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SCHEGGE E SCINTILLE

          PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
          DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

AGOSTO 2017

 

 

MARTEDI’ 1 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori; San Giovanni da Rieti, San Leo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, FA' CHE IMPARIAMO DA TE TOLLERANZA E MISERICORDIA.

 

HANNO DETTO: La metà della bellezza dipende dal panorama ma l'altra metà dall'uomo che lo guarda. (Lin Yutang)

SAGGEZZA POPOLARE: Non ridere mai dei sogni degli altri. Chi non ha sogni, non ha molto.

UN ANEDDOTO: A proposito di speranza, non guasta se essa è anche unita a un po' di astuzia: La nonna alla nipotina: "Ecco due cioccolatini, uno rosso e uno verde. Quale vuoi?" - "Quello verde, nonna." - "Buona idea, il verde è speranza. E che cosa speri?" - "Che tu mi dia anche quello rosso!"

PAROLA DI DIO: Es 33,7-11;34,5-9.28; Sal 102 (103); Mt 13,36-43

 

Vangelo   Mt 13, 36-43

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti». Parola del Signore

 

“SPIEGACI LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA NEL CAMPO”.

Il centro della parabola non sta nella scoperta della zizzania e neppure nel giudizio finale della separazione del grano dalla zizzania, ma più propriamente nell’ordine di non stappare la zizzania. La meraviglia e lo scandalo dei servi sta proprio in questo atteggiamento paziente e lungimirante di Dio. La Chiesa di tutti i tempi è sempre stata agitata dagli scandali e dai peccati dei cristiani. Per ogni situazione problematica vale il detto di Paolo: "Non vogliate giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio" (1Cor 4,5).Al tempo di Gesù c’erano i farisei che pretendevano di essere santi e perciò si separavano dalla moltitudine dei peccatori. C’era il movimento di Qumran con la sua idea di rigida santità che esigeva il rifiuto di tutti gli impuri. C’era Giovanni il Battista che annunciava il messia che avrebbe separato il grano dalla pula (Mt 3,12). Viene Gesù e si mescola con i peccatori, li accoglie e mangia con loro (cfr Lc 15,2). Addirittura ha un traditore nel gruppo dei dodici che si è scelto. Possiamo dunque dire che zeloti, farisei e tanti altri pretendevano che il regno di Dio intervenisse in modo netto, chiaro e definitivo. In questo contesto si capisce la forza polemica della parabola di Gesù: la politica del regno di Dio è divina, fatta di tolleranza e di misericordia. E anche oggi Dio agisce così mentre spesso noi uomini anche religiosi vorremmo una giustizia sommaria immediata.

 

 

MERCOLEDI’ 2 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Eusebio di Vercelli; San Pietro Giuliano Eymard.

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO.

 

HANNO DETTO: La nostra ricompensa è nello sforzo e non nel risultato. Uno sforzo totale è una vittoria completa. (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando ti fanno una domanda e non vuoi rispondere, sorridi e chiedi: “Perché vuoi saperlo?”

UN ANEDDOTO: Non sempre con la paura si riesce a superare l'innocenza dei bambini: "Questa minestra è cattiva", piagnucola Francesco, "e io non la mangio!". "Guarda che io chiamo l'orco", lo minaccia la mamma. "Chiamalo pure" risponde imperterrito il ragazzino. "Tanto non la mangia neanche lui..."

PAROLA DI DIO: Es 34,29-35; Sal 98 (99); Mt 13,44-46

 

Vangelo   Mt 13, 44-46

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».  Parola del Signore

 

"IL REGNO DI DIO È SIMILE AD UN MERCANTE DI PERLE PREZIOSE: TROVATA UNA PERLA DI GRAN VALORE, VA, VENDE TUTTI I SUOI AVERI E LA COMPRA".

Noi facciamo parte del Regno di Dio?

Chiediamolo a Gesù. Sulla terra è difficile sapere chi appartiene al Regno. Il grano è mescolato alla zizzania fino al momento della mietitura. Il piano di Dio lascia crescere entrambi. Ma per l'uomo, entrare in questo Regno è il più grande tesoro. Per fare propria tale grazia, l'uomo deve dimostrarsi pronto a sacrificare tutto. Ecco alcune condizioni di Gesù per entrare nel Regno:

 

 

GIOVEDI’ 3 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lidia; San Nicodemo.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO CIO' CHE ABBIAMO E' TUO, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Come fiori belli e colorati, ma senza profumo, sono le dolci parole che non concordano con le azioni. (Budda)

SAGGEZZA POPOLARE: Non lasciare che una piccola lite rovini una grande amicizia.

UN ANEDDOTO: Al catechismo: attenti ai bambini! Il catechista: Dio ha la barba o è senza? E Pierino: Veramente Dio è senza barba,ma spesso quelli che parlano di Lui, gliela fanno venire!

PAROLA DI DIO: Es 40,16-21.34-38; Sal 83 (84); Mt 13,47-53

 

Vangelo   Mt 13, 47-53

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Parola del Signore

 

“OGNI SCRIBA DIVENUTO DISCEPOLO DEL REGNO DEI CIELI E’ SIMILE A UN PADRONE DI CASA CHE ESTRAE DAL SUO TESORO COSE NUOVE E COSE ANTICHE”. (Mt. 13,52)

Gesù spiega il senso dell’impegno che la comprensione delle parabole richiede, attraverso un’ultima parabola: quella di ogni scriba fattosi discepolo del regno dei cieli. Diventare discepolo implica la missione di insegnare agli altri. Dio ci ha donato Gesù, i suoi sacramenti, la sua parola. Tutti questi doni sono per noi, per la nostra gioia e salvezza, ma sono anche talenti preziosi che dobbiamo "commerciare", e il modo di commerciare del cristiano è quello di donare agli altri ciò che a sua volta ha ricevuto. Ecco perché Gesù parla dicendo di utilizzare "cose nuove e cose antiche". La novità è Lui ed è Lui che noi dobbiamo annunciare e testimoniare. Ma ci sono anche cose "antiche" che non sono da buttare via, ad esempio tutta la storia della salvezza, l'Antico Testamento, la nostra appartenenza alla Chiesa, i doni particolari che ognuno di noi ha in questa vita. Ciascuno di noi deve pescare nel suo bagaglio di storia, di esperienze per presentare al meglio agli altri la fede in Cristo. Tutti siamo testimoni e ognuno è un testimone originale che ha qualcosa di proprio da dire su Gesù.

 

 

VENERDI’ 4 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Maria Vianney; San Tertulliano.

Una scheggia di preghiera:

 

APRI, SIGNORE, IL NOSTRO CUORE E COMPRENDEREMO LA TUA PAROLA.

 

HANNO DETTO: La comunione produce nell'anima come un colpo di soffietto su un fuoco che comincia a spegnersi, ma dove ci sono ancora molte braci! (S. Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Dio non sceglie chi è preparato; prepara coloro che ha scelto.

UN ANEDDOTO: Il santo Curato d'Ars amava davvero la povertà. La sua canonica era poverissima: i rovi dalla finestra penetravano in cucina. Ma nel cortiletto interno del presbitero si prendeva il lusso di far crescere alcune piante di sambuco: «Un vero Bois de Boulogne!» diceva il curato, lieto e ironico. La sua bonomia tradiva uno spiccato umorismo. A questo prete così intimamente unito a Dio, piaceva sorridere, ridere e celiare. La gaiezza era uno dei suoi tratti salienti e la gente rimaneva stupita delle sue frasi ironiche, a momenti canzonatorie.

PAROLA DI DIO: Lv 23,1.4-11.15-16.27.34b; Sal 80 (81); Mt 13,54-58

 

Vangelo   Mt 13, 54-58

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Parola del Signore

 

“UN PROFETA NON È DISPREZZATO SE NON NELLA SUA PATRIA E IN CASA SUA”

Spesso confondiamo la fede e il Regno di Dio con manifestazioni esteriori, con qualcosa di clamoroso che si imponga e non riusciamo a riconoscere che il Regno è come quel piccolo seme che sembra insignificante ma che ha in sé tutta la potenza della pianta. Cerchiamo “profeti” che ci facciano provare emozioni forti e non sappiamo vedere che Dio è umile, presente in casa nostra. Andiamo a cercare i vari “santoni” e ci dimentichiamo della potenza dell’Eucaristia, non sappiamo neppure vedere tutto il positivo che già c’è nelle nostre famiglie, ci lamentiamo delle incomprensioni, delle difficoltà, con la fantasia corriamo lontano e non apprezziamo la presenza di un genitore, di un marito, di un figlio. Gesù, il Salvatore, non è stato riconosciuto dai suoi contemporanei, e oggi, Gesù è riconosciuto dai cristiani?

 

 

SABATO 5 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Osvaldo; Sant’Emidio.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO CON TE, SIGNORE, SIAMO LIBERI.

 

HANNO DETTO: L'incontro tra due personalità è come il contatto tra due sostanze della fisica: se c'è una reazione entrambe si trasformano. (Carl. G. Jung)

SAGGEZZA POPOLARE: Non mettere mai un punto interrogativo dove Dio ha già messo un punto.

UN ANEDDOTO: Certi tipi di educazione non sempre 'attaccano': La mamma a Pierino:- Pierino, alla tua età io non dicevo le bugie. E Pierino:- A che età hai cominciato, mamma?

PAROLA DI DIO: Lv 25,1.8-17; Sal 66 (67); Mt 14,1-12

 

Vangelo   Mt 14, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù. Parola del Signore

 

“ERODE DICEVA: COSTUI E’ GIOVANNI BATTISTA. E' RISORTO DAI MORTI”.

Erode è uno che si crede potente e come tutti i potenti vive nella paura di perdere il suo potere; questa paura, il voler apparire, ed anche una dose abbondante di imbecillità (che di solito accompagna sempre gli arrampicatori ai vari poteri di questa terra), lo portano ad agire con violenza, qualche volta anche contro se stesso. Giovanni Battista è stato ucciso perché dava fastidio ma soprattutto per salvare la faccia, ma la paura di quanto ha fatto, la consapevolezza di aver toccato forze più grandi di se stesso, ora fa vedere Giovanni ancora vivo. Erode, stupidamente crede di essere libero perché il potere “gli permette di fare quello che vuole”. Ma, chiediamoci: dov’è la verità e dove la vera libertà?

E’ libero Erode che pensa di fare ciò che vuole, ma che è schiavo della sua stessa politica, che è un re fantoccio nelle mani dell’invasore romano, che vive di continue paure di perdere il suo piccolo potere o è libero Giovanni legato con catene nella sua prigione, ma che dice la verità, che obbedisce a Dio?

E oggi la libertà sta di casa nelle ricchezze che permettono di “fare ciò che voglio” magari anche sulle spalle di altri, sta di casa nei vari palazzi dei poteri politici, religiosi, economici, sta di casa dai divi e dagli uomini ‘di successo', la libertà e la verità abitano nella casa del ‘grandi fratello TV’, nelle telenovela che vengono presentate come modello di vita o nella vita di chi sta lottando per la liberazione propria e dei propri fratelli dal potere economico delle multinazionali, da certi poteri politici e religiosi che vogliono tenere l’uomo sottomesso per ottenere maggiori profitti?

Quanti uomini anche oggi asseriscono di essere liberi, dicono di fare ciò che vogliono ma poi dipendono dall’ultima corrente politica, dalla moda, sono schiavi delle loro passioni. Esaminiamoci: qual è la mia libertà?

Vivo veramente per dei valori scelti?

In che modo mi lascio condizionare?

La mia testimonianza cristiana si ferma davanti alle prove che incontro nel mondo?

 

 

DOMENICA 6 AGOSTO: TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: San Giordano; Santi Giusto e Pastore.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, STAR CON TE E' SEMPRE BELLO, PERCHE' SEI TU LA GIOIA.

 

HANNO DETTO: Dio non ha fretta. Arriva sempre in tempo. (San Giovanni Calabria)

SAGGEZZA POPOLARE: Possiamo scegliere quello che vogliamo seminare, ma siamo obbligati a mietere quello che abbiamo piantato. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Racconta una leggenda: San Nicola, camminando lungo il mare, incontrò un uomo che pregava ad alta voce esclamando: «Dio, ti prego, non mi aiutare! Dio, ti prego, non mi aiutare!». San Nicola si fermò e fece notare all'uomo che stava pregando contro ogni buon senso, e che invece bisognava dire: «Dio, aiutami! Dio, aiutami!». L'uomo si mise subito a pregare come indicatogli. San Nicola, salito su un'imbarcazione, prese il largo. Qualche minuto dopo, l'uomo aveva dimenticato le raccomandazioni di san Nicola e non sapeva più come pregare. Chiamò il santo, che però non poteva sentirlo più. Si tolse allora il mantello, lo distese sulla superficie del mare, vi si sedette sopra e con le braccia si mise a remare. Molto rapidamente raggiunse così l'imbarcazione su cui viaggiava san Nicola, al quale chiese:  «Ah, mi son dimenticato! Come mi hai detto di pregare?». «Mi raccomando, non cambiare neppure una parola!», fu la risposta del santo.

PAROLA DI DIO: Dn 7,9-10.13-14; Sal. 96 (97); 2Pt 1,16-19; Mt 17,1-9

 

Vangelo  Mt 17,1-9

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti». Parola del Signore

 

"SIGNORE, È BELLO PER NOI ESSERE QUI"        

Ricordo ancora come fosse oggi (e son passati più di cinquant'anni), la prima volta che superai i 4.000 metri in montagna. Quell'alba che ogni istante cambiava, affondare i piedi nella neve, sudare per la fatica, un gioire di quell'aria pura che ti entrava fino in fondo ai polmoni e soprattutto quella gioia profonda quasi inspiegabile. Pensa a quel Pietro, lui umile pescatore trovarsi davanti a Mosè, il legislatore e ad Elia il profeta: lui, poterli conoscere, sentire, parlare con loro: "E' troppo bello star qui!"

Quella bella ora di preghiera, aver scoperto la tua parola come un qualcosa di vivo, aver avuto la sensazione di toccare Dio con le mani e soprattutto con il cuore!

"Signore come è bello!"

Ma viene anche l'ora di scendere dal monte e la banalità della pianura è estremamente stancante. La preghiera quotidiana non è più come quel giorno! Signore, grazie per avermi fatto provare certe gioie ma aiutami ad incontrarti nella banalità quotidiana; fammi entusiasta dell'incontro "sul monte" ma dammi buone gambe per camminare in pianura.

 

 

LUNEDI’ 7 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Sisto II e compagni; San Gaetano.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, HO BISOGNO DI TE PER CAPIRE ME.

 

HANNO DETTO: Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall'impazienza degli uomini. (Papa Benedetto XVI)

SAGGEZZA POPOLARE: Amami quando lo merito meno, perché è allora che ne ho più bisogno. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Un re persiano viveva da dissoluto e si lasciava trasportare dai piaceri che venivano continuamente offerti a lui dai suoi cortigiani. Un giorno, tutto contento canterellava: “Ho goduto dell’istante passato ed ora comincio a godere del prossimo. Sono contento e ne la paura né le inquietudini vengono mai a turbarmi.”: Un povero seduto sotto le finestre della sala lo intese e disse a gran voce: “Se non hai inquietudine alcuna per la tua sorte, ne hai per la nostra?” Il re fu toccato da quelle parole e fece dare al povero una considerevole somma. Poi si vergognò delle proprie scelte e prese in mano il governo del regno e tutti ne ebbero un grande giovamento. Intanto il povero da lui arricchito si era dato a vita licenziosa. Ma la cosa non durò molto ed un giorno se lo vide davanti, coperto di cenci a chiedergli l’elemosina. Il re, amareggiato, disse ad un suo saggio: Io l’ho beneficiato ma le ricchezze l’hanno corrotto”. “E’ vero - disse il saggio – perché voi avete dato alla povertà quello che sarebbe spettato al lavoro”.

PAROLA DI DIO: Nm 11,4b-15; Sal 80 (81); Mt 14,22-36

 

Vangelo   Mt 14, 22-36

Dal vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti. Parola del Signore

 

“CONGEDATA LA FOLLA, SALI SUL MONTE, IN DISPARTE, A PREGARE”.

Molti di noi, forse, in questo momento sono in vacanza. E se non consideriamo la vacanza come “acchiappa tutti i divertimenti e torna a casa più stressato di prima”, abbiamo l’occasione di avere un po’ di tempo per noi. Perché non dedicare qualche momento alla preghiera?

Oh, non intendo di diventare mistici, isolandosi magari per giorni e facendo chissà quali preghiere!

Ma fermarci per incontrare Dio che vive in noi, nella natura, nelle persone. Gesù aveva bisogno di questi momenti e noi più ancora di Lui. Dobbiamo ritrovare noi stessi nella dimensione di Dio. Chiederci per chi e per che cosa corriamo, lasciare uscire allo scoperto la nostra coscienza (che poi è la voce di Dio) che troppe volte nascondiamo, rivedere i nostri rapporti con il denaro, con i familiari, con il lavoro, con il prossimo. Lasciar cantare il nostro cuore. Riscoprire la misericordia di Dio. Prepararci a riallacciare quel rapporto diventato difficile. Abbiamo bisogno di riscoprire una natura che ci è sempre più estranea. Dobbiamo reimparare ad ascoltare il silenzio. Non mandiamo Dio in vacanza. Dio è in vacanza con noi.

 

 

MARTEDI’ 8 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Domenico; San Famiano.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU' SEI L'UNICO, IL VERO BUON PASTORE

 

HANNO DETTO: Bisogna sentirlo noi, viverlo noi, per farlo sentire, per farlo vivere alle anime. (San Giovanni Calabria)

SAGGEZZA POPOLARE: E' più facile per i figli domandare al padre che non per il padre domandare ai figli. (prov. Bretone)

UN ANEDDOTO: Un giorno, un uomo, (ci riferisce una storia di origine Islamica), chiese a Gesù qual era il nome più grande di Dio. «Non sei degno di saperlo», gli rispose Gesù. «Perché desiderare ciò che poi non si è in grado di possedere?». L'uomo insistette tanto che alla fine Gesù si lasciò convincere e gli insegnò il nome più grande di Dio. L'uomo se ne andò raggiante di gioia. Con passo rapido s'inoltrò nel deserto e vide una fossa piena di ossa consunte. L'uomo rimase un attimo pensoso sull'orlo della fossa e poi decise di invocare il nome più grande, di tentare la sua prima esperienza. Pronunciando quel nome, chiese a Dio di ridare vita a quelle ossa. Le ossa subito si ricomposero tenute insieme dalla carne e ripresero vita. Ma il caso volle che quelle fossero ossa di un leone affamato, che con una sola zampata uccise l'uomo e se lo mangiò. Dopodiché, il leone lasciò le ossa dell'uomo nella fossa che aveva custodito le sue ossa.

PAROLA DI DIO: Nm 12,1-13; Sal 50 (51); Mt 15,1-3.10-14

 

Vangelo   Mt 15,1-3.10-14

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!». Parola del Signore

 

“E QUANDO UN CIECO GUIDA UN ALTRO CIECO, TUTTI E DUE CADRANNO IN UN FOSSO!”

Uno degli interrogativi della mia vita di prete, di educatore è stato con verità questo: ma io sono in grado di indicare la strada della salvezza, la via della vita ad altri?

Se ho talmente tanti interrogativi per me stesso non sono forse una guida cieca?

Come mai allora ho continuato a fare il prete?

Il motivo non è certo quello di aver raggiunto quelle che possono essere le sicurezze umane, la risposta a tutti gli interrogativi, ma un atto di fiducia non in me stesso ma in Colui che guida anche me. Dio mi vuole bene, non risponde a tutti i miei interrogativi perché sa di quello che son capace e di ciò che diventerebbe per me occasione di superbia, ma Dio mi vuole bene e a distanza di anni mi accorgo che se mi ha fatto passare per certe strade incomprensibili, lo ha fatto per il mio bene. E mi accorgo anche che quando mi lascio condurre a mia volta divento tramite perché lui conduca altri. Vorrei trasmettere questa fiducia a tanti genitori, nonni, educatori che spesso non sanno come svolgere bene il loro compito: non demordete, fate tutto quello che potete senza pensare di essere unici, indispensabili, ma solo persone che pur sbagliando cercano di amare, al resto, anche se non sembra essere secondo i nostri progetti, ci pensa Gesù che ama gli altri molto più di noi!

 

 

MERCOLEDI’ 9 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa; San Fermo.

Una scheggia di preghiera:

 

QUANDO BUSSERO' ALLA TUA PORTA, DIO DI MISERICORDIA, ACCOGLIMI!.

 

HANNO DETTO: Dio ci tratta da figli, ci comprende, ci perdona, ci abbraccia, ci ama anche quando sbagliamo. (Papa Francesco)

SAGGEZZA POPOLARE: Aspettate la sera per dire che il giorno è stato buono. (proverbio Bretone)

UN ANEDDOTO: Mosè un giorno passeggiava in campagna, quando vide un pastore che pregava. Il pastore, ad alta voce, diceva:  «Oh Dio, ti prego, lasciami rammendare i tuoi abiti, allacciarti le scarpe. Lascia che ti pettini, ti lavi le orecchie. Fammi pulire l'esterno della tua porta di casa, e spazzare in ogni angolo, spolverare, cacciare le pulci. Lasciami». Mosè interruppe il pastore e adirato gli disse: «Ma sta' zitto! Non vedi che stai bestemmiando atrocemente? Non ti vergogni di rivolgerti a Dio in questo modo?». Si udì allora la voce di Dio rivolta a Mosè: «Ma di che t'impicci, tu? È vero: da un po' di tempo qui non si fanno pulizie di casa!»

PAROLA DI DIO: Os 2,16b.17b.21-22; Sal 44 (45); Mt 25,1-13

 

Vangelo   Mt 25,1-13 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore

 

“IN VERITA’ VI DICO: NON VI CONOSCO".

“Non vi conosco perché non vi siete lasciati conoscere da me, perché quando bussavo al vostro cuore voi eravate altrove, perché quando sono arrivato nella notte eravate sprovvisti di olio nelle vostre lampade…”. Quante sorprese a quel banchetto di nozze! I primi posti, quelli solitamente riservati ai pezzi grossi, ai soloni impaludati in mitrie, ai teologi pieni di parole (spesso rubate ad altri), ai fini elaboratori di codici religiosi (quasi che Dio potesse inscatolarsi e venderlo magari in certe occasioni in un conveniente 3X2) saranno si riservati, ma agli amici veri: quelli che hanno condiviso, che hanno atteso con pazienza, quelli che hanno amato, che non hanno gridato forte ma quando c’era bisogno di rimboccarsi le maniche lo hanno fatto. E fuori della porta chi ci sarà?

Ti chiedo Signore, di non lasciarmi fuori, spesso so di meritarmelo, ma la tua misericordia o l’amore di tua Madre, mi faccia entrare, magari anche solo dalla porta di servizio.

 

 

GIOVEDI’ 10 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo;Sant’Ugo di Montaigu.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI MORTO, MA PER RISORGERE.

 

HANNO DETTO: Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. (Papa Francesco)

SAGGEZZA POPOLARE: E' nella malattia e nella cattiva sorte che conoscerai davvero chi ti vuol bene e chi ti vuol male. (proverbio Spagnolo)

UN ANEDDOTO: Un uomo, discepolo di un celebre maestro raccoglie legna in una foresta. A un certo punto, sente un grande trambusto e vede corrergli incontro a briglia sciolta un elefante, che un cornac cerca inutilmente di riacchiappare. «Mettiti in salvo!», grida il cornac. «Scostati! L'elefante è impazzito!». Il discepolo, al quale era stato insegnato che la divinità, in questo caso il dio Vishnu, si trova in ogni cosa lasciò che l'elefante gli venisse addosso e non si mosse. «Ma scostati!», gridava il cornac. «Mettiti in salvo, Non riesco a controllare l'elefante!». Invece di scostarsi, l'uomo si prosternò davanti all'elefante infuriato, che lo afferrò con la proboscide e lo scaraventò contro un albero. L'uomo cadde a terra, insanguinato e con le ossa rotte. Fu trasportato in ospedale. Venne a trovarlo il suo guru, che gli disse: «Ma perché non ti sei scostato?». «Maestro, mi sono ricordato delle vostre parole, che Vishnu è in ogni cosa. Mi sono chinato per salutare il dio, che evidentemente era nell'elefante...». «Disgraziato!», gli disse il guru. «Perché non hai dato ascolto al cornac? Vishnu era anche nella sua voce!».

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DI SAN LORENZO: 2Cor. 9,6-10; Sal 111 (112); Gv. 12,24-26

 

Vangelo  Gv 12, 24-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà». Parola del Signore

 

“SE IL CHICCO DI GRANO CADUTO IN TERRA NON MUORE, RIMANE SOLO”.

Il contadino semina il  grano e se ne va. Dopo una settimana, apparentemente non vede nulla di nuovo. Poi viene l'inverno. Ma, dopo qualche tempo, incomincia a comparire un filo d'erba. Arriverà il tuo agosto!

Lascia che il Signore semini in te. E' l'ora del Signore, abbi fiducia, anche se al momento non vedi nulla, anche se hai l'impressione che il Signore non si curi di te, anche se viene la neve e la grandine. Quel seme c'è. Arriverà il suo momento. Abbi fiducia nell'ora del Signore

 

 

VENERDI’ 11 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Chiara;San Rufino; Sant’Equizio.

Una scheggia di preghiera:

 

RIEMPI SIGNORE IL NOSTRO VUOTO CON TE STESSO

 

HANNO DETTO: Quando il sacerdote dà l'assoluzione, bisogna pensare solamente a una cosa: che il sangue del buon Dio si riversa sulla nostra anima per lavarla, purificarla e renderla bella quanto lo era dopo il battesimo. (S. Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Per la strada del “poi” si arriva al paese del “mai”. (proverbio Spagnolo)

UN ANEDDOTO: Quando Chiara d'Assisi conobbe il Poverello Francesco, decisa a seguirne il programma, fuggì dal suo castello seguita da un'ancella e si portò fino alla chiesetta di Santa Maria degli Angeli. «Che vuoi, figlia mia?», le domandò Francesco. E lei rispose: «Unirmi per sempre al mio Signore».  Depose gioielli e abiti eleganti, si tagliò gli splendidi capelli, si scalzò e indossò il ruvido saio. Nonostante la collera dei suoi, la spuntò, e dopo si tirò dietro la sorella Agnese e altre ragazze. In tutto emula di  Francesco, Chiara fondò l'Ordine delle Clarisse di cui sarà la superiora per 42 anni. A quanti tentavano di distoglierle da una vita tanto austera, esse dicevano: «Lasciateci l'allegria della nostra povertà». Quando Chiara chiese a papa Innocenzo III il «privilegio della povertà», nel leggere la strana supplica il papa esclamò: «Ecco un privilegio non ancora mai sollecitato presso la Corte Romana». E scrisse di suo pugno le prime parole del Breve Apostolico.

PAROLA DI DIO: Dt 4,32-40; Sal 76 (77); Mt 16,24-28

 

Vangelo   Mt 16, 24-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno». Parola del Signore

 

“CHI VUOLE SALVARE LA PROPRIA VITA, LA PERDERA', MA CHI PERDERA' LA PROPRIA VITA PER CAUSA MIA, LA TROVERA'”.

Dunque, il cristianesimo è sofferenza?

L’umiltà è non valutarsi?

Il cristiano è uno che non deve realizzare se stesso?

No. Gesù non mi proibisce di realizzarmi, non vieta di affermarmi. Soltanto che la realizzazione passa attraverso il rinnegamento, l’affermazione attraverso la negazione di me stesso. Devo avere una personalità, certo. Ma è quella che ricevo da Lui, in Lui. Devo vivere in pienezza, senza dubbio. Ma, prima, devo morire al vuoto. Gesù non mi impedisce affatto di farmi strada. Soltanto che la strada devo farmela con la croce, non con altri mezzi. E la croce non devo andarmela a cercare, essa è già pronta e commisurata per le nostre spalle.

 

 

SABATO 12 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ercolano; Sant’Eusebio da Milano.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: Non si piange sulla propria storia; si cambia rotta. (Spinoza)

SAGGEZZA POPOLARE: Non lasciare che il tuo passato rovini ciò che sei, ma fa in modo che diventi parte di ciò che sarai.

UN ANEDDOTO: Un guerriero fu ferito da una freccia durante una battaglia. Qualcuno voleva estrarre la freccia e curarlo, ma egli pretese di sapere innanzitutto chi era l'arciere, che tipo d'uomo fosse e dove si fosse appostato per tirare. Volle anche conoscere la forma esatta dell'arco, che specie di corda fosse stata utilizzata. Mentre cercava di ra­ccogliere tutti questi dati, morì. (Rumi, poeta Persiano)

PAROLA DI DIO: Dt 6,4-13; Sal 17 (18); Mt 17,14-20

 

Vangelo   Mt 17, 14-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spostati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile». Parola del Signore

 

"PERCHE' NOI NON SIAMO RIUSCITI A SCACCIARLO?".

Quante volte nel mio ministero sacerdotale ho fatto e faccio l’esperienza dell’impotenza. I discepoli avevano cercato di cacciare un demonio e non c’erano riusciti, io, tante volte mi sono trovato a cercare di dare una parola di speranza e vedere che essa cadeva nel vuoto del pessimismo; ho lottato per aiutare a liberarsi dal peccato ed ho visto persone accasciarsi nei propri turbamenti. La stessa esperienza penso abbiano fatto molti di voi quando si sono trovati davanti qualche amico depresso o esaurito: hai un bel tentarle tutte, la soluzione non cambia. E perché il Signore sembra così lontano in quei momenti?

Eppure, magari ci sembra di aver pregato con fede profonda!

E’ un mistero!

Ma qualche volta mi chiedo se è Lui che non interviene o non sono piuttosto io con il mio senso di voler risolvere le cose a modo mio, con il senso di autosufficienza che gli impedisco di agire. Forse il primo "malato da guarire" sono proprio io.

 

 

DOMENICA 13 AGOSTO: 19^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santi Ponziano e Ippolito;San Landolfo; San Benildo.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, NON HO PIU' PAURA.

 

HANNO DETTO: Quando non puoi correre, cammina. Quando non puoi camminare, usa il bastone. Ma non fermarti mai. (Santa Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: Per una vera fame non esiste pane duro. (proverbio Spagnolo)

UN ANEDDOTO: Un maestro zen, chiamato Shaku Soen, ogni sera passeggiava per le strade di un villaggio vicino. Udendo dei lamenti provenienti da una casa, vi entrò con discrezione. Vide che vi era un uomo morto. La famiglia e gli amici lo stavano piangendo. Si sedette e pianse con gli altri. Fu notato da un vecchio che, stupito di vedere un maestro così famoso piangere come fanno gli uomini comuni, gli disse: «Perché piangi? Pensavo che almeno tu fossi superiore a  questo». «È proprio perché piango, che sono superiore a questo», rispose il maestro. E continuò a piangere.

PAROLA DI DIO: 1Re 19,9a.11-13a; Sal 84 (85); Rm 9,1-5; Mt 14,22-33

 

Vangelo  Mt 14, 22-33

Dal vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Parola del Signore

 

“CORAGGIO, SONO IO, NON ABBIATE PAURA”.

Per ognuno dei cristiani, che compiono la traversata della vita, prima o poi arriva il momento della paura. Forse anche tu qualche volta ti sarai trovato con il cuore in tempesta. Chi non passa attraverso la prova?

Essa assume i volti del fallimento, della povertà, della depressione, del dubbio, della tentazione. A volte ciò che ci fa più male è il dolore di chi ci sta accanto: un figlio drogato o incapace di trovare la sua strada, il marito alcolista o senza lavoro, la separazione o il divorzio di persone care, i genitori anziani ed ammalati... Fa paura anche la società materialista e individualista che ci circonda, con le guerre, le violenze, le ingiustizie... Davanti a queste situazioni può insinuarsi anche il dubbio: l’amore di Dio dov’è finito? è stato tutto un’illusione? è un fantasma?

Non c’è niente di più terribile che sentirsi soli nel momento della prova. Gesù lo sa, per questo appare sul nostro mare in tempesta, ci viene accanto e ci rincuora. Sono io, sembra dirci, in quella tua paura: anch’io sulla croce, quando ho gridato il mio abbandono sono stato invaso dalla paura che il Padre mi avesse abbandonato. Sei disorientato? Lo ero anch’io, al punto che ho gridato “perché?”

Io, come e più di te, mi sono sentito solo, dubbioso, ferito... Io ho sentito su di me il dolore della cattiveria umana... Gesù è entrato veramente in ogni dolore, ha preso su di sé ogni nostra prova, si è identificato con ognuno di noi. Lui è l’Amore ed è dell’amore cacciare ogni timore.

 

 

LUNEDI’ 14 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano Kolbe;San Callisto, vescovo di Todi.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA TUA CASA, SIGNORE, TUTTO E' GRATIS SIA IL RICEVERE CHE IL DARE.

 

HANNO DETTO: Non si entra in una casa senza parlare al portiere! Ebbene, la Santa Vergine è la portiera del Cielo! (Santo curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: A chi si alza presto, Dio viene in aiuto. (prov. Spagnolo)

UN ANEDDOTO: La suora ha appena terminato la lezione di catechismo sulla creazione: Chi mi sa dire che cosa fece il Buon Dio il settimo giorno, cioè la domenica? Un bimbetto: - Il settimo giorno il Buon Dio andò a Messa!

PAROLA DI DIO: Dt 10,12-22; Sal 147; Mt 17,22-27

 

Vangelo   Mt 17, 22-27 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te». Parola del Signore

 

“IL VOSTRO MAESTRO NON PAGA LA TASSA?”

Pietro viene avvicinato da alcuni esattori delle tasse che vanno da Gesù, il Figlio di Dio, a chiedere la tassa per il Tempio. Gesù lo nota con estrema ironia e risolve la questione in un modo del tutto insolito, mandando Pietro a pescare un pesce con una moneta d’argento in bocca. Gesù, pur pagando non solo per sé ma anche per Pietro, “per non scandalizzarli”, prende le distanze da questo modo di intendere fede e religione. Esse non devono mai essere una tassa pagata a Dio.  Dio non solo non chiede tasse fatte di preghiere, di buone azioni, o di offerte per sostenere la religione, ma viene Lui stesso a pagare per le nostre manchevolezze. La stessa cosa può succedere a noi nella nostra vita religiosa. Possiamo vedere il nostro rapporto con Dio e con i fratelli come una tassa da pagare per poter ottenere qualcosa o una risposta di amore grande nei confronti di un amore più grande che ci è donato. Qualche esempio per capirci  meglio: se vedo la Messa della domenica come una tassa da pagare perché c’è un comandamento che lo impone e perché “Se no Dio si arrabbia con me e non mi manda più in paradiso ma mi affibbia almeno un po’ di anni di purgatorio”, io andrò a messa con rassegnazione, cercherò il prete che se la sbriga più in fretta, subirò passivamente un rito, la messa certamente non mi darà nulla per la vita e avrò perso un appuntamento con il Signore che invece voleva donarmi se stesso, farmi partecipe della sua vita, caricarmi per la settimana. Se devo voler bene al mio prossimo solo perché ‘purtroppo’ il Signore ha voluto così, solo perché non voglio correre il rischio che poi Lui si vendichi giudicandomi magari con lo stesso metro con cui ho giudicato io, diventerò ipocrita, non perdonerò mai con il cuore, il mio prossimo sarà solo e sempre un peso per me. Se la religione è una tassa faremmo bene a non pagarla e a buttarla via, perché il nostro Dio non se ne fa proprio niente di riti e di gesti che non partono dal cuore. Se invece ho capito anche solo un pochino l’amore che Dio ha per me non sarà una gioia il poter stare con Lui , il parlargli insieme, il rivivere la passione e morte di Cristo, il fare comunione, il ricevere i suoi segni meravigliosi?

 

 

MARTEDI’ 15 AGOSTO: ASSUNZIONE AL CIELO DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Tarcisio, martire; Sant’Alfredo.

Una scheggia di preghiera:

 

ANDRO' A VEDERLA UN DI' IN CIEL PATRIA MIA, ANDRO' A VEDER MARIA MIA GIOIA E MIO AMOR.

 

HANNO DETTO: Il Padre ama guardare il cuore della Santissima Vergine Maria come il capolavoro delle sue mani. (Santo Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: La lingua di un muto è migliore di quella di un mentitore. (prov. Turco)

UN ANEDDOTO: A proposito di 15 Agosto e della sua festa ecco una battuta che forse può sembrare anche abbastanza amara per molti oggi: Qual è la festa più attesa dai disoccupati? L'Assunzione! Siamo sicuri che certe cose siano sempre facili da comprendere?

PAROLA DI DIO: Ap.11,19a; 12,1-6a.10ab; Sal. 44 (45); 1Cor. 15,20-27; Lc. 1,39-56

 

Vangelo Lc 1, 39-56

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse:  «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

 

“GRANDI COSE HA FATTO PER ME L’ONNIPOTENTE E SANTO E’ IL SUO NOME”.

Maria, con tutta la sua grandezza, non è una donna diversa dalle altre donne della terra. Ella è interamente donna, non un essere superiore venuto da un altro pianeta, né una creatura soprannaturale scesa dal cielo. Essa si presenta nel vangelo con tutte le caratteristiche della sua femminilità e della sua maternità in alcune circostanze storiche concrete, a volte tinte dal dolore, a volte coronate dalla gioia. Sente come donna, reagisce come donna, soffre come donna, ama come donna. La sua grandezza non procede da lei, ma dall’opera meravigliosa di Dio, accolta ed assecondata fedelmente da Maria. La sua assunzione in corpo ed anima al cielo, non la allontana da noi. La sua presenza gloriosa nel cielo ci parla non solo di un privilegio di Maria, ma di una chiamata che Dio fa a tutti per partecipare di codesta stessa vita nella pienezza del nostro corpo e della nostra anima. Gesù Cristo, e Maria, sua Madre, hanno già passato la porta del cielo con la pienezza del loro essere. Noi siamo ancora sulla soglia, vivendo in attesa e speranza, ma con la sicurezza che giungerà il momento in cui la porta si aprirà per tutti e cominceremo a vivere in un mondo nuovo. Non è sogno, non è semplice promessa. È realtà che speriamo con assoluta fiducia nel potere di Dio. L’assunzione di Maria è garanzia della nostra speranza. Non è qualcosa di magnifico che il destino glorioso di Maria sia anche il nostro ultimo e definitivo destino?

 

 

MERCOLEDI’ 16 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano d’Ungheria;San Rocco; Sant’Ambrogio di Ferentino.

Una scheggia di preghiera:

 

COM'E' BELLO SIGNOR STARE INSIEME ED AMARCI COME AMI TU: LI' C'E' DIO, ALLELUJA”.

 

HANNO DETTO: Quando le nostre mani hanno toccato degli aromi, profumano tutto ciò che toccano. Facciamo passare le nostre preghiere dalle mani della Santa Vergine, le profumerà. (Santo Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: E' bello pensare che gli uomini hanno migliaia di linguaggi estremamente complessi per esprimere i loro pensieri più seri e che un Europeo, un Indiano  ed un Arabo  esprimono la loro gioia  ridendo esattamente nello stesso identico modo.

UN ANEDDOTO: Un giorno, mentre insegna il catechismo, il parroco pone questa domanda: - Chi vuole andare in cielo? Tutti i bambini alzano la mano, eccetto uno. Con sorpresa chiede: - E tu? Tu non vuoi andare in cielo? - Oh, sì! Ma mia mamma mi ha detto che se dopo il catechismo non torno subito a casa le avrei buscate.

PAROLA DI DIO: Dt 34,1-12; Sal 65 (66); Mt 18,15-20

 

Vangelo   Mt 18, 15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». Parola del Signore

 

"DOVE SONO DUE O TRE SONO RIUNITI NEL MIO NOME, LI' IO SONO IN MEZZO A LORO".

La Chiesa ci offre sette sacramenti come segno di presenza e di grazia di Gesù, ma se noi guardiamo bene nel Vangelo, i sacramenti sono molti di più. Quando Gesù promette, Lui che è il Figlio di Dio mantiene. E se Gesù ci assicura di essere con noi, quando siamo uniti nel suo nome, significa che noi davvero possiamo contare sulla sua presenza. Questo "essere uniti nel suo nome", non si riferisce soltanto alle assemblee di preghiera, ma anche alle famiglie che fondano il proprio agire su di Lui, anche tutti coloro che cercano di agire a favore degli altri nel nome di Gesù e questo ci dà la garanzia non solo di una sua presenza ma del suo continuo agire con noi, è per questo che Paolo poteva dire: "Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”.

 

 

GIOVEDI’ 17 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacinto; Santa Chiara da Montefalco.

Una scheggia di preghiera:

 

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI.

 

HANNO DETTO: Con il pugno chiuso non si può scambiare una stretta di mano. (Indira Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: Non guardare la bianchezza del turbante. Può darsi che il sapone sia preso a prestito. (proverbio Turco)

UN ANEDDOTO: Quando Pio VII andò a visitare la Stamperia Imperiale di Parigi, un tipografo, in segno di ostilità, non volle levarsi il cappello. I vicini erano indignati e ne nacquero dei battibecchi. Il pontefice, sentendo del chiasso, s'informò dell'accaduto, e avvicinatosi al contestatore, con benevolenza patriarcale, gli disse: Amico mio, levati il cappello, perché io possa darti la benedizione: la benedizione di un vecchio non ha mai fatto male a nessuno.

PAROLA DI DIO: Gs 3,7-10.11.13-17; Sal 113a (114); Mt 18,21-19,1 

 

Vangelo   Mt 18, 21 - 19,1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano. Parola del Signore

 

“COSÌ ANCHE IL PADRE MIO CELESTE FARA' CON VOI, SE NON PERDONERETE DI CUORE CIASCUNO  AL PROPRIO FRATELLO”.

Questa parabola ha prima di tutto la funzione di aprirci gli occhi, perché la cosa più sorprendente è che il primo servo apparentemente non si è reso conto del parallelismo della situazione. Eppure è un fatto molto frequente. Siamo ciechi, abbiamo due pesi e due misure. Quando si tratta di noi stessi l'indulgenza ci pare naturale, normale; quando si tratta di altri che ci hanno offeso, contrariato, non vediamo più le cose allo stesso modo, diventiamo duri, esigenti, richiediamo la stretta giustizia, non vogliamo condonare, non vogliamo perdonare. Non ci rendiamo conto che siamo debitori insolventi in maniera drammatica con Dio e che dovremmo quindi manifestare un po' di indulgenza verso i nostri compagni, le cui offese sono davvero poca roba paragonate al nostro debito verso Dio. Gesù ha insistito molto sulla relazione tra il perdono che chiediamo a Dio e il perdono che non vogliamo dare agli altri. Anzi, ha messo nel Padre Nostro una domanda che ci costringe a perdonare agli altri: “Ri­metti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo”. Vuol dire che chi non vuol condonare i debiti altrui, chi non vuole perdonare le offese ricevute, non può dire il Padre Nostro, non può ottenere il perdono di Dio né le altre grazie che nel Padre Nostro chiediamo. Chi non dà misericordia, non può ricevere misericordia, perché ha il cuore chiuso; e la sua situazione diventa tragica. Chiediamo al Signore che ci apra gli occhi e ci renda generosi nel perdonare, misericordiosi con gioia e con slancio.

 

 

VENERDI’ 18 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Elena; Santi Floro e Lauro.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE SIGNORE DI TUTTE LE COSE BUONE DELLA NOSTRA FAMIGLIA.

 

HANNO DETTO: Tutto ciò che merita di essere fatto, merita di essere fatto bene. (Philip Dormer Chesterfield)

SAGGEZZA POPOLARE: Per mangiar ferro occorre avere denti di acciaio. (proverbio Turco)

UN ANEDDOTO: Siate soli! - soleva ripetere il maestro passando a salutare i suoi discepoli. Qualcuno, allora, si ritirava nel silenzio e nella pace della solitudine: cercava di essere solo. Qualcun altro, invece, prendeva a modello il luminoso astro e provava ad irradiare luce e generosità: cercava di essere sole. Tutti, così, rispondevano a quell'invito progredendo verso la strada della perfezione.

PAROLA DI DIO: Gs 24,1-13; Sal 135 (136); Mt 19,3-12

 

Vangelo   Mt 19, 3-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».  Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». Parola del Signore

 

“E’ LECITO AD UN UOMO RIPUDIARE LA PROPRIA MOGLIE?”.

Pensiamo a quanti matrimoni si dividono, a quanti litigi nelle famiglie. Se sapessimo che la vita finisce domani, perderemmo ancora tempo a litigare?

Butteremmo via in frammenti le ore preziose, rifugiandoci dietro quel muro di freddo silenzio, uscendone fuori solo  per lanciare un’altra diga di parole furiose, invisibili missili, ma in ogni caso micidiali come mattoni o bottiglie rotte?

Se sapessimo che la vita finisce domani, conserveremmo tutto un sistema di errori, decisi a non essere i primi a cedere?

O la smetteremmo di badare a chi aveva cominciato, sapendo che nessuno sta del tutto nel giusto, e che in questo tipo di guerra finiremmo entrambi per essere dei perdenti?

Se sapessimo che la vita finisce domani, sicuramente faremmo tesoro dell’oggi. Riempiremmo le ore fino all’orlo di amore e di riso invece che di rabbia e di amarezza, creando ricordi brillanti come gioielli che possano illuminare i nostri cuori, invece di oscuri rimpianti che potrebbero ritorcersi contro e distruggere. Se sapessimo che la vita terminerà domani… ma chi può dire che non accadrà?

L’unico giorno di cui possiamo essere certi è l’oggi. Così oggi cercherò di porgerti la mano. Oggi ti dirò: “Mi dispiace” e “Ti amo”.

 

 

SABATO 19 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Eudes; Bartolomeo da Simeri.

Una scheggia di preghiera:

 

PICCOLO E POVERO, MA TRA LE TUE BRACCIA, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: L'onestà è come l'aria: se non ce l'hai dentro, la devi cercare. (Alessio Degioannis)

SAGGEZZA POPOLARE: Per cambiare il mondo comincia da casa tua. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Ai giardini due signore chiacchieravano tra loro; una raccontava entusiasta all'altra le prodezze della sua bimba prodigio: Che disegni! sapessi che disegni fa!... e che canzoni inventa, che poesie!... e sapessi come ha già imparato a scrivere, e contare ... alla sua età! - Eh sì! - concluse - chissà cosa farà domani la mia bambina! La piccola, che giocava lì vicino con la sabbia, si voltò preoccupata: - Ma, mamma! - protestò - non ti ricordi più? Mi hai promesso che domani sarei andata a far volare l'aquilone! (Elena Bono)

PAROLA DI DIO: Gs 24,14-29; Sal 15 (16); Mt 19,13-15

 

Vangelo   Mt 19, 13-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là. Parola del Signore

 

“NON IMPEDITE CHE I BAMBINI VENGANO A CHI E' COME LORO INFATTI APPARTIENE IL REGNO DEI CIELI”.

Perché impedire che i bambini vadano a Gesù?

Perché non capiscono?

Perché disturbano?

Perché non contano?

Gesù non la pensa cosi. L’amore di Dio è un amore sollecito, paterno, attento. L’amore di Dio è un amore che si fa prossimo, che si china sul piccolo, che gode della semplicità. L’amore di Dio trova un ostacolo insuperabile solo nella “grandezza” di chi si sente autosufficiente, di chi calcola, di chi si impone, di chi ha cuore solo per se stesso; di chi non concede nulla alla spontaneità, di chi è troppo pieno di sé per aprirsi al dono assolutamente gratuito che viene dall‘alto. Nella vita non si rimane bambini, ma ci si può fare “bambini”, cioè piccoli secondo il Vangelo.

 

 

DOMENICA 20 AGOSTO: 20^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Bernardo; San Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SEI IL PANE, UN CIBO SEI PER NOI.

 

HANNO DETTO: I più grandi dolori sono quelli di cui siamo causa noi stessi. (Sofocle)

SAGGEZZA POPOLARE: Scava il pozzo prima di aver sete. (proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Un giorno Dsu'n-Nun raccontò questo episodio: "Mentre un giorno, alla Mecca, facevo la mia passeggiata circolare intorno alla kaaba, vidi un uomo pallido in volto, smagrito e sofferente. - Sei veramente in amore per Dio? - gli chiesi. - Sin nel profondo - mi rispose. - L'Amico ti è vicino? - Vicinissimo. - Ed è buono? - Infinitamente. - Gran Dio - esclamai allora - ma come! L'Amico ti è vicino, è buono con te, ed ecco: il tuo corpo è sofferente e malato! L'uomo allora mi guardò come di lontano e mi disse: - Sei un pover'uomo. Non sai che coloro ai quali l'Amico è vicino sono anche i più duramente provati?" (Farid-Ud-Din Attar. Il memoriale dei santi )

PAROLA DI DIO: Is 56,1.6-7; Sal 66 (67); Rm 11,13-15.29-32; Mt 15,21-28

 

Vangelo  Mt 15, 21-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore

 

"E’ VERO, SIGNORE, DISSE LA DONNA, EPPURE I CAGNOLINI MANGIANO LE BRICIOLE CHE CADONO DALLA TAVOLA DEI LORO PADRONI".

Questa donna, oltre a manifestare una grande fede, ci aiuta a capire il valore delle briciole, delle piccole cose. Siamo troppo abituati alle pagnotte (magari buttate via) per accorgerci delle briciole. Siamo come bambini annoiati in una stanza piena di giocattoli. Anche nella fede, abbiamo tutto. Abbiamo l’Eucaristia e non la apprezziamo, abbiamo abbondanza della Parola di Dio ma essa, spesso, scorre su di noi... Se vogliamo ricominciare ad apprezzare le cose bisogna partire dalle briciole. La limpida giornata può essere una briciola ma ti parla della vita, del tempo che ti è regalato. Il sorriso che puoi ricevere o regalare è una briciola ma ti parla della possibilità di un mondo migliore. Quella "Ave Maria" detta passando davanti a un pilone della Madonna, è una briciola, ma può metterti in comunione con l’Eterno. Forse imparando ad apprezzare le briciole impareremo di nuovo a gustare il pane.

 

 

LUNEDI’ 21 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Pio X;San Baldovino di Rieti.

Una scheggia di preghiera:

 

DALLA ZAVORRA CHE IMPEDISCE IL CAMMINO, LIBERACI O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Ama ciò che ti rende felice, ma non amare la tua felicità. (Gustave Thibon)

SAGGEZZA POPOLARE: Le parole sono nani, gli esempi giganti. (proverbio Svizzero)

UN ANEDDOTO: Un anziano eremita interrogò i pellegrini che erano andati a consultarlo: - Se Dio vi facesse morire oggi, pensate forse ch'egli vi domanderebbe le preghiere di domani? Essi risposero: No. Come potrebbe Egli domandarci le preghiere per un giorno in cui non fossimo in vita? - Così come Dio non vi domanderà le preghiere di domani - concluse l'eremita - voi non domandate a Lui il cibo di domani. Può essere che non viviate così a lungo. (Tradizione Islamica)

PAROLA DI DIO: Gdc 2,11-19; Sal 105 (106); Mt 19,16-22

 

Vangelo   Mt 19, 16-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze. Parola del Signore

 

"VA', VENDI QUELLO CHE POSSIEDI, DALLO AI POVERI E AVRAI UN TESORO NEL CIELO; POI VIENI E SEGUIMI".

Quando Gesù indica al giovane ricco la strada della donazione delle sue ricchezze, ha come scopo primario non tanto una forma di ascesi, una più equa ridistribuzione dei beni, ma piuttosto vuole aiutare questo giovane a camminare più leggero. Dio non si diverte a darci delle cose e poi a togliercele. Lui vuole la nostra serenità per cui ci invita a non fidarci delle cose, a non preoccuparci troppo per le cose che oggi ci sono e domani non più. La povertà in sé non è bella (chiedetelo a chi la vive sulla propria pelle), è bello invece essere liberi, leggeri, è bello poter correre per dei valori che non muoiono, è bello mentre si cammina non essere gravati da pesi inutili, è bello non guardare solo per terra ma alzare gli occhi al cielo, alla natura, al fratello.

 

 

MARTEDI’ 22 AGOSTO: BEATA VERGINE MARIA REGINA

Tra i santi ricordati oggi: Santa Augusta; San Fabrizio e Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, O DIO DI TUTTO QUELLO CHE OGNI GIORNO MI DAI.

 

HANNO DETTO: L'ingratitudine dei beneficati non vi faccia pentito del benefizio, ma v'insegni oprarlo con animo più puro d'umane speranze. (Niccolò Tommaseo)

SAGGEZZA POPOLARE: Non c'è albero che il vento non abbia scosso. (proverbio Indù)

UN ANEDDOTO: Rabbi Abramo soffriva fin nelle viscere a causa del suo amore per Israele. Un giorno scoppiò in lacrime e pianse per tutta una giornata. Un rabbi amico suo chiese quale fosse il motivo di un così grande lamento: - Perché questo pianto? Non hai più fiducia in Jahvé e nella sua bontà? Il rabbi Abramo, scuro in volto, si rivolse all'amico: - Amico mio, non senti il terribile dolore e le amare persecuzioni che attendono il nostro popolo? - Sì, fratello mio, l'avverto. Ma nelle Scritture è detto che Dio manda agli uomini tanto dolore quanto ne possono sopportare. Perché vuoi appesantire i dolori di domani con la tua sofferenza di oggi? (Tradizione Chassidica)

PAROLA DI DIO: Gdc 6,11-24a; Sal 84 (85); Mt 19,23-30

 

Vangelo   Mt 19, 23-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi». Parola del Signore

 

E’ PIU' FACILE CHE UN CAMMELLO PASSI PER LA CRUNA DI UN AGO, CHE UN RICCO ENTRI NEL REGNO DEI CIELI".

Gesù dice questa frase perché conosce bene noi uomini. Gli uomini, infatti, sono generalmente assillati dal problema del proprio benessere: hanno continuamente l’impressione di rimetterci qualcosa di tasca loro. Gli altri stanno sempre meglio di noi. Guadagnano di più, possiedono di più e tutto è molto più bello di ciò che abbiamo. La sensazione radicata di non aver abbastanza è come una spirale senza fine. Quando si insinuano nella nostra vita la gelosia e l’avarizia, diventiamo schiavi dei nostri desideri. A questo modo non saremo mai contenti. Chi crede in Gesù, riceve la forza di infrangere la spirale del "voler avere sempre di più". Chi segue Gesù ed ha presente il suo ammonimento: "Non fatevi dei tesori sulla terra”, viene liberato da un gran peso. Egli può stabilire delle priorità e, con l’aiuto del Signore, usare responsabilmente quanto egli ha veramente a disposizione. Ricordiamo il consiglio che Gesù ci dà nella lettera agli Ebrei: "La vostra condotta sia senza avarizia: accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: non ti lascerà e non ti abbandonerà. Così possiamo dire con fiducia: "Il Signore è il mio aiuto, non temerò. Che mi potrà fare l’uomo?" (Ebr. 13,5 - 7).

 

 

MERCOLEDI’ 23 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosa da Lima;San Filippo Benizi.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, QUANTE COSE BELLE E BUONE CI SONO NELLA TUA CREAZIONE.

 

HANNO DETTO: La rapacità è mille volte meno mortifera che il fanatismo. (Michel Tournier)

SAGGEZZA POPOLARE: Fuggendo la pioggia, spesso si incontra la grandine. (proverbio Turco)

UN ANEDDOTO: Un uomo, colpito da una sventura, non seppe reagirvi. Sempre più chiuso in se stesso, prima ripiegò la propria anima, poi il proprio cuore ed infine il proprio corpo. Parve precocemente invecchiato, al punto che un caro amico, un giorno, quasi non lo riconobbe. - Che cosa ti è successo? - gli chiese. L'uomo gli parlò della sua sventura e di come, da allora, non fosse più riuscito a vedere nella vita neppure un palpito di senso, un chiarore di luce. Anche a me capitò così anni fa lo consolò l'amico. - Sino a che un giorno, mentre guardavo un quadro in una pinacoteca, mi si avvicinò uno strano vecchio che mi disse: "La sto osservando da un pezzo e ho la sensazione che di ogni quadro lei cerchi i difetti più che i pregi. Non sarebbe meglio, trattandosi di opere d'arte, godere della loro bellezza?" "Mi è difficile riuscirvi", gli confessai. Allora quell'uomo mi guardò nel fondo degli occhi e mi disse: "La vita ha un lato chiaro e un lato oscuro, perché è fatta di luci e di ombre. Se permettiamo che i nostri pensieri si soffermino sul male, anche noi diventeremo brutti. Se invece di ogni cosa cerchiamo di scoprire il bene e il bello, assorbiremo noi stessi le qualità della bellezza e della bontà". Detto questo, scomparve. Ed io mi rimisi a contemplare il quadro secondo i suoi principi. Ebbene, quel quadro parve animarsi e inviarmi messaggi che prima mi erano sfuggiti: agganciai il mio cuore a quelle luci, a quei colori, a quei riflessi che prima guardavo senza vedere. E fu lì che iniziò la mia rinascita interiore. Andiamo subito nel più vicino museo - disse l'uomo precocemente invecchiato; - mi farai tu da guida. E col tuo sguardo correggerai il mio; mi presterai i tuoi occhi. Insieme non si vede forse meglio? L'amico assentì. E un altro uomo risorse alla vita grazie alla bellezza della luce e alla luce della bellezza. (P. G)

PAROLA DI DIO: Gdc 9,6-15; Sal 20 (21); Mt 20,1-16

 

Vangelo   Mt 20, 1-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.  Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». Parola del Signore

 

"SEI INVIDIOSO PERCHE’ IO SONO BUONO?

Gesù nel Vangelo di oggi ci racconta la parabola del padrone che manda ad ore diverse operai nella sua vigna e che alla fine da a tutti la stessa paga. Penso che la chiave di interpretazione della parabola sia proprio nel versetto che meditiamo oggi. Infatti se noi diamo un giudizio solo umano all'operato di questo padrone diremo che egli privilegia qualcuno nei confronti di altri, ma chi siamo noi per sindacare sull'operato di Dio?

L'uomo non può vantare nessun diritto su Dio. La ricompensa che Dio dà all'uomo sarà sempre pura grazia. L'uomo non ha mai diritto di presentare a Dio la fattura. Il risentimento per la bontà e la generosità di qualcuno verso altri è un atteggiamento tutt'altro che infrequente anche tra i cristiani. A volte vorremmo l'intervento di Dio per punire chi giudichiamo peccatore, altre volte la nostra invidia non ci permette di vedere il bene negli altri. Dio invece va sempre in cerca di tutti, chiama tutti ad ogni ora, e accoglie chi trova. La sua chiamata accomuna nel lavoro, la sua generosità tocca tutti. Non solo non dovremmo essere invidiosi, ma felici di avere un Dio così generoso.

 

 

GIOVEDI’ 24 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bartolomeo;Santa Emilia di Vialar.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TU SEI IL FIGLIO DI DIO, IL RE DEI NOSTRI CUORI.

 

HANNO DETTO: Ognuno appartiene al suo popolo, ma quando il popolo diventa matto, non è necessario diventarlo anche noi. (Zweig Stefan)

SAGGEZZA POPOLARE: Anche la pausa fa parte della musica.

UN ANEDDOTO: Un giorno di gran pioggia, due robivecchi, in giro per la città col loro carrettino alla ricerca di vecchie cianfrusaglie, trovarono in un cassonetto un grosso ombrello nero. Sembrava nuovo. Increduli lo presero. Ma uno dei due cominciò subito a lamentarsi: - To', che peccato! Ha il manico rotto. Non ci ricaveremo niente. - Ma guarda come siamo fortunati - esultò invece l'altro. Trovare un ombrello tra i rifiuti, proprio adesso che piove così! E insieme, uno lieto e l'altro triste, continuarono il loro giro sotto l'ampia cupola del parapioggia rotto. (Silvia Guglielminetti)

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DI SAN BARTOLOMEO: Ap.  21,9b-14; Sal. 144 (145); Gv. 1,45-51

 

Vangelo  Gv 1, 45-51

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

FILIPPO RISPOSE A NATANAELE: “VIENI E VEDI”. 

Spesso ci chiediamo come si possa, al meglio, annunciare il Regno di Dio e il suo Vangelo al mondo di oggi, e si lambiccano le varie formule: un annuncio più vicino alla mentalità di oggi, il ritorno a formule sintetiche di catechesi, un annuncio più teologicamente approfondito dei misteri della fede... Filippo ha un metodo molto semplice: “Vieni e vedi”, come dire: “Le mie parole non ti servono, ti serve incontrare Gesù!”. Rimane un dubbio. Se oggi diciamo ad una persona: “Vieni e vedi, la mia vita, la comunità dei cristiani”, siamo sicuri che facilmente incontrerà il Cristo?

 

 

VENERDI’ 25 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Ludovico; San Giuseppe Calasanzio; San Genesio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TI AMO DAVVERO CON TUTTO IL CUORE?

 

HANNO DETTO: La geografia non risolve i problemi: hai un bel correre di qua e di là; uno i problemi se li porta dietro, se li porta dentro. (Zoderer Joseph)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi più brama, più s'affanna.

UN ANEDDOTO: Coraggio, inseguito dalla Paura, cercò un rifugio per la notte. Bussò alla porta della Viltà, ma lei non gli aprì, dicendo che non lo conosceva. Bussò allora alla porta della Menzogna, ma lei non gli aprì, dicendo che non era in casa. Bussò infine alla porta della Pigrizia, ma lei non gli aprì, dicendo che era già a letto. Allora Coraggio si fece coraggio. Bussò alla porta della Volontà e lei gli aprì, dicendo di entrare. E quando al mattino uscirono fuori, la Paura, vedendoli insieme, si dileguò. (Silvia Guglielminetti)

PAROLA DI DIO: Rt 1,1.3-6.14b-16.22; Sal 145 (146); Mt 22,34-40

 

Vangelo   Mt 22, 34-40

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Parola del Signore

 

"MAESTRO, NELLA LEGGE QUAL È IL GRANDE COMANDAMENTO?".

Questo dottore della legge era abituato a vivisezionare le norme del comportamento del buon ebreo e vorrebbe una sintesi. Era una domanda assurda perché ne sapeva già la risposta. Anche noi sappiamo benissimo che ogni comandamento può essere raccolto nel comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. Anche noi abbiamo la bocca piena di parole di amore, ma poi?

Ogni cristiano che vada a Messa se lo sente ripetere in ogni celebrazione, chi dice le preghiere ripete al Signore "ti amo con tutto il cuore", ma è proprio vero?

Forse, proprio l’abitudine a certe frasi, a certe parole che consideriamo scontate, le fa scivolare su di noi come l’acqua su una pietra, finita l’acqua, un raggio di sole, e tutto è perfettamente asciutto e impermeabile.

 

 

SABATO 26 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessandro; San Zefirino.

Una scheggia di preghiera:

 

BUON PASTORE, PRENDICI PER MANO E GUIDACI TU.

 

HANNO DETTO: La bellezza è l'unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed è un possesso per tutta l'eternità. (Oscar Wilde)

SAGGEZZA POPOLARE: Morto Abele, Caino arrossisce.

UN ANEDDOTO: Due uomini percorrevano insieme la stessa strada. Ciascuno portava sulle spalle un pesante fardello. Uno se lo tenne addosso durante tutto il cammino; l'altro, invece, si fermava ogni momento, deponeva il fardello, sedeva per prendere fiato, poi se lo ricaricava sulle spalle. A ogni fermata, quindi, egli doveva fare una nuova fatica per risollevarlo. Alla fine del viaggio, colui che si era tolto di spalla il fardello molte volte si era affaticato assai più dell'altro, che invece se lo era tenuto sempre addosso. (Lev Tolstoj)

PAROLA DI DIO: Rt 2,1-3.8-11;4.13-17; Sal 127 (128); Mt 23,1-12

 

Vangelo   Mt 23, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore

 

PRATICATE E OSSERVATE TUTTO CIO' CHE VI DICONO, MA NON AGITE SECONDO LE LORO OPERE, PERCHE' ESSI DICONO E NON FANNO.

Gesù si trova nel tempio. E’ l’ultimo discorso rivolto alle folle. Si scaglia violentemente contro gli “scribi e farisei" e si presenta come il loro vero pastore. Non attacca la loro dottrina. Dice anzi che è giusta e va custodita. Ma altra cosa è il loro comportamento che manifesta una religiosità vuota, fredda, fatta solo di pratiche esteriori.  L'Antico Testamento è pieno di invettive contro i cattivi sacerdoti (Ez 22, 34; Os 34 ecc...), ma il discorso che qui fa Gesù ha una profondità nuova. Gli scribi ed i farisei, meritevoli comunque di aver difeso le tradizioni e l'identità di Israele da contaminazioni esterne soprattutto legate al paganesimo dei popoli che l'avevano assoggettato, commettono l'errore di agire per ottenere privilegi e vantaggi personali. Il loro interesse per il popolo è ipocrita, proprio perché nelle infinite prescrizioni (ben 613) che hanno creato, hanno smarrito il senso profondo della fede, la disponibilità del cuore all'azione di Dio. Gesù esorta a rispettare leggi e sacerdoti, ma a guardare come unico e credibile modello a Lui, al Cristo, pastore che dà la vita per le proprie pecore.

 

 

DOMENICA 27 AGOSTO: 21^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Monica;San Cesario di Arles; San Giuseppe Calasanzio.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE.

 

HANNO DETTO: Chi è povero, essendo amato? (Oscar Wilde)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando si ride senza essere contenti è un riso che non passa i denti.

UN ANEDDOTO: Un giovane si recò da un rabbino per essere illuminato: - Maestro, quanto è immensa la Legge di Dio! Più vasta del mare! Come posso praticarla tutta? Il rabbino gli raccontò questa parabola: «Un ricco signore aveva nel proprio giardino un'enorme buca. Era così profonda che l'occhio non poteva scorgerne il fondo. Chiamò un giorno alcuni operai a salario affinché la riempissero di terra. Alcuni di essi, avvicinatisi alla fossa e scopertane la smisurata profondità, rifiutarono il lavoro giudicando l'impresa impossibile. Altri, più saggi, pensarono: "Che importa a noi quanto è profonda? Noi siamo pagati a giornata e siamo fortunati ad avere lavoro; facciamo il nostro dovere e la fossa, prima o poi, si riempirà". Allo stesso modo non è saggio per l'uomo dire: "Quanto è immensa la Legge di Dio! Come farò a praticarla tutta?" Dio risponde: "Fa' ciò che puoi ogni giorno, e non pensare ad altro".  

PAROLA DI DIO: Is 22,19-23; Sal 137 (138); Rm 11,33-36; Mt 16,13-20

 

Vangelo  Mt 16, 13-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Parola del Signore

 

“BEATO SEI TU, SIMONE,... PERCHE' NE' LA CARNE, NE' IL SANGUE TE L’HANNO RIVELATO, MA IL PADRE MIO CHE E' NEI CIELI”.

Gesù loda Pietro perché ha detto qualcosa di non suo. Gesù, a differenza dei maestri terreni, esalta Pietro perché invece di parlare lui si lascia “suggerire” e quindi dimostra di essere capace di ascoltare. Il nostro è spesso un atteggiamento parolaio. Noi abbiamo sempre qualcosa di nostro da dire. Come cristiani abbiamo qualche volta l’arroganza e la presunzione di aver una risposta nostra a tutti i problemi. Ma siamo capaci di ascoltare, di lasciarci suggerire?

Lo Spirito parla sempre ma sottovoce e qualche volta il frastuono delle nostre parole ne copre la voce, quella voce che se giunge alle orecchie poi penetra fino al cuore.

 

 

LUNEDI’ 28 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino; Santa Adelina; Sant’Alfrico.

Una scheggia di preghiera:

 

GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

HANNO DETTO: «Non l'amore bisognava dipingere cieco, ma l'amor proprio». (Voltaire)

SAGGEZZA POPOLARE: "Beato quel corpo che per l'anima lavora"

UN ANEDDOTO: Un pomeriggio, un bimbo uscì in compagnia del padre per una passeggiata in città. A un tratto passò un signore di corporatura molto robusta e tarchiata. Pareva una botte. Camminava incespicando ad ogni passo. A tale vista il bimbo rise scioccamente, e quando l'uomo li ebbe superati, tirò per la giacca il genitore e gli disse: - Hai visto, papà, che buffo quel signore? È così grasso che non riesce neanche a camminare. Il padre tacque un istante. Irritato dall'atteggiamento del figlioletto, voleva riprenderlo, poi pensò bene di rispondergli così: - Sai, io non me ne sono neanche accorto. Lo guardavo in faccia e ho visto solo che mi sorrideva. Dopo una lunga pausa aggiunse: - Quando incontri una persona, non ti fermare al suo aspetto fisico. Guardala in viso: ci potrebbe anche essere un dono per te.

PAROLA DI DIO: 1Ts 1,1-5.8b-10; Sal 149; Mt 23,13-22

 

Vangelo   Mt 23, 13-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso». Parola del Signore

 

"GUAI A VOI, GUIDE CIECHE".

E’ un rimprovero, quello di Gesù, che sento sovente sulla mia pelle. In particolare io, prete, ma ognuno di noi, cristiano, ha, fin dal suo Battesimo, il compito di essere testimone del Vangelo, ma quanto siamo poveri, quanto ciechi, quante volte trasmettiamo una fede fatta di parole, di tradizioni. Per guidare gli uomini verso la felicità a cui Dio li chiama bisogna far loro conoscere Dio e il suo amore e non una casistica di regole senza nessun rapporto con la realtà di chi è invitato ad osservarle. Per dire Gesù agli altri, bisogna lasciarci guidare da Gesù, essere innamorati di Gesù, sentirlo dentro, lasciarci portare dallo Spirito di Gesù e allora... Lui fa il resto. Guardate ad esempio, proprio a sant'Agostino che ricordiamo oggi: ha scritto pagine bellissime, altre difficili, qualcuna lontana dalla nostra mentalità, ma in ognuna di esse vi cogliete il suo amore per Gesù. Il resto passa.

 

 

MARTEDI’ 29 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Martirio di san Giovanni Battista; San Bononio di Lucedio.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' DONACI IL CORAGGIO DELLE PICCOLE TESTIMONIANZE.

 

Hanno detto: «La gente di solito usa le statistiche come un ubriaco i lampioni: più per sostegno che per illuminazione». (Twain Mark)

Saggezza popolare: "La solitudine è un grosso peso, se non si ha Dio per compagno".

Un aneddoto: Un giorno di primavera, un uomo che camminava per i campi alzò gli occhi verso l'alto e, fermatosi, esclamò con trasporto: - Oh, che bello!

Un altro uomo che gli passava accanto, incuriosito, alzò lo sguardo anche lui, ma non vide nulla e, con una scrollatina di spalle, proseguì il suo cammino chiedendosi con stupore: - Ma che avrà visto quell'uomo, lassù?

Lassù, in alto, quell'uomo aveva visto il cielo.

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DEL MARTIRIO DI S. G. BATTISTA: Ger.1,17-19; Sal.70 (71); Mc.6,17-29

 

Vangelo  Mc 6, 17-29 

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodiade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodiade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

“LA GUARDIA ANDO’, DECAPITO’ GIOVANNI IN PRIGIONE E NE PORTO’ LA TESTA SU UN VASSOIO”.

Davanti al racconto del martirio di Giovanni Battista o alle storie dei supplizi subiti dai martiri romani, la mia povera fede subisce dei traumi: “Avrei io il coraggio di morire per il Vangelo?”

Onestamente, rispondo “non so” perché conosco la mia pusillanimità, il mio amore per Dio che fa acqua da tutte le parti. Ma è inutile immaginarsi cose lontane che forse non capiteranno mai ed è bene tornare alla realtà perché, oggi, un po’ di martirio ci sarà come ci è stato ieri. Ad esempio, il martirio dell’incomprensione, quello di vedere il bene che cerchi di fare corrisposto da ingratitudine, il non vedere frutti, le piccole derisioni per le tue scelte religiose o di carità, la difficoltà di convivere con un te stesso che vorresti vedere diverso da come è... E’ su queste cose che devo confrontare la mia fede, il mio amore per Dio, la veridicità del mio amore per il prossimo.

 

 

MERCOLEDI’ 30 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Gaudenzia; San Pietro di Trevi.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE COSA POSSO FARE DI BUONO ADESSO?

 

HANNO DETTO: La critica va fatta a tempo; bisogna disfarsi del brutto vizio di criticare dopo. (Mao Tse Tung)

SAGGEZZA POPOLARE: Con le mani di un'altro è facile toccare il fuoco.

UN ANEDDOTO: In una casa di campagna, tutta la famiglia era impegnata nelle pulizie di primavera.  Ad un certo punto il padre, vedendo la figlioletta carponi sul pavimento, le domandò con stizza: - Ma che stai facendo? - Non vedi? - disse la bimba risentita - Sto cercando di acchiappare un ragno, così la mamma non lo schiaccerà con la scopa! - Non dir sciocchezze! Cerca invece di renderti utile anche tu! la rimbrottò il padre. - È proprio quello che mi ha detto il ragno! - rispose la piccola e, preso il ragnetto tra le mani, gli salvò la vita, portandolo in giardino. (Elena Bono)

PAROLA DI DIO: 1Ts 2,9-13; Sal 138 (139); Mt 23,27-32

 

Vangelo   Mt 23, 27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri». Parola del Signore

 

"DITE: SE FOSSIMO VISSUTI AL TEMPO DEI NOSTRI PADRI, NON SAREMMO STATI LORO COMPLICI NEL VERSARE IL SANGUE DEI PROFETI".

Una delle più grandi ipocrisie che Gesù stigmatizza è quella della supponenza di essere migliori degli altri: "Se ci fossi io al Governo, sì che le cose andrebbero meglio!" "Se ci fossimo stati noi al tempo di Gesù, l’avremmo capito; di certo non sarebbe finito in croce!" "Se io fossi Papa... Se io fossi professore... lo sono me stesso, in questa storia, convivo con persone concrete, ho un ruolo concreto: io sto vivendo da cristiano?

Ce la metto tutta per essere onesto?

Ho il coraggio di uscire dal coro dei luoghi comuni dell’ "intanto tutti fanno così"?

Il mio accollare sempre agli altri le colpe non sarà forse un modo per mascherare il mio non fare?

Si racconta nella vita di San Pietro di Alcantara che al conte d’Oropeia che deplorava il pervertimento della sua epoca, rispose: "La signoria vostra non si affligga: c’è un rimedio semplicissimo al male. Cominciamo io e voi, ad essere come dobbiamo essere e avremo rimediato per ciò che ci riguarda. Che ciascuno faccia altrettanto! La riforma sarà sicuramente efficace. Il guaio è che ognuno parla di riformare gli altri e nessuno pensa a riformare se stesso".

 

 

GIOVEDI’ 31 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Raimondo; San Domenico del Val.

Una scheggia di preghiera:

 

OGGI, SIGNORE, CI STAI SALVANDO.

 

HANNO DETTO: Il libro ha sempre due autori, quello che l’ha scritto e quello che lo legge. (Michel Tournier)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha la coda di paglia, ha sempre paura che gli pigli fuoco.

UN ANEDDOTO: A corte il re aveva indetto una gara di poesia. A centinaia giunsero i cantori a regalare i loro dolci canti alla folla silenziosa nell'ascolto. Sarebbero stati gli applausi del pubblico a decidere del vincitore. Anche il poeta di corte partecipava alla gara e nessuno aveva dubbi che sarebbe stato lui il più bravo. Quando fu il suo turno, la melodia e la sapienza dei suoi versi rapirono i cuori. Nell'ascoltarlo tutti pensavano: È lui il migliore! E, quando terminò, gli applausi furono una cascata di lode e riconoscenza. Dopo, tra lo stupore generale, comparve un bambino e anche lui cantò il suo poema: sembrava che tutta la meraviglia del mondo riecheggiasse nelle sue parole.  Questa volta fu addirittura un'esplosione di acclamazioni: era lui l'inaspettato vincitore del torneo. La folla lo ricoprì di fiori e lo incoronò poeta. - Forse che tutti i bambini non sono dei poeti? - pensò allora il re. Quel ch'è difficile è continuare ad esserlo, anche quando si è diventati grandi! E, presolo per mano, condusse il bambino dal vecchio cantore perché gli insegnasse a restare così. (Elena Bono)

PAROLA DI DIO: 1Ts 3,7-13; Sal 89 (90); Mt 24,42-51

 

Vangelo   Mt 24, 42-51

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti». Parola del Signore

 

"VEGLIATE, PERCHE’ NON SAPETE IN QUALE GIORNO IL SIGNORE VOSTRO VERRA’.”

C'è un inganno profondo che il mondo ogni giorno ci propina: viviamo con l'ansia e l'apprensione per quello che è stato ieri e nel timore di quello che sarà domani. Questo non ci permette di vivere in pienezza l'oggi, e così perdiamo il passato, sul quale non possiamo più intervenire comunque, ci impegniamo sul futuro che non è nelle nostre mani, e lasciamo correre l'oggi, dove veramente potremmo fare tanto. E così non c'è tempo per niente e per nessuno, sempre di corsa, sempre in affanno, sempre "lo faccio dopo", sempre "aspetta un attimo"!

Ma che diamine!

Fermiamoci, fermi un attimo solo e pensiamo. Oggi, quello che sto facendo, ha un valore immenso, incalcolabile, e me lo sto facendo sfuggire di mano!

Non riesco a dire una parola dolce a chi mi sta vicino, non riesco a trovare il tempo per fare una visita ad una persona cara o malata, non riesco a trovare il tempo per pregare, non riesco a ..., non riesco a ..., non riesco a fare niente di interessante, sto perdendo il tempo. Eppure in questo preciso momento milioni di persone stanno rendendo la vita a Dio, e tra queste ci potrei essere anch'io!

Forse è il caso di cambiare qualcosa, Signore!

Da questo momento, Signore, aiutami a comportarmi come se fosse l'ultimo istante della mia vita, con attenzione, con premura, con amore, con felicità, con serenità, a disposizione degli altri, perché sia chiaro che è più bello dare che ricevere, è più bello vivere l'attesa dell'incontro con te come se ogni istante fosse quello buono. Fa, Signore, che in quel momento io non stia dormendo, ma stia annunciando il tuo Amore.

     
     

 

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