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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

GENNAIO  2016

 

 

VENERDI' 1 GENNAIO:  MARIA SANTISSIMA, MADRE DI DIO

Tra i santi ricordati oggi: San Fulgenzio, vescovo; Santa Franca; San Guglielmo da Volpiano.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO VOLTO, SIGNORE, ILLUMINI IL NOSTRO CAMMINO.

 

Hanno detto: La potenza delle leggi non dipende dalla severità di chi le applica, ma dalla saggezza che esse esprimono. (Rousseau)

Saggezza popolare: Se facessimo quel che dobbiamo, Dio farebbe quel che vogliamo.

Un aneddoto: Racconta san Pietro Crisologo: La donna toccò il mantello di Gesù e fu guarita, fu liberata dal suo male. Noi invece tocchiamo e riceviamo ogni giorno il corpo del Signore, ma le nostre ferite non guariscono. Se siamo deboli non dobbiamo attribuirlo al Cristo, ma alla nostra mancanza di fede. Se infatti un giorno, passando per la strada, egli restituì la salute a una donna che si nascondeva, è evidente che oggi, dimorando in noi, egli può guarire le nostre ferite.

Parola di Dio: Nm. 6,22-27; Sal 66;Gal. 4,4-7; Lc.2,16-21

 

Vangelo (Lc. 2, 16-21)

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, i pastori andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

 

“TROVARONO MARIA, GIUSEPPE E IL BAMBINO ADAGIATO NELLA MANGIATOIA”. (Lc. 2,16)

Un nuovo anno comincia e invano scruto l'orizzonte per scorgere in anticipo quello che accadrà. Davanti al tempo, Signore, lo devo ammettere, avverto tutta la mia fragilità e il mio smarrimento.

Non posso sapere con certezza quello che accadrà di qui a poche ore e come posso prevedere
ciò che mi riserverà questa nuova carovana di giorni?

Non riesco neppure a intravedere le sorprese che mi attendono dietro l'angolo e come posso riconoscere ciò che sta nel cuore di questi mesi?

E tuttavia, Signore, anche se televisioni e giornali continuano a rovesciare su di me la loro valanga di sciagure, di notizie sconfortanti, di previsioni nere, io non voglio lasciarmi vincere dall'ansia o dallo scoraggiamento, dal pessimismo o dalla tensione.

No, Signore, vado incontro a questo nuovo anno con fiducia e con speranza. E sai perché? Qualunque cosa accada, ne sono certo, tu sarai con me. (Roberto Laurita)

 

 

SABATO 2 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Basilio e Gregorio Nazianzeno; Sant’ Adalardo di Corbie.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO NOME E' FRATELLO.

 

Hanno detto: Se il Signore avesse ritenuto qualche età non favorevole alla conversione non avrebbe inviato operai nella vigna in orari diversi. (Fulgenzio di Ruspe)

Saggezza popolare: È meglio accendere una candela che maledire l'oscurità.

Un aneddoto: Efrem Siro pregava così:  Signore e maestro della mia vita, allontana da me lo spirito di pigrizia, di abbattimento, di sfiducia, di dominio e delle parole vane. Concedi a me tuo servo, uno spirito di castità, di umiltà, di pazienza e di amore.

Parola di Dio: 1Gv. 2,22-28; Sal. 97; Gv. 1,19-28

Vangelo Gv 1, 19-28

Dal vangelo secondo Giovanni.

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: "Chi sei tu?". Egli confessò e non negò, e confessò: "Io non sono il Cristo". Allora gli chiesero: "Che cosa dunque? Sei Elia?". Rispose: "Non lo sono". "Sei tu il profeta?". Rispose: "No". Gli dissero dunque: "Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?". Rispose: "Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia". Essi erano stati mandati da parte dei farisei. Lo interrogarono e gli dissero: "Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?". Giovanni rispose loro: "Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo". Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Parola del Signore

 

“IN MEZZO A VOI STA UNO CHE VOI NON CONOSCETE”. (Gv. 1,27)

Quanta gente vive perchè sta in piedi! Non sta a farsi tanti problemi, l'importante è tirare avanti, avere soldi a sufficienza per avere le cose “necessarie” (che spesso corrispondono al superfluo) avere salute, bellezza fisica, “amori” e poi se c'è il male negli altri magari ci emozioniamo un po’ (fa parte della nostra umanità!) ma l'importante è che non tocchi a noi. E se proprio ci tocca abbiamo mille modi di nasconderci, di sublimare, di trovare surrogati che ci leniscano i mali e che ci aiutino a superare sensi di colpa e momenti difficili. E i rapporti con gli altri? Per quanto ci servono! Per cui non si incontra l'altro, per cui al bene comune si attende solo dopo il bene personale e quando fa comodo... Eppure c'è l'altro, non è bello come vorremo ma c'è; abbiamo bisogno dell'altro. L'altro ha un nome. E Gesù è nell'altro. Non viene a prendermi nulla ma a darmi il senso vero della vita. Chissà se oggi riuscirò a vederlo, a dargli un nome, a incontrarlo!

 

 

DOMENICA 3 GENNAIO: 2^DOMENICA DOPO NATALE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Genoveffa, vergine; San Fiorenzo, vescovo; Sant’Antero, papa.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, MIO DIO, SEI MIO PADRE.

 

Hanno detto: “Siate amanti e praticanti della semplicità e dell’umiltà, e non vi curate dei giudizi del mondo, perché se questo mondo non avesse nulla da dire contro di noi, non saremmo veri servi di Dio”. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: La purezza di mente e la pigrizia sono incompatibili.

Un aneddoto: Un giorno mentre san Karlief (o Calais) stava nel bosco si vide arrivare un grosso bufalo in corsa. Ma anziché travolgerlo, il bufalo rallentò e si mise sdraiato ai piedi del santo, come se cercasse protezione. Infatti poco dopo arrivò un branco di cacciatori, che però non osarono intervenire trovandosi davanti il monaco. Poco dopo arrivò il capo banda, il principe, proprietario della foresta dove viveva Calais. Il principe lo minacciò dicendo – Come osi tu abitare nella mia foresta? E come osi proteggere questa bestia cui diamo la caccia?- Il santo cercò di spiegargli che lui era lì solo per pregare e servire Dio, ma il principe non volle ascoltarlo ed aizzò il cavallo contro di lui. Allora il cavallo si imbizzarrì e invece di avvicinarsi a Calais, scaraventò a terra il principe, disarcionandolo. Umiliato dalla caduta, il principe rinsavisce e chiede perdono al monaco, che gli offre da bere e poi lo benedice. Al che il principe gli concede di abitare nella sua foresta fin che vuole e di vivere di ogni bene che potrà trovare.

Parola di Dio: Sir.24, 1-2; 8-12; Sal. 147; Ef. 1,3-6.15-18; Gv. 1, 1-18

 

Vangelo Gv 1, 1-18

Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. Parola del Signore  

 

A QUANTI LO HANNO ACCOLTO HA DATO IL POTERE DI DIVENTARE FIGLI DI DIO. (Gv. 1,12)

Il battesimo ci ha fatti figli di Dio: troppe volte questa frase è stata data per scontata e dire che siamo figli di Dio è diventato qualcosa di vago, una specie di gergo religioso usato e strausato nella predicazione: insomma qualcosa che non dice più niente. Eppure il cognome di mio padre segna tutta la mia vita, lI mio volto, il mio corpo, il mio spirito portano i segni della mia origine.

Sei fatto "a immagine e somiglianza di Dio", sei chiamato a ritrarre Cristo qui in terra; porti nelle tue vene, nel tuo cuore, nel tuo volto la presenza di Cristo.

Ma tutto questo in maniera discreta da parte di Dio: puoi accoglierlo o no. Di una cosa puoi star certo: che Lui è talmente innamorato di te che continua a bussare alla porta del tuo cuore: "io sto alla porta e busso". (Ap. 3,20).

 

 

LUNEDI' 4 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Celso, vescovo; Santa Elisabetta di Seton.

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO, PROTEGGI E DIFENDI TUTTI I TUOI FIGLI.

 

Hanno detto: La Chiesa riceve i colpi e non li rende; ma state attenti: essa è un'incudine che ha logorato molti martelli. (Berryer)

Saggezza popolare: Il paziente val più di un eroe, chi domina se stesso val più di chi conquista una città. (Prov. biblico)

Un aneddoto: In Palestina, sotto la dominazione turca,un crudele pascià aveva proibito agli ebrei di accendere qualsiasi lume durante la notte. Le città erano nella più completa oscurità, ma a Safed le finestre del rabbino Joseph Caro splendevano nelle tenebre. Il rabbino leggeva le Scritture. Le guardie riferirono al pascià ciò che accadeva. Costui si recò subito alla casa del rabbino e lo vide chino sulla Bibbia, mentre tutta la stanza risplendeva di luce, sebbene nessuna lampada fosse accesa. Allora il rabbino spiegò al pascià che la legge di Dio illumina non solo la vita di coloro che la studiano, ma è luce per tutto il mondo.

Parola di Dio: 1Gv. 3,7-10; Sal. 97; Gv. 1,35-42

 

1^ Lettura 1 Gv 3, 7-10

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.

Figlioli, nessuno v'inganni. Chi pratica la giustizia è giusto com'egli, Gesù, è giusto. Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché il diavolo è peccatore fin dal principio. Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo. Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché un germe divino dimora in lui, e non può peccare perché è nato da Dio. Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello. Parola di Dio

 

“CHI NON PRATICA LA GIUSTIZIA NON È DA DIO, NÉ LO È CHI NON AMA IL SUO FRATELLO”. (1Gv. 3,10)

Nella nostra presunzione assurda di voler decidere e definire chi è buono e chi è cattivo, noi usiamo categorie umane molto esteriori: diciamo che è buono chi partecipa alla messa; pensiamo sia più cristiano di un altro chi partecipa ad un gruppo o chi sa far sfoggio di cultura religiosa... La parola di Dio è molto più drastica: chi non ama il fratello, chi non pratica la giustizia non è da Dio! il criterio, quindi, non per giudicare il prossimo ma per giudicarci è proprio questo: le mie opere sono giuste (non della mia giustizia ma di quella di Dio) e sono capace di amare tutto il mio prossimo?

 

 

MARTEDI' 5 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Edoardo, Re; Santa Emiliana; San Simeone, Stilita.

Una scheggia di preghiera:

 

DALL'ODIO E DAL RANCORE, LIBERACI O SIGNORE.

 

Hanno detto: Niente abbassa tanto il livello della conversazione quanto l'alzare la voce. (Stanley Korowitz)

Saggezza popolare: Niente é più misero eppur più superbo dell'uomo.

Un aneddoto: Domandarono ad un padre del deserto: È bene leggere spesso la divina Scrittura?

Rispose: — La divina Scrittura è come l’erba fresca e buona: il resto è tutto spine. La pecora riceve dal pastore una buona erba da mangiare, ma essa mangia anche ciò che trova nel deserto. Quando si sente bruciare, perché ha mangiato le spine del deserto, rumina l’erba e la sua bocca si raddolcisce e il succo delle spine non si fa più sentire. E così anche per l’uomo, buona cosa è la meditazione delle Scritture tra tanti cibi indigesti del mondo.

Parola di Dio: 1Gv. 3,11-21; Sal. 99; Gv. 1,43-51

 

1^ Lettura 1 Gv 3, 11-21

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.

Carissimi, questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l'uccise? Perché le opere sue erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste. Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna. Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità. Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio. Parola di Dio

 

“CHIUNQUE ODIA IL PROPRIO FRATELLO È OMICIDA, E VOI SAPETE CHE NESSUN OMICIDA POSSIEDE IN SE STESSO LA VITA ETERNA”. (1Gv. 3,14)

L’odio è una delle più brutte malattie del cuore. Si insinua in esso, cresce dentro di noi, sclerotizza, ci carica di negatività, fa uscire da noi tutte le cose più nefande, ci amareggia, ci rovina la salute, e san Giovanni ci ricorda oggi che ci fa diventare “omicidi” e quindi insalvabili.

Provo a tratteggiare alcuni rimedi contro questa “malattia”:

1.    Ricordarsi che è Dio il giudice e il Signore di ogni vita umana. Lui solo conosce ciò che c’è nel cuore e può giudicarlo.

2.    Ricordarci che Gesù ha dato la sua vita per noi non perché eravamo bravi, ma mentre eravamo peccatori.

3.    Volerci bene e ricordarsi che l’odio, prima di tutto avvelena noi.

4.    Dall’odio si guarisce solo sostituendolo con tanto amore.

5.    Se ti accorgi che non riesci a  sradicare totalmente l’odio dal tuo cuore non perderti d’animo, continua provarci, offri al Signore la tua fatica, cerca cose positive, accetta l’amore degli altri. Colui che ti ama presto trapianterà il tuo cuore.

 

 

MERCOLEDI' 6 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Epifanio Vescovo, San Macario lo Scozzese.

Una scheggia di preghiera:

 

I TUOI SEGNI, SIGNORE, SIANO LUCE AI NOSTRI PASSI.

 

Hanno detto: La ragione sopporta le difficoltà,il coraggio le combatte e la pazienza le vince. (Madame de Sevigné)

Saggezza popolare:  Si deve seguire Dio, non precederlo.

Un aneddoto: Racconto dei rabbini. C’era un albero che non dava frutti, benché sorgesse vicino alle acque. Il suo padrone fu costretto ad abbatterlo. Ma esso supplicò: Padrone, trapiantami e, se nemmeno allora io darò frutti, abbattimi! Ma il padrone gli rispose: Tu ti prendi burla di me! Se quando stavi presso l’acqua, non hai dato frutti, come puoi darne, stando in un altro posto? E quindi il padrone diede di mano alla scure.

Parola di Dio: Is. 60,1-6; Sal. 71; Ef. 3,2-3.5-6; Mt. 2,1-12

 

Vangelo Mt 2, 1-12

Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo”. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore

 

“ERODE, CHIAMATI SEGRETAMENTE I MAGI, DISSE LORO: QUANDO LO TROVERETE FATEMELO SAPERE”. (Mt. 2,7-8)

Erode, il potente della terra, ha paura di perdere il suo potere. Per lui la visita dei Magi è un fatto politico da esaminare attentamente. Il nuovo re di cui essi parlano è un suo potenziale concorrente.

Se invece di cercare il Bambino per ucciderlo, Erode lo avesse cercato con lo stesso desiderio di luce dei magi, avrebbe fatto strane scoperte: Gesù non aspirava al suo trono!

Erode per mantenere il suo potere ha bisogno di apparire con segni esteriori che manifestino la sua forza, la sua ricchezza, il suo potere; Gesù invece preferisce l’umiltà, il nascondimento. La sua non è una reggia sfarzosa, ma una povera casa qualunque difficile da distinguere dalle altre. Il “Re dei Giudei” non attende gli omaggi dei sudditi, attende invece “quelli partiti da lontano”, quelli che hanno seguito una stella ma hanno continuato a cercare anche al buio.

Erode è uno che ha perso l’occasione: poteva incontrare Colui che avrebbe potuto dare un senso perfino al suo regno terreno, e per paura, non solo non incontrerà Cristo ma cercherà di ucciderlo e per far questo non avrà pietà neanche di bambini inermi.

“O con me o contro di me”, o in viaggio per trovare ed adorare o in viaggio per uccidere. Ed è così, anche oggi.

 

 

GIOVEDI' 7 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Carlo da Sezze; San Luciano, Martire, San Raimondo da Penaford, sacerdote.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', FRATELLO MIO, TU SEI IL FIGLIO DI DIO.

 

Hanno detto: Quale gran gioia pensare che il buon Dio è giusto, cioè che tiene conto delle nostre debolezze, che conosce perfettamente la fragilità della nostra natura. (S. Teresa di Lisieux)

Saggezza popolare: Non dobbiamo rammaricarci se vediamo le rose con le spine, ma dobbiamo consolarci che le spine hanno le rose.

Un aneddoto: Una volpe stava mangiando, quando passò lì vicino un candido ermellino. Disse la volpe vorace: — Vuoi favorire?

Rispose l’ermellino: Grazie, ho già mangiato!

E la volpe ridendo: — Voi ermellini preferite digiunare che sporcarvi il vestito!

Proprio allora arrivarono i cacciatori. La volpe, veloce come un lampo, si nascose; l’ermellino pure corse verso la sua tana. Ma quella volta il sole d’inverno, sciogliendo la neve, aveva portato il fango nella tana. E il candido ermellino non vi entrò: preferì morire piuttosto che macchiare la sua purezza. (Leonardo da Vinci)

Parola di Dio: 1 Gv. 3,22-4,6; Sal. 2; Mt. 4,12-17.23-25

 

1^ Lettura 1 Gv 3, 22 - 4,6

dalla prima lettera di san Giovanni Apostolo

Carissimi qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato. Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo. Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto questi falsi profeti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. Costoro sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore. Parola di Dio

 

“OGNI SPIRITO CHE RICONOSCE CHE GESÙ CRISTO È VENUTO NELLA CARNE, È DA DIO; OGNI SPIRITO CHE NON RICONOSCE GESÙ, NON È DA DIO”. (1 Gv. 4,2-3)

Sempre più spesso incontriamo persone che ci propongono verità, religioni nuove o vecchie. Come distinguere ciò che è buono da ciò che è falso?

Un giusto e amoroso rispetto delle persone non deve però farci recedere dalla nostra fede. S. Giovanni, nella lettura di oggi, ci indica una strada preziosa per discernere il giusto dal falso. Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato è il centro della nostra fede. Chi ci racconta altro, anche allettante, non ci interessa! E’ vero che tutto può concorrere al bene, è vero che Gesù stesso ha detto: “Chi non è contro di noi è per noi” ma è anche vero che Lui solo è “la Verità, la Via, la Vita”. E qualche volta succede che i lupi si travestono da pecore. La prudenza e l’attaccamento a Gesù sono le vie dello Spirito per non farci deviare dalla fede vera

 

 

VENERDI' 8 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Pavia; San Severino, Sant’Adreghino.

Una scheggia di preghiera:

 

MIO DIO, MI AMI CON TUTTO TE STESSO.

 

Hanno detto: Ho l'impressione che le nostre città siano fortemente anemiche, spiritualmente superficiali, con un tasso di vita interiore molto povero. (Don Tonino Bello)

Saggezza popolare: Per troppo discutere si perde la verità.

Un aneddoto: Aveva palloncini di tutti i colori: bianchi, rossi, verdi, gialli... Aveva palloncini di tutte le forme, anche le più belle: forme di coniglietto, di papera, di oca, ecc.

Gli chiese un bambino: Di che colore è il palloncino che vola più in alto?

E una bambina: Di che forma è il palloncino che sale di più?

Rispose serio il venditore: — Bambini belli, il volare in alto non dipende né dal colore, né dalla forma, né dalla bellezza. Dipende da quel che c’è dentro!

Anche per noi vale la legge dei palloncini: il volare verso il cielo dipende da quello che abbiamo dentro. Per questo Gesù ha alitato sugli apostoli e alita anche su di noi.

Per questo Gesù — già dal Battesimo — ci ha dato la sua vita divina: il Suo Spirito.

Parola di Dio: 1Gv. 4,7-10; Sal. 71; Mc. 6,34-44

 

1^ Lettura 1 Gv 4, 7-10

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Parola di Dio

 

“IN QUESTO STA L'AMORE: NON SIAMO STATI NOI AD AMARE DIO, MA È LUI CH'E HA AMATO NOI E HA MANDATO SUO FIGLIO”. (1Gv. 4,10)

Anche nel cammino di fede qualche volta bisogna fare esercizio di analisi logica: bisogna imparare a cambiare soggetto: "Ti amo con tutto il cuore"; forse prima di fare promesse di questo genere è meglio dire: "Tu, mio Dio, mi ami con tutto il cuore" perché solo rendendoci conto di essere amati per primi da Dio e per di più gratuitamente che possiamo imparare ad amare, a rispondere pur nella nostra debolezza "con tutto il cuore".

 

 

SABATO 9 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Abate; Santi Giuliano e Balista, Martiri; San Marcellino.

Una scheggia di preghiera:

 

SE TU SEI CON ME, DI CHI AVRO' PAURA?

 

Hanno detto: Quanto più ci svuotiamo di noi stessi, tanto più potremo riempirci di Dio. (S. M. Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: Uno sguardo luminoso allieta il cuore; una notizia lieta rianima le ossa. (Sapienza biblica)

Un aneddoto: Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni… Però ciò che è importante non cambia, la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno. Dietro ogni linea di arrivo c'è una linea di partenza. Dietro ogni successo c'è un'altra delusione. Fino a quando sei viva, sentiti viva. Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo. Non vivere di foto ingiallite. Insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni. Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c'è in te. Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto. Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce. Quando non potrai camminare veloce, cammina. Quando non potrai camminare, usa il bastone. Però non trattenerti! (Santa Madre Teresa di Calcutta)

Parola di Dio: 1Gv. 4,11-18; Sal. 71; Mc. 6,45-52

 

1^ Lettura 1 Gv 4, 11-18

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.

Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi. Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio. Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui. Per questo l'amore ha raggiunto in noi la sua perfezione, perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio; perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore. Parola di Dio

 

"NELL'AMORE NON C'È TIMORE". (1Gv. 4,18)

Uno dei sentimenti più profondi che accompagnano l'uomo durante tutto l'arco della vita è la paura: paura del male fisico, paura di non riuscire nella vita, paura di non essere compresi, amati, aiutati, paura di sbagliare... paura di Dio!

Il terrorismo si basa sulla paura. Le guerre ingenerano la paura. Le false religioni si costruiscono sulle paure e sui falsi sensi di colpa dell’uomo.

Se nella nostra vita piccola e precaria non possiamo fare a meno delle paure che qualche volta hanno anche la virtù di renderci attenti e di evitarci certi rischi, di una paura dobbiamo liberarci. E’ la paura di Dio. Di Dio si deve aver timore, ciò rispetto, ma non paura. Gesù sovente dice: "Non abbiate paura" (Mt. 12,27), "Non preoccupatevi per la vostra vita.., guardate i gigli dei campi" (Mt. 6,24—29). Il vero problema è credere alla Parola di Dio, è lasciarci amare e amare sul serio, è fidarsi che Dio può trarre il bene anche dal male.

Solo quando ci sentiremo davvero amati da Dio, quando con Gesù lo riconosceremo padre e non padrone, quando accetteremo allora dalle sue mani ogni cosa, anche quelle difficili perché date con amore, Dio sarà per noi ciò che Egli veramente è: colui che ama totalmente.

 

 

DOMENICA 10 GENNAIO: BATTESIMO DEL SIGNORE ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agatone, Papa; Sant’Aldo, Monaco; San Guglielmo di Burges, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

RINNOVACI, SIGNORE COL DONO DEL TUO SPIRITO.

 

Hanno detto:

L'ambizione s'attacca più facilmente alle anime piccole che alle grandi, come il fuoco si appicca più facilmente alla paglia e alle capanne che ai palazzi. (Nicolas de Chamfort)

Saggezza popolare: La grandezza fugge chi la cerca e segue chi la fugge. (Talmud)

Un aneddoto: Sedevo in rispettosa ammirazione mentre l’anziano monaco rispondeva alle nostre domande, lo sono timido di natura, ma quella volta mi sentivo così a mio agio in sua presenza che mi ritrovai ad alzare la mano.

— Padre, parlaci di te stesso.

Sussurrò: Di me stesso? — Ebbe una lunga pausa di riflessione.

— Il mio nome era ... Io; ma ora è ... Tu! (Teofane il monaco).

Parola di Dio: Is 40,1-5.9-11; Sal. 103; Tt. 2,11-14; 3,4-7; Lc. 3,15-16.21-22

 

Vangelo Lc 3, 15-16. 21-22

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile”. Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella. Ma il tetrarca Erode, biasimato da lui a causa di Erodìade, moglie di suo fratello, e per tutte le scelleratezze che aveva commesso, aggiunse alle altre anche questa: fece rinchiudere Giovanni in prigione. Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”. Parola del Signore

 

“MENTRE GESU’ STAVA IN PREGHIERA SCESE SU DI LUI LO SPIRITO SANTO”. (Lc. 3,22)

Nel brano evangelico di oggi si parla di due battesimi: il Battesimo che Gesù riceve e il Battesimo che Gesù promette; si parla del Battesimo di Gesù e del nostro Battesimo. Il Battesimo che Gesù riceve è ancora il Battesimo vecchio, con acqua, di Giovanni Battista; ma il fatto che “scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea come di colomba” fece di quel Battesimo un Battesimo nuovo, il primo Battesimo in Spirito Santo! Ogni Battesimo cristiano non fa che prolungare il mistero di quel giorno: lo Spirito Santo scende su una creatura umana e quella creatura diventa “figlio prediletto” del quale il Padre si compiace.

Anche per noi è avvenuto cosi; ma che sappiamo noi di questo evento grandioso che ha segnato l'inizio della nostra vita cristiana? Il Battesimo è stato ed è tuttora per moltissimi cristiani come un pacco dono ricevuto tanto tempo fa, ma che non è stato ancora svolto e aperto. Abbiamo il pacco, ma non conosciamo il dono che c'è dentro. Siamo figli di Dio, ma non lo sappiamo. Ci è rimasto, del Battesimo, il “carattere indelebile” che ci permette di compiere lecitamente e validamente tutti gli atti della vita cristiana; ma il frutto del Battesimo resta “legato” e non riusciamo perciò a sentire dentro quella voce dolcissima che ci dice: “Tu sei il mio figlio diletto!”. E questo perché abbiamo sclerotizzato la fede. Crediamo davvero che ci sia Qualcuno di importante nella nostra vita? Importante almeno quanto i nostri affari, i nostri affetti? Diamo da mangiare al nostro corpo e lo curiamo perché sia sempre al meglio, ma come curiamo e alimentiamo la fede? Spesso è asfittica. C’è, ma è in coma profondo, è addormentata nelle abitudini, non è più una ricerca fatta per amore, un incontro gioioso, una fantasia di rapporto. Spesso, poi, non si traduce in vita concreta.

Siamo battezzati, ricordiamocelo. Fin da allora la nostra fede è in Gesù Cristo Figlio di Dio, e questa fede l’abbiamo rinnovata nella Cresima e negli altri Sacramenti e anche solo verbalmente la professiamo ogni domenica recitando il Credo. Come posso credere in Gesù che mi rivela il Padre, come posso rivestirmi di Lui se non lo conosco, se dico di non aver tempo neanche di leggere e di meditare due righe di Vangelo al giorno?

Nel nostro Battesimo, poi, abbiamo ricevuto un incarico, come Gesù; siamo stati “unti dallo Spirito Santo” per essere testimoni di Cristo sulla terra. Mi chiedo: chi mi vede in casa, in ufficio, in tram, alla partita, in macchina, in chiesa, riesce a vedere in me un cristiano? Sento la gioia e il desiderio di mostrare Cristo? Mi impegno nelle opere di amore che Gesù mi ha insegnato ed affidato?

 

 

LUNEDI' 11 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Igino, Papa; Santa Liberata, martire, Sante Speciosa e Onorata di Pavia.

Una scheggia di preghiera:

 

MANDACI, SIGNORE, COME OPERAI NELLA TUA MESSE.

 

Hanno detto: L'anima umana è come un abisso che attira Dio, e Dio vi si getta. (Julien Green)

Saggezza popolare: La gola ha ucciso più uomini che la fame. (Talmud)

Un aneddoto: Santa Melania, figlia di Marcellino console nel 341, alla morte del marito si recò nel deserto di Nitria per visitarvi i santi solitari, dei quali aveva sentito raccontare meraviglie. In particolare si recò da Pambo, famoso in quei luoghi, e, venuta a sapere della estrema povertà del vegliardo, gli fece dono di trecento libbre d’argento in vasellami. Il santo lavorava a intessere foglie dì palma e, senza neppure volgere lo sguardo, disse: Dio vi ricompensi. Poi ordinò all’economo di distribuire il vasellame tra i monasteri poveri della Lidia e delle isole. Melania attendeva che il vegliardo la ringraziasse e le desse una speciale benedizione, ma, visto che continuava in silenzio il suo lavoro, gli disse: Padre, affinché Io sappiate, sono trecento libbre d’argento.

Il solitario, senza alcun gesto di stupore, rispose: Colui per amore del quale Io avete donato, non ha bisogno di sapere il peso: egli pesa le colline e le montagne. Se l’aveste donato a me, era giusto dirmene la quantità, ma se l’avete offerto a Dio, che non disprezza neppure i due spiccioli, allora tacete.

Parola di Dio: 1Sam. 1,1-8; Sal. 115; Mc. 1,14-20

 

Vangelo Mc 1, 14-20

Dal vangelo secondo Marco.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono. Parola del Signore

 

“ED ESSI LASCIATE LE RETI, LO SEGUIRONO”. (Mc. 1,18)

Ogni chiamata ha sempre, in qualunque modo avvenga, questi movimenti: l’incontro (può essere uno sguardo, un interesse, un fatto che colpisce), un invito da parte di Gesù, un momento di approfondimento, una decisione, una rinuncia a qualcosa che legava precedentemente e un partire gioioso.

Anch’io, anche tu, siamo dei chiamati. Gesù è passato vicino a noi, ci ha guardati con uno sguardo di predilezione, uno sguardo individuale, non uno sguardo di giudizio ma di amore, uno sguardo che è un invito. Anche a noi Gesù ha detto e dice: “Vieni e seguimi!”. Vieni e seguimi sulla strada della gioia che sa trasformare anche il dolore in amore, sulla strada che conduce al Padre. Mi chiedo e ti chiedo:

“Abbiamo lasciato le reti? quelle reti che ci invischiano nell’egoismo, nelle corse sfrenate ma solo per noi stessi, quelle reti che impediscono alle nostre ali di volare?”.

 

 

MARTEDI' 12 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Ricci;Sant’Arcadio,Martire; San Benedetto Biscop.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU PUOI TUTTO: CONVERTIMI!

 

Hanno detto: L'idea diffusa è che i cristiani debbano osservare un'immensità di divieti e che senza si sia più liberi. Io invece vorrei mettere in chiaro che essere sostenuti da un grande Amore non è un fardello e che è bello essere cristiani. (Benedetto XVI)

Saggezza popolare: Come l'aceto ai denti e il fumo agli occhi così è il pigro per chi gli affida una missione. (saggezza biblica)

Un aneddoto: In Svizzera c’è un santuario mariano, noto in tutto il mondo, il santuario di Einsiedeln. Attorno ad esso sorge un grandioso monastero benedettino. L’imponente complesso ha una nota caratteristica: se da ogni angolo dell’edificio si traccia la diagonale all’angolo opposto, tutte le linee si incrociano esattamente sul tabernacolo della chiesa. L’architetto, che ideò quella costruzione, volle esprimere una grande verità: Gesù è il centro non solo della vita dei monaci di Einsiedeln, ma anche della vita di noi tutti.

Parola di Dio: 1Sam. 1,9-20; Cant. Da 1Sam 2,1,4-8; Mc. 1,21-28

 

Vangelo Mc 1, 21-28

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, nella città di Cafarnao Gesù, entrato proprio di sabato nella sinagoga, si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: "Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio". E Gesù lo sgridò: "Taci! Esci da quell'uomo". E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: "Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!". La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. Parola del Signore

 

“CHE È MAI QUESTO? UNA DOTTRINA NUOVA INSEGNATA CON AUTORITÀ. COMANDA PERSINO AGLI SPIRITI IMMONDI E GLI OBBEDISCONO!”. (Mc. 1,27)

Gesù stupisce. Il suo essere e il suo agire è diverso da quello dei rappresentanti ufficiali della religione. Questi parlano a nome della religione, Lui parla a nome di se stesso. Gli altri si scandalizzano davanti agli indemoniati o pietiscono davanti agli ammalati, Lui interviene con potenza, scaccia i demoni, guarisce dalle malattie e questi miracoli confermano la potenza della sua parola. Tutto questo fonda la nostra fede in Lui, come Figlio di Dio e ci indica subito come deve diventare il nostro seguirlo: fidarsi delle sue parole e lottare contro ogni forma di male. Il male, la cattiveria, l’egoismo, spesso invincibili con le nostre sole forze umane, possono essere affrontati e combattuti e vinti con la forza di Gesù. Se avessimo davvero questa fede, chissà quanti miracoli ci sarebbero, miracoli di carità vera, di perdono, di liberazione dal male!

 

 

MERCOLEDI' 13 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ilario, Vescovo e Dottore della Chiesa; Sant’Agricio, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, O SIGNORE. PERCHE' IL TUO SERVO TI ASCOLTA.

 

Hanno detto: Spesso si incontra il proprio destino sulla via presa per evitarlo. (La Fontaine)

Saggezza popolare: Insegnare è imparare due volte.

Un aneddoto: In via Trento, a Rovigo, inserita nella parete esterna di un bar, si può vedere una cassetta per le offerte della Conferenza di san Vincenzo per la parrocchia del Duomo. Una mano ignota ha scritto le seguenti parole: «Non dà il resto”. Don Ferdinando Altafini aggiungeva: “È vero che non dà il resto, ma gli interessi sì, e che interessi! perché nostro Signore, che si è identificato con i poveri, rimunera sempre ad abundantiam quanti aiutano i propri fratelli e sorelle che si trovano in necessità ”

Parola di Dio: 1Sam.3,1-10.19-20; Sal.39; Mc. 1,29-39

 

1^ Lettura 1 Sam 3, 1-10. 19-20

Dal primo libro di Samuele.

In quei giorni, il giovane Samuele continuava a servire il Signore sotto la guida di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. Un giorno Eli stava riposando in casa, perché i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele era coricato nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di Dio. Allora il Signore chiamò: “Samuele!” e quegli rispose: “Eccomi”, poi corse da Eli e gli disse: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Egli rispose: “Non ti ho chiamato, torna a dormire!”. Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: “Samuele!” e Samuele, alzatosi, corse da Eli dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Ma quegli rispose di nuovo: “Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!”. In realtà Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: “Samuele!” per la terza volta; questi si alzò ancora e corse da Eli dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. Eli disse a Samuele: “Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”. Samuele andò a coricarsi al suo posto. Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le altre volte: “Samuele, Samuele!”. Samuele rispose subito: “Parla, perché il tuo servo ti ascolta”. Samuele acquistò autorità poiché il Signore era con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato costituito profeta del Signore. Parola di Dio

 

“ELI DISSE A SAMUELE: VATTENE A DORMIRE E, SE TI CHIAMERA' DIRAI: PARLA, O SIGNORE. PERCHE' IL TUO SERVO TI ASCOLTA.” (1Sam. 3,9)

Nella scena della chiamata di Samuele i personaggi sono tre: Samuele, Eli e Dio. Eli fa da ponte, da guida spirituale: aiuta Samuele ad ascoltare Dio sapendo che non sempre la voce del Signore è immediatamente riconoscibile. Non sapeva cosa il giovane avrebbe dovuto fare, né poteva in qualche modo indirizzarlo a sua piacimento, sapeva però, che il suo compito era quello di aiutarlo a leggere i segni di Dio nella sua vita e di portarlo a purificare il cuore, per renderlo sempre più disponibile a qualsiasi chiamata.

Trovare una buona guida spirituale è una grazia da chiedere ogni giorno. Spesso ci si lamenta di non trovarla, a volte anche a ragione, perché purtroppo sono poche le persone che conoscono le “leggi” dello spirito e che, a loro volta, si sono fatte accompagnare nel loro cammino acquistando una sapienza nuova secondo Dio. Ma è anche vero che noi talvolta ci limitiamo a cercare qualcuno solo per risolvere un problema che ci assilla, e non per essere accompagnati in un desiderio di crescita interiore e di santità. Samuele, al contrario, non era giunto al tempio per risolvere una sua situazione, o per semplice lavoro. Era lì per cercare e servire il Signore.

 

 

GIOVEDI' 14 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Felice; Santa Macrina l’Anziana; San Saba.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A CONTAGIARE IL MONDO CON IL TUO BENE.

 

Hanno detto: La potenza di Dio di tutto trionfa; ma l'umile e dolente preghiera trionfa di Dio stesso, ne arresta il braccio, ne spegne il fulmine, lo disarma, lo vince, lo placa e se lo rende, quasi sarei per dire, dipendente ed amico. (S. Padre Pio)

Saggezza popolare: Il salario del giusto serve per la vita, il guadagno dell'empio è per i vizi. (prov. biblico)

Un aneddoto: Si trova nella vita di San Luigi re di Francia un fatto molto significativo. A quel tempo si era avidi di miracoli spettacolari per rafforzare la fede. Un giorno Joinville venne a dire a San Luigi: «O mio re, venite a vedere un grande miracolo che sta avvenendo!». E San Luigi, che stava pregando, gli rispose: - Non disturbarmi: Dio lo trovo più nella preghiera che in un miracolo.

Parola di Dio: 1Sam. 4,1-11; Sal. 43; Mc. 1,40-45

 

Vangelo Mc 1, 40-45

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi guarirmi!”. Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, guarisci!”. Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: “Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro”. Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore

 

“MA IL LEBBROSO, ALLONTANATOSI, COMINCIÒ A PROCLAMARE E A DIVULGARE IL FATTO”. (Mc. 1,45)

La paura innata che faceva tener lontani i lebbrosi, che toglieva loro ogni possibilità di vita sociale e religiosa era quella del contagio. Per gli Ebrei, poi, anche religiosamente, avvicinare o toccare un lebbroso significava contrarre impurità come per il contatto con un cadavere. Gesù tocca e guarisce il lebbroso. Gesù facendosi uomo si è lasciato “contagiare dal peccato dell’uomo”, lo ha preso sulle sue spalle, lo ha crocifisso, donando se stesso con la croce, e a sua volta ha contagiato l’uomo con la sua misericordia, con il suo amore. Ed è bello allora pensare che questo lebbroso, prima temuto come portatore di contagio, ora diventa contagiatore di bene, annunciando le meraviglie di Dio. Dio si serve anche di peccatori, anche di me, per portare la luce del suo amore.

 

 

VENERDI' 15 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Cosma il Melode; San Faustino, Martire; San Mauro; San Romedio.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SOLO, O SIGNORE, CI PERDONI E CI SALVI.

 

Hanno detto: Non dobbiamo voler bene alle persone per i loro meriti, ma perché sono creature di Dio. (Benedetta Bianchi Porro)

Saggezza popolare: Sii il maledetto piuttosto colui che maledice. (Talmud)

Un aneddoto: Nella piccola chiesa di S. Egidio in Trastevere, ai due lati della navata, ci sono due altari, uno di fronte all’altro; in uno c’è il tabernacolo con l’eucaristia, nell’altro una croce e alcune immagini di poveri, di sofferenti. Sono due altari nei quali si venera il corpo del Signore presente nell’eucaristia e il corpo del Signore presente nei poveri. Due altari inscindibii; due culti inseparabii, come è inseparabile l’unico corpo di Cristo. Il grande vescovo di Costantinopoli, Giovanni Crisostomo, ammoniva i suoi fedeli: «Se volete onorare il corpo di Cristo, non disdegnatelo quando è ignudo; non onorate il corpo eucaristico con paramenti di seta, mentre fuori del tempio trascurate quest’altro Cristo che è afflitto dal freddo e dalla nudità».

Parola di Dio: 1Sam. 8,4-7.10-22; Sal. 88; Mc. 2,1-12

 

Vangelo Mc 2, 1-12

Dal vangelo secondo Marco.

Dopo alcuni giorni, Gesù entrò di nuovo a Cafarnao. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”. Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?”. Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino disse al paralitico alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua”. Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”. Parola del Signore

 

“CHE COSA È PIÙ FACILE DIRE AL PARALITICO: TI SONO RIMESSI I TUOI PECCATI, O DIRE: ALZATI, PRENDI IL TUO LETTUCCIO E CAMMINA?”. (Mc. 2,9)

E’ una domanda retorica, quella di Gesù. Nessuno di noi, sulla terra, ha il potere di fare da solo né l’una, né l’altra cosa. Solo Dio ha il potere sulla natura e sull’anima dell’uomo. Cristo, il Figlio di Dio, può guarire in entrambi i modi; ma bisogna credere che Egli può farlo. Quante volte nelle nostre preghiere, noi presentiamo a Dio lunghi elenchi di domande per noi, per altri. A volte anche domande per il nostro bene spirituale.., ma ci crediamo davvero che Dio può esaudirci? E quando chiediamo perdono dei nostri peccati, siamo convinti che Dio può davvero perdonarci totalmente? Lo desideriamo veramente se poi continuiamo a crogiolarci i nostri peccati?

 

 

SABATO 16 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Accursio, Martire; San Giacomo di Tarantasia; San Marcello, Papa

Una scheggia di preghiera:

 

OVUNQUE TI VEDO PRESENTE, SIGNORE, MIO DIO.

 

Hanno detto: Il dovere è quello che ci aspettiamo dagli altri. (Oscar Wilde)

Saggezza popolare: La vendetta non sana la piaga.

Un aneddoto: Mentre il beato Annibale di Francia visita una delle sue case vede un’orfanella pallida pallida.

«Non stai bene? — domanda premuroso —. Non ti danno da mangiare a sufficienza?».

«No, padre! Solo che alla notte non riesco a dormire per le zanzare che continuano a punzecchiarmi». Chiama la superiora. «Mettete una zanzariera al letto di questa piccina!».  «Non ne abbiamo, padre!». «Sì, ce n’è una. Prendete quella della mia camera. L’ultima delle nostre orfanelle conta più del fondatore e della madre superiora!».

Parola di Dio: 1Sam. 9,1-4.17-19.26; 10,1; Sal.20; Mc. 2,13-17

 

Vangelo Mc 2, 13-17

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Egli, alzatosi, lo seguì. Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: “Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?”. Avendo udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori”. Parola del Signore

 

DISSERO: "MANGIA CON I PECCATORI!" (Mc. 2,16)

Tutti, specialmente quando eravamo ragazzi, abbiamo sentito dagli adulti proverbi e frasi fatte che avrebbero dovuto aiutarci a trovare la strada della vita: "Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei" , "Chi va' con lo zoppo, impara a zoppicare", "bisogna guardarsi dalle cattive compagnie".

Eppure nel Vangelo  non sembra esserci questa mentalità. E anche in chi maggiormente pratica il Vangelo non sempre queste frasi e questi proverbi sono così osservati. Pensate a un S. Francesco, come viene deriso per i gesti che compie, come è criticato per la sua attenzione a tutti. Anche ai giorni nostri succedono di queste cose. Ho conosciuto un sacerdote che dovette subire molte ingiuste accuse perché i ben pensanti lo criticavano in quanto invece di essere con i 'buoni' della parrocchia era sempre fuori della chiesa, a casa di gente che in chiesa non veniva, con delle persone 'poco raccomandabili'.

Gesù andando a mangiare a casa dei peccatori si rende lui stesso impuro, ma e proprio a casa loro che riesce a portare la gioia ed è proprio tra loro che trova le persone, che pur nel loro peccato e nella loro povertà lo seguiranno, e queste persone avranno poi addirittura il coraggio di dare la vita per Lui.

 

 

DOMENICA 17 GENNAIO: 2^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio, Abate; San Sulpizio, Vescovo; Santa Roselina di Villeneuve

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, PORTACI A TUO FIGLIO.

 

Hanno detto: La saggezza non è un prodotto dell'istruzione ma del tentativo di acquisirla che dura tutta la vita. (Albert Einstein)

Saggezza popolare: A non mettere e a cavare si seccherebbe il mare.

Un aneddoto: Giorgio, ventitré anni, stava morendo di Aids. Sua madre, disperata, mi telefonò:

«Venga a trovarci, venga per favore, siamo rimasti soli, non abbiamo più nessuno». Sono stato accanto a Giorgio, mentre moriva nel grande caseggiato che gli era diventato ostile: tutti gli inquilini, saputo della sua malattia, lo evitavano, facevano finta di non conoscerlo. Prima di morire Giorgio disse:“Muoio due volte. Mi sembra di essere già morto prima. Non è la morte per Aids che mi spaventa e mi fa soffrire. Mi fa soffrire la morte che ho provato dentro di me quando tutti hanno preso le distanze. Allora mi è sembrato già di morire“ (Padre Gheddo)

Parola di Dio: Is. 62,1-5; Sal.95; 1Cor. 12,4-11; Gv.2,1-11

 

Vangelo Gv 2, 1-12

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”. E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro:“Riempite d'acqua le giare”; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: “Ora attingete e portatene al maestro di tavola”. Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: “Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono”. Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni. Parola del Signore

 

“LA MADRE DICE AI SERVI: FATE QUELLO CHE VI DIRÀ” (Gv. 2,5)

Maria anche davanti ad una reazione di Gesù che almeno apparentemente sembra negativa (“Che ho da fare con te, o donna?”) prende l’iniziativa rivolgendosi ai servi con autorità (“Fate ciò che vi dirà”). Maria “provoca” questo miracolo che non solo darà gioia ad un banchetto che rischiava di intristirsi ma che porterà i discepoli a cominciare a “credere in Lui”.

Maria ha a cuore Gesù, suo Figlio, la gioia degli sposi, la fede dei discepoli.

Noi spesso nella nostra povera fede rischiamo di confondere Maria come colei che fa (o fa fare dei miracoli). A Maria sta a cuore il nostro tran-tran giornaliero, ma sta soprattutto a cuore che suo Figlio sia riconosciuto per chi è veramente: il Figlio di Dio. E ancora sta a cuore che noi possiamo aver fede in Lui.

A Maria chiediamo soprattutto il miracolo di aver fede nel suo Figlio, e al resto ci penserà lei.

 

 

LUNEDI' 18 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sante Faustina e Liberata, Monache; Santa Margherita d’Ungheria.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA E' LA MIA GIOIA, SIGNORE.

 

Hanno detto: Non si è mai fatto nulla di grande senza entusiasmo. (Ralph Waldo Emerson)

Saggezza popolare: Consuma il berretto chi lo toglie davanti a tutti. (prov. Veneto)

Un aneddoto: Letta in una chiesetta di Carcassonne, Francia:

LA CANDELA CHE HO ACCESO IN CHIESA

Ho acceso un piccolo cero davanti al tuo altare,Signore. Io non so pregare, non so che dire, non ho molto tempo. Il lume che offro è un pezzo del mio tempo,un po' del mio bene, un po' di me stesso. Che io lascio qui, davanti a te, Signore. È la mia preghiera che io continuo andandomene. Questo cero: È un segno della tua luce radiosa che illumina lo spirito nel momento difficile della prova ed in quello gioioso del successo. È un simbolo del tuo fuoco divino che rischiara la debole fede bruciando tentazioni di ogni genere e di vita non generosa. È un ricordo del tuo amore infinito che con gratitudine avverto in questo luogo di grazia e di perdono dove ho pregato come tuo umile servo. Signore,la candela che ho acceso sia luce con la quale tu mi possa guidare nelle difficoltà ed indecisioni; sia fuoco perché tu possa bruciare in me l'impurità del mio egoismo; sia fiamma affinché il mio cuore si scaldi ed impari ad amare. Voglio offrirti me stesso nel simbolo di questa candela che si consuma. Non posso restare molto tempo in questa chiesa. Signore, ti lascio questa candela accesa, ma tu aiutami a prolungare la preghiera nelle intenzioni e nelle azioni di questo giorno. Amen

Parola di Dio: 1Sam 15.16-23; Sal.49; Mc.2.18-22

 

Vangelo Mc 2, 18-22

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: “Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. Gesù disse loro: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi”. Parola del Signore

 

“POSSONO FORSE DIGIUNARE GLI INVITATI A NOZZE QUANDO LO SPOSO E’ CON LORO? FINCHE’ HANNO LO SPOSO CON LORO NON POSSONO DIGIUNARE. (Mc. 2,19)

Quando ero ragazzino ero attratto dal “servir messa”. Non che capissi tutto della Messa e neanche che capissi  il significato di tutte parole in latino che sacerdote e chierichetto si scambiavano, c’erano, però, tra le prime battute che venivano dette nella messa le parole di un salmo che un buon sacerdote ebbe la bontà di spiegarmi e di tradurmi: “Introibo ad altare dei” “Ad Deum qui laetificat iuventutem meam. Quel sacerdote mi disse: “Lascia perdere, iuventutem non è la Juve, la squadra a cui tieni, ma queste parole significano: Salirò all’altare di Dio, al Dio che dà gioia alla mia giovinezza”. Da allora tutte le volte che servivo messa, e nella mia parrocchia succedeva anche di servirne tre o quattro per mattina, mentre dicevo quelle parole guardavo il prete. C’era qualcuno che diceva queste parole come un treno che passa e stentavo a vedere sia giovinezza che gioia, c’era qualcuno che era più attento ai nominativi e agli accusativi del latino che non al senso di quello che si diceva e c’erano preti e fedeli che invece li vedevi contenti. C’era poi un prete, vecchio di non so quanti anni, che per tutta la sua vita aveva fatto il cappellano del cimitero e che quindi aveva visto sempre gente piangere che quando diceva queste parole sembrava illuminarsi, fare una iniezione tonificante alle sue stanche ossa e se anche subito dopo saliva i tre scalini dell’altare facendo fatica e scricchiolando visibilmente con la paura da parte nostra di vedercelo crollare addosso prima che raggiungesse l’altare, mi sembrava il più giovane di tutti con un sorriso appena velato, ad ogni scalino, dalle fitte dell’artrosi.

Amici, la gioia di Cristo ci fa giovani a tutte le età. Posso essere triste se Dio è mio Padre? Se mio fratello Gesù per dirmi che mi ama mi ha regalato la sua vita, il suo sangue, il suo corpo, il suo perdono? Posso essere un cristiano che vive e partecipa alla messa senza un sorriso, senza la voglia (purtroppo nelle nostre liturgie occidentali non si può), almeno una volta, di mettersi a ballare davanti al Signore? E’ o non è una festa di nozze, l’Eucaristia?

Qualcuno mi dirà: “C’è ben poco da ridere in questa vita! Non li senti i telegiornali, non vai mai a farti un giro negli ospedali, non vedi la fatica di tante famiglie che vivono nella precarietà di un lavoro e di un domani incerto?” Certo il cristiano non è colui che, col paraocchi per non vedere, ride da idiota, ma è colui che con la forza di Cristo morto e risorto, attraverso la carità e l’ottimismo, riesce a dare a se stesso e ai fratelli la speranza di una vita di pienezza, dove già fin da adesso il dolore può diventare amore e dove c’è la certezza che il pianto si cambierà in una gioia senza fine.

 

 

MARTEDI' 19 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Mario, Martire; San Gavino; Santa Abbondanza.

Una scheggia di preghiera:

 

IN TE, SIGNORE, IL MIO CUORE ESULTA.

 

Hanno detto: Quel che vi è di più orrendo al mondo è la giustizia separata dalla carità. (François Mauriac)

Saggezza popolare: Se è gratis, c'è l'inganno.

Un aneddoto: Il grande abate Chautard traduceva la sua attenzione verso i suoi monaci e i suoi novizi e le sue cure amorose, in gesti concreti e in cose che offriva con molta magnanimità. Diceva: «Vorrei che non rimpiangessero mai di non avere accanto la madre!».

Parola di Dio: 1Sam. 16,1-13; Sal.88; Mc. 2,23-28

 

Vangelo Mc 2, 23-28

Dal vangelo secondo Marco.

Avvenne che, in giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. I farisei gli dissero: “Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?”. Ma egli rispose loro: “Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?”. E diceva loro: “Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato”. Parola del Signore

 

“IL SABATO È STATO FATTO PER L’UOMO E NON L’UOMO PER IL SABATO”. (MC. 2,28)

Gesù indica la strada della vera libertà riportando le cose al loro significato originario. Dio aveva dato il sabato all’uomo come riposo e come memoriale del riposo di Dio nella creazione. Rabbini e farisei avevano talmente complicato le cose che al tempo di Gesù erano in vigore 39 leggi da non trasgredire per osservare il sabato. Una parabola buddista può aiutarci a capire il significato a cui Gesù ci vuole riportare. C’era un uomo il quale doveva attraversare una serie dì fiumi distanti tra loro. Costruì una zattera e attraversò il primo fiume. Poi che cosa doveva fare? Caricarsi la zattera sulle spalle per miglia e miglia o piuttosto abbandonarla dopo averla usata e così affrontare il cammino libero da ogni peso? La soluzione buona è quest’ultima, perché le illusioni sono come una zattera in terraferma; sono soltanto un peso insopportabile che frenano il nostro andare.

 

 

MERCOLEDI' 20 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Fabiano, Papa; San Sebastiano, Martire; Sant’Eutimio, Monaco

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', COMBATTI CON NOI IL MALE.

 

Hanno detto: Che cosa invecchia presto? La gratitudine. (Aristotele)

Saggezza popolare: Chi è al riparo quando piove, è matto se si muove! (prov. Veneto)

Un aneddoto: Appena uscito dal carcere, dove era stato 23 anni, il vescovo cinese di Canton (morto nel 1995), riferì alcune delle sue innumerevoli sofferenze. Alla domanda su come aveva potuto perseverare, rispose: «Gesù non abbandona».

Parola di Dio: 1Sam. 17,32-33.37.40-51; Sal.143; Mc. 3,1-6

 

Vangelo Mc 3, 1-6

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. C'era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: “Mettiti nel mezzo!”. Poi domandò loro: “E’ lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?”. Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: “Stendi la mano!”. La stese e la sua mano fu risanata. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Parola del Signore

 

“E I FARISEI USCIRONO SUBITO CON GLI ERODIANI E TENNERO CONSIGLIO CONTRO DI LUI PER FARLO MORIRE”. (Mc. 3,6)

Il bene scatena il male. E’ una nostra esperienza quotidiana. Ogni volta che l’uomo si getta nella via del bene, ecco che il male tira fuori tutti i suoi artigli: la denigrazione, l’opposizione, la cattiveria, l’incomprensione. Gesù è passato “facendo bene ogni cosa”, Gesù ha fatto miracoli di guarigione fisica ed interiore, ed ecco il diavolo che lo tenta, ecco i nemici che a causa di un bene, vogliono ucciderlo, toglierlo di mezzo.

Il bene dà fastidio, non fa notizia ma è pericoloso perché allontana clienti dalla bottega del male (provate a guardare su un giornale quante sono le pagine dedicate a notizie negative e quante a quelle positive), disturba il quieto vivere.

Non spaventiamoci, ma guardiamo a Gesù. Lui ha continuato fino in fondo nella fedeltà a Dio e agli uomini. Ha seminato su tutti i terreni. Ha amato anche coloro che lo osteggiavano. Li ha rimproverati ma solo e sempre per  portarli al bene. E anche quando il male e la cattiveria lo porteranno sulla croce, Gesù trasformerà questa sua sofferenza in atto redentivo.

 

 

GIOVEDI' 21 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agnese, Martire; San Fruttuoso, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

Hanno detto: L'infelicità, come la pietà, può diventare un'abitudine. (Graham Grene)

Saggezza popolare: Non lasciarti mai scappare l'occasione di tenere la bocca chiusa.

Un aneddoto: Quando Giovanni XXIII, il Papa buono, era Patriarca a Venezia, fu informato che uno dei suoi sacerdoti non dava buon esempio e frequentava le osterie. Avrebbe potuto vietargli l’esercizio del sacro ministero, fargli sentire il peso della sua autorità. E invece? Lo attese fuori del locale. Impallidì il povero sacerdote quando vide il suo superiore. Il Patriarca lo prese amorevolmente sotto il braccio e lo pregò di accompagnarlo a casa. Quando vi giunsero, si inginocchiò ai suoi piedi e gli disse: “E adesso, ti prego, confessamì...» E il Patriarca fece la sua confessione. Ricevuta l’assoluzione, gli disse: “Pensa, fratello carissimo, al dono inestimabile e al potere meraviglioso che ti ha concesso Dio di rimettere i peccati al popolo e perfino al tuo vescovo. Questo ti serva di sprone e incitamento per evitare la colpa e per essere riconoscente a Gesù Cristo”.

Parola di Dio: 1Sam. 18,6-9; 19,1-7; Sal. 55; Mc. 3,7-12

 

Vangelo Mc 3, 7-12

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui. Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: “Tu sei il Figlio di Dio!”. Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero. Parola del Signore

 

GLI SPIRITI IMMONDI, GLI SI GETTAVANO AI PIEDI GRIDANDO: “TU SEI IL FIGLIO DI DIO”. MA EGLI LI SGRIDAVA SEVERAMENTE PERCHÉ NON LO MANIFESTASSERO.”

(Mc. 3,11—12)

Due cose colpiscono nella parola di Marco che meditiamo oggi: i diavoli riconoscono Gesù come Figlio di Dio, al contrario degli uomini che stentano a far questo e Gesù non accetta la loro testimonianza.

Il male dichiarato non ha difficoltà a riconoscere il bene. Ma Gesù non vuole avvalersi di questa testimonianza. Gesù non vuole conquistarci con parole suadenti, con riti taumaturgici, attraverso eclatanti magie. Cristo desidera essere riconosciuto attraverso un itinerario di fede, non attraverso rivelazioni spettacolari e ambigue. Soltanto chi lo seguirà fino alla fine, compreso lo scandalo della croce, scoprirà la sua identità. E questo itinerario è il cammino proposto anche a noi. Non fidiamoci mai troppo di chi ci presenta un Cristo troppo facile, troppo miracolistico. Il Dio di Gesù è un Dio che ci viene incontro ma nascondendosi, facendosi cercare perché è solo in questa ricerca che veniamo fuori noi, che possiamo manifestare davvero la fede.

 

 

VENERDI' 22 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Vincenzo, Martire; San Domenico di Sora; San Gaudenzio di Novara

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DIFENDICI DA NOI STESSI.

 

Hanno detto: Le nostre miserie e le nostre debolezze derivano solo dall'appoggiarsi su di noi. (S. Teresa D'Avila)

Saggezza popolare: Le buone parole e le cattive azioni ingannano savi e matti. (Prov. Veneto)

Un aneddoto: Quando giocavo con i miei compagni d’infanzia, generalmente perdevo sempre e naturalmente la cosa mi dava molto fastidio. Era perciò normale che mi ritirassi a casa con il broncio. Un giorno quel broncio doveva essere più accentuato del solito. Mia mamma, che stava lavorando in cucina, ha smesso, si è messa e sedere, mi ha preso accanto e mi ha detto: «Cosa ti è capitato?... Hai perso, vero?». E io, naturalmente in silenzio, ho fatto capire che quella e non un’altra era la causa del mio cruccio. Allora la mamma mi dice: «Va’ a prendere il tuo quaderno di scuola». Veramente non capivo proprio cosa c’entrasse il quaderno di scuola con il gioco. A quell’epoca la maestra, dopo ogni compito, metteva sul quaderno il giudizio,scritto in rosso. Eravamo all’inizio dell’anno scolastico, c’erano cinque o sei compiti, e il giudizio dopo ogni compito era assai lusinghiero. La mamma mi ha detto: «I tuoi amici, a scuola, hanno preso tutti i voti come te?». E io ho dovuto rispondere di no, probabilmente. «Ebbene — ha soggiunto la mamma — vuoi essere proprio il primo in tutto? Loro riescono bene nel gioco, tu riesci bene a scuola!».

È stata una lezione mai più dimenticata: mi ha aiutato ad accettare la mia incapacità in un settore e anche a capire che ognuno di noi sa fare poche cose, e deve rendere grazie a Dio per quel poco che sa fare. (Mariano Macrassi)

Parola di Dio: 1Sam. 24,3-21; Sal. 56, Mc. 3,13-19

 

Vangelo Mc 3, 13-19

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì. Parola del Signore

 

“GESÙ COSTITUÌ I DODICI... E GIUDA ISCARIOTA, QUELLO CHE POI LO TRADÌ”. (Mc. 3,16—19)

Gesù ha passato una notte in preghiera prima di scegliere i dodici e poi ecco l’elenco dei chiamati. Se già ci può stupire che in questo elenco appaiano personaggi come “i figli del tuono”, come Matteo, il cambiavalute, ci lascia ancora più perplessi la figura di Giuda lscariota, quello che poi lo tradì. Gesù sapeva. Gesù ha pregato.

I criteri di Gesù nella scelta non sono allora come quelli umani che si adottano per scegliere dei collaboratori fidati. Sono quelli di donare gratuitamente, di fidarsi di Dio e degli uomini.

Gesù si fida di me anche se sa che posso tradirlo, mi ama al punto da affidarsi nelle mie mani.

 

 

SABATO 23 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Emerenziana, martire; San Giovanni l’Elemosiniere.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA PROVA, SIGNORE, TU SEI CONFORTO.

 

Hanno detto: Nessuno ama la vita come chi sta diventando vecchio. (Sofocle)

Saggezza popolare: Il macellaio maldestro se la prende con il coltello poco affilato.

Un aneddoto: In un noto centro di spiritualità, un autorevole ecclesiastico si compiace con il monaco che segue gli ospiti: Hanno tanto bisogno di pregare. Se pregano, siamo a posto!

Eh no! — risponde il monaco — Se pregano non siamo più a posto. Se pregano succede il finimondo. Con la preghiera tutto cambia, non c’è niente, non c’è più nessuno che stia al proprio posto. La preghiera è pericolosa, sovversiva. Cambia il mondo.

Parola di Dio: 2Sam. 1,1-4.11-12.17.19.23-27; Sal. 79; Mc.3,20-21

 

Vangelo Mc 3, 20-21

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: “E’ fuori di sé”. Parola del Signore

 

"I SUOI USCIRONO PER ANDARE A PRENDERLO PERCHÉ DICEVANO: E' FUORI DI SE". (Mc. 3,21)

Gesù aveva detto: "Se vorrete essere fedeli alla mia parola incontrerete difficoltà perfino nella vostra famiglia, tra i vostri parenti". Gesù sperimenta questo nella sua vita: i suoi familiari, gli danno del pazzo, vogliono riportarlo a più miti consigli, "per il suo bene", vogliono distoglierlo dalla sua missione troppo pericolosa. Quante volte è successa la stessa cosa nella vita dei santi! Quante vocazioni ostacolate perché "C’è qualcosa di meglio per te nella vita!". Quanto bene interrotto perché "non bisogna esagerare". Quante persone fatte passare per "matte" solo perché l'amore di Dio le spingeva a compiere cose che altri non avrebbero mai fatto.

Essere cristiani veri per il mondo significa essere fuori del normale: ma non è fuori del normale che un Dio che poteva starsene tranquillo in Paradiso, per amore sale sulla croce?

 

 

DOMENICA 24 GENNAIO: 3^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco di Sales; San Feliciano da Foligno.

Una scheggia di preghiera:

 

IN TE, SIGNORE, OGNI COSA.

 

Hanno detto: Chi ama non si agita,non ha fretta, non offende,non ingiuria. Chi ama si domina, è dolce,è mite, è paziente. (Chiara Lubick)

Saggezza popolare: Un nano in mezzo ad altri nani ha una statura dignitosa.

Un aneddoto: Due pesci rossi vivevano in un vaso di vetro. Nuotando pigramente in tondo avevano anche tempo di filosofare.  Un giorno un pesce chiese all'altro: "Tu credi in Dio?".  "Certo!".  "E come fai a saperlo?".  “Chi credi che ci cambi l'acqua, tutti i giorni?".

Parola di Dio: Ne. 8,2-6.8-10; Sal. 18; 1Cor. 12,12-30; Lc. 1,1-4; 4,14-21

 

2^ Lettura 1 Cor 12, 12-31

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, come il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: “Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo”, non per questo non farebbe più parte del corpo. E se l'orecchio dicesse: “Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo”, non per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l'occhio dire alla mano: “Non ho bisogno di te”; né la testa ai piedi: “Non ho bisogno di voi”. Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Aspirate ai carismi più grandi! Parola di Dio

 

"ALCUNI PERCIÒ DIO LI HA POSTI NELLA CHIESA IN PRIMO LUOGO COME APOSTOLI, IN SECONDO LUOGO COME PROFETI, IN TERZO LUOGO COME MAESTRI". (1Cor. 12,27-28)

Se la nostra fede ci ricordasse spesso la parola di oggi, quanta più speranza e quanto più equilibrio ci sarebbe nella nostra vita! Infatti se so che sarò chiamato a conoscere la verità intera e l’amore completo, quanto meno sarei attaccato alle piccole verità parziali di questa vita.

Sarei certamente meno portato ad inorgoglirmi del mio povero sapere umano e sarei invece più portato ad essere attento concretamente al mio prossimo. Se pensassi che nell’amore di Dio troveranno compimento gli affetti umani cercherei meno soddisfazione egoistica e più donazione nei miei rapporti affettivi e soprattutto, anche davanti ad un amore donato che non trova risposta immediata, non perdersi la fiducia che in Dio anche un granello di amore vero troverà il suo compimento.

 

 

LUNEDI' 25 GENNAIO: CONVERSIONE DI SAN PAOLO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elvira, Vergine e Martire; San Poppone, Monaco

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO AMORE, GESU', BRUCI NEL NOSTRO CUORE.

 

Hanno detto: La ragione prima di ogni turbamento con il fratello la si trova nel fatto che nessuno incolpa se stesso. (S. Doroteo di Gaza)

Saggezza popolare: Chi ama il pericolo in quello perirà. (Ecclesiastico 3,26)

Un aneddoto: C'era una volta una virgola seccata dalla poca considerazione in cui tutti la tenevano. Perfino i bambini delle elementari si facevano beffe di lei.  Che cos'è una virgola, dopo tutto? Nei giornali nessuno la usa più. La buttano, a casaccio. Un giorno la virgola si ribellò.

Il Presidente scrisse un breve appunto dopo un lungo colloquio con il Presidente avversario: "Pace, impossibile lanciare i missili" e lo passò frettolosamente al Generale.

In quel momento la piccola, trascurata virgola mise in atto il suo piano e si spostò. Si spostò solo di una parola, appena un saltino. Quello che lesse il Generale fu: "Pace impossibile, lanciare i missili".    E scoppiò la Guerra Mondiale.

Parola di Dio: At. 22,3-16 opp. At. 9,1-22; Sal. 116; Mc. 16,15-18

 

Vangelo Mc 16, 15-18

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, apparendo agli Undici, Gesù disse loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno". Parola del Signore

 

“ANDATE IN TUTTO IL MONDO E PREDICATE IL VANGELO AD OGNI CREATURA”. (Mc. 16,15)

San Paolo di cui oggi ricordiamo la conversione è stato forse uno dei più grandi esempi di missionario del vangelo. Dio si è servito di Lui e lui ha risposto con grande disponibilità e molti pagani ricevettero il messaggio cristiano.

Oggi, quanti uomini restano sperduti nel buio, nell’ignoranza di Cristo perché mancano le persone capaci di trasmettere, di essere veri testimoni? Qualcuno ha detto: “Ho più paura della tiepidezza dei credenti che degli attacchi degli atei o della minaccia dei nemici di Cristo”. E’ vero, nella vita di fede non c’è cosa peggiore della routine e della inconsapevolezza. L’ardore e lo zelo di Paolo, che troviamo nelle sue lettere, ci fanno capire quanto sia stata difficile e sofferta la sua testimonianza. Il suo grande amore per Gesù lo ha spinto e lo ha sostenuto nella lotta per il vangelo, sino al martirio di Roma. Paolo si è lasciato spingere dall’amore di Cristo. Chiediamoci: qual è il motore della mia vita?

 

 

MARTEDI' 26 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Tito e Timoteo; Santa Paola Romana.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, GRAZIE DELLA FEDE DEI MARTIRI.

 

Hanno detto: Raccomanderei ai genitori di vegliare attentamente sulle persone che avvicinano i loro figli per il danno che questi ne possono avere. La nostra natura è più portata ad imitare il male che il bene. (S. Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: Nella bocca della serpe e nel pungiglione della vespa non troverai veleno altrettanto micidiale di quello che può celarsi nel cuore dell'uomo.

Un aneddoto: Un giovane e ambizioso cavaliere era noto per la vita dissoluta e sfrenata. Un buon frate cercò di farlo riflettere sui rischi che avrebbe corso presentandosi con l'anima così carica di peccari all'ultimo giudizio del Signore.  "Non ho nessuna paura" rispose sprezzante il cavaliere. "So che il Signore è buono e misericordioso. Poco prima di morire pronuncerò tre parole che mi garantiranno la salvezza eterna. Dirò: Gesù, pietà, perdonami". Il frate scosse la testa e il cavaliere, ridendo, riprese la sua vita depravata.

Un giorno, durante un terribile temporale, cavalcava a spron battuto sulle rive di un fiume gonfio d'acqua. Non voleva mancare ad una festa. Un fulmine spaventò il cavallo che lo disarcionò e lo fece piombare nella violenta corrente del fiume.  Le ultime tre parole del cavaliere, prima di morire, furono: "Crepa bestiaccia infame!".

Parola di Dio nella festa dei santi Tito e Timoteo: 2Tm 1,1-8; (Tt.1,1-5); Sal. 95; Lc. 10,1-9

 

1^ Lettura 2 Tm 1, 1-8

dalla seconda lettera di san Paolo a Timoteo

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, per annunziare la promessa della vita in Cristo Gesù, al diletto figlio Timòteo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro. Ringrazio Dio, che io servo con coscienza pura come i miei antenati, ricordandomi sempre di te nelle mie preghiere, notte e giorno; mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua fede schietta, fede che fu prima nella tua nonna Lòide, poi in tua madre Eunìce e ora, ne sono certo, anche in te. Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza. Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio. Parola di Dio

 

“NON VERGOGNARTI DELLA TESTIMONIANZA DA RENDERE AL SIGNORE”. (2 Tim. 1,8)

Cristiani poco convinti o pusillanimi? Come mai in tante occasioni stentiamo a far vedere la nostra fede? Non dico che presuntuosamente o in ogni situazione dobbiamo sbandierare la fede, o peggio, diventare moralisti uggiosi che hanno sempre qualcosa da sindacare sulla agire degli altri, ma, come mai così spesso, specialmente in certi ambienti, siamo disposti a berci la mentalità comune, o preferiamo nasconderci nei luoghi comuni piuttosto che manifestare la nostra fede?

Il Signore, che è luce ci chiede di prestargli le nostre piccole lampade perché la sua luce possa arrivare al cuore di altre persone. La luce non siamo noi ma se nascondiamo la nostra piccola lampada il mondo non soffre un po’ di più di oscurità?

 

 

MERCOLEDI' 27 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Angela Merici; Santa Devota; San Lupo, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

TUO IL REGNO, TUA LA POTENZA E LA GLORIA NEI SECOLI.

 

Hanno detto: Se raccogli un cane affamato e lo sazi di cibo, non ti morderà. Questa è la principale differenza tra il cane e l'uomo. (Mark Twain)

Saggezza popolare: Un buon cavallo non può montare due selle: un lavoratore coscienzioso non cerca di portare avanti due lavori nello stesso tempo.

Un aneddoto: Capitò di smarrirsi a un povero viaggiatore che attraversava il deserto. Anche le suo scorte di cibo e di acqua si erano esaurite. Le forze gli vennero meno e si lasciò cadere sulla sabbia spossato. Riaprendo gli occhi, vide a una breve distanza le palme di un'oasi. Gli sembrò di sentire persino il gorgogliare di una sorgente. "E' solo un miraggio", si disse disperato e si lasciò morire.

Parola di Dio: 2Sam. 7,4-17; Sal. 88; Mc. 4,1-20

 

Vangelo Mc 4, 1-20

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù si mise di nuovo a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: “Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno”. E diceva: “Chi ha orecchi per intendere intenda!”. Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: “A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché: guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato”. Continuò dicendo loro: “Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? Il seminatore semina la parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno”. Parola del Signore

 

“USCÌ IL SEMINATORE A SEMINARE”. (Mc. 4,3)

Questo seminatore della parabola di Gesù non sceglie il terreno. Non decide qual è il terreno buono e quale quello sfavorevole, quello adatto e quello meno adatto, quello da cui ci si può aspettare qualcosa e quello per cui non vale la pena darsi da fare. Il terreno si rivela per quello che è dopo la seminagione, non prima. Il nostro compito di testimoni non sta nel classificare i vari tipi di terreno, nel tracciare la mappa delle possibilità. Noi dobbiamo seminare, dobbiamo “sprecare” la semente, dobbiamo aver fiducia, come il contadino, nella bontà del seme, nel sole, nel tempo... Qualche volta, se guardiamo i risultati, prende lo scoraggiamento. Se guardo i miei anni passati da prete, che cosa ho fatto? Tanta fatica, tanta predicazione, catechesi e poi... dove sono le migliaia di ragazzi passati al catechismo, le centinaia di coppie che si sono sposate, le famiglie e il nugolo di poveri aiutati? Fallimento, verrebbe da dire! scoraggiamento potrebbe colpire. Ma se ho seminato, ho fiducia nel seme (che non è mio), ho fiducia nel tempo (che non è mio), ho fiducia nelle persone (che non sono mie), ho fiducia non in “io” ma in “Dio” e allora non mi scoraggio più.

 

 

GIOVEDI' 28 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso d’Aquino, Dottore della Chiesa; San Pietro Nolasco.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI GENEROSITA' E MISERICORDIA.

 

Hanno detto: L'odio è la catena più grave insieme e più abbietta, con la quale l'uomo possa legarsi all'uomo. (Ugo Foscolo)

Saggezza popolare: L'ambizione dell'uomo si protende verso l'alto dei cieli, ma l'acqua, che comprende l'ordine delle cose, scorre verso valle.

Un aneddoto: "Tutti gli esseri umani sono ugualmente buoni o cattivi", disse il maestro, che non amava usare tali etichette. "Come puoi mettere un santo allo stesso livello di un peccatore?" protestò un discepolo. "Sono tutti e due alla stessa distanza dal sole. La distanza diminuisce davvero se vivi in cima a un grattacielo?".

Parola di Dio: 2Sam. 7,18-19.24-29; Sal. 131; Mc. 4,21-25

 

Vangelo Mc 4, 21-25

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù diceva alla folla: “Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per intendere, intenda!”. Diceva loro: “Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha”. Parola del Signore

 

"CON LA STESSA MISURA CON LA QUALE MISURATE, SARETE MISURATI ANCHE VOI; ANZI VI SARÀ DATO DI PIÙ". (Mc. 4,24)

Ricordo quanto succedeva da bambini: se qualcuno ti faceva un dispetto, gli si diceva: "Ti aspetto fuori" e si avevano tutte le buone intenzioni di restituirlo e con "la giunta". Siamo facilmente disposti a misurare le nostre "vendette" con abbondanza molto più di quanto restituiamo gratitudine, stima, amore a chi ci ha fatto del bene. Qui Gesù rovescia questo nostro modo di pensare e di agire, ci dice addirittura che la misericordia di Dio ha nei nostri confronti un solo limite: quello che le mettiamo noi con il nostro comportamento verso gli altri. Per capir meglio si può fare un paragone: c'è un fiume enorme (la misericordia di Dio), ci sono dei campi arsi (noi), c'è possibilità di far giungere l'acqua. Sta a noi scegliere il mezzo: "con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi".

 

 

VENERDI' 29 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Costanzo, Vescovo; San Valerio, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DI TE CI FIDIAMO, A TE CI AFFIDIAMO.

 

Hanno detto: Per chi è molto solo, il rumore è già una consolazione. (F. Nietzsche)

Saggezza popolare: Un uomo trascina il risciò; un altro viene trasportato, eppure la loro natura è la stessa.

Un aneddoto: "Dio è dentro il nostro cuore per dirti che devi essere bravo" scrive una bambina nel quaderno di catechismo.  La catechista le domanda: "E se una bambina non lo ascolta?".

La bambina sgrana gli occhi e risponde tranquilla: "Oh, lui ripete".

Parola di Dio: 2Sam. 11, 1-10.13-17; Sal. 50; Mc. 4,26-34

 

Vangelo Mc 4, 26-34

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù diceva alla folla: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura”. Diceva: “A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra”. Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa. Parola del Signore

 

“IL REGNO DI DIO È COME UN UOMO CHE GETTA IL SEME NELLA TERRA, DORMA O VEGLI, DI NOTTE O DI GIORNO, IL SEME GERMOGLIA E CRESCE”. (Mc. 4,26-27)

Con questa parabola Gesù parla di noi, ma anche di se stesso.

Ci si aspettava un Messia potente, battagliero, liberatore. Gesù, invece, comincia l’annuncio del Regno in semplicità, con i poveri, non invita alla ribellione, ma a liberarsi interiormente. La sua vita sembra essere destinata al fallimento. Eppure Dio benedirà e farà fruttificare il suo seme “caduto nella terra”. Gesù diventa il modello per quanti con Lui vogliono collaborare all’instaurazione del suo Regno nel mondo degli uomini. Data la nostra inclinazione per il successo rapido e spettacolare, per l’efficacia produttiva, per statistiche e percentuali, è frequente l’impazienza per risultati palpabili e frutti visibili. Ma questa non è la tattica di Dio.

La Chiesa non deve temere l’insuccesso del Vangelo per la povertà dei mezzi al suo servizio e ancor meno cedere alla tentazione di un’efficacia solo esteriore. Gesù non ha fatto così. Per fondare la sua Chiesa al servizio del Regno, ha scelto dodici poveri uomini, senza alcuna influenza sociale, in maggioranza incolti. Cristo avrebbe potuto agire in modo sfolgorante, ma non lo ha fatto.

Il Regno di Dio non ha bisogno di mezzi spettacolari, ma di servitori poveri che non pongano condizioni.

 

 

SABATO 30 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adelmo; Santa Giacinta; Santa Martina, Martire.

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDICI PER MANO E GUIDACI NEL MONDO A MODO TUO.

 

Hanno detto: Questa è la missione del cristiano adulto: saper discernere qual è la volontà di Dio per me, ciò che è buono, ciò che a Dio è gradito che io faccia. Sempre pronti a conformarci alla volontà di Dio e mai più alla mentalità che ci attornia. (Kiko Arguello)

Saggezza popolare: Il cuore dell'uomo è come un cavallo che corre in discesa: è facile spronarlo, ma molto difficile farlo fermare.

Un aneddoto: Ad Elena piaceva moltissimo passeggiare nel bosco. Era una ragazzina dolce e un po' svagata e il bosco dietro il paese era diventato il suo rifugio preferito. Un giorno, mentre camminava, vide una farfalla impigliata in un rovo. Con molta cura, facendo attenzione a non rovinarle le splendide ali, la liberò. La farfalla volò via per un tratto, poi improvvisamente tornò indietro e si trasformò in una splendida fata. Elena rimase a bocca aperta, perché fino a quel momento le fate le aveva viste solo nei libri per bambini. «Per ringraziarti della tua gentilezza d'animo», disse la fata, «esaudirò il tuo più gran desiderio». Proprio come dicono le fate nei libri.  La ragazzina rifletté un istante e poi rispose: «Voglio essere felice». Allora la fata si piegò su di lei, le mormorò qualcosa all'orecchio e scomparve. Elena divenne donna e nessuno in tutto il paese era più felice di lei. Quando le chiedevano il segreto della sua gioia, si limitava a sorridere e diceva: «Ho seguito il consiglio di una buona fata». Gli anni passarono, Elena divenne vecchia, ma era sempre la più dolce e felice vecchina del paese. I vicini e anche i suoi nipotini temevano che il favoloso segreto della felicità potesse morire con lei. «Rivelaci che cosa ti ha detto la fatina», la scongiuravano.  Finalmente, una volta, la deliziosa vecchina, sorridendo, disse: «Mi ha rivelato che, anche se appaiono sicuri, tutti hanno bisogno di me!».

Parola di Dio: 2Sam. 12,1-7.10-17; Sal. 50; Mc. 4,35-41

 

Vangelo Mc 4, 35-41

Dal vangelo secondo Marco.

In quel giorno, verso sera, Gesù disse ai suoi discepoli: “Passiamo all'altra riva”. E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t'importa che moriamo?”. Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: “Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?”. Parola del Signore

“GESU’ STAVA A POPPA, SUL CUSCINO, E DORMIVA”. (Mc. 4,38)

Il sonno di Gesù mi sembra diventi anche segno della confidenza e fiducia in Dio che ciascuno di noi dovrebbe avere. Se veramente avessimo fiducia in Dio che si prende cura del seme gettato nella terra, quanta agitazione in meno! Un sacerdote da me conosciuto, che ha sempre dato tutto se stesso ma non ha mai perso la serenità, mi diceva: “Sai quanto mi rende sereno sapere che il mondo non sono io a salvarlo, ma lo ha salvato Lui, nonostante me.”

 

 

DOMENICA 31 GENNAIO: 4^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Bosco; San Giulio e Giuliano; San Gimignano, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

BENVENUTO SIGNORE NELLA NOSTRA GIORNATA.

 

Hanno detto: Dio è la speranza del forte, non la scusa del vile. (Plutarco)

Saggezza popolare: Chi teme il Signore non ha paura di nulla. (Ecclesiastico, 34,14)

Un aneddoto: Abramo, ormai vecchissimo, era seduto su una stuoia nella sua tenda di capo tribù,
quando vide sulla pista del deserto un angelo venirgli incontro.

Ma quando l'angelo gli si fu avvicinato, Abramo ebbe un sussulto: non era l'angelo della vita, era l'angelo della morte. Appena gli fu di fronte Abramo si fece coraggio e gli disse: "Angelo della morte, ho una domanda da farti: io sono amico di Dio, hai mai visto un amico desiderare la morte dell'amico?".

L'angelo rispose: "Sono io a farti una domanda: hai mai visto un innamorato rifiutare l'incontro con la persona amata?".

Allora Abramo disse: "Angelo della morte, prendimi“

Parola di Dio: Ger. 1,4-5.17-19; Sal. 70; 1Cor. 12,31-13,13; Lc. 4,21-30

 

Vangelo Lc 4, 21-30

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù prese a salire nella sinagoga: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”. Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: “Non è il figlio di Giuseppe?”. Ma egli rispose: “Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!”. Poi aggiunse: “Nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro”. All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. Parola del Signore

 

“IN QUEL TEMPO GESÙ GIUNSE A NAZARETH”. (Lc. 4,23)

Gesù ritorna al suo paese dove ha trascorso l’infanzia, conosce tutti, dove abita sua madre.., e invece di trovare un’accoglienza gioiosa, comprensiva, attenta trova solo curiosità, desiderio di miracoli facili, avversione. Proviamo a pensare: Gesù oggi verrà da noi con la sua parola, forse con l’Eucaristia, dalle pagine del giornale, dalle persone che incontreremo... Penserà: “Mi troverò bene da quel mio amico, accolto con gioia da colui al quale ho fatto tanti doni, mi ascolterà, gioirà con me. Ed io che cosa gli do?

Una preghiera fatta in fretta?

Un “ripassi domani, oggi ho impegni”?

O addirittura nella mia indifferenza non mi accorgerò neppure della sua venuta?

Ricordiamoci delle parole del libro dell’Apocalisse: “Tu non sei né caldo né freddo, perciò io ti vomiterò da me”.

     
     
 

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