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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

GIUGNO  2016

 

MERCOLEDI' 1 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Giustino; San Caprasio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO DELLA VITA, NOI VIVIAMO IN TE

 

HANNO DETTO: Gran parte dei difetti dei fratelli sono nella retina del nostro occhio. (Iginio Giordani)

SAGGEZZA POPOLARE: A chi non fatica, il tempo produce ortica

UN ANEDDOTO: Uno scolaro domandò a Rabbi Shmelke: «Ci è comandato di amare il nostro prossimo come noi stessi. Come posso farlo se egli mi ha fatto un torto?».

Il Rabbi rispose: «Devi comprendere queste parole nel loro giusto significato, che è: ama il prossimo tuo come qualcosa che tu stesso sei. Tutte le anime infatti sono una cosa sola; e ognuna è una scintilla dell'anima originale, che è insita in tutte le anime allo stesso modo come la tua anima è compenetrata in tutte le tue membra. Può accadere che la tua mano si sbagli e ti colpisca. Ma prenderai tu forse allora un bastone e la castigherai per la sua mancanza di comprensione, accrescendo così il tuo dolore? Lo stesso si applica al tuo prossimo, che con te forma un'anima sola: se egli, per ignoranza, ti fa un torto e tu lo punisci, non fai che colpire te stesso». Ma quello insisteva: «Ma se vedo che un uomo è malvagio al cospetto di Dio, come potrò amarlo?».

Gli rispose il Rabbi: «Ignori forse che l'anima primordiale scaturì dall'essenza di Dio e che l'anima di ogni uomo è una parte di lui? E non avrai allora pietà di quell'uomo, vedendo che una delle sue scintille si è smarrita ed è quasi spenta?».

PAROLA DI DIO: 2Tm 1,1-3.6-12; Sal 122; Mc 12,18-27

 

VANGELO Mc 12, 18-27

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero a Gesù dei sadducei, i quali dicono che non c'è risurrezione, e lo interrogarono dicendo: "Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che se muore il fratello di uno e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la moglie per dare discendenti al fratello. C'erano sette fratelli: il primo prese moglie e morì senza lasciare discendenza; allora la prese il secondo, ma morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Infine, dopo tutti, morì anche la donna. Nella risurrezione, quando risorgeranno, a chi di loro apparterrà la donna? Poiché in sette l'hanno avuta come moglie". Rispose loro Gesù: "Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio? Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. A riguardo poi dei morti che devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe? Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande errore". Parola del Signore

 

“DIO NON E’ DIO DEI MORTI, MA DEI VIVENTI”.

Tutte le parole del Vangelo rispondono a domande e bisogni profondi dell’uomo, ma questa, sulla risurrezione e la vita eterna, forse più di tutte le altre. Nessuno, credo, neppure l’ateo, dinanzi alla perdita di una persona cara, può evitare di porsi la domanda: “E’davvero tutto finito, o c’è qualcosa dopo la morte?”. La risposta di Gesù è questa: Se esiste Dio, esiste anche la vita nell’oltretomba. Una cosa non può stare senza l’altra. Sarebbe assurdo chiamare Dio “Dio dei viventi”, se alla fine si ritrovasse a regnare su un immenso cimitero di morti. Ma credere nel Dio dei vivi non è pensarlo così solo per l’eternità futura è crederlo oggi. Credo nel Dio dei vivi se per me la fede è ricerca, non stanca abitudine; doloroso e irrequieto desiderio, non noioso dovere; slancio e preghiera, non rito e superstizione. Credo in un Dio vivo se accolgo la Parola (viva!) che mi sconquassa, m’interroga, mi dona risposte. Credo nel Dio dei vivi se ascolto quanti mi parlano (bene) di lui, quanti per lui amano. Un sacco di gente crede al Dio dei vivi e lavora e soffre perché tutti abbiano vita, ovunque siano, chiunque essi siano. Schiere di testimoni stanno dietro e avanti a noi. Sono vivo se non mi lascio ingannare dalle sirene che mi promettono ogni felicità se possiedo, appaio, recito, produco, guadagno, seduco, eccetera; se so perdonare, se so cercare, se ho capito che questa vita ha un trucco da scoprire, un “di più” nascosto nelle pieghe della storia, della mia storia.

 

 

GIOVEDI' 2 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Marcellino e Pietro; Sant’ Adalgiso.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SIGNORE TI FIDI DI ME. FA' CHE NON TI DELUDA.

 

HANNO DETTO: Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto. (G. K. Chesterton)

SAGGEZZA POPOLARE:  Il carbone se ne ride della cenere; ma non sa che l'attende la stessa sorte. (Prov. Della Tanzania)

Un aneddoto: Racconta un' antica leggenda: Tra i pastori che accorsero alla grotta di Betlemme, c'erano anche Adamo ed Eva: avevano desiderato tanto il Salvatore! Umili s'inginocchiarono fuori della grotta. Di tanto in tanto guardavano i doni sinceri che i pastori deponevano davanti al neonato Signore. Che dono gradito avrebbero essi potuto offrire a Gesù Bambino? Si guardarono in faccia e, quando ci fu un po' di quiete, si alzarono e si avvicinarono all'Atteso dalle genti. Si prostrarono profanamente, come per invocare la più grande pietà. Quando Maria li invitò ad alzarsi, avevano il pianto negli occhi. Fu allora che Adamo si fece coraggio: estrasse dalla sua bisaccia un frutto bellissimo già morsicato: il frutto del bene e del male colto nel paradiso perduto.  Così pregò Adamo: "Signore, perdona: non abbiamo altro da offrirti che il nostro peccato!"

Fu Maria che prese dalle mani di Adamo quel dono e lo depose ai piedi del Figlio. Quando Maria accompagnò Adamo ed Eva sulla soglia, erano uomini nuovi.

PAROLA DI DIO: 2Tm 2,8-15; Sal 24; Mc 12,28b-34

 

VANGELO Mc 12, 28-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: "Qual è il primo di tutti i comandamenti?". Gesù rispose: "Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi". Allora lo scriba gli disse: "Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici". Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: "Non sei lontano dal regno di Dio". E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore

 

“NON SEI LONTANO DAL REGNO DI DIO”.

Guardiamo la realtà. Ogni occasione è buona per litigare, per dividerci, per combatterci. In famiglia, nel palazzo, nell’ambiente di lavoro, nella cerchia stessa degli amici, persino nei nostri gruppi parrocchiali e nelle associazioni, quanta litigiosità, quante lotte sotterranee, quanta invidia, quante gelosie, quanti arrivismi, quanti sgambetti, quanto rancore e odio, e, quando va bene, quanta indifferenza. Noi siamo mandati da Gesù a bonificare la realtà, a liberarla da questa erbaccia. Siamo mandati a portare “amore dove c’è odio, perdono dove c’è offesa, unione dove c’è discordia”. Se non facciamo questo, non siamo discepoli di Gesù, siamo allo stesso livello degli scribi e dei farisei, quelli che Gesù tacciava pubblicamente come ipocriti. E bello sentire l’esser discepoli di Gesù in positivo, come operai impegnati sempre e dappertutto a bonificare la realtà dall’erbaccia della indifferenza, della litigiosità, della cattiveria, dell’odio. È così che siamo luce

 

 

VENERDI' 3 GIUGNO: SACRATISSIMO CUORE DI GESU'

Tra i santi ricordati oggi: Carlo Lwanga e compagni, martiri dell’Uganda. S. Giovanni XXIII

Una scheggia di preghiera:

 

SEI IL MIO PASTORE, NULLA MI MANCHERA'

 

HANNO DETTO: I santi, non tutti hanno cominciato bene, ma tutti hanno finito bene. (Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Il fiume si ingrossa a causa dei piccoli ruscelli. (Prov del Congo)

UN ANEDDOTO: In un certo luogo di questo mondo abitava un gatto era il terrore di tutti i topi dei paraggi. Non li lasciava vivere in pace neppure un istante. Li inseguiva di giorno e di di notte e così i poveri animaletti non potevano godere un momento di pace. Il gatto era molto astuto e i topi, sapendo di non poterlo ingannare, decisero di tenere consiglio. Si salutarono cordialmente, perché il pericolo rende la gente più amabile, e poi diedero inizio all'assemblea. Dopo lunghe ore di discussione senza concludere nulla, un sorcio si alzò e chiese silenzio. Tutti zittirono, perché erano desiderosi di ascoltare le parole di colui che si era alzato in piedi: chissà, forse aveva la soluzione del problema. La cosa migliore sarebbe appendere un sonaglio al collo del gatto; così, tutte le volte che si avvicina, paremmo accorgercene in tempo e scappare!

I topi si entusiasmarono dell'idea e fecero salti di gioia e corsero ad abbracciare quel sorcio che aveva suggerito la soluzione, come se fosse un eroe. Ma, allorché si furono calmati, il sorcio chiese di nuovo silenzio e disse solennemente:-  E chi appenderà il sonaglio al collo del gatto?

All'udire queste parole, i topi si guardarono l'un l'altro imbarazzati e cominciarono a presentare scuse e a tirarsi fuori, uno alla volta. In breve marciarono tutti verso casa senza avere concluso nulla. Perché è molto facile proporre soluzioni; il difficile è assumersi la responsabilità e metterle in pratica, farsi avanti per eseguire un'azione concreta che trasformi in realtà le soluzioni proposte.

PAROLA DI DIO: Ez. 34,11-16; Sal. 22; Rom. 5,5-11; Lc. 15,3-7

 

VANGELO Lc 15, 3-7

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola: "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. Parola del Signore

 

“CI SARÀ PIÙ GIOIA IN CIELO PER UN PECCATORE CONVERTITO, CHE PER NOVANTANOVE GIUSTI CHE NON HANNO BISOGNO DI CONVERSIONE”.

La grandezza del cuore di Gesù è dimostrata da questa affermazione. E’ venuto per dare la sua vita, per salvare ciò che era perduto. Il nostro Dio non è un Dio che cerca con gusto i peccatori per dimostrare nei loro confronti la sua giustizia punitiva. E’ invece il Dio che “si fa in quattro” per riportare a casa chi è scappato, chi ha “a cuore”, o meglio “nel cuore”: il peccatore. Ecco il senso della festa odierna: non tanto la festa sentimentale del “cuore”, neanche la festa del mistico contemplativo, quanto la festa di un “cuore ferito dall’amore dell’uomo”, di un cuore che dà tutto, compresa la vita, pur di conquistare l’uomo; il cuore di un pastore, come ci suggerisce il vangelo, che va alla ricerca della pecorella smarrita e che gioisce nell’averne cura e nel mettersela in spalla per riportarla a casa.

 

 

SABATO 4 GIUGNO: CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Caracciolo.

Una scheggia di preghiera:

 

SACRO CUORE DI MARIA, SIATE LA SALVEZZA DELL'ANIMA MIA.

 

HANNO DETTO: 

La croce è il più terribile "no" al peccato e il più amoroso "sì" al peccatore. (Raniero Cantalamessa)

SAGGEZZA POPOLARE: Il sole non dimentica alcun villaggio. (Prov del Gabon)

UN ANEDDOTO: Rabbi Mendel soleva lamentarsi: "Fino a che non c'erano ancora le strade maestre, la notte bisognava interrompere il viaggio. E allora nella locanda si dicevano in pace salmi, si apriva un libro e si ragionava tra ebrei. Ora si viaggia sulla strada maestra notte e giorno, e non vi è più pace".

PAROLA DI DIO: Is. 61,9-11; Sal. Dal Cantico 1Sam. 2,1.4-8; Lc. 2,41-51

 

VANGELO Lc. 2,41-51

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. Parola del Signore

 

“AL VEDERE GESU’ RESTARONO STUPITI E SUA MADRE GLI DISSE: FIGLIO PERCHÈ CI HAI FATTO COSÌ? ECCO, TUO PADRE ED IO, ANGOSCIATI, TI CERCAVAMO”.

Maria si trova in imbarazzo e non sa bene quale sia la strada giusta. Come madre ha sentito l’angoscia di aver perso suo figlio. Lo ha ricercato per tre giorni. Si sente rispondere in questo modo che umanamente potremmo quasi dire “impertinente”. Che cosa fare? Quante volte ho sentito genitori rivolgere questa domanda: “Nostro figlio si droga... Abbiamo provato in tutte le maniere ad aiutarlo. Abbiamo sentito psicologi, comunità terapeutiche: chi ci ha suggerito di seguirlo, di amarlo ancora di più, di capire la sua difficoltà a venirne fuori, di aver pazienza; chi invece ci ha detto di minacciarlo, di diffidarlo, di chiudere la porta di casa finché non dimostri di aver cambiato... Che cosa fare?” La risposta giusta non sempre c’è. Maria ha amato, come madre (cercando Gesù e riportandolo a casa) e come donna di fede (credendo in suo Figlio e conservando tutte queste cose in sé, meditandole). Quando rimane il buio di una scelta penso che la cosa più importante dopo essersi informati, aver chiesto aiuto, sia lasciare che il cuore e l’amore guidino le nostre scelte, continuando a meditarle e disposti sempre a cambiarle quando la luce che chiediamo arriverà.

 

 

DOMENICA 5 GIUGNO: 10^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: San Bonifacio, Vescovo e Martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONACI UN CUORE CAPACE DI AMARE.

 

HANNO DETTO: Come uno che vorrebbe mietere avendo seminato nel mare, è colui che prega tenendo chiuso il cuore alla misericordia. (Isacco di Ninive)

SAGGEZZA POPOLARE: Indossare un abito rammendato è meglio che essere nudi. (Prov. Del Senegal)

UN ANEDDOTO: Il maestro raduna i suoi discepoli e domanda loro: "Da dove prende avvio la preghiera?". Il primo risponde: "Dal bisogno". Il secondo risponde: "Dall'esultanza. Quando esulta l'animo sfugge all'angusto guscio delle mie paure e preoccupazioni e si leva in alto verso Dio". Il terzo: "Dal silenzio. Quando tutto in me si è fatto silenzio, allora Dio può parlare". Il maestro risponde: "Avete risposto tutti esattamente. Tuttavia, v'è ancora un momento da cui prende avvio e che precede quelli da voi indicati. La preghiera inizia in Dio stesso. E' Lui ad iniziarla, non noi".

Parola di Dio: 1Re 17,17-24; Sal 29; Gal 1,11-19; Lc 7,11-17

 

VANGELO Lc 7, 11-17

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: “Non piangere!”. E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: “Giovinetto, dico a te, alzati!”. Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: “Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo”. La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione. Parola del Signore

 

"VEDENDOLA, IL SIGNORE NE EBBE COMPASSIONE”

Il vero, grande miracolo è la "compassione" del Signore con il suo fermarsi dinanzi alle lacrime di una madre a cui la morte ha strappato il figlio. Il mondo moderno, è duro, funzionale, sostanzialmente distratto e indifferente, In una società arida, sbadata, gli uomini sono solitari, distanti ed estranei. Ci si sente più lontani, estranei, soli nel caos del traffico cittadino che nel mezzo di una foresta o sulle dune del Sahara. L'uomo ha abolito praticamente le distanze spaziali, ma si sono scavate distanze abissali tra i cuori (solitudine, anonimato, estraneità). Non ci sì accorge di chi soffre. In questo aspetto agghiacciante di disumanizzazione della nostra civiltà, si inserisce la sfida e quindi l'attualità della misericordia.

Misericordia vuol dire "prendersi a cuore le miserie". Impossessarsi della sofferenza altrui. Essere complici del dolore del fratello. Il sofferente, il vecchio, il povero, il malato, lo sbandato, ha bisogno e diritto di trovarsi accanto un cristiano equipaggiato di "umanità". Un cristiano dotato di sensibilità, di attenzione, di rispetto, che gli comunica la "buona notizia" che Dio non è lontano, insensibile, impassibile: ma è un Dio che si occupa di lui, che gli vuole bene. Essere cristiani, oggi, significa avere non soltanto il coraggio della propria fede ma anche il coraggio del proprio cuore.

 

 

LUNEDI' 6 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Norberto; Sant’Alessandro da Fiesole; Sant’Artemio.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE MI VUOI FELICE.

 

HANNO DETTO: La vera preghiera non è quando Dio sta ad ascoltare ciò che noi gli domandiamo; ma quando l'orante continua a pregare fino a che sia egli colui che ascolta: che ascolta ciò che Dio vuole. (S. Kierkegaard)

SAGGEZZA POPOLARE: La farfalla non conta gli anni, ma gli istanti: per questo il suo breve tempo le basta. (Prov. del Senegal)

UN ANEDDOTO: Rabbi Bunam disse ai suoi chassidim: "La grande colpa dell'uomo non sono i peccati che commette: la tentazione è potente e la forza dell'uomo è poca! La grande colpa dell'uomo è che in ogni momento potrebbe convertirsi e non lo fa".

PAROLA DI DIO: 1Re 17,1-6; Sal 120; Mt 5,1-12a

 

VANGELO Mt 5, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi ". Parola del Signore

 

“BEATI..”

Felicità, tutti la cercano. Chi la cerca in cose lontane, chi la intravede in benefici materiali, chi pensa di trovarla nel possesso, chi la dice impossibile...

Gesù parla di felicità, beatitudine ma in un modo sconcertante. Si può essere beati quando si è nella povertà, nella sofferenza, in un mondo ingiusto, nel pericolo, in guerra? Eppure Gesù è il più realista di tutti perché sempre e ovunque, nella vita ci sono queste cose che sembrano impedire la felicità. E allora è come se Gesù ci dicesse: non c’è felicità piena nella ricchezza, nello star bene e comodi, nel non incontrare difficoltà. C’è invece felicità vera e profonda se entrando con semplicità in te stesso, scopri che la felicità è Dio e solo da Dio e in Lui la ottieni. Le beatitudini sono la felicità non come noi la vogliamo e la organizziamo, ma come Dio la desidera per noi.

 

 

MARTEDI' 7 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Giannelli, Sant’Alderico.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE,DAMMI GUSTO E RENDIMI GUSTOSO.

 

HANNO DETTO: Un'ora di pazienza vale più di molti giorni di digiuno. (Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: In visita dagli altri, apri gli occhi, non la bocca. (Prov. del Congo)

UN ANEDDOTO: I figli di un contadino erano perennemente in disaccordo tra loro e il padre, nonostante i continui ammonimenti, non riusciva a convincerli con le sue parole a cambiare atteggiamento. Si rese conto perciò che doveva raggiungere lo scopo con un esempio concreto e ordinò ai ragazzi di portagli un fascio di verghe. Quelli obbedirono. In un primo momento il contadino consegnò loro le verghe riunite insieme e chiese che le spezzassero, ma i figli, pur mettendocela tutta, non furono in grado di farlo. Allora il padre sciolse il fascio e diede loro una a una: così non incontrarono nessuna difficoltà a romperle. "Anche voi, figli miei" concluse il contadino, "se sarete uniti non potrete essere vinti dai vostri nemici, ma diventerete per loro una facile preda se sarete in disaccordo."

PAROLA DI DIO: 1Re 17,7-16; Sal 4; Mt 5,13-16

 

VANGELO Mt 5, 13-16

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli". Parola del Signore

 

“VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA; MA SE IL SALE PERDESSE IL SAPORE, CON CHE COSA LO SI POTRA’ RENDERE SALATO?”.

Gesù non ci invita ad essere sale e luce ma ci dice chiaramente che il cristiano è luce e sale del mondo. Il sale era utile specialmente come conservante: una necessità vitale in paesi torridi come Israele, era usato perché la carne e il pesce non marcissero. Quando dunque Gesù ci dice di essere “il sale della terra” intende dire che noi dobbiamo fungere da conservante di tutto ciò che vi è di buono in questo mondo. Il cristiano deve essere una persona che rende difficile al prossimo essere malvagio e rende facile fare il bene. Ma il sale ha anche un’altra proprietà: dà gusto. Come sale noi cristiani dovremmo offrire un miglioramento della qualità della vita. Benché non possediamo la soluzione a tutte le difficoltà della vita, dovremmo essere in grado di portare pace e speranza a chi è disperato, e mostrare con il nostro modo di essere l’attrattiva di Dio, attraverso la compassione, il sorriso e l’apprezzamento di tutto quello che Dio ci ha dato. Il sale poi va dosato bene. Troppo sale rende immangiabile il cibo. Il cristiano deve essere uno che non esagera, uno che offre se stesso e la sua fede testimoniata nella speranza e nell’amore, mai uno che impone o si propone come modello unico di salvezza. Le parole di Gesù a proposito del sale poi, contengono anche un altro avvertimento. Se il sale perde le sue caratteristiche uniche, allora è del tutto inutile e sarà gettato via. Gesù intende dire che coloro che non utilizzano i doni che Dio ha dato loro, diventano inutili a se stessi, agli altri e anche a Dio.

 

 

MERCOLEDI' 8 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Amelia; Santa Calliope.

Una scheggia di preghiera:

 

DONAMI SIGNORE LA CONVERSIONE INTERIORE

 

HANNO DETTO: Nessuno che aspiri veramente alla preghiera e s'abbandoni all'ira o a rancore e risentimenti, è esente da pazzia. Assomiglia infatti a uno che, volendo aguzzare la vista, anzitutto si offusca gli occhi. (Evagrio Pontico)

SAGGEZZA POPOLARE: La persona che ha viaggiato poco pensa che la cucina della mamma sia l'unica vera al mondo. (Prov. dell'Uganda)

UN ANEDDOTO: A Berna, un'anziana signora ultra-ottantenne, essendo rimasta sola e non avendo voglia di cucinare solo per se stessa, si reca tutti i giorni a pranzare alla Migros, una catena di ristoranti self-service. Quel giorno decide di mangiare un bel minestrone di verdura. Prende un vassoio, riempie il piatto di minestrone, va alla cassa a pagare e prende posto ad un tavolo vuoto. Si siede, ma al momento di mangiare si accorge di non aver preso un cucchiaio per mangiare il minestrone. Si alza, va alla cassa dove ci sono le posate, prende un cucchiaio e ritorna al suo tavolo, ma... lì seduto c'è un ragazzo africano che sta mangiando il suo minestrone! Sul momento la signora s'indigna e vorrebbe andare dal ragazzo a dirgli di tutto, ma poi pensa che, certamente, quell'emigrato l'ha fatto per fame e, passata la rabbia, decide di sedersi davanti al ragazzo e, senza dirgli nulla, incomincia a mangiare anche lei il minestrone. Il ragazzo africano la guarda stupito, ma lei gli sorride, lui le sorride e continuano a mangiare il minestrone: un cucchiaio lei, un cucchiaio lui. Finito il minestrone il ragazzo si alza, va al banco dei primi piatti, prende un piatto di fettuccine alla bolognese, prende due forchette e torna al tavolo. Dà una forchetta alla vecchia signora, si siede davanti a lei e incominciano a mangiare le fettuccine, sorridendo: una forchettata lei, una forchettata lui... Terminate le fettuccine il ragazzo africano si alza, fa un sorriso alla signora e se ne va. La signora, contenta per aver fatto un'opera buona, si gira sorridendo, per salutarlo e... ad un tavolo vicino, dietro di lei, vede un vassoio con sopra un piatto di minestrone... Il suo piatto!

Forse alla fine la signora avrà riflettuto: chi veramente ha fatto un dono... e... a chi?

PAROLA DI DIO: 1Re 18,20-39; Sal 15; Mt 5,17-19

 

VANGELO Mt 5, 17-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà  agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli". Parola del Signore

 

“NON SONO VENUTO AD ABOLIRE, MA A DARE COMPIMENTO”.

In un certo periodo di storia non molto lontana da noi, i giovani, fatte alcune scoperte liberatorie, pensavano che l’unico modo per poterle attuare fosse quello di eliminare tutto quanto era precedente, e, pensate quante volte anche oggi si commette a livello politico, personale, sociale, lo stesso errore! Anche ai tempi di Gesù qualcuno vedeva nelle sue parole solo quelle di un rivoluzionario su cui far leva per far piazza pulita del passato. Gesù dice chiaramente di essere in stretta continuità con il piano di Dio che si è realizzato lungo la storia del popolo ebraico: Dio non va contro se stesso, la legge di Dio è una cosa buona per l’uomo, i cambiamenti non vanno cercati nel buttare all’aria la società, la vera rivoluzione è quella che avviene in noi, nel nostro modo di porci davanti alle strutture. E proprio in questo consiste la perenne novità, la perenne giovinezza del cristiano il quale trova in Cristo la capacità di rinnovarsi ogni giorno, di dare vitalità a norme e tradizioni e di essere estremamente libero, nell’amore, da ogni formalismo legalistico.

 

 

GIOVEDI' 9 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Efrem.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU'. DIFENDIMI DA ME STESSO.

 

HANNO DETTO: La vera scelta non è tra non violenza e violenza ma tra non violenza e non esistenza... Se non riusciremo a vivere come fratelli moriremo tutti come stolti. (Martin Luther King)

SAGGEZZA POPOLARE:  Chi corre sempre, saprà sempre meno cose di colui che resta calmo e riflette.  (prov. Tuareg)

UN ANEDDOTO: Molto tempo fa, un uomo che aveva ricevuto da Dio il dono di dipingere con pennelli e colori le meraviglie che vedeva attorno a sé, pensò che era giusto insegnare la sua arte ad altri giovani così che non morisse con lui. Spiegò ai suoi allievi come usare i pennelli, a diluire i colori per ottenere le sfumature più infinite per rappresentare il creato. Quando, secondo lui, furono pronti, mostrò loro un suo dipinto e li esortò a riprodurlo il più fedelmente possibile, seguendo i suoi insegnamenti concedendo loro una settimana di tempo. Trascorsi i sette giorni ogni allievo si recò da lui con la propria opera. Quale fu la meraviglia del maestro quando vide che ogni riproduzione era simile nei tratti alla sua originale, ma i toni e le sfumature li distinguevano una dall'altra. Deluso e amareggiato li rimproverò per non aver ascoltato i suoi insegnamenti. Prima che gli allievi avessero modo di difendersi, intervenne la sposa del maestro pittore, che aveva assistito a tutto restando fino ad allora in disparte. "Marito mio, tu hai trasmesso a questi giovani il tuo dono, mostrando loro come usarlo, secondo il loro cuore e la loro anima. E sai bene che ogni anima è dono di Dio ed è unica. Come puoi chiedere, anche ad uno solo di loro, di guardare il mondo coi tuoi occhi...tu puoi insegnargli a osservare la natura e la tecnica per riprodurla, ma è con i suoi occhi che egli la vedrà e la esprimerà attraverso la sua anima, unica e ineguagliabile. E ogni opera che uscirà dalle sue mani, grazie al dono che tu gli hai fatto, sarà mirabile e unica, degna di onore e ammirazione. Tu hai donato loro il pennello per dipingere la vita... ma lascia che lo usino secondo il loro cuore e sii sempre e comunque fiero di loro". Fu così che il pittore capì che se facciamo un dono non possiamo ipotecare l'uso che ne verrà fatto.

PAROLA DI DIO: 1Re 18,41-46; Sal 64; Mt 5,20-26

 

VANGELO Mt 5, 20-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!". Parola del Signore

 

“NON USCIRAI DI LÀ FINCHÉ TU NON ABBIA PAGATO FINO ALL'ULTIMO SPICCIOLO!”

Specialmente in questo anno in cui pensiamo alla misericordia di Dio, ci possono fare una certa difficoltà certe apparenti contraddizioni del Vangelo. Dio è misericordia e poi ci sottopone a giudizio se mi adiro con il fratello, se gli dico “stupido” mi fa bruciare nel fuoco eterno, se non trovo un accordo col mio nemico sarò messo in galera fino a che non avrò pagato l'ultimo spicciolo... ma allora Dio è misericordia e perdono o giudice terribile? Dio è misericordia sempre, Lui sa benissimo che quando mi pestano un piede mi vien voglia di tirare un calcio perché mi fa male, sa anche che nel mondo c'è un mucchio di stupidità, sa che accordarci con un nemico spesso significa consegnarci a lui e poi non è Lui a giudicarci e condannarci. Siamo noi che, dopo aver sperimentato la sua misericordia ci lasciamo andare agli istinti, all'egoismo, al giudizio insindacabile e con questo non facciamo che condannarci da soli, già adesso, nella nostra vita perché ci mettiamo in condizione perenne di tensione con gli altri, e anche nella vita eterna perché impediamo a Dio di operare in noi con la sua misericordia.

 

 

VENERDI' 10 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Asterio di Petra.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI SIGNORE UN CUORE PURO.

 

HANNO DETTO: Ogni sofferenza è unica e ogni sofferenza è comune. Bisogna che la seconda verità sia ripetuta quando soffro, e la prima quando vedo gli altri soffrire. (HenryDe Lubac)

SAGGEZZA POPOLARE: Nessuna notte è così lunga da impedire al sole di risorgere.

UN ANEDDOTO: Il padre accompagnò il figlio all'università. Quando vide il piano di studi, scosse la testa in segno di disapprovazione. Ottenuto un incontro con il preside di facoltà, gli domandò: "Mio figlio deve seguire questo programma? Non si può accorciare? Egli vuole cavarsela in fretta!"

Il preside rispose: "Certo, suo figlio può seguire un corso più breve. Tutto dipende da ciò che vuole essere. Quando il Signore vuole far crescere una quercia, ci impiega vent'anni, ma ci mette solo due mesi per far crescere una zucca". Le scorciatoie sono sempre attraenti ma, come la quercia cresce con il tempo, così è anche della mente e del carattere.

PAROLA DI DIO: 1Re 19,9a.11-16; Sal 26; Mt 5,27-32

 

VANGELO Mt 5, 27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gia commesso adulterio con lei nel suo cuore. Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio". Parola del Signore

 

“CHIUNQUE GUARDA UNA DONNA PER DESIDERARLA, HA GIÀ COMMESSO ADULTERIO CON LEI NEL SUO CUORE”.

Può sembrare un insegnamento impossibile quello del vangelo di oggi, e i ricercatori del peccato, su questa frase hanno costruito tutta una morale fatta di limiti e di paure. E pensare che Gesù dice frasi come questa per liberarci dalla paura e dalla schiavitù della legge! Gesù non vuole negare la natura umana. Se ad un bambino goloso di dolci tu metti davanti una bella torta è automatico che gli venga l’acquolina in bocca. Questo non è né male né bene, è fisiologico. Se però tu hai criterio e una scala di valori, allora indirizzerai, magari con fatica, i tuoi istinti verso quei valori. Quando vedo una bella donna o un bell’uomo, non posso non sentire un’attrattiva o un interesse, ma se credo ai valori della famiglia, delle mie scelte, allora saprò indirizzare anche il mio cuore. Se riesco a fare questo, allora nulla mi scandalizzerà più. Se vedo la mia e l’altrui persona non come oggetto di possesso ma come un fratello o una sorella, figli di Dio, amati da Lui, tempio dello Spirito, ecco che nasce in me la forza per superare l’istintuale ed anche la morale non è più: “non devi mangiare la torta”, “devi sacrificarti perché c’è un divieto”, ma diventa: “gioisco per i doni che ho e che Dio ha fatto al mio fratello e alla mia sorella e liberamente e gioiosamente mi costruisco sui veri valori che Dio mi ha dato”.

 

 

SABATO 11 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Barnaba; Sant’Amabile.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI SIGNORE MITEZZA ED UMILTA'

 

HANNO DETTO:

E' meglio essere cristiano senza dirlo che proclamarlo senza esserlo. (Sant'Ignazio di Antiochia)

SAGGEZZA POPOLARE: Non cercare difetti, cerca rimedi.

UN ANEDDOTO: Seneca, filosofo e tutore di Nerone, scrisse: "Ogni notte, quando spengo la lampada e mia moglie, conoscendo la mia usanza, rimane silenziosa, io esamino la giornata. Ripenso a ciò che ho detto e ho fatto, senza nascondermi niente. Se trovo qualcosa di riprovevole, mi dico: "Stavolta ti perdono, ma non farlo più"

PAROLA DI DIO: At 11,21b-26; 13,1-3; Sal 97; Mt 10,7-13

 

VANGELO Mt 10,7-13

Dal Vangelo secondo Matteo

Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Parola del Signore

 

“NON PRENDETE CON VOI NE' SACCA DA VIAGGIO, NE' DUE TUNICHE, NE' SANDALI, NE' BASTONE”.

C'è stato un periodo della mia vita in cui vivendo solo, specialmente di notte avevo paura dell'assalto di qualche malandrino, per cui tenevo a portata di mano una sbarra di ferro: sembrava darmi sicurezza. Fu dopo una triste esperienza in cui riscoprii dentro di me la capacità di diventare violento e dopo aver pensato a questa frase del vangelo che decisi di toglierla di mezzo. Avere per le mani un bastone può essere una grande tentazione. Può venire in mente di non usarlo solo come mezzo di appoggio ma come arma per difendersi e per far sì, con la forza che altri accettino il nostro messaggio. E’ facile,  anche in nome di Gesù, diventare prepotenti, esigere che altri la pensino come noi, non più offrire una proposta ma esigere un’adesione. La fede imposta con la forza, con la coercizione, con ricatti umani o religiosi non libera l’uomo e anche se accettata esternamente prima o poi viene considerata come un peso dal quale liberarci il più presto possibile.

 

 

DOMENICA 12 GIUGNO: 11^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Santa Paola Frassineti; Sant’Onofrio.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' PER IL TUO AMORE DA DIO, PERDONACI!

 

HANNO DETTO: La vita è una prefazione alla morte, la morte è una prefazione all'amore.(M. Delbrel)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando c'è una meta, anche il deserto diventa strada.

UN ANEDDOTO: Gli abitanti dell'antica Cina costruirono ai propri confini la Grande Muraglia, lunga centinaia di chilometri, per impedire alle tribù nomadi di invadere il territorio nazionale. I cinesi si credevano protetti dalla Muraglia, che era costata denaro, tempo, fatica e la vita di molti. Tuttavia, nel giro di pochi anni, i nemici entrarono in Cina ben tre volte. Senza far breccia nella Grande Muraglia e senza abbatterne le porte. Era bastato corrompere le guardie. La debolezza veniva dal di dentro.

PAROLA DI DIO: 2Sam 12,7-10.13; Sal 31; Gal 2,16.19-21; Lc 7,36 - 8,3

 

VANGELO Lc 7, 36 - 8, 3

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice”. Gesù allora gli disse: “Simone, ho una cosa da dirti”. Ed egli: “Maestro, dì pure”. “Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?”. Simone rispose: “Suppongo quello a cui ha condonato di più”. Gli disse Gesù: “Hai giudicato bene”. E volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco”. Poi disse a lei: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”. Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?”. Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; và in pace!”. In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni. Parola del Signore

 

“LE SONO PERDONATI I SUOI MOLTI PECCATI POICHÉ HA MOLTO AMATO”.

Ci sono momenti nella vita in cui la consapevolezza dei nostri peccati sembra abissale nei confronti di Dio. Ci sentiamo talmente lontani da Lui che quasi ci sembra impossibile che la sua misericordia possa raggiungerci. Eppure c'è una strada che permette a Dio di riavvicinarsi a noi ed è la strada dell’amore profondo e sincero. Signore, Dio nostro, nel profumo e nelle lacrime della peccatrice il tuo Figlio ha riconosciuto il segno di un grande amore. Rivelaci la profondità del tuo perdono. Di fronte alla stupenda realtà della tua misericordia saremo allora capaci di portare il peso dei nostri peccati, grazie all'aiuto di Colui che ci ama, Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore.

 

 

LUNEDI' 13 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio da Padova; Sant’Aventino.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TRASFORMA LA NOSTRA RABBIA E IRA IN AMORE.

 

HANNO DETTO: Nella preghiera non si tratta di dire delle parole, ma di lasciarsi afferrare dalla Parola. (Pierre Talec)

SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo che sa ben parlare non vale quello che sa ascoltare con attenzione.

UN ANEDDOTO: Abramo Lincoln passeggiava per una strada di Springfield con i suoi due figli. Piangevano entrambi. Un passante si fermò e domandò: "Qual è il problema con i due ragazzi? " "E' lo stesso che con il resto del mondo ", rispose Lincoln. " Ho tre noci e ognuno ne vuole due ".

PAROLA DI DIO: 1Re 21,1b-16; Sal 5; Mt 5,38-42

 

VANGELO Mt 5, 38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Da a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle". Parola del Signore

 

“SE UNO TI PERCUOTE LA GUANCIA DESTRA, TU PORGIGLI ANCHE L’ALTRA”

Sembra cosa assurda questo insegnamento di Gesù. E’ talmente difficile e assurdo che allora tutti, cominciando dagli esegeti, ci mettono in guardia dal prenderlo alla lettera. Chiediamoci però con serietà: che cosa voleva dirci Gesù? Provo a riassumere alcune cose: prima di tutto Gesù ci dice che il giudizio e l’eventuale castigo non spettano a noi, ma solo a Dio che conosce le motivazioni dei cuori. Altra cosa è che il comandamento della carità va ben oltre quello della semplice giustizia umana (tutti siamo capaci di voler bene a chi ci vuol bene). E poi Gesù è come se ci dicesse: “Pur di non raddoppiare il male già fatto mettendocene anche del tuo, sii disponibile a portare anche un doppio peso del male” Ecco allora il vero senso della tolleranza cristiana, che non è indifferenza o rassegnata e vile passività, ma forza di portare su di sé l’altro col suo fardello di male. Questo non esclude che non si debba cercare di far ragionare l’altro e proprio Gesù si comporta così quando durante la passione uno lo prende a schiaffi: non gli fa seccare la mano ma gli chiede di riflettere. “Perché mi percuoti? Se ho sbagliato dimostramelo”

 

 

MARTEDI' 14 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Martiri Anastasio, Felice e Digna.

Una scheggia di preghiera:

 

PER IMPARARE AD AMARE, INSEGNAMI A GUARDARE A TE, GESU'.

 

HANNO DETTO: Dio non si trova mai al termine dei miei ragionamenti o delle mie costruzioni mentali. Si trova al termine del mio impegno. (Jean Cardonnel)

SAGGEZZA POPOLARE: Un uomo può essere considerato un saggio se ricerca la saggezza, ma se crede di averla trovata è uno sciocco. (Prov. Iraniano)

UN ANEDDOTO: Due monaci coltivavano rose. Il primo si perdeva nella contemplazione della bellezza e del profumo delle sue rose. Il secondo tagliava le rose più belle e le donava ai passanti. "Ma che fai?", lo rimproverava il primo; "come puoi privarti così della gioia e del profumo delle tue rose?".

"Le rose lasciano molto profumo sulle mani di chi le regala!", rispose pacatamente il secondo.

PAROLA DI DIO: 1Re 21,17-29; Sal 50; Mt 5,43-48

 

VANGELO Mt 5, 43-48

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste ". Parola del Signore

 

“AVETE INTESO CHE FU DETTO: AMERAI IL TUO PROSSIMO E ODIERAI IL TUO NEMICO; MA IO VI DICO… ".

Il brano che abbiamo letto oggi è un crescendo: prima Gesù ci dice di non odiare, poi di amare, poi di amare i propri nemici, poi di rifarci nel nostro agire a quello di Dio “che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi sui giusti e sugli ingiusti”, e alla fine arriva il compito più arduo: quello di “essere perfetti come il Padre nostro Celeste”. Logica stringente e scomoda, verità ineccepibile e che pure dimentichiamo: Gesù ci chiede in cosa si distingue la nostra vita da quella degli altri, dai fratelli che non credono. Amare coloro che ci amano, ascoltare i simpatici o chi ci fa i complimenti è la cosa più semplice e istintiva che possiamo fare. Ma l'atteggiamento del discepolo va oltre: cerca ragioni e dialogo, non mette sé al centro, ma l'altro, compatisce le proprie e le altrui debolezze e fragilità; difficile, improponibile se ciò viene vissuto come una specie di eroico sacrificio. Possibile se questo diventa estensione dello stile di vita di Dio in noi. Perciò Gesù ci chiede di imitare il Padre nel suo amare chiunque, nell'aspettare pazientemente che anche il figlio più lontano e ostinato alla fine si converta. Apriamo il cuore alla nuova logica di Dio, oggi, con le persone antipatiche, con chi ci vuole fare le scarpe in ufficio, con dignità e verità sappiamo andare oltre l'istinto, il moto di stizza o di nervosismo; con semplicità e verità vogliamo bene, cioè auguriamo il bene a tutti coloro che incontriamo sul nostro cammino.

 

 

MERCOLEDI' 15 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Germana Cousin.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI. NELLE TUE MANI E' LA MIA VITA.

 

HANNO DETTO: A volte ci rivolgiamo a Dio quando le nostre fondamenta tremano, per poi accorgerci che è Dio stesso a scuoterle. (Jean Monbourquette)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli stupidi e i funghi nascono senza seminarli.

UN ANEDDOTO: Una giovane sposa aveva solo una cosa di cui lamentarsi riguardo al marito. Diceva: "Quando parla con gli altri, mio marito mi loda sempre. Gli amici mi riferiscono costantemente le cose meravigliose che egli dice a mio riguardo. Ma non sono contenta. Perché non dice le stesse cose direttamente a me?"

PAROLA DI DIO: 2Re 2,1.6-14; Sal 30; Mt 6,1-6.16-18

 

VANGELO Mt 6, 1-6. 16-18

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà". Parola del Signore

 

“E IL PADRE TUO CHE VEDE NEL SEGRETO TI RICOMPENSERA'”. (Mt. 6,18)

La pietà giudaica si esprimeva attraverso tre pilastri: la preghiera, l’elemosina, il digiuno. Gesù ne ripropone la pratica, ma invita soprattutto a porre attenzione all’atteggiamento con cui viviamo queste cose, allo sguardo sotto il quale ci collochiamo: davanti agli uomini o nel segreto, sotto lo sguardo di Dio? Se ci mettiamo sotto lo sguardo di Dio, qui sono esclusi gli occhi indiscreti, quelli degli altri, certamente, ma soprattutto i nostri, perché i primi curiosi, preoccupati di valutare il guadagno e i meriti dei nostri atti, siamo proprio noi! Lo sguardo del Padre ci libera dal metro con cui ci valutiamo e ci rende capaci della gratuità autentica. Lui sa giudicare e pesare ciò che facciamo e ciò che siamo: conosce dove si nascondono le tenebre del cuore, ma sa anche far emergere quanto di buono, disinteressato, luminoso ci abita e che i nostri occhi non sanno vedere. Come vede il peccato e il limite, così vede i nostri sforzi e la nostra fatica. Per questo può darci la ‘giusta ricompensa’, quella che neppure noi sappiamo valutare per noi stessi. Sotto lo sguardo del Padre riusciamo a non misurare la quantità dell’amore da donare, la gioia della preghiera come rapporto con Lui che ci apre ai fratelli, e anche il sacrificio e la rinuncia, ma per essere più liberi.

 

 

GIOVEDI' 16 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Aureliano, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE NOSTRO.

 

HANNO DETTO: Dunque, una volta per tutte, ti viene proposto un breve precetto: ama e fa ciò che vuoi. Se tu taci, taci per amore: se tu parli, parla per amore; se tu correggi, correggi per amore; se tu perdoni, perdona per amore. Sia in te la radice dell'amore; e da questa radice non può derivare se non il bene. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Il mezzo più sicuro per rendere fidato un uomo è avere fiducia in lui; il mezzo più sicuro per renderlo infido è dimostrargli la propria diffidenza

UN ANEDDOTO: Giorgio era un ragazzo di dieci anni e rubacchiava. La maestra se ne accorse, ma non lo rimproverò e non disse ai suoi compagni che egli dava cattivo esempio. Gli consegnò invece il suo borsellino e gli chiese il favore di andare a far la spesa, poiché lei era molto occupata. Giorgio andò al supermercato, ritornò con una borsa piena di ogni ben di Dio e restituì il borsellino alla maestra. Il conto era giusto. Non mancava nulla. La maestra aveva dimostrato fiducia nel ragazzo ed egli l'aveva ripagata onestamente.

PAROLA DI DIO: Sir 48,1-14; Sal 96; Mt 6,7-15

 

VANGELO Mt 6, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe". Parola del Signore

 

“PREGANDO NON SPRECATE PAROLE COME I PAGANI VOI PREGATE COSI’: PADRE NOSTRO…”

La preghiera serve soprattutto a noi. Siamo noi che abbiamo bisogno di incontrare un Dio che ci è Padre, siamo noi che abbiamo bisogno di manifestare e rendere presente la nostra confidenza e comunione con Lui, siamo ancora noi che abbiamo bisogno del pane quotidiano cioè del necessario per poter vivere nella sua volontà, siamo ancora noi che necessitiamo del suo perdono e della sua forza per riuscire a nostra volta ad essere persone capaci di perdono, e siamo noi che abbiamo bisogno di Lui per combattere il male che, con le sue tentazioni, sarebbe superiore alle nostre forze se Dio non fosse con noi. E anche il suo Regno che invochiamo è un Regno non come quello che ci immaginiamo, ma il regno di Gesù, regno di amore e di verità di grazia e misericordia, di giustizia e di pace. Ecco allora il senso della nostra preghiera: renderci presenti a Dio e rendere Dio presente a noi. Non c’è dunque bisogno di tante parole: se lo lodiamo non è per renderlo più grande di quello che è ma per renderci conto di chi sia e di quanto grande sia la sua bontà, se gli chiediamo qualcosa non è per comprare i suoi miracoli, ma per fidarci che un Padre buono ci darà quello che è necessario, se gli chiediamo perdono non è per “nascondere il nostro peccato” ma per trovare in Lui la capacità di superarlo. Se avessimo capito queste cose non diremmo più: “Devo dire le preghiera”, ma: “Cerco di vivere in preghiera” perché è proprio nella preghiera vera che trovo Dio e in Lui il senso della mia vita.

 

 

VENERDI' 17 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Avito; Santa Valeriana.

Una scheggia di preghiera:

 

SCRUPOLI E MALINCONIA, FUORI DA CASA MIA.

 

HANNO DETTO: Tutti sanno che la goccia diventa una cosa sola con l'oceano, ma non tutti sanno che l'oceano diventa una cosa sola con la goccia. (Gilbert Elizabeth)

SAGGEZZA POPOLARE: Ad ogni calcio nel sedere si fa un passo avanti.

UN ANEDDOTO: Un giovane si presentò a un sacerdote e gli disse: "Cerco Dio". Il reverendo gli propinò un sermone. Concluso il sermone, il giovane se ne andò triste in cerca del vescovo. "Cerco Dio". Monsignore gli lesse una sua lettera pastorale. Terminata la lettura, il giovane, sempre più triste, si recò dal papa. "Cerco Dio". Sua santità cominciò a riassumergli la sua ultima enciclica, ma il giovane scoppiò in singhiozzi. "Perché piangi?", gli chiese il papa del tutto sconcertato. "Cerco Dio e mi offrono parole." Quella notte il sacerdote, il vescovo e il papa fecero un medesimo sogno. Sognarono che morivano di sete e che qualcuno cercava di dar loro sollievo con un lungo discorso sull'acqua.

PAROLA DI DIO: 2Re 11,1-4.9-18.20; Sal 131; Mt 6,19-23

 

VANGELO Mt 6, 19-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!". Parola del Signore

 

SE IL TUO OCCHIO È CHIARO TUTTO IL TUO CORPO SARA’ NELLA LUCE.

Ho incontrato tanti malati nel mio "mestiere" di prete, ma c'è una malattia subdola, perché difficilmente riconoscibile da chi la subisce, che è tra le peggiori e che è molto difficile da guarire: è la falsa scrupolosità. E' quella malattia piena di interrogativi, di paure, di punizioni incombenti, di inferni strabocchevoli, di male visto ovunque che trasforma quella che è una giusta serietà nel formarsi una coscienza morale in un assillo continuo del peccato. Tutto è male! Quanti peccati ho fatto! Potrà Dio perdonarmi? Il mondo è marcio, brucerà, arriverà la terza, quarta, quinta guerra mondiale. C'è gente che al colmo di questa malattia si dispera e qualche volta addirittura si uccide. Gesù non ci dice di essere incoscienti, di non vedere il male in noi e fuori di noi, ma ci invita all' "occhio chiaro", semplice, fiducioso in Dio e nell'uomo. L'ottimismo non è nemico della religione anzi ne fa parte se Dio è talmente ottimista e fiducioso nell'uomo da credere ancora in lui.

 

 

SABATO 18 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marina; Sant’ Amando da Bordeaux.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', DI TE MI FIDO.

 

HANNO DETTO: Il cristiano, per amare, deve fare come Dio; non aspettare di essere amato, ma amare per primo. (Chiara Lubich)

SAGGEZZA POPOLARE: La verità ha una buona faccia, ma indossa stracci. (prov. Inglese)

UN ANEDDOTO: Il padre di Mardocheo - il futuro celebre rabbi di Lechowitz - si lamentava della pigrizia del figlio nello studio. In città giunse un santo rabbino. Il padre gli condusse Mardocheo perché lo correggesse. Il rabbino, rimasto solo col ragazzo, lo strinse al cuore e se lo tenne a lungo affettuosamente vicino. Quando il padre ritornò, il rabbino gli disse: "Ho fatto a Mardocheo un po' di morale; d'ora in poi la costanza non gli mancherà". Quando ormai adulto e famoso, Mardocheo, raccontava questo episodio, diceva: "Ho imparato allora come si convertono gli uomini".

PAROLA DI DIO: 2Cron 24,17-25; Sal 88; Mt 6,24-34

 

VANGELO Mt 6, 24-34

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: "Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona. Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena". Parola del Signore

 

“PER LA VOSTRA VITA NON AFFANNATEVI DI QUELLO CHE MANGERETE O BERRETE, E NEANCHE PER IL VOSTRO CORPO… A CIASCUN GIORNO BASTA LA SUA PENA”.

Le nostre città d’asfalto e di cemento sono l’immagine più appropriata del nostro cuore egoista. Viviamo in un universo chiuso, soffriamo la solitudine tra i grattacieli, sradichiamo gli alberi, inquiniamo l’aria con gli scarichi delle nostre industrie, formicoliamo nelle metropolitane, corriamo da un supermercato all’altro, con la tristezza di una vita tesa a far presto, a produrre, e a consumare, coi nervi a pezzi e la volontà di rifarci sugli altri alla prima occasione che ci capiti. Gesù ci insegna la strada per vivere sereni, senza stress. E’ la strada della fiducia totale in Dio. Attenzione, questo non significa che non dobbiamo avere le giuste preoccupazioni. A volte non è possibile evitare le preoccupazioni per l’avvenire, per la famiglia, per i figli. Tutto questo fa parte del piano di Dio che ci ha detto di usare bene le nostre mani e i nostri doni, ma quello che un credente vero deve superare è l’affanno. L’inquietudine è un’offesa a Dio. L’ansietà e le preoccupazioni disonorano il nostro Dio. Se i nostri bambini dubitassero continuamente del nostro amore, della nostra volontà di far loro del bene e di dar loro ciò di cui hanno bisogno, non ne saremmo forse rattristati? L’inquietudine fa anche del male a noi stessi: ci toglie la pace, produce l’impazienza e le lagnanze. Molte persone sono sempre ansiose riguardo alle difficoltà che potrebbero sopravvenire e che spesso non vengono mai; vorrebbero che Dio appianasse il cammino in anticipo di chilometri, mentre Egli ha promesso di farlo passo a passo. La sola cosa che ci appartiene, è il momento attuale, e il solo modo di vivere bene, è di vivere l’ora presente. Gesù non ha forse detto: “Non affannatevi... Ad ogni giorno basta la sua pena”?

Quante preoccupazioni di meno, se apprendessimo questa lezione! Cristo ci ha promesso la sua presenza fino alla fine dell’età presente: questo non ci basta forse? Mettiamo la nostra debole mano nella sua. Ci condurrà sicuramente fino alla fine del viaggio.

 

 

DOMENICA 19 GIUGNO: 12^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: San Romualdo; Santa Giuliana Falconieri.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', INSEGNAMI A PERDERE CON SERENITA'

 

HANNO DETTO: La santità al principio sembra piuttosto amara, ma alla fine risulta più dolce del miele, quando ha prodotto i frutti della virtù. (Origene)

SAGGEZZA POPOLARE:  Il genere umano si divide in tre classi: gli inamovibili, quelli che sono mossi, e quelli che muovono.

UN ANEDDOTO: Il Papa Benedetto XV disse un giorno ad un vescovo che cercava di metterlo in guardia contro Padre Pio che considerava «truffatore»: «Figlio mio, certamente voi siete male informato. Io vi consiglio vivamente di andare sul posto per vedere coi vostri propri occhi». I desideri del Papa sono ordini, e qualche giorno dopo, senza dirlo a nessuno, Monsignore prese il treno per Foggia. Appena sceso alla stazione vede venirsi incontro due cappuccini che lo salutano con rispetto: «Benvenuto, Eccellenza! Padre Pio ci manda per accompagnarvi a S. Giovanni Rotondo». «Ma Padre Pio non sa nulla del mio viaggio...». «Di certo ne è stato informato - risposero i frati - ha detto che è il Papa che vi manda». Ci fu un momento di silenzio. Poi il Monsignore andò a prendere il primo treno per Roma.

PAROLA DI DIO: Zc 12,10-11;13,1; Sal 62; Gal 3,26-29; Lc 9,18-24

 

VANGELO Lc 9, 18-24

Dal Vangelo secondo Luca

Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: “Chi sono io secondo la gente?”. Essi risposero: “Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto”. Allora domandò: “Ma voi chi dite che io sia?”. Pietro, prendendo la parola, rispose: “Il Cristo di Dio”. Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. “Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno”. Poi, a tutti, diceva: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. Parola del Signore

 

“CHI VORRÀ SALVARE LA PROPRIA VITA LA PERDERÀ, MA CHI PERDERÀ LA PROPRIA VITA PER ME, LA SALVERÀ”.

Ma, ha senso questa affermazione di Gesù? La vita non è forse il dono più grande che Dio ci ha fatto, non è dunque giusto volerla salvare?

Certo! Qui, Gesù, non predica la bruttezza della vita, il sacrificio, la rinuncia per spiritualità superiori. Gesù ha a cuore che noi “salviamo” la nostra vita. Ma ci dice anche che se pensiamo di salvarla soltanto con le nostre forze, con la materia, rischiano di perderla. Ad esempio, se io penso di salvare la mia vita solo con i soldi: non c’è niente di più precario che il denaro. Ecco perché impegnare la propria vita con e per il Vangelo è invece, guadagnarla: tu rinunci alle tue sicurezze e ti fidi di Dio. Tu rinunci a cose contingenti e guadagni ora la sua presenza, la sua forza ed anche l’eternità.

 

 

LUNEDI' 20 GIUGNO: Beata Maria Vergine Consolatrice (La Consolata)

Tra i santi ricordati oggi: San Teodulo; San Silverio.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, SIGNORE, CONOSCI IL CUORE DI OGNI UOMO.

 

HANNO DETTO: Coloro che credono di non credere in Dio, in realtà poi credono inconsciamente in Lui, perché il Dio di cui negano l'esistenza non è Dio, ma qualcos'altro. (J. Maritain)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi cerca guai non li manca mai. (prov. Inglese)

UN ANEDDOTO: Un pezzo di carbone si sentiva sporco, brutto e inutile. Decise di diventare bianco e levigato. Provò diversi prodotti chimici e varie operazioni chirurgiche. Niente da fare. "C'è soltanto il fuoco", gli dissero. Il pezzo di carbone si buttò nel fuoco. Divenne una creatura luminosa, splendente, calda, irradiante, magnifica. "Ti stai consumando", gli dissero. "Ma dono luce e calore", rispose il pezzo di carbone, finalmente felice.

PAROLA DI DIO: 2Re 17,5-8.13-15a.18; Sal 59; Mt 7,1-5

 

VANGELO Mt 7, 1-5

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello". Parola del Signore

 

“NON GIUDICATE, PER NON ESSERE GIUDICATI; PERCHE’ COL GIUDIZIO CON CUI GIUDICATE SARETE GIUDICATI, E CON LA MISURA CON LA QUALE MISURATE SARETE MISURATI”.

Per ergerci a giudici del nostro prossimo dovremmo avere almeno due condizioni che raramente si realizzano in noi: dovremmo essere sgombri da difetti e da peccati, avere cioè uno sguardo limpido e poi essere certi di essere mossi e guidati dalla carità vera. Al quel punto però non si tratterebbe più di giudizio, ma di correzione fraterna. Non giudicare significa assumere come metro il giudizio del Maestro verso di noi: di noi Dio vede il futuro, il bene che possiamo compiere; è un inguaribile ottimista. Intendiamoci: davanti ai grandi errori della storia bisogna agire, gridare, ma sempre distinguendo il peccatore dal peccato. Ogni educatore sa che nessuna persona cambia sul negativo, nessuno cambia se viene insultato o inchiodato alle proprie fragilità e che, invece, solo sul positivo e sulla capacità di bene possiamo convertire il nostro cuore. Così come Gesù ci ha amato, sappiamo amarci e amiamo i fratelli, mettendo sempre la misericordia prima del giudizio.

 

 

MARTEDI' 21 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Luigi Gonzaga; Sant’Eusebio di Samosata.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, O SIGNORE, DA OGNI FANATISMO.

 

HANNO DETTO: Se avete un grammo di amore,avrete anche un grammo di gioia. Ma se il vostro amore è senza misura, così sarà la vostra gioia. (John Wu)

SAGGEZZA POPOLARE:

Chi ha il cuore puro, ha tutte le acque purificatrici del Gange a casa sua. (prov. Indiano)

UN ANEDDOTO: Rabbi Mendel soleva dire che tutti gli uomini che gli avevano chiesto di pregare Dio per loro gli passavano nella mente quando diceva la tacita preghiera delle Diciotto Benedizioni (preghiera che si recita tre volte al giorno stando in piedi). Un giorno un tale si stupì che ciò fosse possibile, poiché il tempo non bastava certo. Rabbi Mendel rispose: "Una traccia della pena di ognuno rimane incisa nel mio cuore. Nell'ora delle preghiera io apro il mio cuore e dico: Signore del mondo, leggi ciò che è scritto qui!".

PAROLA DI DIO: 2Re 19,9b-11.14-21.31-35a.36; Sal 47; Mt 7,6.12-14

 

VANGELO Mt 7, 6. 12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!" Parola del Signore

 

“NON DATE LE COSE SANTE AI CANI E NON GETTATE LE VOSTRE PERLE AI PORCI, PERCHÈ NON LE CALPESTINO CON LE LORO ZAMPE E POI SI VOLTINO A SBRANARVI”

Quella che meditiamo oggi è una frase di difficile traduzione nel Vangelo; la si può leggere come l’abbiamo scritta nella traduzione ufficiale, oppure la si può leggere anche in questo modo: “Non appendere catenine preziose al collo dei cani e non mettere nel naso dei porci delle perle preziose”.

Il significato più evidente, quindi, sia in un caso che nell’altro è quello di non voler a tutti i costi, con fanatismo imporre ad altri la propria religiosità. La religione, la fede sono una proposta, non una imposizione. Tutte le volte che la Chiesa o certi fanatici vogliono imporre ad altri la propria fede si ottengono dei disastri. “Ho sempre mandato mio figlio a messa, l’ho mandato a una scuola cattolica dove lo obbligavano tutti i giorni alla messa e tutti i sabati alla confessione... ora non ci va più...”. I motivi del rifiuto possono essere mille ma qualche volta non sarà anche quello di non aver educato ad una scelta consapevole e libera?

 

 

MERCOLEDI' 22 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Paolino da Nola; Santi Giovanni Fisher e Tommaso More.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O GESU', SEI IL MIGLIOR FRUTTO DELLA NOSTRA UMANITA'

 

HANNO DETTO: E' grande chi, colpito dalla sventura, non perde neanche un poco la sapienza; non meno grande è chi, baciato dalla fortuna, non se ne lascia illudere. (S. Bernardo di Chiaravalle)

SAGGEZZA POPOLARE: Una ferita di freccia si cicatrizza, una pianta stroncata dalla scure rifiorisce, ma la ferita di una mala parola non si rimargina. (prov. Indiano)

UN ANEDDOTO: Un giorno abbà Isacco il Tebano si recò in un monastero e, vedendo un fratello peccare, lo condannò. Partito per il deserto, gli si fece innanzi un angelo del Signore che si fermò davanti alla porta della sua cella e gli disse: "Non ti lascio entrare". Quello lo pregava: "Ma perché mai?". L'angelo gli rispose: "Mi ha inviato Dio dicendo: 'Digli: Dove ordini che io getti il fratello che è caduto e che tu hai giudicato?"'. Subito l'anziano si pentì e disse: "Ho peccato, perdonami". E l'angelo disse: "Alzati, Dio ti ha perdonato. Guardati d'ora in poi dal giudicare qualcuno, prima che l'abbia giudicato Dio".

PAROLA DI DIO: 2Re 22,8-13; 23,1-3; Sal 118; Mt 7,15-20

 

VANGELO Mt 7, 15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere ". Parola del Signore

 

“GUARDATEVI DAI FALSI PROFETI CHE VENGONO A VOI IN VESTE DI PECORE, MA DENTRO SONO LUPI RAPACI”

Lungo la storia è facile incontrare uomini capaci di affascinare le folle con le loro parole. E’ anche molto facile lasciarsi abbindolare da parole suadenti. Pensiamo a come tante persone oggi si lasciano trasportare da santoni, predicatori, che hanno come fine unico quello di carpire la buona fede e spesso anche il portafoglio delle persone. Gesù ci mette in guardia: non giudicate la bontà del messaggio dalle apparenze ma guardate i frutti, le opere. Anche nella Chiesa non conta chi parla meglio, chi appare ligio ad un ordinamento esteriore, conta chi opera veramente la carità. Sarà capitato anche a voi di incontrare un prete, magari ruvido, arruffone, qualche volta neanche troppo teologo ma che davanti ad una difficoltà, senza troppe parole, si dà da fare concretamente: questa è la migliore credenziale per il messaggio che annuncia.

 

 

GIOVEDI' 23 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe Cafasso; San Lanfranco.

Una scheggia di preghiera:

 

FA’ CHE ASCOLTIAMO, O SIGNORE, LA TUA VOCE, PER VIVERE NELLA TUA VOLONTA’

 

HANNO DETTO:

Per l'uomo che prega nel proprio cuore, il mondo intero è una chiesa. (Silvano del Monte Athos)

SAGGEZZA POPOLARE: Il tempo è nelle nostre mani, nella misura in cui l'infinito è nei nostri cuori.

UN ANEDDOTO: Il gioielliere era seduto alla scrivania e guardava distrattamente la strada attraverso la vetrina del suo elegante negozio. Una bambina si avvicinò al negozio e schiacciò il naso contro la vetrina. I suoi occhi color del cielo si illuminarono quando videro uno di quegli oggetti esposti. Entrò decisa e puntò il dito verso uno splendido collier di turchesi azzurri. "E' per mia sorella. Può farmi un bel pacchetto regalo?".

Il padrone del negozio fissò incredulo la piccola cliente e le chiese: "Quanti soldi hai?".

Senza esitare, la bambina, alzandosi in punta di piedi, mise sul banco una scatola di latta, la aprì e la svuotò. Ne vennero fuori qualche biglietto di piccolo taglio, una manciata di monete, alcune conchiglie, qualche figurina. "Bastano?" disse con orgoglio. "Voglio fare un regalo a mia sorella più grande. Da quando non c'è più la nostra mamma, è lei che ci fa da mamma e non ha mai un secondo di tempo per se stessa. Oggi è il suo compleanno e sono certa che con questo regalo la farò molto felice. Questa pietra ha lo stesso colore dei suoi occhi". L'uomo entra nel retro e ne riemerge con una stupenda carta regalo rossa e oro con cui avvolge con cura l'astuccio.
"Prendilo" disse alla bambina. "Portalo con attenzione". La bambina partì orgogliosa tenendo il pacchetto in mano come un trofeo. Un'ora dopo entrò nella gioielleria una bella ragazza con la chioma color miele e due meravigliosi occhi azzurri. Posò con decisione sul banco il pacchetto che con tanta cura il gioielliere aveva confezionato e dichiarò: "Questa collana è stata comprata qui?".
"Si, signorina". "E quanto è costata?"

"I prezzi praticati nel mio negozio sono confidenziali: riguardano solo il mio cliente e me". "Ma mia sorella aveva solo pochi spiccioli. Non avrebbe mai potuto pagare un collier come questo!".

Il gioielliere prese l'astuccio, lo chiuse con il suo prezioso contenuto, rifece con cura il pacchetto regalo e lo consegnò alla ragazza. "Sua sorella ha pagato. Ha pagato il prezzo più alto che chiunque possa pagare: ha dato tutto quello che aveva".

PAROLA DI DIO: 2Re 24,8-17; Sal 78; Mt 7,21-29

 

VANGELO Mt 7, 21-29

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande". Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi. Parola del Signore

 

“NON CHIUNQUE MI DICE: SIGNORE, SIGNORE, ENTRERÀ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI”.

E’ perfino troppo facile applicare questo detto di Gesù, specialmente se diventa occasione per giustificare la nostra non preghiera, ecco allora le solite frasi: “Pregare non serve... Dire il Rosario non è forse un ripetere da pappagallo?... Quella persona tanto pia è una baciapile ma poi. Gesù ci mette in guardia da una fede fatta a compartimenti stagni non comunicanti tra loro. La fede non è puro attivismo, essa si fonda sull’ascolto della Parola (ricordiamo l’episodio di Marta e Maria). Dio è la Roccia su cui noi dobbiamo costruire. Se Dio è soltanto un paravento, se lo tiriamo fuori solo la domenica per poi nasconderlo nella vita quotidiana, la fede è un verbalismo inutile, e la nostra, risulta una costruzione unicamente terrena se si fonda unicamente su noi stessi, sui nostri progetti, sul fare tanto e in fretta senza approfondire, senza scavare. Gesù ci dice che dobbiamo fare la volontà del Padre, ma questa volontà dobbiamo cercarla, pregarla, approfondirla; solo allora il nostro essere cristiano sarà equilibrato: non fondato sulle parole e neanche fatto di tante cose ma senza Cristo.

 

 

VENERDI' 24 GIUGNO: NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE PARLA CHE IL TUO SERVO TI ASCOLTA.

 

HANNO DETTO: Puoi dare senza amare, ma non puoi amare senza dare. (A. Carmichael)

SAGGEZZA POPOLARE: Le due migliori cure che ci siano sono una bella risata e una lunga dormita. (prov. Irlandese)

UN ANEDDOTO: Questo non si era mai visto: una candela che rifiuta di accendersi. Tutte le candele dell'armadio inorridirono. Una candela che non voleva accendersi era una cosa inaudita! Mancavano pochi giorni a Natale e tutte le candele erano eccitate all'idea di essere protagoniste della festa, con la luce, il profumo, la bellezza che irradiavano e comunicavano a tutti. Eccetto quella giovane candela rossa e dorata che ripeteva ostinatamente: “No e poi no! Io non voglio bruciare. Quando veniamo accesi, in un attimo ci consumiamo. Io voglio rimanere così come sono: elegante, bella e soprattutto intera”. “Se non bruci è come se fosse già morta senza essere vissuta-, replicò un grosso cero, che aveva già visto due Natali. Tu sei fatta di cera e stoppino ma questo è niente. Quando bruci sei veramente tu e sei completamente felice.”

“No, grazie tante” rispose la candela rossa. “Ammetto che il buio, il freddo e la solitudine sono orribili, ma è sempre meglio che soffrire per una fiamma che brucia”.

“La vita non è fatta di parole e non si può capire con le parole, bisogna passarci dentro”, continuò il cero. “Solo chi impegna il proprio essere cambia il mondo e allo stesso tempo cambia se stesso. Se lasci che la solitudine, buio e freddo avanzino, avvolgeranno il mondo.” “Vuoi dire che noi serviamo a combattere il freddo, le tenebre e la solitudine?”.

“Certo” - ribadì il cero.”Ci consumiamo e perdiamo eleganza e colori, ma diventiamo utili e stimati. Siamo i cavalieri della luce. “Ma ci consumiamo e perdiamo forma e colore”. “Sì, ma siamo più forti della notte e del gelo del mondo” - concluse il cero. Così anche la candela rossa e dorata si lasciò accendere. Brillò nella notte con tutto il suo cuore e trasformo in luce la sua bellezza, come se dovesse sconfiggere da sola tutto il freddo e il buio del mondo. La cera e lo stoppino si consumarono piano piano ma la luce della candela continuò a splendere a lungo negli occhi e nel cuore degli uomini per i quali era bruciata.

PAROLA DI DIO: Is. 49,1-6; Sal. 138; Atti 13,22-26; Lc. 1,57-66.80

 

VANGELO Lc 1, 57-66. 80

Dal Vangelo secondo Luca

Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: "No, si chiamerà Giovanni". Le dissero: "Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome". Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: "Giovanni è il suo nome". Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: "Che sarà mai questo bambino?" si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui. Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore

 

“CHE SARA’ MAI QUESTO BAMBINO?” (Lc. 1,60)

Giovanni Battista occupa un posto particolare nella storia della Redenzione e nella Chiesa. E’ colui che è stato mandato da Dio a preparare la strada per Gesù per cui il Vangelo riporta alcuni dei fatti prodigiosi che accompagnarono Giovanni già dalla sua nascita, come sua madre che “era avanti negli anni” concepisce e partorisce, come suo padre che al momento della scelta del nome recupera l’uso della parola, ma è interessante notare che Giovanni ricevette da Dio la grazia necessaria per compiere la missione che gli era stata affidata né più né meno degli altri uomini e donne che il Signore ha chiamato lungo il corso della storia e che hanno risposto con generosità a quella chiamata. Giovanni ha dovuto cercare la sua strada. Giovanni ha indicato Gesù mantenendo il suo posto: “Lui deve crescere e io diminuire”. Giovanni al buio della sua prigione ha avuto dei dubbi e degli interrogativi. Giovanni è stato fedele fino a dare la vita anticipando anche in questo il Cristo. Dio chiama anche ciascuno di noi. Non importa se il nostro compito sarà importante o nascosto, ma ciascuno di noi è chiamato personalmente da Dio a vivere e testimoniare il suo vangelo. Possiamo essere molto deboli, peccatori, magari anche pieni di dubbi, ma il tirarci indietro sarebbe un tradimento non solo di Dio ma anche del suo progetto di amore su di noi.

 

 

SABATO 25 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Torino; San Guglielmo da Vercelli.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SE VUOI PUOI GUARIRMI.

 

HANNO DETTO: Non si ama Dio: ecco perché si è infelici! (S.Curato D'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Barca senza timon va presto a fondo. (prov. Istriano)

UN ANEDDOTO: Venne chiesto un giorno a Padre Leopoldo Mandic: «Padre, come capisce lei le parole del Signore: Che colui che vuol seguirmi, prenda tutti i giorni la sua croce?

Dobbiamo per questo fare penitenze straordinarie? 

“Non è il caso di fare penitenze straordinarie”, rispose. “Basta che sopportiamo con pazienza le tribolazioni ordinarie della nostra misera vita: le incomprensioni, le ingratitudini, le umiliazioni, le sofferenze occasionate dai cambiamenti di stagione e dell’atmosfera in cui viviamo...”

PAROLA DI DIO: Lam.2,2.10-14.18-19; Sal. 73; Mt. 8,5-17

 

VANGELO Mt 8, 5-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: "Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente". Gesù gli rispose: "Io verrò e lo curerò". Ma il centurione riprese: "Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Fa questo, ed egli lo fa". All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: "In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti". E Gesù disse al centurione: "Và, e sia fatto secondo la tua fede". In quell'istante il servo guarì. Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera di lui che giaceva a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre scomparve; poi essa si alzò e si mise a servirlo. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie. Parola del Signore

 

“GLI PORTARONO MOLTI INDEMONIATI ED EGLI SCACCIO' GLI SPIRITI CON LA PAROLA E GUARI' TUTTI I MALATI”. (Mt.8,16)

Di tanto in tanto si sente ancora oggi parlare di miracoli: statue o immagini che lacrimano, ombre sui muri che ricordano qualche santo, fenomeni inconsueti apparentemente inspiegabili. In questi casi sembra che la fede si scuota di dosso la polvere della routine che si era formata col passare del tempo. La fede consiste in una realtà molto più profonda di un singolo fatto straordinario; la spettacolarità è occasionale, la fede, invece, opera tutti i giorni. Gli effetti meravigliosi sono effimeri, la fede dà un vero senso all’esistenza. I fenomeni straordinari si dimostrano il più delle volte falsi, la fede, invece resiste come un’ancora gettata su un fondale che ci ha agganciati al porto sicuro dell’eternità. Riuscire a spostare una montagna senza alzare un dito può sembrare un grande prodigio, ma che cos’è in confronto a quello che avviene in un confessionale durante la celebrazione del sacramento della riconciliazione? O quando sull’altare il sacerdote consacra pane e vino nel corpo e sangue di Colui che è morto e risorto per noi? La nostra unica sicurezza e salvezza è Cristo. Quando Gesù camminava sulla terra le folle si ritenevano beate e fortunato per poterlo incontrare e toccare. Dal canto, però, Gesù chiamava beati coloro che, senza aver visto avranno fede.

 

 

DOMENICA 26 GIUGNO: 13^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Rodolfo; Sant’Antelmo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, FA CHE NON GIUDICHI PER NON ESSERE GIUDICATO.

 

HANNO DETTO: Nostro Signore non viene in noi, nella Santa Eucaristia, per premiare le nostre virtù, ma per comunicarci la forza necessaria a diventare santi. (San Pier Giuliano Eymard)

SAGGEZZA POPOLARE: Nessuno è tenuto a fare l'impossibile. (prov. Latino)

UN ANEDDOTO: Franz Liszt era gentile per natura, ma all'occasione era capace di una severità inflessibile. Un giorno un giovane musicista gli portò una composizione per avere la sua approvazione. Liszt gli fece notare alcune stonature e gli disse: "Questo non si può fare in una composizione musicale". "Ma io l'ho fatto ", si gloriò il giovane compositore. Liszt si chinò sul tavolo, prese la penna intinta di inchiostro e spruzzò il liquido sul vestito del giovane, dicendo: "Anche questo si può fare, ma non deve essere fatto". Quindi uscirono, e Liszt gli comprò un vestito nuovo.

PAROLA DI DIO: 1Re 19,16b.19-21; Sal 15; Gal 5,1.13-18; Lc 9,51-62

 

VANGELO Lc 9, 51-62

Dal vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: “Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?”. Ma Gesù si voltò e li rimproverò. E si avviarono verso un altro villaggio. Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: “Ti seguirò dovunque tu vada”. Gesù gli rispose: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”. A un altro disse: “Seguimi”. E costui rispose: “Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre”. Gesù replicò: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio”. Un altro disse: “Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa”. Ma Gesù gli rispose: “Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio”. Parola del Signore

 

“GIACOMO E GIOVANNI DISSERO A  GESÙ: SIGNORE, VUOI CHE DICIAMO CHE SCENDA UN FUOCO DAL CIELO E LI CONSUMI?. MA GESÙ SI VOLTÒ E LI RIMPROVERÒ”.

Gli apostoli davanti a dei Samaritani che non vogliono accogliere Gesù, non solo si sentono autorizzati a giudicarli ma, quasi fossero essi stessi il giudizio e la forza di Dio, vogliono impunemente mettersi al suo posto per bruciarli. Oggi rifletto e penso: meno male che Dio è diverso da me!

Quanta gente nei miei pensieri ho giudicato e condannato; quanti nemici su cui ho gridato: “potessi bruciare!” o, imprestando il mio giudizio a Dio: “Ci penserà il Signore a punirti”. Meno male che il Signore non usa il mio metro!

 

 

LUNEDI' 27 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Cirillo di Alessandria; San Maggiorino di Acqui; Santa Emma.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, FAMMI CAPIRE LA TUA VOLONTA'.

 

HANNO DETTO: Colui che parla chiaro, ha chiaro l'animo suo: chi parla scuro, significa che l'animo suo è scuro. (S. Bernardino da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: Se i desideri bastassero, i poveri andrebbero in carrozza. (prov. Toscano)

UN ANEDDOTO: Un eremita era scoraggiato perché ricadeva sempre negli stessi errori. Andò a consigliarsi con un altro eremita:” Che cosa devo fare?  Non progredisco nella perfezione, anzi mi lascio andare". "Figlio, tu devi rialzarti dopo ogni caduta", rispose l'altro. "Ma l'ho già fatto e ricado". "Alzati di nuovo. Ricomincia. La vita è un continuo ricominciare".

PAROLA DI DIO: Am 2,6-10.13-16; Sal 49; Mt 8,18-22

 

VANGELO Mt 8, 18-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù vedendo una gran folla intorno a sé, ordinò di passare all'altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: "Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai". Gli rispose Gesù: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". E un altro dei discepoli gli disse: "Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre". Ma Gesù gli rispose: "Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti". Parola del Signore

 

“MAESTRO, IO TI SEGUIRO’ OVUNQUE TU ANDRAI”.

Penso che ciascuno di noi in un momento di fede o di esaltazione abbia detto a Gesù: “Ti seguirò ovunque tu vada”. Il Signore certamente apprezza questi gesti di entusiasmo ma vuole anche dirci con chiarezza che cosa comporta il seguirlo: certamente trovare in Lui la liberazione, la gioia, ma anche avere la forza di perdere tutto, di entrare nel mistero di Dio che passa attraverso la croce. Gesù non ci promette una via larga e spaziosa ma una “strada stretta”, non ci promette di “sedere alla sua destra o sinistra” come forma di potere, ma ci invita a salire su una croce a destra o sinistra della sua. Non ci promette tranquillità ma beatitudine in quanto “sarete perseguitati e disprezzati nel mio nome”. Bisogna essere consci di questo prima di buttarci alla sua sequela, di modo che il nostro entusiasmo non svanisca davanti alle difficoltà e non ci troviamo a “porre mano all’aratro per poi voltarci indietro”. Molte persone, confondendo religiosità con fede, pensano all’essere cristiani come ad una assicurazione sulla vita terrena ed eterna: osservare alcune norme significa avere un certo ordine di vita, significa dare delle risposte a problemi più grandi di noi e poi significa garantirsi il paradiso. Niente di più lontano dalla mentalità di Gesù. Seguirlo è sempre mettersi in viaggio e non arrivare subito a destinazione e siccome Gesù non ha casa, significa seguirlo per strade che non sono nostre. Se gli vai dietro proverai gioia, avventura, entusiasmo ma ti troverai sempre davanti al mistero, dovrai continuamente mettere in crisi le tue sicurezze, ti troverai a remare contro corrente nei confronti del mondo, saprai che il ‘paradiso’ non è una tua conquista a base di buone azioni ma un dono che ti sarà dato per amore gratuito.

 

 

MARTEDI' 28 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ireneo;Santa Ada.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SVEGLIA LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO: Il cristianesimo insegna agli uomini che l'amore vale più dell'intelligenza. (Maritain)

SAGGEZZA POPOLARE: La scimmia salta talmente di ramo in ramo che un giorno finirà per trovare un ramo secco. (Prov. del Congo)

UN ANEDDOTO: Thomas Carlyle, dopo aver scritto con grande impegno il primo volume dell'opera che l'avrebbe reso famoso, Rivoluzione francese, diede il manoscritto a John Stuart Mill per avere la sua opinione. Alcuni giorni dopo Mill, tutto costernato, si presentò a Carlyle e gli disse che la domestica, inavvertitamente, aveva gettato il manoscritto nel fuoco. Per Carlyle fu una vera disgrazia. Non aveva un soldo, e senza appunti era veramente difficile per lui ricominciare il lavoro. Ma, vedendo la costernazione di Mill, disse alla moglie: "Mill è terribilmente abbattuto. Cerchiamo di non fargli capire quanto sia grave il danno che abbiamo ricevuto".

E scrisse sul suo diario: "E' come se il mio maestro invisibile avesse strappato la mia copia e avesse detto: "No, ragazzo mio, devi scrivere meglio". "E ricominciò.

PAROLA DI DIO: Am 3,1-8; 4,11-12; Sal 5; Mt 8,23-27

 

VANGELO Mt 8, 23-27

Dal vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, essendo Gesù salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Salvaci, Signore, siamo perduti!". Ed egli disse loro: "Perché avete paura, uomini di poca fede?" Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia. I presenti furono presi da stupore e dicevano: "Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?". Parola del Signore

 

“ED ECCO SCATENARSI NEL MARE UNA TEMPESTA COSI’ VIOLENTA CHE LA BARCA ERA RICOPERTA DALLE ONDE; ED EGLI DORMIVA”.

È sorprendente leggere nel vangelo di oggi che Gesù dorme mentre si sta scatenando una violenta tempesta che scaglia onde minacciose sulla barca dei suoi discepoli. È ancora più sorprendente costatare nella storia e nella vita che lo stesso Signore appaia talvolta disinteressato e assente mentre vicende minacciose si abbattono sul mondo, sulla sua chiesa e sulle singole persone. Quel sonno e quel distacco ha scandalizzato e scandalizza molti, ha generato e genera spesso crisi di fede, ha indotto molti a parlare del silenzio di Dio, dell'assenza di Dio dal nostro mondo. Qualcuno è giunto a parlare della “morte di Dio” e, sulla stessa scia ha fortemente dubitato del suo amore per noi. Gesù dorme, ma c’è e ama essere disturbato. Non è Gesù che dorme ma la fede degli apostoli che si è addormentata: avevano appena visto i miracoli e dubitano di affogare, come noi che abbiamo Gesù e pensiamo di essere soli. Anche per noi non si tratta di "svegliare Gesù" ma di svegliarci noi perché "l'ora della salvezza è già arrivata". Nel racconto evangelico Gesù calma la tempesta, nella storia quotidiana non sempre avviene così neanche andando con tutta la nostra fede e paura a “svegliare il Signore”. La fede in Cristo, nel suo amore per noi, nella sua passione, nella sua risurrezione, ci dà però la capacità di ‘vedere lontano’ e di ‘vedere dentro’. Con Gesù noi non ci fermiamo a ciò che succede nel momento, alla sofferenza presente, all’immediato non intervento del Signore, alle apparenti ingiustizie e vittorie del male, noi sappiamo che la vittoria finale è di Dio, che il bene di Dio alla fine, magari non nel modo con cui ce lo aspetteremmo noi, vincerà. E con Gesù noi guardiamo dentro ai fatti, non visti solo più come succedersi fatale di eventi, ma come segni difficili ma provvidenziali. Con Gesù il cristiano continua a gioire, a soffrire, ad aver paura come tutti, ma anche a fidarsi, a vivere in prima persona ogni evento della propria vita, a rinnovare ogni giorno la sua fede in un Dio che essendo Padre non può che volere il bene finale del proprio figlio.

 

 

MERCOLEDI' 29 GIUGNO: SANTI PIETRO E PAOLO

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI LA TUA CHIESA, SIGNORE.

 

HANNO DETTO: La croce deve apparirci in tutta la sua verità. Essa congiunge la terra al cielo, tende le braccia in tutte le direzioni, è il segno misterioso dell'umanità universale, il telaio sul quale viene tessuta la nostra vita. (Romano Battaglia)

SAGGEZZA POPOLARE: La persona saggia non è colui che accumula conoscenze, ma colui che scopre la verità.

UN ANEDDOTO: Un giorno un ebreo fu invitato a parlare in una scuola. Il signore si presentò con in capo il famoso zucchetto indossato dagli ebrei osservanti: la kippà. I ragazzi, incuriositi, subito gli domandarono: Perché gli ebrei portano sempre lo zucchetto sul capo? Il signore rispose: Mi aspettavo questa domanda! Ebbene, ecco la risposta: a proposito della kippà vi sono due teorie. La prima dice che gli ebrei portano lo zucchetto in atto di adorazione e di umiltà nei confronti di Dio. La seconda, invece, dice che lo zucchetto serve per evitare che il lezzo dei nostri pensieri abbia a salire fino a Dio. Scegliete voi l’interpretazione che ritenete più giusta! Oltre il 75% optò per la seconda interpretazione.

PAROLA DI DIO: At. 12,1-11; Sal. 33; 2Tim. 4,6-8.17-18; Mt. 16,13-19

 

VANGELO Mt 16, 13-19

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarea di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Parola del Signore

 

“TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERÒ LA MIA CHIESA E LE PORTE DEGLI INFERI NON PREVARRANNO CONTRO DI ESSA”.

Pietro, figura di debolezza e di forza. Eppure scelto per diventare la pietra della Chiesa. Ogni discorso di Chiesa dovrebbe tener presente la figura di questo “primo papa”.

Gesù ha affidato il suo messaggio a uomini deboli. Gesù ha salvato il mondo con la “stoltezza” della croce. La Chiesa non parte con il potere ma dalla debolezza di uomini peccatori, bisognosi di tutto. Pietro è un entusiasta ma un debole, anche nella guida della prima comunità, anche dopo la discesa dello Spirito Santo ha ancora debolezze e tentennamenti. Eppure Pietro ha una forza che non è sua. Davanti allo storpio che chiedeva l’elemosina davanti al Tempio, dirà: “Non ho nè argento, nè oro da darti ma nel nome di Gesù sii guarito”. Ecco, Pietro è povero, debole ma ha il nome di Gesù. La Chiesa, di cui ciascuno di noi è parte viva è così: povera, debole, fatta di peccatori ma con un messaggio più grande di lei. Non mi spaventano gli errori della Chiesa. Non li approvo ma non mi scandalizzano più di tanto. Ma dalla Chiesa voglio il “nome di Gesù”, la vera roccia. Nella Chiesa, allora, fondo con serenità la mia fede, l’appoggio sulla fede dei martiri e dei testimoni, sulla debolezza della Croce ma sulla forza che viene da essa.

 

 

GIOVEDI' 30 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi primi martiri della chiesa romana; Santa Adelia.

Una scheggia di preghiera:

 

MISERICORDIOSO GESU' ABBI  PIETA' DI ME

 

HANNO DETTO: E' inutile cercare di prosciugare il torrente di qualunque vizio se prima non se ne ottura la sorgente. (Guglielmo di Saint Thierry)

SAGGEZZA POPOLARE: Parola detta e sasso tirato non fu più suo. (prov. Toscano)

UN ANEDDOTO: Un marito aveva abbandonato la moglie lasciandola senza mezzi di sussistenza. Il giudice domandò alla donna: "Quali mezzi ha per vivere?"

"Per dire il vero, ne ho tre", rispose lei. "Tre! E quali sono?", ribatté attonito il giudice. "Le mie mani, la buona salute e Dio". Ingegnosità, fiducia in sé e fede in Dio sono risorse a cui tutti possono attingere.

PAROLA DI DIO: Am 7,10-17; Sal 18; Mt 9,1-8

 

VANGELO Mt 9, 1-8

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati". Allora alcuni scribi cominciarono a pensare: "Costui bestemmia". Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: "Perché mai pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora il paralitico, prendi il tuo letto e và a casa tua". Ed egli si alzò e andò a casa sua. A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini. Parola del Signore

 

“IL FIGLIO DELL’UOMO HA IL POTERE IN TERRA DI RIMETTERE I PECCATI”.

A scuola, a casa, al lavoro, dovunque ci vengono richieste delle prestazioni. A seconda di come vi riusciamo, veniamo giudicati: promossi o respinti. A volte, applichiamo questo criterio al rapporto con Dio. Crediamo che per essere amati e accettati da Lui, per ricevere i suoi doni e la sua grazia, dovremmo fare qualcosa. Ma questo “sistema” non funziona con Dio. Egli non vuole le nostre prestazioni, vuole invece noi stessi, così come siamo. I nostri fallimenti e peccati non sono ostacoli al suo amore, al rapporto con Lui. Lo diventano soltanto quando non crediamo alla sua misericordia, quando pensiamo che, peccatori come siamo, non possiamo essere in comunione con Lui. Dio, invece, come ci ha dimostrato Gesù è un “Padre misericordioso” che “vuole che tutti gli uomini siano salvati” e che proprio per questo ha mandato suo Figlio, Gesù.

 

 

 

 

 

 

 

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