Archivio

 
     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

          PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
           DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

DICEMBRE  2016

 

 

GIOVEDI' 1 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Procolo; Sant’Evasio; Sant’Eligio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE LA TUA VOLONTA' AVVENGA!

 

HANNO DETTO: Felice colui che ha trovato il proprio mestiere: non chieda altra fortuna. (Thomas Carlyle)

SAGGEZZA POPOLARE: Sii sempre come il mare che infrangendosi sugli scogli, trova sempre la forza di riprovarci. (Anonimo)

UN ANEDDOTO: In una famiglia di increduli, una donna si ammalò. Venne chiamato al capezzale dell’inferma un medico, il quale era credente. Egli si rese subito conto che la malata doveva morire, e le sue ore erano contate. Che cosa fare? Si sedette presso il letto e parlò alla morente del sacrificio della Croce, della bontà di Dio e della salvezza. Intanto la famiglia seccata da quel «sermone», s’impazientiva. E il medico, impassibile, continuava: «Noi siamo peccatori davanti a Dio, e il compenso del peccato è la morte. Ma Gesù ha preso su di sé i nostri peccati; ha subìto per noi il giudizio, e ora chi crede in lui ha la vita eterna». I familiari l’interruppero: «Noi l’avevamo chiamato per guarire l’ammalata, non perché le parlasse di Dio». Rispose il dottore: «Cari amici, non posso allontanare la morte: allora parlo della vita eterna”. Quando il medico rivide la malata, questa non parlava più, ma prese la sua mano e la baciò.

PAROLA DI DIO: Is. 26,1-6; Sal. 117; Mt. 7,21.24-27

 

Vangelo Mt 7, 21.24-27

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande". Parola del Signore

 

"NON CHIUNQUE MI DICE: SIGNORE, SIGNORE, ENTRERA' NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTA' DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI.” 

Gesù ci insegna che la preghiera deve essere in perfetta sintonia con la pratica della vita cristiana. Se non si compie la volontà del Padre, la preghiera perde il suo senso. Gesù rimprovera l'autosufficienza di chi si ritiene a posto e dice: "Signore, Signore!" quando, in realtà, Gesù non è affatto il Signore della sua vita. La fiducia nel Signore non deve fare da paravento alla malvagità né la misericordia da pretesto alla dissolutezza. La volontà del Padre è il suo disegno di salvezza. La preghiera richiesta da Gesù deve portare il cristiano a impegnarsi con entusiasmo  nell'opera della salvezza. Dio non sa cosa farsene delle belle parole di preghiera se non sono seguite dalle opere dell'amore.

 

 

VENERDI' 2 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo; San Ponziano.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE IO VEDA!

 

HANNO DETTO: Ci sono momenti in cui la pazienza – per quanto difficile sia esercitarla – è l'unica maniera per affrontare determinati problemi. (Paulo Cohelo)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è importante ciò che hai in tasca, ma ciò che hai nel cuore. (Anonimo)

UN ANEDDOTO: Era ancora ragazzo Giorgio Washington, quando, con la irresponsabilità dei piccoli, provò la sua nuova scure sugli alberi del giardino di casa. Si accanì soprattutto contro un bell’arancio, tanto caro a suo padre. Questi, quando vide il disastro, radunò i figli e, dominando la sua ira, chiese: Voglio assolutamente sapere chi di voi ha compiuto questo. Non può non essere punito!

Allora si fece avanti Giorgio e confessò: Papà, sono io il colpevole. Puniscimi, me lo merito!

Ma il padre allora cambiò tono e osservo: Sei stato sincero, perciò ti perdono. Un ragazzo che sa dire la verità, vale molto più d’un albero d’arancio, anche se mi era molto caro.

PAROLA DI DIO: Is. 29,17-24; Sal. 26; Mt. 9,27-31

 

Vangelo Mt 9, 27-31

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguivano urlando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi». Entrato in casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: «Credete voi che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Sia fatto a voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne sparsero la fama in tutta quella regione. Parola del Signore

 

“ALLORA TOCCÒ LORO GLI OCCHI E DISSE: «SIA FATTO A VOI SECONDO LA VOSTRA FEDE» 

Tutti abbiamo delle cose da cui essere guariti, delle oscurità che ci impediscono di vedere chiaro nella vita, tutti ne abbiamo. Fragilità e malattie del corpo, certo, ma soprattutto fragilità del cuore e dell'anima. Conoscere Gesù ci porta lentamente ma inesorabilmente a guarire dalle nostre oscurità, a diventare uomini e donne autentici, ad accogliere e affidare al Maestro anche le nostre parti oscure, i nostri fantasmi che ci impediscono di gioire totalmente. Ma il Signore con rispetto, maturità, ci invita a metterci in gioco, a crederlo davvero, ad affrontare la salita senza ulteriori scorciatoie a crederci che possiamo cambiare la vita per davvero. Forse preferiremmo un Dio che ci risolve la vita senza coinvolgerci, anzi saremmo disposti a donargli tutto, e venerazione e lodi sperticate, ma senza essere costretti a metterci in gioco. E invece no, così non accade, il Signore vuole dei figli, non dei burattini e – forse – se la nostra cecità permane è proprio perché non abbiamo voglia di veramente guarire. Il Signore crede in me, più di quanto io stesso non riesca a crederci e mi rende capace di crescere come un vero uomo, un vero cristiano.

 

 

SABATO 3 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Saverio; San Galgano; Sant’Abbone di Auxerre.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE E' IL MIO PASTORE, NON MANCO DI NULLA.

 

HANNO DETTO: Ricordati che dietro ogni problema c'è un'opportunità. (Galileo Galilei)

SAGGEZZA POPOLARE: Perfino i ciechi son capaci di vedere il denaro. (Aforisma Cinese)

UN ANEDDOTO: Quando il re Vittorio Emanuele II visitò Bologna, pochi sacerdoti si presentarono alla cattedrale a riceverlo. Ma, in seguito, l’arcivescovo pensò bene di andare a scusarsi presso il re, per la sua assenza: avete fatto bene a non incomodarvi — disse il re. — Non sono andato in chiesa per far visita ai preti, ma per far visita a Dio.

PAROLA DI DIO: Is 30,19-21.23-26; Sal 146; Mt 9,35-10,1.6-8

 

Vangelo Mt 9, 35-10,1.6-8

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo,Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità. Rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Parola del Signore

 

“VEDENDO LE FOLLE NE SENTI' COMPASSIONE, PERCHE' ERANO STANCHE E SFINITE, COME PECORE SENZA PASTORE.”

Non siamo davvero noi ad andare incontro al Signore, ma è Lui stesso, Gesù che ci raggiunge nelle nostre concrete situazioni esistenziali. E' il Buon Pastore che va in cerca di tutte le pecore per ricondurle al Padre. Anzitutto ci dona la sua parola e proclama la buona notizia che il regno del Padre è in mezzo a noi; regno nel quale tutti siamo figli e ci amiamo come fratelli. La sua parola per noi è terapia, poiché ci cura dai mali che affliggono noi e tutta l'umanità. Abbiamo molte malattie spirituali che ci fanno soffrire: cecità provocateci dall'orgoglio e dall'autosufficienza, sordità causate da vuotaggini e superficialità, paralisi dovute dall'avidità dell'avere, e potremo continuare in questo pesante elenco. Ma Gesù è pronto a venire in nostro aiuto se siamo vigilanti al suo passaggio con l'ascolto attento della sua parola e con tempi di preghiera per un personale e intimo incontro con Lui. Così ci lasceremo penetrare dalla sua compassione e potremo aiutare a nostra volta chi ci sta accanto, guidandolo all'incontro con Lui e ad accogliere la salvezza.

 

 

DOMENICA 4 DICEMBRE: 2^DOMENICA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Barbara; San Giovanni Damasceno.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVA IL TUO POPOLO, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: La coscienza è uno di quei bastoni che ciascuno brandisce per picchiare il vicino e del quale spesso non si serve per se stesso. (Balzac)

SAGGEZZA POPOLARE: Se vuoi che Dio getti un velo sulle tue colpe, vesti i poveri. (prov. orientale)

UN ANEDDOTO: Uno dei tanti Lanzichenecchi che erano scesi in Italia e avevano messo a sacco Roma, sulla strada del ritorno fu costretto, a causa delle montagne impercorribili per la neve, a fermarsi in Val D’Aosta. Li un santo eremita gli parlò e lo convinse del male che aveva fatto, lo istruì nella fede e gli diede come penitenza di ritornare a Roma come pellegrino per chiedere perdono direttamente al papa di tutti i propri peccati. Prima di partire il Lanzo, per paura di dimenticare qualche peccato scrisse la lunga lista su un foglio e poi piangendo su quanto male aveva commesso si incamminò. Quando giunse a Roma si inginocchiò davanti al Papa e gli presentò il foglio sul qual non c’era più scritto niente. Le lacrime del pellegrino avevano cancellato tutto l’elenco dei peccati.

PAROLA DI DIO: Is 11,1-10; Sal 71; Rm 15,4-9; Mt 3,1-12

 

Vangelo Mt 3, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”. Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano. Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: “Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? Fate dunque frutti degni di conversione, e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. Gia la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile”. Parola del Signore

 

 

“COMPARVE GIOVANNI BATTISTA A PREDICARE NEL DESERTO”.    

Sembra strano che una voce così importante come quella di Giovanni che annunzia la venuta del Salvatore si innalzi proprio nel deserto: chi l’ascolterà?

Oggi si predica Gesù con l’aiuto di televisioni, di radio. Mai tanta carta stampata ha parlato di Gesù così abbondantemente. Ma la nostra predicazione e i tentativi di testimonianza cristiana non sono forse anche oggi voci che gridano nel deserto?

Nella città popolosa spesso sta il deserto dei cuori, dei valori. Ci sono tanti rumori ma la voce si perde nel vuoto. L’Avvento, con questa voce solitaria che invita alla conversione, deve far riflettere noi cristiani. Domandiamoci: Riesco ancora a sentire che il Regno dei cieli è qui?

Riesco ancora a capire che c’è molto da convertirmi, che ci sono  montagne di egoismo da abbassare e valli di vuoto da riempire per accoglierlo?

Con umiltà, sapendo di essere servi di un Dio che vuole la salvezza di tutti, non dovremmo ricominciare con coraggio, come Giovanni Battista, la nostra predicazione e testimonianza, proprio dai “deserti” dove abitualmente viviamo?

 

 

LUNEDI'  5 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Dalmazio; San Basso; Beato Filippo Rinaldi.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE TU PUOI TUTTO: PUOI SALVARCI.

 

HANNO DETTO: Gli errori, come pagliuzze galleggiano sulla superficie: chi cerca perle deve tuffarsi nel profondo. (John Dryden)

SAGGEZZA POPOLARE: Per sapere quanto al mondo c'è di vero, occorre andare al cimitero.

UN ANEDDOTO: Si racconta che il famoso generale Greco Temistocle, fuggiasco e sfinito, fu costretto ad approdare nella terra di un re, che un giorno aveva offeso e di cui temeva la giusta vendetta. Folle di spavento, portato alla reggia, riuscì a nascondersi in una sala. Ode un rumore. Si volge tremante, ma vede un bambino, che lo guarda e gli sorride. Era il piccolo figlio del re!

Temistocle lo prende tra le sue braccia. Così lo sorprende il re. Non potendo disgiungere il figlio dal nemico, stringe entrambi in un unico abbraccio. Non potrebbe essere una similitudine che racconta di noi, di Dio e di Gesù?

PAROLA DI DIO: Is 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26

 

Vangelo Lc 5, 17-26

Dal vangelo secondo Luca.

Un giorno Gesù sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi ». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico esclamò rivolto al paralitico alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Parola del Signore

 

"NON TROVANDO DA QUAL PARTE INTRODURRE IL PARALITICO A CAUSA DELLA FOLLA, SALIRONO SUL TETTO E LO CALARONO ATTRAVERSO LE TEGOLE, CON IL LETTUCCIO DAVANTI A GESÙ".

Per arrivare da Gesù non sempre si può passare dalla porta principale. Tante volte questa porta è occupata da persone "perbene", "caritatevoli" che non guardano se accompagni un malato, se hai bisogno di qualcosa, ma che si preoccupano di aver un posto per poter poi magari sedersi e discutere della loro "saggezza" e giudicare il prossimo. Ma il segreto sta proprio lì: se la porta è occupata c'è sempre il tetto. E' vero, si perde la faccia a salire su un tetto, a scoperchiarlo, a calare un paralitico dal tetto in mezzo a una folla starnazzante sentenze, di persone "perbene". Ma il malato è un amico, il guaritore è buono ed è sempre stato vicino ai poveri e agli umili e allora tentiamo!

La  grande fortuna  di quel  paralitico è  stata quella di aver degli amici di questo genere, disposti a perdere la faccia per lui, disposti a salire su un tetto se non si può passare dalla porta. Anche nella Chiesa tante volte la porta è occupata, ingombra e sono proprio i cristiani con il loro esclusivismo, o con il loro cattivo esempio a non lasciare entrare. Per vedere Gesù che viene sono disposto a passare dal tetto?

Per aiutare una persona sono disposto a perdere la faccia?

Ma aggiungiamo una seconda riflessione: quel paralitico è stato doppiamente fortunato perché non solo ha ottenuto la guarigione fisica, ma ha incontrato colui che va alla radice di ogni male, il peccato e lo estirpa perdonandolo. Se è importante guarire nel fisico (dono meraviglioso ma temporale) è ancora più importante scoprire che Dio è disposto a sanare il male che ci divide da Lui. Ma anche per fare questo occorre che mi accorga di aver peccato, che desideri essere perdonato e mi impegni nel bene, che sia davvero convinto che Gesù può e vuole perdonarmi nella maniera più completa.

 

 

MARTEDI' 6 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Nicola, Vescovo; San Bonifacio, martire; Santa Asella di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI UN PADRE CHE SI PRENDE CURA DEI SUOI FIGLI

 

HANNO DETTO: Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore ad un altro uomo. La vera nobiltà sta nell'essere superiore alla persona che eravamo fino a ieri. (Samuel Johnson)

SAGGEZZA POPOLARE: Un sorriso fatto ai vivi è meglio di una fontana di lacrime sulle tombe dei morti. (Prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: Mons. Fulton Sheen riferiva che, un giorno, il padre Vaughan era salito sull’imperiale di un omnibus londinese e s’era messo a leggere tranquillamente il breviario. Un tale che gli sedeva accanto cominciò a protestare abbastanza clamorosamente: “Guardate qua. Ecco il grande Vaughan che sale sull’imperiale di un omnibus, prende in mano un libro d’orazioni e si mette a pregare in modo che tutti l’osservino e pensino quanto è buono”. E continuò. “Quando prego io, seguo le ingiunzioni della Bibbia: chiudo la porta, vado nella mia stanza e prego da solo il Padre Celeste”. Ribatté il padre Vaughan: “... E poi salite sull’imperiale di un omnibus, e lo fate sapere a tutti!”

PAROLA DI DIO: Is. 40,1-11; Sal. 95; Mt.18,12-14

 

Vangelo Mt 18, 12-14

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli. Parola del Signore

 

“IL PADRE VOSTRO CELESTE NON VUOLE CHE SI PERDA NEANCHE UNO SOLO DI QUESTI PICCOLI.”

Una domanda che molti si fanno spesso: Esiste Dio? e se esiste, si cura del mondo, di noi, di me? Per l'ateo Dio non esiste: il caso ci ha gettati nel mondo. Per l'esistenzialista e l'agnostico la questione non ha importanza rispondono "siamo stati" nel mondo. Per loro che senso può avere il Natale?

Solo un'usanza, una ricorrenza sociale, un periodo di ferie. Ma per noi che crediamo in un Dio che si fa Uomo per noi, per me?

Sempre più la nostra società moderna sembra sentirsi autosufficiente e senza bisogno di Dio e tanto meno del suo interesse e del suo amore. E c'è il pericolo che anche noi dimentichiamo il Padre che ha dato il suo Figlio per noi.  Dall'eternità Egli ha predisposto e preparato la strada del ritorno dall'esilio in cui noi ci eravamo cacciati. Egli stesso nella pienezza dei tempi, sarà colui che ci ricondurrà a casa. Oggi nel Vangelo Gesù ci dice che non solo Dio si cura di ciascuno, ma ci cerca se ci perdiamo, e con che fatica! E con che gioia ci riporta poi all'ovile sulle sue spalle!

In questo tempo di Avvento nella Parola domina la fiducia e il conforto: è finita la nostra schiavitù, è stata scontata la nostra iniquità, per mezzo di Colui che viene, pieno di grazia e verità. Dalla sua pienezza riceveremo grazia su grazia. Dove è abbondata l'iniquità sovrabbonderà la grazia. Prepariamo quindi i nostri cuori a ricevere il nostro Dio. Il nostro terreno è tanto arido e scosceso, che potremmo scoraggiarci, ma è Lui che ci guida e ci porta in braccio, e con quale amore!

 

 

MERCOLEDI' 7 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa; San Claudio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

NON MI ABBANDONARE MIO SIGNOR, NON MI LASCIARE: IO CONFIDO IN TE.

 

HANNO DETTO: Se non rischi nulla, rischi ancora di più. (Erica Jong)

SAGGEZZA POPOLARE: Dalla ferita esce sangue, ma può entrarvi saggezza. (Prov. Africano)

UN ANEDDOTO: Così Renato Guardini ricorda il grande Athur Rubinstein: “Quando lo lasciai volle regalarmi una scatola dei suoi sigari preferiti. “La conserverò per tutta la vita”, gli dissi. “No” rispose. “devi fumarli, amico mio, questi sigari sono squisiti come la vita. La vita non si conserva, si gode, si respira fino in fondo. Non c’è gioia se non si ama e se non si gode la vita”.

PAROLA DI DIO: Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30

 

Vangelo Mt 11, 28-30

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, rispondendo Gesù disse: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". Parola del Signore

 

"VENITE A ME, VOI TUTTI, CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI”.

Dio si fa vicino a noi e diventa nostro sostegno e conforto.

La sfiducia è una delle più gravi tentazioni in cui possiamo cadere. A volte Dio appare lontano, o impotente, o indifferente. Occorre rianimare la fede, prima di tutto ponendo lo sguardo su Dio creatore. Dio ha creato e regge l'universo e quindi la nostra vita non è lasciata in balia del niente. La ripresa di questo principio detta ordine alla vita dell'uomo e a tutte le vicende della storia. La sicurezza e la salvezza non ci verranno da una fantasiosa ripresa di giovinezza, come viene promessa dalle moderne tecniche salutiste o dai nuovi procedimenti della scienza, ma da colui che è potente perché Creatore, e buono perché Padre e per questo ci è vicino, compagno alla nostra quotidianità. Infatti questo Dio grande e onnipotente vuole raggiungere tutti. E' accaduto e accade in Gesù Cristo; lui stesso chiama  particolarmente  i  piccoli  e  i  semplici e i sofferenti: "Venite a me voi tutti...". E' l'esperienza dei discepoli, dei malati e dei peccatori, che l'hanno incontrato e si sono raddrizzati nelle membra e nel cuore. E' l'esperienza di chi oggi incontra il Signore dentro il dramma della vita, e ritrova consolazione e forza. La Chiesa è chiamata ad essere il luogo dove si incontra il Signore che consola e salva; tante volte è stato così nella storia, attraverso i santi e le loro opere di liberazione, di accoglienza, di misericordia, di guarigione; attraverso tante comunità e tante famiglie che sono state e sono il volto e il cuore compassionevole del Signore. Queste esperienze di vita nuova sono come un'oasi nel deserto del nostro mondo. Nella compagnia e nell'aiuto del Signore, la vita non perde la sua fatica, ma la fatica perde il suo peso. Un Altro cammina con noi e rende possibile percorrere la strada.

 

 

GIOVEDI' 8 DICEMBRE: IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Macario, eremita; Beata Chiara da Foligno.

Una scheggia di preghiera:

 

VERGINE IMMACOLATA, PREGA PER NOI PECCATORI.

 

HANNO DETTO: Fa il massimo nel grande mondo di Dio chi fa del suo meglio nel proprio mondo. (Thomas Jefferson)

SAGGEZZA POPOLARE:

Pensa ai tuoi difetti la prima parte della notte, quando sei sveglio; pensa ai difetti degli altri nella seconda parte della notte, quando dormi. (Prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: Due cardinali biasimarono un giorno Raffaello Sanzio per aver dato un colorito troppo vivace al viso degli Apostoli Pietro e Paolo. “Eppure ciò non dovrebbe meravigliarvi – rispose l’artista – Li ho dipinti appunto così come sono in Paradiso, dove arrossiscono di vergogna vedendo la Chiesa in così cattive mani.

PAROLA DI DIO: Gn. 3,9-15.20; Sal 97; Ef. 1,3-6.11-12; Lc. 1,26-38

 

Vangelo Lc 1, 26-38

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio". Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei. Parola del Signore

 

"TI SALUTO, O PIENA DI GRAZIA, IL SIGNORE È CON TE"

La festa dell'Immacolata ricorda all'umanità che c'è un sola cosa che inquina veramente l'uomo ed è il peccato. Un messaggio quanto mai urgente da riproporre. Il mondo ha perso il senso del peccato. Ci scherza come se fosse la cosa più innocente del mondo. Condisce con l'idea di peccato i suoi prodotti e i suoi spettacoli per renderli più attraenti. Parla del peccato, anche dei peccati più gravi, al vezzeggiativo: peccatucci, vizietti, passioncelle. L'espressione "peccato originale" viene usata nel linguaggio pubblicitario per indicare qualcosa di ben diverso dalla Bibbia: un peccato che conferisce un tocco di originalità a chi lo commette!

Il mondo ha paura di tutto, fuorché del peccato. Ha paura dell'inquinamento atmosferico, dei "mali oscuri" del corpo, della guerra atomica, oggi del terrorismo; ma non ha paura della guerra a Dio che è l'Eterno, l'Onnipotente, l'Amore, mentre Gesù dice di non temere coloro che uccidono il corpo, ma di temere solo colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. (cf Lc 12, 4-5).

Anziché nel liberarsi dal peccato, tutto l'impegno è concentrato oggi nel liberarsi dal rimorso del peccato; anziché lottare contro il peccato, si lotta contro l'idea di peccato, sostituendola con quella assai diversa del "senso di colpa". Si fa quello che in ogni altro ambito è ritenuta la cosa peggiore di tutte e cioè negare il problema anziché risolverlo, ricacciare e seppellire il male nell'inconscio anziché rimuoverlo. Come chi crede di eliminare la morte, eliminando il pensiero della morte, o come chi si preoccupa di stroncare la febbre, senza curarsi della malattia, di cui essa è solo un provvidenziale sintomo rivelatore. San Giovanni diceva che se affermiamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e facciamo di Dio un bugiardo (cf 1 Gv 1, 8-10); Dio, infatti, dice il contrario, dice che abbiamo peccato. La Scrittura dice che Cristo "è morto per i nostri peccati" (cf 1 Cor 15, 3). Togli il peccato e hai vanificato la stessa redenzione di Cristo, hai distrutto il significato della sua morte. Cristo avrebbe lottato contro dei semplici mulini a vento; avrebbe versato il suo sangue per niente. Ma il dogma dell'Immacolata ci dice anche qualcosa di sommamente positivo: che Dio è più forte del peccato e che dove abbonda il peccato sovrabbonda la grazia (cf. Rom 5,20). Maria è il segno e la garanzia di questo. La Chiesa intera, dietro di lei, è chiamata a divenire "tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata". (Ef 5, 27).

 

 

VENERDI' 9 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi: Santa Valeria; San Siro.

Una scheggia di preghiera:

 

DAL MALUMORE, DALLA TRISTEZZA E DAL PESSIMISMO, LIBERACI O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Prima di pensare a salvare le loro anime, bisogna garantire ai poveri una vita che consenta loro di accorgersi di averne una. (J. Anouilh)

SAGGEZZA POPOLARE: La strada del “poi” conduce alla città del “mai”. (Prov. Spagnolo)

UN ANEDDOTO: Domandarono a Pitagora cosa pensasse della vita umana. La vita umana rispose è come i giochi olimpici: alcuni vi mettono su le loro botteghe e non pensano che guadagnare; altri pensano ad acquistarvi la gloria combattendo; altri infine sono semplicemente degli spettatori.

PAROLA DI DIO: Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19

 

Vangelo Mt 11, 16-19

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "A chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto. E’ venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio. E’ venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere". Parola del Sign

 

“VI ABBIAMO SUONATO IL FLAUTO E NON AVETE BALLATO ABBIAMO CANTATO UN LAMENTO E NON AVETE PIANTO”

Potremmo definire questa piccola parabola di Gesù quella dei “mai contenti”. Sono molte le persone che appartengono a questa categoria: li colmi di attenzioni e dicono che li trascuri, cerchi loro di fare del bene e riescono sempre e solo a vedere ciò che loro manca. Anche con Dio qualche volta rischiamo di far parte di questa categoria: ci ha dato la vita e ne vediamo solo gli aspetti negativi, è provvidenza continua per noi e ci lamentiamo per le cose che ci mancano; ci ha donato suo Figlio e noi non sappiamo gioire della salvezza che ci ha portato; facciamo parte del suo popolo e sappiamo vedere solo le magagne della Chiesa. I “mai contenti” sono una razza deleteria: non sanno vedere il bello, gustare il buono, ringraziare per i doni e sono terribilmente contagiosi: spargono il virus del pessimismo, della tristezza, della non voglia di vivere. Quanto bene fa vedere un malato sereno, un anziano con un sorriso, un giovane felice di vivere!

 

 

SABATO 10 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Eulalia, martire; San Milziade, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE IL CORAGGIO DELLA TESTIMONIANZA.

 

HANNO DETTO: Gli uomini falsificano le banconote, le banconote falsificano gli uomini. (Karl Furkas)

SAGGEZZA POPOLARE: Se hai piantato un cardo, non aspettarti che nasca un gelsomino. (Prov. Arabo)

UN ANEDDOTO: Un monaco buddista vietnamita, Thich Nhat Hanh dà questo consiglio insolito: “La mattina, quando vi alzate fate un sorriso al vostro cuore, al vostro stomaco, ai vostri polmoni, al vostro fegato. Dopo tutto molto dipende da loro...”

PAROLA DI DIO: Sir 48,1-4.9-11; Sal 79; Mt 17,10-13

 

Vangelo Mt 17, 10-13

Dal vangelo secondo Matteo.

Nel discendere dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista. Parola del Signore

 

“ELIA È GIA' VENUTO E NON L'HANNO RICONOSCIUTO”

“Un uomo abbandona la vita mondana e si trasforma in eremita. Lontano dal centro delle decisioni politiche della sua epoca, trascorre diversi anni della propria vita tentando di preparare il cammino per il Messia. Si definisce come "Voce di uno che grida nel deserto".

In un primo momento, possiamo pensare che quell'uomo - Giovanni Battista - non abbia avuto alcuna influenza nella sua epoca. Ma la storia ci dimostra esattamente il contrario: la sua presenza fu fondamentale nella vita di Gesù. Quante volte ci sentiamo come delle voci che gridano nel deserto?

Le nostre parole sembrano perdersi nel vento, i nostri gesti apparentemente non destano alcuna reazione. Giovanni persistette. A noi tocca fare la stessa cosa. Le voci che gridano nel deserto sono quelle che scrivono la storia del loro tempo.” (Paulo Coelho)

 

 

DOMENICA 11 DICEMBRE: 3^DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Damaso, papa; San Daniele stilita

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO: Il ricco spesso non è altro che un pover'uomo con tanti soldi. (Howard Hugues)

SAGGEZZA POPOLARE: Appena scappato il coniglio, da tutti arriva consiglio.

UN ANEDDOTO: Diceva una volta Pio XI a uno dei suoi segretari: “Avrei da affidare a un Monsignore questo lavoro: a chi potrei darlo?”

Rispose il Segretario: «Ci sarebbe questo, che ha poco da fare; ci sarebbe quest’altro, ma ha molto fare...». E il Papa: “Dallo a quello che ha molto da fare: sono sicuro che lo farà.”

PAROLA DI DIO: Is 35,1-6a.8a.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11

 

Vangelo Mt 11, 2-11

Dal Vangelo secondo Matteo

Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?”. Gesù rispose: “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me”. Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. Egli è colui, del quale sta scritto: Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te. In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Parola del Signore

 

“SEI TU COLUI CHE DEVE VENIRE O DOBBIAMO ATTENDERNE UN ALTRO?”

Il Giovanni che incontriamo oggi è ben diverso da quello di domenica scorsa; là gridava, annunciava la venuta di un messia liberatore forte, qui Giovanni è masticato dalla vita, spazzato via dall'arroganza del potere, non grida più, solo aspetta la morte e si interroga: avrò visto giusto?

Avrò fatto bene?
Alzi la mano chi non l'ha mai pensato. Non mi sarò preso un abbaglio?

Non mi sarò sbagliato?

Siamo sinceri: ci vuole una sana dose d'incoscienza per credere, un bel po' di fegato per dire che il mondo e la vita hanno senso e che Dio regna; si ha davvero la percezione, nel nostro ambiente di essere dei pii idioti, dei sognatori anacronistici e illusi. Se qualcuno tra noi ha davvero orientato i suoi passi alla luce del Vangelo non può non attraversare momenti profondi di crisi: la malattia, la sofferenza, l'ostilità dei non credenti, il peso della propria fragilità e del proprio peccato scuotono nel profondo la nostra fede ci sono momenti in cui sinceramente, col cuore pieno, vorremmo dire: "mi sono sbagliato, devo aspettare un altro Salvatore".

La risposta che Gesù dà a Giovanni e a  noi è sconcertante e fantastica: "Guarda, Giovanni, guarda quello che accade". Gesù non rassicura Giovanni, lo aiuta a guardare in maniera diversa, a darsi una risposta da solo: i ciechi vedono, i muti parlano, i lebbrosi sono guariti. Guarda, Giovanni, guarda i segni della vittoria silenziosa della venuta del Messia. E noi questi segni li abbiamo visti?

Riusciamo ancora a vedere la forza dirompente del Vangelo?

Eppure anche oggi  nelle pieghe del nostro mondo corrotto e inquieto si possono vedere gesti di totale gratuità, vite consumate nel dono e nella speranza, squarci di fraternità in inferni di solitudine ed egoismo. Che sia questo il problema principale?

Una miopia interiore che ci impedisce di godere della nascosta e sottile presenza di Dio? Chissà.

 

 

LUNEDI'  12 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Memoria della Beata Vergine Maria di Guadalupe; Santa Giovanna Francesca di Chantal.

Una scheggia di preghiera:

 

TI VOGLIO ASCOLTARE COME DISCEPOLO CHE STA AI TUOI PIEDI.

 

HANNO DETTO:

Non c'è motivo di odiare il prossimo, se poi, sia io che lui, dobbiamo morire, Quindi è meglio passare il poco tempo che ci resta facendoci le carezze. (Gianni Vattimo)

SAGGEZZA POPOLARE:

La felicità è una scelta. L'accettare è una scelta. Il perdono è una scelta. La rabbia è una scelta. L'amore è una scelta. Il tempo: la tua scelta. (Prov. Zen)

UN ANEDDOTO: In un’udienza solenne il Sommo Pontefice Pio IX, che era spiritosissimo, chiese ad uno dei chierici presenti:— Quante sono le doti distintive della vera Chiesa di Cristo? — Quattro, Santità, — rispose immediatamente l’interpellato; — una, santa, cattolica ed apostolica. — Queste solo? — riprese il Papa. — Romana — aggiunse il chierico. — No, questa non è una delle doti distintive essenziali — continuò il Papa; e aggiunse: — Nessuno sa rispondermi? Ebbene, la dirò io, anzi la riporterò dal Vangelo: «perseguitata!» E aveva ragione, perché se hanno perseguitato Cristo, certamente perseguiteranno anche la sua Chiesa

PAROLA DI DIO: Nm 24,2-7.15-17b; Sal 24; Mt 21,23-27

 

Vangelo Mt 21, 23-27

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, entrato Gesù nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose: «Vi farò anch'io una domanda e se voi mi rispondete, vi dirò anche con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Ed essi riflettevano tra sé dicendo: «Se diciamo: "dal Cielo, ci risponderà: "perché dunque non gli avete creduto?''; se diciamo "dagli uomini, abbiamo timore della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo perciò a Gesù, dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore

 

CON QUALE AUTORITÀ FAI QUESTO? CHI TI HA DATO QUESTA AUTORITÀ?

Chi ha autorità resta spiazzato se qualcuno, pur non avendone è amato e rispettato. Gesù non ha nessun titolo per parlare, vero, verissimo: non ha studiato, è un falegname, la sua casa è Nazareth, ai confini dell'impero, distante dalla capitale Gerusalemme, non ha frequentato grandi scuole dei maestri ebraici.  Eppure la gente lo ama e lo rispetta e ne ammira l'autorevolezza. Gesù è credibile perché parla di cose che vive, non deve difendere dei privilegi, egli è autentico in ciò che fa', in ciò che dice. Alle volte restiamo attoniti e confusi dalle voci di chi ci sta intorno: voci  solo all'apparenza autorevoli ma che, alla resa dei conti, risultano illusorie, siamo stanchi dei troppi tuttologi e opinionisti che si vantano delle proprie idee e alzano la voce. Solo Gesù ha autorevolezza nel suo parlare, solo lui può dirci cose su Dio che nessuno, mai, avrebbe potuto immaginare. Smontiamo le nostre false sicurezze, smettiamola di pensare di essere i dominatori dell'universo: Dio non guarda il cuore altezzoso e superbo ma volge lo sguardo su chi ha un cuore in ricerca, un cuore che sperimenta il proprio limite e che perciò sa elemosinare.

 

 

MARTEDI'  13 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lucia; Sant’ Antioco.

Una scheggia di preghiera:

 

MISERICORDIOSO GESU', ABBI PIETA' DI NOI.

 

HANNO DETTO: Gli uomini, non avendo potuta guarire la morte, hanno deciso di non pensarci. (Blase Pascal)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi dice che non si può fare non dovrebbe interrompere la persona che lo sta facendo. (Prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: Petrarca raccontava un dialogo tra lui e un pazzo. Questi, veduti dei soldati in marcia, aveva chiesto al poeta: «Dove vanno?». «Alla guerra!» aveva risposto il Petrarca. «Ma osservò il pazzo — questa guerra dovrà pur un bel giorno terminare colla pace, sì o no?». «Certo!», replicò il poeta. «Ma allora — replicò il pazzo — perché non fare subito la pace, prima di cominciare la guerra?». «Io — concludeva malinconicamente il Petrarca — io la penso come quel pazzo!»

PAROLA DI DIO: Sof 3,1-2.9-13; Sal 33; Mt 21,28-32

 

Vangelo Mt 21,28-32

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. E’ venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli. Parola del Signore

 

“I PUBBLICANI E LE PROSTITUTE VI PASSANO AVANTI NEL REGNO DI DIO”.

Queste parole di Gesù possono colpirci come uno schiaffo o essere parole di consolazione, incoraggiamento e amore. Sono uno schiaffo se noi pensiamo di essere sufficientemente buoni da “meritarci il paradiso” e da arrogarci il compito di essere giudici degli altri uomini. Se è così, questo schiaffo può ridimensionarci. Ma possono essere parole che incoraggiano se scopriamo di aver bisogno di misericordia. “Anche se i tuoi peccati fossero rossi come lo scarlatto diventeranno bianchi come la neve” prometteva la Bibbia, e nel Vangelo scopriamo che i migliori amici di Gesù sono i peccatori da Lui perdonati. Forse, chi ha toccato il fondo nel disprezzo di sè, ha un coraggio più motivato per risalire alla libertà, che non chi si è adeguato pigramente nella mediocrità.

 

 

MERCOLEDI' 14 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni della Croce; San Pompeo vescovo; Sant’Agnello abate.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI PRESTO, SIGNORE GESU'.

 

HANNO DETTO: Amore e gioia o son gemelli, o si sono generati a vicenda. (William Hazlitt)

SAGGEZZA POPOLARE: Se incontrerai qualcuno persuaso di saper tutto e di essere capace di fare tutto, non potrai sbagliare, costui è un imbecille. (Saggezza Cinese)

UN ANEDDOTO: Blaise Pascal, nella sua Prière pour demander à Dieu le bon usage des maladies, scriveva: «lo non vi domando né salute, né malattia, né vita, né morte, ma che voi disponiate della mia salute e della mia malattia, della mia vita e della mia morte, per la vostra gloria, per la mia salvezza e per l’utilità della chiesa”.

PAROLA DI DIO: Is 45,6b-8.18.21b-25; Sal 84; Lc 7,19-23

 

Vangelo Lc 7, 19-23

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Giovanni chiamò due dei suoi discepoli e li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!». Parola del Signore

 

“GIOVANNI MANDÒ DUE DISCEPOLI A DIRE AL SIGNORE: SEI TU COLUI CHE VIENE O DOBBIAMO ASPETTARE UN ALTRO?”.

In tutte le religioni di ieri e di oggi è sempre viva l’attesa di un Salvatore che deve venire. Queste attese assumono aspetti diversi: l’attesa di un Messia, di un liberatore umano, l’attesa di un giudice severo, l’attesa di un compimento. Giovanni Battista manda a chiedere a Gesù: “Sei tu il Messia o dobbiamo attenderne un altro?”.

Oggi, nel nostro mondo ci sono almeno 5 persone che dicono di essere il messia, ci sono migliaia che attendono imminente la fine del mondo con la venuta del giudice finale. Noi cristiani “dobbiamo attendere un altro?”

Gesù risponde: “Andate e riferite ciò che avete visto e udito” e fa un elenco di ciechi, storpi, poveri guariti. Per sapere se Gesù è il Cristo, bisogna vederne gli effetti, non c’è bisogno di definizioni. E ancora oggi, per dimostrare che Cristo è l’unico Messia e Salvatore, i cristiani sono chiamati a testimoniare con gli stessi segni di liberazione, di gioia, di speranza.

 

 

GIOVEDI' 15 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Cristiana; Sant’Adalbertone.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, MOSTRACI IL PADRE E CI BASTA.

 

HANNO DETTO: La felicità è un profumo che non puoi donare agli altri senza che qualche goccia non cada su di te. (R. W. Emerson)

SAGGEZZA POPOLARE: Volta il viso verso il sole e le ombre cadranno dietro di te. (Prov. Maori)

UN ANEDDOTO: Una volta chiesero al famoso pilota di formula uno Tazio Nuvolari se avesse paura quando saliva sul suo bolide all’inizio della gara. “Mi dica un po’ – rispose Nuvolari – lei crede che morirà nel suo letto?”

“Sì”. “E allora, dove trova il coraggio tutte le sere di infilarsi tra le lenzuola?”

PAROLA DI DIO: Is 54,1-10; Sal 29; Lc 7,24-30

 

Vangelo Lc 7,24-30

Dal Vangelo secondo Luca

Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire alla folla riguardo a Giovanni: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:Ecco io mando davanti a te il mio messaggero, egli preparerà la via davanti a te. Io vi dico, tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni. Ma i farisei e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui hanno reso vano per loro il disegno di Dio. Parola del Signore

 

“CHE COSA SIETE ANDATI A VEDERE NEL DESERTO?”.

“Padre, deve venirci anche lei!

Siamo in tanti, ci sono anche tanti sacerdoti e tantissime suore. Sà, quell’uomo fa veramente miracoli!”. Oggi nel deserto della vita e dei valori, furoreggiano personaggi che “compiono miracoli”, gruppi che alzando le mani gridano forte i loro “Amen” e i loro “Alleluia”, che radunano nuove masse. Sarà vero, guai a noi se spegnessimo lo Spirito che soffia dove vuole ma con Gesù per distinguere la verità dal fenomeno da baraccone, chiediamoci: chi andiamo a vedere?

Qualcuno che ci indica la strada verso Gesù?

Qualcuno che non pensa a se stesso, alle sue morbide vesti?

Qualcuno che segue la Parola o le mode del tempo?

Qualcuno che si lascia piegare dal vento o dalle sottili trame del potere?

Giovanni grida nel deserto di Giuda e nella città del potere di Erode, degli scribi e dei farisei. Giovanni testimonia con la sua vita. Giovanni non parla di sè, è “voce”. Giovanni non fonda una nuova setta di intransigenti, ma porta a Gesù.

 

 

VENERDI' 16 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Adelaide, regina; Sant’Adone da Vienne; Santa Albina martire.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE.

 

HANNO DETTO: L'acqua della sofferenza è come quella del mare: elevandosi al cielo perde la sua amarezza. (Padre Mariano)

SAGGEZZA POPOLARE: A fuoco è andato il granaio. Ora posso ammirare la luna. (Prov. Zen)

UN ANEDDOTO: Michelangelo fu un genio anche nell’interpretare la Scrittura: dovendo dipingere nelle lunette della Cappella Sistina personaggi della genealogia di Cristo vi mise anche delle donne come risulta dai testi ma che non erano mai state utilizzate ad esclusione di Maria.

PAROLA DI DIO: Is 56,1-3a.6-8; Sal 66; Gv 5,33-36

 

Vangelo Gv 5,33-36

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai giudei: “Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato”. Parola del Signore

 

“GIOVANNI ERA UNA LAMPADA CHE AR­DE E RISPLENDE, E VOI AVETE VOLU­TO SOLO PER UN MOMENTO RALLEGRARVI ALLA SUA LUCE”.

Può essere il rimprovero che anche noi ci facciamo quando pensiamo a tante persone che hanno popolato il nostro passato. Gesù rimprovera coloro che hanno ascoltato il Battista, si sono riscaldati e illuminati alla sua luce, poi sono ritornati alla loro mediocrità, al loro grigiore. Noi ci rimproveriamo di non aver vissuto più intensamente le nostre amicizie e i nostri affetti, ci rammarichiamo per parole non dette, per gesti non compiuti. Molte persone sono state una “luce” nella nostra vita e noi ce ne siamo rallegrati “solo per poco”. Gesù è una luce maggiore di quella di Giovanni. Vedete, dice il Signore, di non perdere anche questa. La fretta, la superficialità ci hanno impedito di cogliere a fondo le luci che si sono accese nella nostra vita. Che non ci accada di perdere anche “la luce vera, quella che illumina ogni uomo”. E’ la luce di cui dovremmo avere sempre una brama insaziata.

 

 

SABATO 17 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lazzaro; San Floriano.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTO IL NOME DI GESU', VERO DIO E VERO UOMO.

 

HANNO DETTO: La gioventù cerca un cuore che comprenda prima ancora che una luce che illumini. (S. Giovanni XXIII Papa)

SAGGEZZA POPOLARE: Ogni gioia è destinata a chi è in cuore contento. Per chi porta il copricapo, il cielo è fatto di ombra. (Prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: Un giorno Pietro Mascagni, l’autore di «Cavalleria rusticana», era frammisto alla folla esultante ed orante nel Santuario di Montenero sopra Livorno. Un Padre vallombrosano, Alberto Parenti, che aveva abbastanza in confidenza il celebre Maestro, gli disse in termini sicuri: «Mi congratulo, Eccellenza, del suo ritorno alla fede». Mascagni levò su di lui la sua faccia aperta e leale: «Ritorno?

Ma io non mi sono allontanato mai!

Vuoi vedere?».

Mise la mano in un taschino del panciotto, ne estrasse la corona del Rosario.

PAROLA DI DIO: Gn. 49,2.8-10; Sal. 71; Mt. 1,1-17

 

Vangelo Mt 1, 1-17

Dal vangelo secondo Matteo.

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.

Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici. Parola del Signore

 

“GENEALOGIA DI GESÙ CRISTO FIGLIO DI DAVIDE, FIGLIO DI ABRAMO.”

Matteo, attraverso un lungo elenco di nomi, vuole condurci a scoprire la centralità di Gesù, "figlio di Davide, figlio di Abramo". Egli ha scritto il suo Vangelo per una comunità composta da persone provenienti sia dall'ebraismo che dal paganesimo. Con i due titoli dati a Gesù, "figlio di Davide" e "figlio di Abramo", vuole spiegare ai due gruppi che Gesù è il compimento della promessa di Dio per entrambi. La tavola genealogica traversa la storia di Israele sino a giungere a "Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato Cristo". Gesù non vive al di fuori della storia, ne è anzi il compimento. In lui tutte le generazioni trovano conforto e salvezza; non appartiene a una sola cultura, o a una razza o a una sola civiltà. Non a caso nella lista genealogica entrano anche alcune donne pagane, come Racab e Rut, oppure donne che sono macchiate di colpa come Tamar e la moglie di Uria. Gesù è il "re" d'Israele e di tutti i popoli, è colui che salva e redime, è il culmine della storia. In quell'elenco perciò possiamo inserire anche i nostri nomi e quelli dei nostri cari o di chi incontriamo. Il Signore Iddio ha scelto di camminare con noi: Gesù è davvero l'Emmanuele, Dio con noi.

 

 

DOMENICA18 DICEMBRE: 4^ DOMENICA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Graziano, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, MI FIDO DI TE.

 

HANNO DETTO: Nel matrimonio cristiano perdonare non significa mettere una pietra sopra, significa imparare a guardare l'altro con gli occhi di Dio. (Padre Muraro)

SAGGEZZA POPOLARE: Non c'è uomo, per basso che sia, che non faccia la sua ombra.

UN ANEDDOTO: Il grande scrittore spagnolo Lope de Vega giaceva sul letto di morte. La sua vita gli scorreva davanti agli occhi come in un film. Aveva ottenuto molti successi e molti applausi. Aveva entusiasmato le folle con centinaia di spettacoli. Aveva vissuto solo per il successo: ora, arrivato alla fine della vita, non poteva dunque sentirsi contento e soddisfatto?

All’approssimarsi della sua ultima ora, cominciava a vedere le cose sotto una nuova luce, Il suo medico curante gli disse: “lei sì che può morire tranquillo. Il mondo non la dimenticherà mai. Sarà annoverato tra i grandi della storia”. “Caro dottore”, rispose il moribondo, “ora finalmente capisco una cosa: davanti a Dio è grande solo chi ha un grande cuore. Darei tutti gli applausi che ho avuto nella vita in cambio di una buona opera in più»

PAROLA DI DIO: Is. 7,10-14; Sal. 23; Rom. 1,1-7; Mt. 1,18-24

 

Vangelo Mt 1, 18-24

Dal Vangelo secondo Matteo

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore

 

“GIUSEPPE SUO SPOSO, CHE ERA GIUSTO E NON VOLEVA RIPUDIARLA, DECISE DI LICENZIARLA IN SEGRETO”

Di Giuseppe sappiamo ben poco, la sua figura resta come nascosta dietro quella molto più imponente di Maria, sua amata sposa. Eppure ciò che Matteo ci dice in pochi versetti è sorprendente. Maria e Giuseppe sono fidanzati, promessi sposi: potevano benissimo avere bambini e l'unico che sapeva che questo bambino non era suo era proprio Giuseppe il quale, seguendo la legge, avrebbe dovuto denunciare Maria la cui sorte sarebbe stata la lapidazione. Ma Giuseppe – osiamo immaginarci il suo dubbio, il suo tormento? – trova una soluzione: scioglierà la promessa, salvando Maria. Giuseppe è mite e giusto, non si arrende all'evidenza, mette a tacere tutti i terribili pensieri di tradimento e vendetta che gli abitano il cuore. Durante la notte un angelo gli dona la spiegazione di ciò che sta accadendo: Dio ha scelto per sé Maria, Giuseppe, costernato si alza e che fa?

Da retta al sogno e prende con se Maria. Grazie, amico Giuseppe, perché hai creduto al Dio dell'impossibile, perché hai accettato di farti buttare per aria la vita da Dio, perché ci hai creduto, sul serio, che il Dio della promessa potesse servirsi della tua amata Maria per entrare nella storia. Rendici capaci di sognare, di lasciare che Dio ci cambi la vita se serve a salvare l'umanità, e continua tu a vegliare sulla Chiesa.

 

 

LUNEDI' 19 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Dario martire; Santa Fausta martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, FAI FIORIRE LA MIA STERILITA'.

 

HANNO DETTO: Accogliere Cristo significa sapere che rimarrà con noi in ogni situazione. Sempre. (Fr. Roger di Taizet)

SAGGEZZA POPOLARE: Non importa dove si muore: tutti i punti della terra sono equidistanti dal cielo.

UN ANEDDOTO: Si racconta che quando venne eletto Papa Leone XI, nel 1605, il cerimoniere che lo aiutava a rivestire i sacri paramenti, voleva slegargli lo scapolare di Maria. “Fermati, gli disse il Papa, lasciami Maria perché Maria non lasci me!”.

PAROLA DI DIO: Gdc.13,2-7.24-25; Sal. 70; Lc. 1,5-25

 

Vangelo Lc 1, 5-25

Dal vangelo secondo Luca.

Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta. Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l'usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l'offerta dell'incenso. Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso. Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccaria disse all'angelo: «Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni». L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini». Parola del Signore

 

NON AVEVANO FIGLI PERCHÈ ELISABETTA ERA STERILE E TUTTI E DUE ERANO AVANTI NEGLI ANNI.

Oggi ti trovi davanti ai casi più opposti: dalla coppia che cerca di avere un figlio in tutte le maniere e si arriva addirittura a far nascere il figlio di una nell'utero di un'altra, a chi con molta facilità dei figli se ne libera come se fossero un pacchetto indesiderato che si butta nell'immondizie. Che Dio scelga due anziani per far nascere il Battista a me sembra che oltre agli altri significati biblici stia a significare l'amore di Dio per la vita. Anche da ciò che è sterile può nascere la vita. Bisogna però aver fiducia. Non devo mai dire: "Il mio cuore è fatto cosi..., non sarò mai capace di amare... sono vecchio..." Renditi disponibile a Dio, lasciati lavorare da Lui, fidati del suo amore e anche se fossi un ramo secco, un peccatore incallito nell'abitudine e nel male, Dio potrà far fiorire il tuo cuore: basta un po' d'acqua e anche il deserto diventa un prato lussureggiante.

 

 

MARTEDI' 20 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Liberato, martire; San Zefirino, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

AVE, O MARIA.

 

HANNO DETTO: Qualunque sia la tua religione, cerca di esigere che essa aiuti ad unire gli uomini anziché separarli. (Helder Camara)

SAGGEZZA POPOLARE: Nella prima metà della vita l'uomo spreca la salute per fare quattrini e nella seconda metà spreca i quattrini per fare salute.

UN ANEDDOTO: Siamo nella cittadella di Weissberg, nell’anno 1140. L’imperatore Corrado III l’assedia e costringe alla resa i Guelfi, capitanati dal Duca di Wutterberg. Prima di appiccare l’incendio e iniziare il massacro, concede: — Donne e bambini possono uscire dalla città e possono portare con sé quanto ci sta sulle loro spalle. La duchessa per prima si carica sulle spalle il Duca; le altre donne si caricano sulle spalle fidanzati e mariti. Di fronte a simile sorpresa di vero amore l’Imperatore, contro il parere dei suoi ministri, rispetta la parola data.

PAROLA DI DIO: Is. 7,10-14; Sal. 23; Lc. 1,26-38

 

Vangelo Lc 1, 26-38

Dal vangelo secondo Luca.

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. Parola del Signore

 

“L'ANGELO GABRIELE FU MANDATO DA DIO IN UNA CITTÀ DELLA GALILEA, CHIAMATA NAZARET, AD UNA VERGINE CHE SI CHIAMAVA MARIA”.

Ieri meditavamo sull’annunciazione a Zaccaria che avviene nella solennità del Tempio, durante una liturgia sacra, oggi siamo in tutt’altro contesto: un paesino sconosciuto e disprezzato della Galilea, una casa umile, una fanciulla oscura e inesperta. Ma questa ragazza di fronte al Dio che entra improvvisamente nella sua vita si rivela capace della cosa fondamentale: l’accoglienza. No: non è Lei che entra nel mondo di Dio. Fa qualcosa di più e di meglio. Permette che Dio entri nel mondo, nella sua esistenza e sconvolga tutto, senza opporre resistenze. E l’avvenimento sensazionale scaturisce in un contesto di estrema semplicità, di silenzio, di oscurità. C’è una zona di mistero, sottratta alla curiosità dei più, all’informazione dei dotti, all’influenza dei potenti, in cui si consuma un evento decisivo. Questa è la strada che Gesù cerca per incarnarsi, anche nella tua vita.

 

 

MERCOLEDI' 21 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Canisio; San Temistocle, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, NON SO, NON VEDO, MA CREDO.

 

HANNO DETTO: Il mondo è diventato tanto povero da non poter più riconoscere la mancanza di Dio come mancanza. (M. Heidegger)

SAGGEZZA POPOLARE: Fiume pacifico ha sponde fiorite.

UN ANEDDOTO: Quando il primo concerto di Brahms fu accolto male, il compositore scrisse ad un amico: “Penso onestamente che sia la cosa migliore che poteva capitarmi. Mi costringe a darmi da fare e rafforzare il mio coraggio”.

PAROLA DI DIO: Ct.2,8-14, opp. Sof. 3,14-18; Sal. 32; Lc. 1,39-45

 

Vangelo Lc 1, 39-45

Dal vangelo secondo Luca.

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore». Parola del Signore

 

“E BEATA COLEI CHE HA CREDUTO NELL'ADEMPIMENTO DELLE PAROLE DEL SIGNORE”.

Con queste parole, Elisabetta tocca l'essenza della personalità di Maria: "Ha creduto". La sua capacità di accogliere la Parola con piena adesione di fede costituisce la sua vera grandezza. La presenza dell'Angelo ha reso forse più facile pronunciare il "sì", ma quando tutto è tornato nella normalità del quotidiano, l'oscurità si è fatta più fitta. È rimasto, solo sostegno, la fede. E Maria ha continuato a ripetere il suo "sì", che la sottraeva perfino all'intimità della casa, per metterla sulla strada dei fratelli. Luca ce la presenta subito in cammino, mentre muove frettolosa i passi verso la casa della vecchia cugina che era incinta. La vita nuova che cresceva nel seno di Maria, non era una realtà da tenere solo per se, ma da condividere. Dio la chiama ad andare, a credere anche nella gravidanza miracolosa della cugina. E Maria ripete il suo "sì", espressione di una fede semplice e schietta. In tempi in cui siamo così portati a dubitare, a vacillare, l'esempio di Maria e di Elisabetta indica una via diversa, una via di fiducia piena in Dio, nella sua Parola, nella sua azione dentro la vita di ognuno di noi. Quante volte nel Vangelo, Gesù chiede che abbiamo fede, assicurando che tutto è possibile se crediamo! Prendiamolo alla lettera. Dio vuol salvarci dal non-senso, dall'ansietà, dalla depressione, dalla tristezza. In cambio ci da' se stesso.

 

 

GIOVEDI' 22 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Flaviano; Santa Francesca Cabrini.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI IL DIO DELLA MIA GIOIA.

 

HANNO DETTO: Se si perde il rispetto per una sola particella di vita, l'uomo perde il rispetto per l'intera vita. (A. Schweitzer)

SAGGEZZA POPOLARE: Figli piccoli, mal di testa; figli grandi mal di cuore. (Prov. Olandese)

UN ANEDDOTO: Policrate, tiranno di Samo, regalò ad Anacreonte quattro talenti. Il poeta passò due notti insonni a pensare che cosa potesse fare con quella somma, e il mattino dopo rimandò i talenti a Policrate, facendogli dire: "Il dono è ricco, ma il sonno vale assai di più".

PAROLA DI DIO: 1Sam 1,24-28; Salmo da 1Sam.2; Lc. 1,46-55

 

Vangelo Lc 1, 46-55

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre". Parola del Signore

 

“IL MIO SPIRITO ESULTA IN DIO”.

Ricolma del favore di Dio e della sua presenza, Maria scopre l’autenticità della gioia.

La gioia è la condizione giusta dell’uomo. Noi la ricerchiamo spasmodicamente. Pensiamo a volte di trovarla ma poi subito ci sfugge. Ci dichiariamo felici d’un paio di scarpe nuove, di una situazione favorevole, di una persona che ci ama: sono cose belle, non da disprezzare, possono darci annunci di gioia ma non sono ancora la pienezza della gioia. Solo Dio, con la sua pienezza è la vera gioia. Maria ci insegna questo segreto: con Dio e in Dio tutto diventa gioia, perfino le cose più difficili, perfino la sofferenza. Puoi perdere tutto, ma se non perdi Lui, in Lui ritrovi tutto ma soprattutto ritrovi la gioia vera, quella che durerà in eterno.

 

 

VENERDI' 23 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Servolo; San Giovanni da Kety; Sant’ Ivo da Chartres.

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE PER NOI.

 

HANNO DETTO: Quando una porta della felicità si chiude, se ne apre un'altra; ma tante volte guardiamo così a lungo quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi. (Coelho)

SAGGEZZA POPOLARE: È meglio soffrire per la verità che essere consolati con la menzogna.

UN ANEDDOTO: Il diavolo apparve un giorno a un santo intento a pregare nel deserto. Era molto arrabbiato, aveva perfino una frusta per picchiare il santo. Gli disse: — Tutto quello che fai tu lo posso fare anch’io. Tu digiuni e io non mangio mai; tu sei spirituale, io ancora di più; tu fai miracoli, anch’io. Allora il santo chiese al diavolo: — Perché dunque tu non sei felice come me?

— Perché tu puoi fare una cosa — rispose il tentatore — che io non posso fare! — Qual è?

— Umiliarmi, mettermi senza superbia all’ultimo posto!

— rispose sommamente adirato. Quindi disparve.

PAROLA DI DIO: Ml.3,1-4.23-24; Sal.24;Lc. 1,57-66

 

Vangelo Lc 1, 57-66

Dal vangelo secondo Luca.

In quei giorni, per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui. Parola del Signore

 

“IN QUEL TEMPO PER ELISABETTA SI COMPI’ IL TEMPO DEL PARTO E DIEDE ALLA LUCE UN FIGLIO”.

Ci troviamo davanti ad una prima nascita miracolosa. Una donna anziana, fuori del suo tempo di fertilità concepisce e partorisce un figlio. Certamente al di là del racconto del fatto, qui c’è tutto un simbolismo. L’Antica Alleanza tra Dio ed Israele, a suo tempo aveva dato frutti grandiosi: Abramo, Mosé, la liberazione, la legge, Davide, i Profeti ma ora questa pianta è diventata vecchia, sta per cedere il suo posto al nuovo “Virgulto di Iesse” e prima di lasciare spazio alla nuova Alleanza dà il suo ultimo frutto, il più bello: Giovanni Battista, l’ultimo grande profeta dell’Antico Testamento e il precursore del Figlio di Dio. Giovanni e Gesù non solo sono legati da parentela umana ma, pur essendo ben diversi hanno molte caratteristiche in comune: entrambi sono dono di Dio, la loro nascita è fonte di gioia per molti, la gente per entrambi si chiede: “Che cos’è mai questo?” Essi si sono incontrati ancor prima di nascere e sono stati gioia uno per l’altro. Si incontreranno ancora e il frutto della vecchia pianta indicherà il nuovo frutto chiamandolo “l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo” e uno anticiperà l’Altro nel dono totale di se stesso per fedeltà a Dio e agli uomini. Anche noi contemplando e rivivendo queste scene dovremmo ‘meravigliarci’ e gioire al vedere la fedeltà di Dio che fa nascere simili frutti anche da una pianta avvizzita, e che non si ferma nei suoi progetti di amore nei nostri confronti ma, servendosi del ‘sì’ di una anziana e di quello di una giovane dona se stesso, la sua parola, il suo Figlio a noi, povera umanità che Egli ama.

 

 

SABATO 24 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Delfino, vescovo; Santa Erminia, monaca; Santa Adele, monaca.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTO IL SIGNORE, NOSTRO DIO.

 

HANNO DETTO: Una delle regole fondamentali per il discernimento degli spiriti potrebbe essere dunque la seguente: dove manca la gioia, dove l'umorismo muore, qui non c'è nemmeno lo Spirito Santo, lo Spirito di Gesù Cristo. (Benedetto XVI)

SAGGEZZA POPOLARE: Semina affetto nel giardino del tuo fratello e lo vedrai fiorire nel tuo.

UN ANEDDOTO: «Si racconta di un vecchio artista italiano che aveva perso in parte la sua capacità. Una sera era seduto scoraggiato davanti a un quadro che aveva appena terminato. Si rendeva conto che aveva perduto in parte il suo tocco. La tela non sprizzava di vita come un tempo, ed egli se ne andò tristemente a dormire. In seguito il figlio, artista anche lui, esaminò l’opera del padre, e anch’egli ne notò la manchevolezza. Prendendo la tavolozza, lavorò fino a notte fonda, aggiungendo un piccolo tocco qui, una macchia lì, un po’ di colore da un lato, e un’ombra dall’altro. Egli lavorò finché il dipinto non soddisfece quello che suo padre aveva immaginato. Venne il mattino, e quando il padre entrò nello studio, fu pienamente felice di fronte alla tela perfetta ed esclamò: «Ho lavorato meglio di quanto credessi». Un giorno, anche noi guarderemo la tela delle nostre vite, e per il tocco di Gesù su di esse, anche noi daremo a Dio il disegno del Padre. Scopriremo che la sua intelligenza amorevole ha trasformato le macchie e i difetti in bellezza. E il Padre non guarderà tanto alla nostra opera, quanto a ciò che è stato compiuto da Gesù, e vedrà il quadro ormai portato a termine.

PAROLA DI DIO: 2Sam 7,1-5.8-11.16; Sal. 88; Lc. 1,67-79

 

Vangelo Lc 1, 67-79

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Zaccaria, padre di Giovanni, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo: "Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace". Parola del Signore

 

“ZACCARIA, PADRE DI GIOVANNI, FU PIENO DI SPIRITO SANTO”

“Giovanni è il suo nome”. Ha obbedito, questa volta, Zaccaria, non ha tentennato come al tempio, quando ha dubitato della nascita di suo figlio data la sua età avanzata. Non ha opposto obiezioni normali e scontate: l'angelo non aveva gradito quel suo lieve tentennamento e lo aveva costretto al forzoso silenzio per nove mesi. Ora il bambino del prodigio è nato, e Zaccaria ha imparato la lezione, non esita, accondiscende al progetto di Dio. E la sua lingua si scioglie, infine.  Solo quando ci affidiamo al Signore con verità e passione possiamo dire le parole di Dio, cogliere, nella nostra vita, i riflessi della sua presenza. È un fiume, ora, Zaccaria, benedice il Signore, lo loda, lo esalta. Il ritiro forzoso gli ha fatto decisamente bene! 

Questa sera il Signore ancora chiederà accoglienza nelle nostre vite, chiederà di nascere in mezzo a noi, di fare del nostro cuore la sua mangiatoia. Col cuore gonfio di attesa o ingombro di dolore e di delusione, il Signore chiede ospitalità, per fare, ognuno di noi, esperienza di quanto egli possa colmare il nostro cuore e suscitare una salvezza potente.

 

 

DOMENICA  25 DICEMBRE: NATALE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi:Santa Anastasia, vergine; Santa Eugenia, martire; San Pietro Nolasco.

Una scheggia di preghiera:

 

TI ADORO, AMORE FATTO UOMO PER NOI.

 

HANNO DETTO: Se abbiamo orecchie che ascoltino, Dio ci parla nella nostra lingua, qualunque essa sia. (K. Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Offro un dattero al povero per gustarne il vero sapore. (Prov. Arabo)

UN ANEDDOTO: Un giorno nel verde parco davanti a casa mia si fermò un personaggio straordinario: era senz’altro un santo, ma sembrava Dio!

Passò ore e ore a giocare con i fanciulli: a rincorrersi, a nascondersi e a far capriole. Finalmente mia mamma disse anche a me: — Va’ pure anche tu da lui. Egli mi accolse con gioia e mi chiese: — Cosa vuoi fare, amico mio?

Io risposi: — Giocare!

A me piace tanto giocare. Allora egli: — Ebbene, su, gioca con Dio!

E dopo una capriola con lui, guardandomi, aggiunse: — Sai qual è la cosa più bella del mondo?

E’ saper giocare con Dio!

Tutti prendono talmente sul serio Dio, che lo hanno reso la persona più noiosa e severa del mondo. Gioca con Dio, figlio, perché Dio ha una gran voglia di giocare con te! (JALEDINE RUMI)

PAROLA DI DIO: Messa del giorno: Is. 52,7-10; Sal. 97; Eb. 1,1-6; Gv. 1,1-18

 

Vangelo Gv 1, 1-18

Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. Parola del Signore

 

“VENIVA NEL MONDO LA LUCE VERA, QUELLA CHE ILLUMINA OGNI UOMO”.

Ci lasciamo guidare in questo Natale da Mons. Antonio Riboldi:

Deve essere stato per un'impazienza non più sopportabile che un giorno Dio Padre, fissando lo sguardo sugli uomini che si erano fatti curvi per la schiavitù, con dentro il cuore la siccità disperata del deserto, proprio come orfani destinati a non conoscere amore, disse dentro di Sé: "Basta!"

Con braccio potente raccolse tutte le stelle piccole e grandi che sono nel firmamento e con esse scrisse queste parole agli uomini: "VI AMO!" a lettere così grandi che occuparono tutto il cielo e tutti gli uomini le potessero leggere: tutti, proprio tutti. Per la grande pietà o per il grande amore che gli riempivano il cuore, nello scrivere "Vi amo" cadde dagli occhi di Dio una lacrima che scivolò sulle stelle bagnandole tutte e facendole splendere di più e dalle stelle la lacrima andò a posarsi su una mangiatoia a Betlemme e si chiamò quel giorno Natale di Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine. Quella lacrima schizzò sugli occhi spenti degli uomini e questi finalmente guardarono in su e lessero: "VI AMO". Scoppiò una gran gioia e si cantò pace nel cuore di tanti. Ancora oggi gli uomini sono stanchi, soli ed aridi fino ad uno smarrimento ed un'angoscia che avvolge tutta di una coltre di tristezza che nasconde tanto il cielo da disperare che esista ancora. Ma a Natale, ogni Natale, le stelle obbedienti si allineano per riscrivere: "VI AMO". E torna a piovere sulla terra una lacrima di tenerezza del Padre: una lacrima che cerca ancora gli occhi spenti degli uomini per posarsi in loro come in "nuova mangiatoia di Gesù", perché il mondo sia un irrefrenabile scroscio di sorrisi. Io a Natale apro gli occhi in su perché voglio riempirmi gli occhi di quella lacrima e piangendo di gioia come Maria. prego: «Guarda, Signore, me e tutti i miei amici che sono la più grande cesta, la stupenda immensa cesta, che porto sulle spalle: esaudisci, Signore, ridonati a noi perché ne abbiamo bene: senza di Te, stiamo male, ma tanto male. Insegnaci a cercarti e Tu mostrati quando Ti cerchiamo.

 

 

LUNEDI' 26 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano, martire; San Zosimo, papa; S. Evaristo di Costantinopoli.

Una scheggia di preghiera:

NELLE TUE MANI E' LA MIA VITA, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: In una vita intera non esiste cosa più importante da fare che chinarsi perchè un altro possa rialzarsi cingendoti il collo. (L. Pintor)

SAGGEZZA POPOLARE: Dei vostri amici parlate solo bene; dei nemici non parlate proprio. (Anonimo)

UN ANEDDOTO: Tanto tempo fa tutti i bambini vivevano nel Paradiso. Un giorno Dio disse loro: — La terra è vuota e triste ed io ho pensato di mandare voi a popolarla. Un gruppo di bambini disse: — Noi vorremmo portare la musica del Paradiso. E Dio creò gli uccelli. Un altro gruppo disse: Noi vorremmo portare i colori del Paradiso. E Dio creò i fiori. Altri bambini dissero: Noi vorremmo il cielo del Paradiso sulla terra. E Dio creò il mare. Un bambino piccolo e timido disse: — Io vorrei vicino a me qualcuno che mi aiuti a camminare nella vita. E Dio creò la mamma. E Cristo fondò la Chiesa. - (TEWELDE ARAIA).

PAROLA DI DIO: At. 6,8-10;7,54-60; Sal. 30; Mt. 10,17-22

 

Vangelo Mt 10, 17-22

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato". Parola del Signore

 

“E SARETE ODIATI DA TUTTI A CAUSA DEL MIO NOME”

La liturgia odierna sembra distogliere l'attenzione dal Natale per concentrarla su Santo Stefano, il primo martire che testimonia la verità della persona di Gesù, il vero Messia annunciato dai profeti. Si ha l'impressione che il fatto ci voglia suggerire che non basta contemplare Gesù nel suo presepe, è necessario testimoniarlo con le opere fino alla effusione del sangue per affermare dinanzi al mondo che quanto crediamo, è pura realtà e non invenzioni umane. Santo Stefano è un diacono, uno dei sette scelti dalla comunità, incaricato dagli Apostoli a occuparsi dei poveri, distribuendo loro quanto la carità dei più abbienti offrivano nella loro generosità. Stefano, come gli altri Diaconi, diventa subito evangelizzatore. Egli arde dal desiderio di comunicare la propria fede nella divinità di Gesù ai suoi connazionali, a Gerusalemme. Ma contro di lui si leva una folla inviperita perché non può controbattere i suoi argomenti. Ed è proprio durante questa disputa che gli si presentano i cieli aperti e vede Gesù, rinnegato e condannato dai capi, assiso alla destra del Padre. Dinanzi a questa affermazione, i suoi nemici si stracciano le vesti in segno di orrore, come se avesse detto una bestemmia, lo trascinano fuori della città e lo lapidano. Stefano muore perdonando i suoi nemici come Gesù e come Lui sulla croce offrì la vita eterna al buon ladrone, così la morte di Stefano genererà alla fede il grande apostolo Saulo, poi Paolo, che era tra i suoi nemici, addetto a custodire i mantelli dei lapidatori, non potendovi prendere parte per la giovane età. Così Stefano con la sua testimonianza fino al martirio attua e conferma quanto il Signore Gesù ci dice nel brano del vangelo. Ci doni Santo Stefano la franchezza nella professione della nostra fede, senza lasciarci vincere da rispetto umano, da vergogna o paura.

 

 

MARTEDI' 27 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi:San Giovanni Apostolo ed Evangelista; Santa Fabiola di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE.

 

HANNO DETTO: «Cammina attraverso l'uomo e giungerai a Dio». (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Dio solo basta a se stesso, ma egli preferisce contare su di te.

UN ANEDDOTO: Il celebre geologo francese Pierre Termier aveva un figlio di quattordici anni che, tornando lieto da scuola, infilò l’ascensore; la macchina ebbe un guasto e precipitò: il ragazzo rimase morto sul colpo. La madre ne era disperata e non riusciva a rassegnarsi. Termier l’abbracciò e le disse: «Credi pure, mia povera donna, che se il Signore ci domanda un sacrificio come questo, non è per il piacere di farci soffrire, ma per la felicità del nostro figliolo. Sento che dobbiamo amare ancor più Iddio»

PAROLA DI DIO: 1Gv. 1,1-4; Sal 96; Gv. 20,2-8

 

Vangelo Gv 20, 2-8

Dal Vangelo secondo Giovanni

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Magdala corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!". Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Parola del Signore

 

USCÌ ALLORA SIMON PIETRO INSIEME ALL'ALTRO DISCEPOLO, E SI RECARONO AL SEPOLCRO. CORREVANO INSIEME TUTTI E DUE

Nella corsa del discepolo che Gesù amava è simboleggiata tutta la nostra fede. Il cammino della fede è una corsa, quasi un volare verso Colui che è il nostro amore, la nostra vita, il nostro tutto. Gesù per Giovanni non è una verità, una dottrina, una morale nuova, un percorso di vita alternativo e diverso da quello svolto prima di incontrare il Signore. Non è neanche una promessa nuova, una ricompensa nuova, una giustizia nuova. Gesù prima di tutto è una persona, è la Persona senza la quale lui non può più vivere. Questa Persona è divenuta la sua stessa vita. Ma Giovanni ha avuto bisogno di una conferma.  Spesso ognuno corre per sé, vede, decide, crede, non crede, accoglie, non accoglie, distrugge, edifica a suo gusto, secondo le sensazioni dell'istante. Abbiamo bisogno dell'autorità, quella della Chiesa, che ci confermi nella verità dell'incontro.

 

 

MERCOLEDI' 28 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi martiri innocenti; Sant’Antonio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

ACCOGLI, O PADRE, IL DOLORE INNOCENTE.

 

HANNO DETTO: L'umiltà è il vestito di Dio. Chiunque riveste questo mantello nel quale il nostro Creatore si è rivelato, riveste lo stesso Cristo. (Isacco il Siro)

SAGGEZZA POPOLARE: Non metter bocca dove non ti tocca. (prov. Toscano)

UN ANEDDOTO: Un cristiano egoista, mentre dormiva, vide Gesù stanco sotto il peso della croce. Gli venne spontaneo dirgli: — Permetti, che io ti aiuti a portare la croce?

Gesù, con volto sofferente e severo, gli rispose: — Come puoi tu aiutarmi a portare questa pesante croce, se non sai sopportare neppure il più piccolo sacrificio per i tuoi fratelli?

— E Gesù proseguì solo il cammino verso il Calvario.

Parola di Dio: 1Gv. 1,5-2,2; Sal. 123; Mt.2,13-18

 

Vangelo Mt 2, 13-18

Dal Vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo". Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più". Parola del Signore

 

“RACHELE PIANGE I SUOI FIGLI E NON VUOLE ESSERE CONSOLATA, PERCHÉ NON SONO PIÙ”.

A proposito di strage degli innocenti oggi, ecco una riflessione di Helder Camara:

Ecco come io vedo oggi la strage degli Innocenti. Non ho il diritto di giudicare. Non so chi siano veramente i responsabili diretti. Ma sento che alcuni paesi ricchi, invece di avere il coraggio di far fronte ai cambiamenti in profondità richiesti, per esempio, dalla politica internazionale del commercio, trovano più facile distribuire pillole in tutto il mondo, e soprattutto tra i poveri. E fanno credere che se non c'è sviluppo nei paesi sottosviluppati, è perché i poveri non capiscono la necessità di controllare le nascite. Invece di una revisione in profondità dei rapporti tra paesi industrializzati e paesi poveri, produttori di materie prime, è molto più comodo diffondere l'idea che è necessario che i poveri controllino le nascite dei loro figli!

Ma no!

La causa del sottosviluppo non è l'esplosione demografica, è l'esplosione dell'egoismo!

Il giorno in cui si arriverà al controllo dell'egoismo, a una revisione in profondità delle strutture d'ingiustizia, si vedrà che Dio non si è ingannato nella sua creazione!

 

 

GIOVEDI' 29 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso Becket; San Davide, re; San Vitale, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA TUA MESSA LA NOSTRA MESSA, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: L'amore consiste non nel sentire che si ama, ma nel voler amare; quando si vuol amare, si ama; quando si vuol amare sopra ogni cosa, si ama sopra ogni cosa. (Charles de Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: Ogni pazzo è savio quando tace. (prov. Toscano)

UN ANEDDOTO: Santa Caterina di Siena ebbe una visione: c’era un albero carico di frutti, cintato da una fitta siepe di spine, che cresceva ai margini di un bel campo di grano. Molti tentavano di salire sull’albero ma presto vi rinunciavano per via di quelle spine, e si volgevano alle spighe dorate che però li facevano ammalare lentamente. Invece alcuni, più ardimentosi, superavano i rovi, si arrampicavano raggiungendo quei frutti che li rendevano ancor più forti e capaci di vincere in ogni lotta. La stessa santa ci dà la spiegazione: l’albero è il Verbo Incarnato, i frutti le virtù cristiane, il grano che riduce all’infermità rappresenta le facili attrattive del mondo; gli ardimentosi che si cibano dei frutti sono quei fedeli che si sforzano di unirsi al Signore per vincere con lui. E lo sforzo che premia sempre.

PAROLA DI DIO: 1Gv. 2,3-11; Sal. 95; Lc. 2,22-35

 

Vangelo Lc 2, 22-35

Dal vangelo secondo Luca.

Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”. Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima”. Parola del Signore

 

“QUANDO VENNE IL TEMPO DELLA PURIFICAZIONE SECONDO LA LEGGE DI MOSE’, MARIA E GIUSEPPE PORTARONO IL BAMBINO A GERUSALEMME PER OFFRIRLO AL SIGNORE”. 

Un gesto di fede, secondo la tradizione ebraica, un gesto molto semplice quello di Giuseppe e di Maria che, portando Gesù nella solennità del Tempio, ricordano a se stessi, a Dio ed anche a noi, che quel Bambino è un dono che è stato fatto loro da Dio ma è anche di Dio ogni giorno della sua vita. In questo gesto così semplice è riassunto tutto il mistero della nostra salvezza e anticipa quello che sarà il segno della totale donazione e offerta di Gesù sulla croce, per noi. Gesù è venuto sulla terra per fare la volontà del Padre, cioè per portare a noi la Sua misericordia. Egli ha assunto la nostra umanità e si è caricato delle nostre povertà, del nostro peccato soprattutto. Egli, però, essendo Dio può offrire al Padre nella sua umanità anche la nostra, proprio per riscattarci dal male. E’ dunque, quello che celebriamo in questa festa, un gesto d’amore semplice e profondo del Padre, del Figlio e dello Spirito nei nostri confronti. Ogni volta che noi, nell’Eucarestia alziamo quel pane consacrato rinnovando la memoria della Passione, Morte, Risurrezione di Cristo, noi riviviamo e attualizziamo l’offerta che Gesù ha fatto per noi. Perché allora molti hanno paura di non potersi salvare?

E’ vero che i nostri peccati sono tanti, è vero che tante volte abbiamo promesso di cambiare vita, di emendarci, ma non ci siamo riusciti e ricadiamo sovente nelle stesse mancanze, nello stesso egoismo, è vero che da soli non possiamo salvarci, ma Gesù ha offerto se stesso per noi una volta per tutte sulla Croce e ogni giorno rinnova questa offerta attraverso il sacramento  dell’Eucaristia celebrato milioni di volte sulla terra. Se ho davvero fiducia in Gesù, nella sua opera di  misericordia, non posso disperare della mia salvezza e allora il mio cuore si riempie di gratitudine per Colui che ha offerto la sua vita per me.  Se poi questa gratitudine  è  nelle profondità del mio cuore mi renderà anche capace di qualche gesto di riconoscenza e di amore. Seguire Gesù costa, Lui è passato attraverso la croce. Maria sentirà una spada trafiggerle il cuore, come le viene preannunciato dal vecchio Simeone. Il cristiano passerà anche lui attraverso la sofferenza, ma la croce non resterà solo il segno contrario e negativo della vita. Proprio perché Cristo si è offerto su di essa, la croce diventa per il cristiano il segno della liberazione dal male. Proviamo, oggi ad offrire al Signore le piccole croci che incontreremo. Non siamo noi a salvarci, non sono neanche quelle piccole sofferenze che incontriamo quotidianamente a darci salvezza, essa viene da Dio, ma uniamoci anche noi nel nostro grazie offrendo al Padre le piccole prove perché Egli possa, con Gesù, accoglierci tra le braccia della sua misericordia.

 

 

VENERDI' 30 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi:Festa della Sacra Famiglia; San Giocondo, vescovo di Aosta; San Ruggero, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI SIGNORE LE NOSTRE FAMIGLIE.

 

HANNO DETTO: Si può entrare nel regno di Dio anche dal nero portale del peccato. (Giovanni Papini)

SAGGEZZA POPOLARE: Consulta il padre quando è ancora vivo, consulta il suo esempio quando non c'è più. (prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: Di san Giuseppe Cafasso, il cosiddetto «prete della forca» che riusciva a confessare anche i prigionieri più disperati, si racconta che non pretendesse mai dai suoi penitenti la promessa esplicita di non peccare più (secondo la formula del «fermo proposito», richiesto dal Catechismo d’allora). Sappiamo invece che usava tutt’altra strada. Nel caso d’un incallito bestemmiatore, ad esempio, gli diceva: «Io sono sicuro che con la grazia di Dio non ci cascherai più. Vero?

Sono sicuro che tu non vuoi offendere il buon Dio, che ti vuoi tanto bene. Io sono sicuro...», continuava con grande intuito psicologico e convincente forza di persuasione. Così poteva dare serenamente l'assoluzione di Cristo in ogni più incresciosa situazione.

PAROLA DI DIO: Sir. 3,2-6;12-14; Sal.127; Col 3,12-21; Mt. 2,13-15.19-23

 

Vangelo Mt 2, 13-15. 19-23

Dal Vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”. Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e và nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino”. Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'Israele. Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: “Sarà chiamato Nazareno”. Parola del Signore

 

GIUSEPPE, DESTATOSI, PRESE CON SÈ IL BAMBINO E SUA MADRE NELLA NOTTE E FUGGÌ IN EGITTO.

Durante una serie di incontri di preparazione al matrimonio guardavo quasi con un senso di tenerezza il volto dei fidanzati che avevo davanti. Avevano lo sguardo da innamorati e quando sentivano le coppie sposate che raccontavano problemi e difficoltà della vita matrimoniale, si scambiavano un'occhiata per dirsi: "A noi non potrà mai capitare qualcosa del genere". E' bello vedere della gente così innamorata ma mi auguro anche sempre che questo innamoramento si concretizzi in tutti i momenti della vita. Per la sacra famiglia l'amore è diventato: silenzi, fidarsi al buio, impotenza di dare una casa accogliente al Figlio di Dio, fuga, paura davanti a un re geloso, esilio. Ma queste difficoltà non hanno rovinato l'amore tra Giuseppe, Maria, Gesù: l'hanno ancor più accresciuto. Quando si vuole il vero bene dell'altro e quando Dio è in mezzo, la famiglia non soltanto "tiene" ma giorno per giorno cresce nell'amore.

 

 

SABATO 31 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi:San Silvestro, papa; Santa Melania; San Giovanni Francesco Regis.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI L'INIZIO E LA FINE: BENEDETTO IL TUO NOME!

 

HANNO DETTO: Quanto tempo risparmia chi non sta a guardare quello che dice o fa o pensa il suo vicino. (Marco Aurelio)

SAGGEZZA POPOLARE: E' difficile diventare amici in un anno, ma è molto facile offendere un amico in un'ora. (prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: Si legge nel primo volume dell’ Epistolario del De Maistre: «Un santo — il cui nome mi sfugge — ebbe una visione in cui Satana compariva al cospetto del trono di Dio, e avendo cercato di ascoltare, udì lo spirito maligno che domandava. «Perché hai dannato me che ti ho offeso una volta soltanto, mentre salvi migliaia di uomini che t’hanno offeso molte e molte volte?».

Allora Dio gli rispose. «Mi hai tu chiesto perdono una sola volta?».

PAROLA DI DIO: 1Gv.2,18-21; Sal.95; Gv.1,1-18

 

Vangelo Gv 1, 1-18

Dal vangelo secondo Giovanni.

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: "Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me". Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. Parola del Signore

 

“IN PRINCIPIO ERA IL VERBO, IL VERBO ERA PRESSO DIO E IL VERBO ERA DIO.”

Lasciamoci ancora una volta stupire dalle parole di Giovanni. Sono le ultime che ha scritto, probabilmente, alla fine del suo capolavoro, un vangelo che è una meditazione, un annuncio che è come un misterioso riflettere, un lento incedere nel cuore e nella volontà di Dio e lì, alla fine, scrive l'inizio, il  prologo, il pezzo più alto; ripensa alla sua storia, Giovanni e vi legge un battito d'ali immenso, un uomo, Gesù di Nazareth, che ha scoperto essere più di un Maestro, più di un Profeta, più del Messia, Dio stesso. Giovanni sa, ora, che quel Gesù, di cui aveva spesso letto negli occhi e nelle rughe del sorriso ai lati degli occhi i sogni le speranze, la bontà e l'abisso, era in realtà il Verbo stesso di Dio, che aveva visto il magma dell'universo esplodere e poi raffreddarsi per dare la possibilità a un mondo (uno?) di esistere e a noi di vivere. Vertigini, certo, da dimenticare presto con un buon bianco frizzante, ma stanotte, per favore, guardate in alto, dopo gli abbracci, Dio sarà lì a sorridere, buon anno nuovo!

     
     
 

Archivio