SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
APRILE 2016
VENERDI' 1 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: Beata Angela da Foligno; Sant’Ugo, vescovo, Beato Enrico Alfieri
Una scheggia di preghiera:
IL TUO PANE, GESU', E' IL CIBO PER IL NOSTRO CAMMINO
HANNO DETTO: Esitare va benissimo, se poi fai quello che devi fare. (Brecht)
SAGGEZZA POPOLARE: La vigilanza è la madre della prosperità.
UN ANEDDOTO: Un re fu privato del suo trono e cacciato in esilio. Dopo aver vagato senza protezione e a lungo per il mondo, si rifugiò presso un povero, che lo accolse come un amico. Costui nella sua misera capanna, con amorosa ospitalità cercava di procurare al re tutto ciò che potesse alleviare il suo amaro esilio. Nel suo cuore provava tanta pena per il re, cercava però con atteggiamento dignitoso e con il sorriso sul volto di servirlo e di consolarlo. Questo re scacciato da tutti è il Re di tutti i re, il buon Dio. Noi siamo i poveri che lo hanno accolto con gioia. Siamo lieti, perché lui sembra contento di noi e parla molto più familiarmente di quanto potesse fare con dei ministri.
PAROLA DI DIO: At 4,1-12; Sal 117; Gv 21,1-14
Vangelo Gv 21 1-14
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro:"Io vado a pescare". Gli dissero: "Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: "Figlioli, non avete nulla da mangiare?". Gli risposero:"No". Allora disse loro: "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "E' il Signore!". Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: "Portate un po' del pesce che avete preso or ora". Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatre grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: "Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli osava domandargli: "Chi sei?", poiché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. Parola del Signore
“QUESTA ERA LA TERZA VOLTA CHE GESÙ SI MANIFESTAVA AI DISCEPOLI, DOPO ESSERE RISUSCITATO DAI MORTI.”
Riflessioni telegrafiche:
“Io vado a pescare” : Come per Pietro, anche per noi c'è sempre la tentazione di tornare al vecchio mestiere.
“Non presero nulla”: tutta la nostra esperienza umana, se non è guidata non serve a nulla.
“Non avete nulla da mangiare?”: ogni dono di Gesù, ogni rivelazione, comincia sempre con un coinvolgimento personale e con una piccola richiesta.
“Il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: E' il Signore!”. E' l’amore ricevuto e dato che permette di vedere oltre le apparenze. “Venite a mangiare”: Gesù si fa cuoco, Gesù spezza il pane. Gesù si fa pane. Concretezza, amore, servizio: è lì che puoi riconoscerlo.
SABATO 2 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: San Francesco da Paola; Santa Maria egiziaca; Santa Teodosia, vergine e martire.
Una scheggia di preghiera:
CREDO, SIGNORE, MA AUMENTA LA MIA FEDE
HANNO DETTO: La natura, quando vuole comunicare con noi, non trovando altro modo, riempie il nostro animo di ritmi e melodie. (R. Tagore)
SAGGEZZA POPOLARE: La verità si può seppellire ma non può morire.
UN ANEDDOTO: I genitori del mio piccolo vicino litigano continuamente e si dicono delle volgarità. Si è parlato del loro divorzio. Noi consoliamo Filippo. E' venuto a trovarmi ieri. Filippo se ne va. "Dove vai? In vacanza?"
No. Filippo se ne va per sempre, dalla nonna, con Rik, il suo cane, il suo piccolo cane, tanto piccolo che è proprio un niente. "Allora, Filippo, che cos'è che non va?"
Ha alzato le spalle, ha aperto le palme delle mani: "Vedi, non ho più né padre né madre".
PAROLA DI DIO:At 4,13-21; Sal 117; Mc 16,9-15
Vangelo Mc 16, 9-15
Dal vangelo secondo Marco.
Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni. Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere. Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch'essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere. Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato. Gesù disse loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura". Parola del Signore
“NON VOLLERO CREDERE”
Gli apostoli non credono alle testimonianze degli altri. A quella di Maria Maddalena: si può credere ad una ex-prostituta, donna, abituata alla menzogna, “innamorata di Gesù” che per Lui sarebbe disposta a far carte false? E si può credere a quei due pellegrini che non portano a loro testimonianza che parole e corse notturne? Noi siamo razionali, vogliamo una spiegazione a tutto, vogliamo toccare di persona, degli altri ci fidiamo poco anche perché è facile lasciarsi trasportare da facili entusiasmi, esaltazioni e paure. Non mi sento lontano da questi apostoli. Anch'io spesso stento a credere a certe testimonianze, specialmente a quelle che mi sembrano puzzare di esaltazioni religiose o a certe visioni di Dio dettate prevalentemente dalla paura. Voglio fidarmi solo di me stesso e spesso non mi accorgo che anche il mio modo di vedere spesso è condizionato, ambivalente che a seconda di come lo uso può portarmi alla fede o al perfetto ateismo. Se aver fede non vuol certo dire vendere la propria testa all'ammasso è però un atto di fiducia (= anche se non so tutto, mi fido), e un credente deve cominciare a vedere Dio proprio nell'altro.
DOMENICA 3 APRILE: 2^ DOMENICA DI PASQUA (DELLA DIVINA MISERICORDIA)
Tra i santi ricordati oggi: San Riccardo, vescovo; San Sisto, Papa; San Luigi Scrosoppi.
Una scheggia di preghiera:
NELLE TUE PIAGHE, NASCONDIMI.
HANNO DETTO: Siccome gli uomini vogliono vivere secondo la loro volontà, dicono che Dio non c'è. E così affermano ancora di più la sua esistenza. (Silvano dell'Athos)
SAGGEZZA POPOLARE: Col tener conto del poco si raccoglie il molto.
UN ANEDDOTO: Fu chiesto a Rabbi Levi: Perché in tutti i commenti alla Scrittura manca la prima pagina e ognuno incomincia con la seconda?
Egli rispose: Per quanto un uomo abbia studiato la Bibbia, deve sempre ricordarsi che non è ancora arrivato alla prima pagina!
PAROLA DI DIO: At 5,12-16; Sal 117; Ap 1,9-11a.12-13.17-19; Gv 20,19-31
Vangelo Gv 20, 19-31
Dal vangelo secondo Giovanni
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi”. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”. Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”. Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò”. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Poi disse a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!”. Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”. Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore
“DETTO QUESTO, MOSTRÒ LORO LE MANI E IL COSTATO”
A prima vista può sembrare anche un po' macabro: il Risorto si fa riconoscere dalle ferite, a Tommaso chiede addirittura di mettere la sua mano nella ferita del costato. E su questo una certa mistica ci ha marciato abbondantemente. Ma principalmente che cosa voleva dirci Gesù con questo? Prima di tutto la concretezza della risurrezione. Il risorto non è un fantasma: mangia beve, si fa toccare; poi, il Risorto non è un altro che ha preso il posto di Gesù: è proprio Lui. Quel Gesù che è morto in croce per queste sue ferite. Ma poi credo che Gesù voglia parlarci anche di altro: Cristo lo devi prendere così com'è, tutto intero compreso il suo mistero: non puoi cercare solo il Dio della misericordia, il risorto che risolve tutto. Gesù è passato attraverso quell'incontro misterioso della sofferenza, della cattiveria umana, del dolore e porta nell'eternità i segni di questo. Il credente, pur non capendolo, magari anche ribellandosi, deve passare attraverso la passione per giungere alla risurrezione e solo in questo senso possiamo capire “il Cuore di Gesù” ferito e aperto che ci accoglie per aiutarci in questo passaggio difficile della nostra vita.
LUNEDI' 4 APRILE: ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Isidoro, vescovo e dottore della Chiesa; San Benedetto Moro, monaco
Una scheggia di preghiera:
MARIA, PORTA DEL CIELO, PREGA PER NOI.
HANNO DETTO: La sola cosa necessaria affinché il male trionfi è che gli uomini buoni non facciano nulla. (Edmund Burke)
SAGGEZZA POPOLARE: Non dare mai ad un povero una risposta insolente, più presto che la posta le sue lacrime raggiungono il cielo.
UN ANEDDOTO: Racconta una tradizione ebraica che Abramo fece quattro porte alla sua casa, una per lato. Perché?
Perché i poveri non dovessero girare intorno per entrarvi.
PAROLA DI DIO: Is. 7,10-14; 8-10; Sal. 39; Eb.10,4-10; Lc. 1,26-38
Vangelo Lc 1, 26-38
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio". Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei. Parola del Signore
“ALLORA MARIA DISSE: "ECCOMI, SONO LA SERVA DEL SIGNORE, AVVENGA DI ME QUELLO CHE HAI DETTO".
In questo anno santo della misericordia di Dio si parla sovente di porte: porte per convertirci, porte aperte per accogliere i fratelli, porte per lasciar passare la misericordia sia quella che scende dai cieli che quella che deve uscire da noi verso gli altri... Maria è la porta aperta della nostra umanità. Essa accoglie lo Spirito Santo e la volontà di Dio. Essa porta Gesù ad Elisabetta e al mondo intero. Essa è la Madre che accoglie tutti i suoi figli e che poi ci manda verso gli uomini a portare la misericordia e l'amore di Dio. Essa apre Dio all'umanità e l'umanità a Dio. Maria allora non è una “devozione” dei cristiani che hanno bisogno di una immagine o di una dea femminile, ma è la concretezza del tramite sia per Dio che per noi.
MARTEDI' 5 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: San Gerardo, monaco; Santa Irene, martire; San Vincenzo Ferrer.
Una scheggia di preghiera:
SPIRITO SANTO GENERA IN ME L'AMORE VERO.
HANNO DETTO: Amano davvero quelli che tremano a dire che amano. (Philip Sidney)
SAGGEZZA POPOLARE: L'asino non va che una volta sopra il ghiaccio, il porco ficca sempre il muso nel letame.
UN ANEDDOTO: Un eremita venne interrogato dal giovane discepolo sul perché l'umanità riesca in alcuni casi ad essere tanto perversa e, in altri, tanto buona e generosa. "Abitano in noi - rispose l'eremita - due bestie affamate: una feroce e l'altra mansueta". Domandò il discepolo: "Quale delle due prevarrà in me?" Rispose: "Quella che più verrà da te nutrita". (Un apologo dei maestri)
PAROLA DI DIO: At 4,32-37; Sal 92; Gv 3,7-15
Vangelo Gv 3, 7-15
Dal vangelo secondo Giovanni.
“In verità vi dico: dovete rinascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito”. Replicò Nicodemo: “Come può accadere questo?”. Gli rispose Gesù: “Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”. Parola del Signore
“IL VENTO SOFFIA DOVE VUOLE E NE SENTI LA VOCE, MA NON SAI DI DOVE VIENE E DOVE VA: COSÌ È DI CHIUNQUE È NATO DALLO SPIRITO”
Qualcuno mi chiedeva: “Come mai nella comunità cristiana lo Spirito Santo è spesso l'eterno sconosciuto?” Mi pare che la risposta stia sopratutto nella frase che meditiamo oggi. Mentre può essere facile farci degli idoli di Dio e immagini a volte anche idolatriche di Gesù, è difficile rappresentarci lo Spirito perché, come il vento, è concreto, lo senti, ne vedi gli effetti ma non puoi catturalo, inserirlo in schemi preconcetti. L'aria ti fa respirare, ti dà la vita, ma soffia dove vuole. Le religioni spesso costringono Dio alla storia. Lo Spirito va oltre la storia, oltre alle persone. Se noi cerchiamo in tutti i modi di trovare prove concrete per la nostra fede, se le teologie spesso pensano di dire tutto di Dio in schemi umani, lo Spirito ci fa andare oltre. Se poi siamo generati dallo Spirito che è amore vero, totale, impalpabile ma concreto, possiamo spiegarcelo o non è più giusto (come ha fatto la Madonna) abbandonarci allo Spirito e lasciarci portare da Lui?
MERCOLEDI' 6 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: San Celestino I, Papa; San Marcellino, martire; Santa Virginia, martire.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE O PADRE PER GESU', TUO FIGLIO, SIGNORE NOSTRO.
HANNO DETTO: Una persona triste è come un giocattolo nelle mani del demonio : può fare di lei quello che vuole. Coltivate dunque la gioia. (S. Teresa di Calcutta)
SAGGEZZA POPOLARE: Meglio non andar in convento che entrarci e guardar fuori.
UN ANEDDOTO: Il cristiano non deve rattristarsi troppo della morte corporale. Solo la morte spirituale col peccato dovrebbe spingerci al pianto e al lamento. L’aveva ben compreso Charles Baudelaire, il quale, sorpreso da un amico mentre assisteva pensoso ad una festa dove si folleggiava paganamente, e richiesto che cosa facesse, rispose: «Guardo questi cadaveri passeggiare».
PAROLA DI DIO: At 5,17-26; Sal 33; Gv 3,16-21
Vangelo Gv 3, 16-21
Dal vangelo secondo Giovanni.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio. Parola del Signore
“DIO NON HA MANDATO IL FIGLIO NEL MONDO PER GIUDICARE IL MONDO, MA PERCHÉ IL MONDO SI SALVI PER MEZZO DI LUI.”
Una certa lettura moralistica della fede ci ha fatto sottolineare soprattutto l'aspetto della potenza di Dio e i meriti che noi dobbiamo acquistarci per non essere giudicati indegni di Lui e quindi condannati dalla sua Giustizia. E' vero che Dio è il “totalmente altro” quindi ben lontano dall'essere un “buon uomo” che perdona sempre. E' vero che la giustizia richiede che chi ha approfittato di Dio e delle cose facendo il male proprio e di altri sia responsabile delle sue azioni che hanno fatto soffrire direttamente o indirettamente. Ma è da tener presente che Dio per esercitare la sua Giustizia non aveva bisogno di chiedere a Gesù di incarnarsi, di fare determinate scelte e di morire per esse. Gesù non è venuto né per condannare, ne per farci sentire dei vermi che vogliono uccidere l'autore della vita. E' venuto a ricordarci e a ridonarci la nostra dignità di uomini-figli di Dio, è venuto a farci vedere il volto misericordioso del Padre, è venuto a ricordarci che Dio ci ama al di là dei nostri meriti e opere buone che al massimo dovrebbero essere una risposta d'amore gratuito a chi gratuitamente è stato amato. Dio non lo ”compro” con quattro opere buone, anzi Dio ha comprato e riscattato me “mentre eravamo peccatori” regalandomi gratuitamente Gesù, il suo amore e il suo sangue.
GIOVEDI' 7 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ermanno, monaco; San Giovanni Battista de la Salle.
Una scheggia di preghiera:
IN TE, GESU', PAROLA DEL PADRE, E' LA NOSTRA SALVEZZA.
HANNO DETTO: La folla vacillante che ogni vento spinge da tutti i lati, guai a chi si appoggia su questo sostegno! (Shiller)
SAGGEZZA POPOLARE: La porpora dei ricchi e i cenci dei poveri, tutti e due in sé non valgono nulla.
UN ANEDDOTO: Il curato di Torcy, rivolgendosi al collega di Amhricourt, protagonista de «Il Diario di un curato di campagna» (1936) di Georges Bernanos, osservava: «Il Signore non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ma il sale. Ora il sale su di una pelle a vivo è una cosa che brucia, ma le impedisce di marcire. La verità prima libera, poi consola. La parola di Dio è un ferro rovente: chi la usa non può non scottarsi le mani».
PAROLA DI DIO: At 5,27-33; Sal 33; Gv 3,31-36
Vangelo Gv 3, 31-36
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo:
“Colui che viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla della terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza; chi però ne accetta la testimonianza, certifica che Dio è veritiero. Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e da lo Spirito senza misura. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio incombe su di lui”. Parola del Signore
“COLUI CHE DIO HA MANDATO PROFERISCE LE PAROLE DI DIO E DA LO SPIRITO SENZA MISURA”.
Noi crediamo fermamente che Gesù è il Figlio di Dio e che la sua parola non può ingannarci, anzi che Lui è venuto apposta per parlarci in verità di Dio stesso. Ma Gesù proprio perché si è incarnato usa un linguaggio terreno e parla a delle persone “umane” che non possono comprendere tutto in maniera piena e definitiva. Allora tutte le singole parole che i Vangeli ci riferiscono vanno prese alla lettera anche quando la nostra povertà umana ci fa capire quanto noi siamo ancora lontani da una comprensione totale? Io credo che noi oltre alle singole parole che qualche volta sono anche espressione di chi ha redatto gli scritti evangelici, dobbiamo cercare la Parola, cioè è solo accettando la pienezza di Gesù che noi possiamo con umiltà avvicinarci alle sue parole. Lui è la Parola definitiva di Dio: è la Parola che Dio ha detto e tutto è stato creato, è la Parola che ci da il “potere di diventare Figlio di Dio” “e di esserlo veramente” è “l'alfa e l'omega, il principio e il fine e la fine di ogni cosa”, è solo in Lui che noi possiamo arrivare al cuore di Dio Padre.
VENERDI' 8 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alberto, vescovo di Vercelli; Sant’Amanzio di Como; Santa Giulia Biliart
Una scheggia di preghiera:
SEI TU, SIGNORE IL PANE, UN CIBO SEI PER NOI.
HANNO DETTO: Non esistono maestri che possono correggerci meglio dei nostri errori. (L. Neuman)
SAGGEZZA POPOLARE: Il diavolo insegna a rubare ma non a nascondere. (Detto proverbiale)
UN ANEDDOTO: A un grande maestro di musica, che impartiva i suoi insegnamenti alle pendici del Parnaso, fu fatta questa osservazione: Com'è possibile che i tuoi allievi imparino qualcosa di musica se le tue lezioni sono solo teoriche? Se non fai mai sentir loro un solo brano musicale? Rispose il maestro: - lo non insegno la musica perché se ne tragga solo diletto, ma profitto interiore. Sinché i miei allievi non capiscono a che serve la musica - e ciò lo s'impara solo per via teorica e duro apprendistato - si limiteranno a consumarla, come dei viaggiatori che si riscaldano le mani davanti a un fuoco, dimenticando che può servire a cuocere gli alimenti. Sino a che gli uomini non hanno capito che lo studio e l'esercizio hanno un contenuto interiore, restano alla superficie di ciò che apprendono. Sono come un uomo che odora un frutto e ne apprezza il profumo, dimenticando che è lì per essere mangiato. Oggi tutti odorano e apprezzano i profumi della vita. Ma muoiono di fame. (Tradizione greca)
PAROLA DI DIO: At 5,34-42; Sal 26; Gv 6,1-15
Vangelo Gv 6, 1-15
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: “C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù: “Fateli sedere”. C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: “Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!”. Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo. Parola del Signore
“MA GESÙ, SAPENDO CHE STAVANO PER VENIRE A PRENDERLO PER FARLO RE, SI RITIRÒ DI NUOVO SULLA MONTAGNA, TUTTO SOLO”.
La conclusione di questo racconto sembra quasi volerci dire che tutto è stato vano. Che cosa ha capito la gente? “Qui c' è uno che ci da da mangiare gratis: facciamolo re, ci conviene!” Ma non voglio puntare il dito contro questa gente: con ogni probabilità avrei fatto anch'io la stessa cosa, e poi non è un grande onore per Lui se lo facciamo re?
Il discorso è sempre lo stesso: c'è modo e modo di vedere le cose. Gli occhi dell'interesse, della materialità ci fanno vedere il pane gratis, gli occhi della fede dovrebbero aiutarci a scoprire chi è Colui che ci dà il pane. Il pane gratis risolve il problema della fame per un giorno, ma la fame di Dio non si acquista che con Dio stesso. E' vero che abbiamo bisogno di cose materiali ma proprio questo miracolo non ci dimostra che Dio è talmente buono che quando cerchiamo Lui la sua Provvidenza non ci fa mancare anche il necessario per vivere?
SABATO 9 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: San Demetrio, martire; Santa Maria di Cleofa; San Procuro, diacono.
Una scheggia di preghiera:
PRENDIMI PER MANO, DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.
HANNO DETTO: Se il diavolo, astuto e malvagio, ha avuto il coraggio di tentare il Signore, figuriamoci se avrà timore di trarre in inganno noi. (S. Girolamo)
SAGGEZZA POPOLARE: Il paradiso è ai piedi delle madri. (Proverbio Soufi)
UN ANEDDOTO: Tempo fa ho attraversato le rapide del fiume Chang-chen. Il battelliere pilotava la sua imbarcazione come un dio. Gli chiesi allora: «È facile imparare a guidare la tua barca?» Mi rispose: “È facile per chi sa nuotare; anzi, un eccellente nuotatore sa guidarla d'istinto. Un buon tuffatore, poi, potrebbe condurla anche senza neanche averla mai vista”. “Ma perché?”
rispose: - Coloro che sanno nuotare possono imparare a pilotare la barca perché non hanno paura dell'acqua. Quanto al tuffatore, benché non abbia mai visto la barca, la sa subito condurre perché, per lui, l'acqua profonda è come la terraferma. Così, amico mio, è facile guidare la tua anima se sai che cos'è il cielo. Perciò, piuttosto che interrogarti su cose spirituali, adora Dio. (Tradizione Cinese)
PAROLA DI DIO: At 6,1-7; Sal 32; Gv 6,16-21
Vangelo Gv 6, 16-21
Dal vangelo secondo Giovanni.
Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare e, saliti in una barca, si avviarono verso l'altra riva in direzione di Cafarnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro. Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Sono io, non temete”. Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti. Parola del Signore
“SALITI IN UNA BARCA, SI AVVIARONO VERSO L'ALTRA RIVA”.
Altra bella immagine che possiamo usare ampiamente in questo anno santo è la barca cioè il mezzo che ci serve a fare il passaggio da una sponda all'altra; e le sponde possono essere la nascita e la morte, il peccato la grazia. Con la nascita noi abbiamo lasciato la sponda dell'eternità (siamo da sempre nel pensiero di Dio) per poter poi approdare in maniera definitiva in Dio (“venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi”). In questo viaggio che spesso si svolge al buio ci sono cose meravigliose: la scoperta della vita con tutte le sue bellezze, i sentimenti, l'amicizia, la solidarietà ma ci sono anche cose che fanno venir paura del naufragio: il buio, i venti, i marosi, le paure addirittura Dio che può essere compagno di viaggio rassicurante o fantasma che incute paura. In tutto questo, come ci dice il Vangelo Gesù ci rassicura: ci viene incontro, ci incoraggia, vince le nostre paure. Ci chiede di farlo salire a bordo: Lui sa la nostra meta, Lui è la nostra meta. Con lui a bordo si arriva “rapidamente” all'altra meta, anzi si è già all'altra meta, il passaggio è già fatto!
DOMENICA 10 APRILE: 3^ DOMENICA DI PASQUA
Tra i santi ricordati oggi: San Beda il giovane; Sant’Ezechiele, profeta; Santa Maddalena di Canossa.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE TU LO SAI CHE TI VOGLIO BENE.
HANNO DETTO: Non bisogna disprezzare i poveri perché quel disprezzo ricade su Dio. (S. Giovanni Maria Vianney)
SAGGEZZA POPOLARE: La madre è colei che prende il coltello per la lama (Proverbio Bantù)
UN ANEDDOTO: Un giorno un novizio si recò dal suo superiore e gli comunicò la sua decisione di lasciare il monastero: Ho deciso - gli disse - che la via della contemplazione non è quella giusta. Ho visto troppa miseria e troppa infelicità per le strade del paese. Mi dedicherò, d'ora innanzi, a sollevare le pene degli altri. La mia vita sarà tutta e solo attiva. II superiore sorrise. - Perché sorridi? - gli chiese il novizio. Mi è venuto in mente un episodio cui assistetti anni addietro. Un mio vicino accompagnava la moglie in visita presso certi suoi parenti. Cammin facendo, vista una ragazza giovane e bella accanto a un pozzo, si mise a chiacchierare con lei. Ma quando si rivolse di nuovo alla moglie, s'accorse che un tale l'aveva abbordata. Ecco perché sorrido. E poiché il giovane pareva non capire, aggiunse: Se sguarnisci le frontiere da una parte, aspettati un attacco dall'altra.
PAROLA DI DIO: At 5,27b-32.40b-41; Sal 29; Ap 5,11-14; Gv 21,1-19
Vangelo Gv 21, 1-19
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando gia era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli risposero: “No”. Allora disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “E` il Signore!”. Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: “Portate un po' del pesce che avete preso or ora”. Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatre grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: “Venite a mangiare”. E nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?”, poiché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”. Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”. Parola del Signore
E DETTO QUESTO AGGIUNSE: “SEGUIMI”
Questo secondo: “Seguimi!”, quanto è importante nella vita di Pietro e anche nella nostra. Se all'inizio si è andati dietro a Gesù per entusiasmo, per realizzare certi nostri desideri, per ottenere grazie e paradiso, dopo il rinnegamento di Pietro e dopo il nostro peccato, la comprensione delle nostre fragilità, come è bello sentirsi amati, perdonati, chiamati di nuovo come prima e più di prima. Se penso alla mia chiamata al sacerdozio e vedo l'entusiasmo dei primi anni ma anche il grande egoismo di volersi realizzare secondo i canoni dettati e le prospettive troppo personali, se penso a quanti errori e peccati ci sono stati nel mio cammino mi verrebbe da dire a Gesù: “Hai tutte le ragioni per essere schifato da me, per mandarmi a quel paese, per scegliere altri migliori”, eppure quanto più sento venir meno le mie capacità fisiche, il peso dei miei limiti, scopro giorno per giorno che Lui si fa sempre più vicino e ancora, anche se non più nelle forme precedenti mi dice: “Seguimi!” E allora con Pietro, poco per volta, a gradi comprendo che Lui mi ama immensamente e che io con tutti i miei limiti continuo a volergli bene. E Lui lo sa!... E tu?
LUNEDI' 11 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Gemma Galgani; San Stanislao, vescovo; Beato Angelo da Chivasso.
Una scheggia di preghiera:
OVUNQUE SEI PRESENTE CON IL TUO AMORE, GESU'.
HANNO DETTO: Chi vuole sentire la voce di Dio si ritiri in solitudine. (San Bernardo)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha fretta di arricchire non si conserverà innocente. (Proverbi 28,20)
UN ANEDDOTO: Un uomo andò un giorno dal Profeta. Prima che aprisse bocca, questi gli disse: Sei venuto a chiedermi che cos’è la virtù. Come fai a saperlo?
Perché ti vedo teso ed inquieto. Ora ascolta. Per sapere cos’è la virtù, interroga il tuo cuore. La virtù è ciò mediante cui l’anima gode del riposo e il cuore della tranquillità. Il peccato è ciò che porta turbamento all’anima e tumulto ai cuore. Non perdere tempo a chiedere a destra e a manca che cos’è la virtù. Vivila. L’anima e il cuore ti risponderanno. (Tradizione Musulmana)
PAROLA DI DIO: At. 6,8-15; Sal 118; Gv 6,22-29
Vangelo Gv 6, 22-29
Dal vangelo secondo Giovanni.
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti. Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberiade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Trovatolo di là dal mare, gli dissero: “Rabbì, quando sei venuto qua?”. Gesù rispose: “In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo”. Gli dissero allora: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?”. Gesù rispose: “Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato”. Parola del Signore
“RABBÌ, QUANDO SEI VENUTO QUA?”
Ti aspettavi di trovare Gesù nella bellezza del tempio e nella preghiera, nel silenzio del monastero, magari anche nella grandiosità della natura, e certamente lì c'è. Ma non te lo aspettavi così vivo nell'accampamento degli zingari, in quell'ospedale, nei dintorni di porta Palazzo dove in certi momenti fa addirittura paura camminare. Eppure c'era. “Quando sei venuto qui, Gesù?”. E Lui ti guarda sorridendo e ti risponde: “ Ma non l'hai ancora capito che cosa è la mia Incarnazione? Sono nato in una grotta di pastori e allora i pastori erano considerati ladri. Ho dovuto emigrare nascondendomi perché qualcuno aveva pensato di farmi la pelle. Ho preso per mano i lebbrosi rendendomi impuro anche per la mia religione, sono stato in compagnia di pescatori, esagitati politici, pubblici peccatori. Insieme a mia Madre Santissima, tra le donne che mi seguono c'è anche una prostituta, muoio con la pena dello schiavo cattivo, tra due briganti... e ti stupisci di trovarmi qui tra gli ultimi e i diseredati. No, non ci sono venuto adesso, per caso, per sbaglio. E' lì che mi trovi abitualmente. E poi, se proprio insisti nel tuo stupirti, non ti fa pensare che, nonostante tutto, sono ancora tuo amico e ti voglio bene come sei?”
MARTEDI' 12 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: San Damiano di Pavia; San Giulio I, Papa; San Zeno, vescovo.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, DACCI SEMPRE IL TUO PANE!
HANNO DETTO: Quando stai bene, la Messa l'ascolti; quando stai male e non vi puoi assistere, la Messa la dici. (S. Pio da Pietrelcina)
SAGGEZZA POPOLARE: Per trovare un amico bisogna chiudere un occhio, per conservarlo, due.
UN ANEDDOTO: Una volta, un cucciolo di leopardo si perdette nella steppa e un elefante, per caso, lo calpestò. Poco dopo il cucciolo fu trovato morto e la notizia fu portata al padre di lui. "Il tuo piccolo è morto", gridarono al vecchio leopardo. "Lo abbiamo trovato nell'erba, giù nella valle". Il leopardo ruggì di dolore e di collera. "Chi l'ha ucciso? Ditemi chi l'ha ucciso, perché io mi possa vendicare"."E' stato l'elefante". "L'elefante?". "Sì, l'elefante". Il vecchio leopardo si fece pensieroso, ma dopo un momento disse: "No, non è stato l'elefante. Sono state certamente le capre. Sono state le capre! Ma vedrete come mi vendicherò". E il vecchio leopardo, infiammato di sacrosanta collera, corse sul colle dove pascolavano le capre e sbranò tutto il gregge.
PAROLA DI DIO: At 7,51 - 8,1a; Sal 30; Gv 6,30-35
Vangelo Gv 6, 30-35
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, la folla disse a Gesù: “Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo”. Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi da il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e da la vita al mondo”. Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”. Gesù rispose: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete”. Parola del Signore
“IL PANE DI DIO È COLUI CHE DISCENDE DAL CIELO E DA LA VITA AL MONDO”
Penso ad una mamma che non ha cibo da dare al suo bambino e lo vede gonfiare, piangere, poi deperire allargando sempre più i suoi occhi... Per lei una pagnotta di pane e la Grazia di Dio sono la stessa cosa. Per noi non sempre è così: chiediamo pane e benessere quando ne abbiamo già molto; spesso pensiamo che la nostra felicità consista nelle cose, nella salute perfetta, nella realizzazione dei figli come vorremmo noi... e chiediamo a Dio. Facciamo bene: è Lui stesso che ci ha detto di chiedere per poter ottenere di bussare che ci sia aperto...ma chiediamo sempre cose giuste? (“Il Padre vostro sa di che cosa avete bisogno prima ancora che glielo chiediate”)
Di che cosa abbiamo bisogno veramente?
La guarigione da una malattia ci fa piacere, ma non esclude che ci ammaliamo di nuovo. Le cose materiali che chiediamo ci saranno davvero di giovamento o magari non saranno proprio quelle che ci daranno prove e infelicità. Sappiamo davvero quale sia il vero bene dei nostri figli?
Non abbiamo forse ancor più bisogno di trovare senso alla nostra vita, gioie e dolori compresi? Non abbiamo bisogno di sapere di essere amati e di poter amare a nostra volta?
Gesù non ha disdegnato di moltiplicare il pane per chi aveva fame, ma vorrebbe diventare Lui risposta alle nostre veri fami. Ma, chiediamoci, non soffriremo di inappetenza spirituale proprio perché abbiamo necessario e molto superfluo per sfamare la nostra fame di cose?
MERCOLEDI' 13 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ermenegildo, re e martire; San Giustino, filosofo; San Martino I, Papa e martire
Una scheggia di preghiera:
GESU', CON TE, LA MIA ETERNITA' E' GIA' INIZIATA.
HANNO DETTO: Dobbiamo guardarci dal voler noi stessi giudicare a che punto siamo nella via del puro amore. Questo lo sa Dio solo. Ciò che noi conosciamo di noi stessi, anche dei nostri sbagli e mancanze, è solo la parte illuminata in superficie. La radice profonda è occulta anche a noi stessi. Dio che la conosce, può purificarla. (Santa Teresa Benedetta della Croce - Edith Stein)
SAGGEZZA POPOLARE: L'albero alto da far spavento spesso se lo rovescia il vento.
UN ANEDDOTO: «E’ un grande segno di predestinazione ascoltare volentieri la Parola di Dio. Come l’esule che cerca e sente con piacere le notizie provenienti dalla sua terra, dimostra di amare la sua patria; così si può dire che abbia già il cuore rivolto al cielo il cristiano che ascolta con diligente amore chi gli parla del Paradiso». (S. Antonio da Padova)
PAROLA DI DIO: At 8,1b-8; Sal 65; Gv 6,35-40
Vangelo Gv 6, 35-40
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù alla folla: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi da, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno”. Parola del Signore
QUESTA INFATTI È LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO, CHE CHIUNQUE VEDE IL FIGLIO E CREDE IN LUI ABBIA LA VITA ETERNA; IO LO RISUSCITERÒ NELL'ULTIMO GIORNO”
Il verbo “conoscere”, nella Bibbia, non è solo l'azione intellettuale dell'apprendere ma è quella del far parte, dell'entrare nell'intimità, quella del vedere e credere. Nella promessa che Dio fa, attraverso Gesù, c'è quindi un atto di profonda intimità che comincia nel presente e si apre all'eternità: noi non solo crediamo che Gesù ci farà risorgere un giorno, alla fine della nostra vita terrena, ma che se noi “conosciamo Lui”, siamo già talmente in intimità con Lui da essere fin d'ora nell'eternità. Per comprendere un po' di più questa realtà pensiamo anche ad una sola cosa: se io sono in comunione con Gesù quelli che umanamente chiamiamo “i nostri morti” sono coloro che sono vivi adesso. Noi qualche volta vorremmo che essi venissero da noi almeno in sogno, siamo invece noi in Gesù che possiamo essere con loro. E' vero: cammino con i piedi sulla terra e questi mi fanno male perché essa è piena di pietre appuntite ma il mio cuore, se “vede e crede nel Figlio” è già con Lui adesso.
GIOVEDI' 14 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Abbondio di Roma; Santa Donnina; San Lamberto, vescovo.
Una scheggia di preghiera:
IL TUO PANE, SIGNORE E' IL NOSTRO NUTRIMENTO.
HANNO DETTO: Figli miei, noi ci rendiamo conto di quanto potere possa avere un’anima pura sul buon Dio: ella ottiene da Lui tutto ciò che vuole. (Santo Curato d'Ars)
SAGGEZZA POPOLARE: Anche la più bella canzone annoia con il tempo.
UN ANEDDOTO: ... ci sono giorni nella vita in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni così,e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi. Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato ci si rende meglio conto di come sarebbe averlo nel presente. (Tiziano Terzani)
PAROLA DI DIO: At 8,26-40; Sal 65; Gv 6,44-51
Vangelo Gv 6, 44-51
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù disse alla folla: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Parola del Signore
“IL PANE CHE IO DARÒ È LA MIA CARNE PER LA VITA DEL MONDO”
Che grande differenza tra antropofagia e comunione! Quando ero piccolo mi faceva effetto una certa predicazione che presentava la comunione Eucaristica come “mangiare la carne di Gesù”. Frase vera, che viene da Gesù stesso, ma che al di là del valore sacrificale del consumare le carni della vittima che viene offerta nel sacrificio a Dio vuol dire molto di più. Far la Comunione Eucaristia vuol dire entrare in comunione profonda con Lui. Prima di tutto è entrare in punta di piedi nel mistero: l'uomo, la creatura, entra nell' intimità del suo creatore: qui c'è solo da accettare e da adorare. Poi mangiamo un pane concreto perché abbiamo bisogno di cibo, quello che discende dal cielo, per camminare (chi mangia troppo badi di non fare indigestione, chi non mangia mai muore di inedia, chi mangia troppo poco non ha forze). Poi è diventare il cibo che si mangia. Non posso “fare la Comunione” se non accetto di essere in Comunione, e sono in Comunione con Gesù quando cerco di accogliere e vivere il suo Vangelo, la sua amicizia con gli ultimi, la sua misericordia, la sua risurrezione che però passa prima attraverso la donazione totale che è la croce. Altro che metterci in fila, allungare una mano e fare una preghierina di ringraziamento!
VENERDI' 15 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Potenziana, vergine; San Paterno, vescovo.
Una scheggia di preghiera:
HA SETE DI TE L'ANIMA MIA.
HANNO DETTO: “Chiedete e riceverete”. Soltanto Dio può fare simili promesse e mantenerle. (Santo Curato d'Ars)
SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo non ha quattro piedi affinché possa guardare il cielo.
UN ANEDDOTO: Disse l’abate Eulogio: “Non parlatemi dei monaci che non ridono mai. Non sono seri!”
PAROLA DI DIO: At 9,1-20; Sal 116; Gv 6,52-59
Vangelo Gv 6, 52-59
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere tra di loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”. Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. Parola del Signore
“SE NON MANGIATE LA CARNE DEL FIGLIO DELL'UOMO E NON BEVETE IL SUO SANGUE, NON AVRETE IN VOI LA VITA”.
Ritorniamo ancora sul senso della Comunione Eucaristica perchè essa è la “porta” privilegiata dell'eternità. Noi giustamente prima di andare a ricevere l'Eucaristia ci facciamo la domanda: “Ma io ne sono degno?”. Se questa domanda ci aiuta a comprendere la serietà di quanto facciamo, ben venga, ma se noi aspettiamo di “esserne degni”, non lo saremo mai, prima di tutti il sacerdote che celebra. L'Eucaristia è soprattutto Gesù che si incarna nella e per la nostra debolezza. Non vado a far la Comunione perché sono bravo, santo, vado perché Lui si è donato a me e perché io ho bisogno di Lui. E, attraverso Lui, entro in quello che il progetto che Dio ha su di me; sperimento allora la sua misericordia che mi perdona, che mi abbraccia, che vuole darmi il senso vero e definitivo del mio vivere: perché Dio mi avrebbe creato, mi farebbe passare tra gioie e dolori, mi darebbe un numero di anni ... e poi la morte? Se io sono con Gesù il Figlio, divento anch'io figlio “e se figlio, erede, coerede con Cristo” destinato all'eternità, già nell'eternità. Tutto quindi ha senso il mio correre, il mio lavoro, la mia sofferenza, il mio essere nulla e tutto nella giornata di oggi. Comunione con Cristo significa anche fare del quotidiano un respiro di eternità.
SABATO 16 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe Benedetto Labre; Santa Bernardetta Soubirous.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.
HANNO DETTO: L’uomo è stato creato per il cielo: il demonio ha rotto la scala che conduceva al cielo. (Santo Curato d'Ars)
SAGGEZZA POPOLARE: Essere ben vestiti in giorno di festa non significa essere ricchi. (Kenya)
UN ANEDDOTO: Un Lupo disse a Giove: — Quarche pecora dice ch’io rubbo troppo... Ce vò un freno per impedì che inventino ste chiacchiere... — E Giove je rispose: — Rubba meno. (TRILUSSA, Tutte le Poesie, Mondadori)
PAROLA DI DIO: At 9,31-42; Sal 115; Gv 6,60-69
Vangelo Gv 6, 60-69
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, molti tra i discepoli di Gesù, dissero: “Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?” Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? E’ lo Spirito che da la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono”. Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E continuò: “Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio”. Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. Parola del Signore
“QUESTO LINGUAGGIO È DURO; CHI PUÒ INTENDERLO?”
Quante volte nella mia vita di prete mi sono sentito ripetere questa o simili frasi, ad esempio: “Per voi preti, c'è sempre una risposta, ma la realtà della vita non è così!”. Spesso anche Dio non corrisponde a ciò che noi vorremmo che Egli fosse. Noi vorremmo in Lui un facile solutore dei nostri problemi, uno che siccome è buono, deve evitarci ogni sofferenza, Colui che premia i buoni (e noi certamente siamo tra essi) e mette in riga i cattivi. E constati che nella vita non è così. Vogliamo essere in comunione con Gesù, quindi guardiamo a Lui. Chi c'era più bravo, più 'figlio' di Lui? Anche Lui ha pregato: “Padre, se possibile questo calice si allontani da me”, ma il Padre non gli ha evitato la croce conseguenza logica per il nostro mondo delle scelte di amore, di pace, di verità che Egli ha fatto. Se guardiamo solo con lo sguardo umano fatto di cose, di tempo, di gioie cercate... “questo linguaggio di Dio è duro”, non ci confortano certe risposte precostituite di una facile religiosità-risolvi-tutto. O ti fidi o non ti fidi, o cerchi un senso superiore o vivi di fantasie, o accetti Dio così com'è e non come lo vorrebbe la tua umanità o cerca di farne a meno.
DOMENICA 17 APRILE: 4^ DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Innocenzo di Tortona; San Roberto; San Vandone.
Una scheggia di preghiera:
IN PASCOLI DI ERBE FRESCHE TU MI CONDUCI: RISTORI L'ANIMA MIA.
HANNO DETTO: Per andare in cielo, amico? Sono necessarie la grazia e la croce. (Santo Curato d'Ars)
SAGGEZZA POPOLARE: E' con le proprie parole che si entra nei pensieri altrui. (Ghana)
UN ANEDDOTO: C’era una volta un uomo che andava per terra e per mare in cerca del Paese-senza-errori. Cammina e cammina, non faceva che camminare, paesi ne vedeva di tutti i colori, di lunghi, di larghi, di freddi, di caldi, di così così: e se trovava un errore là, ne trovava due qui. Scoperto l’errore, ripigliava il fagotto e ripartiva in quattro e quattro otto. C’erano paesi senz’acqua, paesi senza vino ma il Paese-senza-errori dove stava, dove stava?
Voi direte: Era un brav’uomo. Uno che cercava una bella cosa. Scusate, però, non era meglio se si fermava in un posto qualunque, e di tutti quegli errori ne correggeva un po’?
PAROLA DI DIO: At 13,14.43-52; Sal 99; Ap 7,9.14b-17; Gv 10,27-30
Vangelo Gv 10, 27-30
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù disse: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola”. Parola del Signore
IO DO LORO LA VITA ETERNA E NON ANDRANNO MAI PERDUTE E NESSUNO LE RAPIRÀ DALLA MIA MANO.
Quanta gente dubita della propria salvezza! Anch'io se guardo la mia realtà di peccatore e le mie capacità personali per salvarmi, posso pensare che sono perso per sempre. Ma io e te siamo pecorelle (qualche volta anche un po' caproni) di Gesù. Lui ha versato il suo sangue per noi “mentre eravamo peccatori”. Il diavolo, il male e noi stessi facciamo di tutto per 'scappare di casa' ma Lui non si spaventa viene a cercarci. Noi mordiamo il freno e qualche volta anche la sua mano amica e Lui ci prende sulle sue spalle. Noi pensiamo sempre di aver ragione, brontoliamo, pensiamo di poter risolvere qualcosa con le nostre sole forze, e Lui si fa pane per noi. Noi pensiamo piuttosto a nasconderci con le nostre paure i nostri timori quando Lui vuole solo perdonarci. E' vero: da solo non mi salvo, sono dannato, ma, grazie alla misericordia del Padre, ci ha già pensato mio fratello Gesù.
LUNEDI' 18 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: San Calogero, martire; San Galdino, vescovo.
Una scheggia di preghiera:
PER CRISTO, CON CRISTO, IN CRISTO.
HANNO DETTO: Nell’anima unita a Dio, regna sempre la primavera. (Santo Curato d'Ars)
SAGGEZZA POPOLARE: E' cieco chi guarda solo con gli occhi. (Saharawi)
UN ANEDDOTO: Un pazzo in un chiaro mattino accese una lanterna, andò alla piazza del mercato e gridò: — Io cerco Dio, io cerco Dio!
Scoppiò una grande risata, perché sul posto c’erano molti che non credevano in Dio. Questi suggerirono al pazzo: — Se non lo trovi qui, sarà perché Dio è altrove, oppure si è perso per strada!
L’uomo stravagante allora piombò su loro e li fulminò con lo sguardo. Urlò: Ve lo voglio dire io dove è andato Dio. E' morto! Noi l’abbiamo finalmente ucciso! Noi siamo i suoi assassini. Non vi sembra che ora il mondo sia diverso e la storia abbia un altro senso? Quale?
Qui tacque, guardando i suoi ascoltatori allibiti. Poi di scatto frantumò a terra la lanterna e, scrollando desolatamente la testa, osservò: Ho sbagliato! Sono venuto troppo presto a portarvi questa notizia, se vi lascia di stucco. L’evento grandioso della morte di Dio ha bisogno di tempo per essere capito. Detto questo se n’andò. Entrò in parecchie chiese a recitare l’«Eterno riposo» a Dio. Cacciato fuori gridava: Cosa sono ormai queste chiese, se non monumenti sepolcrali di Dio? (F. NIETZSCHE, La gaia scienza)
PAROLA DI DIO: At 11,1-18; Sal 41-42; Gv 10,1-10
Vangelo Gv 10, 1-10
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù: “In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei”. Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza”. Parola del Signore
“IN VERITÀ, IN VERITÀ VI DICO: IO SONO LA PORTA DELLE PECORE”
Specialmente in questo anno giubilare della misericordia di Dio, quanto ci aiutano queste parole di Gesù! Noi, spesso andiamo a cercare misericordia e redenzione lontano, qualche volta ci facciamo metro di giustizia con i nostri ragionamenti, ci rifugiamo nelle filosofie più strane per cercare risposte, andiamo dai maghi o anche solo ci fidiamo di oroscopi, pensiamo siano più importanti certe apparizioni vere o presunte piuttosto che la fede, ci affidiamo a santoni e guaritori per ottenere grazie immediate e ci dimentichiamo che il primo ad attraversare la porta per entrare nell'ovile è stato Gesù. E non è venuto per spellare le pecore, nè per ucciderle ma per chiamarle con la sua voce, per farci passare attraverso di Lui, per portarci non al macello ma a “pascoli di erbe fresche”. Se in questo giubileo siamo andati o andremo a passare attraverso una delle “porte sante” per dire a Dio il desiderio di incontrarci con la sua misericordia, facciamo bene, ma ricordiamoci che la “porta Gesù” è sempre aperta per noi.
MARTEDI' 19 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Emma di Sassonia; Sant’Espedito, martire
Una scheggia di preghiera:
SEI IL MIO PASTORE, NULLA MI MANCHERA'
HANNO DETTO: L’uomo creato per amore non può vivere senza amore: o ama Dio, o ama se stesso e ama il mondo. (Santo Curato d'Ars).
SAGGEZZA POPOLARE: Colui che ha visto il leone ruggire non corre allo stesso modo di chi lo ha soltanto sentito. (Costa d'Avorio)
UN ANEDDOTO: A Giorgio La Pira, quando diventò deputato al Parlamento, gli amici regalarono i quattro volumi della Liturgia delle Ore. Nelle pause tra una seduta e l’altra si aggirava per i corridoi di Montecitorio e recitava con devozione le varie ore, rammaricandosi solo che non ci fosse una cappella con il Santissimo Sacramento. A chi gli domandava perché si comportasse in quel modo, andava ripetendo che “si riscaldava il cuore reso gelido dai venti di tanti problemi e preoccupazioni”. Sindaco di Firenze, impegnava alcune ore della notte a pregare e ad adorare l’Eucaristia. Per questo era così attivo, sorridente, disponibile al punto da attirare l’ammirazione incondizionata di tutti, credenti e non credenti.
PAROLA DI DIO: At 11,19-26; Sal 86; Gv 10,22-30
Vangelo Gv 10, 22-30
Dal vangelo secondo Giovanni.
Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno. Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: “Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente”. Gesù rispose loro: “Ve l'ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; ma voi non credete, perché non siete mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola”. Parola del Signore
“LE MIE PECORE ASCOLTANO LA MIA VOCE E IO LE CONOSCO ED ESSE MI SEGUONO” .
In questi giorni abbiamo puntato il nostro sguardo su Gesù Buon pastore, ma se Lui è la nostra “porta”, la nostra guida, noi abbiamo dei doveri come pecore del suo gregge. Il vangelo di oggi riassume i compiti delle pecore di Gesù con due verbi: Ascoltare e Seguire
Ascoltare non vuol dire solo “stare a sentire”, ascoltare la sua voce come una delle tante voci, bisogna che la sua parola ci penetri dentro, metta in discussione, provochi delle reazioni. Ascoltare la sua voce vuol dire amare la sua parola, cercare la sua parola, leggere e meditare la sua parola, scoprila come una parola viva che ci sprona ad incarnarla nel quotidiano. E allora ascoltare la parola di Gesù significa anche mettersi in cammino e quindi seguirlo.
Seguire Gesù non significa conoscere tutte le sue leggi e rispettarle, rigar diritto, andare in processione, si tratta di camminare dietro a Lui nella speranza. Si tratta di saper usare la propria testa, i doni che ci sono stati dati, ma di indirizzarli come ha fatto Lui, di mettere i piedi sui sentieri che ha seguito Lui, anche quelli che conducono al Calvario. Essere il gregge di Cristo non significa essere intruppati, camminare a testa bassa, considerarsi dei perdenti, è invece iniziare ogni giorno, magari anche a novant’anni, un’avventura nuova con Lui con la certezza che non solo non ci tradisce ma ci conduce verso la realizzazione delle sue promesse.
MERCOLEDI' 20 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Agnese da Montepulciano; Santa Sara, martire; San Teotimo.
Una scheggia di preghiera:
TU, O GESU', SEI LA LUCE DEL MONDO.
HANNO DETTO: Sinché non amerete il vostro Dio, non sarete mai contenti: tutto vi opprimerà, tutto vi annoierà. (Santo Curato d'Ars)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi sciupa del tempo deruba sé stesso. (Marocco)
UN ANEDDOTO: Da una lettera del famoso scrittore inglese Charles Dickens (morto nel 1870) a suo figlio: “e ... con forza e con cordialità voglio attirare la tua attenzione sul valore inestimabile del Nuovo Testamento e t’invito a studiare questo libro come l’unica guida infallibile della vita (...). Ti ricordo anche di pregare la mattina e la sera. Io stesso l’ho sempre fatto durante tutta la mia vita e, come ricordi, quando eri bambino ho cercato di renderti il Nuovo Testamento comprensibile e particolarmente caro. Dio ti benedica. Tuo padre che ti vuole sempre bene. Charles Dickens”
PAROLA DI DIO: At 12,24-13,5; Sal 66; Gv 12,44-50
Vangelo Gv 12, 44-50
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù gridò a gran voce: “Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me”. Parola del Signore
“CHI VEDE ME, VEDE COLUI CHE MI HA MANDATO”.
Sovente incontriamo persone che dicono: “lo credo in Dio” e questo mi basta! Se è vero che a Dio si può giungere per mille strade diverse ed è ancor più vero che nessuno può giudicare la fede di un altro, noi però dobbiamo tenere presente le parole di Gesù: Egli è la trasparenza del Padre. Le parole che ci ha detto, sono quelle del Padre. Noi possiamo arrivare al cuore del Padre tramite il suo “Figlio prediletto”. La Chiesa, nella celebrazione della Messa ci ricorda questo quando, dopo aver messo tutte le nostre intenzioni e preghiere, dopo aver fatto memoria della cena di Gesù, alziamo il corpo e sangue di Cristo e diciamo che la nostra lode, la preghiera, la vita avviene solo e unicamente “Per Cristo, con Cristo e in Cristo”.
GIOVEDI' 21 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Anselmo d’Aosta; Sant’Anastasio il vecchio.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, SIAMO SERVI INUTILI, MA FIGLI.
HANNO DETTO: Noi mettiamo l’orgoglio dappertutto, come il sale. (Santo Curato d'Ars)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi è in casa d'altri lascia i propri difetti sulla porta. (Rwanda)
UN ANEDDOTO: In una tenda, di sera, ci sono dei beduini seduti attorno al fuoco. C’è insieme a loro un ospite occidentale. Dove ci sono degli orientali, è consuetudine raccontare. E quanto più bello è il racconto, tanto più sicuramente avviene che l’ospite venuto dall’Occidente alla fine esploderà: « Ma è proprio vero tutto questo? ». Gli altri si guardano senza capire: ma che gli piglia? Chiede se è vero? Ma non lo sa anche lui che è vero?... L’ospite si accorge che non lo si è compreso e spiega: “Ma no, intendo dire: se tutto questo si è davvero svolto così”. La risposta: “Che si sia davvero svolto così, è irrilevante, perché non è questa la verità. La verità è ciò che il racconto significa!” (MAX ZERWICK)
PAROLA DI DIO: At 13,13-25; Sal 88; Gv 13,16-20
Vangelo Gv 13, 16-20
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: “In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”. Parola del Signore
“UN SERVO NON E’ PIU’ GRANDE DEL SUO PADRONE. NE’ UN APOSTOLO PIU’ GRANDE DI CHI LO HA MANDATO”.
L’errore è sempre lo stesso, e noi, con somma gioia del tentatore, ci cadiamo abitualmente. Gesù è venuto per servire, non per comandare, Gesù è venuto a proporre e non ad imporre, Gesù è venuto a perdonare e non a giudicare insindacabilmente, Gesù è venuto a chiamare per servire e non a creare una gerarchia di comando, Gesù è venuto a lavare i piedi e non a far strisciare sotto i piedi, Gesù è venuto a farsi pane, non a mangiare il nostro pane. Il cristiano, allora non dovrebbe essere servo del fratello, uomo di proposta e non di imposizione, persona che non giudica ma che offre, uomo disposto a lasciarsi mangiare dai fratelli?
VENERDI' 22 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Apelle; San Sotero, Papa; San Tegulo, martire.
Una scheggia di preghiera:
GESU': CON TE, PER SEMPRE!
HANNO DETTO: Quando si amano le croci, non se ne ha mai, ma, quando si respingono, vi si rimane schiacciati. (Santo Curato d'Ars)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha una lanterna non mangerà formiche. (Congo)
UN ANEDDOTO: Domandarono ad un padre del deserto: È bene leggere spesso la divina Scrittura?
Rispose: La divina Scrittura è come l’erba fresca e buona: il resto è tutto spine. La pecora riceve dal pastore una buona erba da mangiare, ma essa mangia anche ciò che trova nel deserto. Quando si sente bruciare, perché ha mangiato le spine del deserto, rumina l’erba e la sua bocca si raddolcisce e il succo delle spine non si fa più sentire. E così anche per l’uomo, buona cosa è la meditazione delle Scritture tra tanti cibi indigesti del mondo.
PAROLA DI DIO: At 13,26-33; Sal 2; Gv 14,1-6
Vangelo Gv 14, 1-6
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via”. Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?”. Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Parola del Signore
“IO VADO A PREPARARVI UN POSTO; QUANDO SARÒ ANDATO E VI AVRÒ PREPARATO UN POSTO, RITORNERÒ E VI PRENDERÒ CON ME, PERCHÉ SIATE ANCHE VOI DOVE SONO IO”.
Vi offro oggi la meditazione di un vecchio predicatore. Ma il messaggio mi sembra sembra sempre nuovo.
Siamo tutti avventizi, nessuno è in pianta stabile. Anche tu che ti senti sicuro, che hai vinto uno o più concorsi, che ritieni di essere finalmente sistemato, ormai avanti nella carriera, anche tu sei provvisorio. Da un momento all'altro puoi essere licenziato. Il tuo posto quaggiù non è definitivo. Neppure la casa che abiti è tua per sempre. Lo so, tu mi dirai che non è in affitto, che l'hai acquistata, che anzi te la sei costruita da te, con sacrifici, con stenti, che ora però sei soddisfatto, indipendente, inamovibile, piantato saldamente nella tua proprietà. Eppure non e così. La casa non è tua per sempre, è in prestito, l'hai soltanto in uso. Nel giro di qualche decennio altra gente vi abiterà e tu. Dunque il tuo posto non è quaggiù. Per fortuna, direi. Perché ti immagini che sciagura sarebbe una vita eterna su questa terra, in questo mondo così com'è? Con tutti i suoi affanni, le sue ansie, i suoi dolori, i suoi mali, le sue malvagità, le sue bassezze, le sue meschinità, le sue contraddizioni... Sei destinato a qualche cosa d'altro. Là approderà la tua nave, sulla sponda della eternità.
SABATO 23 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: San Giorgio; Sant’Achilleo; San Gerardo di Toulle.
Una scheggia di preghiera:
MOSTRACI, SIGNORE, IL TUO VOLTO DI MISERICORDIA.
HANNO DETTO: Tutti i santi hanno avuto una grande devozione per la santa Vergine; nessuna grazia viene dal cielo senza prima passare per le sue mani. (Santo Curato d'Ars)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi cammina sul letamaio dovrà poi lavarsi i piedi. (Congo)
UN ANEDDOTO: Un giorno un discepolo si lamentò con il suo rabbino: Nelle ore in cui mi dedico alla Sacra Scrittura sento vita e luce, ma appena smetto di meditare, tutto sparisce. Che debbo fare?
Il rabbino gli rispose: Questo è come quando uno attraversa un bosco in una notte buia e per un poco gli si accompagna un altro con una lanterna in mano, ma al crocevia si separano e il primo deve proseguire a tentoni. Ma se uno porta sempre con sé la luce della Parola non ha da temere nessuna oscurità!
PAROLA DI DIO: At 13,44-52; Sal 97; Gv 14,7-14
Vangelo Gv 14, 7-14
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”. Parola del Signore
“SIGNORE, MOSTRACI IL PADRE E CI BASTA”.
Filippo aveva visto l’amore di Gesù per il Padre, aveva sentito con quale amore Gesù parlava del Padre, aveva provato la gioia di scoprire che Dio era il Padre buono che perdonava il figliol prodigo, che era Colui che si rivelava ai piccoli e ai poveri, che vestiva i fiori del campo e che pensava agli uccelli del cielo, e allora rivolge questa domanda a Gesù. Ma Gesù, gli risponde: “Guarda, Filippo che basta vedere me per vedere il Padre.” Gesù e il Padre sono uno. Gesù opera nell’amore del Padre. Gesù manifesta il Padre che ha preso il suo volto umano. Una conoscenza corretta di Gesù non si ferma alle sue opere esteriori o ai fatti della storia, ma rimanda sempre alla Trinità, e ogni volta che il cristiano cerca di identificarsi a Gesù si avvicina al Padre e, a sua volta, mostra al mondo la paternità sapiente, creatrice, misericordiosa, amorevole del Padre.
DOMENICA 24 APRILE: 5^ DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA
Tra i santi ricordati oggi: San Fedele da Sigmaringen; San Benedetto Menni.
Una scheggia di preghiera:
GESU', AMAMI COME SONO.
HANNO DETTO: “Oh! Che cosa grande è il Sacerdozio! Non lo si capirà bene che in Cielo… se lo si comprendesse sulla terra, si morirebbe, non di spavento ma di amore!” (Santo Curato d'Ars)
SAGGEZZA POPOLARE: E' meglio sentir tossire una vecchia piuttosto che avere una capanna vuota. (Burkina Faso)
UN ANEDDOTO: Un pio ebreo andò dal suo rabbino e così si lamentò: Rabbi, devo rimuginare, rimuginare e non riesco a liberarmene!
E come mai?
— chiese il rabbino, — Su che cosa devi continuamente rimuginare?
Devo rimuginare senza sosta su questo: c’è veramente un giudizio? C’è veramente un giudice del mondo?
E che te ne importa?
Rabbi, se non c è né giudizio, né giudice, che ne è di tutta la creazione?
E che te ne importa — continuò a ripetere il rabbino. Rabbi, — continuò il pio ebreo, — se non c’è né giudizio, né giudice, va in malora tutta la Legge. E che te ne importa?
Rabbi, rabbi! Che te ne importa? Come parlate!
E di che mi deve importare se non di queste cose importanti?
Concluse il rabbino: Se te ne importa tanto, allora sei proprio un vero ebreo! Un vero ebreo non può non rimuginare questi pensieri, se non vuoi essere sconfitto dalla vita! (M. BUBER, I Racconti dei Chassidim)
PAROLA DI DIO: At 14,21b-27; Sal 144; Ap 21,1-5a; Gv 13,31-33a.34-35
Vangelo Gv 13, 31-33. 34-35
Dal vangelo secondo Giovanni
Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse: “Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”. Parola del Signore
QUANDO GIUDA FU USCITO, GESÙ DISSE: “ORA IL FIGLIO DELL’UOMO È STATO GLORIFICATO”.
Noi uomini insegniamo ai nostri figli che devono sempre primeggiare in tutte le cose, noi diamo il premio al primo della corsa e quasi non consideriamo gli altri, per noi ha onore e gloria chi vince le guerre, non chi le sta perdendo. Gesù dice che è in atto la sua “glorificazione”, e lo afferma nel momento in cui un amico è “uscito fuori” per tradirlo. La gloria, quindi, non passa attraverso il successo, il trionfo, il dominio, lo sterminio dei nemici. Gesù non dice: la vittoria è assicurata perché siamo una potenza, perché possiamo farci valere contro chiunque, a motivo del numero e dei mezzi e degli appoggi di cui disponiamo. Gesù non dice : davanti a me hai gloria perché hai vinto tutte le tue battaglie. Gesù presenta una gloria avvolta dalla debolezza, esposta alla derisione della gente che conta. Il Figlio dell’uomo ha puntato tutto su una cosa sola che spesso sembra essere perdente: l’amore. Ed è la stessa cosa che chiede a noi: giocare tutto su quella carta “perdente” che è l’amore.
LUNEDI' 25 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: San Marco, Evangelista; Santa Franca di Piacenza; Sant’ Erminio, monaco.
Una scheggia di preghiera:
RESTA CON NOI SIGNORE, ALLELUIA.
HANNO DETTO: L’uomo ha una bella funzione, quella di pregare e di amare. Ecco la felicità dell’uomo sulla terra. (Santo Curato d'Ars)
SAGGEZZA POPOLARE: Anche se la scimmia veste la pelle del cinghiale muore scimmia. (Gabon)
UN ANEDDOTO: Un saggio ebreo usava parlare così dei rabbini che ‘dicono’ (= studiano e leggono) Bibbia: Che importanza ha che essi ‘dicano Bibbia’ continuamente? L’uomo veramente devoto deve badare che tutte le sue azioni ‘siano Bibbia’ ed egli stesso ‘sia Bibbia’ fino a che dal suo comportamento tutti possano leggere la Bibbia. Deve diventare come il cielo, di cui è detto: Il firmamento e le stelle, pur senza parola, annunciano a tutti la gloria del Signore!
PAROLA DI DIO NELLA FESTA DI SAN MARCO: 1Pt. 5,5-14; Sal. 88; Mc. 16,15-20
Vangelo Mc 16, 15-20
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno". Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano. Parola del Signore
(GLI APOSTOLI) PARTIRONO E PREDICARONO DAPPERTUTTO, MENTRE IL SIGNORE OPERAVA INSIEME CON LORO.
Il Vangelo di Marco sembra oggi cadere in una contraddizione. Al versetto 19 dice che “Gesù fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio” e al 20 che Gesù opera insieme e con gli Apostoli che predicano. Mi sembra invece molto bello poter pensare in questo modo: Gesù è glorificato, è il Re, è con Dio suo Padre, è il Signore ma i passi del Gesù itinerante per la Palestina calcano adesso altre terre, il suo volto sofferente o gioioso assume adesso i mille volti dell’uomo. No! Gesù non è solo lassù, sulle nuvole, in attesa di essere il Giudice Finale: è qui in mezzo e noi, agisce nella fatica, nei missionari, in chi opera la carità, si serve addirittura di me per essere presente. Quale grande responsabilità: essere la presenza di Cristo per il mondo, ma quale grande consolazione nel sapere di non essere soli ma con Lui.
MARTEDI' 26 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Anacleto, Papa; San Pascasio, monaco.
Una scheggia di preghiera:
IN TE SIGNORE RIPOSA IL MIO CUORE, DA TE NASCE LA MIA PACE.
HANNO DETTO: I vostri beni altro non sono che un deposito che il buon Dio ha messo nelle vostre mani: dopo il vostro necessario e quello della vostra famiglia, il resto è dovuto ai poveri. (Santo Curato d'Ars)
SAGGEZZA POPOLARE: Anche se l’orecchio è molto vicino, non sente una formica che passa. (Togo)
UN ANEDDOTO: Il bianco cigno piegò il flessuoso collo e si specchiò a lungo nell’acqua. Capì la ragione della sua stanchezza e di quel freddo, che gli faceva tremare il corpo, come d’inverno: capì che bisognava prepararsi alla morte. Volle concludere in bellezza la sua vita. Alzando il suo bel collo, si diresse con solenne dignità sotto un bel salice, dov’era solito sostare d’estate. Era già sera e il tramonto tingeva di porpora e di viola l’acqua dello stagno. E proprio quando il grande silenzio avvolgeva ogni cosa intorno, il bianco cigno incominciò a cantare. Il suo canto dolcissimo si sparse nell’aria, velato appena di nostalgia. Poi, pian piano, si spense, insieme al sole. E’ il cigno, dissero commossi i pesci, gli uccelli e tutti gli animali del prato e del bosco, è il cigno, che muore! (Leonardo da Vinci)
PAROLA DI DIO: At 14,19-28; Sal 144; Gv 14,27-31
Vangelo Lc 14, 27-31
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato”. Parola del Signore
“VI LASCIO LA PACE, VI DO LA MIA PACE. NON COME LA DÀ IL MONDO, IO LA DO A VOI”.
Spesso non sappiamo più che cosa significhi la parola ‘pace’. Per qualcuno è sinonimo di “non ammazziamoci”, di compromesso, di generico: “vogliamoci bene”. Quando Gesù Risorto saluta i suoi amici con l’augurio di pace o quando, come nel Vangelo di oggi, ci promette la sua pace, intende qualcosa di molto più profondo che coinvolge l’uomo: è l’augurio della pienezza della vita, augurio di salute e serenità ma e soprattutto mettere Dio al posto giusto, al primo posto. Quando l’uomo avrà veramente pace? Quando si costruirà nel modo giusto, quando cioè non fonderà i suoi valori sull’effimero, sul passeggero, ma su chi lo ha pensato, creato, amato. Allora il cuore dell’uomo, le sue attese non diventeranno più orgoglio che divide, che si appropria, che uccide, ma gioia, perdono, riconciliazione profonda con il fratello non più visto come un rivale da superare ma come un amico con cui camminare e costruire il Regno che il Signore stesso ha chiamato a realizzare.
MERCOLEDI' 27 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antimo, vescovo, San Liberale; Santa Zita.
Una scheggia di preghiera:
SENZA DI TE, SIGNORE, NOI NON POSSIAMO NULLA.
HANNO DETTO: La carità è quel dolce e santo legame, che lega l’anima col suo creatore: ella lega Dio nell’uomo, e l’uomo in Dio. (Santa Caterina da Siena)
SAGGEZZA POPOLARE: Anche a un elefante basta un sol giorno per morire. (Angola)
UN ANEDDOTO: Un vecchio saggio stava seduto accanto al fuoco con i suoi discepoli, in una fredda notte d’inverno. La stanza era calda e accogliente e parlavano tra loro serenamente, quando il saggio rabbrividì. Gli chiesero preoccupati i discepoli:— Maestro, che hai? Non ti basta il calore di questo fuoco?
Rispose, sospirando: Sì il fuoco e il caldo qui dentro mi sono sufficienti, ma c’è un povero fuori che ha freddo e mi fa tremare!!
I discepoli uscirono, trovarono un uomo intirizzito dal freddo, lo presero amorevolmente con sé.
PAROLA DI DIO: At 15,1-6; Sal 121; Gv 15,1-8
Vangelo Gv 15, 1-8
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. Parola del Signore
“IO SONO LA VERA VITE … RIMANETE IN ME E IO IN VOI”
Gesù si paragona alla vite e afferma che noi siamo i tralci. Con questa immagine vuole indicarci la profonda e intima unione che esiste fra noi e Lui. Non è immaginabile una comunione più ricca. Nell’alleanza, nell’amicizia, nel matrimonio, si creano legami fortissimi, però rimane una distinzione fra le persone. La vite e i tralci, invece, formano un tutt’uno. E’ il Signore che ci unisce a sé, non siamo noi a scegliere Lui e a tentare questo legame. Per questo è insistente il richiamo di Gesù: “Rimanete in me e io in voi”. Si tratta di dimorare in Lui, di permettere che la sua parola rimanga in noi. Questa è l’esigenza fondamentale per ogni discepolo e questa è la condizione essenziale per portare frutto, adempiendo così alla missione di testimonianza che ci è affidata. Questo legame dei tralci con il tronco della vite è comunione con il Signore, ma è anche comunione tra i tralci stessi che si intrecciano tra loro e formano un cuor solo e un’anima sola. Comunione perciò con il Signore e comunione nella comunità dei credenti di cui facciamo parte. Se diminuisce la prima, si indebolisce anche la seconda e viceversa. Questo nostro rimanere nel Signore diventa poi la glorificazione del Padre che è il vignaiolo. Egli ama la vite, ne ha cura, tanto che anche la potatura dei tralci è un gesto della sua premura verso di noi, perché Egli vuole che noi gioiamo sempre di più nel portare frutti belli e buoni.
GIOVEDI' 28 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Chanel; San Luigi Maria Grignon de Montfort.
Una scheggia di preghiera:
CON TE NEL CUOR NON HO PIU' PAURA.
HANNO DETTO: Ogni gran peso diventa leggero sotto questo santissimo giogo della dolce volontà di Dio, senza la quale non potresti piacere a Dio. (Santa Caterina da Siena)
SAGGEZZA POPOLARE: O d'albero o di noce tutti s'ha da aver la croce. (prov. Toscano)
UN ANEDDOTO: Nella scuola di Rabbi Ismaele, il maestro chiese ai giovani: Che cosa succede quando il martello picchia contro la roccia?
Sprizzano scintille! E vanno a posarsi un po’ ovunque. Così è lo Spirito di Dio: manda le sue scintille dove sa di suscitare un pensiero sempre utile a tutta la comunità.
PAROLA DI DIO: At 15,7-21; Sal 95; Gv 15,9-11
Vangelo Gv 15, 9-11
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Parola del Signore
“QUESTO VI HO DETTO PERCHE’ LA MIA GIOIA SIA IN VOI E LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA”.
Vi ripropongo una meditazione già fatta con voi qualche anno fa.
Non è facile incontrare persone totalmente gioiose (oggi si usa il termine ‘solari’). Prova invece ad entrare in un ufficio postale o a salire su un tram o ad essere incolonnato la sera sulla tangenziale. Trovi persone nervose o al massimo apatiche, preoccupate di tutto ciò che le riguarda personalmente, stanche, pronte a scannarsi per un non nulla. Ma neanche nel mondo dei cristiani è facile trovare la gioia vera, quella profonda. Ti può capitare di incontrare maschere di gioia innalzate artificiosamente per fare bella figura, per sembrare accoglienti, sorrisi spesso forzati che basta un buon colpo di vento a far rotolare lontano rivelando anche qui volti austeri, giudicatori, preoccupati. Provate poi ad entrare in certe chiese dove si celebra l’Eucarestia, il grande dono di Gesù, e vedere un prete dir messa, o meglio bofonchiare certe parole e fare gesti più o meno abbozzati, vedere cristiani che arrivano ad ogni momento e iniziano ad infilare giaculatorie ed Ave—Marie di corsa una dietro l'altra, per fare in fretta, ciascuno per conto suo: volti chiusi, vestiti neri... Forse Cristo si è sbagliato? Forse doveva dire: "Chi crede in me avrà tristezza assicurata"?
Non dico che il cristiano debba mettersi degli stecchini agli angoli della bocca per mostrare uno stereotipato quanto falso sorriso ad ogni occasione.
Il cristiano soffre come gli altri, piange come gli altri per le prove e i dolori della vita, ma il cristiano, se è tale, ha dentro di sé Cristo, in ogni gesto celebra Cristo vincitore del male, della morte; la sua vita, anche quando è nella prova, è testimonianza di un amore che viene dall'alto e che non finisce mai e questo non può non creare quella gioia che nasce dalla profonda intimità con Dio. Se divento cosciente dell’amore che Dio ha per me, della sua stima, del suo perdono, della fiducia che ripone in me, non posso non aver gioia: Dio, il Creatore, il Sapiente, l’Unico, mi ama di un amore totale e personale, e me lo ha dimostrato e dimostra attraverso suo Figlio Gesù. Posso ancora essere pessimista, triste, posso ancora sentirmi solo?
E se io sono amato così, posso tenermelo per me solo o non devo sprizzare gioia da tutti i pori?
Il mondo ha bisogno della mia gioia. Nel mondo c’è il grande contagio del possedere, della tristezza, io ho l’antidoto della gioia e ce l’ho in abbondanza; perché non regalarlo?
Se farò così scoprirò un’altra meraviglia: donare gioia non ci impoverisce di essa, anzi, ce la moltiplica.
VENERDI' 29 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina da Siena, dottore della Chiesa; San Titico; Sant’Ugo di Cluny, abate.
Una scheggia di preghiera:
TI BENEDICO, O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA
HANNO DETTO: Non dimentichiamo mai che è il Signore che guida la Chiesa. E’ Lui a rendere fecondo il nostro apostolato. (Papa Francesco)
SAGGEZZA POPOLARE: La pazienza è una buona erba, ma non nasce in tutti gli orti. (prov. Toscano)
UN ANEDDOTO: Un grande re, volendo vedere se la sua gente lo amasse veramente, si tolse la corona, il manto regale, le vesti splendide, e come mendicante, senza seguito e carrozze, girò per il suo grande paese. La maggior parte della gente stava alla larga da quel mendicante, alcuni lo deridevano, altri non ci facevano caso. Solo una famiglia lo accolse volentieri e lo trattò con rispetto ed amore. Solo ad essa il re rivelò la sua vera identità. Poco tempo dopo, tornato nella reggia, volle premiare quella povera famiglia di contadini. Si recò ad essa in grande corteo e, consegnando un attestato di nobiltà, disse: «Voi, sì, che siete veramente miei cittadini; mi avete accettato ed amato anche senza corona».
PAROLA DI DIO: 1Gv 1,5 - 2,2; Sal 102; Mt 11,25-30
Vangelo Mt 11, 25-30
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore
"TI RENDO LODE, O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA".
Questa preghiera semplice di Gesù non solo ci svela il rapporto profondo e intimo di Gesù con il Padre, ma anche, ci presenta chi sia il Dio di Gesù.
Gesù, quando prega, usa dei toni molto familiari con il Padre, la stessa conclusione di questa preghiera ci dice che Gesù e il Padre sono una cosa sola, ma in questo passo del Vangelo Egli utilizza anche parole solenni rivolte al Padre: "Signore del cielo e della terra". Dunque, il Dio di Gesù e il nostro Dio è prima di tutto il Padre del cielo, il creatore Onnipotente, il Signore del mondo. Non c'è altro Dio che Lui. E' Lui che dirige questo immenso universo con i suoi miliardi di esseri, dagli atomi fino alle stelle. Tutto ciò che esiste gli è sottomesso nei cieli e sulla terra. Non c'è che da rimanere stupiti, meravigliati, adoranti e il nostro balbettare davanti a questo Signore non può che diventare lode: "Ti lodo, o Signore del cielo e della terra". Ma l'obiettivo della lode e della riconoscenza va ancora oltre alle meraviglie del creato. E' ancora più grande vedere l'agire di questo Dio che ama manifestarsi, che si lascia catturare dalla sua creatura purché essa sia umile e piccola, come dire che l'Immenso può essere compreso solo dall'immensamente piccolo. E Gesù stesso è l'esempio di questo. Che cos'è un piccolo uomo, nato in un anno tra lo scorrere di migliaia di secoli, in un paesino sperduto di un Medio Oriente, che ama i poveri e finirà su una croce?
Eppure l'immenso, il creatore di tutto è lì. Ogni giorno mi meraviglio davanti a quelle piccole ostie, briciole di pane, tra le mani di un uomo peccatore, nella bocca e nel corpo di piccoli uomini: eppure Dio è lì. O mi faccio piccolo e lo accolgo o se presumo troppo sulla mia intelligenza non lo capirò mai.
SABATO 30 APRILE
Tra i santi ricordati oggi: San Pio V, Papa; san Giuseppe Benedetto Cottolengo; San Ventura di Spello.
Una scheggia di preghiera:
MARIA, REGINA DEI SANTI E DEI MARTIRI, PREGA PER NOI
HANNO DETTO: Se abbiamo trovato il senso della vita in Gesù, non possiamo essere indifferenti davanti a uno che soffre, a uno che è triste. (Papa Francesco)
SAGGEZZA POPOLARE: Il buon pastore tosa, ma non scortica (proverbio Toscano)
UN ANEDDOTO: Tanto tempo fa tutti i bambini vivevano nel Paradiso. Un giorno Dio disse loro: «La terra è vuota e triste ed io ho pensato di mandare voi a popolarla». Un gruppo di bambini disse: «Noi vorremmo portare la musica del Paradiso». E Dio creò gli uccelli. Un altro gruppo disse: «Noi vorremmo portare i colori del Paradiso». E Dio creò i fiori. Altri bambini dissero: «Noi vorremmo il cielo del Paradiso sulla Terra». E Dio creò il mare. Un bambino molto piccolo e timido disse: «Io vorrei avere vicino a me qualcuno che mi ami e mi aiuti a camminare nella vita». E Dio mandò nel mondo la mamma.
PAROLA DI DIO: At 16,1-10; Sal 99; Gv 15,18-21
Vangelo Gv 15, 18-21
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato”. Parola del Signore
“SE IL MONDO VI ODIA, SAPPIATE CHE PRIMA DI ODIARE VOI HA ODIATO ME”.
Gesù è morto su una croce. La spada ha trafitto il cuore della Madre ai piedi di quella croce. I primi cristiani hanno incontrato il martirio per la fede. Anche oggi è impressionante scoprire quanti sono ancora martiri veri e propri per la testimonianza cristiana nel mondo. Ma quello che più spesso incontriamo nel nostro mondo è una indifferenza alla fede, tante volte ancora più scoraggiante che una aperta ostilità. E l’indifferenza, l’abitudine, il “tanto tutti fanno così”, può mettere a dura prova la testimonianza cristiana: è un martirio che non arriva tutto di un colpo, ma uno stillicidio che se non stai attento presto ti smonta, ti toglie l’entusiasmo, ti appiattisce. Il cristiano, seguendo il suo Maestro, è uno che non demorde, che non cerca risultati umani, che continua nella sua testimonianza sicuro che l’importante è seminare e qualche volta bagnare il terreno con un po’ di sudore, un po’ di lacrime e qualche goccia di sangue. A far crescere, a tempo opportuno, ci penserà il Signore stesso.