Archivio

 
     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

 

MAGGIO 2016

 

DOMENICA 1 MAGGIO: 6^ DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe lavoratore; Santa Berta; Santa Fiorina; Santa Grata.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO, RIEMPI LA NOSTRA SOLITUDINE.

 

HANNO DETTO: La mente non è un vaso da riempire ma un legno da far ardere, perché s'infuochi il gusto della ricerca e l'amore della verità. (Plutarco)

SAGGEZZA POPOLARE: Più lontani si va e meno ci si avvicina alla verità. Per questo l'uomo saggio non cammina e arriva.

UN ANEDDOTO: A suor Maria Costanza, Fra Crispino annunziò la sua fine con le parole "Chi nasce, muore" e a chi era attaccato alle vanità del mondo, ricordava: "Ogni giorno ne passa uno". Incoraggiava malati: "Il patire è breve, ma il godere è eterno", "Iddio me l'ha data; Iddio me la leverà: sia fatta la sua santissima volontà". A chi lo compassionava per le sue sofferenze, rispondeva allegramente: "Quando vuoi patire per amor di Dio, quando sei morto?", oppure: "Eh, che volemo aspettare a patire quando siamo nel pilozzo?". "In paradiso non si va in carrozza", "Il paradiso non è fatto per li poltroni", "In paradiso non ci si va colle pianelle".

PAROLA DI DIO: At. 15,1-2.22-29; Sal.66; Ap.21,10-14.22-23; Gv. 14,23-39

 

VANGELO Gv 14, 23-29

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la da il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Parola del Signore

 

“IL CONSOLATORE, LO SPIRITO SANTO CHE IL PADRE MANDERÀ NEL MIO NOME, EGLI V'INSEGNERÀ OGNI COSA E VI RICORDERÀ TUTTO CIÒ CHE IO VI HO DETTO”

Si può consolare in molti modi: “Oh poveretto” chi sta bene dice del sofferente, ma è una magra consolazione, anzi forse sarebbe meglio chiamarla commiserazione. “Soffri, soffri che domani starai meglio, che ti sarà dato merito per le tue sofferenze” E si nasconde il problema, lo si sposta in ipotetico futuro, si rende perfino Dio un mercante quasi che la sofferenza gli piacesse. “Nessuno di noi può far nulla per l'altro” E allora si lascia l'altro nella sua sofferenza e ci si lecca le proprie ferite come si può e al massimo con rassegnazione solitaria. “Non diciamo nulla, è tutto un mistero” E con questo pensi di aver consolato qualcuno?

Sono questi solo alcuni modi di “consolazione”, ma non è la consolazione dello Spirito promesso da Gesù. Egli parte dalla realtà: umanamente sei solo, sei nel mistero, vivi la sofferenza che non è per niente bella...però con te “solo” ci sono Io, di nuovo in maniera misteriosa ma se vuoi con me la sofferenza può diventare amore, la solitudine può popolarsi del mondo intero, il Dio lontano diventa l'amico e il compagno di viaggio perché una meta c'è e se ti fidi e ti affidi ci arriveremo, anzi ci siamo già perché tu sei già con Dio.

 

 

LUNEDI' 2 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Atanasio; Santa Mafalda di Portogallo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTACI A NON FAR DANNI AL PROSSIMO.

 

HANNO DETTO: Tutto il mondo intero aspira alla libertà, tuttavia ciascuna creatura è innamorata delle proprie catene. Tale è il primo paradosso ed il nodo inestricabile della nostra natura. (Aurobindo)

SAGGEZZA POPOLARE: Una nave nel porto è al sicuro, ma non è per questo che è stata costruita.

UN ANEDDOTO: Ad un buon parroco, travagliato da grandi ansietà spirituali, fra Crispino dà consigli tali che un provetto maestro di spirito non potrebbe far di meglio: "Si faccia animo grande e virile ... vada allegramente (a compiere doveri spesso tanto delicati), non facendo caso del turbamento ... Procuri ... stare allegro nel Signore e divertirsi in cose geniali, ma buone e sante, quando però è assalito dalla malinconia... Se la nostra vita è una continua guerra, è segno che siamo destinati per misericordia di Dio ad essere dei principi grandi in paradiso".

PAROLA DI DIO: At 16,11-15; Sal 149; Gv 15,26-16,4

 

VANGELO Gv 15, 26 - 16,4

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato”. Parola del Signore

 

“VI HO DETTO QUESTE COSE PERCHÉ NON ABBIATE A SCANDALIZZARVI.”

Quando andavo alle elementari (ormai sembra di parlare di preistoria), per insegnarci le buone maniere ci dicevano che un bravo bambino non avrebbe mai dovuto mettere qualcosa tra le gambe di un cieco per farlo inciampare. A parte che non mi sembra molto educativo anche solo far capire al bambino che potrebbe far così, è l'esempio per capire che cosa sia lo scandalo. Nella Bibbia scandalo è mettere un inciampo tra le gambe di qualcuno, è volutamente impedirgli di camminare, è farlo cadere e magari gioire di questo. Ecco allora che la parola “scandalo” non ha solo riferimento all'ambito sessuale o morale ma può essere qualunque cosa ci impedisca di realizzare in maniera buona noi stessi e gli altri. Ci sono allora scandali esterni (qualcosa o qualcuno che si frappone fra noi e il progetto di bene della nostra o altrui vita), ci possono essere scandali interni (siamo noi stessi che, quasi masochisti, ci impediamo di realizzarci), ci possono essere scandali dovuti a nemici ma qualche volta anche ad amici, addirittura una certa visione della religione o di Dio può indurci allo scandalo (ad esempio il fatto che Gesù chiami beati i poveri, se inteso in un certo modo può diventare liberazione, progetto di vita, se inteso in un altro bestemmia). Gesù ci dice con chiarezza che anche noi non siamo immuni sia dall'essere scandalizzati che dallo scandalizzare. E se capissimo che certi “ostacoli” non sono scandali ma possono essere via per la salvezza? E se noi dessimo qualche vero scandalo positivo per aiutare anche altri per accorgersi che ci sono strade ben diverse da quelle abituali per costruire se stessi e gli altri?

 

 

MARTEDI' 3 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Filippo e Giacomo; Sant’Alessandro I, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', RENDICI UNA COSA SOLA CON TE E CON IL PADRE.

 

HANNO DETTO: La mente soppesa e misura, ma è lo spirito che giunge al cuore della vita e ne abbraccia il segreto; e il seme dello spirito è immortale. (Kahlil Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Dio senza te è sempre Dio. Tu senza Dio, chi sei?

UN ANEDDOTO: Fra Crispino quando la gente si esaltava per i suoi miracoli, diceva: "Eh via, di che vi meravigliate? Non è già cosa nuova che Dio faccia miracoli”. E a Montefiascone, a chi gli tagliava il vestito per farne reliquie, gridava: "Ma che fate, o povera gente! Quanto sarebbe meglio che tagliaste la coda ad un cane!... Che siete matti? Tanto fracasso per un asino che passa! Andate in chiesa a pregare Iddio!".

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DEI SANTI FILIPPO E GIACOMO: 1Cor. 15,1-8; Sal. 18; Gv. 14,6-14

 

VANGELO Gv 14, 6-14

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Tommaso: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto". Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò". Parola del Signore

 

“CHI CREDE IN ME, COMPIRÀ LE OPERE CHE IO COMPIO E NE FARÀ DI PIÙ GRANDI”.

Noi qualche volta, dopo aver ascoltato questa parola rimaniamo perplessi: “Io credo in Gesù, credo che sia davvero il Figlio di Dio, ma miracoli non ne faccio! Sento anch'io compassione per i lebbrosi, per i malati terminali, vorrei che tanti bambini nel mondo non morissero a causa della fame e delle guerre, ma non solo non riesco a fare i miracoli che Gesù faceva, ma neppure pregando ottengo qualcosa per loro”. Noi, come nell'aneddoto di oggi, cerchiamo miracoli, vorremmo lo straordinario, ci lamentiamo perché Dio non è a nostra misura... e non ci accorgiamo che invece queste parole di Gesù sono vere: io e te, se ci crediamo davvero siamo figli del re, Figli di Dio; io e te possiamo essere collaboratori di Dio nel mantenere e fare andare avanti la sua Creazione, possiamo trasformare la sofferenza in amore, nel nostro piccolo possiamo trasformare l'odio in perdono, possiamo far nascere un sorriso, possiamo dare un po' di speranza, offrire una lettura della storia diversa dal solito, abbiamo la possibilità, ogni momento, di fare il miracolo più grande, sentirsi amati ed amare.

 

 

MERCOLEDI' 4 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Floriano, San Gottardo; San Silvano

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO SPIRITO, SIGNORE, MI GUIDI IN TERRA PIANA.

 

HANNO DETTO: Finirai per trovarla la Via... se prima hai il coraggio di perderti. (Tiziano Terzani)

SAGGEZZA POPOLARE: Prima di amare, impara a camminare sulla neve senza lasciare impronte. (Proverbio Turco)

UN ANEDDOTO: “Madre, cosa posso fare per la pace nel mondo?” “Torna a casa e ama la tua famiglia.” (Madre Teresa di Calcutta)

PAROLA DI DIO: At 17,15.22 - 18,1; Sal 148; Gv 16,12-15

 

VANGELO Gv 16, 12-15

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà”. Parola del Signore

 

“MOLTE COSE HO ANCORA DA DIRVI MA PER IL MOMENTO NON SIETE IN GRADO DI PORTARNE IL PESO”.

Gesù ci ricorda una cosa che noi spesso dimentichiamo: la fede è un cammino, è una via da seguire con gioia e con fatica ogni giorno, è un dono ma anche una conquista quotidiana, è un qualcosa che non puoi dire mai di possedere totalmente. Ci sono quotidianamente cose nuove da scoprire, da approfondire, da vivere. Con Dio succede  un po’ come capita ad un fidanzato, a uno sposo, ad un amico nello sviluppo di una relazione di amore. Non subito si conosce profondamente e totalmente l’altro ma se si ama ci sono aspetti sempre nuovi, gioiosi per approfondire l’amicizia.

Devo rendermi conto che anch’io sono come gli Apostoli, sono ancora all’inizio di un cammino, non riesco a capire tutto. Gesù questo lo sa, non si spaventa delle mie gaffe e mi incoraggia anche davanti alle cadute. E poi non ci lascia soli: continua a regalarci l'amore che c'è tra Lui e il Padre, la Sapienza del creatore e rigeneratore di tutte le cose, perché le nostre piccole menti e il nostro cuore duro possano poco per volta avvicinarsi a Lui e in Lui fondersi.

 

 

GIOVEDI' 5 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Angelo, monaco; Santa Irene da Lecce.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA GIOIA E NEL DOLORE, TU GESU' SEI CON NOI.

 

HANNO DETTO: Quando si muore si ha ben altro da fare che  pensare alla morte. (Italo Svevo)

SAGGEZZA POPOLARE: I ragazzi non lanciano sassi agli alberi senza frutti, ma solo a quelli che ne sono carichi, e più sono carichi, più sassi ricevono.

UN ANEDDOTO: Durante la campagna elettorale, un elettore volle mettere alla prova le qualità del proprio candidato. Una sera tardi, andò a bussare alla sua porta e disse: " Ho bisogno di aiuto. La mia auto è in panne. Venga a dare una spinta, per favore". Quando giunsero sul luogo, il proprietario dell'auto si mise al volante e, con meraviglia del candidato, l'auto si avviò subito. Voltandosi indietro, l'autista disse: "Grazie! Volevo solo sapere se lei era l'uomo giusto da votare!"

PAROLA DI DIO: At 18,1-8; Sal 97; Gv 16,16-20

 

VANGELO Gv 16, 16-20

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ancora un poco e non mi vedrete; un po’ ancora e mi vedrete”. Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: “Che cos'è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po’ ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?”. Dicevano perciò: “Che cos'è mai questo "un poco" di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire”. Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: “Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un po’ ancora e mi vedrete? In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia. Parola del Signore

 

“VOI SARETE AFFLITTI, MA LA VOSTRA AFFLIZIONE SI CAMBIERA’ IN GIOIA”.

Attenzione a come leggiamo questa parola! Qui non vuol dire: “Soffri, soffri che poi il Dio a cui piace la sofferenza ti premierà con il Paradiso”

Qui Gesù non soltanto vuol aiutare i suoi amici ad essere preparati alla sofferenza della sua passione e alla gioia della sua risurrezione, ma in fondo vuol descrivere in breve il percorso della vita di ognuno di noi. Noi siamo fatti per la gioia e, in un modo o nell’altro, tutto il nostro pellegrinare sulla terra sta nel ricercarla. Non sempre, però la incontriamo, ed anche quando ci sembra di sperimentarla, magari in un affetto, in un momento sereno, ci accorgiamo subito della sua precarietà e di quanto sia facile vederla deturpare dal tempo, dal dolore, dalle prove. Altre volte facciamo l’esperienza opposta, quella di passare da un grande dolore, da una tristezza profonda, a qualcosa di estremamente gioioso, coinvolgente, appagante. Se poi pensiamo a quanto Gesù ci ha insegnato, ci rendiamo conto di essere persone chiamate alla gioia e alla serenità ma che spesso si accorgono che nella vita c’è un prevalere immediato della fatica e della sofferenza, persone chiamate a partecipare alla festa della Pasqua di Gesù e nostra ma che contemporaneamente devono accettare il cammino della croce. A questo punto l’insegnamento diventa ancora più importante: il dolore, la sofferenza, le prove attraverso cui siamo chiamati a passare non vanno vissute come un’iniquità contro di noi o come noncuranza di Dio nei nostri confronti o come fini a se stesse, ma quale intrinseco fardello da portare coraggiosamente, quale momento in cui morire per rinascere come il chicco di grano di cui ha parlato Gesù. Soprattutto è importante sapere che Cristo è sempre con noi: domani nella nostra gioia, anzi come causa della stessa, oggi come pellegrino e fratello che vive nella nostra stessa afflizione.

 

 

VENERDI' 6 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Domenico Savio, Sant’Evodio di Antiochia.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, SIGNORE LA FONTE DELLA NOSTRA GIOIA.

 

HANNO DETTO: La verità siede sulle labbra degli uomini morenti. (Arnold Matthew)

SAGGEZZA POPOLARE: “Due cose sbagliate non ne fanno una giusta.”

UN ANEDDOTO: Robert Louis Stevenson (autore, fra l'altro, de L'isola del tesoro) soleva dire che un uomo ha avuto successo nella vita se ha vissuto bene, se ha riso spesso e amato molto, se si è meritato il rispetto degli uomini intelligenti e l'affetto dei buoni, se ha occupato bene il suo posto e ha portato a termine i suoi compiti, se non ha mai mancato di apprezzare le bellezze della Natura, se ha cercato di vedere il meglio negli altri e se in tutte le circostanze ha dato il meglio di sé.

PAROLA DI DIO: At 18,9-18; Sal 46; Gv 16,20-23

 

VANGELO Gv 16, 20-23

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia”. Parola del Signore

 

IL VOSTRO CUORE SI RALLEGRERÀ E NESSUNO VI POTRÀ TOGLIERE LA VOSTRA GIOIA”

Nel film “La vita è bella” quel diavolaccio di Benigni riesce a far entrare, per amore di suo figlio, la serenità in un campo di concentramento; e mi vengono in mente le parole di Giovannino Guareschi che proprio in un campo di concentramento scriveva “Possono togliermi tutto ma non quello che ho dentro”. Il sorriso sulle labbra può non nascere in circostanze dolorose, le lacrime spuntano nei nostri occhi quando la sofferenza ha il sopravvento, i canti di gioia non solo non sono adatti in certe circostanze, ma se hai Dio nel cuore nessuno può toglierti la serenità che viene da Lui.

Perché allora spesso “vediamo nero”, abbiamo paure che diventano terrori, non sappiamo gustare la vita per paura di perderla? E' solo perché non abbiamo abbastanza Lui nel cuore. Con Lui si piange, ma non si dispera, si stringono i denti ma non si perde di vista la meta, si soffre ma la serenità di essere con Lui non ce la può togliere nessuno.

 

 

SABATO 7 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Epifanio di Costanza; San Flavio, martire; Santa Gisella.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA VOLONTA' CHE E' IL NOSTRO BENE, AVVENGA O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: “Chi predica la verità professa Cristo. Chi invece nella predicazione tace la verità, rinnega Cristo”. (Sant’Antonio da Padova)

SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo che non sbaglia è l'uomo che non fa niente.

UN ANEDDOTO: Una piccola onda se ne andava felice per il mare: era contenta, allegra, si sentiva frizzante e potente, si abbandonava al gioco della corrente, si lasciava increspare dal vento. Era proprio felice di essere un'onda. Ad un certo punto vide però, laggiù in lontananza, la scogliera e poi la spiaggia e si accorse che le altre onde, quelle che erano andate avanti, lì si infrangevano e di loro non rimaneva più nulla. Cominciò a sentirsi triste: se avesse potuto sarebbe tornata indietro, nel mare profondo, da dove non si vede terra; oppure avrebbe voluto fermarsi là dove si trovava, frenare pur di non andare avanti... Un'onda più grande le passò vicino e le chiese: "Che ti succede? Come mai sei tanto triste?" e la piccola onda le rispose: "Ma non vedi che fine faremo? Anche tu che sei un'onda così grossa sei destinata a romperti laggiù". Sorrise la grande onda e disse: " Tu non sei onda, sei oceano!".

PAROLA DI DIO: At 18,23-28; Sal 46; Gv 16,23b-28

 

VANGELO Gv 16, 23-28

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l'ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre”. Parola del Signore

 

CHIEDETE E OTTERRETE, PERCHÉ LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA.

Che cosa chiedere?

Per essere sicuri di ottenere, di avere la vera gioia dobbiamo chiedere solo cose che corrispondono alla sua Volontà. Dio, che è Amore, vuole solo cose d'amore.  Provo qui a fartene un elenco: completalo tu...

Ti chiedo, Signore, occhi attenti alle sofferenze dei fratelli....

Ti chiedo, Signore, di mettere Te al primo posto....

Ti chiedo, Signore, la capacità, ripetuta, di perdonare io, per primo.....

Ti chiedo, Signore, un amore preferenziale per i poveri.....

Ti chiedo, Signore, di amare anche tutti gli altri....

Ti chiedo, Signore, di sapermi abbassare.....

Ti chiedo, Signore, di servire tacendo....

Ti chiedo, Signore, di "assorbire" io le critiche, senza ripeterle ad altri.....

Ti chiedo, Signore, di poter venire in Paradiso con i tuoi Santi.....

Ti chiedo, Signore, il desiderio della preghiera....

Ti chiedo, Signore, tanta pazienza verso tutti.... e verso me stesso.....

Sì, chiediamo.... Otterremo. Parola di Gesù.

 

 

DOMENICA 8 MAGGIO: DOMENICA DELL'ASCENSIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Acacio di Bisanzio; San Vittore, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

FA' O SIGNORE, CHE SIAMO DOVE SEI TU, SULLA TERRA E NEI CIELI.

 

HANNO DETTO: “Strappare la bellezza ovunque essa sia e regalarla a chi mi sta accanto. Per questo sono al mondo”. (Alessandro D’Avenia)

SAGGEZZA POPOLARE: "E' meglio essere tre ore in anticipo che un minuto in ritardo."

UN ANEDDOTO: Il giorno dell'Ascensione, così riferisce una leggenda, un Angelo incontrò Gesù che saliva al cielo e gli chiese: "Signore hai già terminato la tua missione?". "Si", rispose Gesù.

Poi rivolgendo lo sguardo laggiù verso la terra immersa nel freddo e nell'oscurità, videro un tenue fuoco ardere in un piccolo punto. "Che cos'è?", domandò l'angelo. Rispose il Signore: "Quel piccolo focolare è in Gerusalemme; attorno vi sono riuniti gli Apostoli insieme con mia Madre. Ora, appena sarò tornato il mio piano sarà completato: manderemo laggiù lo Spirito Santo per ravvivare quel focolare così che possa diffondersi per tutta la terra e dare luce e calore a tutti gli uomini". L'angelo, meravigliato, dopo un momento di riflessione disse di nuovo a Gesù: "E se questo non funzionasse?"

Il Signore rispose: "Il mio piano è questo e non ne ho altro. Io voglio che nel mondo regni l'amore tra gli uomini". Aprire senza paura le porte del cuore e della mente allo Spirito Santo, dono del Padre e del Figlio, perché ravvivi anche in noi quel fuoco per renderci capaci di trasformare il mondo, questo è il compito principale dell'essere cristiani.

PAROLA DI DIO: At 1,1-11; Sal 46; Eb 9,24-28; 10,19-23; Lc 24,46-53

 

VANGELO Lc 24, 46-53

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto”. Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio. Parola del Signore

 

“ED ESSI, DOPO AVERLO ADORATO TORNARONO A GERUSALEMME CON GRANDE GIOIA”.

Il Vangelo racconta di questo ultimo saluto di Gesù ai suoi prima della sua Ascensione al Cielo. Ci sarà stato anche un momento particolare di saluto per sua Madre? Il Vangelo non lo racconta ma credo sia lecito pensarlo e mi piace immaginarlo non come un saluto triste tipo lacrime e fazzoletti alla stazione ma un saluto pieno di gioia. Gesù ha compiuto la sua missione, il suo amore è ormai riversato sugli uomini. Il suo andarsene poi non è un abbandonarci, ma un fidarsi di noi e un affidarci il suo messaggio, il cielo ormai non è più molto distante dalla terra. Certo può rimanere la nostalgia del vedere e del toccare, ma anche per questo Gesù ci ha lasciato se stesso nei sacramenti (i sette e tanti altri). Maria è felice per Gesù, il risorto che più non muore, è felice per gli apostoli che se anche dovranno barcamenarsi in mezzo a difficoltà e prove, ora hanno anche loro lo Spirito Santo, quello stesso Spirito che ha ingenerato il Lei il Figlio di Dio, e Maria è contenta anche per la propria missione di Madre di ogni uomo: l’amore trabocchevole che Dio ha versato nel suo cuore ora può scendere su ogni uomo divenuto figlio suo nel Figlio. Anche per noi la festa dell’ascensione è una festa e non una commemorazione di una partenza e anche se i nostri occhi possono guardare nostalgici il punto del cielo dove Cristo se ne è andato, è la festa della nostra maggiore età: Cristo si fida di noi (e in questo davvero ha il coraggio di Dio!), Cristo ci affida il suo messaggio e ci rende capaci di amare, Cristo rimane con noi attraverso il suo Spirito e ci incoraggia: realizzeremo o deluderemo un così grande amore?

 

 

LUNEDI' 9 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Luminosa di Pavia, San Pacomio il grande, monaco.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

HANNO DETTO:

“Avete taciuto abbastanza. E’ ora di finirla di stare zitti! Gridate con centomila lingue. Io vedo che a forza di silenzio il mondo è marcito”. (Santa Caterina da Siena)

SAGGEZZA POPOLARE: La preoccupazione è come la sedia a dondolo: ti dà qualcosa da fare, ma non ti porta in nessun luogo.

UN ANEDDOTO: In una città viveva un tale che odiava gli stranieri, riteneva che non fossero degni di godere del nostro stesso benessere, e un giorno usò tutto il suo potere per cacciarli via. Ma non trovò pace, perché odiava anche chi proveniva dalle altre regioni, e così mandò via anche loro, perché riteneva che la sua regione fosse più "virtuosa" delle altre. Ma non trovò pace, perché odiava anche i disabili e gli handicappati, e ritenendoli solo un peso per la società, mandò via anche loro. Non trovando pace, mandò via chi aveva un'opinione politica diversa dalla sua, chi faceva il tifo per una squadra di calcio diversa dalla sua, e chi aveva gusti musicali diversi dai suoi. Infine quel tale rimase solo, e visse un lungo periodo di solitudine e di meditazione. Alla fine riuscì a comprendere che il problema non erano "gli altri", ma era lui stesso, incapace di convivere con chi ha cultura, religione, opinioni e gusti diversi dai suoi, e che l'uomo, senza le diversità rimane solo.

PAROLA DI DIO: At 19,1-8; Sal 67; Gv 16,29-33

 

VANGELO Gv 16, 29-33

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, i discepoli dissero a Gesù: “Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini. Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio”. Rispose loro Gesù: “Adesso credete? Ecco, verrà l'ora, anzi è gia venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!”. Parola del Signore

 

“ADESSO CREDETE?”.

Gli apostoli pensano di avere capito tutto di Gesù e allora dicono: “Abbiamo la fede”.

Capita di incontrare dei cristiani che con altrettanta sicurezza dicono di avere tanta fede, di conoscere tutto, e con questo si permettono di giudicare la fede altrui e quasi esigono che gli altri misurino la propria fede sulla loro: “Se tutti fossero credenti come me, il mondo andrebbe meglio!” Gesù richiama gli apostoli e noi alla concretezza. E’ facile aver fede al momento della trasfigurazione gloriosa, è facile confondere la fede con la conoscenza di una dottrina, ma quando arriva la sofferenza, il buio, il silenzio di Dio, lo scandalo della croce?

Questi apostoli così baldanzosi, come si comporteranno davanti alla passione di Gesù?

Signore, voglio mettere davanti a Te la mia poca fede e ti prego per me e per i miei fratelli, rafforzala! E rendici capaci, magari in mezzo ai dubbi e agli interrogativi, di fidarci di Te, anche nel momento della croce.

 

 

MARTEDI' 10 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfio, martire; San Cataldo, vescovo; Santa Solange

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, GESU', NEL CUORE DEL PADRE.

 

HANNO DETTO: “Siate amante e praticante della semplicità e dell’umiltà, e non vi curate dei giudizi del mondo, perché se questo mondo non avesse nulla da dire contro di noi, non saremmo veri servi di Dio”. (San Pio da Pietrelcina)

SAGGEZZA POPOLARE: Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza.

UN ANEDDOTO: Una donna riteneva che Dio le apparisse in visione. Andò quindi a consigliarsi dal proprio vescovo. Il buon presule le fece la seguente raccomandazione: «Cara signora, lei forse sta credendo a delle illusioni. Deve capire che in qualità di vescovo della Diocesi sono io che posso decidere se le sue visioni sono vere o false». «Certo, Eccellenza». «Questa è una mia responsabilità, un mio dovere». «Perfetto, Eccellenza». «Allora, cara signora, faccia quello che le ordino».«Lo farò, Eccellenza». «La prossima volta in cui Dio le apparirà, come lei sostiene, lo sottoponga a una prova per sapere se è realmente Dio». «D'accordo, Eccellenza. Ma qual è la prova?».

«Dica a Dio: "Rivelami, per favore, i peccati personali e privati del signor vescovo". Se è davvero Dio ad apparirle, costui le rivelerà i miei peccati. Poi, torni qui e mi racconti cosa avrà risposto; a me, e a nessun altro. D'accordo?»

 «Farò proprio così, Eccellenza». Un mese dopo, la signora chiese di essere ricevuta dal vescovo, che le domandò: «Le è apparso di nuovo Dio?».

«Credo di sì, Eccellenza». «Gli ha chiesto quello che le ho ordinato?»

«Certo, Eccellenza!» «E cosa le ha risposto Dio?»

«Mi ha detto: «Di' al vescovo che i suoi peccati io li ho dimenticati"»

PAROLA DI DIO: At 20,17-27; Sal 67; Gv 17,1-11

 

VANGELO Gv 17, 1-11

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: “Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre Santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi”. Parola del Signore

 

“IO TI PREGO PER COLORO CHE MI HAI DATO, PERCHE’ SONO TUOI”.

Nel Vangelo di Giovanni, alla fine dei discorsi di addio che hanno riempito l’Ultima Cena, troviamo che Gesù sente il desiderio di pregare. Egli ha bisogno di essere in piena comunione con il Padre per poter aderire totalmente alla sua volontà, ha bisogno di tutta la forza dello Spirito di Amore per poterci amare fino in fondo donando la sua vita per noi in mezzo alle sofferenze della passione e della croce. Ma ci tocca particolarmente questa preghiera di Gesù perché, in un momento così estremo della sua vita, Lui non si ferma a chiedere aiuto per se stesso, ma ha nel cuore principalmente noi. Ci sente come dono del Padre, valiamo il suo sangue prezioso versato per noi, quindi Gesù prega il Padre per noi. Proprio nel momento della sua passione Gesù pensava a me!

E’ veramente bello sentire questa comunione di preghiera in quanto noi spesso balbettiamo, non sappiamo che cosa chiedere, Lui invece conosce quello che è bene per noi. Noi non sappiamo lodare, Lui è la lode perenne, noi offriamo le nostre miserie, Lui offre se stesso, noi stentiamo ad esprimere il nostro grazie, Lui è il grazie perenne della nostra umanità a Dio. Quando io prego entro nel cuore di Gesù ed è Lui che prega con me e per me.

 

 

MERCOLEDI' 11 MAGGIO:

Tra i santi ricordati oggi: Santa Bertilla; Sant’Ignazio da Laconi, Sant’Illuminato, monaco

Una scheggia di preghiera:SIGNORE,

 

AIUTACI AD ESSERE UNO FRA NOI E CON TE.

 

HANNO DETTO: “Non accettate nulla come verità che sia privo di amore. E non accettate nulla come amore che sia privo di verità! L’uno senza l’altra diventa una menzogna distruttiva”. (S. Teresa Benedetta della Croce Edith Stein)

SAGGEZZA POPOLARE: "Vince la battaglia chi sta sul campo gli ultimi quindici minuti".

UN ANEDDOTO: Un collaboratore di Lincoln perorava la causa di un postulante osservando: “E' un disgraziato...”. “Le persone – ribatté seccamente il presidente- sono felici nella misura in cui hanno deciso di esserlo”.

PAROLA DI DIO: At 20,28-38; Sal 67; Gv 17,11b-19

 

VANGELO Gv 17, 11-19

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, così pregò: “Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi. Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità”. Parola del Signore

 

“PADRE SANTO, CUSTODISCI NEL TUO NOME COLORO CHE MI HAI DATO, PERCHÈ SIANO UNA COSA SOLA, COME NOI”.

Ieri abbiamo gioito nel vedere che Gesù ha pregato per noi. Oggi proviamo a vedere che cosa chiede Gesù al Padre per noi.  Egli prega perché noi siamo una cosa sola, cioè siamo uniti tra noi e con Lui. Gesù chiede questo perché sa che è solo nell’unità che si realizza l’amore.

Noi, dopo duemila anni di cristianesimo invece siamo ancora divisi. Ci sono chiese cristiane che storicamente si sono divise tra loro, ci sono dei cristiani che addirittura arrivano a farsi la guerra tra di loro attaccandosi a motivi di religione, la storia del cristianesimo è costellata di santi ma anche di incomprensioni, di roghi nel nome della fede, di confusioni tra fede e manifestazioni religiose. E anche oggi, che pur abbiamo capito tutti quanto sia deleterio il fatto di questa disunione, non troviamo ancora la strada giusta per smetterla di guardare alle differenze che ci dividono e per vedere invece l’amore di Dio che potrebbe unirci. Ma le disunioni, purtroppo, non sono solo a livello di confessioni religiose, ci sono anche nelle comunità cristiane quando magari per il fatto che si appartiene a gruppi diversi, l’invidia e la gelosia ci fanno mettere in contrapposizione gli uni gli altri. Certamente l’unità per cui ha pregato Gesù non è l’uniformità. Ognuno di noi ha una sua storia, un suo carattere, dei doni particolari ed è giusto e bello che ognuno porti il frutto personale dei suoi doni ai fratelli, in questo caso le differenze non sono qualcosa contro l’unità ma sono un bene prezioso messo a disposizione di tutti, l’unità è avere nelle differenze lo stesso fine: Dio e il suo amore, è correre verso un'unica meta, è saper riconoscere i doni degli altri, è offrire se stessi non imponendosi, è guardarsi negli occhi e sapersi riscoprire tutti figli dello stesso Padre, è pregare anche noi intensamente con Gesù perché l’unità tra cristiani  sia la testimonianza concreta davanti al mondo che noi crediamo all’amore di Dio che ci è stato dato.

 

 

GIOVEDI' 12 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Nereo e Achilleo; San Pancrazio; San Leopoldo Mandic.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, MODELLO DI FEDE UMILE, PREGA PER NOI.

 

HANNO DETTO: “Come ogni essere umano, anche il credente è immerso nelle fatiche e nei dolori quotidiani. Ma trova nella fede una lente che gli permette di vedere le stesse cose di sempre sotto una luce nuova. La fede non cambia il paesaggio, ma modifica lo sguardo dell’uomo”. (G. K. Chesterton)

SAGGEZZA POPOLARE: Sia che un orcio urti una pietra o che una pietra urti un orcio -secondo quanto dice un saggio proverbio africano, ad avere la peggio è sempre l'orcio.

UN ANEDDOTO: Un uomo aveva quattro figli. Egli desiderava che i suoi figli imparassero a non giudicare le cose in fretta, per questo, invitò ognuno di loro a fare un viaggio, per osservare un albero, che era piantato in un luogo lontano. Il primo figlio andò là in Inverno, il secondo in Primavera, il terzo in Estate, e il quarto, in Autunno. Quando l'ultimo rientrò, li riunì, e chiese loro di descrivere quello che avevano visto. Il primo figlio disse che l'albero era brutto, torto e piegato. Il secondo figlio disse invece che l'albero era ricoperto di gemme verdi e promesse di vita. Il terzo figlio era in disaccordo; disse che era coperto di fiori, che avevano un profumo tanto dolce, ed erano tanto belli da fargli dire che fossero la cosa più bella che avesse mai visto. L'ultimo figlio era in disaccordo con tutti gli altri; disse che l'albero era carico di frutta, vita e promesse. L'uomo allora spiegò ai suoi figli che tutte le risposte erano esatte poiché ognuno aveva visto solo una stagione della vita dell'albero. Egli disse che non si può giudicare un albero, o una persona, per una sola stagione, e che la loro essenza, il piacere, l'allegria e l'amore che vengono da quella vita può essere misurato solo alla fine, quando tutte le stagioni sono complete.

PAROLA DI DIO: At 22,30; 23,6-11; Sal 15; Gv 17,20-26

 

VANGELO Gv 17, 20-26

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù alzati gli occhi al cielo, così pregò: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”. Parola del Signore

 

“E LA GLORIA CHE TU HAI DATO A ME IO L’HO DATA A LORO, PERCHE’ SIANO COME NOI UNA COSA SOLA”. (Gv. 17,22)

Il Signore Gesù dice che ci ha dato la sua gloria, dobbiamo dunque aprirci ad essa, accoglierla. E per accoglierla bene è necessario che sappiamo di quale gloria si tratta. In questa stessa preghiera Gesù afferma che è una gloria proveniente dall'amore del Padre E  il motivo di questo dono è “perché siamo una cosa sola”.

È chiaro che è una gloria ben diversa da quella perseguita dall'orgoglio. La gloria che l'orgoglio ricerca crea divisione: si vuol essere superiori agli altri, distinguersi da loro, separarsi da loro, specialmente dai più umili, dai più poveri. Questa è la gloria umana. La gloria di Gesù, lo sappiamo, è la gloria di colui che è venuto per servire, che si è abbassato al nostro livello, che si è identificato con noi, che ci ha lavato i piedi. È la purissima gloria di colui che non ha mai ricercato la propria gloria, e che proprio per questo è glorificato dal Padre.

In questo mese di maggio a lei dedicato ancora una volta, Maria ci è di modello. Dio l’ha “coperta” della sua Gloria, del suo Spirito, ma Maria è rimasta al suo umile posto. La Madre di Dio sa di essere “Beata”, ma Lei lo manifesta vivendo le beatitudini di Gesù, essendo povera, afflitta, operatrice di pace, perseguitata per causa della giustizia, sofferente. Lei accetta la Gloria di Dio mettendosi a servizio di sua cugina, degli sposi di Cana, di Gesù, degli Apostoli e Lei, una cosa sola con Suo Figlio, continua  a manifestare la sua gloria, non tanto per i tributi e gli onori che noi uomini possiamo attribuirle ammirando i suoi doni, quanto per la sua maternità che continua nei nostri confronti con lo stesso affetto e la stessa dedizione con cui si è manifestata a Gesù.

 

 

VENERDI' 13 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Agnese di Poitiers; San Sergio, confessore.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU LO SAI CHE, COME POSSO E COME RIESCO, TI VOGLIO BENE.

 

HANNO DETTO: “L’amore senza eternità si chiama angoscia, l’eternità senza amore si chiama inferno”. (Gustave Thibon)

SAGGEZZA POPOLARE: "Una piccola scintilla può bruciare una villa".

UN ANEDDOTO: Il conferenziere iniziò il suo intervento sventolando una banconota verde da cento euro. "Chi vuole questa banconota da cento euro?" domandò. Si alzarono varie mani, ma il conferenziere chiarì: "Prima di consegnarla, però, devo fare una cosa". Stropicciò la banconota furiosamente, poi disse: "Chi la vuole ancora?". Le mani vennero sollevate di nuovo. "E se faccio così?". Lanciò la banconota contro il muro e, quando ricadde sul pavimento, la calpestò; poi la mostrò nuovamente all'uditorio: era ormai sporca e malconcia. "Qualcuno la vuole ancora?".
Come al solito, le mani si alzarono. Per quanto fosse maltrattata, la banconota non perdeva nulla del suo valore. Molte volte nella vita veniamo feriti, calpestati, maltrattati e offesi, eppure manteniamo il nostro valore.

PAROLA DI DIO: At 25,13-21; Sal 102; Gv 21,15-19

 

VANGELO Gv 21, 15-19

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti amo”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”. Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”. Parola del Signore

 

“SIMONE DI GIOVANNI, MI VUOI BENE?”

“Signore, tu sai tutto lo sia che ti voglio bene. Non come vorrei, con tutti i sentimenti, non come mi piacerebbe con il trasporto dei tuoi santi, non con una volontà che spesso non riesce a comandare a me stesso, non sempre con i fatti, ma tu lo sai, anche il mio voler bene agli uomini, alle persone care che hai messo sul mio cammino è così: limitato, non sempre coerente, che cede facilmente davanti alle prime difficoltà, che qualche volta arriva a tradire... per cui qualche volta, come Pietro ho addirittura pudore a pronunciale la parola “ti amo” e mi rifugio nel “ti voglio bene”...”

“Non aver paura. Come con Pietro, non aspetto che tu sia perfetto per volerti bene. Ti voglio bene così come sei, anche con i tuoi limiti. Ti chiedo solo di seguirmi, di lasciarti portare magari anche dove tu da solo non ci saresti andato. Sappi che mi troverai sempre accanto a te”.

 

 

SABATO 14 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Mattia;San Michele Garicoits; San Pasquale I, Papa; Santa Maria Mazzarello.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, GESU', OGNI PERDITA E' GUADAGNO.

 

HANNO DETTO: “Tieniti sempre stretta alla santa Chiesa cattolica, perché ella sola ti può dare la vera pace, perché ella sola possiede Gesù sacramentato, che è il vero principe della pace”. (San Pio da Pietrelcina)

SAGGEZZA POPOLARE: "Non progredire è regredire". (proverbio Latino)

UN ANEDDOTO: Durante una tempesta, a un marinaio inesperto fu chiesto di salire in coffa per districare un mucchio di cordame. Esile e svelto, salì rapidamente ed eseguì l'ordine. Ma, mentre scendeva, guardò il mare in tempesta e fu preso dal panico. "Perdo le forze!", gridò. "Non riesco a tenermi!" "Non guardare in giù, guarda in su!", gli gridò l'aiutante. Il marinaio con sforzo guardò in su e, riacquistata la calma e la fiducia, terminò la discesa. Quando siamo presi dalla paura, da momenti di depressione o di ansietà, guardiamo al Signore con fiducia e umiltà  La sua grazia ci sosterrà.

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DI SAN MATTIA: At. 1,15-17.20-26; Sal. 112; Gv. 15,9-17

 

VANGELO Gv 15, 9-17

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri". Parola del Signore

 

“NESSUNO HA UN AMORE PIÙ GRANDE DI QUESTO: DARE LA VITA PER I PROPRI AMICI”.

Gesù lo ha fatto: Lui, il Dio Signore della vita, il Figlio del Padre che non aveva bisogno del suo sangue per rabbonirsi nei nostri confronti, il Dio cui bastava un gesto per liberarsi dalla croce e scendere da essa, ha accettato di dirci ti “voglio bene”, vivendo in pieno la realtà di uno che ha dato tutto se stesso e che accettando le conseguenze delle sue scelte d'amore ci dona anche la sua vita, il suo sangue.

Ma per Lui lo hanno fatto anche tanti: non solo i martiri della fede, ma chi gli ha dedicato, bruciato tutta la sua vita, chi,  ha consumato tutta la sua vita agli altri magari senza ricavarne granché per se stesso, da quella mamma che non vede i risultati del suo amore nei figli, a quella suora di cui nessuno si è accorto e che alla fine della sua vita viene anche puntata a dito come 'persona insignificante', a quell'uomo che. avendo spesso tutto per i suoi, muore nella più assoluta solitudine... Eppure in questo cammino gioioso che è la vita la spoliazione è continua ma può essere  tristezza se la si vede solo come trascorrere degli anni per arrivare alla morte, o significativa perché è seminare amore per arrivare all'Amore che non finisce.

 

 

DOMENICA 15 MAGGIO: DOMENICA DI PENTECOSTE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Isidoro, l’Agricoltore, San Liberatore; Santa Sofia di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO, RIMANI CON NOI.

 

HANNO DETTO: Può darsi che non siate responsabili della situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla. (Martin Luther King)

SAGGEZZA POPOLARE: Se tua moglie è bassa di statura, chìnati per baciarla.

UN ANEDDOTO: Durante la rivoluzione francese, un contadino bretone fu perseguitato per la sua fede in Dio. Un soldato, vedendo la sua fermezza, gli disse: "Perché credi ancora a queste cose? Presto uccideremo tutti i preti". "Sarà come il Signore vorrà", rispose lui. "Calpesteremo le vostre croci e distruggeremo le vostre statue", aggiunse il soldato. "Il Signore vi punirà per questo oltraggio". "I campanili e le chiese saranno distrutti. Non vi sarà più luogo dove potrete perpetuare le vostre superstizioni. Che cosa farete allora?" "Ci sono cose che non potrete distruggere", ribatté il contadino. "Quali?" "Le stelle. Finché quel libro aperto esisterà, noi continueremo a insegnare ai nostri figli l'amore di Dio".

PAROLA DI DIO: At 2,1-11; Sal 103; Rm 8,8-17; Gv 14,15-16.23b-26

 

VANGELO Gv 14,15-16.23b-26

Dal vangelo secondo Giovanni

Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Parola del Signore

 

“IO PREGHERO' IL PADRE ED EGLI VI DARA' UN ALTRO PARACLITO PERCHE' RIMANGA SEMPRE CON VOI”.

No, non ci hai lasciati orfani, soli e sperduti, abbandonati alla complessità delle vicende umane.

No, non siamo in balia del potente o del maestro di turno, privi della capacità di discernere e di valutare, di decidere e di scegliere.

Tu ci hai fatto dono del tuo Spirito: è lui l'anima segreta della nostra esistenza, il fuoco acceso nel nostro petto, il coraggio che vince tante paure, la forza che emerge dalle nostre debolezze e fragilità. Ma perché il tuo dono divenga operante in noi, perché la nostra povera vita sia trasfigurata dalla tua presenza, tu ci chiedi di abbandonarci con fiducia alla tua volontà, al tuo disegno. Ci domandi di amarti, non a parole, ma con i fatti, non nei momenti magici in cui tutto sembra sorriderci, ma nell'oscurità della vita quotidiana, nella trama usuale dei giorni, nella fatica e nel sacrificio, nell'attesa e nel dolore, nelle pene e nelle gioie. E ci prometti che il nostro amore, nelle sue modeste dimensioni, sperimenterà il tuo amore smisurato e quello del Padre.

 

 

LUNEDI' 16 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Bobola, martire; Sant’Ubaldo, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO, AIUTAMI NELLA MIA INCREDULITÀ.

 

HANNO DETTO: La responsabilità significa libertà, ecco perché molti la temono. (G.B. Shaw)

SAGGEZZA POPOLARE: Sono come la pianta che cresce sulla nuda roccia: quanto più mi sferza il vento tanto più affondo le mie radici. (Proverbio Indiano)

UN ANEDDOTO: Haydn, il famoso compositore austriaco, non aveva timore ad ammettere la sua profonda religiosità. Un giorno si trovava in compagnia di alcuni musicisti, che discutevano sul modo migliore di rinfrescare la mente quando ci si sente stanchi. Uno disse: "Non c'è rimedio migliore che un bicchiere di buon vino". Un altro: "Quando l'ispirazione mi viene meno, lascio il lavoro e mi trovo una compagnia gioviale. Questo mi dà sempre la carica". "E tu, Franz?", fu domandato ad Haydn."Io prendo il rosario che porto sempre con me. E dopo pochi minuti mi sento rinfrescato nella mente e nel corpo".

PAROLA DI DIO: Gc 3,13-18; Sal 18; Mc 9,14-29

 

VANGELO Mc 9, 14-29

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù sceso dal monte e giunto presso i discepoli, li vide circondati da molta folla e da scribi che discutevano con loro. Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: "Di che cosa discutete con loro? ". Gli rispose uno della folla: "Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto. Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti". Egli allora in risposta, disse loro: "O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me". E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando. Gesù interrogò il padre: "Da quanto tempo gli accade questo?". Ed egli rispose: "Dall'infanzia; anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci". Gesù gli disse: "Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede". Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: "Credo, aiutami nella mia incredulità". Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: "Spirito muto e sordo, io te l'ordino, esci da lui e non vi rientrare più". E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: "E' morto". Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi. Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: "Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?". Ed egli disse loro: "Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera". Parola del Signore

 

“FINO A QUANDO DOVRO' SOPPORTARVI?”

Gesù si lamenta della incomprensione, dell’ostilità, dei rifiuti di troppa gente, ma ci sono anch’io come causa di quella stanchezza. Anch’io faccio parte della generazione incredula. E’ facile riconoscersi nello sfogo di Gesù. Quante volte siamo stati attanagliati dalla sfiducia, ci siamo ritrovati come svuotati da un senso di inutilità. E abbiamo concluso che non valeva la pena continuare, non era il caso di insistere, meglio lasciar perdere, per quello che si otteneva... Soltanto che Gesù, quando è stanco, riprende a lottare... Mentre noi, tante volte, ci sentiamo stanchi per la paura di dover affrontare la lotta. Dobbiamo imparare anche questa lezione da Gesù che, stanco degli uomini, fino a non poterne più, ricomincia a lavorare per renderli diversi.

 

 

MARTEDI' 17 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pasquale Baylon; Santa Restituta Matrono.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, FAMMI CAPIRE CHE CON TE ANCHE UNA PERDITA PUO' ESSERE UNA VITTORIA.

HANNO DETTO: E' più facile insegnare che educare, perché per insegnare basta sapere, mentre per educare è necessario essere. (Alberto Hurtado)

SAGGEZZA POPOLARE: Se di notte ti lamenti perché non c’è il sole, ti impedisci di vedere le stelle.

UN ANEDDOTO: Lady Huntington scrive nelle sue Memorie che una volta ebbe ospite a cena il grande banchiere Rothschild. Nella conversazione, mentre raccontava come era stato difficile salire la scala del successo, egli disse: "La mia grande ambizione adesso è educare i miei figli cosicché possano perpetuare il successo che ho ottenuto". Lady Huntington aggiunse: "Spero che lei possa trovare anche il tempo per preparare i suoi figli per l'aldilà". "No! No certamente!", ribatté il banchiere. "Non mi posso permettere di parlare loro dell'altro mondo. Questo dividerebbe le loro energie e distrarrebbe la loro attenzione!"

PAROLA DI DIO: Gc 4,1-10; Sal 54; Mc 9,30-37

 

VANGELO Mc 9, 30-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: "Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà". Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni. Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: "Di che cosa stavate discutendo lungo la via?". Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: "Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti". E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: "Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato". Parola del Signore

 

CHIESE LORO: "DI CHE COSA STAVATE DISCUTENDO LUNGO LA VIA?"

I discepoli stanno seguendo uno che va verso il Calvario, verso il "fiasco" umano più grande e segretamente stanno cercando di "dividersi la torta": chi è il più grande? chi sarà che comanda tra noi?

E come succede in politica, quando la lotta per il posto di sottosegretario è senza esclusioni di colpi, così  come  quando anche i vescovi vogliono appartenere alla “cordata di quel cardinale” per  far carriera. E nelle comunità, quando si dimentica il vero dell'essere cristiani di Gesù per dividersi in gruppi contrapposti. Ma quello che è peggio è che spesso tutto è mascherato da perbenismo o da motivazioni che hanno apparenza di serietà, di vero amore disinteressato per la Chiesa. La domanda di Gesù interpella e ci mette allo scoperto. Il regno di Gesù ha pur esso delle gerarchie: anche lì ci sono primi e ultimi, ma guarda caso: gli ultimi sono i primi, gli inutili si identificano con Cristo. Gesù sceglierà come capo della Chiesa non il più intelligente, il più pio ma colui che lo ha rinnegato.

Ma, metto il dito ancor di più nella piaga: chi di noi genitori, educatori insegna ai propri figli che la cosa più importante non è essere sempre i primi, i migliori, ma che è importante anche saper perdere?

 

 

MERCOLEDI' 18 MAGGIO:

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni I; San Felice di Cantalice.

Una scheggia di preghiera:

 

QUANTE COSE BUONE HAI SEMINATO IN OGNI UOMO, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: I fatti non cessano di esistere solo perché noi li ignoriamo. (Aldous Huxley)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando vivono a lungo insieme gli animali finiscono per amarsi, con gli uomini per odiarsi. (Proverbio Cinese)

UN ANEDDOTO: Una donna anziana, ammalata e da lungo tempo confinata nella sua camera, aveva un vaso di rose sul davanzale della finestra. Un giorno notò che le rose si erano girate verso la luce. Essa girò il vaso verso il letto per godere la bellezza dei fiori, ma il giorno dopo le rose erano nuovamente girate verso il sole. Segui l'esempio delle rose: guarda la luce, cammina verso la luce. Vivi orientato verso il sole. Non lasciarti mai ingabbiare dalla depressione, dal vuoto esistenziale, dalla malinconia.

PAROLA DI DIO: Gc 4,13-17; Sal 48; Mc.9,38-40

 

VANGELO Mc 9, 38-40

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri ". Ma Gesù disse: "Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi". Parola del Signore

 

“CHI NON È CONTRO DI NOI È PER NOI".

Noi dividiamo il mondo in belli e brutti, buoni e cattivi, giusti ed ingiusti; classifichiamo persone o cose a nostro favore o contrarie a noi... Gesù con un sorriso sembra dirci: cambiamo metodo, prova, invece di creare delle barriere, a vedere il positivo che c'è perché questo può farti scoprire l'altro non come un nemico, un concorrente ma come un fratello da cui ricevere e a cui dare per star meglio in due. E cerco di fare qualche esempio concreto: se vedi tua suocera o tua nuora solo come concorrente nell'amore di tuo figlio o di tuo marito, riuscirai a vedere con chiarezza tutti suoi difetti, se cominci a vederla come persona diversa da te, che magari ti da pure fastidio ma che a modo suo cerca di voler bene a colui cui tu vuoi bene, forse ne capisci anche qualche valore e forse, insieme, riuscite a non far danni proprio alla persona che amate. Dice un proverbio “molti nemici, molto onore”, ma non sarebbe meglio invece di lottare, soffrire, magari anche soccombere cercare in tutti i modi di farseli amici: ci guadagneremmo sia noi che loro. E le guerre di religione per “difendere la fede”, non potrebbero portarci ad amare di più Dio e i fratelli se invece di contrapporci sapessimo accettarci di più nelle nostre differenze per valorizzare anche tutto quello che ci accomuna?

 

 

GIOVEDI' 19 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Celestino V, Papa; Sant’Ivo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIAMO TUTTI FIGLI TUOI, SIGNORE, OGNUNO AMATO PERSONALMENTE DA TE.

 

HANNO DETTO: Se Gesù nel Vangelo ama di un amore del tutto particolare i peccatori, non è certo a causa del loro peccato, ma perché hanno bisogno di essere perdonati e guariti, perché sono disponibili all'amore di Dio. (Claude Geffrè)

SAGGEZZA POPOLARE: Ogni problema ha tre soluzioni: la mia soluzione, la tua soluzione, e la soluzione giusta. (Prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: Lo scultore americano John Quincy Adams, ormai ottuagenario, incontrò un amico che gli domandò. "In questo splendido giorno, come sta il signor John Quincy Adams?" Il vecchio, con gli occhi scintillanti, rispose: "John Quincy Adams sta discretamente, grazie, ma il corpo in cui vive è malconcio. Sta cedendo dalle fondamenta. Presto John Quincy Adams dovrà lasciarlo. Ma lui sta bene ".Se siamo motivati da ideali onesti e costruttivi, rimarremo attivi anche quando il corpo comincerà a perdere il proprio vigore. La motivazione crea la differenza!

PAROLA DI DIO: Gc 5,1-6; Sal 48; Mc 9,41-50

 

VANGELO Mc 9, 41-50

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Perché ciascuno sarà salato con il fuoco. Buona cosa il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri". Parola del Signore

 

"CHI SCANDALIZZA UNO DI QUESTI PICCOLI CHE CREDONO, È MEGLIO PER LUI CHE SI METTA UNA MACINA DA ASINO AL COLLO E VENGA GETTATO IN MARE”.

Tutti noi quando sentiamo parlare di pedofilia o di crimini contro i bambini ci sentiamo giustamente ribollire. E’ però facile comprendere che qui Gesù, quando parla di piccoli che vengono scandalizzati, si riferisce soprattutto alle persone umili che vengono o allontanate dalla fede o non aiutate a realizzarsi umanamente e spiritualmente per l’orgoglio e l’egoismo di altri, Ma siccome Gesù sovente ha usato proprio l’esempio dei bambini non mi sembra fuori luogo ricordare,insieme agli scandali “evidenti”, uno dei maggiori “scandali” che noi adulti, in nome di un egoismo mascherato d’amore diamo ai nostri bambini.

Quando nasce o è presente un bambino nelle nostre famiglie egli è una persona che ha di fronte a sé la sua vocazione, una sua storia, una sua scelta, una sua libertà. Quanti genitori non si rassegnano a questa verità e cercano in tutti i modi di tenere per sé e per i loro progetti colui o colei che è “persona nuova”, destinato ad andare oltre a “lasciare suo padre e sua madre” come dice la Bibbia per creare una nuova famiglia, un nuovo spazio. E spesso si sente dire: “Devi essere come me”, “Devi fare la professione che indico io” o addirittura arrivare ai ricatti: “Dopo tutto quello che ho fatto per te...” Ogni creatura umana che viene al mondo porta, certo, l’impronta biologica dei genitori, ma ha soprattutto quella del suo Creatore di cui è “immagine e somiglianza” E Dio è infinito, sempre nuovo, aperto ad una gamma sterminata di possibilità. Il genitore non è colui che per tenersi il figlio o per volerlo a sua immagine “dà scandalo a un piccolo tarpandogli le ali, ma colui che accompagna il figlio sulla strada che sarà solo sua, insomma colui che come Giovanni Battista ha il coraggio di dire: “Bisogna che Lui cresca e che io diminuisca”.

 

 

VENERDI' 20 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Bernardino da Siena; San Teodoro di Pavia.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI, SIGNORE, AD ESSERE MISERICORDIOSI IN CASA NOSTRA.

 

HANNO DETTO: "Per me la vita è un mistero troppo grande, un dono troppo sacro di Dio per essere adeguatamente apprezzata. Il più grande artista è colui che vive la vita più bella". (Gandhi)

SAGGEZZA POPOLARE: Il servo serve se serve, se non serve non serve.

UN ANEDDOTO: Una giovane donna si iscrisse alla scuola di guida. Durante una lezione di pratica, in una strada con molto traffico, l'istruttore si chinò verso di lei e le bisbigliò: " Mi ha forse chiamato "caro"? "Signore! ", gridò la signorina voltandosi verso di lui. Ma l'istruttore, tutto sorridente, le disse di fare attenzione alla strada. E aggiunse: " Ho fatto questo per insegnarle una lezione: non importa ciò che gli altri le dicono, lei deve sempre stare attenta alla strada". Non lasciarti distrarre dai tuoi obiettivi.

PAROLA DI DIO: Gc 5,9-12; Sal 102; Mc 10,1-12

 

VANGELO Mc 10, 1-12

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo Gesù, partito da Cafarnao, si recò nel territorio della Giudea e oltre il Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l'ammaestrava, come era solito fare. E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: "E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?". Ma egli rispose loro: "Che cosa vi ha ordinato Mosè?". Dissero: "Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla". Gesù disse loro: "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto". Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio". Parola del Signore

 

“E’ LECITO AD UN MARITO RIPUDIARE LA PROPRIA MOGLIE?”

Ciò che in epoche passate era una eccezione, ora sembra generalizzarsi sempre di più. E se è giusto non puntare il dito e non ergerci giudici degli altri non è neanche accettando bellamente questa situazione che aiutiamo a trovare i valori su cui fondare le nostre scelte. E’ facile dire e pensare che tutto va bene fino a quando non insorgono difficoltà. Quando noi diventiamo unici arbitri del bene e del male, quando si guarda solo al proprio benessere, quando la parola ‘amore’ diventa solo soddisfare i propri bisogni, noi rischiamo di non capire più il vero senso della coppia, della famiglia. Guardiamo a Gesù: se tenesse conto dei nostri peccati, quante volte avrebbe potuto ripudiarci, invece “ha dato la sua vita per noi e proprio mentre noi eravamo peccatori”.

 

 

SABATO 21 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Costantino; San Vittorio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

TRA LE TUE BRACCIA STIAMO BENE, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Quanto alle tentazioni non è da pigliarsene pena: sono travagli che vengono ad un'anima che vuol esser tutta di Dio. (S. Paolo della Croce)

SAGGEZZA POPOLARE: La verità non vuol essere detta, né dipinta; vuol essere amata.

UN ANEDDOTO: Per tutta la vita, Santa Teresa  ha creduto nel l'efficacia apostolica della più piccola delle sue azioni. «Raccogliere uno spillo per amore - le piace ripetere - può salvare un'anima. Che mistero!».

PAROLA DI DIO: Gc 5,13-20; Sal 140; Mc 10,13-16

 

VANGELO Mc 10, 13-16

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso". E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva. Parola del Signore

 

CHI NON ACCOGLIE IL REGNO DI DIO COME UN BAMBINO, NON ENTRERÀ IN ESSO"

Perché il regno di Dio appartiene a chi assomiglia ad un bambino? Perché il bambino si abbandona fiducioso al padre e alla madre: crede al loro amore. Quando è nelle loro braccia si sente sicuro, non ha paura di niente. Anche quando attorno a sé avverte che c’è un pericolo, gli basta stringersi ancora più forte al papà o alla mamma che subito si sente protetto. A volte lo stesso papà sembra porlo in posizioni difficili, per rendere più emozionante un salto, ad esempio. Anche allora il bambino si lancia fiducioso. E’ così che Gesù vuole il discepolo del regno dei cieli. Il cristiano autentico, come il bambino, crede all’amore di Dio, si getta in braccio al Padre celeste, pone in lui una fiducia illimitata; niente gli fa più paura perché non si sente mai solo. Anche nelle prove crede all’amore di Dio, crede che tutto quello che succede è per il suo bene. Ha una preoccupazione? La confida al Padre e con la fiducia del bambino è sicuro che egli risolverà tutto. Come un bambino si abbandona completamente a lui, senza fare calcoli.

 

 

DOMENICA 22 MAGGIO: FESTA DELLA SS. TRINITA'

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rita da Cascia;Santa Caterina da Genova; Santa Giulia, vergine e martire.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE, FIGLIO, SPIRITO SANTO, UNICO DIO.

 

HANNO DETTO: Un cuore grande vuole sempre il bene anche se il premio non sempre ottiene. (Santa Teresa d'Avila)

SAGGEZZA POPOLARE: Cosa vale una bacinella d'oro se dentro ci devi sputare sangue? (prov. Abruzzese)

UN ANEDDOTO: Accompagnato dal dott. Sanguinetti riuscii ad avvicinare Padre Pio nella sua cella. Una brevissima presentazione, e: «Svizzero, tu hai portato il farmaco che abbisogna a Padre Agostino il vecchio padre Guardiano che sta male!». Mi sentii rabbrividire. Il medico mi aveva ordinato, pochi giorni prima della mia partenza per S. Giovanni Rotondo, della terramicina da 250 mmg., allora difficile a trovarsi e costosissima. I miei parenti me l'avevano procurata, ma non volli prenderla proponendomi di regalarla alla Clinica di Padre Pio. Non avevo parlato a nessuno del farmaco. Il dott. Sanguinetti mi disse: «Avrei bisogno della terramicina di dose forte, da 250 mmg.».

Il Padre, prendendo dalla mia mano il tubetto, lo porse a Sanguinetti, dicendo in tono quasi canzonatorio: «Va bene, dottore?». Il medico annuì: pur essendo abituato ai metodi del Padre, questa volta pure lui era rimasto colpito.

PAROLA DI DIO: Pr 8,22-31; Sal 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15

 

VANGELO Gv 16, 12-15

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà. Parola del Signore

 

“QUANDO VERRÀ LO SPIRITO DI VERITÀ, EGLI VI GUIDERÀ ALLA VERITÀ TUTTA INTERA”

Di Dio si può parlare, e di solito si balbetta qualcosa di Lui o si possono dire delle gran stupidaggini su Dio o si arriva anche al culmine di far dire delle stupidaggini a Dio stesso. Dio lo si può ricercare come si ricerca una verità su un libro, in una intelligenza e di solito non ci alza di molto ma ci si ferma all’uomo, al suo pensiero e si rinchiude Dio in stantii libri di una polverosa libreria. Ma Dio lo si può incontrare: noi siamo dentro Lui, viviamo immersi nella sua presenza; forse è proprio per questo che è difficile tradurre in parole un mistero così grande: siamo un po’ come un pesce che vive nel mare ma non può parlare dell’acqua o come noi, uomini, che respiriamo ma troviamo difficile parlare dell’aria. Che bello scoprire, attraverso quanto ci ha mostrato Gesù, suo Figlio, che Dio è famiglia, è eterna relazione, è creazione rinnovata ogni giorno, è salvezza offerta. E’ paternità, è fratellanza, è generazione d’Amore. E scoprendo questo Dio Dialogo, Relazione, facciamo la gioiosa scoperta di poter anche noi entrare in rapporto, in comunione con Lui: noi facciamo parte della sua famiglia, Lui ci ha creati, Gesù ci ha salvati, lo Spirito ci rigenera ogni giorno. Con un Dio che è Padre, posso parlare, avere fiducia, con Gesù posso fare Comunione, posso scoprire lo Spirito nella creazione e in me, posso ogni giorno ascoltare i suoi suggerimenti, sono chiamato a stare con Lui e con i miei fratelli per sempre: Dio Trinità è la mia vera e definitiva famiglia.

 

 

LUNEDI' 23 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Desiderio; San Mercuriale.

Una scheggia di preghiera:

 

LA VERA FELICITA' E' STARE CON TE O SIGNORE!

 

HANNO DETTO: Per morire all'orgoglio, bisogna vivere mentalmente ai piedi degli altri. E' questo l'unico modo di esercitare l'autorità nella Chiesa. (Gerard Huyghe)

SAGGEZZA POPOLARE: Al tempo delle serpi la lucertola fa paura. (prov. Abruzzese)

UN ANEDDOTO: «Padre Pio, un mio familiare non sta bene da due anni. Aspetta la vostra risposta. Cosa debbo dirgli?». «Digli che io non sto bene da settant'anni».

PAROLA DI DIO: 1Pt 1,3-9; Sal 110; Mc 10,17-27

 

VANGELO Mc 10, 17-27

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?". Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre". Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza". Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi". Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!". I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: "Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: "E chi mai si può salvare?". Ma Gesù, guardandoli, disse: "Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio". Parola del Signore

 

"VA, VENDI QUELLO CHE HAI E DALLO AI POVERI E AVRAI UN TESORO IN CIELO; POI VIENI E SEGUIMI".

Il nostro è un Dio privo di "buon senso". Uno che ha "buon senso" pensa al domani! E' facile fare dei  bei gesti, lasciarsi prendere dall'euforia della carità, dell'amore; ma poi, quando avrò bisogno io?

Ma non è vero che Gesù non abbia "buon senso". Non se ne fa niente di gesti sconsiderati, manifestativi. Gesù dice di vendere tutto ma... per seguirlo. S. Francesco ha fatto piazza pulita per seguirlo: ma chi era più felice di lui? Non era forse lui a parlare a frate Leone di "perfetta letizia?" Che allora la gioia vera non sia nell'abbandonare nel vendere per dare, ma nel liberarsi di ogni peso per seguire chi può darti tutto se tu non hai niente?

 

 

MARTEDI' 24 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Festa di Maria Ausiliatrice. San Patrizio; San Vincenzo di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, AIUTO DEI CRISTIANI, PREGA PER NOI.

 

HANNO DETTO: "Abbiamo in Cielo il cuore di una madre. La Vergine, nostra Madre, che ai piedi della Croce ha provato tutta la sofferenza possibile per una creatura umana, comprende i nostri guai e ci consola". (S. Leopoldo Mandic)

SAGGEZZA POPOLARE: Il cane si lava tutto il corpo con la sola sua lingua. (Detto del Congo)

UN ANEDDOTO: Padre Pio sta celebrando un matrimonio. Al momento culminante della funzione, lo sposo, preso dall'emozione, non riesce a dire il «sì» di rito. Padre Pio aspetta un po', cerca di aiutarlo con un sorriso, ma poi, visto inutile ogni tentativo, esplode: «Insomma, lo vuoi dire questo "sì", o me la devo sposare io?»

PAROLA DI DIO: 1Pt 1,10-16; Sal 97; Mc 10,28-31

 

VANGELO Mc 10, 28-31

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Pietro disse a Gesù: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito". Gesù gli rispose: "In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi". Parola del Signore

 

PIETRO DISSE A GESÙ: "ECCO, NOI ABBIAMO LASCIATO TUTTO E TI ABBIAMO SEGUITO"

Noi personalmente, anche facendo eco a certi insegnamenti ricevuti, siamo un po' abituati alla “meritocrazia”. Diciamo: “Io mi sono comportato bene: ho diritto a un premio”, “Dio vede le tue sofferenze e le tue prove quindi ti premierà in paradiso” Faccio i “fioretti”, così la Madonna è contenta e mi colmerà di grazie”... Questa mentalità viene da lontano se sono addirittura gli apostoli a chiedere quale premio ci sia per aver seguito Gesù. E Gesù non si tira indietro, dice che il premio ci sarà e sarà alla misura della generosità di Dio, ma Gesù insiste sul presente: “Sei andato dietro a Gesù per il premio, o lo hai scelto perché è la gioia della tua vita?” Se abbiamo capito questo, perché dobbiamo preoccuparci di un premio che già abbiamo e che l'amore colmerà anche in seguito, in maniera piena?

 

 

MERCOLEDI' 25 MAGGIO:

Tra i santi ricordati oggi: San Beda venerabile; San Gregorio VII; Santa Maria Maddalena de Pazzi.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, GESU', SERVIRE E' REGNARE.

 

HANNO DETTO: Colui che stima il suo tempo troppo prezioso per poterlo perdere ad ascoltare gli altri, in realtà non avrà mai tempo né per Dio né per il prossimo; ne avrà soltanto per se stesso e per le proprie idee. (Bonhoeffer)

SAGGEZZA POPOLARE: Hai un dente solo? Sorridi almeno con quello! (Detto del Madagascar) 

UN ANEDDOTO: Mariolino, vedendo i continui bisticci tra papà e mamma, domandò: "Mamma, che cosa si dicono due persone quando vogliono sposarsi?"

"Si promettono di amarsi e di essere sempre gentili e cortesi l'una con l'altra". "Allora, tu non sei sempre sposata!", ribattè Mariolino.

PAROLA DI DIO: 1Pt 1,18-25; Sal 147; Mc 10,32-45

 

VANGELO Mc 10, 32-45

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, prendendo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto: "Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà". E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: "Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo". Egli disse loro: "Cosa volete che io faccia per voi?". Gli risposero: "Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra". Gesù disse loro: "Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?". Gli risposero: "Lo possiamo". E Gesù disse: "Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato". All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamati a sé, disse loro: "Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti". Parola del Signore

 

CHI VUOL ESSERE GRANDE TRA VOI SI FARÀ VOSTRO SERVITORE, E CHI VUOL ESSERE IL PRIMO TRA VOI SARÀ IL SERVO DI TUTTI.

“Io sono il professore: nella mia classe comando io, faccio io il bel e il brutto tempo”. E Gesù: “Se vuoi essere davvero insegnante, mettiti pur non mancando  alla tua professionalità a servizio del vero bene dei tuoi allievi” . “Io ho un ruolo rilevante nella politica, ho potere!” E Gesù: “Se hai potere, ti è stato dato ma per servire alla politica non per intrallazzare con essa”. Io ho soldi, con essi posso comprare tutto!” E Gesù: “Guarda che non puoi comprare neanche un'ora della tua vita, pensa invece a quanto bene potresti fare se sapessi servirti bene dei tuoi beni”. “Io sono il vescovo, il parroco: nella mia diocesi, nella mia parrocchia comando io” E Gesù: “Tu che dici di avermi scelto sei disposto a salire con me sulla croce per loro?” “Io porto i pantaloni. Comando io in casa mia” e Gesù: “Se proprio vuoi essere signore in casa tua, servi tutti”.

 

 

GIOVEDI' 26 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Filippo Neri; San Quadrato.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', CHE IO VEDA.

 

HANNO DETTO: La vera solitudine purifica l'anima e la spalanca ai quattro venti della generosità. La falsa solitudine chiude la porta a tutti gli uomini e si esaurisce nelle proprie sciocchezze. (Thomas Merton)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi non vuol piedi sul collo, non s'inchini. (prov. Toscano)

UN ANEDDOTO: Il conducente aiutò una signora molto robusta a salire sull'autobus, ma guastò la sua buona azione dicendo: "Signora, lei dovrebbe fare una cura di lievito: l’aiuterebbe a salire meglio!" La signora, però, gli rispose per le rime: "Dovrebbe prenderlo lei il lievito, giovanotto, così anche le sue parole sarebbero più leggere!" Una parola, a volte può avere il peso di un macigno. Attento a ciò che lanci.

PAROLA DI DIO: 1Pt 2,2-5.9-12; Sal 99; Mc 10,46-52

 

VANGELO Mc 10, 46-52

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!".  Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Allora Gesù si fermò e disse: "Chiamatelo!". E chiamarono il cieco dicendogli: "Coraggio! Alzati, ti chiama!". Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: "Che vuoi che io ti faccia?". E il cieco a lui: "Rabbunì, che io riabbia la vista!". Parola del Signore

 

E IL CIECO DISSE A LUI: “RABBUNI, CHE IO RIABBIA LA VISTA”.

Bartimeo, questo cieco di Gerico ha moltissime cose da insegnarci. Ne accenno solo alcune. Lui che non ci vede, sa vedere benissimo Gesù, Colui al quale rivolgersi, per ottenere il miracolo. Non ci vede, ma sa gridare, anche a dispetto dei benpensanti che, da bene educati, cercano di zittirlo. Conosce la preghiera che è fatta non di preghiere ma di grido del cuore. Ha il coraggio di buttar via il suo mantello (l’unica sua casa, il suo mezzo di sussistenza per chiedere l’elemosina) pur di incontrare Colui che può liberarlo. Non si accontenta di essere guarito ma trasforma la sua gioia in rendimento di grazie che diventa sequela del Maestro. E’ l’ultimo discepolo che in ordine di tempo segue Gesù. Lui, il cieco, arriva per ultimo ma riesce a vedere la gloria di Gesù nella sua passione, morte, risurrezione. Chissà se anche i nostri occhi sapranno riconoscere Cristo sotto l’aspetto del povero e del sofferente?E Gesù gli disse: "Và, la tua fede ti ha salvato". E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.

 

 

VENERDI' 27 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino di Canterbury, San Giulio martire.

Una scheggia di preghiera:

 

FA' CHE RESTIAMO UNITI A TE PER PORTARE FRUTTO.

 

HANNO DETTO: Abbiamo imparato a volare nei cieli come uccelli e solcare i mari come pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice azione di camminare sulla terra come fratelli. (Martin Luther King)

SAGGEZZA POPOLARE: Al mattino gli uccelli volano via, ma la sera ritornano tutti al nido. (prov. del Congo)

UN ANEDDOTO: Un arabo, viaggiando attraverso il deserto, raggiunse un pozzo. Si dissetò con l'acqua fresca, ne riempì la borraccia di pelle e continuò il viaggio per parecchi giorni. Arrivato a Baghdad, volle fare dono dell'acqua al governatore. Era tutto quello che aveva. Il califfo accettò il dono con gratitudine e a sua volta ricompensò l'ospite con doni. I cortigiani chiesero al califfo di assaggiare l'acqua del deserto, ma egli negò loro questo privilegio. Quando l'arabo fu lontano, il califfo spiegò il proprio comportamento: l'acqua della borraccia era inquinata e puzzolente: sapeva che, se altri ne avessero bevuto, ne avrebbero disprezzato il generoso donatore. Delicatezza è una parola grande che si pratica nelle cose piccole.

PAROLA DI DIO: 1Pt 4,7-13; Sal 95; Mc 11,11-25

 

VANGELO Mc 11, 11-26

Dal vangelo secondo Marco

Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betania. La mattina seguente, mentre uscivano da Betania, ebbe fame. E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi. E gli disse:"Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti". E i discepoli l'udirono. Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. Ed insegnava loro dicendo: "Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!". L'udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. Quando venne la sera uscirono dalla città. La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici. Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: "Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato". Gesù allora disse loro: "Abbiate fede in Dio! In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato. Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati". Parola del Signore

 

“E GESÙ DISSE AL FICO: NESSUNO POSSA MAI MANGIARE I TUOI FRUTTI”

Sembra quasi un miracolo al contrario, questa maledizione del fico. E’ l’ultimo segno che Gesù compie prima della sua passione e sta ad indicare che colui che non ha accolto la benedizione messianica di Gesù e non lo ha seguito rimane sterile e attira su di se la maledizione che consegue a tale rifiuto. Israele non ha riconosciuto la visita del Signore e non ha prodotto il frutto atteso. Possedeva il Tempio ma non più la fede in Dio e nel suo amore e il perdono dei nemici, che rendono accetta la preghiera. Ma noi oggi in che modo accettiamo Gesù? Produciamo i frutti che Egli attende? La nostra vita dì Chiesa porta frutti o è uno sterile apparato esteriore? Dove sono, nelle nostre comunità, la fede viva, la fraternità, il perdono, i frutti dello Spirito, come veri segni della presenza e del riconoscimento di Cristo?

 

 

SABATO 28 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Germano; San Senatore.

Una scheggia di preghiera:

 

DAVANTI A TE, SIGNORE, RENDICI UMILI

 

HANNO DETTO:

L'umiltà è per la virtù quello che la catena è per il rosario: togliete la catena e tutti i grani se ne vanno; togliete l'umiltà e tutte le virtù spariscono. (Curato d'Ars)

SAGGEZZA POPOLARE: Molte cose il tempo cura che la ragion non sana. (prov. Toscano)

UN ANEDDOTO: Artur Rodzinski, celebre direttore della New York Philharmonic Orchestra, una volta dichiarò: “Nella nostra orchestra ci sono uomini di varie nazionalità, diversi per tipo e per temperamento. Abbiamo imparato a dimenticare le simpatie e antipatie e le diversità di carattere per amore della musica, alla quale abbiamo dedicato la vita. A volte mi domando se i problemi del mondo non si possano risolvere sulla base di una simile armonia”.

PAROLA DI DIO: Gd 17.20-25; Sal 62; Mc 11,27-33

 

VANGELO Mc 11, 27-33

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: "Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l'autorità di farlo?". Ma Gesù disse loro: "Vi farò anch'io una domanda e, se mi risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi". Ed essi discutevano tra sé dicendo: "Se rispondiamo "dal cielo", dirà: Perché allora non gli avete creduto? Diciamo dunque "dagli uomini"?". Però temevano la folla, perché tutti consideravano Giovanni come un vero profeta. Allora diedero a Gesù questa risposta: "Non sappiamo". E Gesù disse loro: "Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose". Parola del Signore

 

“GLI SI AVVICINARONO I SOMMI SACERDOTI, GLI SCRIBI E GLI ANZIANI E GLI DISSERO: CON QUALE AUTORITA’ FAI QUESTE COSE? O CHI TI HA DATO L’AUTORITA’ DI FARLO?”.

Può stupire, allora, che siano proprio sacerdoti, scribi, anziani, cioè rappresentanti della religione che fanno una domanda sull’autorità a Gesù? Erano preoccupati: se non si mantiene la giusta ortodossia, crolla la costruzione; ognuno può dire e fare quello che vuole; i capi perdono autorità e prestigio; anche i soldi non circolano più bene. Un bel segno di autorità dà l’idea che l’istituzione tenga. Il pensiero di Gesù è ben lontano. Lui non cerca l’autorità, Lui è l’autorità perché è Dio, Verità , Amore. Ma l’unica, grande, vera autorità non si impone, si propone, non ‘governa’, ma serve, non muta ad ogni soffio di vento, rimane inchiodata, nell’amore, sulla croce. Questa è l’autorità di Gesù e questo tipo di autorità ha partecipato Gesù ai suoi apostoli e alla Chiesa. Noi siamo Chiesa quando abbiamo al centro della nostra vita l’unica Autorità che è Cristo. Noi siamo Chiesa quando siamo a servizio della Verità e non delle ‘verità’ di passaggio dettate dalle necessità o dal mantenimento di certe tradizioni di comodo. Noi siamo Chiesa quando tutto il nostro essere diventa proposta e non imposizione. Noi siamo Chiesa quando con i fatti mostriamo al mondo il servizio concreto di Cristo ad ogni uomo.

 

 

DOMENICA 29 MAGGIO: FESTA DEL CORPO E SANGUE DI CRISTO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimino, vescovo; Santa Teodosia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

ECCO IL NOSTRO NIENTE, PRENDILO SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Signore, ecco i veri lebbrosi: gli egoisti, gli empi, coloro che vivono nell'acqua stagnante, i comodi, i paurosi, coloro che sciupano la vita. (Raul Follereau)

SAGGEZZA POPOLARE: È meglio un moccolo che andare a letto al buio. (prov. Toscano)

UN ANEDDOTO: Un eminente pediatra aveva messo a punto una terapia che aveva un successo sicuro e immediato. Quando andava al reparto di pediatria dell'ospedale e visitava un bambino che non guadagnava peso o dimostrava un malessere generale, prescriveva all'infermiera: "Questo bambino deve essere amato ogni due ore". Non solo i bambini hanno bisogno di amore. I medici sono d'accordo nell'affermare che molte malattie sono indotte dalla carenza di amore e da un senso di insicurezza. L'amore per il prossimo è sempre il miglior antidoto sia per gli altri sia per noi stessi. Amore diventa vita e salute.

PAROLA DI DIO: Gen 14,18-20; Sal 109; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17

 

VANGELO Lc 9, 11-17

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, le folle seguirono Gesù Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: “Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta”. Gesù disse loro: “Dategli voi stessi da mangiare”. Ma essi risposero: “Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente”. C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: “Fateli sedere per gruppi di cinquanta”. Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste. Parola del Signore

 

“NON ABBIAMO CHE CINQUE PANI E DUE PESCI”.

E' una affermazione scoraggiata quella degli apostoli che davanti a cinquemila persone affamate annotano di avere solo cinque pani e due pesci. Eppure Gesù, proprio attraverso la scoperta della nostra povertà, incapacità, impotenza vuol farci capire che Lui, servendosi proprio della nostra miseria farà cose grandi. Se si guarda solo a noi tutto è insufficiente quando invece si è scoperta la propria povertà, allora si diventa ricchi del bene di Qualcun altro e si può condividere tutto nel nome di Colui che ha condiviso tutto con noi, di Colui che non bastandogli neppure di aver dato la sua vita per noi, si fa Pane per farsi mangiare e darci l’energia del cammino. Se noi, davanti alle necessità del nostro mondo, facciamo l’elenco delle nostre risorse, siamo sempre in difetto; se, sull’esempio di Gesù, diamo via il nostro poco ci troveremo ricchi di Lui, e Lui è sufficiente per tutti: si possono portare via ancora dodici ceste di pezzi avanzati!

 

 

LUNEDI' 30 MAGGIO:

Tra i santi ricordati oggi: San Gavino, martire; Santa Giovanna d’Arco.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, PADRE DEL DONO DI GESU'.

 

HANNO DETTO: C'è un rimedio decisivo per ogni colpa: ammetterla. (Grillparzer Franz)

SAGGEZZA POPOLARE: È meglio camminare che essere spinto. (prov. Toscano)

UN ANEDDOTO: Un uomo d'affari, accecato dall'egoismo e oberato dagli impegni di lavoro, ebbe un esaurimento nervoso. Il medico gli consigliò di prendersi una vacanza in montagna. Quando arrivò alla stazione, l'uomo vide una vecchietta che piangeva, seduta sola in un angolo della sala d'aspetto. Le si avvicinò e le domandò la causa del suo dolore. La donna rispose che era venuta a trovare suo figlio, ma aveva perso l'indirizzo. L'uomo d'affari si interessò al suo caso, trovò il nome del figlio nell'elenco telefonico, chiamò un taxi e accompagnò la vecchietta a casa. Quella sera era felice, calmo, sereno. Alcuni giorni dopo scrisse al suo medico: " Dottore, finalmente mi sento un uomo. Mi sono interessato agli altri e quando ho potuto li ho aiutati: ho trovato la mia cura ".

PAROLA DI DIO: 2Pt 1,1-7; Sal 90; Mc 12,1-12

 

VANGELO Mc 12, 1-12

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese a parlare ai sommi sacerdoti, agli scribi e agli anziani in parabole: "Un uomo piantò una vigna, vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano. A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna. Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote. Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti. Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l'erede; su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra. E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri. Non avete forse letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri"? Allora cercarono di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. E, lasciatolo, se ne andarono. Parola del Signore

 

AVEVA ANCORA UNO, IL FIGLIO PREDILETTO: LO INVIÒ LORO PER ULTIMO, DICENDO: AVRANNO RISPETTO PER MIO FIGLIO!

Sembra quasi un ingenuo questo padre della parabola che Gesù racconta: i vignaiuoli hanno già bastonato e ucciso i suoi servi, e lui gli manda il Figlio!

Gli uomini non hanno rispettato la legge, hanno perseguitato i profeti e Dio manda Gesù!

Dio è veramente innamorato degli uomini a comportarsi così!

Anche a noi Gesù è mandato come segno di amore del Padre: posso accoglierlo o ucciderlo, vederlo come segno di amore o escluderlo come uno che dà fastidio. Se capissimo che Gesù è l’estremo segno di amore del Padre, come gli saremo riconoscenti per Lui!

 

 

MARTEDI' 31 MAGGIO: FESTA DELLA VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: Santa Petronilla di Roma; San Vitale di Assisi.

Una scheggia di preghiera:

 

BENVENUTA MARIA NELLA MIA CASA.

 

HANNO DETTO: Non appoggiarti all'uomo: deve morire. Non appoggiarti all'albero: deve seccare. Non appoggiarti al muro: deve crollare. Appoggiati a Dio, a Dio soltanto. Lui rimane sempre! (San Francesco d'Assisi)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi vuol fare tutto ciò che desidera, perde tutto ciò che ha. (prov. Sardo)

UN ANEDDOTO: Una signorina che tornava da un pellegrinaggio mariano parlò alla scrittrice Maria Noel della Madonna, poi le disse: «So che voi l'amate molto!». «Siamo molto intime», ammise la Noel, scherzosamente. Allora il signore che l'accompagnava, assai religioso, osservò: «Se voi l'amate, se Lei vi ama, aspettatevi il peggio ... C'è una particolare "intimità" tra lei e Satana. Egli si volge, di preferenza, a coloro che Ella ama». «Mi morderà il calcagno?», insolentì per celia la Noel. E l'interlocutore: «Non vi morderà perché Ella resterà la più forte. Ma aspettatevi il peggio ... »

PAROLA DI DIO NELLA FESTA DELLA VISITAZIONE: Sof. 3, 14-18; opp: Rm 12,9-16; Cantico da Ct. 2,8.10-14; Lc. 1, 39-56

 

VANGELO Lc 1, 39-56

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore". Allora Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre". Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

 

“ECCO, APPENA LA VOCE DEL TUO SALUTO È GIUNTA AI MIEI ORECCHI, IL BAMBINO HA ESULTATO DI GIOIA NEL MIO GREMBO”.

Terminiamo il mese di maggio in questo anno della misericordia con negli occhi e nel cuore la visitazione di Maria a Santa Elisabetta. Maria, che è la porta aperta del cielo perché Gesù venga a noi, bussa alla porta di casa di sua cugina perché Gesù possa entrare a portare la sua gioia a lei e al figlio che aspetta. Maria bussa alla porta del mio e del tuo cuore come umile viandante. Se apriamo la porta, lei ci porta Gesù. E non viene per prenderci niente, non è ingombrante, imbarazzante, vuole solo che la Gioia entri in casa nostra, vuole che in questo nostro mondo spesso amorfo e insoddisfatto proviamo ancora un sussulto di gioia vera, vuole darci la possibilità liberati dal male, di trovare il senso profondo del nostro vivere. La porta del mio e del tuo cuore si aprono ad accogliere il dono?

     
     
 

Archivio