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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

LUGLIO 2017

 

 

 

SABATO 1 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ester, regina; San Nicasio Burgio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI A SPERARE SEMPRE IN TE, NEL FRATELLO, IN NOI STESSI.

 

HANNO DETTO: Questo è il grande segreto: avere Dio sempre presente. Vivere l’unione con Cristo in maniera abituale, continua, cuore a cuore, affetto ad affetto. (Beato Antonio Rosmini)

SAGGEZZA POPOLARE: Una tempesta di sabbia passa, le stelle rimangono. (Proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Un uomo ricco era riuscito ad appropriarsi del campicello di una povera donna per allargare il proprio giardino. Il giorno seguente la donna gli si presentò davanti con un sacco vuoto tra le mani dicendogli: - Permettimi almeno di prendere un sacco della terra del mio orto, lavorato per tanti anni con fatica da mio padre. Quando ebbe riempito il sacco, chiese al signore di aiutarla a caricarselo sulle spalle. Il ricco inizialmente si rifiutò, ma fini con il cedere alla richiesta della donna. È impossibile sollevarlo! È troppo pesante. - esclamò sbuffando, dopo alcuni tentativi. - Eh! - si stupiva donna - Se un sacco vi sembra troppo pesante, come pensate di riuscire a portare sulle vostre spalle tutta la terra del mio giardino, e per tutta l'eternità? Dopo pochi giorni, il campo le fu restituito.

PAROLA DI DIO: Gen 18.1-15; Sal da Lc 1,46-55; Mt 8,5-17

 

Vangelo   Mt 8, 5-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.  Parola del Signore

 

“IN VERITÀ VI DICO, PRESSO NESSU­NO IN ISRAELE HO TROVATO NESSUNO CON UNA FEDE COSÌ GRANDE”.

“Sono più bravi quelli che non vanno in chiesa di quelli che ci vanno!”.

Tutte le generalizzazioni sono sbagliate e qui Gesù lodando la fede del centurione non voleva dire che in Israele non ci fossero persone di fede vera. Penso invece che Gesù volesse evitarci di andare avanti, nel campo della fede, con giudizi preconcetti e volesse aiutarci a cogliere il bene presente al di là delle etichette. La fede non è esclusiva di nessuno, di nessuna religione. Le etichette, le esteriorità, in campo di fede (come in tanti altri campi) non garantiscono il prodotto. Dio che vede il cuore non si ferma alle appartenenze religiose, ai riti, alle parole. Davanti a Dio siamo sempre e totalmente nudi e Lui come non si lascia ingannare dalle nostre ipocrisie, così pure sa cogliere le essenze e anche le minime sfumature di bene. E questo ci fa fare allora due piccole ma importanti riflessioni: non cerchiamo di ingannare Dio e noi stessi e invece di giudicare dalle apparenze cerchiamo, come Dio, di vedere la scintilla di bene e di amore che è presente in ogni uomo: come non esiste il santo senza il peccatore così non esiste il peccatore senza il santo almeno potenziale.

 

 

DOMENICA 2 LUGLIO: 13^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ottone, vescovo; San Bernardino Realino, sacerdote.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO CON TE, O SIGNORE, E' GUADAGNO.

 

HANNO DETTO: Sento di avere il Paradiso sulla terra, poiché il Paradiso è Dio e Dio è nella mia anima. (Beata Elisabetta della Trinità)

SAGGEZZA POPOLARE: Una piccola falla può affondare una grande imbarcazione. (Prov. del Vietnam)

UN ANEDDOTO: Non voglio più obbedire a nessuno, disse un giorno un giovane ai suoi amici. Né ai genitori, né ai maestri, né alle leggi, né a nessun altro! Mentre gli altri giovani lo ascoltavano ammirati, un saggio, passando di li, disse: avrai pur sempre un padrone cui obbedire: te stesso!

PAROLA DI DIO: 2Re 4,8-11.14-16a; Sal 88 (89); Rm 6,3-4.8-11; Mt 10,37-42

 

Vangelo   Mt 10, 37-42

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Parola del Signore

 

“CHI AVRÀ TROVATO LA SUA VITA, LA PERDERÀ: E CHI AVRÀ PERDUTO LA SUA VITA PER CAUSA MIA, LA TROVERÀ”

Quando Gesù ha detto queste parole pensava certamente al martirio pur di essere fedeli al Vangelo ma nello stesso tempo egli vuole indicarci un valore fondamentale della fede. Il vero cristiano fa come Gesù: ha messo in primo piano l’amore di Dio e dei fratelli e per questo è disposto a giocarsi tutto. “Perdere la vita” non significa disprezzarla o disinteressarsene, ma impegnare la propria esistenza sulla via dell’amore. Quando riusciamo a spendere la nostra giornata per amore degli altri, quando avremo saputo trasformare il nostro lavoro quotidiano, magari monotono e duro, in un gesto di amore, quando nella preghiera avremmo portato le gioie e le difficoltà dei tanti fratelli più o meno simpatici che incontriamo, allora scopriremo il senso vero della vita e, mentre sappiamo che le cose si consumano, gli affetti terreni sono destinati a finire, sapremo anche che l’amore, essendo Dio stesso, è eterno.

 

 

LUNEDI’ 3 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso apostolo; Sant’Eliodoro, vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

MIO SIGNORE E MIO DIO!

 

HANNO DETTO: L’eretico è colui che ama la propria verità più della verità stessa. (G. K. Chesterton)

SAGGEZZA POPOLARE: Troppa oppressione può produrre un'esplosione. (Proverbio della Palestina)

UN ANEDDOTO: Un uomo in fama di santità, mentre percorreva le strade di un villaggio, vide un poveraccio seminudo che tremava dal freddo. Si tolse allora il mantello, lo divise a metà e lo diede al poveretto. Poi, mentre soddisfatto se ne tornava a casa, vide sul bordo di un fossato un uomo che aveva in mano una pagnotta e ai cui piedi era accucciato un cane. Notò che l'uomo spezzava il pane e, un boccone dopo l'altro, lo dava da mangiare al cane, sinché tutta la pagnotta finì nelle sue fauci. O tu - lo interpellò - quanto pane guadagni al giorno? La pagnotta che era fra le mie mani, e che ho dato da mangiare al cane. Ma perché l'hai data a quest'animale invece di provvedere ai tuoi bisogni? Perché questo cane ha le zampe sanguinanti. Viene da molto lontano. Probabilmente da molti giorni non ha toccato cibo. Dovevo forse tenermela per me? Il sant'uomo riprese la strada, ma molto meno soddisfatto di sé. (Tradizione Copta)

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DI SAN TOMMASO: Ef. 2,19-22; Sal. 116 (117); Gv. 20,24-29

 

Vangelo   Gv 20, 24-29

Dal Vangelo secondo Giovanni

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Parola del Signore

 

“MIO SIGNORE E MIO DIO!”.

Che atto di fede meraviglioso è quello di Tommaso! Lui, che si era sentito escluso dalle apparizioni del Risorto, lui che aveva manifestato la sua sfiducia nella testimonianza degli altri apostoli, davanti al Cristo Risorto che non lo rimprovera, ma viene ad offrirsi totalmente a lui, non solo si arrende ma ha una manifestazione di fede piena. Parecchie volte nella mia vita di prete sono stato testimone di fatti simili. Persone che hanno lottato con la vita, con se stessi, qualche volta anche con Dio, che in momenti particolari hanno questa resa incondizionata e fiduciosa all’opera di Dio in loro. E’ vero, dopo, Tommaso, avrà ancora avuto difficoltà a vivere la sua fede, ma quello è un momento pieno, indimenticabile, condizionante tutta la vita. Quante volte anch’io, specialmente all’elevazione, nella Messa, ho ripetuto le parole di Tommaso, ma, ti prego, Signore, aumenta la mia fede, aiutami nella mia incredulità, fa’ che sappia “arrendermi” davanti alle tue ferite di crocifisso risorto. Almeno per un momento sparisca il mio io perché si è fuso in Te.

 

 

MARTEDI’ 4 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Portogallo; Sant’Alberto Quadrelli, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SE TU, GESU', SEI CON NOI E' VINTA OGNI PAURA.

 

HANNO DETTO: Qualunque cosa tu preferisci a Dio, diventa Dio per te. (San Cipriano)

SAGGEZZA POPOLARE: Se porterai pazienza in un momento di rabbia ti risparmierai cento giorni di lacrime. (Detto della Cambogia)

UN ANEDDOTO: Un nobile che aveva fatto fustigare un suo contadino venne condannato dal re ad essere privato del pane. Ma Sire, protestò, il pane è indispensabile. E allora perché maltrattate chi ve lo procura?

PAROLA DI DIO: Gen 19,15-29; Sal 25 (26); Mt 8,23-27

 

Vangelo   Mt 8, 23-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?». Parola del Signore

 

“PERCHÈ AVETE PAURA, UOMINI DI POCA FEDE?”

Il discepolo di Cristo, che pur cono­sce la paura, non è un uomo di paura, non si lascia dominare da essa; impara dal suo Maestro a trasformarla da pagina di morte in pagina di vita, a superarla, a vincerla. Essa lo rende consapevole della sua fragilità, del suo bisogno di Dio, ma lo sollecita anche ad essere un buon soldato che sa combattere le sue battaglie. La paura cessa quando, sostenuti dalla Grazia, si ha il coraggio di affrontare il dolore con dignità, con speranza, con serenità, con la certezza che serve a costruire, a far crescere, a salvare. Non è raro il caso che proprio dalla sofferenza nascano le cose più belle, gli affetti più forti, le amicizie più profonde, i progressi più validi. Quando uno “paga” con il proprio sacrificio, s’impone al rispetto del mondo, feconda la terra per il buon seme sparso da Dio, la bonifica, toglie spazio al male. La mia goccia di sangue, unita al sangue di Cristo, contribuisce a salvare l’uomo, anche il più lontano, il più sconosciuto. Non importa se non so chi sia, è sempre mio fratello: Dio Padre ci conosce bene tutti e due ed approva questa solidarietà veramente cristiana.

 

 

MERCOLEDI’ 5 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Zaccaria; Santa Zoe.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: Il demonio viene soltanto quando perdiamo la presenza di Dio, perché sa bene che altrimenti non ci guadagnerebbe niente. (Santo Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Se apri l'occhio del tuo cuore, potrai veder cose altrimenti invisibili. (Detto dell'Iran)

UN ANEDDOTO: Un uomo, mentre attraversava il deserto divorato dalla sete, s'imbatté finalmente in un pozzo. Vi si calò e bevve a sazietà. Quando risalì vide un cane che, ansimante di sete, masticava della sabbia umida. «Questo animale soffre di sete quanto soffrivo io», pensò. Allora ridiscese nel pozzo, riempi d'acqua la sua fiasca e, tenendola fra i denti, uscì alla luce e diede da bere al cane. Il suo atto fu gradito a Dio. Il cane gli divenne amico fedelissimo. Ma quando l'uomo fu ferito in battaglia e stava per morire sotto il sole bruciante, l'animale scomparve. «Anche lui mi ha abbandonato», pensò con amarezza l'uomo. Il cane invece tornò, di notte, totalmente zuppo d'acqua, e l'uomo poté salvarsi. Ma in quale pozzo si fosse calato, e in che modo, lo sa Dio. (Tradizione Araba)

PAROLA DI DIO: Gen 21,5.8-20; Sal 33 (34); Mt 8,28-34

 

Vangelo   Mt 8, 28-34 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio. Parola del Signore

 

“DUE INDEMONIATI, USCENDO DAI SEPOLCRI, GLI ANDARONO INCONTRO.”

Quando qualcuno, magari con un sorrisetto di ironia, mi chiede se credo al diavolo, di solito rispondo che purtroppo, umanamente, mi è persin più facile credere al diavolo che credere in Dio. Certo: perché lo vedo e lo incontro quotidianamente attorno a me e in me. Non è questione di avere visioni o di vivere in una forma di magismo e neanche questione di estremizzare la presenza del male e del bene mettendosi comodamente seduti per assistere alla lotta. Non è neanche questione di vedere indemoniati o posseduti da tutte le parti (nella mia piccola esperienza qualche raro indemoniato penso di averlo incontrato, ma sono pochi; il più spesso l’isteria, i sensi di colpa, le malattie psicofisiche facevano il resto), ma l’opera del male nell’uomo è incontestabile. Quando sento di migliaia di siti Internet dedicati alla pedofilia non posso non vedere il male che possiede ed opera attraverso le persone; quando vedo la cattiveria operare e creare sofferenze e divisioni, ferite,  mi è facile vedere l’opera del male, come quando vedo uomini posseduti dal denaro che a questo sacrificano la propria dignità, il sudore e l’onesta fatica del prossimo, i valori familiari, non posso non pensare al male personificato che opera. Quando vedo facce di politici con sorrisi da cinema scope e voci melliflue e suadenti che parlano “per il bene del popolo”, si fanno passare per “unti di Dio” e contemporaneamente sono venduti al successo, al denaro, al potere e alle massonerie, non posso non vedere l’opera di qualcuno che non ci lascia liberi. E’ terribilmente facile vedere l’opera del male in chi ha operato affinché sei milioni di persone finissero nelle camere a gas, ma chi è che oggi piange per i 30-40 milioni di persone che ogni anno muoiono di fame? E il male non è forse anche entrato nei meccanismi della Banca Mondiale che con le sue scelte garantisce e protegge il 20% della popolazione mondiale ricca che si riempie la pancia con quello che servirebbe anche all’ 80% che non raggiunge il sufficiente? (e io e voi e la gran parte dei cristiani sulla terra sono in quel 20%!) Dunque, anche qui, non fermiamoci a guardare un male lontano che opera solo nei grandi. Quanti soldi inutili ho speso quest’anno e quanto ho speso per aiutare i miei fratelli? Quante chiacchiere ho fatto e quante parole buone ho detto?

Gesù è venuto per liberarci dal male, ma noi abbiamo voglia di essere liberati?

E già, perché c’è un costo per essere liberi: c’è quella mandria di porci (un grosso valore economico) che va a finire nel lago e, allora, forse è meglio, con buone parole, con qualche sorriso e con qualche spinta, dire a Gesù che si allontani.

 

 

GIOVEDI’ 6 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Goretti; Santa Domenica, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER GLI AMICI VERI.

 

HANNO DETTO: L’odio è la collera dei deboli. (A. Daudet)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando l'acqua sale, il pesce mangia la formica; quando l'acqua scende, la formica mangia il pesce. (Proverbio della Thailandia)

UN ANEDDOTO: Un solitario interrogò un giorno l'ira: - Rivelami, o passione criminale, chi è tuo padre, chi tua madre e i tuoi figli, e chi sono coloro che ti combattono e ti mettono a morte! L'ira rispose: - Ho diversi padri, il primo è l'orgoglio; ho per madre la sensibilità e l'amor proprio; miei figli sono l'inimicizia, i rancori, le contese, l'odio. I miei nemici sono la dolcezza e l'umiltà: non posso neppure respirare in loro presenza. (Giovanni Climaco)

PAROLA DI DIO: Gen 22,1-19; Sal 114 (116); Mt 9,1-8

 

Vangelo   Mt 9, 1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Alzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Alzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini. Parola del Signore

 

"ED ECCO GLI PORTARONO UN PARALITICO STESO SU UN LETTO".             

Quando uno è paralitico, oltre alla malattia soffre di un handicap molto grande. Per muoversi, per fare le cose che gli aggradano, ha bisogno di altri. Il paralitico del Vangelo poteva avere tutta la fede che voleva in Gesù, ma se i suoi amici non si caricavano di lui e della sua barella e si mettevano in viaggio, non avrebbe potuto incontrare Gesù a da Lui ricevere non una, ma due grazie: il perdono dei peccati e la guarigione dalla paralisi. Spesso l'uomo, caduto nelle spire del peccato, resta paralizzato. Provate a pensare, ad esempio, a quando ci si è lasciati invischiare dal male, come sia difficile rompere con esso e con le sue abitudini, le sue costrizioni; un drogato non riesce facilmente a venirne fuori, anche se in certi momenti lo vorrebbe: c'è il bisogno fisico, la paura della sofferenza, il 'giro' in cui è entrato. Quando ci si ritrova paralizzati così, forse si vorrebbe risolvere il problema, ma da soli non possiamo niente, neppure recarci da Gesù. Abbiamo bisogno di amici che ci aiutino. Possiamo diventare amici per aiutare. Il senso vero dell'amicizia è proprio qui. Non sono amico solo perché "con te mi trovo bene", neanche perché "insieme ne abbiamo combinate di cotte e di crude", sono amico vero specialmente quando posso fare per te qualcosa che tu, da solo, in quel momento, non potresti fare. E c'è ancora un'altra grande forma di aiuto che possiamo offrirci a vicenda, specialmente quando siamo impediti di poter agire immediatamente nei confronti dell'altro, ed è la preghiera di intercessione. E' uno dei doni più preziosi che possiamo fare. Non serve a scaricarci le responsabilità: se chiedo qualcosa per un amico, devo essere disponibile, appena ne avessi la possibilità, di farmi in quattro per farglielo avere. Non è inutile perché Gesù apprezza tutto quello che è amore e amicizia ed è favorevolmente disposto a chi, per amore, non chiede per sé, ma per gli altri. Sono convinto che se nella mia vita ho potuto, qualche volta, fare un po’ di bene, è dovuto certamente alla preghiera umile e profonda di tante persone, che ogni giorno pregano per me. E nella preghiera di intercessione non occorre neppure specificare entità e quantità di dono richiesto, basta affidare alla bontà di Dio: Lui provvede a dare ciò che è buono e giusto.

 

 

VENERDI’ 7 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Apollonio, vescovo; San Firmino il vecchio, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, MANDA OPERAI NELLA TUA MESSE.

 

HANNO DETTO: Dopo le manifestazioni di bontà del Cuore di Gesù verso di noi, la suprema ingiuria, il peccato più grave contro di Lui, è la disperazione. (C. De Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: Per chi è affamato, il pane cuoce sempre lentamente. (Proverbio Afghano)

UN ANEDDOTO: Un giovane, che desiderava percorrere la via della perfezione, domandò un giorno a un monaco che gli desse un cilicio, per poter giungere più facilmente e speditamente alla santità. Il religioso lo guardò a lungo negli occhi e vide che il suo desiderio era sincero e la sua volontà decisa. Allora, si limitò a tracciare sulle sue labbra un segno di croce e, sorridendo, gli disse: - Stai tranquillo, amico: non c'è cilicio migliore che quello di vegliare costantemente sopra tutto ciò che esce da questa porta!

PAROLA DI DIO: Gen 23,1-4.19;24,1-8.62-67; Sal 105 (106); Mt 9,9-13

 

Vangelo   Mt 9, 9-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore

 

“VIDE UN UOMO, CHIAMATO MATTEO, SEDUTO AL BANCO DELLE IMPOSTE, E GLI DISSE: “SEGUIMI”. ED EGLI SI ALZÒ E LO SEGUI'.”

Mi piace ri-immaginarmi la chiamata di Matteo in un altro modo: provate a pensare a un vescovo (o se volete ad un parroco o ad un primo ministro, come più piace) che il giorno del suo ingresso in questo incarico, dinanzi ad una curia ordinata ed ossequiosa, invece di “riconfermare gli incarichi” va a cercarsi i suoi collaboratori in “quel parroco di campagna che non capisce altro che galline” o in quel prete “che è dominio pubblico abbia un’ amante”. Pensate a quale reazione quei curialisti (leggi “maggiorenti della parrocchia” o “politici influenti” a seconda del caso). Eppure Gesù ha fatto così con Matteo: era un venduto ai romani, agli invasori; era un usuraio e lui lo chiama, va a casa sua, gli fa cambiare vita, lo fa diventare colonna della sua Chiesa. Oggi per chi sarà la chiamata?

 

 

SABATO 8 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Papa; Sant’Abbondio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

 

L'ANIMA MIA ESULTA NEL SIGNORE.

 

HANNO DETTO: L'uomo, ahimè, teme Dio. Teme di essere bruciato come gli Israeliti che avevano toccato l'Arca. Da questo derivano tanti ragionamenti sottili per negarlo, tante astuzie per dimenticarlo, tante pie invenzioni per attutire il colpo. (Henry De Lubach)

SAGGEZZA POPOLARE: Parole sdolcinate, delizia degli sciocchi. (Proverbio del Giappone)

UN ANEDDOTO: Un padre del deserto ebbe un giorno la visita di un monaco il quale altro non fece che criticare gli altri confratelli elencandone i numerosi difetti e mancanze. A un certo punto il padre gli disse: È vero che moltissimi pesci hanno una gran quantità di spine, ma alcuni ne hanno una sola. Oggi, mentre parlavi con me, non hai fatto altro che conficcarmela in gola. Tutto sommato, preferisco le più morbide spine dei nostri confratelli peccatori. (Apoftegmi dei Padri)

PAROLA DI DIO: Gen 27,1-5.15-29; Sal 134 (135); Mt 9,14-17

 

Vangelo   Mt 9, 14-17 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano». Parola del Signore

 

“POSSONO FORSE GLI INVITATI A NOZZE ESSERE IN LUTTO MENTRE LO SPOSO È CON LORO?”.

Se vai ad una festa non ci vai col muso lungo, se no rovini la tua giornata e quella degli altri. Così dovrebbe essere per i cristiani. Gesù è la festa dell’uomo, la sua liberazione, la promessa di eternità. I sacramenti sono la presenza di Gesù nella nostra vita, il suo perdono, il suo pane e noi abbiamo fatto del cristianesimo un’osservanza di norme, un noioso succedersi di riti. Si può essere tristi se Cristo è risorto e vivo in mezzo a noi, si può andare a Messa come se dovessimo pagare una tassa?

E’ vero che la durezza della vita non sempre ci permette di inalberare sorrisi ma è anche vero che il cuore dovrebbe lo stesso essere sempre sereno se crediamo che Dio è Padre, che Gesù ci ha aperto le porte dell’eternità, che lo Spirito Santo opera in noi.

 

 

DOMENICA 9  LUGLIO: 14^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Vittoria; Santa Veronica Giuliani.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, OGNI COSA TROVA IL SUO SENSO.

 

HANNO DETTO: «Vivere senza Dio è un tormento. L’uomo non può vivere senza inginocchiarsi, non lo potrebbe sopportare, nessuno ne sarebbe capace. Se rigetta Dio, si inginocchia davanti a un idolo di legno o di oro o immaginario. Sono tutti idolatri e non atei, ecco come bisogna chiamarli». (Dostoevski)

SAGGEZZA POPOLARE: Nella casa della formica, la rugiada è un'inondazione. (Proverbio della Cina)

UN ANEDDOTO: Un giovane monaco domandò al suo maestro: - Se fossi rinchiuso per giorni e giorni in una stanza insieme ad una ragazza giovane e bella, saresti sicuro di non cadere in tentazione?

Certamente - rispose il maestro - ma nessuno lo crederebbe. Infatti è molto più facile sfuggire alla tentazione che ai sospetti, insinuazioni e maldicenze.

PAROLA DI DIO: Zc 9,9-10; Sal 144 (145); Rm 8,9.11-13; Mt 11,25-30

 

Vangelo  Mt 11, 25-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

“IL MIO GIOGO, INFATTI, È DOLCE E IL MIO PESO LEGGERO”.

Anche voi, malgrado sia sempre più raro, avrete visto degli animali da soma gravati di pesi che sembrano inumani per le loro forze. Molto dipende dalla distribuzione del carico. Certi carichi mal messi impediscono il cammino, sbilanciano, rischiano di far cadere, feriscono la groppa. Gesù parla di giogo, di fardello, quindi di qualcosa di pesante. Pensiamo alla sua croce e alle tante croci degli uomini. Una croce può far cadere, può schiacciare, può uccidere. Una croce può essere portata, sopportata, detestata. Il giogo di Gesù può diventare leggero, addirittura dolce se ben distribuito, accettato, portato insieme a Lui. La religione che Gesù ci insegna è quella dell’amore e non quella della paura. Non ci nasconde la fatica ma, quando si ama si trovano facili una quantità di cose che sarebbero difficili o insopportabili senza amore.

 

 

LUNEDI’ 10 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Anatolia, Vittoria e Audace, martiri.

Una scheggia di preghiera:

 

DONA AI NOSTRI DEFUNTI, SIGNORE, RIPOSO E GIOIA

 

HANNO DETTO: E' devoto a Dio colui che da tutti è separato e a tutti è unito. (Evagrio Pontico)

SAGGEZZA POPOLARE: L'aceto regalato è più dolce del miele. (Proverbio dell' Afghanistan)

UN ANEDDOTO: Invidioso del successo delle lezioni del maestro zen Bankei, un sacerdote di un'altra setta si recò da lui con l'intenzione di contraddirlo in qualunque maniera. - Chi ti rispetta obbedirà a quello che dici, ma sei ca­pace di convincere me, che non ti rispetto, ad obbedirti? - attaccò briga il sacerdote. Vieni qui accanto a me e te ne darò la prova - rispose Bankei. Il sacerdote gli si avvicinò. Bankei sorrise nel vedere l'ometto che, con aria di superiorità, si apriva un varco tra la folla; gli disse: - Vieni qui alla mia sinistra. Il sacerdote ubbidì. No - aggiunse Bankei - parleremo meglio se ti metti alla destra. Vieni da quest'altra parte. Sbuffando, e guardandolo come per mostrargli tutto il suo disprezzo, il sacerdote si spostò alla sua destra. Come vedi - osservò Bankei, - tu mi stai obbedendo, e sei anche molto gentile con me. Ora siediti e ascolta.

PAROLA DI DIO: Gen 28,10-22a; Sal 90 (91); Mt 9,18-26

 

Vangelo   Mt 9,18-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. Parola del Signore

 

“LA FANCIULLA NON È MORTA, MA DORME”.

Quella bambina era proprio morta!

E il padre, la madre, i flautisti e i vicini di casa lo sapevano bene, è per questo che si mettono a deridere Gesù. Provate ad immaginarvi la scena: E’ morta una persona a voi cara e qualcuno viene a dirvi: “Ma guarda che dorme!”

Eppure, sia Gesù, che la persona che vi dicesse quella frase, avrebbero perfettamente ragione. Per il credente nel Dio della vita, la morte non è la parola definitiva della vita, la cassa da morto non è l’ultima dimora. La morte è il sonno apparente di questa parte di vita, è un passaggio alla vita definitiva. Risulta allora chiaro che cosa vuol dire la preghiera che diciamo per i nostri morti: “L’eterno riposo.. .”. E’ il riposo dalle fatiche della vita, è il sonno del giusto che riposa sicuro in Dio, è l’ “Eterna gioia” di chi si ritrova nella vita piena di Dio.

 

 

MARTEDI’ 11 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto, patrono d’Europa;Santa Amabile di Rouen.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE A NON SPRECARE I TUOI DONI.

 

HANNO DETTO: Io so che nella passione di Cristo, Dio ha sofferto per noi tutte le sofferenze del mondo. (Fauroux Roger)

SAGGEZZA POPOLARE: Dio non sarà soddisfatto se tu ti sei addormentato sazio e i tuoi sette vicini sono affamati. (Proverbio dell' Iraq)

UN ANEDDOTO: Un uomo, che aveva in uggia gli altri uomini e che per questo pensava che essi avessero in uggia lui, si ritirò in un eremo cercandovi la pace. Ma non la trovò. Il ricordo delle compagnie che aveva fuggito, pur desiderandole, lo perseguitava. Non faceva mai un sonno di pace; tutti i suoi sogni erano popolati di mille persone, e suoni di voci, e richiami, e sussurri e risate. Un giorno, mentre sedeva davanti al tabernacolo, notò che qualche ignoto fedele aveva deposto fra le offerte un grosso pezzo di turchese. Un topino sbucò da chissà dove e cercò di trascinarsi via il turchese. Il topino non vi riuscì, così rientrò nella tana e chiamò un altro topo. Neppure in due ci riuscirono. Così si misero a squittire e chiamarono altri otto topini. Insieme, con gran fatica, chi tirando di qua chi tirando di là, terminarono finalmente l'impresa. L'eremita aveva capito. E discese presto a valle per imparare a gioire della compagnia degli altri e per unire la sua opera alla loro. (Tradizione Tibetana)

PAROLA DI DIO: Pr 2,1-9; Sal 33 (34); Mt 19,27-29

 

Vangelo  Mt 19,27-29 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». Parola del Signore

 

NOI ABBIAMO LASCIATO TUTTO E TI ABBIAMO SEGUITO”.

L’invito di Gesù a lasciare tutto non è un invito esclusivo fatto a religiosi o a preti. La radicalità della scelta evangelica riguarda ciascuno di noi. La chiamata personale di Gesù nei nostri confronti è un progetto di vita difficile ma esaltante volto alla ricerca del nostro vero bene e del servizio dei fratelli. E anche quel centuplo che Gesù ha promesso per chi lo segue integralmente sono altri doni che a loro volta devono essere nuovamente investiti per il bene degli altri. Gioiosi per la grandezza di questi doni chiediamo al Signore di non sprecarli, di non sprecare neppure un secondo di quel tempo prezioso che Egli ci dona perché anche un misero secondo potrebbe essere la salvezza nostra o la rinascita di un nostro fratello.

 

 

MERCOLEDI’ 12 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Fortunato; San Giovanni Gualberto.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', GRAZIE DEL BENE CHE C'E' NEL MONDO.

 

HANNO DETTO: In ogni vostro bisogno e impresa mettete tutta la vostra fiducia in Dio e sappiate che la riuscita sarà sempre il meglio per voi. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non sa comprendere uno sguardo, non potrà capire lunghe spiegazioni. (Proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Alcuni solitari si erano ritirati su una montagna dell'Egitto, vicina al Mar Rosso, sotto la guida di un santo padre spirituale chiamato Sisoe. Uno di essi, avendo dei motivi di lamentela nei confronti di un altro, venne a trovare Sisoe e gli disse di essere risoluto a vendicarsi. Sisoe fece di tutto per dissuaderlo ma, vedendo inutile ogni tentativo, gli disse: - Almeno, fratello, preghiamo insieme prima che tu attui la tua risoluzione. Subito cominciò a pregare in questo modo: - Signore, non è più necessario che siate nostro difensore, che siate nostro protettore, dal momento che questo fratello pretende che possiamo e dobbiamo farci giustizia da noi stessi. Toccato da queste parole, il solitario si gettò ai piedi di Sisoe, promettendo di rinunciare al suo proposito.

PAROLA DI DIO: Gen 41,55-57;42,5-7a.17-24a; Sal 32 (33); Mt 10,1-7

 

Vangelo   Mt 10, 1-7

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino». Parola del Signore

 

“STRADA FACENDO, PREDICATE DICENDO CHE IL REGNO DEI CIELI E' VICINO.”

Mi capita molto spesso di incontrare persone che per giustificare la propria non pratica della religione si rifanno alla non testimonianza della Chiesa: “Le crociate, l’inquisizione, i soldi del Vaticano”. Alcune “non testimonianze” sono vere però mi chiedo anche se lungo la storia e al giorno d’oggi, la frase di oggi del Vangelo è realizzata. E penso alla schiera dei martiri di ieri e di oggi che per il Vangelo hanno dato la vita, penso alla fatica di tanti missionari, catechisti che si prodigano per il Vangelo, penso agli ospedali grandi e piccoli sorti in nome della fede in varie parti del mondo per guarire gli infermi, penso ai vari “Cottolengo”, alle comunità terapeutiche per i tossicodipendenti, per i malati di AIDS, ai vari Sermig, ai vari “Bartolomeo e C.”, alle comunità monastiche, ai cristiani impegnati nel sociale, alle mense dei poveri, all’aiuto ai bambini abbandonati, alle famiglie che adottano non il bambino più bello ma quello più bisognoso. E allora sono orgoglioso di far parte di questa Chiesa che realizza la parola del Vangelo che abbiamo meditato oggi.

 

 

GIOVEDI’ 13 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Enrico;Sant’Eugenio da Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE!

 

HANNO DETTO: Un grande difetto degli uomini è che sanno così bene ciò che è dovuto loro, e sentono così poco ciò che devono agli altri. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Un albero in fiore è visitato dagli insetti. (Proverbio del Senegal)

UN ANEDDOTO: Un uomo aveva una tale fiducia nel suo guru e nel suo insegnamento che un giorno invitò il maestro sulle rive di un fiume e gli mostrò come riuscisse ad attraversarlo sulla superficie dell'acqua. Come diamine fai? - gli chiese il guru. Umilmente, il discepolo disse: Ripeto il tuo nome, nient'altro. Il guru pensò fra sé: «Come devo essere grande e potente se solo la pronuncia del mio nome fa simili meraviglie!» E, non appena il discepolo se ne fu andato, s'avventurò sull'acqua ripetendo: «lo, io, io ... » Ma subito sprofondò e annegò, perché non sapeva nuotare. La fede compie i miracoli, ma la vanità e l'egoismo affossano l'anima. (Sri Ramakrishna)

PAROLA DI DIO: Gen 44,18-21;23b-29;45,1-5; Sal 104 (105); Mt 10,7-15

 

Vangelo   Mt 10, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città». Parola del Signore

 

“GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE.”

Assistiamo sempre più a ritiri veloci e a grandi cambiamenti nella nostra vita: addirittura il vocabolario cambia: certi termini che solo pochi anni fa non esistevano oggi sono linguaggio corrente; parole che una volta erano considerate parolacce oggi sono sulla bocca di tutti e parole come "gratis" "gratuito" dalla società del consumismo vorrebbero essere cancellate del tutto. In questa società tutto ha un prezzo, tutto costa, tutto si compra se ne hai la possibilità. E Dio?

Lui che potrebbe vendere tutto quello che ha continua a coniugare il verbo donare: dona la vita, dona la sua paternità, dona Gesù Cristo, dona il suo Spirito, e per di più i suoi doni non sono in base ai nostri meriti: "Sei bravo ti do la medaglia", ma sono totalmente gratuiti. Anche nella nostra vita, a costo di andare contro corrente, bisogna allora rispolverare nel nostro vocabolario le parole "gratis", "gratuito" e "grazie!"

 

 

VENERDI’ 14 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Camillo de Lellis; San Ciro di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE NEL CUOR NON HO PIU' PAURA.

 

HANNO DETTO: Amarsi senza stanchezza significa vedersi ridare ogni mattina la propria libertà per avere la gioia di poterla offrire ogni mattina di nuovo. (J. Arias)

SAGGEZZA POPOLARE: Una mamma non si arrabbia mai: con una mano punisce il figlio, con l'altra lo carezza. (Proverbio del Togo)

UN ANEDDOTO: Un discepolo e un maestro stavano percorrendo una vasta radura erbosa nella quale, or qui or là, giganteggiavano alcuni alberi maestosi. - Maestro - chiese il giovane - noi uomini spirituali non siamo forse come queste piante che si elevano di tanto rispetto al tappeto erboso?  Non lo so. Bisognerebbe chiederlo a Dio. Egli vede le cose dall'alto, e alberi ed erba non sono per lui che un unico manto verde. (Tradizione kenyota )

PAROLA DI DIO: Gen 46,1-7.28-30; Sal 36 (37); Mt 10,16-23

 

Vangelo   Mt 10, 16-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.  Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.  Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo». Parola del Signore

 

“NON SIETE INFATTI VOI A PARLARE, MA È LO SPIRITO DEL PADRE VOSTRO CHE PARLA IN VOI”.

Quante volte ho sperimentato questo nella mia vita, eppure nella mia poca fede ci casco ancora. Quando devo affrontare la predicazione o qualche rapporto difficile mi lascio prendere dall’ansia, mi agito, studio le parole e vivendo nell’ansia di non farcela, magari riesco a farmi venire mal di stomaco. Eppure, ormai, dovrei saperlo che, una volta fatto tutto quello che potevo per prepararmi, dovrei essere tranquillo: il Signore fa Lui e fa sem­pre per il meglio. E anche quelli che umanamente vengono chiamati insuccessi, sono poi sempre veramente tali?

Quante volte ho constatato che proprio in quelli che il mio orgoglio umano considera insuccessi sono stati invece cose che sono arrivate al cuore di qualcuno. Non credo che sapere che lo Spirito Santo agisce in noi debba renderci incoscienti o ci esima dal mettercela tutta (ad esempio non credo a quei predicatori che non si preparano mai perché intanto — dicono — ci pensa lo Spirito), ma sono anche convinto che il Signore con la sua forza vada ben al di là dei nostri limiti umani, se noi ci abbandoniamo a Lui.

 

 

SABATO 15 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Bonaventura da Bagnoregio; San Vladimiro.

Una scheggia di preghiera:

 

SENZA DI TE NOI NON POSSIAMO NULLA.

 

HANNO DETTO: Il Cristo risuscitato fa della vita dell'uomo una festa continua. (S. Atanasio)

SAGGEZZA POPOLARE: Se l'amico è dolce come il miele non approfittarne. (Proverbio Egiziano)

UN ANEDDOTO: C'era una volta un re che aveva fatto una solenne promessa: non si sarebbe mai macchiato le mani di sangue per nessun motivo. Quando un uomo, prezzolato da un sovrano rivale, attentò alla sua vita, non lo uccise ma lo rimandò al suo re con questo messaggio: «Il tuo sicario è stato colto sul fatto. Ma io l'ho perdonato e te lo rinvio con un poco d'invidia: hai infatti in lui un servitore coraggioso e leale». Ma quando il prigioniero fu consegnato al suo sovrano, questi lo fece immediatamente decapitare: non perché avesse fallito la sua missione, ma per il sospetto che fosse stato liberato con la frode per ucciderlo. Quel re non poteva assolutamente credere che si potesse perdonare e rimettere in libertà un uomo colpevole di tentato omicidio, se non per qualche tenebroso disegno. Cosi, molti sapienti di questo mondo non possono credere che dietro il messaggio religioso non ci sia qualcosa che li danneggi. Preferiscono decapitarlo. (Tradizione Magrebina)

PAROLA DI DIO: Gen 49,29-33;50,15-26a; Sal 104 (105); Mt 10,24-33

 

Vangelo   Mt 10, 24-33

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore

 

“CHIUNQUE MI RICONOSCERA’ DAVANTI AGLI UOMINI, ANCH’IO LO RICONOSCERO' DAVANTI AL PADRE MIO CHE È NEI CIELI”.

Ecco come Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari, concretizzava questo insegnamento di Gesù: Decidiamoci allora a riconoscerlo davanti agli uomini con semplicità e franchezza. Vinciamo il rispetto umano. Usciamo dalla mediocrità e dal compromesso, che svuotano di autenticità la nostra vita anche come cristiani. Ricordiamo che siamo chiamati ad essere testimoni di Cristo: Egli vuole arrivare a tutti gli uomini col suo messaggio di pace, di giustizia, d'amore, proprio tramite noi. Testimoniamolo dovunque ci troviamo per motivi di famiglia, di lavoro, di amicizia, di studio o per le varie circostanze della vita. Diamo questa testimonianza anzitutto col nostro comportamento: con l'onestà della vita, con la purezza dei costumi, col distacco dal denaro, con la partecipazione alle gioie e sofferenze altrui. Diamola in modo particolare con il nostro reciproco amore, la nostra unità, in modo che la pace e la gioia pura, promesse da Gesù a chi gli è unito, ci inondino l'animo fin da quaggiù e trabocchino sugli altri. E a chiunque ci chiederà perché ci si comporta così', perché si è così sereni, pur in un mondo tanto travagliato, rispondiamo pure, con umiltà e sincerità, quelle parole che lo Spirito Santo ci suggerirà, dando così' testimonianza a Cristo anche con la parola, anche sul piano delle idee. Allora, forse, tanti di coloro che lo cercano, potranno trovarlo. Altre volte potremo essere fraintesi, contraddetti, potremo diventare oggetto di derisione, magari di avversione e di persecuzione. Siamo ancora sulla strada giusta. Proseguiamo perciò a testimoniarlo con coraggio anche in mezzo alle prove, anche a prezzo della vita. La mèta che ci attende lo merita: è il Cielo, dove Gesù, che amiamo, ci riconoscerà davanti al Padre suo per tutta l'eternità.

 

 

DOMENICA 16 LUGLIO: 15^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Beata Vergine Maria del Monte Carmelo; Maria Maddalena Postel.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU SEI LA PAROLA DEFINITIVA DEL PADRE.

 

HANNO DETTO: Il tempo è crudele. Ma ogni istante che passa, e quindi che uccide, se lo riceviamo da Dio e non dal tempo, può diventare un istante di risurrezione. (Patriarca Atenagora)

SAGGEZZA POPOLARE: Se il padre e la madre si litigano un uovo, il bambino non avrà mai una gallina. (Proverbio della Guinea)

UN ANEDDOTO: Gesù camminava un giorno lungo il mare quando uno dei suoi discepoli gli si avvicinò e gli chiese: - Signore, come posso raggiungere Dio? Gesù scese col discepolo nell'acqua e ve lo immerse completamente e a lungo. Quando lo fece riemergere gli chiese: - Che cos'hai provato? - Ho sentito che la mia vita se ne andava. Il mio cuore batteva all'impazzata. Ho cercato freneticamente di respirare e di fuggire. Allora il Signore gli disse: - Vedrai il Padre quando la sete di Lui sarà cosi intensa quanto lo è stato, poco fa, il tuo bisogno di respirare e di fuggire. (dai Vangeli Apocrifi)

PAROLA DI DIO: Is 55,10-11; Sal 64 (65); Rm 8,18-23; Mt 13,1-23

 

Vangelo  Mt 13,1-23 (Forma breve Mt 13,1-9)

Dal vangelo secondo Matteo

[Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».] Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”. Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono! Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno». Parola del Signore

 

“ECCO, IL SEMINATORE USCÌ A SEMINARE.”

Noi siamo maestri nell’applicare le cose agli altri: “Gli altri dovrebbero fare così”, “Quella pagina di Vangelo calza a pennello per quella persona”.”La parabola del seminatore va bene per i preti che dovrebbero imitare Dio nel seminare, i vari terreni sono i cuori degli uomini”. Gesù, questa parabola, l’ha raccontata per me, per mettermi davanti alla gioia e alla responsabilità del suo grande dono: la sua Parola. La Parola di Dio non è una parola qualunque, non è una delle migliaia di parole che ascoltiamo ogni giorno. Proviamo a pensarci: quando Dio parla crea. “E Dio disse: sia la luce. E la luce fu”. Io esisto perché la sua parola mi ha voluto e mi sostiene. La Parola di Dio è nientemeno che Gesù, suo Figlio: “La Parola si è fatta carne ed ha messo la sua tenda in mezzo a noi”. La Parola di Dio ha in sé una forza vitale. Quando noi ascoltiamo le parole degli uomini cerchiamo di assimilarle, di inserirle nelle nostre conoscenze. Per la Parola di Dio è diverso: essa possiede in sé un principio vitale capace, se assecondato, di operare trasformazioni, di creare cose nuove. Il mio compito, nei suoi confronti, è soprattutto quello di accogliere questo dono, di assecondare questo sforzo vitale che è in essa, nel non opporre ad essa alcuna resistenza. Come mai, allora, ho ascoltato tante volte la Parola di Dio e sono sempre lo stesso?

Come mai certe volte in chiesa mi entusiasmo davanti alla Parola e poi, fuori di chiesa, vivo come se questa Parola non esistesse?

Perché ascolto parole grandi e continuo a compiere cose meschine?

Non sarà forse perché il nostro cuore spesso è indurito, il nostro terreno già occupato?

Se noi accogliessimo davvero quella Parola e la traducessimo in vita, allora saremmo anche noi creatori di novità, di bello, di Regno di Dio, allora incarneremmo anche noi Gesù Cristo. Il seminatore ci dice: “Ecco ti do in abbondanza la mia parola. Essa è per te e se tu la accogli e la lasci portare frutto, attraverso te essa diventa seme anche per gli altri. Non ti chiedo molto, non ti porto via nulla. Soltanto, accogli il dono, fai spazio ad essa, lasciala crescere secondo la sua potenza, e vedrai che anche il deserto (tuo e degli altri) fiorirà”.

 

 

LUNEDI’ 17 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessio; Santa Sinforosa; Santa Donata.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PACE, GESU', SIA LA NOSTRA FORZA.

 

HANNO DETTO: Se si diventa pessimisti per cinque minuti, sono cinque minuti persi. (Card. Anastasio Ballestrero)

SAGGEZZA POPOLARE: Si guarisce una malattia, ma non si guarisce mai una cattiva abitudine. (Detto del Camerun)

UN ANEDDOTO: Nella casa di Suliman Halabi, celebrato maestro, c'era sempre per terra un grosso libro che serviva a tenere aperta la porta. Un visitatore colto ed austero, venendo un giorno a trovare Halabi, si chinò per sollevare il libro. - Lascialo dov'è! - gl'intimò il maestro. - Aver sì poca cura dei libri è indegno di un saggio - ribatté il visitatore. - Ma è ancora più indegno - replicò Suliman Halabi - pensare che tutti i libri abbiano eguale importanza. Questo serve a tenere aperta la porta e a nient'altro! (Tradizione Sufi)

PAROLA DI DIO: Es 1,8-14.22; Sal 123 (124); Mt 10,34-11,1

 

Vangelo   Mt 10, 34 -11, 1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. Parola del Signore

 
“NON CREDIATE CHE IO SIA VENUTO A PORTARE LA PACE SULLA  TERRA”.

Come potremmo definire la pace? Forse come serenità di rapporto dell’uomo con se stesso, con la natura, con il prossimo, con Dio. Gesù allora è o non è la pace dell’uomo?

Se noi pensiamo alla pace come soluzione di tutti i problemi, di tutte le sofferenze, le divisioni allora Gesù non è la pace perché durante la sua vita uomini si sono divisi pro o contro di Lui, perché la gente ha continuato a soffrire e morire, perché i potenti hanno continuato a comandare e imperare sugli altri, perché Gesù stesso è stato tradito, abbandonato, rinnegato, arrestato, ha sofferto fisicamente e moralmente ed è morto dopo un’agonia terribile appeso ad una croce. E dopo la sua assunzione al cielo le lotte, le sofferenze, le ingiustizie, la morte hanno continuato a dividere gli uomini. Eppure, se noi apriamo i vangeli troviamo che alla sua nascita gli angeli cantano sulla grotta di Betlemme: “Gloria a Dio e pace agli uomini”, vediamo il Risorto che ad ogni sua apparizione augura: “La pace sia con voi”, vediamo Gesù che ci aiuta a comprendere la natura con gli occhi meravigliati di chi sa di farne parte, vediamo il suo sforzo continuo perché gli uomini lascino ogni forma di violenza, superino le divisioni e le barriere, imparino ad amarsi profondamente tra loro, scopriamo ancora di più che se Gesù è la Via, la Verità e la Vita, non c’è via verso Dio se non quella della pace, non esiste Verità che non riempia il cuore della serenità e della bellezza e non c’è vita senza armonia con Dio e con il prossimo. La non pace, la spada che si estrae nel nome di Gesù allora è proprio la negazione stessa di Lui. L’uomo che non ascolta la pace che Dio ha seminato nel suo cuore, che lascia che i tumulti e le passioni del suo cuore la soffochino, non è capace di accogliere Gesù e allora dà spazio al suo opposto, cioè a tutto ciò che gli è contrario. Gesù, con la parola di oggi che a prima vista sembra contraddittoria, è invece molto chiaro: il dissidio tra il bene e il male non è finito con la sua venuta, anzi, scegliere Lui significa come Lui combattere con tutte le forze contro il male, contro una mentalità che non lo accetta; significa avere nel cuore la tranquillità, la pace di Dio che ti dà la forza di lottare. Gesù non è un anestetico contro le difficoltà che con Lui spariscono, ma è il coraggio per affrontare la lotta contro il male.

 

 

MARTEDI’ 18 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Federico; Sant’Arnoldo; San Bruno di Segni.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE DI QUESTA GIORNATA, DI QUEST'ORA, DI QUESTO MINUTO.

 

HANNO DETTO: La storia della Chiesa è innanzitutto quella dei santi. Dei santi noti e di quelli ignoti. (H.Urs Von Balthasar)

SAGGEZZA POPOLARE: Se vuoi arrivare primo, corri da solo. Se vuoi arrivare lontano, cammina insieme. (Proverbio del Kenya)

UN ANEDDOTO: Mahadi El-Millah era in viaggio quando la carovana con cui viaggiava venne assalita dai briganti. Quando i ladri vollero impadronirsi dei suoi beni, offri al loro capo i libri e i pochi soldi che portava con sé dicendo: - Te li offro, sono un regalo. Non considerarli un furto. Questi rispose: - I soldi li accetto, ma dei libri che me ne faccio? - Ecco il favore che ti chiedo: quando tornerai a casa li regalerai ai tuoi figli. - E loro, che ne ricaveranno? - Impareranno a non diventare ladri, come è il loro padre. (Tradizione Uzbeka)

PAROLA DI DIO: Es 2,1-15; Sal 68 (69); Mt 11,20-24

 

Vangelo   Mt 11, 20-24

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te». Parola del Signore

 

“GESU’ SI MISE A RIMPROVERARE LE CITTA’ NELLE QUALI  ERA AVVENUTA LA MAGGIOR PARTE DEI SUOI PRODIGI.

Una delle situazioni umane che maggiormente ci fanno soffrire, è quando hai cercato di far del bene a qualcuno, ti sei speso per lui, e questa persona beneficata ti è indifferente, o contraria o pretende solo da te. Noi con Dio, qualche volta, ci comportiamo così. Spesso le nostre giornate passano senza neppure che noi siamo consapevoli che esse sono un dono gratuito di Dio. Eppure, se io non fossi nel pensiero di  Dio, anche solo per un istante, io non ci sarei più. Ci lamentiamo dei piccoli ‘bubù’ o di quelle cose che ci mancano e invece ci dimentichiamo di avere in dono un cuore che batte, l’aria che respiriamo, il sole che sorge. Anche nei confronti diretti di Dio ci lamentiamo della sua misteriosità, del suo apparente essere lontano dalla vicende terrene, imputiamo spesso a Lui la colpa della morte dell’innocente, della sofferenza del giusto, della fame, delle pestilenze e non ci accorgiamo della sua continua, paterna, non invadente presenza; non ci rendiamo conto che Lui è l’innocente che è stato condannato, che è Lui che ha sofferto e che soffre per dare senso alla nostra sofferenza. Chiediamo segni e miracoli quando noi stessi, il mondo in cui viviamo, le persone che incontriamo sono un segno e un miracolo continuo. Noi siamo irriconoscenti perché non siamo consapevoli. La mistica orientale, che oggi ha molta presa nel mondo giovanile, insiste particolarmente su una cosa: essere consapevoli, presenti a se stessi, a ciò che si è, a ciò che si fa, alle cose che abbiamo, al momento presente. Se noi, invece di lasciarci vivere, viviamo, la cosa è ben diversa; se noi, invece di subire la sofferenza, la facciamo nostra, le diamo un senso, è ben diverso; se, ad esempio, il nostro affetto di marito e di moglie, invece di mettere la muffa dell’abitudine, è riscoperto ogni giorno nei suoi aspetti magari faticosi, ma positivi, crescerà. Se scopri che tutto è un dono di Dio, il grazie a Lui sboccerà immediato e non avrà bisogno di attendere le formule della preghiera. E se scopro di poter essere riconoscente anche tutto il mio rapporto con Dio assumerà le dimensioni non del dovere, ma dell’amore.

 

 

MERCOLEDI’ 19 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gervasio e Protasio; Santa Aurea; Sant’Arsenio.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO CI PARLA DI TE, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Un Dio che è stato trent’anni muratore e falegname, riuscirà a venire a capo delle macerie della mia anima. (H. Urs Von Balthasar)

SAGGEZZA POPOLARE: Se tieni un cane alla catena, diventa cattivo. Stessa cosa per l'uomo. (Proverbio della Costa d'Avorio)

UN ANEDDOTO: Sulla strada di Edessa un monaco chiese a Dio di fargli incontrare, al suo ingresso in città, un uomo che lo illuminasse sul senso delle Scritture. Ed ecco che invece di un uomo, fu una donna a venirgli incontro, e per di più una prostituta. Il monaco si rattristò: il Signore non aveva esaudito la sua preghiera. Come avrebbe potuto una donna di facili costumi illuminarlo sulla Parola di Dio? Eppure la donna gli stava ritta dinanzi e lo guardava fisso negli occhi. Senza imbarazzo né collera il monaco chiese: - Perché mi guardi con tanta insistenza? Rispose la donna: - È normale che ti guardi, poiché io sono stata formata da te. Tu invece non hai alcun motivo per guardarmi; tu devi fissare la polvere da cui sei stato tratto. Il monaco rimase sbalordito: quale più acuto riferimento al libro della Genesi? Ringraziò così il Signore, le cui vie per farci capire la sua Parola sono infinite e misteriose. (Tradizione Siriaca)

PAROLA DI DIO: Es 3,1-6,9-12; Sal 102 (103); Mt 11,25-27

 

Vangelo   Mt 11, 25-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». Parola del Signore

 

"TI RENDO LODE, PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHE' HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI SAPIENTI E AI DOTTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI.”

E’  bello vedere come Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, sa stupirsi e meravigliarsi dell’opera di Dio e il suo stupore diventa lode. Chi è abituato a vedere nella natura e nella storia l’opera di Dio non ha bisogno di entrare in una chiesa per lasciare sgorgare dal proprio cuore la preghiera e la lode. Gesù loda il Padre perché si rivela ai piccoli, ai poveri. L’enormemente grande si manifesta all’enormemente piccolo, il potente si serve dell’impotenza, il Santo è riconosciuto dai peccatori. E’ lo stesso stupore adorante di Maria che vede abbassati i potenti e innalzati i miseri, che ringrazia Colui che ha fatto cose grandi in Lei, guardando alla povertà della sua serva. Se avessimo capito anche noi fino in fondo la logica del modo di operare di Dio, quanto saremmo più semplici e più felici!

Perché correre fino a sfiancarci per cose che passano; perché fidarci unica­mente della nostra intelligenza limitata e del nostro potere senza senso? Mosè era balbuziente, Davide un pastore, Gesù un uomo morto in croce, Pietro un peccatore, Don Bosco un contadino, Domenico Savio un bambino eppure Dio ha fatto cose grandi in loro e attraverso loro!

 

 

GIOVEDI’ 20 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Apollinare;Sant’Elia; Sant’Aurelio di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', HO BISOGNO DI TE.

 

HANNO DETTO: Gesù muore perdonando. Non è più solo. Nell'arrivare presso il Padre ci stringe a sé nel suo perdono. (H. Urs Von Balthasar)

SAGGEZZA POPOLARE: Se sei caduto nello stagno, non strizzare la camicia prima di aver raggiunto la riva. (Proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Un giorno un capo famiglia venne a trovare Sri Rama krishna: - Bhagavan, abbiamo sentito dire che hai visto il Signore. Fallo vedere anche a me e spiegami come ciò sia possibile. Rispose il maestro: - Tutto dipende dalla volontà di Dio. Ma anche dalla tua. Se sei seduto sulle sponde di un lago e dici soltanto: «Ci son dei bei pesci nel lago», ne prenderai forse anche solo uno? Va' piuttosto a cercare il necessario per la pesca: una lenza, una canna, un po' d'esca, e getta l'amo nell'acqua. Il pesce salirà dalle profondità del lago, si avvicinerà, tu lo vedrai e farai di tutto per prenderlo. Mi chiedi di vedere Dio e te ne stai lì tranquillo senza fare il minimo sforzo. Tu vorresti che io mungessi il latte, ne prendessi la crema, la trasformassi in burro e ti mettessi il burro in bocca su un cucchiaio d'argento. Sei un po' stolto, non ti pare? (Sri Ramakrishna)

PAROLA DI DIO: Es 3,13-20; Sal 104 (105); Mt 11,28-30

 

Vangelo   Mt 11, 28-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

“VENITE A ME, VOI TUTTI CHE SIETE STANCHI E OPPRESSI, E IO VI DARO' RISTORO”.

Come in alcuni momenti ci si stanca della vita, così c’è anche il momento in cui addirittura la fede perde il suo smalto e sembra diventare banale. E’ soprattutto l’abitudine, la mancanza di entusiasmo, la ripetitività di gesti importanti come i sacramenti che possono farci perdere il gusto e il senso della fede. Gesù ci invita ad andare a Lui, a riscoprire la sua presenza, a rispolverare la gioia liberante del vangelo, a riscoprire l’avventura esaltante della vita giocata per Lui. Riposarsi in Cristo significa tutt’altro che addormentarsi, è invece ritrovare energie nuove che ci vengono da Lui, è “Fare il pieno” per ripartire sempre come se fosse il primo giorno in cui abbiamo scoperto l’amore di Dio per noi.

 

 

VENERDI’ 21 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo da Brindisi; Sant’Alberico Crescitelli.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ECCOTI IL MIO CUORE, RIEMPILO DI TE.

 

HANNO DETTO: La virtù che Dio esige da noi è l’uso coscienzioso delle facoltà che ci ha dato per compiere il bene. (Basilio di Cesarea)

SAGGEZZA POPOLARE: Se sai gioire per le gioie altrui, sei il più degno abitante del villaggio. (Proverbio del Sudan)

UN ANEDDOTO: Voglio servire il Signore! - disse l'uomo dagli occhi timorosi e le mani in tormento. Abba Sergio posò il suo sguardo sul pellegrino, ma non disse una parola, e non gli mostrò la via. Voglio servire il Signore! - disse l'uomo fiero, la fronte spavalda e le mani aperte a ghermire. Abba Sergio ascoltò e non disse una parola. Nemmeno a lui mostrò la via. - Padre, perché allontani da te questi uomini? Essi desiderano solo imparare a servire l'Onnipotente, domandò il discepolo che aveva osservato la scena. - Ebbene, sappi che Dio ha tre tipi di servitori: alcuni sono schiavi, e lo servono per timore; altri sono mercenari, e lo servono in vista di un guadagno. S'interruppe, poiché giungeva un uomo. Diritto e tranquillo, il petto scoperto e le mani in preghiera. - Voglio servire il Signore! - disse. Abba Sergio lo abbracciò: - ... e infine ci sono i figli, e lo servono per amore.

PAROLA DI DIO: Es 11,10-12,14; Sal 115 (116); Mt 12,1-8

 

Vangelo   Mt 12, 1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Parola del Signore

 

"SE AVESTE COMPRESO CHE COSA SIGNIFICHI: MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICI, NON AVRESTE CONDANNATO  PERSONE SENZA COLPA".

E' molto facile, facendoci passare sotto gli occhi la storia dell'Antico Testamento e la storia delle religioni, comprendere quanto Gesù voleva insegnarci. Profeti che parlavano a nome di Dio fatti tacere con la forza dai rappresentanti stessi della religione sono stati molti, per non dire la quasi totalità. E che dire delle varie e terribili inquisizioni religiose e delle migliaia di vittime nel nome della salvaguardia della purezza della religione stessa? E oggi, all'interno della nostra Chiesa, non succede forse ancora così, e non soltanto nei casi più eclatanti (ad esempio don Milani, don Mazzolari, San Padre Pio…) ma anche nelle situazioni più semplici quando le voci dissenzienti non vengono più punite con il rogo, ma costrette al silenzio, quando attorno a certe persone viene sistematicamente creato il vuoto perché non possano più esprimersi. Ma c'è da stupirci?

Il caso più grande della storia è stato proprio quello di Gesù. Quando pensiamo alla passione di Gesù, ci rendiamo conto che la condanna a morte è stata voluta, cercata, perpetrata proprio dai sacerdoti e religiosi dell'Antica Alleanza. Pensate: religiosi immischiati nella politica che decidono: "E' meglio che muoia uno solo piuttosto che tutto il popolo debba soffrire". Gli araldi della Verità che cercavano "falsi testimoni contro di Lui". La condanna viene garantita addirittura dalla Legge: "Ha bestemmiato. Lui che è uomo si è fatto Dio". Sono ancora loro che sobillano le folle per chiedere la liberazione di Barabba e la condanna di Gesù. Saranno ancora loro che davanti al mistero della risurrezione e della tomba vuota pagheranno, come già avevano fatto con Giuda, i soldati perché raccontino una evidente bugia: "Dite: mentre dormivamo sono venuti i suoi discepoli a portare via il corpo". Tutto questo avviene a Gesù e lungo i secoli fino a noi per un motivo molto semplice: perché non si è capito che Dio vuole "Misericordia e non sacrificio". Dio non è solo giudice, tantomeno giudice astratto, ottuso leguleio, ma Padre "ricco di grazia e di misericordia". Dio non è la verità contestata e contestabile dei teologi, è la VERITA' che si manifesta soprattutto ai piccoli e ai deboli. Dio non lo puoi comprare con le ipocrite facciate, col numero delle messe da celebrare, con il biascichio di tante preghiere: Dio ti legge dentro. Dio non ti misura con i codici di diritto  (anche 'canonico') ma con la stessa misura con cui tu misuri gli altri.

 

 

SABATO 22 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Maddalena; San Fiorenzo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SONO TANTO POVERO MA, LO SAI, TI VOGLIO BENE.

 

HANNO DETTO: Chi reagisce all'insulto lo accoglie in se stesso; chi invece accondiscende e cede nella morbidezza  del suo carattere dissolve l'ingiuria che gli è stata lanciata contro. (Basilio di Cesarea)

SAGGEZZA POPOLARE: Se porti un paniere di uova non danzare. (Proverbio del Gabon)

UN ANEDDOTO: Un uomo stava scrivendo un libro molto importante quando venne l'Angelo della morte che gli disse: - È l'ora. L'uomo supplicò: - Lasciami terminare il mio libro. Mi manca solo la finale. Senza di essa, che senso avrà? - Avrà il suo senso - disse l'Angelo. - Ora, vieni! L'uomo obbedì. Il libro venne letto ed ebbe un immenso successo. Era davvero un'opera importante, ma il suo fascino stava soprattutto nel fatto che era senza finale. Per anni, decenni e secoli scrittori, filosofi, lettori congetturarono, immaginarono o scrissero finali disparate, ognuna delle quali dava all'intera opera un senso nuovo e diverso. L'uomo, affacciato dall'aldilà, si diceva: - Davvero non pensavo che ci fossero tante finali per il mio libro. La mia era molto più semplice. E l'Angelo della Morte gli strizzava l'occhio.

PAROLA DI DIO: Ct 3,1-4a opp. 2Cor 5,14-17; Sal 62 (63); Gv 20,1-2,11-18

 

Vangelo   Gv 20,1.11-18 

Dal vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. Parola del Signore

 

“MARIA STAVA ALL’ESTERNO, VICINO AL SEPOLCRO, E PIANGEVA”.

La festa di Maria Maddalena e questo suo “essere innamorata di Gesù “, ci permette di fare un ‘scheggia di riflessione’ su un argomento che alcuni troveranno evidente ma che per altri, specialmente per quelli della mia età ed oltre, troveranno forse difficile: qual è il modo di amare Dio e il prossimo?

Se guardo libri, cinema e televisione, amare significa soprattutto sentimento e sesso. Se penso agli educatori della mia generazione la parola amore era avvolta da un grande velo di pudore (che qualche volta sconfinava nell’ipocrisia). Gli educatori cristiani poi avevano paura e insegnavano a diffidare dai sentimenti per cui l’amore di Dio e dei fratelli era soprattutto qualcosa di intellettuale che si manifestava con le pratiche di pietà nei confronti di Dio e con le opere di carità verso i fratelli, l’importante era adempiere ai comandamenti, quelli di Dio e quelli della Chiesa. Come ama Maria Maddalena?

Con tutta se stessa!

Sia ben chiaro, non sono di quelli che mettono malizia nel tipo di amore di questa donna. Maria ha incontrato in Gesù il senso della sua vita, è riconoscente con tutta se stessa per il perdono ricevuto, lei ai piedi della croce e alla tomba di Gesù c’è stata, ha provato lo strazio fisico nel vedere le sofferenze atroci del suo Maestro e di sua madre, ha patito per la paura degli apostoli, si è sentita ribollire il cuore davanti agli scherni e all’ipocrisia di una religione che per onorare Dio uccideva Dio, ha gridato come il suo maestro, ha portato quel corpo alla tomba sentendo che non tutto sarebbe finito così ma anche provando il vuoto del cuore nel sentire il tonfo di quella pietra, ed ama ancora con tutta se stessa in questa mattina di Pasqua quando da una parte vuole onorare il corpo di Gesù, dove le lacrime tornano a riempirle occhi e cuore perché il corpo del maestro non si trova, dove dolore speranza, paura fanno un guazzabuglio unico nel suo cuore fino a quando non si sentirà chiamata per nome da Gesù stesso e, tolto il velo delle lacrime i suoi occhi, il suo cuore, il suo corpo riconoscerà il risorto e si accollerà la gioia e il compito di andarlo a gridare in giro.

Credo che non dobbiamo aver paura di amare Dio con tutto noi stessi. I santi non furono tutti degli “esagerati” nell’amare Dio?

Alcuni di loro lo amavano talmente che quando ripensavano alla passione di Cristo questa veniva rivissuta nel loro corpo e altri, cominciando da Davide, non sentivano la voglia di ballare davanti a Lui?

Ci sarà più fede in chi, compassato, recita il Credo la domenica (vorrei capire quanti, preti compresi, capiscono tutto di questa preghiera) o nel  grido disperato di quella madre (che qualcuno considera bestemmia) alla quale hanno detto che il proprio figlio, forse, non ce la farà a sopravvivere?

 

 

DOMENICA 23 LUGLIO: 16^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Brigida, patrona d’Europa;Sant’Olimpio; Santa Cunegonda.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI UN DIO PAZIENTE, LENTO ALL'IRA, PIENO DI GRAZIA E MISERICORDIA.

 

HANNO DETTO: Quando dai ad un povero nel nome del Signore fai insieme un dono e un prestito: un dono perché non speri di essere rimborsato, un prestito perché... il Signore salderà il debito per lui. (Basilio di Cesarea)

SAGGEZZA POPOLARE: Se qualcuno vi dà la parte bianca del pollo, non chiedete anche la zampa. (Proverbio del Congo)

UN ANEDDOTO: Capire Dio è impossibile - disse san Domenico durante una delle sue prime lezioni alla Sorbona. - Come!? Non siamo qui per questo? - gli chiesero stupiti gli studenti. - Noi siamo come quelle formiche che arrivarono un giorno ai piedi di un'altissima montagna di zucchero. Naturalmente non potevano rendersi conto della sua altezza. Così, ciascuna si trascinò con sforzo un granello di zucchero al formicaio e poi dissero: "Domani torneremo e porteremo via tutto - tutta la montagna di zucchero!" Cerchiamo di non essere come quelle formiche. Quel pochissimo che possiamo capire di Dio non ci renda ciechi.

PAROLA DI DIO: Sap 12,13.16-19: Sal 85 (86); Rm 8,26-27; Mt 13,24-43

 

Vangelo  Mt 13, 24-43  (Forma breve Mt 13,24-30) 

Dal vangelo secondo Matteo

[In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».] Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo». Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!». Parola del Signore

 

“UN UOMO HA SEMINATO IL BUON SEME NEL SUO CAMPO. MA MENTRE TUTTI DORMIVANO VENNE IL SUO NEMICO E SEMINO' ZIZZANIA”.

Quotidianamente noi facciamo l’esperienza del bene e del male, in noi stessi e nel mondo intero. La nostra intolleranza vorrebbe spesso vedere l’intervento di Dio: “Perchè Dio permette che il male spesso abbia la meglio?” Ma Dio è paziente, ama tutti, ha fiducia nel seme buono. I semi buoni crescono, crescono ugualmente, forse con più fatica ma inesorabilmente, senza nulla perdere della propria natura e delle proprie qualità. Dio “pazienta” anche con noi e ci invita ad essere pazienti, tolleranti, ad aver fiducia nel bene. Proprio pensando alla pazienza di Dio con noi, proviamo oggi, nei nostri giudizi e atteggiamenti verso gli altri a vedere il bene e le possibilità di bene che ci sono nelle persone che ci circondano, e lasciamo che il bene che c’è in noi abbia il sopravvento sulla zizzania che scopriamo ogni giorno nella nostra vita.

 

 

LUNEDI’ 24 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Cristina; Sant’Agostino Fangi.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTACI A SENTIRTI, VEDERTI, AMARTI.

 

HANNO DETTO: Il coraggio lo si ottiene con un continuo ricominciare. Infatti il coraggio è aver paura, ma andare avanti egualmente. (Renè Bazin)

SAGGEZZA POPOLARE: Ti accorgi dell'acqua quando il pozzo è vuoto. (Proverbio dell’Etiopia)

UN ANEDDOTO: Due sposi che avevano rinunciato al mondo si unirono a un gruppo di pellegrini diretti verso i luoghi santi. Un giorno, camminando sul bordo del sentiero, il marito, che precedeva la moglie di un buon tratto, vide un diamante brillare tra la polvere. Raschiò allora il suolo per nascondere la pietra preziosa, temendo che la donna, vedendolo, avrebbe potuto desiderarlo perdendo cosi il merito della sua rinuncia al mondo. Ma mentre era intento a ciò sopraggiunse la donna e gli chiese che cosa facesse. L'uomo diede una risposta evasiva come in cerca di scuse. Nel frattempo la donna vide il diamante, intuì il suo pensiero e gli disse con una punta d'amarezza: Perché hai rinunciato al mondo se noti ancora la differenza fra un diamante e la polvere?

PAROLA DI DIO: Es 14,5-18; Sal da Es 15,1-6; Mt 12,38-42

 

Vangelo   Mt 12, 38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!». Parola del Signore

 

“MAESTRO, DA TE VOGLIAMO VEDERE UN SEGNO”.

Quando scribi e farisei chiedono a Gesù un segno, Egli aveva già compiuto molti miracoli. Ma davanti ai miracoli c’era chi aveva creduto e chi ancora di più aveva preso Gesù per un millantatore, per un impostore. La fede non si fonda sui miracoli ma sulla accettazione di una persona. I miracoli, al massimo, possono confermare la fede. Non è cambiato molto dai tempi di Gesù. La nostra generazione pur così materialista è sempre alla ricerca dello straordinario, del miracoloso. Andiamo a cercare segni e non sappiamo leggere i segni che abbiamo. Che un Dio, per amore, accetti di morire su una croce non è forse la cosa più straordinaria e confortante?

Che io sia perdonato dalla sua misericordia, che possa mangiare il suo Corpo ed essere in comunione con Lui, non è un miracolo?

Che cos’è un ‘apparizione in confronto alla sua Parola che può trasformarmi? 

I miracoli ci sono e sono quotidiani ma noi spesso ci siamo dentro, vi passiamo vicino e non ce ne accorgiamo, cerchiamo i pezzettini di vetro luccicanti e calpestiamo le perle.

 

 

MARTEDI’ 25 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacomo; San Cristoforo.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE SI RICORDA SEMPRE DELLA SUA ALLEANZA.

 

HANNO DETTO: Nel fare il bucato o nello scrivere un romanzo, l'importante non è ciò che facciamo, ma lo spirito che ci muove; spesso il romanziere sarà meno grande e meritevole della donna che sbatte i suoi panni. (Renè Bazin)

SAGGEZZA POPOLARE: Solo il padrone può riprendersi l'osso dalla gola del cane. (Detto Liberiano)

Un aneddoto: Quando Tchuang-tsé fu in punto di morte, i suoi discepoli espressero il desiderio di fargli dei funerali solenni. Ma Tchuang-tsé disse loro: - Come feretro e tomba, avrò il Cielo e la Terra; come oggetti funerari, il Sole e la Luna quali doppio anello di giada; e le Stelle come gioielli; e i diecimila esseri angelici mi faranno compagnia. Che potreste aggiungere voi a un cerimoniale così ricco? - A noi dispiace che tu sia divorato dai corvi e dagli avvoltoi. Tchuang-tsé rispose: - All'aria aperta, sarò divorato dai corvi e dagli avvoltoi; sotto terra, dalle formiche. Non vorrete essere parziali privilegiando gli uni a sfavore delle altre.

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DI SAN GIACOMO: 2Cor 4,7-15; Sal. 125 (126); Mt. 20,20-28

 

Vangelo   Mt 20, 20-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Parola del Signore

 

“I GOVERNANTI DELLE NAZIONI DOMINANO SU DI ESSE E I CAPI LE OPPRIMONO”.

Qualche volta vien da credere che noi cristiani abbiamo perso il significato del nome che ci contraddistingue. Infatti Cristiano deriva da Cristo, noi dunque dovremmo essere Cristo sulla terra e invece siamo tutt’altro. Se Gesù e il Padre sono una cosa sola, come mai ad esempio i cristiani fanno fatica a trovare qualche momento di preghiera e di comunione con Dio o relegano questi solo al minimo indispensabile?

Se Gesù è venuto per i poveri e per gli ultimi come mai gran parte della Chiesa è connivente con i potenti e i ricchi di questo mondo?

Come mai la maggioranza cristiana dell’Occidente fa molto poco per i popoli affamati, come mai i popoli cristiani (almeno sulla carta) derubano i popoli poveri delle proprie risorse naturali e riescono a giustificare soprusi e guerre?

Credo sia a causa del fatto che invece di imitare Cristo abbiamo scimmiottato i poteri di questa terra: guardate le gerarchie cattoliche con tutti i loro scalini di onorificenze, guardate a certi ordini religiosi nati per l’aiuto ai più poveri e diventati ricchi, guardiamo a noi stessi che preferiamo correre dietro le mode piuttosto che manifestare nel servizio la povertà di Colui che è morto nudo in croce. La mentalità è sempre la stessa: la madre di Giacomo e Giovanni chiede un posto di prestigio per i suoi figli, ma con Gesù non funziona: alla sua destra e alla sua sinistra sono due ladri crocifissi, uno che insulta e l’altro che all’ultimo momento riesce a rubare anche il paradiso. Se non si vuole usurpare il nome di Cristiano con Gesù bisogna cercare l’ultimo posto e l’ultimo uomo, allora davvero lì servirai Lui e diventerai come Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 26 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gioacchino ed Anna; Santa Bartolomea Capitanio.

Una scheggia di preghiera:

 

APRI, SIGNORE, MENTE E CUORE PERCHE' POSSIAMO ACCOGLIERE LA TUA PAROLA.

 

HANNO DETTO: La verità del Vangelo è scandalosa: ha messo in croce Cristo stesso: Non possiamo noi, ragionevolmente, sperare che ci procuri una Commenda Ufficiale. (G. Bernanos)

SAGGEZZA POPOLARE: Prima di rompere l'uovo, bisogna aver pronto il pane e il sale.

UN ANEDDOTO: Il servitore di un uomo ricchissimo entrò un giorno nella casa del suo padrone e stette rispettosamente in piedi in un angolo, in un atteggiamento di grande umiltà. Aveva fra mano un oggetto coperto da un velo. Il padrone gli chiese che cosa mai recasse con sé. Il servitore sollevò il velo, e apparve una piccola mela rossa cotta nella crema, che l'uomo porse umilmente al suo signore sperando di vederlo sorridere di gioia. E in effetti fu così; perché quell'uomo ricchissimo aveva ricevuto un'infinità di regali preziosi da tutti, ma mai una piccola mela rossa offertagli con tanta umiltà. La grandezza di Dio è infinita, ma il suo occhio sa penetrare nelle intenzioni più minuscole del cuore umano. (Sri Ramakrishna)

PAROLA DI DIO: Sir 44,1.10-15; Sal 131 (132); Mt 13,16-17

 

Vangelo  Mt 13, 16-17 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!». Parola del Signore

 

"BEATI I VOSTRI OCCHI PERCHE' VEDONO E I VOSTRI ORECCHI PERCHE' ASCOLTANO".

Noi uomini abbiamo diversi modi per comunicare: i segni, i gesti e gli atteggiamenti, la parole e i silenzi; e ci serviamo di mezzi e di codici di comunicazione: alfabeti, disegni, segnali, ponti radio, antenne satellitari, telefoni e telefonini. Dio comunica con la sua creatura ed anche Lui usa modi diversi: la creazione, la storia dell'uomo, la sua parola trasmessa oralmente, le Scritture nell'Antica Alleanza, Gesù, suo Figlio incarnato, la Parola di Gesù scritta nel Nuovo Testamento e scritta nel cuore e nei gesti dei suoi testimoni. Dio comunica e comunica abbondantemente, ma perché il suo messaggio possa giungere a noi occorrono diverse cose: Che si sappia che c'è una comunicazione in arrivo per me. Che si abbia desiderio di conoscere questa notizia. Che si usino i mezzi perché le nostre orecchie e il nostro cuore possano recepire. Che questa notizia sia decodificata in un linguaggio comprensibile. Che la notizia, capita, accolta, trovi un terreno buono per fruttificare. Proviamo a ripercorrere questi passaggi pensando al messaggio di Dio. Se io credo che Dio sia 'l'ente supremo', mi è molto difficile pensare che abbia un messaggio personale proprio per me, al massimo sarà uno che darà norme generali per far funzionare l'intera baracca dell'universo e del nostro mondo. Se invece penso al Dio di Gesù, al Dio della storia, al Dio incarnato per amore, al Dio "lento all'ira, pieno di grazia e di amore", al Dio Padre, penso che mio Padre ha qualcosa da dirmi, e io, figlio, sono direttamente interessato a conoscere questa sua volontà. Allora si tratta di scoprire attraverso i mezzi opportuni ciò che vuole dirmi. Un esempio: in questo momento nell'etere ci sono migliaia e migliaia di segnali radio, questi segnali sono la codificazione di parole, di immagini, di migliaia di trasmittenti. A orecchio non ne sento nessuna. Ho bisogno di un apparecchio che capti (antenna) e di un selettore che scelga una lunghezza d'onda particolare, poi ho bisogno di un decodificatore che trasformi i segnali in parole e in immagini, e, ancora,  ho bisogno di sapere la lingua in cui i messaggi sono trasmessi, perché se io, ad esempio, sento una voce cinese, sento solo dei suoni, ma non capisco niente. Tutto questo può sembrare estremamente complicato nei confronti della parola di Dio. E' solo un modo per aiutare a comprendere: Dio ha un messaggio proprio per me, oggi. Come ascoltarlo perché non vada perso?

 

 

GIOVEDI’ 27 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giorgio di Cordoba; Santa Liliosa.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE TU AMI I PICCOLI E I POVERI.

 

HANNO DETTO: Una cosa è importante: che, bravi o vili, ci si trovi sempre là dove Dio ci vuole. (G. Bernanos)

SAGGEZZA POPOLARE: Prima di trovar a ridire all'altrui camicia, bisogna rammendare la propria.

UN ANEDDOTO: Alla domanda che cosa sia la giustizia Divina, il padre Paisio rispose coi seguenti esempi. "Diciamo, che due persone sono a tavola e stanno mangiando. Hanno a disposizione un piatto con dieci frutti. Se uno dei commensali per gola ne mangia sette e lascia all'altro tre, è ingiustizia. Se quello dice: guarda, siamo due, ci sono dieci frutti. Ad ognuno corrispondono cinque. Mangerò cinque, e gli altri cinque li lascerò per l'altro agisce in forma giusta, cioè secondo la giustizia umana. Per difendere i suoi diritti umani, la gente molte volte prende avvocati e giudica gli altri. Invece, se l'uomo vede che all'altro piacciono i frutti, simulando che non gli piacciono, mangerà uno o due, e dirà all'amico" Fratello, mangia i restanti, poiché non mi piacciono troppo", in questo caso agisce secondo la giustizia Divina.

PAROLA DI DIO: Es 19,1-2.9-11.16-20b; Sal da Dn 3,52-56; Mt 13.10-17

 

Vangelo   Mt 13, 10-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”. Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!». Parola del Signore

 

“PERCHE’ PARLI LORO IN PARABOLE? EGLI RISPOSE LORO: PERCHE’ A VOI E’ DATO DI CONOSCERE I MISTERI DEL REGNO DEI CIELI, MA A LORO NON E’ DATO”.

Gesù nel suo modo di esprimersi era molto semplice; sulla scia dei profeti Egli comunica dei misteri attraverso gesti e parole che i suoi contemporanei potevano facilmente comprendere. Con un popolo formato prevalentemente da pastori, pescatori, contadini, piccoli artigiani e commercianti usa termini, esempi e parabole che partono dalla loro esperienza quotidiana per annunciare il regno dei cieli. Le parabole sono racconti semplici che partono dalla realtà della vita. Sono dunque facili messaggi per chi è semplice e sa leggere e interpretare con cuore disponibile e aperto il messaggio di Dio sulla vita, ma diventano astruse e difficili per chi, sentendosi “culturalmente superiore”, ha la presunzione di conoscere tutto, di avere già la verità in tasca, di voler vivisezionare parole e fatti a proprio uso e consumo, di voler fare filosofia e accademia su parole così semplici. E così le parabole sono luce per i semplici e confusione per coloro che si ritengono sapienti. Anche oggi sono spesso stupito davanti alla forza della fede di certe persone umili e all’estrema complicazione e frammentarietà della fede dei “teologi”. Come mai, ad esempio, se sentite parlare papa Francesco voi riuscite a comprendere subito che cosa dice  e, concordi o meno, restate anche affascinati dal suo entusiasmo, mentre se sentite parlare certi teologi o predicatori che vanno per la maggiore in campo cattolico fate una fatica enorme a seguirli e alla fine non vi hanno lasciato molto? Come mai una vecchietta riesce a parlare a Dio con serietà e familiarità, mentre il sapiente viene a dire: “Non so che cosa dire nella preghiera, mi insegni qualche formula buona”?

 

 

VENERDI’ 28 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Innocenzo I, Papa; Santa Serena.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, LA TUA PAROLA SIA IL MIO CIBO QUOTIDIANO.

 

HANNO DETTO: Il dono di Dio è gratis, la salvezza non si compra: è un grande regalo, l’amore di Dio è il regalo più grande! (Papa Francesco)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi troppo pensa perde la memoria, e chi non pensa perde la vittoria.

UN ANEDDOTO: Un giovane si era invaghito di una ragazza e non faceva che pensare a lei. Una sera, mentre si recava a trovarla portandole dei dolci, il suo pensiero era talmente assorbito che non vide un santone che stava meditando e lo urtò bruscamente. Il santone si mise a gridare: - Sei cieco? Non vedi che sto meditando su Dio? - Scusami - rispose il giovane - ma lascia che ti ponga una domanda. Tutti i miei pensieri sono talmente rivolti a una donna che quasi non ho più coscienza di cosa faccio. Tu invece la tua coscienza ce l'hai ben desta. Che specie di meditazione è dunque la tua?

PAROLA DI DIO: Es 20,1-17; Sal 18 (19); Mt 13,18-23

 

Vangelo   Mt 13, 18-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno». Parola del Signore

 

“QUELLO SEMINATO TRA I ROVI E’ COLUI CHE ASCOLTA LA PAROLA, MA LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO, E L’INGANNO DELLA RICCHEZZA SOFFOCANO LA PAROLA ED ESSA NON DA’ FRUTTO.”

Come abbiamo ricordo più volte in questi giorni Dio ci dona abbondantemente la sua Parola, essa è per me personalmente, essa è parola che crea, essa è Gesù stesso, essa è vitale. Compito principale mio è quello di accoglierla e di lasciarle portare il frutto per cui è stata mandata. Unico guaio è che spesso il mio cuore è indurito e il mio terreno occupato da tante spine. Occupato da noi stessi, dai nostri pregiudizi, dalle nostre abitudini, dai nostri schemi, e tutto questo soffoca la Parola. Sembra quasi che facciamo di tutto per difenderci dalla Parola. Abbiamo paura della sua capacità dirompente, scomodante. Cerchiamo in tutti i modi di inserirla nella misura dei nostri schemi abituali. Non ci arrendiamo ad essa, come dovrebbe essere, ma tentiamo di adattarla a noi, la annacquiamo perché non crei troppi danni alle nostre comode abitudini anche religiose. Ma se questo è il modo di cercare di soffocare la Parola è anche il modo di soffocare noi stessi. Evitiamo la spada affilata della parola ma lasciamo soffocare noi stessi nelle abitudini che ci vivono e non ci lasciano vivere; mettiamo gli occhiali scuri per non lasciarci sfolgorare dalla sua potenza e così diventiamo tetri pessimisti, incapaci anche solo di intravedere la via della libertà; la Parola è fuoco e noi ci diamo da fare per buttarvi sopra i secchi d’acqua del nostro buon senso, della falsa prudenza, della nostra incredibile pigrizia, e facendo così ci impantaniamo sempre più in quelle che sono le sabbie mobili che poco per volta ci inghiottono. Pensiamo di difenderci da una Parola difficile e non accogliendola è come se da soli ci tagliassimo le radici che portano la linfa della vita. E pensare che Gesù, oltre che donarcela ci ha anche indicato il modo per accogliere la Parola: accoglierla come bambini, cioè con la mente sgombra da categorie mentali, da abitudini, con piena disponibilità, senza riserve, ed essa allora diventerà in noi vita, non si  fermerà né solo all’intelligenza né solo al sentimento, ma potrà creare novità, vita, gioia per noi e per gli altri.

 

 

SABATO 29 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marta; Sant’Ademaro; San Guglielmo Pinchon.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO CHE SEI RISURREZIONE E VITA.

 

HANNO DETTO: Dio associa i genitori alla sua sollecitudine. (San Giovanni Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: I calli ornano le mani più degli anelli. (proverbio Estone)

UN ANEDDOTO: Un giorno , il saggio decise di parlare al popolo, ponendo a loro una semplice domanda , e rispondendo di conseguenza : Cosa fareste se io fossi dotato del dono della veggenza? Ah, di sicuro la prima domanda che mi farete sarà di chiedermi quando morirete. Ed io di conseguenza dirò: Voi tutti, che siete qua ad ascoltarmi, deduco che siete vivi. Una sola cosa vi dirò, non passate la vita a far progetti, ma passatela vivendola, cogliete ogni nuova alba come un il più bel dono, assaporate ogni minuto tutto quello che avete, perché quando arriverà la chiamata, che siate pronti o no, dovrete andare.

PAROLA DI DIO: 1Gv 4,7-16; Sal 33 (34); Gv 11,19-27 opp. Lc 10,38-42

 

Vangelo  Gv 11, 19-27

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Parola del Signore

 

“MARTA DISSE A GESÙ: “SIGNORE, SE TU FOSSI STATO QUI, MIO FRATELLO NON SAREBBE MORTO!”.

Una recente inchiesta dice che meno del 60 per cento di coloro che si dicono credenti crede alla risurrezione dopo la morte, rimane dunque già un gran passo la fede di Marta che addolorata per la morte del fratello, in una società che allora meno di oggi credeva alla risurrezione dei morti, afferma di credere alla “risurrezione dell’ultimo giorno”. Non abbiamo prove materiali della nostra futura risurrezione. Gesù stesso nel racconto di Lazzaro e del ricco dice che se anche un morto ci apparisse vivo sarebbe ugualmente difficile credere alla vita che continua oltre la morte. L’unico modo per avere questa fede è abbandonarsi ad una fiducia illimitata in Gesù che dice: “lo sono la risurrezione e la vita, chi crede in me non morirà in eterno”. E’ il figlio di Dio che ci ha detto questo. E’ Lui che ha dimostrato di dare la vita ai morti. E’ Lui che risorto da morte è vivente per sempre. In Lui, con gioia, credo alla risurrezione dei morti. 

 

 

DOMENICA 30 LUGLIO: 17^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo;Santa Donatella, martire; San Capreolo.

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO OGGI E SEMPRE.

 

HANNO DETTO: Si sopravvive di ciò che si riceve, ma si vive di ciò che si dona. (C. G. Jung)

SAGGEZZA POPOLARE: «Lo stolto prende piacere, non nella prudenza, ma soltanto nel manifestare ciò che ha nel cuore». (Proverbio Biblico Pr 18,2).

UN ANEDDOTO: Un giorno un discepolo in preda a un forte turbamento venne a trovare il suo guru. Che t'è successo, figliolo? - chiese il maestro. Mi sono messo a discutere con alcuni teologi - rispose il giovane - e mi sono nati dei dubbi sull'esistenza di Dio. Rispose il maestro: - Se vuoi bere acqua da una pozza, devi raccoglierla con dolcezza alla superficie, senza sommuoverla. Se la agiti, o peggio se lasci che altri la agitino per te, il limo salirà dal fondo e renderà l'acqua torbida.

PAROLA DI DIO: 1Re 3,5.7-12; Sal 118 (119); Rm 8,28-30; Mt 13,44-52

 

Vangelo  Mt 13, 44-56 (Forma breve 13, 44-52)

Dal vangelo secondo Matteo

[In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.] Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE A…”.

A noi che siamo un po’ tutti malati di positivismo, dà un po’ fastidio che Gesù non dia una definizione chiara ed esauriente di “Regno di Dio” ma si accontenti invece di paragoni che in certi casi ci sembrano anche semplicistici. Ma proprio in questo sta il primo gran­de insegnamento sul Regno: esso non può essere racchiuso in una definizione; proprio perché è di Dio e non c'è nessuna definizione o limite che possa comprenderlo. Solo dei paragoni come quelli di Gesù (la rete, la perla, il tesoro) possono darcene una pallida idea e ci indicano anche che è in costruzione continua, già presente perché realizzato da Dio ma in continua venuta perché da lui offerto continuamente alla nostra collaborazione. Proviamo oggi a pensare a che cosa sarà simile il Regno per noi e in che modo possiamo fare affinché esso si possa manifestare.

 

 

LUNEDI’ 31 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Loyola;San Fabio; San Giustino de Jacobis.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE SONO UN PICCOLO TRA LE TUE BRACCIA.

 

HANNO DETTO: Quello che sei è il dono di Dio a te, quello che diventi è il tuo dono a Dio. (H. U. von Balthasar)

SAGGEZZA POPOLARE: «Chi risponde prima di avere ascoltato, mostra la sua follia, e rimane confuso». (Proverbio biblico. Pr 18,13)

UN ANEDDOTO: Quanto vorrei avere una conoscenza di Dio piena, totale, perfetta - disse un giorno un discepolo di Domenico al grande santo. - E perché mai? - rispose san Domenico - Pensa a un ammalato divorato dalla febbre; non s'immaginerebbe di poter bere un'intera tinozza d'acqua? Eppure quando la febbre se ne va, gli basta un bicchiere per la sua sete, e forse persino metà. Così, quando si è presi dal turbine del desiderio di Dio, ci s'immagina di poter portare nel proprio cuore l'infinito di Dio. Quando questa illusione sparisce, basta un unico raggio della sua luce per inondarci di felicità e di speranza.

Parola di Dio: Es 32,15-24.30-34; Sal 105 (106); Mt 13,31-35

 

Vangelo   Mt 13, 31-35

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo». Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE A UN GRANELLO DI SENAPE, CHE UN UOMO PRESE E SEMINO' NEL SUO CAMPO. ESSO È IL PIU' PICCOLO DI TUTTI I SEMI MA, UNA VOLTA CRESCIUTO, È PIU' GRANDE DELLE ALTRE PIANTE DELL’ORTO E DIVENTA UN ALBERO, TANTO CHE GLI UCCELLI DEL CIELO VENGONO A FARE IL NIDO FRA I SUOI RAMI”

Un uomo, che pure si è proclamato Dio, e vissuto e morto in un paesino sperduto ai confini del grande impero di Roma. Che cos’è in confronto al mondo! Un gruppetto di semianalfabeti ha predicato la sua risurrezione e a causa della persecuzione si sono sparsi un po’ dappertutto e poco per volta si è propagata una fede. Ma ancora oggi, i credenti in Cristo sono una minoranza sia rispetto al mondo, sia rispetto a coloro che si fregiano solamente del nome cristiano: eppure, il granellino è diventato già pianta e in questi secoli molti hanno trovato rifugio e riposo trai suoi rami. Dio si serve delle cose piccole. Se so di essere piccolo è già il primo passo. Se uso le piccole cose di ogni giorno per il Regno, so di seguire la strada di Gesù. Se mi fido sempre meno di me stesso e sempre più di Dio, lascio carta bianca al suo operare.

     
     

 

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