Archivio

 
     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

AGOSTO 2016

 

LUNEDI' 1 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori; San Giovanni da Rieti, San Leo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RENDICI PANE PER I FRATELLI.

 

HANNO DETTO: Dire a qualcuno che lo si ama equivale a dirgli: “Io non esisto più: esisti tu solo in me”. (Gabriel Marcel)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non sa che cos'è  la vita, come saprà che cos'è la morte?

UN ANEDDOTO: Desmahis era un povero poeta drammatico fischiatissimo, ma valeva assai più dei suoi drammi. Fu lui che una volta espresse questo bel sentimento: “Quando un amico ride, tocca a lui svelarmi la ragione della sua allegrezza; ma, quando piange, tocca a me scoprir la causa del suo dolore.” 

PAROLA DI DIO: Ger 28,1-17; Sal 118; Mt 14,13-21

 

Vangelo Mt 14, 13-21

Dal vangelo secondo Matteo

Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". Ma Gesù rispose: "Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare". Gli risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci!". Ed egli disse: "Portatemeli qua". E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Parola del Signore

 

GLI DISSERO GLI APOSTOLI: "CONGEDA LA FOLLA PERCHÉ VADA NEI VILLAGGI A COMPRARSI DA MANGIARE". (Mt. 14,15)

E’ la risposta diplomatica degli apostoli davanti ad una folla di cinquemila uomini ("senza contare né donne, né bambini"). Detta in parole più crude: "si arrangino... non siamo mica organizzatori di weekend sull’erba!" E questa frase continua a riecheggiare nel nostro mondo. C’è la fame, la povertà, le miserie... "Sono fatti loro... E io che ne posso... Non è compito mio... Ci sono strutture apposta, paghiamo le tasse proprio per questo... qualcuno dovrà pur pensarci Mica posso portarmi a casa tutta quella gente... E poi, diciamola tutta, anche loro devono darsi da fare, mica pretendere sempre dagli altri... Noi abbiamo già guai a sufficienza per conto nostro... E Gesù ci butta in faccia con la massima naturalezza: "Non occorre vadano: date voi stessi da mangiare". Concretamente, Lui mi dice: "Poche storie. Tocca a te. E’ faccenda tua, non puoi tirarti indietro!".

 

 

MARTEDI' 2 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Eusebio di Vercelli; San Pietro Giuliano Eymard.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE SALVAMI!

 

HANNO DETTO: Lo Spirito santo non ci porta il fuoco e la luce: li trae da noi. Così il fuoco che si appicca alla candela non la lascia più fino a quando non sia interamente consumato. (Paul Claudel)

SAGGEZZA POPOLARE: Una donna struita è peggio de ‘na minestra salata.

UN ANEDDOTO: Un vecchio signore che fu capitano dei gendarmi del Papa ha avuto pace in questi giorni. Da molti anni passava le sue giornate alla finestra della sua casa notando che cosa si diceva per la strada, che si faceva nella casa di fronte. Occupava il vano intero della sua finestruola al mezzanino, grande e forte. Levava gli occhi al cielo sotto il cespuglio delle sopraciglia. e diceva: «Sotto il Papa, un caffè costava due soldi, e si pranzava all'Armellino, sul Corso, per venticinque baiocchi». Discendeva dai «mercanti di campagna» che costituirono la borghesia dello Stato pontificio nell'Ottocento. Questi erano il tramite fra i nobili e i butteri e i contadini, cioè gl'intermediari che fittavano le terre per subaffittarle. Divenuto ricco, non fu mai liberale e non partecipò mai a nessuna delle rivoluzioncelle municipali di dopo il Settanta. Imparò soltanto leggere e a scrivere per poter firmare le sue carte, poiché non faceva nulla senza consultare l'avvocato. (Corrado Alvaro)

PAROLA DI DIO: Ger 30,1-2.12-15.18-22; Sal 101; Mt 14,22-36

 

Vangelo Mt 14, 22-36

Dal vangelo secondo Matteo.

In quei giorni, dopo che ebbe saziato la folla, Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "E' un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Pietro gli disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: “Tu sei veramente il Figlio di Dio!”. Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano. Parola del Signore

 

“SIGNORE, COMANDA CHE IO VENGA DA TE SULLE ACQUE”. ED EGLI GLI DISSE: “VIENI”. 

E’ un impudente Pietro a fare una richiesta simile? Certo in lui avrà giocato il senso del miracolistìco, la voglia di poter dire “l’ho fatto anch’io ma come sottofondo non ci sarà stato anche l’insegnamento di Gesù: “Dove sono io sarete anche voi”, “Quello che faccio io, fatelo anche voi”? Infatti, Gesù non rifiuta questa richiesta: “Vieni!”, cioè “Provaci per vedere se hai davvero fede in me, nelle mie parole”. E Pietro ci prova, e ci riesce anche, almeno in un primo momento, ma poi si spaventa, affonda, e li avviene il vero miracolo: ha bisogno di una mano, riconosce di non farcela, chiede aiuto a Gesù e da Gesù viene salvato. Noi, se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere dove è Gesù, fare ciò che Lui ha fatto, ma dobbiamo anche, con umiltà riconoscere i nostri limiti e il bisogno di Lui per non affondare. Il ritornello che dovrebbe sempre girarci in testa e darci il senso vero della vita e dell’umiltà è “Senza di me, voi non potete far nulla”.

 

 

MERCOLEDI' 3 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lidia; San Nicodemo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE IO CREDO IN TE, AIUTA LA MIA POVERA FEDE.

 

HANNO DETTO: Son veri quegli amici che si vogliono bene in ogni tempo, quando fa bello e quando fa brutto, quando c'è da guadagnare e quando c'è da perdere. (N. Hawthorne)

SAGGEZZA POPOLARE: Salutare è cortesia, rispondere un obbligo.

UN ANEDDOTO: Nel cammino della vita si trovò davanti a due strade: una saliva in alto, tra sassi e spine; l’altra era piana, tra alberi e fiori. Ercole non sapeva quale scegliere. Ad aiutarlo nella sua scelta, dalla strada, che saliva, venne un giovane sereno, forte e, nello stesso tempo, semplice, che gli disse: Vieni con me. Avrai da faticare, ma alla fine ti troverai contento. Ercole gli chiese: Chi sei tu? Il giovane rispose: — Sono il Dovere! Anche dall’altra strada venne un giovane, grasso, dal volto, appassito e dal gesto invitante. Disse: Vieni con me. Non avrai da faticare; la tua vita sarà sempre un gioco e una festa. Ercole gli chiese:  Qual è il tuo nome? Il giovane rispose: — Io sono il Piacere! Ercole riprese: Alla fine quale dono tu fai a chi ti segue? Poiché non ebbe risposta a questa domanda, ma solo un invito a godere, Ercole si decise per la difficile via del Dovere.

PAROLA DI DIO: Ger 31,1-7; Cant. Ger 31,10-13; Mt 15,21-28

 

Vangelo Mt 15, 21-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio". Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli gli si accostarono implorando: "Esaudiscila, vedi come ci grida dietro". Ma egli rispose: "Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele". Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: "Signore, aiutami!". Ed egli rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini". "E' vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni". Allora Gesù le replicò: "Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri". E da quell'istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore

 

“E' VERO, SIGNORE, DISSE LA DONNA, MA ANCHE I CAGNOLINI SI CIBANO DELLE BRICIOLE CHE CADONO DALLA TAVOLA DEI LORO PADRONI”

Questa donna pagana osa resistere a Gesù; in un certo modo ingaggia una lotta con lui. Si potrebbe dire che la sua fiducia in quel profeta è più grande della resistenza del profeta stesso. E per questo Gesù risponde, infine, con una espressione inusitata nei Vangeli: questa è “grande fede”, non “poca fede”. Lo stesso elogio Gesù lo fece al centurione, ed erano ambedue pagani. Ancora una volta il Vangelo ci propone l’essenzialità della fiducia in Dio che libera dall’angoscia di confidare solo in se stessi e negli uomini. La fede di questa donna convinse Gesù ad operare la guarigione. Scrive l’evangelista: “Allora Gesù le replicò: ‘donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come tu desideri’. E da quell’istante sua figlia fu guarita”. Ad una fede come questa neppure Dio può resistere.

 

 

GIOVEDI' 4 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Maria Vianney; San Tertulliano.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE.

 

HANNO DETTO: Non si conosce la profondità dell'amore se non al momento della separazione. (K. Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi si lamenta è spesso quello che lavora di meno.

UN ANEDDOTO: Il saggio Socrate volle dare un giorno una lezione di modestia all’ambizioso suo discepolo, poi generale ateniese, Alcibiade. Gli mostrò una cartina geografica del mondo e gli disse: Mostrami il Continente intorno al mare. Alcibiade glielo mostrò. Proseguì Socrate: Mostrami ora la Grecia. Eccola! disse il discepolo. Indicami ora il Peloponneso, nell’Attica. La regione indicata ora era molto piccola. Ora fammi vedere, nell’Attica, Atene!

Non era che un piccolo punto, sotto l’indice del discepolo. Ora mostrami concluse il saggio maestro, nella città di Atene, il posto che occupi tu! Alcibiade comprese la lezione d’umiltà e chinò la testa.

PAROLA DI DIO: Ger 31,31-34; Sal 50; Mt 16,13-23

 

Vangelo Mt 16, 13-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai". Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: "Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!". Parola del Signore

 

“BEATO TE, SIMONE,... PERCHE' NE' LA CARNE, NE' IL SANGUE TE L’HANNO RIVELATO, MA IL PADRE MIO CHE STA NEI CIELI”.

Gesù loda Pietro perché ha detto qualcosa di non suo. Gesù, a differenza dei maestri terreni,esalta Pietro perché invece di parlare lui si lascia “suggerire” e quindi dimostra di essere capace di ascoltare. Il nostro è spesso un atteggiamento parolaio. Noi abbiamo sempre qualcosa di nostro da dire. Come cristiani abbiamo qualche volta l’arroganza e la presunzione di aver una risposta nostra a tutti i problemi. Ma siamo capaci di ascoltare, di lasciarci suggerire? Lo Spirito parla sempre ma sottovoce e qualche volta il frastuono delle nostre parole ne copre la voce, quella voce che se giunge alle orecchie poi penetra fino al cuore.

 

 

VENERDI' 5 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Osvaldo; Sant’Emidio.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI O SIGNORE DI ESSERE TESTIMONI VERITIERI DEL TUO AMORE.

 

HANNO DETTO: Più profondamente scava il dolore nel vostro essere, e più è la gioia che potete contenere. (K. Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: La lingua può impiccare l’uomo più veloce di una corda. (proverbio Sioux)

UN ANEDDOTO: Un certo fisionomista, guardando un giorno Socrate, lo dichiarò uomo inclinato alla golosità, alla disonestà, all’ubriachezza e ad altri vizi. I discepoli, sdegnati, volevano difendere il maestro di fronte ad un verdetto così pessimistico, ma Socrate li calmò dicendo: Fermi! Quest’uomo ha detto il vero. Infatti io sarei veramente come costui ha detto, se non mi fossi dato alla virtù.

PAROLA DI DIO: Na 2,1.3; 3,1-3.6-7; Cant. Dt 32,35-41; Mt 16,24-28

 

Vangelo Mt 16, 24-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno". Parola del Signore

 

"SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME RINNEGHI SE STESSO, PRENDA LA SUA CROCE E MI SEGUA.”

Gesù si rivolge ai discepoli e presenta loro la serietà che comporta la sua sequela. Non si può essere suoi discepoli in maniera sbadata e pigra. Il Vangelo sta sopra tutto e tutti; richiede tagli con il proprio orgoglio e le proprie convinzioni; ed impegna ad un nuovo cammino. È la croce che Gesù chiede a chi vuol seguirlo; ma non è una pratica di sacrificio. L’adesione al Vangelo - che comporta anche una dura lotta contro il male - è l'unico modo per non perdere la propria vita, per non dissiparla in cose futili che né contano né rendono felici. A che serve avere tutto se perdiamo la nostra anima?

 

 

SABATO 6 AGOSTO: TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: San Giordano; Santi Giusto e Pastore.

Una scheggia di preghiera:

 

MOSTRACI IL TUO VOLTO, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Il peccato non è tanto un desiderio volto alle nature cattive, quanto una rinuncia alle nature migliori. E'  attaccarsi alle realtà temporali trascurando le realtà eterne. (Sant’Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Se il tuo bacio avrà l'ardore del sole, la rosa ti donerà tutto il suo profumo. Proverbio Arabo

UN ANEDDOTO: Un romano, chiamato Muzio, aveva fama d’essere assai invidioso. Un giorno alcuni conoscenti lo videro passare tutto triste per il foro. Uno commentò: Se è così triste di certo a qualche suo amico quest’oggi è capitato un bel po’ di fortuna!

PAROLA DI DIO: Parola di Dio: Dn. 7,9-10.13-14; Sal. 96; Lc.9,28-36

 

Vangelo Lc 9, 28-36

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo". Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Parola del Signore

 

“GESÙ PRESE CON SÉ PIETRO, GIOVANNI E GIACOMO E SALÌ SUL MONTE A PREGARE”

Sappiamo che il monte non è tanto "una bella gita turistica in mezzo alla natura", quanto un "luogo privilegiato di preghiera", è salire sopra alla banale, sfiancante quotidianità dell’appiattimento dell’uomo e dei suoi valori come spesso succede soprattutto a causa delle nostre abitudini e del nostro "voler vivere tranquilli". Significa credere che al di sopra dello smog che inquina il nostro vivere c’è ancora aria pulita, luce splendente. E’ innalzarsi per scoprire la presenza, la forza, l’amor di Dio. E’, per stare alle parole di Paolo nella seconda lettura di oggi, avere la forza e il desiderio di non fermarsi ad essere tra coloro che "hanno come dio il loro ventre e si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi", ma di capire che c’è qualcosa di più grande che non il piacere del sesso e o del cibo. Gesù ci fa scoprire la preghiera come momento di incontro con il mistero di Dio. Pregare non è, come qualche volta pensiamo noi, dire delle preghiere, quasi comprarsi Dio con le parole, è entrare nella sua ‘ombra’, è vivere nel mistero, è ascoltare la sua voce, è lasciarsi trasfigurare dalla sua luce, è trasfigurare il dolore con la sua presenza.

 

 

DOMENICA 7 AGOSTO: 19^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: San Sisto II e compagni; San Gaetano.

Una scheggia di preghiera:

 

SII TU, GESU', AL CENTRO DEL MIO CUORE.

 

HANNO DETTO: Chi possiede Dio non manca di nulla. Dio solo basta. (Teresa d’Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Non sono le asperità del terreno a far male ai piedi, ma i sassolini che entrano nelle scarpe. Proverbio Arabo

UN ANEDDOTO: Un rabbino insegnava raramente a coloro che venivano da lontano a trovarlo e mangiavano il sabato con lui, e anche allora molto brevemente. Un giorno uno dei suoi figli si permise di chiedergli la ragione del suo riserbo. Bisogna — rispose — legarsi con il Principe della Scrittura. Solo allora ciò che si legge o si interpreta penetra così nel cuore degli ascoltatori, che ognuno ne riceve ciò di cui ha bisogno. (M. Buber)

PAROLA DI DIO: Sap 18,6-9; Sal 32; Eb 11,1-2.8-19; Lc 12,32-48

 

Vangelo Lc 12, 32-48

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno. Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate”. Allora Pietro disse: “Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?”. Il Signore rispose: “Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più". Parola del Signore

 

DOV’È IL VOSTRO TESORO SARA’ ANCHE IL VOSTRO CUORE”.

Le idee vogliono accaparrarsi il. cuore per aver la certezza di essere realizzate. Chi occupa il cuore, occupa un posto di comando. Le persone vogliono conquistarlo perché con esso avranno tutto il resto: la nostra disponibilità, il nostro servizio, i nostri beni. Il demonio, anche lui, cerca d’impadronirsene per farci totalmente suoi. Ecco perché spesso il cuore non ha pace e noi dobbiamo aiutarlo con la vigilanza, con la ragione e con la Fede. Ma c’è un altro che desidera il cuore dell’uomo: Dio lo ha fatto per sé, lo chiede per sé, tutto: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore.“ dice il primo comandamento. Il Signore però non è un ladro, un pre­potente che vuole entrare ad ogni costo. Non viene per prendere, viene per dare: “Il ladro non viene se non per rubare, io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv. 10,10). Non entra dalla finestra, non sfonda l’uscio: “Chi non entra nel recinto delle pecore per la porta ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante” (Gv. 10,1). Sta alla porta e bussa, dobbiamo essere noi ad aprirgli (Ap. 3,20). Nel nostro cuore Dio vuol costruire la sua alleanza, la sua dimora. Qui avvertiamo la sua presenza o la sua assenza; qui ascoltiamo la sua voce e viviamo la pienezza del nostro rapporto con Lui.

 

 

LUNEDI' 8 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Domenico; San Famiano.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE GESU', TU HAI PAGATO PER NOI.

 

HANNO DETTO: Se qualcuno del mondo ti chiederà perché ti comunichi così spesso, dirai loro che è per imparare ad amare Dio, e per purificarti delle tue imperfezioni, per liberarti delle tue miserie e trovare conforto nelle tribolazioni e nelle tue debolezze". (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Fai il lavoro che ami e non lavorerai per tutta la vita. (Proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Essendo andato un giorno a York, una donnicciola che egli non aveva mai veduta lo fermò per strada e gli disse:- Signor Dickens, mi lasci toccare la sua mano, che ha riempito la mia casa di tanti amici! (Maurois, Etudes anglaises).

PAROLA DI DIO: Ez 1,2-5.24-28c; Sal 148; Mt 17,22-27

 

Vangelo Mt 17, 22-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: "Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà". Ed essi furono molto rattristati. Venuti a Cafarnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori della tassa per il tempio e gli dissero: "Il vostro maestro non paga la tassa per il tempio?". Rispose: "Sì". Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: "Che cosa ti pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?". Rispose: "Dagli estranei". E Gesù: "Quindi i figli sono esenti. Ma perché non si scandalizzino, và al mare, getta l'amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te". Parola del Signore

 

IL VOSTRO MAESTRO NON PAGA LA TASSA PER IL TEMPIO?” RISPOSERO “SÌ”.

Gesù, come Figlio di Dio, non era tenuto a pagare una tassa per il tempio: la casa di suo Padre! Eppure nella logica dell’incarnazione, Gesù paga questa tassa. Anzi, proprio lui, il Figlio di Dio pagherà gratuitamente per tutti noi! Gesù non è venuto per dimostrarci la sua superiorità, ma per abbassarsi fino all’umiliazione della croce perché noi fossimo salvi. Grazie a lui, non solo non dobbiamo pagare “tasse” a Dio, ma possiamo chiamarlo Padre. Mi pare poi che questa frase possa insegnarci anche un’altra cosa. Noi cristiani, se vogliamo “incarnare” la nostra fede, non dobbiamo sentirci dei privilegiati e per questo esimerci dalle contingenze della vita comune, ma proprio in esse manifestare il dono ricevuto, il cristiano dunque paga le tasse. Anche in questo dimostra la sua fede, anzi più degli altri si sente impegnato nei doveri di giustizia sociale perché spinto dal senso di giustizia e di equità che si fondano direttamente su Dio e sulla sua legge.

 

 

MARTEDI' 9 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa; San Fermo.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO REGNO, O SIGNORE, E' REGNO DI GIOIA E DI PACE

 

HANNO DETTO: "Quando i malati hanno ricevuto la Comunione esortiamoli a contemplare il Signore, a chiederGli perdono e la grazia di non offenderLo più. Il tempo subito dopo la messa è il più propizio per domandare grazie a Dio". (San Camillo de' Lellis)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi scava un fosso con cattiveria, ci finisce dentro. (Proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Disse una volta Rabbi Buman: Se volessi dare ingegnose interpretazioni della Scrittura, potrei fare bella figura. Ma lo stolto dice ciò che sa, e il saggio sa ciò che dice! (M. Buber)

PAROLA DI DIO: Os 2,16b.17b.21-22; Sal 44; Mt 25,1-13

 

Vangelo Mt. 25,1-13

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli, Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora. Parola del Signore

 

"IL REGNO DEI CIELI È SIMILE A DIECI VERGINI CHE USCIRONO INCONTRO ALLO SPOSO".

Alcuni particolari del Vangelo delle vergini sagge e stolte  possono essere illuminanti. Per prima cosa è molto bello che Gesù paragoni il Regno ad un pranzo di nozze. il Regno non è tristezza, macerazione, peso sopportato, è gioia, è addirittura Gesù lo Sposo di questa nostra umanità. Ognuno di noi, come le dieci ragazze invitate alla festa ha solo un compito, quello di sentire la gioia e prepararsi per poter partecipare a questa festa. Tutte e dieci le ragazze hanno le lampade. Ognuno di noi ha i suoi doni e non c’è nessuno che non possa rispondere a questo invito. L’olio, invece, è la fede e questo dobbiamo procurarcelo noi. Poi occorre saper attendere; noi vorremmo vedere subito i risultati, invece occorre solo non perdere la speranza e la fiducia nello Sposo che sta per arrivare. Ci si può anche addormentare, ma occorre essere sempre pronti a "rendere conto della speranza che è stata seminata in noi" per non farci cogliere impreparati.

 

 

MERCOLEDI' 10 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo;Sant’Ugo di Montaigu.

Una scheggia di preghiera:

 

DONA ALLA TUA CHIESA LA SPERANZA IN TE, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: "La comunione è per chi vuole farsi santo, non per i santi: i rimedi si danno ai malati, il cibo si da ai deboli". (San Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli occhi sono inutili per un cervello non vedente. (proverbio Arabo)

UN ANEDDOTO: Rabbi Mosè insegnava: Se tu pronunzi la Parola davanti a Dio, penetra con tutte le tue membra nella Parola! Un discepolo domandò: Com’è possibile che il grosso uomo possa entrare nella piccola Parola? Rispose il rabbino: Chi si crede più grande della Parola, di quello non parliamo nemmeno! (M. Buber)

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DI SAN LORENZO: 2Cor. 9,6-10; Sal 111; Gv. 12,24-26

 

Vangelo Gv 12, 24-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà". Parola del Signore

 

"SE IL CHICCO DI GRANO CADUTO IN TERRA NON MUORE, RIMANE SOLO; SE INVECE MUORE, PRODUCE MOLTO FRUTTO".

Ci sono alcune parole cristiane che ci spaventano: croce, sacrificio. Noi sentiamo il bisogno e il piacere di affermare noi stessi, di afferrare tutto dalla vita senza nulla rifiutare e a nulla rinunciare. La parola mortificazione sembra una parola triste che restringe, che amputa mentre noi invece sentiamo il bisogno di svilupparci, di espanderci. Eppure se noi guardiamo la realtà della vita ci accorgiamo che per avanzare verso una meta bisogna staccarsi da un'altra, che non si sale senza sforzo, che non si è liberi senza strappi. Ci accorgiamo che se vogliamo vedere il campo di grano prima bisogna aver il coraggio di buttare il seme. Ci accorgiamo allora della verità del Vangelo: ogni vita si salva offrendosi ad una vita più alta, ogni essere si eleva morendo a se stesso per vivere per gli altri. Scopriamo che in noi albergano il bene e il male, che possiamo essere egoisti o altruisti, schiavi delle cose o liberi da esse, scopriamo che la carne può soffocare lo spirito, oppure lo spirito dare senso e vita alla carne. Vogliamo dunque continuare a vivere? Allora occorre morire. Se evitassimo questo non solo non eviteremmo la morte, ma sarebbe per noi la morte totale. Gesù anche in questo ci è stato di esempio: Lui, il Figlio di Dio fatto uomo, accetta per amore la povertà, l’umiltà, la mortificazione, il sacrificio, la morte sulla croce non perché gli piacciano, ma perché sa che per donare bisogna rinunciare a qualcosa di nostro, che per salvare non bastano belle parole ma occorre un amore totale, occorre dare la vita. E Dio accetta questo; da Gesù seminato nel sepolcro, al terzo giorno rinasce la vita e non solo per Lui, ma anche per noi.

 

 

GIOVEDI' 11 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Chiara;San Rufino; Sant’Equizio.

Una scheggia di preghiera:

 

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI.

 

HANNO DETTO: "E che cosa divengono coloro che si comunicano? Corpo di Cristo; non molti corpi ma un corpo solo. Così noi siamo strettamente congiunti tra di noi e con Cristo". (S. G. Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: Per far da papa bisogna saper far da sagrestano. (Prov. Siciliano)

UN ANEDDOTO: Un giorno Madre Teresa parlò con un seminarista. Guardandolo con i suoi occhi limpidi e penetranti gli chiese: "Quante ore preghi ogni giorno?". Il ragazzo rimase sorpreso da una simile domanda e provò a difendersi dicendo: "Madre, da lei mi aspettavo un richiamo alla carità, un invito ad amare di più i poveri. Perché mi chiede quante ore prego?". Madre Teresa gli prese le mani e le strinse tra le sue quasi per trasmettergli ciò che aveva nel cuore. Poi gli confidò: "Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega; pregando, Dio mi mette il suo Amore nel cuore e così posso amare i poveri. Pregando!".

PAROLA DI DIO: Ez 12,1-12; Sal 77; Mt 18,21-19,1

 

Vangelo Mt 18, 21-19,1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?". E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello". Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. Parola del Signore

 

“SIGNORE, FINO A QUANTE VOLTE DOVRO’ PERDONARE A MIO FRATELLO?”.

Se il Vangelo ci richiama così spesso sulla esigenza di perdonare e se noi ne parliamo così sovente significa che saper perdonare fa parte dell’essenza dell’essere cristiano e che, essendo una delle cose più difficili, richiede tanta riflessione e soprattutto tanto allenamento. “Io vorrei perdonare, ma non ci riesco”. “Io so che il perdonare farebbe un gran bene anche a me stesso, so che Dio mi ha perdonato tante volte ma tutte le volte che ripenso al male che mi è stato fatto, provo una rabbia e una voglia di vendicarmi, fosse anche solo per non passare proprio da stupido”. Credo che tutti abbiamo provato in mille modi la strada del perdono e, al di là del carattere che ognuno si trova, abbiamo forse sperimentato che spesso non basta la volontà di perdonare per riuscirvi. Allora può arrivare lo scoraggiamento: “Non ce la farò mai!”

E se invece capissimo che il perdono è una strada fatta di tante piccole tappe?

Ecco come un autore ci propone alcune di queste tappe. Non dico che siano tutte lì, non dico che questo sia il toccasana del perdono, ma, forse, se cominciassimo, senza scoraggiarci da qualcuna di queste tappe. Ecco qui un elenco di compiti da svolgere in vista di un perdono autentico:

• Decidere di non vendicarsi e far cessare i gesti offensivi.

•  Riconoscere la propria ferita e la propria povertà interiore.

•  Condividere la propria ferita con qualcuno.

•  Individuare bene la propria perdita per rinunciarvi.

• Accettare la propria collera e la voglia di vendicarsi.

•  Perdonare a se stessi.

•  Cominciare a capire chi ci ha offeso.

•  Scoprire il significato della ferita nell’ambito della propria vita.

•  Sapere di essere degni di perdono e già graziati.

•  Smettere di accanirsi a voler perdonare.

•  Aprirsi alla grazia di perdonare.

•  Decidere se porre fine al rapporto o rinnovarlo.

 

 

VENERDI' 12 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ercolano; Sant’Eusebio da Milano.

Una scheggia di preghiera:

 

GUARDANDO A TE, GESU', NOI DIVENTIAMO LUMINOSI.

 

HANNO DETTO: "Chi ha riso di vero cuore una volta in vita non può essere irrimediabilmente cattivo" (Thomas Carlyle).

SAGGEZZA POPOLARE: Al servo pazienza, al padrone prudenza. (Prov. Siciliano)

UN ANEDDOTO: Un amico di Dickens stava un giorno parlando col gran romanziere intorno all'educazione dei fanciulli e sosteneva che non bisogna dar esca alla loro fantasia con racconti meravigliosi, perché la fantasia è poi assolutamente inutile nella vita e impedirebbe al ragazzo di avanzare nella sua carriera. Entrò in quel mentre, nella stanza dove avveniva la conversazione, una bellissima farfalla. Dickens la prese con la mano, le scosse di dosso tutta la polvere iridescente delle sue ali. L'altro, quando Dickens ebbe rilasciato la farfalla, gli disse: Amico mio, voi siete crudele; perché avete tolto alle ali della farfalla tutto il suo splendore? - Io - rispose Dickens - non ho fatto che applicare alla farfalla il sistema vostro d'educazione, levandole il suo inutile ornamento che forse gli avrebbe impedito di volar bene. (Boubée, Gazette de France).

PAROLA DI DIO: Ez 16,1-15.60.63; Cant. Is 12,2-6; Mt 19,3-12

 

Vangelo Mt 19, 3-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: "E' lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?". Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi". Gli obiettarono: "Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?". Rispose loro Gesù: "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio". Gli dissero i discepoli: "Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi". Egli rispose loro: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca". Parola del Signore

 

"PER LA DUREZZA DEL VOSTRO CUORE MOSÈ VI HA PERMESSO DI RIPUDIARE LE VOSTRE MOGLI”

C'è un programma televisivo che da anni presenta la discussione di vari casi davanti ad un giudice che poi, secondo le leggi vigenti e la giurisprudenza attuale dà la sua sentenza. Spesso capita di sentire sentenze che aiutano le persone, le difendono dai soprusi ma anche spesso si resta per perplessi davanti ad altre che non hanno “anima” cioè la sentenza , essendo formalmente giusta, non tien conto (e non può farlo) della situazione particolare, dei sentimenti, degli egoismi... Quando Gesù dice che le leggi “sono state date per la durezza del vostro cuore”, non vuol dirci che le leggi sono sbagliate (la legge era ed è un dono di Dio al suo popolo) ma vuol dirci che qualunque legge in se stessa non dà salvezza. Gesù, ce lo ricorda bene san Paolo, è la Nuova legge di Dio, è l'amore di Dio per gli uomini: solo guardando a Lui, noi credenti possiamo avere una “morale” che supera la stretta osservanza, la meritocrazia, il legalismo perche è solo nell'amore che Dio ha per noi dimostrato in Cristo che dà la sua vita che noi, in tutte le situazioni della vita possiamo sentirci amati e a nostra volta rispondere non per osservanza legale, ma per amore.

 

 

SABATO 13 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Ponziano e Ippolito;San Landolfo; San Benildo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, FA' CHE IN ME NON SI SPENGA LA MERAVIGLIA DAVANTI ALLE TUE OPERE.

 

HANNO DETTO: La natura ha delle perfezioni per mostrare che è l'immagine di Dio, e dei difetti per mostrare che ne è soltanto l'immagine. (Pascal)

SAGGEZZA POPOLARE: Fa il mestiere che sai, che se non arricchisci camperai. (Prov. Sicliano)

UN ANEDDOTO: C’era una volta un pasticciere che faceva caramelle a forma di animali e uccelli di varie misure e colori. Quando vendeva i suoi dolci ai bambini essi cominciavano a litigare dicendo: “Il mio coniglio è più bello della tua tigre, il mio scoiattolo sarà anche piccolo ma è saporito” E il caramellaio rideva pensando che gli adulti non erano meno ignoranti dei bambini quando sostenevano che una persone era migliore dell’altra.

PAROLA DI DIO: Ez 18,1-10.13b.30-32; Sal 50; Mt 19,13-15

 

Vangelo Mt 19, 13-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Gesù però disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli". E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì. Parola del Signore

 

"LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A ME, PERCHÉ DI QUESTI È IL REGNO DEI CIELI"

Salvami, Signore, dalle banalità che ascolto accanto a un bambino appena nato: “A chi assomiglia?” “Guarda come ha le dita lunghe!” “Speriamo che dorma di notte!” “E il papà si dà da fare per cambiarlo o aspetta a parlargli quando giocherà a pallone con lui?”...

Fammi incantare, Signore, davanti al fragilissimo mistero della vita racchiusa in un bimbo, come Tu, Onnipotente sai incantarti del piccolo nulla di ciascuno di noi.

Fermami prima di sorridergli e prima di baciarlo: insegnami ad inginocchiarmi davanti al Mistero di vita immortale che abita in quel corpo. Fammi incantare, Signore, davanti alla fiducia che ogni bimbo naturalmente vive, lasciandosi andare nelle braccia di chi gli vuole bene. Invita anche me a lasciarmi andare, con la fede, nell’abbraccio delle tue braccia ed anche nell’abbraccio ai fratelli prima di aver appurato se mi abbracceranno o mi stritoleranno!

Fammi tremare, Signore, davanti alla sorte dell’anima di un bambino: Tu che l’hai accolto “a occhi chiusi” nella tua Chiesa con il battesimo consegni a me il compito di testimoniargli l’Amore per l’Invisibile, l’Amore per il nemico, e l’attesa della vita eterna!

Fammi incantare, Signore, davanti al futuro di un bimbo!

Nonostante tutte le più drammatiche previsioni sul domani, concedimi l’entusiasmo di impegnarmi perché questa creatura possa varcare la soglia dell’avvenire più gioiosamente di quanto noi ricordiamo il nostro passato. Scampami dalla sventura di fare dei nostri bambini bambolotti consumatori di merendine e videogame, dal cervello precoce e dal cuore spento!

Fammi, Signore Gesù, contemplatore di bambini, guardandoli a occhi chiusi, per leggere nel loro cuore il sogno di candore, di tenerezza, di fiducia, che Tu da sempre sogni per me!

 

 

DOMENICA 14 AGOSTO: 20^ DOMENICA  DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano Kolbe;San Callisto, vescovo di Todi.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI GESU', INNAMORACI DI DIO.

 

HANNO DETTO: Se c'è qualcosa di peggio dell'odierno indebolirsi dei grandi principi morali, è l'odierno irrigidirsi dei piccoli principi morali. (Chesterton)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando si è in un pasticcio tanto vale goderne il sapore. (sapienza Cinese)

UN ANEDDOTO: Quando il filosofo greco Diogene fu catturato e portato al mercato degli schiavi, si dice che sia salito sulla piattaforma del banditore ed abbia gridato ad alta voce: “Un padrone è in vendita, C’è tra voi qualche schiavo che desidera acquistarlo”.

PAROLA DI DIO: Ger 38,4-6.8-10; Sal 39; Eb 12,1-4; Lc 12,49-53

 

Vangelo Lc 12, 49-57

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse gia acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera". Diceva ancora alle folle:"Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?".  Parola del Signore

 

"SONO VENUTO A PORTARE IL FUOCO SULLA TERRA; E COME VORREI CHE FOSSE GIA ACCESO”

Questa frase di Gesù è stata interpretata da qualcuno come una contraddizione: il buon Gesù è anche Lui un violento. Ecco come l'ha letta Chiara Lubich: Il fuoco che Gesù è venuto a portare è il dono del suo  Spirito. Ma in che modo lo Spirito Santo agisce? Lo fa diffondendo in noi l'amore. Quell'amore che noi, per suo desiderio, dobbiamo mantener acceso nei nostri cuori. E com'è questo amore? Non è terreno, limitato; è amore evangelico. E' universale come quello del Padre celeste che manda pioggia e sole su tutti, sui buoni e sui cattivi, inclusi i nemici. E' un amore che non attende nulla dagli altri, ma ha sempre l'iniziativa, ama per primo. E' un amore che si fa uno con ogni persona: soffre con lei, gode con lei, si preoccupa con lei, spera con lei. E lo fa, se occorre, concretamente, a fatti. Un amore quindi non semplicemente sentimentale, non di sole parole. Un amore per il quale si ama Cristo nel fratello e nella sorella, ricordando quel suo: "L'avete fatto a me". E' un amore ancora che tende alla reciprocità, a realizzare, con gli altri, l'amore reciproco. E' quest'amore che, essendo espressione visibile, concreta della nostra vita evangelica, sottolinea e avvalora la parola che poi potremo e dovremo offrire per evangelizzare. L'amore è come un fuoco, l'importante è che rimanga acceso. E, perché ciò sia, occorre bruciare sempre qualcosa. Anzitutto il nostro io egoista, e lo si fa perché, amando, si è tutti protesi verso l'altro o verso Dio, compiendo la sua volontà. Un fuoco acceso, anche piccolo, se alimentato, può divenire un grande incendio. Quell'incendio di amore, di pace, di fraternità universale che Gesù ha portato sulla terra.

 

 

LUNEDI' 15 AGOSTO: ASSUNZIONE AL CIELO DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Tarcisio, martire; Sant’Alfredo.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTA TU FRA TUTTE LE DONNE.

 

HANNO DETTO: Certi pensieri sono delle preghiere. Ci sono momenti in cui, qualunque sia l'atteggiamento del corpo, l'anima è in ginocchio. (Victor Hugo)

SAGGEZZA POPOLARE: Meglio un diamante con un difetto che un sasso perfetto. (prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: L’orologiaio stava per sistemare il pendolo di un orologio, quando, con sua grande sorpresa, lo sentì parlare. “Per favore, signore, mi lasci stare”, supplicava il pendolo, “Pensi a quante volte dovrò battere notte e giorno. Tanti battiti al minuto, sessanta minuti all’ora, ventiquattro ore al giorno, trecento sessantacinque giorni all’anno. Anno dopo anno milioni di colpi. Non ce la farò mai”. Ma l’orologiaio gli diede una risposta molto saggia: “Non pensare al futuro. Batti un colpo per volta e te li godrai fino alla fine dei tuoi giorni” E’ proprio ciò che il pendolo decise di fare ed ancora sta battendo, felice, il tempo.

PAROLA DI DIO: Ap.11,19; 12,1-6.10; Sal. 44; 1Cor. 15,15-26; Lc. 1,39-56

 

Vangelo Lc 1,39-56  

Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

 

“BENEDETTA TU FRA LE DONNE… A CHE DEBBO CHE LA MADRE DEL MIO SIGNORE VENGA A ME?

Maria è colei che ci precede in tutto e in tutto ci accompagna perché anche noi, come Lei, possiamo percorrere la via della nostra vita scoprendo l’amore di Dio per giungere a contemplarlo nella sua pienezza. Maria è la “benedetta” come la saluta Elisabetta perché accettando di lasciare la sua vita nelle mani di Dio diventa la nuova Arca dell’alleanza, colei che congiunge il cielo alla terra, colei che nello Spirito ci dona il Figlio di Dio, ma è anche colei che per prima vive nello stile dell’ incarnazione: Dio non viene a risolvere miracolisticamente i problemi dell’uomo, ma viene ad amarlo e salvarlo nella sua quotidianità. E’ bello e significativo vedere allora Maria, la madre del Salvatore, che va a mettersi a servizio di sua cugina, come è bello riscoprire nel “Magnificat” una donna che entra nel pensiero di Dio e scopre le sue opere nella semplicità quotidiana della sua vita. Se noi abbiamo capito questo di Maria, allora ancora più bella e gioiosa è la festa che celebriamo oggi che non è altro che un prolungamento della festa dell’Ascensione di Gesù al cielo. Maria non va al cielo solo per “meriti particolari”, sale al cielo per dirci che il cielo c’è, che là c’è un posto per noi, che la misericordia di Dio manifestatasi in Gesù ci attende per compiere anche per noi poveri peccatori, cose meravigliose.

 

 

MARTEDI' 16 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano d’Ungheria;San Rocco; Sant’Ambrogio di Ferentino.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, SEI SALVEZZA E LIBERAZIONE.

 

HANNO DETTO: Il grande cammina con il piccolo, il mediocre si tiene a distanza. (Tagore)

SAGGEZZA POPOLARE: "L'amicizia non si chiede come l'acqua ma si offre come il the" (prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: Durante la seconda guerra mondiale un uomo restò alla deriva su una zattera per ventuno giorni, prima di essere salvato. Quando gli chiesero se l’esperienza gli avesse insegnato qualcosa rispose: “Sì, se solo potrò avere cibo ed acqua in abbondanza, sarò pazzamente felice per il resto dei miei giorni”.

PAROLA DI DIO: Ez 28,1-10; Cant. Dt 32,26-36; Mt 19,23-30

 

Vangelo Mt 19, 23-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli". A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?". E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile". Allora Pietro prendendo la parola disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?". E Gesù disse loro: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi". Parola del Signore

 

"CHI SI POTRÀ DUNQUE SALVARE?"

“Mi potrò salvare?”, “Mi salverò?”, mi chiedo sovente nelle mie riflessioni, ma ormai, tutte le volte che succede di pormi questa domanda subito la modifico: “Mi salverà?”.

Sì, perché non sono io a salvarmi. Se guardo alle mie povere forze mi rendo subito conto che la mia volontà è debole e non mi esime dalle colpe, che il male è forte e da solo non so resistergli, che facilmente prometto ma stento a mantenere, che non ci sono regole fisse, norme precise per salvarmi, che se devo diventare “perfetto come è perfetto il mio Padre celeste” con le mie forze non ci arriverò mai. E’ Dio che salva. Dio è mio padre e vuole salvarmi. Dio, per salvarmi ha mandato Gesù. Egli per salvarci ha accettato la croce: noi valiamo il sangue del Figlio di Dio!

E io penso che a salvarmi siano le buone azioni, le preghiere!

Se cerco di fare il bene e di evitare il male non è perché questo mi salva. Io dovrei fare il bene ed evitare il male perché, amando Dio che mi salva, amo il bene e odio il male. La cosa che dipende da me, grazie a Dio, non è il darmi o il non darmi la salvezza, ma solo non chiudere la porta a Dio che mi salva.

 

 

MERCOLEDI' 17 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacinto; Santa Chiara da Montefalco.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O DIO, SEI PADRE PER OGNI UOMO.

 

HANNO DETTO:

Gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vedi quando togli gli occhi dalla meta. (Henry Ford)

SAGGEZZA POPOLARE: Se pieghi il ferro con le mani non ti inorgoglire, ieri un chicco di riso ti fece tossire fino al calar del sole. (Saggezza orientale)

UN ANEDDOTO: Un Marajà uscì in mare, quand’ecco scoppiò una grande tempesta. Uno degli schiavi che erano a bordo cominciò a piangere e a disperarsi per la paura, perché non era mai stato su una barca prima di allora. I suoi lamenti erano così acuti e persistenti che tutti i passeggeri cominciarono ad essere irritati anche il marajà.  Il suo primo consigliere disse al marajà: “Lasciate fare a me, credo di poterlo curare”. Ordinò quindi ai marinai di buttarlo in mare. Non appena si trovò tra i flutti il poveretto si mise a urlare di terrore e ad agitare braccia e gambe come un pazzo. Pochi secondi dopo il saggio ordinò che lo issassero a bordo. Una volta a bordo lo schiavo si rannicchiò in un angolo nel più assoluto silenzio. Quando il marajà chiese al consigliere il motivo di tale comportamento, quello rispose: Non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati finché le cose non peggiorano”.

PAROLA DI DIO: Ez 34,1-11; Sal 22; Mt 20,1-16

 

Vangelo Mt 20, 1-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: " Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e da  loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi". Parola del Signore

 

“TU SEI INVIDIOSO PERCHÉ IO SONO BUONO?”

La parabola riportata da Matteo dovette sembrare molto strana agli ascoltatori di Gesù: era, infatti, totalmente distante dalla comune giustizia salariale. Il gesto del padrone della vigna che da la stessa paga sia a coloro che avevano lavorato per tutto il giorno sia a quelli che avevano invece lavorato per un’ora sola è davvero inusitato. E’ anzitutto da chiarire che Gesù non vuole impartire una lezione di giustizia sociale, né presentare uno dei comuni padroni di questo mondo che, giustamente, ricompensa secondo le prestazioni date. Egli presenta un personaggio assolutamente eccezionale, il quale tratta i suoi sottoposti al di fuori delle regole legalitarie. Gesù vuole mostrare l’agire del Padre, la sua bontà, la sua magnanimità, la sua misericordia, che superano il comune modo di sentire degli uomini. E lo superano davvero quanto il cielo dista dalla terra, come scrive Isaia. Purtroppo, ancora oggi, la bontà e misericordia creano mormorazione e scandalo. Ma non è che Dio distribuisca a capriccio la sua ricompensa, donando a chi più e a chi meno. Dio non fa ingiustizia. E’ la larghezza della sua bontà che lo spinge a donare a tutti secondo il loro bisogno. La giustizia di Dio non opera con un astratto principio di equità, ma sul bisogno dei suoi figli. C’è qui una grande sapienza. E la ricompensa data a tutti è la consolazione che viene dall’essere chiamati a lavorare per la vigna del Signore, non importa se si è da tanto o da poco tempo nella vigna.

 

 

GIOVEDI' 18 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Elena; Santi Floro e Lauro.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, DI AVERCI INVITATI ALLA TUA FESTA.

 

HANNO DETTO: Intelligenza non è non commettere errori, ma scoprire subito il modo di trarne profitto. (Bertolt Brecht)

SAGGEZZA POPOLARE: Le poesie più belle si leggono negli occhi dei bambini.

UN ANEDDOTO: C’era un uomo intento a costruirsi una casa. Voleva che fosse la casa più bella ed accogliente del mondo. Vennero a chiedere il suo aiuto perché il mondo andava a fuoco. Ma a lui interessava la sua casa e non il mondo. Quando finalmente ebbe finito, scoprì che non c’era più un pianeta su cui posarla.

PAROLA DI DIO: Ez 36,23-28; Sal 50; Mt 22,1-14

 

Vangelo Mt 22, 1-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, rispondendo Gesù riprese a parlar in parabole ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo e disse: "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti". Parola del Signore

 

"IL REGNO DEI CIELI È SIMILE A UN RE CHE FECE UN BANCHETTO DI NOZZE PER SUO FIGLIO.”

Il Signore prepara un banchetto per tutti gli uomini, ma ognuno di noi, talora interi popoli, preoccupati solo dei nostri affari, non consideriamo l’invito che ci viene rivolto e disprezziamo i doni che ci vengono proposti. La difesa dei nostri personali interessi ad ogni costo e a qualunque prezzo, ci allontana dalla pace e dalla fraternità. E’ chiara, in tal senso, la parabola del banchetto. Essa ha per protagonista un re il quale, dopo aver preparato un banchetto di nozze per il figlio, invia i suoi servi per chiamare gli invitati. Quest’ultimi, dopo aver ascoltato i servi, rifiutano l’invito. Ognuno ha il suo giusto motivo, il suo più che comprensibile da fare : chi nel proprio campo, chi in altri affari. Tutti però sono concordi nel rifiutare. Il re tuttavia non si arrende ; insiste e manda di nuovo i servi a rinnovare l’invito. Sembra di sentire l’apostolo quando dice che per il Vangelo bisogna insistere in ogni occasione sia opportuna che non opportuna. Ma questa volta gli invitati non solo disattendono la proposta del re, giungono a maltrattare e persino ad uccidere i servi.  Di fronte a questa incredibile reazione il re, sdegnato, fa punire gli assassini. In verità sono essi stessi a punirsi, ossia ad escludersi dal banchetto della vita, della pace, dell’amore. Cadono così in una vita d’inferno. Il re tuttavia non dimette il suo sconfinato desiderio di raccogliere gli uomini. Manda altri servi con l’ordine di rivolgersi a tutti coloro che avrebbero incontrato nelle strade e nelle piazze, senza alcuna distinzione. Ebbene, questa volta l’invito è raccolto e la sala si riempie di commensali ; il Vangelo nota che sono “buoni e cattivi”. Sembra quasi che a Dio non interessi come siamo; quel che vuole è che ci siamo. In quella sala non ci sono puri e santi. Ci sono tutti. Anzi, a sentire altre pagine del Vangelo, si direbbe che si trattava di masse di poveri e di peccatori. Secondo il Vangelo tutti sono invitati e chiunque arriva è accolto; non importa se uno ha meriti o meno, e neppure se uno è a posto o no con la coscienza. In quella sala non si riesce a distinguere chi è santo e chi è peccatore, chi è puro e chi è impuro occorre sola capacità di gioire e di far festa.

 

VENERDI' 19 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Eudes; Bartolomeo da Simeri.

Una scheggia di preghiera:

 

DOV'E' CARITA' E AMORE, QUI C'E' DIO.

 

HANNO DETTO: Il fatto di non voler progredire nella vita cristiana è già di per sé il peccato. (Yves de Montcheuil)

SAGGEZZA POPOLARE: Non solo i vecchi son duri di orecchi.

UN ANEDDOTO: Un discepolo andò a chiedere al suo maestro: “Io sono ricco ed ho appena ereditato un grosso patrimonio. Come posso sfruttarlo al meglio perché si tramuti per me in beneficio spirituale?” Il maestro rispose: “Torna tra una settimana e ti darò la risposta”. Quando egli ritornò il maestro sospirò: “Non so davvero che cosa consigliarti. Se ti dico di dare il tuo denaro ai parenti e amici, non ne trarrai alcun beneficio spirituale. Se ti suggerisco di darlo al tempio, servirà soltanto ad incrementare l’avarizia dei preti. E se ti dico di darlo ai poveri, tu sai fiero del tuo gesto di carità e commetterai il peccato dell’autocompiacimento”. Ma poiché il discepolo insisteva alla fine il maestro gli disse:”Dai il denaro ai poveri. Tu non ne beneficerai, ma loro sì”.

PAROLA DI DIO: Ez 37,1-14; Sal 106; Mt 22,34-40

 

Vangelo Mt 22, 34-40

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: "Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?". Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti". Parola del Signore

 

“DAL COMANDAMENTO DELL’AMORE DI DIO E DEL PROSSIMO DIPENDE TUTTA LA LEGGE E I PROFETI”.

Gesù unisce in un unico comandamento l’amore di Dio e del prossimo e dice che questo è il fondamento della legge di Dio; senza questo a nulla valgono le prescrizioni e le osservanze. Un Padre della Chiesa, Doroteo di Gaza, commentava con questo esempio: “Supponete un cerchio tracciato per terra. Immaginate che questo cerchio sia il mondo; il centro Dio; e i raggi, le diverse vie, i diversi modi di vivere degli uomini. Quando i santi, desidero­si di avvicinarsi a Dio, camminano ver­so il centro del cerchio, si avvicina­no nello stesso tempo gli uni agli al­tri, e più si avvicinano gli uni agli altri, più si avvicinano a Dio... cosi è l’amore”. Fu chiesto un giorno ad un saggio orientale in qual modo si può distinguere il momento in cui finisce la notte ed inizia il giorno. “Quando — rispose — guardando il volto di un uomo qualun­que, tu vedi che è tuo fratello, per­ché se non riesci a fare questo, qua­lunque sia l’ora del giorno, è sempre notte.

 

 

SABATO 20 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bernardo; San Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA' DI NOI.

 

HANNO DETTO: Chiunque occupa un posto più o meno eminente o crede di occuparlo, se è ignorante inorgoglisce e ne abusa. (Epitetto)

SAGGEZZA POPOLARE: Tutto arriva a chi non ha fretta e si dà da fare mentre aspetta.

UN ANEDDOTO: Un frate pose un giorno questa domanda a uno dei padri più anziani: “Ci sono due frati, uno dei quali resta a pregare nella sua cella, digiunando sei giorni alla settimana e praticando la massima austerità. L’altro passa tutto il suo tempo a curare i malati. L’operato di quale dei due è più gradito a Dio?” L’anziano rispose: “Se anche il confratello che digiuna e prega camminasse sui carboni ardenti il suo gesto non sarebbe nulla in confronto ad un solo atto di gentilezza di quello che si prende cura dei malati”.

PAROLA DI DIO: Ez 43,1-7;Sal 84; Mt 23 ,1-12

 

Vangelo Mt 23, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì'' dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestro", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato". Parola del Signore

 

“QUANTO VI DICONO, FATELO E OSSERVATELO, MA NON FATE SECONDO LE LORO OPERE PERCHE’ DICONO E NON FANNO”.

Gesù che non rinfaccia nulla alla peccatrice, che, per portarlo in Paradiso, non chiede una confessione con elenco completo di peccati al buon ladrone, si lancia invece in pesanti invettive contro i cosiddetti buoni. Perché Gesù in questo caso è così duro? Perché ama il suo Dio e il suo popolo e il vedere che l’ipocrisia dei ‘buoni’ ha reso il suo popolo schiavo di un potere religioso ed ha messo al Dio dell’amore la maschera del dio dei precetti, lo rende furioso (“Lo zelo per la mia casa mi divora”). Non puntiamo il dito contro nessuno, ma lasciamo che la parola di Gesù ci purifichi, non sentiamoci migliori degli altri. Don Mazzolari aveva una bellissima espressione: basta essere uomini per essere poveri uomini. E allora, se scopriamo di essere anche noi singoli, comunità, Chiesa, malati di ipocrisia, di voler apparire per quello che non siamo, di amare posti di prestigio nella comunità non per il servizio ma per voler essere riconosciuti migliori di quello che siamo, se scopriamo di essere nostalgici di antiche liturgie solo perché oggi non sopportiamo che la Messa sia di tutti e che Gesù non sia più il misticume di alcuni ma il pane quotidiano del popolo, se scopriamo di essere incapaci di fare quello che diciamo, se scopriamo di essere moralisti che vedono il male ovunque, che si lamentano della pornografia ma che ne sono nascosti fruitori, niente da scandalizzarci, solo cercare di accogliere il rimprovero di Cristo per chiedere umilmente alla sua grazia di aiutarci a cambiare. 

 

 

DOMENICA 21 AGOSTO: 21^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Pio X;San Baldovino di Rieti.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI, O SALVATORE DEL MONDO.

 

HANNO DETTO: Chi ama di più non è colui che è ricco di consolazioni, ma chi è più deciso a fare in tutto la volontà di Dio. (Santa Teresa d’Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Molti fan prima la roba e poi la coscienza

UN ANEDDOTO: Un giovane che si preparava a diventare sacerdote apprese che da un prete ci si aspetta che stia ad ascoltare le pene degli altri. Solo ascoltare, ascoltare, ascoltare. Forse non sarebbe mai stato in grado di dare loro una mano ma un orecchio capace di capire sì. E’ quello che decise di fare, quando arrivò per la prima volta nella sua parrocchia. Egli ascoltava.. e la gente lo apprezzava moltissimo. C’era però qualcosa che non funzionava. Ad esempio veniva sempre una vecchietta che si lamentava di aver mal di testa. Un male terribile, spaventoso. “Mi dica che cosa la preoccupa”, diceva il prete con aria invitante. E allora lei si metteva a parlare e parlava, parlava, mentre il prete ascoltava, ascoltava, ascoltava. In genere funzionava. “Sono venuta un’ora fa con un tale mal di testa. Ora è passato, passato, passato”. “E il prete pensava: “Lo so, lo so, lo so. Perché adesso ce l’ho io”.

PAROLA DI DIO: Is 66,18b-21; Sal 116; Eb 12,5-7.11-13; Lc 13,22-30

 

Vangelo Lc 13, 22-30

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Rispose: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi". Parola del Signore

 

“UN TALE GLI CHIESE: SIGNORE, SONO POCHI QUELLI CHE SI SALVANO?”.

Ecco di nuovo la tentazione dei numeri! Si salveranno tutti nella misericordia di Dio? Saranno solo pochi gli eletti?  Come sarà il Paradiso? Come si conciliano le pene dell’inferno con la misericordia di Dio?

Tutte domande in sé lecite ma alle quali, proprio per non farci cadere nel rischio di considerare  l’eternità come un qualcosa che si può comprare sul mercato, Gesù non da risposte definite, ci invita solo a stare attenti, ci invita a farci piccoli per entrare attraverso una porta stretta dove solo i piccoli possono passare, ci invita a non fermarci alla mentalità del nostro mondo, perché nel regno di Dio non valgono le spintarelle di personaggi illustri né le bustarelle date sottobanco, non servono le maschere e l’ipocrisia perché davanti a Dio siamo nudi. E soprattutto Gesù in questi casi parla sì al futuro, ma il suo futuro si confonde spesso con il presente: ci sarà un giudizio finale, ma ce lo stiamo costruendo nel presente, ci sarà un premio o un castigo ma le nostre scelte di oggi ce li rendono già presenti. Il paradiso sarà stare per sempre con Dio, ma noi possiamo stare con Dio fino da oggi; il tormento dell’egoista, dell’avaro, del peccatore non è solo qualcosa di futuro è un qualcosa che ti fa già soffrire e vivere male oggi. Non è dunque questione di sapere il numero dei salvati, è questione di lasciarci salvare oggi.

 

 

LUNEDI' 22 AGOSTO: BEATA VERGINE MARIA REGINA

Tra i santi ricordati oggi: Santa Augusta; San Fabrizio e Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

AVE, PIENA DI GRAZIA.

 

HANNO DETTO: Le lacrime sono di Dio, e chiunque le versa senza pensare a Dio gliele ruba. (Santa Rosa da Lima)

SAGGEZZA POPOLARE: All’uccello ingordo gli crepa il gozzo.

UN ANEDDOTO: Si racconta che un giorno era scoppiato un incendio in una casa in cui c’era un uomo che dormiva profondamente. Cercarono di farlo uscire dalla finestra. Niente da fare. Cercarono di farlo passare dalla porta. Niente da fare. Era troppo pesante e corpulento. Erano sulla soglia della disperazione quando qualcuno suggerì: “Svegliatelo, così esce da solo”.

PAROLA DI DIO: Is 9,1-6; Sal 112;Lc 1,26-38

 

Vangelo Lc 1,26-38

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse. Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore

 

“PIENA DI GRAZIA”

Oggi per la nostra riflessione mariana ci facciamo guidare da un padre della Chiesa, Giovanni Damasceno, monaco vissuto dal 675 al 749.

“Questa donna sarà Madre di Dio, porta della luce, fonte di vita ; annullerà l'accusa che pesava su Eva. Di costei, « i più ricchi del popolo cercheranno il suo volto » (Sal 44, 13). Davanti a questa donna, i re delle nazioni si prostreranno, offrendole doni (Sal 71, 11 ; Mt 2, 11)... Ma la sua gloria è interiore ; è il frutto del suo seno. Figlia del re Davide e madre del Re dell'universo, capolavoro per il quale gioisce il Creatore (Is 62, 5)... , sarai il vertice della natura. Non sei nata per te, bensì per Dio ; servirai alla salvezza di tutti gli uomini, secondo il disegno di Dio stabilito fin dal principio : l'incarnazione del suo Verbo e la nostra divinizzazione. Tutto il tuo desiderio sta nel nutrirti delle parole di Dio, nel fortificarti della loro linfa, come « olivo verdeggiante nella casa di Dio » (Sal 52, 10), « albero piantato lungo corsi d'acqua », tu l'albero di vita che « ha dato frutto a suo tempo » (Sal 1, 2 ; Ez 47, 12). Porta di Dio sempre vergine (Ez 44, 2), le tue mani portano il tuo Dio ; le tue ginocchia sono un trono più alto dei cherubini (Sal 79, 2)... Sei la stanza nuziale dello Spirito (Ct 1, 4), la « città del Dio vivente che rallegrano un fiume e i suoi ruscelli » (Sal 46, 5), cioè l'ondata dei doni dello Spirito. Tutta bella tu sei, diletta di Dio (Ct 4, 7).

 

 

MARTEDI' 23 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosa da Lima;San Filippo Benizi.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.

 

HANNO DETTO: Si chiama perseveranza quando è per una buona causa, ostinazione quando è per una cattiva. (Laurence Sterne)

SAGGEZZA POPOLARE: La superbia galoppa, ma con la sventura in groppa

UN ANEDDOTO: Un giovane prete pieno di entusiasmo fu nominato cappellano dell’ospedale. Un giorno faceva passare le cartelle dei pazienti arrivati da poco, quando ne trovò una che dichiarava che il paziente era cattolico. Accanto a quella definizione c’era un avviso curioso: “Non desidera vedere il prete se non quando ha perso conoscenza”.

PAROLA DI DIO: 2Ts 2,1-3a.13-17; Sal 95; Mt 23,23-26

 

Vangelo Mt 23, 23-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!". Parola del Signore

 

“GUAI A VOI, SCRIBI E FARISEI IPOCRITI, CHE PULITE L’ESTERNO DEL BICCHIERE E DEL PIATTO, MENTRE ALL’INTERNO SONO PIENI DI RAPINA E INTEMPERANZA”.

Un simpatico sacerdote-scrittore, Pino Pellegrino ci offre questa lettura attualizzata del pensiero di Gesù: “Oggi il gran problema è sembrare. Si può essere mascalzoni, si può essere mediocri, ma la cravatta giusta, al momento giusto, aggiusta tutto. Chi non si firma è perduto. Ciò che conta è l’immagine, tutto è spettacolo, tutto è look. Appaio, dunque sono! La mania esibizionistica è arrivata persino nella scuola. La cartella è scomparsa: ora c'è lo zainetto con tutto il seguito di astucci, penne, albi, quaderni “griffati”, vale a dire firmati da uno stilista o da una grande ditta. Più la firma è alta, più il prezzo lievita. Lievita pure la cultura?

Se fosse sufficiente crescere dal di fuori, un elefante potrebbe essere preside della facoltà di zoologia. Uno scrittore diceva: “La ragazza media preferisce essere bella più che intelligente, perché sa che l’uomo medio è più bravo a guardare che a pensare”. 

 

 

MERCOLEDI' 24 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bartolomeo;Santa Emilia di Vialar.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER LE PERSONE CHE FANNO IL BENE.

 

HANNO DETTO: La vita spesa bene è lunga. (Leonardo Da Vinci)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si può suonar l'inno della libertà con gli strumenti della violenza.

UN ANEDDOTO: Una donna era curva sulla vittima di un incidente stradale, mentre la folla stava a guardare. All’improvviso un tizio la spinse via rudemente dicendo: “Stia indietro, per favore. Ho il diploma di pronto soccorso”. La donna lo osservò per qualche minuto mentre lui si dava da fare con la vittima. Poi con molta calma lo avvertì: “Quando arriverà alla fase in cui dovrà chiamare il dottore, io sono già qui!”.

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DI SAN BARTOLOMEO: Ap.  21,9-14; Sal. 144; Gv. 1,45-51

 

Vangelo Gv 1, 45-51

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth". Natanaèle esclamò: "Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi". Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico". Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!". Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". Parola del Signore

 

FILIPPO GLI RISPOSE: "VIENI E VEDI"

Penso siate tutti d’accordo nel dire che Dio ci ha davvero benedetti con il dono di Papa Francesco, perché il suo messaggio è franco, ricco, tocca il cuore e le situazioni concrete della nostra vita ma c'è soprattutto una cosa che mi sono sentito ripetere da tanti: “E' come Gesù”. Quante volte vorrei dire a persone che sono lontane dalla Chiesa: “Vieni e vedi” ma a volte mi blocco: “Vieni in quel gruppo parrocchiale” ma ci trovi Gesù o solo la vanagloria di certe persone? Partecipa all'attività caritativa di quel gruppo ma se poi ti accorgi che qualcuno approfittando della carità sta facendo “la carità per se stesso?”. Papa Francesco predica con parole più che sagge, più che ispirate, più che attente alla realtà del nostro tempo ma sopratutto è la sua vita, le sue scelte, la sua umiltà, il suo bruciarsi totalmente per Gesù e per gli uomini che ci parlano di gioia, di profonda umanità di vera misericordia di quel Dio di cui ci dà testimonianza viva.

 

 

GIOVEDI' 25 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Ludovico; San Giuseppe Calasanzio; San Genesio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, OGNI ISTANTE E' DONO E GRAZIA.

 

HANNO DETTO: Amare è essere impegnati, è lavorare, è avere interessi, è creare. (Lina Wertmüller)

SAGGEZZA POPOLARE: Dodici galline ed un gallo mangiano quanto un cavallo.

UN ANEDDOTO: C’era un tempo una locanda chiamata “La stella d’argento”. L’oste non riusciva a sbarcare il lunario anche se faceva del suo meglio per attirare clienti rendendo il locale confortevole, il servizio cordiale e i prezzi ragionevoli. Disperato chiese consiglio ad un saggio. Dopo aver ascoltato la triste storia, il saggio disse. “Cambia il nome alla locanda”. “Ma se è da generazioni che ha questo nome”. “No”, ribadì il saggio con decisione, ora la devi chiamare ‘Le cinque campane’ e far appendere sei campane all’ingresso”. “Sei campane? Ma è assurdo. A che cosa servirebbero?” “Prova e vedrai”, concluse il saggio con un sorriso. L’oste ci provò. Tutti coloro che passavano davanti alla locanda entravano per far notare l’errore, ciascuno con la convinzione di essere stato il solo ad accorgersene. Una volta dentro erano colpiti dalla cordialità del servizio e si fermavano per ristorarsi, fornendo così all’oste quei guadagni che cercava invano da tanto tempo.

PAROLA DI DIO: 1Cor 1,1-9; Sal 144; Mt 24,42-51

 

Vangelo Mt 24, 42-51

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà. Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto? Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così! In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni. Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti". Parola del Signore

 

"VEGLIATE, PERCHÉ NON SAPETE IN QUALE GIORNO IL SIGNORE VOSTRO VERRÀ.”

C'è un inganno profondo che il mondo ogni giorno ci propina: viviamo con l'ansia e l'apprensione per quello che è stato ieri e nel timore di quello che sarà domani. Questo non ci permette di vivere in pienezza l'oggi, e così perdiamo il passato, sul quale non possiamo più intervenire comunque, ci impegniamo sul futuro che non è nelle nostre mani, e lasciamo correre l'oggi, dove veramente potremmo fare tanto. E così non c'è tempo per niente e per nessuno, sempre di corsa, sempre in affanno, sempre "lo faccio dopo", sempre "aspetta un attimo"!

Ma che diamine! Fermiamoci, fermi, FERMI un attimo solo e pensiamo. Oggi, quello che sto facendo, ha un valore immenso, incalcolabile, e me lo sto facendo sfuggire di mano! Non riesco a dire una parola dolce a chi mi sta vicino, non riesco a trovare il tempo per fare una visita ad una persona cara o malata, non riesco a trovare il tempo per pregare, non riesco a..., non riesco a..., non riesco a fare niente di interessante, sto perdendo il tempo. Eppure in questo preciso momento milioni di persone stanno rendendo la vita a Dio, e tra queste ci potrei essere anch'io!

Forse è il caso di cambiare qualcosa, Signore!

Da questo momento, Signore, aiutami a comportarmi come se fosse l'ultimo istante della mia vita, con attenzione, con premura, con amore, con felicità, con serenità, a disposizione degli altri, perché sia chiaro che è più bello dare che ricevere, è più bello vivere l'attesa dell'incontro con te come se ogni istante fosse quello buono. Fa, Signore, che in quel momento io non stia dormendo, ma stia annunciando il tuo Amore.

 

 

VENERDI' 26 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessandro; San Zefirino.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, FRATELLO, C'E' POSTO ANCHE PER TE.

 

HANNO DETTO: A compiacersi del semplice ci vuole un'anima grande. (Arturo Graf)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il piccolo parla il grande ha sparlato.

UN ANEDDOTO: Una ricca ereditiera tutta ingioiellata uscì da un albergo londinese di lusso, dove aveva cenato e ballato per tutta la sera a favore dei ragazzi abbandonati. Stava per accomodarsi nella sua Rolls Royce, quando un monello le si avvicinò piagnucolando: “Mi dia una monetina, signora, faccia la carità. Non mangio da due giorni”. La nobildonna si ritrasse inorridita: “Brutto ingrato che non sei altro!”, esclamò. “Ma ti rendi conto che è tutta la sera che ballo per te?”

PAROLA DI DIO: 1Cor 1,17-25; Sal 32; Mt 25,1-13

 

Vangelo Mt 25, 1-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge. Le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né  l'ora". Parola del Signore

 

“IN VERITA’ VI DICO: NON VI CONO­SCO".

“Non vi conosco perché per non lasciarvi conoscere da me vi siete camuffati in mille modi, perché quando bussavo al vostro cuore voi eravate altrove, perché quando sono arrivato nella notte eravate sprovvisti di olio nelle vostre lampade”. Quante sorprese a quel banchetto di nozze! I primi posti, quelli solitamente riservati ai pezzi grossi, ai soloni del “tutto e del quant'altro”, ai teologi pieni di parole (spesso rubate ad altri), ai fini elaboratori di codici religiosi (quasi che Dio potesse inscatolarsi e venderlo magari a prezzo di convenienza) saranno sì riservati, ma agli amici veri: quelli che hanno condiviso, che hanno atteso con pazienza, quelli che hanno amato, che non hanno gridato forte ma quando c’era bisogno di rimboccarsi le maniche lo hanno fatto. E fuori della porta chi ci sarà?

Ti chiedo Signore, di non lasciarmi fuori, spesso so di meritarmelo, ma la tua misericordia o l’amore di tua Madre, mi faccia entrare, magari anche solo dalla porta di servizio.

 

 

SABATO 27 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Monica;San Cesario di Arles; San Giuseppe Calasanzio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, NON SO COME FAI, MA TU TI FIDI DI ME.

 

HANNO DETTO: Alcuni si ritengono perfetti unicamente perché sono meno esigenti nei propri confronti. (Hermann Hesse)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non ha apprezzato il suo maestro né la sua lezione, un giorno sarà forse colto, ma non sarà mai saggio.

UN ANEDDOTO: Un uccello mangiava bacche velenose che non gli procuravano alcun danno. Un giorno ne raccolse alcune e sacrificò parte del suo pasto per darle ad un amico, un coniglio, il quale, per non sembrare ingrato, mangiò le bacche e mori.

PAROLA DI DIO: 1Cor 1,26-31; Sal 32; Mt 25,14-30

 

Vangelo Mt 25, 14-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:"Un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti". Parola del Signore

 

“E IL SERVO FANNULLONE GETTATELO FUORI NELLE TENEBRE, LA’ SARA’ PIANTO E STRIDORE DI DENTI”.

Se partiamo da questa ultima frase della parabola dei talenti, essa ci pare tanto lontana dalla misericordia. Chi ha sciupato i doni di Dio va buttato fuori, nelle tenebre, gli va tolto tutto. In realtà qui è l’atteggiamento di Gesù che vuole scongiurare i suoi fratelli perché non sprechino la possibilità di partecipare alla gioia di Dio, utilizzando quanto è stato posto nelle loro mani. Infatti, se leggiamo con attenzione, è una parabola di gioia che vuol portare la gioia a cui si contrappone la paura che porta all’inettitudine e poi all’esclusione. Dio dà i talenti con abbondanza e secondo le capacità perché l’uomo gioisca di questi doni. La gioia dei primi due è immediata, li mette subito in movimento impegnando le loro capacità, l’inventiva pur di far fruttare i talenti ricevuti. C’è la voglia di dimostrare che la fiducia riposta in loro è stata riposta bene. Non c’è per loro modo migliore di essere grati che dimostrarlo con i fatti. Il saper vedere positivo, l’avere sentimenti di gratitudine, il decidere di rischiare sono tutti sentimenti che la gioia potenzia, mentre d’altra parte minimizza gli ostacoli e le fatiche. Quando uno è contento è nella forma migliore di rendimento. La gioia è la più giusta forma di reazione all’amore di Dio ed è il premio che Egli dona per sempre a chi lo porta nel cuore, come riflesso della sua presenza, a chi sa difenderla dal ‘nemico’, a chi sa farne una molla per la propria fedeltà: “Entra nella gioia del tuo Signore.” Il terzo servo ha invece una reazione che sembrerebbe prudenza, ma è invece, come confesserà egli stesso, paura. E la paura è sempre cattiva consigliera, specialmente nei confronti di Dio; essa blocca ogni sviluppo di bene, non comprende l’amore di Dio, ci rende uomini di poca fede. La gioia invece è l’atteggiamento di chi si sente amato, di chi si sente oggetto di fiducia, di chi vive da figlio di Dio.

 

 

DOMENICA 28 AGOSTO: 22^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino; Santa Adelina; Sant’Alfrico.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, DI TUTTI I TUOI DONI.

 

HANNO DETTO: Ami la vita? Allora non sciupare il tempo, perché è la sostanza di cui vita è fatta. (Benjamin Franklin)

SAGGEZZA POPOLARE:

Apprendere e non meditare è vano. Riflettere senza studio è pericoloso. (Confucio)

UN ANEDDOTO: Ci fu un tempo in cui le membra erano molto irritate nei confronti dello stomaco. Si lamentavano di dover procurare il cibo e portarlo allo stomaco, mentre questo non faceva nulla se non divorare il frutto della loro fatica. Decisero quindi di non fornire più cibo allo stomaco. Le mani non lo avrebbero sollevato alla bocca. I denti non lo avrebbero masticato, e la gola non lo avrebbe inghiottito. Lo stomaco sarebbe così stato costretto a fare qualcosa. Ma tutto ciò che riuscirono ad ottenere fu di rendere il corpo talmente debole che correvano il rischio di morire. Così alla fine impararono a loro spese che aiutandosi l’un l’altro in realtà lavoravano per il benessere di tutti.

PAROLA DI DIO: Sir 3,19-21.30-31; Sal 67; Eb 12,18-19.22-24a; Lc 14,1.7-14

 

Vangelo Lc 14, 1. 7-14

Dal vangelo secondo Luca

Avvenne un sabato che Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: “Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. Disse poi a colui che l'aveva invitato:“Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti". Parola del Signore

 

OSSERVANDO COME GLI INVITATI SCEGLIEVANO I PRIMI POSTI, DISSE LORO UNA PARABOLA”.

Quello che Gesù ha notato è uno spetta­colo quotidiano: intrighi, congiure, ricatti e raccomandazioni, bustarelle e tangenti si collocano in questa li­nea di aspirazioni. Come i commensali osservati da Gesù, spesso anche noi pensiamo che è il posto che fa l’uomo. Gesù con la parabola che racconta ci invita “a farci furbi”. Il posto che vogliamo conquistare è la salvezza, l’eternità e lì non si arriva attraver­so gli onori; Dio non lo si compra con bustarelle o buone azioni ma attraverso l’amore che sa essere umile, che sa lasciar posto agli altri, che va controcorrente. Parlare di umiltà in questi tempi in cui una certa visione dell'uomo spinge ad esaltarne le potenzialità è perlomeno ardito ma, a scanso di equivoci, sgomberiamo prima la mente da false interpretazione. Umiltà significa verità di sé, e deriva dalla parola latina "humus", terra. Terra significa realismo, stabilità, fecondità. L'umiltà, non è in alcun modo un atteggiamento autolesionista che mi porta a svalutarmi. Non è umile chi dice a Dio: "Non valgo a nulla". Chi dice così è una persona depressa, non una persona umile!

Il Signore mi ha creato come un capolavoro e io, di risposta, gli dico che mi ha fatto come uno sgorbio!

Manca di umiltà chi non riesce a vedere il positivo che Dio gli ha messo nel cuore e, tutto ripiegato sui suoi difetti, non sa far fiorire quel tanto di bello e grandioso che Dio ha dato a ciascuno a servizio del bene di tutti. Ed è ovviamente lontano anni luce dall'umiltà quell'atteggiamento di esteriorità esasperata, di supponenza, di egocentrismo così esaltato in questi tempi: “Sei ciò che appari, sei ciò che guadagni, sei il tuo corpo”. L'umiltà, quindi, è prendere coscienza di ciò che valgo, è equilibrio con lo sguardo costantemente rivolto verso Dio. Ciò permette a Dio di agire in noi e per noi e permette a noi di accogliere tutto quello che Egli ci dà come un dono di cui essere gioiosamente grati.

 

 

LUNEDI' 29 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Martirio di san Giovanni Battista; San Bononio di Lucedio.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI LA FORZA DEI MARTIRI.

 

HANNO DETTO: A volte amiamo perfino le lodi che non crediamo sincere. (Luc de Vauvenargues)

SAGGEZZA POPOLARE: La pietra pesante sta al suo posto. (prov. Albanese)

UN ANEDDOTO: Un ex prigioniero di un campo di concentramento nazista era andato a trovare un amico che aveva vissuto con lui la stessa tragica esperienza. “Hai perdonato i nazisti?”, chiese all’amico. “Si”. “Io invece no. Nutro ancora un fortissimo odio nei loro confronti. “In questo caso”, gli spiegò con dolcezza l’amico,”sei ancora loro prigioniero”

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DEL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA: Ger.1,17-19; Sal.70; Mc.6,17-19

 

Vangelo Mc 6, 17-29

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Erode aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello". Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista". Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista". Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

“ERODE MANDÒ UNA GUARDIA CON L’ORDINE CHE GLI FOSSE PORTATA LA TESTA DI GIOVANNI IL BATTISTA”.

Facciamo oggi memoria del martirio di Giovanni Battista. Ma il suo martirio, secondo me, è stato duplice: quello della sua testa spiccata da un colpo di spada, ma anche il martirio più lungo e doloroso della fede. Giovanni ha il compito di preparare, ma non di vedere. Ha annunciato il Messia, lo ha indica­to, ma questo Messia è stato nascosto, non è arrivato con in mano il vaglio per purificare il grano dalla paglia e Giovanni, in prigione, deve addirittura mandare a chiedere a Gesù: “Sei tu, o dobbiamo aspettare un altro?”

Questo martirio della fede che rende Giovanni “il più grande tra i nati da donna” e il martirio che anche noi pos­siamo incontrare: quel Dio in cui credi non sta nei tuoi piccoli schemi, non si comporta secondo le nostre ragionevoli previsioni. Difendere un Dio che non sposa le nostre cause, che non ci dà le risposte previste, è la cosa più difficile. Eppure, per dirla con don Mazzolari, la testa di Giovanni Battista ha più ragione quando è sul piatto di quando stava attaccata al collo... 

 

 

MARTEDI' 30 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Gaudenzia; San Pietro di Trevi.

Una scheggia di preghiera:

 

DA OGNI MALE LIBERACI O GESU'.

 

HANNO DETTO: Il fardello della gratitudine è molto pesante da portare. È più facile perdonare le offese del tuo nemico che i benefici del tuo amico. (Maugham)

SAGGEZZA POPOLARE: La pancia non ha orecchie.

UN ANEDDOTO: Nel film la vita è bella c'è una frase del personaggio dello zio Eliseo a proposito del servizio: Guarda i girasoli: s'inchinano al sole, ma se vedi uno che è inchinato un po' troppo  significa che è morto. Tu stai servendo, però non sei un servo. Servire è l'arte suprema. Dio è il primo servitore; Lui serve gli uomini, ma non è servo degli uomini.

PAROLA DI DIO: 1Cor 2,10b-16; Sal 144; Lc 4,31-37

 

Vangelo Lc 4, 31-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù discese a Cafarnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente. Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità. Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: "Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!". Gesù gli intimò: "Taci, esci da costui!". E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: "Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?". E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione. Parola del Signore

 

“NELLA SINAGOGA C'ERA UN UOMO CON UN DEMONIO IMMONDO”

Noi non sappiamo bene cosa intendesse la narrazione evangelica quando parlava di questi spiriti; essi comunque erano capaci di entrare nella vita dell'uomo fino a turbarne le funzioni fisiche e psichiche. Ma se pensiamo alle distorsioni, alle angosce che tante volte sono prodotte nelle nostre città, credo che non andiamo lontano dalla comprensione di questo brano evangelico. Gli spiriti cattivi di cui parla il Vangelo non sono spiriti strani, ignoti; li conosciamo bene e forse sono un poco presenti anche in tutti noi. Si tratta dello spirito di indifferenza, di maldicenza, di amore solo per se stessi, di paura di essere messi da parte, di paura di non contare affettivamente per qualcuno; dello spirito di prevaricazione sugli altri; dello spirito di diffidenza che ci porta all'angoscia e alla violenza; dello spirito di egoismo che ci spinge a tirare avanti senza impicciarci degli altri; dello spirito dell'odio e della vendetta piccola o grande. E quanti altri spiriti «cattivi», immondi, girano tra noi e rovinano la nostra vita e i rapporti con gli altri, rendendoci spesso più soli e più tristi! Come cacciare questi spiriti? Come allontanarli dalla nostra e dalla vita degli altri? Il Vangelo ci dice che i poteri straordinari, quelli appunto cui anche gli spiriti immondi obbediscono, sono dati dalla fede, dalla parola del Vangelo e dall'amicizia con Gesù. Quante volte invece si vanno a cercare poteri e terapie in tante direzioni mentre abbiamo accanto a noi colui che può allontanarli con autorità. La vera autorità che riesce a guarire e a risolvere tante situazioni umane è quella dell'amicizia, della vicinanza affettuosa di Gesù. E questa l'autorità che Gesù esercitava verso tutti e che ha chiesto di esercitare anche ai suoi discepoli.

 

 

MERCOLEDI' 31 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Raimondo; San Domenico del Val.

Una scheggia di preghiera:

 

STARE CON TE, GESU', DA SENSO ALLA MIA VITA.

 

HANNO DETTO: Una vita sprecata è una morte precoce.  (Wolfgang Goethe)

SAGGEZZA POPOLARE: Domandare è lecito, rispondere è cortesia.

UN ANEDDOTO: La Peste viaggiava diretta a Damasco e incrociò una carovana nel deserto. “Dove vai di tutta corsa?”, chiese il capo. “A Damasco dove intendo prendermi un migliaio di vita umane”. Al ritorno, la Peste  incontrò di nuovo la carovana e il capo le disse: “Le vite che hai preso erano cinquantamila e non mille”. “No”, replicò la Peste. “io ne ho prese un migliaio, le altre se le è portate via la paura”

PAROLA DI DIO: 1Cor 3,1-9; Sal 32; Lc 4,38-44

 

Vangelo Lc 4, 38-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano demoni gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. Egli però disse: "Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato". E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea. Parola del Signore

 

“GESÙ SI RECÒ IN UN LUOGO DESERTO. MA LE FOLLE LO CERCAVANO E LO RAGGIUNSERO”

Gesù ha passato un’intera giornata a predicare, guarire, cacciare i demoni, è stato “mangiato” dalla folla, dalle parole, dal rumore: ha bisogno di silenzio, di raccoglimento. Penso che tutti noi facciamo, a volte, l’esperienza di sentire il bisogno del I silenzio. Come sarebbe bello poter “staccare la spina”, spegnere il cicaleccio dei televisioni, delle chiacchiere inutili, dei convenevoli, ritrovare i la pace, ritrovare noi stessi, aver i tempo per Dio. E poi ci accorgiamo che la famiglia ha bisogno di noi, noi stessi abbiamo bisogno degli altri. Se allora è un’utopia immaginarci una giornata di solitudine, dobbiamo però crearci qualche angolo di deserto per non rischiare di perderci. Ma è possibile con il ritmo frenetico in cui viviamo? Dico di si. Basta volerlo. Ognuno di noi può riuscire a trovare ogni giorno un quarto d’ora in cui isolarsi (anche senza andare lontano, magari in pullman, o mentre fai i letti, o nella pausa pranzo...) per ritrovare se stessi, i valori per cui si corre, Dio con la sua parola di Vita... e poi, dopo, possiamo continuare a farci “mangiare” ma con una disponibilità rinnovata.

     
     
 

Archivio