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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

DICEMBRE  2015

 

MARTEDI'  1 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Procolo; Sant’Evasio; Sant’Eligio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIANO RESE GRAZIE ALLA TUA SAPIENZA ETERNA, O SIGNORE.

 

Hanno detto: Dio ha cura dei nostri interessi assai più di noi e sa quel che conviene a ciascuno. (S. Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: È meglio il morso di un amico che il bacio di un nemico. (prov. Ebraico)

Un aneddoto: San Filippo Neri entrò un giorno nella camera di un suo ricco penitente, il quale si lamentava di non far alcun progresso nella vita spirituale. C’era un grande Crocifisso appeso al muro:

il  Santo disse al suo amico di provare a toccare i piedi del Crocifisso se ci riusciva. L’altro ci provò, ma senza risultato perché la croce era molto sollevata da terra. Allora san Filippo mormorò: «Si fa così, si fa», e tirò vicino alla parete un sacco di denari che quel ricco teneva presso il letto: «Sali adesso. Vedi? Per raggiungere il Signore, bisogna mettersi le ricchezze sotto i piedi. Ora gli sei più vicino, ecco, ma devi sempre metterti sotto i piedi queste sporche monete»

Parola di Dio: Is 11,1-10; Sal 71; Lc 10,21-24

 

Vangelo Lc 10, 21-24

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono». Parola del Signore

 

“IN QUELLA STESSA ORA GESÙ ESULTÒ DI GIOIA NELLO SPIRITO SANTO”. (Lc. 10,21)

La gioia di Gesù è motivata dal criterio che Dio ha scelto nella manifestazione dei suoi misteri. Li ha nascosti ai sapienti e agli intelligenti e li ha rivelati ai piccoli. Cristo e il suo messaggio non sono stati accettati da persone colte e istruite come le autorità del popolo giudaico, ma sono stati capiti e accolti dalle persone semplici, povere e umili. La sapienza di Dio, espressione del suo amore, è stupidità e debolezza di uno che ama fino alla morte di croce (1Cor 1-2). E' esattamente il contrario della sapienza umana, manifestazione dell'egoismo, che cerca di salvarsi a tutti i costi dalla morte.

Queste due sapienze si oppongono come menzogna e verità, paura e fiducia, egoismo e amore, possesso e dono, morte e vita. Dio, nel suo sapiente disegno, distrugge la sapienza dei sapienti e annulla l'intelligenza degli intelligenti (cf. 1Cor 1,19-21; Is 29,14).

La rivelazione della paternità di Dio è la salvezza dell'uomo: "Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo" (Gv 17,3).

 

 

MERCOLEDI' 2 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo; San Ponziano.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TRASFORMA IL NOSTRO COMPATIRE IN AMORE.

 

Hanno detto: Il Vangelo è chiuso per gli sforzi umani: aprirlo è dono di Cristo. (San Macario)

Saggezza popolare: Amico è uno che sa tutto di te e gli piaci lo stesso.

Un aneddoto: Nella vita di san Giacinto (il domenicano polacco di nome Jacco Odrowatz) si legge che il 27 settembre 1244 questo religioso fu raggiunto presso la cattedrale di Cracovia dalla carrozza di una matrona del luogo, chiamata Vitoslavia: ne scesero con la nobile signora due bambini di sette anni, che si tenevano per mano, gemelli ed entrambi ciechi. La mamma si inginocchiò davanti a san Giacinto e l’implorò perché ottenesse la vista ai suoi bambini:

«Sono come dei mostri, guardate. Le loro occhiaie sono vuote. Abbiate pietà di noi». Il Santo non potè frenare le lacrime. Si avvicinò ai due ciechini, li baciò in fronte, poi fece il segno di croce sulle cavità orbitali dicendo: «Nel nome di Gesù Cristo che è luce del mondo, io vi comando, a tutti e due, che vediate. Illuminatevi, illuminatevi, nel nome del Signore». La sua fede fu premiata. i due gemellini, nello stesso istante, si sentirono gonfiare gli occhi, aprirono le palpebre e videro il sole

Parola di Dio: Is 25,6-10a; Sal 22; Mt 15,29-37

 

Vangelo Mt 15, 29-37

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù venne presso il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là. Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì. E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E glorificava il Dio di Israele. Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: «Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada». E i discepoli gli dissero: «Dove potremo noi trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Ma Gesù domandò: «Quanti pani avete?». Risposero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li dava ai discepoli, e i discepoli li distribuivano alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati. Dei pezzi avanzati portarono via sette sporte piene. Parola del Signore

 

“SENTO COMPASSIONE DI QUESTA FOLLA. NON VOGLIO RIMANDARLI DIGIUNI”. (Mt. 15,32)

Gesù è colui che è venuto  e viene per salvare l’uomo, ma noi, spesso spiritualizzando troppo, pensiamo che la sua salvezza riguardi solo lo spirito. Gesù invece è venuto a salvare l’uomo intero e, allora come oggi, è attento a tutte le necessità dell’uomo e cerca collaboratori perché la sua presenza compassionevole possa manifestarsi ovunque ci sia una necessità.

Gesù cerca te perché quell’anziano sia “salvato” dalla solitudine; Gesù cerca te perché quella conoscente che ha perso il marito trovi un po’ di solidarietà, perché quel bambino trascurato non cresca arrabbiato con tutta la società; Gesù ha bisogno della tua testimonianza sincera perché quel dubbioso possa avere dei validi riferimenti nella ricerca della fede. Ha bisogno di un tuo e di un mio sorriso perché qualcuno capisca che nel mondo vale ancora la pena sperare.

Lui, la sua parte la fa: si fa Pane, Parola, prepara per noi il suo banchetto. Noi siamo gli invitati e siamo chiamati a far sì che anche gli altri possano parteciparvi.

 

 

GIOVEDI' 3 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Saverio; San Galgano; Sant’Abbone di Auxerre.

Una scheggia di preghiera:

 

PER ME TU PREPARI UNA MENSA DI FRONTE AI MIEI NEMICI.

 

Hanno detto: Corriamo incontro alla felicità e ci accade di superarla senza riconoscerla. (F. Ross)

Saggezza popolare: È meglio abbassarsi con gli umili che spartire la preda con i superbi. (Saggezza biblica)

Un aneddoto: Nella storia di Gil Blas, il finissimo Alain René Le Sage narra di due studenti che presso una fontana videro una lastra di pietra sulla quale erano incise alcune parole appena decifrabili sotto il fango. Lavata la pietra, lessero. «Aquì esta enterrada al alma del Licenziado Pedro de Garcìa»: qui sta sepolta l’anima del dottor Pedro de Garcìa. «Assurdo», commentò uno dei due. «Come si può sotterrare un’anima?». E non ci pensò più. L’altro invece si fece pensieroso mentre si allontanavano dalla fontana. Ad un tratto, tornò sui suoi passi e con la punta del bastone tentò di smuovere la pietra finché la sollevò e ribaltò: sotto, c’era una borsa di pelle con un vero tesoro, più di cento denari d’oro: ecco l’anima del dottor Pedro de Garcìa, la molla della sua vita, l’ideale supremo, il vero oggetto del suo amore, una manciata di monete d’oro. Se invece di quel dottore, ci fosse stato il nostro nome sulla pietra, che cosa si troverebbe? In che cosa abbiamo sepolto il nostro ideale? Qual è la motivazione del nostro agire?

Parola di Dio: Is 26,1-6; Sal 117; Mt 7,21.24-27

 

Vangelo Mt 7, 21.24-27

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande". Parola del Signore

 

“UN UOMO SAGGIO HA COSTRUITO LA SUA CASA SULLA ROCCIA”. (Mt. 7,24)

Quante preoccupazioni per la casa: alcuni giovani ritardano il matrimonio perché non riescono a trovarla; quanti sacrifici si fanno per poter avere una casa propria.

E della nostra casa definitiva, ci preoccupiamo? Gesù ci ha preannunciato che solo Dio è la nostra casa, casa che noi cominciamo a costruire su questa terra.

Il progetto c’è, è nel cuore di Dio. Sta a noi prima di tutto cercare il luogo su cui costruirla. Si può costruire con minor fatica sulla sabbia delle cose terrene che hanno poca consistenza perché passano o si può cercare la roccia, Dio e i suoi valori, sui quali faticare, ma con la certezza di stabilità. Si può puntare alla casa terrena (con l’unica certezza che essa si concluderà con le quattro assi della bara) o a quella eterna “non costruita da mani di uomo” ma preparata da Dio stesso dove ci attendono Gesù e Maria.

 

 

VENERDI' 4 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Barbara; San Giovanni Damasceno.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU': CHE IO VEDA!

 

Hanno detto: Un giorno ho visto una luce. Mi parve più bella delle altre cose belle e la seguii. Mi accorsi che era la Verità. (Chiara Lubich)

Saggezza popolare: Dove c'è molta luce l'ombra è più netta.

Un aneddoto: Il saggio Socrate volle dare un giorno una lezione di modestia all’ambizioso suo discepolo, poi generale ateniese, Alcibiade. Gli mostrò una cartina geografica del mondo e gli disse: — Mostrami il Continente intorno al mare. Alcibiade glielo mostrò.

Proseguì Socrate: — Mostrami ora la Grecia. — Eccola! — disse il discepolo. - Indicami ora il Peloponneso, nell’Attica. La regione indicata ora era molto piccola. - Ora fammi vedere, nell’Attica, Atene! Non era che un piccolo punto, sotto l’indice del discepolo. - Ora mostrami — concluse il saggio maestro, nella città di Atene, il posto che occupi tu! Alcibiade comprese la lezione d’umiltà e chinò la testa.

Parola di Dio: Is 26,17-24; Sal 26; Mt 9,27-31

 

Vangelo Mt 9, 27-31

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguivano urlando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi». Entrato in casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: «Credete voi che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Sia fatto a voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne sparsero la fama in tutta quella regione. Parola del Signore

 

“DUE CIECHI LO SEGUIVANO URLANDO: FIGLIO DI DAVIDE, ABBI PIETÀ DI NOI”. (Mt. 9,27)

Quanti ciechi nel nostro mondo! Si puntano i nostri telescopi su stelle lontane e non riusciamo a vedere il senso della nostra vita, andiamo a cercare Dio nelle forme più strane di religione e non ci lasciamo illuminare da Colui che viene ed è la luce di Dio. Questi due ciechi gridano e nel loro grido c’è il desiderio e la speranza di vedere. Per imparare a vedere e per sperare di vedere come Dio vuole dobbiamo prima imparare a gridare. Il grido, l’invocazione nascono dalla fede e portando alla fede permettono ai nostri occhi di riconoscere la Luce.

 

SABATO 5 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Dalmazio; San Basso; Beato Filippo Rinaldi.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDICI FEDELI, SIGNORE, ALLA NOSTRA VOCAZIONE.

 

Hanno detto: Fratelli, finché non giunge, dopo la lunga notte, il nostro giorno, resistiamo! (D. Bonhoeffer)

Saggezza popolare: Un tozzo di pane secco con tranquillità è meglio di una casa piena di banchetti festosi e di discordia. (prov. biblico)

Un aneddoto: Chiesero una volta ad Esopo: — Qual’è la cosa più buona del mondo? 

— La lingua! — rispose. Insistettero: — E qual’è la cosa più cattiva del mondo?

— La lingua! — rispose ancora. Con la lingua infatti si prega, si istruisce e si consola; si sparla, s’ingiuria, s’inganna.

Parola di Dio: Is 30,19-21.23-26; Sal 146; Mt 9,35 - 10,1.6-8

 

Vangelo Mt 9, 35-10,1.6-8

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo,Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità. Rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Parola del Signore

 

“PREGATE IL PADRONE DELLA MESSE CHE MANDI OPERAI NELLA SUA MESSE”. (Mt. 9,37)

Dio salva gli uomini attraverso gli uomini. Prima di tutto “Lui che era Dio annientò se stesso e prese in forma umana in tutto simile a noi”. La salvezza non ci piove dall’alto come gesto benefico di un Dio magnanime, ma “Dio si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”, “perché chi crede in Lui abbia la vita eterna” infatti “a coloro che lo accolsero diede il potere di diventare figli di Dio i quali non da carne né da sangue ma da Dio stesso sono stati generati”. Non è Dio che obbliga noi a parlare il suo linguaggio ma è Lui che scende a parlare il nostro e ci dimostra il suo amore fino alla croce e alla risurrezione. Anche adesso il suo messaggio di salvezza ci giunge attraverso gli uomini e le cose. I suoi sacramenti sono segni concreti, la sua Chiesa è fatta di uomini santi e peccatori e il contatto con il sacro ci viene mediato da uomini come noi con dei doni che sono però esclusivamente Suoi. Per questo un uomo come me ma guidato dallo Spirito Santo, il Papa, può garantirmi l’unità della Chiesa nella Verità, per questo un uomo come me, ma incaricato da Gesù può assicurarmi a nome di Dio e della Chiesa il perdono dei peccati.

Ecco allora perché pregare “affinché Dio mandi operai nella sua messe”, non tanto perché ci siano tanti preti o perché la Chiesa diventi sempre più potente, ma perché Dio, attraverso questi uomini, poveri come noi ma pieni dei suoi doni possa continuare a trasmetterceli. Quando i preti avranno capito che il loro potere è solo per questo servizio e quando tutti noi esigeremo da loro solo Dio e i suoi doni allora, davvero non guarderemo più al numero ma alla qualità e, preti e laici riscopriremo ciascuno secondo i propri compiti la gioiosa missionarietà nei confronti di tutti.

 

 

DOMENICA 6 DICEMBRE: 2^DOMENICA AVVENTO C

Tra i santi ricordati oggi: San Nicola, Vescovo; San Bonifacio, martire; Santa Asella di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, MISTERO AMATO.

 

Hanno detto: Mi sono allontanato da te,Signore. Tu mettiti alla mia ricerca. Riconducimi al tuo pascolo, tra le pecore del tuo gregge. (Isacco di Ninive)

Saggezza popolare: Il condimento migliore e meno costoso è la fame.

Un aneddoto: Un tale si presenta ad un orologiaio e gli chiede di mettere una suonenia speciale alla sua sveglia, al fine di riconoscere il giorno dalla notte. L ‘orologiaio fatica a comprendere la richiesta. L’altro spiega che siccome le lancette non indicano se siamo di giorno o di notte, vorrebbe un segnale diverso per il giorno o la notte. Può metterci un campanello o il suono di un cucù? Certo che si può fare, ma non sarebbe più semplice aprire gli occhi e guardare il cielo? E l’altro sospira: «D’accordo, ma il fatto si è che io sono cieco”.

Parola di Dio: Bar 5,1-9; Sal 125; Fil 1,4-6.8-11; Lc 3,1-6

 

Vangelo Lc 3, 1-6

Dal Vangelo secondo Luca

Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! Parola del Signore

 

"VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO: PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE". (Lc. 3,4)

Sia l'antico che il nuovo testamento descrivono la nostra vita nel suo rapporto con Dio come un'attesa... Attendere significa non avere e avere nello stesso tempo... La condizione dell'uomo, nel suo rapporto con Dio, è innanzitutto la condizione di uno che non ha, non vede, non sa e non possiede... E' difficile riconoscere di non possedere Dio, di doverlo attendere. Non è facile predicare ogni domenica senza essere convinto e convincere anche gli altri, che possediamo Dio e possiamo disporre di lui. Non è facile annunciare Dio ai bambini e ai pagani, agli scettici e agli anticlericali, facendo loro comprendere nello stesso tempo che neppure noi possediamo Dio, che anche noi lo aspettiamo. Sono convinto che la ribellione al cristianesimo deriva in gran parte dalla pretesa, consapevole o confusa, dei cristiani di possedere Dio, e dalla perdita della dimensione dell'attesa, così viva nei profeti e negli apostoli... Costoro non possedevano Dio, lo attendevano. Come è possibile possedere Dio? E' forse una cosa che può essere afferrata e conosciuta accanto ad altre cose?

Dio è meno di una persona umana? Un essere umano, bisogna sempre attenderlo. Anche nella comunione più intima, rimane sempre un elemento di non possesso, di non conoscenza e di attesa. E poichè Dio è infinitamente nascosto, libero e imprevedibile, dobbiamo attenderlo nel modo più assoluto e più radicale. Egli è Dio, per noi, proprio nella misura in cui non lo possediamo... Il mezzo per avere Dio, è non averlo.

 

 

LUNEDI' 7 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa; San Claudio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A CERCARE IL VERO BENE DEGLI ALTRI.

 

Hanno detto: Sono come un viandante stanco, sfinito che giunto al termine del suo cammino stramazza a terra. Io però stramazzo fra le braccia di Dio. (S. Teresa di Lisieux)

Saggezza popolare: Chi ha il corpo sazio non crede al digiuno.

Un aneddoto: Nel libro di A. Chiocci «Gli ultimi Samurai» (1966), sono raccontate le estreme ore dei condannati a morte dopo la sconfitta giapponese del 1943. Commuove la richiesta che un militare cristiano, il capitano Suemàtsu, fece al monaco che l’assisteva: «Posso cantare un inno al mio Dio?». «Certamente», rispose il religioso. E Suemàtsu cantò dolcemente un lungo «Amen».

Parola di Dio: Is 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26

 

Vangelo Lc 5, 17-26

Dal vangelo secondo Luca.

Un giorno Gesù sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi ». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico esclamò rivolto al paralitico alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Parola del Signore

 

"NON TROVANDO DA QUAL PARTE INTRODURRE IL PARALITICO A CAUSA DELLA FOLLA, SALIRONO SUL TETTO E LO CALARONO ATTRAVERSO LE TEGOLE, CON IL LETTUCCIO DAVANTI A GESÙ". (Lc. 5,19)

Per arrivare da Gesù non sempre si può passare dalla porta principale. Tante volte questa porta è occupata da persone "perbene", "caritatevoli" che non guardano se accompagni un malato, se hai bisogno di qualcosa, ma che si preoccupano di aver un posto per poter poi magari sedersi e discutere della loro "saggezza" e giudicare il prossimo.

Ma il segreto sta proprio lì: se la porta è occupata c'è sempre il tetto. E' vero, si perde la faccia a salire su un tetto, a scoperchiarlo, a calare un paralitico dal tetto in mezzo a una folla starnazzante sentenze, di persone "perbene". Ma il malato è un amico, il guaritore è buono ed è sempre stato vicino ai poveri e agli umili e allora tentiamo!

La  grande fortuna  di quel  paralitico è  stata quella di aver degli amici di questo genere, disposti a perdere la faccia per lui, disposti a salire su un tetto se non si può passare dalla porta.

Anche nella Chiesa tante volte la porta è occupata, ingombra e sono proprio i cristiani con il loro esclusivismo, o con il loro cattivo esempio a non lasciare entrare. Per vedere Gesù che viene sono disposto a passare dal tetto? Per aiutare una persona sono disposto a perdere la faccia?

 

 

MARTEDI' 8 DICEMBRE: IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Macario, eremita; Beata Chiara da Foligno.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTA BELLA SEI, O MARIA, LA MACCHIA DEL PECCATO NON E' IN TE.

 

Hanno detto: O Gesù, io devo di più alle tue sofferenze che mi hanno salvato, che non alle tue opere che mi hanno creato. (S. Ambrogio)

Saggezza popolare: Meglio incontrare un'orsa privata dei figli che uno stolto in preda alla follia. (prov. biblico)

Un aneddoto: Edmond Michelet, ministro francese della Giustizia nel 1958, raccontava del suo viaggio a Dachau come deportato, insieme a due liceisti ebrei che si dichiaravano «atei e liberi pensatori». «Quando arrivammo a quel lager spaventoso e fummo imprigionati in una baracca, il terrore si impadronì di noi come non mai. L’amico Renouvin propose di recitare le poesie che ricordavamo, per vincere la disperazione di quella prima notte». E l’atmosfera infatti si sciolse, «tenendo su il morale di tutti». A un certo punto si udì la voce di uno dei due studenti ebrei, quella del «libero pensatore»:

«Anch'io ho una poesia da dire». E cominciò con i versi di Paul Claudel: «Madre di Gesù Cristo, io non vengo a pregare. Non ho nulla da offrire e nulla da domandare. Vengo Madre, soltanto per guardarti. Per guardarti e piangere di gioia, per sapere che io sono tuo figlio e che tu sei qui». Nella baracca tutti tacquero e nessuno si disperò più. Al mattino dopo, trovarono che il giovane ebreo era morto nel sonno. Con una grande speranza nel cuore.

Parola di Dio: Gn. 3,9-15.20; Sal 97; Ef. 1,3-6.11-12; Lc. 1,26-38

 

Vangelo Lc 1, 26-38

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio". Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei. Parola del Signore

 

“AL SESTO MESE, L'ANGELO GABRIELE FU MANDATO DA DIO IN UNA CITTÀ DELLA GALILEA, CHIAMATA NAZARETH”. (Lc. 1,26)

Nell’annunciazione di Giovanni Battista l’angelo Gabriele va al tempio di Gerusalemme. Nell’annunciazione di Gesù l’angelo va a Nazareth, territorio che era ritenuto pagano e trascurato da Dio, quella Galilea dalla quale "non era sorto alcun profeta" (Gv. 7,52). Natanaéle si chiede: "Può venire qualcosa di buono da Nazareth?" (Gv 1,46). Dio sceglie ciò che non ha appariscenza, ciò che è umile e disprezzato dagli uomini. La legge dell’incarnazione è questa: "Gesù annientò se stesso umiliò se stesso" (Fil. 2,7-8).

Ma a Gerusalemme, nel tempio, nel culto solenne, nel sacerdote che presiede la celebrazione Dio non trova la fede, cioè non trova amore, ubbidienza e accoglienza. A Nazareth invece, nella Galilea dei pagani, lontana dal tempio e dal culto, trova una fanciulla sconosciuta, la Maria, piena di grazia, di fede e di disponibilità.  Nell’Antico Testamento Dio abita nel tempio, nel Nuovo elegge la sua dimora tra gli uomini (Gv. 1,14). Maria è il nuovo tempio, la nuova città santa, il popolo nuovo in mezzo al quale prende dimora Dio.

 

 

MERCOLEDI' 9 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi: Santa Valeria; San Siro.

Una scheggia di preghiera:

 

TU LA CROCE L'HAI PORTATA PRIMA DI NOI, L'HAI PORTATA PER NOI, LA PORTI CON NOI.

 

Hanno detto: Il coraggio di molto o di poco soffrire è sempre in proporzione dell'amore. (S.Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: Iniziare un litigio è come aprire una diga, prima che la lite si esasperi, troncala. (prov. biblico)

Un aneddoto: Nella prossimità di una cappella, a sinistra dell’altar maggiore, nella basilica di San Lorenzo a Genova, si trova uno spazio delimitato da cordoni rossi, banchi e pilastrini, con alcuni cartelli in quattro lingue: «Qui, spazio riservato alla preghiera»... E incredibile e sintomatico. Ma il resto della chiesa a che è riservato?

Parola di Dio: Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30

 

Vangelo Mt 11, 28-30

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, rispondendo Gesù disse: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". Parola del Signore

 

“VENITE A ME VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI, E IO VI RISTORERO’”. (Mt. 11, 28)

Ci sono momenti nella nostra vita in cui “siamo stanchi”. Abbiamo tentato e percorso tutte le strade, ci siamo scorticati mani e piedi nel cercare di arrancare ogni giorno, nel cercare il senso del nostro vivere e i perché della nostra e altrui sofferenza, ed ogni giorno è uguale, ti alzi al mattino e non hai ancora smaltito la stanchezza di ieri,  il bruciore delle amarezze incontrate.

Tante volte la speranza vacilla, perde luce come la fiammella della candela che improvvisamente ‘si abbassa’, perde luminosità. In certi casi si giunge persino ad avvertire l'inutilità del proprio lavoro, l’insufficienza delle proprie capacità, si prova la debolezza, la delusione, la frustrazione. Sembra non ci sia più nulla da fare. Sembra di battere continuamente la testa contro un muro.

Fermiamoci un momento. Sentiamo Gesù che dice: “Io vi ristorerò”. E’ il Figlio di Dio che non ci promette facile soluzione al problema della sofferenza con tutti i suoi addentellati, non la elimina come se fosse la cosa più cattiva della terra, ma la assume su di sé e ci aiuta a darle senso. Lui non ha ricette, ma porta il peso con noi.

Se siamo soli quel peso ci opprime ma se con noi lo porta il Figlio di Dio, possiamo farcela.

E se noi, imparando da Lui, riusciamo ad aiutarci a vicenda nel portare i nostri pesi, ce la faremo ancora di più.

 

 

GIOVEDI'  10 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Eulalia, martire; San Milziade, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI CORAGGIO PER SCELTE VERE.

 

Hanno detto: Abbiamo davanti agli occhi i peccati degli altri uomini; i nostri li portiamo sulla schiena. (Seneca)

Saggezza popolare: Anche lo stolto, se tace, passa per saggio e, se tien chiuse le labbra, per intelligente. (prov. biblico)

Un aneddoto: Verso gli anni ‘50, Guareschi narrava di un gregge che stava sicuro e ben difeso nell’ovile, presso il quale giunse un lupo cammuffato: « Voi avete bisogno di qualcuno che vi difenda», disse. E le pecore si convinsero che era vero: «Se volete, io potrei custodirvi ottimamente contro ogni pericolo. Avrei cura di voi più di qualsiasi pastore. Non avrete più bisogno di armi e di recinti: penserò io a tutto!». Le pecorelle, onorate d’aver un così potente difensore, fecero tacere chi protestava, eliminarono per consiglio del lupo le pecore reazionarie e quindi aprirono le porte. Era inevitabile che il lupo ne facesse una strage. Il succo del raccontino non si applica solo alla politica di quel tempo; il diavolo è ben più furbo e rapace di quel lupo.’ e molte anime sono molto più sciocche e sventurate di quelle pecorelle.

Parola di Dio: Is 41,13-20; Sal 144; Mt 11,11-15

 

Vangelo Mt 11, 11-15

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo Gesù disse alla folla: "In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda". Parola del Signore

 

“DAI GIORNI DI GIOVANNI BATTISTA FINO AD ORA, IL REGNO DI DIO SOFFRE VIOLENZA E I VIOLENTI SE NE IMPADRONISCONO”. (Mt. 11,12)

Il brano di Vangelo che abbiamo letto oggi è l’elogio che Gesù fa di Giovanni Battista. Quest’uomo, “più grande tra i nati da donna” è indicato come uno che è entrato nel Regno  e lo ha “carpito con violenza”.

Noi, come Gesù non amiamo la violenza. Eppure, entrare nel regno non è una semplice passeggiata, Gesù non è un semplice rimedio, un toccasana ai mali dell’uomo, il cristianesimo non è un manuale di cortesia o di buona educazione per una convivenza serena.

In che modo Giovanni si è impadronito con violenza del Regno?

E’ stato scelto da Dio per una missione ed egli ha accettato, comprese tutte le conseguenze anche quelle di  certo non piacevoli. Ha scelto il deserto e non “le morbide vesti”, ha dovuto “gridare” per farsi sentire, non si è piegato “come una canna mossa dal vento” e non ha ceduto alle lusinghe né dei religiosi, né dei potenti, nè al ‘buon senso’. Ha parlato contro il potere sapendo che con questo si giocava la testa; ha indicato Gesù, è “diminuito perché Lui cresca”, non si è tenuto neppure i suoi discepoli ma li ha indirizzati a Gesù; nel buio della sua prigione ha perfino vissuto il dubbio di aver sbagliato ed ha avuto bisogno di conferme da Gesù stesso…. Ecco la violenza di Giovanni!

Il Regno di Dio è un regno misterioso. Tutto ha senso ma non tutto ha spiegazione. L’intelligenza serve per entrarvi, ma non basta, occorre il cuore, tutto il cuore.

Il Regno è grande, è per tutti, ma c’è una porta stretta per entrarvi e, se vuoi passare, devi lasciare fuori tante cose piacevoli e desiderabili.

Il Regno ti parla di eternità e te la garantisce nel sangue di Gesù ma non distribuisce passaporti che ne assicurino l’ingresso, solo la carità, il perdono, la fatica quotidiana, il tentare, lo sbagliare e il ricominciare sempre, indicano il cammino.

Il Regno non ti garantisce successo vittoria della verità, trionfo della giustizia qui sulla terra, anzi, nel mezzo di quel Regno campeggia una croce. Ecco dunque perché Giovanni Battista è l’eroe. Se davvero con costanza, facendo violenza a me stesso, uso le armi della carità e dell’amore davanti ad un mondo che riconosce solo la supremazia del più forte del più ricco, se ho il coraggio del non tirarmi indietro anche a costo di finire male, magari incompreso proprio da coloro per i quali magari sto dando la vita, allora il Regno opera in me e nei suoi confronti opero un’altra violenza: lo faccio venire più in fretta, lo faccio arrivare prima.

 

 

VENERDI’ 11 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Damaso, papa; San Daniele stilita

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI LA SPONTANEITA' DEI BAMBINI.

 

Hanno detto: Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell'evoluzione: ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. (Benedetto XVI)

Saggezza popolare: Sono sempre gli stracci che vanno per aria.

Un aneddoto: Al Papa san Pio X si presentò, accompagnata da sua madre, una fanciulla inglese, ricchissima, la cui pura bellezza era deturpata da un cancro inguaribile alla guancia. inginocchiandosi, disse al Pontefice: «Santo Padre, se tu vuoi, puoi guarirmi». «Davvero, figlia? Credi veramente che ti possa guarire?». «Sì, Padre Santo, perché l'ha detto Gesù». «Ebbene, se è così sia fatta la volontà di Dio secondo la tua fede». E la benedisse sorridendo. La fanciulla e la madre tornarono all'albergo col cuore fiducioso. Tolte le bende, la guancia apparve risanata. Pochi giorni dopo, madre e figlia erano di nuovo ai piedi del vicario di Cristo. «Dunque sei guarita?». «Sì, Padre Santo». «Non credere che sia io... E il potere delle Chiavi di Pietro». «Santo Padre, mio papà è protestante ma consentirà a tutto quanto io gli domanderò per dimostrare riconoscenza. Chiedi dunque qualcosa di grande, una chiesa, un ospedale, una scuola, la spesa non conta». Il Pontefice si raccolse un istante in preghiera. Poi, come mosso da ispirazione divina, disse: «Figlia, una cosa sola è veramente grande: fare la volontà di Dio. Va’ e pensa a questo». L’inglesina studiò quale fosse per lei la volontà di Dio. Sentì una vocazione e si fece religiosa in un monastero romano

Parola di Dio: Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19

 

Vangelo Mt 11, 16-19

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "A chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto. E’ venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio. E’ venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere". Parola del Signore

 

“VI ABBIAMO SUONATO IL FLAUTO E NON AVETE BALLATO, ABBIAMO CANTATO UN LAMENTO E NON AVETE PIANTO”. (Mt.11,17)

Quando leggo questa parabola mi colpisce subito un pensiero. Se Gesù ha colto questo aspetto del gioco dei bambini, vuol dire che anche Lui, da bambino ha giocato. E questo mi piace e mi consola perché sento davvero in Lui il Dio con noi che come un bambino semplice e innocente si diverte correndo e giocando. C’è un racconto di Guareschi (reso magistralmente nel film da Fernandel) dove don Camillo, per fare un piacere al suo amico-nemico Peppone, accetta di recarsi al collegio della città per fare una bella paternale al figlio di Peppone che non studia. Appena cerca di dare il via alla lavata di testa il bambino lo interrompe: “Posso fare una corsa?”… e dopo la corsa viene la scivolata sul ghiaccio, la ricerca dei nidi, il giocare a rimbalzello con le pietre, sul fiume… E quel pretone, intabarrato in una mantellina nera che davvero lo fa somigliare ad un corvaccio, ridiventa bambino.

Gesù davanti agli atteggiamenti seriosi dei malcontenti strappa davvero un sorriso, anche ironico, raccontando questi giochi da bambini. Non vorrà forse dirci  quanto siamo stupidi quando non sappiamo apprezzare la vita e magari davanti ad alcune prove che incontriamo in essa preferiamo sederci corrucciati a lamentarci e nello stesso tempo perdiamo proprio il treno della vita? Oppure che, siccome nella vita c’è qualcuno che esagera nei godimenti, rischiamo di diventare i moralisti bacchettoni che vedendo male dappertutto preferiscono chiudersi isolati nella loro torre d’avorio?

 

SABATO 12 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Memoria della Beata Vergine Maria di Guadalupe; Santa Giovanna Francesca di Chantal.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A SCOPRIRE TE NELLA NOSTRA STORIA.

 

Hanno detto: La generosità è sempre segno di superiorità. (B. Graciàn)

Saggezza popolare: Più lontano si cerca il sapere, meno si apprende.

Un aneddoto: Lo scultore Johann Donnecker (1758-784 1) aveva abbozzato un modello del Cristo con cui voleva esprimere realmente la fede nella sua divinità. Invitò un gruppo di bambini nel suo studio ad ammirare quella scultura. Un ragazzino disse: “Questo deve essere un uomo veramente grande”. Il commento deluse lo scultore che riprese il lavoro e finì un secondo modello da sottoporre all’esame di un altro gruppo. Il commento di una bimbetta fu questo. “Doveva essere una persona proprio buona, molto buona”. Donnecker rimase male e riprovò un terzo modello che mostrasse in qualche modo il Dio fatto uomo. Fece poi venire un ultimo gruppo di bambini e scrutò il loro volto quando entravano nello studio. Questa volta nessuno parlò, i ragazzini si tolsero il berretto e due o tre bambine si inginocchiarono. Allora capì d’esser riuscito ad esprimere il senso di adorazione che aveva nel cuore.

Parola di Dio: Sir 48,1-4.9-11; Sal 79; Mt 17,10-13

 

Vangelo Mt 17, 10-13

Dal vangelo secondo Matteo.

Nel discendere dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è gia venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista. Parola del Signore

 

“ELIA È GIÀ VENUTO E NON L’HANNO RICONOSCIUTO”. (Mt. 17,12)

Ci sono tanti modi di “vedere un fatto”. Lo si può vedere come una semplice successione di avvenimenti. Lo si può leggere esclusivamente secondo i propri interessi. Si può cercare in esso dei significati più profondi. Si può partire da un fatto per arrivare a delle scelte. I contemporanei di Gesù pensavano che il profeta Elia sarebbe dovuto tornare sulla terra, prima della venuta di Gesù, ma hanno rifiutato Giovanni il Battista, non hanno saputo vedere in lui quell’Elia profetizzato e, quindi, non hanno gioito delle sue indicazioni, non hanno saputo approfittare della misericordia offerta.

Quanti “fatti” non letti nella nostra storia, o letti solo tradizionalmente, superficialmente, magari solo subiti, ad esempio un incontro, una gioia, una sofferenza, un’occasione di preghiera... Quando ero ragazzo, i maestri di spiritualità insegnavano il metodo della revisione di vita che ritengo tuttora valido. Vedere: cioè conoscere a fondo un avvenimento; giudicare: cioè cercare di riconoscere la presenza di Dio in questo avvenimento; agire: trasformare questo fatto in qualcosa che mi porta ad agire in comunione con la volontà di Dio.

 

 

DOMENICA 13 DICEMBRE: 3^DOMENICA DI AVVENTO C

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lucia; Sant’ Antioco.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICACI, SIGNORE, CON IL DONO DEL TUO SPIRITO.

 

Hanno detto: Se tutti ci accontentassimo del necessario e dessimo il superfluo al bisognoso, non ci sarebbe più né ricco né povero. (S. Basilio)

Saggezza popolare: Una pianta che ha molti frutti non li matura tutti.

Un aneddoto: Racconta Wilfrid Monod d’essersi fermato dinanzi alla vetrina di un negoziante d’arte, dov’era esposto un quadro della Crocifissione. Notò che un ragazzo vestito di cenci contemplava con intensità lo stesso dipinto. Fingendosi ignorante, gli chiese chi fosse mai quel tale in croce: “E’ il nostro salvatore, Gesù Cristo”, rispose e spiegò. “Quelli sono i soldati, soldati romani, e la donna che piange è sua madre”. Monod rimase stupito del tono di confidenza del monello: “Lo hanno ammazzato, signore. L’hanno proprio ammazzato”, diceva mentre l’adulto si allontanava. Ma dopo pochi passi, questi si sentì chiamare. “Signore, Signore!”, e il ragazzino gli era corso dietro: “Guardi però che lui è risuscitato. Sì, signore, lui è proprio risorto!». Ed era trionfante nel suo annuncio di fede.

Parola di Dio: Sof 3,14-17; Cant. Is 12,2-6; Fil 4,4-7; Lc 3,10-18

 

Vangelo Lc 3, 10-18

Dal Vangelo secondo Luca

Le folle lo interrogavano: “Che cosa dobbiamo fare?”. Rispondeva: “Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”. Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: “Maestro, che dobbiamo fare?”. Ed egli disse loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”. Lo interrogavano anche alcuni soldati: “E noi che dobbiamo fare?”. Rispose: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe”. Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile”. Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella. Parola del Signore

 

“DICEVA GIOVANNI: IO VI BATTEZZO CON ACQUA: MA VIENE UNO PIÙ FORTE DI ME... COSTUI VI BATTEZZERÀ IN SPIRITO SANTO E FUOCO”. (Lc. 3,16)

Ascoltiamo bene la promessa: Egli vi battezzerà in Spirito Santo, vi immergerà in Dio, vi introdurrà nel suo amore, nella sua misericordia e nella sua pace. I vostri fallimenti e infedeltà li incenerirà nella giustizia e vi inonderà di forza e di gioia, di una volontà nuova. Vi innesterà nella sua stessa vita. Questa è la Parola-promessa!

Per tutti coloro che davanti ai vicoli ciechi della propria esistenza e ai fallimenti delle proprie speranze, s’interrogano: che cosa dobbiamo fare? Questa è la Parola—risposta: Non si tratta anzitutto di “fare”: una morale e un’azione migliore non cambieranno in profondità nè i nostri cuori, nè le relazioni e neppure il mondo. Si tratta di lasciar fare a Dio, perché la sua parola creatrice di vita ci trasformi ad immagine del suo Figlio e ci renda capaci di metterci al seguito di Colui che viene come artigiani di un segno di pace, di giustizia e di salvezza.

 

 

LUNEDI' 14 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni della Croce; San Pompeo vescovo; Sant’Agnello abate.

Una scheggia di preghiera:

 

AUMENTA LA NOSTRA FEDE!

 

Hanno detto: Se non ascoltate Dio nella sua umiltà, sarete costretti ad ascoltarlo nella sua potenza e severità. (S. Gregorio)

Saggezza popolare: Non fare scrupolo dove non è peccato.

Un aneddoto: Quando ancora non era Presidente della Repubblica Italiana, Oscar Luigi Scalfaro usava andare a pregare presso la tomba di Alessandro VI in una chiesa di Roma. «Questo Papa sciagurato — disse in un’ intervista a Vittorio Messori — mi è caro soprattutto perché è in lui (più ancora che nei Papi santi) che risplende la potenza di Dio. Dio è Dio perché fa luce con le lampadine bruciate: se usasse quelle buone, che Dio sarebbe?».

Parola di Dio: Nm 24,2-7.15-17b; Sal 24; Mt 21,23-27

 

Vangelo Mt 21, 23-27

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, entrato Gesù nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose: «Vi farò anch'io una domanda e se voi mi rispondete, vi dirò anche con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Ed essi riflettevano tra sé dicendo: «Se diciamo: "dal Cielo, ci risponderà: "perché dunque non gli avete creduto?''; se diciamo "dagli uomini, abbiamo timore della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo perciò a Gesù, dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore

 

“CHIESERO A GESÙ: CON QUALE AUTORITÀ FAI QUESTO? CHI TI HA DATO QUESTA AUTORITÀ?”. (Mt. 21, 23)

Dare fiducia ad una persona certamente non è una cosa facile. Accettarne poi l’autorità è ancora più difficile, perché ci coinvolge di persona. Gesù ci parla con autorità; dice di essere Figlio di Dio, compie miracoli... Ma sarà davvero il Figlio di Dio? I suoi segni sono miracoli o casi di autosuggestione collettiva? Il suo insegnamento viene da Dio o è frutto di una riflessione storica di un determinato popolo sfociata in una grande personalità? Sono domande che da secoli uomini semplici e uomini di cultura si sono fatti ed anche noi in certi momenti possiamo farci. Gesù non risponderà direttamente a queste domande che gli pongono anziani e sacerdoti. Lui si presenta a loro e a noi così, con la sua parola, con i suoi segni, con il suo mistero e con la sua vita donata: è una proposta ragionevole ma misteriosa; non si impone a nessuno. Chiede la nostra fiducia. Se però noi, pur in mezzo a dubbi e paure facciamo questo passo scopriamo la sua presenza che illumina il senso della nostra vita, ci fa scoprire Dio e ci accompagna verso l’Eternità che lui stesso ci ha meritato e che il Padre ha pensato per noi da sempre.

 

 

MARTEDI' 15 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Cristiana; Sant’Adalbertone.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, AIUTACI A DIRE “SI” COME HAI FATTO TU.

 

Hanno detto: Salì al cielo non per riportarsi in cielo,lui che in cielo era sempre rimasto,ma per condurvi te, dopo averti liberato dalle catene e averti sottratto all'inferno. (San Pietro Crisologo)

Saggezza popolare: L'inchiostro più sbiadito è migliore della memoria migliore.

Un aneddoto: Un grande mistico del secolo XIV, il beato Enrico Susone, veniva condotto qualche volta da sua madre sul lago di Ueberlingen. Un giorno, mentre la barca scivolava sulle onde illuminate dal sole, parve al piccolino di vedere mille perle scintillare danzando sulle onde: «Mamma, guarda: siamo circondati dalle gemme». Rispose la mamma: «Si, sembrano gemme, ma se tu ti abbassi per afferrarle con la mano, non raccogli altro che un po’ d’acqua fredda e scura. Rivolgiti piuttosto al sole: soltanto i suoi raggi producono questi bagliori. L’Eterno non ti ingannerà mai.

Parola di Dio: Sof 3,1-2.9-13; Sal 33; Mt 21,28-32

 

Vangelo Mt 21,28-32

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. E’ venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli. Parola del Signore

 

“UN UOMO AVEVA DUE FIGLI…”. (Mt. 21,29)

I benpensanti religiosi del tempo di Gesù, come quelli di oggi, dividevano il mondo in “giusti” e “peccatori”. Gli “osservanti” facevano parte della prima categoria i secondi erano tutti quelli che vivevano al margine della legge. Gesù, invece ci fa comprendere che i criteri che sostengono la morale del Regno di Dio sono ben diversi dai nostri. I “giusti” appaiono a Gesù autosufficienti, arroganti, inconcludenti perché arroccati nei propri schemi personali. I “peccatori” sono dei fuorilegge rispetto alla regolamentazione religiosa, ma mostrano apertura e si rivelano disponibili credendo all’annuncio del regno. I primi “hanno visto”, ma non hanno creduto; i secondi si sono “pentiti” e quindi “passano avanti” nel Regno.

Ma Gesù raccontando di quei due figli che cambiano idea vuole insegnarci anche un’altra cosa importantissima: la fede cristiana ha una caratteristica che la rende unica. Il fatto di avere un Dio incarnato costringe la nostra spiritualità ad incarnarsi, obbliga la nostra preghiera a diventare azione, porta i nostri discorsi alla verifica continua nelle azioni. Come sarebbe più comoda una fede che resta nei cieli! Una religione che si esaurisce nella preghiera e nel culto. Macché: Gesù desidera che lo imitiamo nelle parole e nelle opere. Che la nostra fede conservi questo doppio polmone di incontro nell’intimo e di servizio nella vita. E allora, anche se disturba, dobbiamo chiedercelo: quanto influisce la nostra fede sulla nostra vita? Quanti gesti sono cambiati da quando il Vangelo è entrato nella mia vita? Questa riflessione ci obbliga ad essere estremamente concreti, sinceri con noi stessi.

 

 

MERCOLEDI' 16 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Adelaide, regina; Sant’Adone da Vienne; Santa Albina martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONACI COERENZA.

 

Hanno detto: Un cristiano è un libero signore sopra ogni cosa. E non è sottoposto a nessuno. Un cristiano è un servo volenteroso in ogni cosa. Ed è sottoposto ad ognuno. (Martin Lutero)

Saggezza popolare: Le parole non aiutano quando arde l'incendio.

Un aneddoto: Sapeva certamente dare gusto all’esistenza il cappuccino san Crispino di Viterbo (1668-1750), il primo santo canonizzato da Papa Wojtyla nel 1982. Di lui si racconta che diceva spesso ai confratelli e alla gente sfiduciata: «Dio provvede a tutto in abbondanza, quando teniate aperte due porte, cioè quella del Coro (alla gloria di Dio) e quella della Portineria (a beneficio dei poveri)». Questo bravo laico francescano aveva fatto la questua per 40 anni, catechizzando il mondo, e, divenuto anziano, lavorava ancora con energia nell’orto: «Smettete di lavorare, povero vecchio», gli disse un frate. «Non sono io che fatico», rispose san Crispino: «è la zappa che lavora, ed io sto qui per divertimento». E questa la saggezza degli ingenui.

Parola di Dio: Is 45,6b-8.18.21b-26; Sal 84; Lc 7,19-23

 

Vangelo Lc 7, 19-23

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Giovanni chiamò due dei suoi discepoli e li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!». Parola del Signore

 

"ANDATE E RIFERITE CIÒ CHE AVETE VISTO E UDITO". (Lc. 7,22)

In una parrocchia dove sono stato viceparroco per 7 anni c’è un deposito dei tram. Penso che voi sappiate che i tranvieri sono una categoria che ha gli orari assai scombinati per cui spesso dovevano rimanere per ore in attesa del prossimo servizio. Diventato amico di molti di essi, quando passavo davanti al deposito qualcuno scherzando mi diceva: “Reverendo, venga a fare un po’ di “logica” con noi”. E la “logica” consisteva nel far passare il tempo chiacchierando di tutto: dalla politica all’aumento dei prezzi, alla malattia del bambino... Gesù ai messi mandati da Giovanni il Battista per vedere se lui è il messia dice: “Non state a fare tante chiacchiere, non fate la “logica”, dite quello che avete visto: i miracoli, i segni del Regno... Anche a noi Gesù oggi dice: “Non fate troppe chiacchiere sulla religione o su discussioni cavillose: fate vedere che in nome di Cristo oggi gli ammalati sono assistiti, i poveri trovano un tetto, i deboli sono difesi.

 

 

GIOVEDI' 17 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lazzaro; San Floriano.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO, AIUTACI A LEGGERE LA TUA PRESENZA NEGLI AVVENIMENTI.

 

Hanno detto: Sepoltura e resurrezione si trovano insieme nel Battesimo: depone il vecchio uomo, prende il nuovo e risorge. (S. Giovanni Crisostomo)

Saggezza popolare: Molte parole non indicano per forza molta sapienza.

Un aneddoto: Nel processo di canonizzazione del beato Alvaro di Cordoba, un domenicano dei Quattrocento, si legge che, avendo incontrato un mendicante coperto di piaghe, che non poteva più muoversi, lo avvolse nella propria cappa, lo caricò sulle sue spalle e lo trasportò al convento di santo Domingo de la Escalera per curarlo; quando vi giunse, all’aprire la cappa davanti ai confratelli, apparve, in luogo dei mendicante, un Crocifisso ligneo della sua stessa statura, che si conserva tuttora con venerazione.

Parola di Dio: Gn. 49,2.8-10; Sal. 71; Mt. 1,1-17

 

Vangelo Mt 1, 1-17

Dal vangelo secondo Matteo.

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.

Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici. Parola del Signore

 

“ABRAMO GENERÒ ISACCO, ISACCO GENERÒ GIACOBBE...". (Mt.1,2)

La lunga genealogia che apre il Vangelo di Matteo serve da grande lettura storica, da "ouverture" all'avvento di Gesù e viene a indicarci il modo più giusto di leggere la storia e la nostra storia. Ciascuno porta in se stesso le tracce e i condizionamenti del passato.

La nostra stessa cultura è debitrice di molte cose al passato in bene e in male.

La storia quindi la si può leggere in modi molto diversi, dal semplice susseguirsi di fatti, alla ricerca di cause, al recriminare errori... Il cristiano ha nella Bibbia lo stile e il modo per imparare a leggere la sua storia. L'uomo è entrato nella storia con il suo carico di peccato ma con il seme che porta in Sè: è figlio di Dio ed ecco allora la storia come lungo atto di Amore di un Dio fedele all'uomo che invece è spesso infedele a Dio. E la mia storia, i miei 20,40,60,80 anni come li devo leggere?

Se li leggo solo come susseguirsi di avvenimenti forse mi dicono poco ma se in essi riesco a intravederci la trama di un Dio che mi cerca, mi ama, mi accompagna, mi richiama, trovo la gioiosa meraviglia di scoprire la sua fedeltà a me e i tanti o pochi anni che mi restano nella storia si illuminano di eternità.

 

 

VENERDI' 18 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lazzaro; San Floriano.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SIGNORE MI GUIDI E MI CONDUCI.

 

Hanno detto: L'uomo non è solo un animale che sa ridere, ma anche un animale che fa ridere. (Henri Bergson)

Saggezza popolare: Metti di rado il piede in casa del tuo vicino, perché non si stanchi di te e ti prenda in odio. (saggezza biblica)

Un aneddoto: Rabbi Eltezer insegnava ai suoi discepoli: «Convertiti un giorno prima della tua morte». Essi, meravigliati, gli domandarono: «Maestro, come si può conoscere il giorno in cui si muore?». Rabbi Eliezer replicò. «Ragione di più per convertirsi già oggi, perché si potrebbe morire anche domani; così si deve dedicare tutta la vita alla conversione».

Parola di Dio: Ger. 23,5-8; Sal. 71; Mt. 1,18-24

 

Vangelo Mt 1, 18-24

Dal vangelo secondo Matteo.

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.  Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore

 

“DESTATOSI DAL SONNO, GIUSEPPE FECE COME GLI AVEVA ORDINATO L’ ANGELO”. (Mt. 1,24)

Non per niente lo chiamano ‘l’uomo della fede”: ci vuole un bel coraggio a fidarsi dei sogni e Giuseppe con semplicità, con fede, ma anche per grande amore verso Maria sua sposa lo fa. Ed ecco il, premio: lui umile uomo diventa segno privilegiato della paternità di Dio, custode e amministratore del mistero della salvezza. Ma un’altra caratteristica che mi piace particolarmente di quest’uomo è che pur essendo l’ultimo dei patriarchi è un personaggio che sta zitto. Zaccaria, il padre del Battjsta, diventa muto per la sua .incredulità; Giuseppe, l’uomo di fede tace ma agisce: prende Maria con sé, l’accompagna a Betlemme, fugge con la sacra famiglia in Egitto, è il buon padre ebreo che accompagna Gesù al tempio a 12 anni. Ringraziamo Dio per chi in questo mondo dove sembrano contare gli strombazzamenti, dove a volte anche all’interno della Chiesa conta di più chi fa più riunioni, ci sono ancora persone che nel silenzio amano o agiscono di conseguenza e poi, in punta di piedi, per non disturbare, se ne vanno.

 

 

SABATO  19 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Dario martire; Santa Fausta martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO, AMANTE DELLA VITA, AIUTACI AD AMARLA IN TUTTE LE SUE FORME.

 

Hanno detto: "Ama il tuo prossimo come te stesso",va preso senza riserve né riduzioni. Il prossimo non è quello che mi va, ma è quello che mi passa vicino, senza eccezione per alcuno. La Scrittura dice anche: "Tu puoi perché devi". È il Signore che lo richiede e lui non richiede nulla d'impossibile. (Santa Teresa Benedetta della Croce: Edith Stein)

Saggezza popolare: La calunnia non distrugge l'uomo onesto, poichè passata l'inondazione la pietra riappare.

Un aneddoto: Nella cappella di Bressans in Savoia, anonimi pittori hanno affrescato ingenui dettagli della Storia Sacra, tra i quali una strage degli Innocenti, che si snoda come in un fumetto moderno. Erode porta gli zoccoli (sabots) dei montanari, e Salomè in vista della sua danza si diletta con le raganelle (claquettes); stranamente i bambini sono già cresciuti fra i 10 e i 12 anni, il che permette al Bambino Gesù di scappare per i campi quando arrivano i soldati. Il piccolo incontra un buon seminatore e miracolosamente fa germogliaire e crescere tutto il campo di grano. Giungono i soldati di Erode e chiedono al contadino se ha visto passare un bambino così e così. Il contadino risponde che sì, è passato di lì un bambino, ma «tempo fa». Quando? «Quando seminavo questo grano». E non dice bugia. I soldati delusi vanno a cercare altrove.

Parola di Dio: Gdc.13,2-7.24-25; Sal. 70; Lc. 1,5-25

 

Vangelo Lc 1, 5-25

Dal vangelo secondo Luca.

Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta. Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l'usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l'offerta dell'incenso. Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso. Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccaria disse all'angelo: «Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni». L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini». Parola del Signore

 

ZACCARIA ED ELISABETTA ERANO GIUSTI DAVANTI A DIO. (Lc. 1,6)

La chiamata e la vocazione di colui che preparerà la strada al Salvatore viene preparata dal Signore nel cuore di due persone che 'vivevano davanti a Lui'.

Questo può suggerirci la grande responsabilità dei genitori anche prima della nascita del proprio figlio. Un figlio non lo si accoglie solo quando, risolti tutti i problemi economici e affettivi e di lavoro, si decide che: "Adesso un figlio può anche starci bene nella nostra famiglia".

Un figlio è prima di tutto un figlio di Dio. Dio chiede ai genitori di fare qui sulla terra le sue veci.

Una famiglia cristiana non genera solo un figlio, ma genera alla vita di Dio, si rende collaboratrice perché l'amore di Dio che ha pensato dall'eternità a ciascuno possa riversarsi su quel bambino.

Quel bambino non ha soltanto diritto alla vita (e sarebbe già molto per il nostro mondo), ma ha diretto a vedere il valore della vita dei figli di Dio già vissuto dai suoi genitori.

 

 

DOMENICA 20 DICEMBRE: 4^DOMENICA DI AVVENTO C

Tra i santi ricordati oggi: San Liberato, martire; San Zefirino, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI BENEDETTA FRA TUTTE LE DONNE

 

Hanno detto: La mia più grande preoccupazione era e rimane quella di battermi perché Gesù, visto che ha così pochi amici, questi li abbia almeno buoni. (S.Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: Non si dorme per dormire, si dorme per poter agire.

Un aneddoto: Una ragazza brasiliana nella sua prima confessione si era imbattuta in un vecchio domenicano a Rio de Janeiro. Il confessore le aveva chiesto: “Per quanto credi che Dio ti venderebbe?”. La bambina aveva risposto con cifre sempre più favolose, milioni e milioni di cruzeiros. Dopo averla lasciata divagare in quel modo di denaro, il frate le aveva detto gravemente: “No, Dio non ti venderà mai, mai capisci? Per lui tu vali molto più di tutto l’oro del mondo”. La bambina, dopo quell’incontro aveva pensato a lungo e, colta da vertigini, si disse che quel Dio doveva essere straordinario e che doveva amarla molto se la considerava più preziosa di tutto l’oro del mondo: questo provava un’amicizia così profonda che, appena poté farlo, la ragazza brasiliana si fece religiosa. E spesso, tuttora dice alle suore: “Se noi valiamo tanto per il Signore, immaginatevi quanto vale il Bambino Gesù per ognuna di noi, quanto vale ogni neonato, quanto vale ogni vita agli occhi di Dio”

Parola di Dio: Mi 5,1-4a; Sal 79; Eb 10,5-10; Lc 1,39-45

 

Vangelo Lc 1, 39-48

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.

Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse: “L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. Parola del Signore

 

"BENEDETTA TU FRA LE DONNE". (Lc. 1,42)

La frase che Elisabetta rivolge a Maria è la stessa che noi, spesso, pronunciamo dicendo l'Ave Maria. E' un'espressione che si apre alla meraviglia, allo stupore, alla sorpresa.

Si affacciano immagini di tenerezza, delicatezza, sensibilità, profumo penetrante, sguardo carezzevole, riserbo, attenzione, parole di dolcezza, gioia, felicità, vita, presenza protettrice, accoglienza, rispetto. Ossia tutto ciò che rende il mondo più umano, lo riscatta dall'aridità e dal vuoto. Noi vediamo Maria che si "colloca accanto", che rimane in un atteggiamento di tenerezza presso Colui che lei ha atteso, possiede ha, dona. E, nello stesso tempo, è vicina a tutti coloro che stanno con lui. La nostra debolezza fragilità paura, il nostro essere esposti e piccoli indifesi di fronte al male, non ci angoscia più. Sappiamo che lei si prende cura di ciò che è indifeso, minacciato. "Tu sei benedetta fra le donne". Perché non ti occupi di ciò che è grande, forte, importante, potente, ricco. Ma la tua tenerezza si sente sollecitata in direzione di ciò che è piccolo e vuol crescere nella linea dell'amore e della libertà.

"Tu sei benedetta fra le donne". E ci sentiamo, con te, Maria, celebranti della vita. Tu ci ricordi, infatti, che Dio raggiunge, con la sua benedizione, soltanto coloro che non sono assenti dalla vita.

 

 

LUNEDI'  21 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Canisio; San Temistocle, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO MIO, ACCOMPAGNAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

Hanno detto: La vita comincia quando comincia l'amore. (Margaret Mitchell)

Saggezza popolare: D'inverno, quando non serve l'ombra, l'albero perde le foglie.

Un aneddoto: In pochi versi Tagore narrava di quella città lontana che da molto tempo attendeva la visita del Gran Re. Poi tutti avevano finito per non pensarci più, così che, dopo anni e anni, una notte il Sovrano giunse inaspettato in quella regione. Gli abitanti della città udirono sì i rumori dei carri nel corteo reale, ma si dissero. «Sono i tuoni d’un temporale». Udirono sì il galoppo dei cavalli e il suono delle fanfare, ma pensarono: «È il vento», e si voltarono dall’altra parte per riprendere il sonno interrotto. E gli araldi a gridare che stava giungendo il Gran Re, e la banda a suonare la marcia trionfale: tutto rimase buio e vuoto in quella città squallida e vuota. Il Sovrano passò senza che alcuno l’accogliesse, e non si fermò mai più là dove l’avevano tanto atteso e poi l’avevano scambiato con i tuoni e col vento.

Parola di Dio: Ct.2,8-14, opp. Sof. 3,14-18; Sal. 32; Lc. 1,39-45

 

Vangelo Lc 1, 39-45

Dal vangelo secondo Luca.

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore». Parola del Signore

 

“IN QUEI GIORNI MARIA SI MISE IN VIAGGIO”. (Lc. 1,39)

Maria non solo accoglie ma porta Gesù, non solo è serva di Dio ma anche serva degli uomini. Accogliere Gesù non significa tenerselo per sè, coccolarselo, escludersi in una specie di paradiso terrestre ma significa andare, portare Gesù. E così Maria con questo viaggio lungo che la porta nelle vicinanze di Gerusalemme non solo porta Gesù nella casa di Zaccaria, Elisabetta e Giovanni, ma anticipa a Gesù stesso il viaggio che Lui dovrà fare per andare a donare la sua vita per noi.

La nostra vita si può paragonare a un viaggio ma chiara dovrebbe essere la meta: si può viaggiare verso il nulla e la morte; si può viaggiare solo verso se stessi, si può viaggiare verso Dio e incontrare gli altri; si può viaggiare da soli; si può viaggiare con Gesù verso il Padre, portandolo agli altri.

 

 

MARTEDI' 22 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Flaviano; Santa Francesca Cabrini.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, SEI DAVVERO LA NOSTRA BUONA MAMMA.

 

Hanno detto: Prima si stabilisce la meta, poi si sceglie il percorso. (Jean Paul)

Saggezza popolare: La fede genera l'amore, e l'amore raddoppia la fede.

Un aneddoto: Racconta San Giovanni della Croce: Che importa che l'uccello sia legato a un filo o a una corda! Per quanto sottile sia il filo, l'uccello resterà legato, finché non riuscirà a strapparlo per volare. Lo stesso vale per l'anima legata a qualche cosa: nonostante tutte le sue virtù non perverrà mai alla libertà dell'unione con Dio.

Parola di Dio: 1Sam 1,24-28; Salmo da 1Sam.2; Lc. 1,46-55

Vangelo Lc 1, 46-55

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre". Parola del Signore

 

“HA GUARDATO ALL’UMILTÀ DELLA SUA SERVA”. (Lc. 1,48)

Dobbiamo buttar giù il castello che  abbiamo costruito attorno alla Madonna e che ci impedisce di vederla e di capirla. Maria non vive tra rose e gigli. Vive tra le case basse e gli orti di Nazareth. Tutti i giorni va all’unica fontana del villaggio con la brocca in testa e mentre aspetta paziente il suo turno, Gesù Bambino si diverte con i compagni sulla grande piazza davanti alla sorgente.

Tornata a casa prepara i cibi che allora erano comuni ai poveri: uova, latte, burro, ricotta, olive, cipolle, zucchini, fave e le immancabili erbe amare. Preparati i cibi li dispone su un unico vassoio e da questo i commensali vi attingono con le mani. Insomma, a Nazareth non erano gli angeli a impastare la farina e a preparare il cibo; e neanche quando Maria ha dovuto fuggire in Egitto, ha trovato palme ricurve pronte ad offrire datteri al Bambino e a Giuseppe, come raccontano certe storie. La Madonna ha tutto il sapore di casa nostra. Come non amarla? Come non aprirle la porta?

 

 

MERCOLEDI' 23 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi: San Servolo; San Giovanni da Kety; Sant’ Ivo da Chartres.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, PADRE, DI VIVERE NELLA TUA VOLONTA'.

 

Hanno detto: Il mondo è fatto di scontenti,perché l'uomo non ha centrato la sorgente della sua felicità. L'uomo è pienamente felice solo se accende e tiene vivo il motore della sua vita: l'amore. (Chiara Lubick)

Saggezza popolare: La fede sta nel credere, e non nel vedere.

Un aneddoto: Nel poema sinfonico di Mussorkij, intitolato « Una notte sul Monte Calvo», si immagina un’orgia di spiriti maligni su di una montagna presso Kiev, il Monte Calvo o Calvario. Mentre la rivolta, l’odio e il peccato si fanno sempre più incalzanti, si ode la campanella d’un eremita — come dice la leggenda — che risuona ad un tratto invitando all’orazione. E allora i demoni sono messi in fuga, tace ogni insulto, scompare ogni tentazione. La pace della Redenzione ritorna, vincente.

Parola di Dio: Ml 3,1-4.23-24; Sal 24; Lc 1,57-66

 

Vangelo Lc 1, 57-66

Dal vangelo secondo Luca.

In quei giorni, per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui. Parola del Signore

 

"CHE SARÀ MAI QUESTO BAMBINO?". (Lc. 1,66)

Questa frase detta dai concittadini di Elisabetta a proposito di Giovanni Battista è una frase che ho sentito tante volte davanti a dei bambini piccoli ed è la domanda che più volte mi sono fatto mentre amministravo il battesimo. li mistero di una vita! Sarà lunga, breve, "fortunata" o meno, piena di donazione, di dolcezza, di affetto, di croce?

Nessuno può sapere quale strada è prevista per ciascuno di noi, certo è che ognuno nel mondo ha un ruolo importante, fosse anche nascosto.

Che cosa vuoi da me, Signore? Te lo chiedo ogni giorno ma poi mi fermo per dirti: "Fa di me ciò che vuoi, basta sia secondo la tua volontà."

 

 

GIOVEDI’ 24 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Delfino, vescovo; Santa Erminia, monaca; Santa Adele, monaca.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTO IL SIGNORE, DIO DI ISRAELE E NOSTRO.

 

Hanno detto: L'unico modo per non far conoscere agli altri i propri limiti è di non oltrepassarli mai. (Giacomo Leopardi)

Saggezza popolare: Ciascuno pianta la propria felicità; ciascuno semina le proprie gioie, e ciascuno ha in mano il proprio destino.

Un aneddoto: Fu chiesto un giorno al beato Enrico Susone come facesse ad essere sempre lieto, lui che era calunniato da tutti, sofferente di tante malattie, provato da tanti dolori. Il domenicano rispose: «Vedi, io so una cosa: che Dio è potentissimo», fece una pausa, concludendo così: «ed è mio amico»...

Parola di Dio: 2Sam 7,1-5.8-11.16; Sal. 88; Lc. 1,67-79

 

Vangelo Lc 1, 67-79

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Zaccaria, padre di Giovanni, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo: "Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace". Parola del Signore

 

ZACCARIA PROFETÒ DICENDO: “BENEDETTO IL SIGNORE, DIO DI ISRAELE, PERCHÈ HA VISITATO E REDENTO IL SUO POPOLO”. (Lc. 1,67)

Ultima giornata del nostro Avvento e ultima occasione per accogliere Colui che viene. Zaccaria ci indica la strada per viverla. Lui, dubbioso, rimasto muto, ora riacquista il dono della parola per lodare l’opera di Dio. Questa notte in chiesa o davanti ad un presepio, anche la nostra lingua dovrebbe “sciogliersi”. Dio ci ha visitato e la sua visita non è un passaggio sporadico e neppure la visita fiscale del padrone che viene a controllare se i suoi servi fanno i suoi interessi. La sua è una visita non ingombrante: è un Bambino. E’ una visita per stare con noi, per farci suo popolo, per liberarci dai nostri nemici, per donarci luce, per dirigere i nostri passi verso di Lui. Se la mia fede è parolaia, vorrei che questa sera diventasse una fede che parla attraverso la meraviglia degli occhi che si fondono nella limpidezza degli occhi del Dio Bambino, vorrei che le mie parole tacessero e parlassero le mie mani per accogliere in una carezza Colui che è venuto, vorrei che una volta tanto, senza ragionamenti e discussione, il mio amore si trasformasse in gesti verso coloro che Gesù ha amato e nei quali anche oggi nasce

 

 

VENERDI'  25 DICEMBRE: NATALE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi:Santa Anastasia, vergine; Santa Eugenia, martire; San Pietro Nolasco.

Una scheggia di preghiera:

 

TI ADORIAMO, SALVATORE DEL MONDO.

 

Hanno detto: Chi è veramente in pace non sospetta di nessuno; chi invece è malcontento e inquieto è agitato da molti sospetti: né lui è in pace, né lascia in pace gli altri. (Dall' "Imitazione di Cristo")

Saggezza popolare: Chi porta pace è messaggero di Dio.

Un aneddoto: Ci sono tre tipi di donatori: la selce, la spugna ed il favo di miele. Se volete tirar fuori qualche cosa dalla selce, dovete martellarla e ne trarrete schegge e scintille. Se volete tirar fuori qualcosa dalla spugna, dovrete strizzarla: e più la strizzate più acqua riceverete (certa gente ha buon carattere e cede facilmente alla pressione). Il favo di miele invece si limita a traboccare per se stesso, con abbondanza e dolcezza. E tutti amano un donatore allegro.

Parola di Dio: Messa del giorno: Is. 52,7-10; Sal. 97; Eb. 1,1-6; Gv. 1,1-18

Vangelo Gv 1, 1-18

Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. Parola del Signore

 

“A QUANTI L’HANNO ACCOLTO HA DATO IL POTERE DI DIVENTARE FIGLI DI DIO”. (Gv. 1,12)

Un figlio ha sempre qualcosa del padre, o nella fisionomia, o nel carattere, o nella sua storia. Noi, “fatti a immagine e somiglianza” del Creatore, abbiamo in noi i suoi tratti. Solamente che, volendo costruirci da soli (il peccato), abbiamo nascosto queste fattezze. Gesù, il Figlio di Dio è venuto proprio per aiutarci a recuperare in pieno questa nostra realtà. Proprio guardando a Gesù possiamo riscoprire il nostro vero volto. Lui ha dato dignità all’uomo. Lui ha liberato l’uomo dalla schiavitù delle cose e del potere. Lui ha amato tutti e ci ha indicato in ogni uomo un nostro fratello. Lui non guarda alle apparenze ma al cuore dell’uomo. Riscoprirci liberati, con la dignità di figli, ci rende responsabili di manifestare a noi e agli altri il nostro Padre. Il cristiano con la sua vita deve far vedere l’opera del Padre. Mi chiedo: chi mi vede agire in famiglia, sul lavoro, che idea può farsi, dal figlio, di Dio mio Padre?

 

 

SABATO 26 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano, martire; San Zosimo, papa; S. Evaristo di Costantinopoli.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', CON TE NEL CUOR NON HO PIU' PAURA.

 

Hanno detto: Anche se avete cento belle qualità,la gente vi guarderà sempre dal lato più brutto. (Moliére)

Saggezza popolare: L'amore è come una sigaretta accesa: guai a prenderlo dalla parte sbagliata!

Un aneddoto: Quando dopo la seconda guerra mondiale la famosa pediatra Montessori ritornò in Italia, ci fu grande ressa fra i giornalisti che volevano sapere qualche particolare della vita privata della grande maestra del metodo educativo. Un reporter le chiese dove abitasse di solito. E lei rispose: «Di solito vivo in albergo: quando vado in Olanda sto presso i miei figli che hanno lì la residenza. Ma questo ha poca importanza: la mia casa è in Paradiso!».

Parola di Dio: At. 6,8-10;7,54-60; Sal. 30; Mt. 10,17-22

 

Vangelo Mt 10, 17-22

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato". Parola del Signore

 

“VI CONSEGNERANNO AI LORO TRIBUNALI E VI FLAGELLERANNO NELLE LORO SINAGOGHE”. (Mt. 10,17)

Gesù non solo non ci inganna, facendoci credere che il seguirlo sia una marcia trionfale sulla terra per giungere facilmente in Paradiso, ma ci dice chiaramente che essere suoi discepoli significa passare, come è successo a Lui, attraverso la persecuzione. La legge dell’amore non piace ai violenti e ai guerrafondai, un Dio che è nostro Padre buono e misericordioso non si confà con la mentalità di chi vuol essere padrone, il rispetto della natura non corrisponde alla mentalità di chi vuole solo sfruttarla a proprio uso e consumo, la solidarietà non ha le stesse regole del commercio, la serenità del cuore non permette lo stesso potere che invece genera la paura e il timore…Ed ecco che il vero cristiano da fastidio come dava fastidio Gesù, da fastidio al potere civile perché propone valori diversi, da fastidio al potere economico perché il denaro non è più al centro di tutto, da fastidio ai ritualisti religiosi perché si vedono scompaginato il loro mondo di potere sulle persone da una fede che sa superare forme e riti per incontrare non formule ammuffite ma un Dio vivo. Quando succedono questi tipi di reazione allora il cristiano sa di essere per la strada giusta, quando invece il cristiano viaggia a braccetto con i poteri religiosi, civili economici, c’è da chiederci se sia ancora cristiano o non abbia piuttosto svenduto se stesso e Gesù.

 

 

DOMENICA 27 DICEMBRE: SANTA FAMIGLIA

Tra i santi ricordati oggi:San Giovanni Apostolo ed Evangelista; Santa Fabiola di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

DONA, O SIGNORE, LA TUA PACE ALLE NOSTRE FAMIGLIE.

 

Hanno detto: Mai si cade tanto in torto quando si abusa delle proprie ragioni. (Indro Montanelli)

Saggezza popolare: Chi cerca di sapere ciò che bolle nella pentola d'altri, ha leccate le sue.

Un aneddoto: La vita è paragonabile a due strade: una di fuoco e l’altra di ghiaccio; se si cammina sulla prima. ci si brucia, e se si cammina sulla seconda, ci si congela. Che fare allora? Camminar nel mezzo e confidare nell' Atissimo». (Rabbi Nathan)

Parola di Dio: 1Sam 1,20-22.24-28; Sal 83; 1Gv 3,1-2.21-24; Lc 2,41-52

 

Vangelo Lc 2, 41-52

Dal vangelo secondo Luca.

I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. Parola del Signore

 

“GESÙ TORNO’ A NAZARETH E STAVA LORO SOTTOMESSO. SUA MADRE SERBAVA TUTTE QUESTE COSE NEL SUO CUORE”. (Lc. 2,51)

Nei misteri del Rosario noi pensiamo ai grandi fatti  della vita di Gesù e Maria: sono le grandi tappe della salvezza realizzata per noi. Ma nella storia di Maria, insieme a questi eventi unici ci sono stati tanti giorni comuni fatti di lavori abituali: andare al pozzo, preparare da mangiare, strigliare l’asino, pregare, educare suo Figlio, parlare con Giuseppe... E in queste “banalità” Maria ha realizzato la stessa santità espressa il giorno del “sì” dell’Annunciazione o del “sì” ai piedi della croce di Gesù. La nostra risposta a Dio (= santità) si realizza quando facciamo le grandi scelte della vita, quando ci vien chiesto qualche atto eroico di perdono o di amore e quando viviamo la banale ripetitività dei nostri giorni.

Oggi, forse, sarà “un giorno come tutti gli altri” fatto di piccoli incontri, di lavoro usuale, di gesti comuni. Ma è lì che rispondo a Dio, è lì che santifico il dono del tempo, è lì che posso mettere gusto e sale in ciò che faccio e un sorriso donato con amore, una parola di incoraggiamento, una tavola preparata con gusto, un servizio non fatto brontolando sono un atto di fede, di speranza, di carità.

 

 

LUNEDI' 28 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi martiri innocenti; Sant’Antonio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

DALLA BOCCA DEI BAMBINI E DEI LATTANTI SI ELEVA A LA LODE.

 

Hanno detto: Gli animali si capiscono senza parlare e gli uomini si parlano senza capirsi. (G. Martinelli)

Saggezza popolare: È più facile biasimare che fare meglio. (Proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Nel 1647, nei pressi di Auriès, la regione degli indiani Irochesi divenuta oggi territorio di New York, i gesuiti Jogues, de Brébeuf e altri confratelli vennero sottoposti a incredibili torture dai pellirosse che avevano cercato di convertire. Isaac Jogues rientrò in Francia senza le mani poiché gli erano state mutilate, segnato da cicatrici in tutto il corpo, ma deciso a non abbandonare il suo gregge in America. Ripartì infatti per andare dai suoi indiani. Nella sua ultima lettera il santo comunicava: “Questo popolo per me è uno sposo di sangue. Mi sono fidanzato a lui con il mio sangue. Sarò felice, se Nostro Signore volesse completare il sacrificio là dove l’ha cominciato“.

Parola di Dio: 1Gv. 1,5-2,2; Sal. 123; Mt.2,13-18

 

Vangelo Mt 2, 13-18

Dal Vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo". Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più". Parola del Signore

 

“ERODE SI INFURIO' E MANDÒ AD UCCIDERE I BAMBINI DI BETLEMME”. (Mt. 2,16)

San Matteo, raccontandoci l’ira di Erode e il suo piano che, per eliminare un eventuale concorrente gli fa compiere una strage di bambini, ha certamente presente la storia di Mosè. Anche là, il Faraone per eliminare un popolo che poteva causargli dei guai, aveva ingiunto l’uccisione di tutti i neonati maschi. Si comincia sempre così. Per ottenere potere, per paura, per ira ci si accanisce sui più deboli. Quel bambino che sta per nascere infangherà il mio buon nome? ci darà fastidio? non ci permetterà libertà? Uccidiamolo! Abbiamo addirittura una legge dello stato che ce lo permette. I nostri soldi non rendono più abbastanza? Chiudiamo quella fabbrica, mandiamo alla disperazione centinaia di famiglie e giustifichiamoci dicendo che è la legge dell’economia che lo vuole. Quegli aborigeni che vivono nella foresta danno fastidio alle nostre imprese: spariamogli addosso, sono solo come bestie... E’ lunga questa strage di innocenti. Ma il sangue dei piccoli, dei poveri, degli umiliati grida vendetta. Dio salva sempre Qualcuno. E Gesù, prendendo la via dell’esilio si prepara a ritornare. Egli sarà la vendetta di Dio. E la vendetta di Dio sarà ancora una proposta di Amore. Gesù salvato in questo caso non sarà più “salvato” al momento della croce, quando Lui, la vendetta di Dio crocifissa, griderà: “Padre, perdonali perchè non sanno quello che fanno”.

 

 

MARTEDI' 29 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso Becket; San Davide, re; San Vitale, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI LA VERA SAPIENZA PER POTERTI RICONOSCERE, SIGNORE.

 

Hanno detto: Non cedere fratello e non gettarti nella disperazione perché questa è la grande gioia del demonio. (Giovanni di Gaza)

Saggezza popolare: Non si crede al santo finché non ha fatto il miracolo.

Un aneddoto: Il Padre Loew, che catechizzava gli scaricatori del porto di Marsiglia, li provocò un giorno sfidandoli a riassumere tutto il loro cristianesimo in modo tale che questo riassunto potesse scriversi nello spazio di un francobollo: «Dite tutto in tre parole». Ebbene risposero scrivendo la verità, la forza della Dottrina che vince ogni trincea per il cristiano: «Gesù è risorto».

Parola di Dio: 1Gv. 2,3-11; Sal. 95; Lc. 2,22-35

Vangelo Lc 2, 22-35

Dal vangelo secondo Luca.

Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”. Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima”. Parola del Signore

 

“MOSSO DALLO SPIRITO (IL VECCHIO SIMEONE) SI RECO’ AL TEMPIO MENTRE I GENITORI VI PORTAVANO IL BAMBINO GESU’ PER ADEMPIERE LA LEGGE”. (Lc. 2,27)

Anche questo semplice racconto della presentazione al Tempio di Gesù ha tante cose da indicarci e riflessioni da suggerirci. Innanzitutto noi vediamo l’obbedienza della Santa Famiglia. La famiglia del Figlio di Dio non ha obblighi, neanche religiosi, eppure è una famiglia che, pur avendo il Figlio di Dio per casa, ha rispetto delle leggi, delle tradizioni, dei luoghi sacri. E questo gesto manifesta  chi sia Gesù e fa capire ancora meglio quale sia la ‘vocazione’ di Maria e di Giuseppe.

Presentando Gesù al Tempio e ‘consegnandolo’ al Padre, Giuseppe e Maria ci fanno capire che Gesù è il dono più grande che noi abbiamo ricevuto, ma che è un dono che va ridonato perché consacrato dal Padre possa esserci ancora ridonato. Gesù, che è Colui che riscatta gli uomini, viene a sua volta riscattato con l’offerta di due tortore. Cioè, Gesù salva me e l’umanità con la sua vita e chiede poco a me perché io possa avere la sua misericordia per sempre.

Il tutto avviene nella solennità del Tempio, il luogo per eccellenza dell’ebraismo, ma anche nell’umiltà e nel nascondimento. Le pietre parlano della grandezza di Dio in mezzo al suo popolo e il gesto che vien fatto è un solenne gesto di consacrazione, ma la Santa famiglia è in fila con le altre famiglie, anzi non può permettersi di offrire qualcosa di più dell’offerta dei poveri. Solo due vecchi ,”mossi dallo Spirito Santo” riescono a “vedere” Gesù in mezzo a quella folla e riescono a leggere il mistero di amore e di dolore che è presente in quel Bambino. Dio non viene al suono delle trombe, tra schieramenti di eserciti, Dio viene nella normalità della vita e solo gli umili e gli ultimi riescono a riconoscerlo.

Il ruolo della Sacra Famiglia sarà quello del silenzio, grembo silenzioso della terra per far crescere il seme che Dio ha piantato, e Maria e Giuseppe avranno la gioia e il peso della condivisione della missione del Figlio fino alla sofferenza che “come spada” trafiggerà l’animo di Maria e la renderà corredentrice della nostra salvezza.

 

 

MERCOLEDI' 30 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi:San Giocondo, vescovo di Aosta; San Ruggero, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O DIO, RINNOVI OGNI GIORNO IL MIO CUORE.

 

Hanno detto :Tutto è denaro. Per questo motivo tutto va in rovina, perché ci possiede questo amore. (S. Giovanni Crisostomo)

Saggezza popolare: Cascan le rose e restano le spine, non giudicate nulla prima della fine.

Un aneddoto: Si legge nella vita del beato Giovanni Colombini (1300-1367) che questo senese convertito, mentre andava alla Messa, incontrò sulla porta della chiesa un mendicante, tutto coperto di fetide piaghe. Impietosito, se lo portò a casa per lavarlo e medicarlo: dovette faticare non poco per superare l’opposizione della moglie, nauseata di quel lezzo insopportabile. Quando l’ebbe calmata e potè sistemare a letto il poveraccio, se ne tornò in chiesa per ascoltare Messa. Nel frattempo la moglie fece per entrare nella stanza dove era alloggiato il poveraccio, ma fu investita da un’ondata di profumo così soave, che non ebbe il coraggio di introdursi, sospettando qualcosa di soprannaturale, rinchiuse la porta ed aspettò l’arrivo del beato Giovanni. Entrarono infine e non trovarono più alcuno. Il mendicante, secondo l'agiografo, altri non era se non Cristo in persona, ed era  comparso lasciando dietro di sé “il buon odore della carità”.

Parola di Dio: 1Gv 2,12-17; Sal 95; Lc 2,36-40

 

Vangelo Lc 2, 36-40

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, c'era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. Parola del Signore

 

“C’ERA ANCHE UNA PROFETESSA, ANNA...”. (Lc. 2,36—38)

Fermiamoci un momento, oggi, a pensare ad Anna, questa povera anziana che accoglie nella lode Gesù. Anna fa parte dei “poveri di Dio”. Non ha niente. Anche la vita non le ha riservato molto. E’ rimasta vedova. Ma è ricca di Dio. Si reca al Tempio dove si dedica giorno e notte alla preghiera. Lei, vecchia, sola, malandata è giovane davanti a Dio. Nel nuovo Regno sono proprio questi poveri che contano, sono i piccoli che prendono il posto dei potenti, sono gli anziani che manifestano la giovinezza dell’amore di Dio.

Il nostro mondo è vecchio, capita spesso di incontrare giovani—vecchi, ma è un mondo che può ringiovanire se sa fidarsi e abbandonarsi a Dio. Conosco anziani che sono più vivaci di spirito che non certi giovani. Conosco persone sole umanamente che hanno saputo riempire la loro vita di Dio e che, magari da un letto di ospedale, sono più aperte a Dio e al mondo di coloro che con aerei sono oggi a Roma, domani a Londra e post-domani a New York. La giovinezza dello spirito non ha età. Ed è proprio a questi che diventa facile riconoscere in un povero bambino inerme, il Figlio di Dio Onnipotente.

 

 

GIOVEDI' 31 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi:San Silvestro, papa; Santa Melania; San Giovanni Francesco Regis.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE PER IL TEMPO CHE CI DAI.

 

Hanno detto: Ecco è già passato molto tempo…Dov'è il frutto del denaro divino che ho ricevuto per darlo a profitto? (S. Petronio)

Saggezza popolare: Buona la forza, meglio l'ingegno.

Un aneddoto: I giornali romani avevano riferito il caso di una povera ragazza, la quale aveva rinunciato a sposarsi e a ogni divertimento per poter assistere suo fratello Matteo, che era rimasto vittima di un incidente sul lavoro e non poteva più muovere né gli arti superiori né quelli inferiori: lei lo portava in groppa di qui e di là, lo vestiva, l’imboccava, tutti i santi giorni, sempre serena e contenta. Paolo VI la volle a pranzo in Vaticano con il fratello. Durante il pranzo, la brava ragazza chiese al Papa: “Ma è proprio vero che nell’al di là Matteo potrà saltare e camminare?”. “Sì, certo — rispose Papa Montini — e tutti faremo una bella corsa, senza stancarci mai”. “Hai sentito, Matteo? Una corsa in Paradiso”, diceva la sorella felice.

Parola di Dio: 1Gv.2,18-21; Sal.95; Gv.1,1-18

 

Vangelo Gv 1, 1-18

Dal vangelo secondo Giovanni.

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: "Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me". Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. Parola del Signore

 

"IN PRINCIPIO ERA IL VERBO". (Gv. 1,1)

Mi sembra bello poter chiudere un anno con un augurio che, con fedeltà alla scrittura e un po' di presunzione umana, mi pare di poter mettere sulle labbra stesse di Dio: "In questo vostro tempo e su questa vostra terra: Siate felici!

Siate felici col perdono perché nulla più del perdono può cambiare le situazioni e rendere stabile la pace.

Siate felici nella condivisione perché ogni miseria può essere sconfitta: basta non dichiararsi vinti finché non ci sia pane per tutti.

Siate felici praticando la giustizia: perché senza giustizia non c'è umanità.

Siate felici irradiando tenerezza perché è l'unico sole che possa permetterci di attraversare le notti e i giorni. Siate felici: ve lo auguro di cuore. Io sono venuto, e sono nato per realizzarlo per voi. E mi impegno a questo: Parola di Dio".

     
     
 

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