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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

NOVEMBRE 2015

 

DOMENICA 1 NOVEMBRE: FESTA DI TUTTI I SANTI

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI DI PARTECIPARE ALLA TUA SANTITÀ, O SIGNORE.

 

Hanno detto: La curiosità è un istinto dall'ampiezza infinita e se da un lato induce ad origliare alle porte, dall'altro porta alla scoperta dell'America. (J. M. Eça De Queiros)

Saggezza popolare: Chi disprezza le piccole cose, non è degno delle grandi.

Un aneddoto: La gioia è l'Amore esaltato, La pace è l'Amore in quiete, La sofferenza è l'Amore messo alla prova, La bontà è l'Amore in azione, La fede è l'Amore sul campo di battaglia, La mitezza è l'Amore a scuola e La temperanza è l'Amore che si tempra. L'Amore è insostituibile. La sua santa fiamma per sempre brucia; dal cielo proviene, al cielo ritorna. (Dwighi L.Moody)

Parola di Dio: Ap. 7,2-4.9-14; Sal. 23; 1Gv.3,1-3; Mt. 5,1-12

 

Vangelo Mt 5, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli". Parola del Signore

 

“LI AMMAESTRAVA DICENDO: BEATI I POVERI IN SPIRITO...”. (Mt. 5,1—12)

Una riflessione per bambini, quindi adatta anche per noi:

Oggi è la festa di tutti, perché è la festa della santità. Sai cos’è. Immagina una scala che abbia tanti gradini da arrivare fino in cielo. Ogni gradino ha un nome. Quando tu hai vissuto quel nome, sali al gradino più su finché completi tutta la scala. A quel punto il cielo si apre e tu non ti vedi più. Sì, perché la fine della scala è la porta del paradiso. Come si chiamano i gradini? Fai attenzione: bontà, mitezza, pace, giustizia, pazienza, perdono, dominio di sé, fortezza, generosità, umiltà, fede, gioia, misericordia, ascolto, dimenticarsi, offrirsi, consumarsi… e poi ancora tanti altri… se vuoi capire bene come fare per salire in fretta la scala, basta che tu guardi a Gesù. Si è fatto uomo apposta! Per farci vedere come si cammina sulla scala. Prendi il vangelo e leggi: “A chi ti dà uno schiaffo sulla guancia, tu fattene dare un altro… a chi ti chiede in prestito il mantello, tu spogliati e dagli tutto fino a restare nudo… a chi ti chiede di camminare con lui per un tratto, tu restagli accanto finché non è arrivato a destinazione…” e così via. Ti viene sicuramente da dire: E a me chi le fa queste cose?! Tu non pensare a ricevere, ma a dare perché resti a terra e non ce la fai a salire il primo gradino. Dimenticavo di dirti che per salire si richiede una forza sola: quella dell’amore.

 

 

LUNEDI' 2 NOVEMBRE: COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI

Una scheggia di preghiera:

 

L'ETERNA GIOIA DONA LORO, O SIGNORE.

 

Hanno detto: Si muore veramente solo quando non riusciamo a mettere radice in altri. (Leon Tolstoj)

Saggezza popolare: Erba che non ha radice, muor presto.

Un aneddoto: Si sa che qualche filosofo(?), pur di negare Dio, preferisce attribuire al caso miracoli ancora più grandi di quelli che Dio ha fatto. Gli scienziati hanno calcolato che, per formarsi "a caso" una sola molecola di RNA (acido ribonucleico), sarebbe stato necessario che la natura moltiplicasse questi tentativi "a casaccio" per un numero di anni pari a 1 seguito da 15 zeri. Non sappiamo nemmeno pronunciare questo numero. Ci basti solo dire che è centomila volte più grande di tutta l'età dell'universo. Ci domandiamo: come si può negare ragionevolmente Dio e credere che il caso sia all'origine del processo che ha portato all'uomo intero? Si è pensato a quanto tempo sarebbe stato necessario?

Parola di Dio: Gb. 19,1.23-27; Sal. 26; Rom. 5,5-11; Gv. 6,37-40

 

Vangelo Gv 6, 37-40

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Tutto ciò che il Padre mi da, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno". Parola del Signore

 

“E QUESTA E’ LA VOLONTA’ DI COLUI CHE MI HA MANDATO, CHE IO NON PERDA NULLA DI QUANTO EGLI MI HA DATO, MA LO RISUSCITI NELL’ULTIMO GIORNO”. (Gv. 6,39)

Nell’affidare l’anima a Dio, la Chiesa parla al moribondo con una dolce sicurezza: "Anima cristiana, uscendo da questo mondo, va’, nel nome di Dio Padre Onnipotente, che ti creò, nel nome di Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, che morì per te, nel nome dello Spirito Santo, che su di te discese. Entra nel luogo della pace, che la tua dimora sia presso Dio in Sion, la città santa, con Santa Maria Vergine, Madre di Dio, con san Giuseppe e tutti gli angeli e i santi". Questo è ciò che desideriamo di tutto cuore per i moribondi, e questo è ciò che chiediamo a Dio quando per essi preghiamo, un volta che siano morti. Ai nostri defunti ci uniscono i legami del sangue e della fede, per questo continuiamo ad amarli e a desiderare il loro bene mediante le nostre orazioni. La Chiesa, come Madre di tutti i cristiani, intercede quotidianamente in ogni santa messa per i defunti: "Ricordati anche dei nostri fratelli che si sono addormentati nella speranza della resurrezione e di tutti i defunti; ammettili a contemplare la luce del tuo volto" (Preghiera eucaristica, II). Preghiamo per loro con sincerità ed umiltà di cuore, affinché la nostra intercessione per essi presso Dio sia ascoltata e possano definitivamente "stare sempre con il Signore".

 

 

MARTEDI' 3 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Martino de Porres; Santa Silvia; Santa Ginevra.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE: ECCOMI!

 

Hanno detto: La libertà è come la salute: la si apprezza solo se viene a mancare. (Vaudano)

Saggezza popolare: Quando la gatta non può arrivare al lardo dice che è rancido.

Un aneddoto: All'epoca dei castelli di pietra e dei prodi guerrieri vestiti di ferro, un baldo ragazzotto, assai abile con le mani, decise di diventare fabbro. Il ragazzo cominciò facendo l'apprendista e imparò velocemente le tecniche del mestiere. Imparò a usare le tenaglie, a battere il ferro sull'incudine, a servirsi del mantice. Era veramente bravo: sapeva forgiare spade dal profilo perfetto ed elmi leggeri e resistenti ad ogni colpo, candelabri dai mille viluppi e ardite cancellate.

Terminato l'apprendistato, trovò un posto nell'officina del palazzo reale.

Tutta la sua abilità nell'uso dei ferri del mestiere, però, si rivelò inutile perché non aveva imparato la cosa più semplice: l'uso dell'acciarino per accendere il fuoco, indispensabile per il suo lavoro.

Parola di Dio: Rm. 12,5-16; Sal 130; Lc 14,15-24.

 

Vangelo Lc 14, 15-24

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei commensali disse a Gesù: "Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!". Gesù rispose: "Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena". Parola del Signore

 

“BEATO CHI MANGERÀ IL PANE NEL REGNO DI DIO”. (Lc. 14,15)

Quante volte anche noi, pensando al nostro futuro ci auguriamo la beatitudine eterna! Facciamo bene; è la nostra meta. Ma Gesù, raccontando la parabola degli invitati alle nozze che con delle scuse declinano l’invito, ci mette in guardia. E’ in questa vita che ci viene fatto l’invito per l’eternità. Dio ha mandato Gesù a farci questo invito. Ma esso, spesso, non trova accoglienza e le scuse ci sono sempre: “Ho tanto da fare; devo curare i miei interessi; non ho tempo”. Sembra quasi che pensiamo che per accogliere Gesù dobbiamo rinunciare a tutto il resto. Ma l’invito di Gesù non è perchè noi disprezziamo le sue creature, e ancor meno l’amore e gli affetti umani. Egli ci chiede solo che queste realtà create non diventino un ostacolo nel nostro cammino verso di Lui. Queste realtà sono fatte per rivelarci il Creatore, che in esse e al di là di esse rimane l’unica vera fonte della nostra felicità.

 

 

MERCOLEDI' 4 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Carlo Borromeo; San Gerardo di Angers.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, PER LA CROCE VERSO LA LUCE.

 

Hanno detto: Gli uomini si vergognano non delle ingiurie che fanno, ma di quelle che ricevono. (G. Leopardi)

Saggezza popolare: Quel che non si lascia piegare in gioventù, si spezza nella vecchiaia.

Un aneddoto: «Padre Pio, come si fa a mettere in pratica quello che lei mi ha detto più volte: Non voglio conoscere altro che Gesù Cristo crocifisso?»

«Col crocifiggere il proprio "io". «Padre, ma come si fa se l' “io" mi scappa da tutte le parti?»

«Bisogna farsi violenza».

Parola di Dio: Rm 13,8-10; Sal 111; Lc 14,25-33

 

Vangelo Lc 14, 25-33

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: "Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo". Parola del Signore

 

“CHI NON PORTA LA PROPRIA CROCE NON PUÒ ESSERE MIO DISCEPOLO”. (Lc. 14,27)

Parole estremamente decise e dure, quelle che Gesù ci dice oggi; ma anche parole da meditare e da ben capire.

Forse in epoche passate si dava alla croce un significato troppo negativo non sufficientemente inserito in una visione complessiva del mistero pasquale e guastato a volte da un gusto abbastanza sospetto delle sofferenza. Oggi invece si tende a minimizzare, scansare la presenza delle croce.

Gesù sa benissimo che il soffrire non è una cosa bella in se stessa, ma sa anche che, come per lui, se si va fino in fondo a certe scelte, c’è la croce.

Per il cristiano però, come per il suo maestro la croce, la prova e la morte non sono la parola definitiva ma la chiave per entrare nella vita.

 

 

GIOVEDI' 5 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta e San Zaccaria; Sant’Emerico.

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI PER MANO, DIO MIO; GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

Hanno detto: Non dovrebbe esistere differenza fra soffrire e vedere soffrire. (Villiam Hazlitt)

Saggezza popolare: Non si sentono le campane piccole quando suonano le grandi.

Un aneddoto: Abbiamo perduto il senso sacro del pane. In Italia si sprecano ogni giorno 1.500 tonnellate di pane, pari a circa 3 milioni di Euro. È il pane che viene dalle tavole degli alberghi, dalle mense scolastiche, dai ristoranti, dalle carceri, ma è anche pane che viene dalle nostre tavole, perché abbiamo perduto il senso sacro del pane. Solo pochi decenni fa, nelle nostre famiglie, il pane non si buttava via, nemmeno in piccole quantità: non si lasciavano resti sulle tovaglie e si raccoglievano anche le briciole per darle agli uccellini. Il consumismo ha cancellato i valori di riconoscenza, di rispetto e di giustizia.  (Dal mensile "Primavera missionaria" n.3/2003)

Parola di Dio: Rm 14,7-12; Sal 26; Lc 15,1-10

 

 

Vangelo Lc 15, 1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro". Allora egli disse loro questa parabola: "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte". Parola del Signore

 

“CHI DI VOI, SE HA CENTO PECORE E NE PERDE UNA, NON LASCIA LE NOVANTANOVE NEL DESERTO E VA DIETRO A QUELLA PERDUTA FINCHE’ LA RITROVA?”. (Lc. 15,5)

Il senso generale della parabola è facile da cogliere, ma penso sarà venuto in mente anche a voi, almeno una sola volta: “Questo pastore tutto dedito alla ricerca della pecora perduta, non è ingiusto nei confronti delle novantanove che non sono scappate e che lui molla lì, nel deserto?”.

Farsi questa domanda, in questo modo, significa non essere entrati nello spirito della parabola  che viene raccontata proprio a degli scribi e dei farisei scandalizzati dal comportamento di Gesù che frequentava prevalentemente peccatori e pubblicani. Creare queste contrapposizioni fasulle significa ridurre la parabola a questioni di quantità, di numero, di diritti.

In realtà, se ci pensiamo bene dovrebbero essere le novantanove a desiderare intensamente che il pastore parta alla ricerca della perduta, dovrebbe essere proprio la Chiesa a gioire, come fa il Padre del cielo quando un figlio perduto viene ritrovato e amorevolmente riportato a casa. Le novantanove o i supposti giusti dovrebbero così capire che a questo pastore che parte alla ricerca dell’una stiamo a cuore personalmente. Per lui non siamo una massa anonima, non una Chiesa raccogliticcia, ma persone ben definite, amate ciascuna di un amore particolare.

 

 

VENERDI' 6 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Leonardo; San Demetrio.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE DI SAPER RISCHIARE PER TE.

 

Hanno detto: Coloro che pregano non si presentino a Dio con preghiere spoglie, non accompagnate da frutti. È inefficace la preghiera a Dio se è sterile. Come ogni albero che non dà frutto è gettato nel fuoco,così pure una preghiera che non è accompagnata da opere non può propiziarsi Dio. (San Cipriano)

Saggezza popolare: La dolcezza è la forza del savio, l'ira la forza dello stolto.

Un aneddoto: Ad un uomo, quand'era bambino, venne chiesto di fare un sacrificio. Chiese perché lo dovesse fare. "Fallo per me", gli disse la madre.Il bimbo perse qualcosa, ma qualcosa acquistò. Quando giunse all'età adulta gli vennero chiesti altri sacrifici. Domandò perché li dovesse fare. "Falli per me", gli disse il padre.

Il giovane perse parecchio, ma acquistò molto. Il giorno del matrimonio, all'uomo fu chiesto di sacrificarsi ancora. Chiese perché dovesse farlo. "Fallo per me", gli rispose la sposa. Perse moltissimo, acquistò moltissimo. Quando poi ebbe dei figli, i sacrifici richiesti furono mille. Chiese perché li dovesse fare. "Falli per noi", gli dissero i figli. Perse quasi tutto, acquistò quasi tutto. Arrivò alfine la vecchiaia. L'uomo s'accorse di non avere più niente. Dov'era sparito ciò che aveva acquistato?

"E' in te", gli disse una voce, "tu non hai più niente ma sei diventato qualcuno".

Parola di Dio: Rm 15,14-21; Sal 97; Lc 16,1-8

 

Vangelo Lc 16, 1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce". Parola del Signore

 

“I FIGLI DI QUESTO MONDO, INFATTI, VERSO I LORO PARI, SONO PIU’ SCALTRI DEI FIGLI DELLA LUCE”. (Lc. 16,8)

Un certo modo spiritualistico intimistico di interpretare il Vangelo non rende giustizia ad esso. Nei Vangelo, amare non vuol dire lasciarsi calpestare, sapere che si deve passare attraverso la croce non vuoi dire desiderarla, porgere l’altra guancia non significa non ricercare la giustizia e la verità, accettazione non è rassegnazione passiva, semplicità non è stupidità, accogliere la volontà di Dio non è passività.

Se Dio ci ha dato dei doni, e tra questi quello grande della fede, ci chiede di esserne degni, di saperli accogliere, di portare frutti, di metterli a servizio del bene, della verità. Seguire Gesù, Luce del mondo, significa essere scaltramente risoluti, significa saper rischiare, saper inventare ogni giorno strade nuove per incontrarlo, per portare a Lui i fratelli, significa far le “pazzie degli innamorati”. I Santi, non erano, forse, un po’ tutti così? E c’è qualcuno che può aiutarci in queste “pazzie”: lo Spirito Santo.

 

 

SABATO 7 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ernesto; San Lazzaro Stilita.

Una scheggia di preghiera:

 

SIAMO RICCHI DI TE, SIGNORE.

 

Hanno detto: Va combattuto il desiderio di comparire agli occhi degli uomini,vizio del tutto opposto all'umiltà. (S.Vincenzo de Paoli)

Saggezza popolare: Agli occhi della gente modesta ogni ricco sembra una persona di grande levatura. (Detto Arabo)

Un aneddoto: Ai tempi di Benedetto XIV, uno dei papi più umoristi, a Roma era morto un famoso strozzino. Quando riferirono che, morendo, quello strozzino aveva lasciato le sue ingenti ricchezze in opere benefiche, il papa commentò, asciutto: «Quel tale non ha fatto altro che restituire al Signore ciò che ha rubato ai signori».

Se non frigge, è fritto!

Parola di Dio: Rm 16,3-9.16.22-27; Sal 144; Lc 16,9-15

 

Vangelo Lc 16, 9-15

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona". I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui. Egli disse: "Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio". Parola del Signore

 

“NESSUN SERVO PUÒ SERVIRE A DUE PADRONI... NON POTETE SERVIRE A DIO E A MAMMONA”. (Lc. 16,13)

Lungo i secoli ed anche oggi sembra che la strada del compromesso, del “buon senso”, dell’accomodamento indolore, sia stata la più seguita: “Seguiamo Gesù, ma il denaro serve alla Chiesa per annunciare meglio il Salvatore’’ e quando poi si ha avuto il denaro, le maggiori preoccupazioni sono state per lui e il buon Dio, il suo annuncio sono passati in secondo piano.

Quando in una parrocchia le maggiori’ preoccupazioni e i maggiori sforzi sono per mantenere le istituzioni, i muri, la comunità passa in secondo piano e il Signore pure.

Quando in una famiglia, pur nel piccolo, ci si preoccupa troppo del conto in banca, del cambiare i mobili, del comprarsi l’alloggio o dei Bot si rischia di lasciare poco spazio ai componenti e quasi niente a Dio. Ecco allora che la “pazzia dei santi poveri volontari” non è più pazzia, ma saggezza: Non lascio il denaro perchè è “sterco del diavolo” ma amo il Signore, voglio lasciargli spazio e tempo, Lui riempie talmente la mia vita, che proprio il resto passa automaticamente in secondo piano, e poi, un cristiano sa che la ricchezza non è dei ricchi dello Stato, o del popolo, ma che il mondo con tutti i suoi beni è di Dio e che noi al massimo dobbiamo essere buoni amministratori per il bene di tutti.

 

 

DOMENICA 8 NOVEMBRE: 32^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: San Goffredo; Sant’Adeodato; Santa Eufrosina.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', CI HAI DONATO TUTTO DI TE.

 

Hanno detto: Chi è sereno effonde serenità anche a coloro che gli stanno accanto. (B. Angeli)

Saggezza popolare: Tutto vince chi ha vinto le proprie passioni.

Un aneddoto: Si chiamava Barnaba Chiaramonti. Era nato a Cesena, nel 1742, da una famiglia principesca. Seppe privarsi di tutto fino a vivere nell'indigenza. A 16 anni si era fatto benedettino; quindi fu vescovo di Tivoli e di Imola, poi divenne Pio VII. Ma anche da papa fu modesto, timido, povero e, per giunta, subì umiliazioni e prigionia da parte di Napoleone.

Wiseman, l'autore di «Fabiola», racconta che mentre le vie di Roma erano adorne di trionfali archi di fiori per il ritorno del Pontefice dalla prigionia, questi, solo nella sua stanza, rammendava la sua unica veste, che alcuni anni prima gli aveva regalato il re di Spagna.

Con indosso solo quest'abito, senza occhiali, febbricitante, il 6 giugno 1809, sulla carrozza che lo conduceva prigioniero dell'imperatore dei francesi, Pio VII aveva trovato anche la voglia di scherzare col generale Radet: frugando nelle tasche, aveva trovato qualche spicciolo e, rivolto al suo compagno di viaggio, disse: «Ecco, generale, teneteli: è tutto quanto possediamo»

Parola di Dio: 1Re 17,10-16; Sal 145; Eb 9,24-28; Mc 12,38-44

 

Vangelo Mc 12, 38-44

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva alla folla mentre insegnava: "Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere. Essi riceveranno una condanna più grave". E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: "In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere". Parola del Signore

 

“IN VERITÀ VI DICO: TUTTI HANNO DATO DEL LORO SUPERFLUO, QUESTA VEDOVA NELLA SUA POVERTÀ HA DATO  TUTTO QUELLO CHE AVEVA”. (Mc. 12,43)

Due modi diversi di donare, direi due atteggiamenti diversi di porsi davanti a Dio e ai fratelli, sono quelli indicati nel vangelo di oggi: quello di dare del proprio superfluo e quello della donazione totale di se stessi che manifesta una incondizionata fiducia in Dio.

Mai, o quasi mai, noi diamo quello di cui abbiamo bisogno per vivere, ci accontentiamo di dare il superfluo. E con questa elemosina avara tranquillizziamo la nostra coscienza ed evitiamo di dover dare noi stessi a chi ha bisogno non solo di cose ma di calore, di accoglienza, di compagnia, di gioia e di consigli, di sorriso e di simpatia. Questa vedova dei due spiccioli ci spiazza tutti. Lei non suona la tromba, i suoi due spiccioli avranno fatto sorridere di commiserazione chi alla fine della giornata contava i proventi del Tempio. Ma lei non ha dato qualcosa, ha dato se stessa perchè quel minimo era il suo necessario per sopravvivere. Questo è fidarsi della Provvidenza di Dio, è sapere di essere nelle sue mani di Padre.

 

 

LUNEDI' 9 NOVEMBRE: DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Oreste; San Saturnino.

Una scheggia di preghiera:

 

IN TE, COME IN ME, ABITA DIO.

 

Hanno detto: Insegnami a cercarti e a mostrati a me che ti cerco. Io non posso cercarti se tu non m'insegni, né trovarti se tu non ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti, che ti desideri cercandoti, che ti trovi amandoti, e che ti ami trovandoti. (Sant'Anselmo)

Saggezza popolare: Vuoi tu essere un re? Reggi te stesso.

Un aneddoto: Un fratello disse al padre Antonio: prega per me! L'anziano gli dice: Non posso io avere pietà di te, e neppure Dio, se non sei tu stesso ad impegnarti nel pregare Dio  (sant' Antonio Abate)

Parola di Dio: Ez 47,1-2.8-9.12; Sal 45; 1Cor 3,9c-11.16-17; Gv 2,13-22

 

 

 

 

Vangelo (Gv. 2, 13-22)

Dal Vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Parola del Signore.

 

“GESÙ DISSE AI CAMBIAVALUTE E AI VENDITORI DI COLOMBE: PORTATE VIA QUESTE COSE E NON FATE DELLA CASA DEL PADRE MIO UN LUOGO DI MERCATO”. (Gv. 2,16)

La festa della dedicazione della Basilica Lateranense ci porta a pensare alla visibilità della Chiesa che si manifesta anche attraverso i templi e la gerarchia. Ma proprio il Vangelo di oggi ci invita a purificare le esteriorità di una religione solo formale.

Il tempio non è Dio, la “casa di Dio” non è Dio, Dio vuole abitare con gli uomini, ma soprattutto nel cuore degli uomini. Il tempio, la preghiera, la messa... sono segni di questa presenza e di questo rapporto. Se non vogliamo correre il rischio di vanificare questi segni bisogna che essi non diventino riti vuoti, magici o abitudinari, ma occasione vera di incontro con Dio.

 

 

MARTEDI' 10 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Leone Magno;Sant’Andrea Avellino; Santa Fiorenza.

Una scheggia di preghiera:

 

ACCOGLICI, SIGNORE, NELLA NOSTRA MISERIA.

 

Hanno detto: “Dio è qualcosa di cui nulla di più grande può essere immaginato”. (Sant'Anselmo)

Saggezza popolare: Nessuno deve vergognarsi di domandare quel che non sa.

Un aneddoto: Quando riposi nel tuo letticciolo, ricorda con gratitudine le benedizioni e la Provvidenza di Dio. Perché confortato da questi soavi pensieri, possa avere gioia nello spirito e il tuo sonno fisico mantenga l'anima nella sobria vigilanza. Il chiudersi delle tue palpebre e il tuo silenzio, inondati da sentimenti di bene, renderanno gloria a Dio (sant'Antonio Abate)

Parola di Dio: Sap 2,23 - 3,9; Sal 33; Lc 17,7-10

 

Vangelo Lc 17, 7-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse: "Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare". Parola del Signore

 

“QUANDO AVRETE FATTO TUTTO QUELLO CHE VI E’ STATO ORDINATO, DITE: ABBIAMO FATTO QUANTO DOVEVAMO FARE”. (Lc. 17,10)

Per ogni cosa che facciamo ci attendiamo subito qualcosa in cambio, Gesù: un riconoscimento, una medaglia, un attestato di benemerenza, uno scatto di carriera, un vantaggio economico. Per ogni cosa che facciamo vogliamo subito avere un riscontro, Gesù: un segno di stima, di gratitudine, di riconoscenza, un apprezzamento per la fatica e l'impegno che abbiamo dimostrato. Ma non è questa, decisamente, la logica del Regno. Tu ci chiedi di servire ma con generosità e gratuità, senza attenderci ricompense, senza secondi fini, senza calcoli assurdi. Liberi e gioiosi, fedeli e semplici, fraterni e disponibili, sapendo che in fondo non abbiamo fatto proprio nulla di straordinario, ma solo il nostro dovere. Certi che tu, Gesù, hai fatto molto di più per ognuno di noi: tu che hai offerto la tua vita sulla croce.

 

 

MERCOLEDI' 11 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Martino di Tours; San Cuniberto.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE!

 

Hanno detto: La forza per continuare non è un problema mio, ma di quel Cristo che ha voluto chiamarmi. (San Giovanni Paolo II)

Saggezza popolare: I doni d'un perfido, sono perfidi doni.

Un aneddoto: Vidi tutte le reti del Maligno distese sulla terra e dissi gemendo: Chi mai potrà scamparne?

E udii una voce che mi disse: – l'umiltà. (sant' Antonio Abate)

Parola di Dio: Sap 6,1-11; Sal 81; Lc 17,11-19

 

Vangelo Lc 17, 11-19

Dal vangelo secondo Luca.

Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: "Gesù maestro, abbi pietà di noi!". Appena li vide, Gesù disse: "Andate a presentarvi ai sacerdoti". E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: "Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?". E gli disse: "Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!". Parola del Signore

 

“UNO DEI DIECI LEBBROSI, VEDENDOSI GUARITO, TORNÒ INDIETRO LODANDO DIO A GRAN VOCE E SI GETTÒ AI PIEDI DI GESÙ PER RINGRAZIARLO”. (Lc. 17,15)

Erano stati in dieci i lebbrosi che avevano invocato da Gesù la guarigione. Avevano visto in Lui una persona che poteva curarli. Ma in nove, una volta ottenuto  il risultato si fermano a questo. Uno solo sente di dover andare oltre, sente che la guarigione del corpo è solo il primo passo per arrivare alla guarigione completa. In dieci hanno incontrato Gesù, nove solo per ottenere un dono materiale, uno per passare dal dono materiale all’incontro vero con il Salvatore.

Gesù lo abbiamo incontrato tutti sul nostro cammino: qualcuno ha tirato dritto, qualcuno ha gridato a Lui per ottenere un qualche beneficio, qualcuno ha fatto il passo per incontrarlo davvero e lasciar operare in sè la sua salvezza: un grazie, questa piccola parola che parte dal cuore è la strada per operare il miracolo dell’incontro vero.

 

 

GIOVEDI' 12 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giosafat;Sant’Evasio.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTO IL BENE CHE C'E' NEL MONDO.

 

Hanno detto: Nascondetevi sotto le ali della misericordia di Dio, egli è più capace di perdonare di quanto voi lo siate di peccare. (S. Caterina da Siena)

Saggezza popolare: Accettarsi per quello che si è significa anche dimenticarsi.

Un aneddoto: La natura ha posto davanti alla lingua come due porte, cioè i denti e le labbra, per indicare che la parola non deve uscire se non con grande cautela. (Sant'Antonio da Padova)

Parola di Dio: Sap 7,22 - 8,1; Sal 118; Lc 17,20-25

 

Vangelo Lc 17, 20-25

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, interrogato dai farisei: "Quando verrà il regno di Dio?", rispose: "Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!". Disse ancora ai discepoli: "Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli. Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione". Parola del Signore

 

IL REGNO DI DIO  NON VIENE IN MODO DI ATTIRARE L'ATTENZIONE, E IN MEZZO A VOI!". (Lc. 17,21)

Da ragazzo m'aveva impressionato molto quella pseudo profezia: "Il Regno di Dio avrà compimento quando la statua della Madonna sarà eretta sopra il Cremlino" (forse più che ad una apparizione era da attribuirsi a qualche politicante!). Un certo modo di leggere la storia portava però a vedere il Regno di Dio soprattutto in manifestazioni esterne e di massa (e la tentazione è ancora sempre attuale) rischiando di dimenticare che il Regno è un piccolo seme ma già presente e attuale in mezzo a noi e in noi. Guardiamoci attorno e troveremo i segni del Regno:

Quella suora del Cottolengo che ha cura dei bambini abbandonati.

Quella mamma che vive il dramma del figlio drogato senza perdere la speranza.

Quell'anziana che invece di pretendere sa sorridere. E' il Regno in mezzo a noi.

Le grandi cattedrali forse gridano la fede dei nostri padri, ma sono pietre, le grandi manifestazioni religiose di piazza sono segni, ma passano.., i piccoli segni di amore sono il vero regno che continua quello cominciato con una Croce, in uno Stato sperduto ai confini di un grande impero che oggi non c'è più.

 

 

VENERDI' 13 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Francesca Saverio Cabrini; San Diego.

Una scheggia di preghiera:

 

E' OGGI CHE TI POSSO AMARE.

 

Hanno detto: La parola è la serva della mente, ciò che la mente comanda la parola l'esprime. (sant'Antonio Abate)

Saggezza popolare: Chi non vuole far fatiche, il terreno gli produce ortiche.

Un aneddoto: Un soldato tedesco ha ucciso un soldato nemico, Ora il vivo si trova davanti al morto e, guardandolo, gli vien fallo di pensare che ha ucciso un fratello. Allora, così gli parla:

«Compagno, io non ti volevo uccidere. Se tu saltassi un'altra volta qui dentro, io non ti ucciderei, purché anche tu fossi ragionevole. Ma prima tu eri per me solo un 'idea, una formula nel mio cervello. lo ho pugnalato questa formula. Soltanto ora vedo che sei un uomo come me.  Prima pensavo alle tue bombe a mano, alla tua baionetta, alle tue armi; ora, vedo il tuo volto, la tua donna; vedo che ci somigliamo. Perdonami, compagno! Noi vediamo queste cose sempre troppo tardi.  Perché non ci hanno mai detto che voi siete poveri al par di noi, che le vostre mamme sono in angoscia per voi, come per noi le nostre, e che abbiamo lo stesso terrore, e la stessa morte e lo stesso patire? Perdonami, compagno, come potevi tu essere mio nemico? Se gettiamo via queste armi e queste uniformi, potresti essere mio fratello, come Kat, come Alberto.  Prenditi venti anni della mia vita, compagno, e alzati; prendine di più perché io non so che cosa ne potrò mai fare ora... ». (Remarque)

Parola di Dio: Sap 13,1-9; Sal 18; Lc 17,26-37

 

Vangelo Lc 17, 26-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo: mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti. Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà. Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata". Allora i discepoli gli chiesero: "Dove, Signore?". Ed egli disse loro: "Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi". Parola del Signore

 

“MANGIAVANO, BEVEVANO, COMPRAVANO, VENDEVANO, PIANTAVANO, COSTRUIVANO…COSI’ SARA’ NEL GIORNO IN CUI IL FIGLIO DELL’UOMO SI RIVELERA’”. (Lc.17,29-30)

Se fossi accusato di un grande crimine e sapessi che domani si riunisce il tribunale che, ascoltate accusa e difesa, pronuncerà poi una sentenza irrevocabile che andrà dalla assoluzione piena alla condanna a morte, non sarei tranquillo. Ancora più mi darei da fare se sapessi che sono in grado, oggi, di trovare le prove che domani potranno liberarmi da una condanna. Noi ci stiamo giocando l’eternità.

Nel breve volgere di pochi minuti o di pochi anni, con quel dono meraviglioso ma terribile che è la tua libertà ti comprometti il tuo futuro eterno. Faccio un paragone, non per spaventarci, ma per guardare con realtà la nostra vita. Se ti dicessero: “Guarda, hai ancora dodici ore di tempo, poi non avrai più tempo”. Che cosa faresti? Perderesti le dodici ore a disperarti? Ti toglieresti tutte le voglie possibili? Continueresti a preoccuparti per il mangiare e per il vestire? Andresti a fare un’adorazione Eucaristica?

Un santo rispondeva: “Continuerei a fare quello che ho sempre fatto”. Bisognerebbe essere così: sempre pronti a rispondere della speranza che è stata seminata in noi, ma proprio per questo dovremmo dare ad ogni momento della nostra vita un senso di eternità. Se in questo momento sto scrivendo con fatica, ma con amore perché qualcuno leggendo ami di più il Signore, sto dando senso al mio “ora” e al mio “per sempre”. Se oggi ho fatto da mangiare per la mia famiglia cercando di accontentare tutti e di renderli sereni ho realizzato sia il mio oggi che la mia eternità. Se pur di essere onesto ci ho rimesso ma non mi sono appropriato di cose non mie, sono nella verità e nella giustizia ora e con la Verità e la Giustizia per sempre.

 

 

SABATO 14 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Veneranda; San Giocondo di Bologna.

Una scheggia di preghiera:

 

TU PUOI TUTTO: SALVAMI!

 

Hanno detto: L'uomo da Dio riceve il bene, essendo Dio tutto il Bene. Quando l'uomo si sottomette al male, riceve il male da sé stesso, dalle bramosie, dall'insensibilità che sono in lui e dagli spiriti del male. (sant' Antonio Abate)

Saggezza popolare: La fatica è la madre del sapere.

Un aneddoto: Nel film «Gli uomini non guardano al cielo», si presentava una scena in cui il futuro san Pio X si recava a consolare alcuni suoi parrocchiani nella cui casa era entrata la sventura e stavano come inebetiti dal dolore, senza forza per reagire, fiaccati e quasi disperati. Il buon parroco li aiutò a preparare un po’ di cena e li riunì attorno al desco familiare, dinanzi al quale recitarono tutti una commovente preghiera. Dopo di che, don Giuseppe Sarto disse: “Abbiamo invocato il Signore insieme: adesso possiamo stare tranquilli”. È lì il segreto della pace in famiglia: saper pregare, anche brevemente, ma insieme, per aver insieme la Grazia del buon Dio.

Parola di Dio: Sap 18,14-16; 19,6-9; Sal 104; Lc 18,1-8

 

Vangelo Lc 18, 1-8

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: "C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi". E il Signore soggiunse: "Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?". Parola del Signore

 

“E DIO NON FARÀ GIUSTIZIA AI SUOI ELETTI CHE GRIDANO A LUI GIORNO E NOTTE?”. (Lc. 18,7)

Tante volte mi sono trovato a chiedere a Dio grazie e miracoli, per me e per altri. Come mai queste grazie spesso non arrivano? Rispondo per me: perché non credo abbastanza! Se credessi a Gesù veramente e totalmente saprei che non c’è preghiera che non venga ascoltata e in qualche modo esaudita. Oh, non perché Dio sia una “pronta cassa” nell’esaudire materialmente tutte le nostre (spesso assurde) richieste, ma perché sempre e in ogni caso Dio ascolta le nostre preghiere e vuole esaudirle (a modo suo, quindi nel modo giusto) ma noi non gli diamo la possibilità di farlo. Faccio un esempio: se sono anni che chiedo al Signore di liberarmi da un peccato o da una tentazione non devo prendermela con Dio che non mi esaudisce ma devo cominciare a chiedermi:

“Ma ci credo davvero che Dio ha la potenza di liberarmi? Sono convinto che il Signore sta dandomi adesso la forza per combattere?... Sono proprio sicuro di voler, con tutte le mie forze, essere liberato?”.

 

 

DOMENICA 15 NOVEMBRE:  33^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alberto Magno;San Desiderio; Sant’Eugenio di Toledo.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA E' LUCE PER IL NOSTRO CAMMINO.

 

Hanno detto: L'infermità più grave dell'anima, la sventura più disastrosa è il non conoscere Dio che ha creato tutto per l'uomo e gli ha dato la mente e la parola, con le quali, ascendendo verso l'alto, può entrare in comunione con Lui e vivere nella chiara contemplazione del suo Volto. (sant' Antonio Abate)

Saggezza popolare: La troppa famigliarità genera disprezzo.

Un aneddoto: Conosco un tale che ce l’aveva con i paracarri. Li considerava «i nemici della libertà e del progresso umano» e sosteneva che «rovinano il paesaggio, obbligano a star chiusi su una striscia di asfalto scuro, vietano ogni fantastico volo a contatto della natura, quando c’è la nebbia sono addirittura un pericolo per la viabilità. Via i paracarri!», andava sempre predicando. Finché un giorno, si trovò su una strada dove l'inondazione aveva divelto tutti i paracarri insieme ad ogni segnalazione stradale. Finalmente poté avventurarsi a suo piacere, senza preoccuparsi più di divieti, velocità e precedenze. Non si avvide di un fossato e finì in un prato, di lì cadde nel torrente che aveva ripreso a correre nel suo alveo. E dovettero usare la canna ossidrica per liberarlo dalle lamiere dell’auto fracassata.

Parola di Dio: Dn 12,1-3; Sal 15; Eb 10,11-14.18; Mc 13,24-32

 

Vangelo Mc 13, 24-32

Dal vangelo secondo Marco

Disse Gesù ai suoi discepoli: "In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà e la luna non darà più il suo splendore e gli astri si metteranno a cadere dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all' estremità del cielo. Dal fico imparate questa parabola: quando gia il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l'estate è vicina; così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre". Parola del Signore

 

“IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO”. (Mc 13,31)

Noi non ci pensiamo quasi mai, eppure è chiaro: io, tu, tutti, siamo nati in un certo giorno; ed in un certo giorno moriremo. Nessuno è eterno. Ogni vivente conosce la morte.

C'è qualcuno che non muore mai? Sì: DIO. Chi dunquevuol cercare di essere eterno, deve avvicinarsi a Dio deve diventare come Dio. Ed è possibile questo? Sì. Ha detto Gesù: "Chi mangia il mio corpo, che è l'Eucaristia, non morirà mai". Pensa! La S. Comunione rende viva oggi la tua anima e, dopo la morte, farà risorgere anche il tuo corpo. L'ha promesso Gesù. Ed ha incominciato a farlo LUI: è risorto.

Ebbene, lo stesso Gesù ha fatto ancora un'altra promessa: II cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Allora, se vogliamo che anche noi "non passiamo", ci conviene "tenerci ben strette" le Parole di Gesù.

 

 

LUNEDI' 16 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Margherita di Scozia; Santa Geltrude.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE IO VEDA.

 

Hanno detto:

Se ti imbatti in uno che ama le discussioni e comincia a disputare con te su ciò che è vero ed ovvio, tronca il discorso e allontanati da lui. (sant' Antonio Abate)

Saggezza popolare: Chi vuol male ai suoi, non può voler bene agli altri.

Un aneddoto: Un giornalista inglese, Edgard Foldes, intervistò nel 1950 il celebre compositore finlandese Jean Sibelius, chiedendogli, tra l’altro, a che cosa attribuisse il successo della sua opera di musicista. E questi rispose: «Ho sempre considerato la vita come un masso di granito. Prendete lo scalpello della vostra volontà e scolpite il granito. È necessario aver pronto un disegno o un modello prima di cominciare; poi ci vuole uno scalpello tagliente. Procurarsi questi due elementi è in potere di tutti: ma c’è l’aiuto di Dio». Noi cristiani abbiamo il modello da imitare, Gesù. Abbiamo lo scalpello tagliente, ossia la Grazia che riceviamo nel battesimo per perseverare ogni giorno nel lavoro di perfezionamento spirituale. Poi, l’aiuto del buon Dio per farsi santi non manca mai.

Parola di Dio: 1Mac 1,10-15.41-43.54-57.62-64; Sal 118; Lc 18,35-43

 

Vangelo Lc 18, 35-43

Dal vangelo secondo Luca.

Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: "Passa Gesù il Nazareno!". Allora incominciò a gridare: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!". Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: "Che vuoi che io faccia per te?". Egli rispose: "Signore, che io riabbia la vista". E Gesù gli disse: "Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato". Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio. Parola del Signore

 

“INCOMINCIÒ A GRIDARE: GESÙ, FIGLIO DI DAVIDE, ABBI PIETÀ DI ME”. (Lc. 18,38)

E’ molto facile fermarci alle apparenze. Anche le cose più evidenti spesso nascondono qualcos’altro Che cosa c’è di più evidente di un cieco? E’ uno che non ci vede! Eppure questo cieco del Vangelo che in effetti non ci vede, sembra vederci più degli altri. Gli altri vedono Gesù ma non lo colgono, il cieco non lo vede ma coglie Gesù nella sua essenza. Gli altri sono spettatori di eventi anche miracolosi ma il cieco ne è l’interprete. Gli altri sembrano statici, Lui il cieco, a rischio di inciampare, è l’unico che corre. Gli altri ammutoliscono davanti al Maestro, lui, il cieco è dotato di un’ugola potente e riesce a farsi sentire anche quando tutti vogliono zittirlo.

Mi chiedo, sarà cieco lui o noi? Noi abbiamo visto Gesù fin dalla nostra infanzia e spesso Lui è diventato “una buona abitudine della nostra vita”, abbiamo ascoltato la sua Parola e ricevuto i suoi sacramenti e la nostra vita è sempre quella di prima, non abbiamo il minimo dubbio sulle capacità della nostra vista e allora non chiediamo di guarire, preghiamo per formule ed abitudini e alla fine abbiamo l’impressione di non essere ascoltati... Lui, il cieco di Gerico, sa di non vederci, vuole vederci, sfrutta la sua cecità, sa sentire con attenzione, sa informarsi, sa gridare, sa alzarsi in piedi, sa rischiare anche di cadere pur di ottenere ciò che vuole, non si lascia intimidire dagli altri, è costante... Mi sa che abbiamo tutto da imparare da questo cieco.

 

 

MARTEDI' 17 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Ungheria;Sant’Aniano d’Asti.

Una scheggia di preghiera:

 

TU CONOSCI IL MIO NOME DA SEMPRE.

 

Hanno detto: La morte, per chi sa comprenderla, è immortalità; ma per gli ignoranti, che non comprendono, essa è solo la morte. Non è questa morte che dobbiamo temere, ma la perdita dell'anima che è la non conoscenza di Dio. Questo è cosa tremenda per l'anima! (sant' Antonio Abate)

Saggezza popolare: L'esperienza senza il sapere è meglio che il sapere senza esperienza.

Un aneddoto: Nell’anno 387 sant’Agostino fu battezzato da sant’Amhrogio nel battistero ottagonale dell’antica cattedrale dì santa Tecla — su cui fu poi costruito il Duomo di Milano —: la forma di Otto lati, si rifaceva simbolicamente al numero fatidico che si ottiene sommando ai sette giorni della Creazione del mondo l’ottavo giorno che è quello della resurrezione di Cristo. Tale modello fu ripreso da tutti in tutta Europa per ricordare che nel battesimo si ha una nuova creazione dell’uomo che, per la resurrezione del Verbo Incarnato, diviene figlio di Dio ed entra nel mondo soprannaturale della Grazia.

Parola di Dio: 2Mac 6,18-31; Sal 3; Lc 19,1-10

 

Vangelo Lc 19, 1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: "E' andato ad alloggiare da un peccatore!". Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto". Gesù gli rispose: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto". Parola del Signore

 

“ZACCHEO VOLEVA VEDERE GESU’, MA NON CI RIUSCIVA A CAUSA DELLA FOLLA, POICHE’ ERA PICCOLO DI STATURA”. (Lc. 19,3)

L’impedimento che Zaccheo si trova sulla strada per incontrare Gesù è la folla. Sembra strano, perché spesso gli uomini cercano la folla: giudichiamo la riuscita o meno di un incontro dal numero di partecipanti, l’applauso della folla sembra convincerci della bontà delle idee che abbiamo propinato loro, persino a livello di cristiani diciamo: “Quella Messa è affollata all’inverosimile, quella trasmissione religiosa ha un audience molto alto, quel predicatore è bravo perché le folle vanno ad ascoltarlo…”. Eppure, lo sappiamo, la folla, la gente, le maggioranze, sono tra le cose più labili che esistano sulla terra; basta pensare alla vicenda di Gesù, l’ “Osanna” della domenica della Palme diventa l’ “A morte “ del venerdì santo. Per di più, se ci ragioniamo sopra un momento: una cosa non è più vera o più falsa solo perché la maggioranza della gente la professa. E allora scopriamo che qualche volta la folla, la gente invece di aiutarci a vedere meglio ci impedisce, ci fa da muro, come al povero piccolo Zaccheo che vuol vedere Gesù ma  si trova davanti un muro di schiene. Gesù, invece, passa in mezzo alla folla, ma il suo sguardo cerca la persona e la sua voce si rivolge ad un uomo ben definito: Zaccheo.

Qualche volta il filtro delle masse  ci impedisce di vedere bene, ci riempie di orgoglio, magari di successo, ma ci fermiamo lì e rischiamo di non vedere più Gesù che passa e che viene a chiamare ciascuno con il suo nome.

 

 

MERCOLEDI' 18 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Frediano di Lucca. Festa della dedicazione delle Basiliche di San Pietro e Paolo.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNOR, NON HO PIU' PAURA.

 

Hanno detto:

Ciò che gustiamo nella contemplazione di Dio si accenda di calore nell’amore del prossimo. Solo così il nostro volto risplenderà come il sole. (sant' Antonio Abate)

Saggezza popolare: Chi ha passato il guado sa quant'acqua tiene.

Un aneddoto: Una tela mal incorniciata, sporca ed invecchiata, era stata abbandonata in un mucchio di cose inutili del solaio, ed era considerata senza alcun valore poiché nessuno aveva notizie del suo autore. Ma ecco che alcuni periti d’arte scoprirono il dipinto e vi riconobbero senza dubbio alcuno un Velasquez. Perduto e dimenticato nel catalogo, il quadro ricuperò la propria identità. Era bastato che fosse messo in relazione col Velasquez, e un valore di molti milioni gli venne conferito. «Quella che prima era considerata una vecchia crosta, ora autenticata, passava al posto d’onore nella galleria delle opere capolavori» Così l’uomo, sganciato dalla sua relazione fondamentale col Creatore, come il figliol prodigo, è solo un quadro insignificante, dipinto da un pittore sconosciuto, e abbandonato all’incuria generale. Ma, riconosciuto Figlio di Dio, recupera la sua identità come fratello di Cristo Re, e acquista un valore milionario nella sua prospettiva di principe regale, combattente vittorioso e araldo del Regno

Parola di Dio: 2Mac. 7,1.20-31; Sal. 16: Lc. 19,15-28

 

Vangelo Lc 19, 11-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse una parabola perché era vicino a Gerusalemme e i discepoli credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro. Disse dunque: "Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno. Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un'ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi. Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città. Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine. Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città. Venne poi anche l'altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato. Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi. Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci Gli risposero: Signore, ha gia dieci mine! Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me". Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme. Parola del Signore

 

“SIGNORE, AVEVO PAURA DI TE CHE SEI UN UOMO SEVERO”. (Lc. 19,21)

E’ un grosso rischio considerare Dio solo come un giudice severo e un padrone intransigente: prima di tutto non rendiamo giustizia a Lui che è Padre e poi lo costringiamo ad essere severo con noi. Questo servo della parabola che con la scusa della paura del padrone non è riconoscente dei doni ricevuti e non ha il coraggio di trafficarli, è un po’ la figura di molti cristiani che “obbediscono a Dio perché ritengono di non poterne fare a meno” e che riducono la fede al minimo indispensabile: “Devo andare a Messa, non devo commettere peccati gravi così Dio non ha niente da imputarmi, ma non chiedetemi di fare qualcosa: mica sono un invasato!”.

Ma, allora, dove va a finire la gioia cristiana, il Regno che sta venendo, la libertà individuale, il Dio che ha rischiato tutto per noi, Colui che ci chiama ad essere suoi collaboratori?

Dio non è il Dio delle mezze misure, colui che si accontenta di risposte obbligate e formali. Non c’è niente di più insultante per Dio e per noi della tiepidezza. Ricordiamoci le parole del libro dell’Apocalisse: “Tu non sei nè caldo nè freddo perciò io ti vomiterò da me”.

 

 

GIOVEDI' 19 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Fausto; Joseph Kalinowsaki.

Una scheggia di preghiera:

 

CHI SEMINA NEL PIANTO, MIETERA' CON GIUBILO.

 

Hanno detto: Stella del mattino è la Vergine Maria che dissolse la tenebrosa caligine e, a coloro che stavano nelle tenebre, nel mattino della grazia annunciò il sole di giustizia. (Sant'Antonio da Padova)

Saggezza popolare: E' sempre in procinto di errare chi non fugge l'occasione.

Un aneddoto: Sulla tomba di Francois-René de Chateaubriand (1768-1848) non v’è nome, né data, né iscrizione. Il grande pensatore l’aveva richiesto al sindaco di Saint-Malò, sul lido atlantico, in una lettera del 1831. «La croce dirà che l’uomo riposante ai suoi piedi era un suddito di Cristo: questo sarà sufficiente al mio ricordo».

Parola di Dio: 1Mac 2,15-29; Sal 49; Lc 19,41-44

 

Vangelo Lc 19, 41-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: "Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata". Parola del Signore

 

“QUANDO FU VICINO, ALLA VISTA DELLA CITTÀ PIANSE SU DI ESSA”. (Lc. 19,41)

Il pianto di Gesù rivela il mistero più grande di Dio : la sua passione per noi. Ciò che Dio aveva detto a Geremia, si avvera ora in Gesù: "Tu riferirai questa parola: ‘I miei occhi grondano lacrime notte e giorno, senza cessare, perché da grande calamità è stata colpita la figlia del mio popolo, da una ferita mortale’" (Ger 14,17). Gesù piange su Gerusalemme. La condanna cadrà su di lei. Gesù non può impedirla. Le lacrime manifestano la sua impotenza. Il suo pianto impotente nasconde un profondo mistero. Dio nasconde la sua potenza nell’amore di Gesù che salva e nella sua debolezza. Egli prende con tanta serietà la libertà dell’uomo, che preferisce piangere impotente in Gesù, piuttosto che togliere alla creatura umana la sua libertà. Il pianto di Gesù è l’ultimo invito alla penitenza per la città ostinata nel suo rifiuto e nel suo male.

Gesù aveva detto: "Beati voi che ora piangete" (Lc 6, 21). Ora è lui stesso che piange. Egli realizza in sé il mistero del regno di Dio su questa terra: un seme gettato nel pianto. Ma chi semina nel pianto mieterà con giubilo. (Sal 126,5-6).

 

 

VENERDI' 20 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Ottavio, Avventore e Solutore; Sant’Edmondo.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICACI, O SIGNORE, PERCHE' POSSIAMO RICONOSCERTI.

 

Hanno detto:

Il soffio della vita è la grazia dello Spirito Santo, e quando Dio la infonde nel volto dell’anima, non c’è dubbio che l’anima risuscita da morte a vita. (Sant'Antonio da Padova)

Saggezza popolare: Se è poco il sal ne mette ancora un poco, se è troppo, a ciò non ha rimedio il cuoco.

Un aneddoto: Narrava il venerabile Luigi de Granada che un cavaliere, andando a caccia di buon mattino, per il bosco, udì una voce assai bella il cui canto proveniva da una capanna seminascosta. Entrò e si trovò dinanzi un lebbroso le cui carni cadevano letteralmente a pezzi. Vincendo l’emozione, gli domandò: «Sei tu che canti così bene?». «Fratello mio — rispose il giovane lebbroso, non devi meravigliarti: l’unica cosa che mi impedisce di raggiungere il mio Signore è questa povera carne. Come vedi, cade, poco a poco. Si, sono io che canto. Non ti sembra che ne abbia un buon motivo?».

Parola di Dio: 1Mac 4,36-37.52-59; Cant. 1Cron 29,10-12; Lc 19,45-48

 

Vangelo Lc 19, 45-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo Gesù, entrato nel tempio, cominciò a scacciare i venditori, dicendo: "Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!". Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo; ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole. Parola del Signore

 

 

 

ED ENTRATO NEL TEMPIO, SI MISE A SCACCIARE QUELLI CHE VENDEVANO”. (Lc. 19,45)

Il viaggio di Gesù a Gerusalemme si conclude nel tempio. Egli entra nei cortili del tempio non tanto per pregare, quanto per compiere un rito di purificazione della casa del Padre. Scaccia tutti i commercianti e pronuncia contro di loro severe parole di biasimo e di condanna. La casa di Dio non deve essere adibita a luogo di mercato e la religione non può essere pretesto e paravento di operazioni commerciali. Dio non vende i suoi favori a chi cerca di conquistarselo con prestazioni religiose o addirittura con il denaro. Il peccato più grave contro di lui è quello di voler comperare il suo amore: è come trattarlo da prostituta. Egli è il Padre pieno di grazia e di misericordia. La salvezza è suo dono gratuito al quale rispondiamo con un amore filiale gratuito. Questo è il vero culto spirituale, gradito a Dio (cfr. Rm 12,1). La cattiva immagine di Dio è l’origine di tutti i mali dell’uomo.

 

 

SABATO 21 NOVEMBRE: PRESENTAZIONE AL TEMPIO DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Romeo; Santi Celso e Clemente.

Una scheggia di preghiera:

 

SANTA MARIA, MADRE DI DIO, PREGA PER NOI PECCATORI.

 

Hanno detto: La Vergine Maria fu sole sfolgorante nell’annunciazione dell’angelo, fu arcobaleno splendente nel concepimento del Figlio di Dio, fu rosa e giglio nella nascita di Lui. (Sant'Antonio da Padova)

Saggezza popolare: Chi confessa il proprio errore, è sulla strada della verità.

Un aneddoto: Racconta Padre Gheddo: Anni fa in Pakistan, paese musulmano, ho chiesto a mons. John Joseph vescovo di Faisalabad, cosa potessimo fare in Italia per la piccola e povera Chiesa del Pakistan. Immaginavo mi dicesse di mandargli dei soldi. Ha poi chiesto anche quelli, ma subito mi ha risposto: «Padre, dica agli italiani che preghino per noi. Ci rendiamo conto che noi non riusciamo a fare nulla: il protagonista della missione è lo Spirito Santo».

Parola di Dio: Zc 2,14-17; Cant- Lc. 1,46-55;Mt.12,46-50

 

Vangelo Mt. 12,46-50

Dal vangelo secondo Matteo

In quei giorni, mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre». Parola del Signore

 

“CHI E’ MIA MADRE E CHI SONO I MIEI FRATELLI?” (Mt.12,48)

Oggi leggiamo un brano evangelico che ci sembra piuttosto duro, soprattutto verso la Madre di Gesù. Per la nostra mentalità che vede solo negli onori terreni la riconoscenza dei meriti, sembra infatti che Gesù rinneghi, in qualche modo, le qualità di Maria. Gesù, Non tradisce sua madre e Gesù stesso la vuole accanto a sé fino al momento supremo della sua morte in Croce. Anzi la presenza di sua Madre serve a Gesù per farci una rivelazione straordinaria! Il discepolo è un “parente di Gesù”. Gesù offre la calda intimità della sua Famiglia agli uomini. Tra Dio e gli uomini non ci sono più solamente freddi rapporti di obbedienza e sottomissione come tra un padrone e gli schiavi. Al seguito di Gesù noi entriamo nella Sacra Famiglia e la caratteristica che ci distingue è quella di fare la volontà di Dio.

Cercare e fare la volontà di Dio è entrare in intima comunione con Lui e allo stesso tempo entrare in comunione con gli innumerevoli fratelli e sorelle che anch’essi cercano di fare questa stessa volontà. Cercando la sua volontà, in tutti gli atti della mia giornata, io sono unito a tutti i “santi” della terra, a tutti i discepoli di Gesù che sono sparsi in tutti i paesi del mondo. E Maria, che fa la volontà di Dio alla perfezione, è allora davvero nostra Madre.

 

 

DOMENICA 22 NOVEMBRE: 34^ DOMENICA CRISTO RE ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Cecilia; San Pedro Esqueda Ramirez.

Una scheggia di preghiera:

 

CRISTUS VINCIT.

 

Hanno detto: Se nell’altare del nostro cuore non c’è la pazienza, verrà il vento a disperdere il sacrificio delle opere buone. Dove non si perde la pazienza, si conserva l’unità. (Sant'Antonio da Padova)

Saggezza popolare: Chi educa il figlio quando è piccolo, sarà contento di lui quando sarà grande.

Un aneddoto: Nell'Albania del dittatore comunista Enver Hoxha furono uccisi decine di sacerdoti e molti altri subirono orribili torture (scariche elettriche, bocca riempita di sale, frustate, uova bollenti sotto le ascelle, piastre metalliche incandescenti...) a motivo della fede cattolica. Prima della presa del potere dei comunisti, operavano in Albania circa 200 sacerdoti, i quali finirono quasi tutti in prigione, torturati e molti vennero fucilati. Inoltre, padre Romano Scalfì, di Russia Cristiana, ha rivelato che in Unione Sovietica il tentativo comunista di sostituire il partito a Dio portò alla fucilazione, tra il 1917 e il 1941, di 130.000 (avete letto bene: centotrentamila!) sacerdoti della Confessione ortodossa russa e di 250 vescovi su un totale di 300.

Parola di Dio: Dn 7,13-14; Sal 92; Ap 1,5-8; Gv 18,33b-37

 

Vangelo Gv 18, 33-37

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Pilato a Gesù: "Tu sei il re dei Giudei?". Gesù rispose: "Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?". Pilato rispose: "Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?". Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù". Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?". Rispose Gesù: "Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce". Parola del Signore

 

RISPOSE GESÙ A PILATO: “TU LO DICI, IO SONO RE”. (Gv. 18,37)

Per concretizzare la festa di Cristo Re dell’Universo possiamo farci una domanda sul significato della richiesta del Padre nostro: “Venga il tuo Regno”. Qual è l’apporto che posso recare personalmente per la venuta del Regno? Ecco alcuni tentativi di risposta: Il Regno si dilata tutte le volte che contribuisco a far cadere le barriere che dividono gli uomini tra loro, supero i pregiudizi, mi do da fare per eliminare le ingiustizie e le discriminazioni. Il terreno più adatto per il Regno è quello che viene dissodato con l’amore, il perdono, la pace, la dolcezza. Devo essere un “appassionato” del Regno, non un fanatico protervo e intollerante. Noi diciamo: “Venga il tuo Regno.. Proviamo a immaginare che Dio ci risponda: “Potrei cominciare da te, intanto. Sempre che tu sia d’accordo a mettermi a disposizione il terreno del tuo cuore per l’esperimento”.

 

 

LUNEDI' 23 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Clemente; San Colombano.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TI OFFRIAMO TUTTO QUELLO CHE CI HAI DATO.

 

Hanno detto: Chi predica la verità professa Cristo. Chi invece nella predicazione tace la verità, rinnega Cristo. (Sant'Antonio da Padova)

Saggezza popolare: Molti pochi, fanno un assai.

Un aneddoto: C'è un segreto per non tornare da Lourdes a mani vuote? "Il segreto, sta nel non venire a chiedere questo o quello ma nell'affidarsi semplicemente alla Madonna. Lei lo sa, di cosa abbiamo bisogno, molto più di quanto lo sappiamo noi, che spesso ci sbagliamo. Quella stessa malattia da cui chiediamo d'essere guariti spesso è l'unica cosa che ricorda che abbiamo bisogno di Dio, di cui vorremmo fare a meno. Affidarsi, bisogna: come un bambino che si lascia prendere per mano da sua madre, e non domanda dove si va, ma semplicemente la segue...Buttatevi: non troverete il nulla, ma delle braccie a sostenervi. Buttatevi, non c'è da aver paura". (Reverendo di 76 anni di Caserta che da 55 anni va a Lourdes)

Parola di Dio: Dn 1,1-6.8-20; Cant. Dn 3,52-56; Lc 21,1-4

 

Vangelo Lc 21, 1-4

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre era nel tempio, Gesù, alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli e disse: "In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere". Parola del Signore

 

“IN VERITÀ VI DICO: QUESTA VEDOVA, COSÌ POVERA, HA GETTATO PIÙ DI TUTTI”. (Lc. 21,3)

Questa povera vedova ci dà la lezione fondamentale del vangelo: nelle due monete che getta nel tesoro del tempio rende a Dio ciò che è di Dio, cioè tutta la sua vita.

Nel giudizio di Gesù la povera vedova ha dato più dei ricchi, perché ha dato tutto ciò che possedeva. Ella affida a Dio la propria vita senza angustiarsi e preoccuparsi. Mette in pratica alla lettera l’insegnamento di Gesù: "Non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo, come lo vestirete… Non cercate ciò che mangerete e berrete, e non state con l’animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta" (Lc 12,22-31).

A Dio non si deve dare né tanto né poco né nulla, ma tutto ciò che siamo e abbiamo, perché "noi siamo suoi" (Sal 100,3). L’unica cosa da fare è corrispondere liberamente al suo amore totale. (cfr Lc 10,27).

 

 

MARTEDI' 24 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Dung-Lac e compagni; Santa Flora.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO PASSA, SIGNORE, MA TU RIMANI.

 

Hanno detto: Il culmine della perfezione della beata Vergine Maria fu la carità, per la quale è assisa nel posto più eccelso, è rivestita della gloria più fulgente che non ha né principio né termine. (Sant'Antonio da Padova)

Saggezza popolare: Se il virtuoso è povero, il lodarlo non basta, il dover primo è d'aiutarlo.

Un aneddoto: Pur dopo tanti anni di solitudine e penitenza nella Tebaide, un anacoreta era continuamente tentato. Ma ormai abituato a trovarsi faccia a faccia con i diavoli, riusciva non solo a vincerli ma anche a farsi beffa di loro. Non tollerando la sconfitta, un giorno uno dei demoni, sotto mentite spoglie, tese al monaco un tranello. «lo sono Gesù, che tu da anni servi con amore», gli disse con voce dolcissima. «Guardami, fratello ... Guardami nella gloria!».  Ma il santo anacoreta chiuse gli occhi per non vedere quella menzogna. «Come? Chiudi gli occhi davanti al tuo Signore?». Allora il grande amico di Dio rispose al nemico suo e di tutti gli uomini: «Grazie! Ma non ci tengo. Non è quaggiù che voglio vedere il mio Signore, ma lassù. Per ora mi basta sentirmelo vicino nella fede»

Parola di Dio: Dn 2,31-45; Cant. Dn 3,57-61; Lc 21,5-11

 

Vangelo Lc 21, 5-11

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, Gesù disse: "Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta". Gli domandarono: "Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?". Rispose: "Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine". Poi disse loro: "Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo". Parola del Signore

 

“VERRANNO GIORNI IN CUI, DI TUTTO QUELLO CHE AMMIRATE, NON RESTERA’ PIETRA SU PIETRA CHE NON VENGA DISTRUTTA”. (Lc. 21,6)

“Signora, che bella casa, la sua!”. E’ questo uno dei complimenti che maggiormente inorgogliscono una donna di casa che con fatica, ma con gioia si è costruita giorno per giorno la casa, dove tutte le cose hanno un significato, una storia, un riferimento. La casa, con i suoi mobili, la sua pulizia, i suoi odori e colori è davvero l’espressione di chi ci vive. Ma la casa può anche diventare un idolo e allora vedi case dove  non si può entrare se non con le pattine, dove certe stanze, a forza di metterci cose sono diventate tetre come un museo, dove per l’ordine maniacale sembra ci abitino dei fantasmi. In quel caso la casa è diventata l’idolo, espressione di chi la vede più importante delle persone che ci abitano e ci entrano. Il tempio di Gerusalemme era una costruzione magnifica, ma soprattutto era un segno magnifico della religiosità ebraica. Esso era l’espressione del mistero di un Dio che eleggendo un popolo aveva deciso di coabitarvi. Era il punto di riferimento, almeno annuale, per tutti gli Ebrei per ricordare e ringraziare il Dio liberatore… quel tempio era l’orgoglio degli Ebrei, il segno distintivo con cui essi si presentavano agli altri popoli.

Anche lì, però, si correva il rischio che la magnificenza del tempio, le sue liturgie, facessero dimenticare la finitezza della costruzione e l’infinitezza di chi ci abitava.

Quando, specialmente nella nostra bella Italia, si va “in giro per chiese” scopriamo delle meraviglie dell’arte e spesso dimentichiamo chi ci abita. Basta poi un terremoto per ricordarci che le chiese sono fatte di pietre e di mattoni e che cadono come tutte le altre costruzioni.

Gesù ci dice chiaramente che il tempio, la chiesa hanno senso se sono espressione vera di fede, se tutto quello che vi è in esse, dalle suppellettili che le ornano fino ai preti che vi celebrano, è significativo di questa fede e non solo freddo rituale. Se esse sono ancora il segno del bisogno di Dio e la casa comune degli uomini che credono in Lui, allora servono, se no saranno monumenti che potranno forse ricordare momenti veri di fede nel passato, ma sono insignificanti nel presente, non più che “pietre su pietre”, destinate  col tempo a crollare.

 

 

MERCOLEDI' 25 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina di Alessandria.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CON TE NON POSSO DICHIARARMI VINTO.

 

Hanno detto: Lo Spirito del Signore è lo spirito di povertà. I forti sono i poveri, che non vacillano né nella prosperità né nelle avversità. (Sant'Antonio da Padova)

Saggezza popolare: Più ti è caro chi ti offende più è grande l'offesa.

Un aneddoto: San Bernardino da Siena (1380c 1444), fu uno dei più grandi predicatori del suo tempo. Pensare che era balbuziente. A forza di volontà, gli si sciolse la lingua e sparì la timidezza. Pochi oratori hanno diffuso più di lui il nome di Gesù. Bernardino possedeva un'arte magica per attirare in piazza uomini e donne, avidi di ascoltare le sue originalissime prediche. Una volta, a Perugia, annunziò che avrebbe fatto apparire il diavolo: la gente accorse, incuriosita come non mai. Nel bel mezzo della predica, il bizzarro francescano disse: «Ora mantengo la promessa di farvi vedere il diavolo. Ognuno di voi guardi il vicino». Anziché ridere, il pubblico fu percorso da un brivido. E fu come un'intera lezione. Così scuoteva le coscienze quel bel tipo di senese, che se la prendeva anche con i fabbricanti di carte da gioco (causa di perdizione di molte anime e di famiglie rovinate); e siccome parecchi di essi andavano in fallimento, ce l'avevano col tremendo Bernardino. Una volta, a Bologna, un drappelletto di fabbricanti e commercianti di carte vennero a dirgli: «Lei ci ruba il pane, caro frate!». Bernardino ridacchiò e non rispose: lui sapeva bene che la farina del diavolo va tutta in crusca.

Parola di Dio: Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28; Cant. Dn 3,62-67; Lc 21,12-19

 

Vangelo Lc 21, 12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime. Parola del Signore

 

“CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LE VOSTRE ANIME”. (Lc. 21,19)

Qualche volta noi pensiamo che la fede sia un qualcosa che una volta acquistato divenga nostro possesso. E’ l’errore di molti che riducono la fede ad una serie di riti e di abitudini.

Un’altra tentazione è quella di pensare che, essendo la fede dovuta solo a noi, alla nostra ricerca e ai nostri sforzi, non la raggiungeremo mai.

Gesù parla di fede, di regno di Dio come di un dono gratuito e prezioso per il quale vale la pena di vendere tutto per acquistarlo, ma ci dice che è anche solo attraverso la perseveranza che riusciamo a mantenerlo.

Non spaventarti se ti sembra di aver poca fede. Non arrenderti se scopri in te stesso sempre gli stessi limiti e manchevolezze, riparti sempre: una casa vien su mattone dopo mattone, una pietra difficilmente si spacca al primo colpo di martello. Costruisci giorno per giorno, batti e ribatti sui tuoi difetti. Continua a fidarti, la pazienza di Dio è grande ma vuole vederti all’opera senza scoraggiamenti e, se Dio si fida di te, non puoi essere che ottimista.

 

 

GIOVEDI' 26 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Corrado; Beata Delfina.

Una scheggia di preghiera:

 

MISERICORDIOSO GESU'. ABBIATE PIETA' DI NOI.

 

Hanno detto: Non c’è niente di più grande dell’Eucaristia. (Santo Curato d'Ars)

Saggezza popolare: Chi tiene il piede in due staffe, spesso se lo trova fuori.

Un aneddoto: La gente accorreva a confessarsi dal Vianney, il quale aveva tanta pietà dei suoi penitenti che, invece di assegnare a loro penitenze, le faceva lui al posto loro. Diceva: «Se avessi la disgrazia di dannarmi, vorrei portarmi appresso il Signore, ma allora l'inferno non ci sarebbe più perché le fiamme dell' amore soffocherebbero quelle della giustizia». Un giorno, mentre stava celebrando, preso dal terrore d'essere privato per sempre della visione di Dio, proruppe: «Lasciami con la Madonna!».

Parola di Dio: Dn 6,12-28; Cant. Dn 3,68-74; Lc 21,20-28

 

Vangelo Lc 21, 20-28

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia. Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina". Parola del Signore

 

“ALLORA VEDRANNO IL FIGLIO DELL’UOMO VENIRE SU UNA NUBE, CON POTENZA E GLORIA GRANDE”. (Lc. 21,27)

La fine del mondo per i cristiani è il momento dell’incontro personale con il Signore glorioso. Gesù si mostrerà a noi in pienezza e noi potremo vederlo faccia a faccia. Se l’avremo cercato come amico nostro, lo incontreremo con gioia e fiducia. Se l’avremo ignorato, trascurato, disprezzato o Lui stesso o nei fratelli, allora questo incontro avverrà nella paura, nel dolore. Salvezza o condanna, rovina o liberazione, felicità o disperazione: la scelta avviene ora, nel tempo, con tutta la nostra vita.

 

 

VENERDI' 27 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Virgilio; Sant’Acario.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTO COLUI CHE ERA, CHE E' E CHE VIENE.

 

Hanno detto: Chi non prega si china verso terra, come una talpa che cerca di fare un buco per nascondersi. (Santo Curato d'Ars)

Saggezza popolare: Donna che piange, ovver che dolce canti, son due diversi, ambo possenti incanti.

Un aneddoto: Si credeva che l'On. Aldo Moro fosse un tipo serio e triste. Chi lo conosceva bene sostiene che, specie in famiglia, era come tutti i nonni e i papà: giocava coi figli e i nipotini, raccontava aneddoti e storielle allegre. Quando era Presidente del Consiglio, circolava nell' ambiente dei politici e dei giornalisti una simpatica leggenda attribuita proprio a Moro.

Moro incontra il diavolo, il quale bruscamente gli dice: «Voglio la tua anima, subito!». L'uomo politico gli risponde picche; poi viene a un compromesso (che politico sarebbe, sennò?). «Bene, vediamo come si può comporre questo dissenso, nel quale sbaglierebbe chi volesse affermare che tu e io professiamo le stesse opinioni». E l'On. Moro fa un discorso di tre ore, riassumendo prima le «ragioni del diavolo», ed esponendo poi le proprie, per passare infine ad analizzare le differenze.

Alla fine della settima ora, si vede il diavolo che fugge gridando: «No, la mia anima non te la do!», mentre un comunicato ufficiale, scritto dallo stesso Moro, annuncia che «tra il Presidente del Consiglio e il suo interlocutore è stata concordemente contestata una difformità di pensiero, in base alla quale le due parti hanno concluso, in piena concordanza di vedute, che è impossibile mettersi d'accordo». E meno male!

Parola di Dio: Dn 7,2-14; Cant. Dn 3,75-81; Lc 21,29-33

 

Vangelo Lc 21, 29-33

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: "Guardate il fico e tutte le piante; quando gia germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno". Parola del Signore

 

“IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO”. (Lc. 21,33)

“Le mie parole non passeranno”: non soltanto le singole parole che Gesù ha detto, non passerà la Parola, non passerà Gesù, perché Lui è Dio, perché Lui, morto e risorto, è il vivente per sempre, perché le sue promesse sono vere, perché Lui è proposta per me oggi.

Quanta ignoranza di Gesù c’è oggi!

Ci sono cristiani battezzati per tradizione che hanno ridotto la conoscenza della fede che professano (formalmente e qualche volta) a quei pochi incontri di catechismo avuti da bambini. Cristiani non solo ‘ignoranti’ perché non hanno mai letto, studiato, meditato personalmente il Vangelo, ma che hanno ridotto Gesù ad un uomo buono di una storia lontana che si perde nel mito. Preti e Vescovi che celebrano dei riti ma che senti lontani da un incontro vivo con Gesù, che parlano di Gesù per dovere, per continuare a sostenere il loro ruolo e i loro compiti ma non trasmettono niente, perché non hanno niente, nessuno da trasmettere.

E’ la Parola di Gesù, la Persona di Gesù, Gesù Figlio di Dio, Redentore, Amico, Salvatore, che non passa e non passerà. E’ il Dio fattosi mendicante di un corpo umano per essere in tutto simile a noi, è il Dio che non si impone ma che si propone, è il Dio grande e misterioso che chiede a me, oggi, un cuore da bambino per poterlo accogliere.

 

 

SABATO 28 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Sostene; Santa Caterina Labourè.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE PER IL DONO DELLA VITA.

 

Hanno detto: La misericordia di Dio è come un torrente che straripa. Essa trascina i cuori al suo passaggio. (Santo Curato d'Ars)

Saggezza popolare: La tristezza chiude le porte del paradiso, la preghiera le apre, la gioia le abbatte. (prov. Ebraico)

Un aneddoto: Quando Chiara d'Assisi conobbe il Poverello Francesco, decisa a seguirne il programma, fuggì dal suo castello seguita da un'ancella e si portò fino alla chiesetta di Santa Maria degli Angeli. «Che vuoi, figlia mia?», le domandò Francesco. E lei rispose: «Unirmi per sempre al mio Signore». Depose gioielli e abiti eleganti, si tosò la bionda chioma inanellata, si scalzò e indossò il ruvido saio. Nonostante la collera dei suoi, la spuntò, e dopo si tirò dietro la sorella Agnese e altre dame. In tutto emula di Padre Francesco, Chiara fondò l'Ordine delle Clarisse di cui sarà la superiora per 42 anni. A quanti tentavano di distoglierle da una vita tanto austera, esse dicevano: «Lasciateci l'allegria della nostra povertà».  Quando Chiara chiese da papa Innocenzo III il «privilegio della povertà», nel leggere la strana supplica il papa esclamò: «Ecco un privilegio non ancora mai sollecitato presso la Corte Romana». E scrisse di suo pugno le prime parole del Breve Apostolico.

Parola di Dio: Dn 7,15-27; Dn 3,82-87; Lc 21,34-36

 

Vangelo Lc 21, 34-36

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo". Parola del Signore

 

“STATE BEN ATTENTI CHE I VOSTRI CUORI NON SI APPESANTISCANO IN DISSIPAZIONI, UBRIACHEZZE E AFFANNI DELLA VITA…VEGLIATE E PREGATE IN OGNI MOMENTO”.

(Lc. 21,34.36)

Sappiamo per esperienza che quando lasciamo che nella nostra vita abbiano il sopravvento le preoccupazioni materiali, il denaro, il mangiare, il bere, il divertirci, le paure per la salute, per il futuro, l’affanno del voler sempre di più, queste cose, poco per volta, ci mangiano la vita e alla fine ci accorgiamo che non siamo più noi a vivere, ma sono questi affanni che ci vivono e spesso ci uccidono.

Gesù non ci vuole disincarnati dalla vita e dalla storia, non viene a dirci  che non dobbiamo più pensare a casa, cibo, lavoro, vuole semplicemente farci trovare il vero senso della vita come un cammino che non finisce nelle cose, ma come un viaggio verso una meta che non delude. Ecco perché l’anno liturgico termina con l’invito alla preghiera e alla vigilanza: è un po'  quello che dovrebbe essere il riassunto di tutto il cammino di questo anno di sequela di Gesù ed anche il progetto per il nuovo anno liturgico. Gesù è colui che ha cambiato e cambia il mondo, ma è anche colui che passa silenzioso, che giunge di notte a bussare alla tua porta: è facile perdere l'appuntamento, è facile trovarsi impreparati o peggio, sonnolenti e allora l'unica strada è stare attenti, vegliare, non con addosso la paura ma con la trepidazione di essere desti per cogliere gli avvenimenti della nostra storia della salvezza. E pregare sempre, non come quantità  di preghiere o formule ma come cuore sempre rivolto a lui, come vita che trasforma il banale quotidiano in inno di lode e di ringraziamento, come comunione di vita fraterna che diventa anche comunione con Dio.

 

 

DOMENICA 29 NOVEMBRE: 1^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Antonio Fasani.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, SIGNORE GESU', NON TARDARE.

 

Hanno detto: Bellezza, fama e successo? Se li prendi troppo sul serio finiscono per essere doni avvelenati. (Claudia Cardinale)

Saggezza popolare: Una parola detta al momento giusto è come un diamante incastonato nell'oro. (prov. Ebraico)

Un aneddoto: Raccontava il Santo Curato d'Ars  che chi ha perso la purezza dell’anima è come una pezza di stoffa impregnata d’olio: potete lavarla ed asciugarla, la macchia continuerà a rifiorire; allo stesso modo ci vuole un miracolo per lavare l’anima impura.

Parola di Dio: Ger 33,14-16; Sal 24; 1Ts 3,12 - 4,2; Lc 21,25-28.34-36

 

Vangelo Lc 21, 25-38.34-36

Dal vangelo secondo Luca

Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo”. Parola del Signore

 

“STATE BENE ATTENTI CHE I VOSTRI CUORI NON SI APPESANTISCANO IN DISSIPAZIONI, UBRIACHEZZE E AFFANNI DELLA VITA”. (Lc. 21,34)

Mi ha sempre colpito il fatto che nella liturgia i temi di riflessione che vengono proposti nelle ultime giornate dell’anno liturgico e i temi proposti per l’Avvento che comincia oggi, siano per lo più simili. Mi sembra quasi che la Chiesa voglia dirci: “Al di là del tempo, il dono che vien fatto e l’impegno che vien chiesto sono sempre uguali: il dono è Cristo, unica salvezza e l’impegno è accoglierlo”.

Ecco, allora, l’impegno a “non appesantire i cuori”. Su molti dei nostri cuori ci potrebbe stare il cartello “Cuore occupato” o meglio “Cuore ingombro”. Ingombro da preoccupazioni, ansie, rancori, paure, affetti sballati. E quando c’è tutto questo ciarpame non c’è posto per null’altro, non c’è posto per novità, speranze, non c’è posto per Cristo. Ricordiamo tutti la frase di Gesù:

“Sto alla porta e busso”, ma se non sentiamo bussare, se non possiamo aprire la porta perchè su di essa abbiamo ammucchiato troppe masserizie, Gesù continua a star fuori. Per accogliere Gesù che viene è ora di dare inizio ad una operazione: lo sgombero.

 

 

LUNEDI' 30 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea, Apostolo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONACI LA GIOIA DI SEGUIRTI.

 

Hanno detto:

Siamo come piccoli bambini, non sappiamo camminare nella via del cielo, titubiamo, cadiamo, se la mano del buon Dio non è sempre li per sostenerci. (Santo Curato d'Ars)

Saggezza popolare: Troppo cibo buono è peggio di troppo poco cibo cattivo. (prov. Ebraico)

Un aneddoto: San Francesco di Sales era diventato così umile che serviva tutti, badando che nessuno servisse lui. Un giorno un signore entra improvvisamente nella sua camere: lo trova che sta rattoppando le sue vesti; logico che si meravigli altamente: non  solo perché si rattoppava gli abiti (uno come lui!) ma perché si stava arrangiando da sé.  «E che male c'è? - rispose il Santo, sorridendo - Che male c'è a rammendare ciò che io stesso ho rotto?».

«Questo fatto - raccontò poi il gentiluomo - ha giovato meglio di molti argomenti a tenermi saldo nella fede». Molti soldati di guarnigione a Tolone si convertirono perché ogni giorno vedevano passare il santo Vescovo davanti alle caserme, così modesto, così misericordioso, così dimentico di sé. Alcuni di essi, anzi, si fecero sacerdoti cattolici.

Parola di Dio nella festa di Sant’Andrea: Rom. 10,9-18; Sal 18; Mt. 4,18-22

 

Vangelo Mt 4, 18-22

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini". Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono. Parola del Signore

 

"ED ESSI, SUBITO, LASCIATE LE RETI, LO SEGUIRONO". (Mt. 4,20)

Le reti davano lavoro e sicurezza ai pescatori del lago. Gesù offre loro speranze, parole, una vita non troppo sicura, persecuzioni... Vale la pena questo scambio? Eppure lasciano tutto perché hanno incontrato la persona di Gesù. La nostra fede non è un calcolo sulla convenienza, non è un mettersi a tavolino per stabilire i pro e i contro sia dal punto di vista intellettuale che materiale, è incontrare una persona. S. Paolo dirà: "Reputo tutto spazzatura in confronto a Cristo". Come mai ci sono tanti sedicenti cristiani che sono tristi, indifferenti, abitudinari? Perché, forse, hanno incontrato delle norme morali, hanno incontrato una religione, ma non hanno incontrato Gesù.

     
     

 

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