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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

 

LUGLIO 2016

 

 

VENERDI' 1 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ester, regina; San Nicasio Burgio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GIUNGA A NOI, SIGNORE, LA TUA MISERICORDIA.

 

HANNO DETTO:

Questo è il grande segreto: avere Dio sempre presente. Vivere l’unione con Cristo in maniera abituale, continua, cuore a cuore, affetto ad affetto. (Beato Antonio Rosmini)

SAGGEZZA POPOLARE: L'oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente.

UN ANEDDOTO: Lavoravo nella missione in India, ogni tanto andavo dai confratelli per gli incontri. Un giorno pieno di sole mentre tornavo dalla missione salì sull'autobus un ragazzo con un secchio pieno di bevande fresche e cominciò a parlare: Amici miei, dissetatevi! Ho bevande fresche per tutti. Ci invitava a prendere qualcosa, ma nessuno ne voleva. Scendendo dall'autobus diceva a se stesso, nessuno ha sete. Sono belle queste parole: nessuno ha sete. Se qualcuno avesse avuto sete sicuramente avrebbe comprato una bibita o qualcosa di fresco. Nessuno aveva sete e quindi nessuno voleva comprare niente. Questo succede anche nei confronti di Dio, se una persona non ha sete di Dio non lo cerca, non va da Dio. (Sebastian Kachapilly)  

PAROLA DI DIO: Am 8,4-6.9-12; Sal 118; Mt 9,9-13

 

VANGELO Mt 9, 9-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passando, vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: "Seguimi". Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: "Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?". Gesù li udì e disse: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori". Parola del Signore

 

MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICIO.

Gesù, Figlio del Dio di misericordia, manifestazione della sua misericordia  nei nostri confronti ci indica quale sia la vera strada della fede: non è una religione formale, quasi che Dio per essere riconosciuto tale avesse bisogno dei nostri riti o di opere “meritorie”, Lui ci ama liberamente, ci salva gratuitamente; quello che ci chiede è di cercare d'essere persone che a nostra volta manifestano la sua misericordia, la sua gratuità, cioè di lasciar passare attraverso di noi la sua misericordia affinché raggiunga altri. (le parole del logo di questo anno santo sono proprio: “Misericodes sicut Pater” cioè diventate misericordiosi come misericordioso è Lui). Anche le “opere di misericordia” non sono norme da osservare per essere salvati, ma frutti che manifestono il nostro aver compreso quanto sia grande la sua misericordia e il suo amore nei nostri confronti.

 

 

SABATO 2 LUGLIO

Tra i   ricordati oggi: Sant’ Ottone, vescovo; San Bernardino Realino, sacerdote.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO IN TE, DIO DI MISERICORDIA, E' LA VERA GIOIA.

 

HANNO DETTO: Sento di avere il Paradiso sulla terra, poiché il Paradiso è Dio e Dio è nella mia anima. (Beata Elisabetta della Trinità)

SAGGEZZA POPOLARE: La persona più ricca non è quella che ha di più, ma quella che ha bisogno del minimo.

UN ANEDDOTO: Quando S. Giuseppe da Copertino era ancora un giovane frate usciva ogni giorno dal convento, insieme ad un confratello, per la questua. Andare a piedi verso il paese era un tragitto lungo che poteva risultare noioso dopo averlo percorso tante volte, cosicché quel giorno il confratello suggerì a Giuseppe di recitare, ognuno per proprio conto e silenziosamente, tante Ave Maria finché fossero arrivati. Giunti in paese il fraticello disse: "Io sono arrivato a cento Ave Maria, così tante ne ho dette durante il tragitto e tu? Quante ne hai recitate tu?".

Il confratello chiedeva, ma Giuseppe non rispondeva. Dietro le numerose insistenze dovette cedere e, abbassando la testa umilmente disse. "Non ho ancora finito la prima!".

Il fatto è che Giuseppe, ogni volta che vedeva o parlava con la "cara mamma sua" come chiamava la Madonna entrava in estasi!

PAROLA DI DIO: Am 9,11-15; Sal 84; Mt 9,14-17

 

VANGELO Mt 9, 14-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si accostarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: "Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?". E Gesù disse loro: "Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore. Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano". Parola del Signore

 

“POSSONO FORSE GLI INVITATI A NOZZE ESSERE IN LUTTO MENTRE LO SPOSO E’ CON LORO?”

… E noi parliamo di religione di tristezza, facciamo diventare il nostro Dio il dio dei morti o il vecchio sadico che si diverte a mandare sofferenze o a studiarne di terribili per un futuro di eternità! Certo, il male che è presente nella nostra vita e in quella del mondo non sempre ci permette di sorridere e saremmo solo degli ipocriti se nel cammino del nostro vivere impalcassimo sul nostro viso uno stereotipo sorriso anche nei giorni di lacrime, di domande che non sempre trovano risposte o se approfittassimo della bontà di Dio per vivere da dissennati, ma, ricordiamoci, in ogni giorno della nostra vita Dio non cessa di amarci, Lui è un Padre buono che non si dimentica dei suoi figli; Gesù sa per esperienza personale che cosa siano il dolore, l’abbandono, la solitudine, il gridare ma lo Spirito Santo è il Consolatore. Noi non siamo servi, ma amici, non siamo chiamati a tristi riti di osservanza religiosa ma alla festa di nozze del Figlio di Dio con l’umanità, abbiamo l’abito bianco della festa non per i nostri meriti ma perché Lui ce lo ha dato, siamo invitati ad un banchetto dove non siamo noi a pagare ma il conto è già pagato, dove c’è di tutto, perfino un Dio che si fa parola e pane: dunque per il cristiano, fratello di quel Dio che ci salva, figlio del Padre misericordioso, non c’è posto per la tristezza d’animo.

 

 

DOMENICA 3 LUGLIO: 14^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso apostolo; Sant’Eliodoro, vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ILLUMINA E BENEDICI I NOSTRI SACERDOTI.

 

HANNO DETTO: Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. (Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli uomini danno un premio a chi vince, Dio da un premio a chi combatte.

UN ANEDDOTO: Un giorno Akbar e Birbal andarono a caccia nella selva. Sparando col suo fucile, Akbar si ferì il pollice e gridò di dolore. Birbal gli fasciò il dito e lo consolò con le sue riflessioni filosofiche: "Maestà, non sappiamo mai ciò che è bene o è male per noi". L'imperatore si infuriò e scaraventò il ministro nel fondo di un pozzo abbandonato. Poi continuò a camminare solo per il bosco. Frattanto un gruppo di selvaggi gli venne incontro in piena selva, lo attorniò, lo fece prigioniero e lo trascinò davanti al suo capo. La tribù stava preparandosi ad offrire un sacrificio umano e Akbar fu accolto come la vittima che Dio aveva loro inviato. Lo stregone della tribù lo esaminò attentamente e notando che aveva un pollice rotto, lo respinse perché la vittima prescelta non doveva avere nessun difetto. Allora Akbar si rese conto che Birbal aveva avuto ragione, provò rimorso per il suo gesto inconsulto, tornò correndo al pozzo nel quale lo aveva gettato, lo trasse fuori e gli chiese perdono per il male che, tanto ingiustamente, gli aveva causato. Birbal rispose: "Maestà, non deve chiedermi perdono, perché non mi ha fatto alcun male. Al contrario, mi ha fatto un grande favore: mi ha salvato la vita. Infatti, se non mi avesse scaraventato in questo pozzo, io avrei continuato a camminare al suo fianco e questi selvaggi avrebbero preso me per il loro sacrificio. Come vede, Maestà, non sappiamo mai se una cosa sia bene o male per noi".

PAROLA DI DIO: Is. 66,10-14; Sal. 65; Gal. 6,14-18; Lc. 10,1-12.17-20

 

VANGELO Lc 10, 1-12. 17-20

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Io vi dico che in quel giorno Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città. I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: “Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome”. Egli disse: “Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli”. Parola del Signore

 

“PREGATE IL SIGNORE DELLA MESSE PERCHE’ MANDI OPERAI NELLA SUA MESSE”. (Lc. 10,2)

Penso che ciascuno di noi preghi per le vocazioni. Ma quale prete vorremmo per la nostra Chiesa? Ecco che cosa scriveva don Primo Mazzolari: Si cerca per la Chiesa un prete capace di rinascere nello Spirito ogni giorno. Si cerca per la Chiesa un uomo senza paura del domani senza paura dell'oggi senza complessi del passato. Si cerca per la Chiesa un uomo che non abbia paura di cambiare che non cambi per cambiare che non parli per parlare. Si cerca per la Chiesa un uomo capace di vivere insieme agli altri di lavorare insieme di piangere insieme di ridere insieme, di amare insieme, di sognare insieme. Si cerca per la Chiesa un uomo capace di perdere senza sentirsi distrutto, di mettere in dubbio senza perdere la fede, di portare la pace dove c'è inquietudine e inquietudine dove c'è pace. Si cerca per la Chiesa un uomo che sappia usare le mani per benedire e indicare la strada da seguire. Si cerca per la Chiesa un uomo senza molti mezzi, ma con molto da fare,un uomo che nelle crisi non cerchi altro lavoro, ma come meglio lavorare. Si cerca per la Chiesa un uomo che trovi la sua libertà nel vivere e nel servire e non nel fare quello che vuole. Si cerca per la Chiesa un uomo che abbia nostalgia di Dio, che abbia nostalgia della Chiesa, nostalgia della gente, nostalgia della povertà di Gesù, nostalgia dell'obbedienza di Gesù. Si cerca per la Chiesa un uomo che non confonda la preghiera con le parole dette d'abitudine, la spiritualità col sentimentalismo, la chiamata con l'interesse, il servizio con la sistemazione. Si cerca per la Chiesa un uomo capace di morire per lei, ma ancora più capace di vivere per la Chiesa; un uomo capace di diventare ministro di Cristo, profeta di Dio, un uomo che parli con la sua vita. Si cerca per la Chiesa un uomo.

 

 

LUNEDI' 4 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Portogallo; Sant’Alberto Quadrelli, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDIMI ATTENTO, SIGNORE, ALLA TUA VOCE CHE MI PARLA.

 

HANNO DETTO: A che serve che tu dia al Signore una cosa quando da te ne richiede un'altra? Rifletti a quello che Dio vuole e compilo; per questa via il tuo cuore sarà soddisfatto più che con quelle cose alle quali ti porta la tua inclinazione. (San Giovanni della Croce)

SAGGEZZA POPOLARE: L'unghia che sporge troppo si spezza. (prov. Giapponese)

UN ANEDDOTO: Quando sono stato arrestato, ho dovuto andarmene subito, a mani vuote. L'indomani, mi è stato permesso di scrivere ai miei per chiedere le cose più necessarie: vestiti, dentifricio. Ho scritto: "Per favore, mandatemi un po' di vino, come medicina contro il mal di stomaco". I fedeli subito hanno capito. Mi hanno mandato una piccola bottiglia di vino per la Messa, con l'etichetta "medicina contro il mal di stomaco", e delle ostie nascoste in una fiaccola contro l'umidità. Non potrò mai esprimere la mia grande gioia: ogni giorno, con tre gocce di vino e una goccia d'acqua nel palmo della mano, ho celebrato la Messa. Era questo il mio altare ed era questa la mia cattedrale! Ogni volta avevo l'opportunità di stendere le mani e di inchiodarmi sulla croce con Gesù, di bere con lui il calice più amaro. Erano le più belle Messe della mia vita. (Cardinal Nguyen Van Thuan)

PAROLA DI DIO: Os 2,16.17b-18.21-22; Sal 144; Mt 9,18-26

 

VANGELO Mt 9, 18-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava, giunse uno dei capi che gli si prostrò innanzi e gli disse: "Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano sopra di lei ed essa vivrà". Alzatosi, Gesù lo seguiva con i suoi discepoli. Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Pensava infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita". Gesù, voltatosi, la vide e disse: "Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita". E in quell'istante la donna guarì. Arrivato poi Gesù nella casa del capo e veduti i flautisti e la gente in agitazione, disse: "Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme". Quelli si misero a deriderlo. Ma dopo che fu cacciata via la gente egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E se ne sparse la fama in tutta quella regione. Parola del Signore

 

“QUELLI SI MISERO A DERIDERLO, MA DOPO CHE FU CACCIATA VIA  LA GENTE, EGLI ENTRO’, LE PRESE LA MANO E LA FANCIULLA SI ALZO’ ”.

L’abbiamo letta nel brano odierno di Vangelo la storia di questo padre che davanti alla morte della sua bambina va da Gesù e perentoriamente gli chiede di imporle le mani e farla rivivere. E Gesù, obbediente davanti a questa fede, lo segue fino in casa. Qui Gesù chiede che sia “cacciata via la gente” prima di operare la risurrezione. Gesù ama la gente, è venuto per la gente. Predicava a grandi folle, è sempre stato in mezzo alla gente; ci sono però momenti in cui fugge la gente o caccia via la gente. Quando Gesù vuole pregare o vuole dire parole importanti ai suoi discepoli, si allontana dalla folla e quando, come nel vangelo di oggi, occorre compiere un grande atto di fede, c’è bisogno di solitudine, di silenzio, di intimità. La nostra società è quella del fracasso: ci sono i mille rumori delle strade, delle fabbriche, ci sono le cose non più dette ma gridate, si grida da balcone a balcone, più c’è rumore e più ci si diverte, perfino il canto e la musica per essere alla moda devono essere ‘sparati’ a molti decibel. Vai al supermercato e la “musica di sottofondo” ti stordisce al punto che quando esci scopri di aver comprato più di quello che ti serviva. E poi ci sono i rumori delle parole: i telegiornali non sono più letti, ma gridati, negli spettacoli televisivi, per far ridere, bisogna gridare (soprattutto qualche parolaccia) altrimenti il sorriso non scatta. Nelle discussioni non si ha la buona creanza di rispettare dei turni per parlare: ci si parla (anzi, si urla) ‘addosso’ col risultato che non si capisce più nulla e ciascuno se ne va esattamente come era arrivato. Anche in ambito religioso si parla, si urla di tutto. Nel supermercato delle religioni sembra che abbia la vittoria chi vende più specchietti colorati urlando più forte degli altri. “Cacciata via la folla”: chi grida, chi urla, chi vende e compra tutto a base di parole non può capire nulla del sacro, anzi rivestirebbe il sacro, la preghiera, la fede, il miracolo solo di urla da fiera e da baraccone. La sofferenza, la preghiera, la fede, il miracolo hanno bisogno di intimità, profondità, silenzio. La gioia, poi, porterà il lieto annunzio, ma prima dell’esplosione del fiore e del frutto c’è bisogno del silenzio dell’inverno e della terra per stendere le radici.

 

 

MARTEDI' 5 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Zaccaria; Santa Zoe.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, SIGNORE, E ASCOLTA LA MIA VOCE.

 

HANNO DETTO: Gli uomini sono come il vino. Alcuni diventano aceto, i migliori invecchiano bene. (San Papa Giovanni XXIII)

SAGGEZZA POPOLARE: Non si deve far smettere chi contraddice contraddicendolo, ma convincendolo: neppure il pazzo infatti è curato da chi diventa a sua volta pazzo. (prov. Greco)

UN ANEDDOTO: Una sera d'estate il piccolo Nico passeggiava con la mamma. Per lui tutto era attrazione e meraviglia: le case illuminate, gli alberi, l'aria profumata. Poi guardò il cielo stellato e si fece pensieroso. La mamma, saggiamente, non parlò finché non vide che Nico stava per dire qualcosa. Allora gli domandò: "Nico, a che cosa pensi?"

Il bimbo rimase in silenzio ancora per qualche istante, quasi per riordinare i pensieri, poi rispose:" Se questa metà del cielo è così bella, chissà come sarà bella e meravigliosa l'altra parte! "

PAROLA DI DIO: Os 8,4-7.11-13; Sal 113B; Mt 9,32-38

 

VANGELO Mt 9, 32-38

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: "Non si è mai vista una cosa simile in Israele!". Ma i farisei dicevano: "Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni". Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!". Parola del  Signore

 

“SCACCIATO IL DEMONIO, QUEL MUTO COMINCIÒ A PARLARE”.

Uno dei segni che comprovano la messianicità di Gesù sono le guarigioni e tra esse quelle di muti che si mettono a parlare. Oltre al miracolo c’è tutta una serie di segni in queste guarigioni. L’umanità, dopo il peccato, era ammutolita, non riusciva più a parlare con il suo Dio; ora, tramite Gesù, parola di Dio incarnata riesce a riaprire questo dialogo. Il male, le sofferenze, il demonio avevano chiuso l’uomo in se stesso nelle sue incapacità, nell’egoismo, l’Amore di Gesù permette all’uomo di ritrovare in se stesso i valori che gli sono propri e di ritrovare la speranza e, allora, gli si apre la bocca per riconoscere la grandezza di Dio e per testimoniare l’amore di Gesù. Mi chiedo però, se noi cristiani abbiamo davvero ricevuto il miracolo di parlare: oh, non che non parliamo, qualche volta ci parliamo addosso anche troppo, ma quante volte mi riscopro ancora cristiano muto davanti alle ingiustizie, cristiano chiuso davanti all’accoglienza, cristiano incapace, per paura e individualismo, a testimoniare, cristiano rassegnato davanti a chi non ha speran­za. Eppure il Signore mi ha aperto la bocca perché riconoscendo Lui io sia capace di parlare a Lui e a parlare di Lui.

 

 

MERCOLEDI' 6 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Goretti; Santa Domenica, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' PER LE STRADE VORREI TE ANNUNCIARE.

 

HANNO DETTO: Nella preghiera siamo noi che parliamo a Dio, ma nella lettura della Bibbia è Dio che parla a noi. (Sant'Isidoro di Siviglia)

SAGGEZZA POPOLARE: Lingua, dove vai? A salvare e a distruggere le città? (prov. Greco)

UN ANEDDOTO: Un catechista chiese un giorno a un gruppo di giovani in preparazione per la Cresima: "Qual è la parte più importante della Messa?" La maggioranza rispose: "La Consacrazione". Ma uno disse: "La parte più importante è il rito di congedo". Il catechista stupito chiese: "Perché dici questo?" Ed egli rispose: "La Messa serve a nutrirci con la Parola, il Corpo e il Sangue del Signore. Però la messa inizia quando termina, quando usciamo nelle strade per  andare a fare e dire quello che hanno detto i discepoli di Emmaus: Abbiamo riconosciuto il Signore nella frazione del pane, ed è vivo e vive per sempre e per noi".

PAROLA DI DIO: Os 10,1-3.7-8.12; Sal 104; Mt 10,1-7

 

VANGELO Mt 10, 1-7

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì. Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: "Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino". Parola del Signore

  

“E STRADA FACENDO, PREDICATE CHE IL  REGNO DEI CIELI È VICINO”.

Spesso siamo convinti che predicare il Vangelo richieda doti particolari, sia un incarico riservato a preti e missio­nari. A me piace molto la frase di Gesù che meditiamo oggi: “Strada facendo, predicate il Vangelo”. Ognuno di noi ha la sua strada, la strada del quotidiano della vita ed è lì che noi realizzando noi stessi siamo chiamati a testimonia­re la fede. Si può e si deve essere cristiani sul tram, in macchina, in ca­sa, in ufficio, nelle corsie di un ospedale come nella gioia di una vacan­za, nella missione più sperduta dell’A­mazzonia come nel nostro borgo. “Strada facendo”: nei giorni felici e in quelli duri, nell’incontro fortuito di un com­pagno di viaggio, come con i tuoi pa­renti. Gesù vuole continuare la sua incarna­zione in tutte le strade, vuole portare gioia nei cuori, salvezza e liberazione e mi chiede se “Strada facendo” mi fac­cio accompagnare da Lui.

 

 

GIOVEDI' 7 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Apollonio, vescovo; San Firmino il vecchio, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

DALLA TENTAZIONE DELLE COSE, LIBERACI O SIGNORE.

 

HANNO DETTO:  Alcuni non cercano la verità perché hanno paura di trovarla. (san Massimiliano Kolbe)

SAGGEZZA POPOLARE:  Cambiare luogo non fa diventare assennati, né toglie la stupidità. (prov. Greco)

UN ANEDDOTO: Un principe molto ricco decise di costruire una chiesa per tutte le persone che abitavano nel villaggio. Era un bell'edificio elegante, posto sulla collina e dunque ben visibile a tutti. Ma aveva una stranezza: era senza finestre! Il giorno dell'inaugurazione, prima che il sacerdote cominciasse la celebrazione, il principe fece il suo discorso per consegnare il tempio alla comunità. Disse: "Questa chiesa sarà un luogo d'incontro con il Signore, che ci chiama a pregarlo ed a volerci bene. Vi chiederete come mai non sono state costruite finestre. Lo spiego subito. Quando ci sarà una celebrazione ad ogni persona che entra in chiesa, verrà consegnata una candela. Ognuno di noi ha un suo posto. Quando saremo tutti presenti, la chiesa risplenderà ed ogni suo angolo sarà illuminato. Quando invece mancherà qualcuno, una parte del tempio rimarrà in ombra". Gli abitanti di quel villaggio furono molto grati al principe, che oltre ad essere ricco era anche molto saggio.

PAROLA DI DIO: Os 11,1-4.8c-9; Sal 79; Mt 10,7-15

 

VANGELO Mt 10, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città". Parola del Signore

 

"NON PROCURATEVI ORO, NE' ARGENTO, NE' MONETA DI RAME NELLE VOSTRE CINTURE, NE' BISACCIA DA VIAGGIO, NE' DUE TUNICHE, NE' SANDALI, NE' BASTONE".

Se, senza inutili polemiche, ma con realtà guardiamo alla difficoltà di molti nel partecipare alla fede nella Chiesa, dobbiamo ammettere che un grosso motivo di scandalo consiste proprio nella ricchezza di “certa chiesa e nella falsità che certa chiesa continua a mostrare per mantenere i suoi privilegi e le sue ricchezze ad “onore di Dio”. Che bello poter pensare a Pietro che non aveva in tasca neanche la moneta per pagare il tributo e  Gesù l’aveva mandato a cercarla nella bocca di un pesce o allo  stesso Pietro che, davanti allo storpio della Porta Bella del Tempio, può dirgli con sincerità: “Non possiedo né oro, né argen­to, possiedo una cosa sola: nel nome di Gesù, alzati e cammina”. Oggi per annunciare il Vangelo che cosa occorre? Dovremmo ricordarci di più che non è con le cose o con il denaro che si conquista il cuore della gente al Regno di Dio. San Francesco convertiva con la sua povertà, il curato d'Ars con le sue patate bollite lottava contro il male più di tutta una Chiesa con le sue armate e con le sue curie, il Cottolengo, senza soldi suoi, ma con una grande fede nella Provvidenza, provvedeva ai suoi numerosi malati. I mezzi possono servire ma non sono indispensabili. Occorre avere soprattutto il cuore pieno di Ge­sù e lasciarlo “traboccare” nella nostra vita di modo che naturalmente pos­sa comunicarsi a coloro che incontria­mo, il resto lo fa Lui.

 

 

VENERDI' 8 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Papa; Sant’Abbondio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

HANNO DETTO: Chi è assiduo nella lettura della Parola di Dio, quando legge si affatica, ma in seguito è felice perché gli amari semi della lettura producono in lui i dolci frutti. (San Girolamo)

SAGGEZZA POPOLARE: Se non vuoi farmi luce, almeno fammi ombra. (prov. Giapponese)

UN ANEDDOTO: Mentre Dostojewskj era in Siberia, un suo ammiratore scrisse un poema in suo onore, in cui immaginava che Dostojewskj, trovandosi in mezzo  a tanti forzati, fosse sulle prime accolto da costoro con diffidenza, poi invece con grande cordialità, in quanto egli era riuscito a far capire la sua superiorità: a poco a poco, egli diventava il maestro di quella povera gente e finiva per essere adorato da tutti. Quando Dostojewskj uscì dalla Siberia e tornò al proprio paese, il poeta suo amico ed ammiratore gli lesse la sua composizione e poi gliene domandò il parere. Caro mio, tu hai indovinato tutto - gli disse Dostojewskj; - solo in una cosa ti sei profondamente sbagliato. Io non sono stato il maestro di quei forzati, sono stato invece il loro umilissimo discepolo.

PAROLA DI DIO: Os 14,2-10; Sal 50; Mt 10,16-23

 

VANGELO Mt 10, 16-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo". Parola del Signore

 

“SIATE SEMPLICI COME COLOMBE, PRUDENTI COME SERPENTI”.

Gesù è semplice: Lui, il re dei re, nasce povero, in una grotta di pastori, in un paesino, sobborgo di Gerusalemme; è un grande predicatore, folle intere accorrono a Lui ma Lui non usa mai linguaggi forbiti, parole altisonanti, parla invece sovente con esempi presi dalla natura o dalla vita quotidiana dei suoi ascoltatori. E’ un fautore della non violenza, non usa armi e ne vieta l’uso ai discepoli, si lascerà tradire e mettere in croce e, anzi, proprio in quel momento cercherà di scusare e di pregare per i suoi persecutori. Eppure la sua semplicità è tutt’altro che bonomia o stupidità. Gesù è la Verità e sempre dice la verità senza peli sulla lingua, a costo di allontanare persone anche a Lui favorevoli, è misericordioso ma esigente (“neanche io ti condanno, ma va’ e non peccare più”), è caritatevole verso tutti ma sa usare la polemica e l’ironia sferzante contro l’ipocrisia (non per niente dà tanto fastidio che decidono di ucciderlo), sa tacere ma quando è il momento parla liberamente anche davanti a chi pensa di avere il potere terreno di salvarlo o di ucciderlo. La sua non violenza non significa resa davanti al prepotente e al male; il suo perdono non è per paura e non diventa mai connivenza con il male; non usa le tecniche del mondo ma sa cavarsela benissimo nei confronti dei ‘potenti e sapienti’ della terra. Se noi guardiamo a Lui, diventa allora abbastanza facile capire le indicazioni della frase di oggi. Essere semplici significa fidarsi di Dio, non ricercare il successo proprio e delle proprie idee in se stessi, nelle proprie astuzie, nella forza, nella vendetta, nella ricchezza, ma nello stesso tempo non significa accettare stoicamente il ruolo di eterni sconfitti, essere pusillanimi, accettare qualunque cosa senza valutarla, subire le prepotenze dei malvagi, non avere nulla da dire al mondo. Semplice non vuol dire sciocco. E’ detestabile il raggiro, non la prudenza. Si può essere avveduti senza essere impostori. E’ vietata la violenza, non la difesa. Dare la vita per l’altro è cristianesimo. Ma gettare la propria vita senza un grande motivo o senza aver tentato mille altri modi è bestemmia contro Colui che la vita ce l’ha data. E’ vietata la falsità non il silenzio. Seguire Cristo è proprio cercare in ogni situazione di agire come farebbe Lui al nostro posto. E quando non riusciamo a capirlo o quando lo intuiamo ma ci mancano le forze? In questi casi almeno affidiamoci a Lui e lasciamoci portare da Lui: se non te la senti di camminare o se non sai bene dove andare, lasciati prendere in braccio da Lui.

 

 

SABATO 9  LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Vittoria; Santa Veronica Giuliani.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDIMI SERVO INUTILE MA AMICO OBBEDIENTE.

 

HANNO DETTO:  Il confine tra il bene ed il male passa all'interno del nostro cuore. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Un sorriso è come uno spazzolino. Devi usarlo spesso per mantenere i denti puliti. (prov. Giapponese)

UN ANEDDOTO: La frase preferita dell'imperatore Antonino il Pio, a cui Pausania soleva dare il titolo di padre degli uomini, era: “Preferisco salvare un solo cittadino, piuttosto che uccidere mille nemici.”

PAROLA DI DIO: Is 6,1-8; Sal 92; Mt 10,24-33

 

VANGELO Mt 10, 24-33

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone; è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebul il padrone di casa, quanto più i suoi familiari! Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri! Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli". Parola del Signore

 

“CHI DUNQUE MI RICONOSCERÀ DAVANTI AGLI UOMINI, ANCH’IO LO RICONOSCERO' DAVANTI AL PADRE MIO CHE E NEI CIELI”.

Il discepolo e il maestro sono una cosa sola. Il cristiano è colui che riconosce Cristo e da Cristo è riconosciuto ed è anche colui nel quale gli altri dovrebbero riconoscere Cristo. Vi invito oggi ad un esame di coscienza che non sia solo per dire quanto siamo lontani da questa realtà, ma che ci aiuti a “rivestirci di Cristo”. Le persone che oggi incontrerò, riusciranno a riconoscere in me, nel mio parlare e nel mio agire, il Cristo? Cioè vedranno in me uno disposto a perdonare settanta volte sette? Uno che è capace di andare a cercare la pecorella smarrita? Uno che si china sui malati e sofferenti con la stessa delicatezza di Gesù? Uno che con semplicità ma con fermezza dice la propria fede? Uno che sa amare fino al dono della vita?

Gesù, oggi, anche attraverso me vuoi continuare la sua presenza di salvezza nel mondo. Mio unico impegno è non impedirglielo ma offrirgli me stesso perché Lui si possa ancora manifestare.

 

 

DOMENICA 10 LUGLIO: 15^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Santi Anatolia, Vittoria e Audace, martiri.

Una scheggia di preghiera:

 

VISITACI O SIGNORE NELLE NOSTRE PIAGHE.

 

HANNO DETTO: La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia! (Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi compra il superfluo, vende il necessario. (prov. Giapponese)

UN ANEDDOTO: Tutti ricordiamo la bellissima figura di Monsignor Helder Camara vescovo di Recife per il suo amore ai poveri.. Un giorno una donna nera lo cercò e gli raccontò che il marito era stato arrestato dalla polizia perché era ubriaco. Dom Helder l’accompagnò fino  al commissariato e disse al responsabile: “Sono venuto a trovare mio fratello che è stato messo in prigione”. Questi riconoscendo il Vescovo ordinò di liberare il detenuto e mentre glielo consegnava commentò: “Ma voi due siete fratelli? Come è possibile se lui è nero e lei è bianco?”. Dom Helder rispose senza esitare: “E’ che siamo figli di madri diverse, ma dello stesso Padre”.

PAROLA DI DIO: Dt 30,10-14; Sal 18; Col 1,15-20; Lc 10,25-37

 

VANGELO Lc 10, 25-37

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?". Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?". Costui rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso". E Gesù: "Hai risposto bene; fa questo e vivrai". Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?". Gesù riprese: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?". Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Và e anche tu fa lo stesso". Parola del Signore

 

“UN SAMARITANO LO VIDE E NE EBBE COMPASSIONE. GLI SI FECE VICINO E GLI FASCIÒ LE FERITE”.

Nella parabola del buon samaritano penso sia importante capire bene che cosa significa quel “ne ebbe compassione”. Sovente, noi “abbiamo compassione’ visitando un malato; ci vengono le lacrime agli occhi quando vediamo alla televisione le braccia scheletrite e le pance gonfie dei bambini che muoiono di fame; diciamo “poveretto” quando vediamo il barbone avvolto nel cartone che dorme su una panchina in pieno inverno. Ma tutto questo non è ancora “aver compassione” è sentimento anche buono, è pietismo. Il samaritano “ha compassione” quando “perdendo del suo tempo” gli sì fa vicino (= prossimo), fascia le ferite del malcapitato, lo cura con i poveri mezzi che si ritrova, mette mano al portafoglio. E’ vero che non possiamo venire incontro a tutti i malcapitati del mondo, ma con quelli che troviamo sulla nostra strada sappiamo aver compassione impegnandoci in prima persona?

 

 

LUNEDI' 11 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto, patrono d’Europa;Santa Amabile di Rouen.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, RENDIAMO GRAZIE A TE CHE REGNI NEI SECOLI ETERNI.

 

HANNO DETTO: Ogni verità da chiunque sia detta viene dallo Spirito Santo. (S. Tommaso d'Aquino)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli asini litigano e le botti si rompono. (prov. Catanzarese)

UN ANEDDOTO: Famose maestre di perseveranza sono le formiche ed a tale proposito si narra che Tamerlano, il crudele sovrano turco dell’Asia centrale del secolo XIV, dopo aver tentato invano dieci assalti all’assediata ed imprendibile città di Baalbeck,si ritirasse scoraggiato nei suoi accampamenti. Non voleva più combattere, ma la sera osservò una formica che si accaniva a trascinare un chicco di frumento verso il suo nido. Dieci volte fallì e l’undicesima vi riuscì. Allora Tamerlano ritornò sui suoi passi ed espugnò Baalbeck.

PAROLA DI DIO: Pr 2,1-9; Sal 33; Mt 19,27-29

 

VANGELO Mt 19,27-29

Dal vangelo secondo Matteo

…. Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Parola del Signore

 

ECCO, NOI ABBIAMO LASCIATO TUTTO E TI ABBIAMO SEGUITO; CHE COSA DUNQUE NE AVREMO?

Tutto è dominato dall'idea di commercio, perfino la religione è spesso un commercio (e non solo di soldi) ma anche con Dio: nella vita mi sono comportato bene, non ho fatto il lazzarone come tanti altri, ho fatto le mie preghiere, ho dato un offerta per le missioni, mi sono fatto tanti meriti...quindi Dio mi dovrà ripagare alla grande! Io mi son fatto prete, suora in fondo ho giocato la mia vita per Lui quindi: merito un posto privilegiato in paradiso. Che grettezza! Davanti alla gratuità della misericordia di Dio, davanti alla gioia che avrei dovuto provare per essermi comportato bene, davanti ai doni che Dio mi ha dato e mi dà per le scelte buone fatte come sono piccolo, incapace di amore, se mi metto a sindacare un premio o qui o nella vita eterna. Impariamo a gioire del bene, non a prezzarlo, proviamo voglia di ringraziare se il Signore ci ha permesso di servirlo, riconosciamo che niente ci è dovuto, ma tutto ci è donato e saremo già adesso contenti... e poi lasciamo fare al Signore che ci ha dimostrato di non lasciarsi mai battere in generosità.

 

 

MARTEDI' 12 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Fortunato; San Giovanni Gualberto.

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDI COSE HA FATTO IL TUO AMORE IN NOI

 

HANNO DETTO: Qualunque cosa preferisci a Dio, diventa Dio per te. (San Cipriano)

SAGGEZZA POPOLARE: Al cavallo invidiato gli luccica il pelo. (prov. Calabrese)

UN ANEDDOTO: Un monaco egiziano disse a un anacoreta siriano, tutto eccitato, che voleva andare in città a vedere un santo che operava miracoli e che, con la sua preghiera, risuscitava i morti. L'altro monaco, sorridendo disse: "Che strane abitudini avete da queste parti: chiamate santo chi piega Dio a fare la propria volontà. Da noi invece, chiamiamo santo chi piega la propria volontà a quella di Dio".

PAROLA DI DIO: Is 7,1-9; Sal 47; Mt 11,20-24

 

VANGELO Mt 11, 20-24

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: "Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, gia da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua! ". Parola del Signore

 

“SE A TIRO E SIDONE FOSSERO STATI COMPIUTI I MIRACOLI CHE SONO STATI FATTI IN MEZZO A VOI, GIÀ DA TEMPO AVREBBERO FATTO PENITENZA"

A un dono maggiore corrisponde maggiore responsabilità. Se noi con verità guardiamo alla nostra vita dobbiamo veramente dire con Maria che “Dio ci ha visitato ed ha fatto cose grandi per noi. Quanti doni! Da quelli umani della vita, della salute... a quelli spirituali: quanta Parola di Dio, quanti sacramenti... quanta pazienza con noi, quanto perdono!

E la nostra risposta c’è?

 

 

MERCOLEDI' 13 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Enrico;Sant’Eugenio da Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, HAI ABBASSATO I POTENTI ED HAI INNALZATO I MISERI.

 

HANNO DETTO: Per me bastava anche la vista dei campi, dell'acqua, dei fiori: cose che mi ricordavano il Creatore, mi scuotevano, mi raccoglievano, mi servivano da libri. (S. Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Perché parli se puoi star zitto? (prov. Arabo)

UN ANEDDOTO: Spinto da un milione di ali di fuoco accese dall'uomo, il razzo si fa un tunnel nel cielo, e tutti acclamano. Spinta da un solo pensiero di Dio, la piantina si fa strada con urgenza nello spessore nero, e quando ha bucato il cielo pesante del suolo e si lancia su verso gli spazi esterni, neanche uno le batte le mani. (Mercie Hans)

PAROLA DI DIO: Is 10,5-7.13-16; Sal 93; Mt 11,25-27

 

VANGELO Mt 11, 25-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare". Parola del Signore

 

GESÙ DISSE: “TI BENEDICO, O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, PERCHE' HAI TENUTO NASCOSTE QUESTE COSE AI SAPIENTI E AGLI INTELLIGENTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI”.

Gesù ha dei momenti semplici e spontanei di preghiera in cui il suo amore per il Padre sembra quasi traboccare in parole di lode come quelle che leggiamo nel vangelo di oggi. Gesù ne ha fatto l’esperienza personalmente: quante volte ha parlato agli scribi, ai farisei, ai sommi sacerdoti e che cosa ne ha ottenuto? Non solo non lo hanno accolto ma si sono coalizzati per ucciderlo. Invece quando Gesù si è rivolto ai poveri, agli umili hanno gioito delle sue parole, a quel ladrone pentito ha addirittura potuto promettere il paradiso. Anche gli apostoli ne hanno fatto esperienza: perseguitati dai capi religiosi dell’ebraismo hanno trovato accoglienza tra i pagani.

E oggi dov’è la forza della vera Chiesa?

Nelle alte sfere si trova tanta apparenza e formalismo e a volte ti trovi davanti a certe perle di fede in gente umile e semplice. Ancora oggi anche noi possiamo pregare come ha pregato Gesù: Dio continua ad operare meraviglie nei suoi poveri!

 

 

GIOVEDI' 14 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Camillo de Lellis; San Ciro di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

CON SERENITA' MI AFFIDO A TE, O GESU'.

 

HANNO DETTO:  Un raggio di sole è sufficiente per spazzare via molte ombre. (San Francesco d'Assisi)

SAGGEZZA POPOLARE:  Quando devi ricevere da Dio, presentati con le mani aperte. (prov. Del Burundi)

UN ANEDDOTO: Pio IV (1565 ) si vantava con l'arcivescovo di Praga delle grandi ricchezze della Santa Sede e, alludendo a un noto passo del Vangelo, disse: - Oh, non è più il tempo in cui il papa diceva: “Non ho né argento né oro!”. - Lo so - rispose l'arcivescovo. Ma è anche lontano il tempo in cui Pietro diceva agli zoppi e ai paralitici: “alzati e cammina”

PAROLA DI DIO: Is 26,7-9.12.16-19; Sal 101; Mt 11,28-30

 

VANGELO Mt 11, 28-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". Parola del Signore

 

“IMPARATE DA ME CHE SONO MITE ED UMILE DI CUORE”.

Gesù è stato mite: non ci ha salvati con segni di potenza e di forza, non si è imposto a nessuno, ha porto l’altra guancia a chi lo percuoteva, ha guardato ai piccoli, ai poveri, ai malati, ai peccatori, ha avuto gesti di attenzione e di delicatezza... Tutto questo stride con la mentalità del nostro mondo che si fonda sempre più su potere, arrivismo, sopraffazione. Ma questo nostro mondo è contento, felice, sereno o sempre scontento, insoddisfatto, triste?

Se cerchi la serenità anche nella prova, se vuoi trovare la pace di Dio, imita Gesù, non lasciarti portar via dalle apparenze, non fidarti delle esteriorità vuote, ritrova le piccole gioie della vita quotidiana, fidati più degli affetti profondi che delle manifestazioni inutili, anche nella fede, nella preghiera, nella vita della Chiesa, non fidarti troppo dei ragionamenti, delle parole, delle spiritualità troppo artefatte: fidati di Gesù, rifugiati in Lui, imitalo.

 

 

VENERDI' 15 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Bonaventura da Bagnoregio; San Vladimiro.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SPERANZA NOSTRA.

 

HANNO DETTO: Cominciate col fare il necessario, poi ciò che è possibile e all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile. (San Francesco d'Assisi)

SAGGEZZA POPOLARE: Il più bel riso proviene dalla bocca degli addolorati. (prov. Corso)

UN ANEDDOTO: Quando Pio VII andò a visitare la Stamperia Imperiale di Parigi, un tipografo, in segno di ostilità, non volle levarsi il cappello. I vicini erano indignati e ne nacquero dei battibecchi. Il pontefice, sentendo del chiasso, s'informò dell'accaduto, e avvicinatosi al contestatore, con benevolenza patriarcale, gli disse: - Amico mio, levati il cappello, perché io possa darti la benedizione: la benedizione di un vecchio non ha mai fatto male a nessuno.

PAROLA DI DIO: Is 38,1-6.21-22.7-8; Is 38,10-12.16; Mt 12,1-8

 

VANGELO Mt 12, 1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. Ciò vedendo, i farisei gli dissero: "Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato". Ed egli rispose: "Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa. Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato". Parola del Signore

 

“ORA VI DICO: QUI C’È QUALCOSA PIÙ GRANDE DEL TEMPIO”.

Due erano le grandi basi della fede di Israele: la Legge e il Tempio, e Gesù che dice di non essere venuto ad abrogare neanche una virgola della Legge, rispetta profondamente entrambe, però la sua persona supera ogni legge e diventa il vero Tempio di Dio. Nella vita della Chiesa, anche noi abbiamo delle solide basi nella Parola di Dio che ci esplicita la sua Legge e nella preghiera che ci mette in comunione con Dio. Però, anche per noi c'è il rischio di diventare formali esecutori di norme morali e persone che riducono la preghiera e la liturgia ad un rituale, dimenticando la Persona su cui entrambe si fondano. Seguire Gesù è scegliere di amare Colui che ci ha amati e non assumere solo una serie di norme di comportamento: non “devo star buono perché Dio mi comanda così”, ma perché è il mio modo di essere con Gesù, ed anche la preghiera personale o liturgica non è un dover dare a Dio una serie di preghiere e riti, ma incontrare Colui che mi dà la gioia di poter entrare in comunione con Dio stesso.

 

 

SABATO 16 LUGLIO: Beata Vergine Maria del monte Carmelo

Tra i santi ricordati oggi: Maria Maddalena Postel.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI MISERICORDIOSO CON TUTTI, O SIGNORE,

 

HANNO DETTO: Per amare, il cristiano deve fare come Dio: non attendersi di essere amato, ma amare per primo. (Chiara Lubich)

SAGGEZZA POPOLARE: Il frutto della pace è appeso all'albero del silenzio. (Prov. Arabo)

UN ANEDDOTO: Un giorno il padre mostrava a Filippo Neri l’albero genealogico dei Neri, su cui stavano scritti i nomi di tanti illustri personaggi della sua famiglia. Il padre ricordava al giovanetto come le antiche glorie del suo casato risalivano a tre secoli addietro e, convinto di far piacere al figlio, incominciò a narrare le gesta gloriose dei più celebri membri. “Parlami d’altro, babbo, perché quanto tu mi narri non mi riguarda”.  “Come? Non è forse un onore per te appartenere a una famiglia così illustre?”

Pippo Buono, quasi indispettito da una simile domanda, prese la pergamena dell’albero genealogico tra le mani, la lacerò con un gesto rapido, inesorabile, dicendo: “Meglio mille volte avere il proprio nome scritto in cielo! Una sola cosa desidero: essere iscritto nel Libro della Vita!”

PAROLA DI DIO: Mi 2,1-5; Sal 9; Mt 12,14-21

 

VANGELO Mt 12, 14-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo. Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, ordinando loro di non divulgarlo, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia: Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti. Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce. La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le genti. Parola del Signore

 

“LA CANNA INFRANTA NON SPEZZERÀ”.

Capita spesso di trovare dei cristiani intransigenti (specialmente con gli altri). Tutti gli estremismi sono deleteri ma gli estremismi religiosi sono i più negativi di tutti. Gesù che è stato esigente con i suoi discepoli, è stato anche estremamente attento e disponibile verso coloro che pur non essendo “perfetti nella fede” avevano in loro un lumicino di apertura a Dio (pensate a Zaccheo, al ladrone...).

Se ad una persona già piena di dubbi, magari lontana dalla Chiesa o prevenuta contro di essa, noi diciamo: “Hai sbagliato tutto. Devi fare così e cosà se no Dio ti manda all’inferno”, il più delle volte otteniamo di allontanarla ancora di più; se noi preti per principio rifiutiamo i sacramenti a persone che non ci danno tutte le garanzie, quali occasioni diamo a queste persone di conoscere un po’ più da vicino la bellezza della fede? Se certi gruppi religiosi, con una supponenza a volte odiosa, si autodefiniscono gli unici ad avere la strada della verità, e dicono che per salvarsi bisogna fare come loro, pensano di poter distinguere tra buoni e cattivi, fanno un cattivo servizio a Gesù e a se stessi perché Gesù si è schierato con i peccatori.

 

 

DOMENICA 17 LUGLIO: 16^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessio; Santa Sinforosa; Santa Donata.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' A TE MI AFFIDO E VIVO SERENO.

 

HANNO DETTO: Noi desideriamo alcune volte di essere buoni angeli e trascuriamo di essere buoni uomini. (S. Pio)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando sei in terra straniera, il giorno è lungo come un mese.  (prov. Albanese)

UN ANEDDOTO: UNA BELLA FIABA POLACCA: IL BATTESIMO DEL PANE

Ad un uomo nacque un bambino. Quando I genitori del bambino lo portarono in Chiesa per battezzarlo, il prete vide improvvisamente un fuoco sul cuscino invece del bambino. Il prete non volle amministrare il battesimo e disse ai genitori di tornarsene a casa. I genitori tornarono a casa e videro sul cuscino il bambino  invece del fuoco. Così portarono ancora una volta il bambino in Chiesa per battezzarlo e chiesero la cerimonia cristiana. Di nuovo il prete non volle amministrare il battesimo perché lui vide un pesce sul cuscino al posto del bambino. I genitori arrabbiati fecero ritorno a casa, ma quando entrarono videro il bambino al posto del pesce. Così per la terza volta andarono dal prete con il loro bambino e chiesero la cerimonia cristiana. Anche questa volta il prete vide di nuovo sul cuscino una cosa diversa al posto del bambino; questa volta era del pane. Decise di battezzare il pane così i genitori non sarebbero ritornati da lui e lui non avrebbe sprecato tempo. Battezzò il pane sperando che Dio lo avrebbe perdonato. Appena il prete ebbe terminata la cerimonia, il pane benedetto immediatamente si trasformò nel bambino e disse: “Se tu mi avessi battezzato come fuoco, io avrei bruciato il mondo. Se tu mi avessi battezzato come pesce, avrei allagato il mondo intero. Ma mi hai battezzato come pane, e questa è la tua fortuna, perché il pane è vita e io darò pane al mondo intero”.

PAROLA DI DIO: Gen 18,1-10a; Sal 14; Col 1,24-28; Lc 10,38-42

 

VANGELO Lc 10, 38-42

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: “Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma Gesù le rispose: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta". Parola del Signore

 

“MARTA. MARTA, TU TI PREOCCUPI E TI AGITI PER MOLTE COSE, MA UNA SOLA E’ LA COSA DI CUI C’E’ BISOGNO”.

La  casa di Betania è il luogo in cui Gesù si è trovato bene, potremmo dire che per il Maestro che “non ha un sasso su cui posare il capo”, sia invece il luogo dell’amicizia e dell’intimità.

Che cosa avviene a Betania nell’episodio descrittoci dal Vangelo di oggi?

Una scena umanamente spiegabilissima. Marta si affatica a preparare, perché vuole offrire una ospitalità dignitosa. Maria invece dimentica tutto e si ferma ad ascoltare Gesù. Niente di strano: due caratteri diversi hanno un comportamento diverso. Gesù però ne approfitta per sollevare un problema più grande e dare una risposta tanto impegnativa. Gesù dice: “Marta, perché ti affatichi per tante cose? Una sola è necessaria!”.

Che cosa vuol dire Gesù? Certamente non vuole condannare il lavoro di Marta, non vuol condannare l’impegno. Anzi Gesù è venuto per scuotere la pigrizia e per ricordarci che la vita è un dono da donare, talento da spendere. Che cosa condanna allora? Gesù condanna l'affanno, l’ansia, la preoccupazione. L’affanno è segno di orgoglio e conseguenza di vuoto interiore. “Non preoccupatevi di ciò che mangerete e di ciò che berrete, di ciò che vestirete… Preoccupatevi prima di tutto del regno di Dio”. E qui troviamo già la seconda parte della lezione di Gesù: “Una cosa sola è necessaria”. Allora dobbiamo stare sempre a pregare? Non è questa l’intenzione di Gesù, non è questo il suo insegnamento. Gesù non vuole stabilire un dilemma: o pregare o lavorare, bensì vuole ricordare la condizione dell’efficienza cristiana: è efficiente non chi fa tanto, ma chi fa con Dio. Lo dovremmo sempre ripetere a noi stessi!

Ricordiamo la delicatissima parabola della vite e dei tralci: “Io sono la vite e voi siete i tralci”. Quali sono le conseguenze per la vita? “Il tralcio è vivo solo se rimane unito alla vite. Allora: rimanete in me, perché senza di me non potete far nulla”. E allora cominciamo già fin da oggi a chiederci che cosa sia per noi la preghiera, nei vangeli di domani e dopodomani avremo altre preziose indicazioni di Gesù.

 

 

LUNEDI' 18 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Federico; Sant’Arnoldo; San Bruno di Segni.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.

 

HANNO DETTO: Prima di pregare prepara la tua anima, pensa dove vai e a chi devi parlare. (Santa Giovanna Francesca De’ Chantal)

SAGGEZZA POPOLARE: Se Dio potesse morire, morirei anch'io. (prov. Africano)

UN ANEDDOTO: La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. Dopo il caffè, la Follia propose: "Si gioca a nascondino?".

"Nascondino? Che cos'è?" - domandò la Curiosità. "Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare". Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia.
"1,2,3… - la Follia cominciò a contare. La fretta si nascose per prima, dove le capitò. La Timidezza, timida come sempre, si nascose in un gruppo d'alberi. La Gioia corse in mezzo al giardino. La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi. L'Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un sasso. La Follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano. La Disperazione era disperata vedendo che la Follia era già a novantanove.
"CENT! - gridò la Follia - Comincerò a cercare. La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto. E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza. Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: "Dov'è l'Amore?".

Nessuno l'aveva visto. La Follia cominciò a cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non trovò l'Amore. Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido. Era l'Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio. La Follia non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l'Amore per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre. L'Amore accettò le scuse. Oggi, l'Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.

PAROLA DI DIO: Mi 6,1-4.6-8; Sal 49; Mt 12,38-42

 

VANGELO Mt 12, 38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni scribi e farisei lo interrogarono: "Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno". Ed egli rispose: "Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Quelli di Nìnive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché essi si convertirono alla predicazione di Giona. Ecco, ora qui c'è più di Giona! La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall'estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più di Salomone! ". Parola del Signore

 

LA REGINA DEL SUD SI LEVERÀ A GIUDICARE QUESTA GENERAZIONE E LA CONDANNERÀ, PERCHÉ ESSA VENNE DALL'ESTREMITÀ DELLA TERRA PER ASCOLTARE LA SAPIENZA DI SALOMONE; ECCO, ORA QUI C'È PIÙ DI SALOMONE!

Questa regina abitava nel sud della penisola arabica, ed aveva sentito parlare di Salomone per la sua grande saggezza e ricchezza. Volle verificare di persona le informazioni che aveva avuto; così iniziò un lunghissimo viaggio, per quei tempi, pari a milleottocento chilometri a dorso di cammello. Erano tempi in cui le bande di briganti piombavano addosso ai beduini e a coloro che traversavano i deserti. Ma la regina di Saba non si lasciò spaventare da questo viaggio pericolosissimo, perché aveva un grande desiderio in cuore, quello di incontrare il re più famoso di quel tempo. Possiamo stabilire un paragone con noi: chi è il re di cui abbiamo sentito parlare e che è grande in saggezza e in ricchezza?

Il nostro Re, o meglio il Re dei re, è Gesù Cristo, il Signore. Anche noi dovremmo affrontare ogni difficoltà, ogni sfida, ogni pregiudizio, anche la vergogna del mondo che non apprezza coloro che vogliono conoscere Gesù. Anche noi dovremmo lasciarci attrarre dalla fama di Colui che ha saputo trasformare il corso della storia, che ne ha cambiato l’etica, che ha convertito milioni di vite. Come possiamo conoscere meglio Gesù Cristo?

Interrogando la Parola di Dio, leggendola e permettendole di mettere a nudo la nostra anima; i Suoi insegnamenti devono toccare il nostro cuore, devono mettere in discussione tutte le nostre convinzioni morali e spirituali.

 

 

MARTEDI' 19 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gervasio e Protasio; Santa Aurea; Sant’Arsenio.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, AIUTACI A FARE CON AMORE LA VOLONTA' DEL PADRE.

 

HANNO DETTO: "Se considero solo me stesso, fare il male è vergognoso; se penso a Dio, è esecrabile; se penso agli altri, è criminale". (Alban Goodier)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli occhi della rana non impediscono alla giraffa di bere allo stagno. (prov. Africano)

UN ANEDDOTO: Due alpinisti scalano una montagna; il primo, perché è di moda; il secondo, per passione. Sentiteli al ritorno: “Cosa ho veduto? — dice il primo — Oh! nulla di speciale:quattro corde, quattro alberi, dei torrenti, dei prati, un cantoncino di cielo e nient'altro!”. E sbadiglia.

Dice il secondo: “Cosa ho veduto? Non lo dimenticherò mai più! Rocce, poi ancora rocce, e prati e torrenti e azzurro e sole e cose meravigliose!”. E mentre parla pare che tali meraviglie gli ridano ancora nello sguardo e nell'anima.

Quei due dicono la stessa cosa, ma è il modo di dire, diverso. (Albino Luciani)

PAROLA DI DIO: Mi 7,14-15.18-20; Sal 84; Mt 12,46-50

 

VANGELO Mt 12, 46-50

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: "Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti". Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?". Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: "Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre". Parola del Signore

 

"ECCO MIA MADRE ED ECCO I MIEI FRATELLI; POICHE' CHIUNQUE FA LA VOLONTA' DEL PADRE MIO CHE E' NEI CIELI, QUESTI E' PER ME FRATELLO, SORELLA E MADRE".

Maria lo sapeva. Fin dal giorno in cui quell'angelo luminoso era entrato nella sua casetta di Nazareth, Dio aveva fatto irruzione nella sua vita. Una irruzione bellissima, stupenda, gioiosa, ma anche estremamente misteriosa. Dio è più grande di noi; non puoi ricondurlo ai semplici pensieri dell'uomo, non puoi circoscriverlo delimitandolo nel tuo conoscibile o negli angusti spazi del  quotidiano. E, quindi, aveva sperimentato cose da una parte grandiose e dall'altra misteriose ed anche umanamente dolorose: essere incinta per virtù dello Spirito Santo, quindi intima di Dio, ma cosa estremamente difficile da spiegare a Giuseppe e agli uomini. Nove mesi di gravidanza del Figlio di Dio, tabernacolo vivente che contiene "Colui che i cieli e la terra non possono contenere", ma con tutte le apprensioni e le gioie di qualunque madre terrena. Una nascita aspettata, ma che avviene in modo così diverso da come l'aveva progettata: in una grotta di pastori, lontana dalla sua casa, dalle cose necessarie e familiari che aveva preparato per suo Figlio. Ha provato la gioia di vedere gli umili gioire per la nascita di Gesù, ma anche il terrore per la sorte di suo Figlio quando Erode lo cercava per ucciderlo e quasi la vergogna nei confronti delle madri di Betlemme che piangono la morte dei loro bambini mentre il Suo è salvo. Vivere con Gesù, poi: meraviglioso avere Dio che ti scorrazza per casa, ma estremamente difficile comprenderlo. E bisogna anche comprendere certe risposte che sembravano impertinenti: "Perché mi cercate? Io devo fare la volontà del Padre mio", "Che ho da fare con te, o donna?"

Quindi c'era abituata, e anche stavolta che è andata a cercarlo, e invece di vederselo correre incontro per gettarle le braccia al collo, lo sente dire che "madre e fratelli sono quelli che fanno la volontà di Dio", usa lo stesso metodo di sempre: fare silenzio e lasciare che queste parole, penetrando nel suo cuore, arrivino al loro vero senso. In fondo Gesù le ha fatto il più bel complimento dicendo che Lei ha fatto la volontà di Dio, quasi ad anticipare quell'altro momento glorioso ma doloroso e misterioso, quando le chiederà di diventare la Mamma di tutti, anche di quei figli che stanno appendendolo ad una  croce.

 

 

MERCOLEDI' 20 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Apollinare;Sant’Elia; Sant’Aurelio di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SEME DI DIO, PORTA I TUOI FRUTTI NEI NOSTRI CUORI.

 

HANNO DETTO:  "Le grandi verità sono le più semplici; e così sono anche gli uomini grandi". (A. W. Hare)

SAGGEZZA POPOLARE: Come il mare non si prosciuga mai, così la misericordia di Dio non viene mai meno. (prov. Africano)

UN ANEDDOTO: Una vecchietta si offese perché la sua vicina non l'aveva invitata a una merenda all'aperto, in giardino. Era stata una dimenticanza: poco dopo l'invito arrivò anche a lei. "E' troppo tardi", ribatté la vecchietta, tutta innervosita. " Ho già pregato il cielo perché mandi la pioggia!"

Quando ci attacchiamo alle inezie e persistiamo nel vendicarci di piccole disattenzioni, facciamo male a noi stessi e agli altri. L'amore regna solo dove c'è comprensione.

PAROLA DI DIO: Ger 1,1.4-10; Sal 70; Mt 13,1-9

 

VANGELO Mt 13, 1-9

Dal vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare. Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose in parabole. E disse: "Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. Chi ha orecchi intenda". Parola del Signore

 

“USCÌ IL SEMINATORE A SEMINARE”.

Gesù si paragona al seminatore. Quando noi vediamo un contadino seminare, sia noi che lui sappiamo che non tutti quei chicchi buttati porteranno frutto. Ma nonostante questo il contadino semina nella speranza di vedere una splendida messe. Anche Gesù sapeva che molte delle sue parole sarebbero cadute nei vuoto, che il suo sangue versato per noi, non sempre sarebbe stato accolto da coloro che era venuto a salvare, ma non per questo si è spaventato o tirato indietro. Così è per noi: non si tratta di voler vedere ad ogni gesto, ad ogni parola, il frutto immediato, si tratta di seminare e seminare in abbondanza e dappertutto, nel terreno buono ma anche ai margini. E bisogna fare questo nella speranza e nella fede. Non sta a noi far nascere la pianta, dipende da tante cose: la bontà del seme, il terreno, il sole, le stagioni. Un’unica cosa dipende da noi: il seminare. Se non semino sicuramente non crescerà niente.

 

 

GIOVEDI' 21 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo da Brindisi; Sant’Alberico Crescitelli.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, LA SEMPLICITA' DEI PICCOLI.

 

HANNO DETTO: "Hai ricevuto una gentilezza? Passala. Non è stata data solo per te. Passala. Fa' che cammini negli anni, che possa asciugare le lacrime di un altro. Finché si giunga al cielo, passala". (Henry Burton)

SAGGEZZA POPOLARE: Con il gallo o senza gallo, sempre giorno si fa. (prov Abruzzese)

UN ANEDDOTO: San Francesco di Sales era diventato così umile che serviva tutti, badando che nessuno servisse lui. Un giorno un signore entra improvvisamente nella sua camere: lo trova che sta rattoppando le sue vesti; logico che si meravigli altamente: non solo perché si rattoppava gli abiti (uno come lui!) ma perché si stava arrangiando da sé. «E che male c'è? - rispose il Santo, sorridendo - Che male c'è a rammendare ciò che io stesso ho rotto?».

«Questo fatto - raccontò poi il gentiluomo - ha giovato meglio di molti argomenti a tenermi saldo nella fede».

PAROLA DI DIO: Ger 2,1-3.7-8.12-13; Sal 35; Mt 13,10-17

 

VANGELO Mt 13, 10-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli e gli dissero: "Perché parli loro in parabole?". Egli rispose: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito, sono diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani. Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono!". Parola del Signore

 

"GLI DISSERO: PERCHE' PARLI LORO IN PARABOLE?".

Anche noi ci stupiamo di questi discorsi parabolici di Gesù. Gli intellettuali non li apprezzano: "Occorrono idee chiare e distinte, concetti capaci di esprimere in poche parole, formule ben definite. Se Gesù, invece di contadini che seminano, di viandanti che incappano in briganti, di pastori che corrono dietro a pecore ci avesse detto: Dio è così e cosà; per andare in paradiso  occorre questo e quest'altro…" I benpensanti storcono il naso davanti a pubblicani che pregano meglio di farisei, davanti a samaritani migliori di sacerdoti e di Lazzari che dal paradiso guardano ricchi tra le fiamme dell'inferno. Altri ancora approfittano del discorso in parabole per dare delle interpretazioni che siano favorevoli alle loro tesi. In questi anni in cui ho predicato, ho scritto, ho fatto catechismo, mi sono reso conto, proprio attraverso l'esperienza, di alcune cose: Chi riesce immediatamente a capire le parabole?

I bambini (quelli che non sono già troppo smaliziati dalla televisione e dai computer: quelli ormai sono già dei piccoli intellettuali rimbecilliti, incapaci di fantasia).  Quante volte, dopo aver raccontato qualcosa sono rimasto stupito nel vedere che non solo non c'era bisogno di spiegare, ma che loro erano già andati oltre, avevano già applicato alla loro vita. Davanti alle parabole del Vangelo se non siamo come bambini (e non di quelli rimpinzati da genitori e scuola non solo di cose ma anche di stupidità che li gonfiano di nozioni e di supponenza) continueremo a dire che Gesù poteva essere più chiaro, che non è da Dio parlarci di pecore, di porci, di lupi.

 

 

VENERDI' 22 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Maddalena; San Fiorenzo.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO AMORE, GESU', CI SCALDA IL CUORE.

 

HANNO DETTO: "Sii gentile con tutti, socievole con molti, intimo con pochi; amico di uno, nemico di nessuno". (Benjamin Franklin)

SAGGEZZA POPOLARE: Dopo commesso l'errore ogni asino diventa dottore. (prov. Abruzzese)

UN ANEDDOTO: Si chiamava Barnaba Chiaramonti. Era nato a Cesena, nel 1742, da una famiglia principesca. Seppe privarsi di tutto fino a vivere nell'indigenza. A 16 anni si era fatto benedettino; quindi fu vescovo di Tivoli e di Imola, poi divenne Pio VII. Ma anche da papa fu modesto, timido, povero e, per giunta, subì umiliazioni e prigionia da parte di Napoleone. Wiseman, l'autore di «Fabiola», racconta che mentre le vie di Roma erano adorne di trionfali archi di fiori per il ritorno del Pontefice dalla prigionia, questi, solo nella sua stanza, rammendava la sua unica veste,che alcuni anni prima gli aveva regalato il re di Spagna. Con indosso solo quest'abito, senza occhiali, febbricitante, il 6 giugno 1809, sulla carrozza che lo conduceva prigioniero dell'imperatore dei francesi, Pio VII aveva trovato anche la voglia di scherzare col generale Radet: frugando nelle tasche, aveva trovato qualche spicciolo e, rivolto al suo compagno di viaggio, disse: «Ecco, generale, teneteli: è tutto quanto possediamo».

PAROLA DI DIO: Ct 3,1-4a opp. 2Cor 5,14-17; Sal 62; Gv 20,1-2.11-18

 

VANGELO Gv 20, 1-2. 11-18

Dal vangelo secondo Giovanni

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro! Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto". Parola del Signore

 

“MARIA STAVA ALL’ESTERNO VICINO AL SEPOLCRO E PIANGEVA”.

Maria è immersa nel dolore e piange accanto al sepolcro vuoto. Piange per il motivo che dovrebbe riempirla di gioia, ma ella non lo sa, non può ancora saperlo. Bisogna che il dolore scavi il cuore, perché possa essere riempito dalla gioia soprannaturale. Anche per noi è così. Ci lamentiamo nella tristezza e invece avremmo una profonda ragione di rallegrarci, per la gioia che il Signore ci prepara. Quel dolore è necessario per scavare il nostro cuore e prepararlo a una gioia più pura. Gesù è lì e Maria non lo riconosce, non si accorge che è Lui, perché è sempre sprofondata nella sua illusione umana. Non tutto è sbagliato in essa, perché c'è un affetto profondo, ma Maria deve convertirsi: sta cercando un morto e non sa che deve cercare un vivo. Soltanto Gesù può operare questa conversione: è necessario che Egli chiami per nome la sua pecorella: “Maria!”. E tutto cambia. Anche con noi Gesù agisce così. Noi non possiamo far altro che piangere, che cercarlo nella notte. Ma al momento opportuno Gesù tocca il nostro cuore, ci commuove nell'intimo e allora lo riconosciamo: “Rabbuni! Maestro mio!”

“Va' dai miei fratelli e di' loro...” Prima della risurrezione Gesù non si era mai rivolto ai suoi discepoli chiamandoli “fratelli”; lo fa ora, dopo la passione che l'ha avvicinato a noi in modo unico. Dopo la risurrezione egli sembrerebbe più lontano da noi, poiché è nella gloria, invece ci fa capire che è più vicino: è il fratello che ci conduce al Padre, Padre suo e nostro, Dio suo e nostro.

 

 

SABATO 23 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Brigida, patrona d’Europa;Sant’Olimpio; Santa Cunegonda.

Una scheggia di preghiera:

 

UN CUOR SOLO E UN ANIMA SOLA CON TE, SIGNORE, E CON I FRATELLI.

 

HANNO DETTO: "Molte volte la prova di coraggio consiste non nel morire, ma nel vivere". (Vittorio Alfieri)

SAGGEZZA POPOLARE: Su ogni tetto c'è una tegola rotta. (prov. Abruzzese)

UN ANEDDOTO: Il santo Curato d'Ars amava davvero la povertà. La sua canonica era poverissima: i rovi dalla finestra penetravano in cucina. Ma nel cortiletto interno del presbitero si prendeva il lusso di far crescere alcune piante di sambuco: «Un vero Bois de Boulogne!» diceva il curato, lieto e ironico. La sua bonomia tradiva uno spiccato umorismo. A questo prete così intimamente unito a Dio, piaceva sorridere, ridere e celiare. La gaiezza era uno dei suoi tratti salienti e la gente rimaneva stupita delle sue frasi ironiche, a momenti canzonatorie.

PAROLA DI DIO: Gal 2,19-20; Sal 33; Gv 15,1-8

 

VANGELO  Gv 15,1-8

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore

 

“IO SONO LA VERA VITE … RIMANETE IN ME E IO IN VOI”

Gesù si paragona alla vite e afferma che noi siamo i tralci. Con questa immagine vuole indicarci la profonda e intima unione che esiste fra noi e Lui. Non è immaginabile una comunione più ricca. Nell’alleanza, nell’amicizia, nel matrimonio, si creano legami fortissimi, però rimane una distinzione fra le persone. La vite e i tralci, invece, formano un tutt’uno. E’ il Signore che ci unisce a sé, non siamo noi a scegliere Lui e a tentare questo legame. Per questo è insistente il richiamo di Gesù: “Rimanete in me e io in voi”. Si tratta di dimorare in Lui, di permettere che la sua parola rimanga in noi. Questa è l’esigenza fondamentale per ogni discepolo e questa è la condizione essenziale per portare frutto, adempiendo così alla missione di testimonianza che ci è affidata. Questo legame dei tralci con il tronco della vite è comunione con il Signore, ma è anche comunione tra i tralci stessi che si intrecciano tra loro e formano un cuor solo e un’anima sola. Comunione perciò con il Signore e comunione nella comunità dei credenti di cui facciamo parte. Se diminuisce la prima, si indebolisce anche la seconda e viceversa. Questo nostro rimanere nel Signore diventa poi la glorificazione del Padre che è il vignaiolo. Egli ama la vite, ne ha cura, tanto che anche la potatura dei tralci è un gesto della sua premura verso di noi, perché Egli vuole che noi gioiamo sempre di più nel portare frutti belli e buoni.

 

 

DOMENICA 24 LUGLIO: 17^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Santa Cristina; Sant’Agostino Fangi.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE MANDACI IL TUO SPIRITO.

 

HANNO DETTO: "Chi cade nel peccato è un uomo; chi si pente di esso è un santo; chi se ne vanta è un diavolo". (Thomas Fuller)

SAGGEZZA POPOLARE:  La ragazza che non sa ballare, dice che l'orchestra non sa suonare. (prov. Yddisch)

UN ANEDDOTO: Una sera, un giovane discepolo che accompagnava a casa il maestro con la propria automobile, fu molto sgarbato con un vigile urbano. A propria difesa disse: “Preferisco essere me stesso e manifestare apertamente i miei sentimenti. L’educazione non è che un sacco d’aria calda”. “E’ vero”, disse il maestro conciliante. “Ma è esattamente ciò che abbiamo nelle gomme della  tua automobile, e guarda come rende meno fastidiosi i sobbalzi”.

PAROLA DI DIO: Gen 18,20-32; Sal 137; Col 2,12-14; Lc 11,1-13

 

VANGELO Lc 11, 1-13

Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: “Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”. Ed egli disse loro: “Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione”. Poi aggiunse: “Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!". Parola del Signore

 

IL PADRE VOSTRO CELESTE DARÀ LO SPIRITO SANTO A COLORO CHE GLIELO CHIEDONO.  

Al termine di tutto un discorso che Gesù fa sulla preghiera, dopo averci detto che “Dio è un padre buono che non dà una serpe a chi gli chiede un pesce” dopo averci invitati a “chiedere per ottenere” a “bussare perché ci sarà aperto”, Gesù ci dice che Dio darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono. “lo chiedo il dono della salute e Lui mi dà lo Spirito Santo!”. Ma chi è questo Spirito? E’ il dono dì pensare come Dio, di agire come Lui, di realizzare qui il suo regno. Allora magari ho chiesto quella grazia con tanta insistenza e non l’ho ottenuta; posso ribellarmi: “Tu, o Dio, non mi ascolti... non ci sei” oppure se ho lo Spirito di Dio posso anche cercare di avvicinarmi ai pensieri di Dio per comprendere “Forse il Signore non mi ha dato quella grazia perché anche una sofferenza in questo momento della vita può essere un bene”. Invochiamo allora spesso: “Vieni Santo Spirito e porta luce ai nostri cuori”.

 

 

LUNEDI' 25 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacomo; San Cristoforo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, SEI SEMPRE VICINO A NOI.

 

HANNO DETTO: La felicità entra nella nostra vita quando abbiamo qualcosa da fare, qualcosa da amare, e qualcosa in cui sperare. (Addison)

SAGGEZZA POPOLARE: La brevità è sorella del talento. (prov. Russo)

UN ANEDDOTO: Tutti parlavano del religioso che aveva perso la vita in una missione suicida. Sebbene al monastero nessuno approvasse l’azione di quell’uomo, qualcuno disse che ne ammirava la fede. “Fede?”, disse il maestro. “Bhé, ha avuto il coraggio delle sue convinzioni”. “Quello era fanatismo, non fede. La fede richiede un coraggio ancora maggiore: riesaminare le proprie convinzioni e rifiutarle se non corrispondo ai fatti”.

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DI SAN GIACOMO: Cor. 4,7-15; Sal. 125; Mt. 20,20-28

 

VANGELO Mt 20, 20-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?". Gli dicono: "Lo possiamo". Ed egli soggiunse: "Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio". Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: "I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti". Parola del Signore

 

“LA MADRE DEI FIGLI DI ZEBEDEO DISSE A GESU’: DÌ’ CHE QUESTI MIEI FIGLI SIEDANO UNO ALLA TUA DESTRA E UNO ALLA TUA SINISTRA NEL TUO REGNO”.

Oggi, festa di S. Giacomo, il Vangelo ci riporta la richiesta di sua madre a Gesù. Questa madre desidera che i propri figli siano vicini a Gesù. Non sappiamo se il suo desiderio fosse dettato da amore per Gesù e per i propri figli o da voler “sistemare” i figli in un luogo di potere, certo è che ogni cristiano ha giustamente il desiderio di “stare vicino” al maestro, godendo la sua amicizia. Ma questo è possibile solo ad una condizione: essere disposti e pronti a condividerne la vita in tutti i suoi aspetti, in tutti i suoi momenti, anche i più dolorosi. Qui è la fonte della vera amicizia con Gesù, del vero misticismo. Seguire Gesù non è una corsa verso una carriera, non è un conquistarsi un posto migliore in Paradiso, è trovare l’amico che ama, è condividere la sua esperienza, è fare come Lui la volontà del Padre.

 

 

MARTEDI' 26 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gioacchino ed Anna; Santa Bartolomea Capitanio.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, O SIGNORE, DI FARE SCELTE PER LA VITA.

 

HANNO DETTO: Le conseguenze della collera sono molto più gravi delle sue cause. (Marco Aurelio)

SAGGEZZA POPOLARE: Lingua può impiccare uomo più veloce di corda. (detto dei nativi Americani)

UN ANEDDOTO: Un uomo si presentò ad un venerabile maestro e gli chiese: “Se devo invocare il nome del Budda Amida e, per un colpo di sonno, trascuro invece di farlo, come superare questo ostacolo?” “Semplicissimo”, gli rispose il maestro. “Invoca il nome di Amida quando ti sarai svegliato”.

PAROLA DI DIO: Ger 14,17-22; Sal 78; Mt 13,36-43

 

VANGELO Mt 13, 36-43

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo". Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!". Parola del Signore

 

“IL FIGLIO DELL’UOMO MANDERÀ I SUOI ANGELI, I QUALI RACCOGLIERANNO DAL SUO REGNO TUTTI GLI SCANDALI E TUTTI GLI OPERATORI DI INIQUITÀ E LI GETTERANNO NELLA FORNACE ARDENTE DOVE SARÀ PIANTO E STRIDOR DI DENTI”

Dio è paziente. Ne siamo profondamente convinti non solo per la parola di Gesù, ma anche per la nostra esperienza personale: se non fosse così che cosa ne sarebbe di noi, di questo mondo così cattivo?

Ma se non è intollerante in questa vita, non è connivente con il male, deve espellerlo, e tanto peggio per chi si è identificato col male, compiendolo fino in fondo. La bontà e la misericordia di Dio vanno di pari passo con l’amore del vero e la sua giustizia. Fin che c’è tempo, possiamo essere o buon grano o zizzania. E anche chi è oppresso dalla malignità altrui ha speranza in Dio. Ma attenzione: ciò non sarà per sempre. La misericordia si cambierà in giudizio non tanto di dio, quanto di noi stessi. Dio salva i suoi poveri e il bene e chi è oppresso dal male, ma il male sarà punito. Ci rendiamo conto che con le nostre scelte attuali stiamo giocandoci non solo la vita terrena, ma anche quella  eterna?

 

 

MERCOLEDI' 27 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giorgio di Cordoba; Santa Liliosa.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, GESU', OGNI MOMENTO DI VITA PUO' ESSERE GIOIA.

 

HANNO DETTO: Devi soffermarti con umiltà anche dinanzi ad una rugiada che brilla, davanti ad un filo d'erba perché potresti riuscire a vedere l'arcobaleno. (Romano Battaglia)

SAGGEZZA POPOLARE: Il Signore chiede agli uomini soltanto quello che rientra nelle possibilità di ciascuno.

UN ANEDDOTO: Un giorno un emiro arabo, Abd-el-Kader, girando per le vie di Marsiglia in compagnia di un ufficiale francese, si incontrò con un Sacerdote che portava il S. Viatico a un moribondo. L’ufficiale francese si fermo, si scoprì il capo e piegò il ginocchio. L’amico gli chiese la ragione di quel saluto. “Adoro il mio Dio che il Sacerdote sta portando a un ammalato”, rispose il bravo ufficiale. “Come mai - reagì l’emiro - potete voi credere che Dio, così grande, si faccia tanto piccolo, e consenta di andare anche nelle soffitte dei poveri?

Noi maomettani abbiamo un’idea ben più alta di Dio”. “È perché voi - replicò l’ufficiale - avete soltanto un’idea della grandezza di Dio; ma non conoscete il suo amore”.

PAROLA DI DIO: Ger 15,10.16-21; Sal 58; Mt 13,44-46

 

VANGELO Mt 13, 44-46

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra". Parola del Signore

 

L'UOMO TROVATO IL TESORO NEI CAMPO, VA, PIENO DI GIOIA, VENDE TUTTI I SUOI AVERI E COMPRA QUEL CAMPO.

Questa parabola, come quella seguente della perla preziosa per cui vale la pena di vendere tutti gli averi indicano certamente l'importanza assoluta che il Regno di Dio deve avere. Per questo regno si può perdere tutto, ci insegna la vita di tanti santi che hanno lasciato ogni cosa pur di seguire Gesù, e la vita dei martiri che hanno donato anche il proprio corpo pur di essere fedeli al Signore. Ma le parole di questa parabola che colpiscono maggiormente sono quelle due: "pieno di gioia". Trovare un tesoro, vincere un premio, può riempire di gioia, ma può esserci altrettanta gioia nel vendere tutto? Il Vangelo ci dice di sì: il Regno di Dio, il suo amore sono talmente forti, affascinanti, totalmente appaganti che non c'è bisogno di altro! Mi chiedo: "E' proprio così anche per me?".

 

 

GIOVEDI' 28 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Innocenzo I, Papa; Santa Serena.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTAMI, SIGNORE, A FARE BENE LA MIA PARTE.

 

HANNO DETTO: Pretendere che la preghiera sia inutile è lo stesso che affermare che si può arrivare in qualsiasi posto senza camminare. (San Tommaso d'Aquino)

SAGGEZZA POPOLARE:  Se le finestre della casa sono molte, diminuisce la tranquillità ma aumenta la sua luce.

UN ANEDDOTO: Quando S. Teresa del Bambino Gesù era già ammalata gravemente, si trascinava con grande sforzo in Chiesa per ricevere Gesù. Una mattina, dopo la S. Comunione, fu trovata nella sua cella, esausta, sfinita. Una delle suore le fece osservare di non doversi sforzare tanto. La Santa rispose: “Oh, che cosa sono queste sofferenze di fronte a una Comunione?”. E il suo dolce lamento per non poter fare la Comunione quotidiana (non permessa ai suoi tempi) si risolse nell’invocazione ardente a Gesù: “Restate in me come nel Tabernacolo, non allontanatevi mai dalla vostra piccola ostia”.

PAROLA DI DIO: Ger 18,1-6; Sal 145; Mt 13,47-53

 

VANGELO Mt 13, 47-53

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì". Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche". Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Parola del Signore

 

“VERRANNO GLI ANGELI E SEPARERANNO I CATTIVI DAI BUONI”.

Il compito della chiesa è la missione, raffigurata mediante la pesca, affidata alla responsabilità dei discepoli (cfr Mt 4,19), ma l’incarico della cernita, immagine della separazione dei malvagi dai buoni, è affidata agli angeli (cfr Mt 13,41). Contro ogni tendenza integralista, che sogna una comunità credente di separati e di puri, Gesù annuncia che il tempo presente è l’ambito della tolleranza e della pazienza senza tendenze discriminatorie. Dunque compito della chiesa è la missione, non il giudizio. Come il compito del cristiano è quello di seminare e non raccogliere. Quante volte ho visto cristiani scoraggiati davanti all’esiguità dei risoltati del loro apostolato: non spaventiamoci, mettiamocela tutta e poi lasciamo agli “angeli” (leggi: la misericordia di Dio) a fare il resto.

 

 

VENERDI' 29 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marta; Sant’Ademaro; San Guglielmo Pinchon.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RENDIMI ACCOGLIENTE.

 

HANNO DETTO: Quello che tu puoi fare è solo una goccia nell'oceano,ma è ciò che da significato alla tua vita. (Albert Schweitzer)

SAGGEZZA POPOLARE: L'amore vede ciò che è invisibile.

UN ANEDDOTO: Dei malviventi hanno detto ad un figlio: "Ti faremo ricco e potente; vai da tua madre, uccidila e portaci il suo cuore". Il figlio va, uccide la madre, le strappa il cuore e torna indietro. Lungo il cammino il figlio cade rovinosamente. Il cuore della madre gli dice: "Ti sei fatto male, figlio mio?"

Ecco una mamma!

PAROLA DI DIO: 1Gv 4,7-16; Sal 33; Gv 11,19-27 opp. Lc 10,38-42

 

VANGELO Lc 10, 38-42

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta". Parola del Signore

 

“GESU’ ENTRO’ IN UN VILLAGGIO E UNA DONNA DI NOME MARTA LO ACCOLSE NELLA SUA CASA”.

Come mi piacerebbe accogliere Gesù come queste due sorelle, Marta e Maria. Qualche volta, specialmente quando non c’è la fretta di concludere la Messa con l’ultima preghiera e la benedizione ho cercato di rendere la mia anima come quella casa di Betania: mi auguro che Gesù si trovi bene in casa mia, cerco di comportarmi come Maria per accogliere Gesù e ascoltare la sua parola, cerco di fare come Marta che desidera che il suo ospite si trovi bene e che tutte le sue esigenze siano amorevolmente curate e un bel giorno mi e sembrato quasi di sentire il Signore che mi diceva: “Grazie per l’accoglienza, grazie per la stima che hai della Eucaristia ma la tua casa è anche e sempre Betania per tutte le altre volte del giorno che la visito?” Ed ho pensato alle altre tante comunioni non eucaristiche ma altrettanto reali che ogni giorno mi da di fare. Gesù mi visita con i miei familiari. Sono talmente abituato alla loro presenza che spesso non ci faccio neppur più caso, sono quelli che mi danno maggiormente ma spesso sono anche coloro che, proprio perché mi conoscono e mi amano devono sopportare tutte le mie bizze, i miei umori e spesso non ricevono neanche un grazie. Gesù mi visita sul lavoro, ma lì spesso le persone si confondono con il loro ruolo, i clienti sono solo possibili affari, gli altri diventano concorrenti. Gesù mi visita con il telefono che suona sempre alle ore più inopportune e che spesso mi manda in bestia anche se per opportunità cerco di dire: “Non mi disturba affatto”. Gesù mi visita con il giornale e con la televisione, ma anche lì spesso sono solo storie più o meno lontane che mi toccano per un minuto e poi passano. Gesù mi visita con i conoscenti e gli amici (ma amici fino a quando? Fino a quando io la penso come loro o loro la pensano come me?) Gesù mi visita con chi ha bisogno (ma posso io sempre essere disponibile con tutti?… e poi gli altri sono disponibili con me?) Quante occasioni di essere Betania, di essere Marta, Maria e Lazzaro che in modi diversi ma amorosi sanno accogliere colui che in mille modi bussa alla mia porta per portare se stesso e i suoi doni!

 

 

SABATO 30 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo;Santa Donatella, martire; San Capreolo.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, O DIO, CI BRUCIA DENTRO.

 

HANNO DETTO: Più si ama qualcuno e più si teme di offenderlo e d'essere privato della sua presenza. (San Tommaso d'Aquino)

SAGGEZZA POPOLARE: Facile è sognare tutte le notti. Difficile è lottare per un sogno.

UN ANEDDOTO: Racconta Suor Germana una missionaria del Madagascar: Ho visto una mamma che cercava di preparare il suo "posto per vendere". Aveva con sé 5 bimbi!

Ho trovato nella mia borsa 4 caramelle e ho detto alla mamma che mi spiaceva, ma non ne avevo per tutti!

Lei mi ha risposto che non era importante e che era felice lo stesso. Ho dato le caramelle ai quattro più grandi, al piccolo, ho pensato che non era grave se non ne davo!

Il più grande ha ringraziato, ha tolto la carta, con i dentini ha rotto la caramella e ne ha dato metà al fratellino più piccolo!

PAROLA DI DIO: Ger 26,11-16.24; Sal 68; Mt 14,1-12

 

VANGELO Mt 14, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui". Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!". Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta. Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista". Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù. Parola del Signore

 

"IL POPOLO LO CONSIDERAVA UN PROFETA" .

Ci sono ancora profeti, oggi? E, se ci sono, dove cercarli?

Grazie al cielo la profezia non è finita perché non è finito lo Spirito Santo. Nonostante le religioni e le chiese, la fede non è stata imbrigliata negli stolidi schemi di uomini che vogliono definire e classificare. Ancora oggi c'è tanta gente che si lascia guidare dallo Spirito per gustare la novità del Vangelo e per annunciarla con forza. Ma dove trovarli?

Anche qui non facciamoci schemi. E' vero che spesso amano frequentare i deserti, ma non sempre li trovi lì. Anzi, bisogna fare attenzione perché, leggendo il Vangelo scopriamo che il deserto è frequentato spesso da un altro personaggio, il diavolo. E' vero che spesso le persone più libere le trovi in monasteri, ma attenzione che in essi, cattolici o meno che siano, spesso trovi maestri saccenti e pieni di sé. Allora i profeti saranno là dove si lotta per la liberazione dell'uomo, sulle barricate contro i prepotenti?

Lì, spesso, c'è qualche profeta coraggioso, ma qualche volta è solo un politicante in cerca di successo e di potere. Allora i profeti saranno quelli che se la prendono con le chiese e con le gerarchie? Può darsi, anche questo è un loro specifico compito, ma attenzione che certe prese di posizione possono essere anche una moda o l'avere il dente avvelenato per certe cose subite. Il profeta è uno che si lascia fare da Dio. Magari non vorrebbe neanche esserlo profeta (invece di "Manda me!" direbbe volentieri: "Manda un altro!"). E' uno che sa benissimo di dire cose più grandi di sé, di avere un messaggio che lo supera.. E' uno che non parla di sé, parla di Dio, anzi, parla a nome di Dio. E' uno che non ha peli sulla lingua, non guarda in faccia nessuno, non ama le diplomazie, non fa calcoli per vedere se dire o non dire una parola. E' uno che sa tacere ma per far testimoniare la sua vita. E' uno che dà fastidio, è scomodo e quindi trova opposizione, ma più cercano di farlo tacere, più la sua voce risorge scomoda e accusatrice. Diciamocelo chiaramente: Ma vogliamo poi proprio ancora cercarlo un profeta?.. o.. forse,… non è meglio…

 

 

DOMENICA 31 LUGLIO: 18^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Loyola;San Fabio; San Giustino de Jacobis.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, TUTTO E' GRATIS.

 

HANNO DETTO: Vicino ad un uomo che soffre, dovrebbe esserci sempre un uomo che ama. (San Giovanni Paolo II)

SAGGEZZA POPOLARE: Nessuno ha tanto bisogno di un sorriso quanto colui che non lo sa più donare.

UN ANEDDOTO: "Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?".

Quando due persone sono arrabbiate, i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono, tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate?

Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E, quando l'amore è più intenso, non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano!.

PAROLA DI DIO: Qo 1,2; 2,21-23; Sal 89; Col 3,1-5.9-11; Lc 12,13-21

 

VANGELO Lc 12, 13-21

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: “Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità”. Ma egli rispose: “O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?”. E disse loro:“Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni”. Disse poi una parabola: “La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio”. Parola del Signore

 

“ANCHE SE UNO È NELL’ABBONDANZA, LA SUA VITA NON DIPENDE DAI SUOI BENI”.

Quanti calcoli, quante preoccupazioni, sacrifici, rinunce per avere “una vita serena”!

“Lavorerò ancora per vent’anni, farò sacrifici, il tasso di interesse.., a 65 anni sarò sereno.., farò tutto quello che non ho fatto prima”. Essere previdenti non è sbagliato, ma sei sicuro di arrivare a quell’età e del come ci arriverai? E poi, dove è il negozio che vende la serenità? Nelle banche ci sono tanti sportelli per ricevere e per dare, ma nessuno ha quella scritta sopra. Nella banca di Dio c’è un solo sportello per dare e ricevere con scritto sopra “AMORE”. Lì contano in un modo strano: chi perde guadagna, chi tiene perde, le divisioni diventano moltiplicazioni, soprattutto, se hai fiducia nel “banchiere”, sei sicuro di non andare mai in rosso.

     
     
 

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