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SCHEGGE E SCINTILLE
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
FEBBRAIO 2016
LUNEDI' 1 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Orso di Aosta; Santa Anna Michelotti; Santa Brigida di Cell Dara.
Una scheggia di preghiera:
AIUTACI, SIGNORE, A TRASFORMARE IL MALE IN BENE.
Hanno detto: Chi poco pensa, molto sbaglia. (Leonardo da Vinci)
Saggezza popolare: Chi si vergogna di lavorare, abbia vergogna di mangiare. (prov. Toscano)
Un aneddoto: Padre e figlio erano seduti accanto in chiesa. Ad un tratto, il bambino toccò il padre e ridacchiò: "Papà, guarda quell'uomo! Sta dormendo!". Il padre guardò il figlio con molta serietà e rispose: "Sarebbe meglio se dormissi anche tu. Piuttosto che sparlare degli altri".
Parola di Dio: 2Sam 15,13-14.30;16,5-13; Sal.3; Mc. 5,1-20
Vangelo Mc 5, 1-20
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, e urlando a gran voce disse: "Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!". Gli diceva infatti: "Esci, spirito immondo, da quest'uomo!". E gli domandò: "Come ti chiami?". "Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti". E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione. Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. E gli spiriti lo scongiurarono: "Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi". Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare. I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto. Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: "Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato". Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decapoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati. Parola del Signore
COME SCESE DALLA BARCA, GLI VENNE INCONTRO DAI SEPOLCRI UN UOMO POSSEDUTO DA UNO SPIRITO IMMONDO.
Una prima cosa che stupisce in questo brano è il fatto che sia proprio il male che va incontro al bene. Lo abbiamo sperimentato tante volte nella nostra vita: ti impegni per qualcosa di buono? Hai fatto qualcosa per tuo fratello? Hai incontrato Dio nella preghiera? Ed ecco subito la tentazione, l'orgoglio, il bastone tra le ruote.. perché? La spiegazione più classica è sempre la più valida: il male si oppone con tutte le sue forze al bene, si sente toccato nel vivo e reagisce. Ma oggi insieme a questa spiegazione ve ne propongo un'altra, forse più personale: non sarà forse perche il male tentandoci, desidera che il bene diventi il meglio,che la prova sia maggiormente purificata, che il bene, se continuato a ricercare nella prova giunga al bene di più persone? Se fosse così allora anche il male, la prova, la tentazione sarebbero solo per il bene.
MARTEDI' 2 FEBBRAIO: PRESENTAZIONE DEL SIGNORE
Tra i santi ricordati oggi:Santa Caterina De Ricci; San Cornelio, centurione.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, DONACI DI AMARE IL NASCONDIMENTO.
Hanno detto: I buoni pensieri si devono poter guardare anche di dietro. (Hugo von Hofmannsthal)
Saggezza popolare: I soldi sono come i dolori. Chi ce l'ha se li tiene. (prov. Toscano)
Un aneddoto: Un giovane si recò un giorno da un padre del deserto e lo interrogò: Padre, come si costruisce una comunità?
Il monaco gli rispose: E' come costruire una casa, puoi utilizzare pietre di tutti i generi; quel che conta è il cemento, che tiene insieme le pietre. Il giovane riprese: Ma qual è il cemento della comunità? L'eremita gli sorrise, si chinò a raccogliere una manciata di sabbia e soggiunse: Il cemento è fatto di sabbia e calce, che sono materiali così fragili! Basta un colpo di vento e volano via. Allo stesso modo, nella comunità, quello che ci unisce, il nostro cemento, è fatto di quello che c'è in noi di più fragile e più povero. Possiamo essere uniti perché dipendiamo gli uni dagli altri.
Parola di Dio: Ml. 3,1-4 opp. Eb.2,14-18; Sal.23; Lc. 2,22-40
Vangelo Lc 2, 22-40
Dal Vangelo secondo Luca
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele". Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima". C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. Parola del Signore
“IL BAMBINO CRESCEVA E SI FORTIFICAVA”.
Nazareth come ogni mistero, non è nascondimento, bensì rivelazione di Dio. I vangeli quasi nulla ci dicono di questi trent'anni, come i libri quasi nulla dicono della vita quotidiana di tutti gli uomini. Lì il Signore ha imparato: ad essere abbracciato e baciato, allattato e amato, a toccare e parlare, a giocare, camminare e lavorare, a condividere i minuti, le ore, le notti e i giorni, le feste e le stagioni, gli anni e le attese, le fatiche e l'amore dell'uomo. Nel silenzio, nel lavoro, nell'obbedienza alla Parola, in comunione con Maria e Giuseppe e i suoi parenti, Dio ha imparato dall'uomo tutte le cose dell'uomo. Il mistero di Gesù a Nazareth è il mistero dell'assunzione totale della nostra vita da parte di Dio: ci ha sposato in tutto, facendosi un'unica carne con ogni nostra situazione concreta. Nazareth è il mistero che redime la creaturalità dall'insignificanza del suo limite.
MERCOLEDI' 3 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Biagio, Vescovo e Martire; Sant’Ansgario (Oscar), Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
TU, SIGNORE, SEI IL DIO VIVO.
Hanno detto: Non tutte le nubi fanno tempesta. (W. Shakespeare)
Saggezza popolare: Quando l’oste è sull’uscio, l’osteria è vuota. (prov. Toscano)
Un aneddoto:
Due
giovani decisero la data del loro matrimonio. Si erano messi d'accordo con il
parroco per tenere un piccolo ricevimento nel cortile della parrocchia, fuori
della chiesa. Ma si mise a piovere, e non potendo tenere il ricevimento fuori, i
due chiesero al prete se era possibile festeggiare in chiesa.
Ora, il parroco non era affatto contento che si festeggiasse all'interno della
chiesa, ma i due dissero: "Mangeremo un po' di torta, canteremo una canzoncina,
berremo un po' di vino e poi andremo a casa".
Il parroco si convinse. Ma essendo gli invitati dei bravi italiani amanti della
vita, bevvero un po' di vino, cantarono una canzoncina, poi bevvero un altro po'
di vino, cantarono qualche altra canzone, e poi ancora vino e altre canzoni, e
così dopo una mezz'ora in chiesa si stava festeggiando alla grande. Tutti si
divertivano da morire, godendosi la festa. Ma il parroco, tesissimo, passeggiava
avanti e indietro nella sacrestia, turbato dal rumore che gli invitati stavano
facendo.
Entrò il cappellano che gli disse: "Vedo che è molto teso".
"Certo che sono teso! Senti che rumore stanno facendo, proprio nella casa del
Signore! Per tutti i Santi!".
"Ma Padre, non avevano davvero alcun posto dove andare!".
"Lo so bene! Ma è assolutamente necessario fare tutto questo baccano?".
"Bè, in fondo, Padre, non dobbiamo dimenticare che Gesù stesso ha partecipato
una volta ad un banchetto di nozze".
Il parroco risponde: "So benissimo che Gesù Cristo ha partecipato ad un
banchetto di nozze, non devi mica venirmelo a dire tu! Ma lì non avevano il
Santo Sacramento!".
Parola di Dio: 2Sam 24,2.9-17; Sal 31; Mc 6,1-6
Vangelo Mc 6, 1-6
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: "Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?". E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua". E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando. Parola del Signore
VENUTO IL SABATO, INCOMINCIÒ A INSEGNARE NELLA SINAGOGA.
Un certo qual modo di intendere la religione (osservanza di norme, paure di punizioni, abitudini...) ha fatto si che la “santificazione della domenica” attraverso la messa per molti sia diventata un “pagare la tassa”, una ripetizione di gesti soliti... per molti poi, proprio perché insoddisfatti di questo e, diciamocelo, per comodità è stato usato il principio evangelico del “Dio lo adori in spirito e verità”, per arrivare alla conclusione del “Io Dio lo prego per conto mio anche senza andare a messa”. Gesù, il Dio della libertà e dell'amore vive in pieno la religiosità del suo tempo: lui santifica il sabato anche andando alla sinagoga (che allora non era molto meglio di certe celebrazioni parrocchiali). Ma ci va da protagonista, anzi, la sua presenza diventa motivo di interrogativi, di domande, di “scandalo”. La sua presenza attualizza e concretizza la preghiera ufficiale. Non dovremmo forse riscoprire un presenza di Gesù reale, vitale, concreta, qualche volta anche scandalizzante del nostro solito abituale, nelle nostre “assemblee domenicali” per renderci conto che il nostro trovarci non è solamente un rito?
GIOVEDI' 4 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Andrea Corsini, vescovo; San Federico, abate.
Una scheggia di preghiera:
SEI IL MIO PASTORE, NULLA MI MANCHERA'.
Hanno detto: Dove è scritto che il prete debba farsi voler bene? A Gesù o non è riuscito o non è importato. (Don Lorenzo Milani)
Saggezza popolare: A parole lorde, orecchie sorde. (prov. Toscano)
Un aneddoto: Un padre orientale, ormai al passo supremo della vita, così si rivolse ai suoi figli: "Figli cari, abbiate un sogno! Abbiate un bel sogno, il sogno di tutta la vita. La vita umana che ha un sogno è lieta. Una vita che segue un sogno si rinnova di giorno in giorno. Figli miei cari, abbiate un sogno, passate la vita cercando di realizzare quest'unico sogno, senza distogliervi lo sguardo, senza sostare, avanzando sempre sulla stessa strada. Ma ricordate: se questo sogno sarà piccolo, anche il frutto della vostra vita sarà piccolo; se questo sogno sarà basso, anche la vostra vita sarà meschina. Ma se il vostro sogno sarà bello, sarà grande, sarà originale, anche la vostra vita sarà bella, grande, originale. Un sogno così non può avere di mira l'interesse egoistico; il vostro dev'essere un sogno che mira a rendere liete non soltanto le persone tutte, ma l'intera umanità, anche quelli che verranno dopo di voi. Se il vostro sogno sarà cosa che fa gioire tutta l'umanità, farà gioire anche il Signore".
Parola di Dio: 1Re 2,1-4.10-12; Cant. 1Cron 29,10-12; Mc 6,7-13
Vangelo Mc 6, 7-13
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: "Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro". E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore
E ORDINÒ LORO CHE, OLTRE AL BASTONE, NON PRENDESSERO NULLA PER IL VIAGGIO.
Quante discussioni su quel “bastone” che Gesù concede ai suoi missionari! Il bastone era uno dei segni del viaggio, del pellegrinaggio. Serviva a sostenersi, qualche volta si legava ad esso la zucca dell'acqua, serviva poi a difendersi sia dagli animali striscianti che da quelli feroci. Nella storia della chiesa quel bastone è diventato il bastone del pastore che guida, difende, indirizza il gregge ma qualche volta è stato usato per difendere, a suon di botte non solo l'ortodossia ma anche i propri privilegi. In questo nostro tempo sopratutto grazie al Concilio ecumenico e oggi sopratutto grazie a Papa Francesco abbiamo capito che il bastone è sopratutto segno di servizio. Per noi per sostenerci nel viaggio che ci allontana dalle nostre sacrestie e ci manda al mondo, per difenderci dai mali striscianti sia esterni che interni, per indirizzare e non a suon di botte verso “pascoli di erbe fresche”, per diventare sempre più “un cuor solo e un'anima sola” sotto la guida di un unico pastore, Gesù che non è venuto per bastonare, ma per salvare, non per farci soffrire, ma per offrirci la sua gioia profonda.
VENERDI' 5 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Agata, martire; Sant’Isidoro, martire.
Una scheggia di preghiera:
INSEGNACI SIGNORE A VEDERE IN NOI IL BENE E IL MALE.
Hanno detto: Quanto maggiore è la fortuna tanto meno si deve confidare in essa. (Tito Livio)
Saggezza popolare: Chi guarda a ogni nuvolo, non fa mai viaggio. (prov. Toscano)
Un aneddoto:
Il
giorno dopo, il Signore tornò a guardare la sua Creazione. C'era qualche ritocco
da fare. C'erano dei bei sassi sui greti dei fiumi, grigi, verdi e picchiettati.
Ma sotto terra i sassi erano schiacciati e mortificati. Dio sfiorò quei sassi
profondi ed ecco si formarono diamanti e smeraldi e milioni di gemme
scintillanti laggiù nelle profondità.
Il Signore vide i fiori, uno più bello dell'altro. Mancava qualcosa, pensò, e
posò su di essi un soffio leggero: ed ecco, i fiori si vestirono di profumo.
Un uccellino grigio e triste gli volò sulla mano. Dio gli fischiettò qualcosa. E
l'usignolo incominciò a gorgheggiare.
E disse qualcosa al cielo e il cielo arrossì di piacere. Nacque così il
tramonto.
Ma che cosa mai avrà bisbigliato il Signore all'orecchio dell'uomo perché egli
sia un uomo?
Gli bisbigliò, in quel giorno lontano, in quell'alba remota, tre piccole parole:
"Ti voglio bene".
Parola di Dio: Sir 47,2-13; Sal 17; Mc 6,14-29
Vangelo Mc 6, 14-29
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: "Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui". Altri invece dicevano: "E' Elia"; altri dicevano ancora: "E' un profeta, come uno dei profeti". Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: "Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!". Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello". Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista". Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista". Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore
ERODE, AL SENTIRNE PARLARE, DICEVA: "QUEL GIOVANNI CHE IO HO FATTO DECAPITARE È RISUSCITATO!"
E' buona o cattiva la coscienza quando ci mette davanti la nostra realtà? I sensi di colpa sono benedetti o maledetti? Il chiedere perdono è una formula ipocrita per assolverci o è un qualcosa di necessario per poter ricominciare?... Erode ha fatto uccide Giovanni Battista che pur “ascoltava volentieri”, adesso si ritrova davanti alla fama di Gesù e da buon ubriacone superstizioso quasi lo vede come un fantasma di Giovanni che viene a chiedergli conto: ecco un esempio di coscienza che da una parte è positiva e dall'altra negativa. Positiva perché gli ricorda una realtà di peccato, negativa perché viene interpretata solo come paura e senso di colpa che non serve (quando Erode vedrà Gesù non solo non si convertirà ma diventerà amico di Pilato per ucciderlo). La vera “coscienza” è sempre vedere con realtà e secondo i principi (per noi derivati dalla fede) per metterci davanti a noi stessi (poi ci saranno cose che si possono riparare ed altre no) non è mai far nascere sensi di colpa inutili, deleteri per la nostra salute o ipocriti e non reali come fantasmi che mascherano le attuali possibilità di redenzione (e, ricordiamoci che per i veri credenti la redenzione non dipende esclusivamente da noi stessi ma principalmente da Qualcun'altro).
SABATO 6 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Paolo Miki e compagni, martiri; San Gastone, Vescovo, Santa Dorotea, martire.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE SEI TU LA MIA GUIDA E LA MIA SICUREZZA.
Hanno detto: Le ricchezze non ti fanno ricco ma indaffarato. (Fernando de Rojas)
Saggezza popolare: Chi ha il mestolo in mano fa la minestra a modo suo. (prov. Toscano)
Un aneddoto: Un signore organizzò un viaggio in Cina per conoscere parte dei suoi tanti misteri ed ammirare questo popolo così numeroso. Dopo pochi giorni che si trovava lì, s'innamorò follemente di una donna cinese. Poiché non conosceva la lingua, a malapena poteva comunicare con lei a gesti. Tutto il suo affetto passava attraverso le diverse espressioni, ma non attraverso la parola. Una volta tornato al suo paese, poiché non poteva capire le sue lettere, si mise a studiare la difficile lingua cinese. Così la sua relazione con la donna poteva continuare. Ci vollero mesi ed anni perché arrivasse a dominare la lingua. Fece un dottorato in lingua cinese, divenne un famoso sinologo, teneva conferenze sull'arte e la cultura cinese, viaggiava in tutto il mondo. Ma la lingua e la cultura cinese, i viaggi e la fama lo assorbirono così tanto che arrivò a dimenticare la donna della quale un tempo era stato innamorato. E soltanto in alcuni momenti del suo gran daffare ricordava con nostalgia quel primo amore per il quale aveva iniziato tutto e che aveva fatto cambiare direzione alla sua vita.
Parola di Dio: 1Re 3,4-13; Sal 118; Mc 6,30-34
Vangelo Mc 6, 30-34
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Parola del Signore
VIDE MOLTA FOLLA E SI COMMOSSE PER LORO, PERCHÉ ERANO COME PECORE SENZA PASTORE.
In questa nostra epoca, come d'altra parte in tutte le epoche della storia dell'uomo, l'uomo sembra senza un senso con molte guide ma senza una guida, una particella impazzita che corre sempre più veloce ma non sa dove andare. Mai come oggi scienza e tecnica hanno dato possibilità impensate, ma mai come oggi l'uomo è confuso, incerto, abulico con la testa in mille cose ma spesso senza testa: pecore senza pastore. E Gesù si ripropone a noi non per imporci un giogo ma per offrirci un senso e invita noi sua chiesa a fare la stessa cosa nel suo nome. Se davvero ci crediamo noi abbiamo un grandissimo dono: la fede in Cristo! Non saremo contenti se altri nostri fratelli gioissero di questo dono? Allora non si tratta di pietire davanti allo smarrimento delle genti, ne si tratta di prendere il bastone e di imporre la fede con la coercizione, si tratta di amare, di perdere come per gli apostoli un tempo di magari meritato riposo, per far vedere agli altri che con una meta, quella di Gesù, la vita ha un senso ed è bella da vivere pienamente in tutti i suoi aspetti anche quelli più contradditori.
DOMENICA 7 FEBBRAIO: 5^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Egidio Maria da Taranto, religioso; Sant’Adautto, martire.
Una scheggia di preghiera:
GESU' DI TE MI FIDO, A TE MI AFFIDO.
Hanno detto: Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo. (J. W. Goethe)
Saggezza popolare: Chi segue il rospo, cade nel fosso. (prov. Toscano)
Un aneddoto: Disse il giovane all'abate del monastero: "Vorrei tanto essere un monaco, ma non ho imparato niente di importante nella vita. Tutto ciò che mio padre mi ha insegnato è giocare a scacchi, cosa che non serve per l'illuminazione". "Chi sa che questo monastero non abbia bisogno di svago", fu la risposta. L'abate, allora, chiese una scacchiera, convocò un monaco e gli disse di giocare con il ragazzo. Ma, prima che la partita cominciasse, aggiunse: "Anche se abbiamo bisogno di svago, non possiamo permettere che stiano tutti a giocare a scacchi. Dunque, terremo qui solo il migliore dei giocatori. Se il nostro monaco perderà, andrà via dal monastero e lascerà un posto libero per te". L'abate parlava seriamente. Il ragazzo sentì che era in gioco la sua vita e cominciò a sudare freddo. La scacchiera divenne il centro del mondo. Il monaco iniziò a perdere. Il ragazzo lo incalzò, ma poi notò lo sguardo di santità dell'altro: da quel momento cominciò a fare di proposito le mosse sbagliate. In fin dei conti, preferiva perdere, perché il monaco poteva essere più utile al mondo. All'improvviso, l'abate rovesciò per terra la scacchiera. "Hai imparato molto di più di ciò che ti hanno insegnato disse. Ti sei concentrato abbastanza per vincere, sei stato capace di lottare per ciò che desideravi. Poi, hai avuto compassione, ed eri disposto a sacrificarti in nome di una causa nobile. Che tu sia il benvenuto nel monastero, perché sai equilibrare la disciplina con la misericordia".
Parola di Dio: Is 6,1-8; Sal 137; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11
Vangelo Lc 5, 1-11
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e calate le reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”. Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: “Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini”. Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Parola del Signore
“MAESTRO, ABBIAMO FATICATO TUTTA LA NOTTE E NON ABBIAMO PRESO NULLA.
Quanto è facile cadere nello scoraggiamento!Hai speso tutta una vita per la felicità dei tuoi figli e vedi che per scelte sbagliate non solo non realizzano ciò che avevi sperato, ma non sono contenti; tu prete hai giocato la tua vita per il vangelo e ti trovi vecchio, malato, dimenticato senza aver visti i frutti della tua fatica; voi, ordine religioso, voluto con fatica da sante persone con la paura di dover buttare tutte le fatiche fatte perché non ci sono più vocazioni...”Signore, pur con tutti i limiti le reti le abbiamo buttate, abbiamo faticato tutta la notte, al buio e senza risultati.., che cosa ancora vuoi da noi?” “Voglio che siate sereni, che comprendiate che nulla è andato perso, ma abbiate ancora un po' di fiducia: smettetela di voler fare i pescatori da soli, fidatevi di gettare le reti anche se sembra ci sia solo fatica inutile e acqua fresca: sorridete alla vita ed anche alla morte: ci sono ancora e sempre io, il Dio della eternità e della abbondanza, il vero Pescatore che sa riempire la barca al tempo opportuno. Fidati ancora di me che ti voglio bene”.
LUNEDI' 8 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo Emiliani, fondatore; Santa Giuseppina Bakita; San Giovanni di Matha, fondatore.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, IL TUO SERVO SOFFRE; AIUTALO!
Hanno detto: Il tempo è il più saggio di tutti i consiglieri. (Pericle)
Saggezza popolare: Nell'animo di ogni uomo, gli dèi hanno creato cielo e terra in miniatura.
Un aneddoto: Passando accanto allo stagno, vidi un fiore di loto in piena fioritura e istintivamente gli dissi: "Come sei bello, mio caro! E come deve essere bello il Dio che ti ha creato!". Esso arrossì, perché non era affatto cosciente della propria grande bellezza. E gli faceva piacere che Dio fosse lodato. Era il più bello perché era totalmente inconsapevole della propria bellezza. E mi attirò perché non tentava affatto di attirare la mia attenzione. Più avanti c'era un altro stagno, dove trovai un altro fiore di loto che allargava verso di me i suoi petali e diceva sfacciatamente: "Guarda come sono bello e rendi lode al mio Creatore". Io proseguii disgustato.
Parola di Dio: 1Re 8,1-7.9-13; Sal 131; Mc 6,53-56
Vangelo Mc 6, 53-56
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret. Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse. E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano. Parola del Signore
COMINCIARONO A PORTARGLI SUI LETTUCCI QUELLI CHE STAVANO MALE, DOVUNQUE UDIVANO CHE SI TROVASSE.
Parecchi anni fa qualcuno di voi mi ha insegnato a pregare una “coroncina” nella quale in una decina si ripete la frase: “Gesù di amo, guarisci questa famiglia” da allora ho aggiunto un sesto momento in cui dico a Gesù “Gesù ti amo guarisci...” e qui metto il nome delle persone conosciute che sono malate. E vi assicuro che la lista è sempre molto lunga. Ogni tanto poi devo aggiornare la lista. Qualcuno è guarito, altri hanno accettato di vivere con forza il proprio limite, qualcuno è morto. Un giorno dopo aver raccontato questa esperienza un signore mi ha detto: “Ma non vedi che tutto è inutile: la vita è così. Spera che ti vada sempre bene e poi prendi quello che ti arriva”. Eppure, anche se con fatica io credo al medico dei corpi e dell'anima e vado da lui malato con gli altri malati. Non so che cosa sia meglio chiedere, ma chiedo per me e per gli altri, sicuro che anche solo stare davanti a lui, con il cuore in Lui, è già una guarigione.
MARTEDI' 9 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi:Apollonia, vergine e martire; San Rinaldo, vescovo.
Una scheggia di preghiera:
DALLA FALSITA' E DALL'IPOCRISIA, LIBERACI O SIGNORE.
Hanno detto: L'umiltà è la virtù più difficile da conquistare; niente di più duro a morire del desiderio di pensare bene di se stessi. (Thomas Stearns Eliot)
Saggezza popolare: La medesima acqua può sostenere o affondare una nave.
Un aneddoto: Mi ricordo che una volta, dopo aver camminato tutta la notte, ci addormentammo all'alba vicino un boschetto. Un derviscio che era nostro compagno di viaggio lanciò un grido e s'inoltrò nel deserto senza riposarsi un solo istante. Quando fu giorno gli domandai: «Che ti è successo?». Rispose: «Vedevo gli usignoli che cominciavano a cinguettare sugli alberi, vedevo le pernici sui monti, le rane nell'acqua e gli animali nel bosco. Ho pensato allora che non era giusto che tutti fossero intenti a lodare il Signore, e che io solo dormissi senza pensare a lui». (Sa'di)
Parola di Dio: 1Re 8,22-23.27-30 Sal 83; Mc. 7,1-13
Vangelo Mc 7, 1-13
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?". Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini". E aggiungeva: "Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte". Parola del Signore
SIETE VERAMENTE ABILI NELL'ELUDERE IL COMANDAMENTO DI DIO
I farisei erano abili legalisti ma usavano la loro intelligenza non per amare Dio e la sua legge ma per eluderla e trovarsi giustificazioni. Gesù ammira l’abilità ma mette in evidenza la falsità. Proviamo a pensare se questo rimprovero non può essere rivolto anche a noi quando, ad esempio, pensiamo di essere giustificati in base alle nostre preghiere o ad una presunta osservanza legalistica, quando ci disinteressiamo dei poveri dicendo che abbiamo già pagato le tasse e quindi deve pensarci lo Stato, quando pretendiamo che nostra moglie o nostro marito debbano capirci e quindi con loro ci permettiamo di scaricare tutti gli aspetti più negativi del nostro carattere e delle nostre tensioni, quando giudichiamo insindacabilmente il nostro prossimo e magari, a parole, ci facciamo paladini della giustizia che poi non mettiamo in pratica, quando vogliamo apparire buoni nella nostra comunità religiosa senza però impegnarci con umiltà e pazienza in essa.
MERCOLEDI' 10 FEBBRAIO: LE CENERI
Tra i santi ricordati oggi:Santa Scolastica, vergine; San Guglielmo di Malavalle.
Una scheggia di preghiera:
MOSTRACI, SIGNORE, LA TUA MISERICORDIA E SAREMO SALVI.
Hanno detto: Divenire uomo è un'arte. (Novalis)
Saggezza popolare: Basta poco per rimproverare un uomo, ma occorre molto tempo per dimenticare un rimprovero.
Un aneddoto: Una sera, due turisti che si trovavano in un camping sulle rive di un lago decisero di attraversare il lago in barca per andare a «farsi un bicchierino» nel bar situato sull'altra riva. Ci rimasero fino a notte fonda, scolandosi una discreta serie di bottiglie. Quando uscirono dal bar ondeggiavano alquanto, ma riuscirono a prendere posto nella barca per intraprendere il viaggio di ritorno. Cominciarono a remare gagliardamente. Sudati e sbuffanti, si sforzarono con decisione per due ore. Finalmente uno disse all'altro: «Non pensi che a quest'ora dovremmo già aver toccato l'altra riva, da un bel po' di tempo?». «Certo!», rispose l'altro. «Ma forse non abbiamo remato con abbastanza energia». I due raddoppiarono gli sforzi e remarono risolutamente ancora per un'ora. Solo quando spuntò l'alba constatarono stupefatti che erano sempre allo stesso punto. Si erano dimenticati di slegare la robusta fune che legava la loro barca al pontile.
Parola di Dio: Gl.2,12-18; Sal.50; 2Cor.5,20-6,2; Mt.6.1-6.16-18
Vangelo Mt 6, 1-6. 16-18
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà". Parola del Signore
“QUANDO TU DIGIUNI, PROFUMATI LA TESTA E LAVATI IL VOLTO”.
Una preghiera riflessione sul digiuno di Jean Galot:
Fa' digiunare il nostro cuore: che sappia rinunciare a tutto quello che l'allontana dal tuo amore, Signore, e che si unisca a te più esclusivamente e più sinceramente.
Fa' digiunare il nostro orgoglio, tutte le nostre pretese, le nostre rivendicazioni, rendendoci più umili e infondendo in noi come unica ambizione, quella di servirti.
Fa' digiunare le nostre passioni, la nostra fame di piacere, la nostra sete di ricchezza, il possesso avido e l'azione violenta; che nostro solo desiderio sia di piacerti in tutto.
Fa' digiunare il nostro io, troppo centrato su se stesso, egoista indurito, che vuol trarre solo il suo vantaggio: che sappia dimenticarsi, nascondersi, donarsi.
Fa' digiunare la nostra lingua, spesso troppo agitata, troppo rapida nelle sue repliche, severa nei giudizi, offensiva o sprezzante: fa' che esprima solo stima e bontà.
Che il digiuno dell'anima, con tutti i nostri sforzi per migliorarci, possa salire verso di te come offerta gradita, meritarci una gioia più pura, più profonda.
GIOVEDI' 11 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Ricorrenza della Madonna di Lourdes; Santa Eloisa; San Dativo, martire.
Una scheggia di preghiera:
MARIA, GUIDACI VERSO LA PASQUA.
Hanno detto: Tutte le cose che ora si credono antichissime furono nuove. (Tacito)
Saggezza popolare: Parlare bene non vuol dire essere buoni, fare del bene sì.
Un aneddoto: L'aquila, regina degli uccelli, sentiva da tempo magnificare le grandi qualità dell'usignolo. Da brava sovrana, volle rendersi conto se quanto si diceva era vero e, per sincerarsene, mandò a controllare due dei suoi funzionari: il pavone e l'allodola. Avrebbero dovuto valutare la bellezza e il canto dell'usignolo. I due adempirono la loro missione e tornarono dall'aquila. Il pavone riferì per primo: «L'usignolo ha una livrea così modesta da rasentare il ridicolo: questo fatto mi ha talmente infastidito, che non ho prestato la minima attenzione al suo canto». L'allodola disse: «La voce dell'usignolo mi ha letteralmente incantato, tanto che mi sono completamente scordato di badare al suo vestito».
Parola di Dio: Dt. 30,15-20; Sal. 1; Lc. 9,22-25
Vangelo Lc 9, 22-25
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno". Poi, a tutti, diceva:"Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?" Parola del Signore
SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME, RINNEGHI SE STESSO, PRENDA LA SUA CROCE OGNI GIORNO E MI SEGUA.
“Croce”: parola odiosa se pensiamo che spesso è costruita dagli uomini, parola che tutti cerchiamo giustamente di scartare perché siamo fatti per la gioia e per la vita, ma realtà, conseguenza per chi vuol essere fedele a scelte di verità e di giustizia. Anche Gesù ha avuto il terrore fisico della sofferenza e della croce, anche Lui ha provato il dolore morale dell’abbandono, del rifiuto, la tentazione di dire quasi l’inutilità della sua sofferenza offerta ma respinta, eppure è stato fedele a Dio, fedele all’amore degli uomini e quindi fedele alle conseguenze di questo: la croce. Quando Gesù dice che anche noi dobbiamo prendere la nostra croce non è la richiesta di un Dio sadico che ci dice di soffrire adesso per poi godere dopo, non è neanche una forma di accettazione passiva dei mali che indubbiamente incontriamo nel cammino della nostra vita, è l’invito ad essere coerenti nelle nostre scelte. Non c’è bisogno di andare a cercarle le croci, basta essere fedeli ai valori del Vangelo. Se tu vuoi rispondere con amore all’odio sta certo che i prepotenti approfitteranno di te, se tu cerchi di amare come Gesù non aspettarti riconoscenza, se tu cerchi di perdonare qualcuno, forse lo stesso perdonato ti crocifiggerà dicendo che sei un debole o facendo magari ricadere su di te il torto che tu hai perdonato. Gesù, se voglio venire dietro a te per arrivare alla Pasqua di risurrezione fa’ che capisca che prima devo essere fedele a te e per questo passare attraverso la croce e allora anche se non amo la croce fa che quando essa mi pesa sulle spalle o quando provo l’impotenza nell’esserne attaccato sopra, non bestemmi la croce, ma la viva ancora con amore come qualcosa che facendomi simile a te mi parla di amore, di risurrezione e di vita.
VENERDI' 12 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto di Aniane, monaco; Santa Eulalia, vergine e martire.
Una scheggia di preghiera:
CON TE, GESU', E' VINTA OGNI PAURA.
Hanno detto: La violenza non è forza ma debolezza. (Benedetto Croce)
Saggezza popolare: Frequentare i potenti è come dormire con una tigre.
Un aneddoto: In un villaggio islamico del Libano un piccolo gruppo di persone divenne cristiano. Immediatamente si chiusero per loro tutte le porte della comunità. Gli uomini non potevano più stare con gli altri uomini in piazza a fumare e chiacchierare, le donne non potevano più attingere acqua alla fontana del villaggio. I nuovi cristiani furono costretti a scavarsi una fontana per conto loro. Un giorno la fontana del villaggio si inaridì e seccò. Allora i cristiani invitarono i loro compaesani a venire ad attingere acqua alla loro fontana. Fecero di più: sulle loro case appesero un piccolo cartello che diceva: «Qui abitano dei cristiani». Ciascuno sapeva così che in quella casa avrebbe trovato un aiuto e una mano tesa.
Parola di Dio: Is 58,1-9a; Sal 50; Mt 9,14-15
Vangelo Mt 9, 14-15
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, i discepoli di Giovanni si accostarono a Gesù e gli dissero: "Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?". E Gesù disse loro: "Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno". Parola del Signore
"POSSONO FORSE GLI INVITATI A NOZZE ESSERE IN LUTTO MENTRE LO SPOSO È CON LORO?“.
Spesso sopportiamo la religione come un peso, sentiamo Dio come un padrone misterioso, viviamo le liturgie i sacramenti come cerimonie doverose, formali, staccate. Non è deve essere così: con la venuta di Gesù la fede non è più solo un peso sulle nostre spalle è un invito a nozze. Faccio lo stesso esempio di Gesù: conosci bene lo sposo e la sposa (lo sposo è Gesù, il Figlio di Dio che è venuto a donare se stesso, la sposa è la tua e la sua umanità incapace di salvarsi da sola ma che per sua grazia entra nella sua misericordia) Tu che sei stato invitato personalmente a partecipare alla sua gioia che è anche la tua, puoi andarci per dovere? Per paura? Per cerimonia?. E' vero che nella tua vita spesso c'è “poco da ridere” ma è anche vero che queste nozze ti danno motivi di speranza che vanno ben aldilà delle “speranzielle” umane ma che aprono anche le tue prove all'eternità. E allora, se ti è difficile e saprebbe di falso inalberare sorrisi a 360 gradi non puoi fare a meno di sentire la gioia profonda: stai sposando: il “Figlio del Signore”, il “più bello tra i figli dell'uomo”, Colui che ti ama al punto di dare la sua vita per te, Colui che ti fa entrare “nella sua gioia”.
SABATO 13 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Benigno da Todi, martire; Sante Fosca e Maura, martiri.
Una scheggia di preghiera:
PADRE MISERICORDIOSO SALVACI NELLA NOSTRA MISERIA.
Hanno detto: Non venderti: sei tutto ciò che hai. (Janis Joplin)
Saggezza popolare: Chi trova piacere nel lavoro riduce la fatica.
Un aneddoto: Un uomo si recò da un monaco di clausura. Gli chiese: «Che cosa impari mai dalla tua vita di silenzio?». Il monaco stava attingendo acqua da un pozzo e disse al suo visitatore: «Guarda giù nel pozzo! Che cosa vedi?». L'uomo guardò nel pozzo. «Non vedo niente». Dopo un po' di tempo, in cui rimase perfettamente immobile, il monaco disse al visitatore: «Guarda ora! Che cosa vedi nel pozzo?». L'uomo ubbidì e rispose: «Ora vedo me stesso: mi specchio nell'acqua». Il monaco disse: «Vedi, quando io immergo il secchio, l'acqua è agitata. Ora invece l'acqua è tranquilla. È questa l'esperienza del silenzio: l'uomo vede se stesso!».
Parola di Dio: Is 58,9b-14; Sal 85; Lc 5,27-32
Vangelo Lc 5, 27-32
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi!". Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: "Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?". Gesù rispose: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi". Parola del Signore
IO NON SONO VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI, MA I PECCATORI
Quante volte ci sembra che vita sia ingiusta: fai del bene e ricevi del male; cerchi di comportarti con equità e giustizia e ti capitano un mucchio di guai; addirittura ti impegni per il bene e ti sembra che non solo questo non avvenga, ma che qualcuno ne approfitti solo per i propri interessi. Qualche volta andiamo anche oltre: ci sembra che Dio stesso sia ingiusto: certi morti a noi inopportune, certe malattie a persone che “non se le meritavano”, certe preghiere non ascoltate, disattese. E' vero, la vita non è tutta “rose e fiori” è vero che la volontà di Dio spesso ci è misteriosa ma proviamo a metterci dall'altra parte. Dio mi ama non perché sono giusto (anche se mi indica la strada della giustizia e gioisce quando mi vede cercarla e seguirla), Dio mi ama per quello che sono: Gesù è venuto a nozze con me non perché sono la sposa più bella o la persona dal carattere perfetto, è venuto e viene a nozze con me perché mi ama come sono. Ha dato la sua vita per me non perché me lo meritavo, ma perché il suo amore è giunto a me “mentre ero peccatore”. Si offre a me Pane nell'Eucaristia non perché io sono puro per poterlo ricevere, ma perché Lui vuol stare in Comunione con me e diventare Pane per il mio cammino. Dio non è favorevole al male, al peccato, ma al peccatore sì, e io sono tra quelli.
DOMENICA 14 FEBBRAIO: 1^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C
Tra i santi ricordati oggi: San Cirillo e Metodio, patroni d’Europa; San Valentino, martire.
Una scheggia di preghiera:
NELLA PROVA, SOSTIENICI SIGNORE.
Hanno detto: Non è forte colui che non cade mai, ma colui che cadendo si rialza. (Goethe)
Saggezza popolare: Non v'è nemico peggiore del cattivo consiglio.
Un aneddoto: In un grande stagno, una graziosa girina si era sposata con un pesce. Ma un giorno le spuntarono le zampe e, come succede a tutti i girini, cominciò a trasformarsi lentamente in una ranocchia. Si rivolse allora al marito pesce: «Io devo seguire il mio destino e quindi devo andare a vivere sulla terra. Perciò dovrai abituarti anche tu a vivere sulla terra». «Ma cara», protestò il pesce, «come vuoi che faccia, con le mie pinne e le mie branchie? Morirei!». La girina (quasi ranocchia) sospirò: «Mi ami o non mi ami?». «Certo, che ti amo», sospirò il pesce. «Allora, vieni, no?», concluse la girina.
Parola di Dio: Dt 26,4-10; Sal 90; Rm 10,8-13; Lc. 4,1-13
Vangelo Lc 4, 1-13
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo”. Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai”. Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano; e anche: essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra”. Gesù gli rispose: “E' stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo”. Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato. Parola del Signore
IN QUEL TEMPO, GESÙ, PIENO DI SPIRITO SANTO, SI ALLONTANÒ DAL GIORDANO E FU CONDOTTO DALLO SPIRITO NEL DESERTO DOVE, PER QUARANTA GIORNI, FU TENTATO DAL DIAVOLO.
Perché la tentazione? Esiste, anzitutto, una tentazione che si potrebbe definire «di prova”. Nel libro di Giobbe, ad esempio, Dio accetta di mettere alla prova il suo servitore per valutarne la fedeltà. La tentazione diviene allora occasione di santificazione. In tal senso ogni vita cristiana si presenta come una lunga tentazione: nella prova l’uomo offre a Dio la dimostrazione della sua fiducia e del suo amore. C’è poi la tentazione detta “di seduzione”, o “di ribellione” che induce al peccato e incita al male. Nessuno può sfuggirvi: Cristo stesso l’ha conosciuta all’inizio della sua vita pubblica. La Bibbia mostra che questa tentazione deriva dal demonio, presentato come il tentatore per eccellenza, il quale si aggira continuamente intorno a noi e come «un leone ruggente va in giro cercando chi divorare» (1 Pt 5,8). Ma Gesù ci insegna a combattere e vincere la tentazione e le strade sono: umiltà, fiducia non in se stessi ma in Dio e affidamento alla sua parola. La tentazione in sé non e peccato e anche certe cadute non sono per la perdizione se ci permettono di rialzarci e nel perdono ricevuto gustare la forza di Dio.
LUNEDI' 15 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Sigfrido, vescovo; Sant’Euseo di Serravalle Sesia.
Una scheggia di preghiera:
CHE OGGI IO POSSA INCONTRARTI, GESU'.
Hanno detto: Non siamo mai così poco liberi come quando tentiamo di recitare. (Oscar Wilde)
Saggezza popolare: Se c'é soluzione perché ti preoccupi? Se non c'é soluzione perché ti preoccupi? (Antico proverbio)
Un aneddoto: Un topo, un nobile gentile e di bell'aspetto topo domestico, durante una delle sue disperate corse per sfuggire al gatto, si trovò un bel giorno nella cantina di una ricca villa. Là, a causa del buio, finì dentro una strana pozzanghera. Era una pozzanghera di ottimo brandy, sfuggito dallo spinotto difettoso di una botticella di pregiato rovere. Il buon topo dapprima diede qualche timida leccatina a quel liquido curioso. Il sapore gli piacque. Aveva un gusto forte e deciso, scendeva in gola come fuoco. Quando ebbe «bevuto» la pozzanghera, il topo si raddrizzò, picchiò i pugni sul petto, fece la faccia feroce e gridò: «Dov'è il gatto?».
Parola di Dio: Lv 19,1-2.11-18; Sal 18; Mt 25,31-46
Vangelo Mt 25, 31-46
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna". Parola del Signore
QUANDO IL FIGLIO DELL'UOMO VERRÀ NELLA SUA GLORIA CON TUTTI I SUOI ANGELI.
Spero non sia più così per i giovani, ma per me e penso per molti lettori di Schegge che hanno già qualche anno, il pensare al giudizio finale ci portava subito ad aver paura e timore; certe visioni dantesche o anche michelangiolesche, una visione di Dio sopratutto come giudice insindacabile, la consapevolezza di “non essere a posto” davanti a Lui ci hanno spesso impedito di capire fino in fondo questa pagina di vangelo che, se non ci scusa dalle nostre vere responsabilità ci dà una visione ben diversa di Dio e del prossimo. Dio non è il Dio comprabile con preghiere e sacrifici e neanche con i soli nostri “meriti”; il prossimo non è solo “quello buonino che mi piace” e neanche solo un concorrente da battere, ma Dio sceglie di abitare nell'ultimo anche in quello che non mi piace e che a livello di “meriti” forse non dovrebbe piacere nemmeno a Lui. E' un Dio lacero e sporco, è un Dio malato e sofferente, è un Dio che lotta per avere un po' di dignità ma è un Dio che abita nel cuore di ogni uomo e anche nel mio cuore ed è un Dio che spera che io gli lasci voler bene a me e a tutti gli uomini che incontro. Allora il giudizio non è neanche “essere a posto”, aver fatto opere meritevoli di carità, è lasciare che l'amore di Dio che è in tutti possa raggiungere, anche attraverso noi, tutti.
MARTEDI' 16 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Onesto; Santa Lucilia, martire.
Una scheggia di preghiera:
PADRE NOSTRO.
Hanno detto: Spesso il cielo si vede di notte. (Paul Eluard)
Saggezza popolare: Non si può tirar fuori avorio dalla bocca di un topo.
Un aneddoto: Un topolino che si apprestava a uscire dal suo buco intravide un gatto appostato là fuori. Tornò in fondo al buco e invitò un amico a fare una capatina insieme ad un certo sacco di grano. «Sarei andato anche solo», disse «ma non posso negarmi il piacere di una compagnia così distinta». «Benissimo», disse l'amico «verrò con te. Fai strada». «Io?», esclamò l'altro. «Io precedere un topo illustre e famoso come te? Non sia mai. Seguo piuttosto vostra signoria...». Lusingato del grande sfoggio di deferenza, l'amico andò per primo e, uscendo dal buco, venne catturato dal gatto, che trotterellò via con la sua preda. L'altro uscì indisturbato.
Parola di Dio: Is 55,10-11; Sal 33; Mt 6,7-15
Vangelo Mt 6, 7-15
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe". Parola del Signore
PREGANDO NON SPRECATE PAROLE.
Ognuno di noi ha il suo modo di pregare, come ognuno ha il suo carattere, il suo modo di parlare, di sentire: ed è giusto! siamo tutti degli "originali" e non delle "copie". Ed ecco allora che mi dà fastidio quando sento qualcuno che presume di avere la ricetta della preghiera e quel che è peggio la vuole imporre agli altri. "Se vuoi salvarti devi dire quella preghiera" "Questa preghiera l'ha detta la Madonna..." (quasi che si offenda che se non la dici tutti i giorni). Gesù ci ha insegnato che la preghiera per un cristiano non è una collezione di formule o di poesie (che possono sempre essere utili) ma è soprattutto un atteggiamento dell'uomo che nella fede e nell'amore scopre la presenza di Dio come di un Tu che ha immenso desiderio di entrare in relazione con l'uomo, e come cammino di vita che da questo rapporto profondo e continuo prende forza per affidarsi alla volontà del Padre ed informare di essa tutta l'esistenza.
MERCOLEDI' 17 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Santi sette fondatori dell’ordine dei Servi di Maria; San Fuldrado.
Una scheggia di preghiera:
RENDICI CAPACI DI VEDERTI, SIGNORE.
Hanno detto: Crediamo soltanto a ciò che vediamo, perciò, da quando c'è la televisione, crediamo a tutto. (Dieter Hildebrandt)
Saggezza popolare: Quando una nave ha aperto la strada, per le barche è più facile seguirla.
Un aneddoto: Nell'acqua di uno stagno si specchia il cielo. Ma se vi getti un sasso, l'immagine si romperà in cerchi concentrici e il cielo sparirà. (Han Fei, filosofo cinese)
Parola di Dio: Gn 3,1-10; Sal 50; Lc 11,29-32
Vangelo Lc 11, 29-32
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: "Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui". Parola del Signore
“QUESTA GENERAZIONE,... CERCA
UN SEGNO”.
Non è solo quella dei contemporanei di Gesù la generazione che cerca dei
segni, ma anche noi continuamente cerchiamo segni. Corriamo volentieri dietro
l’ultimo santone di turno, leggiamo gli oroscopi o addirittura frequentiamo maghi
per sapere il nostro futuro, ci lasciamo avvincere dall’ultimo presunto
miracolo, andiamo a pregare in quella chiesa perché lì c’è quel determinato
prete che “guarisce i malati”, non come in parrocchia dove si prega solo, e ci
dimentichiamo dell’unico vero segno che è Gesù Cristo, morto e risorto
per noi. E’ Gesù la salvezza, il perdono, la guarigione vera, suoi segni sono
la Parola e i sacramenti. Non fidiamoci i troppo delle
religioni-fenomeno...da....baraccone dove il piccolo segno appariscente rischia
di far scomparire Gesù Cristo o di ridurlo al toccasana delle nostre necessità. Insieme al Vangelo di oggi
ci aiuti anche nella meditazione quanto scriveva il grande Dostoevskij nella
‘Leggenda del grande inquisitore’: “Non scendesti dalla croce, Signore, perché
non volevi fare gli uomini schiavi con un portento, perché desideravi un amore
libero e non quello che nasce da un miracolo. Avevi sete d’amore volontario, non
di incanto servile davanti al potere, che ispira timore agli schiavi”.
GIOVEDI' 18 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Claudio, martire; Santa Costanza di Vercelli.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, HAI RAGIONE.
Hanno detto: Liberarsi non è molto difficile. E' più difficile rimanere liberi. (André Gide)
Saggezza popolare: Anche le torri più alte hanno le loro fondamenta nel terreno.
Un aneddoto: Molte volte lungo gli anni ho guardato il cielo e ho detto: "Padre, che stai facendo?". E Lui risponde: "Sto ricamando la tua vita". Allora io replico: "Ma si vede così confuso, è tutto un disordine. I fili sembrano così scuri, perché non sono più brillanti?". E Dio sembra dirmi: "Figliolo mio, occupati del tuo lavoro... e io faccio il mio. Un giorno ti porterò in cielo e ti metterò sul mio grembo e vedrai il disegno dalla mia posizione... E allora capirai...!!!". Nei giorni in cui sembra che nemmeno Dio si ricordi di te, invece di angustiarti ripeti con certezza: "Signore, io confido in te".
Parola di Dio: Est 4,17; Sal 137; Mt 7,7-12
Vangelo Mt 7, 7-12
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti". Parola del Signore
CHI TRA DI VOI AL FIGLIO CHE GLI CHIEDE UN PANE DARÀ UNA PIETRA?
C'è una frase nel libro di Giobbe che mi ha sempre lasciato perplesso “Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo anche accettare il male?”. Mi chiedo, ma Dio può volere il mio male? Oppure può essere così 'piccino' da dire: “Mandiamogli qualche accidente così vediamo se è fedele o no”, anche perché il libro di Giobbe finisce con un bel miracolo che ripristina la sua posizione felice e la vita invece non è così generosa con noi. Sono sempre più convinto che Dio, buono e misericordioso non vuole il nostro male; sono convinto che ascolta le nostre preghiere sempre, anche quando gli domandiamo cose assurde, ma sono anche certo che vede molto più lontano di noi e che anche quello che per noi è un male, quello che ci fa soffrire, quello che a volte è contrario alle nostre richieste deve avere una senso. Vi sembrerà infantile il mio modo di pensare, ma se Dio è davvero il Dio di Gesù non può non aver ragione anche se io non capisco e strillo.
VENERDI' 19 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Corrado Gonfalonieri; San Mansueto, vescovo.
Una scheggia di preghiera:
GESU' NON MI SALVO DA SOLO: HO BISOGNO DI TE E DEI FRATELLI.
Hanno detto: È più facile aprire le piaghe che chiuderle. (Chamfort)
Saggezza popolare: La fretta va bene solo per acchiappare le pulci. (prov. Russo)
Un aneddoto: Una ragazza molto sensibile parlò con un insegnante di un suo problema molto sentito. L'insegnante le suggerì di parlarne con i genitori. La ragazza ci provò, ma, anche di fronte alla sua angoscia e confusione, i suoi avevano minimizzato e avevano cambiato discorso, assicurandole che «stava esagerando», che «avrebbe superato il problema», ecc. Rifiutarono la discussione come se, ignorandolo, il problema potesse risolversi da sé. Solo dopo un tentativo di suicidio della figlia i genitori reagirono: «Perché non ci hai detto che avevi dei problemi?» le chiesero. «E voi, perché non avete ascoltato quando ve lo dicevo?».
Parola di Dio: Ez 18,21-28; Sal 129; Mt 5,20-26
Vangelo Mt 5, 20-26
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!". Parola del Signore
MA IO VI DICO: CHIUNQUE SI ADIRA CON IL PROPRIO FRATELLO, SARÀ SOTTOPOSTO A GIUDIZIO.
Altro brano del Vangelo “impossibile”: chi di noi non si è mai adirato col proprio fratello? O, ancora: chi di noi ha riconosciuto sempre e tutti come proprio fratello? Credo, allora che qui Gesù non voglia dirci che non possano esserci screzi, che istintivamente dobbiamo sentire amore proprio per tutti, ma che voglia indicarci una strada: non basta non uccidere, non rubare, non far danni grossi, lavarsene le mani e lasciare che ognuno si faccia i fatti propri, occorre cominciare, magari con fatica e con errori, a vedere nell'altro, in ogni altro, non un nemico, un concorrente, ma uno che come me fa fatica ma che come me, anche con il suo carattere e la sua storia che magari non mi piacciono o che mi disturbano, è amato da Dio. Sono convinto che al fratello si possono dire anche le cose spiacevoli, si può anche “litigare”, ma senza sentirci migliori, giudici, senza tagliare tutti i ponti (anche se nei momenti di piena non sono sempre percorribili) si tratta di cominciare a capire che io e l'altro (qualunque altro) siamo chiamati a camminare magari per strade diverse, ma verso la stessa meta: il cuore di Dio.
SABATO 20 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Eleuterio di Tornai; San Nemesio.
Una scheggia di preghiera:
TU, SIGNORE, CI CURI E CI PROTEGGI.
Hanno detto: Dio ha fatto l'uomo e il peccato l'ha contraffatto. (Paul Claudel)
Saggezza popolare: Nel monastero altrui non si va con le proprie leggi. (prov. Russo)
Un aneddoto: All'eremita nel deserto sono risparmiate tre battaglie: quella degli occhi, quella della lingua e quella delle orecchie. Gliene resta solo una: quella del cuore. (Sant' Antonio Abate)
Parola di Dio: Dt 26,16-19; Sal 118; Mt 5,43-48
Vangelo Mt 5, 43-48
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste". Parola del Signore
SIATE FIGLI DEL PADRE VOSTRO CELESTE, CHE FA SORGERE IL SUO SOLE SOPRA I MALVAGI E SOPRA I BUONI.
Noi abbiamo fatto di Dio, anche con la lettura 'integrale' di qualche pagina biblica e soprattutto grazie certa predicazione, uno che ama i buoni, guarda i “meriti”, gioisce delle preghiere e condanna i peccatori, li guarda di storto, prima o poi li castiga e li manda all'inferno. “ Se Dio non fosse così – dice qualcuno a che vale cercare di comportarsi bene? Se i peccatori sono amati da Dio, meglio comportarsi come loro!” Chi ragiona così non ha capito nulla di Vangelo di Gesù e di Dio suo e nostro Padre. Dio non ama il peccato, è contro la sua persona. Dio è giusto e il male non può essere impunito per le conseguenze stesse che comporta, e il bene non può non essere da Lui gradito e portato a compimento, ma al di là delle nostre piccole morali da commercianti, Dio ama le persone, tutte le persone e a tutti (ma in modo personale a ciascuno) dà la possibilità di realizzare se stessi nel bene personale e generale e allora chi siamo noi piccoli uomini per giudicare il prossimo e anche Dio per il suo comportamento? Ancora una volta partiamo da un altro punto di vista: Chi sono io perchè oggi il sole sia sorto solo per me?
DOMENICA 21 FEBBRAIO: 2^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C
Tra i santi ricordati oggi: San Pier Damiani, Vescovo e dottore della Chiesa; Santa Eleonora, regina
Una scheggia di preghiera:
NELLA GIOIA E NEL DOLORE, TU O DIO, SEI CON NOI.
Hanno detto: Alcuni finiscono nell'ombra per voler mettersi troppo in luce. (Smiles)
Saggezza popolare: Un gatto è in grado di sostenere lo sguardo di un Re. (Prov. Inglese)
Un aneddoto: Era la moglie di un famoso e celebrato scienziato, candidato al premio Nobel per la chimica. Ma era una donna sola e triste per le continue assenze del marito, che saltava da un aereo all'altro e da una conferenza all'altra. Quando sorprendeva la moglie a piangere, il professore reagiva in modo duro e scostante. Un giorno, vedendo le lacrime scorrere sul viso della donna, l'uomo le passò bruscamente un dito sulla guancia e raccolse una lacrima. Avvicinò il dito al volto della moglie e freddamente disse: "A che ti serve piangere? Guarda: le lacrime sono solo un po' di albumina, sodio, calcio, lisozima, glucosio, qualche proteina, carbonio... in quantità ridicola. Che cos'è una lacrima? Un'inutile secrezione di acqua sporca". Troppo spesso guardiamo gli altri con gli occhi del chimico. In questo modo, hanno ragione quelli che dicono che il corpo umano è soltanto una quantità di grasso sufficiente per produrre sette pezzi di sapone, abbastanza ferro per produrre un chiodo di media grandezza, una quantità di fosforo sufficiente per allestire duemila capocchie di fiammiferi, abbastanza zolfo per liberarsi dalle proprie pulci. E allora l'amore è solo una reazione chimica, una specie di malattia, gli esseri umani una merce in vendita, il mondo dello spirito una forma di stupidità.
Parola di Dio: Gen 15,5-12.17-18; Sal 26; Fil 3,17-4,1; Lc 9,28-36
Vangelo Lc 9, 28-36
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: “Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo”. Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Parola del Signore
PIETRO DISSE A GESÙ: “MAESTRO, È BELLO PER NOI STARE QUI.”
Non so a voi, ma a me è capitato, raramente, ma è capitato, sia nel cammino della vita che in quello della fede, di aver avuto dei momenti di “paradiso”: certe gioie profonde, senso di pace, momenti di resa totale, di abbandono pacifico e gioioso da dire la frase di Pietro: “E' troppo bello star qui”. Poi sono passati, e arrivata la nube delle paure e qualche volta del terrore, anche se sempre in questa nube c'è stata “la voce” che ci ha indicato la strada: seguire Lui anche se si tratta di scendere dal monte e magari risalire quella collinetta che non ci piace per niente, il Calvario. Quando ripenso a quei momenti che stento a rappresentare vivamente, a razionalizzare per il mio presente, mi sembra però di cogliere la grande pedagogia di Dio e sopratutto la sua misericordia: se già sulla terra si vivono certi momenti quanto sarà più bello viverli nell'eternità con Dio stesso e, anche grazie a quei momenti non sarà più facile accettare il buio e la prova che, anche se difficile a capire e a vivere, non può che avere sbocco in colui che vuole la nostra vera felicità?
LUNEDI' 22 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: FESTA DELLA CATTEDRA DI SAN PIETRO; Santa Margherita da Cortona.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE PER IL TUO SPIRITO CHE CI FA CHIESA.
Hanno detto: Avrai sempre quelle ricchezze che avrai donate. (Marziale)
Saggezza popolare: I primi sbagli sono di quelli che li commettono, i secondi di quelli che glielo permettono. (prov. Inglese)
Un aneddoto:
Nel
glorioso periodo dei Selciukidi, in Persia non c'erano negozi per la vendita di
abiti già pronti; accadeva però che alcuni sarti avessero qualche abito
confezionato, a disposizione di quanti non avevano il tempo per farselo tagliare
su misura.
Da uno di questi capitò un viaggiatore che chiese: "Avete un cappotto di quelli
imbottiti alla moda cinese, sciancrati in vita come quelli indiani?".
Dopo tutto era un capo alla moda, e il sarto ne aveva appunto uno, che il
viaggiatore indossò. Gli stava proprio a pennello, e il sarto non mancò di farlo
notare: "Vi va proprio su misura e costa solo cento denari. Ne siete
soddisfatto?".
Ma il viaggiatore replicò restituendoglielo: "Ecco, come tessuto va bene, e
anche come linea; ma lo vorrei molto più ricco, con un collo di pelliccia, le
manichette di pelo, una martingala di felpa e due grandi ricami, uno a destra e
uno a sinistra. Ne avete uno così?".
Il sarto replicò: "Credo proprio di sì. Deve essere giù in laboratorio. Si
accomodi, e mia moglie le preparerà un tè, mentre io scenderò dabbasso a
cercarlo".
E via di corsa nel laboratorio dove, gettato il cappottino sul bancone e
chiamati i lavoranti, subito tagliò un colletto di pelliccia e le manichette di
pelo, mentre le ricamatrici rapidamente ricamavano rami di fiori a destra e a
sinistra, e un aiutante applicava una martingala di felpa. Il lavoro venne
eseguito bene e rapidamente, e il sarto risalì trionfante esclamando: "L'ho
trovato! Eccolo!"
Il viaggiatore provò il cappotto così arricchito, si dichiarò soddisfatto e
chiese il prezzo.
"Quello di prima era semplice e costava cento denari, - disse il sarto - ma
questo è molto più importante e ne costa quattrocento". Il viaggiatore, dopo
aver pensato un momento, ribatté: "Cento il primo, quattrocento questo. Bene, li
compero tutti e due".
Ovviamente non avrebbe potuto comperarli tutti e due, ed è così anche per noi.
Non cambiamo mai nel corso della nostra vita, siamo sempre gli stessi: ci
evolviamo, e se a vent'anni siamo il cappottino semplice, a sessanta siamo più
ricchi di esperienze e di sapere, ma non potremo mai essere tutti e due nello
stesso tempo.
Parola di Dio nella festa della cattedra di San Pietro: 1Pt 5,1-4; Sal 22; Mt. 16,13-19
Vangelo Mt 16, 13-19
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Parola del Signore
A TE DARÒ LE CHIAVI DEL REGNO DEI CIELI, E TUTTO CIÒ CHE LEGHERAI SULLA TERRA SARÀ LEGATO NEI CIELI, E TUTTO CIÒ CHE SCIOGLIERAI SULLA TERRA SARÀ SCIOLTO NEI CIELI.
Quanto abbiamo imparato specialmente grazie agli ultimi Papi: la bontà di Papa Giovanni XXIII, il tormento profondo ma sempre sbocciato nella fede più piena di Paolo VI, l'umiltà di Giovanni Paolo I, il coraggio e l'impegno di Giovanni Paolo II, l'intelligenza buona di Benedetto, la grande comunicazione di umanità e di misericordia di Francesco. Quelle “chiavi”, anche se per qualcuno è difficile accettarlo, non sono più “potere” umano o imposizione religiosa, ma sono chiavi per aprire le porte a Cristo, per entrare nell'intimità dei cuori, per sentire la religione nel suo vero rapporto con Dio e con gli altri. Particolarmente perche “figlio del '68” anch'io mi sono sempre ribellato contro ogni forma di sopruso anche religioso sull'uomo e continuo a farlo per quello che posso ma oggi forse capisco meglio la figura del Papa come pastore garante dell'unità dei cristiani, uomo, anche lui con i suoi limiti, ma guidato dallo Spirito e vedo nel suo agire e nei suoi scritti non come un 'dictat' ma come la parola che Gesù attraverso i suoi ministri mi rivolge oggi perché la sua Chiesa possa camminare non nella crescita di potere ma nel servizio all'umanità intera.
MARTEDI' 23 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Policarpo, vescovo e martire; Santa Romana di Todi.
Una scheggia di preghiera:
PURIFICA, SIGNORE, LA NOSTRA FEDE.
Hanno detto: L'uomo veramente grande è colui che fa sentire grande ogni altro uomo. (G. K. Chesterton)
Saggezza popolare: C'è gente che ti butta sulla testa un vaso di fiori dal quinto piano e poi dice: «Ecco, ti regalo delle rose».
Un aneddoto: C'erano una volta dieci contadini, che camminavano insieme verso i loro campi. Furono sorpresi da un improvviso uragano, che prese a squassare violentemente le piante e a flagellare la terra. Correndo in mezzo ai fulmini e alle raffiche di grandine, i dieci si rifugiarono in un vecchio tempio in rovina. Il fragore dei tuoni era sempre più assordante, i lampi danzavano paurosamente sui pinnacoli del tempio. I contadini erano terrorizzati e cominciarono a dirsi, a mezza voce, che in mezzo a loro ci doveva essere un grosso peccatore, colpevole di aver fatto scatenare quella furia incontenibile, che li avrebbe annientati tutti. "Dobbiamo scoprire il colpevole", suggerì uno, "e allontanarlo da noi". "Appendiamo i nostri cappelli fuori della porta", disse un altro. "Quello di noi a cui appartiene il primo cappello che verrà portato via sarà il peccatore e lo abbandoneremo al suo destino". Furono tutti d'accordo. A fatica aprirono la porta e in qualche modo attaccarono fuori i loro cappelli di paglia. Il vento ne ghermì uno immediatamente. Senza alcuna pietà i contadini spinsero il padrone del cappello fuori della porta. Il poveretto, piegato in due per resistere al vento, si allontanò nella tempesta. Aveva fatto pochi passi, quando sentì un boato tremendo: un fulmine spaventoso si era abbattuto sul tempio e lo aveva polverizzato con tutti i suoi occupanti.
Parola di Dio: Is 1,10.16-20; Sal 49; Mt 23,1-12
Vangelo Mt 23, 1-12
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì'' dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato. Parola del Signore
NON FATE SECONDO LE LORO OPERE, PERCHÉ DICONO E NON FANNO.
Degni di stima per la loro fedeltà alla tradizione e per la passione con cui si applicavano allo studio delle Scritture, i farisei divennero tuttavia simbolo della perversione religiosa. La loro sicurezza dottrinale li teneva immobili nella propria tranquillità di coscienza, il loro amore per il passato li chiudeva di fronte alle più innocenti novità; custodi della fede essi ne diventavano i gendarmi; erano i tristi professori della verità, gelosi della loro dignità. Ma la frase di Gesù non è perché noi possiamo impunemente puntare il dito contro i farisei di ieri e di oggi, Gesù smaschera un altro nostro peccato, quello dell’ipocrisia. Siamo tutti un po’ farisei. E’ facile constatare la distanza tra le nostre parole e le nostre preghiere, le nostre celebrazioni da una parte, e, dall’altra la pratica quotidiana. Siamo allora invitati a verificare quale sia la volontà che anima il nostro muoverci verso Dio: forse anche noi siamo “uomini religiosi” solo per ottenere una lode ammirata da parte degli uomini? Forse anche noi crediamo che la religione sia uno dei tanti mezzi per poter apparire “rispettabili” ai nostri simili?
MERCOLEDI' 24 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Modesto, vescovo; San Sergio, martire.
Una scheggia di preghiera:
COMPIERE LA TUA VOLONTA' E' MIO BENE.
Hanno detto: Di solito noi detestiamo chi ci assomiglia, poiché i nostri difetti visti dal di fuori ci esasperano. (Proust)
Saggezza popolare: L'albero che è nato storto non raddrizzerà mai il tronco. (prov. Spagnolo)
Un aneddoto: Una volta, un cucciolo di leopardo si perdette nella steppa e un elefante, per caso, lo calpestò. Poco dopo il cucciolo fu trovato morto e la notizia fu portata al padre di lui. "Il tuo piccolo è morto", gridarono al vecchio leopardo. "Lo abbiamo trovato nell'erba, giù nella valle". Il leopardo ruggì di dolore e di collera. "Chi l'ha ucciso? Ditemi chi l'ha ucciso, perché io mi possa vendicare". "E' stato l'elefante". "L'elefante?". "Sì, l'elefante!". Il vecchio leopardo si fece pensieroso, ma dopo un momento disse: "No, non è stato l'elefante. Sono state certamente le capre. Sono state le capre! Ma vedrete come mi vendicherò". E il vecchio leopardo, infiammato di sacrosanta collera, corse sul colle dove pascolavano le capre e sbranò tutto il gregge.
Parola di Dio: Ger 18,18-20; Sal 30; Mt. 20,17-28
Vangelo Mt 20, 17-28
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i Dodici e lungo la via disse loro: «Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli soggiunse: «Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio». Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti». Parola del Signore
VOI NON SAPETE QUELLO CHE CHIEDETE.
Gesù risponde così a quella madre che chiedeva per i suoi figli un posto alla destra e alla sinistra di Gesù. Quella madre pensava alla gloria. Se avesse saputo che alla destra e alla sinistra di Gesù ci sarebbero stati due ladri crocifissi come Lui, non avrebbe fatto quella richiesta. La preghiera di domanda, che pure è importante, corre sempre questo rischio. Noi crediamo un bene per noi alcune cose, ma non sappiamo esattamente se saranno un bene o un male. Dio lo sa! Certi silenzi di Dio, certi non esaudimenti di nostre richieste non saranno forse grazie? Può darsi che sia anche debolezza di fede, ma quando chiedo qualcosa al Signore, gli dico sì la mia richiesta, la appoggio anche con tutte le mie motivazioni, ma, alla fine, aggiungo: “Tu sai che cosa è meglio per me, nella tua bontà di Padre donamelo e fammi anche capire che, qualunque cosa sarà è il miglior dono che poteva essermi fatto”.
GIOVEDI' 25 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Cesario; San Donato di Zara.
Una scheggia di preghiera:
AIUTACI SIGNORE A VEDERE IL FRATELLO.
Hanno detto: Chi possiede coraggio e carattere, è sempre molto inquietante per chi gli sta vicino. (Hermann Hesse)
Saggezza popolare: Il dente mente, i capelli grigi ingannano, ma le rughe non lasciano dubbi. (Prov. Spagnolo)
Un aneddoto: "Non stia lì a perdere tempo con me. Sono una poco di buono, faccio schifo a tutti, e faccio schifo anche a me!". Era una giovane arrabbiata. Incrociò il parroco che l'aveva invitata a frequentare il gruppo dei giovani e con astio e amarezza snocciolò tutte le cose che non le piacevano di se stessa: "Sono piatta e insignificante, ho un carattere insopportabile, ci provo con tutti, ma nessuno mi vuole veramente, sono invidiosa delle mie amiche e in famiglia do' sui nervi a tutti. Che ci sto a fare in questo mondo?".
Il parroco la guardò e, dopo un momento di silenzio, le disse: "Lo sai che hai due stupendi occhi verdi?".
La ragazza tacque interdetta. Il primo passo era fatto.
Parola di Dio: Ger 17,5-10; Sal 1; Lc 16,19-31
Vangelo Lc 16, 19-31
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: "C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvedranno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi". Parola del Signore
"C'ERA UN UOMO RICCO. UN MENDICANTE, DI NOME LAZZARO, GIACEVA ALLA SUA PORTA“.
Il ricco e Lazzaro: da un lato un uomo semplicemente definito "ricco", senza altri attributi, non è neanche un "ricco cattivo". Dall'altra c'è Lazzaro, il cui nome significa: "Dio aiuta". Quest'ultimo non chiede nulla: è presente e basta. Ma tra i due si avverte una distanza invalicabile che comincia sulla terra e poi continua per l'eternità. Il ricco non riesce neanche ad accorgersi di Lazzaro. Capita di leggere sulle porte di ingresso di certe case signorili: "Vietato ai venditori ambulanti e agli accattoni", cioè: essi non hanno diritto di esistere. E se lo stesso divieto si trovasse capovolto alle soglie dell'aldilà: "Vietato ai ricchi"? Più che mai attuale questa pagina di Vangelo. Tanti Lazzari giacciono alla nostra porta, tanti Lazzari attendono nei paesi del Terzo Mondo, qualcosa di diverso da un rapporto di sfruttamento e di forza. Oggi, come ieri, ciò che conta è varcare l'abisso che ci separa da loro, prima che diventi un baratro invalicabile.
VENERDI' 26 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Nestore, vescovo; San Porfirio, vescovo.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, VOGLIO ESSERE TUTTO TUO.
Hanno detto: La falsa modestia è l'ultima raffinatezza della vanità. (La Bruyère)
Saggezza popolare: I capelli grigi sono segno di vecchiaia e non sempre di saggezza. (Prov Greco)
Un aneddoto: Questo, siamo nel 1908, fu definito uno dei primi miracoli di Padre Pio. Trovandosi nel convento di Montefusco, fra Pio pensò di andare a raccogliere un sacchetto di marroni da mandare alla zia Daria, a Pietrelcina, che gli aveva sempre dimostrato un grande affetto. La donna ricevette le castagne, le mangiò e conservò il sacchetto per ricordo. Qualche tempo dopo, una sera, facendosi luce con una lampada ad olio, zia Daria andò a rovistare in un cassetto dove il marito custodiva la polvere da sparo. Una scintilla appiccò il fuoco ed il cassetto esplose investendo la donna in pieno volto. Urlando di dolore zia Daria prese dal comò il sacchetto che aveva contenuto le castagne di fra Pio e lo pose sul viso nel tentativo di porre sollievo alle ustioni. Immediatamente il dolore scomparve e sul volto della donna non restò alcun segno delle bruciature.
Parola di Dio: Gen 37,3-4.12-13a.17b-28; Sal 104; Mt 21,33-43.45-46
Vangelo Mt 21, 33-43. 45
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». Gli rispondono «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta. Parola del Signore
“IL PADRONE MANDO’ I SUOI SERVI DA QUEI VIGNAIOLI A RITIRARE IL RACCOLTO”.
Dio non viene a cercare da noi dei frutti per arricchire la sua grandezza: tutto è di Dio e nulla esiste senza la sua volontà, quindi Dio non cerca dei frutti per se stesso, ma vuole gioire nel vedere noi a portare i suoi frutti. Ma se le cose stanno così i frutti saranno quelli che immaginiamo noi?
Dio non si accontenta di preghiere, devozioni, pratiche varie, manifestazioni esteriori, tessere e neanche di offerte generose. Lui non vuole qualcosa di più, Lui vuole noi.
I frutti che Lui pretende da noi non servono ad aumentare le infinite ricchezze che sono già sue; i frutti servono a noi per crescere come uomini e come cristiani. Lui ha mandato i Patriarchi, i Profeti, Gesù, gli annunciatori del suo Vangelo per noi. Non sono esattori, sono quelli che ci possono aiutare ad ottenere da noi stessi il frutto migliore quello di crescere come figli ad immagine e somiglianza del Padre buono.
SABATO 27 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Leandro, vescovo; Santa Onorina, martire.
Una scheggia di preghiera:
ABBI PIETA' DI ME PECCATORE.
Hanno detto: L'ambizione ha occhi di bronzo che mai il sentimento riesce a inumidire. (Friedrich Schiller)
Saggezza popolare: Una parola detta al momento giusto è come un diamante incastonato nell’oro. (detto Ebraico)
Un aneddoto: Una figlia spirituale di Padre Pio, sul bordo della strada, leggeva una lettera del Frate. Il foglio le sfuggì di mano e il vento lo fece rotolare per la discesa. Era già lontano quando si arrestò su una pietra e la signorina poté recuperarlo. L'indomani Padre Pio le disse: "Fate attenzione al vento la prossima volta. Se non ci avessi messo il piede sopra, la mia lettera sarebbe finita a valle. Così è anche per i tuoi pensieri".
Parola di Dio: Mi 7,14-15.18-20; Sal 102; Lc 15,1-3.11-32
Vangelo Lc 15, 1-3. 11-32
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». Allora egli disse loro questa parabola: Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Parola del Signore
MORMORAVANO: COSTUI RICEVE I PECCATORI E MANGIA CON LORO.
Può sembrare strana questa invidia nei confronti della predilezione di Gesù per i peccatori. Questi farisei pensavano che Gesù avrebbe dovuto essere una loro esclusiva. Eppure dovremmo essere contenti che Gesù è soprattutto per i poveri, i lontani, i peccatori.
Anche noi, qualche volta, siamo tentati di gelosia nei confronti dell’amore di Dio per i peccatori. Ma a pensarci bene questo è dovuto al fatto che noi ci pensiamo migliori di loro. Se, con verità, ci accorgessimo che noi siamo i peccatori saremmo ben contenti di accogliere Colui che è venuto proprio per noi. E anche leggendo la parabola del “figliol prodigo” smettiamola di vedere solo i peccati degli altri. Sono io il figlio minore o quello maggiore o tutti e due, ma se riesco a comprenderlo sono davanti ad un padre misericordioso che non vede l'ora di accogliermi in casa sua.
DOMENICA 28 FEBBRAIO: 3^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C
Tra i santi ricordati oggi: Fedele, martire; San Ferruccio, martire.
Una scheggia di preghiera:
TU CI DAI, SIGNORE, UN TEMPO FAVOREVOLE PER LA NOSTRA CONVERSIONE.
Hanno detto: Il nostro cuore quando è innamorato d'amore divino fa come la spugna che trae a sé l'acqua. (S. Caterina da Siena)
Saggezza popolare: Il passato rivive ogni giorno perché non è mai passato. (Prov. Africano)
Un aneddoto: Vincenzo Ferreri fu chiamato d'urgenza al capezzale d'un moribondo disperato. Era stato un grande peccatore e anche sul letto di morte rifiutò i sacramenti e il pentimento. Allora il santo gli gridò: Ma perché vuoi dannarti eternamente, quando Gesù Cristo ti vuol salvare? Rispose il moribondo disperato: Io voglio proprio dannarmi, a dispetto di Cristo Signore! E il santo replicò: E tu invece, a dispetto tuo, ti devi salvare! E io, in nome di Dio, riuscirò a perdonarti tutto! Ciò detto, invitò intorno al letto tutti quelli di casa. Si recitò devotamente il santo Rosario. E la Madonna ottenne la grazia. L'infermo ad un certo punto chiamò il santo; confessò, piangendo i suoi numerosi peccati e morì nella grazia di Dio, che è la fortuna più desiderabile del mondo.
Parola di Dio: Es 3,1-8.13-15; Sal 102; 1Cor 10,1-6.10-12; Lc 13,1-9
Vangelo Lc 13, 1-9
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: “Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. Disse anche questa parabola: “Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai”. Parola del Signore
“CREDETE CHE QUEI GALILEI FOSSERO PIÙ PECCATORI DI TUTTI I GALILEI?”
Solo pochi giorni fa, come sarà successo a voi centinaia di volte, sono stato avvicinato dai soliti due che hanno cominciato la loro tiritera col dire: “Ha visto gli ultimi disastri, i terremoti, le morti in mare... E' Dio che è stufo degli uomini ed ha cominciato a punire i peccatori!” Non mi sono più tenuto ed ho risposto: “Quando il tuo dio, stanco dei peccati, farà morire tuo figlio tra molte sofferenze, lo chiamerai ancora Dio giusto e misericordioso?”
Non si possono leggere così storia e fatti! Disgrazia e fortuna non sono legati al nostro comportamento, né ad una punizione di Dio, ma diventano l’occasione, come asserisce Gesù, di accorgerci che la vita è un soffio e che occorre davvero cogliere ogni momento per guardare a Dio. La vita – ci ricorda il Maestro – fortunata o tragica che sia, non è che lo strumento con cui impariamo a scoprire la pienezza nascosta nelle cose ed è la nostra occasione di conversione: Dio nella sua misericordia concede, come nella parabola del fico, delle dilazioni, ma abusarne vorrebbe dire prendersi gioco della sua pazienza. Non è improprio identificarci con il fico infruttuoso: tante foglie e pochi frutti. Tante parole, tante promesse, tanti sogni… poi il tempo passa e le nostre mani rimangono vuote. “Taglialo” potrebbe dire il Signore; ma Lui ci dà speranza: “Lascialo ancora per quest’anno…”. Non possiamo deluderlo.
LUNEDI' 29 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi:S. Ilario, Papa; S. Osvaldo; Beata Antonia di Firenze.
Una scheggia di preghiera:
LA TUA PAROLA E' PER NOI SPADA TAGLIENTE.
Hanno detto: Nella fede si finisce per capire, solo a forza di essere fedeli. (Padre Carré)
Saggezza popolare: Anche l’abate fu prima frate.
Un aneddoto: La Chiesa ha sempre valorizzato il lavoro. Nel medioevo, quando attraverso disboscamento e fertilizzazione si bonificavano immensi territori, i monaci erano in prima fila a lavorare con i contadini. Di San Ermenfroid, che aveva lasciato la corte di Clotario II per fondare una comunità in una vallata a nord di Besancon, si dice che passasse intere giornate a battere il grano sull’aia: questo abate, alla domenica, celebrando la Messa, distribuiva ai lavoratori e alle loro famiglie, il pane benedetto, stando sui gradini dell’altare. E appena vedeva le mani callose dei suoi fedeli, si chinava a baciare con tenero rispetto quei nobili segni del lavoro della settimana.
Parola di Dio: 2Re 5,1-15a; Sal 41 e 42; Lc 4,24-30
Vangelo Lc 4, 24-30
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, giunto Gesù a Nazareth, disse al popolo radunato nella sinagoga: «In verità vi dico: nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro». All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. Parola del Signore
“NESSUN PROFETA E’ BENE ACCETTO IN PATRIA”.
Noi spesso abbiamo idea che la bontà sconfini con il dar sempre ragione, con il blandire il proprio prossimo e ci stupiamo quando vediamo nel Vangelo che Gesù è provocatorio, non fa nulla per indorare le pillole amare, evidenzia a volte bruscamente le pecche di coloro che si sentivano troppo buoni. Gesù provoca i nazareni, ferendo il loro orgoglio con il non fare a Nazareth i miracoli realizzati a Cafarnao, e li provoca ponendo fine ai privilegi giudei e dando altresì preferenza ai pagani sui giudei. Anche oggi il cristiano dovrebbe essere provocatorio in senso buono. Il nostro essere e il nostro agire dovrebbe provocare insicurezza in un mondo che ha voluto codificare tutto, fede compresa, perché si realizzi una vera conversione, un cambiamento di mentalità. Si deve provocare con la "debolezza" di ogni uomo, affinché acquisti rilevanza e senso in ogni vita umana la forza e il potere di Dio. Si deve provocare mettendo in evidenza che le cose che maggiormente gli uomini desiderano per essere felici sono cianfrusaglie di felicità che gli uomini comprano al supermercato della società o della cultura, mentre l'autentica felicità si trova in Dio e solo Dio può donarcela. Si deve provocare l'uomo nelle sue miserie e meschinità, affinché prenda coscienza della sua grandezza come immagine di Dio, come figlio di Dio. Ma prima di provocare gli altri ci lasciamo provocare noi dalla persona e dalla parola di Gesù?
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