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SCHEGGE E SCINTILLE

         PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
          DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

MARZO 2017

 

 

MERCOLEDI’ 1 MARZO  MERCOLEDI’ DELLE CENERI

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Albino; Sant’ Amanzio; Santa Eudossia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA MISERICORDIA, SIGNORE, CI FACCIA MISERICORDIOSI.

 

HANNO DETTO: Il bene fatto segue i tuoi passi e quando lo credi dimenticato ti ricade davanti in una pioggia di stelle. (Paul Claudel)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi studia non perde tempo. (prov. Corso)

UN ANEDDOTO: Regnava un tempo nella lontana città di Wirani un re potente e, al tempo stesso, saggio. C'era in quella città un pozzo la cui acqua fresca e cristallina attingevano tutti gli abitanti, compreso il re e i suoi cortigiani, poiché non vi erano altri pozzi. Una notte, mentre tutti dormivano, nella città penetrò una strega e versò nel pozzo sette gocce di un liquido strano, dicendo: «Da questo istante, chi beve di quest'acqua diverrà folle». Il mattino seguente tutti gli abitanti della città, escluso il re e il gran ciambellano, attinsero dal pozzo e divennero folli, come la strega aveva predetto. E per tutto il giorno la folla, nei vicoli angusti e nelle piazze della città, non fece altro che bisbigliarsi: «Il re è pazzo. Il nostro re e il gran ciambellano hanno smarrito la ragione. Non possiamo certo servire un re folle». Quella sera il re ordinò che si colmasse un calice d'oro con acqua del pozzo. E quando glielo portarono, ne bevve sorsi profondi, e ne offrì al gran ciambellano. E ci fu gran gioia in quella lontana città di Wirani, perché il re e il gran ciambellano avevano riacquistato la ragione.

PAROLA DI DIO: Gl 2,12-18; Sal 50 (51); 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6,16-18

 

Vangelo   Mt 6,1-6.16-18

Dal vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore 

 

“QUANDO TU DIGIUNI, PROFUMATI LA TESTA E LAVATI IL VOLTO, PERCHE' LA GENTE NON VEDA CHE TU DIGIUNI, MA SOLO IL PADRE TUO, CHE È NEL SEGRETO”

Ecco un'altra Quaresima e noi cristiani siamo di nuovo a chiedere perdono. Lo chiediamo ogni volta che diciamo il “confesso” all'inizio della messa; se abbiamo ancora la buona abitudine delle preghiere lo chiediamo ogni sera al termine della nostra giornata, lo chiediamo nelle celebrazioni penitenziali. In quaresima poi ci sono mille occasioni in cui riconoscere le nostre colpe. Può essere perfino ipocrita: se Dio perdona davvero perché sempre li a batterci il petto?

O al perdono ci crediamo o non ci crediamo. Penso che non siamo importanti le parole che diciamo per chiedere perdono e neanche certi atteggiamenti da “colli-torti”, neppure le quantità delle penitenze o il mangiare il pesce al posto della carne, il chiedere perdono dovrebbe essere il modo del cristiano di porsi davanti a Dio. Io non posso pretendere nulla da Te: tutto quello che ho è dono gratuito; io non posso accampare meriti anche se cerco di fare bene le cose; io riconosco in te il tuo essere Giudice, ma anche Giudice Misericordioso che dai più attenzione al tuo figlio che non alle offese che certi suoi atteggiamenti ti arrecano. E, mentre gusto il tuo amore di Padre, riscopro anche quanto sia bello vivere in armonia con te e con i fratelli.

 

 

GIOVEDI’ 2 MARZO  GIOVEDI’ DOPO LE CENERI

Tra i santi ricordati oggi:San Quinto; San Simplicio, Papa; Santa Caterina Dexel.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, IN OGNI MOMENTO.

 

HANNO DETTO: Dobbiamo occuparci dei nostri problemi, ma non lasciarci preoccupare da questi. (Carnegie)

SAGGEZZA POPOLARE: Bisogna lasciare il fuso a chi ne è esperto. (prov. Corso)

UN ANEDDOTO: Ho ricevuto una lettera da un lebbrosario: è di una nostra sorella che vive tra i lebbrosi. Scriveva: "Oggi ho avuto tanta forza da una scena che Dio mi ha messo sotto gli occhi: ho visto un povero lebbroso che non camminava più, un lebbroso che si trascinava senza gambe. L'ho visto aiutare un bambino poliomielitico a camminare. Il piccolo era aggrappato alle sue spalle e lui si trascinava carponi intorno alla capanna per farlo camminare. La scena mi ha fatto piangere". Ha commosso anche me e ho chiesto perdono a Dio per tutte le volte che davanti ad una carità ho detto: non posso. (Monaco nel mondo)

PAROLA DI DIO: Dt 30,15-20; Sal 1; Lc 9,22-25

 

Vangelo   Lc 9, 22-25

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?». Parola del Signore

 

“CHI VUOLE SALVARE LA PROPRIA VITA, LA PERDERÀ, MA CHI PERDERÀ LA PROPRIA VITA PER CAUSA MIA, LA SALVERÀ.”

La nostra fede è una fede rinunciataria?

Una fede che disprezza la vita, le cose, per esaltare solo lo spirituale?

E' un “rinuncia, soffri” perché poi “avrai e gioirai” Se Dio ha creato e sostiene tante cose meravigliose, perché l'uomo in nome suo deve disprezzarle?

Perché andare a cercare delle sofferenze “in nome dell'amore di Dio” quando nella vita per me e per gli altri ci sono già sofferenze più che sufficienti per tutti per ciascuno? Gesù è amante della vita, non è andato a cercarsi la croce anche se sa che sarà un conseguenza delle sue scelte di amore per l'uomo contro l'egoismo dei potenti, Dio non è contento quando vede un innocente che soffre e neppure quando vede un suo figlio, anche peccatore, che patisce. Ma allora che cosa vuol dirci Gesù? Una cosa molto semplice: se vuoi capire, apprezzare, gustare la vita e non lasciarti sopraffare nel momento della sofferenza, metti una scala di valori nelle tue scelte: se le cose contano più di tutto, quando queste ti mancheranno, tu non avrai più nulla. Se Dio è Colui che ti fa gustare le cose, il bello, te stesso, la vita presente e futura, anche quando mancheranno le cose anche quando la bellezza sembrerà offuscarsi, anche quando la croce predominerà, tu non sarai perso perché come con Dio gusti la vita, così saprai, con Lui dare senso anche alle cose più difficili, che pure fanno parte della vita stessa.

 

 

VENERDI’ 3 MARZO  VENERDI’ DOPO LE CENERI

Tra i santi ricordati oggi:Santa Camilla, vergine; Santa Cunegonda; San Tiziano da Brescia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIAMO FRATELLI, COMMENSALI ALLA TUA MENSA.

 

HANNO DETTO: Il momento più importante è adesso, la persona più importante è quella con cui ci si trova, la cosa più importante è rendere felice la persona che si ha vicino. (Tom Butler-Bowdon)

SAGGEZZA POPOLARE: La giumenta sudicia non beve mai acqua pura. (prov. Corso)

UN ANEDDOTO: "Ho 19 anni e ho capito, dopo un tentato suicidio a 17 anni - che è fallito - che non potevo rimanere a non far niente della mia vita. Ora sono pronta, moralmente e fisicamente, a dare due o tre anni della mia vita per aiutare coloro che hanno bisogno senza ricevere nulla in cambio. E il fatto di non ricevere nulla in cambio (diciamo materialmente) è molto importante per me. Non credo che potrei costruire la mia vita, o perlomeno una parte di essa, senza offrire un po' della mia gioventù, allo scopo di dare il massimo di me stessa". (Giusy)

PAROLA DI DIO: Is 58,1-9a; Sal 50 (51); Mt 9,14-15

 

Vangelo   Mt 9, 14-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno». Parola del Signore

 

“POSSONO FORSE GLI INVITATI A NOZZE ESSERE IN LUTTO FINCHÉ LO SPOSO È CON LORO? MA VERRANNO GIORNI QUANDO LO SPOSO SARÀ LORO TOLTO, E ALLORA DIGIUNERANNO”

Sorridendo e prendendo spunto da un modo di parlare dei giovani, un amico mi diceva: “Ma allora, il Regno di Dio è un invito a un pranzo di nozze o ad una “cena del digiuno?”.

“Sorridendo allo stesso modo gli rispondevo: “E' certamente un sontuoso e ricco pranzo di nozze a cui per essere contenti qualche volta serve anche un po' di digiuno”. Non si può non essere contenti se pensiamo a Gesù, liberatore, salvatore, amico, fratello, Figlio di Dio, garante della misericordia del Padre, datore dello Spirito Santo. Non si può non pensare alla generosità di Dio che festeggia il suo figlio e noi, ma proprio per essere contenti non guasta qualche rinuncia per diversi motivi. Primo di tutti per ricordarci come dicevamo ieri che nella vita non contano solo le cose materiali e poi perché le nostre piccole rinunce possono far più contenti altri fratelli. Ad esempio: la rinuncia ad un cibo superfluo può diventare cibo per qualcuno che ha fame, medicina per un malato. Un po' di silenzio non può forse valorizzare un amico?

La rinuncia ad una piccola vendetta non può forse diventare un segno di pace?  E, alla fine, anche il cibo non diventa ancor più gustoso se hai imparato ad apprezzarlo attraverso un po' di digiuno?

 

 

SABATO 4 MARZO  SABATO DOPO LE CENERI

Tra i santi ricordati oggi:San Casimiro di Lituania; Sant’ Adriano di Nicomedia; San Lucio, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PERCHE' MI INVITI ALLA TUA MENSA.

 

HANNO DETTO: Stai veramente cercando una verità più grande nella vita, o stai semplicemente giocando al gioco del successo e dei riconoscimenti? (Ram Dass)

SAGGEZZA POPOLARE: Miseria e povertà sono due sorelle; e la zizzania è loro cugina. (prov. Corso)

UN ANEDDOTO: Da una datata intervista (ma sempre attuale) a Madre Teresa di Calcutta: La gente mi chiede quale consiglio abbia da dare alle coppie sposate che faticano a tenere in vita la loro relazione. Rispondo sempre: "Pregate e perdonate"; e alle madri sole senza alcun sostegno: "Pregate e perdonate".

PAROLA DI DIO: Is 58,9b-14; Sal 85 (86); Lc 5,27-32

 

Vangelo   Lc 5, 27-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano». Parola del Signore

 

“GESÙ VIDE UN PUBBLICANO DI NOME LEVI, SEDUTO AL BANCO DELLE IMPOSTE, E GLI DISSE: «SEGUIMI!».”

Oggi il Vangelo ci mette dinanzi il caso di una conversione particolare, quella di Matteo il pubblicano. Gesù vede Matteo, lo guarda e lo chiama per nome. La chiamata è sempre personale. Il Signore guarda e conosce fino in fondo il cuore di ciascuno; invita per nome e lo fa proprio là dove ciascuno si trova, nella realtà della vita concreta, anche nelle situazioni di peccato. Dio in Gesù conosce per esperienza che cosa è l'uomo nei suoi limiti e nelle scintille di luce, di amore, di desiderio di altro. Matteo si sente toccato nel cuore dallo sguardo di Gesù e risponde immediatamente alla parola: "Seguimi!". Il suo mondo è capovolto: Matteo è riempito della gioia della salvezza, dell'amicizia con Gesù, Figlio di Dio e ne fa festa! Organizza un banchetto a casa sua e invita tutti gli amici a venire a incontrare Gesù. È un immagine viva del banchetto delle nozze eterne che godremo alla risurrezione, ma che è già anticipata nell'Eucaristia quotidiana e settimanale.

 

 

DOMENICA 5 MARZO  1^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi:Santa Olivia, Vergine e martire; San Giovanni Giuseppe della Croce; San Conone, l’ortolano.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

HANNO DETTO: Apprezza il mondo com’è, e non come vorresti che fosse. (Epitteto)

SAGGEZZA POPOLARE: Onestà sta bene anche in chiasso. (prov. Italiano)

UN ANEDDOTO: Un discepolo cercò il rabbino Nahman di Braslaw. "Non continuerò i miei studi dei Testi Sacri", disse. "Abito in una piccola casa con i miei fratelli e i genitori, e non trovo mai le condizioni ideali per concentrarmi su ciò che è importante". Nahman indicò il sole e chiese al suo discepolo di mettersi la mano davanti al viso, in modo da occultarlo. Il discepolo lo fece. "La tua mano è piccola, eppure riesce a coprire completamente la forza, la luce e la maestosità dell'immenso sole. Nella stessa maniera, i piccoli problemi riescono a darti la scusa necessaria per non proseguire nella tua ricerca spirituale. Così come la mano può avere il potere di nascondere il sole, la mediocrità ha il potere di nascondere la luce interiore. Non incolpare gli altri per la tua incompetenza".

PAROLA DI DIO: Gen 2,7-9;3,1-7: Sal 50 (51); Rm 5,12-19; Mt 4,1-11

 

Vangelo  Mt 4, 1-11

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. Parola del Signore

 

VATTENE, SATANA! STA SCRITTO INFATTI: “IL SIGNORE, DIO TUO, ADORERAI: A LUI SOLO RENDERAI CULTO”

"Via, reverendo, non mi dica, lei, così moderno, crede ancora al diavolo, a queste cose da medioevo! Sono proiezioni delle nostre paure!"

Ho risposto a questo signore incontrato per via: "Vorrei poterci non credere, vorrei che fosse una fantasia: come sarebbe bello che tutti andassero d’accordo, che nel mondo non ci fosse la tentazione, l'egoismo, il male..." "Ma il male e l'egoismo siamo noi: l'uomo può vincerlo!" In quel momento passava una mamma con una carrozzina; in essa c'era un bambino di sei o sette anni, sformato, mongoloide... Abbiamo guardato il bimbo, la mamma. Siamo stati zitti per un po'. Poi non abbiamo più discusso. Abbiamo camminato ancora. Poi quasi senza accorgercene abbiamo cominciato a dire il "Padre nostro" e vi assicuro che mai come allora   è suonata sincera la frase: "ma liberaci dal male!".

 

 

LUNEDI’ 6 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Agnese di Boemia, Clarissa; Sant’Ezio, martire; San Marciano, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', POSSO ALZARE MURI DAVANTI AL FRATELLO?

 

HANNO DETTO: Trasforma la tua vita prendendo semplicemente atto che l'unico tempo a tua disposizione è il momento attuale. (Eckhart Tolle)

SAGGEZZA POPOLARE: Acquaiolo, l’acqua è fresca?” “Più del ghiaccio!”. (detto Napoletano)

UN ANEDDOTO: Prima di dare risposte accertati di ciò di cui si parla.

Un negoziante sentì uno dei suoi commessi che diceva a una cliente: “No, signora, è da qualche settimana che non ne abbiamo più e non credo che arriverà tanto presto”. Inorridito da queste parole, egli si precipitò dalla cliente che stava uscendo e le disse: “Non è vero, signora. Arriverà prestissimo. Anzi, ne abbiamo ordinato un paio due settimane fa”. Poi tirò da parte il commesso e ringhiò: “Non dire mai e poi mai che non abbiamo qualcosa. Se non c'è, di' che l'abbiamo ordinato e sta arrivando. Ma che cosa voleva quella signora?” “La pioggia”, replicò il commesso.

PAROLA DI DIO: Lv 19,1-2.11-18; Sal 18 (19); Mt 25,31-46

 

Vangelo   Mt 25,31-46

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”

E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”

Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». Parola del Signore

 

“VENITE BENEDETTI DEL PADRE MIO PERCHE’ IO HO AVUTO FAME E MI AVETE DATO DA MANGIARE”.

È interessante costatare nel racconto del giudizio finale così come ce lo presenta Gesù come la persona del Cristo s'identifichi con le estreme debolezze degli uomini.

Tutti noi sin da bambini siamo stati educati alla fede orientata verso l'Eucaristia. Sin dalla prima Comunione abbiamo fermamente creduto che Gesù si nasconda nel pane consacrato, la via che egli stesso ha scelto per donarsi totalmente a noi. Non altrettanto è avvenuto nei confronti del Cristo nascosto nell'affamato, nell'assetato, nel forestiero, nell'ignudo, nel malato e nel carcerato. Eppure proprio su questa fede e su questo amore saremmo giudicati e per questo saremo premiati e introdotti nel regno di Dio o cacciati via nel regno dell'odio e della morte. Vuole insegnarci il Signore Gesù sin da ora, che esiste un indissolubile legame tra l'Eucaristia sacramentale e quella legata alle estreme povertà degli uomini: li unisce l'elemento essenziale del sacramento che è l'amore legato ai segni: il pane consacrato e le miserie umane. Dobbiamo guardare con pari intensità di fede le due Eucaristie. Non ci è consentito ricevere il Cristo come cibo e bevanda di salvezza e poi non dare amore concreto allo stesso Cristo nascosto nel povero che incontriamo sulle nostre strade. È lui il povero, l'assetato, il forestiero, il nudo, il malato, il carcerato. È quindi un dovere consequenziale per noi credenti, inondati gratuitamente dall'amore da Cristo, ridargli amore e gratitudine in coloro nei quali Egli s'identifica, solo così adempiremo il comandamento nuovo, che ci orienta a Dio e al nostro prossimo.

 

 

MARTEDI’ 7 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Sante Perpetua e Felicita, martiri; San Gaudioso, vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE NOSTRO...

 

HANNO DETTO: I doni degli dei nessuno può sceglierseli. (Omero)

SAGGEZZA POPOLARE: Mai piangere sul latte versato: si aggiunge bagnato al bagnato.

UN ANEDDOTO: Questo brano di don Mazzolari è più che una predica:... oggi leggo le beatitudini... leggo, non predico. Le beatitudini non si predicano: non sono per gli altri. Nessuno può dirle a parole. Se le predico, tutti notano che io ne sono fuori. Cristo no, lui solo parla dal di dentro di ogni beatitudine: lui povero, mite, pacifico, misericordioso, lui il percosso, il morente. Che non si possano predicare l'ho capito bene in un lontano Ognissanti, quando mi fu imposto dietro minaccia: Tu prete oggi non predicherai. E quel giorno il prete ha letto soltanto: ma nel leggere egli piangeva e gli altri piangevano. Le parole che hanno la virtù di far piangere, o di gioia o di vergogna, non si predicano.

Parola di Dio: Is 55,10-11; Sal 33 (34);Mt 6,7-15

 

Vangelo   Mt 6, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,  venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore

 

“VOI DUNQUE PREGATE COSÌ: PADRE NOSTRO...”

Come Gesù è il compimento di tutta la Legge e di tutto l’Antico Testamento, così il Padre nostro è il compimento di tutti i Salmi, di ogni inno, di qualsiasi supplica; con il Padre Nostro entriamo nel cuore stesso di Dio, meditiamo le profondità insondabili del suo stesso mistero. I tratti della sua Onnipotenza, il suo braccio possente che si stende a difesa del suo popolo lentamente si sbiadiscono e lasciano il posto ad un volto, ad un nome semplice e famigliare: Padre. Certo resta Colui che va oltre i confini di questa terra, di questa umana esperienza, perché “è nei cieli”, ma è Padre e come tale lo chiamiamo, lo invochiamo, lo esperimentiamo. Non è più il Dio lontano, inaccessibile, quasi inafferrabile; è l’eternamente presente, Colui che ci prende per mano, che conosce, come tutti i papà, i nostri bisogni, sa di “che pasta siamo fatti”, ci attende quando siamo lontani. Pensa al nostro

sostentamento, ci protegge, ci lascia sempre aperto l’uscio di casa. «Nel Padre nostro c’è il richiamo di tutte le preghiere di Gesù, c’è la sua fede vissuta in rapporto particolarissimo con Dio, c’è la sua attesa del regno, la sua vita quotidiana segnata dalla semplicità, c’è la sua conoscenza di Dio e del mondo» (P. Enzo Bianchi) .

 

 

MERCOLEDI’ 8 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni di Dio; San Giuliano da Toledo; San Ponzio.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO MI PARLA DI TE E DELLA TUA GRAZIA, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: È leggero il compito quando molti si dividono la fatica. (Omero)

SAGGEZZA POPOLARE: Meglio dieci donare che cento prestare.

UN ANEDDOTO: Sono un giovane cappellano dell'ospedale di Galatina (LE), voglio raccontarvi un fatto accaduto nel reparto di chirurgia poco tempo fa. Era ricoverato un giovane, battezzato ma non praticante, aveva dimenticato tutte le preghiere. Ogni giorno passavo a salutarlo, ma lui rimaneva indifferente al mio saluto; dopo una decina di giorni circa, mi chiede di confessarsi. Io dentro di me dicevo: "Son riuscito con la mia costanza, la mia semplicità e dolcezza, a fargli accostare a Gesù" e mi sentivo già orgoglioso di questo fatto miracoloso. Ma durante la confessione mi dice: "Stanotte ho capito che il Signore esiste davvero. Ho visto che quel vecchietto che tutti i giorni si faceva la comunione, con tutti i dolori che aveva e l'impossibilità quasi a muoversi, si è alzato dal letto ed è andato a rimboccare le coperte di un ammalato che era accanto al mio letto". Tutti siamo testimoni della carità di Cristo.

PAROLA DI DIO: Gn 3,1-10; Sal 50 (51); Lc 11,29-32

 

Vangelo  Lc 11, 29-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore

 

“QUELLI DI NINIVE SORGERANNO NEL GIUDIZIO INSIEME CON QUESTA GENERAZIONE E LA CONDANNERANNO; PERCHÈ ESSI ALLA PREDICAZIONE DI GIONA SI CONVERTIRONO ED ECCO, BEN PIÙ DI GIONA C’È QUI”. (Lc. 11,32)

Mi ha sempre stupito l’ingratitudine e la stupidità di noi cristiani. Abbiamo la Parola di Gesù e andiamo a cercare parole di uomini per i nostri problemi. Abbiamo Gesù che prega per noi e con noi offre al Padre il suo sacrificio nell’Eucaristia e noi, bellamente la saltiamo per, magari, andarci a rifugiare in qualche “gruppo di preghiera” che il più delle volte, invece di pregare, parla di se stesso. Abbiamo Gesù VIA, VERITA’ e VITA e ci lasciamo abbindolare da sette, maghi, esoterismi vari che titillano la nostra curiosità e il nostro orgoglio. Gesù, per farci capire questa nostra stupidità ci presenta una storia della Bibbia. Gli abitanti di Ninive, si erano convertiti quando Giona era andato a predicare la parola di Dio; ebbene, essi sono più meritevoli che non coloro che hanno Gesù e cercano la salvezza altrove.

 

 

GIOVEDI’ 9 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Francesca Romana; Santa Caterina da Bologna; San Gregorio di Nissa .

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE DONACI IL NECESSARIO PER VIVERE NELLA TUA VOLONTA'.

 

HANNO DETTO: Il nostro angelo, agisce con tutti i suoi poteri per farci ottenere ciò che chiediamo. (Origene)

SAGGEZZA POPOLARE: Io sono più importante dei miei problemi.

UN ANEDDOTO: Letta su un bollettino parrocchiale: “Cari parrocchiani, quando siete nati, in chiesa vi portarono i vostri genitori per il Battesimo. Quando vi siete sposati, vi portò il vostro coniuge. Per i funerali vi porteranno i vostri parenti. Ma perché qualche volta non ci venite da voi? Firmato: il vostro parroco.

PAROLA DI DIO: Est 4,17n.p-r.aa-bb-gg-hh (NV); Sal 137 (138); Mt 7,7-12

 

Vangelo   Mt 7, 7-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti». Parola del Signore

 

“IL PADRE VOSTRO DARÀ COSE BUONE A QUELLI CHE GLIELE CHIEDONO”.

Ogni cosa che noi domandiamo ci sembra una cosa buona per noi, anche se poi, in realtà, non sempre è così. Quali sa­ranno allora le cose buone che il Pa­dre dei cieli darà senza alcun dubbio a quelli che lo pregano con insistenza? La risposta la troviamo nella stessa preghiera che Gesù ci ha insegnato: il Padre Nostro. Saranno esaudite le preghiere che rientrano nella prospet­tiva del “Venga il tuo Regno”, del “Sia fatta la tua volontà”. E la prima di queste “cose buone” è lo Spirito Santo: “Domandate lo Spirito, il resto vi sarà dato in sovrappiù”. Lo Spirito ci aiuta a discernere le cose buone, quelle effimere e quelle che durano per sempre. Anche quando le nostre ri­chieste non trovano risposta immedia­ta, il dono dello Spirito ci aiuterà ad aver fiducia nel Padre che “non può dare cose cattive ai figli che gliele chiedono”.

 

 

VENERDI’ 10 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Anastasia di Costantinopoli; San Caio; San Macario di Gerusalemme.

Una scheggia di preghiera:

 

COME E' BELLO, SIGNOR, STARE INSIEME E AMARCI COME AMI TU.

 

HANNO DETTO: Non esiste sorpresa più incantevole della sorpresa di essere amati. E' il dito di Dio sulla spalla dell'uomo. (Charles Morgan)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi semina vento, raccoglie tempesta. (prov. Biblico)

UN ANEDDOTO: Una giovane donna molto attiva dava segni di stanchezza e tensione. Il dottore le prescrisse dei tranquillanti e le disse di tornare dopo due settimane. Quando ella ritornò, le chiese se si sentiva diversa. La risposta fu: “Io no! Però ho notato che gli altri sono molto più rilassati”. Troppo spesso vediamo la gente non com'è, ma come abbiamo bisogno di vederla noi.

PAROLA DI DIO: Ez 18,21-28; Sal 129 (130); Mt 5,20-26

 

Vangelo   Mt 5, 20-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Parola del Signore

 

“METTITI PRESTO D’ACCORDO CON IL TUO AVVERSARIO”.

Penso che davanti a questa frase di Gesù molti di noi potrebbero dire: “Ma io, guardando bene, avversari veri e propri non ne ho!” E’ un po’ come quando il prete, tutte le volte che comincia la Messa, ci invita a chiedere per­dono dei nostri peccati: “Ma io, tutti questi peccati non li vedo!”

Sarà poi proprio vero che siamo immuni dai peccati e che non abbiamo avversari?

Se ci ripenso bene mi accorgo che forse non ho nemici, ma il mio giudizio su quella persona è netto e definitivo, quando vedo da lontano quell’altro, perché è un chiacchierone antipatico, cambio marciapiede, ‘non posso vedere’ quella persona perché non la pensa come me. Mettersi ‘d’accordo con l’avversario non sarà allora anche recuperare questi nostri rapporti umani, impegnarci per la riconciliazione?

 

 

SABATO 11 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Costantino; Santa Rosina, Santa Fina.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' BENEDICI ANCHE CHI CI E' CONTRARIO.

 

HANNO DETTO: La felicità non va ricercata nel cielo sempre sereno, ma nelle piccole cose con le quali costruiamo la vita. (Carmen Sylva)

SAGGEZZA POPOLARE: Ubi libertas ibi patria. Dove c'è libertà, là è la mia patria.

UN ANEDDOTO: Secondo i giornali l'ondata di caldo stava causando svenimenti alle persone, perciò la giovane donna non fu sorpresa nel vedere l'uomo anziano che era accanto a lei in chiesa piegarsi di colpo in avanti. Subito ella si inginocchiò accanto a lui, gli prese la testa con fermezza e gliela spinse fra le ginocchia. “Tenga giù la testa”, gli sussurrò con fare insistente, “si sentirà meglio se farà affluire il sangue alla testa”. La moglie di lui stava a guardare contorcendosi dalle risa e non fece nulla per aiutare il marito e la signorina. “Deve essere proprio una donna senza cuore”, pensò la giovane. Poi, con sgomento, vide l'uomo liberarsi dalla sua stretta poderosa e sibilare: “Che cosa diavolo crede di fare, razza di una stupida impicciona?

Sto cercando di raccogliere il cappello che mi è caduto sotto la panca!” La gente che cerca a tutti i costi di migliorare le cose spesso dimostra grande abilità nel peggiorarle.

PAROLA DI DIO: Dt 26,16-19; Sal 118 (119); Mt 5,43-48

 

Vangelo   Mt 5, 43-48

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore

 

“AMATE I VOSTRI NEMICI E PREGATE PER QUELLI CHE VI PERSEGUITANO”.

Non è sempre facile per noi accettare il modo di essere di Dio, perché sappiamo che se lo accettiamo, di conseguenza dovremo cambiare il nostro modo di pensare ed agire. Nel Vangelo, Cristo mostra il volto di un Dio che non fa preferenze, che ama chi non lo ama. Un Dio, quindi, che chiama chi lo segue a far suo lo stesso atteggiamento interiore. E questo ci mette in crisi. Di per sé, il discepolo di Gesù non dovrebbe vedere nessun uomo come suo nemico, anche se, quando realizza il suo essere segno di contraddizione tra gli uomini, troverà delle persone che lo vedranno come loro nemico. Vedere qualcuno come nemico significa iniziare a non guardarlo con gli occhi di Cristo. Gesù non ha guardato chi l'ha crocifisso come un nemico, e il suo sguardo di perdono ha fatto poi gridare al centurione: "Costui era veramente il Figlio di Dio". L'amore del Signore si è rivelato in tutta la sua grandezza proprio quando si è mostrato universale non solo nella quantità, ma nella qualità: si è rivolto a tutti, buoni e cattivi, giusti ed ingiusti. Questo è il segno distintivo del cristiano. Eppure, anche come comunità ecclesiali, troppo spesso ci incagliamo su questo: preghiamo per le vittime della violenza e non per chi l'ha provocata, chiediamo la guarigione per tanti malati, ma non per chi è malato nell'intimo, perché non ha conosciuto e non vive l'amore. Difficilmente preghiamo per chi ci ha fatto soffrire. Ecco uno dei motivi per cui non riusciamo a perdonare. Chi vive "da cattivo" (e nessuno può dirsi "buono" al cento per cento), soffre, perché è lontano dall'amore. Prendiamoci a cuore anche questa sofferenza.

 

 

DOMENICA 12 MARZO  2^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano; Sant’ Innocenzo I, Papa; San Nicodemo, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

FA' SPLENDERE SU DI NOI IL TUO VOLTO, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: La mancanza di qualcosa che si desidera è una parte indispensabile della felicità. (Bertrand Russell)

SAGGEZZA POPOLARE: Il bello è lo splendore del vero. (detto attribuito a Platone)

UN ANEDDOTO: Un'insegnante chiese ai bambini della sua classe di raccontare i loro gesti di gentilezza nei confronti degli animali indifesi. Furono presentate parecchie storie commoventi. Quando fu la volta di Tommy, egli dichiarò tutto fiero: “Ecco, una volta ho dato un calcio a un bambino perché aveva preso a calci un cane”. E' la stessa cosa che scatenare una guerra per porre fine a tutte le guerre o usare la violenza per arrivare all'amore.

PAROLA DI DIO: Gen 12,1-4a; Sal 32 (33); 2Tm 1,8b-10; Mt 17,1-9

 

Vangelo  Mt 17, 1-9

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti». Parola del Signore

 

"SE VUOI FARO' QUI TRE CAPANNE".

Pietro, con questa sua frase che da una parte sembra generosa e infantile e dall'altra sconclusionata, esprime un pensiero che da sempre è nella mentalità dell'uomo: quello di accaparrarsi, appropriarsi di Dio. Se Dio ha accettato il Tempio lo ha fatto non perché avesse bisogno di una casa, in quanto suo è l'universo e soprattutto suo è il cuore dell'uomo, ma lo ha fatto perché sapeva che l'uomo aveva bisogno di segni e soprattutto del segno della sua presenza. Gesù stesso è il tempio del Dio vivente tra noi e ci dice che: "D'ora in poi Dio si adorerà in spirito e verità". E' assurdo allora volersi accaparrare Dio. Quanto sono sciocchi quegli pseudoreligiosi che continuano a dire di aver l'esclusiva di Dio quasi che lui, alla fiera delle religioni, si sia venduto di più ad una di esse che non ad un'altra. Me se è facile comprendere quanto assurdo sia scrivere, come sui carri armati tedeschi dell'ultima guerra: "Dio è con noi", come la mettiamo con le chiese di mattoni? La chiesa dovrebbe essere la casa di Dio e dell'uomo, cioè un luogo familiare ad ambedue e perciò facilmente deputata all'incontro. Mi chiedo però se in certe chiese dove si celebrano solo riti abitudinari, dove si parla solo di denaro, potere, organizzazione, Dio sia ancora di casa. E mi chiedo anche se in certe chiese dove si parla di un Dio asettico, poco incarnato ci sia posto ancora anche per l'uomo.

 

 

LUNEDI’ 13 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Rodrigo; Santa Modesta.

Una scheggia di preghiera:

 

MANIFESTERO' LA TUA MISERICORDIA, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Non ci può essere profonda delusione dove non c'è un amore profondo. (Martin Luther jr King)

SAGGEZZA POPOLARE: L'amore ha più fiele che miele. (detto latino attribuito ad Ovidio)

UN ANEDDOTO: Grazie a Dio le nostre motivazioni nel servire gli altri spesso sono nascoste.

Il concerto nella località di mare era modesto e i giornali locali non ne parlarono neppure. Dopo la prima rappresentazione, il pubblico diminuì di colpo. Tuttavia un ometto veniva ogni sera e non perdeva un solo spettacolo. La sua presenza però, per quanto gradita agli orchestranti, non era sufficiente a far quadrare il bilancio del gruppo. L'ultima sera, l'impresario uscì dalle quinte e disse: “Signore e signori, prima di congedarci da voi, desideriamo ringraziare il nostro amico qui in prima fila per il suo sostegno assai prezioso. Non ha perso un solo spettacolo!” L'omino si alzò in piedi e balbettò qualche parola di ringraziamento: “E' molto carino da parte vostra”, disse, “ma a dire il vero questo è l'unico posto in cui a mia moglie non verrebbe mai in mente di cercarmi!”

PAROLA DI DIO: Dn 9,4b-10; Sal 78 (79); Lc 6,36-38

 

Vangelo   Lc 6, 36-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Parola del Signore

 

“SIATE MISERICORDIOSI, COME IL PADRE VOSTRO È MISERICORDIOSO.”

Se un modello siamo chiamati ad avere, ci dice oggi la parola di Dio, è la misericordia con cui il Padre ci riempie il cuore. La perfezione di Dio è nella sua tenerezza, nel suo modo di essere tutta luce, tutta pienezza, tutta dolcezza. La misericordia di Dio è il cuore della nostra fede, il vero volto che Gesù ci ha fatto scoprire. Misericordia: una parola composta da miseria (la nostra) e corde, cioè cuore (di Dio). Potremmo dire: Dio guarda col cuore alla nostra fragilità, Dio vede al di là delle apparenze, Dio scruta nel profondo e capisce. L'atteggiamento da imitare, quindi, è proprio questa peculiarità di Dio: diventare capaci di andare al di là delle apparenze, di capire che dietro un volto, un carattere, un gesto, ci sono delle ragioni e se sono ragioni negative, poco edificanti, malvagie, possono cambiare. Questa radiografia che siamo chiamati continuamente ad esercitare, non è un esercizio di introspezione, di distaccata analisi dell'altro, ma un atteggiamento di tenerezza e comprensione verso chi incontriamo quotidianamente sul nostro cammino. Che il Signore ci conceda davvero di essere secondo il suo cuore in questa giornata, capaci di andare al di là delle apparenze, capaci di credere nella bellezza e nella bontà dell'essere umano...

 

 

MARTEDI’ 14 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: S. Innocenzo, Vescovo; Santa Matilde di Sassonia, regina.

Una scheggia di preghiera:

 

DALLA FALSITA', LIBERACI O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Più cose ci aspettiamo dalla vita, più la vita è bella. Chi crede di averla già vissuta tutta, non vive. Preferisco vivere con la convinzione che la parte migliore della mia vita debba ancora venire. (Martìn Descalzo)

SAGGEZZA POPOLARE: Il miglior libro che il bambino avrà  è la parola di mamma e papà.

UN ANEDDOTO: Sacramento per i malati o spauracchio di morte? Un giovane prete pieno di entusiasmo fu nominato cappellano dell'ospedale. Un giorno faceva passare le cartelle cliniche dei pazienti arrivati da poco, quando ne trovò una in cui si dichiarava che il malato era cattolico. Accanto a quella definizione c'era anche un avviso piuttosto curioso: “Non desidera vedere il prete se non quando ha perso conoscenza”.

PAROLA DI DIO: Is 1,10.16-20; Sal 49 (50); Mt 23,1-12

 

Vangelo   Mt 23, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore

 

“SULLA CATTEDRA DI MOSE’ SI SONO SEDUTI SCRIBI E FARISEI. QUANTO VI DICONO FATELO, MA NON FATE SECONDO LE LORO OPERE PERCHE’ DICONO E NON FANNO”.

Ricordo ancora con un senso di malessere (e questo dice quanto la mia pelle sia delicata) la volta in cui un uomo, con vera rabbia, sapendomi prete mi buttò addosso più o meno queste parole: “Voi preti, con tutta la ben compaginata congerie delle vostre istituzioni religiose e con tutte le beghine che vi corrono dietro col vostro pieno benestare, siete con la vostra religione la più grossa  ipocrisia della terra. Voi, con il vostro amore sdolcinato, con i vostri riti addormenta popoli, con la presunzione di un futuro a cui nemmeno voi credete anestetizzate la gente, la alienate dalla vita. Voi avete messo in croce il vostro Dio quando è venuto in terra, ed ora vi fate passare come salvatori dell’umanità mentre, invece, la sfruttate solo per i vostri interessi. Vi atteggiate a religiosi per nascondere le insicurezze e le pochezze del vostro essere uomini”. La prima reazione fu quella di rispondere con altrettanta veemenza, con ironia e cattiveria, spostando il discorso sulla vita personale di quell’uomo che conoscevo non essere troppo onesto né troppo coerente, ma, grazie a Dio, quella volta lo Spirito ebbe  il sopravvento sulla mia umanità, ebbi così tempo di ripensare più volte a quelle frasi e, sfrondandole della carica di emotività, prenderle per quello di valido esse avevano da insegnarmi. E’ vero che la religione può essere o la più grande elevazione dell’uomo o la maschera per nascondere i suoi problemi; può, di conseguenza, diventare o liberazione  o tecnica raffinata di potere da parte di qualcuno per rendere schiavi gli altri. Se la religione è abitudine, ritualismo, facile forma consolatoria, cauterio per alleviare i dolori delle ferite della vita, se addormenta attraverso una lettura più o meno fatalistica della vita, se proietta solo verso un ipotetico futuro allontanando dal presente, se ha una visione negativa della realtà e in essa vede solo male e peccato, se intristisce l’uomo, se gioca sulle sue paure, se genera realtà di masochismo morale o materiale non è fede e non è espressione del rapporto tra Dio e l’uomo, tantoméno può essere religione di Cristo, ma solo forma ipocrita per nascondersi il reale e forma ancora più ipocrita della casta dei religiosi per consolidare il proprio potere. Se, invece, la religione parte non solo dall’uomo, ma da Dio che si è fatto uomo, che ha stabilito Lui il rapporto con l’uomo aprendogli l’accesso, se la religione, quindi, porta l’uomo ad essere più uomo perché lo rispetta nella sua costituzione di Figlio di Dio amato da Lui, se vede il creato come luogo di questo incontro e di questa risposta, se dà senso al suo rapportarsi con le cose e soprattutto con le persone attraverso il comandamento dell’amore inteso non come melensa accozzaglia di sentimenti, ma come ricerca fattiva del bene dell’altro, se porta a vedere Dio non come concorrente contro la nostra felicità, ma come fonte della nostra gioia allora è fede, è cristianesimo. Dovremmo tutti, e spesso, dalla gerarchia fino a ciascuno di noi, fare un attento esame di coscienza per debellare ogni ipocrisia religiosa: è il male più grave che poco per volta soffoca la fede.

 

 

MERCOLEDI’ 15 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Luisa di Marillac; San Zaccaria; San Longino, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, GESU', DI IMITARTI IN UMILTA'.

 

HANNO DETTO: Un sorriso non dura che un istante, ma nel ricordo può essere eterno. (Schiller)

SAGGEZZA POPOLARE: Meno giudichi gli altri più sei sicuro di non sbagliare.

UN ANEDDOTO: Si racconta che un giorno era scoppiato un incendio in una casa in cui c'era un uomo che dormiva profondamente. Cercarono di farlo uscire dalla finestra. Niente da fare. Cercarono di farlo passare dalla porta. Niente da fare. Era troppo pesante e corpulento. Erano sulla soglia della disperazione, quando qualcuno suggerì: “Svegliatelo, così esce da solo”. Svegliati! Oppure deciditi a crescere!

PAROLA DI DIO: Ger 18,18-20; Sal 30 (31); Mt 20,17-28

 

Vangelo  Mt 20, 17-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Parola del Signore

 

“IL FIGLIO DELL’UOMO NON E' VENU­TO PER ESSERE SERVITO MA PER SER­VIRE E DARE LA SUA VITA IN RI­SCATTO PER MOLTI”.

Insieme al Signore Gesù camminiamo ver­so la Pasqua; ma per toglierci ogni illusione, il Signore oggi rivolge la parola anche a noi: il destino che ci attende non è quello glorioso che noi aspetteremmo. E’ importante renderci conto che quello che è successo a Gesù, la persecuzione e la crocifissione, e anche quello che ogni cristiano deve aspettarsi. E anche noi sul suo esempio siamo chiamati a servire: sia­mo coerenti con il suo esempio di ser­vizio o preferiamo essere coerenti con la mentalità comune che reputa grande un uomo quando è capace di sottomettere e dominare gli altri? La “grandezza” che conta davanti a Dio è la capacità di fare della nostra vita un segno dell’umile e costante amore di Dio.

 

 

GIOVEDI’ 16 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Agapito; San Giovanni di Brebeuf.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, OGNI UOMO E' MIO FRATELLO.

 

HANNO DETTO: Non si può scegliere il modo di morire. O il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora. (Joan Baez)

SAGGEZZA POPOLARE: Non esiste un modo giusto per fare le cose sbagliate.

UN ANEDDOTO: Un'ottantacinquenne fu intervistata in occasione del suo compleanno. Il giornalista le chiese che consiglio aveva da dare a quelli della sua età. “Ecco”, rispose la vecchietta, “alla nostra età è molto importante continuare a usare tutto il nostro potenziale, altrimenti si esaurisce. E' importante stare con gli altri e, appena è possibile, guadagnarsi da vivere con il proprio servizio. Ecco che cosa ci mantiene vivi e vegeti. “Posso chiederle che lavoro fa alla sua età?” “Accudisco una vecchia signora mia vicina”, fu l'imprevedibile e deliziosa risposta. L'amore guarisce chiunque, sia chi lo riceve, sia chi lo dona.

PAROLA DI DIO: Ger 17,5-10; Sal 1; Lc 16,19-31

 

Vangelo   Lc 16, 19-31

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». Parola del Signore

 

“UN POVERO, DI NOME LAZZARO, STAVA ALLA SUA PORTA”

Il senso della parabola, la parola chiave, a me pare, è: "abisso". C'è un abisso fra il ricco e Lazzaro, c'è un burrone incolmabile. La vita del ricco, non condannato perché ricco, ma perché indifferente, è tutta sintetizzata in questa terribile immagine. E' un abisso la sua vita. Probabilmente buon praticante, non si accorge del povero che muore alla sua porta. L'abisso invalicabile è nel suo cuore, nelle sue false certezze, nella sua supponenza. In altri tempi questo atteggiamento veniva chiamato "omissione": cioè un cuore che si accontenta di stagnare, senza valicare l'abisso e andare incontro al fratello. Quante volte diciamo: "non faccio del male a nessuno" come il ricco della parabola! Già, ma questa tensione al minimo non può dissetare. Lazzaro, invece, chiamato per nome, riceve da Dio l'attenzione negatagli dal ricco. Come ci poniamo di fronte a questa parabola? Non possiamo tirarci da parte di fronte al dramma della povertà che è la negazione dell'uomo, davanti al problema della disoccupazione, davanti ad un'economia che vive del capitale, scordando l'uomo. L'attenzione al povero, che non è atto volontaristico e sociale tanto di moda oggi, diventa misura della nostra fede. Mi accorgo della povertà economica, spirituale, umana che ho intorno a me? Non possiamo far finta di non vedere Lazzaro che muore alla porta di casa. Dio chiama per nome Lazzaro, non gli sgancia dieci Euro. Si lascia coinvolgere, ascolta le ragioni, non accetta gli inganni, aiuta a crescere. Così la nostra comunità, sempre più, deve lasciare che lo Spirito susciti in mezzo a noi nuove forme di solidarietà che rispondano alle nuove forme di povertà.

 

 

VENERDI’ 17 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Patrizio, vescovo; Santa Geltrude di Nivelles; San Giuseppe di Arimatea.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO AMORE E' CON NOI OGNI GIORNO DI VITA.

 

HANNO DETTO: La carità senza gioia non può essere vera carità. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Durante la guerra i soldati sparano, sperano e spirano.

UN ANEDDOTO: Viveva un tempo un vecchio eremita, molto ascetico nel corpo e santo nello spirito, ma dalla mente un po' confusa. Questo uomo andò a far visita a Abba John per parlargli della mancanza di memoria. Avendo ricevuto da lui dei saggi consigli, ritornò alla sua cella. Ma sulla via del ritorno dimenticò ciò che Abba John gli aveva detto. Allora si recò di nuovo da lui e ricevette lo stesso consiglio. Ma ancora una volta lungo la via del ritorno se lo dimenticò. Ascoltava Abba John ma poi mentre ritornava alla sua cella gli veniva l'amnesia. Molti giorni dopo il vecchio eremita incontrò per caso Abba John e lui gli disse: “Lo sa, Padre, che ho dimenticato di nuovo quello che mi ha detto? Avrei voluto tornare indietro, ma ero già stato abbastanza un peso per lei e non volevo importunarla ancora”. Abba John rispose: “Vai ad accendere una lampada”. Il vecchio obbedì. Allora John disse: “Porta qui altre lampade e accendile con questa”. Egli fece come gli era stato detto. Abba John lo interpellò: “Secondo te la prima lampada è stata depauperata per il fatto di essere servita ad accendere le altre?” “No”, replicò il vecchio. “Ebbene, lo stesso vale per John. Se anche non soltanto tu ma l'intera città di Scetis venisse da me per chiedere aiuto o consiglio, io non ne sarei affatto sminuito. Vieni quindi quando vuoi, senza la minima esitazione”.

PAROLA DI DIO: Gen 37,3-4.12-13a.17b-28; Sal 104 (105); Mt 21,33-43.45-46

 

Vangelo   Mt 21, 33-43. 45-46

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?».  Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: "La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri"? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare». Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta. Parola del Signore

 

“MA QUEI VIGNAIOLI, VISTO IL FIGLIO, DISSERO TRA SE': COSTUI E' L'EREDE; VENITE, UCCIDIAMOLO”

Le nostre comunità sono come la vigna di cui ci parla il Vangelo. Il Signore non ha mai mancato di mandare suoi servi a curarle, ma dobbiamo riconoscere che l'uva selvatica non manca. Non manca cioè l'asprezza delle nostre azioni, l'aridità del nostro cuore, l'avarizia dei nostri sentimenti, la durezza nell'accogliere coloro che il Signore ci manda. Forse siamo a tal punto ripiegati a coltivare il nostro piccolo cespuglio che neppure ci salta in mente di alzare lo sguardo un poco più in alto; oppure siamo così intontiti dai nostri lamenti da non sentire altro che noi stessi; e siamo, invece, attenti ad allontanare dalle orecchie e dal cuore le parole che il Signore non manca di rivolgerci. Il cuore di questa pagina evangelica è la storia di un amore senza limiti; quella di Dio per la sua terra, per la nostra vita. Un amore grande, sconfinato, che non teme neppure l'ingratitudine e l'inaccoglienza degli uomini, di quei "vignaioli ribelli" a cui egli ha affidato la terra. Tanto cresce l'amore di Dio tanto aumenta l'inaccoglienza, o anche l'inverso, quanto più cresce l'inaccoglienza degli uomini, tanto più aumenta l'amore di Dio per loro.  Dio si attende i frutti. Sono i frutti di giustizia, di pietà, di misericordia, di amore, non altro, che ci rendono partecipi del popolo di Dio.

 

 

SABATO 18 MARZO 

Tra i santi ricordati oggi: San Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dottore; San Narciso; Sant’Edoardo martire.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE, HO PECCATO COTRO DI TE.

 

HANNO DETTO: C’è una gioia ignorata dagli empi, ma che tu, o Signore, dai a chi ti serve generosamente. Questa gioia sei tu stesso, ed essa rende felice la vita. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Si è sempre figli di qualcuno.

UN ANEDDOTO: Un discepolo andò a chiedere al suo maestro: “Io sono ricco e ho appena ereditato un grosso patrimonio. Come posso sfruttarlo al meglio affinché si tramuti per me in beneficio spirituale?” Il maestro sospirò: ´Non so davvero che cosa consigliarti. Se ti dico di dare il denaro ai tuoi parenti e amici, non ne trarrai alcun beneficio spirituale. Se ti suggerisco di darlo al tempio, servirà soltanto a incrementare l'avarizia dei preti. E se ti dico di darlo ai poveri, tu sarai fiero del tuo gesto di carità e commetterai il peccato dell'autocompiacimento”. Poiché il discepolo insisteva perché il maestro gli desse una risposta, alla fine gli disse: “Dai il denaro ai poveri. Tu non ne beneficerai, ma loro sì”.

PAROLA DI DIO: Mi 7,14-15.18-20; Sal 102 (103); Lc 15,1-3.11-32

 

Vangelo   Lc 15, 1-3. 11-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”». Parola del Signore

 

IL FIGLIO MAGGIORE SI TROVAVA NEI CAMPI. AL RITORNO, QUANDO FU VICINO A CASA, UDÌ LA MUSICA E LE DANZE; CHIAMO' UN SERVO E GLI DOMANDO' CHE COSA FOSSE TUTTO QUESTO.

Si può vivere gomito a gomito con qualcuno, sentirne l’alito,ricoprirsi con i medesimi vestiti e il cuore ha la capacità di spalancare distanze abissali. Se il figlio minore vive in un paese lontano, il figlio maggiore vive lontano dal cuore paterno. Abita nella sua casa, lavora nei suoi campi ma non coltiva gli stessi sentimenti, non scruta i medesimi orizzonti, non respira la stessa brezza, il profumo che emana dal giardino paterno. Non è certo il vestito a dire chi Dio ha incontrato. Le apparenze sono tutte a favore del figlio maggiore; egli rappresenta il cliché classico del “bravo ragazzo”. Lavoratore, risparmiatore, apparentemente devoto ed obbediente. In realtà la sua vita è grigia, incapace di gioire. Questo figliolo, così diverso da suo fratello, ma parimenti lontano, rappresenta una certa religiosità, un modo alquanto convenzionale, statico e opaco di concepire il rapporto con Dio, la fede in tutta la sua vitalità. Egli rappresenta me, rappresenta te, quando coltiviamo una fede individualista e intimistica che ci rende sordi alla voce di Dio e dei fratelli. Quando fondiamo il nostro rapporto con quel Dio dal volto paterno su un rigido senso del dovere che sfocia in un vago senso di soddisfazione per aver fatto “il dovuto” verso l’aldilà, narcotizzando, di fatto, la Parola profonda dell’infinito, paralizzando in un piccolo e gretto bozzolo la creatività dello Spirito che “rende nuove tutte le cose”. Se il figlio minore corre su un sentiero sbagliato che lo conduce verso un paese lontano, il maggiore è statico, stucchevole, privo di calore, di affetto e di sensibilità. Vi sono lontananze e lontananze. Questi due figlioli sono parimenti lontani dalla casa del Padre, dal suo cuore. Io non mi vergogno di riconoscermi in loro.

 

 

DOMENICA 19 MARZO  3^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe (festa rimandata liturgicamente a domani); San Quinto.

Una scheggia di preghiera:

 

HA SETE DI TE, SIGNORE, L'ANIMA MIA.

 

HANNO DETTO: Gridare dal fondo dell’abisso, è rialzarsi dall’abisso, e il grido è l’inizio di una liberazione. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Ai gatti neri porta sfortuna essere attraversati da un auto?

UN ANEDDOTO: C'era una volta un uomo intento a costruirsi la casa. Voleva che fosse la casa più bella, calda e accogliente del mondo. Vennero a chiedere il suo aiuto perché il mondo stava andando a fuoco. Ma a lui interessava la sua casa, non il mondo. Quando finalmente ebbe finito, scoprì che non c'era più un pianeta su cui posarla.

PAROLA DI DIO: Es 17,3-7; Sal 94 (95); Rm 5,1-2.5-8; Gv 4,5-42

 

Vangelo  Gv 4, 5-42

Dal vangelo secondo Giovanni

(In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».) Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». (Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».) In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». (Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».) Parola del Signore

 

SE TU CONOSCESSI IL DONO DI DIO E CHI È COLUI CHE TI DICE: “DAMMI DA BERE!”, TU STESSA GLIENE AVRESTI CHIESTO ED EGLI TI AVREBBE DATO ACQUA VIVA. (Gv. 4,10)

Gesù, prima di soddisfare la sete della Samaritana si incarica di suscitarla. Egli non si limita a rispondere ai bisogni dell’uomo, ma intende farlo crescere, dilatare i suoi desideri, allargare i suoi orizzonti, portarlo oltre le sue attese. Giacobbe si è limitato a scavare un pozzo, cui bisogna tornare ogni volta ad attingere acqua. Gesù scava un pozzo all’interno della creatura, fa emergere i suoi desideri profondi. E questo poz­zo diventa sorgente inesauribile di acqua viva. La fonte sta dentro a ciascuno e diventa principio interiore i conoscenza, di amore, di fecondità. L’invito è dunque quello di guardare in noi stessi, di scoprirvi quanto Dio vi ha seminato, di sentire la presenza del bene e del male e poi di andare da Colui che ci dà l’acqua viva che dura per sempre.

 

 

LUNEDI’ 20 MARZO  S. GIUSEPPE SPOSO DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: Santa Claudia; Santa Alessandra; San Serapione di Thmuis.

Una scheggia di preghiera:

 

NON LA MIA MA LA TUA VOLONTA' SIA FATTA.

 

HANNO DETTO: La fama è come un fiume che porta a galla le cose gonfie e leggere, e manda a fondo quelle pesanti e massicce. (F. Bacone)

SAGGEZZA POPOLARE: Cani e villani lasciano sempre l'uscio aperto. (massima Cinese)

UN ANEDDOTO: Durante la seconda guerra mondiale, un uomo restò alla deriva su una zattera per ventuno giorni prima di essere salvato. Quando gli chiesero se l'esperienza gli avesse insegnato qualcosa, rispose: “Sì. Se solo potrò avere cibo e acqua in abbondanza, sarò pazzamente felice per il resto dei miei giorni”.

PAROLA DI DIO: 2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Sal 88 (89); Rm 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24a opp. Lc 2,41-51a

 

Vangelo  Mt 1,16.18-21.24a

Dal vangelo secondo Matteo

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore. Parola del Signore

 

“GIUSEPPE SUO SPOSO ERA UOMO GIUSTO”

Non basta essere giusti. Questa affermazione che pare esagerata è uno degli insegnamenti dell'episodio evangelico narrato da Matteo. L'evangelista sembra voler sottolineare l'irregolarità della nascita di Gesù. Parla di Giuseppe e del dramma, doppiamente grave, che sta vivendo. Come marito tradito, dovrebbe celebrare un divorzio ufficiale (Maria apparirebbe come adultera e, quindi, rifiutata ed emarginata dai parenti e da tutti gli abitanti del villaggio). Ovviamente anche Maria pensò a queste cose quando udì l'annuncio dell'angelo. E, tuttavia, obbedì. Giuseppe, da parte sua, aveva deciso di ripudiare la sua giovane sposa, ma in segreto. Era un gesto di giustizia delicata, si potrebbe dire misericordiosa. Eppure quell'uomo giusto, ancor più delicato della legge, se avesse fatto questo avrebbe compiuto un gesto contro la giustizia più profonda di Dio. C'è infatti un oltre di Dio che l'angelo gli rivela. Giuseppe l'ascolta e comprende quello che sta accadendo attorno a lui e dentro di lui. Diviene così discepolo del Vangelo. E l'angelo continuò: "Tu lo chiamerai Gesù". Giuseppe deve riconoscere e dire chi è quel figlio. Per questo è l'immagine del credente che sa ascoltare e sa prendere con se Gesù. Se ascoltiamo il Vangelo anche noi riusciremo a prendere con noi Gesù come l'amico dei nostri giorni, di tutta la nostra vita.

 

 

MARTEDI’ 21 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Nicola di Flue; San Goffredo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE. TU CHE PERDONI, INSEGNACI A PERDONARE.

HANNO DETTO: La sola disgrazia irreparabile è trovarsi un giorno senza pentimento davanti al Volto che perdona. (Georges Bernanos)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi mangia l’altrui gallina impegna la propria.

UN ANEDDOTO: L'orologiaio stava per sistemare il pendolo di un orologio, quando, con sua grande sorpresa, lo sentì parlare. “Per favore, signore, mi lasci stare”, supplicò il pendolo. “Sarebbe tanto gentile da parte sua. Pensi a quante volte dovrò battere, notte e giorno. Tanti battiti al minuto, sessanta minuti all'ora, ventiquattro ore al giorno, trecentosessantacinque giorni all'anno. Anno dopo anno, milioni di colpi. Non ce la farò mai”. Ma l'orologiaio gli diede una risposta molto saggia: “Non pensare al futuro. Batti un colpo per volta e te li godrai fino alla fine dei tuoi giorni”. E' proprio ciò che il pendolo decise di fare, e ancora sta battendo felice il tempo.

PAROLA DI DIO: Dn 3,25.34-43; Sal 24 (25); Mt 18,21-35

 

Vangelo   Mt 18, 21-35

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Parola del Signore

 

«SIGNORE, SE IL MIO FRATELLO COMMETTE COLPE CONTRO DI ME, QUANTE VOLTE DOVRÒ PERDONARGLI? FINO A SETTE VOLTE?»

La proposta di Pietro è generosa ed eroica, quella di Gesù folle, che capiamo solo nella logica divina. Siamo chiamati a perdonare sempre perché siamo perdonati sempre. Il piccolo credito che abbiamo verso i fratelli non è nulla rispetto al debito mostruoso che abbiamo contratto verso Dio. E che egli ha cancellato. Il debito del servo è volutamente assurdo: un talento equivale a 36 chili d'oro. Diecimila talenti è una cifra inimmaginabile. Quel debito viene condonato, non il debito dell'altro servo che, pur dovendo una cifra consistente al collega, circa duecento giornate lavorative, non ha di che pagare. La reazione del padrone è feroce: sei chiamato a perdonare perché ti è stato condonato molto di più. Ecco la ragione del perdono cristiano: perdono chi mi ha offeso perché io per primo sono un perdonato. Non perdono perché l'altro migliori, o si converta, o si intenerisca. A volte l'altro non sa nemmeno di essere stato perdonato e può disprezzare il mio gesto. Non perdono perché l'altro cambi, ma perché io ho urgente bisogno di cambiare! Il perdono mi situa in una posizione nuova, diversa, mi rende simile a quel Dio che fa piovere sopra i giusti e gli ingiusti.

 

 

MERCOLEDI’ 22 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ottaviano, martire; Santa Lea, vedova;Santa Renilde.

Una scheggia di preghiera:

 

DONA CONCRETEZZA AL NOSTRO AMORE PER TE E PER I FRATELLI.

 

HANNO DETTO: Io tengo questa base in tutte le mie imprese: cerco prima bene che quella tale opera ridondi a maggior gloria di Dio ed a vantaggio delle anime; se è così vo' avanti sicuro, ché il Signore non lascia mancare la sua assistenza. (San Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: La tartaruga depone migliaia di uova senza che lo sappia nessuno, ma quando una gallina depone un uovo ne è informato tutto il circondario.

UN ANEDDOTO: C'era una volta in Cina un enorme drago che andava di villaggio in villaggio, uccidendo bestiame, cani, galline e bambini indiscriminatamente. Gli abitanti del villaggio, allora, si rivolsero a un mago affinché li aiutasse nella loro sventura. Il mago rispose: “Io non posso uccidere il drago perché, nonostante conosca le arti magiche, ho troppa paura. Ma troverò per voi l'uomo che lo farà” Si trasformò quindi in un drago e si pose di traverso sul ponte: la gente, non sapendo che si trattava del mago, aveva paura di passare. Un giorno, però, un viaggiatore giunse fino al ponte, scavalcò tranquillamente il drago e proseguì. Immediatamente il mago riprese forma umana e chiamò l'uomo: “Torna, amico! Sono rimasto qui per settimane ad aspettarti!” L'uomo saggio sa che la paura sta nel modo in cui si guarda alle cose, non nelle cose in se stesse.

PAROLA DI DIO: Dt 4,1.5-9; Sal 147; Mt 5,17-19

 

Vangelo   Mt 5, 17-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Parola del Signore

 

“NON SONO VENUTO AD ABOLIRE MA A DARE COMPIMENTO ALLA LEGGE E AI PROFETI.”

Spesso vorremmo come cristiani avere un comportamento dettato da norme ben fisse: “Fino a quel punto posso, più in là no”, “per guadagnarmi il paradi­so devo fare questo e quello e sono a posto”. Invece Gesù va oltre: essere fedeli a Dio non significa attenersi all’una o all’altra prescrizione, significa essere docili allo Spirito Santo di quel Dio che i profeti hanno fatto conoscere a poco a poco a Israele e che Gesù rivela con pienezza. Una religione legalista e formalista si preoccupa esclusivamente e ossessivamente della buona o cattiva condotta da un punto di vista esteriore, fissando e moltiplicando norme e rego­lamenti; Cristo invece individua il peccato, lo stana nel suo riparo più segreto: il cuore dell’uomo.

 

 

GIOVEDI’ 23 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Turibio di Mogrovejo; Sant’Ottone.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTACI NELLE NOSTRE DEBOLEZZE.

 

HANNO DETTO: In una guerra non ci sono vincitori. Uno dei belligeranti perde un po’ meno dell’altro. (Brie Albert)

SAGGEZZA POPOLARE: Al gatto che lecca lo spiedo non gli fidare l’arrosto.

UN ANEDDOTO: C'era un tempo un pasticciere che faceva caramelle a forma di animali e uccelli di varie misure e colori. Quando vendeva i suoi dolci ai bambini essi cominciavano a litigare, dicendo: “Il mio coniglio è più bello della tua tigre Il mio scoiattolo sarà anche più piccolo, ma è più saporito.”

E il caramellaio rideva pensando che gli adulti non erano meno ignoranti dei bambini quando sostenevano che una persona era migliore di un'altra.

PAROLA DI DIO: Ger 7,23-28; Sal 94 (95); Lc 11,14-23

 

Vangelo   Lc 11, 14-23

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demoni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demoni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde». Parola del Signore

 

“CHI NON È CON ME È CONTRO DI ME; CHI NON RACCOGLIE CON ME, DISPERDE”. (Lc. 11,23)

Noi siamo maestri del compromesso. Ci diciamo cristiani e viviamo secondo la mentalità dei mondo. Gesù non ci sta a questi compromessi. Lui non è per le mezze misure. Lui ha detto di sì al Padre e a noi e per quel “sì” andrà fino in fondo, fino alla donazione totale della croce. Rifiutare la luce, significa combatterla, non accettare Cristo totalmente significa agire per il nemico di Cristo. E lo vediamo chiaramente nella nostra storia attuale. Spesso sentiamo dire quella frase assurda: “Sono un cristiano non praticante” e a forza di “non praticare” la preghiera, i sacramenti, il Vangelo, la carità, non solo non sei più cristiano ma agisci come uno che il cristianesimo lo denigra e lo estirpa e vai a metterti nelle mani dei nemici del Cristo.

 

 

VENERDI’ 24 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina di Svezia; San Severo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CONTINUA A VOLERMI BENE, NONOSTANTE TUTTO.

 

HANNO DETTO: Lasciamo che la nostra vita si identifichi con quella di Gesù, per avere i suoi sentimenti e i suoi pensieri. (Papa Francesco)

SAGGEZZA POPOLARE: Quanto più sfreghi la schiena al gatto, tanto più alza la coda.

UN ANEDDOTO: Il viaggiatore: “Che tempo farà oggi?” Il pastore: “Il tempo che piace a me”. “Come fai a sapere che sarà il tempo che piace a te?” “Poiché ho scoperto, signore, che non posso avere sempre ciò che mi piace, ho imparato a essere sempre contento di quello che ho. Perciò sono sicuro che avremo il tempo che piace a me”. La felicità e l'infelicità stanno nel modo con cui affrontiamo gli eventi, non nella natura degli stessi.

PAROLA DI DIO: Os 14,2-10; Sal 80 (81); Mc 12,28b-34

 

Vangelo   Mc 12, 28-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore

 

“NON SEI LONTANO DAL REGNO DI DIO”.

C’è gente che vuol sempre essere sicura. I Farisei erano Sicuri di essere degli ottimi religiosi e invece erano in maggioranza degli ottimi ipocriti. Anche oggi senti spesso parlare dei cristiani che si sentono sicuri della loro fede, della loro morale precisa al millimetro, che hanno una risposta pronta e netta ad ogni interrogativo che con baldanza sdottoreggiano su ogni argomento teologico. Sinceramente, io vorrei sentirmi dire dal Signore: “Non sei lontano dal Regno di Dio”. Sono ben conscio di non aver capito “tutto” di Dio, so di non vivere una morale perfetta, so che il mio metro di giudizio non è preciso e che spesso comporta misure che sanno della mia povertà, so di vivere in mezzo a misteri divini e umani che vanno ben al di là delle mie capacità umane. Ma nella fede, a stento, so di voler bene a Dio. Mi hanno sempre fatto pensare molto le parole di quel grande apostolo, Paolo, che quasi al termine della sua vita dice: “Ho corso la mia corsa, ho combattuto la mia battaglia: ho conservato la fede”. Spero che anche a me succeda così, di arrivare alla fine, ammaccato, dubbioso, con tante sconfitte e qualche vittoria ma senza aver perso il dono prezioso della fede.

 

 

SABATO 25 MARZO  ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: Festa della Annunciazione; Sant’Isacco.

Una scheggia di preghiera:

 

AVVENGA PER ME SECONDO LA TUA PAROLA.

 

HANNO DETTO: Se non pensate che ogni giorno sia un giorno buono, provate a perderne uno. (Robert Cavett)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi patisce gelosia, rosica fave.

UN ANEDDOTO: Anche le favole hanno un loro insegnamento. Ditemi se questo non è spesso un quadro veritiero di certa giustizia: Allora il giudice, accennando Pinocchio ai gendarmi, disse loro: "Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d'oro: pigliatelo dunque e mettetelo subito in prigione”.

PAROLA DI DIO: Is 7,10-14;8,10c; Sal 39 (40); Eb 10,4-10; Lc 1,26-38

 

Vangelo Lc 1,26-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

 

“LO SPIRITO SANTO SCENDERA' SU DI TE”.

I Profeti avevano predetto i tempi messianici come i tempi dello Spirito Santo.

Gesù inizierà la sua vita pubblica dopo la discesa su di Lui dello Spirito durante il Battesimo. La vita della chiesa primitiva inizierà dopo la Pentecoste. Ma l’una e l’altra discesa dello Spirito (inizio della storia di Gesù, inizio della storia della Chiesa) vengono anticipate dalla discesa dello Spirito Santo su Maria e questo Spirito in Lei dà un corpo a Gesù. La nostra vita di cristiani è cominciata per noi nel Battesimo attraverso il dono dello Spirito, è stata riconfermata nello Spirito attraverso la Cresima, è ancora lo Spirito che ci dà il perdono, che ci conferma nei nostri impegni (Matrimonio, Ordine, malattia), che ci dona Gesù nell’Eucaristia. E’ lo Spirito che attraverso noi vuol generare Gesù al mondo. Che cosa devo fare? Devo solo fare come Maria, lasciarmi riempire dallo Spirito di Gesù, il resto lo farà Lui.

 

 

DOMENICA 26 MARZO  4^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Emanuele, martire; San Ponzio; San Giovino.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI OCCHI, SIGNORE, PER VEDERE TE E I FRATELLI

 

HANNO DETTO: Si dice qualche volta: "Dio castiga coloro che ama". Non è vero. Le prove, per coloro che Dio ama, non sono castighi, sono grazie. (Santo Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Un albero carico di frutti si curva verso tutti.

UN ANEDDOTO: Un segno di saggezza: non curarsi più di quello che la gente pensa e dice. Una ditta di mobili inviò questo messaggio a uno dei suoi clienti: “Caro Mr. Jones, che cosa penserebbero i vostri vicini se vi mandassimo un camion a riprendere i mobili che non avete ancora pagato?” Questa fu la risposta: “Cari signori, ho esaminato la faccenda con i miei vicini per scoprire che cosa pensassero. Sono tutti d'accordo nel dichiarare che sarebbe un tiro meschino, degno di una ditta da quattro soldi”.

PAROLA DI DIO: 1Sam 16,1b.4.6-7.10-13; Sal 22 (23);Ef 5,8-14; Gv 9,1-41

 

Vangelo  Gv 9, 1-41

Dal vangelo secondo Giovanni

(In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita) e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, (sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Questo uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».)

Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!». Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che questo uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla».

(Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.) Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane». Parola del Signore

 

“IO SONO VENUTO PERCHE’ COLORO CHE NON VEDONO VEDANO E QUELLI CHE VEDONO DIVENTINO CIECHI”.

Pagina importantissima quella del Vangelo di Giovanni che ci viene offerta oggi. Non è la semplice guarigione di un cieco ma è Gesù che vuole aprire i nostri occhi a riconoscerlo. Quante volte abbiamo l'impressione che Dio sia cieco? Che non veda la sofferenza degli uomini, che non si chini a vedere le mie difficoltà? No: Lui ci vede benissimo, noi, spesse volte, no! La nostra miopia interiore, la nostra cecità, ci fanno esprimere giudizi affrettati, ingiusti nei confronti di Dio. Gesù ci svela il volto di un Dio misericordioso, attento, delicato, rispettoso, che conosce e guarisce le nostre miserie interiori. La cecità  è la nostra incapacità a vedere giusto. Al tempo di Gesù, malgrado secoli di riflessione sulla sofferenza, molti erano convinti che la malattia fosse punizione divina. Gesù scardina questa opinione: il punito, il maledetto diventa discepolo, la cecità non è più limite ma apertura ad una dimensione più profonda, più luminosa della realtà stessa. Con il dono della fede Dio, ci illumina la vita. Sì, l'esperienza della fede è illuminazione interiore, però, bisogna aprire il cuore, fidarsi. I dotti del tempo di Gesù, davanti a questa illuminazione si irrigidiscono, non vogliono capire, non vogliono vedere. Alla fine, chi è cieco e chi ci vede dentro questo racconto? Chi credeva di vederci benissimo è, in realtà, inchiodato ai suoi pregiudizi (anche religiosi!) o al giudizio degli altri. Il cieco, maledetto da Dio secondo gli uomini, è in realtà, l'unico a vederci benissimo!

Accogliamo la sfida, non opponiamo resistenza alla luce, lasciamo che le dita di Gesù tocchino i nostri occhi e li guariscano. Lasciamo che la nostra vita diventi testimonianza di questa illuminazione. Anche noi, forse, intravediamo la luce che viene dalla Parola, anche noi già assaporiamo l'aurora che annuncia un giorno radioso. Non abbiamo paura ma fidiamoci di Colui che, solo, può guarire la nostra cecità.

 

 

LUNEDI’ 27 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Augusto; San Gelasio.

Una scheggia di preghiera:

 

IO MI ABBANDONO A TE, SIGNORE BUONO.

 

HANNO DETTO: Troppo spesso i genitori sono tanto preoccupati per il futuro dei loro figli da non sapersi occupare del loro presente. (Emilio Curtoni)

SAGGEZZA POPOLARE: I genitori sono i canali che portano ogni bene ai figli, ma la fontana è Dio.

UN ANEDDOTO: La preghiera della devota Vishnu

"Signore, ti chiedo perdono per tre miei peccati gravi: il primo é che mi sono recata in pellegrinaggio in molti tuoi santuari, senza pensare che tu sei presente in ogni luogo; il secondo è che ho invocato spesso il tuo aiuto, dimenticando che tu sai meglio di me ciò di cui ho bisogno; e infine, ecco che vengo a chiederti perdono dei miei peccati, pur sapendo che sono già stati perdonati prima ancora di essere commessi"

PAROLA DI DIO: Is 65,17-21; Sal 29 (30); Gv 4,43-54

 

Vangelo   Gv 4, 43-54

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea. Parola del Signore

 

«VA’, TUO FIGLIO VIVE»

L'atto di fede che il Signore Gesù richiede dal funzionario pagano del re è veramente grande e commovente ed è molto istruttivo anche per noi, per il nostro cammino di fede in questo tempo quaresimale. Forse egli si aspettava che Gesù dicesse qualche sua parola solenne e autorevole, o che facesse qualche gesto straordinario, o anche che andasse di persona a compiere il miracolo a casa sua. Invece, Gesù mette a dura prova la fede di quell'uomo nella sua parola, dicendogli semplicemente di andare, perché avrebbe trovato il figlio guarito. Il funzionario si "mise in cammino" e lungo il cammino della sua fede il miracolo si compì. È interessante annotare che è la prima e unica volta nel vangelo, che Gesù compie un miracolo, lontano dalla persona interessata, mostrando come la vera fede è così forte e potente che abolisce tutte le distanze. Iniziamo a essere veri discepoli di Gesù solo quando ci fidiamo totalmente della sua parola, senza pretendere altri segni particolari e prodigiosi che vengano in aiuto ai nostri dubbi, ma affidandoci semplicemente a Lui. Il miracolo più grande è quello di ascoltare e mettere in pratica la Parola che Egli quotidianamente ci rivolge e che ci indica il cammino della vera fede.

 

 

MARTEDI’ 28 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Gontrano; San Venturino

Una scheggia di preghiera:

 

GUARISCI IL NOSTRO CUORE, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Gli ideali che hanno illuminato il mio cammino e che spesso mi hanno dato nuovo coraggio per affrontare la vita con allegria sono stati la gentilezza, la bellezza e la verità. (Albert  Einstein)

SAGGEZZA POPOLARE: Assai vince chi non gioca.

UN ANEDDOTO: ”Dio è con noi”, dicevano le S.S. Ma sarà vero? “Dio ha ascoltato la mia preghiera. Ma sarà proprio così? Una vecchietta molto pia, dopo la guerra diceva: "Com'è stato buono Dio con noi. Abbiamo pregato così tanto che tutte le bombe sono cadute dall'altra parte della città!"

PAROLA DI DIO: Ez 47,1-9.12; Sal 45 (46); Gv 5,1-16

 

Vangelo    Gv 5, 1-16

Dal vangelo secondo Giovanni

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Parola del Signore

 

«VUOI GUARIRE?».

Che domanda sciocca! Certo che sì! Tutti noi vorremmo guarire e stare bene! Eppure... Gesù sa bene cosa significa, per questo uomo, guarire dopo una vita di malattia, dopo decenni di vita da mendicante. I malati, al tempo di Gesù, erano considerati dei maledetti da Dio, dei peccatori e, probabilmente, questo uomo aveva finito col credere di essere condannato. Voler guarire significa, in questo caso, correre dei rischi enormi. Il rischio di passare per un impostore, ad esempio. Il rischio di dover imparare un lavoro e smetterla di dipendere dagli altri. Quanto ha ragione Gesù! Può accadere di non voler guarire, di restare bene dove stiamo, di non ammettere che, in fondo, stiamo bene come stiamo. Ne conosco tante di persone che dicono di non stare bene dove sono e che, pure, non muovono un dito per cambiare. Dio non ci salva senza la nostra collaborazione, non compie miracoli a basso costo: se davvero vogliamo cambiare dobbiamo avere il coraggio di osare, di andare oltre. Di crescere. Il paralitico guarirà, certo, e la sua vita cambierà. Chiediamo al Signore il coraggio della guarigione interiore!

 

 

MERCOLEDI’ 29 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Secondo d’Asti; Santi Firmino e Aulo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU', CON TE SONO GIA' NELL'ETERNITA'.

 

HANNO DETTO: Quel filosofo secondo cui un lavoro ben fatto non deve mai essere rifatto, non sapeva che cosa sia strappare le erbacce in un giardino. (R. W. Emerson)

SAGGEZZA POPOLARE: Non ci fu giorno senza sera.

UN ANEDDOTO: Un rabbino chiese al suo allievo che cosa lo angustiasse. "La mia poverà", rispose. "Vivo in un tale stato di indigenza che quasi non riesco a studiare e pregare". "In questo preciso momento", spiegò il rabbino, "il modo migliore per pregare e studiare è quello di accettare la vita esattamente come si presenta".

PAROLA DI DIO: Is 49,8-15; Sal 144 (145); Gv 5,17-30

 

Vangelo   Gv 5, 17-30

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Parola del Signore

 

“CHI ASCOLTA LA MIA PAROLA E CRE­DE A COLUI CHE MI HA MANDATO HA LA VITA ETERNA E NON VA INCONTRO AL GIUDIZIO, MA E' PASSATO DALLA MORTE ALLA VITA”.

“Come sarà il giudizio finale?”, “Dio farà l’esame di tutti i miei peccati?”

A volte, quasi sgomenti, viene da pensare all’esame finale quasi come a un qualcosa che dovesse sorprenderci, stupirci. Gesù invece ci dice che il giudizio non sarà altro che la ratifica di quanto noi abbiamo già scelto e operato in vita. Chi crede in Lui è già entrato nella vita eterna. Ogni nostro atto, vissuto nel tempo ha già sapore di eternità, e il nostro essere e il nostro agire determinano l’eternità. Ci hanno inse­gnato i nostri vecchi a meditare sui “Novissimi” (morte, giudizio, inferno e paradiso) ed hanno ragione ma non tanto per metterci paura pensando al futuro, quanto piuttosto perché ogni mio momento è scelta che vale per l’e­ternità. Faccio un esempio: io mi accorgo che oggi il perdonare mi costa, ma se lo vedo come scelta di eternità non lo farò più volentieri ed anche con più forza?

 

 

GIOVEDI’ 30 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Climaco; Sant’ Amedeo.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE, E' PAROLA DI VITA ETERNA.

 

HANNO DETTO: Che cos'è un'erbaccia? Una pianta di cui non sono ancora state scoperte le virtù. (R.W. Emerson)

SAGGEZZA POPOLARE: A sangue caldo, nessun giudizio è saldo.

UN ANEDDOTO: Il mistico musulmano Farid fu spinto dai vicini a recarsi a Delhi, presso la corte dell'imperatore Akbar, per chiedergli di aiutare il villaggio. Farid entrò nel palazzo e trovò Akbar che pregava. Quando questi finalmente ebbe terminato, Farid gli domandò: "Per che cosa avete pregato?" "Ho chiesto all'Onnipotente di concedermi successo, ricchezza e lunga vita", fu la risposta. Allora Farid fece un rapido dietrofront e se ne andò, pensando dentro di sé: "Sono venuto per incontrare un imperatore e invece ho trovato l'ennesimo accattone!"

PAROLA DI DIO: Es 32,7-14; Sal 105 (106); Gv 5,31-47

 

Vangelo   Gv 5, 31-47

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.  Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?». Parola del Signore

 

“VOI SCRUTATE LE SCRITTURE EBBENE SONO PROPRIO ESSE CHE MI RENDONO TESTIMONIANZA. MA VOI NON VOLETE VENIRE A ME PER AVERE LA VITA.”

Non vi è mai capitato di leggere interi capitoli dell’Antico Testamento o pagine di Vangelo con superficialità, abitudine, distrazione? Oppure, sentendo leggere la nascita di Gesù o la sua passione e morte, non vi è mai scappato di dire: “Tutti gli anni è sempre uguale! Ma, queste cose le sappiamo già!”. Qualche volta, poi, scrutiamo le Scritture per i nostri fini, vorremmo trovare risposte ben chiare od ogni nostro problema, cerchiamo la giustificazione al nostro agire, vivisezioniamo parole e racconti fino al punto di perdere di vista il loro fine e il loro messaggio. La Bibbia, senza Dio, è solo un vecchio, noioso, terribile, libro di storia e di mitologia. I Vangeli senza Gesù, vero uomo e vero Dio venuto per noi, possono essere un libro edificante, la raccolta del meglio di certa sapienza umana o le parole di un gruppo di invasati. Quando apri quel libro, non fermarti alle apparenze: cerca Gesù inizio e compimento di ogni parola della Bibbia.

 

 

VENERDI’ 31 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Balbina; San Beniamino; San Lucerio

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' DI TE MI FIDO, A TE MI AFFIDO.

 

HANNO DETTO: E' utile saper scoprire motivi di gioia nelle azioni più semplici della vita, basta non ripiegarsi su se stessi. (Francesco Faa di Bruno)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi compra un magistrato vende la giustizia.

UN ANEDDOTO: Quando il maestro invitò il governatore a praticare la meditazione, e questi spiegò che aveva troppo da fare, ecco come gli rispose: "Lei mi fa venire in mente un uomo che entra nella giungla con gli occhi bendati ed è troppo occupato per togliersi la benda". E quando il governatore addusse come scusa la mancanza di tempo, il maestro replicò: "E' un errore pensare che la meditazione non può avvenire per mancanza di tempo. Il vero motivo è l'agitazione mentale".

PAROLA DI DIO: Sap 2,1a.12-22; Sal 33 (34); Gv 7,1-2.10.25-30

 

Vangelo   Gv 7, 1-2. 10. 25-30

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».  Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. Parola del Signore

 

“CERCAVANO DI UCCIDERLO”. (Gv. 7,1)

Attorno a Gesù si coagulano le tensioni più diverse: troviamo i poveri e i peccatori che lo cercano, i malati che desiderano da Lui guarigione, molti che lo lodano e che dicono di non aver mai visto un personaggio simile ma troviamo anche tanta avversità che si spinge fino al desiderio di eliminarlo. Come si spiega tanta avversione nei confronti di Gesù che passò “beneficando e sanando i malati”?

I detentori del potere religioso vedono in Lui un grande eretico: “Lui, uomo, si proclama Dio”; hanno paura di qualcuno che soppianti il loro potere, hanno paura di una rivolta di popolo contro le loro prepotenze e la paura si organizza per estirpare il giusto. Ieri, come oggi, il bene vero dà fastidio. Ad esempio, quante notizie di bene troviamo su un giornale?

Non rendono a coloro che sguazzano sul malcontento! E non è forse vero che ogni volta che noi cerchiamo di operare il bene c’è sempre qualcuno o qualcosa che cerca di impedircelo, di farci tacere?

Il bene suscita le forze del male: esse si sentono colpite, si organizzano, usano le armi della ricchezza e del potere, cercano di far tacere il bene. Ma anche qui non dobbiamo spaventarci: Dio, il Bene è più forte del male e anche se Cristo finirà sulla croce, è proprio quella croce che salva il mondo.

     
     
 

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