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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

OTTOBRE 2015

GIOVEDI' 1 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù Bambino; San Remigio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONACI DI AVERTI E DI PORTARTI.

 

Hanno detto: Rapisca, ti prego o Signore, l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell'amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell'amor mio. (San Francesco)

Saggezza popolare: Chi disfa il bosco e il prato, fa il suo danno senza saperlo. (prov. Veneto)

Un aneddoto: Il Beato Bonaventura da Potenza, qualche giorno prima di morire nel convento di S. Francesco a Ravello, ultima dimora della sua vita, avendogli il medico fatto capire che non c'era più alcuna speranza di guarigione, lo ringraziò e ringraziò Dio di tale prezioso guadagno per la sua anima. Ricevuti gli ultimi Sacramenti, cominciò a cantare le lodi della Vergine del suo cuore e quelle del suo Dio. Volgeva continuamente lo sguardo a una immagine della Madonna, che stava di fronte al suo lettuccio poverello e Le lanciava sospiri e parole d'amore tenerissimo. Poco prima di spirare, la sua Madre dolcissima venne a visitarlo: egli era in dolce estasi d'amore e sussurrò soavemente l'eterno canto d'amore: "Ave Maria! Ave Maria! Ave Maria! Così la sua anima, accompagnata dalla "Tutta bella", se ne volò al suo Creatore. Era il crepuscolo del 26 ottobre 1711: in quel momento la campana della Cattedrale di Ravello suonava i rintocchi dell'"Angelus Domini".

Parola di Dio: Ne 8,1-4a.5-6.7b-12; Sal 18; Lc 10,1-12

 

Vangelo Lc 10, 1-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città ". Parola del Signore

 

PREGATE DUNQUE IL PADRONE DELLA MESSE PERCHE' MANDI OPERAI PER LA SUA MESSE. (Lc. 10,2)

L'abbiamo sempre letta come: “Signore mandaci tanti preti”, ma non è così: Gesù chiama tutti i battezzati ad annunciare il Vangelo, a farsi carico dell'annuncio, a prendersi a cuore il servizio alla Parola. Gesù ci manda, ci spinge: ci invita a pregare per avere operai per la messe, a entrare nelle città, a condividere, a guarire, a proclamare. Con uno stile particolare (non vendiamo enciclopedie), con la priorità all'esperienza (poche prediche, per favore...), in un atteggiamento di condivisione reale di chi non si vergogna né si dimentica di essere cristiano. Il nostro mondo grida di sete di pienezza e noi cristiani, trasformati dall'incontro con Gesù, abbiamo qualcosa da dire, qualcuno da portare. Ma,  inutile illudersi: fa luce solo chi è illuminato, scalda solo chi brucia.

 

 

VENERDI' 2 OTTOBRE: Santi Angeli custodi.

Tra i santi ricordati oggi: San Teofilo; San Gerino.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE SIGNORE DEI TUOI ANGELI CUSTODI.

 

Hanno detto: La ragione è esigenza di infinito e culmina nel sospiro e nel presentimento che questo infinito si manifesti. (Don Luigi Giussani)

Saggezza popolare: La verità ha una buona faccia, ma cattivi abiti. (prov. Toscano)

Un aneddoto: Un bimbo che stava per nascere si rivolse al Signore: «Mi dicono che domani mi farai scendere sulla terra. Come potrò vivere così piccolo e indifeso?». «Fra tanti angeli ne ho scelto uno per te. Lui ti proteggerà. – rispose Dio. E continuò: Il tuo angelo canterà per te parole dolci e tenere, con infinita pazienza e tenerezza ti insegnerà a parlare». Ma il bambino chiese con apprensione: «Come potrò parlare ancora con te?» «Il tuo angelo unirà le tue manine e ti insegnerà a pregare». Rispose Dio con dolcezza infinita. «Ho sentito dire che la terra è abitata da uomini cattivi Chi mi difenderà?». Chiese il bimbo preoccupato. Dio, guardandolo con tenerezza gli rispose: «Il tuo angelo ti difenderà a costo della propria vita». «Ma il mio cuore sarà sempre triste, Signore, perché non ti vedrò più!». Disse il bimbo con molta tristezza «Il tuo angelo ti parlerà di me e ti indicherà il cammino per ritornare alla mia presenza; sappi, però, che io sarò ogni istante accanto a te!» In quel momento si diffusero delle voci e dei rumori ed il bambino angosciato gridò a gran voce: «Signore, sto scendendo verso la terra! Dimmi ancora una cosa: qual è il nome del mio angelo?!?». E Dio sorridendo rispose: «Il nome non importa, tu lo chiamerai mamma.

Parola di Dio: Es 23,20-23a; Sal 90; Mt 18,1-5.10

 

Vangelo Mt 18, 1-5.10

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?". Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli". Parola del Signore

 

GUARDATEVI DAL DISPREZZARE UNO SOLO DI QUESTI PICCOLI, PERCHE’ VI DICO CHE I LORO ANGELI NEL CIELO VEDONO SEMPRE LA FACCIA DEL PADRE MIO CHE E’ NEI CIELI. (Mt. 18,10)

Quando io ero bambino, mio padre faceva ‘il custode’ in una stamperia, e faceva i turni. Quando dunque sentivo parlare di Angeli custodi, per me era facile immaginarmi questi amici con le stesse funzioni esercitate nel lavoro da mio padre. Lui per me era l’eroe che difendeva la fabbrica e la serenità del posto di lavoro di chi era dentro, era anche quello che guardava fuori per impedire che qualcuno entrasse per far del male o per rubare e questo  lo faceva di giorno, ma anche di notte quando io andavo a dormire e poi, guardate la fantasia dei bambini, siccome mio padre curava anche un giardinetto nell’ingresso della fabbrica, io mi immaginavo che “i custodi” fossero anche quelli che curavano il giardino delle nostre anime.

Sono passati tanti anni da allora, ma ancora oggi ringrazio Dio di aver messo vicino a ciascuno di noi dei “custodi” che non ci lasciano mai soli, che ci tengono d’occhio, che vegliano su di noi per cercare di impedire che il male esterno e interno ci assalga all’improvviso, che si prendono cura della nostra anima per piantarvi e farvi crescere qualche fiore di bontà, di giustizia, di verità. E me lo immagino il mio angelo custode con un occhio a me e uno a Dio per cercare di far scendere Lui a me e di far salire me a Lui.

“Man mano che gli anni passano mi accorgo di quanti guai ti ho combinato, Angelo custode, di quanta porcheria a cui ti ho fatto assistere, di quante volte sono stato sordo ai tuoi inviti, e mi accorgo anche di tutta la protezione che mi hai dato, di quante volte mi hai retto perché non cadessi, di quante volte mi hai tirato su per poter ricominciare. Grazie anche per tutte le volte che con il tuo aiuto e quello di tutti santi, sono riuscito a fare qualche cosa nella volontà di Dio, grazie della tua preghiera per me e di aver portato a Dio anche le mie preghiere. Ti prego: non stancarti di me e continua a custodirmi, giorno e notte, perché non solo non perda le occasioni che il Signore mi dà, ma possa vivere anch’io un po’ come te, con un occhio rivolto a terra ma con l’altro ben fisso al cielo”.

 

 

SABATO 3 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gerardo; Sant’Adalgotto.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

Hanno detto: Poveri peccatori, quando penso che ve ne sono alcuni che morranno senza aver provato neppure per un'ora la gioia di amare Dio.  (S. Giovanni Maria Vianney)

Saggezza popolare: La rana non si ingozza mai di tutta l'acqua dello stagno in cui vive. (Prov. Sioux)

Un aneddoto: In una scuola, durante una riunione con i genitori degli alunni, la Direttrice metteva in risalto l’appoggio che i genitori devono dare ai loro figli.  Capiva che, la maggior parte dei genitori della comunità erano lavoratori, ma chiedeva loro di passare il maggior tempo possibile con i propri figli, per ascoltarli e capirli. Tuttavia, la direttrice rimase sorpresa quando un padre si alzò e spiegò, in maniera umile, che lui non aveva il tempo di parlare con suo figlio durante la settimana. Quando rientrava dal lavoro, molto tardi, il figlio era ormai addormentato. Quando usciva per andare al lavoro, era molto presto e suo figlio stava ancora dormendo. Spiegò, inoltre, che doveva lavorare in questo modo per provvedere al sostentamento della famiglia. Dichiarò anche che non avere il tempo per suo figlio, l’angosciava molto e cercava di rimediare andando tutte le notti a baciarlo, quando arrivava a casa e, affinché suo figlio sapesse della sua presenza, faceva un nodo alla punta del lenzuolo. Questo succedeva religiosamente ogni notte in cui si recava a baciarlo. Quando il figlio si svegliava e vedeva il nodo, sapeva che suo papà era stato lì e lo aveva baciato. Il nodo era il mezzo di comunicazione fra loro. La direttrice si emozionò per quella storia singolare e si sorprese ancora di più quando constatò che suo figlio, era uno dei migliori alunni della scuola.

Parola di Dio: Bar 4,5-12.27-29; Sal 68; Lc 10,17-24

 

Vangelo Lc 10, 17-24

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: "Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome". Egli disse: "Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli". In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare". E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non lo udirono ". Parola del Signore

 

“SIGNORE, ANCHE I DEMONI SI SOTTOMETTONO A NOI NEL TUO NOME”. (Lc. 10,17)

Fa persin sorridere lo stupore con cui i settantadue discepoli dicono a Gesù di essere riusciti a vincere il male, il demonio. Sono rimasti stupiti perché hanno visto dei malati guariti, delle paure vinte, delle persone convertite; e tutto questo non per merito loro, ma nel nome di Gesù e del suo amore. Oggi sembra che l’uomo non sappia più cogliere i segni della vittoria sul male, sul demonio: vediamo tutto in negativo, ma è poi proprio così? Ci sono dei giovani che hanno impiegato le loro ferie per costruire un ospedale in Africa, il Cottolengo è un miracolo giornaliero di carità ed amore, Madre Teresa di Calcutta, le suore del sorriso sono speranza per molti che stanno morendo di fame, a Torino ci sono centri di accoglienza per i barboni, nella nostra comunità alcuni sentono il dovere di assistere famiglie bisognose. Allora:il male c’è ed è grande ma nel nome di Cristo, ancora oggi Satana è vinto.

 

 

DOMENICA 4 OTTOBRE: 27^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco d’Assisi patrono d’Italia; San Petronio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, BENEDICI LE NOSTRE FAMIGLIE.

 

Hanno detto: La misericordia vuole che tu sia misericordioso, perché il Creatore appaia nella sua creatura. (S. Leone Magno)

Saggezza popolare: Nel latte si conoscon meglio le mosche. (prov. Toscano)

Un aneddoto: Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Uno di loro chiese all’altro: - Tu credi nella vita dopo il parto?

Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci per quello saremo più tardi. - Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita?

Non lo so, ma sicuramente ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca. - Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto. - Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui. - Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla. - Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremmo la mamma e lei si prenderà cura di noi. - Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora? Dove? Tutta intorno a noi! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe. - Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista. - Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai?… Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa.

Parola di Dio: Gen 2,18-24; Sal 127; Eb 2,9-11; Mc 10,2-16

 

Vangelo Mc 10, 2-16

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, domandarono a Gesù: "E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?". Ma egli rispose loro: "Che cosa vi ha ordinato Mosè?". Dissero: "Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla". Gesù disse loro: "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto". Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio". Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso". E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva. Parola del Signore

 

"CHI RIPUDIA LA PROPRIA MOGLIE E NE SPOSA UN'ALTRA COMMETTE ADULTERIO CONTRO DI LEI” (Mc. 10,11)

Mi vengono in mente le tante coppie di fidanzati passate ai corsi prematrimoniali. Quante di queste vivendo in un mondo "cristiano" ma scristianizzato, partono dicendo: "Ci vogliamo bene, ci piacciamo, cominciamo a metterci insieme sposandoci... poi vedremo”. E noi nei nostri incontri continuiamo a parlare di dialogo, quando le persone devono ancora cominciare a parlare, di innamoramento e amore, quando spesso per loro le due cose coincidono e se viene a mancare la prima cade anche la seconda, di matrimonio cristiano quando essi pensano soprattutto alla cerimonia, ai fiori, alle foto e "a fare in fretta perché andiamo a pranzo fuori Torino". Forse qui, come per gli altri sacramenti che diamo, dovremmo con semplicità ma con fermezza ricominciare dalla alfabetizzazione cristiana perché è ipocrita da parte nostra scandalizzarsi dell'aumento dei divorzi se prima almeno non abbiamo tentato di spiegare chi sia Cristo e quale sia il suo vero progetto sulla famiglia.

 

 

LUNEDI' 5 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gallo d’Aosta; Santa Giustina; Santa Maria Faustina Kowalska.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' AIUTAMI A CONCRETIZZARE IL MIO AMORE PER TE.

 

Hanno detto: La vita passa, l’eternità avanza a grandi passi, presto vivremo della vita stessa di Gesù. (S. Teresa di Lisieux)

Saggezza popolare:

Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su sé stessi. (Capriolo Zoppo, indiano d'America)

Un aneddoto: Nel 1214 S. Domenico si trovava nel mezzogiorno della Francia circondato e sopraffatto dall'eresia. Era solo; e sentiva tutta la sua impotenza. E tali furono i suoi gemiti e lacrime e tali le sue penitenze che svenne. Gli apparve allora la Vergine, accompagnata da tre figure meravigliose di sante, e gli disse: “Domenico mio, sai tu di quale strumento si servì la SS. Trinità per restaurare il mondo?” “ Signora mia rispose il santo, Voi lo sapete meglio di me: siete Voi, Voi col Figlio divino, il «mezzo» col quale Dio operò la salvezza del mondo.” “ Allora, se tu vuoi conquistare a Dio i cuori più induriti, va' e predica il mio Salterio. Il Santo andò a Tolosa a predicare il Salterio di Maria (che poi fu chiamato Rosario).” All'inizio della predicazione, ecco scatenarsi un terribile uragano, sì che tutti n'ebbero spavento. Apparve allora la Vergine, nel cielo, in atto di alzare per tre volte le braccia in alto, a chiedere a Dio misericordia. Fu quello un segno di Dio per dare più vigore alla prima predicazione del Rosario.

Parola di Dio: Giona1,1-2,1-11; Sal. da Gn 2,2-5.8; Lc. 10,25-37

 

Vangelo Lc 10, 25-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?". Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?". Costui rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso". E Gesù: "Hai risposto bene; fa questo e vivrai". Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?". Gesù riprese: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?". Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Và e anche tu fa lo stesso ". Parola del Signore

 

“UN SAMARITANO CHE ERA IN VIAGGIO, PASSANDOGLI ACCANTO, LO VIDE E NE EBBE COMPASSIONE”. (Lc. 10,33)

C'è stato un periodo della mia vita in cui ne ho avuto abbastanza di una parola: “Amore”. La sentivo da tutte le parti e con i significati più diversi, usata spesso per nascondere egoismi, sessualità; banalizzata, usurpata, usata religiosamente per giustificare le cose più assurde... Mi sono riconciliato con questa parola accorgendomi del bisogno profondo di sentirmi amato e vedendo la concretezza di Gesù espressa dalla sua vita ed anche dalla parabola che ci propone oggi.

Ho bisogno di essere amato e Dio mi ama così come sono, viene a cercarmi nelle mie miserie, mi consola, mi incoraggia, mi fa sentire capace a lasciar passare un po' d'amore attraverso me. E mi concretizza: non se ne fa niente delle parole e mi sbatte sulla strada un fratello ferito come me che ha bisogno concreto di amore. E non ci sono scuse e neanche paure o rischi che non devi correre con lui: o tiri dritto continuando a nasconderti con le parole o ti fermi e cerchi di fare quello che puoi.

 

 

MARTEDI' 6 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Bruno; Santa Alberta.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, SIGNORE, PERCHE' IL TUO SERVO VUOLE ASCOLTARTI.

 

Hanno detto: Come il ferro si abbandona all'incudine, così io affido la mia volontà a Dio. Agisco come vuole lui, non posseggo una volontà mia propria. (San Serafino di Sarov) 

Saggezza popolare: Che cosa è l’uomo senza gli animali? Se non ce ne fossero più gli indiani morirebbero di solitudine. Perché qualunque cosa capiti agli animali presto capiterà all’uomo. Tutte le cose sono collegate. (Capriolo Zoppo, indiano d'America) 

Un aneddoto: Una volta apparve S. Nicola in visione a un frate domenicano turbato da molte preoccupazioni e gli disse con grande amabilità di non turbarsi affatto né per sé né per l'Ordine, perché «la nostra Madonna ha cura di voi». Raccontano le cronache dei primi frati, che una volta la Madonna assistette una comunità senza priore, facendo le veci del priore. E un'altra volta fu vista la Madonna servire lei stessa i frati a tavola «apponendo a ciascuno di loro la propria porzione». A sera, dopo Compieta, i frati non potevano chiudere la giornata senza affidarsi ancora alla Madonna con la recita corale della Salve Regina, preghiera molto efficace contro le insidie e gli assalti diabolici. La Salve Regina si recitava in processione verso l'altare della Madonna, e ci fu chi in visione contemplò la Vergine Santa discendere dal cielo sull'altare con moltissimi Angeli, e quando i frati dicevano le parole «O dolce vergine Maria», la Madonna li benediceva tutti maternamente.

Parola di Dio: Giona 3,1-10; Sal 129; Lc 10,38-42

 

Vangelo Lc 10, 38-42

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta ". Parola del Signore

 

“MARIA, SEDUTASI AI PIEDI DI GESÙ, ASCOLTAVA LA SUA PAROLA; MARTA INVECE ERA TUTTA PRESA DAI MOLTI SERVIZI”. (Lc. 10,39-40)

Sedersi per ascoltare, mentre ci sono tante cose da fare può sembrare una scelta facile, e in tanti casi lo è. Ma ascoltare sul serio è proprio così facile? Qualche esempio: una delle cause primarie delle separazioni familiari è dovuta al fatto: “Non avevamo tempo per noi; il lavoro, gli impegni hanno fatto di noi due degli estranei... non ci si capiva più...”. Tra genitori e figli si parla spesso di incomunicabilità ma c’è stato tempo, da entrambi le parti per ascoltarsi, capirsi o era più importante correre a divertirsi o lasciarsi assorbire dal lavoro? Gesù non rimprovera Marta per la sua ospitalità attenta e premurosa ma ci richiama sulla scelta della “parte migliore” che è tutt’altro che una scelta comoda ma che ti impegna nell’ascolto, nell’accoglienza per spingerti ad un servizio migliore e motivato.

 

 

MERCOLEDI' 7 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Adalgiso – Beata Vergine del Santo Rosario.

Una scheggia di preghiera:

 

AVE MARIA

 

Hanno detto: Colui che sta nell'odio è privato di Dio e in questa vita prova l'inferno, perché sempre si rode in se stesso e credendo di uccidere il nemico, uccide se stesso, perché con il coltello dell'odio uccide la sua anima. (S. Caterina da Siena)

Saggezza popolare: Chi pesta l'acqua nel mortaio, con le gocce si bagna e stanco resta . (prov. Siciliano)

Un aneddoto: Il Beato Angelico, giovane frate, ritornava una sera al convento, recitando il Rosario. Attraversava la campagna. Gli apparve la Regina del Cielo; tanti Angeli le stavano vicino, cantando ed intrecciando una corona di rose. Il frate interruppe la recita del Rosario per contemplare quella scena di Paradiso. Gli Angeli interruppero pure il canto e lasciarono incompiuta la corona di rose. Sorpreso, il Beato Angelico ripigliò la preghiera e gli Angeli ricominciarono a cantare; ad ogni Ave Maria, una nuova rosa veniva inserita nella corona. Terminato il Rosario, il serto di rose fu presentato dagli Angeli a Maria. Il frate non dimenticò più la visione. Si sforzò di riprodurla in pittura. Trascorse la vita nella preghiera e nel lavoro, lasciando una grande quantità di quadri, rappresentanti la Madonna e gli Angeli. Negli ultimi istanti della vita, mirò a lungo in alto, quasi trasfigurandosi in viso per l'emozione; poi esclamò: La Madonlna è molto più bella di quanto io l'abbia dipinta! E spirò.

Parola di Dio: At. 1,12-14; Sal. da Lc.1,46-55; Lc. 1,26-38

 

Vangelo Lc 1, 26-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio". Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei. Parola del Signore

 

“CONCEPIRAI UN FIGLIO E LO CHIAMERAI GESU'”. (Lc. 1,31)

Quante cose si sono dette intorno alla preghiera del rosario. Da chi si sente di dire che è una preghiera impossibile: “Sfido chiunque a dire un intero rosario senza distrazioni”, a chi lo esalta al punto di dire: “Non si arriva alla salvezza senza questa preghiera”, a chi lo considera: “Inutile, ripetitivo, formale” e lo prende in giro come preghiera di vecchiette, a chi lo considera come vera e propria preghiera dei poveri e degli umili.

Io non so quante “Ave Maria” ho detto nella mia vita e quante di queste erano preghiera vera o ripetizione o abitudine... Non so quante volte ho cercato di meditare quei quindici misteri (oggi venti) ma certamente questo 'masticare Ave Maria', questo 'tirar dietro' qualche Ave Maria per ricordare persone conosciute o per le varie necessità del mondo, ha creato in me un senso di confidenza in Maria, un sapere di essere ascoltato, un parlare con Lei e tramite Lei, un sentirla Madre di Gesù e Madre nostra.

 

 

GIOVEDI' 8 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ugo Canefri; Santa Eusebia.

Una scheggia di preghiera:

 

FAI TU, SIGNORE, CHE SAI.

 

Hanno detto:

Vi vorrei così coraggiosi che, per quanto poteste essere deboli, meschini e peccatori, aspiraste a farvi santi, perché lo potete e Dio lo vuole. (S. Antonio Maria Granelli)

Saggezza popolare: Sei andato aglio e ritornato cipolla. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Con il Rosario, S. Francesco Saverio non solo faceva catechesi e inculcava l'amore filiale alla Madonna, ma operava anche guarigioni e miracoli. La cosa, dapprima sorprendente e meravigliosa, divenne poi semplice e comune fra i cristiani. La Madonna era davvero vicina a questo suo grande figlio e confermava con i miracoli la sua dottrina e la sua vita. I fedeli si erano via via abituati a chiedere in prestito a S. Francesco Saverio la sua corona del Rosario e la facevano passare da un malato all'altro, perché guarissero. A guarigioni avvenute, spesso il Rosario non ritornava più a S. Francesco Saverio, perché si amava conservarlo per devozione e ricordo, con grande riconoscenza. A volte egli stesso era richiesto con insistenza per una visita a qualche ammalato. E, se gli era proprio impossibile, affidava il suo Rosario ad alcuni fanciulli, perché lo portassero all'infermo e glielo appoggiassero sopra. I ragazzi facevano così, e non era difficile che l'infermo guarisse! Per questo persino gli stessi pagani, per curare i loro infermi, si facevano prestare il Rosario di S. Francesco Saverio. E la Madonna, Madre universale, non mancava di far sentire la sua presenza di grazia, anche a quei figli ancora lontani. Specialmente ai novelli convertiti, S. Francesco Saverio raccomandava con premura la devozione del S. Rosario, assicurandoli che con questo mezzo stavano sotto la protezione della Madonna e non sarebbero mai andati perduti. Una volta uno di questi, un mercante, andò a salutare il Santo prima di imbarcarsi e gli chiese un piccolo ricordo da portare sempre con sé. Insistette molto e S. Francesco Saverio, per accontentarlo, si tolse dal collo la corona del Rosario e gliela diede dicendogli: Custoditela devotamente e voi non morirete in mare. Durante la traversata, infatti, una bufera spaventosa sfasciò la nave. Tutti perirono. Solo quel mercante, perduta la conoscenza si vide in compagnia di S. Francesco Saverio e, quando riprese i sensi, si trovò sano e salvo sulla spiaggia.

Parola di Dio: Ml 3,13-20a; Sal 1; Lc 11,5-13

 

Vangelo Lc 11, 5-13

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!". Parola del Signore

 

“CHIEDETE E VI SARA' DATO”. (Lc. 11,9)

La liturgia prevede, nella celebrazione Eucaristica, la preghiera dei fedeli. Dopo aver ascoltato la Parola, essa diventa preghiera. Dovrebbero essere “i fedeli” che si rivolgono a Dio. Per ovvi motivi pratici nelle grandi assemblee questo non è possibile ed allora si sopperisce con dei formulari preconfezionati e una raffica di cinque o sei “ascoltaci o Signore” assicura la partecipazione di tutti. Ma qualche volta l'abitudine prende il sopravvento perché noi, spesso non sappiamo neppure che cosa chiediamo e, sotto sotto, dubitiamo che “Dio ci ascolti”. Meno male che qualche volta non ascolta le assurde richieste che noi firmiamo con l'ascoltaci o Signore perché ci troverebbe completamente impreparati a realizzarle. Ad esempio chiediamo la pace ma dentro di noi stiamo covando una piccola vendetta nei confronti del familiare che ci ha offesi; preghiamo perché i profughi siano accolti, ma saremmo disposti a vivere con qualcuno di essi che per qualche mese giri in casa nostra?

E' vero che sembra che certe preghiere non siano ascoltate, ma mi chiedo: sono proprio sincere quando le facciamo?

 

 

VENERDI' 9 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Dionigi e compagni; San Giovanni Leonardi.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTAMI, SIGNORE A COMBATTERE E VINCERE IL MALE.

 

Hanno detto: Beati voi o giovani che avete il tempo di fare il bene. (S. Filippo Neri)

Saggezza popolare: Chi insegue due lepri non ne insegue nessuna. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Del P. Pietro Charles, che tanto lavorò per diffondere tra la gioventù studiosa di Europa lo spirito missionario, si racconta questo mirabile fatto. Michiko Inukai, figlia di un uomo di Stato giapponese, alcuni anni or sono, incontrò per caso un'amica, la quale le rivolse a bruciapelo questa domanda: Che cosa vai cercando? Spinta da una forza misteriosa, la Michiko uscì in questa inattesa risposta: Sto in cerca di una religione universale. Alcuni mesi più tardi si convertiva al cattolicesimo, ricevendo il S. Battesimo. Venne a conoscenza degli scritti del P. Charles, e ne rimase talmente entusiasta, che scrisse al dotto missionario, chiedendo il permesso di tradurli in giapponese. Il pio religioso, nella lettera di risposta, pose anche una fotografia ritagliata da una vecchia rivista missionaria. In quella foto si vedeva una famiglia giapponese, tra cui una bimba seduta sulle ginocchia della mamma. "Non so il perché scriveva il P. Charles alla Michiko ma sono già venti anni che ogni giorno dico un'Ave Maria per quella bambina. Siete forse voi?" E la signorina Michiko gli rispose: "Si, sono proprio io!". Oggi la signorina Michiko fa parte della Crail, Associazione di laici missionari che lavorano intensamente a portare nel seno della famiglia il fermento cristiano.

Parola di Dio: Gl 1,13-15; 2,1-2; Sal 9; Lc 11,15-26

 

Vangelo Lc 11, 15-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio, alcuni dissero: "E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni". Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: "Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima". Parola del Signore

 

“QUANDO LO SPIRITO IMMONDO ESCE DALL’UOMO, SI AGGIRA PER LUOGHI ARIDI IN CERCA DI RIPOSO E, NON TROVANDONE, DICE: RITORNERÒ NELLA MIA CASA DA CUI SONO USCITO”. (Lc. 11,24)

“Padre, credevo di aver superato definitivamente quella tentazione, ne avevo trovato le motivazioni, erano passati bene diversi mesi e poi eccola di nuovo, prepotente, spuntare. E’ una esperienza che in un modo o in un altro abbiamo fatto tutti. Il male non si arrenda, il diavolo pur sapendo di essere sconfitto ci prova ancora e sempre. Non bisogna spaventarsi; sapendo che le nostre forze sono deboli bisogna umilmente e con costanza chiedere aiuto a chi è più forte di noi. La tentazione più forte non è tanto quella che ci spinge a singoli peccati, è quella di perdere la fiducia che Dio, nonostante noi, possa farci vincere la battaglia definitiva.

 

 

SABATO 10 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Borgia; San Bassiano.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE, E' PAROLA DI VITA ETERNA.

 

Hanno detto: Se siete scoraggiati è un segno di orgoglio perché è una prova che confidate nei vostri poteri. (Madre Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: Il vizio,una volta nato,dura sino alla morte. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Un giorno abba Macario pregava nella sua cella e gli giunse una voce che gli disse: “Macario, non hai ancora raggiunto la misura di quelle due donne che abitano in città”. Il mattino l’anziano si alzò, prese il suo bastone di palma e partì per la città. Giunto al luogo che cercava, bussò alla porta. Uscì allora una donna che lo accolse in casa sua. E come si fu seduto, chiamò tutte e due le donne ed esse vennero a sedersi accanto a lui. L’anziano disse loro: “Ho fatto tanta fatica a causa vostra; ditemi dunque quali sono le vostre opere buone”. Ma quelle dissero: “Credici, questa notte stessa siamo state con i nostri mariti. Quali opere buone possiamo avere?”. L’anziano però insisteva perché rivelassero il loro genere di vita. Esse allora risposero: “Non abbiamo tra noi nessun legame di parentela, ma abbiamo voluto sposare due fratelli. Da quindici anni abitiamo nella stessa casa e mai abbiamo litigato, mai ci siamo dette parole cattive, ma abbiamo trascorso tutto questo tempo nella pace e nella concordia. Ci è venuto il pensiero di entrare in un monastero di vergini, ma abbiamo chiesto ai nostri mariti ed essi si sono opposti. Dal momento che non abbiamo potuto ottenere il consenso al nostro progetto, ci siamo impegnate davanti a Dio a non pronunciare parole mondane fino alla morte”. A queste parole abba Macario disse: “Veramente non conta niente essere vergine o maritata, monaco o laico; Dio dona a tutti lo Spirito Santo, nella misura della loro buona volontà”.

Parola di Dio: Gl 4,12-21; Sal 96; Lc 11,27-28

 

Vangelo Lc 11, 27-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: "Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!". Ma egli disse: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!". Parola del Signore

 

“BEATI PIUTTOSTO COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO E LA OSSERVANO”. (Lc. 11,28)

Mi sono tolto la curiosità di andare a vedere quante volte viene usato il termine “beati” nel Nuovo Testamento. Esso ricorre 50 volte di cui 25 volte proprio sulle labbra di Gesù.

Dio porta beatitudine. Beati sono i poveri, i miti, gli afflitti, i puri, i costruttori di pace, i perseguitati a causa della giustizia... Beato è quel servo che il padrone troverà vigilante al suo ritorno... Beata è Maria che ha creduto al compimento delle parole che le sono state dette... Beati sono gli occhi che vedono il Salvatore... Beato sei tu se hai prestato qualcosa a qualcuno che non te lo può rendere... Beato è colui che mangerà nel Regno di Dio... Beati voi perché i vostri nomi sono scritti in cielo... E beati, come dice il vangelo di oggi, coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica. Ci accorgiamo allora che la beatitudine di Gesù non è un semplice augurio, non è neanche una parola dettata da invidia: “beato te perché hai tante cose”, non è neanche felicità come viene comunemente intesa, in quanto un sofferente non è propriamente felice.

La beatitudine di Gesù è lo stato di vita di colui che ha incontrato Dio, si lascia amare da Lui, si fida di Lui ai di là di ogni cosa, è pieno di Lui. E’ beato perché ha Gesù che è la beatitudine.

 

 

DOMENICA 11 OTTOBRE: 28^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Placida; Sant’Alessandro Sauli.

Una scheggia di preghiera:

 

E' BELLO AMARTI, SIGNORE!

 

Hanno detto: Volente o nolente gli uomini ti lasceranno. Cristo invece è fedele e immutabile. Cristo veramente provvede a tutto. (S. Giovanni di Dio)

Saggezza popolare: Con gli amici e con i parenti, non comprare e vendere niente. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Alcuni fratelli vennero un giorno da abba Giovanni per metterlo alla prova. Volevano vedere se non lasciava vagabondare il suo pensiero e se non parlava mai di una cosa di questo mondo. Gli dissero: «Rendiamo grazie a Dio poiché ha piovuto molto quest'anno, le palme hanno bevuto e prodotto foglie e così i fratelli possono lavorare». Abba Giovanni disse loro: «Così è quando lo Spirito Santo scende nei cuori degli uomini; vengono rinnovati e producono foglie nel timore di Dio».

Parola di Dio: Sap 7,7-11; Sal 89; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30

 

Vangelo Mc 10, 17-30

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?". Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre". Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza". Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi". Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!". I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: "Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: "E chi mai si può salvare?". Ma Gesù, guardandoli, disse: "Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio". Pietro allora gli disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito". Gesù gli rispose: "In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. Parola del Signore

 

“NOI ABBIAMO LASCIATO TUTTO E TI ABBIAMO SEGUITO” (Mc. 10,28)

Pietro non può fare a meno di ragionare con le proprie categorie che sono quelle della meritocrazia legata al dare e all'avere (Non è cambiato molto da allora) e vorrebbe che Gesù gli dicesse che c'è un premio per le sue fatiche, rinunce, opere buone... Gesù che ha appena fatto un discorso di povertà non si tira indietro e dice che il premio c'è ed è anche già presente.

Quanto sarebbe bello, soprattutto giusto, se non si mercificasse tutto! E' amore in una coppia se c'è il calcolo degli affetti e delle cose? E' triste se tra genitori e figli c'é solo: “Ma quanto mi dai?” e “Ma quanto mi costi”. E poi, onestamente, specialmente con Dio, siamo sicuri di essere in vantaggio se riduciamo tutto ad un conto con Lui?

 

 

LUNEDI' 12 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Serafino; Sant’Edisto.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, DEL MIRACOLO CONTINUO DEL TUO AMORE.

 

Hanno detto: Fate che non solo nell'interno, ma anche nell'esterno si veda che portate l'immagine di Gesù Cristo. (S. Paolo della Croce)

Saggezza popolare: Vuoi sapere qual'é il miglior gioco? Fai del bene e parla poco. (Prov. Sardo)

Un aneddoto: Insegnava Abba Macario: “Se le mura di cinta di una grande città sono state distrutte ed essa è deserta, conquistata dai nemici, a nulla le giova la sua grandezza; bisogna cercare che in proporzione alla sua grandezza abbia anche solide mura che impediscano ai nemici di entrare. Così anche le anime adorne di conoscenza, sapienza e intelligenza del cuore, sono come grandi città, ma occorre cercare che siano fortificate dalla potenza dello Spirito Santo, perché i nemici non vi penetrino e le rendano deserte.

Parola di Dio: Rm 1,1-7; Sal 97; Lc 11,29-32

 

Vangelo Lc 11, 29-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: "Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. Quelli di Ninive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui". Parola del Signore

 

“A QUESTA GENERAZIONE NON SARA' DATO ALCUN SEGNO SE NON IL SEGNO DI GIONA”. (Lc. 11,29)

“Se il Signore facesse un po' di miracoli, quanta gente crederebbe!” Si dice così e spesso si vorrebbe fondare la propria fede sui miracoli! All'epoca di Gesù c'era Lui: il miracolo di un Dio che per amore si fa uomo, c'erano i suoi miracoli di guarigione, di liberazione e i vangeli ce li raccontano: Ma quanta gente ha creduto in Lui? Dove erano i miracolati di Gesù quando è stato condannato e tutti gridavano: “A morte!”? Anzi, al momento della morte il miracolo diventa addirittura motivo di tentazione: “Se sei Figlio di Dio, scendi dalla croce noi ti crederemo”.

Noi abbiamo il miracolo continuo di un Dio con noi, della Eucaristia, della possibilità di perdono dei peccati... e cerchiamo il fantastico, il miracolistico, qualche volta tentiamo addirittura Dio per ridurlo ai nostri bisogni. Il miracolo c'è, il Segno c'è, ma abbiamo occhi per leggerlo e cuore per affidarci?

 

 

MARTEDI' 13 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Edoardo.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO DI MISERICORDIA, A TE CI AFFIDIAMO.

 

Hanno detto: La finzione dell'umiltà è peggiore della superbia. (S. Agostino)

Saggezza popolare: Non lodare la giornata se non arriva sera. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Nel tempo che le bestie parlavano o vivevano divise in varie repubbliche, fecero lega due gatti con promessa di dividere ugualmente fra loro tutto quel che andassero rubando. Avendo un dì cadauno d’essi rubato un pezzo di formaggio, nacque discordia tra loro, pretendendo ciascun d’essi che il pezzo suo fosse minore dell’altro ed esigendo il supplemento. Furono vicini a decidere la controversia coll’unghie, ma il più assennato ottenne che si rimettesse l’affare al giudice. Giudice pubblico si trovò allora uno scimmione,  Costui, udito il litigio, immediatamente fece portar le bilance e si trovò che l’uno dei pezzi di formaggio pesava due once di più dell’altro; allora il valente giudice, per uguagliar le partite, si attaccò ai denti il pezzo sovrabbondante e saporitamente sel masticò. Ma per disavventura tanto ne portò via che, rimessi i pezzi sulle bilance, il primo eccedente si trovò mancante di un’oncia rispetto all’altro. E qui il buon giudice, preso l’altro pezzo, parimenti l’afferrò coi denti e ne portò via quanto gli piacque e sel mangiò. Veduto si bei gioco si guardarono l’un l’altro i litiganti e l’un d’essi, rivolto ai giudice: Messere — gli disse — se tali son le bilance della giustizia, tutti e due noi avremo infine la sentenza contro. M’è sovvenuto adesso un modo più sicuro di accordarci insieme. E presi con bella grazia i pezzi rimasti se n’andarono ambedue a mangiarseli in santa pace. (Lodovico Muratori)

Parola di Dio: Rm 1,16-25; Sal 18; Lc 11,37-41

 

Vangelo Lc 11, 37-41

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, dopo che Gesù ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola. Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: "Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità. Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo". Parola del Signore

 

“VOI PURIFICATE L’ESTERNO DELLA COPPA E DEL PIATTO MA IL VOSTRO INTERNO E’ PIENO DI RAPINA E DI INIQUITA’”. (Lc. 11,39)

Vi ripropongo un brano scritto nella vicinanza del Giubileo del 2000.

Ci stiamo avvicinando al Giubileo e ringraziamo che molto spesso, insieme a messaggi turistico-religiosi, a sparate ossequienti di preti che non hanno di meglio da fare o a ‘gaget’ religiosi come le preziose medaglie del giubileo che la tua banca ti farà ricevere con un semplice accredito sul tuo conto, giungono anche a noi da buona parte della Chiesa ufficiale e da parte di tanti cristiani di buon senso, inviti a vivere questa occasione come un momento importante di conversione interiore.

Dopo aver letto la pagina del Vangelo di oggi mi sono chiesto: “Gesù ci sarebbe andato a celebrare il Giubileo?”.

Penso di sì: Lui alle celebrazioni e alle feste religiose partecipava. Certamente non ci andrebbe per poter dire: “C’ero anch’io”. Non ci andrebbe per unire alla professione religiosa un interessante viaggio turistico (per Lui ‘turismo’ erano chilometri e chilometri a piedi). Gesù parteciperebbe al Giubileo nello stesso modo con cui ha partecipato alla sua ultima Pasqua a Gerusalemme.

Era andato, come dice Luca, “decisamente”. Decisamente a Gerusalemme, come decisamente a Roma, come in certi santuari Gesù prenderebbe in mano una sferza e darebbe il giro a tavoli di venditori, di tour-operator, di cambiavalute, di agenzie turistiche (anche quelle che portano nell’insegna lo stemma papale o quello diocesano). Anche questa volta non sarebbe capito perché magari, invece di fare a ginocchioni la scala santa, avrebbe cominciato a dire che bisogna purificare il cuore.

E poi, al culmine della festa, chissà che fuori dei confini del sacro non gli preparino un’altra croce con un bel processo fatto da religiosi e politici che del Giubileo hanno fatto un investimento mafiosamente gestito.

Ma Gesù ci va lo stesso e spera che anche noi partecipiamo al Giubileo con la gioia di aver riscoperto che Dio è misericordia ai cuori pentiti e che la sua croce è la miglior garanzia di questa misericordia.

 

 

MERCOLEDI' 14 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Callisto; San Gaudenzio.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DALL' IPOCRISIA, SIGNORE.

 

Hanno detto: È impossibile restare sempre nella stessa condizione, si cammina inevitabilmente o verso il meglio o verso il peggio. (Doroteo di Gaza)

Saggezza popolare: Donna senza amore è un fiore senza profumo. (prov. Siciliano)

Un aneddoto: Tommaso d'Aquino per sua educazione personale entrò a Montecassino che aveva 5 anni. Vedendo un monaco incrociare con gravità e raccoglimento i chiostri e i corridoi, tirava senza esitare la manica del suo abito e gli chiedeva: "Chi è Dio?" Scontento della risposta che, sebbene vera, non soddisfaceva interamente il suo desiderio di sapere, aspettava che passasse un altro figlio di San Benedetto per chiedere anche a lui: "Fratello Mauro, mi può spiegare chi è Dio?" Ma che delusione! Da nessuno riusciva ad ottenere la risposta desiderata. Quanto erano inferiori all'idea di Dio che quel bambino aveva nel fondo dell'anima, le parole dei monaci!

Parola di Dio: Rm 2,1-11; Sal 61; Lc 11,42-46

 

Vangelo Lc 11, 42-46

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse: "Guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio.  Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre. Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo". Uno dei dottori della legge intervenne: "Maestro, dicendo questo, offendi anche noi". Egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!". Parola del Signore

 

“GUAI A VOI, FARISEI”. (Lc. 11,42)

Gesù mette in evidenza gli errori dei farisei perché anche noi non cadiamo in quel modo di comportamento religioso.  Qual è il torto degli scribi e dei farisei? Quello di restringere la propria fede all’osservanza rigorosa della legge, di affidarsi unicamente al culto per incontrare Dio. E’ un’illusione che perdura anche oggi, in mezzo ai cristiani. C’è sempre il rischio di separare il culto dalla vita, il mestiere di cristiani da quello di uomini, i doveri religiosi dalla pratica della giustizia. Alcuni pensano che con la Messa domenicale, l’utilizzo dei sacramenti (quasi tutti), le devozioni, l’osservanza dei comandamenti (qualcuno) si abbia risolto il problema religioso: il buon Dio è a posto e noi abbiamo pagato la tassa per il paradiso. Gesù grida: “Guai!”: Dio non lo puoi comprare! Per essere cristiani non ci sono soltanto i rosari, le novene, le giaculatorie, il segno di croce prima di addormentarsi o la medaglietta (possibilmente d’oro) da portare al collo. Per essere cristiani c’è tutto il resto. Ossia “la giustizia, la misericordia, la sincerità”. Ecco che cosa ci suggerisce San Gregorio Magno, un Padre della Chiesa: “La sapienza del giusto sta nel fuggire ogni finzione e falsità, nel manifestare con le parole il proprio pensiero, nell’amare il bene così com’è, nell’evitare la doppiezza, nel donare gratuitamente i propri beni, nel sopportare più volentieri il male piuttosto di farlo, nel non vendicarsi dei torti ricevuti, nel ritenere un guadagno l’offesa subita a causa della verità.”

 

 

GIOVEDI' 15 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù;Santa Aurelia di Strasburgo

Una scheggia di preghiera:

 

DI TE HA SETE L'ANIMA MIA.

 

Hanno detto: Il Cristo è la vite e noi siamo i tralci. Senza di noi non ci sarebbero i frutti. Dobbiamo riflettervi molto. (Madre Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: I guai della pentola li conosce il mestolo. (prov. Siciliano)

Un aneddoto: Il prof. Bignami di Roma si sforzò di spiegare scientificamente l'origine delle stimmate di Padre Pio e, malgrado l'ottima impressione che ebbe del frate e la convinzione del suo perfetto equilibrio mentale, volle, in omaggio alla scienza, applicare alle ferite un preparato che avrebbe dovuto rimarginarle rapidamente; e vi appose un sigillo per impedire qualsiasi manomissione. Ma tolto il sigillo vide che le ferite erano rimaste inalterate e continuavano a stillare sangue fresco e profumato come prima. Non riusciva a convincersi della inspiegabilità del fenomeno, e una volta ebbe a chiedergli: «Padre, perché queste lesioni le sono venute qui (e additava mani e piedi) e non in altre parti del corpo?». «Dica piuttosto lei, che è uomo di scienza - ribatté il cappuccino - perché sarebbero dovute venire in altro luogo e non qui?».

Parola di Dio: Rm 3,21-30a; Sal 129; Lc 11,47-54

 

Vangelo Lc 11, 47-54

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, il Signore disse: "Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri. Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo, dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito". Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. Parola del Signore

 

“GUAI A VOI, DOTTORI DELLA LEGGE, CHE AVETE TOLTO LA CHIAVE DELLA SCIENZA. VOI NON SIETE ENTRATI E A QUELLI CHE VOLEVANO ENTRARE LO AVETE IMPEDITO”. (Lc. 11,52)

Mi chiedo, tante volte, se nello sforzo di parlare di Dio gli faccio un servizio o se questo mio balbettare non sia un chiudere le porte della conoscenza di Lui. Parlavamo con alcuni catechisti sul modo di parlar di Dio ai nostri ragazzi così spesso distratti. Mi hanno proposto questo simpatico aneddoto: “Come far bere un asino che non ha sete? Con le bastonate? Ma l’asino è più testardo delle bastonate! Come dunque farlo bere rispettando la sua libertà? C’è una sola risposta: trovare un altro asino che abbia sete e che berrà a lungo con voluttà, a fianco del suo simile. E non per “dare buon esempio” ma proprio perché ha veramente sete. Un giorno, forse, il suo compagno, tentato, si chiederà se non farebbe bene anche lui a tuffare il suo muso nel secchio d’acqua fresca.

Gli uomini assetati di Dio, sono più efficaci di tante asinate raccontate su di Lui”.

 

 

VENERDI' 16 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Edvige; Santa Margherita Maria Alacoque.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SO CHE LA TUA MANO NON MI ABBANDONA.

 

Hanno detto: Il dolore dei peccati cresce in proporzione dei favori che Dio elargisce. (S. Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: Chi nasconde quel che fa, vuol dire che male fa. (prov. Siciliano)

Un aneddoto: Fummo a S. Giovanni Rotondo il 19 settembre 1968. Il Padre era sulla veranda, e appena mi vide: «E come! - disse - tu sei già qui? Che sei venuto a fare?».

«Ma come - gli risposi - domani è il cinquantesimo delle stimmate...».

«Come se fosse un piacere...», concluse il Padre con un sorriso appena abbozzato.

Parola di Dio: Rm 4,1-8; Sal 31; Lc 12,1-7

 

Vangelo Lc 12, 1-7

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, radunatesi migliaia di persone a tal punto  che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: "Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti. A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri". Parola del Signore

 

“CINQUE PASSERI NON SI VENDONO FORSE PER DUE SOLDI? EPPURE NEMMENO UNO DI ESSI E’ DIMENTICATO DAVANTI A DIO”. (Lc. 12,6)

Ho bisogno di sentirmela dire e ripetere sovente questa frase. Apro il giornale e scopro che la vita vale veramente poco se dei banditi entrano in una gioielleria e sparano per uccidere, se sulle strade, per il gusto di dimostrare la propria capacità di correre in pochi minuti da casello a casello, si fa strage di una intera famiglia, se, dopo che abbiamo saputo che con due pasticche da 36 lire l’una possiamo ogni giorno salvare la vita ad un uomo, continuiamo a sprecare milioni e miliardi per l’assurdo e per l’inutile.

“Che cos’è l’uomo?”

si chiedeva già l’antico salmista; ecco varie risposte.

L’uomo si crede immortale, vive come non dovesse mai morire, ma basta un piccolo virus, una serie di piccolissime cellule impazzite per bloccarlo e renderlo cenere. 

L’uomo dice che non ripone la speranza in sé ma nell’umanità?

Ma  l’umanità è relativamente giovane rispetto al mondo e da quando ci sono gli uomini non hanno fatto che rovinare mondo e natura! E poi, l’umanità non è forse  a rischio quanto il singolo uomo? Basta che qualche asteroide piombi sulla terra e squassi ben bene il pianeta e, ”ciao umanità con tutti i tuoi progetti!”

Allora l’uomo non ha senso? Io, che senso ho?

Mi sono sorpreso parecchie volte a guardare l’acqua di un fiume dal parapetto di un ponte, e scrutando, vedervi la vita. Arriva il pescatore: un amo appetitoso e quel pesce che per due anni aveva affrontato e vinto la sua battaglia per la vita finisce o soffocato o con la testa sbattuta sull’asfalto.

Ho bisogno, o Signore, di sentirmi dire che valgo più dei passeri del cielo! Non perché a me non possano capitare gli stessi guai che capitano ad ogni appartenente a questa natura, ma per non credere che sono frutto del caso e che vado verso l’assurdo. Se Tu mi dici che valgo più dei passeri, vuol dire che conto qualcosa per Te! Ma certo che conto per TE! Tu sei finito sulla croce per dirmi: "Ti perdono e ti voglio bene!”.

 

 

SABATO 17 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Antiochia.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO CONTINUA A OPERARE IN ME E NEL MONDO.

 

Hanno detto: La conoscenza di Dio quanto più viene discussa, tanto più sembra allontanarsi da noi. Cerca perciò la conoscenza di Dio più alta, quella che non sta nelle dispute verbose, ma nella santità di una buona vita; non nel parlare, ma nella fede che sgorga dalla semplicità del cuore; non quella conoscenza che si ottiene mettendo insieme le opinioni. (San Colombano)

Saggezza popolare: Buon tempo e brutto tempo non durano sempre. (prov. Siciliano)

Un aneddoto: Interrogato su cosa mai significasse il«profumo» che tanti percepivano e collegavano a lui, Padre Pio rispose: «Il profumo? Semplicemente un po' di caramelle per i bambini».

Parola di Dio: Rm 4,13.16-18; Sal 104; Lc 12,8-12

 

Vangelo Lc 12, 8-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato. Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire". Parola del Signore

 

“CHI BESTEMMIERA’ LO SPIRITO SANTO, NON GLI SARA’ PERDONATO”. (Lc. 12,10)

Quando Gesù parla di bestemmia non intende solo il turpiloquio o l’insulto che a parole si rivolge a Dio. Questo è spesso indice solo di cretineria, di maleducazione, di incapacità di controllo; e non vi è nulla di più assurdo della bestemmia, perché se non ci credi è inutile bestemmiarlo, se ci credi non vai a bestemmiare chi ti è Padre, chi ti ha salvato o la madre tua e di tuo fratello.

Gesù qui indica una bestemmia ben più grave cioè il non dare a Dio  possibilità di salvarti.

Questo succede quando l’uomo pensa di salvarsi da solo con i propri meriti, quando l’uomo vuole dare consigli al Signore su come condurre il mondo, e guai se Dio non lo ascolta, quando il nostro atteggiamento di vita esclude a Dio e al suo Spirito ogni possibilità di agire in noi e attorno a noi, quando in pratica ci si organizza esclusivamente da soli senza lasciare spazio a Dio, quando si esclude la speranza per noi e per il prossimo, quando troppo pieni di se stessi e dei propri peccati si pensa che Dio non abbia più fiducia in noi e non possa perdonarci.

E’ allora che anche quel “non gli sarà perdonato” diventa reale, non perché Dio non possa perdonarci, ma perché io gli ho chiuso la porta e non permetto che il suo perdono mi raggiunga e faccia di me un uomo nuovo.

 

 

DOMENICA 18 OTTOBRE: 29^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: San Luca;San Giusto di Susa.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, SIGNORE, PUOI TUTTO.

 

Hanno detto: Cortesi sì, ma adulatori mai: non c’è niente di tanto volgare ed indegno per un cuore cristiano quanto la adulazione.  (S.Vincenzo de Paoli)

Saggezza popolare: La buona moglie è la prima ricchezza della casa. (prov. Siciliano)

Un aneddoto: In un viaggio a Parigi, don Bosco si recò a far visita ad un signore molto danaroso, ma non troppo benefico né largo in offerte. Costui, desideroso di sapere il fine per cui il Santo si fosse recato a Parigi, gli disse: Signor Abate, c'è chi dice che voi siete venuto a Parigi per far conoscere le vostre opere; chi per fondare un Istituto; chi per fini politici. Signore - rispose il Santo sapete che cos'è che spinge i lupi ad addentrarsi negli abitati? E la fame, la sola fame! Orbene, è appunto per togliere la fame ai miei orfanelli, e provvedere loro il necessario, che sono venuto a Parigi. Qui vi sono molte persone caritatevoli e generose, come voi, dalle quali spero un'abbondante carità. - Ho capito! - rispose quel tale che aveva capito la lezione; e, non volendo smentire don Bosco, gli lasciò una bella elemosina, che non fu l'ultima.

Parola di Dio: Is 53,10-11; Sal 32; Eb 4,14-16; Mc 10,35-45

 

Vangelo Mc 10, 35-45

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: "Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo". Egli disse loro: "Cosa volete che io faccia per voi?". Gli risposero: "Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra". Gesù disse loro: "Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?" Gli risposero: "Lo possiamo". E Gesù disse: "Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato". All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: "Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti". Parola del Signore

 

“POTETE BERE IL CALICE CHE IO BEVO?”. GLI RISPOSERO: “LO POSSIAMO”. (Mc. 10,38)

Il momento dell’entusiasmo è facile: “Gesù, possiamo seguirti ovunque!” “Gesù, ti amo con tutto il cuore!”. E’ facile dire a Gesù: “Posso e voglio bere il tuo calice”, ma poi arrivano certi momenti lunghi e difficili... Nell’entusiasmo e nell’amore ho detto a quel figlio: “Ti aiuterò ad uscire dal tunnel della droga”. Passano mesi e niente cambia, mi ritrovo sempre davanti alle stesse bugie, ho dato fondo a tutte le mie risorse. Ho detto a Dio: “Ti offro questa mia sofferenza” e l’ho detto convinto, ma la malattia mi debilita, le forze vengono meno, gli amici si allontanano, neppure la preghiera sembra portare un po’ di serenità... Ormai Tu, Signore, lo sai. Te l’ho ripetuto tante volte: “Promesse non te ne faccio più. Troppe volte mi sono accorto che le mie povere forze e le mie debolezze non mi hanno permesso di mantenerle. Invece di prometterti, chiedo la tua luce, la tua forza perché se in me trovo il desiderio di servirti ma anche la mia debolezza, so che “nulla e impossibile a Dio” che si serve “delle cose deboli per confondere quelle forti”.

 

 

LUNEDI' 19 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Paolo della Croce; Santa Laura.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE SIGNORE DELLA TUA GENEROSITA'.

 

Hanno detto: La pace sta sempre con l'umile mentre nel cuore del superbo ci sono spesso gelosia e collera. (S. Gregorio di Nazianzo)

Saggezza popolare: Dio ci liberi del cattivo vicino, e del suonatore di violino. (prov. Siciliano)

Un aneddoto: Nel 1884, essendo ospite del Vescovo di Pinerolo, un giorno quel prelato dovette assentarsi e lasciarlo solo. Giunta l'ora del pranzo, don Bosco chiamò il cameriere e il giardiniere e li invitò gentilmente a sedere a mensa con sé. Quelli si profondevano in mille scuse, ed egli: - O così, o niente pranzo! Forse che non dovremo stare insieme per sempre nel santo Paradiso?

Parola di Dio: Rm 4,20-25; Cant. Lc 1,68-75; Lc 12,13-21

 

Vangelo Lc 12, 13-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: "Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità". Ma egli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?". E disse loro: "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni". Disse poi una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio". Parola del Signore

 

“STOLTO, QUESTA NOTTE STESSA TI SARA’ RICHIESTA LA TUA VITA E QUELLO CHE HAI PREPARATO DI CHI SARA’?”. (Lc. 12, 20)

Mi colpisce la parola con cui nella piccola parabola che Gesù racconta viene chiamato quel ricco accaparratore di beni che pensa di aver risolto tutti i problemi della sua vita con il denaro, viene chiamato: stolto!

Qualcuno lo avrebbe chiamato volentieri: fortunato, qualcun altro: furbo! E qualcuno addirittura: previdente! Gesù lo chiama stolto, cioè uno che non ha saputo capire il senso della vita, uno che si è lasciato gabbare dalle cose, uno che si è bruciato ciò che aveva nell’attesa di un qualcosa di migliore e che stupidamente non si è accorto di non  essere padrone di nulla ma di essere schiavo di ciò che ha accumulato.

No, questa non è una parabola terrorista per metterci paura, è la saggezza di Dio che ci invita a capire la vita nel suo vero senso. La vita ci sembrerà bella soltanto quando smetteremo di correre dietro a speranze fatue di possederne una migliore e quando avremo imparato a gustarla in tutto quello che ci propone ogni giorno, così com‘è. La smania di possedere sempre di più — inculcataci con tanta scaltrezza dal mondo consumistico moderno — è in real un virus che ci toglie il piacere di accontentarci di quanto abbiamo. Un uomo non guadagna mai abbastanza, e per sete di guadagno si perde magari gli affetti della sua famiglia, la crescita dei figli, la gioia di vivere in comunione con la natura; una donna non è mai abbastanza bella e spesso non si accorge che la bellezza così come viene proposta è solo frutto di luoghi comuni e di norme imposte dalla società che oggi seguono certi canoni, domani altri, e, sotto maschere e ceroni, perde la sua vera genuinità; gli abiti non sono mai abbastanza alla moda ma solo per fare la ricchezza di stilisti e bottegai; la casa non è mai abbastanza arredata e quando lo è troppo spesso diventa invivibile per le troppe cose che contiene; quel che mangiamo non è mai abbastanza gustoso però non ci accorgiamo che per la ricerca del meglio spesso abbiamo perso il limite del necessario e ci rimettiamo pure di salute.

La vera saggezza sta nel saper dire a un certo punto: “Basta! Quel che ho è sufficiente e quel che ne faccio dipende solo da me”.

 

 

MARTEDI' 20 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Irene; San Leopardo di Osimo.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE HO TUTTO.

 

Hanno detto: Voglio essere santa significa: voglio spogliare me stessa di tutto ciò che non è Dio, voglio rinunciare alla mia volontà. (Madre Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: Quando un esercito dei bianchi combatte gli indiani e vince, questa è considerata una grande vittoria, ma se sono i bianchi ad essere sconfitti, allora è chiamata massacro. (Chiksika, indiano d'America)

Un aneddoto: Un gruppo di turisti, comodamente seduto su un pullman, attraversa un paesaggio a dir poco smagliante: laghi, montagne, prati e fiumi. Ma le tendine ai finestrini sono abbassate e i passeggeri, completamente ignari di ciò che sta fuori dal pullman, passano tutto il tempo a spettegolare su chi merita di andarsi a sedere nei posti davanti, su chi sta facendo più bella figura, su chi è più rispettabile fra tutti. E così via..., e arriva la fine del viaggio.

Parola di Dio: Rm 5,12.15b.17-19.20b-21; Sal 39; Lc 12,35-38

 

Vangelo Lc 12, 35-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!". Parola del Signore

 

“BEATI QUEI SERVI CHE IL PADRONE AL SUO RITORNO  TROVERA’ ANCORA SVEGLI; IN VERITA’ VI DICO, SI CINGERA’ LE SUE VESTI, LI FARA’ METTERE A TAVOLA E PASSERA’ A SERVIRLI”. (Lc. 12,37)

Continua anche oggi l’insegnamento di Gesù sulla vera saggezza, attraverso una parabola che a prima vista è difficile, se non assurda. Gesù ci invita ad essere vigilanti, ci ha appena detto che il Signore arriverà quando meno ce lo aspettiamo e adesso ci dice che se noi saremo vigilanti non solo il Padrone che arriva non si metterà ad esigere cose da noi, ma si metterà lui stesso a servirci. Per capire meglio questa parabola mi permetto un’applicazione sulla linea di quanto già meditavamo ieri: io posso vivere la mia vita pensando che essa sia il fine ultimo del mio essere, cercando di cavarci tutti i piaceri, accumulando per essere ricco, onorato, per avere “un domani sicuro”, e sono uno stolto perché per tutte queste preoccupazioni, mi perdo la vita e divento schiavo delle cose. Posso invece ‘vigilare’ cioè cercare con tutte le mie forze di cogliere i segni che mi permettono di passare in mezzo alle gioie e sofferenze del mio vivere, sereno, capace di vivere le gioie e di dare un senso alle sofferenze e pronto anche ad accogliere quotidianamente la presenza di Dio nella mia vita. Ecco perché, se io riesco a vivere in questa linea, il Signore si mette già in questa terra “a servirmi”, prima di tutto perché non ho più paura di Lui, dei suoi misteri, compreso quello della mia morte corporale: lo vedo come un mistero, ma un mistero aperto alla speranza; poi il Signore mi serve offrendomi la possibilità, con Lui, di non soccombere al male; mi offre di vivere i miei sentimenti non legandoli al possesso ma al rispetto delle persone, delle cose, della natura; mi serve offrendomi la possibilità di poter collaborare nientemeno che con Lui all’instaurarsi del suo Regno; mi dà la gioia di poter vivere quotidianamente con Lui nell’attesa di essere con Lui per sempre.

 

 

MERCOLEDI' 21 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gaspare del bufalo; Santa Celina.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, AD ESSERE FEDELI ALLA NOSTRA VOCAZIONE.

 

Hanno detto: La solitudine è il campo da gioco di satana. (Vladimir Nabokov)

Saggezza popolare: Attento mentre parli. Con le tue parole tu crei un mondo intorno a te. (Detto Navajo)

Un aneddoto: Quando Pio X era ancora vescovo, non aveva donne di servizio: viveva con le tre sorelle e la nipotina Giuseppina. Un giorno, la pentola bolliva e in casa non c'erano provviste, né un soldo. Le sorelle, stanche di bussare a denari, mandarono la Giuseppina. «Cossa ghe xe?», domandò lo zio. «Le ga dito ... Le ga dito ... ». La bambina esita, balbetta, infine sbotta: «No le ga schei!».  Lo zio si rannuvola e riflette; dopo un po' borbotta: «Non sono mica una zecca ... ». Infine, con un sospiro, si dispone a scucire «Ecco, prendi! Devono bastare per una settimana».  Era una moneta da cinque lire: doveva bastare per sette giorni e per sei persone. Lo ripeteva spesso lo zio: «Ricordatevi che siete nel numero dei poveri».

E ribadì il concetto anche quando la Giuseppina, ormai ventenne, s'innamorò di un bel giovane di Riese, maestro elementare in gamba ma di scarsi mezzi finanziari e con non troppe speranze per il futuro.

«Te maridi tu?», le chiese lo zio porporato, apprendendo la notizia.  «Sì, zio. Con un poareto». «E ti, sito siora?».

Parola di Dio: Rm 6,12-18; Sal 123; Lc 12,39-48

 

Vangelo Lc 12, 39-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate". Allora Pietro disse: "Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?". Il Signore rispose: "Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più". Parola del Signore

 

“A CHIUNQUE FU DATO MOLTO, MOLTO SARÀ CHIESTO”. (Lc. 12,48)

Come è diverso il modo di ragionare degli uomini da quello di Dio. Sulla terra c’è la rincorsa ai primi posti (anche quelli religiosi) come potere, onore, ricchezza. Si parla del parente onorevole” o “monsignore” come a un titolo di vanto. Per Gesù chi è arrivato a ruoli importanti è solo uno che ha ricevuto di più e quindi uno che ha maggiore responsabilità e che maggiormente dovrà rendere conto del suo operato. Se dunque hai un ruolo nella tua famiglia, nella società, nella Chiesa, hai ricevuto un incarico per il bene degli altri e quindi sei responsabile di chi ti è stato affidato. Non puoi tirarti indietro come Caino che dice: “Sono forse responsabile di mio fratello?”. Non puoi lavartene le mani come Pilato dicendo: “Vedetevela voi”. Tu hai dei precisi doveri nei confronti di Dio e nei confronti dei fratelli ed hai anche delle grazie sufficienti per svolgere i compiti che Dio ti ha affidato. E quando ti sembra di non farcela rivolgiti a Lui che ti ha mandato.

 

 

GIOVEDI' 22 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Filippo di Eraclea; San Donato di Fiesole.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDICI OPERATORI DI PACE.

 

Hanno detto: Appena do uno sguardo al Vangelo capisco da quale parte devo correre. Non mi slancio verso il primo posto, ma verso l'ultimo. (S. Teresa di Lisieux)

Saggezza popolare: Lungo il cammino della vostra vita fate in modo di non privare gli altri della felicità. Evitate di dare dispiaceri ai vostri simili, ma al contrario vedete di procurare loro ogni gioia che potete. (Proverbio Sioux)

Un aneddoto: Essere missionario per me vuol dire non solo andare fino agli estremi confini della terra a portare il Vangelo, ma anche andare a cercare Dio fino agli estremi confini della terra: si parte da Gesù, dal suo Vangelo, da quello che si è sperimentato nella fede, ma ci si accorge che Dio è infinitamente più grande di tutto ciò che facciamo, diciamo, pensiamo e allora il missionario è un cercatore: deve cercare Dio dentro le masse Dio è il Dio dell’umanità, ma anche di ogni singola persona umana, ed è alla singola persona umana che deve arrivare la mia missionarietà. Così per le altre religioni: il missionario deve cercare Dio anche lì dove Egli è espresso con nomi diversi, con riti diversi, con parole diverse. (Franco Cagnasso, PIME, in ‘Se vuoi’, n.5/2000, p.45)

Parola di Dio: Rm 6,19-23; Sal 1; Lc 12,49-53

 

 

 

 

Vangelo Lc 12, 49-53

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!

C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera". Parola del Signore

 

“PENSATE CHE IO SIA VENUTO A PORTARE LA PACE SULLA TERRA? NO, VI DICO, MA LA DIVISIONE”. (Lc. 12,51)

Gesù, il Risorto, quando appare saluta sempre dicendo: “Pace a voi”. Sulla grotta di Betlemme gli angeli augurano: “Pace agli uomini di buona volontà”. Tutto il messaggio di Gesù è un messaggio di pace e fratellanza, e poi Gesù ci dice che non è venuto a portare pace ma divisione? Non è un contrasto? O non sarà forse un modo diverso il suo di intendere la pace?  Per Gesù, pace non è un modo idilliaco di vivere, senza grane, a base di compromessi. Lui non è sceso a nessun compromesso e ci ha rimesso la vita. Seguirlo non significa essere immunizzati dalle difficoltà, anzi significa crearsi dei nemici, dover spesso andare controcorrente. Pace, per Gesù, non è non aver nemici ma avere la pace di Dio nel cuore che ti permette, anche in mezzo alle divisioni, di non perdere la serenità interiore di chi sa e vuole cercare ogni giorno la volontà di Dio.

 

 

VENERDI' 23 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni da Capestrano; Santa Caterina di Bosnia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, BENEDICI CHI OPERA IL BENE.

 

Hanno detto: In punto di morte non piangete, è l'ora della gioia. (Papa Giovanni XXIII)

Saggezza popolare: Che cos'è la vita? Lo sfavillare di una lucciola nella notte. Il respiro sbuffante di un bisonte nell'inverno. La breve ombra che scorre sopra l'erba e si perde dentro il sole. (Piede di Corvo, indiano d'America)

Un aneddoto: Un monaco Zen, alla costante ricerca della perfezione, ebbe un giorno fra le mani alcune poesie in perfetto stile Zen."Chi le scrive dev'essere molto più avanti di me sulla via della sapienza", si disse. E volle sapere chi ne fosse l'autore. Gli fu dato un indirizzo. Vi trovò una casupola malconcia, con un giardino pieno di erbacce; dentro, un indescrivibile disordine. Nulla, insomma, di quell'armonia che è l'espressione esterna di un perfetto equilibrio interiore. Vedendo, accucciato in un angolo, un uomo intento a scrivere, il monaco gli domandò: "Sei tu che scrivi poesie Zen?", sperando gli rispondesse di no. "Si, perché?", gli rispose invece l'uomo. "Perché è impossibile. Io, che pratico da tanti anni lo Zen, so quanta fatica, e rigore, e disciplina mi richieda. E a quanta armonia tutto ciò conduca". "Il fatto che tu viva lo Zen può forse impedirmi che io lo canti?", gli rispose l'uomo. Il monaco ritornò sui suoi passi. Lontano gli sorrideva il Fuji Yama, dicendogli che una vetta si può raggiungere per infinite vie.

Parola di Dio: Rm 7,18-25a; Sal 118; Lc 12,54-59

 

Vangelo Lc 12, 54-59

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva alle folle: "Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?  Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in prigione. Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo". Parola del Signore

 

“SAPETE GIUDICARE L’ASPETTO DEL CIELO E DELLA TERRA, COME MAI QUESTO TEMPO NON SAPETE GIUDICARLO”? (Lc. 12,56)

Quando parliamo o sentiamo parlare della nostra epoca è facile cadere in luoghi comuni di solito negativi e pessimisti: niente funziona, non ci sono più valori, la gioventù è bacata, non c’è più fede... Gesù ci invita ad essere “realisti”. Certo, sono tante le cose che non funzionano ma vanno viste con gli occhi della fede e gli stessi occhi della fede ci fanno vedere anche la presenza del Regno di Dio che viene, invitandoci ad unirci al suo dinamismo.

Il Regno è presente ed opera nei gesti di liberazione, speranza e solidarietà tra gli uomini, gruppi, chiese e nazioni, in tante persone che amano il povero, il malato, chi è senza famiglia e senza focolare, nella fedeltà di tanti sposi e nell’esistenza dei consacrati a Dio.

il Regno di Dio è presente ed opera anche negli occhi che piangono con chi soffre e nelle labbra che sorridono con i fratelli, in tutti quelli che lavorano per la pace, in ogni uomo che cerca Dio con cuore sincero.

Non ci perdiamo d’animo, allora, ma continuiamo con Gesù e in Gesù a camminare nella speranza.

 

 

SABATO 24 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Claret;Santi Gilberto, Petronilla e Ponzia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE NON CAPISCO MA MI FIDO.

 

Hanno detto: Vale più una Santa Messa ascoltata in vita che mille celebrate per la stessa persona dopo la sua morte. Una Messa eccede e di gran lunga sorpassa la virtù d'ogni altra orazione in ciò che concerne la remissione della colpa o della pena. (Sant'Anselmo)

Saggezza popolare: Amore di tarlo, rode i crocifissi.  (prov. Toscano)

Un aneddoto: Il re era morto e il nuovo erede era da poco salito al trono. Per prima cosa, volendo rinnovare il consiglio regale, mandò araldi in tutto il paese per convocare a palazzo gli uomini ritenuti più saggi. Nessuno conosceva il nuovo re, e tutti erano ansiosi di dimostrargli il loro valore. Per primo fu introdotto nel palazzo reale il saggio Jang-Tzé. Quando questi si trovò di fronte al trono, vedendovi seduto un uomo abbigliato di splendide vesti, gli si prostrò davanti chinandosi sino a terra. A quel punto, da un angolo della sala, udi una voce dirgli:"Amico, come posso sceglierti quale consigliere se t'inchini davanti a un bagliore di vesti senza sapere chi le indossa? Colui che stai onorando è il mio servo". La voce era quella del re, un giovane uomo vestito come un semplice monaco. Jang-Tzé, capendo di aver clamorosamente fallito la prova, si ritirò col viso rosso d'imbarazzo e la vergogna nel cuore. Né lo consolò il sapere che tutti gli altri saggi sarebbero caduti nel suo stesso errore.
Il giovane re preferì governare da solo piuttosto che con saggi così stolti.

Parola di Dio: Rm 8,1-11; Sal 23; Lc 13,1-9

 

Vangelo Lc 13, 1-9

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: "Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo". Disse anche questa parabola: "Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora questo anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai". Parola del Signore

 

 

QUEI DICIOTTO SUI QUALI ROVINO’ LA TORRE DI SILIOE CREDETE FOSSERO PIU’ COLPEVOLI DI TUTTI GLI ABITANTI DI GERUSALEMME”? (Lc. 13,4)

Perché il dolore, la morte, perché la sofferenza del giusto? Il dolore sarà la punizione di Dio?.

Con queste e tante domande simili si erano recati da Gesù per chiedergli il perché di quei giusti uccisi nel tempio da Pilato o il perché di quegli operai morti per il crollo di una torre a cui stavano lavorando. Gesù non ci dà la risposta esatta, esaustiva, totale al problema del dolore ma con la sua vita, le sue scelte e le sue parole ci dà come sempre delle indicazioni preziose.

Prima di tutto il dolore, la sofferenza e la morte non sono volute direttamente da Dio. Dio non è Colui che castiga, lui che lascia crescere insieme la zizzania e il buon grano. Se il dolore qualche volta può essere maestro, Dio non gioca con esso nei nostri confronti. Di fronte al dolore l’atteggiamento dell’uomo di fede non può essere quello di abbandonarsi al fatalismo, rinunciando alla lotta, ma neanche quello di darsi al vittimismo, alla disperazione o alla ribellione. Il dolore è infatti un grande richiamo alla precarietà della condizione umana, un invito a dare un senso alla propria vita, a vivere con maggior coerenza per sé e per gli altri. Il dolore, anche quello imprevedibile, legato alle forze apparentemente irrazionali della natura, diventa un invito a vigilare, ad usare tutto il tempo a nostra disposizione per completare il nostro cammino di conversione.

 

 

DOMENICA 25 OTTOBRE: 30 DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Daria, San Bonifacio I.

Una scheggia di preghiera:

 

A TE GRIDO, SIGNORE, CON TUTTO IL MIO CUORE.

 

Hanno detto: Le ingiurie sono gli argomenti di quelli che hanno torto. (J. J. Rousseau)

Saggezza popolare: Amore e tosse non si nascondono. (prov. Toscano)

Un aneddoto: Un contadino, durante un giorno di mercato, si fermò a mangiare in un affollato ristorante dove pranzava di solito anche il fior fiore della città. Il contadino trovò posto in un tavolo a cui sedevano già altri avventori e fece la sua ordinazione al cameriere. Quando l'ebbe fatta, congiunse le mani e recitò una preghiera. I suoi vicini lo osservarono con curiosità piena di ironia, un giovane gli chiese: "A casa vostra fate sempre così? Pregate veramente tutti?".

Il contadino, che aveva incominciato tranquillamente a mangiare, rispose:"No, anche da noi c'è qualcuno che non prega". Il giovane ghignò: "Ah, si? Chi è che non prega?". "Bé", proseguì il contadino "per esempio le mie mucche, il mio asino e i miei maiali..."

Parola di Dio: Ger 31,7-9; Sal 125; Eb 5,1-6; Mc 10,46-52

 

Vangelo Mc 10, 46-52

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!". Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Allora Gesù si fermò e disse: "Chiamatelo!". E chiamarono il cieco dicendogli: "Coraggio! Alzati, ti chiama!". Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: "Che vuoi che io ti faccia?". E il cieco a lui: "Rabbunì, che io riabbia la vista!". E Gesù gli disse: "Và, la tua fede ti ha salvato". E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada. Parola del Signore

 

“BARTIMEO COMINCIO’ A GRIDARE”. (Mc. 10,47)

Sia guardando alla mia storia personale, sia dalla esperienza che a un prete viene dall’ascoltare le confessioni, scopro che spesso noi ci sentiamo incapaci da soli a risolvere certi problemi a vincere certe tentazioni. Promettiamo di migliorarci e sotto sotto sappiamo che la nostra debolezza ci porterà a cadere di nuovo, magari è una vita che combattiamo contro un difetto e puntualmente risultiamo sconfitti. Il cieco Bartimeo mi sembra abbia qualcosa da dirci a questo proposito. Una prima cosa è questa: lui sa bene di essere cieco, e il non vedere gli impedisce tante cose. Ma Bartimeo non si piange addosso: se non ci vede sviluppa tutti gli altri sensi: ci sente bene, si informa su chi sia questo Gesù che passa proprio a Gerico; e soprattutto sa usare la propria voce e si mette a gridare verso colui che non vede ed anche quando gli altri cercano di zittirlo perché una piazzata del genere non è degna di una città come Gerico, lui grida ancora più forte ed alla fine ottiene quello che da solo non sarebbe stato in grado di avere.

Se riscopriamo di essere manchevoli in qualcosa, se dopo molti sforzi ci accorgiamo di non essere capaci di venirne fuori, l’unica è rivolgersi a chi può aiutarci. Ma se Gesù ci sembra lontano, se le preghiere ci ufficiali ci sembrano troppo formali, se ci accorgiamo che gli altri ci sono di impedimento, impariamo a gridare! Credo che tanti miracoli nella nostra vita non siano avvenuti proprio perché non abbiamo saputo chiederli a chi voleva darceli.

 

 

LUNEDI' 26 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Floro; Sant’Evaristo.

Una scheggia di preghiera:

 

A TE NULLA E' NASCOSTO, DIO DI MISERICORDIA.

 

Hanno detto: A volte si distrugge la propria salute tormentandosi per conservarla. (Virgilio)

Saggezza popolare: Nemico diviso, mezzo vinto Quando il gregge si sbanda, il lupo acciuffa sempre qualche pecora.

Un aneddoto: Un uomo di pace s'imbatté un giorno in un uomo di guerra."Perché mi fai guerra?", gli chiese. "E' l'unica cosa che so fare ", rispose costui.  "Non ti dispiacerà allora se io protesterò contro di te con ogni mezzo". "Al contrario", rispose l'uomo di guerra, "E' giusto che tu protesti contro di me. E' il tuo modo di fare la guerra. Ed a me piace confrontarmi con uomini di guerra, di qualsiasi tipo sia tale guerra"."Intendi dire che se io fossi tutta pace..." "L'idea della protesta non ti sfiorerebbe nemmeno"."Allora", disse l'uomo di pace, "secondo te, dovrei farmi pasto per la tua guerra?"

Rispose l'uomo di guerra:"Forse, allora, la mia guerra non avrebbe più nessuna fame di te".

Parola di Dio: Rm 8,12-17; Sal 67; Lc 13,10-17

 

Vangelo Lc 13, 10-17

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: "Donna, sei libera dalla tua infermità", e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: "Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato". Il Signore replicò: "Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?". Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Parola del Signore

 

“IL CAPO DELLA SINAGOGA, SDEGNATO PERCHE’ GESU’ AVEVA OPERATO QUELLA GUARIGIONE DI SABATO DISSE: CI SONO SEI GIORNI DELLA SETTIMANA IN CUI SI DEVE LAVORARE; IN QUELLI VENITE A FARVI CURARE E NON IN GIORNO DI SABATO”. (Lc. 13,14)

La religione di Gesù davvero non è quella delle norme, ma quella dell’amore, eppure sono passati tanti anni da quando Gesù ci ha insegnato questo e noi cristiani e la Chiesa tutta facciamo tanta difficoltà a capirlo. Questo avviene perché, in fondo, è molto più semplice la religione delle formule, delle norme; è più facile sentirsi buoni se “non rubo, non ammazzo, non bestemmio” piuttosto che impegnarsi in una religiosità che ti invita a ricercare ogni giorno tutte le possibilità di amore nei confronti del tuo fratello. È più facile fare la penitenza della confessione con tre Pater,  Ave e Gloria piuttosto che andare a chiedere scusa a chi hai offeso o fare del bene a chi ti ha fatto del male. Certo che, se per noi Dio è il ragioniere che conta le Messe, che guarda di più all’osservanza di certe norme che non piuttosto alla felicità dei suoi figli, che ci gode a sentire tante preghiere, che calcola la fede del mondo in base alla partecipazione dei cristiani alle processioni o ai giubilei, che è connivente con i venditori di candele e di ricordini, ebbene, allora è molto probabile che il nostro rapporto con Lui sia quello di tenercelo buono osservando tutta una serie di norme. Ma se Dio è un Padre buono che ama i suoi figli più delle cose, allora tutto cambia perché scopro che solo l’amore vero è in grado di mettermi in rapporto con Lui.

L’amore non ha giorni feriali e giorni festivi, non ha misure né strutture. È un’avventura gioiosa, piena di rischi e di fatiche, non sempre ricompensata come vorremmo, ma è la strada per cui si è incamminato Gesù e per la quale, se vogliamo davvero incontrarlo, dobbiamo incamminarci anche noi.

 

 

MARTEDI' 27 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Ciriaco; San Frumenzio.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' IL TUO AMORE LIEVITI NEI NOSTRI CUORI.

 

Hanno detto: La superstizione, l'idolatria e l'ipocrisia percepiscono ricchi compensi, mentre la Verità va in giro a chiedere l'elemosina. (Martin Lutero)

Saggezza popolare: Fiume che si divide diventa ruscello.

Un aneddoto: Un cavallo selvaggio incontrò un cavallo domestico e cominciò a rimproverano per la sua condizione di schiavitù. La bestia domata replicò sostenendo di essere libera come il vento. "E allora", disse l'altro, "spiegami un po' a cosa serve quell'arnese che hai in bocca". "E' ferro", fu la risposta, "uno dei tonificanti più efficaci". "Sì, ma cosa vogliono dire quelle redini che ci sono attaccate?". "Servono a impedire che mi caschi dalla bocca quando sono troppo pigro per tenerlo stretto". "E che mi dici della sella?". "Mi risparmia molta fatica: quando sono stanco ci monto sopra e vado a cavallo".

Non c'è nessuno peggiore dello schiavo che bacia le proprie catene e dell'uomo che scusa le cattive abitudini che lo tengono prigioniero. Nessuno è libero se non è padrone di se stesso.

Parola di Dio: Rm 8,18-25; Sal 125; Lc 13,18-21

 

Vangelo Lc 13, 18-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, diceva Gesù: "A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? E' simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell'orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami". E ancora: "A che cosa rassomiglierò il regno di Dio? E' simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata". Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI E’ SIMILE AD UN GRANELLO DI SENAPE”. (Lc.13,19)

Tutte le cose grandi cominciano dal piccolo. La vita nasce da un piccolo ovulo che incontra un altrettanto piccolo spermatozoo; un piccolo virus può uccidere un uomo; un’idea può portare ad una guerra o ad un superamento delle avversità. Ad un signore che arrivato da poco alla fede mi parlava di grandi prospettive per cambiar l’umanità, sorridendo dicevo: ”Non possiamo cominciare a costruire il grattacielo dal ventiquattresimo piano, tutto comincia là sotto, al buio, nelle fondamenta”.

Gesù accettando in  pieno la legge dell’ Incarnazione, è stato Lui il seme, ha accettato di essere gettato nella terra, di rimanere nel buio della tomba per poter risorgere e diventare “pianta grande in cui trovano riparo anche gli uccelli del cielo”. La parola e la vita di quel piccolo uomo vissuto tanto tempo fa in un paese sperduto del medio oriente ha portato frutto lungo oltre 2000 anni di storia. E’ stata una parola che ha infiammato i cuori, che ha operato divisioni, che è stata bagnata col sangue dei martiri, che ha portato carità nel mondo, che in tante cose è stata travisata proprio da coloro che avrebbero maggiormente dovuto testimoniarla, ma essendo una Parola viva, nonostante questo è sopravvissuta, è una parola che ancora si fonda sulle piccole cose e che ci insegna che sono proprio le piccole cose che contano.

 

 

MERCOLEDI' 28 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Simone e Giuda; San Ferruccio.

Una scheggia di preghiera:

 

CONSERVACI NELLA FEDE, SIGNORE.

 

Hanno detto: Comportiamoci come tempio di Dio, perché si veda che Dio abita in noi. (San Cipriano)

Saggezza popolare: Chi si lascia cullar dai discorsi, si lascia ingannare facilmente.

Un aneddoto: Nello studio di un celebre psichiatra si presentò un giorno un uomo apparentemente ben equilibrato, serio ed elegante. Dopo alcune frasi, però, il medico scoprì che quell'uomo era intimamente abbattuto da un profondo senso di malinconia e da una tristezza continua ed assillante. Il medico iniziò con grande coscienziosità il suo lavoro terapeutico e, al termine del colloquio, disse al suo nuovo paziente: "Perché non va al circo che è appena arrivato nella nostra città? Nello spettacolo si esibisce un famosissimo clown che ha fatto ridere e divertire mezzo mondo: tutti parlano di lui, perché è unico. Le farà bene, vedrà". Allora quell'uomo scoppiò in lacrime, dicendo: "Quel clown, sono io".

Parola di Dio: Ef 2,19-22; Sal 18; Lc 6,12-19

 

Vangelo Lc 6, 12-16

Dal vangelo secondo Luca

Avvenne che in quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore. Parola del Signore

 

“E NE SCELSE DODICI, AI QUALI DIEDE IL NOME DI APOSTOLI”. (Lc. 6,13)

Il titolo di apostolo non fu esclusivo dei Dodici: nel Nuovo Testamento è applicato anche ad altri, come S. Paolo, Barnaba e i primi missionari del Vangelo. Anche ogni cristiano è apostolo nella misura in cui serve la missione della Chiesa e testimonia Cristo con la sua vita e la sua parola. Gesù continua a chiamare all’avventura della fede e alla sua sequela uomini e donne di ogni razza e condizione. Nel giorno del nostro battesimo, Cristo ci chiamò per nome, come fece con gli apostoli, a vivere con Lui e a seguire i suoi passi e a comunicare la fede agli altri.

Noi siamo eredi del passato, e il futuro erediterà il nostro presente. Siamo eredi della fede bi millenaria degli apostoli attraverso generazioni di cristiani che credettero in Cristo e lo seguirono al ritmo quotidiano delle sofferenze e delle speranze dell’umanità. E le prossime generazioni riceveranno questa fede da noi. Pertanto nessuno è insignificante nel disegno di Dio. Situati a metà tra passato e futuro, la nostra responsabilità di credenti e testimoni ci impone di non far spegnere la fiaccola della fede nelle nostre mani per essere capaci di passare il testimone a quelli che ci rileveranno nella corsa.

 

 

GIOVEDI' 29 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ermelinda; Sant’Abramo di Rostov.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA TENEREZZA NON CI ABBANDONI, SIGNORE.

 

Hanno detto: Chi non sopporta una croce non merita una corona. (Quarles)

Saggezza popolare: Nella bocca del discreto ciò che è pubblico diventa segreto.

Un aneddoto: Un giovane ricco di grandi ambizioni chiese ad un maestro di essere aiutato per diventare veramente grande. Il saggio gli impose uno strano compito: "Va' in giro per il paese e paga le persone perché ti insultino. Fa' questo per un anno". Il giovane cominciò a percorrere le vie delle città e dei villaggi distribuendo denaro per farsi insultare nel modo più pesante e colorito. Tutti lo ritennero pazzo. Terminato l'anno, il giovane tornò dal maestro che gli disse: "Ora puoi andare ad Atene". Il giovane arrivò davanti alle porte della città.

Proprio accanto alla porta viveva uno strano personaggio che insultava crudelmente tutti quelli che entravano in città. Le persone insultate perdevano le staffe, ricambiavano, minacciavano, schiumavano rabbia. Il giovane invece scoppiò in una grande risata: "Pensa che per un anno ho pagato la gente perché mi facesse   quello che fai tu!". L'altro si fece serio e disse: "Entra la città è tua!".

Parola di Dio: Rm 8,31b-39; Sal 108; Lc 13,31-35

 

Vangelo Lc 13, 31-35

Dal vangelo secondo Luca.

In quel giorno si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: "Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere". Egli rispose: "Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!". Parola del Signore

 

“GERUSALEMME, GERUSALEMME, CHE UCCIDI I PROFETI E LAPIDI COLORO CHE SONO MANDATI A TE, QUANTE VOLTE HO VOLUTO RACCOGLIERE I TUOI FIGLI COME UNA GALLINA LA SUA COVATA SOTTO LE ALI E VOI NON AVETE VOLUTO. ECCO, LA VOSTRA CASA STA PER ESSERE LASCIATA DESERTA”. (Lc. 13,34—35)

Gerusalemme, città dei doni di Dio, città dell’intimità di Dio. Gerusalemme, città della rivolta contro Dio, città del rifiuto di Dio. E’ tutta la terra e tutta l’umanità che è simbolizzata in questa città. E su questa città scende il pianto affettuoso e amaro di Gesù, ma lo stesso pianto potrebbe essere per noi. Proviamo a sentire la stessa frase di Gesù mettendoci il nostro nome: “Franco, Franco, quante volte ti ho amato, quante volte ti ho protetto e difeso, quante grazie, quanti sacramenti, quanta Parola di Dio ho versato nella tua vita, e tu ancora fai il sordo, e tu ancora ti vendi a falsi idoli, prendi in giro e giudichi i miei profeti, vuoi fare solo di testa tua. Fai attenzione che la tua casa non resti vuota, fa attenzione, perché rischi di non riconoscermi più!

 

 

VENERDI' 30 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Rodriguez; San Germano di Capua.

Una scheggia di preghiera:

 

SVEGLIACI, SIGNORE, DAL TORPORE DELLE ABITUDINI.

 

Hanno detto: L'uomo è la sede in cui si raccoglie tutta la sapienza e la potenza di Dio. (Sant'Ireneo)

Saggezza popolare: Le disgrazie sono come le tavole degli osti: cioè sempre pronte.

Un aneddoto: Un contadino stava usando un secchio per estrarre l'acqua dal suo pozzo e irrigare i suoi campi, quando un filosofo che passava di li gli chiese: "Perché, invece di faticare col tuo secchio, non usi una pompa?".

"Che guadagno ne avrei?", domandò il contadino. "Faticheresti di meno e, inoltre, potresti irrigare più acri di terreno", gli rispose il filosofo. "Se volessi questo utilizzerei la pompa. Ma non è questo che voglio". "Che cosa vuoi, allora?".

"Voglio che il mio lavoro sia come un prolungamento di me stesso al punto che ti dico: se potessi utilizzare le mie mani per raccogliere l'acqua, adopererei le mie mani". "Sei un contadino davvero strano", disse il filosofo. "Sono esattamente come te", ribatte il contadino, "forse, per filosofare, usi il cervello di un altro?". Il filosofo tacque e gli venne il sospetto che quel contadino fosse miglior filosofo di lui; di certo, amava il suo lavoro ben più di quanto egli amasse il proprio.

Parola di Dio: Rm 9,1-5; Sal 147; Lc 14,1-6

 

Vangelo Lc 14, 1-6

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. Davanti a lui stava un idropico. Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: "E' lecito o no curare di sabato?". Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse: "Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato?". E non potevano rispondere nulla a queste parole. Parola del Signore

 

“CHI DI VOI, SE UN ASINO O UN BUE, GLI CADE NEL POZZO, NON LO TIRERÀ FUORI IN GIORNO DI SABATO”? (Lc. 14,5)

Gesù non ha paura di scandalizzare, di gettare un sasso sulla superficie di supponenza e di certezze dei farisei.

Il Vangelo non è per la tranquillità, non è per la legge codificata in norme, è sempre un qualcosa che sconvolge, che non ti lascia addormentare. Chiediamoci: quando leggo o ascolto il Vangelo sento un certo senso di disagio, di difficoltà di comprensione, di desiderio di cambiamento? E nel testimoniare il Vangelo ho il coraggio di superare le norme per lasciare che l’amore di Cristo si faccia veramente tutto a tutti?

 

 

SABATO 31 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Quintino; San Volfango.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO CIO' CHE ABBIAMO E' TUO, SIGNORE.

 

Hanno detto: Il dubbio o la fiducia che hai nel prossimo sono strettamente connessi con i dubbi e la fiducia che hai in te stesso. (Kahlin Gibran)

Saggezza popolare: Chi non sa fare non sa comandare. (prov. Toscano)

Un aneddoto: C'era una volta un uomo ridotto in estrema miseria. Era però molto devoto di san Nicola e lo pregava con molto fervore. Così il santo scese sulla terra per aiutarlo. Arrivato a casa sua e visto che era davvero messo male e senza alcuna risorsa, il santo puntò il dito su una pietra che era nel cortile e quella si trasformò subito in oro luccicante."Vuoi quell'oro?", chiese il santo al povero. L'uomo fece un profondo inchino e rispose: "No, non lo voglio". Il santo lo guardò con gli occhi sprizzanti felicità e disse: "Ah, figlio mio, che conforto mi dai. Ora so che sei davvero incamminato per la via della perfezione". L'uomo disse: "No, quello che vorrei davvero è il tuo dito".

Parola di Dio: Rm 11,1-2a.11-12.25-29; Sal 93; Lc 14,1.7-11

 

Vangelo Lc 14, 1.7-11

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. Gesù, vedendo come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: "Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato". Parola del Signore

“QUANDO SEI INVITATO A NOZZE DA QUALCUNO, NON METTERTI AL PRIMO POSTO”. (Lc. 14,8)

Gesù che normalmente è spiato da notabili e farisei, sempre pronti a giudicare e condannare, questa volta usa lo stesso metodo: osserva che cosa succede ad un tavola e vede la corsa precipitosa ai primi posti nella mensa. Ora Gesù contesta duramente il fatto che specialmente le cosiddette autorità religiose possano produrre fenomeni, del tutto ridicoli, di arrivismo, vanità e perfino litigiosità per arraffare posti, precedenze e ruoli prestigiosi: “Vai a metterti all’ultimo posto”. Qui Gesù però non intende fissare soltanto una regola di comportamento a tavola. Il suo galateo riguarda soprattutto gli atteggiamenti davanti a Dio.  L’uomo davanti a Dio non ha nessun merito, nessuna auto giustificazione, non c’è nulla da rivendicare collocandosi sul piedestallo delle proprie virtù, delle proprie benemerenze religiose. C’è soltanto da ricevere. Tutto è dono, tutto è grazia. Tutto va accolto con riconoscenza meravigliata dalla bontà del Signore. L’uomo diventa ridicolo quando tenta di innalzarsi davanti ai propri simili, ma specialmente davanti al suo Dio. La legge del cristiano è quella dell’abbassamento, o se vogliamo della povertà. Guai a giocare ai ricchi con Dio. Si rischia di essere rispediti indietro a mani vuote. Il povero non va riscuotere con l’arroganza dei farisei. Il cristiano è consapevole che nulla gli è dovuto.

     
     

 

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