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SCHEGGE E SCINTILLE

         PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
        DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

SETTEMBRE 2016

 

 

GIOVEDI' 1 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Egidio; San Conone.

Una scheggia di preghiera:

 

CAMMINIAMO CON TE, GESU', NELLA TUA CHIESA

 

HANNO DETTO: “Il diavolo ha paura della gente allegra”. (San Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: La buona coscienza è una festa continua. (prov. Inglese)

UN ANEDDOTO: Raccontava Nietzsche:"Noi pensiamo che gli animali siano esseri senza morale, ma pensate che gli animali ci considerano esseri morali? Un animale che sapeva parlare disse: l'umanità è un pregiudizio del quale noi animali, almeno, non soffriamo".

PAROLA DI DIO: 1Cor 3,18-23; Sal 23; Lc 5,1-11

 

Vangelo Lc 5, 1-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca". Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore". Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini". Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Parola del Signore

 

“SALI’ IN UNA BARCA CHE ERA DI SIMONE”

E’ proprio vero che tutto il vangelo è buona notizia. Perfino i personaggi secondari e gli oggetti hanno un loro ruolo e compito. Pensiamo oggi alla barca di San Pietro. Con essa l’apostolo si procura il cibo, è il luogo di lunghe ora passate nell’attesa e nella fatica con gli altri pescatori. E’ il mezzo attraverso cui Gesù arriva all’apostolo: “Pietro prestami la barca perché da essa io possa parlare alla folla.” La barca diventa luogo per la pesca miracolosa, per accogliere Gesù stanco che dorme anche durante la tempesta, diventa la testimone di Gesù che cammina sulle acque, del risorto che prepara da mangiare per i suoi amici. Non per niente allora i Padri della Chiesa e l’iconografia cristiane ne ha fatta la figura della Chiesa. Una chiesa testimone di Gesù, una chiesa disposta ad accogliere tutti, un punto di riferimento e di confronto per tutti gli amici di Gesù. Quanto preferisco questo segno umile per vedere la Chiesa piuttosto che i segni delle grandezze terrene che se glorificano, nascondono l’essenza di una comunità di poveri con mezzi poveri, ma con Gesù.

 

 

VENERDI' 2 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Licinio; San Giusto di Lione

Una scheggia di preghiera:

 

LA SALVEZZA CHE CI DONI E' FONTE DELLA NOSTRA GIOIA.

 

HANNO DETTO:

“Il femminismo è mescolato con l’idea confusa per cui le donne sono libere quando servono il datore di lavoro, ma schiave quando aiutano i mariti”. (Gilbert Keith Chesterton)

SAGGEZZA POPOLARE: Nel monastero altrui non si va con le proprie leggi. (prov. Russo)

UN ANEDDOTO: Tanto tempo fa viveva un uomo molto scontento che si lamentava sempre della sua sfortuna e diceva: "Se mi capitasse la fortuna, sarei capace di fare qualsiasi cosa". Un giorno, camminando per la strada, trovò un sacchetto pieno di monete d'oro. L'uomo, tutto eccitato, esclamò: "Evviva, ora sono fortunato e ricco, però tenere le monete nel sacco non mi servirebbe a nulla". Decise allora di comperarsi una villa. Dopo pochi giorni, però, annoiato e triste disse: "Pensandoci bene, a cosa mi serve una villa?" La vendette ed in cambio si prese una casetta. Dopo pochi giorni, però, annoiato e triste disse: "Pensandoci bene, a cosa mi serve una casa?" e la vendette. Acquistò una barca, ma anche con quella fu lo stesso, perché venne cambiata con un cavallo che a sua volta venne cambiato con una mucca, che venne cambiata con una capra che infine venne cambiata con un pollo. Quando l'uomo lo prese in mano, gli scappò e così si ritrovò di nuovo scontento e capì che i soldi non fanno la felicità.

PAROLA DI DIO: 1Cor 4,1-5; Sal 36; Lc 5,33-39

 

Vangelo Lc 5, 33-39

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, gli scribi e i farisei dissero a Gesù: "I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!". Gesù rispose: "Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno". Diceva loro anche una parabola: "Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!". Parola del Signore

 

“POTETE FAR DIGIUNARE GLI INVITATI A NOZZE MENTRE LO SPOSO E’ CON LORO?” (Lc. 5,34)

Talora siamo alla ricerca di regole e disposizioni da seguire, magari anche severe, che ci sollevino però dalla responsabilità di comprendere ciò che il Signore ci chiede. E’ così che i farisei lodano i discepoli del Battista, i quali digiunano e recitano preghiere, mentre condannano i discepoli di Gesù che invece fanno festa, anche fuori tempo. Ma è la festa di coloro che hanno trovato il salvatore della propria vita; una festa che il Vangelo paragona a una celebrazione di nozze, tanto è bella. Ovviamente, anche i discepoli di Gesù devono digiunare. Devono farlo dal proprio egoismo, dalle proprie chiusure, dalla propria autosufficienza, dal proprio provincialismo, per scoprirsi figli di un Dio che chiamano “Padre nostro”. Essi, infatti, fanno parte di una nuova famiglia fatta non dei vincoli della carne, che restringono, ma di quelli spirituali che allargano il cuore. I discepoli indossano un vestito interiore tutto nuovo, appunto quello di figli di Dio, e il loro cuore è come quegli otri nuovi riempiti sino all’orlo del nuovo vino che è l’amore del Signore.

 

 

SABATO 3 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gregorio Magno; Santa Phoebe.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA LEGGE DI LIBERTA' E DI AMORE E' LA NOSTRA GUIDA.

 

HANNO DETTO: “Il male mette radici quando un uomo comincia a pensare di essere migliore degli altri”. (Beata Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli uomini non si misurano ad altezza. (prov. Abruzzese)

UN ANEDDOTO: Un uomo decise, un giorno:«Voglio conoscere tutto e, se fosse necessario, farò il giro del mondo». Così disse e così fece. L'uomo si mise a percorrere il mondo. Dai più grandi professori imparò la geografia, la storia e l'intera gamma delle scienze. Scoprì la tecnica, si entusiasmò per la matematica, si appassionò all'informatica.

Registrò su dischetti, video e CD tutto quello che aveva imparato e scoperto. Ritornò a casa soddisfatto e felice. Diceva: «Ora, conosco tutto!». Qualche giorno dopo, fece visita ad un famoso personaggio, conosciuto in tutto il mondo per la straordinaria sapienza. L'uomo voleva confrontare il suo sapere con quello del saggio. Tirarono a sorte per sapere quale dei due avrebbe dovuto porre la prima domanda. La sorte designò il grande saggio, il quale si rivolse all'uomo e gli domandò: «Che cosa sai dell'amicizia?». L'uomo ripartì, senza dire una parola. Sta ancora percorrendo il mondo.

PAROLA DI DIO: 1Cor 4,6b-15; Sal 144; Lc 6,1-5

 

Vangelo Lc 6, 1-5

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno di sabato, Gesù passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: "Perché fate ciò che non è permesso di sabato?". Gesù rispose: "Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?". E diceva loro: "Il Figlio dell'uomo è signore del sabato". Parola del Signore

 

“PERCHE’ FATE CIO’ CHE NON E’ PERMESSO DI SABATO?”

Le disposizioni ebraiche non permettevano di cogliere e mangiare le spighe di grano durante il sabato. I farisei, scrupolosi osservanti della legge, ma spesso dimentichi del cuore e della vita della gente, prontamente accusano Gesù perché non rispetta il sabato trasgredendo queste disposizioni. Gesù, nella risposta, rimanda gli avversari alla stessa Scrittura a cui essi si appellano e ricorda loro che anche Davide mangiò, non alcuni chicchi di grano ma tutti i pani, il cui uso era proibito dalla legge. La legge non salva, giudica e quindi crea la colpa; Gesù vede il cuore, da senso alle cose quindi libera e salva. Ogni volta che noi pensiamo di salvarci osservando la legge ne siamo schiavi, ogni volta che ci affidiamo al Figlio di Dio siamo liberati e salvi.

 

 

DOMENICA 4 SETTEMBRE: 23^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosalia; San Gilberto.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, TUTTO SI TRASFORMA.

 

HANNO DETTO: “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”. (San Francesco d’ Assisi)

SAGGEZZA POPOLARE: Il nemico più temibile è quello che hai dimenticato. (prov. Albanese)

UN ANEDDOTO: Una volta un cammello incontrò un dromedario e cominciò a prenderlo in giro: "E' la prima volta che vedo un cammello sbagliato! Invece di avere due gobbe ne ha una sola!". Il dromedario capì e rispose al cammello sghignazzando ancor più: "Che meraviglia mi tocca vedere: un dromedario con due gobbe!". L'uomo del deserto loro padrone, presente a queste battute cattive, li interruppe e sentenziò: "Siete sbagliati tutti e due: non nella gobba, ma nel cuore”

PAROLA DI DIO: Sap 9,13-18; Sal 89; Fm 9b-10.12-17; Lc 14,25-33

 

Vangelo Lc 14, 25-33

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo". Parola del Signore

 

CHI NON PORTA LA PROPRIA CROCE E NON VIENE DIETRO DI ME, NON PUÒ ESSERE MIO DISCEPOLO.

Gesù ci chiede di fare una cosa che a prima vista è assurda e sembra andare “contro natura”: rinunciare al possesso delle cose, abbracciare la croce. Proviamo a cercare la spiegazione di questo. Spesso il modo di vivere degli uomini è legato al possesso: “i mie beni, il mio patrimonio, la mia casa, mia moglie, mio marito...” Ma che cosa è mio? Il tempo no (non so nemmeno quanto me ne rimane) i denari, le cose, le case... basta un furto, un terremoto, un incidente e quello per cui hai impiegato tutta la vita per ottenerlo si perde; gli affetti certamente sono importanti, ma è giusto possedere o amare? Ecco allora la strada di Gesù: Non si abbraccia la croce perché è bello soffrire, perché a Dio piaccia la sofferenza o per farci dei meriti, si abbraccia la croce per trasformarla in amore. Non sono avventato nell'uso delle cose, non mi fermo neanche al “godi in fretta e subito”, non divento passivo perché tutto finisce, ma uso delle cose che passano per il bene degli altri e di conseguenza per il mio; non voglio che “mio figlio” sia fatto a immagine e somiglianza mia ma amandolo cerco di dargli tante possibilità affinché possa costruirsi con i suoi valori, il nostro rapporto di coppia non è basato su chi comanda ma sul volerci amare sempre di più e sul fare scelte di amore comuni per gli altri. E tutto questo, alla fine non ci darà una gioia che nessuno potrà mai toglierci e che coincide anche col progetto del Dio che ci ama?

 

 

LUNEDI' 5 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Vittorino; San Lorenzo Giustiniani.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE SIGNORE PER IL NOSTRO CORPO.

 

HANNO DETTO: “Quando avete fatto una buona Confessione, avete incatenato il diavolo.” (San Giovanni Maria Vianney Il Santo Curato d’Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Pietra su pietra si alza un muro, muro su muro si arriva al castello. (prov. Albanese)

UN ANEDDOTO: Lo scrittore J. Mendiola racconta che una volta, conversando con un prete, gli domandò che cosa fosse l'esperienza di Dio. «Non lo so», rispose il prete. «Tutto ciò che ho avuto fino a oggi è l'esperienza della mia fede in Dio». E questo è ciò che più importa.

PAROLA DI DIO: 1Cor 5,1-8; Sal 5; Lc 6,6-11

 

Vangelo Lc 6, 6-11

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato, Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Alzati e mettiti nel mezzo!". L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. Poi Gesù disse loro: "Domando a voi: E' lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?". E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: "Stendi la mano!". Egli lo fece e la mano guarì. Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù. Parola del Signore

 

“NELLA SINAGOGA C’ERA UN UOMO CHE AVEVA LA MANO DESTRA INARIDITA”

Il miracolo della guarigione dell’uomo dalla mano inaridita può avere molteplici significati. La mano inaridita può essere benissimo il nostro cuore inaridito come lo era il cuore degli scribi e dei farisei che, come avvoltoi, spiavano Gesù per vedere se faceva un miracolo di sabato. A loro non interessava ne il malato, né il segno che comprovava la messianicità di Gesù, a loro serviva solo una scusa per condannare un uomo che già in partenza avevano condannato. Ma oggi quella mano invalida che non permette all’uomo un lavoro e di conseguenza una serenità familiare, ma fa pensare ai tanti disoccupati dei nostri giorni. Che situazione terribile si vive in quelle famiglie dove ci sono cose da portare avanti e dove c’è l’umiliazione di non poter sopperire alle necessità perché manca il lavoro Dare oggi il lavoro ai disoccupati vuol dire guarire molti dalla tristezza e dalla disperazione. Non solo. Ogni volta che l’uomo può lavorare con dignità si possono ripetere le parole stesse che leggiamo nella Genesi: “e Dio vide che era cosa buona”. Solo chi è cieco nel cuore può rattristarsi.

 

 

MARTEDI' 6 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Frontignano d’Alba; San Benedetto da Milano.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, CONOSCI IL NOSTRO NOME DA SEMPRE.

 

HANNO DETTO: “L’Angelo è l’amico più sincero e più fedele, anche quando noi abbiamo il torto di dargli pena con la nostra cattiva condotta”. (San Pio da Pietrelcina)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando ridi, il diavolo è messo male. (prov. Albanese)

UN ANEDDOTO: L'umanista Robert Owen (1771-1858) stava attraversando l'interno dell'Inghilterra, parlando di Dio. Nel XIX secolo era comune servirsi della mano d'opera infantile nei lavori pesanti e, un pomeriggio, Owen si fermò nei pressi di una miniera di carbone, dove un ragazzino di dodici anni, denutrito, trasportava un pesante sacco. "Sono qui per aiutarti a parlare con Dio", disse Owen.

"Grazie tante, ma non lo conosco. Deve lavorare in un'altra miniera", fu la risposta del ragazzino.

PAROLA DI DIO: 1Cor 6,1-11; Sal 149; Lc 6,12-19; Vangelo Lc 6, 12-19

 

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti. Parola del Signore

 

“NE SCELSE DODICI AI QUALI DIEDE IL NOME DI APOSTOLI”

Gesù sceglie i suoi più stretti collaboratori, ossia coloro che lo dovranno aiutare nell’annuncio del Vangelo. L’iniziativa viene, però, dal Padre. Gesù, infatti, non fa nulla senza il Padre. Ecco perché, prima di prendere tale decisione, passa tutta la notte in preghiera. Per Gesù, e tanto più per ogni comunità cristiana, la preghiera è all’origine di ogni scelta, di ogni azione. Potremmo dire che la preghiera è la prima opera che Gesù compie, quella che sta a fondamento di tutte le altre. Giunto il mattino, chiamò accanto a sé quelli che volle, uno per uno, per nome. La comunità dei discepoli di Gesù, ogni comunità cristiana, non è un gruppo anonimo, non è un’assemblea qualsiasi fatta di persone senza nome e senza amore. È un’assemblea di fratelli e di sorelle. E tra loro si conoscono per nome. Sappiamo che il nome significa la storia, il cuore, la vita di ciascuno. C’è una novità per chi accoglie il Vangelo: oltre la vita, viene cambiato anche il nome. Simone divenne Pietro, ossia roccia, fondamento. Insomma, il Vangelo chiama ad una nuova storia, a edificare un mondo nuovo. Ciascun discepolo perciò riceve un nuovo nome, un nuovo impegno. Il Vangelo dona una vita nuova, più operosa, più dedita al servizio dell’amore e della costruzione di un mondo più giusto.

 

 

MERCOLEDI' 7 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Grato d’Aosta; San Chiaffredo di Saluzzo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', AIUTACI A CONFORTARE I DEBOLI.

 

HANNO DETTO: “La felicità non si ottiene puntando affannosamente alla sua ricerca, ma viene incontro, come una sorpresa, a chi è intento a far felici gli altri”. (Fulton Sheen)

SAGGEZZA POPOLARE: Boomerang e cattiverie tornano sempre indietro. (prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: Un imperatore disse al rabbino Yeoshua Ben Hanania: "Vorrei tanto vedere il vostro Dio". "È impossibile", rispose il rabbino. "Impossibile? Allora, come posso affidare la mia vita a qualcuno che non posso vedere?". "Mostratemi la tasca dove avete riposto l'amore per vostra moglie. E lasciate che io lo pesi, per vedere se è grande". "Non siate sciocco. Nessuno può serbare l'amore in una tasca", rispose l'imperatore. "Il sole è soltanto una delle opere che il Signore ha messo nell'universo, eppure non potete vederlo bene. Tanto meno potete vedere l'amore, ma sapete di essere capace di innamorarvi di una donna e di affidarle la vostra vita. Non vi sembra evidente che esistono alcune cose nelle quali confidiamo anche senza vederle?".

PAROLA DI DIO: 1Cor 7,25-31; Sal 44; Lc 6,20-26

 

Vangelo Lc 6, 20-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: "Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti". Parola del Signore

 

“BEATI VOI... MA GUAI A VOI”

Gesù ha davanti ai suoi occhi quella folla enorme che attende da lui una parola vera. E Gesù non si tira indietro. Subito mostra loro la sua via di felicità. Non è la stessa via di felicità che il mondo indica agli uomini e alle donne, una via che si rivela spesso fallace e ingannatrice. Gesù non spende molte parole. Ne bastano quattro. Quattro beatitudini, ben delineate e chiare. Egli annuncia ai poveri, agli affamati, agli abbandonati e agli assetati di giustizia che Dio ha scelto di stare accanto a loro. La sua vicinanza e quella dei discepoli sarà per loro il segno di una gioia grande. Essi, sino ad ora esclusi dalla vita, saranno i privilegiati, i preferiti di Dio. Certo, a noi credenti è affidato il gravissimo e affascinante compito di far sentire loro l’amore privilegiato di Dio. Al contrario, con quattro parole, Gesù minaccia tristezza per i ricchi e per i potenti. Essi che cercano la felicità solo per se stessi, saranno abbandonandoli al destino triste di questo mondo.

 

GIOVEDI' 8 SETTEMBRE: NATIVITA’ DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ugo di Volterra; Beato Federico Ozanam.

Una scheggia di preghiera:

 

FIN DALL'ETERNITA' SONO NEL TUO PENSIERO, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO:

“Sono convinto che l’offesa più terribile che possiamo rivolgere al Mistero coincida con l’incapacità di svegliarsi al mattino e scoprirsi amati”. (don Luigi Giussani)

SAGGEZZA POPOLARE: Ognuno pianga con i suoi occhi. (prov. Corso)

UN ANEDDOTO: La nota attrice svedese Ingrid Bergman, dopo tanti film acclamati, dopo il successo e la simpatia che aveva destato ovunque, si trovò nel 1987 ammalata di cancro. Confessava ad un amico: “So che il mio tempo è sempre stato preso a prestito”.

PAROLA DI DIO FESTA DELLA NATIVITA’ DI MARIA: Mi. 5,1-4 opp. Rom. 8, 28-30; Sal.86; Mt. 1,1-16.18-23

 

Vangelo Mt 1, 1-16. 18-23

Dal Vangelo secondo Matteo

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa "Dio con noi". Parola del Signore

 

“ESSA PARTORIRA’ UN FIGLIO  E TU LO CHIAMERAI GESU’: EGLI INFATTI SALVERA’ IL SUO POPOLO DAI SUOI PECCATI”.

Il pensare alla storia di Maria ci fa riflettere anche sul fatto che Dio ha un progetto su di Lei come ha un progetto su ciascuno di noi. Nessuno di noi è nato a caso, siamo tutti creature pensate ed amate da Dio. “Ma io non valgo granché. Sono un granellino in mezzo a sei miliardi di uomini, tra centinaia di miliardi di uomini passati sulla terra!  Anche Dio non sembra farci troppo conto se per una vita che nasce ce ne sono milioni che non nascono; se permette che  sei milioni di uomini finiscano uccisi in campi di concentramento; se, oggi, proprio oggi, centinaia di migliaia di persone moriranno di fame tra l’indifferenza nostra e apparentemente anche sua!”.

E’ vero, la vita è un mistero. La vita stessa di Maria si svolse tra le braccia del mistero e della sofferenza. Eppure tutto ha un senso. Deve avere un senso anche il dolore, se no…. Il nulla!

Dio ha un progetto per Maria, ma anche per me. Non importa neppure che io conosca bene quale sia questo progetto. L’importante è che, come Maria, mi faccia trovare al momento giusto e sappia fidarmi di Lui dicendo con fede: “Avvenga di me secondo la tua parola!”.

 

 

VENERDI' 9 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Osanna; San Pietro Claver.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDI TUO DISCEPOLO, ATTENTO ALLA TUA PAROLA.

 

HANNO DETTO: “Curate sempre quello che di voi può dire il Signore, non quello che di voi, in bene o in male, diranno gli uomini”. (San Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non suda da giovine, digiuna da vecchio (detto Romano)

UN ANEDDOTO: Il poeta Ermodoro aveva fatto dei versi in onore di Antigono, nei quali diceva che il re era un Dio. Il servo che vuota il mio vaso da notte - disse Antigono - sa che non è vero.

PAROLA DI DIO: 1Cor 9,16-19.22b-27; Sal 83; Lc 6,39-42

 

Vangelo Lc 6, 39-42

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: "Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello". Parola del Signore

 

“IL DISCEPOLO NON È DA PIÙ DEL MAESTRO”.

Il Vangelo, certe volte, sembra dirci cose scontate, ma se ce le dice è perché purtroppo, molte volte, in pratica non sono scontate affatto. Quante volte incontriamo dei preti che sanno tutto, che a suon di autorità e di codici pen­sano di poter dottoreggiare e imporre, a nome di Gesù, pesi insostenibili sulle spalle altrui; quante volte, laici anche buoni, rivalutati nel loro giusto ruolo dalla Chiesa postconciliare si sentono talmente importanti e sicuri di sé da giudicare la Chiesa, da decidere in autonomia su cosa sia bene o male. Tutti dobbiamo ricordarci che il Maestro è uno: Gesù Cristo. Il nostro agire di singoli o di Chiesa non può non fare che continuo riferimento a Lui e al suo Vangelo. L’autorità, il potere, nella Chiesa, hanno significato solo se fanno con umiltà riferimento a Lui e se sono intese, non solo a parole, come vero servizio di Cristo ai fratelli.

 

 

SABATO 10 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agabio di Novara; San Nicola da Tolentino.

Una scheggia di preghiera:

 

SIA FATTA LA TUA VOLONTA' COME IN CIELO COSI' IN TERRA.

 

HANNO DETTO: «Se qualche volta cadete, non dovete così avvilirvi da lasciare d’andare innanzi. Da quella caduta il Signore saprà cavare del bene». (Santa Teresa d’Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Dio è la speranza del forte, e non la scusa del vile.

UN ANEDDOTO: Una sera s'era intavolata intorno a Dumas - figlio una conversazione sulla malvagità umana. Io però - osservò finemente il Dumas - preferisco il cattivo all'imbecille. Perché il cattivo qualche volta si riposa della sua cattiveria, ma l'imbecille non si riposa mai. (Revue des deux mondes, 1 agosto 1924).

PAROLA DI DIO: 1Cor 10,14-22; Sal 115; Lc 6,43-49

 

Vangelo Lc 6, 43-49

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande". Parola del Signore

 

“PERCHE’ MI CHIAMATE: “SIGNORE, SIGNORE, A POI NON FATE CIO’ CHE VI DICO?

Questa affermazione di Gesù presta il fianco a cattive interpretazioni. E’ perfin troppo facile applicare que­sto detto, specialmente se di­venta occasione per giustificare la no­stra non preghiera, ecco allora le so­lite frasi: “Pregare non serve... Dire il Rosario non è forse un ripetere da pappagallo?...

Quella persona tanto pia è una baciapile ma poi. Gesù ci mette in guardia da una fede fatta a compartimenti stagni non comunicanti tra loro. La fede non è puro attivismo, essa si fonda sull’ascolto della Parola. Dio è la Roccia su cui noi dobbiamo costruire. Se Dio è soltanto un paravento, se lo tiriamo fuori solo la domenica per poi nasconderlo nella vita quotidiana, la fede è un verbalismo inutile, e la nostra, risulta una costruzione unicamente terrena se si fonda unicamente su noi stessi, sui nostri progetti, sul fare tanto e in fretta senza approfondire, senza scavare. Gesù ci dice che dobbiamo fare la volontà del Padre, ma questa volontà dobbiamo cercarla, pregarla, approfondirla; solo allora il nostro essere cristiano sarà equilibrato: non fondato sulle parole e neanche fatto di tante cose ma senza Cristo. Un’altra tentazione ricorrente è poi quella di pensare che Dio possa comprarsi a base di parole e di formule. Gesù in tanti brani di Vangelo ci invita alla preghiera, ci dice anche di pregare incessantemente, di fidarci di Dio abbandonandoci a Lui, ma ci mette in guardia: la preghiera è un atto di fiducia, non una compravendita, è accettare la sua volontà, non avere la presunzione di ridurre Lui alla nostra volontà. Pregare è entrare con umiltà nel cuore di Dio, scoprire giorno per giorno il suo progetto di amore su noi, chiedere a Lui la capacità e la volontà di adeguarvisi e ripartire con forza.

 

 

DOMENICA 11 SETTEMBRE: 24^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Emiliano; Sant’Agatone di Scete.

Una scheggia di preghiera:

 

COL TUO ABBRACCIO, SIGNORE, FAMMI SENTIRE LA TUA MISERICORDIA,

 

HANNO DETTO: “Se il tempo fosse oro… potresti anche permetterti di perderlo. Ma il tempo è vita, e tu non sai quanta te ne resta”. (San Josemaria Escrivà de Balaguer)

SAGGEZZA POPOLARE: Affida il tuo cammello alla provvidenza di Dio, ma legalo prima ad un albero. (Proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Dumas figlio era generosissimo e non passò si può dire un giorno della sua vita, senza soccorrere qualche miseria; ma lo faceva con la massima discrezione e in gran segretezza. Bisogna fare - diceva - soltanto elemosine anonime. Hanno il gran vantaggio di sopprimere l'ingratitudine. (Nuova Antologia, 1896).

PAROLA DI DIO: Es 32,7-11.13-14; Sal 50; 1Tm 1,12-17; Lc 15,1-32

 

Vangelo Lc 15, 1-32

dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: “Costui riceve i peccatori e mangia con loro”. Allora egli disse loro questa parabola: “Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte”. Disse ancora: “Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato". Parola del Signore

 

L'icona per l'anno santo della Misericordia che stiamo vivendo rappresenta proprio l'abbraccio tra il padre e il figlio, il vangelo di oggi che ci dice che l' amore di Dio precede ogni nostro atto, anche buono. Davanti alla richiesta del figlio minore, egli concede tutto e accetta, silenzioso, la libertà del ragazzo. Dio rispetta la libertà umana anche quando è usata male. Al ritorno del figlio egli rivela di averlo sempre aspettato e agisce in modo profondamente "saggio": non fa calcoli (chissà se avrà messo giudizio!), non mette condizioni (ti perdono, ma guai se ci riprovi!), non fa prediche (sei contento ora, spero che ti basti!), fa, invece, una cosa molto bella: fa festa e desidera che tutti partecipino. Il padre ama anche ii figlio che "non se lo merita" e si comporta con molta pazienza, tanto da ascoltare le recriminazioni del figlio maggiore e cercare di farlo ragionare (l'uomo in amicizia con Dio ha un bene talmente grande che non ha più nulla da recriminare: ha già il massimo di ciò che si può aspettare dalla vita!).

Dio fortunatamente non ragiona col dare e avere degli uomini e la sua contabilità ci lascia gioiosamente perplessi. La parabola, dopo la raffinata sferzata, lascia il "dopo" in sospeso, come per coinvolgere gli "utenti" nella risposta che può soltanto venire dalla vita quotidiana.

Giungiamo a qualche conclusione:

 

 

LUNEDI' 12 SETTEMBRE: SANTO NOME DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Silvino; San Defendente.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, SIGNORE, CONOSCI I NOSTRI CUORI

 

HANNO DETTO: “Pietà quanta se ne vuole, ma non lodate le cattive azioni: date loro il nome di male”. (F. Dostoevskij)

SAGGEZZA POPOLARE: Dove c'è gusto, non c'è perdita. (Prov. Calabrese)

UN ANEDDOTO: Abderamo III era uno dei più potenti califfi arabi che regnò Codova intorno al 1500.

Questo sovrano che occupò il trono per più di cinquant'anni, e che pareva avesse riunito in sé tutto quel che possono dare la felicità e la gloria, quando fu sul letto di morte dettò al suo segretario quanto segue: Cinquant'anni sono passati da che io sono Califfo: ricchezze, onori, piaceri, io ho goduto ogni cosa. I Re, miei rivali, mi stimano, mi temono, mi invidiano. Tutto quello che gli uomini possono desiderare il cielo me lo ha dato. Ebbene, in questo lungo spazio di apparente felicità, ho contato il numero dei giorni in cui sono stato veramente felice: sono stati in tutto quattordici giorni. Mortali, imparate da ciò a conoscere che cosa sono le grandezze e la vita.

PAROLA DI DIO: 1Cor 11,17-26.33; Sal 39; Lc 7,1-10

 

Vangelo Lc 7, 1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: "Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga". Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: "Signore, non stare a disturbarti, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Và ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa questo, ed egli lo fa". All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: "Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!". E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. Parola del Signore

 

IO VI DICO CHE NEANCHE IN ISRAELE HO TROVATO UNA FEDE COSI’ GRANDE”.

Perché Gesù esalta questo centurione romano, anzi, con grande scorno di scribi e farisei, lo pone come esempio di fede? Perché, per questi la fede consisteva nell’appartenenza al popolo di Israele, all’osservanza scrupolosa e formale dei precetti della Legge: “Se c’è questo il gioco è fatto, Dio è dalla nostra parte” Solo per il fatto di essere uno straniero e per di più un romano invasore, per loro il centurione può essere anche un buon uomo, ma è sempre un ‘gentile’, un nemico, un senza fede. Gesù invece vede il cuore di questo centurione: egli fa il suo dovere ma con benevolenza verso gli occupati, per di più considera il suo servo non come uno schiavo ma come un amico, ha fede in Gesù e delicatezza nel mandargli prima un’ambasciata e poi nello muoversi Lui stesso. Non vuole compromettere Gesù nel farlo entrare in una casa di pagano, però è certo del suo potere. Gesù come sempre vede il cuore e il cuore del centurione è puro, semplice, retto.  Essere uomini di fede è molto diverso dall'essere uomini di religione. Essere cristiani è credere e vivere come Cristo, non appartenere ad un gruppo. Se poi avendo fede semplice ma vera vivi bene anche la tua religiosità e la tua appartenenza al gruppo dei cristiani, qualifica ancor di più il tuo mettere in pratica le parole del Signore, meglio ancora!

 

 

MARTEDI' 13 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Crisostomo; San Maurilio.

Una scheggia di preghiera:

 

I NOSTRI DOLORI NON TI SONO ESTRANEI, GESU'.

 

HANNO DETTO: “La saggezza consiste semplicemente nel non insegnare a Dio come si debbano fare le cose”. (Nicolas Gomez Davila)

SAGGEZZA POPOLARE: I soldi possono far l'uomo ricco, non signore. (prov. Calabrese)

UN ANEDDOTO: Il Domenichino fece un quadro che ebbe la ventura di piacere anche ai suoi più acerrimi critici e nemici. Ohimè - esclamò il pittore - temo proprio di aver fatto questa volta un quadro che non vale niente, dal momento che piace tanto ai miei nemici e denigratori. (Encyclopédie méthodique).

PAROLA DI DIO: 1Cor 12,12-14.27-31a; Sal 99; Lc 7,11-17

 

Vangelo Lc 7, 11-17

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: "Non piangere!". E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: "Giovinetto, dico a te, alzati!". Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: "Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo". La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione. Parola del Signore

 

LE DISSE: "NON PIANGERE!"

Quel: “Non piangere” che Gesù dice alla vedova di Naim, in fondo è l’indicazione preziosa che Gesù dà a tutti noi, quando viviamo il momento del dolore. Non piangere. Cioè non perderti d’animo neanche davanti al dolore e alla malattia, non lasciarti vincere dalla sfiducia, prova ad entrare nel pensiero di Dio che ti dice che c’è ancora qualcosa più importante perfino della tua salute. Non piangere. Anche quando ti sembra ingiusto che una persona muoia giovane e ricorda che non è il numero degli anni che dà più valore alla vita, ma la qualità della vita che dà valore agli anni. Non piangere. Cioè fidati di Dio, proprio nel momento del buio, buttati sul suo cuore e piangi in Lui le tue lacrime, e anche se esse sono talmente grevi da non potersi tramutare in sorriso, per lo meno non ti impediranno di non avere più speranza.

 

 

MERCOLEDI' 14 SETTEMBRE: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Tra i santi ricordati oggi: San Cornelio; Santa Placilla.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE,PERCHE'  CON LA TUA SANTA CROCE HAI REDENTO IL MONDO.

 

HANNO DETTO: “Il Cristianesimo è stato dichiarato morto infinite volte. Ma, alla fine, è sempre risorto, perché è fondato sulla fede in un Dio che conosce bene la strada per uscire dal sepolcro”. (Gilbert K. Chesterton)

SAGGEZZA POPOLARE: Meglio un buon acquisto che una buona vendita. (prov. Calabrese)

UN ANEDDOTO: Un idraulico era venuto a casa mia per una riparazione e io gli regalai alcuni miei libri e qualche cassetta. Lui mi chiese: "Come pensa di far soldi se regala tutta la sua roba?". E io gli risposi: "Quando verrà il giorno in cui non mi farà più questa domanda, avrà trovato la risposta". (Wayne W. Dyer)

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DELL’ESALTAZIONE DELLA CROCE: Nm. 21,4-9;Sal.77; Fil 2,6-11; Gv. 3,13-17

 

Vangelo Gv 3, 13-17

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: "Nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna". Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Parola del Signore

 

"BISOGNA CHE SIA INNALZATO"

Quel “bisogna” testimonia tutto l'amore e tutta la misericordia di Dio per noi. Un Dio che non si da per vinto al "no" dell'uomo e manifesta tutta la potenza dell'amore nella croce del Suo unico Figlio. Innalzato come un nuovo serpente di bronzo (Num. 21,4-9) diventa guarigione per tutti. La croce è dunque punto cruciale per dirigere lo sguardo dal basso verso l'alto, dalla terra al Cielo. Morso dal serpente l'uomo peccatore guarda verso l'alto, verso colui che "si è fatto peccato" per amore ed inchioda sulla croce tutta la miseria umana al fine di riportare in maniera rinnovata l'uomo allo splendore della sua gloria di figlio di Dio. Dio ricrea in cristo crocifisso un nuovo e perfetto inizio. La redenzione procurata da un cadavere?

Da un condannato appeso? Quale scandalo!
Gesù aveva pre annunciato questa reazione frutto dell'ignoranza (Mt. 28.31) ma questo "scandalo" era nel disegno di Dio. Tutta la scrittura parla di questo. Lo sa bene San Paolo che entra nel vivo del mistero parlando della Sapienza di Dio che va oltre la logica umana. Gesù appeso al legno della croce ha permesso di inchiodare in peccato nella carne (Rm. 8, 3). in tal modo la sentenza della legge è stata eseguita ma nello stesso tempo, inchiodandola alla croce, ha distrutto la sua supremazia (Col. 2,14) facendo germogliare la legge nuova dell'amore del Padre (Gv. 17). Sopprimendo le antiche divisioni del peccato ha riconciliato a sé tutto il creato (Sl. 150). "La pienezza della vita ingoiò la morte, essa fu assorbita dal Corpo di Cristo" (S. Agostino). Cristo, Via, Verità e Vita svela così il vero volto di Dio, il volto del Padre. Un Padre amante e appassionato follemente del destino dell'uomo e di ogni uomo che non disdegna di dare l'unico e più prezioso suo bene: il suo unico Figlio. Come fu in Abramo, figura e anticipazione dell'amore del Padre, anche qui, in maniera perfetta e compiuta si rigenera ogni uomo nella croce. Così che quel legno un tempo abominio diventa amabile altare dove il vero altare, Cristo Gesù, si dona compiutamente.  La croce diventa "cassa di risonanza" perché il suono "perfetto della ri-creazione" prenda forma e sostanza e diventi "musica" che genera la "sinfonia" dell'uomo nuovo in Cristo. Sulla Croce la Santissima Trinità si esalta. Padre e Figlio e Spirito Santo sono tutti e tre uno per dare frutti succosi e sanguigni alla sete infinita dell'uomo, per curare ogni miseria, peccato e ferita. Per sanare ogni dubbio e paura. Per illuminare ogni cecità e scaldare ogni freddo e ogni cuore gelido e indurito.

 

 

GIOVEDI' 15 SETTEMBRE: BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA

Tra i santi ricordati oggi: San Nicomede; Sant’Emilio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO DI NOI E' DAVANTI A TE, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti. (Bertrand Russell)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando è destinato, è deciso da Dio, muori al buio anche se sei figlio di un artigiano che fa candele. (prov. Catanzarese)

UN ANEDDOTO: Un giorno il padre Macario ritornava dalla palude nella sua cella, portando rami di palma. Ed ecco farglisi incontro lungo la strada il diavolo con una falce. Cercò di colpirlo, ma non ci riuscì. Gli disse allora:«Macario, da te emana una tale forza, che io non posso nulla contro di te; eppure faccio tutto ciò che tu fai, tu digiuni, e io non mangio per nulla; tu vegli, e io non dormo affatto, vi è una cosa sola in cui mi vinci.» «Quale?», gli chiese il padre Macario. «La tua umiltà; per questo non ho alcun potere su di te». (tratto da Vita e detti dei padri del deserto, Roma, Città Nuova, 2005, p. 309.)

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DELL’ADDOLORATA: Eb. 5,7-9; Sal. 70; Gv. 19,25-27; Lc. 2,33-35

 

Vangelo Lc 2, 33-35

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima". Parola del Signore

 

"EGLI È QUI PER LA ROVINA E LA RISURREZIONE DI MOLTI IN ISRAELE, SEGNO DI CONTRADDIZIONE PERCHÉ SIANO SVELATI I PENSIERI DI MOLTI CUORI”

Gesù è davvero la discriminate della storia universale e personale. Ed è segno di contraddizione perchè se per molti diventa il segno concreto della misericordia di Dio, per altri è mistificazione, fantasia, religione... Qualche esempio: le beatitudini danno gioia a tanti semplici, umili che non solo non si sentono abbandonati da Dio ma sanno di poter fin d'ora essere nel suo cuore, per altri sono la più grossa stupidaggine perchè si e beati se ricchi, potenti, rispettati da tutti, liberi di fare tutto quello che si vuole; prendere la croce e seguire Gesù per qualcuno è l'unico modo di dare senso alla sofferenza, trasformandola in amore, per altri è masochismo e in tutte le maniere bisogna ignorare la presenza del dolore per non rammaricarsi; credere in Gesù per qualcuno è gioia, liberazione, speranza nel presente e nel futuro, scoperta dell'amore per i fratelli che può cambiare il modo e la storia, per altri è alienazione, correre dietro a fantasie religiose, lasciarsi distrarre dalla realtà della vita. Ma, specialmente oggi c'è ancora una categoria, quella che non considera neanche Gesù, che è amorfa davanti a se stessa e alla storia dell'uomo, è la categoria di coloro che “si fanno gli affari propri” che non si interessano degli altri e tanto meno di Dio, di coloro che pensano di essere autosufficienti e di non aver bisogno di nulla. Che cosa produce nel tuo cuore il confronto con Gesù?

 

 

VENERDI' 16 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Cipriano; Sant’Eufemia.

Una scheggia di preghiera: 

 

AIUTACI, SIGNORE, A RISPETTARE LA DIGNITA' DI OGNI UOMO E DI OGNI DONNA.

 

HANNO DETTO: La vita è l'infanzia della nostra immortalità. (Johann Wolfgang von Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: Un frate sfratato non dice mai bene del suo convento.

UN ANEDDOTO:

Domandarono a Diogene l'ora più propizia per mangiare. “Se sei ricco ,rispose il filosofo, mangi quando vuoi; se sei povero, mangi quando puoi.” (Diogene di Laerte).

PAROLA DI DIO: 1Cor 15,12-20; Sal 16; Lc 8,1-3

 

Vangelo Lc 8, 1-3

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni. Parola del Signore

 

"C'ERANO CON LUI I DODICI E ALCUNE DONNE… CHE LI ASSISTEVANO CON I LORO BENI".

Una piccola notazione, quella di Luca, ma importante nell’annuncio della buona novella. Al seguito di Gesù ci sono delle donne. La Buona novella è anche per loro che erano disprezzate dai rabbini e considerate  solo in funzione all’uomo. In un mondo fondamentalmente ancora maschilista e in una Chiesa che a parole riconosce la dignità della donna ma che nei fatti stenta ad individuarne il ruolo e ad affidarglielo, fa bene leggere l’atteggiamento di Gesù nei confronti delle donne. Gesù parla con le donne (vedi la Samaritana al Pozzo, la sua stretta amicizia con Marta e Maria, la sua difesa della peccatrice), Gesù si lascia aiutare dalle donne, Gesù moltiplica il pane per uomini e donne, Gesù affida alle donne il primo messaggio della sua risurrezione. I compiti potranno essere diversi come in sé sono diversi i ruoli dell’uomo e della donna, ma la dignità e il fine sono uguali. Anche nelle nostre comunità cristiane  dovremmo accorgercene! Le nostre comunità sono formate all’ottanta per cento da donne. I preti spesso chiedono loro molti servizi, da quello della canonica alle pulizia di chiesa, magari anche al catechismo dei bambini, ma quando si tratta, ad esempio, di scegliere per un ministro di Eucarestia si preferisce il maschio (per non parlare di ruoli nella gerarchia che sono esclusivo appannaggio maschile).tutti siamo nati da un padre e da una madre, tutti abbiamo la stessa dignità perché tutti, uomini e donne, siamo figli dello stesso Dio.

 

 

SABATO 17 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Roberto Bellarmino; Santa Arianna,martire.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, O SIGNORE, CHE IL TUO SERVO VUOLE ASCOLTARTI.

 

HANNO DETTO: Le amicizie non sono spiegabili e non bisogna spiegarle se non si vuole ucciderle. (Max Jacob)

SAGGEZZA POPOLARE: L'onestà è lodata da tutti, ma muore di freddo.

UN ANEDDOTO: Raccontava Wiston Churchill: “Quando sono sopraffatto dalle preoccupazioni, ripenso a un uomo che, sul suo letto di morte, disse che tutta la sua vita era stata piena di preoccupazioni, la maggior parte delle quali per cose che mai accaddero”.

PAROLA DI DIO: 1Cor 15,35-37.42-49; Sal 55; Lc 8,4-15

 

Vangelo Lc 8, 4-15

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, disse con una parabola: "Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto". Detto questo, esclamò: "Chi ha orecchi per intendere, intenda!". I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. Ed egli disse: "A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano. Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza". Parola del Signore

 

“IL SEME E’ LA PAROLA DI DIO”.

La parola è senz’altro il modo più comune e più diretto per comunicare. Ed è anche la via scelta da Dio per comunicare con l’uomo. Ma la parola o le parole che Dio rivolge all’uomo sono tutt’altro che chiacchiere o semplici parole da poter essere codificate e raccolte seppure in un libro importante come la Bibbia. Quando noi, al termine di una lettura biblica, sentiamo declamare: “Parola di Dio!”, non dobbiamo di certo pensare che Dio si è messo a scrivere, ad esempio, le malefatte di qualche re di Israele. La parola scritta che leggiamo è di Isaia, di Mosè o di chi per lui, dell’Evangelista Marco o Matteo, di San Paolo o San Giovanni, ma ciò che è dietro a quella parola, a quei fatti belli o brutti, ben raccontati o meno, interpretati secondo la cultura di chi scrive, è Dio stesso. Per questo la Parola di Dio è viva; se trova un terreno disponibile, un cuore aperto, una mente in ricerca, porta frutto. E’ una parola che crea: basta pensare alla prima pagina della Bibbia, quando Dio dice: “Sia la luce!”, e la luce fu. La Parola, poi, è Gesù: “Il Verbo si è fatto carne e mise la sua tenda in mezzo a noi”. E Gesù possiamo rifiutarlo (“Venne tra i suoi, ma non lo accolsero”) o riceverlo (“A quanti lo accolsero diede il potere di diventare figli di Dio”).

 

 

DOMENICA 18 SETTEMBRE: 25^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Lamberto; San Giovanni Macias.

Una scheggia di preghiera:

 

DALL'ATTACCAMENTO SMODATO ALLE COSE, LIBERACI O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Con la violenza puoi uccidere colui che odi, ma non uccidi l'odio. La violenza aumenta l'odio e nient'altro. (Martin Luther King)

SAGGEZZA POPOLARE: La guerra è il massacro di persone che non si conoscono, per conto di persone che si conoscono ma non si massacrano.

UN ANEDDOTO: Domandarono a Diogene: Dimmi, come posso vendicarmi dei miei nemici?- Diventando più virtuoso di loro rispose il filosofo. (Barthelemy, Voyage d'Anacharsis).

PAROLA DI DIO: Am 8,4-7; Sal 112; 1Tm 2,1-8; Lc 16,1-13

 

Vangelo Lc 16, 1-13

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli: “C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona". Parola del Signore

 

“NESSUN SERVO PUO’ SERVIRE DUE PADRONI… NON POTETE SERVIRE A DIO E A MAMMONA”.

L’incompatibilità non è tanto tra Dio e il piacere o Dio e il sesso, quanto tra Dio e il denaro. Il figliol prodigo che ha provato tutte le avventure umane del piacere sente ancora la  nostalgia della casa del padre, fosse anche solo per il bisogno del pane domestico, ma chi si è reso schiavo del denaro facendosene un idolo non ha più bisogno di Dio. Perché  questo? Perché spesso la ricchezza, anche quella apparentemente conquistata con onestà, è frutto di ingiustizia, gronda sudore e sangue dei poveri, ma soprattutto perché essa spesso diventa facile strumento di ingiustizia. “Soldo chiama soldo”, dice un vecchio proverbio, e per ottenerli questi soldi non si bada se tutto sia davvero regolare, onesto, caritatevole. Inoltre la ricchezza rende ciechi (pensiamo alla parabola di Lazzaro e del ricco che non riesce a vedere neppure il povero che cerca di raccogliere le briciole della sua mensa), la ricchezza e i beni soffocano la Parola (vedi la parabola del seminatore). Occorre poi anche convincersi di un’altra cosa: Dio non lo si può servire con il denaro. E’ un errore continuo tra i cristiani: “Avessi tanti soldi, quanto bene farei!”, “La chiesa ha bisogno di mezzi per esprimersi!”. Dio vuol essere servito nell’amore, nella donazione di sé, nella gratuità, nella semplicità, nel disinteresse. E il denaro non conosce questi termini perché i suoi sono: profitto, calcolo egoistico, ingiustizia, avidità. E allora, se è vero che nella nostra vita quotidiana i soldi servono: essi siano i servi e non i padroni.

 

 

LUNEDI' 19 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gennaro;Sant’Abbone di Metz.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE E' LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE. GLORIA, GLORIA, CANTIAMO AL SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Dove c'è la croce, la resurrezione è vicina. (Dietrich Bonhoeffer)

SAGGEZZA POPOLARE: Non esiste uomo più libero di colui che ha lasciato tutto per mettersi all'ultimo posto. (Dalla imitazione di Cristo)

UN ANEDDOTO: Un tale raccomandava a Diogene di riposarsi ormai, perché vecchio. Diogene gli rispose: Se io disputassi il premio per una corsa, vorresti  che mi riposassi proprio nel momento di raggiungere la meta? (Diogene di Laerte).

PAROLA DI DIO: Pr 3,27-35; Sal 14; Lc 8,16-18

 

Vangelo Lc 8, 16-18

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse alla folla:"Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere". Parola del Signore

 

“NESSUNO ACCENDE UNA LAMPADA E LA COPRE CON UN VASO; LA PONE INVECE SUL LAMPADARIO, PERCHE’ CHI ENTRA VEDA LA LUCE.

Gesù dice di se stesso: “Io sono la luce del mondo”.

Lui con la sua persona, con la sua parola è venuto ad accendere in noi la luce di Dio, a farci vedere il  mondo, la vita non con le nostre piccole luci baluginanti, ma con la luce, il pensiero stesso di Dio su di noi e su tutte le cose. Il cristiano dovrebbe dunque essere un “illuminato” dallo Spirito di Dio. E allora come mai i cristiani stentano a diventare a loro volta luce riflessa di Dio sul mondo? Come mai, ad esempio, molti ci conoscono per qualche particolare della nostra vita o della nostra famiglia oppure per la professione che esercitiamo ma raramente siamo conosciuti come cristiani veri? Forse perché troppe storpiature cristiane sono state presentate al mondo, sembra quasi esserci in noi una sorta di falso pudore nel presentarci come cristiani. E’ vero che il credente e il non credente sono entrambi figli di Dio, è vero che noi non dobbiamo imporre la fede agli altri. Ma gli altri dovrebbero accorgersi dal nostro modo di vivere, di affrontare le cose, di rapportarci con la storia e con il prossimo concreto, che noi ci lasciamo illuminare e guidare da Dio. Se allora il cristiano non è uno che attacca manifesti di propaganda per la sua fede è uno però che deve lasciare che la luce che Dio gli ha dato, e che Gesù ha acceso in lui fin dal giorno del battesimo, si manifesti e direttamente o indirettamente porti luce anche al mondo.

 

 

MARTEDI' 20 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Kim,Paolo Chong e compagni; Santa Susanna.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, PORTACI A GESU'.

 

HANNO DETTO: Quanto più abbracciamo la Croce, tanto più fortemente stringiamo Gesù che vi è appeso. (Charles de Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: Fa' quel che devi, accada quel che può. (prov. Francese)

UN ANEDDOTO: Scriveva un cinese del I-II secolo: Ho sentito dire dal mio maestro che chiunque si serve delle macchine fa il suo lavoro come una macchina e a colui che fa il suo lavoro come una macchina viene un cuore come una macchina e colui che ha in petto il cuore di una macchina perde la propria semplicità. Colui che ha perduto la propria semplicità diventa malsicuro nelle lotte dell'anima. E l'incertezza nelle lotte dell'anima è qualcosa che non concorda con l'onestà.

PAROLA DI DIO: Pr 21,1-6.10-13; Sal 118; Lc 8,19-21

 

Vangelo Lc 8, 19-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, andarono a trovare Gesù la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: "Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti". Ma egli rispose: "Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica". Parola del Signore

 

“MIA MADRE E I MIEI FRATELLI SONO COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO E LA METTONO IN PRATICA”.

Gesù è davvero la novità. Con lui saltano un po’ tutti i nostri modi di intendere o, meglio, trovano in Lui un significato diverso e pieno anche tutti i nostri rapporti umani: guardiamo l’esempio del Vangelo di oggi. Se noi ragioniamo solo con la mentalità umana potremmo considerare Gesù addirittura un maleducato o un presuntuoso che non accoglie la visita di sua Madre e dei suoi parenti. Gesù, invece, approfittando di questo fatto vuol farci capire che valorizza al massimo la parentela, ma non solo quella del sangue (che sotto un certo aspetto non abbiamo scelto noi) ma che con Lui assume dei connotati nuovi. Maria è parente di Gesù perché lo ha generato alla vita terrena, perché con Lei c’è un legame profondo di figlio e madre, ma Maria è ancora più Madre di Gesù proprio perché Lei, nella sua semplicità ma nella sua fede profonda, ha accolto non solo un Figlio, ma il Figlio di Dio, perché è la prima discepola nel mettersi ad ascoltare e vivere la Parola di suo Figlio. E noi possiamo diventare: “madre e fratelli di Gesù” se anche noi ci mettiamo in ascolto di Lui per poi realizzare con Lui il suo Regno. Però ci sono tanti modi di ascoltare: posso ascoltare, sentire dei suoni, ma non comprenderli (ad esempio quando uno parla una lingua da me non conosciuta o quando non conosco i termini che usa), si può far finta di ascoltare e pensare ad altro (metodo molto usato specialmente da chi vuol perseguire i propri interessi); si può non capire il senso delle parole altrui perché molto diverse dal nostro modo di intendere; si può capire, magari anche dare ragione, ma poi o dimenticare o passare oltre. Anche in questo Maria può insegnarci molto. Anche lei non capiva tutto, ma ascoltava, registrava, “teneva nel cuore”, “meditava”. Lei era sicura di suo Figlio: anche davanti ad un apparente diniego dice sicura ai servi di Cana: “Fate quello che Egli vi dirà”; è una che non perde le occasioni, è una che c’è nei momenti più importanti; non è una che si appropria di Gesù, ma sa mettersi in fila come gli altri. Sia proprio Lei ad insegnarci ad ascoltare e a gioire della nuova parentela che ci unisce al Figlio di Dio.

 

 

MERCOLEDI' 21 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Matteo; San Gerolfo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' NON SIAMO BUONI: SALVACI!

 

HANNO DETTO: Pensate che Dio tragga qualche vantaggio dal vostro amore? Siete voi che traete vantaggio amandolo. Riuscirete ad amare voi stessi solo se amerete Dio con tutto il vostro essere. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Ascolta le parole che provengono dal cuore. (prov. Greco)

UN ANEDDOTO: A Venezia ho visto persone in gondola sul canal grande che leggevano il giornale: E' incredibile eppure l'uomo si abitua a tutto!

PAROLA DI DIO: Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13

 

Vangelo Mt 9, 9-13

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi". Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: "Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?". Gesù li udì e disse: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori". Parola del Signore

 

GESÙ PASSANDO VIDE UN UOMO, CHIAMATO MATTEO, SEDUTO AL BANCO DELLE IMPOSTE.

Gesù camminando vede Matteo, uno degli esattori incaricato di raccogliere le tasse. E’ l’autore del Vangelo che abbiamo ascoltato. Come esattore, appartiene alla odiata classe dei pubblicani, ritenuti imbroglioni e sfruttatori della gente e della legge. Per di più sono considerati impuri, perché maneggiano denari e compiono loschi affari pecuniari. Insomma, è gente da evitare. Accomunati agli scomunicati, ai ladri e agli strozzini, non sono neppure da salutare. Gesù, invece, si avvicina e si mette a parlare con lui. Al termine gli rivolge persino un invito: “Seguimi”. Un pubblicano è chiamato a far parte dei discepoli. Altro che non avvicinarsi e non dar neppure la mano! Matteo, a differenza di tanti uomini che si ritenevano religiosi e puri, subito si alza dal suo banco e si mette a seguire Gesù. Da peccatore che era, diviene un esempio di come si segue il Signore. Anzi, ancor di più, con il Vangelo che porta il suo nome è divenuto guida di tanti. Anche noi seguiamo questo antico pubblicano e peccatore che ci conduce verso la conoscenza e l’amore del Signore Gesù. Matteo invita subito Gesù ad un banchetto. Vi accorrono anche i suoi amici. E’ uno strano banchetto; composto, appunto, da pubblicani e peccatori. Ma Gesù non si vergogna di stare con loro. Alcuni farisei, scandalizzati da questa scena, dicono ai discepoli: “Perché il vostro maestro mangia cori i pubblicani e i peccatori?” Gesù sente l’obiezione e interviene direttamente nella polemica con un proverbio inconfutabile per la sua chiarezza: “Non hanno bisogno del medico i sani, ma i malati”. Gesù non vuol dire che i farisei sono sani e gli altri malati. Per lui, infatti, non c’è mai sulla terra una divisione manichea tra gente buona e gente cattiva, tra giusti e peccatori. Gesù vuol solo spiegare qual è la sua missione: egli è venuto per aiutare e per guarire, per liberare e per salvare. Però per seguire ed accogliere Gesù e il suo Vangelo è necessario sentire una ferita, sentirsi nel bisogno, aprire il proprio cuore con una domanda e una ricerca. Come fa chi è malato.  Per questo, rivolgendosi direttamente ai farisei, aggiunge: “Andate e imparate che cosa vuoi dire: Misericordia cerco non sacrificio”. E invita tutti a essere come lui: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt 11 ,29). E, avvicinandosi ancora di più a ognuno di noi, aggiunge: “Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. Per questo non è difficile sentire il Signore accanto a sé. Basta ammettere, davanti a Lui, di avere bisogno, di non essere così sani come purtroppo spesso vogliamo fingere di essere.

 

 

GIOVEDI' 22 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Maurizio; San Costanzo; Sant’Ignazio da Santhià.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI GESU' DI INCONTRARTI E DI AMARTI.

 

HANNO DETTO: I fedeli riconoscono il corpo di Cristo se non trascurano di essere il corpo di Cristo. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Anche la polvere può diventare una montagna. (prov. Giapponese)

UN ANEDDOTO: La società americana Helwett Pacard già nel 1991 aveva costruito un orologio che sbaglia al massimo di un secondo ogni milione e seicentomila anni. Uno sbaglio insignificante, però uno sbaglio! Solo Uno è perfetto.

PAROLA DI DIO: Qo 1,2-11; Sal 89; Lc 9,7-9

 

Vangelo Lc 9, 7-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il tetrarca Erode sentì parlare di tutto ciò che accadeva e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: "Giovanni è risuscitato dai morti", altri: "E' apparso Elia", e altri ancora: "E' risorto uno degli antichi profeti". Ma Erode diceva: "Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?". E cercava di vederlo. Parola del Signore

 

“ERODE CERCAVA DI VEDERE GESÙ”.

Erode sa che cosa succede nel suo Regno. i suoi informatori lo avvisano sulla predicazione e sui miracoli di Gesù come già in precedenza lo avevano informato sull’operato di Giovanni. Ma questo non suscita in lui altro che curiosità e qualche velleitario desiderio di vedere Gesù. Anche oggi Gesù e i cristiani suscitano discussioni, perplessità e in molti, specialmente davanti ad aspetti misteriosi, il desiderio di “vedere”. Ci sono persone disposte magari ad affrontare anche viaggi lunghi e disagiati pur di raggiungere “quel posto dove avvengono miracoli” ,ci sono potenti che pur di raccattare qualche consenso, dimostrano attenzione agli aspetti religio­si degli uomini, ci sono intellettuali sempre disposti a suon di logica a fare “tavole rotonde” su Gesù. Anche Erode cercava di “vedere Gesù”, ma gli mancava l’intenzione di “riconoscere” Gesù nella sua missione di profeta. Non basta “vedere Gesù”, “incuriosirsi di Gesù”, magari andare a vedere il volto di Gesù nella Sindone. Gesù bisogna incontrarlo personalmente, lasciarci mettere in crisi dalla sua persona, lasciarci coinvolgere dalle sue parole, trovare l’umiltà di confrontarci con il mistero che Egli manifesta.

 

 

VENERDI' 23 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pio da Pietralcina; San Lino.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU' SEI IL CRISTO DI DIO.

 

HANNO DETTO:

Il momento più importante è adesso, la persona più importante è quella con cui ci si trova, la cosa più importante è rendere felice la persona che si ha vicino. (Tom Butler)

SAGGEZZA POPOLARE: Il silenzio per i saggi è una risposta. (prov. Greco)

UN ANEDDOTO: Una volta una scimmia gettò da un albero una noce di cocco in testa ad un sufi. L'uomo la raccolse, ne bevve il latte, mangiò la polpa e col guscio preparò una ciotola. Ti possono tirare le pietre, ma se siete uomo, con tutte quelle pietre, puoi costruire le fondamenta della tua casa.

PAROLA DI DIO: Qo 3,1-11; Sal 143; Lc 9,18-22

 

Vangelo Lc 9, 18-22

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: "Chi sono io secondo la gente?". Essi risposero: "Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto". Allora domandò: "Ma voi chi dite che io sia?". Pietro, prendendo la parola, rispose: "Il Cristo di Dio".Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. "Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno". Parola del Signore

 

“MENTRE SI TROVAVA IN UN LUOGO APPARTATO A PREGARE I DISCEPOLI ERANO CON LUI”.

Gesù spesso ha bisogno di pregare. Spesso scompare, scappa dalle folle per pregare, altre volte porta i suoi discepoli in un luogo separato “per pregare con loro”e per insegnare loro a pregare. Gesù ha bisogno di comunicare con Dio suo Padre, ha bisogno di conoscere, approfondire la sua volontà, ha bisogno nella sua umanità simile alla nostra di esprimere le angosce, i dolori, le delusioni della sua missione non capita, osteggiata. Gesù ha bisogno che i suoi discepoli imparino questo. Infatti non stupisce se le grandi scelte (chiamata degli apostoli), le manifestazioni (trasfigurazione) o la richiesta di un atto di fede (confessione di Pietro) avvengono in momenti di preghiera. La preghiera non è alienazione dell’uomo ma è il vedere il reale con Dio e con Lui imparare a scoprire la sua volontà.

 

 

SABATO 24 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Stefania, San Gerardo di Casnad.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, NON CAPISCO MA MI FIDO.

 

HANNO DETTO: Per non essere sedotto dallo spirito di menzogna e di errore, risplenda nei tuoi occhi Cristo verità. (San Bernardo)

SAGGEZZA POPOLARE: L'amore troverà sempre una strada. (prov. Inglese)

UN ANEDDOTO: “Bene”, dice il dottore all'infermiera mentre sta per terminare l'operazione; “vede un anima qui dentro?”

“No, dottore” risponde l'infermiera. “E lei vede il dolore che cerca di alleviare al suo paziente?”

PAROLA DI DIO: Qo 11,9 - 12,8; Sal 89; Lc 9,43b-45

 

Vangelo Lc 9, 44-45

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre tutti erano pieni di meraviglia per tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: "Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini". Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento. Parola del Signore

 

“MA ESSI NON COMPRENDEVANO”.

Non mi scandalizzano quegli apostoli che non comprendono Gesù che parla della sua sofferenza e della sua morte in croce in quanto anch’io, spesso, mi chiedo: “Ma c’era proprio bisogno che la salvezza per noi portasse Lui a morire così?”, come non mi scandalizza la difficoltà degli apostoli a comprendere la croce nella vita degli uomini perché anch’io grido sovente: “Perché?”, davanti alle malattie, al dolore, alla sofferenza specialmente a quella dell’innocente e del giusto. Forse, allora, non si tratta di capire, comprendere, spiegare tutto, si tratta di entrare in punta di piedi nel mistero della croce di Cristo e degli uomini. Che un filosofo o un teologo, blaterando, cerchino di spiegare ad un malato il perché della sofferenza, non cambia di una virgola la sofferenza del malato; se qualcuno con amore, servizio, disponibilità si fa parte della sofferenza del malato, anche questo non cambia la sofferenza del malato, ma lo aiuta, non lo fa sentire solo, gli dà conforto. Gesù ha fatto proprio così.

 

 

DOMENICA 25 SETTEMBRE: 26^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa Coudrec; San Domenico in Soriano.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI CON NOI, SIGNORE, OGGI E SEMPRE.

 

HANNO DETTO: Il Signore non dorme mai, a qualsiasi ora è pronto a ricevere le mie confidenze. (Ernesto Oliviero)

SAGGEZZA POPOLARE: L'amore non bada a caste né il sonno a un letto rotto. (prov. Indiano)

UN ANEDDOTO: Un anno prima di morire (1987) Giuseppe Ungaretti guardando la sua vita passata (aveva da poco compiuto gli ottanta anni) confessava a se stesso: “Non so che poeta sono stato in questi anni. Ma so di essere stato un uomo: perché ho molto amato, molto sofferto, ho anche errato cercando di riparare il mio errore come potevo, e non ho odiato mai. Proprio quello che un uomo deve fare: amare molto, anche errare, molto soffrire e non odiare mai.”.

PAROLA DI DIO: Am 6,1.a4-7; Sal 145; 1Tm 6,11-16; Lc 16,19-31

 

Vangelo Lc 16, 19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: “C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi". Parola del Signore

 

“DISSE ABRAMO: TRA NOI E VOI È STABILITO UN GRANDE ABISSO: COLORO CHE DI QUI VOGLIONO PASSARE DA VOI NON POSSONO, NE' DI COSTI' SI PUÒ ATTRAVERSARE FINO A NOI”

Ecco un’altra pagina di Vangelo difficile da digerire. Gesù raccontando la parabola del ricco e di Lazzaro parla di quello che noi chiamiamo Paradiso, e di Inferno, luogo di tormenti, e per di più attraverso l'esempio del “grande abisso” che li separa, ci dice l’eternità del premio o della pena. Anche qui, se è pur vero che siamo nel contesto di una parabola, se non dobbiamo leggerla con gli occhi della “Divina Commedia” dantesca, ci viene chiaramente detto di una giustizia di Dio e di un premio o di una pena, e dell’insindacabile scelta che stiamo operando nel nostro quotidiano. L’eternità ce la stiamo giocando oggi. Tutti noi vogliamo stare con Dio per sempre, ma è oggi che dobbiamo incontrarlo. Non posso dire di voler stare con Lui per sempre se oggi lo abbando­no per stare lontano da Lui. Il giudizio di Dio non è altro che la ratifica delle scelte che io sto facendo. Dell’Inferno non bisogna aver paura, bisogna non sceglierlo oggi.

 

 

LUNEDI' 26 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Cosma e Damiano;Sant’Eusebio di Verona.

Una scheggia di preghiera:

 

UN SOLO BATTESIMO, UNA SOLA FEDE, UN SOLO AMORE.

 

HANNO DETTO: Occorre entrare nella preghiera per mezzo della fede, rimanere con la speranza e uscire con la carità. (Santa Giovanna Francesca De’ Chantal)

SAGGEZZA POPOLARE: Tutto è piacevole finché la mucca non entra nel tuo giardino. (prov. Irlandese)

UN ANEDDOTO: Ad Orgosolo, in Sardegna, c'è un murales che ha uno stupendo programma per “vacanze intelligenti”: “Portarsi dietro la propria curiosità, lasciarsi trascinare dal fascino dei luoghi, capirne i rumori, i suoni, annusarne gli odori, respirare i riti, incontrare nell'uomo il fratello e ringraziare chi ti ha dato tutto”.

PAROLA DI DIO: Gb 1,6-22; Sal 16; Lc 9,46-50

 

Vangelo Lc 9, 46-50

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: "Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande". Giovanni prese la parola dicendo: "Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci". Ma Gesù gli rispose: "Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi". Parola del Signore

 

“MAESTRO, ABBIAMO VISTO UN TALE CHE SCACCIAVA DEMONI NEL TUO NOME E GLIELO ABBIAMO IMPEDITO PERCHÉ NON È CON NOI, TRA I TUOI SEGUACI”.

Nel nostro mondo i muri stentano a cadere, anzi c'è sempre qualcuno disposto a costruirne di nuovi magari anche solo con la scusa di difendersi; ma quello che è peggio è che questo succede anche in ambito religioso. La storia, le interpretazioni arbitrarie, spesso dettate da motivi tutt’altro che religiosi, hanno fatto sì che si manifestasse la piaga delle divisioni: persone che si dicono credenti in Cristo e si fanno la lotta tra loro. Pensiamo poi a un’altra fonte di divisione: cattolici che si osteggiano perché appartengono a gruppi diversi. Gesù è venuto per unire. Gesù vuol fare un sol gregge sotto un solo pastore. Gesù ci dà il metro per saper leggere l’unità: tutto ciò che concorre al bene del prossimo, tutto ciò che sfocia in opere di fede e di carità è positivo. Imparassimo a leggere il positivo!

Anche nelle nostre famiglie, se invece di accanirci e farci sangue gramo per le diversità, sapessimo vedere quanto di buono ci è dato e c’è nell’altro, quanta più tolleranza, quante discordie superate!

 

 

MARTEDI' 27 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Vincenzo de Paoli; Sant’Adolfo.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, O SIGNORE, IL CORAGGIO DELLE SCELTE DECISIVE.

 

HANNO DETTO: Egli è venuto per i peccatori e non per i giusti, e se l'amore di Cristo vive in noi dobbiamo fare come lui e metterci alla ricerca della pecorella smarrita. (S. Benedetta della Croce - Edith Stein)

SAGGEZZA POPOLARE: Un balbuziente capisce meglio le parole di un altro balbuziente. (prov. Latino)

UN ANEDDOTO: Arrivava sempre all' anticipo all'appuntamento. Dicevano: “Quanto è ansioso”. Decise allora di arrivare in ritardo e dissero: “Guarda che maleducato, che prepotente, chi crede di essere?”

Decise di arrivare all'ora esatta e sentì dire: “Ecco uno schiavo del tempo. Vive con l'orologio in testa. Non ha fantasia... E' monotono...”. Qualunque cosa fa ci sarà sempre qualcuno che ha qualcosa da dire... e allora?

PAROLA DI DIO: Gb 3,1-3.11-17.20-23; Sal 87; Lc 9,51-56

 

Vangelo Lc 9, 51-56

Dal vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: "Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?". Ma Gesù si voltò e li rimproverò. E si avviarono verso un altro villaggio. Parola del Signore

 

“GESÙ SI DIRESSE DECISAMENTE VERSO GERUSALEMME”.

Gesù va “decisamente” verso Gerusalemme. Luca raccoglie attorno a questo avverbio e nella cornice di un lungo viaggio verso Gerusalemme tutte le parole e le opere di Gesù. Ma Gesù davvero va decisamente verso quella città che ha amato ma che non solo non lo ha compreso ma sta aspettandolo per offrirgli una croce. Gesù non ama la sofferenza, ma è fedele al suo impegno con Dio e con gli uomini, quindi va avanti nelle sue scelte. Pure noi dobbiamo essere coinvolti in quel “decisamente”. Si tratta di prendere una decisione, non tergiversare all’infinito, fare una scelta precisa. Noi, troppo spesso, ci lasciamo paralizzare dall’incertezza, dal timore di comprometterci, dalla paura... di aver coraggio. Siamo indecisi in tutto. Vogliamo seguire Gesù ma abbiamo paura di perdere altre cose, ci buttiamo ma vogliamo tenerci ben legati a riva. Partiamo ma lasciandoci aperta la via del ritorno. Gesù ama non i fanatici ma chi è deciso (“lascia che i morti seppelliscano i morti”), chi intende percorrere una strada ma esclusivamente all’insegna della coerenza, senza ripensamenti (“nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto al Regno di Dio”). A chi intende seguirlo, Cristo non promette né la tana, né il nido, ma un cammino di libertà.

 

 

MERCOLEDI' 28 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Venceslao; San Lorenzo Ruiz e compagni.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE NON SONO DEGNO CHE TU VENGA NELLA MIA CASA, MA DI' SOLTANTO UNA PAROLA E SARO' SALVO.

 

HANNO DETTO: Abbandoniamoci come bambini nelle braccia della Mamma Celeste. (S. Pio)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi cerca un amico senza difetti, resta senza amici e trova solo difetti. (prov. Turco)

UN ANEDDOTO: Passeggiavano sul viale. “Con questi alberi faremo dei banchi per i nostri scolari” diceva il maestro. “No, costruiremo un altare per il Signore”, diceva il prete. “Macchè, faremo un letto per noi due”,dicevano gli sposini. Allora un albero che aveva sentito tutto disse: “Lasciatemi stare, lasciatemi far ombra. Solo ombra. Per il riposo degli anziani e per il gioco dei bambini.

PAROLA DI DIO: Gb 9,1-12.14-16; Sal 87; Lc 9,57-62

 

Vangelo Lc 9, 57-62

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale gli disse: "Ti seguirò dovunque tu vada". Gesù gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". A un altro disse: "Seguimi". E costui rispose: "Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre". Gesù replicò: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio". Un altro disse: "Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa". Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio". Parola del Signore

 

“IL FIGLIO DELL’UOMO NON HA DOVE POSARE IL CAPO

Fa impressione pensare che Gesù, Figlio di Dio, Signore dell’universo, non abbia un posto dove posare il capo. Questo ci indica, prima di tutto, l’ansietà di Dio nel venirci a cercare, poi il distacco di Gesù dalla materialità delle cose e soprattutto il suo desiderio di trovare dimora presso il nostro cuore. A Gesù non serve una casa, non servono neppure le chiese se dietro non ci sono dei cuori disposti ad accoglierlo. A Gesù non servono neanche le mille cose che possiamo fare per la sua religione se non sono espressione di averlo incontrato e volerlo portare con gioia ad altri. Gesù cerca noi. E viene a noi come un povero. Ma viene a noi per portarci se stesso, cioè tutto. Non preoccupiamoci neppure se la nostra casa è in perfetto ordine o se ancora solo un tugurio; a mettere in ordine ci penserà Lui se noi lo accogliamo. Pensiamo a Zaccheo, quell’esattore delle tasse anche un po’ ladro, che una volta accolto Gesù in casa sua riesce a cambiar vita e a restituire il maltolto; pensiamo a quel romano che dice a Gesù di non essere degno di accoglierlo, ma di essere sicuro del suo amore; pensiamo a quel ladrone che accoglie Gesù all’ultimo momento della sua vita, nella sofferenza, a cui viene promessa la casa dell’eternità

 

 

GIOVEDI' 29 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele

Una scheggia di preghiera:

 

ANGELI DI DIO CUSTODITECI, ILLUMINATECI, PROTEGGETECI.

 

HANNO DETTO: Là dove Dio t'ha messo, restaci per amore. (Chiara Lubich)

SAGGEZZA POPOLARE: Cuore malato non sente ragione. (prov. Toscano)

UN ANEDDOTO: Racconta Leo Buscaglia: Dissi al vecchietto: “Sa, lei mi sembra così felice e contento, equilibrato e sereno. Ha una ricetta segreta?”. E lui senza esitare un momento: “Sì”. Gli chesi: “E' disposto a confidarmela?”

“Certo – rispose lui – Se vuoi vivere felice tutta la vita tieni sempre le budelle vuote e la mente piena”.

PAROLA DI DIO FESTA DEI SANTI ARCANGELI: Dn. 7,9-10.13-14 opp. Ap. 12.7-12; Sal 137; Gv. 1,47-51

 

Vangelo Gv 1, 47-51

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico". Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!". Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". Parola del Signore

 

VEDRETE GLI ANGELI DI DIO SALIRE E SCENDERE SUL FIGLIO DELL’UOMO.

Una “datata”riflessione-confessione: Ricordo ancora un disegno di un catechismo che avevo quando ero bambi­no: Un uomo grande con le mani giunte con due ali, una aperta sottolineare l’imponenza, e un’altra ripiegata su un ragazzino. Guardavo questa figura e quando si spegneva la luce e la notte contornava di nero tutto, quell’ala mi era vicina, segno di protezione. Sono cresciuto e gli “studi alti” mi hanno mandato in crisi non solo i sogni infantili, ma anche gli Angeli: “E che bisogno c’è dì essi, sembrano una colorazione tipica delle corti dove personaggi variegati e misteriosi creano delle coreografie”. Oggi non so se amo gli angeli, se essi sono parte fondamentale o meno della rivelazione, non mi chiedo più quale sia il loro sesso, ma penso ancora a quel disegno che nella sua ingenuità mi ricorda che Dio per i suoi bambini ha l’ala di un angelo piegata, sul tuo cuore, per proteggerti.

 

 

VENERDI' 30 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo; Sant’Amato di Nusco.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE SONO DEBOLE E PICCOLO, MA IL MIO CUORE PUO' ACCOGLIERTI.

 

HANNO DETTO: E' troppo bella la compagnia del buon Gesù per dovercene separare! E' altrettanto si dica di quella della sua Santissima Madre. (S. Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: A far servizio non se ne perde.

UN ANEDDOTO: Don Abbondio dei 'Promessi sposi' diceva: “Se uno il coraggio non ce l'ha, mica se lo può dare” Errore! Il coraggio uno può e deve darselo. In che modo? Facendosi delle convinzioni, dandosi delle motivazioni. Chi ha un “perché” sa sopportare tutti i “come”. Sono le pecore a rendere importante il lupo.

PAROLA DI DIO: Gb 38,1.12-21; 40,3-5; Sal 138; Lc 10,13-16

 

Vangelo Lc 10, 13-16

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse: "Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida!

Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere. Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai precipitata! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato". Parola del Signore

 

“CHI ASCOLTA VOI, ASCOLTA ME, CHI DISPREZZA VOI, DISPREZZA ME. E CHI DISPREZZA ME DISPREZZA COLUI CHE MI HA MANDATO”.

Gesù identifica a  sé i discepoli. Noi cristiani parliamo a nome di Gesù, agiamo a nome di Gesù, siamo la presenza di Gesù sulla terra. Qualcuno, giustamente potrebbe obbiettare: e gli errori, i peccati, i crimini commessi dai cristiani lungo i secoli sono anch’essi manifestazione dell’opera di Gesù?  Certamente no! Anzi essi ci dicono quale grande responsabilità abbiamo noi cristiani nei confronti dei nostri fratelli e della storia. Noi non siamo onnipotenti, invulnerabili all’errore e al peccato. Nessuno di noi deve far passare le proprie povertà come parola di Dio, però abbiamo la garanzia dello Spirito sul fatto che Gesù si serve di noi per continuare la sua opera di salvezza, e proprio per questo dobbiamo conformarci sempre più a Cristo. “Che cosa farebbe Gesù, se si trovasse oggi nella mia situazione?” è una domanda che dobbiamo farci sovente, e se anche non sempre e subito avremo una chiara risposta a questo interrogativo, avremo confrontato la nostra vita con la sua ed eviteremo almeno gli errori più grossi.

     
     
 

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