiera:
DONACI SIGNORE DI COMPIERE IN NOME TUO I MIRACOLI DELLA CARITA'.
HANNO DETTO: La falsa conoscenza è molto peggiore dell'ignoranza. (Gorge Bernard Shaw)
SAGGEZZA POPOLARE: Il vento non entra mai in luogo di dove non possa uscire. (prov. Toscano)
UN ANEDDOTO: Il grande abate Chautard traduceva la sua attenzione verso i suoi monaci e i suoi novizi e le sue cure amorose, in gesti concreti e in cose che offriva con molta magnanimità. Diceva: «Vorrei che non rimpiangessero mai di non avere accanto la madre!». Se riuscissimo a realizzare questo nelle nostre comunità! L’amore non è fatto di grandi cose.
PAROLA DI DIO: Esd 9,5-9; Sal da Tb 13; Lc 9,1-6
Vangelo Lc 9, 1-6
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni. Parola del Signore
“GESÙ CONVOCO' I DODICI E DIEDE LORO FORZA E POTERE SU TUTTI I DEMONI E DI GUARIRE LE MALATTIE. E LI MANDO AD ANNUNCIARE IL REGNO DI DIO E A GUARIRE GLI INFERMI.”
Noi viviamo in una società che è piena di contraddizioni, ad esempio, siamo dei materialisti, dei razionalisti acerrimi e mai come in questa generazione si va alla ricerca di tutto ciò che è esoterico, miracolistico. Da una parte ci si dichiara “laici”, magari volendo escludere tutto quello che abbia riferimento al religioso e poi si cerca lo straordinario. Perfino la Chiesa, nel processo di canonizzazione dei suoi santi ha bisogno di miracoli certi. Ma i cristiani, come i primi apostoli non dovrebbero essere tutti in grado di fare miracoli?
Se Pietro e Giovanni alla porta del tempio si accorgono di non avere in tasca neanche una moneta da regalare a quello storpio che chiede l’elemosina, hanno però la capacità di dirgli: “Nel nome di Gesù alzati e cammina!”, noi perché non riusciamo a fare altrettanto?
Capitemi bene, non sono un facile credulone alla ricerca di altrettanto facili miracolismi, anzi sono molto perplesso davanti a quei gruppi che sbandierano troppe e facili guarigioni e conversioni (tutte da controllare nel tempo), dico semplicemente che noi cristiani abbiamo il compito di “guarire” e di “liberare”. Se guardo attorno alla vita dei santi, al di là dei pochi o tanti miracoli straordinari che possono avere compiuto con la grazia di Dio, vedo sempre dei fatti di amore e di liberazione. Attorno al Cottolengo vengono liberati dei malati, dei soli sono aiutati, degli ultimi ritornano ad essere considerati persone attorno a Don Bosco, dei ragazzi che non contano nulla trovano una possibilità educativa, attorno ad una Madre Teresa sono tanti coloro che sono rinati ad essere uomini, attorno a tanti missionari non solo ci sono state conversioni, ma gruppi, e popoli che hanno acquistato una dignità, che costruiscono un domani per sé e per i propri figli. Ecco quali sono i miracoli di cui, se crediamo davvero e se abbiamo la gioia di impegnarci a fondo, siamo capaci noi cristiani. Se anche materialmente non sono in grado di guarire un malato di cancro, posso offrirgli Gesù e me stesso, se anche non so come andrà a finire posso offrire ad un giovane sbandato dei valori che lo possano aiutare e delle forme di solidarietà forte e costruttiva, se non posso guarire degli anziani dalla loro vecchiaia posso però farli sentire concretamente amati e rispettati per i valori che essi rappresentano e, in un mondo che sembra interessarsi solo all’efficientismo, al denaro, non sono forse grandi miracoli?
GIOVEDI’ 28 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Venceslao; San Lorenzo Ruiz e compagni.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, MOSTRACI IL TUO VOLTO.
HANNO DETTO: Ogni falsità è una maschera e, per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po' di attenzione, a distinguerla dal volto. (A. Dumas)
SAGGEZZA POPOLARE: Il dubbio è il padre del sapere. (Proverbio Latino)
UN ANEDDOTO: Appena uscito dal carcere, dove era stato 23 anni, il vescovo Cinese di Canton, riferì alcune delle sue innumerevoli sofferenze. Alla domanda su come aveva potuto perseverare, rispose: «Gesù non abbandona».
PAROLA DI DIO: Ag 1,1-8; Sal 149; Lc 9,7-9
Vangelo Lc 9, 7-9
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. Parola del Signore
“ERODE CERCAVA DI VEDERE GESU’ ”.
A prima vista ci sentiamo quasi ammirati da questa figura di Erode che cerca di vedere Gesù. Sarà un uomo alla ricerca della verità?
Erode è soprattutto un uomo timoroso e curioso. Oggi molti uomini sono “curiosi” di verità. Si cerca lo straordinario ma non per trovare la fede ma per possedere qualche capacità in più di altri. Quante mode moderne: maghi (sono più di 11 mila solo in Italia), sette, esoterismi. Ma perché?
E il bello è che ci sono cristiani che coniugano bellamente comunione eucaristica e amuleti, fattucchiere e sacramenti. Erode aveva avuto nella sua vita molte occasioni per vedere la volontà di Dio su di lui. Il fatto stesso di essere re lo inseriva direttamente nell’alleanza tra Dio e il suo popolo. Giovanni Battista gli aveva parlato a nome di Dio, ma lui per paura di una donna lo aveva fatto uccidere. Ora sente parlare di Gesù, dei suoi miracoli, ma, anche in questo caso, il suo interesse si ferma alla curiosità, al desiderio di vedere miracoli. Nella nostra società ci sono tanti Erodi alla ricerca di segni che però, spesso, degradano nella curiosità e nella superficialità. Provate a prendere in mano un quotidiano qualsiasi o un settimanale. Si può dire che non ci sia numero nel quale non si parli di Chiesa, di miracoli. Ma l’interesse dov’è?
Curiosità, fantastico, sensazionale, scandali. Sembra interessi di più un “miracolo di Padre Pio” che non la fede nel Dio in cui Padre Pio credeva. Interessa e incuriosisce di più il messaggio di qualche “veggente” che non il Regno di Dio annunciato nel Vangelo. Non c’è da stupirsi se questi vari Erode al momento buono arriveranno a condannare Gesù.
VENERDI’ 29 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele
Una scheggia di preghiera:
SANTI ANGELI ED ARCANGELI PORTATECI A DIO.
HANNO DETTO: Non accontentarti dell'orizzonte, cerca l'infinito. (J. D. Morrison)
SAGGEZZA POPOLARE: Ogni decisione che prendiamo ci permette di modificare il futuro e il passato.
UN ANEDDOTO: Dall’alto di un grattacielo di una grande città americana, un giovane negro disperato sta per spiccare dalla finestra il gran salto nel vuoto. Fra la folla sgomenta si trova a passare il famoso pugile Cassius Clay improvvisamente grida verso l’alto: “Fermati. Io ti voglio bene!”. E l’aspirante suicida si è fermato, e al grido spontaneo sono poi seguiti i fatti: Cassius Clay si è preso cura di lui.
PAROLA DI DIO SANTI ARCANGELI: Dn. 7,9-10.13-14 opp. Ap. 12.7-12; Sal 137 (138); Gv. 1,47-51
Vangelo Gv 1, 47-51
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore
“VEDRETE IL CIELO APERTO E GLI ANGELI DI DIO SALIRE E SCENDERE SUL FIGLIO DELL’UOMO”
Ma esistono gli angeli?
Una domanda che trova le risposte più opposte. Da chi dice siano una comoda invenzione per tener buoni i bambini, a chi li considera gli “spiriti guida” dell’uomo, a chi li esalta a tal punto da metterli quasi al di sopra di Cristo. Per la Bibbia gli angeli ci sono. Il loro nome indica che essi sono “messaggeri, inviati”. La loro missione è quella di assistenza nei confronti degli uomini. Sono creature spirituali, sono immortali, sono a servizio di Dio. Il cristiano sa di essere protetto dagli angeli, sa che essi non possono che volere il nostro vero bene, sa che ci difendono dal nemico di Dio, il diavolo. Gli angeli vedono già il volto di Dio e a Lui ci vogliono portare. Il Signore, nel suo amore per noi, ci ha voluto dare questi potenti amici nel cammino verso di Lui, perché dimenticarli?
SABATO 30 SETTEMBRE
Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo; Sant’Amato di Nusco.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, CI FIDIAMO DI TE E A TE CI AFFIDIAMO.
HANNO DETTO: La tradizione non significa che i vivi sono morti, ma che i morti sono vivi. (Gilbert Keith Chesterton)
SAGGEZZA POPOLARE: Non devi cercare di fare in modo che le cose vadano come vuoi, ma accettare le cose come vanno: così vivrai sereno.
UN ANEDDOTO: Raccontava un missionario: «Dopo trentacinque anni che sono in Corea, dove ho battezzato almeno cinquemila coreani, sono tornato in Italia per alcuni mesi e mi è rimasta nel cuore una grande tristezza. Ho trovato un paese evoluto, ricco, industrializzato. Tutti hanno l’automobile, anche due automobili, due case, vivono nell’abbondanza. Ma la fede, la preghiera, la vita cristiana mi sono sembrate in decadenza. Il dio denaro ha sostituito il Dio di Gesù Cristo. I danni morali di questo abbandono della fede si vedono ovunque. Allora sono andato in crisi anch’io. Che senso ha, mi sono detto, che io sia andato in Cina e poi sia venuto qui in Corea ad annunziare Gesù Cristo, se poi nella mia Italia, tra i miei fratelli e sorelle tutti battezzati non si sa più che cosa è la fede e una vita di fede?»
PAROLA DI DIO: Zc 2,5-9.14-15a; Sal da Ger 31,10-12b.13; Lc 9,43b-45
Vangelo Lc 9, 43-45
Dal vangelo secondo Luca
In quel giorno, restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio. Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento. Parola del Signore
“METTETEVI BENE IN MENTE QUESTE PAROLE: IL FIGLIO DELL’UOMO STA PER ESSERE CONSEGNATO IN MANO DEGLI UOMINI”.
Se abbiamo incontrato Cristo e abbiamo deciso di seguirlo, non facciamoci illusioni su di Lui: Cristo passa attraverso la croce. Gli Apostoli pensavano di poter dribblare la croce. Pensavano di potersi “sedere alla destra e alla sinistra di Gesù” nel suo Regno glorioso senza doverlo seguire prima sulla collinetta del Calvario. E anche noi vorremmo arrivare ai misteri gloriosi senza passare da quelli dolorosi. Gesù deve essere consegnato nelle mani degli uomini e tu, se sei un uomo che opera la pace, preparati a sostenere la guerra che qualcuno ti farà, se vuoi imitare Gesù nel perdono preparati a non essere capito, se vuoi affermare la gioia della fede preparati al sorriso di commiserazione; è lo scotto inevitabile che bisogna pagare. Anche noi non comprendiamo umanamente come la sofferenza abbia un fine, come possa conciliarsi la morte di un bambino o di un innocente con la bontà del Padre. La passione di Cristo la si comprende solo se si parte dall’amore, se no rimane misteriosa: “Non c’è amore più grande se non dare la vita per coloro che si ama!”, “Il chicco di frumento se non muore non porta frutto”, “Amatevi come io vi ho amato”. Signore, la sofferenza non mi piace. Mi resta difficile comprendere la croce. Mi ribello davanti alla sofferenza innocente. Signore, non so amare abbastanza. Aiutami a guardare, in quei momenti, all’amore totale che nasce dalla tua croce. Fa’ che non cerchi troppo con la mia mente ma che il cuore si allarghi. Fa’ che mi fidi del tuo amore per imparare ad amare, anche nella sofferenza.
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