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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

MARZO  2016

 

MARTEDI' 1 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Albino; Sant’ Amanzio; Santa Eudossia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI PERCHE' NOI, IMPARANDO DA TE, LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI.

 

Hanno detto: L’uomo comune esige dagli altri, l’uomo eccezionale esige da se stesso. (Marco Aurelio)

Saggezza popolare: Il frutto della pace è appeso all'albero del silenzio. (Prov. Arabo)

Un aneddoto: Il romanziere Julien Green scriveva: «Non sappiamo mai quale diga abbattiamo quando cediamo alla tentazione, poiché un peccato non vive isolato. È come un’invenzione della morte. Non si sa mai tutto quello che si è perduto».

Parola di Dio: Dn 3.25.34-43: Sal 24: Mt 18.21-35

 

Vangelo Mt 18, 21-35

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello». Parola del Signore

 

PIETRO SI AVVICINÒ E GLI DISSE: «SIGNORE, QUANTE VOLTE DOVRÒ PERDONARE AL MIO FRATELLO, SE PECCA CONTRO DI ME? FINO A SETTE VOLTE?»

Pietro si sente un eroe ma ha anche i piedi in terra e allora, dicendo da una parte la sua disponibilità a perdonare  chiede anche entro quali limiti deve mantenersi la sua capacità di perdono. E se provassimo a farci la domanda al contrario: “Quante volte Dio dovrà perdonarmi se pecco contro di Lui?”.

Man mano che gli anni passano se non lasciamo solo che essi ci scorrano addosso e se cerchiamo con onestà di capire e di dare senso a quanto è successo, penso che da una parte possiamo gioire per le cose buone che riteniamo di aver compiute, ma dobbiamo anche registrare errori, incapacità, occasioni perdute... e se andiamo un po' oltre: quanti peccati abbiamo commesso contro Dio e contro i fratelli. Quando ce ne siamo resi conto ed abbiamo chiesto perdono che cosa ha fatto Dio? Si è ritirato offeso, facendoci il broncio o non ci ha detto: “Coraggio, ricominciamo da capo, cerchiamo di mettere una pezza per quanto di può sul male commesso e ricominciamo da capo!” E questo nonostante certi peccati siano stati e magari siano ancora, il leit-motive quasi continuo della nostra vita. Posso dunque mettere limiti al perdono verso gli altri quando io sono frutto di un perdono continuo da parte della misericordia di Dio?

 

 

MERCOLEDI' 2 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:San Quinto; San Simplicio, Papa; Santa Caterina Dexel.

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDE E' LA TUA LEGGE SIGNORE, PERCHE' CI INSEGNA AD AMARE.

 

Hanno detto: Non aspettare il momento opportuno: crealo. (George Bernard Shaw)

Saggezza popolare: Chi vince gli altri è forte, chi vince se stesso è potente. (detto Greco)

Un aneddoto: Spesso, alzando gli occhi al cielo, fra Crispino esclamava: "Oh, bontà divina!". Oppure, invitando ad ammirare il creato, diceva: "Che grande Iddio, che grande Iddio!". Spesso sospirava: "Oh Signore, perché tutto il mondo non vi conosce e non vi ama?" ed esortava: "Amiamo questo Iddio perché lo merita"; "Ama Dio e non fallire, fa pur bene e lascia dire"; Poi, ancora: "Chi non ama Dio è matto!"; "Chi ama Dio con purità di cuore, vive felice e poi contento muore"; "Chi fa la volontà del Signore, mai gli accade cosa alcuna in contrario".

Parola di Dio: Dt.4,1.5-9; Sal.147; Mt 5.17-19

 

Vangelo Mt 5, 17-19

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Parola del Signore

 

“NON PENSATE CHE IO SIA VENUTO AD ABOLIRE LA LEGGE O I PROFETI; NON SONO VENUTO PER ABOLIRE, MA PER DARE COMPIMENTO”.

Dico una cosa che a prima vista può stupire: “La morale non è un osservanza di norme” e davanti a chi stupito mi guarda di storto vado ancora più avanti: “La morale cristiana non è l'osservanza dei dieci comandamenti”e ancor di più : “la morale cristiana non è neanche solo l'osservanza formale del comandamento di Gesù di amare Dio e il prossimo”. E dico questo non per vanificare leggi, comandamenti, prescrizioni evangeliche ma per dare loro il vero senso. Noi spesso osserviamo le leggi e i comandamenti per “sentirci a posto”, per comprarci  un posto in Paradiso, per poter interiormente sentirci buoni. Gesù va oltre: i comandamenti servono, le indicazioni e evangeliche sono fonte di vita ma solo se dietro di esse c'è il tuo cuore, se hai capito e cerchi davvero la volontà di Dio, se “osservi” non perché devi ma perché questo è l'unico senso di vivere per te e per gli altri il progetto di Dio. E' gran cosa se tutti i cristiani osservassero alla lettera i comandamenti, ma non è ancora più grande magari non essere sicuri di aver “osservato tutto”, ma saper di aver amato con tutto il cuore? Quale sarà il “compimento” che Gesù è venuto a dare a leggi e comandamenti?

 

 

GIOVEDI' 3 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Camilla, vergine; Santa Cunegonda; San Tiziano da Brescia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, BENEDICI TUTTO IL BENE CHE C'E' NEL MONDO.

 

Hanno detto: Affrettatevi dal Medico dell'anima finché siete in tempo, perché non possiate più quando lo vorreste. (S. Giovanni di Napoli)

Saggezza popolare: Se ti fermi ogni volta che un cane abbaia, non finirai mai la tua strada. (Prov. Arabo)

Un aneddoto: Una volta il grande filosofo Aristotele venne rimproverato per aver fatto la carità ad uno scapestrato. “Sarà uno scapestrato” osservò il filosofo, “ma è stato l'uomo, non le sue qualità a farmi compassione”.

Parola di Dio: Ger. 7,23-28; Sal.94; Lc. 11,14-23

 

Vangelo Lc 11, 14-23

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. Ma alcuni dissero: «E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. Parola del Signore

 

CHI NON È CON ME, È CONTRO DI ME; E CHI NON RACCOGLIE CON ME, DISPERDE.

Oggi, purtroppo siamo testimoni di tanti integralismi tra cui i peggiori sono quelli che si mascherano di religioso e qualcuno può dirmi che la frase che meditiamo ed altre frasi consimili del vangelo hanno fondato e fondano certi integralismi cristiani. Gesù era un integralista? Certo! Ma solo in un senso, quello di dare la priorità a Dio, al Dio della misericordia e dell'amore. Quando Gesù dice: “O con me o contro di me” non vuol fondare l'esercito di Gesù che combatte in nome di Dio tutti quelli che “non sono come noi” ma vuole invitarci a vedere come tutti, proprio tutti, hanno cose e valori che sono sue e che tutti, anche se non con insegne crociate sul petto, anche se formalmente lontani dalle forme religiose ufficiali, possono essere di Cristo e debbono essere accolti come “suoi”, valorizzati nel bene, sentiti fratelli. Ricordiamoci l'inizio di questo vangelo: Gesù scaccia i demoni. Il demonio è quello che è contrario totalmente al bene e allora non è solo uno spiritello o spiritastro che opera al di la delle nostre capacità: è il male. E quando Gesù ha dato ai discepoli e a noi la capacità di cacciare il male, lo ha fatto non era per farci “esorcisti” come intendiamo spesso noi, ma per combatte il male, il che non significa combattere chi ci è contrario o pensare che chi non la pensa come noi sia un condannato davanti a Dio, ma accogliere il bene e contrapporlo al male, ovunque esso sia, anche e sopratutto nei nostri cuori.

 

 

VENERDI' 4 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:San Casimiro di Lituania; Sant’ Adriano di Nicomedia; San Lucio, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

MOSTRACI IL TUO VOLTO SIGNORE, E SAREMO SALVI.

 

Hanno detto: Le cose che impariamo con passione, non le dimenticheremo mai. (Alfred Mercier)

Saggezza popolare: Il genere umano si divide in tre classi: gli inamovibili, quelli che sono mossi, e quelli che muovono. (prov. Arabo)

Un aneddoto: Una volta il padre Ammone, venuto al fiume per attraversarlo, vi trovò un battello bene allestito, nel quale prese posto. Ed ecco sopraggiungerne un altro, che trasportava persone ragguardevoli. Gli dicono: «Vieni anche tu, padre, viaggia con noi». Ma egli dice: «Io salgo solo nell’imbarcazione pubblica». Egli aveva con sé un piccolo fascio di rami di palma, e sedeva intrecciando una corda e quindi disfacendola, finché l’imbarcazione non fu arrivata ed ebbe così raggiunto la riva. I fratelli si inchinarono davanti a lui dicendo: «Perché fai così?». Disse loro l’anziano: «Perché, avendo sempre il pensiero impegnato, io non divaghi».

Parola di Dio: Os. 14,2-10; Sal 80; Mc. 12,28-34

 

Vangelo Mc 12, 28-34

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi». Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore

 

E NESSUNO AVEVA PIÙ IL CORAGGIO DI INTERROGARLO.

Un giorno, parlando con un amico prete gli dicevo quanto fosse difficile comprendere quale fosse per me la volontà di Dio e come fossi perfino perplesso nel chiedere a Lui, nella preghiera, che me la facesse capire. Con un sorriso pieno di comprensione mi disse: “Non sarà che non chiediamo a Dio certe cose non per rispetto della sua volontà ma per la paura che ci risponda in un modo che a noi non piace?”

Mi chiedo e possiamo chiederci tutti: Perché cerco Gesù? Per trovare conferma alle mie idee preconcetto su di Lui e sul suo Vangelo opero rendermi disponibile ad incontrarlo così come Egli è?

 

 

SABATO 5 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Olivia, Vergine e martire; San Giovanni Giuseppe della Croce; San Conone, l’ortolano.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO NOME, O SIGNORE, E' ESALTATO NEI PICCOLI E NEI POVERI.

 

Hanno detto: Il talento più prezioso è non usare due parole quando una sola è sufficiente. (Thomas Jefferson)

Saggezza popolare: Se i disonesti fossero nuvole, ci sarebbe sempre il diluvio. (Prov. Ligure)

Un aneddoto: Un fratello domandò all’anziano: «Mi è stato dato un ordine ma colà c’è una tentazione. Vorrei andare per ubbidire, ma temo la tentazione». L’anziano rispose: «Se fosse Agatone, eseguirebbe l’ordine e vincerebbe la tentazione»

Parola di Dio: Os. 6,1-6; Sal. 50; Lc. 18,9-14

 

Vangelo Lc 18, 9-14

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato». Parola del Signore

 

PERCHÉ CHI SI ESALTA SARÀ UMILIATO E CHI SI UMILIA SARÀ ESALTATO.

Gesù, particolarmente con la parabola di oggi ci invita a combattere l'ipocrisia, ma quante volte, usando la frase che meditiamo oggi diventiamo ipocriti. Penso sia capito a tutti di trovare “collitorti” che guardando umilmente in terra ne approfittano per trasmetterci il messaggio: “Guarda come sono umile, guarda come sono buono”. Gesù non voleva insegnaci questo. Per Lui, come per noi, umiltà deve corrispondere a verità. Posso e devo gioire del bene che con la grazia di Dio ho potuto compiere, non va nascosto se è davvero bene, ma devo anche aver la giusta dimensione di me stesso, dei miei limti, del mio peccato e se la grazia di Dio si serve anche di queste povertà, ben venga, e sia lodato Lui che sa scrivere anche sulle righe storte!

 

 

DOMENICA 6 MARZO: 4^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C

Tra i santi ricordati oggi:Santa Agnese di Boemia, Clarissa; Sant’Ezio, martire; San Marciano, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

L'ANIMA MIA HA SETE DEL DIO VIVENTE, QUANDO VEDRO' IL SUO VOLTO?

 

Hanno detto: Il silenzio è una discussione portata avanti con altri mezzi. (Ernesto Che Guevara)

Saggezza popolare: Gli stupidi e i funghi nascono senza seminarli.

Un aneddoto: Raccontavano che un giorno alcuni si recarono dal padre Ammone per essere giudicati da lui. Ma egli finse di essere stupido. Una donna allora disse al suo vicino: «Questo vecchio è folle!». Il vecchio la udì e, chiamatala, le disse: «Ho fatto tanta fatica, nel deserto, per acquistare tale follia, e dovrei perderla oggi per te?»

Parola di Dio: Gs. 5,9-12; Sal. 33; 2Cor. 5,17-21; Lc. 15,1-3.11-32

 

Vangelo Lc 15, 1-3. 11-32

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: “Costui riceve i peccatori e mangia con loro”. Allora egli disse loro questa parabola: “Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. Parola del Signore

 

QUANTI SALARIATI IN CASA DI MIO PADRE HANNO PANE IN ABBONDANZA E IO QUI MUOIO DI FAME!

Qualcuno non sa neppure che cosa sia una colpa: si autoconvince che nella vita ha sempre fatto tutto bene, che se tutti fossero come lui il modo andrebbe meglio e che se c'è stato qualcosa di negativo: “fa parte della mia umanità. Qualcun altro invece ci naviga con i sensi di colpa e se questi spesso possono essere utili per conosce la propria realtà, altre volte cresciuti a dismisura diventano un peso insopportabile che non solo non aiuta a migliore ma uccide ogni capacità di ripresa: “Non valgo nulla e non c'è nulla da fare!”.

Vi siete mai chiesti, nel realismo della parabola di Gesù, perché il figliol prodigo torna a casa? Noi predicatori per giustificare la bontà dell'esame di coscienza, sottolineiamo particolarmente quel “rientrò in se stesso”, ma perché rientrò in se stesso? Perché si decide di tornare dal Padre? Certamente perché sa che il Padre è misericordioso ma sopratutto perché “ha fame” e non riesce a togliersi “la brutta”. Fin quando non ci renderemo conto di quanto sia brutta la fame che ci lascia addosso il peccato, la lontananza dal Padre, il non riuscire a dare un senso alla nostra vita, non scopriremo neanche che c'è un Padre buono che ci aspetta non con un bastone in mano per insegnarci la giusta lezione ma con le braccia aperte per accoglierci e ridarci la nostra dignità.

 

 

LUNEDI' 7 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Sante Perpetua e Felicita, martiri; San Gaudioso, vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

MI FIDO, SIGNORE, SULLA TUA PAROLA.

 

Hanno detto: L'uomo invidioso non riesce ad essere felice quando vede che gli altri lo sono. (Chesterfield)

Saggezza popolare: Chi vuol vedere un cattivo faccia arrabbiare un buono. (detto Ligure)

Un aneddoto: Il primo ed allora unico figlio di Antonio Massa, di S. Giovanni Rotondo, era gravemente ammalato e si temeva la fine da un momento all'altro. Tutti i parenti lo vegliavano a turno. Era la volta della mamma, mentre gli altri stavano a scaldarsi presso il fuoco. Ad un tratto la mamma corre verso di loro emozionatissima, dicendo che il figlio si è messo a ridere e ha cominciato a star meglio. Lei gli aveva chiesto cosa sentisse:«Mamma, Pa' Pi m'ha tiicà i pi' ...» (Mamma, Padre Pio mi ha fatto solletico ai piedi...)

Parola di Dio: Is. 65,17-21;Sal.29; Gv. 4,43-54

 

Vangelo Gv 4, 43-54

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù partì dalla Samaria per andare in Galilea. Ma egli stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria. Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Ma il funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli risponde: «Và, tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». S'informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio in quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea. Parola del Signore

 

«VÀ, TUO FIGLIO VIVE». QUELL'UOMO CREDETTE ALLA PAROLA CHE GLI AVEVA DETTO GESÙ E SI MISE IN CAMMINO.

Hai chiesto una grazia per quella persona che ti è cara e non solo la grazia non ti è stata fatta, ma quella persona cara è morta con tutte le conseguenze che questo comporta nella vita di tante persone. Sei di nuovo davanti al Signore, gli stai dicendo la tua rabbia, la tua delusione, la tua voglia di mandare anche Dio a quel paese. E Lui ti dice: “Quel tuo caro vive, va in pace!” “ E dove vado “in pace”? So benissimo che anche tornato a casa quella persona non ci sarà più. I miracoli giustamente sono così rari. La realtà è dura. Le lacrime sono negli occhi.. Non so neanche che cosa fare per chi resta!”. E Gesù sembra rispondermi: “Mettiti lo stesso in viaggi. Non troverai la realtà di prima, ma se ci credi troverai, non come cosa tua, ma come dono, la forza per far vivere nuovamente quella situazione difficile in cui ti trovi con i tuoi cari”.

 

 

MARTEDI' 8 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni di Dio; San Giuliano da Toledo; San Ponzio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, GUARISCIMI DENTRO.

 

Hanno detto: Il naufragio peggiore è quello di chi non ha nemmeno lasciato il porto. (Amir Klink)

Saggezza popolare: Al corpo male usato, quello che fa gli viene ripensato.

Un aneddoto: Mi ero confessata di aver avuto delle tentazioni, dei pensieri che mi avevano turbata. E gli chiesi: «Padre Pio, sarà stato il demonio?». E lui ridendo: «E chi credi che ti tenti, lo Spirito Santo?».

Parola di Dio: Ez. 47,1-9.12; Sal. 45; Gv. 5,1-16

 

Vangelo Gv 5, 1-3. 5-16

Dal vangelo secondo Giovanni.

Era un giorno di festa per Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.

Vi è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaidà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «E' sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina». Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio». Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Parola del Signore

 

GESÙ VEDENDOLO DISTESO E, SAPENDO CHE DA MOLTO TEMPO STAVA COSÌ, GLI DISSE: «VUOI GUARIRE?».

Una domanda a prima vista stupida quella che Gesù fa a colui che da trentotto anni era malato. Figuriamoci se non voleva guarire. Era in quel posto proprio perché sperava in un miracolo ed era anche rabbioso contro coloro che essendo venuti dopo di lui avevano ottenuto ciò che da tanti anni desiderava.

Ma la domanda di Gesù è tutt'altro che stupida. E' la domanda che Gesù rivolge ad ogni uomo e all'umanità intera: “Vuoi guarire?”, “Vuoi vincere le guerre, le inimicizie, le ingiustizie?” E noi spesso non rispondiamo, e il nostro mondo preferisce pensare alle sue piccoli ma terribili guerre, alla distruzione del creato per far soldi. “Franco, Giovanna, Luisa... vuoi davvero guarire dal male che c'è in te, dall'egoismo che ti rende gretto, dal pensare solo ed esclusivamente “ai fatti tuoi” dimenticandoti degli altri. Vuoi lasciarti condurre da Dio per trovare un senso per te e per gli altri o preferisci guidare da solo  sapendo che la meta potrebbe essere un baratro?” “Tu, donna che oggi combatti per la tua libertà, cerchi solo dei diritti che ti rendano simile all'uomo per poter competere ad armi pari con Lui o vuoi davvero riscoprire a tua vera dignità? Vuoi davvero guarire nel profondo di te stessa o ti accontenti delle apparenze?”

 

 

MERCOLEDI' 9 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Francesca Romana; Santa Caterina da Bologna; San Gregorio di Nissa.

Una scheggia di preghiera:

 

QUANTO GRANDE E' LA TUA MISERICORDIA, PADRE DI GESU' E PADRE NOSTRO.

 

Hanno detto: Il Paradiso non si paga con i soldi; il Paradiso si paga con l'amore. (Padre Pio)

Saggezza popolare: Si può portare il bue assetato al fiume, ma, se non sarà lui a bere, morirà. (Detto Zen)

Un aneddoto: Un giorno si presentò a don Bosco un individuo, chiedendo di confessarsi. Il Santo subito l'accolse con premura, e gli domandò: - Quanto tempo è che non vi confessate?

Sono dieci anni. Allora, continuò il Santo datemi dieci lire. Ma perché?!

Ho sempre sentito dire che per confessarsi non si paga nulla. E se per confessarsi non si paga nulla perché mai voi avete aspettato dieci anni?

Quel tale alzò gli occhi confuso, e vedendo don Bosco sorridere, esclamò: - Ha ragione, Padre; d'ora innanzi, non sarà più così.

Parola di Dio: Is. 49,8-15; Sal. 144; Gv.5,17-30

 

Vangelo Gv 5, 17-30

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù rispose ai Giudei: «Il Padre mio opera sempre e anch'io opero». Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse: «In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e da  la vita, così anche il Figlio da  la vita a chi vuole; il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo. Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Parola del Signore

 

IL FIGLIO DA SÉ NON PUÒ FARE NULLA SE NON CIÒ CHE VEDE FARE DAL PADRE.

Gesù ha lasciato il suo cielo per venire nel mondo a salvarci. Gesù ha accettato i nostri limiti umani per essere uno di noi. In Gesù Dio si è fatto uno di noi per farci come Lui. Gesù ha sempre perdonato tutti. Gesù per dirci la verità ha accettato di morire in croce. Gesù ci ha regalato sua mamma. Gesù è andato a prepararci un posto. Queste sono solo alcune delle tante cose che noi troviamo nei Vangeli di Gesù. Ora se Gesù è tutto questo per noi e ci dice che tutto quello che ha fatto è solo perche lo ha visto fare dal Padre, come dovrà essere grande la bontà, la misericordia, l'amore del nostro Dio ? No, Dio non è l'ente supremo che lassù nei cieli vede il suo creato andare a catafascio e se ne lava le mani dicendo: “l'uomo se l'è voluta”, non è neanche solo lì per dire: “Hai peccato, aspetta me che ti punisco nella maniera giusta. Dio è il Padre di Gesù e, lasciatemelo dire con una battuta: se il Figlio è venuto così bene, quanto più sarà il Padre!

 

 

GIOVEDI' 10 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Anastasia di Costantinopoli; San Caio; San Macario di Gerusalemme.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DA CHI ANDREMO? TU SOLO HAI PAROLE DI VITA ETERNA.

 

Hanno detto: La bellezza senza grazia è come un amo senza esca. (Anne de Lenclos)

Saggezza popolare: Vale più uno a fare che cento a comandare.

Un aneddoto: Don Bosco trovandosi a pranzo dal banchiere Cotta, ad un certo punto si rannuvolò, ed avendogli il banchiere domandato se avesse qualche fastidio, rispose: Ho qui sul cuore un certo peso di parecchie migliaia di lire che lei mi ha dato ad in prestito, e che non saprei come restituire. Stia di buon umore - soggiunse il banchiere; fra poco si porterà il caffè, e questo le aggiusterà lo stomaco. Difatti, venuto il caffè, trovò nel piattino la ricevuta firmata a saldo di tutti i debiti che aveva con la banca.

Parola di Dio: Es. 32,7-14; Sal. 105; Gv. 5,31-47

 

Vangelo Gv 5, 31-47

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace. Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza. Ma voi non volete venire a me per avere la vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma io vi conosco e so che non avete in voi l'amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste. E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo? Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è gia chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?». Parola del Signore

 

MA VOI NON VOLETE VENIRE A ME PER AVERE LA VITA.

Anni fa un amico mi disse: “Il prossimo mese parto per l'India. Lì c'è vera spiritualità. Troverò un guru per farmi da maestro e lui risponderà alle mie domande e darà senso alle mie esigenze” Passò circa un anni quando lo rividi. Era tornato, aveva accettato un posto di dirigente nella fabbrica di suo padre era un perfetto borghese integrato completamente nella società dei consumi e del facile godimento. Non metto in dubbio le grandi spiritualità che ci sono nel mondo (anche se cerco di fare attenzione a buffoni e approfittatori) ma noi andiamo a cercare lontano ciò che invece ci è offerto, gratis e ogni giorno. Dio ci parla attraverso la sua Parola che è Gesù e che non può raccontarci bugie. Gesù con pazienza, ogni giorno ci ripropone una parola per salvarci, per renderci contenti, consapevoli della nostra vita, gioiosi per i doni ricevuti, ma non c'è più sordo di chi voglia esserlo. Spesso solo a parole, ma saremmo anche capaci di grandi sacrifici pur di incontrare quel personaggio, quel santone, quel cosiddetto facitore di miracoli, ma quanto tempo dedichiamo, per esempio, alla lettura e alla meditazione della parola di Dio?

 

 

VENERDI' 11 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Costantino; Santa Rosina, Santa Fina.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE TI CERCO: DONAMI DI INCONTRARTI.

 

Hanno detto: Non trovare la colpa. Trova il rimedio. (Henry Ford)

Saggezza popolare: Di errori in errori si va verso la verità.

Un aneddoto: La mosca pizzicò la testa di un uomo calvo, che cercando di scacciarla si diede un grosso scapaccione. La mosca lo prese in giro e gli disse: “Hai voluto vendicarti di un piccolo volatile come me, che farai ora a te stesso dopo che ti sei procurato il danno e le beffe?”. (Favola di Fedro)

Parola di Dio: Sap.2,1.12-22; Sal.33; Gv. 7,1-2.10.25-30

 

Vangelo Gv 7, 1-2. 10. 25-30

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne. Andati i suoi fratelli alla festa, vi andò anche lui; non apertamente però, di nascosto. Intanto alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora. Parola del Signore

 

“ANDATI ALLA FESTA, VI ANDÒ ANCHE LUI; NON APERTAMENTE PERÒ, MA DI NASCOSTO”.

Nel caso del Vangelo di oggi, Gesù va di nascosto a Gerusalemme a celebrare la festa delle Capanne perché sa che i Giudei stanno cercandolo per ucciderlo, ma spesso, anche oggi, Gesù si nasconde. Non per paura, non per giocare a rimpiattino con noi, ma per invitarci a cercarlo e a scoprirlo nella sua vera identità e non soltanto nelle maschere religiose che gli hanno appioppato. Gesù è presente alle nostre feste religiose, ma attraverso i suoi segni, i sacramenti che, solo con gli occhi della fede possiamo scoprire pienamente. Gesù è presente alle nostre gioie e alle nostre sofferenze, ma solo se noi, con fatica, vi facciamo riferimento e riusciamo a scoprire la sua presenza che può vivificare qualunque momento buono o cattivo della nostra vita. Gesù è presente nel fratello, nel compagno di lavoro, nel povero, nell’immigrato, ma sta a noi scoprirlo e accoglierlo con fede. Se noi siamo abituati solo alla materialità della vita stentiamo a riconoscerlo, se noi cominciamo a leggere la vita non solo come un succedersi di avvenimenti, ma come una trama di amore di Dio con noi, allora è una gioia scoprire tutte queste presenze di Gesù, perché ci dicono che Dio non ci abbandona mai e che Lui è presente ad ogni avvenimento e in ogni avvenimento.

 

 

SABATO 12 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano; Sant’ Innocenzo I, Papa; San Nicodemo, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI SIGNORE DALLE PAROLE INUTILI.

 

Hanno detto: Il Signore ama le anime coraggiose, umili e diffidenti di sé. (S. Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: Acqua e chiacchiere non fanno frittelle.

Un aneddoto: Perché, o Signore, non sei sceso dalla croce rispondendo alle nostre provocazioni? Non sono sceso dalla croce perché altrimenti avrei consacrato la forza come signora del mondo, mentre è l'amore l'unica forza che può cambiare il mondo. (Mons. Angelo Comastri)

Parola di Dio: Ger. 11,18-20; Sal. 7; Gv.7,40-53

 

Vangelo Gv 7, 40-53

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, all'udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano:"Questi è davvero il profeta!". Altri dicevano: "Questi è il Cristo!". Altri invece dicevano: "Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?". E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: "Perché non lo avete condotto?". Risposero le guardie: «"Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!". Ma i farisei replicarono loro: "Forse vi siete lasciati ingannare anche voi? Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!". Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù: "La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?". Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea». E tornarono ciascuno a casa sua. Parola del Signore


"STUDIA E VEDRAI CHE NON SORGE PROFETA DALLA GALILEA!"

Quella di oggi è una riflessione che vi avevo proposto già alcuni anni fa.

Ci sono alcune categorie di persone che sono proprio difficili da digerire. Una di queste è quella dei saccenti, di coloro che si sentono talmente in gamba che si permettono di giudicarti e di mandarti... a quel paese! Li trovi ovunque: in ufficio: "Ma come, non sai ancora come si fa!" nei negozi: "Ma si figuri, signora, quella mia vicina..." in parrocchia: "Noi, nel nostro gruppo sì che siamo forti... Noi abbiamo fatto.. ." E si fermassero qui, ma per di più ti giudicano: "Quello è un ignorante, quell'altro è privo di savoir-faire, il terzo è un cristiano di seconda categoria perché non sa che cosa sia "escatologia" o "teologia della liberazione". In questa pagina di Vangelo i farisei si permettono di mandare Nicodemo a studiare perché: "non sorge profeta dalla Galilea". E guarda un po': il Figlio di Dio, quasi a farlo apposta, viene proprio di là. Ma quello che è ancora più significativo nel Vangelo di Giovanni e che questi personaggi dopo tutte le chiacchiere i giudizi, le condanne e gli apprezzamenti, “se ne tornarono ciascuno a casa sua”, cioè si sono riempiti la bocca di parole, si sono auto elogiati, hanno tagliato colletti, hanno fatto proposte meravigliose, ma poi non hanno concluso niente e se ne sono tornati a casa tronfi galletti che senza aver fatto un uovo si sentono i re del pollaio.

 

 

DOMENICA 13 MARZO: 5^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Rodrigo; Santa Modesta.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SIGNORE MI VEDI NELLA MIA POVERTA', MA MI AMI.

 

Hanno detto: Quando l'ultimo albero sarà abbattuto, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato, sapremo che non si può mangiare il denaro. (Red Crow)

Saggezza popolare: L'uomo mediocre è soddisfatto se pensa come tutti, l'uomo savio è soddisfatto se pensa come pochi. Il vero uomo è soddisfatto se pensa come sé stesso. (Prov. Cinese)

Un aneddoto: Helder Camara, l'arcivescovo di Recite assassinato per la sua scelta di difendere i contadini e i poveri contro la prepotenza dei latifondisti e la pressione economica delle multinazionali, aveva avvertito a soli otto anni la sua vocazione al sacerdozio.  Ecco come ricorda questa tappa cosi significativa della sua vita.

Ho desiderato fin da ragazzo diventare un sacerdote. Un giorno mio padre, che non era religioso, mi disse: «Vedo che ti stai facendo grande e ripeti sempre che vuoi farti sacerdote. Ma lo sai veramente quanto è dura la vita del sacerdote?» E allora quell'uomo, che non aveva studiato, che non era religioso, mi ha dato una spiegazione formidabile, meravigliosa di quello che deve essere un sacerdote. Mi ricordo benissimo quel che mi disse: «Il sacerdote non ha diritto di rinchiudersi in se stesso: è un uomo che non appartiene a se stesso, ma soltanto a Dio e agli uomini. Soprattutto agli uomini, perché Dio non ha poi tanto bisogno di noi. Quello che Dio vuole è che ci occupiamo degli uomini».

Parola di Dio: Is. 43,16-21; Sal.125; Fil.3,8-14; Gv. 8,1-11

 

Vangelo Gv 8, 1-11

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più”. Parola del Signore

 

“MAESTRO, QUESTA DONNA È STATA SORPRESA IN FLAGRANTE ADULTERIO. ORA MOSÈ, NELLA LEGGE, CI HA COMANDATO DI LAPIDARE DONNE COME QUESTA. TU CHE NE DICI?”

Osservanza della legge o amore? Giudizio insindacabile o offerta di una nuova possibilità? Pietre che uccidono o mano che rialza? Non è questione di facili buonismi, neppure di adattare la morale alle attuali esigenze. E' questione di guardare come ci guarda Dio. Dio vede prima il peccatore o prima l'uomo? Dio ci aspetta per punire le nostre colpe o per abbracciarci? Il mondo finisce con il mio peccato o c'è ancora una possibilità per rialzarsi e ripartire con rinnovata umiltà? Insomma Dio è il giudice terribile o il Dio misericordioso? Proviamo a guardare a Gesù e troveremo la risposta. E sia Gesù che il Padre non sono “buoni uomini” da essere presi in giro, non son per “tutto va bene”: sono per ridarci la vera dignità di figli a patto che noi la cerchiamo e non sia solo la ricerca di un facile perdono per poter continuare a fare gli affari nostri.

 

 

LUNEDI' 14 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: S. Innocenzo, Vescovo; Santa Matilde di Sassonia, regina.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SEI IL NOSTRO TUTTO.

 

Hanno detto: Chi nelle preghiere chiede al Signore "Dammi l'umiltà" deve sapere che chiede a Dio qualcuno che lo maltratti. (Doroteo di Gaza)

Saggezza popolare: L'uomo è una barca, la vita è la sua scia e quando scende la notte non rimane traccia. (prov. Cinese)

Un aneddoto: Salvatore Nicosia cita un ‘epigrafe del II secolo dopo Cristo, che egli ha visto in Grecia: «La vita non era in mio possesso, o Straniero!

La ebbi in prestito. La resi al Tempo creditore. Buon Viaggio, viandante» (cfr. Il Segno e la memoria, Sellerio, Palermo 1992).

Parola di Dio: Dn.13,1-9.15-17.19-30 opp. 13,41-62; Sal.22; Gv.8,12-20

 

Vangelo Gv 8, 12-20

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose: «Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera: orbene, sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi da  testimonianza». Gli dissero allora: «Dov'è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Queste parole Gesù le pronunziò nel luogo del tesoro mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora giunta la sua ora.

 

RISPOSE GESÙ: «VOI NON CONOSCETE NÉ ME NÉ IL PADRE; SE CONOSCESTE ME, CONOSCERESTE ANCHE IL PADRE MIO»

Ritorniamo su una riflessione già avviata in questo mese ma di una importanza totale nel cammino della fede cristiana: perché Gesù è venuto su questa terra? Noi, con il catechismo diciamo: per salvarci. Ma la salvezza in che cosa consiste? In qualcosa che Lui, con la sua morte e risurrezione ci fa cadere sul capo? La Salvezza è Gesù stesso. E' Lui, la sua incarnazione, la sua persona, il suo donarsi a noi e la rivelazione che ci fa di Dio. Gesù ci fa vedere chi sia Dio, come opera, come ha tutte le intenzioni di salvarci, come ci sia padre buono... La rivelazione dell'Antico Testamento era stata un primo annuncio di chi fosse Dio, ma il suo volto era ancora troppo legato alla storia, alla mentalità degli uomini. Il dio della salvezza e il Dio degli eserciti spesso si sovrapponevano, le leggi umane spesso passavano per divine. Chi è allora Dio? Gesù è il Figlio che ci fa vedere il Padre suo e nostro. Non è risposta intellettuale non ci dice tutto di Dio, non ce lo spiega, ce lo mostra. Lui e il Padre sono una cosa sola, chi accoglie Lui accoglie il Padre. Tutte le volte che noi vogliamo incasellare Gesù nei nostri schemi religiosi non lo accogliamo, non lo ascoltiamo, facciamo lo stesso errore che hanno fatto i suoi contemporanei: non capiamo nulla di Lui; ci da fastidio; meglio eliminarlo. E lo si fa uccidendolo, escludendolo, falsificandolo, nascondendolo. Solo accogliendo con semplicità e gioia Gesù com'è, nella sua pienezza, possiamo entrare nel cuore del Padre.

 

 

MARTEDI' 15 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Luisa di Marillac; San Zaccaria; San Longino, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA GIOIA E NEL DOLORE, SEMPRE TU SEI CON NOI.

 

Hanno detto: Perdona oggi pensando che domani potresti essere tu ad avere bisogno di farti perdonare. (Wagner)

Saggezza popolare: Chi beve l'acqua di una terra straniera deve seguirne gli usi e i costumi. (detto Mongolo)

Un aneddoto: Raccontava una catechista: “Mia figlia è tornata da scuola molto triste. Nella sua quinta elementare i ragazzi si stavano preparando per festeggiare i nonni: canti, messaggi, doni... Ma, purtroppo, i suoi nonni paterni e materni già da tempo se ne erano andati... Subito accolsi fra le braccia la mia piccola e le dissi: «Vedi, stringendoti a me, posso comunicarti tutto l’amore, il calore che ho ricevuto dai miei genitori.., i tuoi nonni! Quello che loro con tanto affetto e cura mi hanno trasmesso, io te l’ho donato: la vita, una lingua, uno stile, un’educazione una fede”. La figlia colse immediatamente quanto la madre le aveva mostrato e dimostrato, e ne fu felice e contenta.

Parola di Dio: Nm. 21,4-9; Sal. 101; Gv. 8,21-30

 

Vangelo Gv 8, 21-30

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico. Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui. Parola del Signore

 

“COLUI CHE MI HA MANDATO E’ CON ME E NON MI HA LASCIATO SOLO”.

Gesù dice di non essere solo proprio nel momento in cui i malvagi si stanno accanendo contro di Lui e proprio nelle vicinanze della sua passione e morte. Umanamente non sembra così: Gesù ha dei nemici, un suo amico intimo e amato sta per venderlo, altri scapperanno, anche Dio umanamente stenterà a farsi sentire e sulle spalle di Gesù sta per cadere l’abbandono, il giudizio, la cattiveria degli uomini, la croce. Eppure Gesù sa di non essere solo. Lui è una cosa sola con il Padre nella forza e nell’amore dello Spirito.

Davanti al mistero della croce, davanti al grido umano di Gesù: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”, davanti alle calamità e alle nostre sofferenze noi ci chiediamo: “Dov’è Dio?” e spesso non ci rendiamo conto che Dio è proprio lì dove c’è la croce di uno dei suoi figli, è proprio lì mentre umanamente sembra sentirsi la sua lontananza, è proprio lì dove sta abbattendosi un cataclisma o quando subiamo qualche prova terribile. No! Il Padre non è uno che si lava le mani dei propri figli, non è uno che ci gode a vederli soffrire per dare poi loro il premio. Gesù, il Padre, lo Spirito hanno scelto un’altra strada per dirci davvero il loro volerci bene. Essi sono là dove siamo noi con le nostre gioie e con le nostre sofferenza per viverle con noi, per darci la certezza che nulla va perduto, per dirci: “Non sei solo ma sei amato”.

 

 

MERCOLEDI' 16 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Agapito; San Giovanni di Brebeuf.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI O SIGNORE DA OGNI SCHIAVITU'.

 

Hanno detto: Il cuore cattivo fa la lingua cattiva. (S. Agostino)

Saggezza popolare: "Meglio passare una notte con la collera che con il rimorso". (Prov. Tuareg)

Un aneddoto: Un popolano di Fabriano che incontrò san Benedetto Giuseppe Labre (1748-1783), gli confidò d’aver paura di non salvarsi perché esposto a mille pericoli ogni giorno. «Non temere», affermò il santo mendicante: «Devi avere tre cuori. Uno, tutto amoroso verso Dio, parlando, pensando, operando sempre per Lui; il secondo, tutto amoroso per il prossimo aiutandolo, istruendolo, pregando per lui». «E il terzo, Benedetto?». «Il terzo cuore deve essere tutto crudo verso te stesso, resistendo alla volontà e l’amor proprio, castigando la carne con penitenza e digiuni, e lottando sempre contro le proprie passioni. Coraggio!».

Parola di Dio: Dn 3,14-20.46-50.91-92.95; Cantico da Dn. 3,52-56; Gv. 8,31-42

 

Vangelo Gv 8, 31-42

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?». Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!». Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo». Rispose Gesù: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero: «Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. Parola del Signore

 

“LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI”.

Quante lotte per la libertà! Essere libero è il desiderio di ogni uomo che ogni giorno sperimenta le schiavitù del tempo, della salute, dei rapporti umani. E spesso, libertà è falsamente intesa come “fare ciò che voglio”. Gesù ci dice che si ha la libertà solo se si è nella verità. E la verità è solo in Dio.  L’uomo non è libero nella misura in cui non dipende da niente o da nessuno: e libero nella misura in cui dipende da ciò che ama, ed è schiavo nella misura in cui dipende da ciò che non può amare. Il problema della libertà non si pone in termini di indipendenza, ma di amore. La forza del nostro amore determina la nostra capacità di essere liberi.

 

 

GIOVEDI' 17 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Patrizio, vescovo; Santa Geltrude di Nivelles; San Giuseppe di Arimatea.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO DELLA VITA, SALVACI!

 

Hanno detto: Molti sono chiamati all'Eucarestia, ma pochi vi si accostano, perché infinito è il numero degli stolti. (S. Antonio)

Saggezza popolare: "Mettiti in cammino anche se l'ora non ti piace. Quando arriverai l'ora ti sarà comunque gradita". (prov. Tuareg)

Un aneddoto: Dopo 40 anni di vita passati nel deserto, un eremita diceva al Superiore di un grande monastero: “Il sole non mi ha mai visto mangiare” (probabilmente, secondo Luigi Bosio, mangiava di notte). Ma l’abate rispose: “Per mio conto il sole non mi ha mai visto in collera”. Ed è penitenza meravigliosa non incollerirsi mai né di giorno né di notte. Che il Signore ci aiuti a dominare l’ira che tuttora, salvo errori, è ancora un vizio capitale.

Parola di Dio: Gn. 17,3-9; Sal. 104; Gv. 8,51-59

 

Vangelo Gv 8, 51-59

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, disse Gesù ai Giudei: « In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte». Gli dissero i Giudei: «Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte". Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "E' nostro Dio!", e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò». Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio. Parola del Signore

 

“IN VERITÀ VI DICO: SE UNO OSSERVA LA MIA PAROLA, NON VEDRÀ MAI LA MORTE”.

Lungo il corso della mia vita quanta gente ho visto morire, sono morte quasi tutte le persone più care che avevo, ho fatto centinaia di sepolture di uomini e donne buoni e cattivi Ho seguito centinaia di malati che speravano di guarire e sono morti.  Muoiono grandi peccatori e grandi santi. E’ morto Hitler, è morta Madre Teresa, sappiamo con realtà che moriremo anche noi. Allora, come la mettiamo la promessa che Gesù oggi ci fa?

Anche Gesù, il Figlio di Dio, nella sua umanità muore, e sappiamo anche in quale terribile modo, ma Gesù non perde Dio: “Nelle tue mani affido il mio spirito”. Gesù, allora, non viene ad esimerci dalla morte fisica, ma viene a redimere la morte. Chi rimane in Lui, rimane nel Dio della vita. La morte non è più la parola definitiva della vita. Ogni nostra azione ha sapore di eternità, non finisce in se stessa. Se siamo uniti a Cristo e in Lui a Dio, seguiremo Lui nella sua sorte: uomini liberi, salvati, gioiosi, in cammino verso la croce ma anche verso la risurrezione. Vale la pena vivere da schiavi per terminare con la morte o vivere da figli per terminare in Dio?

 

 

VENERDI' 18 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dottore; San Narciso; Sant’Edoardo martire.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI SIGNORE A NON PERDERCI D'ANIMO NEL FARE IL BENE.

 

Hanno detto: Volete nuocere a qualcuno? Non ditene male, ditene troppo bene. (Andrè Siegfried)

Saggezza popolare: Per quanto grande sia il baobab ha sempre un piccolo seme come genitore. (Prov. del Madagascar)

Un aneddoto: Su di un vecchio numero del Reader’s Digest si citava un famoso professore di botanica nell’Università del Massachusetts il quale passò cinque anni a strappare quanti erbaggi nocivi erano spuntati e rispuntati nello spazio di tre metri quadrati di terra: giunse a contarne 37.639. E noi come potremmo, da soli, strappar tanta gramigna nella sterminata estensione della nostra vita spirituale? Eppure basta farne un pezzetto ogni giorno.

Parola di Dio: Ger 20,10-13; Sal. 17; Gv. 10,31-42

 

Vangelo Gv 10, 31-42

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidare Gesù. Egli disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei? Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre». Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui. Parola del Signore

 

“I GIUDEI PORTARONO PIETRE PER LAPIDARE GESU’”.

Gesù è passato in mezzo agli uomini “facendo bene ogni cosa”, guarendo dalle malattie, portando il perdono, annunciando un Regno di pace e di giustizia, promuovendo l’uomo, soprattutto il povero, ma ha scomodato i potenti, ha fatto fremere gli uomini dell’ordine costituito e della religione ufficiale e allora accumulare pietre contro di Lui, per tirargliele è il modo più semplice per risolvere la questione.  Il Messia non è secondo le nostre aspettative? Questo Dio ci scomoda un po’ troppo, scalza il nostro potere religioso ben congegnato, messo su in tanti anni?   Facciamolo fuori!

E le pietre possono essere di tante dimensioni, non solo quelle che uccidono fisicamente, ma anche le parole, l’ironia, il distruggere la reputazione dell’altro, l’isolare, lo svilire ogni suo operato… Quante volte anche noi abbiamo fatto questa esperienza e abbiamo gridato: “Ho cercato di fare il bene, mi sono fatto in quattro per quella persona, ho difeso quell’altro ma tutto si è rivolto contro di me…” E qualche volta l’amarezza ci ha fatto concludere: “Ma allora è meglio farsi gli affari propri!”

Gesù non fa così. Sa benissimo che la Verità non piace a chi ha tante cose da nascondere, che la Giustizia non va d’accordo con chi agisce con una giustizia che si è costruito da solo, che il bello è facilmente deturpabile da parte di chi ha il marcio nel cuore. Eppure il Bello, il Giusto, il Vero sono Dio stesso a cui essere fedele e sono l’essenza della vita dei suoi fratelli, gli uomini e nonostante le pietre accumulate contro di Lui, continua a voler bene.

 

 

SABATO 19 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe; San Quinto.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', GIUSEPPE E MARIA, SIATE LA SALVEZZA DELL'ANIMA MIA.

 

Hanno detto: L'uomo legato nella perversità del peccato è come colui che ha legate le mani e i piedi e non si può muovere. (S. Caterina da Siena)

Saggezza popolare: L'uccello vola vola, ma torna sempre a terra.

Un aneddoto: Grandi sforzi e penose lotte attendono coloro che si convertono, ma dopo, una gioia inesprimibile. Chi vuole accendere un fuoco, lì per lì è disturbato dal fumo che lo fa lacrimare. Ma alla fine ottiene ciò che desiderava. (Amma Sincletica, Apoftegmi)

Parola di Dio: 2 Sam. 7,4-5.12-14; Sal. 88; Rom. 4,13.16-18.33; Mt. 1,16.18-21.24

 

Vangelo Mt 1, 16.18-21.24

Dal Vangelo secondo Matteo

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici. Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo. Parola del Signore

 

DESTATOSI DAL SONNO, GIUSEPPE FECE COME GLI AVEVA ORDINATO L'ANGELO.

Strana vocazione quella di Giuseppe. Da una parte è il tramite per assicurare che Gesù è legato a tutta la storia precedente, d'altra parte è chiamato ad un atto di Fede sia in Dio che in Maria, in seguito dovrà diventare il “custode” di Gesù l'ombra del Padre per un figlio che è Figlio di Dio. Proteggerà Maria e Gesù, dovrà andare esule, lavorerà nel nascondimento, sparirà totalmente dai Vangeli nei quali non dice neanche una parla in proprio. Mi è facile oggi pensare alla storia di milioni di uomini e donne che sono passati o che sono sulla terra. Non sono diventati ne diventeranno famosi; pochi hanno marciato su di loro sfruttandoli, sono vissuti in un quotidiano duro e difficile e poi sono spariti. Penso a mio padre, a mio nonno... chi si ricorda ancora di loro? Eppure sono stati in guerra per il potere di qualcuno, hanno difeso la libertà, hanno duramente lavorato per portare a casa ogni giorno un pezzo di pane per la propria famiglia, hanno fatto di tutto perché i loro figli potessero realizzarsi... Quante di queste persone! E noi siamo frutto di questo persone, nel nostro DNA. non solo fisico ci sono loro... Grazie Signore per tutte quelle persone che nel segreto, hanno seminato il bene. Se oggi il mondo va ancora avanti non è di certo per i potenti che lo hanno sfruttato e sulle sue macerie hanno edificato i loro monumenti, ma grazie a tutti coloro che nel nascondimento hanno costruito il bene.

 

 

DOMENICA 20 MARZO: DOMENICA DELLE PALME ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Santa Claudia; Santa Alessandra; San Serapione di Thmuis.

Una scheggia di preghiera:

 

OSANNA AL FIGLIO DI DAVID, OSANNA AL REDENTOR.

 

Hanno detto: Dio stima di più in te l'inclinazione all'aridità e alla sofferenza per amore suo, che tutte le meditazioni, le visioni e le consolazioni spirituali che tu possa avere. (S. Giovanni della Croce)

Saggezza popolare: "Erbe velenose crescono anche fra le erbe medicinali". (prov. Tibetano)

Un aneddoto: Ci fu già un pescatore cui piacevano molto le fragole; andato al fiume, mise sull'amo un bel fragolone, dicendo: Piace a me, piacerà anche ai pesci!

Parola di Dio: Is. 50,4-7; Sal.21; Fil. 2,6-11; Lc. 22,14-32,56

 

Vangelo Lc 22, 14 - 23, 56

Dal vangelo secondo Luca.

Quando fu l'ora, Gesù prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”. E preso un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio”. Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi”. “Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell'uomo dal quale è tradito!”. Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò. Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. Egli disse: “I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele. Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli”. E Pietro gli disse: “Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte”. Gli rispose: “Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi”. Poi disse: “Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?”. Risposero: “Nulla”. Ed egli soggiunse: “Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra i malfattori. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termine”. Ed essi dissero: “Signore, ecco qui due spade”. Ma egli rispose “Basta!”. Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: “Pregate, per non entrare in tentazione”. Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: “Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione”. Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: “Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?”. Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: “Signore, dobbiamo colpire con la spada?”. E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: “Lasciate, basta così!”. E toccandogli l'orecchio, lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che gli erano venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: “Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre”. Dopo averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro. Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: “Anche questi era con lui”. Ma egli negò dicendo: “Donna, non lo conosco!”. Poco dopo un altro lo vide e disse: “Anche tu sei di loro!”. Ma Pietro rispose: “No, non lo sono!”. Passata circa un'ora, un altro insisteva: “In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo”. Ma Pietro disse: “O uomo, non so quello che dici”. E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: “Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte”. E, uscito, pianse amaramente. Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, lo bendavano e gli dicevano: “Indovina: chi ti ha colpito?”. E molti altri insulti dicevano contro di lui. Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: “Se tu sei il Cristo, diccelo”. Gesù rispose: “Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma da questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio”. Allora tutti esclamarono: “Tu dunque sei il Figlio di Dio?”. Ed egli disse loro: “Lo dite voi stessi: io lo sono”. Risposero: “Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca”. Tutta l'assemblea si alzò, lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo: “Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re”. Pilato lo interrogò: “Sei tu il re dei Giudei?”. Ed egli rispose: “Tu lo dici”. Pilato disse ai sommi sacerdoti e alla folla: “Non trovo nessuna colpa in quest'uomo”. Ma essi insistevano: “Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea fino a qui”. Udito ciò, Pilato domandò se era Galileo e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode che in quei giorni si trovava anch'egli a Gerusalemme. Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. C'erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza. Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti c'era stata inimicizia tra loro. Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: “Mi avete portato quest'uomo come sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; e neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò”. Ma essi si misero a gridare tutti insieme: “A morte costui! Dacci libero Barabba!”. Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma essi urlavano: “Crocifiggilo, crocifiggilo!”. Ed egli, per la terza volta, disse loro: “Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò”. Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà. Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”. Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati. Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: “Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto”. Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”. C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei. Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!”. Ma l'altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”. E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”. Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: “Veramente quest'uomo era giusto”. Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti. C'era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della parascève e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento. Parola del Signore

 

“GESÙ PREGAVA: PADRE, SE VUOI ALLONTANA DA ME QUESTO CALICE. TUTTAVIA NON SIA FATTA LA MIA, MA LA TUA VOLONTÀ”

E’ una preghiera che costa sangue a Gesù: “In preda all’angoscia pregava più intensamente e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra Noi, spesso crediamo che la preghiera sia un angolo beato, e se è vero che da essa possiamo trovare conforto, è anche vero che se è preghiera vera deve anche risentire della tragicità dei momenti difficili di vita. “Signore Gesù, pur sudando sangue, forse non capendo fino in fondo, provando la paura, hai avuto la forza di fidarti di Dio e di abbandonarti a quel Padre che per amore ti chiedeva la vita. Noi ci fermiamo spesso alla prima parte della tua preghiera e chiediamo che siano allontanate le prove. Aiutaci a fidarci al buio sapendo che tutto, anche quello che non capiamo, quello che ci fa gridare, nelle tue mani è un bene per noi e per gli altri”.

 

 

LUNEDI' 21 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Nicola di Flue; San Goffredo.

Una scheggia di preghiera:

 

GRATUITAMENTE MI HAI AMATO, SIGNORE GESU'.

 

Hanno detto: Fate il possibile per allontanare il pensiero dalla vostra miseria, fissandolo sulla misericordia di Dio. (S. Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: Quando c'è una meta, anche il deserto diventa strada.

Un aneddoto: Fu chiesto al padre Ammone: «Qual è la via stretta e piena di tribolazioni?». Rispose: «È questa: fare violenza ai propri pensieri e recidere le proprie volontà per amore di Dio. Questo è anche il significato delle parole: Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».

Parola di Dio: Is. 42,1-7; Sal. 26; Gv. 12,1-11

 

Vangelo Gv 12, 1-11

Dal vangelo secondo Giovanni.

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. Parola del Signore

 

“MARIA, PRESA UNA LIBBRA DI OLIO PROFUMATO, COSPARSE I PIEDI DI GESU’ E LI ASCIUGO’ CON I SUOI CAPELLI”.

Dopo il clamore gioioso degli ‘Osanna’ che abbiamo sentito ieri, prima degli ‘a morte!’ che sentiremo venerdì, ecco questo momento di pacata gioia familiare. Sembra quasi che Gesù si sia allontanato volentieri dal chiasso della grande città che osannava a Lui ma che stava preparando la sua morte per trovare calore in una famiglia di amici. Lì c’è la gioia di Marta e Maria che ospitano Colui che ha ridato loro vivo il fratello Lazzaro. Direi che è una casa piena di profumi. C’è il profumo dell’accoglienza gioiosa, c’è il profumo di buoni piatti che Marta, la signora della casa sa preparare, c’è il profumo di questo unguento che Maria versa sui piedi di Gesù. C’è ammirazione, riconoscenza, trepida attesa, c’è gratuità di Gesù, di Marta, di Maria, di Lazzaro, c’è il profumo della fede… unica nota stonata, unico profumo non gradito è l’accenno al denaro, al calcolo, all’ipocrisia ma questo non dipendeva dalla casa ma da chi ci era entrato con fini non amorevoli. Gesù, vorrei che per Te, anche il mio cuore fosse sempre Betania. Non ti ho ancora capito fino in fondo, non sono ancora capace di accoglierti come si dovrebbe, ma ti voglio bene. Sono ancora preso dai miei peccati che ti mettono in croce, ma voglio stare ai tuoi piedi come Maria. Non so darti molto e neppure esprimere con le parole quello che intuisco esserci nel cuore, ma il tuo grande amore e il mio povero amore riempiono ancora di profumo la mia casa. E soprattutto non permettere che il danaro e l'attaccamento alle cose trasformi il profumo in puzza. Aiutami a capire il gratuito del tuo amore, perché mi ami senza alcun mio merito, e tutto quello che ho è dono. E insegnami la gioia del donare gratuitamente e ad imparare che è estremamente bello poter rendere contenta una persona senza pretendere niente.

 

 

MARTEDI' 22 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ottaviano, martire; Santa Renilde.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TRADITO E ABBANDONATO, ABBI PIETA' DI NOI.

 

Hanno detto: Restringiti e umiliati, o uomo, per non scoppiare a causa del tuo gonfiarti. (S. Agostino)

Saggezza popolare: Solo lo stolto percorre correndo il cammino della vita senza soffermarsi ad osservare le bellezze del creato.

Un aneddoto: I fratelli chiesero al padre Agatone: «Padre, nella vita spirituale quale virtù richiede maggiore fatica?». Dice loro: «Perdonatemi, ma penso non vi sia fatica così grande come pregare Dio. Infatti, quando l’uomo vuole pregare, i nemici cercano di impedirlo, ben sapendo che da nulla sono così ostacolati come dalla preghiera. Qualsiasi opera l’uomo intraprenda, se persevera in essa, possederà la quiete. La preghiera invece richiede lotta fino all’ultimo respiro» .

Parola di Dio: Is. 49,1-6; Sal. 70; Gv. 13,21-33.36-38

 

Vangelo Gv 13, 21-33. 36-38

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Dì, chi è colui a cui si riferisce?». Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose allora Gesù: «E' colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto». Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte. Quando egli fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho gia detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte». Parola del Signore

 

GESÙ DISSE: “ORA IL FIGLIO DELL'UOMO È STATO GLORIFICATO, E ANCHE DIO È STATO GLORIFICATO IN LUI.”

Di che gloria sta parlando Gesù. Di solito ha gloria chi ha compiuto una impresa mirabile, chi ha una dignità riconosciuta da tutti, chi è degno di ricevere apprezzamento e lode. Qui Gesù dice che Lui è glorificato proprio nel momento in cui uno dei suoi sta per tradirlo e lui sembra non far nulla per impedirlo, nel momento in cui gli altri discepoli si disperderanno, in cui Lui sarà accusato di essere un bestemmiatore, in cui la gente comincerà a gridare: “A morte!”, nel momento della sconfitta più totale. Eppure questo è il vero momento della gloria di Gesù, non perché gli piaccia di soffrire, ma perché è coerente fino in fondo, fedele agli uomini, fedele al Padre, perché è beato per essere lui il povero, l'angariato, colui che ha fame e sete di giustizia, l'operatore di pace... Gesù, spesso aspetto che la gente mi batta le mani, che il mio voler bene sia riconosciuto e apprezzato, che le mie opere di bontà vengano esaltate e non ho ancora capito che se tu sei lo sconfitto debbo essere sconfitto anch'io, che se il tuo amore non è stato capito che pretese ho perché sia capito il mio? Signore penso di essere nel giusto se anch'io non cerco la sofferenza e la sconfitta, ma insegnami a capire che il tuo regno viene non perché lo faccio venire io ma lo fa venire la tua croce che porta sì alla risurrezione ma che, quando ci sei sopra, è brutta e dolorosa.

 

 

MERCOLEDI' 23 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Turibio di Mogrovejo; Santa Lea, vedova; Sant’Ottone.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', PERDONAMI DI TUTTI I MIEI TRADIMENTI.

 

Hanno detto: Gli "altri", la morte li blocca e li atterrisce. A noi, la morte - la Vita - dà coraggio e impulso. Per loro è la fine; per noi il principio. (Josemaria Escrivà)

Saggezza popolare: Non tutti i piedi stanno bene in una scarpa.

Un aneddoto: Si diceva che alcuni si recarono dal padre Agatone, poiché avevano sentito parlare del suo grande dono di discernimento. Per metterlo alla prova e vedere se si adirava, gli dicono: «Tu sei Agatone? Abbiamo sentito dire che sei fornicatore e superbo». Risponde: «Sì, è vero». «Tu sei Agatone, chiacchierone e pettegolo?». «Lo sono». Dicono di nuovo: «Tu sei Agatone, l’eretico?». «Non sono eretico», risponde. Lo pregarono: «Spiegaci perché, quando ti abbiamo accusato di cose tanto gravi, tu le hai accettate, e questa sola non l’hai sopportata». Disse loro: «Delle prime io stesso mi accuso, ed è utile all’anima mia, ma l’eresia è separazione da Dio e io non voglio essere separato da Dio».

Parola di Dio: Is. 50; Sal. 68; Mt. 26,14-25

 

Vangelo Mt 26, 14-25

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà». Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto». Parola del Signore

 

«IN VERITÀ IO VI DICO, UNO DI VOI MI TRADIRÀ»

Il mistero del tradimento! E' molto facile vedere i traditori di una amicizia, di un accordo, è facile puntare il dito, condannare. Ma cosa ne sai tu dei motivi di un tradimento? Anche su Giuda:ha tradito perché predestinato a questo? Ha tradito per denaro? Ha tradito perché voleva spronare Gesù a compiere miracoli per salvarsi e ad affidarsi alla potenza per fondare il suo regno? Certo rimane il fatto che il suo tradimento è la base di quella che sarà la morte di Gesù. Anche i nostri tradimenti nella fede, all'amicizia, alla speranza, ai fratelli, ad un amore vilipeso ed usato male sono tradimenti, sono male, generano male in noi e attorno a noi ma l'importante è accorgersene e non fermarsi a dire: “Ho sbagliato, non c'è più nulla da fare” e poi andarsi ad impiccare disperati, ma cercare di recuperare il recuperabile (che a volte è poco) ma sopratutto a recuperare il perdono di chi tradito è disposto a rinnovare la sua amicizia con noi.

 

 

GIOVEDI' 24 MARZO: GIOVEDI' SANTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina di Svezia; San Severo.

Una scheggia di preghiera:

 

FARE COMUNIONE CON TE, GESU', E' SERVIRE CON TE.

 

Hanno detto: C'è chi nasconde la propria bassezza con il denaro e chi invece nasconde la propria virtù con la povertà. (Teognide)

Saggezza popolare: Attento a chi ha il cervello sopra il cappello.

Un aneddoto: Audio Gellio ha questo significativo racconto:

C'è una piccola allodola che si chiama Cassita. Abita e nidifica nei campi seminati affinché il grano sfami i pulcini che stanno appena appena crescendo. Questa cassita li aveva per caso radunati nei campi più maturi, così, mentre le messi biondeggiavano, i pulcini erano senza ali. Mentre lei stessa andava a cercare cibo per i pulcini, li avvertì che, se qualcosa di nuovo veniva fatto o detto, stessero a sentire e lo riferissero a lei, quando sarebbe ritornata. Successivamente il padrone di quelle terre chiamò il giovane figlio e gli dissi:" Vedi che queste cose sono mature e richiedono già la manodopera? Perciò domani, non appena sorge il sole, vedi di andare dagli amici e pregali di venire e di tagliare con noi le messi". Dopo che disse queste cose, se ne andò. E quando cassita ritornò, i pulcini spaventati e tremanti la assalirono e pregarono la madre di affrettarsi subito e di trasportarli in un altro posto: "Infatti il padrone dicono ha chiamato gli amici affinché vengano all'alba e mietano". La madre comandò loro di stare con l'animo tranquillo:" se infatti il padrone disse ha affidato la mietitura agli amici, domani il campo non sarà mietuto e per oggi non è necessario che vi porti via". Quindi il giorno dopo la madre vola in cerca di cibo. Il padrone aspetta quelli che aveva chiamato. Il sole brucia; e non è fatto niente; il giorno se ne va, e nessun amico va. Allora egli (dice) di nuovo al figlio:" Questi amici sono pigri. Perché piuttosto non andiamo dai parenti e dai nostri vicini e chiediamo loro di esser presenti domani a tempo debito per mietere?" Allo stesso modo i pulcini, spaventati, dicono questo alla madre. La madre li esorta ad essere ancora senza preoccupazione e senza paura, dice che nessuno parente e nessun vicino è tanto ossequioso da non astenersi dal prendere una fatica e da obbedire subito al comando. "Voi disse avvertitemi soltanto se qualcos'altro viene detto". Sorta un'altra alba, l'uccello partì verso il pasto. Parenti e i vicini si astennero dal lavoro che furono chiamati a fare. Quindi alla fine il padrone dice al figlio:"Gli amici valgono come i vicini. Alla prima luce porta 2 falci, un per te stesso l'altra per me e noi stessi mieteremo il frumento con le nostre mani". Quando la madre sentì dai pulcini che il padrone aveva detto ciò disse:"E' il tempo di ritirarsi e di andare via, senza dubbio ha detto ora ciò che accadrà. In lui stesso c'è infatti la volontà, non in qualcun'altro, che è richiesta". E così cassita portò via il nido, il campo fu mietuto dal padrone

Parola di Dio: Es.12,8.11-14; Sal. 115; 1Cor. 11,23-26; Gv. 13,1-15

 

Vangelo Gv 13, 1-15

Dal vangelo secondo Giovanni

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando gia il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse:“Signore, tu lavi i piedi a me?”. Rispose Gesù: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo”. Gli disse Simon Pietro: “Non mi laverai mai i piedi!”. Gli rispose Gesù: “Se non ti laverò, non avrai parte con me”. Gli disse Simon Pietro: “Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!”. Soggiunse Gesù: “Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti”. Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: “Non tutti siete mondi”. Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: “Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. Parola del Signore

 

POI VERSÒ DELL'ACQUA NEL CATINO E COMINCIÒ A LAVARE I PIEDI DEI DISCEPOLI E AD ASCIUGARLI CON L'ASCIUGATOIO DI CUI SI ERA CINTO.

Oggi, durante la liturgia il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti rifanno il gesto di Gesù: lavano i piedi a 12 persone che possono essere i poveri, i barboni o i maggiorenti della parrocchia. D'altra parte Gesù non è andato a cercare chissà chi per lavare i piedi: ha lavato i piedi sporchi dei suoi apostoli, ma in questo gesto che era il gesto dello schiavo che lavava i piedi al padrone che tornava a casa c'è tutto il senso dell'incarnazione: Gesù, il figlio di Dio, si consegna a noi, è nostro schiavo per sempre infatti sarà punito con la croce, il supplizio dedicato agli schiavi. Ha i piedi sporchi anche Lui perché ha camminato nella nostra polvere e il suo non è un gesto glorioso, ma un gesto di servizio:Dio si mette a servizio dell'uomo, Dio purifica con se stesso l'uomo sporcato da un cammino di vita difficile, doloroso, piene di cose che spesso insozzano. E Gesù indica la strada: non è questione di fare gesti dimostrativi e questione che se noi siamo consapevoli di avere i nostri piedi sporchi dobbiamo inginocchiarci ugualmente davanti ai piedi dei fratelli e forse anche proprio perché consapevoli di questo gioire nel poter donare un po' di serenità a loro.

 

 

VENERDI' 25 MARZO: VENERDI' SANTO

Tra i santi ricordati oggi:  Sant’Isacco.

Una scheggia di preghiera:

 

NEL TUO CUORE TRAFITTO NASCONDIMI.

 

Hanno detto: È meglio vincersi nella lingua che digiunare a pane ed acqua. (S. Giovanni Crisostomo)

Saggezza popolare: Nessuna malizia è così ben studiata che non si possa intravedere almeno una volta.

Un aneddoto: Dio non ama i burattini, ma avere di fronte a sé un cuore che si decide per Lui. Tutto sta qui, nel decidersi. Smettere di piagnucolare sui nostri guai e capire che il vero grande dolore è che l'Amore non sia amato. Come diceva S. Francesco. (Maddalena di Spello)

Parola di Dio: Is.52,13-53,12; Sal.30; Eb.4,14-16;5,7-9; Gv. 18,1-19,42

 

Vangelo Gv 18, 1 -19, 42

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli. Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi. Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: “Chi cercate?”. Gli risposero: “Gesù, il Nazareno”. Disse loro Gesù: “Sono io!”. Vi era là con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse “Sono io”, indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: “Chi cercate?”. Risposero: “Gesù, il Nazareno”. Gesù replicò: “Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano”. Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: “Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato”. Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: “Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?”. Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno. Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: “E' meglio che un uomo solo muoia per il popolo”. Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote; Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: “Forse anche tu sei dei discepoli di quest'uomo?”. Egli rispose: “Non lo sono”. Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: “Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto”. Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: “Così rispondi al sommo sacerdote?”. Gli rispose Gesù: “Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?”. Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote. Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: “Non sei anche tu dei suoi discepoli?”. Egli lo negò e disse: “Non lo sono”. Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: “Non ti ho forse visto con lui nel giardino?”. Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: “Che accusa portate contro quest'uomo?”. Gli risposero: “Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato”. Allora Pilato disse loro: “Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!”. Gli risposero i Giudei: “A noi non è consentito mettere a morte nessuno”. Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: “Tu sei il re dei Giudei?”. Gesù rispose: “Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?”. Pilato rispose: “Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?”. Rispose Gesù: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù”. Allora Pilato gli disse: “Dunque tu sei re?”. Rispose Gesù: “Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. Gli dice Pilato: “Che cos'è la verità?”. E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: “Io non trovo in lui nessuna colpa. Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?”. Allora essi gridarono di nuovo: “Non costui, ma Barabba!”. Barabba era un brigante. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: “Salve, re dei Giudei!”. E gli davano schiaffi. Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: “Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa”. Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: “Ecco l'uomo!”. Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: “Crocifiggilo, crocifiggilo!”. Disse loro Pilato: “Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa”. Gli risposero i Giudei: “Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio”. All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: “Di dove sei?”. Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: “Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?”. Rispose Gesù: “Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande”. Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: “Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare”. Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: “Ecco il vostro re!”. Ma quelli gridarono: “Via, via, crocifiggilo!”. Disse loro Pilato: “Metterò in croce il vostro re?”. Risposero i sommi sacerdoti: “Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare”. Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo. Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”. Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: “Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei”. Rispose Pilato: “Ciò che ho scritto, ho scritto”. I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si sono divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero proprio così. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: “Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, spirò. Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era gia morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne da  testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto. Dopo questi fatti, Giuseppe d'Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino. Parola del Signore

 

“LO  CROCIFISSERO”.

Trattare l'immagine del Crocifisso come un gingillo di lusso rasenta quasi l'empietà! Ma tu guardalo con fede, fissalo devotamente e lasciati prendere da questo grande sconfitto divenuto, proprio lì sulla croce, un invincibile conquistatore. Quelle mani non hanno sparso che benefici, ed ora sono squarciate da chiodi. Quei piedi si stancarono nell'andare diffondendo il Vangelo del Regno e in cerca di ciò che era perduto, ed ora son confitti nell'immobilità più atroce. Quella fronte maestosa e divinamente bella è deturpata da sputi, dal sudore, da grumi di sangue. Inchiodato sulla croce, il supplizio degli schiavi e degli assassini, il suo corpo è scosso da brividi angosciosi e da spasimi inimmaginabili. Egli non è più un uomo, ma un cencio di uomo. E contro di Lui che agonizza sale l'insulto unanime e disumano della folla. Guardalo con fede questo agonizzante! E' il Figlio di Dio, ed ora sembra che Dio lo abbia abbandonato. Il Benedetto del Padre si è fatto per te maledizione. Quale è stata la sua colpa? Quella di averci amato, di essersi caricato di tutti i nostri peccati e di aver offerto la vita per salvarci. E' stato crocifisso per te, per me. Agonizza e muore per te,per me. Quelle spine, quei chiodi, quelle ferite son l'opera delle nostre mani. E quelle labbra, bruciate dalla sete, non invocano su di noi il castigo, ma il perdono. Ridottosi alla povertà più nuda, ci ricolma di ricchezze divine. Morto, ci garantisce la risurrezione. Possiamo confortarne l'agonia, solo se ci lasciamo salvare e lo aiutiamo a salvare gli altri.

 

 

SABATO 26 MARZO: SABATO SANTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Emanuele, martire; San Ponzio; San Giovino.

Una scheggia di preghiera:

 

MADRE DEL CROCIFISSO RISORTO, PREGA PER NOI.

 

Hanno detto: Avete mai osservato che i più disubbidienti sono i più rigorosi nel farsi ubbidire? (N. Maria Granelli)

Saggezza popolare: Povero diavolo chi ha paura dell'orco.

Un aneddoto: Un certo barbiere di Firenze, vedendo un povero pellegrino, che passava per via, così lo invitò: Vieni! Che barba lunga! Quegli rispose: Che vuoi? Non ho quattrini per questo. Soggiunse il barbiere: Vieni qua, ti raderò lo stesso, per amor di Dio! Il pellegrino si mise sotto. Ma l’acqua era ghiaccia, il sapone scarso, il rasoio sfilato, la mano distratta. Il povero pellegrino fu conciato, come se dovesse servire di riscontro a S. Bartolomeo. Piangeva e gemeva, quando il cane del barbiere sulla strada si mise ad uggiolare. Fallo chetare!  disse il barbiere al garzone. Quegli andò, ma il cane guaiva peggio di prima. Ma che diamine ha ‘sta mattina? esclamò il barbiere in collera. Intervenne il pellegrino, sospirando: Ah! ... Forse fanno al tuo cane ... la barba, per amore di Dio! (D. Guerrazzi)

 

Una riflessione del cardinal Martini: MADONNA DEL SABATO SANTO

Il senso del tuo soffrire, o Maria, è dunque la generazione di un popolo di credenti. Tu nel Sabato Santo ci stai davanti come madre amorosa che genera i suoi figli a partire dalla croce, intuendo che né il tuo sacrificio né quello del Figlio sono vani. Se lui ci ha amato e ha dato se stesso per noi, se il Padre non lo ha risparmiato, ma lo ha consegnato per tutti noi, tu hai unito il tuo cuore materno all'infinita carità di Dio con la certezza della sua fecondità. Ne è nato un popolo, "una moltitudine immensa... di ogni nazione, razza, popolo e lingua"; il discepolo prediletto che ti è stato affidato ai piedi della croce ("Donna, ecco il tuo figlio": Gv 19,26) è il simbolo di questa moltitudine. La consolazione con la quale Dio ti ha sostenuto nel Sabato santo, nell'assenza di Gesù e nella dispersione dei suoi discepoli, è una forza interiore di cui non è necessario essere coscienti, ma la cui presenza ed efficacia si misura dai frutti, dalla fecondità spirituale. E noi, qui e ora, o Maria, siamo i figli della tua sofferenza.

 

 

DOMENICA 27 MARZO: PASQUA DI RISURREZIONE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Augusto; San Gelasio.

Una scheggia di preghiera:

 

VINTA E' ORMAI LA MORTE, ALLELUIA!

 

Hanno detto: Chi cerca altro che Cristo non sa quel che cerca. Chi vuole altro che Cristo non sa quello che vuole! (San Filippo Neri)

Saggezza popolare: E' un gran disordine nella stalla se la gallina canta da gallo.

Un aneddoto: S. Paissio. il grande, — così si racconta nella Vita dei Padri del deserto — pregava per il suo discepolo, che aveva rinnegato Cristo. Il Signore lo volle mettere alla prova: gli apparve più volte, quasi sgridandolo: — Perché preghi per questo traditore? Non sai che mi ha rinnegato?

Il santo tuttavia non cessava d’aver compassione del discepolo infedele e pregava ancor più intensamente per lui, finché il Signore gli disse: Paissio, tu hai compreso veramente il mio Vangelo: tu sei diventato come me: compassione senza confini!

Parola di Dio: At. 10,34.37-43; Sal. 117; Col 3,1-4; opp. 1Cor 5,6-8; Gv. 20,1-9

 

Vangelo Gv 20, 1-9

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!”. Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. Parola del Signore

 

VIDE CHE LA PIETRA ERA STATA RIBALTATA DAL SEPOLCRO

Non so se lo avete notato ma nei Vangeli non viene raccontata per filo e per segno la risurrezione di Gesù ma solo le sue conseguenze e le apparizioni del risorto. Qualcuno può stupirsi ma non sarebbero veritieri gli evangelisti a narrare una cosa che non hanno visto direttamente con i proprio occhi, e poi, conta il grande miracolo o le conseguenze di esso? Provate ad esamina anche solo il breve vangelo di oggi. C'è una pietra ribaltata: la morte non è più il sigillo definitivo della vita. Ci sono le corse di Maria di Magdala e degli apostoli: la vita e la sua buona notizia di eternità non può essere fermata, deve correre per tutto il mondo. Si può correre in modo diverso come Pietro e Giovanni ma l'importante e constatare che la tomba è vuota ed aver fede. Per noi cosa conta oggi della risurrezione di Gesù?

 

 

LUNEDI' 28 MARZO: LUNEDI' DELL'ANGELO

Tra i santi ricordati oggi: San Gontrano; San Venturino

Una scheggia di preghiera:

 

MIO SIGNORE E MIO DIO, TI ADORO.

 

Hanno detto: Più si fa il buio intorno a noi e più dobbiamo aprire il cuore alla luce che viene dall'alto. (S. Edith Stein)

Saggezza popolare: Il mugnaio ti infarina, il fabbro ti carica di fuliggine, il santo ti fa santo, ma coi mascalzoni non andar troppo avanti.

Un aneddoto: Or vi conterò una maraviglia che avvenne a Baudac e a Mosul. Negli anni intorno al 1225 c'era un califfo in Baudac che molto odiava li cristiani. Egli pensò d’ucciderli tutti, così. Mise loro davanti questo punto del Vangelo: «Chi ha tanta fede quanto un granello di senape, può spostare le montagne». Dunque, — disse il califfo, — tra voi tutti deve esserci questa fede grande; perciò fate rimuovere quella montagna od io vi ucciderò tutti. E di questo fare diede loro termine dieci giorni. Tutti i cristiani ebbero grandissima paura e non sapevano che fare. Si radunarono tutti, piccoli e grandi, e pregavano assai Iddio che li guardasse da sì crudele morte. La nona notte apparve l’angiolo al vescovo e gli disse che andasse la mattina dal tal calzolaio e lo invitasse a pregare per tutti. Egli disse che non era uomo sufficiente nella fede, per spostare la montagna; ma tanto fu pregato, che si mise in orazione. Il decimo giorno tutti i cristiani n’andarono alla chiesa e fecero cantare la messa, pregando Dio che li aiutasse; poi, portando la croce, s’avvicinarono alla montagna: erano bene centomila! E il califfo  venne con molti saracini armati per uccidere tutti i cristiani, credendo che la montagna non si spostasse. Ma, toh! La montagna incominciò a spaccarsi e a spostarsi. Gli saracini si meravigliarono molto e il califfo si convertì con molti di loro. (Marco Polo)

Parola di Dio: At. 2,14.22-33; Sal. 15; Mt. 28,8-15

 

Vangelo Mt 28, 8-15

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: “Salute a voi”. Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno”. Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: “Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia”. Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi. Parola del Signore

 

ABBANDONATO IN FRETTA IL SEPOLCRO, CON TIMORE E GIOIA GRANDE, LE DONNE CORSERO A DARE L'ANNUNZIO AI SUOI DISCEPOLI.

Sorridendo qualcuno dice che le prime apparizioni di Gesù sono alle donne perché esse con le loro chiacchiere ne parlarono subito e lo dissero a tutti. Io credo una altra cosa: le donne di allora non contavano molto, erano viste sopratutto come preda degli uomini, fattrici di figli, serve della casa... e Gesù sceglie loro perché lo sconfitto Figlio di Dio ora risorto, sa che solo gli ultimi, i semplici, coloro che sanno amare anche se non contano, comprenderanno la sua risurrezione e gioiranno di essa. E il Vangelo di oggi ce ne da conferma facendoci vedere la loro fede e confrontandola subito con quella dei maggiorenti della religione, i Sommi Sacerdoti, che non solo non capiscono la risurrezione di Gesù ma si danno subito ad intrallazzare, utilizzando anche il denari, perché essa sia negata. Spesso anche oggi mi chiedo se la fede vera la si trova nelle cattedrali, nelle scuole di alta teologia o presso gli umili, se è vera fede quanto cerco di far entrare Gesù nei miei schemi religiosi o quando gioisco di potergli baciare i piedi e di poter correre a dare questa buona notizia a qualcun altro.

 

 

MARTEDI' 29 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Secondo d’Asti; Santi Firmino e Aulo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' DI' ANCORA IL MIO NOME.

 

Hanno detto: La sera si diventa più accorti per il giorno che è trascorso. Ma non si diventa mai abbastanza accorti per il giorno che deve venire. (Friedrich Rückert)

Saggezza popolare: A provocare un sorriso è quasi sempre un altro sorriso.

Un aneddoto: Diceva Norberto Bobbio: Tra l'ottimista che ha per massima: "Non muoverti, vedrai che tutto si accomoda", e il pessimista replicante: "Fa' d'ogni modo quel che devi, anche se le cose andranno di male in peggio", preferisco il secondo.

Parola di Dio: At. 2,36-41; Sal.32; Gv. 20,11-18

 

Vangelo Gv 20, 11-18

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Maria stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro! Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto. Parola del Signore

 

"DONNA, PERCHÉ PIANGI? CHI CERCHI?".GESÙ LE DISSE: "MARIA!".

Ho gli occhi pieni di lacrime. Mi sento tradito, abbandonato. Ce l'ho messa tutta per credere, ho pregato, ho gridato, mi sono abbandonato e le cose non sono andate come avrei voluto. Ero disposto ad offrire anche un pò della mia vita, le mie sofferenze: non c'è stato niente da fare. Chiuso nel mio dolore, con gli occhi impediti dalle lacrime, quasi non riesco a vedere, a sentire. Eppure se smetto di gridare, di agitarmi, di piangere c'è una voce che mi chiama e mi chiama per nome,c'è qualcuno che mi dice. “Sono io”. Non mi è restituito ciò per cui avevo pregato ma mi è restituito Gesù. Non posso che buttarmi ad abbracciarlo, non so neanche se sia fede, sconforto, bisogno di tenerezza... ma è il suo abbraccio che in qualche modo è la risposta a quelle lacrime che spesso, da sole, mi impediscono di vedere.

 

 

MERCOLEDI' 30 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Climaco; Sant’ Amedeo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE SEI TU IL PANE, UN CIBO SEI PER NOI.

 

Hanno detto: Prima di conoscerti, Signore, ero un nulla che si credeva qualcuno. Oggi, sono qualcuno che sa di essere un nulla. (Jacques de Bourbon Busset)

Saggezza popolare: Chi brontola ogni momento getta una cucchiaiata di farina al vento.

Un aneddoto: Tutti i plebei, ormai stanchi d’essere mal pagati dai nobili, abbandonarono utensili, armi e consoli e si allontanarono dalla città. Fu mandata una delegazione a negoziare con gli scioperanti. La guidava Menenio Agrippa. Costui iniziò il suo comizio con questo famoso apologo: Una volta le mani e i piedi si ribellarono contro lo stomaco. Era troppo ozioso, mentre essi dovevano muoversi e faticare parecchio. Stabilirono quindi di non portare più cibo ad una parte del corpo così pigra e gaudente. Sapete cosa ne venne di conseguenza?  Tutto il corpo, sì, tutto il corpo, compresi piedi e mani, incominciò a sentire languidezza e cadde ammalato. L’apologo ebbe il risultato sperato. Si venne ad un accordo e i plebei ritornarono al lavoro e alle armi, per il bene comune.

Parola di Dio: At. 3,1-10; Sal. 104; Lc. 24,13-35

 

Vangelo Mt 24, 13-35

Dal vangelo secondo Matteo.

Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Parola del Signore

 

RECITÒ LA BENEDIZIONE, LO SPEZZÒ E LO DIEDE LORO. ALLORA SI APRIRONO LORO GLI OCCHI E LO RICONOBBERO.

Osservavo una mamma che abbracciava la sua bambina: la baciava  e le diceva: “Ti voglio tanto bene che ti mangerei tutta”. Passato questo momento scherzando chiesi alla bambina: “Ma non hai avuto paura che la mamma ti mangiasse davvero?”. Con l'ingenuità dei piccoli mi rispose: “No, la mamma non mi mangia. Ma la mamma mi vuole talmente bene e anch'io gliene voglio tanto che da lei mi farei mangiare!”

Gesù ci ha voluto talmente bene che si fa mangiare da noi. Non siamo cannibali ma quel pane è davvero il mistero della presenza e dell'amore del Signore. E' il segno di qualcuno che si è “spezzato per noi”. E' la presenza di qualcuno che è vivo e che dà la vita. Non ne capisco molto, non so spiegarmi il perché e il per come ma mi sento talmente amato, anche se peccatore, che vado a mangiarlo e in certi momenti sarei anche disposto a farmi mangiare da Lui.

 

 

GIOVEDI' 31 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Balbina; San Beniamino; San Lucerio

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE GESU': DAVVERO SONO FIGLIO DI DIO.

 

Hanno detto: Dove c'è costrizione non c'è più libertà; e dove non c'è libertà non c'è nemmeno giustizia. (Guglielmo, abate di Saint-Thierry)

Saggezza popolare: Non commettere peccato in nessun luogo perché tutto il mondo è casa di Dio.

Un aneddoto: Alle Nazioni Unite giunse una proposta di rivedere tutte le Scritture di tutte le religioni del mondo. Doveva essere cancellato in esse tutto ciò che poteva indurre all’intolleranza, alla crudeltà o al fanatismo. Si doveva eliminare tutto ciò che poteva essere in qualche modo contrario alla dignità e al benessere dell’uomo. Quando si seppe che l’autore della proposta era Gesù Cristo stesso, i giornalisti si precipitarono a casa sua per avere ulteriori spiegazioni. La sua spiegazione fu semplice e concisa: «Le Scritture, come il sabbath, sono per l’uomo », disse, « non l’uomo per le Scritture » (A. DE MELL0)

Parola di Dio: At. 3,11-26; Sal. 8; Lc. 24,35-48

 

Vangelo Lc 24, 35-48

Dal vangelo secondo Luca.

Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Parola del Signore

 

SONO PROPRIO IO! TOCCATEMI E GUARDATE; UN FANTASMA NON HA CARNE E OSSA, COME VEDETE CHE IO HO

I fantasmi sono tornati di moda: pensate anche solo a quanti film parlano di fantasmi o a quella gran stupidaggine di Halloween dove per far finta di esorcizzare paure e fantasmi si esaltano la morte e i fantasmi stessi. Ma, aldilà di questo oggi scopro l'esistenza di molti “fantasmi” ad esempio c'è il fantasma della libertà che tutti dicono di avere ma che nella maggior parte dei casi è schiavitù dettata da mode, da denaro, da pubblicità; c'è il fantasma del benessere e del piacere come risposta a tutti i problemi della vita, fantasma che sparisce quando arriva una malattia seria o la morte; ci sono anche “fantasmi religiosi” che ti offrono facili paradisi a base di osservanze e di stereotipi ma che alla fine non ti convincono troppo perché la realtà è ben differente. Perfino Gesù può essere preso per un fantasma. La storia e noi gli abbiamo messo sopra tante etichette, tante formule preconfigurate che qualche volta stentiamo a scoprire il suo vero volto. Mi piace molto la parola che meditiamo oggi dove è Gesù stesso ad invitarci alla concretezza su di Lui: le sue ferite non sono “ferite gloriose” ma ferite d'amore concrete, il suo corpo non è un simbolo che celebriamo in riti religiosi, è davvero la sua carne offerta per noi; la sua parola non è la medicina finta o il palliativo dei nostri mali, è una parola concreta che mi interpella oggi; le sue promesse non sono per tenerci buoni sono realtà costate il suo sangue.

     
     

 

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