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SCHEGGE E SCINTILLE

          PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
          DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

FEBBRAIO 2017

 

MERCOLEDI’ 1 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Orso di Aosta; Santa Anna Michelotti; Santa Brigida di Cell Dara.

Una scheggia di preghiera:

 

TU CHE FAI NUOVE TUTTE LE COSE, FA' CHE OGGI DIVENTIAMO NUOVI CON TE.

 

HANNO DETTO: «Ricordati sempre di Dio: e la tua mente sarà invasa dal Cielo» (sant’Efrem Siro)

SAGGEZZA POPOLARE: I sordi amano impicciarsi degli affari altrui, i muti adorano sparlare del loro prossimo. (detto Italiano)

UN ANEDDOTO: Un giorno un Maestro accolse tre candidati che volevano diventare suoi discepoli. Al primo incontro il Maestro iniziò a comportarsi in modo eccentrico a tavola, facendo discorsi assurdi e avendo atteggiamenti strani. Disse anche talune parolacce e mangiò il suo cibo con le mani, asciugandosi la bocca al polsino della camicia. Uno di questi tre discepoli se ne andò, scandalizzato di questo atteggiamento. Il secondo fu avvisato dai discepoli anziani (istruiti così dal Maestro) che questi era un truffatore, che si stavano organizzando per fargliela pagare e che lui doveva stare ben attento a fidarsi di un uomo così. Anche il secondo uscì dal gruppo. Al terzo il Maestro proibì categoricamente di prendere la parola ogni volta che la chiedeva e di porre qualsiasi tipo di domande. Anche il terzo se ne andò, sdegnato ed offeso. Quando il Maestro fu solo con i suoi allievi disse: “Il comportamento di coloro che se ne sono andati illustra tre validi concetti. Il primo “non giudicare a prima vista”. Il secondo “non giudicare cose di grande importanza da ciò che dicono gli altri”. Il terzo “non fare della tua percezione di stima ed apprezzamento altrui il metro per il tuo giudizio su di loro.”

PAROLA DI DIO: Eb 12,4-7.11-15; Sal 102 (103); Mc 6,1-6

 

VANGELO Mc 6, 1-6

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: "Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?". E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua". E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando. Parola del Signore

 

ACOLTANDOLO RIMANEVANO STUPITI... E GESU' SI MERAGLIAVA DELLA LORO INCREDULITA'

In questo brano di vangelo ci sono due parole che si intrecciano: 'stupore' da parte di chi non riesce a far rientrare Gesù nei propri schemi, e 'meraviglia' di Gesù per l'incredulatà dei suoi concittadini. Lo stupore è il principio della ricerca, ma inquesto caso per i concittadini di Gesù non è motivo per aprirsi alla novità di Dio, ma giudizio nei confronti di Gesù che non corrisponde alle loro aspettative, quindi è uno stupore che si tarpa le ali da solo. Merviglia è quella di Gesù perchè a tutti i suoi sono date capacità e opportunità per riconoscere in Lui l'inviato di Dio, ma essi proprio perchè religiosi e mascherati da credenze, supposizioni, formalità legalistiche, non riescono a leggere che la salvezza è in mezzo a loro. Noi spesso manchiamo di stupore. Anche la nostra religiosità è priva di stupore (pensate a certe nostre celebrazioni domenicali dove c'è di tutto meno che la gioia di scoprirci amati, salvati, partecipi della misericordia di Dio) Gesù è vicino, la sua parola potrebbe cambiarci, la Comunuione Eucaristica ci deifica e noi ci fermiamo ad una religiosità formale che poi magari critichiamo anche. Non si dovrà ancroa 'meravigliare' Gesù. Per la nostra incredulità?

 

 

GIOVEDI’ 2 FEBBRAIO: PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi:Santa Caterina De Ricci; San Cornelio, centurione.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE E' LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE: GLORIA, GLORIA, CANTIAMO AL SIGNORE!

 

HANNO DETTO: Ascoltami, o povero; che cosa ti manca, se Dio è con te? Ascoltami, o ricco; che cosa mai tu possiedi, se non hai Dio con te? (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Ci sono molti uomini buoni sotto un cappello trasandato. (proverbio Italiano)

UN ANEDDOTO: "Il vento, di cosa è fatto il vento?", chiese un bambino a un adulto. "Di niente, è fatto di niente". "Ma allora, perché mi porta via?", insiste il bimbo. "E' l'aria, l'aria che si muove ". "E di che cosa è fatta l'aria?" "Di niente, l'aria è fatta di niente", disse l'adulto. "Ma allora, perché la respiro? ""Perché muori, altrimenti". "Allora è un niente importante". "E' un niente importante", concluse l'adulto, e si chiese perché mai i bambini facciano domande sciocche e complicate; mentre il bambino si domandò perché gli adulti non sappiano mai rispondere a domande semplici e importanti. (Piero Gribaudi)

PAROLA DI DIO: Ml 3,1-4 opp. Eb 2,14-18; Sal 23 (24); Lc 2,22-40

 

VANGELO Lc 2, 22-40

Dal Vangelo secondo Luca

Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele". Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima". C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. Parola del Signore

 

“I MIEI OCCHI HANNO VISTO LA TUA SALVEZZA, PREPARATA DA TE DAVANTI A TUTTI I POPOLI, LUCE PER ILLUMINARE LE GENTI E GLORIA DEL TUO POPOLO ISRAELE”

Oggi la Chiesa è in festa nel ricordo della presentazione del Signore al Tempio: è la festa di un incontro. Oggi l’anziano Simeone, uomo giusto e pio, incontra il piccolo Gesù, l’Antico Testamento incontra il Nuovo Testamento, l’antica legge una nuova legge, l’attesaincontra il suo compimento, la radice di Iesse un nuovo germoglio. Simeone, nonostante l’età avanzata, rinasce a vita nuova, vede realizzarsi, nell’ordinaria semplicità di un bambino, il sogno di Dio, le sue promesse, il suo progetto di salvezza universale che va ben oltre gli angusti confini del popolo ebraico. Giuseppe e Maria salgono al tempio con il piccolo Gesù per adempiere alla legge di Mosè. Tra le braccia del vecchio Simeone, che ben rappresentano tutta la legge e i profeti, misteriosamente, dentro una trama di circostanze e di segni, questo bambino, fragile come tutti i piccoli d’uomo, si rivela come luce che illumina.Sotto la fioca luce di una lampada del grande Tempio di Gerusalemme si svela il mistero di Dio, viene tolto il velo di ogni profezia, di ogni oracolo. E’ dentro questa prospettiva che tutta la vita di Gesù, che ogni sua parola, ogni suo gesto e tutto ciò che si riferisce alla sua persona è LUCE.

Così, insieme alla legge e ai profeti si svela anche la nostra vocazione: quella di diventare Luce che brilla nell’oscurità. Il Cristiano è chiamato a illuminare “in Gesù sole di giustizia” quanti stanno nelle tenebre.

 

 

VENERDI’ 3 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Biagio, Vescovo e Martire; Sant’Ansgario (Oscar), Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

ABBI PIETA' SIGNORE DELLA TUA CHIESA SANTA MA PECCATRICE.

 

HANNO DETTO: «Questo mondo è pieno di idee cristiane divenute folli. Si svaligia il Vangelo come un albero da frutta: eppure, staccati dall’albero, i frutti marciscono e non si riproducono affatto».  (Pieter Lanzerol)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non è stato truffato almeno una volta non può diventare un mercante. (prov. Italiano)

UN ANEDDOTO: Il capo di un villaggio povero ma felice andò a visitare un paese dove regnava l'abbondanza. Essa era dovuta - aveva notato - non tanto a chissà quali ricchezze naturali ma a un'utilizzazione rigorosa del tempo. Non c'erano pause, nella vita degli uomini. Ogni attimo della giornata era finalizzato al lavoro, al commercio, agli affari; e il denaro scorreva in abbondanza. Tornato in patria, il capo villaggio volle che anche i suoi concittadini divenissero padroni del loro tempo, e non viceversa, com'era stato sino ad allora. Ma avvenne che, col restringersi del tempo e il dilatarsi dell'abbondanza, sparì la felicità. Essa infatti fugge, quando non si ha più tempo per gustarla; o si trasforma in piacere frettoloso e stento. Il paese diventò preda della fretta; e la fretta generò l'affanno, soffocò le energie più profonde e fece a pezzi l'anima. Il capo del villaggio, per niente soddisfatto di come andavano le cose, un giorno tornò a casa anzitempo e vide sua moglie che con molta calma stava addobbando di fiori un altarino e vi stendeva davanti una stuoia. "Che stai facendo?", le chiese con aria di rimprovero. "Mi sto preparando alla preghiera", gli rispose lei. "Ma la preghiera non ha bisogno né di spazio né di durata. Puoi pregare ugualmente bene per strada e in pochi minuti", controbattè. "Quanto allo spazio", gli rispose la donna, "quello che sto creando non è tanto fuori di me, ma dentro di me; e poiché la preghiera non ha nulla a che vedere con la durata, mi propongo di pregare il più a lungo possibile". L'uomo scoprì che tutte le donne del paese si comportavano e ragionavano come sua moglie; da vere regine, quali sono le donne, non tolleravano la schiavitù della fretta. E se gli uomini volevano anch'essi tornare ad essere re, la fretta andava bandita al più presto. Così fece. Ed il paese, ritrovato il ritmo giusto, ridivenne regno, povero ma felice. (Piero Gribaudi - Libro: Il Libro della Saggezza Interiore)

PAROLA DI DIO: Eb 13,1-8; Sal 26 (27); Mc 6,14-29

 

VANGELO Mc 6, 14-29

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: "Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui". Altri invece dicevano: "E' Elia"; altri dicevano ancora: "E' un profeta, come uno dei profeti". Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: "Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!". Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello".  Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.  Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista".  Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista".  Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.  La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.  I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

"NON TI È LECITO TENERE LA MOGLIE DI TUO FRATELLO"

Fa scandalo che Erode abbia sposato la cognata e che con lei viva pubblicamente senza vergogna, andando contro la Legge. Fa scandalo che Erode ascolti volentieri la parola del Battista che lo rimprovera, ma poi di fronte ai commensali non sappia salvare Giovanni dalla decapitazione cedendo alle lusinghe del piacere. Gli scandali non si sono mai allontanati né dall'uomo singolo, né dalla Chiesa. Forse, ne abbiamo fatto l'abitudine. Papa Francesco ce l'ha ricordato chiedendoci: “Ma ci vergogniamo? Tanti scandali che io non voglio menzionare singolarmente, ma tutti ne sappiamo.  Ma ci siamo vergognati di quegli scandali, di quelle sconfitte di preti, di vescovi, di laici? La Parola di Dio in quegli scandali era rara; in quegli uomini e in quelle donne la Parola di Dio era rara! Non avevano un legame con Dio! Avevano una posizione nella Chiesa, una posizione di potere, anche di comodità. Ma la Parola di Dio, no! ‘Ma, io porto una medaglia’; ‘Io porto la Croce’… Sì, come quelli che portavano l’arca! Senza il rapporto vivo con Dio e con la Parola di Dio! Mi viene in mente quella Parola di Gesù per quelli per i quali vengono gli scandali. Chiediamo al Signore di non dimenticare mai la Parola di Dio, che è viva, che entri nel nostro cuore e non dimenticare mai il santo popolo fedele di Dio, che ci chiede pasto forte!. Nessuno debba più morire di fame perché qualcuno fa i propri interessi se non possiamo far nulla preghiamo perché chi fa scandalo si vergogni di fare il male.

 

 

SABATO 4 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Andrea Corsini, vescovo; San Federico, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

IN TE, SIGNORE, RIPOSA L'ANIMA MIA.

 

HANNO DETTO: «Donare significa gettare un ponte sull’abisso della solitudine» (Antoine de Saint-Exupéry)

SAGGEZZA POPOLARE: E' più facile essere a capo di un regno che a capo di una famiglia. (prov. Italiano)

UN ANEDDOTO: Sotto la volta di un tramonto senza pari, il mare era un tripudio di colori. Il vecchio li beveva avidamente nel loro lento mutarsi l'uno nell'altro, fondersi, dileguarsi. Li assaporava con un lento muovere di labbra, che ripetevano mute le parole che udiva dalla nipotina accanto a lui. Era cieco, ma la superficie del mare l'aveva conosciuta nei suoi centomila volti e non ce n'era uno che gli fosse ignoto. Per cui, quando la bambina, distrattamente, gli disse: "Adesso, nonno, il rosa si trasforma lentamente in giallo", le obiettò sorridendo: "E' impossibile, bimba mia; ti sei distratta". "Scusami, nonno, è vero: non è giallo, è arancio. Ma com'è possibile che tu veda meglio di me?" Rispose il vecchio: "E' che tu, l'armonia dei colori la vedi, io la sento".

PAROLA DI DIO: Eb 13,15-17.20-21; Sal 22 (23); Mc 6,30-34

 

VANGELO Mc 6, 30-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare.  Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.  Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.  Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.  Parola del  Signore

 

"VENITE IN DISPARTE, IN UN LUOGO SOLITARIO, E RIPOSATEVI UN PO' ".

Mi confidava un giovane: “Non sappiamo più riposarci! Avverto in me un nervosismo, un'inquietudine che mi impedisce la quiete fisica e la pace del cuore. I miei non sono problemi drammatici; sta però il fatto che non so metterli a tacere e loro gracidano in me come petulanti ranocchi.” Ecco, è urgente ascoltare Gesù. Anzitutto si tratta di andare con lui. Dove? "In un luogo solitario". Qualcuno obietta: Mica posso portare là casa, lavoro, incontri e andare in un eremo! Siamo realisti! Se c'è qualcuno che è realista fino in fondo, è proprioGesù, il Signore! Non t'invita dunque a uscire per andare chissà dove. Ti chiede di tirarti fuori dal chiasso e da quegli assembramenti chiassosi che ti stancano e non ti fanno pensare. Luogo solitario in disparte può essere a volte anche la propria camera o, se ti è possibile, un lembo di terra silenziosa, uno spazio verde e alberato. Imparare a respirare correttamente nella quiete di un luogo dove il silenzio è sovrano, diventa un elemento terapeutico per tutto il tuo essere che è spirito incarnato. Da principio, forse, vorresti scappar via perché, da solo e in silenzio, sento più forte il gracidare di certi rospi che porto in cuore: scelte sbagliate, sentimenti negativi, paure o altro. Non temere, Dio - lo dice la Bibbia, - è più grande del tuo cuore. Proprio nel silenzio impara a consegnare tutto a lui: quello che pensi e senti; quello che sei stato e che sei. Consegna e riposa la mente. Riposati un po' sentendoti amato da Dio così come sei. Lui poi ti renderà, come è bene che tu sia, con nuove energie.

 

 

DOMENICA 5 FEBBRAIO: 5^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO A

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Agata, martire; Sant’Isidoro, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, DI GUSTARE E DI FAR GUSTARE LA VITA.

 

HANNO DETTO: Un'abitudine, se non contrastata, presto diventa una necessità. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Un figlio non sa quanti problemi ha dato a sua madre. (prov. Italiano)

UN ANEDDOTO: Una rosa bramava giorno e notte la compagnia delle api, ma nessuna andava a posarsi sui suoi petali. Nonostante ciò, il fiore continuò a sognare: nelle lunghe notti, immaginava un cielo dove volteggiavano miriadi di api, che si posavano a baciarlo teneramente. Grazie a questo sogno, riusciva a resistere fino all'indomani, allorché tornava a schiudersi con la luce del sole. Una notte, conoscendo la solitudine che la attanagliava, la luna domandò alla rosa: "Non sei stanca di aspettare?" "Forse si. Ma devo continuare a lottare." "Perché?" "Perché se non mi schiudo, appassisco." Nei momenti in cui la solitudine sembra annientare ogni bellezza, l'unica maniera di resistere è quella di mantenersi aperti. (Paulo Coelho)

PAROLA DI DIO: Is 58,7-10; Sal 111 (112);1Cor 2,1-5; Mt 5,13-16

 

VANGELO Mt 5, 13-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli". Parola del Signore

 

“MA SE IL SALE PERDESSE IL SAPORE, CON CHE COSA LO SI POTRÀ RENDER SALATO? A NULL'ALTRO SERVE CHE AD ESSERE GETTATO VIA E CALPESTATO DAGLI UOMINI.”

Il sale era uno degli elementi fondamentali ai tempi di Gesù: insaporiva i cibi, preservava dalla putrefazione e, in ambito propriamente religioso, veniva unito ai sacrifici di oblazione. Nel caso in cui il sale avesse perduto il proprio sapore (eventualità plausibile, dato che il sale veniva ricavato con tecniche imperfette che ne compromettevano talvolta la qualità), non poteva che esser «gettato via e calpestato». Calpestato dagli uomini: questo è il destino del sale che perde il sapore. Lo stesso discorso vale per me, per te, tutte le volte che, in nome di un facile guadagno, di un piccolo tornaconto, di un pizzico di prestigio vendiamo la nostra dignità, barattiamo i valori profondi che danno sapore, senso alla nostra vita. I soldi svaniscono, la carriera viene meno e coloro a cui avevamo venduto la nostra dignità ci calpestano, ci dimenticano. Diventiamo nulla, polvere. Gesù non ci offre una manciata di soldi, un conto in banca, una carriera folgorante, la sottile suggestione di un subdolo potere Egli ci riveste di una nuova dignità, ci dona gli abiti splendenti di una vita semplice ma che irradia una tenue luce, un delicato sapore. Siamo chiamati ad essere luce e sale, uomini che vivono nella libertà dei figli e non nella sudditanza dei servi. Se vendiamo, come Esaù, questa dignità per un piatto di lenticchie perderemo luce, sapore e saremo calpestati dagli uomini.

 

 

LUNEDI’ 6 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Paolo Miki e compagni, martiri; San Gastone, Vescovo, Santa Dorotea, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', GUARISCIMI!

 

HANNO DETTO: La saggezza non è più saggezza quando diviene troppo orgogliosa per piangere, troppo grave per ridere, e troppo piena si sé per cercare altro che se stessa.  (Kahlil Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Viziare un bambino è come ucciderlo. (detto sapienziale)

UN ANEDDOTO: Una bambina i cui genitori erano morti viveva con la nonna e dormiva in una camera al piano di sopra. Una notte vi fu un incendio nella casa e la nonna perì cercando di salvare la bambina. Il fuoco si diffuse rapidamente, e il primo piano della casa fu ben presto avvolto dalle fiamme. I vicini chiamarono i pompieri, poi rimasero lì senza poter fare niente, incapaci di entrare in casa perché le fiamme bloccavano tutti gli ingressi. La bambina comparve a una finestra del piano di sopra, chiamando aiuto, proprio quando tra la folla si diffuse la notizia che i pompieri avrebbero tardato di qualche minuto perché erano tutti impegnati in un altro incendio. All'improvviso comparve un uomo con una scala, il quale la appoggiò al fianco della casa e scomparve all'interno. Quando ricomparve aveva fra le braccia la bambina. Consegnò la bambina alle mani in attesa lì sotto, quindi scomparve nella notte. Un'indagine rivelò che la bambina non aveva parenti in vita, e alcune settimane più tardi si tenne in municipio una riunione per stabilire chi l'avrebbe presa in casa e l'avrebbe allevata. Un'insegnante disse che le sarebbe piaciuto allevare la bambina. Mise in risalto che le poteva assicurare una buona istruzione. Un contadino le offrì di crescere nella sua azienda agricola. Sottolineò che vivere in campagna era sano e ricco di soddisfazioni. Parlarono altri, che esposero le loro ragioni per le quali fosse vantaggioso per la bambina vivere con loro. Alla fine il più ricco cittadino si alzò e disse:"Io posso offrire alla bambina tutto i vantaggi che voi avete menzionato qui, più i soldi e tutto ciò che si può comprare con i soldi." Per tutto questo tempo la bambina era rimasta in silenzio, con gli occhi fissi sul pavimento. "Nessun altro vuole parlare?" domandò il presidente dell'assemblea. Dal fondo della sala si fece avanti un uomo. Aveva un'andatura lenta e sembrava soffrire. Quando giunse davanti a tutti, si mise direttamente di fronte alla bambina e allungò le braccia. La folla rimase senza fiato. Le mani e le braccia erano orribilmente sfigurate. La bambina esclamò: "Questo è l'uomo che mi ha salvata!" Con un balzo, gettò le braccia al collo dell'uomo, tenendolo stretto come per salvarsi la vita, come aveva fatto in quella notte fatale. Nascose il volto nelle spalle di lui e singhiozzò per qualche istante. Quindi alzo gli occhi e gli sorrise. "La seduta è sospesa!" disse il presidente.

PAROLA DI DIO: Gen 1,1-19; Sal 103 (104); Mc 6,53-56

 

VANGELO Mc 6, 53-56

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret.  Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse. E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano. Parola del Signore

 

“E DOVUNQUE GIUNGEVA, IN VILLAGGI O CITTA’  O CAMPAGNE, PONEVANO GLI INFERMI NELLE PIAZZE E LO PREGAVANO DI POTERGLI TOCCARE ALMENO LA FRANGIA DEL MANTELLO; E QUANTI LO TOCCAVANO, GUARIVANO.”

Marco, in uno dei suoi riassunti, senza cercare né spiegazione né collegando direttamente le guarigioni con le parole dell’annuncio della Buona Novella, ci parla dell’azione taumaturgica di Gesù. A che cosa servono i miracoli? Gesù era un guaritore? I miracoli confermano la divinità di Gesù? Perché Gesù non ha guarito tutti i malati? Quanti interrogativi tipici della nostra mentalità razionalistica occidentale! Nel mondo antico il male, in qualunque modo si manifesti, si oppone al bene, cioè a Dio. Il male, poi, dà all’uomo la giusta dimensione, cioè lo aiuta a pensarsi non autosufficiente, ma debole, finito, bisognoso di aiuto. Dio non ama il male, né il peccato, né le sue conseguenze, anzi aiuta l’uomo a combatterlo. Gesù è la risposta più grande di Dio alla lotta contro il male. E Gesù raccoglie tutto il male del mondo per inchiodarlo sul legno della croce, per morire di lui e con lui, per trasformare peccato, male, sofferenza, morte in risurrezione e vita eterna. Dicendo questo so di aver detto molto, ma so anche di aver balbettato su un mistero enorme nel quale tutti noi siamo inseriti. Gesù, in questo brano di Marco, non parla, agisce, guarisce. Non fa distinzioni su qualità di fede più o meno superstiziosa, su malati meritevoli o meno di guarigione. Gesù ‘si lascia toccare’ e guarisce. E’ l’aspetto più concreto, più consolante della Buona Novella. Che poi questo sia la realizzazione delle profezie, la conferma della divinità di Gesù, è tutto vero, ma intanto le guarigioni sono segno concreto che l’impero del male non è invincibile, che basta una frangia del mantello di Gesù o la sua ombra per cacciarlo. Non chiedetemi perché Gesù, oggi, non operi o non possa operare questo o quel miracolo, non cercate le spiegazioni di qualcosa che proprio perché è miracoloso non potrà mai essere spiegato (ricordate il cieco nato? Davanti alla ridda delle interpretazioni e delle domande dei farisei risponde con le uniche parole valide di fronte al miracolo: “Io so che prima non ci vedevo e adesso ci vedo”); a me, questa Buona Novella che comincia con delle guarigioni fisiche di gente che soffre, piace proprio, e mi piace altrettanto, e mi fa pensare, la parola che Gesù dice ai primi discepoli: “Andate, guarite i malati, cacciate i demoni, e predicate che il Regno di Dio è qui”.

 

 

MARTEDI’ 7 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Egidio Maria da Taranto, religioso; Sant’Adautto, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, CONOSCI OGNI MIA INTENZIONE.

 

HANNO DETTO: Come una candela ne accende un'altra e così si trovano accese migliaia di candele, così un cuore ne accende un altro e così si accendono migliaia di cuori. (Lev Tolstoi)

SAGGEZZA POPOLARE: Nella casa di una famiglia felice, semplici stoviglie di ceramica risplendono più della giada (sapienza orientale)

UN ANEDDOTO: Un piccolo bruco camminava verso la grande montagna. Sulla sua strada incontrò un grillo."Dove vai?" gli chiese. Senza smettere di camminare, il bruco rispose:" Ieri ho fatto un sogno: ho sognato che ero sulla cima della montagna e da lì potevo guardare tutta la valle. Era bellissimo!  Così ho deciso di realizzare il mio sogno." Mentre il bruco si allontanava il grillo disse: "Devi essere pazzo! Come farai ad arrivare fin lassù?  Tu, un piccolo bruco?  Per te, una pietra sarà una montagna, una piccola pozzanghera sarà un lago, e qualsiasi ramo sarà una barriera insuperabile!" Ma il piccolo bruco era già lontano. Poi sentì la voce dello scarafaggio: "Dove vai con tanto sforzo?" E il piccolo bruco gli raccontò il suo sogno. Lo scarafaggio si mise a ridere, e disse: "Ma se neanche io con le mie grandi zampe comincerei un' impresa così difficile." E rimase disteso a ridere, mentre il bruco continuava per la sua strada. La scena si ripeté col topo, il ragno, la rana. Tutti gli consigliavano di rinunciare. "Non arriverai mai..!", gli dicevano. Ma il piccolo bruco continuava a camminare perché dentro di sé sentiva che doveva farlo. Dopo molto tempo, stanco e senza forze e sentendosi sul punto di morire, decise di fermarsi a riposare, e costruì col suo ultimo sforzo, un bozzolo." Cosi mi sentirò meglio." disse. Ma non uscì più! Giorni dopo, una mattina nella quale il sole brillava in modo speciale, gli animali si avvicinarono a vedere i resti dell'animale più pazzo del mondo, che aveva costruito la sua tomba come un monumento alla mancanza di buon senso. Lì c'era l'ultimo rifugio di uno, che era morto per inseguire un sogno; quando all'improvviso quel bozzolo grigiastro, cominciò a rompersi, e con gran meraviglia videro spuntare un paio di occhi e due antenne. A poco a poco, uscirono anche due bellissime ali, dai colori stupendi. Era una farfalla! Tutti restarono a bocca aperta, e non dissero niente, perché già sapevano cosa avrebbe fatto. Sarebbe volata in cima alla montagna per vedere da lassù, tutta la valle; e realizzare così il suo sogno. Il sogno per il quale era vissuto e s'era sforzato fino a morire; ed era rinato per realizzarlo.

PAROLA DI DIO: Gen 1,20-2,4a; Sal 8; Mc 7,1-13

 

VANGELO Mc 7, 1-13

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?".  Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini".  E aggiungeva: "Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte".  Parola del Signore

 

“SIETE VERAMENTE ABILI NELL’ELU­DERE IL COMANDAMENTO DI DIO, PER OSSERVARE LA VOSTRA TRADIZIONE”.

Un po’ di fariseismo c’è in ciascuno di noi, in fondo fa parte della nostra pi­grizia mentale. Ad esempio, quante per­sone, invece di farsi una opinione per­sonale sui fatti preferiscono bere quello che TV e giornali propinano, quanti vanno avanti a base di slogan e di frasi fatte. Anche nella religione è molto più semplice sentirsi a posto “perchè sono osservante”, “perchè pec­cati grossi non ne ho” piuttosto che cercare ogni giorno, con fatica, ciò che il Signore vuole da me, piuttosto che sporcarsi concretamente le mani per qualcuno, scontrarsi con la propria im­potenza nel cercare di fare il bene. Addirittura nella fede possiamo diven­tare ipocriti quando preferiamo accontentarci di “certezze” che vengono da altri pur di non dover tutti i giorni ricercare la fede attraverso i dubbi, le sofferenze. Ma alla resa dei conti, se abbiamo ancora salvato un po’ della dignità di uomini, potremo ingannare gli altri ma non Dio e neanche noi stessi.

 

 

MERCOLEDI’ 8 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo Emiliani, fondatore; Santa Giuseppina Bakita; San Giovanni di Matha, fondatore.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, O SIGNORE, UN CUORE CAPACE DI AMARE.

 

HANNO DETTO: Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente. La calma è una vigliaccheria dell'anima. (L. N. Tolstoj)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando una famiglia litiga troppo ad alta voce, i vicini di casa se la ridono. (detto Italiano)

UN ANEDDOTO: Nonna, ti manca tanto nonno?” “Che domanda sciocca tesoro, certo che mi manca.” “Cosa ti manca di più di lui?” “I baci, la sua risata, le litigate…” “Le litigate?” “Si, sopratutto le litigate.” “E perché?” “Perché vedi tesoro, quando ti manca una persona, ti mancano i suoi pregi e i suoi difetti. Tuo nonno mi manca, nel vero senso della parola. Mancare. Non si poteva utilizzare un termine più adatto.” “Spiegati meglio.” “Hai presente la sensazione che provi quando perdi un autobus? Quando arrivi troppo tardi ad un appuntamento? Quando devi buttare il tuo vestito preferito? Quando litighi con una persona speciale?” “Si.” “Ecco, unisci questi sentimenti.” “Tu provi questo?” “Ogni giorno.” “E come fai a sopravvivere, con questo vuoto dentro?” “E’ facile, basta pensare che lui sia qui con me.” “In che senso?” “Ad esempio, quando la casa è troppo silenziosa, mi immagino la risata di tuo nonno che rimbomba per le stanze. Mi siedo sul divano, osservo la poltrona dove si sedeva, e cerco di immaginarlo mentre guarda la televisione, o mentre ascolta la sua canzone preferita: ‘Volare’. Dovevi vederlo. Appena metteva su il disco, si alzava di scatto e si inginocchiava di fronte a me. ‘Vieni a volare con me?’ e i suoi occhi si illuminavano di gioia. Mi posava delicatamente la mano sui fianchi, avvicinava la sua bocca al mio orecchio e mi sussurrava: ‘sei la mia canzone preferita. Lo amavo, sempre. Anche quando mi urlava che voleva andare via da questa casa, anche quando mi faceva piangere. Il suo profumo di fumo mischiato al gelsomino; il suo carattere dolce e scorbutico; i suoi occhi marroncino che ti ricordavano l’autunno; non c’e’ una cosa che non mi manchi.” “Anche a me manca molto.” “Fai come me “ “Non ne sono capace.” “Ma tesoro, è così semplice! Basta chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare; chiudi gli occhi.” “Fatto.” “Ora pensa a qualche suo ricordo bello.” “Sì.” “Apri gli occhi.”  “Lo vedi?” “Lo vedo, ti sta tenendo la mano"!

PAROLA DI DIO: Gen 2,4b-9.15-17; Sal 103 (104); Mc 7,14-23

 

VANGELO Mc 7, 14-23

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: "Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo".  Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. E disse loro: "Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?". Dichiarava così mondi tutti gli alimenti.  Quindi soggiunse: "Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive:fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo". Parola del Signore

 

“DAL CUORE DEGLI UOMINI ESCONO LE INTENZIONI CATTIVE.., E CONTAMINANO L’UOMO”.

Spesso per giustificarci noi nascondiamo le nostre colpe tirando in ballo il destino, le situazioni, le colpe degli altri.., e non guardiamo a noi stessi. Il cuore dell’uomo è grande: può addirittura ospitare Dio. Il cuore dell’uomo può aprirsi alle cose più belle ma è anche un abisso di cattiveria, di male, di egoismo. E’ inutile andare a cercare il male altrove. Nel racconto di Caino e Abele c’è una bellissima frase che Dio dice a Caino che vale anche per noi: “Se non agisci bene il peccato è accovacciato alla tua porta. Verso di te è il suo istinto, ma tu puoi dominarlo”. Il cuore dell’uomo può amare o odiare, creare vita o distruggerla, trasformare lacrime in amore, o amore in sofferenza. Dipende da te. Che cosa vuoi tirare fuori, oggi, dal tuo cuore?

 

 

GIOVEDI’ 9 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:Apollonia, vergine e martire; San Rinaldo, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

NON MI ABBANDONARE, MIO SIGNORE, NON MI LASCIARE, RIMANI CON ME.

 

HANNO DETTO: Non puoi attraversare il mare semplicemente stando fermo e fissando le onde. (Rabindranath Tagore)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi fa del male a un mio amico fa del male anche a me. (prov. Italiano)

UN ANEDDOTO: Camminavo con due amici per le strade di New York. Tutt'a un tratto, nel bel mezzo di una normale chiacchierata, i due cominciarono a discutere e per poco non si misero a litigare. Più tardi - con gli animi ormai rasserenati - ci sedemmo in un bar. Uno di loro allora chiese scusa all'altro: "Mi sono accorto che è molto più facile ferire chi ti sta vicino", disse. "Se tu fossi stato un estraneo, io mi sarei controllato molto di più. Invece, proprio per il fatto che siamo amici, e che mi capisci meglio di chiunque altro, ho finito per essere molto più aggressivo. Questa è la natura umana". Forse è proprio così, ma noi combatteremo contro ciò. Non dobbiamo infatti permettere che l'amore diventi una scusa per fare tutto ciò di cui abbiamo voglia. È proprio con le persone vicine che dobbiamo essere più premurosi. (Paulo Coelho)

PAROLA DI DIO: Gen 2,18-25; Sal 127 (128); Mc 7,24-30

 

VANGELO Mc 7, 24-30

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo Gesù, partito da Genesaret, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.  Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi.  Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia.  Ed egli le disse: "Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". Ma essa replicò: "Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli".  Allora le disse: "Per questa tua parola và, il demonio è uscito da tua figlia". Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato. Parola del Signore

 

“ANCHE I CAGNOLINI SOTTO LA TAVOLA MANGIANO DELLE BRICIOLE DEI FIGLI”

Una donna straniera chiede a Gesù un miracolo per la propria figlioletta. Bastano poche briciole della misericordia divina per scacciare il male, per liberare l’uomo dalle catene, per vincere le seduzioni del maligno. Basta uno sguardo che viene dall’Alto per abbattere i muri di separazione, per cancellare i fallimenti di una vita, per ridare dignità alle scarne membra dell’umano mendicare. Anch’io mi sento straniero, lontano dal tuo amore, solo nel mio egoismo. Non ti chiedo il pane della fragranza ma le briciole della misericordia, lo sguardo del perdono, il tocco della tua comprensione. Nella mia fragilità vago senza meta, ai margini della strada. Sono stanco di bere l’acqua sporca delle pozzanghere e di rubare le ghiande ai porci. Come la donna ti chiedo: liberami Signore e conducimi alle fresche acque della tua dimora, al pozzo che nella casa del Padre disseta l’arsura dell’umana disperazione. Donami le briciole che cadono dal tuo Santo Altare e come la donna potrò ascoltare la dolcezza della tua voce: “Va, torna alla casa di tuo Padre, la tua fede ti ha salvato”.

 

 

VENERDI’ 10 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Scolastica, vergine; San Guglielmo di Malavalle.

Una scheggia di preghiera:

 

APRI SIGNORE LA NOSTRA MENTE E IL NOSTRO CUORE, PERCHE' POSSANO RICEVERE E DONARE.

 

HANNO DETTO: Molti ancora oggi pensano che si possa vivere senza credere in niente. Anche essi poi in qualcosa credono. Credono di poter vivere senza credere. (Barbellini Gaspare)

SAGGEZZA POPOLARE: La fame rende squisita anche una ciotola di farina bollita. (prov. Italiano)

UN ANEDDOTO: Man mano che gli anni passano diventano sempre più mie le parole di Oscar Romero che diceva: “La mia voce scomparirà, ma la mia parola che è Cristo resterà nei cuori di quanti lo avranno voluto accogliere. Fratelli, custodite questo tesoro. Non è la mia povera parola a seminare speranza e fede; è che io non sono altro che l'umile risuonare di Dio in questo popolo.”

PAROLA DI DIO: Gen 3,1-8; Sal 31 (32); Mc 7,31-37

 

VANGELO Mc 7, 31-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: "Effatà" cioè: "Apriti!". E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!". Parola del Signore

 

“GESÙ, RIVOLTOSI AL SORDOMUTO, DISSE: “EFFETÀ” CIOÈ “APRITI!”.

Gesù, ripetilo questo “Apriti!”. Dillo alle nostre orecchie stordite dal rumore dei nostri giorni perché si aprano all’ascolto della tua parola di salvezza. Dillo alla nostra lingua, non perché parli di più (ne diciamo già tante di parole vane), ma perché sappia dire le parole del conforto, della speranza, della testimonianza. Dillo alle nostre mani che spesso sono rattrappite a forza di tenere, di pos­sedere, di voler arraffare tutto perché si aprano alla solidarietà, alla condivisione. Dillo alla nostra intelligenza che si chiude in luoghi comuni di pensiero, che spesso si vende all’ammasso delle idee correnti, perché faccia ancora e sempre la fatica della ricerca e possa I incontrarti e incontrare le vere necessità del mondo. Dillo al nostro cuore sclerotizzato, incapace di amare perché palpiti davan­ti ai tuoi misteri, senta le sofferenze dei fratelli, sia sensibile ai senti­menti veri e profondi, impari dal tuo cuore ad amare.

 

 

SABATO 11 FEBBRAIO: BEATA VERGINE MARIA DI LOURDES

Tra i santi ricordati oggi: Ricorrenza della Madonna di Lourdes; Santa Eloisa; San Dativo, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SEI IL PANE DELLA VITA.

 

HANNO DETTO: La corona di spine di Cristo è stata più utile al mondo che non tutte le corone dei re. (Jacob Grimm)

SAGGEZZA POPOLARE: Dentro al bicchiere le conversazioni galleggiano lievi.

UN ANEDDOTO: Un grande re chiese ad un saggio sufi di indicargli il modo migliore per manifestare la propria regalità. "Con le buone azioni", rispose il saggio. Tuttavia il re rispose che le buone azioni hanno un grande valore, ma un ben scarso riconoscimento. "In effetti - rispose il saggio - ha più valore l'apparenza". Sentendo questa affermazione, i cortigiani protestarono, invitando il re a non seguire i consigli di quell'uomo, che tuttavia replicò: "Maestà, in questo basso mondo la persona più preziosa non vale niente, e la persona che non vale niente è la più preziosa". "Dimostramelo - disse il re - altrimenti ti farò tagliare la testa". Il saggio sufi lo invitò allora ad uscire in incognito dalla reggia. Si recarono al mercato e il sufi suggerì al re di chiedere al mercante di frutta un chilo di ciliege in regalo, con la scusa che servivano per alleviare le sofferenze di un ammalato, anzi per salvargli la vita. Inutilmente il re insistette: il mercante lo cacciò con male parole, e alla fine così si rivolse agli altri mercanti ridendo: "Ne ho sentite di tutte, per portarmi via un po' di merce, ma uno che chieda un chilo di ciliege per salvare un ammalato, mai. Questi straccioni non sanno più che cosa inventare. Vattene via, vecchio, se non vuoi che ti bastoni". Il re stava per farsi riconoscere, quando il sufi lo trascinò via. Poco dopo giunsero alla riva del fiume, che in quei giorni scorreva impetuoso, ricco delle acque del disgelo. Ad un tratto il sufi diede uno spintone al re, che cadde in acqua e si dibatté fra le onde. Tutti accorsero per guardare lo spettacolo, ma nessuno aveva voglia di buttarsi in acqua per salvare lo sventurato, che oramai si sentiva soccombere quando un mendicante, proprio il più straccione della città, si buttò in acqua e trasse in salvo il re. Allora il sufi si avvicinò al monarca e disse: "Hai visto? Quando tu, la persona più preziosa del regno, hai chiesto un chilo di ciliege per salvare la vita di un ammalato, non hai ottenuto niente; e quando questo mendicante, la persona che vale meno di tutti, ti ha salvato, è stato per te più importante della tua stessa persona. Non sono le apparenze che contano, ma la sostanza. E la sostanza della qualità è solo la buona azione che rimane ignota"

PAROLA DI DIO: Gen 3,9-24; Sal 89 (90); Mc 8,1-10

 

VANGELO Mc 8, 1-10

Dal vangelo secondo Marco.

In quei giorni, essendoci di nuovo molta folla che non aveva da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: "Sento compassione di questa folla, perché gia da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano". Gli risposero i discepoli: "E come si potrebbe sfamarli di pane qui, in un deserto?". E domandò loro: "Quanti pani avete?". Gli dissero: "Sette". Gesù ordinò alla folla di sedersi per terra. Presi allora quei sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; dopo aver pronunziata la benedizione su di essi, disse di distribuire anche quelli. Così essi mangiarono e si saziarono; e portarono via sette sporte di pezzi avanzati. Erano circa quattromila. E li congedò. Salì poi sulla barca con i suoi discepoli e andò dalle parti di Dalmanùta. Parola del Signore

 

"SENTO COMPASSIONE DI QUESTA FOLLA, PERCHÉ GIA DA TRE GIORNI MI STANNO DIETRO E NON HANNO DA MANGIARE.”

Da sempre si è ritenuto questo episodio come il momento più alto della popolarità di Gesù. Egli viene ora riconosciuto come Messia, ma in maniera tutt'altro che chiara. Intravediamo un'ambiguità di fondo in questa massiccia adesione da parte della folla. Non succede forse anche a noi di cercare Dio per ciò che dà piuttosto che per ciò che è veramente? Non ci è forse mai capitato di chiedere a Dio di fare qualcosa per le sofferenze del mondo e, al suo invito a darci da fare, di replicargli accampando il nostro preteso sano realismo? Eppure Dio vuole avere bisogno di noi, preferisce aver bisogno del nostro nulla per fare qualcosa.

 

 

DOMENICA 12 FEBBRAIO: 6^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO A

Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto di Aniane, monaco; Santa Eulalia, vergine e martire.

Una scheggia di preghiera:

 

CON IL TUO SPIRITO, GUIDACI SIGNORE ALLA VERITA'.

 

HANNO DETTO: Non farmi mai cadere nell'errore volgare d'immaginarmi di essere perseguitato quando sono contraddetto. (Emerson)

SAGGEZZA POPOLARE: Con i coltelli troppo affilati ci si taglia le dita, con troppo denaro si vive nell'infelicità. (saggezza Italiana).

UN ANEDDOTO: Un giorno il saggio diede al discepolo un sacco vuoto e un cesto di patate. "Pensa a tutte le persone che hanno fatto o detto qualcosa contro di te recentemente, specialmente quelle che non riesci a perdonare. Per ciascuna, scrivi il nome su una patata e mettila nel sacco". Il discepolo pensò ad alcune persone e rapidamente il suo sacco si riempì di patate. "Porta con te il sacco, dovunque vai, per una settimana" disse il saggio. "Poi ne parleremo". Inizialmente il discepolo non pensò alla cosa. Portare il sacco non era particolarmente gravoso. Ma dopo un po', divenne sempre più un gravoso fardello. Sembrava che fosse sempre più faticoso portarlo, anche se il suo peso rimaneva invariato. Dopo qualche giorno, il sacco cominciò a puzzare. Le patate marce emettevano un odore acre. Non era solo faticoso portarlo, era anche sgradevole. Finalmente la settimana terminò. Il saggio domandò al discepolo: "Nessuna riflessione sulla cosa?". "Sì Maestro" rispose il discepolo. "Quando siamo incapaci di perdonare gli altri, portiamo sempre con noi emozioni negative, proprio come queste patate. Questa negatività diventa un fardello per noi, e dopo un po', peggiora." "Sì, questo è esattamente quello che accade quando si coltiva il rancore. Allora, come possiamo alleviare questo fardello?". "Dobbiamo sforzarci di perdonare". "Perdonare qualcuno equivale a togliere una patata dal sacco. Quante persone per cui provavi rancore sei capace di perdonare?" "Ci ho pensato molto, Maestro" disse il discepolo. "Mi è costata molta fatica, ma ho deciso di perdonarli tutti". (favola Zen)

PAROLA DI DIO: Sir 15,15-20; Sal 118 (119); 1Cor 2,6-10; Mt 5,17-37

 

VANGELO Mt 5, 17-37

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo! Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gia commesso adulterio con lei nel suo cuore. Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno". Parola del Signore

 

“SIA IL VOSTRO PARLARE SÌ., SÌ; NO, NO”

Quando da bambini andavamo a confessarci uno dei peccati che più facilmente riconoscevamo era “dire le bugie E le bugie le dicevamo soprattutto per due motivi: per nascondere qualche malefatta e quindi evitare una punizione o per farci più belli, più grandi, più bravi di quanto eravamo. Se siamo corretti nel nostro esame di coscienza da adulti dovremmo ancora confessarci per aver attentato tante volte alla verità in modi magari ben più gravi: per averla nascosta agli altri o a noi stessi; per aver insinuato cose che a base di “forse”, “ma”, “mi pare” hanno portato altri su giudi­zi non veri; per non averla cercata la verità perchè poi ci sarebbe costata troppo; per aver mascherato dietro parole di vana cultura la nostra povertà e vuotezza interiore. Con il Signore i “ni” e i “so” non funzionano e, a pensarci bene, se proprio non siamo incalliti, non funzionano neanche con noi stessi.

 

 

LUNEDI’ 13 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benigno da Todi, martire; Sante Fosca e Maura, martiri.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI O SIGNORE LA FEDE E L'UMILTA' DI CUORE.

 

HANNO DETTO: Nessuno può fare di te uno schiavo, se tu non pensi da schiavo. (M.L. King)

SAGGEZZA POPOLARE: Il ricco trova parenti anche fra gli sconosciuti; il povero trova sconosciuti anche fra i parenti. (prov. Italiano)

UN ANEDDOTO: Uno psicologo insegnò ai suoi studenti come gestire lo stress. Prese un bicchiere d’acqua e si avviò per la stanza, in silenzio. Tutti si aspettavano una domanda tipo: “è mezzo pieno o mezzo vuoto?” Ad un certo punto si fermò, alzò il bicchiere e chiese ai suoi studenti: “Quanto è pesante questo bicchiere d’acqua?” Meravigliati, gli studenti hanno dato risposte tra 250 e 500 ml. Lo psicologo risponde: il peso assoluto non importa, importa quanto tempo lo tieni alzato! Un minuto, nessun problema. Un’ora, un braccio dolorante. Un giorno, paralizza il braccio. In ognuno di questi tre casi il peso del bicchiere non cambia. Cambia solo il tempo. Più il tempo passa, più diventa pesante. Lo stress e le preoccupazioni della vita sono come il bicchiere d’acqua. Se si pensa di meno a loro, non succede quasi nulla. Se si pensa di più, il cuore inizia a far male. Se stai pensando a loro per tutto il tempo, paralizzano la tua mente. Quando arrivi a casa la sera, lascia fuori le tue preoccupazioni. Non portarle con te durante la notte. Metti giù il bicchiere."

PAROLA DI DIO: Gen 4,1-15.25; Sal 49 (50); Mc 8,11-13

 

VANGELO Mc 8, 11-13

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, vennero i farisei e incominciarono a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: "Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione". E lasciatili, risalì sulla barca e si avviò all'altra sponda. Parola del Signore

 

“PERCHÈ QUESTA GENERAZIONE CHIEDE UN SEGNO?”

La fede non ha bisogno di prove: essa stessa è segno, e, se i farisei chiedono a Gesù un segno dal cielo è perché non hanno capito, non credono. E’ la fede che fa vedere; diversamente neppure la guarigione dei malati, la risurrezione dei morti, la moltiplicazione dei pani sono per loro segni, tanto meno fatti reali. Accecati da una sicurezza personale, non possono vedere: vogliono un segno, ma non sono, disposti ad accettarlo perché fuori dai loro schemi. Con l’invocazione di oggi “Donaci, Signore, la fede e l’umiltà di cuore” vogliamo proprio chiedere la semplicità perché solo i poveri in spirito e i puri di cuore sanno vedere i segni di cui ogni giorno il Signore ci colma: la vita, la terra, i fratelli da amare e soprattutto Lui, Gesù, che nel pane e nel vino si offre a noi quale segno sicuro dell’amore del Padre.

 

 

MARTEDI’ 14 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Cirillo e Metodio, patroni d’Europa; San Valentino, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI, SIGNORE, IL CAMMINO DEI MISSIONARI E DEI TESTIMONI.

 

HANNO DETTO: Non c'è solo l'inquinamento dovuto alle grandi industrie; c'è soprattutto l'inquinamento spicciolo della maleducazione e dell'inciviltà individuale. (Bruno Ferrero)

SAGGEZZA POPOLARE: I soldi non possono comperare ciò che non è in vendita. (detto Italiano)

UN ANEDDOTO: Ma Gesù è morto o vivo?", chiese la piccola Lucia alla nonna. A dire il vero, era un po' che le frullava in testa questa domanda, il parroco era arrivato alla scuola materna e aveva spiegato a lungo che Gesù era stato crocifisso e sepolto. La nonna capì molto bene la domanda della sua nipotina, andò ad aprire il vangelo, le lesse alcuni fatti: le donne erano andate al sepolcro il mattino dopo il sabato e avevano trovato il sepolcro vuoto! E proprio lì stava un angelo ad annunciare che Gesù era vivo! E' risorto, è glorificato dal Padre che non l'ha lasciato nella tomba! E Lucia era piena di gioia. Qualche giorno dopo, la nonna si recò con Lucia alla messa domenicale. C'era in mezzo all'altare un prete e tra i banchi poca gente, un po' triste e un po' annoiata. Anche le canzoni che una donna dal primo banco intonava erano basse, lente, cantate da pochi e senza convinzione. Allora Lucia, dopo essersi guardata ben bene in giro, disse alla nonna: "Ma loro lo sanno che Gesù è risorto?".

PAROLA DI DIO: At 13,46-49; Sal 116 (117); Lc 10,1-9

 

VANGELO  Lc 10,1-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Parola del Signore

 

“ANDATE: ECCO IO VI MANDO COME AGNELLI IN MEZZO AI LUPI”.

Come Luca, anche noi sentiamo oggi questo imperativo di Gesù: “Andate!”. E’ un comando che noi spesso cerchiamo di cambiare in “state”: troviamoci in Chiesa per la messa, troviamoci in parrocchia per parlare, leggiamo comodamente in poltrona di discussioni di Chiesa. Andate, ci dice Gesù e non ci nasconde neppure le difficoltà: non è semplice vivere da agnelli in mezzo ai lupi. La vera missione, prima ancora del decidersi a partire, comincia dal cuore. Non si è missionari se non si sente battere il proprio cuore per Gesù e per i fratelli. Solo se amo davvero Gesù, se gli sono riconoscente, se sento che Lui davvero è liberazione e salvezza, ho desiderio di comunicarlo agli altri, perché gli altri (i miei fratelli) facciano la mia stessa esperienza gioiosa e liberante. Se non c’è questo spirito, si fa solo dell’inutile colonialismo religioso, del proselitismo ad una religione e non un annuncio di fede. Qualcuno, poi, considera la missione come esercizio di lingua. Incappi in certi sedicenti cristiani che pensano di convertire con le parole e parlano (il più delle volte direttamente o indirettamente di se stessi) facendo sfoggio di una presunta (e quante volte è proprio solo presunta) sapienza filosofica e teologica. Sono invece veri missionari le persone umili che senza fare cose grandiose, hanno però seminato per tutta una vita testimonianze concrete di carità, di pazienza, di perdono, di servizio quotidiano. Davvero quanti missionari sono stati tali senza uscire da quello che molti considerano ‘il banale quotidiano’ e che essi invece hanno considerato come il dono del tempo nel quale godere dell’amore di Dio, esserne ricolmi e trasmetterlo con semplicità.

 

 

MERCOLEDI’ 15 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Sigfrido, vescovo; Sant’Euseo di Serravalle Sesia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ACCOMPAGNACI NEL CAMMINO DELLA FEDE.

 

HANNO DETTO: Soltanto la potenza che abbraccia può essere guida. (Martin Buber)

SAGGEZZA POPOLARE: Se hai un figlio virtuoso non hai bisogno di avere troppi soldi, perché il figlio ti basta; se tuo figlio è un mascalzone, perché preoccuparsi di dargli dei soldi?

UN ANEDDOTO: Esistono persone che lavano, stirano, cucinano per altre persone per dieci, venti, trent'anni. Fanno loro compagnia, le curano, le amano giorno e notte. Eppure non si sono mai sentite dire "grazie". Dire "grazie" non è una questione di galateo. Significa dire ad una persona: "Mi sono accorto che tu esisti". Purtroppo il mondo è pieno di persone invisibili. Basterebbe un grazie.

PAROLA DI DIO: Gen 8,6-13.20-22; Sal 115 (116); Mc 8,22-26

 

VANGELO Mc 8, 22-26

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo. Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: "Vedi qualcosa?". Quegli, alzando gli occhi, disse: "Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano". Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. E lo rimandò a casa dicendo: "Non entrare nemmeno nel villaggio". Parola del Signore

 

L CIECO (CUI GESÙ AVEVA IMPOSTO LE MANI) DISSE: “VEDO GLI UOMINI; INFATTI VEDO COME DEGLI ALBERI CHE CAMMINANO”

Ci sono delle conversioni che sono immediate (poche) e ci sono dei cammini di conversione lenti e graduali. La guarigione di questo cieco, potremmo dire “a puntate”, penso ci indichi proprio questo cammino graduale di conversione a cui, con l’imposizione delle mani da parte di Gesù, siamo chiamati. Nessuno di noi può dire di essere completamente convertito, nessuno di noi ha in tasca la verità completa, vediamo qualcosa, intuiamo qualcosa ma spesso confondiamo, facciamo paragoni (S. Paolo dirà che ora vediamo come nella nebbia). i nostri occhi non sono ancora abituati alla luce. La fede è un dono ma è anche una lenta conquista fatta di tanta fatica, che comprende anche errori e dubbi; occorre la perseveranza, occorre imparare, approfondire la parola, cercare le testimonianze, confrontarsi con gli altri, ma soprattutto occorre fidarsi di Colui che ci ha scelti, ci ha uniti a sè nel Battesimo. Occorre, forse ancora prima di guardare alla verità, mettere i nostri occhi sul volto di Colui che ci ha dato la vista.

 

 

GIOVEDI’ 16 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Onesto; Santa Lucilia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, O SIGNORE GESU', A PORTARE LE CROCI CON TE.

 

HANNO DETTO: I sentieri battuti sono certamente i più comodi, ma non aspettare di trovarvi molta selvaggina. (A Gide)

SAGGEZZA POPOLARE: Tra l'incudine e il martello, man non mette chi ha cervello.

UN ANEDDOTO: La piccola coperta bianca, che lo aveva scaldato nella culla, non lo aveva lasciato. Era minuscola, un po' lisa, e lo accompagnava dovunque. Se proprio era costretto a starle lontano, il bambino pretendeva che il piccolo rettangolo di stoffa bianca fosse in un luogo visibile. Piegata od arrotolata nello zainetto colorato, lo seguiva a scuola. La piccola coperta bianca era come la sua ombra. Quando, dopo mille insistenze, la mamma riusciva a convincerlo a mettere la coperta in lavatrice, il bambino si sedeva inquieto davanti all'oblò dello sportello ed aspettava, senza perderla d'occhio un istante. La sorellina, di poco più grande, lo canzonava per questa mania, ma al bambino non importava. La coperta era il suo talismano segreto, il suo scudo, la sua protezione. Un giorno, il papà annunciò che, per motivi di lavoro, doveva affrontare un lungo viaggio in aereo. Per il bambino, era una novità! La vigilia della partenza, trascinando la sua coperta, seguì preoccupato tutti gli spostamenti del papà, fissandolo con apprensione durante la preparazione della valigia. «Papà, non cadono mai gli aerei?». «Quasi mai...». «Quello che prendi tu è un aereo bello grosso, vero?». «Certo. Il più grosso di tutti!». «E sta su anche se c'è la bufera?». «Di sicuro!». «Tu però stai attento. C'è il paracadute?». «Ma sì, bimbo mio!». Il padre partì, e l'aereo arrivò in orario. L'uomo si sistemò in albergo,ma quando aprì i bagagli, rimase di stucco. In cima a tutto, nella valigia, c'era la piccola coperta bianca del suo bambino. Allarmato, telefonò immediatamente alla moglie! «È capitata una cosa terribile: non so come sia potuto succedere, ma la coperta del bambino è qui, nella mia valigia! Come facciamo?». «Stai tranquillo! Poco fa il bambino mi ha detto: “Non preoccuparti, mamma! Ho dato a papà la mia coperta: non gli succederà niente!”».

PAROLA DI DIO: Gen 9,1-13; Sal 101 (102); Mc 8,27-33

 

VANGELO Mc 8, 27-33

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: "Chi dice la gente che io sia?". Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti". Ma egli replicò: "E voi chi dite che io sia?". Pietro gli rispose: "Tu sei il Cristo". E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: "Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini". Parola del Signore

 

“E COMINCIÒ A INSEGNAR LORO CHE IL FIGLIO DELL'UOMO DOVEVA MOLTO SOFFRIRE, ED ESSERE RIPROVATO DAGLI ANZIANI, DAI SOMMI SACERDOTI E DAGLI SCRIBI, POI VENIRE UCCISO E, DOPO TRE GIORNI, RISUSCITARE.”

La risposta di Pietro era proprio quella che Gesù voleva sentire, ma era necessario che gli apostoli comprendessero chiaramente il significato di quell'enigmatica parola: Messia. Nessuna delle diverse concezioni diffuse tra gli ebrei corrispondeva alla vera messianicità di Cristo. Per questo motivo era assai necessaria la spiegazione di Cristo: essere Messia significa passare per la croce e risuscitare. Nella nostra vita cristiana siamo minacciati da pericoli della stessa sorta. Ci sono qua e là molte false concezioni del cristianesimo, ed è facile lungo la via lasciarsi distrarre dalle insegne luminose. La chiave dell'autenticità del cristianesimo è la presenza della croce. Che è più del simbolo che portiamo appeso alla catenina. Non si tratta di camminare tutto il giorno col volto cupo, o cercando a tutti i costi di vivere austeramente. Ma non possiamo dimenticare che vivere coerentemente la nostra fede esige che andiamo contro le nostre tendenze spontanee. Perdonare il nemico, parlar bene di chi ci diffama, servire chi ci è antipatico, pregare quando siamo stanchi e tante altre situazioni che ci si presentano quotidianamente, richiedono che impariamo a vincere noi stessi, per vivere come uomini nuovi. Portare la croce con Cristo è sempre più facile che portarla soli. Non cessiamo di chiedergli aiuto per essere cristiani più autentici, seguendo le orme del nostro Maestro.

 

 

VENERDI’ 17 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi sette fondatori dell’ordine dei Servi di Maria; San Fuldrado.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' VOGLIO SEGUIRTI. AIUTAMI A VINCERE LA PAURA DI FARLO.

 

HANNO DETTO: Il cristiano non conosce una strada che aggiri il dolore, ma piuttosto una strada che con l'aiuto di Dio lo attraversi. (E. Bianchi)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi disfa il bosco e il prato, fa il suo danno senza saperlo (prov. Veneto)

UN ANEDDOTO: A tutti voi desidero raccontare una storia. La storia di un bambino al quale dissero un giorno, per farne un uomo: "Da questo momento sappi che il vento non porta più i tuoi pensieri, le stelle non ascoltano più i tuoi desideri, le bacchette magiche e le lampade stregate sono truffe da mercatino e i colori sono solo riflessi della luce. Cammina sulla tua strada senza cantare, che il fiato ti occorrerà per scalare le montagne; non ascoltare il tuo cuore, perché distratto e affaticato può perdere la via; quando guardi l'alba non sperare che il sole sorga per te perché è solo un astro che obbedisce alle leggi della natura". Quel bambino ascoltò fino in fondo, poi, come Peter Pan fece un balzo e volò via. Nessuno sa più dove trovarlo, ma a me è parso di riconoscerlo negli occhi di tanti Adulti quando, per un attimo, si concedono il volo e vanno a rincontrare il loro piccolo segreto.

PAROLA DI DIO: Gen 11, 1-9; Sal 32 (33); Mc 8,34-9,1

 

VANGELO   Mc 8, 34-9,1

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza». Parola del Signore

 

“SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME, RINNEGHI SE STESSO, PRENDA LA SUA CROCE E MI SEGUA”.

A proposito di croce ecco che cosa ci dice Papa Francesco: “Cari amici, noi tutti possiamo vincere il male che c’è in noi e nel mondo: con Cristo, con il Bene! Ci sentiamo deboli, inadeguati, incapaci? Ma Dio non cerca mezzi potenti: è con la croce che ha vinto il male! Non dobbiamo credere al Maligno che ci dice: non puoi fare nulla contro la violenza, la corruzione, l’ingiustizia, contro i tuoi peccati! Non dobbiamo mai abituarci al male! Con Cristo possiamo trasformare noi stessi e il mondo. Dobbiamo portare la vittoria della Croce di Cristo a tutti e dappertutto; portare questo amore grande di Dio. E questo chiede a tutti noi di non avere paura di uscire da noi stessi, di andare verso gli altri. Impariamo a guardare in alto verso Dio, ma anche in basso verso gli altri, verso gli ultimi! E non dobbiamo avere paura del sacrificio. Pensate a una mamma o a un papà: quanti sacrifici! Ma perché lo fanno? Per amore! E come li affrontano? Con gioia perché sono per le persone a cui vogliono bene". Tutto chiaro, no?

 

 

SABATO 18 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Claudio, martire; Santa Costanza di Vercelli.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', CON TE NELLA PROVA, CON TE NELLA GIOIA.

 

HANNO DETTO: Insegna a ciascuno a comprendere la propria vita interiore, a prenderla seriamente prestandole attenzione. (H. Hesse)

SAGGEZZA POPOLARE: Con cento pensieri non si pagano i debiti. (prov. Veneto)

UN ANEDDOTO: Due fidanzati non si stancavano di ammirare le pietre preziose, che erano esposte in una gioielleria. Diamanti, zaffiri, smeraldi, li incantavano... Ne cercavano una che fosse il segno del loro amore. Il loro sguardo cadde su una pietra modesta, scura e senza splendore. Il gioielliere lesse la domanda nei loro occhi. E spiegò: «Questo è un opale: è fatto di silice, polvere e sabbia del deserto, e deve la sua bellezza ad un difetto, invece che alla sua perfezione. L'opale è una pietra con il cuore spezzato, poiché è pieno di minuscole fessure, che permettono all'aria di penetrare all'interno. L'aria, poi, rifrange la luce, e il risultato è che l'opale possiede delle sfumature così incantevoli, da essere chiamato “lampada di fuoco”, perché ha dentro il “soffio” del Signore!». Prese la pietra, e la strinse forte nel cavo della sua mano. Continuò: «Un opale perde la sua lucentezza, se viene messo in un posto freddo e buio, ma torna ad essere luminoso, quando è scaldato dal tepore di una mano, o è illuminato dalla luce!». L'uomo aprì la mano. La pietra era un palpito di luce tenera, morbida, carezzevole... Quella fu la pietra acquistata!

PAROLA DI DIO: Eb 11,1-7; Sal 144 (145); Mc 9,2-13

 

VANGELO   Mc 9, 2-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.  Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elìa e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elìa è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui». Parola del Signore

 

“MENTRE SCENDEVANO DAL MONTE ORDINÒ LORO DI NON RACCONTARE A NESSUNO CIÒ CHE AVEVANO VISTO SE NON DOPO CHE IL FIGLIO DELL’UOMO FOSSE RISUSCITATO DAI MORTI.

C’è sempre un monte, un Tabor, nella vita di ognuno, un momento di estasi, di gioia, a volte profonda, inaspettata... Anche nella fede ci sono momenti profondi in cui ti sembra di capire tutto di Dio, di viverlo così intensamente che lo senti, lo tocchi, ne resti inebetito e con Pietro dici: “Facciamo tre tende...” Povero Pietro: è talmente preso che ama veramente, non pensa neanche a se stesso, pensa solo a questi tre personaggi che sanno di Bibbia, di storia passata, di promesse, di futuro. Ma bisogna scendere dal monte e alla nostalgia del momento meraviglioso trascorso si unisce un altro presentimento che il. prossimo monte sia diverso, difficile. Non più tre tende ma tre croci, non personaggi della Bibbia ma della cronaca; eppure anche su questo secondo monte si resterà inebetiti davanti all’Amore crocefisso che difficile da comprendere, annuncerà però un’altra Ascensione, quella definitiva al cielo.

 

 

DOMENICA 19 FEBBRAIO: 7^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO A

Tra i santi ricordati oggi: San Corrado Gonfalonieri; San Mansueto, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

DONA IL TUO SPIRITO, SIGNORE, A TUTTI COLORO CHE SUBISCONO INGIUSTIZIA.

 

HANNO DETTO: Tutti vogliono vivere sulla cima della montagna e non sanno che la vera felicità consiste nel modo di affrontare la salita. (G. G. Marquez)

SAGGEZZA POPOLARE: E' meglio un magro accordo che una grassa sentenza. (prov. veneto)

UN ANEDDOTO: L'aquila, regina degli uccelli, sentiva da tempo magnificare le grandi qualità dell'usignolo. Da brava sovrana, volle rendersi conto se quanto si diceva era vero e, per sincerarsene, mandò a controllare due dei suoi funzionari: il pavone e l'allodola. Avrebbero dovuto valutare la bellezza e il canto dell'usignolo. I due adempirono la loro missione e tornarono dall'aquila. Il pavone riferì per primo: "L'usignolo ha una livrea così modesta da rasentare il ridicolo: questo fatto mi ha talmente infastidito, che non ho prestato la minima attenzione al suo canto". L'allodola disse: "La voce dell'usignolo mi ha letteralmente incantato, tanto che mi sono completamente scordato di badare al suo vestito".

PAROLA DI DIO: Lv 19,1-2.17-18; Sal 102 (103); 1Cor3,16-23; Mt 5,38-48

 

VANGELO Mt 5, 38-48

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente"; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Dá  a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste". Parola del Signore

 

SE UNO TI PERCUOTE LA GUANCIA DESTRA, TU PORGIGLI ANCHE L'ALTRA.

Un commento difficile ma di un testimone ad una Parola Dio difficile: Sostiene D. Bonhoeffer, grande testimone cristiano, impiccato dai nazisti nel campo di concentramento di Flossembúrg: «Si può vincere l'altro, solo lasciando che la sua malvagità si sfinisca in sé, non trovando ciò che cerca, cioè l'opposizione e con questa dell'altro male, al quale infiammarsi sempre più. Il male diventa impotente se non trova alcun oggetto, alcuna opposizione, ma viene subìto e sofferto pazientemente. Qui il male si incontra con un avversario più forte di lui; certo, però, solo lì dove è annullato anche l'ultimo resto di opposizione, dove la rinuncia a rendere male per male è totale. Il male qui non può raggiungere il suo scopo di generare altro male; resta solo». 

 

 

LUNEDI’ 20 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Eleuterio di Tornai; San Nemesio.

Una scheggia di preghiera:

 

“CREDO, AIUTAMI NELLA MIA INCREDULITÀ”

 

HANNO DETTO: Dove c'è il dolore, là il luogo è sacro. (Oscar Wilde)

SAGGEZZA POPOLARE: Consuma il berretto chi lo toglie davanti a tutti. (prov. Veneto)

UN ANEDDOTO: Aspetta di rivederla in chiesa dal giorno della sua scomparsa. Un pastore tedesco da due mesi si reca nella parrocchia della sua amata padrona Maria che non c'è più e la comunità di San Donaci (BR) Puglia..e il suo parroco commossi da questa toccante storia di fedeltà lo lasciano fare. Ciccio, il nome del cane 12 anni, era legatissimo alla sua padrona che seguiva ovunque e l'ultima volta che gli ha passeggiato accanto l'ha accompagnata in chiesa e così ogni giorno torna lì e la cerca tra la folla anche durante le funzioni religiose! Un amore unico.

PAROLA DI DIO: Sir 1,1-10ab; Sal 92 (93); Mc 9,14-29

 

VANGELO Mc 9, 14-29

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù sceso dal monte e giunto presso i discepoli, li vide circondati da molta folla e da scribi che discutevano con loro. Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogo: "Di che cosa discutete con loro?". Gli rispose uno della folla: "Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto. Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti". Egli allora in risposta, disse loro: "O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me". E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando. Gesù interrogò il padre: "Da quanto tempo gli accade questo?". Ed egli rispose: "Dall'infanzia; anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci". Gesù gli disse: "Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede". Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: "Credo, aiutami nella mia incredulità". Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: "Spirito muto e sordo, io te l'ordino, esci da lui e non vi rientrare più". E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: "E' morto" Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi. Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: "Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?". Ed egli disse loro: "Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera". Parola del Signore

 

“CREDO, AIUTAMI NELLA MIA INCREDULITÀ”

Sembra una contraddizione la preghiera di questo padre che da una parte, quasi per non perdere l’occasione tanto agognata dice a Gesù di credere ma subito, rendendosi conto della sua situazione, chiede a Gesù di aiutarlo a superare la sua umana incredulità. Penso che molti di noi si ritrovino perfettamente in questa contraddizione. La fede c’è (anche perchè è dono) ma c'è anche tanta incredulità. Ogni mattino dico che credo in te, e non è solo per abitudine, è vero, ma ogni sera all’esame di coscienza devo gridare: “Perdono!”

 

 

MARTEDI’ 21 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pier Damiani, Vescovo e dottore della Chiesa; Santa Eleonora, regina

Una scheggia di preghiera:

 

TUO E' IL REGNO, TUA LA POTENZA E LA GLORIA NEI SECOLI.

 

HANNO DETTO: Bisogna che i rumori diventino musica. (Robert Bresson)

SAGGEZZA POPOLARE: Ciascun dal proprio cuor l’altrui misura. (prov. Italiano)

UN ANEDDOTO: La prima volta era stato felicissimo nel vedere tutti quei ragazzi corrergli incontro, ansiosi di raggiungerlo. Ma poi, appena lo avevano avuto a tiro, giù calcioni a non finire: di punta, di collo, di tacco. Ogni volta che veniva gettato nel grande rettangolo verde dello stadio, contro il povero pallone si scatenava una corrida furibonda. Ventidue ragazzi gli davano la caccia, scaraventandolo a pedate di qua e di là. Invano il poveretto cercava di scappare dal campo: lo agguantavano subito e lo rigettavano dentro con le rimesse laterali, ansiosi di riprenderlo a pedate. Una domenica, volando nell'aria di rigore, si accorse che un terzino lo guardava ansioso e preoccupato. Il pallone si commosse e sperò d'aver incontrato un'anima sensibile. Infatti, invece di sferrargli il solito calcio in faccia, quel terzino colpì un gesto inaspettato: anche se, forse per timidezza, cercò di farlo di nascosto. Con la mano, svelto svelto, gli fece una carezza. Il pallone provò un brivido di gioia. Ma la sua felicità durò appena un attimo. L'arbitro, indignato, fischiò il rigore. Era assolutamente proibito fargli carezze, dovevano prenderlo solo a calci!

PAROLA DI DIO: Sir 2,1-11; Sal 36 (37); Mc 9,30-37

 

VANGELO Mc 9, 30-37

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù e i discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: "Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà". Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni. Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: "Di che cosa stavate discutendo lungo la via?". Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: "Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti". E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: "Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato". Parola del Signore

 

"DI CHE COSA STAVATE DISCUTENDO LUNGO LA VIA?"

Ho ritrovato questa “datata riflessione” ma ve la ripropongo perchè mi sembra ancor valida sia per me che per voi: Una sera di alcuni anni fa ritornavo a casa, passata ormai la mezzanotte, da una riunione zonale di sacerdoti. Ero anche un po’ appesantito non solo dalla stanchezza ma anche dal fatto non riuscendo spesso a trovarci d’accordo si pensava ugualmente di terminare queste riunioni “in fraternità”, cioè bevendo due bicchieri di vino e mangiando due paste. Prima di coricarmi, com’ è mia abitudine, diedi un occhiata al vangelo del giorno successivo, e mi capitò proprio questo brano. Mi sembrava di sentire Gesù che mi poneva la stessa domanda: “Di che cosa avete parlato questa sera?”. “Ci siamo trovati noi preti, tuoi servi. Ci siamo riuniti nel tuo nome, lo hai sentito abbiamo perfino fatto il segno di croce e detto un Padre nostro prima di cominciare e poi abbiamo cominciato a discutere sulle strategie da usare in campo pastorale, sul come far venire a Messa quelli che non ci vengono, sul come obbligare a una serie di incontri tutti coloro che vogliono i sacramenti, sul come organizzarci per chiedere al comune il contributo per gli oratori, sul come fare attenzione a quel gruppo di laici che vogliono prenderci la mano. Abbiamo discusso, ognuno ha detto la sua, abbiamo fatto un  po’ di battute sul vescovo e sulla curia poi però ci siamo detti che, se anche non troppo convinti delle loro indicazione, dovevamo almeno salvare la facciata e poi ci siamo lasciati pensando che poi, in fondo, nella mia parrocchia sono padrone io e faccio poi quello che voglio”. Mi ritrovai sorpreso di aver risposto così, ma purtroppo era vero e purtroppo è vero anche per molte riunioni di laici quando piuttosto che far riferimento alla Parola di Dio si fa riferimento a se stessi, alla semplice organizzazione, alla distribuzione di compiti, onori, doveri. Il Signore lo ripete ancora a noi oggi: “Se vuoi essere il primo impara ad essere l’ultimo e il servo di tutti”, Se vuoi davvero amare il tuo gregge renditi disponibile alle sue necessità, fatti trovare dalla gente, fatti mangiare da essa, sii il loro pane, usa pure bene i tuoi talenti, organizza in modo razionale le poche forze parrocchiali ma non far diventare la parrocchia un’industria, un ufficio burocratico, un luogo dove si pagano tasse religiose, non sbarazzarti dei poveri dicendo: “C’è un ufficio centrale che ci pensa”, non nascondere il tuo disinteresse per i bambini dicendo che bisogna interessarsi degli adulti: è vero, ma anche i bambini hanno bisogno di Dio. Prendi con serietà tutte le indicazioni che arrivano dai grandi cervelloni ma guarda in concreto se esse servono davvero a te e ai tuoi fratelli, Metticela tutta per portare il Vangelo ma poi fidati: non sei tu che salvi il mondo, Gesù è già morto in croce ed è risorto per tutti e per ciascuno.

 

 

MERCOLEDI’ 22 FEBBRAIO: CATTEDRA DI SAN PIETRO APOSTOLO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Margherita da Cortona.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, BENEDICI, ILLUMINA E GUIDA IL NOSTRO PAPA.

 

HANNO DETTO: Puoi costruire qualcosa di bello anche con le pietre che trovi sul tuo cammino. (Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: Aver compagno al duol, scema la pena. (prov. Italiano)

UN ANEDDOTO: Nel ristorante più lussuoso della città, una signora ordinò come prima portata una vellutata zuppa di asparagi, vanto del locale. Qualche minuto dopo, un cameriere gentile le mise davanti un piatto fumante dal profumo delizioso e si ritirò. «Cameriere!» gridò la donna. «Venga qui». «Signora?» rispose il cameriere avvicinandosi. «Assaggi questa zuppa!» ordinò la cliente. «Che succede, signora? È troppo salata?». «Assaggi la zuppa!». «È fredda?». «Assaggi la zuppa!» gridò la donna. «Scusi, signora, se posso sapere il motivo» esitò il cameriere. «Se vuole saperlo assaggi la zuppa!» ribadì la donna, indicando il piatto. Il cameriere, vedendo che era impossibile far cambiare parere alla donna, si sedette al tavolo e dopo aver cercato intorno al piatto disse con sorpresa: «Ma qui manca il cucchiaio!». «Ha visto?» esclamò trionfante la donna. «È proprio quello che cercavo di dirle: manca il cucchiaio!»

PAROLA DI DIO: 1Pt 5,1-4; Sal 22 (23); Mt 16,13-19

 

VANGELO Mt 16, 13-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Parola del Signore

 

“TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERÒ LA MIA CHIESA”.

Nel nostro linguaggio, nel vivere i rapporti umani, abbiamo bisogno di segni. I segni, però, devono essere “significativi”, cioè realizzare ciò che indicano. Gesù ha parlato di unità dei credenti, di fedeltà alla verità, di comunione nel suo nome, ed ecco che ci indica queste cose nel segno di Pietro che diventa la roccia su cui Cristo edifica il suo corpo, la Chiesa. Pietro, il Papa, sono per i cristiani segno reale ed efficace di continuità e garanzia della fede, di unità e di comunione. Per noi cristiani, il Papa non è un semidio, ma un uomo come noi che però ha la garanzia di Dio per il suo servizio di pastore della comunità. Un uomo che diventa riferimento nel cammi­no di fede. Se vedessimo il Papa così, quante esagerazioni verrebbero meno, da chi vede il Papa un intoccabile, uno che qualunque parola dice ha sempre ragione, a chi lo umanizza soltanto e vede in lui solo una forma di potere terreno. Amare il Papa, rispettare il Papa, ascoltare il Papa e i vescovi con lui, dovrebbe scaturire dal voler amare, rispettare, ascoltare Cristo che nel Papa ci dà il segno concreto della sua presenza.

 

 

GIOVEDI’ 23 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Policarpo, vescovo e martire; Santa Romana di Todi.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO IN TE, GESU', GUSTIAMO LA VITA PIENA.

 

HANNO DETTO: Perché cerchi la gioia nel mondo? Non sai che essa nasce nel tuo cuore? (Tagore)

SAGGEZZA POPOLARE: Imparare dal passato, vivere per il presente, sognare per l’avvenire.

UN ANEDDOTO: Un angelo scappò dal paradiso per trascorrere la giornata vagando sulla terra. Al tramonto decise di portarsi via dei ricordi di quella visita. In un giardino c'erano delle rose: colse le più belle e compose un mazzo da portare in paradiso. Un po' più in là un bambino sorrideva alla madre. Poiché il sorriso era molto più bello del mazzo di rose, prese anche quello. Stava per ripartire quando vide la mamma che guardava con amore il suo piccolo nella culla. L'amore fluiva come un fiume in piena e l'angelo disse a se stesso: "L'amore di quella mamma è la cosa più bella che c'è sulla terra, perciò prenderò anche quello". Volò verso il cielo, ma prima di passare i cancelli perlacei, decise di esaminare i ricordi per vedere come si erano conservati durante il viaggio. I fiori erano appassiti, il sorriso del bambino era svanito, ma l'amore della mamma era ancora là in tutto il suo calore e la sua bellezza. Scartò i fior appassiti e il sorriso svanito, chiamò intorno a se tutti gli ospiti del cielo disse: "Ecco l'unica cosa che ho trovato sulla terra e che ha mantenuto la sua bellezza nel viaggio per il paradiso: L'amore di una mamma".

PAROLA DI DIO: Sir 5,1-8; Sal 1; Mc 9,41-50

 

VANGELO Mc 9, 41-50

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Perché ciascuno sarà salato con il fuoco. Buona cosa il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri". Parola del Signore

 

“ABBIATE SALE IN VOI STESSI”.

Se mi guardo attorno: quante vite insipide! E, intendiamoci bene: non soltanto perché vite abituali, fatte di routine, senza momenti esaltanti, ma proprio vite di ricchi e di poveri, di gente di successo e di persone qualunque con poco senso, vissute quasi per far passare il tempo, incentrate su esteriorismi che non dicono nulla. E anche, quanti cristiani senza senso, cristiani di etichetta, abituè della domenica, gente incapace di un barlume di fantasia, di un entusiasmo, di un momento di impegno personale. La vita di Maria non è stata molto differente dalla vita di altre milioni di donne: la famiglia, la casa, l’educazione dei figli, i propri doveri quotidiani, la fede legata alla tradizione. Eppure quanta differenza. Dio per Lei non era un entità superiore, era un Tu concreto, il prossimo non era un gruppo amorfo di persone più o meno lontane, erano persone concrete, la vita non era solo un susseguirsi di ore, di giornate, di mesi, di anni, era “Dio che mi interpella ora”. Anche la mia e la tua vita, se viste nell’insieme del tempo non sono che un puntolino che può sembrare insignificante, ma non ci siamo mai detti sul serio che Dio, proprio in questo momento ama me? Non può bastare questo per mettere il sale giusto in questa giornata?

 

 

VENERDI’ 24 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Modesto, vescovo; San Sergio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI L'UMILTA' PER RICERCARE L'UNITA'.

 

HANNO DETTO: Non invidiamo a certa gente le loro ricchezze: le hanno conquistate a condizioni alle quali noi non vorremmo mai sottostare; hanno sacrificato tranquillità, salute, onore e coscienza e questo è un prezzo davvero troppo alto. (Jean de la Bruyere)

SAGGEZZA POPOLARE: Su una piccola pietra inciampò l'imperatore. (prov. Italiano)

UN ANEDDOTO: Prendete due decilitri di pazienza, una tazza di bontà, quattro cucchiai di buona volontà, un pizzico di speranza e una dose di buona fede. Aggiungete due manciate di tolleranza. Un pacco di prudenza, qualche filo di simpatia, una manciata di quella piccola pianta rara, che si chiama umiltà, e una grande quantità di buon umore. Condite il tutto con molto buon senso, lasciate cuocere a fuoco lento,. E avrete una buona giornata.

PAROLA DI DIO: Sir 6,5-17; Sal 118 (119); Mc 10,1-12

 

 

VANGELO Mc 10, 1-12

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo Gesù, partito da Cafarnao, si recò nel territorio della Giudea e oltre il Giordano.  La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l'ammaestrava, come era solito fare. E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono:"E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?". Ma egli rispose loro: "Che cosa vi ha ordinato Mosè?". Dissero: "Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla". Gesù disse loro: "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto". Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio". Parola del Signore

 

“L’UOMO DUNQUE NON SEPARI CIO’ CHE DIO HA CONGIUNTO”.

Penso che quasi tutti noi, partendo proprio dalle nostre esperienze familiari, di parenti, di conoscenti o amici, abbiamo fatto esperienza di cosa voglia dire la divisione in una famiglia o la divisione di una famiglia.  Quando una famiglia si divide questo crea prima di tutto sofferenza. Gesù parla apertamente di questo argomento perché sa che ogni famiglia è a rischio di divisione e vuole indicare con chiarezza qual è la volontà di Dio sulla vita della coppia. “All’inizio – dice Gesù – Dio li creò maschio e femmina, per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una cosa sola, sicchè non sono più due ma una cosa sola”. Ecco l’indicazione  preziosa che Gesù dà sulla vita della coppia. La coppia è come Dio che pur essendo in tre persone distinte è un Dio solo. La divisione crea la rottura di questa unità e crea quindi qualcosa di negativo sia per chi ne subisce che per tutta la comunità umana. Detto questo, indicata una meta, che cosa succede per coloro che invece si sono trovati o vivono questa situazione? Dio ama tutti i suoi figli. Dio ha un progetto per i suoi figli e quando questo non si realizza o per colpa dell’uomo o perché qualcuno dei suoi figli subisce le difficoltà che altri hanno portato, Dio può abbandonare queste persone? E queste persone, possono sentirsi lontane dall’amore di Dio solo perché un progetto non è stato realizzato? Assodato che Dio non dimentica nessuno, che Dio, e lo capiamo da tutta la Bibbia, continua a portare avanti il suo progetto e quando l’uomo gli risponde negativamente cerca altre strade, chiediamoci anche quale deve essere l’atteggiamento della Chiesa e dei cristiani nei confronti di chi vive queste situazioni di difficoltà. Credo che il primo atteggiamento debba essere quello di una grande attenzione verso tutti coloro che stanno vivendo una situazione di sofferenza, poi l’enunciazione dei principi di valore e delle mete è indubbia da parte della comunità cristiana, non saremmo di Cristo se addomesticassimo norme e regole, se non chiamassimo il peccato con il proprio nome, se non dicessimo con chiarezza quello che è peccato nella divisione di una coppia, però ci vuole altrettanta attenzione, comprensione, pazienza con coloro che stanno vivendo questa situazione, in modo particolare con coloro che hanno subito certe situazioni nella loro vita. E per quanto riguarda il futuro di queste persone, esse non devono avere una possibilità per poter ricostruire un qualcosa di bello e di buono per se stesse e per altri? Non credo che il Signore, dopo un errore, ci dica che dobbiamo patirlo e subirlo per tutta la vita. Come il Signore chiede a ciascuno di noi dopo il peccato di ripartire e di ricostruire il possibile, non chiederà anche a queste persone di riavere davvero fiducia nella vita?

 

 

SABATO 25 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Cesario; San Donato di Zara.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI SIGNORE SEMPLICITA', SPONTANEITA', MERAVIGLIA.

 

HANNO DETTO: Si può essere con i poveri solo se si è contro la povertà. (P. Ricoeur)

SAGGEZZA POPOLARE: Un fabbricante di idoli non è mai un idolatra. (prov. Italiano)

UN ANEDDOTO: Può un genitore aver programmato i figli fino a questo punto? “Come stanno i tuoi figli?” “Stanno benissimo tutti e due, grazie.” “Quanti anni hanno? “Il medico tre e l'avvocato cinque.”

PAROLA DI DIO: Sir 17,1-15; Sal 102 (103); Mc 10,13-16

 

VANGELO Mc 10, 13-16

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso". E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva. Parola del Signore

 

“CHI NON ACCOGLIE IL REGNO DI DIO COME UN BAMBINO, NON ENTRERÀ IN ESSO"

Gesù, dicendo che il Regno di Dio può essere accolto soltanto da un bambino non voleva con questo riportaci tutti ad una forma di infantilismo religioso, voleva  semplicemente ricordarci che solo con certi atteggiamenti tipici del  bambino si può davvero riscoprire a qualunque età della propria vita, la gioia di questa buona notizia del Regno che viene. Proviamo allora a recuperare alcuni atteggiamenti del bambino. Il bambino sa di aver bisogno di tutto. L’adulto, qualche volta, pensa di essere autosufficiente, pensa di bastare a se stesso. Il bambino, pur essendo di natura un egocentrico, sa di aver bisogno del mondo dei grandi; gli serve il cibo e da solo non può procurarselo, gli serve l’affetto e se non glielo regalano gli altri non lo trova, gli serve il vestito, i giocattoli e se qualcuno non glieli procura e soprattutto non condivide con lui il suo tempo, egli rimane un bambino solo, triste. Se noi cristiani considerassimo davvero che abbiamo bisogno di Dio, che tutto quello che ci è dato è dono gratuito, che da soli non riusciamo a soddisfare alle nostre necessità e al senso della nostra vita, avremmo l’atteggiamento del bambino che chiede e riceve e nello stesso tempo sa che da solo non riuscirebbe ad avere, ma sa anche che quando riceve gli è dato per amore. Ed ecco, allora, un’altra caratteristica del bambino, quella di saper stupirsi. Un bambino si stupisce per le piccole cose, un bambino si meraviglia davanti a qualcuno che gli vuol bene, i suoi occhi si illuminano davanti alla natura, il bambino sa dare un’anima anche alle cose. Se noi Cristiani siamo abituati alla Parola di Dio e non la vediamo più come una novità, come un qualcosa che viene dato proprio a me, in quel momento, ecco che non ci stupiamo più. E se non ci si stupisce non si sa poi neanche dire grazie perché non si riconosce il dono. Provate a pensare: noi passiamo quotidianamente in mezzo a meraviglie della natura e tante volte neppure ce ne accorgiamo. Un altro atteggiamento del bambino è quello di saper gioire spontaneamente. Il bambino quando riceve qualcosa, è felice, non sta a porsi mille domande, gioisce di quello che ha e di quello che gli vien dato. E noi cristiani gioiamo dei doni quotidiani che la Provvidenza ci elargisce, cominciando dal dono della vita, poi della Parola di Dio e dei Sacramenti che ci vengono offerti? Se davvero sapessimo che cosa significa l’Eucaristia, altro che Messe noiose, abituali, rituali la gioia dei partecipanti dovrebbe essere tangibile nel sapere che Dio, il Creatore di tutto, il Redentore, nonostante i nostri peccati, si fa pane per noi, si fa magiare da noi.

 

 

DOMENICA 26 FEBBRAIO: 8^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO A

Tra i santi ricordati oggi: San Nestore, vescovo; San Porfirio, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', ADESSO IO SONO QUI E TU SEI QUI.

 

HANNO DETTO: Le catene d'oro son di gran lunga peggiori di quelle di ferro. (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: I falsi amici sono come quei commensali che si alzano quando la tavola è vuota. (detto Italiano)

UN ANEDDOTO: La piccola Mary era in spiaggia con la mamma. ”Mamma, posso giocare con la sabbia?” “No, tesoro, ti sporchi i vestiti”. “Posso entrare con i piedi nell'acqua?” “No, se ti bagni ti viene il raffreddore”. “Posso andare a giocare con gli altri bambini?” “No, poi ti perdi”. “Mamma, mi compri il gelato?” “No, ti fa venire il mal di gola”. La piccola Mary scoppiò a piangere. La madre si rivolse a una signora lì presente e le disse: “Per amor di Dio! Ha mai visto una bambina più nevrotica?”.

PAROLA DI DIO: Is 49,14-15; Sal 61 (62); 1Cor 4,1-5; Mt 6,24-34

 

VANGELO Mt 6, 24-34

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: "Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona. Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà gia le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. Parola del Signore

 

“NON AFFANNATEVI, DUNQUE, PER IL DOMANI, PERCHÉ IL DOMANI AVRÀ GIÀ LE SUE INQUIETUDINI. A CIASCUN GIORNO BASTA LA SUA PENA”

Sempre più persone soffrono di stress, di depressione, di malattie derivanti da superlavoro. Sempre più si ‘deve’ far ricorso ad ansiolitici, a psicologi e psichiatri. Perché? Uno dei motivi fondamentali è proprio il ritmo che questa società con le sue leggi materialistiche e consumistiche impone. Bisogna produrre, bisogna correre, non puoi stare indietro se no sei morto. Se le parole che meditiamo oggi erano vere per il tempo di Gesù, sono ancora più realistiche per la nostra società. Vigilare è diverso da affannarsi. Avere la giusta previdenza per il domani non significa dimenticarsi o non credere alla Provvidenza. Oltretutto è anche una buona indicazione per vivere serenamente: perché star male oggi per le preoccupazioni di un domani che non sappiamo neppure se vedremo?

 

 

LUNEDI’ 27 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Leandro, vescovo; Santa Onorina, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O PADRE, PROVVEDI A TUTTI E A CIASCUNO.

 

HANNO DETTO: La vera felicità costa poco. Se è cara non è di buona qualità. (Renè Chateaubriand)

SAGGEZZA POPOLARE: Cosa è mai un tamburo se nessuna mano lo suona? (detto Italiano)

UN ANEDDOTO: Un tale prese l'abitudine di somministrare al suo cane forti dosi di olio di fegato di merluzzo, perché aveva sentito dire che ai cani faceva bene. Ogni giorno, nonostante le proteste, teneva ferma la testa dell'animale fra le ginocchia, gli apriva a forza le fauci e gli versava il liquido in gola. Un giorno il cane si divincolò e rovesciò l'olio sul pavimento. Subito dopo, con grande sorpresa del padrone, tornò indietro a leccare il cucchiaio. Fu così che l'uomo scoprì che non era l'olio che faceva ribellare il cane, ma il modo con cui gli veniva somministrato.

PAROLA DI DIO: Sir 17,24-29; Sal 31 (32); Mc 10,17-27

 

VANGELO Mc 10, 17-27

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?". Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre". Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza". Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi". Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!". I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: "Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: "E chi mai si può salvare?". Ma Gesù, guardandoli, disse: "Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio". Parola del Signore

 

“MA EGLI, RATTRISTATOSI PER QUELLE PAROLE, SE NE ANDÒ AFFLITTO, POICHÉ AVEVA MOLTI BENI.”

La tristezza, l''oscurità del volto di quest'uomo che non sa staccarsi dai suoi beni corrisponde all'oscurità della sua anima soffocata da tante ricchezze e da tanti privilegi. Poteva Gesù fargli cambiare idea? Certamente sì, ed in effetti gli ha dato la possibilità di cambiare, pur tuttavia l'ha lasciato libero, e quel "tale" è rimasto senza nome, ancorato nella Tradizione, non è entrato nel mistero e nella logica del dono. Su un blog ho letto: "La persona si realizza soltanto nella capacità di dare e di donarsi agli altri e questa dinamica di dono è l’unica che ci permette la pienezza dell’ingresso, quando sarà il momento nella vita definitiva. Noi, terminata questa esistenza terrena, lasciamo tutto qua, tutto quello che abbiamo avuto: i titoli, tutto quello che possiamo avere, tutto. Un’unica cosa ci accompagna: il bene che abbiamo fatto agli altri. “ Le loro opere li seguono...”. Quindi dare agli altri non solo è una garanzia di una serenità in questa esistenza perché permettiamo al Padre di prendersi cura di noi, ma è garanzia anche che quando entreremo nella vita definitiva quello sarà il bagaglio che arricchirà la nostra esistenza e con il quale continueremo a vivere per sempre".

 

 

MARTEDI’ 28 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Fedele, martire; San Ferruccio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

CON CRISTO SEMPRE!

 

HANNO DETTO: Ami la vita? Allora non sciupare il tempo perché è la sostanza di cui la vita è fatta. (B. Franklin)

SAGGEZZA POPOLARE: L'invidia è come un granello di sabbia: piccolo eppure in grado di accecare. (prov. Italiano)

UN ANEDDOTO: Narra un'antica leggenda che durante la creazione del mondo si avvicinarono a Dio quattro angeli. Il primo chiese: “Come lo fai?”, il secondo: “Perché lo fai?”, il terzo: “Ti posso aiutare?” e il quarto: “Quanto vale?” Il primo era uno scienziato; il secondo un filosofo; il terzo un altruista e il quarto un agente immobiliare. Un quinto angelo stava a guardare colmo di meraviglia e si mise ad applaudire estasiato. Costui era un mistico.

PAROLA DI DIO: Sir 35,1-15; Sal 49 (50); Mc 10,28-31

 

VANGELO Mc 10, 28-31

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Pietro disse a Gesù: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito". Gesù gli rispose: "In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva gia al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi". Parola del Signore

 

 

"E MOLTI DEI PRIMI SARANNO ULTIMI E GLI ULTIMI SARANNO PRIMI”

Se guardi la quotidianità al questa frase non risulta è vera: i primi, i furbi, i dritti, normalmente se la cavano e continuano a primeggiare! Daccordo ci vogliono buoni peli sullo stomaco ma normalmente è vero che continua sempre a piovere sul bagnato; come purtroppo è altrettanto vero che il povero, l'ultimo, continua ad essere sempre il più bastonato. Gesù non è venuto a soppiantare con un colpo di bacchetta magica un ordine instaurato dall'egoismo e dal peccato dell'uomo ma è venuto a dirti che per Dio i valori non sono così e che le cose possono cominciare a cambiare anche per te se tu cominci a pensarla come lui. Se cominci a stare con gli ultimi, a farti ultimo insieme a Cristo: stai tranquillo soffrirai, morirai, come Lui non sarai capito, dovrai tacere davanti ai potenti, la tua preghiera diventerà grido, ma proprio per questo avrai gia vinto con Lui.

     
     

 

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