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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

NOVEMBRE 2016

 

MARTEDI' 1 NOVEMBRE: FESTA DI TUTTI I SANTI

Una scheggia di preghiera:

 

CON I SANTI  DEL CIELO E DELLA TERRA, NOI TI LODIAMO, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: I grandi uomini di azione rivoluzionaria sono dei meditativi, dei contemplativi. Non sono gli uomini volti al di fuori che fanno le rivoluzioni, ma gli uomini volti al di dentro. (C. Peguy)

SAGGEZZA POPOLARE: Il profuno dell'aloe non è mai così penetrante come quando è gettato nel fuoco. (Prov. indiano)

UN ANEDDOTO: Una giornalista, Fiammetta Cucurnia, riuscì a visitare nel 1990 la cattedrale dell’Assunzione che si trova sul colle Barovitzkij, nel cuore del Cremlino a Mosca. Di fronte a tanti
affreschi di figure con l’aureola d’oro, chiese, stupita «perché mai avessero dipinto i santi anche sulle colonne». L’accompagnatore, un ortodosso, rispose soavemente: «Suppongo perché le colonne sostengono la chiesa materiale, i santi invece quella spirituale».

PAROLA DI DIO: Ap. 7,2-4.9-14; Sal. 23; 1Gv.3,1-3; Mt. 5,1-12

 

Vangelo Mt 5, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli". Parola del Signore

 

 “BEATI...”

“Santi, Beati”. Questi nomi fanno risuonare in me sensazioni diverse. Intanto una sensazione di gioia: Qualcuno ce l’ha fatta! Si può entrare nel Regno dei Cieli, abbiamo dei compagni e degli intercessori che vedono Dio. Una sensazione di tremore: quando leggo di martiri coraggiosi, di esempi di vita donata, di sofferenze offerte per amore, mi sento estremamente piccolo. Una sensazione di riconoscenza a Dio che continua ad operare cose grandi nonostante la nostra povera umanità. E poi lo stupore di scoprire giorno per giorno che viviamo in mezzo ai santi. Sì, perché santi non sono soltanto quelli dei secoli passati, quelli delle canonizzazioni sontuose, quelli dei miracoli strabilianti ma santo è quel padre, operaio, che con fede lavora, ama la sua famiglia e dedica ancora del tempo ad andare ad aggiustare il rubinetto alla vecchietta; santi sono quei nonni che, trascurati dai figli, non lo fanno pesare né a loro né agli altri; santo è quel barbone che non ha niente ma divide i suoi 2 euro con uno che ha meno di lui... E, guarda un po’, santo puoi essere anche tu.

 

 

MERCOLEDI' 2 NOVEMBRE: COMMEMMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO VOLTO, SIGNORE, SPLENDA AI NOSTRI DEFUNTI.

 

HANNO DETTO: Gli indù, con tetra ostinazione, non fanno altro che ripetere che tutto è un'illusione.  Noi cristiani. Invece, pensiamo che tutto sia un'allusione. (P. Claudel)

SAGGEZZA POPOLARE: La vita è come una lunga addizione: basta sbagliare i primi anni, per continuare a sbagliare fino alla fine. (Saggezza popolare)

UN ANEDDOTO:  Nel Corano sono raccolte molte leggende popolari e scritti giudaici apocrifi, dove si ricamano vari particolari della vita di alcuni personaggi biblici come Saul, Davide e Salomone. Di quest’uomo (chiamato in arabo “Sulaymàn”) si dice che «il più felice dei sovrani muore stando seduto sul trono, appoggiato al suo scettro». Rimane là nel silenzio della corte per vario tempo, finché i suoi servi arabi si accorgono che il re è morto, quando un animaletto, forse un tarlo o una termite, rosicchiando lo scettro, fa cadere a terra il cadavere. Il dettaglio è pur sempre simbolico per indicare il finire della vita d’ognuno ed i limiti d’ogni esistenza per felice o sana che sia. Un tarlo rode inesorabilmente lo scettro su cui ci appoggiamo. Cadremo anche noi qui in terra. Non cerchiamo allora il nostro tesoro quaggiù. Tutto è altrove.

PAROLA DI DIO: Gb. 19,1.23-27; Sal. 26; Rom. 5,5-11; Gv. 6,37-40

 

Vangelo Gv 6, 37-40

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Tutto ciò che il Padre mi da, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno". Parola del Signore

 

“E QUESTA E’ LA VOLONTA’ DI COLUI CHE MI HA MANDATO, CHE IO NON PERDA NULLA DI QUANTO MI HA DATO, MA LO RISUSCITI NELL’ULTIMO GIORNO”.

E’ questa una giornata nella quale il ricordo dei nostri cari defunti e il senso di vuoto per la loro mancanza fisica, riempie di malinconia e spesso di vera tristezza. Senza nulla togliere a quello che è il dolore, il ricordo, le paure conscie o inconscie che ci portiamo dentro, ricordiamoci che questa giornata tra cristiani è la giornata della speranza. Noi non celebriamo la notte di Halloway per esorcizzare la morte, noi non celebriamo riti pagani di fiori o di visite ai cimiteri solo per tenerci buoni i defunti. Noi celebriamo l’amore di Dio, che è il Dio della vita, e la risurrezione del Figlio di Dio, nostro fratello che ha vinto definitivamente la morte per se stesso e per noi. La frase che meditiamo oggi ci apre uno squarcio luminoso su Dio. Dio non gode della morte del peccatore, ma vuole che si converta e viva. Dio non scarica fulmini su chi  ha peccato contro di lui, ma ha mandato suo figlio, il buon Pastore, a cercarlo. Dio non è il Dio che gode delle sofferenze e delle stragi qui sulla terra per essere poi ancora un Dio che si diverte a vedere le sofferenze dei cattivi per l’eternità. Dio è amore, Dio cerca la sua creatura, ha fiducia in lei, desidera partecipargli se stesso, ci vuole felici e se anche la morte con tutto il suo apparato di sofferenze e brutture è una conseguenza del male, ecco che Dio, soprattutto in Gesù, ci dimostra che essa non è la parola fine ad un bravissimo periodo di vita, ma semplicemente il passaggio alla realizzazione della pienezza di vita. Dunque, miei cari morti, è vero che voi mi mancate. E’ vero che oggi ricordo soprattutto le cose belle che abbiamo vissuto insieme e sento la nostalgia della vostra presenza materiale, è vero che posso sentirmi disorientato davanti ad una tomba, pensando che li sotto la vostra materialità sta trasformandosi in marcio e in povere, è vero che anche il pensiero della mia morte, soprattutto per le sofferenze che implica, qualche volta mi fa temere, ma in mezzo a queste nuvole splende il sole: Dio mi ama e Dio vi ama; io sono nella vita e voi siete nella vita piena. Allora mentre vi ricordo e prego per voi chiedo a voi che ormai non siete più afflitti dalla materialità e dall’ egoismo di aiutarmi a guardare sempre a quel Dio che permette che oggi io sia vivo e che desidera che io sia vito per sempre con Lui e con voi.

 

 

GIOVEDI' 3 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Martino de Porres; Santa Silvia; Santa Ginevra.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU', ABBI PIETA' DI NOI PECCATORI.

 

HANNO DETTO: Il Signore non si contenta di proporzionare i suoi doni ai nostri modesti desideri. (S. Teresa d’Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: L’errore del passato è la saggezza del futuro. (Detto proverbiale)

UN ANEDDOTO: Racconta la leggenda che più di mille anni fa approdarono in Scozia alcuni Vichinghi. Durante la notte circondarono il castello del re. Tutti al castello dormivano profondamente e non si erano accorti che i Vichinghi si preparavano ad attaccare. Il castello era circondato da un fossato largo e profondo che, solitamente, era pieno d'acqua; perciò i Vichinghi si levarono i calzari per attraversare a guado il fossato. Purtroppo, a causa del buio, non avevano notato che il fossato non era pieno d'acqua: era asciutto ed era coperto da migliaia di cardi spinosi!

Quando misero i piedi nudi sui cardi i Vichinghi urlarono di dolore. Le loro urla svegliarono gli abitanti del castello che riuscirono a sconfiggerli e a scacciarli dalla loro terra. Oggi il cardo è l'emblema nazionale di Scozia.

PAROLA DI DIO: Fil 3,3-8; Sal 104; Lc 15,1-10

 

Vangelo Lc 15, 1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro". Allora egli disse loro questa parabola: "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte". Parola del Signore

 

“I FARISEI E GLI SCRIBI MORMORAVANO”.

Per i farisei e gli scribi, Gesù è continuamente uno scandalo. Senza guardare alle norme di purità ebraiche, Egli siede a tavola con i peccatori, mangia con loro, parla con loro e crea un legame di amicizia. I farisei mormorano, cospirano, ma niente confonde il Maestro, anzi anche questo ha la funzione di spiegare, ancora una volta, il senso vero e profondo della sua missione. E Gesù lo fa con le due piccole parabole che richiamano la riflessione sull'amore di Dio, sulla sua "testardaggine" nel voler ritrovare ciò che è perduto, sulla sua incapacità di rassegnarsi finché tutti e tutto non siano di nuovo con lui. Non è certo un merito essere peccatori: Dio ci chiama alla santità e quindi a fuggire il peccato. Ma ciò che ci consola è la consapevolezza che, anche quando non riusciamo a vincere il peccato, Dio lo vince per noi e ci riprende per mano, ci richiama sulla retta via, per una continua conversione.

 

 

VENERDI' 4 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Carlo Borromeo; San Gerardo di Angers.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDICI SIGNORE SEMPLICI COME COLOMBE ED ASTUTI COME SERPENTI.

 

HANNO DETTO: La fame del cuore è peggiore di quella dello stomaco. (Madre Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: Non importa la quantità di cose che si imparano, ma la loro qualità. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Lo scrittore danese Joergensen, convertitosi al cattolicesimo dopo una lunga crisi spirituale, s'innamorò di san Francesco (su di lui scrisse una decina di volumi) e, conosciuta la città di Assisi, non se ne andò più, tanto che il Comune gli conferì la cittadinanza.  In uno dei suoi libri, Joergensen racconta di un sacerdote etiope, l'Abba Teclà Marion; senza quattrini, non sapendo cosa fare, l'Abba si rivolse al celebre scrittore, il quale lo accolse cordialmente. Ma temendo il disagio della sua domestica, le disse: «Concetta, credi che se prepariamo un letto all'Abba Teclà ce lo farà diventare nero?».  «Per carità, signore. È impossibile». «Ebbene, allora terremo questo nostro amico come ospite finché sarà necessario».

PAROLA DI DIO: Fil 3,17 - 4,1; Sal 121; Lc 16,1-8

 

Vangelo Lc 16, 1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. Il padrone lodò quell' amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce". Parola del Signore

 

 "E LODO' QUELL'AMMINISTRATORE DISONESTO"

Il brano intero del Vangelo di oggi ci presenta un amministratore infedele che è addirittura lodato da Dio, e la parola che abbiamo scelto per oggi ci suggerisce ad usare per il regno di Dio la stessa astuzia che i cattivi usano per fare i propri interessi a scapito di altri. Questo sembra quasi scandalizzarci: come mai Dio loda un disonesto? e poi il cristiano non deve essere quello che per amore subisce, abbassa gli occhi? Dio non loda la disonestà ma ammira chi sa usare bene dei propri doni e ci invita a guardare anche a chi palesemente è disonesto per imparare a metterci con tutte le nostre capacità a servizio di Dio. Il cristiano è colui che deve perdonare settanta volte sette, ma questo non significa che debba essere uno stupido; il cristiano deve essere disposto a rinunciare a tutto, ma non per questo è un "coniglio rinunciatario". Il regno ha bisogno di noi, dei nostri doni, e noi pur sapendo che Dio può tutto anche al di là di noi dobbiamo mettere a sua disposizione le nostre capacità non dimenticando mai l'amore, ma usando bene e fino in fondo tutti i doni umani di cui Dio ci ha dotati.

 

 

SABATO 5 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta e San Zaccaria; Sant’Emerico.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, LIBERACI DAL VOLER DARE DELLE MISURE ALL'AMORE.

 

HANNO DETTO: Il presente è il dono che Dio vi ha fatto, e il modo in cui l'usate è il dono che voi fate a Dio.  (Leo Buscaglia)

SAGGEZZA POPOLARE: I capelli grigi sono segno di vecchiaia e non di saggezza. (Vecchio detto)

UN ANEDDOTO: Quando S. Margherita Maria Alacoque lasciò il mondo e si consacrò a Dio nel monastero, fece un voto particolare e lo scrisse con il suo sangue: “Tutto per l’Eucaristia: nulla per me”. Inutile tentar di descrivere l’amore struggente della Santa per l’Eucaristia. Quando non poteva comunicarsi, usciva in accenti d’affetto bruciante come questi: “Ho un tale desiderio della S. Comunione, che, se fosse necessario camminare a piedi nudi sopra una strada di fuoco per giungervi, lo farei con indicibile gioia”.

PAROLA DI DIO: Fil 4,10-19; Sal 111; Lc 16,9-15

 

Vangelo Lc 16, 9-15

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:"Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona". I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui. Egli disse: "Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio". Parola del Signore

 

“CHI È FEDELE NEL POCO, È FEDELE ANCHE NEL MOLTO; E CHI È DISONESTO NEL POCO, È DISONESTO ANCHE NEL MOLTO”.

“Reverendo, il peccato che ho fatto è mortale o solo veniale?”

Istintivamente mi viene da rispondere: “O è peccato o non lo è!”. E’ vero che c’è differenza tra il rubare la caramella e fare una rapina a mano armata ma è anche vero che nell’uno e nell’altro caso è rubare. E’ vero che ledere il buon nome di una persona denigrandola e uccidere un uomo è diverso, ma la sostanza è sempre uccidere fisicamente o moralmen­te. E lo stesso vale per il positivo: e vero che dare la vita per l’altro è ben più grande che dargli poche centinaia di lire perché ne ha bisogno, ma di nuovo, entrambi i gesti se fatti con amore sono amore vero, totale. “lo non ho mai ammazzato, non ho fatto furti grossi; ho bestemmiato, ma solo quando ero arrabbiato, ho pregato tutte le volte che avevo bisogno... Sono a posto!...?

Gesù, nel Vangelo di oggi, conclude così: “Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori”.

 

 

DOMENICA 6 NOVEMBRE: 32^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Leonardo; San Demetrio.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SOLO HAI PAROLE DI VITA ETERNE

 

HANNO DETTO: Contare il numero di semi in una mela è semplice, ma chi può mai dire quante mele ci sono in un seme?  (Wayne)

SAGGEZZA POPOLARE: Dare è una questione di cuore, non di ricchezza. (Proverbio Africano)

UN ANEDDOTO: S. Caterina da Siena diceva spesso al suo Confessore: “Padre, ho fame: per l’amore di Dio date a questa anima il suo nutrimento, Gesù Eucaristico”; oppure, confidava: “Quando non posso ricevere il Signore,  vado in Chiesa, ed ivi Lo guardo... Lo guardo ancora...: e questo mi sazia”.

PAROLA DI DIO: 2Mac 7,1-2.9-14; Sal 16; 2Ts 2,16 - 3,5; Lc 20,27.34-38

 

Vangelo Lc 20, 27-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: “Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie”. Gesù rispose: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”. Parola del Signore

 

“COLORO CHE SONO GIUDICATI DEGNI DELL’ALTRO MONDO NON POSSONO PIÙ MORIRE PERCHÈ SONO UGUALI AGLI ANGELI E, ESSENDO FIGLI DELLA RISURREZIONE, SONO FIGLI DI DIO”.

Ci vuole fede anche per accettare una cosa che desideriamo tutti: la risurrezione dai morti. Infatti noi desideriamo l’immortalità ma vediamo che la morte ha il sopravvento sulla vita, desideriamo la pace ma ogni giorno attorno a noi e in noi la vediamo insidiata e spesso sconfitta, desideriamo e cerchiamo il bene, la verità, il bello ma il male riesce a mettere il suo zampino e a rovinare anche le cose più buone. Come credere alla vita eterna, alla verità conosciuta e amata, alla giustizia perfetta?

C’è solo la risurrezione di Cristo a darci questa fede, ma anche qui il dubbio può attaccarci: devo fidarmi di ciò che hanno detto gli Apostoli? In mezzo a tutti questi dubbi ci sta solo una domanda che Gesù continuamente ci pone: “Credi che io sia Figlio di Dio?” Che lo Spirito Santo ci aiuti sempre a rispondere con sincerità: “Credo, Signore! Da chi altri andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!”.

 

 

LUNEDI' 7 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ernesto; San Lazzaro Stilita.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDICI VIGILANTI, SIGNORE, SUL BENE E SUL MALE CHE E' IN NOI.

 

HANNO DETTO: Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto. (François Voltaire)

SAGGEZZA POPOLARE: Ci sono più lacrime in una cipolla che in cento storie d’amore.

UN ANEDDOTO: Un giorno, a Torino, un amico chiese a Pier Giorgio Frassati, suo compagno di università: “Andiamo a prendere un aperitivo”. Pier Giorgio colse a volo l’occasione, e rispose indicando all’amico la vicina Chiesa di S. Domenico: “Ma sì andiamo a prenderlo in quel... bar”. Entrarono in Chiesa e pregarono per un po’ di tempo presso il Tabernacolo; poi, avvicinandosi alla cassetta delle offerte, Pier Giorgio disse: “Ecco l’aperitivo...”. E dalle tasche dei due giovani uscì l’elemosina per i poveri.

PAROLA DI DIO: Tt 1,1-9; Sal 23; Lc 17,1-6

 

Vangelo Lc 17,1-6

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. E' meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai". Gli apostoli dissero al Signore: "Aumenta la nostra fede!". Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe". Parola del Signore

 

“E’ INEVITABILE CHE AVVENGANO GLI SCANDALI, MA GUAI A COLUI PER IL QUALE AVVENGONO. STATE ATTENTI A VOI STESSI”.

“Dare scandalo”. Oggi sembra che vi facciamo molto meno caso di tempi andati. Ce ne sono talmente tanti di scandali: scandali della politica, dell’economia, dei ricchi, del sesso propinato in tutti i modi, degli egoismi… Al massimo davanti agli scandali si ha un moto di stizza: “E’ possibile che vada sempre bene agli altri e mai a me?”. Ci siamo abituati anche agli scandali e, quello che è peggio, spesso non ci accorgiamo neanche degli scandali che noi stessi diamo. Non è uno scandalo che nel nome della religione ci si divida, ci si odi? Non è uno scandalo che sulla terra siano ricchi i cosiddetti “paesi cristiani” mentre ci sono milioni di uomini che stentano a vivere? Non sono forse persona di ‘scandalo’ quando propongo ai miei figli solo i valori del denaro, del successo, del potere? Non continuo ad ingrandire lo scandalo quando mi accodo a mentalità comuni, quando rubo quel poco perché intanto tutti lo fanno, quando ‘parlo male’ perché è di moda.. e poi che male fa?

Gesù ha perfettamente ragione quando ci dice: “State attenti a voi stessi” perché la cosa più facile oggi, è vivere senza un senso, senza sapere che cosa sia bene e male, vivere cullati da luoghi comuni senza sforzare il cervello, vivere senza gustare la vita con i suoi chiari e scuri, con le sue gioie, i suoi misteri e le sue pene. Gesù ci invita a svegliarci e  a stare in guardia: il migliore amico e il  peggior nemico che abbiamo siamo noi stessi. infatti in noi sta il bene e il male; il dono pre­zioso e terribile della libertà ci met­te nella situazione di poter indirizzare in un modo o in un altro tutta la nostra vita. Se abbiamo il coraggio di affidare la nostra libertà alle mani del Signore e della sua legge, siamo sicuri che Lui, il Dio della vita e dell’amore, farà emergere in noi solo il suo bene; se ci affidiamo al nostro orgoglio e ai no­stri interessi, da noi uscirà il male che ucciderà la nostra vita e avvelenerà quella degli altri.

 

 

MARTEDI' 8 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Goffredo; Sant’Adeodato; Santa Eufrosina.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO QUELLO CHE HO E' DONO TUO, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: “Tanto vale la celebrazione della S. Messa quanto vale la morte di Gesù in croce”. (San Tommaso d'Aquino)

SAGGEZZA POPOLARE: L’orgoglio muore tre giorni dopo di noi.

UN ANEDDOTO: Pensando all’Eucaristia, S. Giovanni Crisostomo chiese una volta durante la predica: “Come potremmo fare noi dei nostri corpi un’ostia?”. E rispose lui stesso: “I vostri occhi non guardino nulla di cattivo, e avrete offerto un sacrificio; la vostra lingua non preferisca parole sconvenienti, e avrete fatto un’offerta; la vostra mano non commetta peccato, e avrete compiuto un olocausto”.

PAROLA DI DIO: Tt 2,1-8.11-14; Sal 36; Lc. 17,7-10

 

Vangelo Lc 17, 7-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse: "Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare". Parola del Signore

 

QUANDO AVRETE FATTO TUTTO QUELLO CHE VI E’ STATO ORDINATO,  DITE: ABBIAMO FATTO QUANTO DOVEVAMO FARE”.

Essere servo inutile, significa comprendere e accettare che il Vangelo non è un'operazione di marketing aziendale e i cui risultati non si misurano grazie ad una buona campagna promozionale. Essere servo inutile, significa fidarmi di Dio, credere che attraverso il mio piccolo contributo, lui, potrà realizzare il suo regno nel mondo. Essere servo inutile, significa dimenticare ciò che la gente pensa di mee preoccuparmi di essere grande agli occhi di Dio. Solo così potrò vivere nella pace e sperimentare la gioia di camminare nella verità. Essere servo inutile, significa diventare testimone di Gesù, senza fanatismi e senza ansie, vivendo sempre alla luce della resurrezione. Essere servo inutile, significa non cercare le cose complicate, ma essere fedele, sempre, nelle piccole come nelle grandi cose. Essere servo inutile, significa donare se stessi, rinunciando per sempre di raccogliere i frutti del proprio lavoro. Essere servo inutile, significa "farsi" per amore, saper sorridere, sempre, essere pazienti, sempre, perdonare, sempre. Quello che mi stai chiedendo, Signore,è duro da capire e da accettare... A me piace,essere tenuto in considerazione, essere cercato,essere lodato dagli altri... Io non amo sentirmi inutile, anzi, a dire il vero, mi sento molto utile, a volte necessario, quasi indispensabile. Hai mai pensato, Signore, cosa farebbero gli altri senza di me? E la parrocchia? Chi canterebbe e suonerebbe la chitarra? Chi farebbe il catechismo? Chi leggerebbe in chiesa? Chi...?!?

Altro che servo inutile! Aiutami, Signore, a non avanzare mai pretese dinanzi a te e a non occupare mai il tuo posto. Non lasciare che mi vanti delle mie opere e mi dimentichi di te. Ricordami che se ho ricevuto dei doni e possiedo delle qualità è grazie al tuo amore infinito.

 

 

MERCOLEDI' 9 NOVEMBRE: DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Oreste; San Saturnino.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICA, O SIGNORE, IL TEMPIO DEL NOSTRO CUORE.

 

HANNO DETTO: “Con l’orazione noi domandiamo a Dio le grazie; nella S. Messa costringiamo Dio a darcele”. (S. Filippo Neri)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è la lancia sulle spalle che fa l'uomo coraggioso. (prov. Africano)

UN ANEDDOTO: “Nessuna lingua umana - dice S. Lorenzo Giustiniani – può enumerare i favori dei quali è sorgente il sacrificio della Messa; il peccatore si riconcilia con Dio, il giusto diviene più giusto, sono cancellate le colpe, annientati i vizi, alimentati le virtù e i meriti, confuse le insidie diaboliche”.

PAROLA DI DIO: Ez 47,1-2.8-9.12; Sal 45; 1Cor 3,9c-11.16-17; Gv 2,13-22

 

Vangelo Gv. 2, 13-22

Dal Vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Parola del Signore.

 

“FATTA ALLORA UNA SFERZA DI CORDICELLE, SCACCIÒ TUTTI FUORI DEL TEMPIO”.

Gesù si indigna e se la prende contro i profanatori del Tempio. Anche noi, giustamente ci sentiamo indignati quando sentiamo che qualcuno profana le chiese, usa malamente dell’Eucaristia, assalta i sacerdoti. Ma c’è anche un’altra ‘profanazione del tempio’ che deve indignarci, farci ribellare e farci agire. Noi siamo il tempio di Dio. Quando si approfitta del corpo di qualcuno, si profana il tempio di Dio. Quando si abusa del corpo di innocenti per le proprie bramosie egoistiche, quando si sfrutta indegnamente il lavoro di altri, quando si abusa di se stessi con la droga o con l’alcool, quando si attenta alla propria o alla altrui salute magari guidando spericolatamente. Sono tutte profanazioni del tempio di Dio che meritano le “frustate di Gesù”, e devono farci agire, denunciare prontamente, trovarci pronti a pagare magari di persona. il nostro e l’ altrui corpo, il lavoro, la vita, sono sacri quanto il tabernacolo e l’Eucaristia; chi attenta ad essi o li commercializza per i propri fini egoistici, fa “abuso di Dio”.

 

 

GIOVEDI' 10 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Leone Magno;Sant’Andrea Avellino; Santa Fiorenza.

Una scheggia di preghiera:

 

ADESSO IL TUO AMORE, O DIO, E' CON ME.

 

HANNO DETTO: “Sappi, o cristiano, che la Messa è l’atto più santo della Religione: tu non potresti far niente di più glorioso a Dio, né di più vantaggioso alla tua anima che di ascoltarla piamente e il più sovente possibile”. (S. Pietro G. Eymard)

SAGGEZZA POPOLARE: Cammina e avrai gambe. (proverbio Spagnolo)

UN ANEDDOTO: S. Pasquale Baylon, piccolo pastorello, non poteva recarsi in Chiesa ad ascoltare tutte le Messe che avrebbe desiderato, perché doveva portare le pecore al pascolo. E allora, ogni volta che udiva la campana dare il segnale della S. Messa, si inginocchiava sull’erba fra le pecorelle, davanti a una croce di legno fatta da lui stesso, e seguiva così, da lontano, il Sacerdote che stava offrendo il Divin Sacrificio.

PAROLA DI DIO: Fm 7-20; Sal 145; Lc 17,20-25

 

Vangelo Lc 17, 20-25

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, interrogato dai farisei: "Quando verrà il regno di Dio?", Gesù rispose: "Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!". Disse ancora ai discepoli: "Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli. Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione". Parola del Signore

 

“PERCHE’ IL REGNO DI DIO E’ IN MEZZO A VOI”.

L’uomo cerca sempre lo straordinario, il miracolistico, l’eccezionale e non si accorge di vivere in un mondo che nel suo normale scorrere è meraviglioso, straordinario, miracoloso. L’uomo cerca Dio lontano, nelle filosofie, nello straordinario e non si accorge che Dio abita alle soglie del suo cuore e attorno a lui. I cristiani si aspettano la manifestazione del Regno di Dio, ne scrutano i segni per cogliere ora e momento e non si rendono conto che nel Regno ci siamo ogni giorno della vita. Se avessimo capito che Cristo non ci ha portato solo una salvezza “futura”, ma che il suo amore è già versato per noi , se non ci rifugiassimo in sogni di paradisi più o meno artificiali e ci accorgessimo che oggi noi, pur nel limite della materialità e del tempo abbiamo già la realissima possibilità di entrare in comunione con Dio, se invece di cercare il miracoletto per confermare una fede vacillante guardassimo al miracolo di un Dio che si è fatto uomo per amore e che ci rende a pieno titolo figli di Dio capaci di riceverlo e di annunciarlo, noi saremmo nella gioia più profonda. A forza di guardar lontano, a forza di sentire solo il peso dell’osservanza cristiana ci siamo dimenticati che la felicità per noi comincia già qui. Come posso non essere felice sapendo che Dio mi ama? Perfino nell’affrontare il male e la sofferenza, Lui è la mia forza, la speranza che il male è già sconfitto. E perché solo e sempre vedere le difficoltà che il Regno incontra quando ci sono segni meravigliosi che ci fanno vedere il cammino di questo Regno e quando essendo esso il Regno di Dio, sappiamo che è destinato alla vittoria finale?

Guardiamo pure lontano, attendiamo con speranza il ritorno definitivo di Cristo, aspettiamo gioiosamente i cieli nuovi e la terra nuova, ma non dimentichiamoci di vivere nella gioia il dono di amore di Dio che ci è fatto oggi.

 

 

VENERDI' 11 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Martino di Tours; San Cuniberto.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O CRISTO, SEI LA ROCCIA SU CUI COSTRUIRE.

 

HANNO DETTO: Questo è il nostro errore: non abbandonarci totalmente nelle mani del Signore, il quale sa meglio di noi quanto ci conviene. (S. Teresa d’Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Con le chiacchiere non si impasta il pane. (vecchio proverbio contadino)

UN ANEDDOTO: S. Giuseppe Cottolengo raccomandava a tutti la S. Messa quotidiana: agli insegnanti, alle infermiere, agli operai, ai medici, ai genitori... E a chi gli opponeva di non avere il tempo per andarci, rispondeva deciso: “Cattiva economia del tempo! "Cattiva economia del tempo!”.

PAROLA DI DIO: 2Gv 1a.3-9; Sal 118; Lc 17,26-37

 

Vangelo Lc 17, 26-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo: mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti. Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà. Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata". Allora i discepoli gli chiesero: "Dove, Signore?". Ed egli disse loro: "Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi". Parola del Signore

 

“MANGIAVANO, BEVEVANO, COMPRAVANO, VENDEVANO, PIANTAVANO, COSTRUIVANO COSI’ SARA’ NEL GIORNO IN CUI IL FIGLIO DELL’UOMO SI RIVELERA’ ”.

Non so se  capita anche a voi, ma per me ci sono certe mattinate in cui mi alzo come se avessi davanti una giornata meravigliosa in cui ci sono talmente tante cose da fare che non mi preoccupo per nulla del come e del perché di esse, mentre ci sono altre mattine in cui, ti  senti cadere sulle spalle una giornata con tut­ti i suoi impegni. Avrai da correre, da patire, da affannarti... Ma, perché? Per i figli, la famiglia.., i soldi... e poi? Tutto passa, come questa gior­nata appena iniziata, e verrà di nuovo sera. In fondo sia in un caso come nell’altro siamo noi che diamo un senso al nostro  vivere o ci chiediamo quale esso sia. Gesù, mettendoci in guardia, non fa del terrorismo psicologico o religioso, ci ricorda solo, nella precarietà del nostro vivere, di costruire su qualcosa che duri. Quando le cose, il denaro, la preoccupazione di star bene diventano lo sco­po fondamentale della vita, corriamo il rischio di considerare eterne, cose che invece passano e finiscono. Se so che il denaro non può comprare la vita, se conosco che il successo e il potere sono cose effimere, se so che anche le cose belle della natura e degli affetti sono destinati a mutare è molto facile che riesca ad impostare la mia vita, nella fiducia e nella serenità, su valori che so essere eterni e duraturi, non rischiando di trovarmi alla fine della vita con un bel pugno di mosche.

 

 

SABATO 12 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giosafat;Sant’Evasio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU PUOI TUTTO: A TE MI AFFIDO.

 

HANNO DETTO: Quando odiamo qualcuno, odiamo nella sua immagine qualcosa che è dentro di noi. (Herman Hesse)

SAGGEZZA POPOLARE: L'amore non annulla il valore degli sforzi compiuti. (Prov. Africano)

UN ANEDDOTO: Dalla vita di S. Alfonso M. de’ Liguori sappiamo che, un giorno, in una via di Napoli, il Santo fu assalito da violenti dolori viscerali. Il confratello che l’accompagnava lo esortò a fermarsi per prendere un calmante. Ma il Santo non aveva ancora celebrato, e rispose di scatto al confratello: “Caro mio, camminerei così dieci miglia, per non perdere la S. Messa”. E non ci fu verso di fargli rompere il digiuno (allora obbligatorio dalla mezzanotte). Aspettò che i dolori si calmassero un po’, e riprese poi il cammino fino in Chiesa.

PAROLA DI DIO: 3Gv 5-8; Sal 111; Lc 18,1-8

 

Vangelo Lc 18, 1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: "C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi". E il Signore soggiunse: "Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?". Parola del Signore

 

“GESU’ DISSE AI SUOI DISCEPOLI UNA PARABOLA SULLA NECESSITA’ DI PREGARE SEMPRE, SENZA STANCARSI”.

A prima vista può sembrarci una parabola tutta sbagliata.  Prima di tutto ci troviamo davanti ad un giudice disonesto e ateo che viene quasi preso ad esempio come se fosse Dio; secondo, c’è una vedova terribilmente seccante e scocciatrice che non fa che ripetere in continuazione la sua cantilena di richieste quasi esistesse solo lei al mondo, alla fine c’è un esaudimento non certo per amore. E tutto questo per insegnarci a pregare!

Eppure gli insegnamenti sono tanti!

Dio non ha bisogno delle nostre parole di preghiera: Lui sa tutto! Siamo noi che con la preghiera ci rendiamo conto di chi siamo e di chi sia colui al quale ci rivolgiamo perché ci aiuti, ci liberi, ci salvi, quindi la preghiera serve soprattutto per noi. Quanto siamo assurdi quando consideriamo la preghiera come un tempo che noi rubiamo quasi a noi stessi per darlo a Dio, la preghiera è invece il tempo in cui  rendiamo Dio presente a noi e noi presenti a Lui.

 

 

DOMENICA 13 NOVEMBRE: 33^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Santa Francesca Saverio Cabrini; San Diego.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O DIO, SEI VERAMENTE PAZIENTE CON NOI.

 

HANNO DETTO: “Il Sacrificio dell’altare sarà per noi un’Ostia veramente accetta a Dio, quando noi stessi ci faremo Ostia”. (S. Gregorio Magno)

SAGGEZZA POPOLARE: E' inutile temere, ciò che non si può evitare. (Proverbio Latino)

UN ANEDDOTO: S. Francesco di Sales si trovò in paese protestante e per celebrare la S. Messa doveva recarsi ogni mattina, prima dell’alba, in una parrocchia cattolica, che si trovava al di là di un grosso torrente. Nell’autunno piovoso il torrente si ingrossò più del solito e travolse il piccolo ponte su cui passava il Santo. Ma S. Francesco non si scoraggiò. Gettò una grossa trave là dov’era il ponte, e continuò a passare ogni mattina. D’inverno, però, con il gelo e con la neve c’era serio pericolo di sdrucciolare e cadere nell’acqua. Allora il Santo si ingegnò mettendosi a cavalcioni sulla trave, strisciando carponi, andata e ritorno, pur di non restare senza la celebrazione della S. Messa!

PAROLA DI DIO: Mal 3,19-20a; Sal 97; 2Ts 3,7-12; Lc 21,5-19

 

Vangelo Lc 21, 5-19

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: “Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta”. Gli domandarono: “Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?”. Rispose: “Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine”. Poi disse loro: “Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”. Parola del Signore

 

“CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LE VOSTRE ANIME”.

Tutti sappiamo che fare una scelta è facile, spesso anche entusiasmante, ma portarla a compimento per tutta una vita, con fedeltà in mezzo a tanti ostacoli, richiede invece molta perseveranza e tanta pazienza e spesso, noi, non amiamo molto questa virtù che riteniamo propria non tanto dei forti quanto dei deboli. Eppure, quante cose ineluttabili ci sono alle quali la risposta della pazienza costruttiva è l’unica che abbia senso. Ad esempio, davanti al tempo che non segue i nostri  progetti come possiamo reagire? Imprecando la cattiva sorte, arrabbiandoci… e che cosa è cambiato? Ci sono avvenimenti spesso contrari che sembrano proprio studiati e orditi contro di noi per mandare all’aria i piani magari studiati da anni. Certo, fa venire rabbia specialmente quando ci rendiamo conto che non possiamo farci proprio niente, ma la nostra rabbia spesso complica solo le cose o le guasta del tutto. Occorre pazienza  con tutto e più ancora con tutti. Infatti non ci sarà mai una persona che, in un modo  o nell’altro non metta alla prova la nostra sopportazione, tutti infatti abbiamo le nostre deficienze, i capricci, le nostre angolosità, i nostri chiodi mentali, le nostre debolezze, le nostre stanchezze, e tutti spesso mettiamo a prova la pazienza degli altri. Ci vuole pazienza con le avversità, con i dolori, con le sventure: con la pazienza si raddolciscono e si rendono utili. Non crediamo che la pazienza sia debolezza. Per essere pazienti ci vuole molta forza, basta che ci chiediamo se ci vuole più pazienza a perdere la calma o a mantenerla. Ma ci vuole anche molta pazienza con noi stessi. La pazienza di accettarci, la pazienza di ricominciare sempre da capo. Dio è un “Dio paziente, lento all’ira, pieno di grazia e di misericordia” e Gesù ce lo ha ampiamente dimostrato andando a morire sulla croce “mentre noi eravamo peccatori”, e Dio ci invita anche alla pazienza e alla perseveranza nei confronti del suo Regno che ha tempi diversi dai nostri, che ha modalità che non sempre corrispondono ai nostri progetti. E’ solo il paziente attivo che sa adattare se stesso e gli avvenimenti senza mai perdere di vista il fine e che riesce, proprio in questo, a vedere che il Regno sta venendo e sta costruendosi.

 

 

LUNEDI' 14 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Veneranda; San Giocondo di Bologna.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE IO VEDA!

 

HANNO DETTO: Pensare è spaziare nell'infinito. (J.B.Lacordaire)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è bello ciò che costa molto, ma costa molto ciò che è bello. (Proverbio Ebraico)

UN ANEDDOTO: Quando Santa Margherita Alacoque ascoltava la S. Messa, guardando l’altare, non mancava mai di dare un’occhiata al Crocifisso e alle candele accese. Perché? Per imprimersi bene due cose nella mente e nel cuore: il Crocifisso le ricordava quel che Gesù aveva fatto per lei; le candele accese le ricordavano quel che lei doveva fare per Gesù, ossia: sacrificarsi e consumarsi per Lui e per le anime.

PAROLA DI DIO: Ap 1,1-5a; 2,1-5a; Sal 1; Lc 18,35-43

 

Vangelo Lc 18, 35-43

Dal vangelo secondo Luca

Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: "Passa Gesù il Nazareno!". Allora incominciò a gridare: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!". Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: "Che vuoi che io faccia per te?". Egli rispose: "Signore, che io riabbia la vista". E Gesù gli disse: "Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato". Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio. Parola del Signore

 

“MENTRE GESU’ SI AVVICINAVA A GERICO, UN CIECO ERA SEDUTO A MENDICARE LUNGO LA STRADA”.

Gesù, ho un enorme bisogno di incontrarti, di vederti, di essere guarito dentro, e, allora, mi apposto anch’io sulla strada che porta a Gerico dove Tu stai passando perché voglio vedere Te, ma anche scoprire come altri sono riusciti a vederti ed incontrarti. Le porte della città sono il luogo dove fanno la posta i mendicanti. Si trascinano lì, la mattina o li accompagna lì qualcuno che poi, magari, li sfrutta. Chi ce l’ha, stende un mantello per sedersi e, senza ritegno, eccoli che mostrano piaghe e malattie ad ogni viandante che entra o che esce dalla città. Sono gente non bella a vedersi, avidi di denaro, strafottenti inaspriti dalle malattie e dalla lotta quotidiana con la povertà. E’ una nenia continua, una enumerazioni di mali, un ripetersi di richieste, un lanciare maledizioni, un attaccarsi alle nappe dei mantelli di coloro  che passano. Oggi c’è un movimento particolare: non è un singolo colui che entra nella città, ma un gruppo di persone a cui fanno corteo altri che sono usciti dalla città per andare loro incontro. I mendicanti sperano in bene. Il cieco, che non ci vede ma ci sente bene, si informa. Sapere con chi si ha a che fare è importante per non commettere gaffe e per ottenere. Quando sente che sta arrivando Gesù di Nazaret si ricorda e collega quanto ha sentito in precedenza su di Lui: un predicatore che parla di Regno di Dio dicendo che esso appartiene ai poveri. Uno che se la prende contro l’ipocrisia e la sussiegosità dei ricchi e dei farisei. Uno che lascia intendere di essere il Messia, che fa miracoli. E, se fosse davvero il Messia? Non è forse scritto nel profeta Isaia che al tempo del Messia gli storpi salteranno come cerbiatti e i ciechi vedranno? Non potrebbe essere questa la grande occasione, non per mendicare qualche misera moneta, ma per ottenere la vista? Come fare? Il cieco non può andargli incontro: non lo vede… ma la voce ce l’ha, ed è anche tonante: “Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!”

Cercano di zittirlo ma Egli, agitando il suo bastone, continua a gridare finché Gesù si ferma e lo guarisce. Gesù, gli altri mendicanti, tra i quali ci sono anch’io, hanno continuato ad enumerare i loro guai, a fare le loro richieste, a sperare nelle solite poche monete. Eppure mi accorgo di essere povero, di non vedere il senso della mia vita, di essere ricoperto di peccati che sempre più si incrostano, di avere addosso, insieme alle ferite della vita, la tristezza della consapevolezza che da solo non ce la farò mai a cambiare. Ci vedo ancora un po’, ma con  il mio sguardo fisso a terra non riesco a riconoscere il tuo volto. Ci sento, ma non riesco a distinguere la verità dalle chiacchiere. Posso alzarmi per venirti incontro, ma la pigrizia e l’abitudine a questa misera vita mi bloccano. Neppure le urla di quel cieco riescono a scuotermi. E così mi passi accanto, guarisci lui e io continuo a starmene ogni mattina alla porta di Gerico, la bellissima città, a mendicare la moneta della sopravvivenza. Gesù, aiutami a capire l’insegnamento di quel cieco. Aiutami a non perdere  la speranza, a riconoscere la mia miseria, ma ad usare quel poco che in me funziona, aiutami soprattutto a gridare a Te, senza lasciarmi intimorire, nella certezza che, per dono tuo, anche i miei occhi vedranno il tuo volto.

 

 

MARTEDI' 15 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alberto Magno;San Desiderio; Sant’Eugenio di Toledo.

Una scheggia di preghiera:

 

FIN DAL MATTINO CERCO IL TUO VOLTO, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Quando l’anima è illuminata dal costante ricordo di Dio ed è vigilante di giorno e di notte, il Signore la protegge con una nube che di giorno le dà il sollievo dell’ombra, e di notte ne illumina l’oscurità. (Isacco di Ninive)

SAGGEZZA POPOLARE: Per quanto lunga sia la veste della tua vita, non supererà la statura della tua speranza. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Dicono che questo aforisma che potremo intitolare “opportunismo” sia di Wiston Churchill: Se due persone fumano sotto il cartello “Divieto di fumare” gli fai la multa; se venti persone fumano sotto il cartello “Divieto di fumare” chiedi loro di spostarsi; se duecento persone fumano sotto il cartello “Divieto di fumare”  togli il cartello.

PAROLA DI DIO: Ap 3,1-6.14-22; Sal 14; Lc 19,1-10

 

Vangelo Lc 19, 1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: "E' andato ad alloggiare da un peccatore!". Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto". Gesù gli rispose: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto". Parola del Signore

 

“ED ECCO UN UOMO DI NOME ZACCHEO”.

Zaccheo chi era? Un uomo molto simile a noi. Era un benestante, un arricchito attraverso metodi certamente poco onesti. Potremmo dire che era un ‘arrivato’. Ma arrivato dove? Arrivato al traguardo del guadagno ma insoddisfatto. Zaccheo pero nella sua “povertà” cerca. In questo sta il suo grande merito e la sua onestà: mettere in discussione se stesso, riconoscere di aver sbagliato, ma cercare ancora, anche se questo può spingerlo a perdere la faccia e ad arrampicarsi, come un bambino, su una pianta. E Dio lo cerca proprio lì e lo trova lì disponibile alla gioia di poter accogliere il Cristo in casa sua. Cristo sceglie di entrare nella casa di Zaccheo. Noi glielo vorremmo impedire. A noi che pensiamo di aver già incontrato Cristo, di essere già al suo seguito, di possederlo già pienamente verrebbe voglia di impedirgli questo gesto, di suggerirgli: “Signore, non andare: così ti comprometti davanti alla gente e davanti ai rappresentanti della tua religione”. Ma Cristo va a casa di Zaccheo e se noi non andiamo con Lui, non entriamo in casa di Zaccheo, allora Egli ci abbandona, ci lascia sulla strada. Solo convertendoci alla misericordia possiamo trovare Dio, perché Dio è Misericordia.

 

 

MERCOLEDI' 16 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Margherita di Scozia; Santa Geltrude.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, DELLA TUA MAGNANIMITA'.

 

HANNO DETTO: Spiritualmente parlando, ogni cristiano ha famiglia a carico. (Congar)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando prendi calci nel sedere, vuol dire che stai davanti a tutti. (Anonimo)

UN ANEDDOTO: Discutendo sulla durezza della lingua tedesca, un giorno Voltaire disse: Di sicuro Dio, quando cacciò Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre, lo disse in tedesco. Il re di Prussia gli rispose: Può darsi, ma il serpente che sedusse Eva parlava indubbiamente francese.

PAROLA DI DIO: Ap 4,1-11; Sal 150; Lc 19,11-28

 

Vangelo Lc 19, 11-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse una parabola perché era vicino a Gerusalemme e i discepoli credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro. Disse dunque: "Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno. Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un'ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi. Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città. Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine. Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città. Venne poi anche l'altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato. Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi. Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci Gli risposero: Signore, ha già dieci mine! Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me". Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme. Parola del Signore

 

“SIGNORE, ECCO LA TUA MINA, CHE HO TENUTA RIPOSTA IN UN FAZZOLETTO; AVEVO PAURA DI TE CHE SEI UN UOMO SEVERO E PRENDI QUELLO CHE NON HAI MESSO IN DEPOSITO, MIETI QUELLO CHE NON HAI SEMINATO”.

Quali sono i due più evidenti errori di questo servo?

Il primo errore è stato quello di fare paragoni con gli altri: “Quelli sono degli avventati. Rischiare con i soldi del padrone. E poi perché? per fare ancor più ricco un padrone che ha già tutto?”

E il secondo errore, quello evidente che egli ammette che è quello di aver paura del padrone, cioè non lo ama. Sono gli stessi errori in cui spesso incappiamo anche noi. L’errore del paragone che può voler dire giudizio nei confronti degli altri e che in qualche caso nasconde anche una sfiducia in noi stessi o molto più banalmente che attraverso il giudizio degli altri tende a nascondere la nostra non voglia di rischiare: “Chi me lo fa fare?

Perché impegnarsi?”

Ma questo primo errore dipende dall’altro: il non amare, l’avere solo paura. Quante volte siamo “buoni” solo per paura dell’inferno?

“Dio è più grande di noi, misterioso, giudice terribile, meglio non rischiare, meglio tenerselo buono”. Solo quando mi rendo conto che Dio mi ama, ha fiducia in me, rischia del suo su di me perché mi stima, allora sono invogliato ad aver fiducia in me stesso, a rischiare anche sulle mie debolezze. Basta aprire la Bibbia per renderci conto che Dio non ci gode a mandarci all’inferno, che la sua grandezza non si fonda sulle nostre paure di Lui, ma che Lui, nonostante i nostri errori, continua a fidarsi al punto di chiamarci a collaborare alla sua creazione. Se capisco che il talento mi è stato dato non per mettermi alla prova e trovarmi colpevole, ma mi è stato da­to per amore della mia libertà, allora l’amore ricevuto mi porta a trovare coraggio, fantasia, gioia di poter rispondere a Lui con amore.

 

 

GIOVEDI' 17 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Ungheria;Sant’Aniano d’Asti.

Una scheggia di preghiera:

 

NON SIA VANIFICATO IL TUO AMORE PER NOI !

 

HANNO DETTO: Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza. (B. Franklin)

SAGGEZZA POPOLARE: Non scegliere mai il tuo te in fretta perché poi te lo devi bere.

UN ANEDDOTO: Fra coloro che andavano ad ascoltare i sermoni di San Filippo Neri si notava un giovane ben vestito che faceva sfoggio della sua eleganza e vanità. Pur praticando con molto profitto gli esercizi dell’oratorio, egli non sapeva staccarsi dalla sua affettata foggia di vestire che lo rendeva quasi ridicolo. Al santo sembrò prudente fingere, per qualche tempo, di non essersene neppure accorto. Lo trattava quindi con molta cordialità e spesso si intratteneva a discorrere con lui. Finalmente, trovandosi col giovane: “Vedi” – gli disse accarezzandolo paternamente “ti farei volentieri più spesso carezze ma questo colletto così duro e ruvido mi raschia le mani”. Il giovane capì la lezione e il giorno dopo si presentò all’oratorio senza colletto alla spagnola e con un abito più sobrio.

PAROLA DI DIO: Ap.5,1-10; Sal 149; Lc. 19,41-44

 

Vangelo Lc 19, 41-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: "Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata". Parola del Signore

 

"NON HAI RICONOSCIUTO IL TEMPO IN CUI SEI STATA VISITATA".

Gesù piange davanti a Gerusalemme. Piange per l'amore incompreso. Lui ha portato la fedeltà di Dio, il suo amore, la sua pace, la prospettiva della salvezza e Gerusalemme caccia Gesù, anzi lo uccide. Gesù ha visitato la tua e la mia vita, ci offre gratuitamente la salvezza, ci dà i suoi segni, spezza il suo pane con noi, e noi, troppo indaffarati e miopi, non lo accogliamo. Qualche esempio: un povero ha bisogno di noi e noi non abbiamo tempo e cuore per lui. Gesù mi invita alla sua mensa domenicale e io non sento il bisogno del suo pane. I nostri occhi e il nostro cuore vogliono trovare pace, serenità, amore e preferiamo fidarci delle cose piuttosto che accogliere, grati, questi doni da Gesù che ce li offre. Il velo del pessimismo e dell'egoismo ci impedisce di vedere il regno di Dio che sta già venendo. Speriamo che anche davanti a noi, Gesù non debba piangere per tanta miopia e ingratitudine.

 

 

VENERDI' 18 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Frediano di Lucca.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SALVAMI!

 

HANNO DETTO: Se riveli al vento i tuoi segreti, non devi poi rimproverare al vento di rivelarli agli alberi. (K. Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Se a mezzogiorno il re ti dice che è notte fonda, tu contempla le stelle. (Proverbio Persiano)

UN ANEDDOTO: Ci sono “amici” che qualche volta approfittano un po' troppo. A un amico che, essendo stato da lui ospitato nel suo castello di Ferney propose di prolungare il soggiorno di qualche settimana, Voltaire replicò: Voi non somigliate a don Chisciotte; lui prendeva le locande per castelli e voi scambiate i castelli per locande.

PAROLA DI DIO: At 28,11-16.30-31; Sal 97, Mt 14,22-33

 

Vangelo Mt 14, 22-33

Dal Vangelo secondo Matteo

Dopo che la folla si fu saziata, subito Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava gia qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "E’ un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura". Pietro gli disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?". Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: "Tu sei veramente il Figlio di Dio!". Parola del Signore

 

“UOMO DI POCA FEDE PERCHE’ HAI DUBITATO?”

Nella lettura dell’intero vangelo di oggi potremo dire che ci sono almeno tre momenti che hanno un elemento comune. Gesù ha compiuto la moltiplicazione dei pani sulla riva occidentale del lago di Tiberiade, quindi si ritira in preghiera sul monte per sfuggire l'entusiasmo che ha suscitato nei presenti al miracolo. Disceso dal monte, cammina sulle acque del lago agitato da una tempesta per andare incontro alla barca dei discepoli. Pietro lo mette alla prova, vuole anche lui fare quello che fa il Maestro. Ma la sua fede non è ancora pronta e fallisce. Approdati a Genèsaret, Gesù incontra ancora la folla ed opera guarigioni. Tre momenti ed un comun denominatore, la fede. La fede di chi ha visto i pani moltiplicati, imperfetta perché cerca solo la soluzione ai problemi materiali, la fede di Pietro, imperfetta perché sembra ricercare il sensazionale e presume una somiglianza col Maestro che è ancora lontana, la fede dei disperati, imperfetta perché chiede a Gesù la guarigione fisica e non quella spirituale. Gesù non si sottrae nemmeno alla fede imperfetta: si offre alle pecore senza pastore che tanto lo hanno commosso e chiede loro, come a Pietro, di avere una fede ancora maggiore, una fede in grado di scorgere in lui non solo e non tanto il taumaturgo e il profeta, ma il Figlio di Dio chiamato a salvare il mondo.

 

 

SABATO 19 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Fausto; Joseph Kalinowsaki.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO NELLA RISURREZIONE DEI MORTI.

 

HANNO DETTO: Se l’uomo non può fissare il sole, che pur è un piccolissimo elemento astrale, per il suo eccessivo calore e la sua luce troppo forte, come non sarà a maggiore ragione impossibile all’uomo mortale fissare direttamente l’indescrivibile gloria di Dio? Teofilo di Antiochia

SAGGEZZA POPOLARE: Amami poco... ma continua! (Proverbio Toscano)

UN ANEDDOTO: Attenzione a dare giudizi: "Non c'è animale più stupido della marmotta - disse l'etologo - sta ferma ore e ore a contemplare il sole". "Non c'è animale più stupido dell'etologo - disse la marmotta - sta fermo ore e ore a contemplare me".

PAROLA DI DIO: Ap 4,1-11; Sal 143; Lc 20,27-40

 

Vangelo Lc 20, 27-40

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: "Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie". Gesù rispose: "I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui". Dissero allora alcuni scribi: "Maestro, hai parlato bene". E non osavano più fargli alcuna domanda. Parola del Signore

 

“DIO NON E' IL DIO DEI MORTI, MA DEI VIVI”.

Quante volte noi rendiamo Dio, il Dio dei morti! Quando Lui è ridotto ad essere l'autore del destino, quando è un Dio cui piace la sofferenza, quando pensiamo sia solo soddisfatto delle nostre preghiere e delle nostre candele votive, quando ci rivolgiamo a Lui solo in caso di necessità, quando vanifichiamo l’opera del suo Spirito creatore, quando disprezziamo la natura, quando riduciamo la nostra vita al materialismo, quando manchiamo di speranza. Dio è vita, e creatore della vita, ama la vita. Gesù si fa uomo per dirci il valore della vita, risorge per dirci che la vita è per sempre, ci chiede amore per rispettare l’essenza della vita. In Lui, morto e risorto per noi, i nostri defunti sono nella vita eterna e noi, figli del Dio della vita siamo chiamati a una vita che non ha fine.

 

 

DOMENICA 20 NOVEMBRE: FESTA DI CRISTO RE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Ottavio, Avventore e Solutore; Sant’Edmondo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' RICORDATI DI NOI PECCATORI.

 

HANNO DETTO: La debolezza dei mezzi umani è ragione di forza. Gesù è il padrone dell’impossibile. (Charles de Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi soffia nel fuoco avrà le scintille negli occhi. (prov. Tedesco)

UN ANEDDOTO: Gli israeliti osservanti celebrano la festa detta di Hanukkah che dura otto giorni. E caratteristica di tale solennità l’accensione progressiva delle Otto luci di un’apposita lampada ad otto braccia. Si vuol commemorare così un prodigio avvenuto durante la riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme al tempo dei Maccabei, nel 164 a.C. quando l’unica ampolla d’olio, rimasta nascosta nel santuario durante le profanazioni di Antioco, risultò sufficiente ad alimentare per otto giorni tutte le lampade sacre. Segno della fede, che ci rende capaci di sostenere ogni difficoltà.

PAROLA DI DIO: 2Sam 5,1-3; Sal 121; Col 1,12-20; Lc 23,35-43

 

Vangelo Lc 23, 35-43

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: “Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto”. Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”. C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei. Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!”. Ma l'altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”. E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”. Parola del Signore

 

GESÙ' GLI DISSE: “OGGI SARAI CON ME NEL PARADISO”.

Ancora oggi, pur essendo molto lontani dai tempi dei re, quando c’è il matrimonio di qualche blasonato, o quando avviene l’incoronazione di qualcuno dei pochi re della terra, il clima è quello delle grandi solennità: si scomodano i potenti della terra, le televisioni a suon di miliardi si accaparrano il diritto di trasmissione in mondovisione, viene seguito un cerimoniale preciso e solenne. Quanta differenza per l’incoronazione di Gesù!

C’è la folla, ma urlante bestemmie, assetata di sangue. Non ci sono i vestiti sgargianti, sontuosi e firmati, c’è un uomo nudo sulla croce, la corona è fatta di spine e i due testimoni ufficiali (così era nel diritto ebraico) sono due malfattori a loro volta crocifissi. La regalità di Gesù è dare la vita. Ma quello che mi colpisce di più è il discorso programmatico del nuovo Re. Non è una serie di promesse vaghe, è una realtà per quel ladro e anche per noi: Oggi sarai con me nel Paradiso. Gesù è re per questo, per darci la possibilità di entrare nel suo Regno.

 

 

LUNEDI' 21 NOVEMBRE: PRESENTAZIONE AL TEMPIO DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Romeo; Santi Celso e Clemente.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI E MI PRENDI COME SONO.

 

HANNO DETTO: C’è forse felicità più grande che quella di possedere Dio e di essere al tempo stesso posseduti da Lui? (J. P. de Caussade)

SAGGEZZA POPOLARE: Per amare molto un essere bisogna amarlo come se si dovesse morire domani. (Prov. Arabo)

UN ANEDDOTO: Dalla conclusione del romanzo L’ultimo dei giusti, di Andrè Schwarz-Bart (1959): Quando rabbi Chanina…, avvolto nel rotolo della Torha, fu buttato dai romani sul rogo per aver insegnato la Legge, e gli accesero sotto le fascine di sterpi verdi perché‚ fosse più lungo il suo supplizio, i discepoli dissero: “Maestro, che cosa vedi?”. E rabbi Chanina rispose: “Vedo la pergamena bruciare, ma le lettere volano via”

PAROLA DI DIO: Ap 14,1- 5; Sal 23; Lc 21,1-4

 

Vangelo Lc 21,1-4

Dal vangelo secondo Luca

Alzati gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere». Parola del Signore

 

“VIDE UNA VEDOVA POVERA CHE VI GETTAVA DUE SPICCIOLI E DISSE: IN VERITA’ VI DICO QUESTA VEDOVA, POVERA, HA MESSO PIU’ DI TUTTI”.

Un certo tipo di educazione religiosa che ha certamente toccato e influenzato molti di noi che abbiamo una certa età, ci portava a considerare con paura la presenza di Dio. “Dio ti vede” capeggiava nei corridoi dei seminari, nelle corsie degli ospedali gestiti dalle suore, Tutto questo portava a vedere Dio come un controllore che era lì pronto a cogliere i minimi sbagli per poterli annotare e poi punire. Oggi, grazie al cielo non considero più la presenza di Dio in questo modo, ma la considero come una presenza amica che, proprio perché sa leggere nel cuore, diventa invito ad essere sempre se stessi in modo sincero. Gesù ha visto la fede, la generosità nascosta dietro ai miseri spiccioli della vedova e chissà quante cose buone legge dietro certe parole e certi fatti. Ad esempio non vi è mai capitato di dire una parola senza malizia e di vederla invece interpretata malamente al punto da venir accusati di chissà quale colpa che non era assolutamente nelle vostre intenzioni? Dio vede, Dio sa se siamo ipocriti o sinceri, se il nostro pensiero è limpido o sporco, se il nostro agire è dettato da amore o da interesse. La presenza di Dio non è per la condanna, ma può essere un richiamo alla sincerità. Essa non è per la punizione ma per un incoraggiamento ad agire senza ipocrisia. Essa è garanzia che ogni piccola cosa buona, anche se nascosta, anche se male interpretata dagli uomini, non andrà persa davanti agli occhi e al cuore di Dio.

 

 

MARTEDI' 22 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Cecilia; San Pedro Esqueda Ramirez.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE

 

HANNO DETTO: Il molto parlare, spesse volte, distrae la mente, riempiendola di fantasticherie; le poche parole aiutano il raccoglimento. Quando una parola ti riempie di soavità e di pace, fermati su di essa: l’angelo è presente e sta pregando con te. (S. Giovanni Climaco)

SAGGEZZA POPOLARE: L'amore è nebbia : non c'è monte a cui non si attacchi. (Prov. Hawaiano)

UN ANEDDOTO: In un film spagnolo si racconta la storia di un eretico che fa il traghettatore in mare e malvolentieri accetta di trasportare una pesante statua di legno rappresentante Gesù Cristo. Una tempesta strappa il traghetto in alto mare, e tutto l’equipaggio perisce, salvo l’eretico, il quale è riuscito a stringere le braccia attorno alla statua di legno che galleggia e, infine, gli permette di sopravvivere e salvarsi. Sulle prime, non vuol arrendersi all’evidenza e rifiuta di convertirsi, ma infine cede e ritorna alla Chiesa; «Non ho abbracciato un pezzo di legno io: c’era Qualcuno che m’abbracciava durante la tempesta», conclude: «ed era uno che camminava sulle acque»

PAROLA DI DIO: Ap 14,14-19; Sal 95; Lc 21,5-11

 

Vangelo Lc 21, 5-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, Gesù disse: "Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta". Gli domandarono: "Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?". Rispose: "Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine". Poi disse loro: "Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo". Parola del Signore

 

“GUARDATE DI NON FARVI INGANNARE. MOLTI VERRANNO SOTTO IL MIO NOME DICENDO: SONO IO”.

E’ proprio vero che continuamente c’è qualcuno o qualcosa che ha la pretesa di presentarsi come salvatore dell’uomo. Qualche esempio: “Sono io” ha gridato la scienza assicurando di avere una risposta esatta per tutti i problemi dell’uomo; “Sono io ha gridato il capitalismo, col denaro e con il potere si ha la felicità; “Sono io ha gridato il nazismo: io salvo la razza pura; “Sono io” hanno gridato i vari comunismi pratici: quando gli uomini saranno tutti uguali, troveranno il paradiso in terra; “Sono io” gridano le nuove religioni e le nuove mode religiose e i vari santoni che proliferano come funghi. “Non lasciatevi ingannare”, dice Gesù. lo credo, o Gesù, che sei Tu l’unico Salvatore, il Figlio di Dio incarnato, morto e risorto, vivo per sempre: tutti quelli che gridano “Sono io” mi portano solo se stessi, le loro idee o salvezze parziali; Tu, invece, mi hai amato fino a darmi la vita. Tu solo mi hai parlato del Padre, Tu solo mi dai lo Spirito Santo. Aumenta la mia fede!

 

 

MERCOLEDI' 23 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Clemente; San Colombano.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA PROVA: RESTA CON NOI, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Una lacrima per i defunti evapora, un fiore sulla tomba appassisce, una preghiera, invece, arriva fino al cuore dell'Altissimo. (S. Agostino).

SAGGEZZA POPOLARE: Il passato rivive ogni giorno perché non è mai passato. (Prov. Africano)

UN ANEDDOTO: «Se Dio esiste, fatti suoi», declamavano gli studenti, durante il maggio 1968 a Parigi. «No, anche nostri» scrisse in quei giorni Enzo Biagi.

PAROLA DI DIO: Ap 15,1-4; Sal 97; Lc 21,12-19

 

Vangelo Lc 21, 12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:"Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime". Parola del Signore

 

“CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LE VOSTRE ANIME”

Un giorno in montagna osservavo uno spaccapietre. Continuava a battere e la pietra sembrava non risentire dei colpi. Avrà battuto un centinaio di colpi apparentemente a vuoto. Poi un ultimo colpo. Ed ecco la pietra spaccarsi in due. Pensavo: sarà servito solo quell’ultimo colpo? Non è stato l’ultimo colpo da solo a spezzare la pietra, ma l’ultimo colpo insieme a tutto ciò che c’è stato prima. Se vuoi “convertirti”, se vuoi ‘salvare l’anima’ non pensare che basti un colpo solo. Occorrono tanti “colpi” che all'apparenza possono anche sembrare infruttuosi per arrivare poi al colpo decisivo che è la conclusione di tutto il lavoro precedente. 

 

 

GIOVEDI' 24 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Dung-Lac e compagni; Santa Flora.

Una scheggia di preghiera:

 

DA OGNI MALE LIBERACI, O SIGNORE .

 

HANNO DETTO: È Dio che ti ha creato, poi ti ha mantenuto, poi ti farà morire, e di nuovo ti darà la vita. Sia gloria a Lui! (Il Corano).

SAGGEZZA POPOLARE: A esser giovani si impara da vecchi.

UN ANEDDOTO: Raccontava don Barra un episodio dell’ultimo conflitto mondiale, presso un campo di battaglia. «Padre, mi dia l’assoluzione... Mi dia il Signore... » questo rantolo veniva da un soldato, il seminarista Peter Jagot. Il cappellano militare era lui pure ferito, ma con un estremo sforzo allungò il braccio e pose la teca con l’Ostia sulla gamba fracassata del morente. Il sangue arrossò la bianca particola. «Comunicati da te stesso!». Ecco che cosa vuol dire comunicarsi: la comunione ben fatta suppone due Ostie. Il che significa che, uniti al Sacrificio di Cristo, anche noi diveniamo vittime con lui e con lui troviamo la gioia di una vita donata.

PAROLA DI DIO: Ap 18,1-2.21-23; 19,1-3.9a; Sal 99; Lc 21,20-28

 

Vangelo Lc 21, 20-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia. Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina". Parola del Signore

 

"LA VOSTRA LIBERAZIONE È VICINA".

Una delle parole più belle, ma difficili è "libertà". La desideriamo nella vita individuale e sociale e ci accorgiamo quanto sia difficile il poterla realizzare perché spesso vincolata dall’esterno, dalle cose e anche da noi stessi. Poi, ancora, non sempre abbiamo un’idea chiara di libertà. Spesso gli uomini confondono libertà con la—mia— libertà. Diceva già Bismarck: "Non c’è vocabolo di cui oggi si sia fatto così largo abuso come di questa parola. Non mi fido di quel vocabolo, per la ragione che nessuno vuole la libertà per tutti: ciascuno la vuole solo per se stesso". Gesù ci promette e ci dona la vera liberazione dell’uomo perché fonda questa sull’amore. Ma viene il dubbio che noi desideriamo davvero questa libertà: forse non ci accorgiamo neppure di essere schiavi, prigionieri. Eppure il male c’è in noi e attorno a noi e da soli non ce la facciamo a vincerla. Gesù è venuto e viene proprio per questo. Se ne sento i passi, se lo aspetto con ansia, se gli porgo i miei polsi incatenati, allora proverà la gioia della liberazione.

 

 

VENERDI' 25 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina di Alessandria.

Una scheggia di preghiera:

 

LE TUE PAROLE SONO VERITA' E VITA.

 

HANNO DETTO: Il Vangelo insegna che l'uomo cambia la sua vita, la sua mentalità, si converte al bene non perché viene sgridato, rimproverato, punito, ma perché si scopre amato nonostante sia peccatore. (Marko Ivan Rupnik)

SAGGEZZA POPOLARE:

Se l'invidia potesse guardare fissamente il sole non ne vedrebbe che le macchie.

UN ANEDDOTO: San Francesco d’Assisi, come altri santi e sante, aspirò sempre a partire per l’Oriente, annunciare il Vangelo e morire martire. Fatto prigioniero dai Musulmani con fra’ Illuminato, fu battuto e condotto dinanzi al sultano Malek-El-Kamel. Il santo gli parlò di Gesù e della vera fede; dopo qualche attimo di preghiera, propose al sultano che venisse acceso un fuoco in mezzo al quale sarebbe passato lui e i ministri musulmani. Ne sarebbe uscito illeso il testimone della vera religione. Il sultano accolse la sfida, ma non si trovò alcuno tra i suoi che si offrisse a rischiare la vita. I ministri dissero che era una provocazione e lo dichiararono degno della decapitazione. Malek allora lo difese e lo lasciò partire indenne. Ma a malincuore, perché era stato affascinato dall’entusiasmo di Francesco per la Verità e dal suo fervore per testimoniarla a tutti.

PAROLA DI DIO: Ap 20,1-4.11 - 21,2; Sal 83; Lc 21,29-33

 

Vangelo Lc 21, 29-33

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: "Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno". Parola del Signore

 

“IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO”.

Signore, io amo la vita. Davanti al mare e al cielo riesco a meravigliarmi, mi affeziono e provo gioia davanti alle persone amate ma sono ancora più felice per questa tua frase. Le tue parole non passeranno. Non passerà la tua promessa di amicizia con gli uomini. Anche se stento a vederlo, il tuo regno di giustizia, di verità, di pace, di amore verrà davvero e pienamente. La croce si tramuterà in risurrezione. Chi mangerà il tuo pane vivrà in eterno. Chi ascolta e vive la tua Parola è beato. Tu sei con noi tutti i giorni, sei il buon Pastore che ci conduci alla vita. Grazie, Signore, di questa tua parola immutabile e che ciascuno, amando Te e la tua parola in essa trovi il senso della propria vita.

 

SABATO 26 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Corrado; Beata Delfina.

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO,SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Il profumo dei fiori non va contro vento, non quello del sandalo, del tagara e del gelsomino;  il profumo dei buoni va contro vento: un uomo retto pervade tutte le regioni (BUDDHA)

SAGGEZZA POPOLARE: Il medico è come il tetto che garantisce dalla pioggia, ma non dal fiume. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Nelle storie di uomini, quando si va a caccia di tesori nascosti, di solito si tratta di qualche forziere di pirati, come nell’Isola del tesoro, di Stevenson, oppure della refurtiva di rapinatori, come nel caso di Alì Babà e i 40 ladroni, delle leggendarie “Mille e una Notte”. Oro, gioielli, pietre preziose, frutti di peccato insomma, che sono difesi da mappe ingannatrici e da parole magiche per la chiusura della roccia. O anche da una buca nel terreno, per la gioia degli archeologi. Il tesoro nascosto a cui siamo invitati a dare la caccia è invece il Regno di Dio, come massima ricchezza spirituale, cioè la santità, la Grazia di Dio, che Gesù ha accumulato per la salvezza universale: è la gioia presente e futura

PAROLA DI DIO: Ap 22,1-7; Sal 94; Lc 21,34-36

 

Vangelo Lc 21, 34-36

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo". Parola del Signore

 

“STATE BEN ATTENTI CHE I VOSTRI CUORI NON SI APPESANTISCANO IN DISSIPAZIONI, UBRIACHEZZE E AFFANNI DELLA VITA. VEGLIATE E PREGATE IN OGNI MOMENTO”.

Ancora un invito in conclusione dell’anno liturgico (e, notate, sarà lo stesso dei primi giorni di avvento) alla vigilanza e a dare senso di completezza al nostro vivere quotidiano.

Sappiamo per esperienza che quando lasciamo che nella nostra vita abbiano il sopravvento le preoccupazioni materiali, il denaro, il mangiare, il bere, il divertirci, le paure per la salute, per il futuro, l’affanno del voler sempre di più, queste cose, poco per volta, ci mangiano la vita e alla fine ci accorgiamo che non siamo più noi a vivere, ma sono questi affanni che ci vivono e spesso ci uccidono. Gesù non ci vuole disincarnati dalla vita e dalla storia, non viene a dirci  che non dobbiamo più pensare a casa, cibo, lavoro, vuole semplicemente farci trovare il vero senso della vita come un cammino che non finisce nelle cose, ma come un viaggio verso una meta che non delude. Ecco perché l’anno liturgico termina con l’invito alla preghiera e alla vigilanza: è un po'  quello che dovrebbe essere il riassunto di tutto il cammino di questo anno di sequela di Gesù ed anche il progetto per il nuovo anno liturgico. Gesù è colui che ha cambiato e cambia il mondo, ma è anche colui che passa silenzioso, che giunge di notte a bussare alla tua porta: è facile perdere l'appuntamento, è facile trovarsi impreparati o peggio, sonnolenti e allora l'unica strada è stare attenti, vegliare, non con addosso la paura ma con la trepidazione di essere desti per cogliere gli avvenimenti della nostra storia della salvezza. E pregare sempre, non come quantità  di preghiere o formule ma come cuore sempre rivolto a lui, come vita che trasforma il banale quotidiano in inno di lode e di ringraziamento, come comunione di vita fraterna che diventa anche comunione con Dio.

 

 

DOMENICA 27 NOVEMBRE: 1^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Virgilio; Sant’Acario.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI A LIBERARCI, SALVATORE NOSTRO.

 

HANNO DETTO: "L'esperienza è una cosa che non puoi avere gratis". (Oscar Wilde)

SAGGEZZA POPOLARE: Il piacere può fondarsi sull'illusione, ma la felicità riposa sulla verità (Proverbio Americano)

UN ANEDDOTO: Ecco un racconto ebraico (da prendersi come racconto ma utile per riflettere), secondo cui in un Paese dell’Europa orientale, un pio israelita, a causa della tassa sui matrimoni, decretata dall’imperatore, non poteva far sposare la sua figlia. Allora il pover’uomo si rivolse al tribunale della comunità ebraica e disse: “Voglio citare Dio in giudizio”. “Sei pazzo” disse il giudice, “perché osi citare in giudizio il Signore benedetto?”. “Perché egli ha promesso di difendere il povero, ma non è fedele alla parola data”. “Bene” disse il giudice, “chiamo Dio a difendersi domani davanti al nostro tribunale”. Il Signore benedetto, come sempre, rimase in silenzio sulle vicende umane e non si difese. Allora il giudice sentenziò: “Poiché Dio non si è presentato a rispondere di questa accusa, io lo condanno a risarcire questo povero uomo pieno di fede”. Il giorno dopo, l’imperatore revocò la tassa sui matrimoni, e la figlia del pio israelita poté sposarsi.

PAROLA DI DIO: Is.2,1-5; Sal.121; Rom. 13,11-14; Mt.24,37-44

 

2^ Lettura Rm 13, 11-14

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri. Parola di Dio

 

“E' ORMAI TEMPO DI SVEGLIARVI DAL SONNO PERCHE' ADESSO LA SALVEZZA E' PIU' VICINA DI QUANDO DIVENTAMMO CREDENTI”. (Rom. 13,11)

Quando dici:... "Non ce la faccio a risolvere i miei problemi..." Dio ti dice "Io guido i tuoi passi".

Quando dici: "E' impossibile..." Dio ti dice "Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio".

Quando dici: "Mi sento molto solo..." Dio ti dice "Non ti lascerò e non ti abbandonerò".

Quando dici: "Come posso fare questo che mi chiedi? Chi mi aiuterà?..." Dio ti dice "Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio".

Quando dici: "Non merito perdono..." Dio ti dice "Io ti perdono". "Anche se i vostri peccati fossero scarlatto, diventeranno bianchi come neve". (Isaia 1,18).

Quando dici: "Ho paura..." Dio ti dice "Non temere, perché io sono con te".

Quando dici: "Sono molto stanco..." Dio ti dice "Io ti ristorerò".

Quando dici: "Nessuno mi vuole bene e nessuno mi considera..." Dio dice "Io ti amo, ti porto disegnato sul palmo delle mie mani".

Quando dici: "Non so come andare avanti..." Dio ti dice "Io ti indicherò il cammino".

Quando ti domandi... "Quale è la via che mi conduce a te...?"  Dio ti risponde: "Il mio Figlio amato Gesù Cristo".

C'è un fatto straordinario che sta accadendo in questi giorni: ricordiamo il Dio fatto uomo che viene ad abitare in mezzo a noi: apriamo gli occhi, stiamo attenti e vigilanti, non perdiamo anche questa occasione per incontrarci con il Signore.

 

 

LUNEDI' 28 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Sostene; Santa Caterina Labourè.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TU HAI SALVATO OGNI UOMO: OGNI UOMO E' MIO FRATELLO.

 

HANNO DETTO: Chi non si ricorda del bene non spera. (Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: La vita è troppo breve, per bere del vino cattivo.

UN ANEDDOTO: Non colpevolizziamo e non generalizziamo, ma riflettiamo su questo pensiero di Primo Degano: “Ve lo immaginate che bella figura farà un laureato italiano quando all’estero gli chiederanno che cosa pensi di Gesù Cristo? E lui risponderà: “Non so niente di lui perché ho scelto di fare ginnastica nell’ora di religione”

PAROLA DI DIO: Is 4,2-6; Sal 121; Mt 8,5-11

 

Vangelo Mt 8, 5-11

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò». Ma il centurione riprese: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Fa questo, ed egli lo fa». All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli. Parola del Signore

 

“MOLTI VERRANNO DA ORIENTE ED OCCIDENTE E SIEDERANNO A MENSA CON ABRAMO, ISACCO E GIACOBBE NEL REGNO DEI CIELI”.

Gesù è davvero fratello di ogni uomo. Nel gruppo dei suoi apostoli ci sono degli zeloti, gente che pensa di cacciare l’invasore romano con le armi, e Lui guarisce il servo di un centurione romano, anzi, porta questo ad esempio di tutti dicendo di non aver trovato una fede così grande in tutto Israele. I credenti, guardando al loro Maestro, dovrebbero essere gente che supera ogni barriera, persone che riescono a vedere al di là degli schemi, che sanno davvero cogliere il buono, il bello, il fratello in ogni uomo sulla terra. Lungo i secoli, la Chiesa, per un verso è stata segno per l’umanità intera di questa fratellanza, per altri versi, quando si è dimenticata di Gesù, è stata discriminante. Pensiamo al tempo delle persecuzioni, dove schiavi e romani, ebrei ed ex pagani davano insieme il proprio sangue per testimoniare il Vangelo, e pensate  al male che hanno causato invece certe conversioni di massa obbligatorie o certe discriminazioni nei confronti, ad esempio, degli Ebrei (fino a pochi anni fa, con molta carità cristiana, proprio il venerdì santo ci degnavamo di pregare “per i perfidi giudei”). E anche oggi ci sono stupendi esempi di integrazioni, di fratellanza al di là di ogni differenza e invece visioni razzistiche che portano addirittura a lotte e guerre, vedi ad esempio la comunità di Taizet dove l’ecumenismo è da anni abitualmente di casa e vedi le guerre di religione. Ma, attenzione! Anche nelle nostre comunità siamo chiamati a superare le differenze. Può uno che si dice cristiano appendere un lenzuolo bianco al proprio balcone per dire di non volere nel suo quartiere un dormitorio per barboni? Certi gruppi parrocchiali dove viene accolto solo un certo tipo di personaggi e dove chi chiede di farne parte deve mostrare certi requisiti, sono gruppi cristiani o massoni?

E nella nostra vita personale quando “una buona cattolica” da messa quotidiana dice: “Io piuttosto di farmi guardare da ‘una di quelle lì (=collaboratrice domestica filippina), preferisco morire” può pensare di essere cristiana?

Certo, differenze di idee, di modi di esprimersi, di modi di vivere ci sono  e sarebbe assurdo non vederli o non avere anche opinioni contrastanti, ma se sapessimo cogliere il buono anche nel diverso non saremmo tutti più ricchi ed anche più fratelli perché Figli di un unico Padre? 

 

 

MARTEDI' 29 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Antonio Fasani.

Una scheggia di preghiera:

 

TI RENDO LODE, O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA.

 

HANNO DETTO: Chi non sa piangere con tutto il cuore non sa nemmeno ridere a gola spiegata. (Golda Meier)

SAGGEZZA POPOLARE: A chi più amiamo, meno dire sappiamo. (Prov. Inglese)

UN ANEDDOTO: Solamente da Dio può venire il coraggio d’affrontare tanti tormenti e tante prove come ci testimoniano i martiri cristiani. Confidiamo solo nei valori soprannaturali. Si legge negli Atti della Canonizzazione di san Carlo Lwanga e i suoi 21 compagni, paggi del Re Mwanga, durante la persecuzione del 1885-87 in Uganda, che Kzito, il più giovane dei gloriosi martiri, poco prima di morire, disse d’aver paura di non resistere al dolore, ma ce l’avrebbe fatta, se l’amico Carlo gli avesse tenuta stretta la mano. Questi gliela tenne stretta volentieri, dicendo: “Stai tranquillo. Con l’altra mano, sto attaccato al buon Gesù».

PAROLA DI DIO: Is 11,1-10; Sal 71; Lc 10,21-24

 

Vangelo Lc 10, 21-24

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono». Parola del Signore

 

“TI RINGRAZIO O PADRE, CHE HAI TENUTO NASCOSTE QUESTE COSE AI SAPIENTI E AGLI INTELLIGENTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI”.

Quella che Gesù fa è una preghiera che gli sgorga dal cuore, è la gioia di vedersi accolto dai piccoli, dai semplici a cui si è rivolto e che formeranno il suo Regno, ma è anche l’amara constatazione che ci sono persone che hanno chiuso occhi e cuore alla verità.

Ci possiamo chiedere: qual è la verità che i sapienti di questo mondo non riescono a scoprire?

E’ il mistero dell’identità di Cristo e della sua missione. Gesù è il Figlio di Dio ed è venuto tra noi per farsi cono­scere e per rivelarci che il nostro Dio è Padre. E’ questa la verità grandiosa del Cristianesimo: noi, attraverso Gesù, possiamo finalmente conoscere Dio come Padre. Ma per capire e credere questo bisogna essere piccoli, bisogna riconoscersi figli bisognosi di un Padre, bambini che possono crescere solo con chi si prende cura di loro. Per chi non capi­sce questo, per chi pensa di essere già abbastanza sapiente da solo, un Dio non serve, un Padre è sprecato e, quindi, il suo mi­stero di amore non sarà loro svelato.

 

 

MERCOLEDI' 30 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea, Apostolo.

Una scheggia di preghiera:

 

ECCOMI! AVVENGA DI ME SECONDO LA TUA PAROLA.

 

HANNO DETTO: L'odio non cessa con l'odio, in nessun tempo; l'odio cessa con l'amore: questa è la legge eterna.  (BUDDHA)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli anni possono riempire la pelle di rughe, ma la mancanza di entusiasmo avvizzisce l'anima. (Anonimo)

UN ANEDDOTO: Una volta venni  fermato per strada da una coppia di persone a modo, che  mi porsero un foglietto domandandomi se mi interessasse il Regno di Dio. «Sì, m’interessa, ma ho già un mucchio di libri al proposito». «Scusi», l’interrompe la donna: «ma lei non vorrebbe rimanere sempre qui sulla terra?».  «Nemmeno per sogno, io voglio andare in cielo, e al più presto possibile» Insiste l’uomo: «Va bene, ma dov’è questo regno?». E la sua compagna aggiunse subito: «Gesù ha detto che il regno di Dio è vicino, anzi è già tra noi, è venuto qui in terra!». A questo punto feci anch'io una domanda: «Secondo voi, Gesù Cristo era veramente il Figlio di Dio? E suo Padre stava nel Regno dei Cieli?», i due testimoni di Geova si guardarono, dissero che avevano fretta e s’allontanarono discutendo fra di loro. Senza la garanzia della divinità di Gesù, le loro chiacchiere non avevano più alcun valore.

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DI SANT’ANDREA: Rom. 10,9-18; Sal 18; Mt. 4,18-22

 

Vangelo Mt 4, 18-22

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini". Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono. Parola del Signore

 

“E GESU’ DISSE LORO: SEGUITEMI, VI FARO’ PESCATORI DI UOMINI”.

Oggi, festa di Sant’Andrea, ancora una volta sentiamo, nel brano di Vangelo una chiamata di Gesù. Gesù che dice: “Venite, lasciate, seguite”. Altre volte invece troviamo che è lo stesso Gesù a dire: “Andate”.

Da come uno legge e interpreta certe pagine del Vangelo può cambiare la propria vita. Ad esempio i verbi andare e restare così presenti nel vocabolario di Gesù, come vanno intesi? Spesso ci sembrano quasi in contraddizione. Gesù invita ad andare da Lui, a stare con Lui, a rimanere legati a Lui come il tralcio alla vite, dice a Maria di Betania che ha scelto la parte migliore nello stare ai suoi piedi a sentirlo; ma poi Gesù è sempre in viaggio, manda, non si accontenta di orizzonti ristretti, invita ad uscire dai piccoli gruppi, pretende che chi ha scelto Lui sia libero come il vento e si lasci trasportare là dove lo Spirito vorrà, anche se la cosa non è proprio secondo i propri gusti. Certamente Gesù e il Vangelo non ci chiedono di “restare” ancorati alle abitudini, alle tradizioni, non ci chiedono di difendere solo diritti, di arroccarci nei privilegi, di ridurre la fede unicamente a religione. Il restare uniti a Gesù non è qualcosa che ci rende statici, è averlo nel cuore, è fidarsi di Lui, è far dipendere la nostra vita da Lui, ma proprio per questo è anche sentirsi mandati, essere liberi, innovativi, avere occhi che  facciano scoprire fratelli ovunque, non lasciarci impressionare dalle nostre piccolezze e povertà e neppure dai nostri peccati. E nell’andare non è neppure importante seguire strade ufficiali, precostituite. Puoi “andare” rimanendo nel tuo ufficio, nella tua fabbrica, nella tua forzata solitudine di anziano. Se hai Gesù nel cuore in qualunque situazione riuscirai a trovare il modo di trasmetterlo con qualche parola, con qualche gesto, con la preghiera.

     
     
 

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