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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

SETTEMBRE 2015

 

MARTEDI' 1 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Egidio; San Conone.

Una scheggia di preghiera:

LIBERACI O SIGNORE DA OGNI MALE.

Hanno detto:

"L'essere tentati è segno evidente che l'anima è ben accettata dal Signore". (Padre Pio)

Saggezza popolare: Chi ha dentro il fuoco, manda fuori il fumo. (prov. Veneto)

Un aneddoto: Oggi i computer hanno una risposta per tutto:Uno scapolo chiese al computer di trovargli la compagna perfetta: “Voglio una ragazza piccina e graziosa, che ami gli sport acquatici e le attività di gruppo”. E il computer rispose: “Sposa una pinguina”.

Parola di Dio: 1Ts 5,1-6.9-11; Sal 26; Lc 4,31-37

 

Vangelo Lc 4, 31-37

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù discese a Cafarnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente. Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità. Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: "Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!". Gesù gli intimò: "Taci, esci da costui!". E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: "Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?". E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione. Parola del Signore

 

“RIMANEVANO COLPITI DAL SUO INSEGNAMENTO, PERCHE’ PARLAVA CON AUTORITA’”. (Lc.4,32)

Nel vangelo di oggi vediamo Gesù che caccia un demonio. Egli per vincerlo non ricorre a formule magiche o superstiziose ma direttamente al potere di Dio. Ma quello che è più importante in questi gesti di liberazione dal male è riconoscere che Gesù non solo ha una parola che è diversa da quella degli scribi e dei farisei, ma che la sua parola “libera davvero l’uomo”. Anche a noi, come comunità cristiana e come singoli credenti è affidata questa parola che deve concretizzarsi in gesti di liberazione dal male nel mondo attuale. L’annuncio del regno, come nella vita di Gesù, deve realizzarsi in liberazione per l’uomo di oggi posseduto dal male, cioè alienato da tutto ciò che non lo realizza secondo il progetto di Dio ad esempio le tirannie del fatalismo, della disperazione, dell’indifferenza, dell’avere e dello spendere, dell’accaparrare e del consumare, della superbia e del sesso, della mancanza di solidarietà, dell’egoismo. Quella parola potente di Cristo risulterà vera, convincente, liberante quando noi fidandoci di essa la faremo risultare concreta per noi e per l’uomo di oggi.

 

MERCOLEDI' 2 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Licinio; San Giusto di Lione

Una scheggia di preghiera:

TU CI RICOLMI DI TUTTI I TUOI BENI.

Hanno detto: Sii amante e praticante della semplicità e dell'umiltà, non curarti dei giudizi del mondo, perché se questo mondo non avesse qualcosa da dire contro di te, non saresti veramente servo di Dio. (S. Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Quando uno è ubriaco tutti gli offrono da bere. (prov. Milanese)

Un aneddoto: Avendo Democrito mangiato un cetriolo che sapeva di miele, si alzò da tavola, per sapere da quale causa proveniva questo sapore. La cuoca gli disse di non lambiccarsi il cervello a scoprire il perché di quel fatto, dal momento che era stata lei a mettere il cetriolo accanto a un piatto di miele. Democrito si arrabbiò che quella donna gli avesse tolto la ragione e il gusto della ricerca e volle, nonostante le sue parole e come se esse non fossero vere, cercare da se la causa del sapore; e arzigogolando da una ad altra ragione, per poco non finì col persuadersi che il fatto da lui osservato avesse una causa diversa da quella vera.

Parola di Dio: Col 1,1-8; Sal 51; Lc 4,38-44

 

Vangelo Lc 4, 38-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano demòni gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. Egli però disse: "Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato". E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea. Parola del Signore

 

“ED ESSA (LA SUOCERA DI PIETRO GUARITA) LEVATASI ALL’ISTANTE COMINCIO' A SERVIRLI”.

(Lc. 4,39)

Mi ha sempre colpito leggere come la suocera di Pietro, guarita, traduce la gioia della guarigione in servizio. E’ un po’ come Maria che dopo l’annuncio dell’Angelo si mette subito in viaggio per servire la sua cugina Elisabetta. Se il Signore ci dà qualcosa non lo dà solo per noi. E poi, per metterci a servire non dobbiamo aspettare qualche miracolo grandioso, la grazia del Signore infatti ci viene data nell’ordinarietà della vita. Ad esempio, quando ti confessi e ricevi il perdono di Dio sei capace di diventare perdono?

Quando fai la Comunione ti sforzi poi di essere in comunione con i familiari? Quando hai ricevuto sollievo e conforto perché non trovi il modo di trasmettere un po’ di serenità?

 

GIOVEDI' 3 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gregorio Magno; Santa Phoebe.

Una scheggia di preghiera:

SPERO IN TE SIGNORE E A TE MI AFFIDO.

Hanno detto: Quanto più l'anima si crede al sicuro tanto meno sta in guardia. (Santa Teresa Benedetta della Croce)

Saggezza popolare: Quando il diavolo ti accarezza, desidera la tua anima (prov. Napoletano)

Un aneddoto: Tamerlano quel giorno era depresso e, per ricrearsi, decise di andare a caccia. Uscito dal palazzo vide Giùha ed esclamò: — Che sfortuna. Poi rivoltosi alle guardie ordinò: — Bastonatelo e toglietelo dalla mia strada!

Le guardie obbedirono e Giùha fu allontanato a suon di botte!

La caccia andò benissimo ed allora Tamerlano mandò a chiamare Giùha; quando Giùha fu giunto alla presenza del sultano, Tamerlano gli disse: — Ti chiedo scusa per le botte di questa mattina! Io credevo che l’averti visto avrebbe rovinato la giornata e invece la caccia è andata benissimo!

Allora Giùha di rimando: — Tu hai incontrato me e la caccia ti è andata bene.., io ho incontrato te e mi son preso un sacco di legnate... Chi di noi due è il menegramo?

Tamerlano scoppiò a ridere, ma Giuha lo rimproverò dicendo: O Tamerlano, hai forse dimenticato che le cose vanno come vanno non perché uno porta fortuna, quando vanno bene, e l’altro porta sfortuna, quando vanno male... ma perché... non si muove foglia che Iddio non voglia e tutto fa parte del grande disegno divino che regge e governa tutto l’universo?

Parola di Dio: Col 1,9-14; Sal 97; Lc 5,1-11

 

Vangelo Lc 5, 1-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca". Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore". Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini". Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Parola del Signore

 

“MAESTRO, ABBIAMO FATICATO TUTTA LA NOTTE E NON ABBIAMO PRESO NULLA; MA SULLA TUA PAROLA GETTERO' LA RETE”. (Lc. 5,5)

Ci sprona oggi una preghiera-poesia di Anna di Mauro

Sulla tua parola getterò le reti, mio Signore, quando la vita mi chiederà il conto dei miei errori e non avrò altro porto dove andare se non in quel piccolo orto del Getsemani provando a rimanere sveglio accanto a te che preghi e ti abbandoni fiducioso al progetto di tuo Padre. Sulla tua parola getterò le reti, mio Signore, quando, dopo la fatica del giorno, non ci sarà il premio del riposo e la consolazione della festa ma la notte resterà notte e la luna sarà da un'altra parte ad illuminare il mondo. E non avrò altra voce a farmi compagnia se non la preghiera di un Uomo sulla croce. Sulla tua parola getterò le reti, mio Signore, quando anche l'ultimo dei miei amici si rifiuterà di rimanermi accanto e le parole dell'amicizia e dell'amore, dell'accoglienza e del perdono non avranno più alcun valore. E allora salirò sul sicomoro di Zaccheo e aspetterò che, passando, tu mi dica che stai venendo a casa mia. Sulla tua parola getterò le reti, mio Signore, quando i miei figli alzeranno il dito per giudicare il poco che ho dato, il troppo poco che ho insegnato. Allora ricorderò i giorni che, per mano, li ho portati nella tua casa, le canzoni della messa stonate per la strada, le mani intrecciate per il Padre nostro. E dirò come Pietro che sono stanco che avrei voglia mille volte di rinnegarti dietro un angolo ma non posso. Perché ti ho incontrato, sono finito nella tua rete e ora, piccola, inutile maglia di rete, non posso far altro che darti ragione... rimanere in mare e gettare le reti sulla tua parola. Amen.

 

VENERDI' 4 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosalia; San Gilberto.

Una scheggia di preghiera:

IN TE, SIGNORE, GIOISCE TUTTA LA VITA.

Hanno detto: Non permettiamo mai che il nostro cuore si faccia schiavo di qualcuno, ma solo di Colui che lo acquistò con il suo sangue. (S. Teresa d'Avila)

Saggezza popolare:

Al momento di friggere senti l'odore! Al momento di pagare senti i pianti! (prov. Napoletano)

Un aneddoto: Disciplina scolastica 1969:  Fai il bullo in classe. Il professore ti molla una sberla. Quando arrivi a casa tuo padre te ne molla un altro paio. 2015:  Fai il bullo. Il professore ti domanda scusa. Tuo padre ti compra una moto e va a spaccare la faccia al prof!

Parola di Dio: Col 1,15-20; Sal 99; Lc 5,33-39

 

Vangelo Lc 5, 33-39

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, gli scribi e i farisei dissero a Gesù: "I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono". Gesù rispose: "Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno". Diceva loro anche una parabola: "Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono! ". Parola del Signore

 

"NESSUNO METTE VINO NUOVO IN OTRI VECCHI". (Lc. 5,36)

Il Vangelo è gioia e novità, non religione sciapa e barbosa, abbarbicata su vecchie credenze e norme. Spesso i rappresentanti delle religioni con le loro imbardature e i loro ritualismi hanno ucciso la libertà e la gioia. Quanto è bello entrare in una chiesa e vedere persone serene, gioiose, sentire canti magari non troppo perfetti nelle armonie ma che sgorgano sinceri da ogni voce e soprattutto da ogni cuore e quanto è triste, invece, entrare in cattedrali stupende che dovrebbero invitare alla preghiera e vedere, là al fondo, un prete carico di paramenti ricchi e colorati che si trascina in una tiritera eucaristica non seguita dai pochi fedeli sparsi per la chiesa (ben distanti tra loro, quasi per paura di contaminarsi) che 'pregano' ciascuno per conto suo guardando spesso l'orologio nella speranza che il tutto finisca presto. Quanto è bello in un ospedale vedere una suora discreta, gioiosa, competente, rivolgersi ai malati chiamandoli per nome, ascoltare con pazienza la vecchia che chiama quattro volte per notte, rispondere con un sorriso ad infermieri e inservienti e quanto fa male incontrare, invece, quella suora-maresciallo sempre pronta a rimproverare, incapace di una buona parola, che si sente padrona assoluta della corsia, che non sa dare un sorriso di fiducia che vede solo male, peccato, croci e punizioni da ogni parte. Chiediamoci: per noi il Vangelo è gioia, novità, bellezza, voglia di vivere o abitudine, paura ripetitività e tristezza?

 

SABATO 5 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Vittorino; San Lorenzo Giustiniani.

Una scheggia di preghiera:

SIGNORE, TU SEI VICINO AD OGNI UOMO.

Hanno detto: L'umiltà e la carità vanno di pari passo. L'una glorifica mentre l'altra santifica. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Prenditi la buona occasione quando ti capita, perché la cattiva non manca mai. (prov. Napoletano)

Un aneddoto: In una città dell'Italia centrale un'insegnante, ex segretaria del Fascio, viene accusata sul finire della guerra di aver fornito armi e bombe ai fascisti, favorendo un'esplosione che uccise militari e civili. Prelevata dalla sua casa e condotta sul luogo dove deve essere giustiziata, viene posta dinanzi al plotone d'esecuzione. La sentenza viene rimandata in attesa che una interminabile colonna di macchine e di truppe, appena sopraggiunta, termini di passare. La giovane sta immobile, paralizzata del terrore, e invoca P. Pio di cui ha in mano, stritolata, una fotografia. Le si avvicina un signore: «Cosa hanno deciso di voi?».

«Non lo so, non so più nulla, sono andati via tutti... c'è solo il comandante là...» e indicò l'ufficiale, fermo su un carro, come inebetito. «E allora consideratevi libera e venite via con me». E la riaccompagna in macchina a casa. Dopo qualche mese la maestra si reca a S. Giovanni Rotondo: «Padre, la mia vita non basterà per ringraziarvi! ...». «Figlia mia, quanto mi hai fatto correre con la tua fede!».

Parola di Dio: Col 1,21-23; Sal 53; Lc 6,1-5

 

Vangelo Lc 6, 1-5

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno di sabato, Gesù passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: "Perché fate ciò che non è permesso di sabato?". Gesù rispose: "Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?". E diceva loro: " Il Figlio dell'uomo è signore del sabato ". Parola del Signore

 

“ALCUNI FARISEI DISSERO: “PERCHE’ FATE CIO’ CHE NON E’ PERMESSO IN GIORNO DI SABATO?”. (Lc. 6,2)

Spesso, leggendo la storia della Chiesa, sia quella passata che quella recente, mi sono fatto una domanda: compito della Chiesa è quello di salvaguardare una dottrina o quello di annunciare in parole ed opere la buona notizia del Regno di Gesù? Indubbiamente se annunci Gesù devi annunciarlo nell’integrità della persona e del messaggio, ma è proprio compito di noi, poveri uomini che spesso confondono il divino con l’umano, quello di difendere Dio? I farisei non erano cattive persone. Erano coloro grazie ai quali nel mondo ebraico era stata conservata la purezza della Legge che Dio aveva donato agli uomini, ma proprio per questo l’errore più grande dei farisei era l’orgoglio di sentirsi puri, di dettar legge, di far passare l’umano per il divino, di sentirsi giudici inappellabili del fratello e questo orgoglio li accecava, vedevano le minuzie della legge e non l’essenza come in questo caso vedono i discepoli che sfregano in mano qualche spiga di grano mettendosene in bocca i chicchi e non riescono più a vedere il Figlio di Dio che cammina in mezzo a loro. Ringrazio di cuore con tutti voi la Misericordia di Dio che ci ha donato un Papa come Francesco che ci presenta con integrità il messaggio di Gesù e proprio per questo ci dice di avere un cuore con Lui sempre pronto ad accogliere tutti e a venire incontro a ciascuno.

 

DOMENICA 6 SETTEMBRE: 23^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: San Frontignano d’Alba; San Benedetto da Milano.

Una scheggia di preghiera:

APRI IL MIO CUORE A RICEVERE E A DONARE.

Hanno detto:

Quando dalla tua vita scompare la croce è segno certo che Dio ti sta lasciando. (Curato d'Ars)

Saggezza popolare: Chi paga i debiti acquista del credito. (prov. Piemontese)

Un aneddoto: Avevo deciso di smettere di fumare e di offrire questo piccolo sacrificio a Padre Pio. Cominciando dal primo giorno, ogni sera, col pacchetto di sigarette intatto in mano, mi fermavo dinanzi alla sua immagine e gli dicevo: «Padre, è uno!... »; al secondo giorno: «Padre sono due!...». Dopo quasi tre mesi - tutte le sere la stessa cerimonia - andai a trovarlo: «Padre - gli gridai appena lo vidi - sono 81 giorni!». «Ma se me li hai fatti contare tutte le sere!...», mi rispose sorridendo.

Parola di Dio: Is 35,4-7a; Sal 145; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37

 

Vangelo Mc 7, 31-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: "Effatà" cioè: "Apriti!". E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!". Parola del Signore

 

E GESU' DISSE: “APRITI!”. (Mc. 7,34)

Davanti al brano di Vangelo di oggi ciò che conta non è tanto ammirare il prodigio della guarigione di un sordomuto, ma comprenderne il significato.

Il sordomuto rappresenta il peccatore rinchiuso nel proprio egoismo: Gesù gli dona di aprirsi alla salvezza, alla sua Parola e di trasmetterla agli altri. Quel “Apriti!” è allora anche per me. Apriti allo stupore e alla contemplazione delle meraviglie del creato, apriti a sentire la voce di ogni creatura che ti parla del Creatore. Apriti ad accogliere la parola del perdono e della misericordia che la croce di Gesù ti offre, apriti per accogliere la sua parola che ti guida e ti consola. Apriti per sentire le voci dei fratelli che invocano il tuo aiuto. E apri la bocca per far tacere le parole inutili, convenzionali, ed esprimere invece la lode di Colui che ti ha salvato, la parola di speranza, il canto di gioia, la testimonianza profonda.

 

LUNEDI' 7 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Grato d’Aosta; San Chiaffredo di Saluzzo.

Una scheggia di preghiera:

GRAZIE, SIGNORE DI TUTTO IL BENE CHE C'E' NEL MONDO.

Hanno detto: Tanto hai quanto speri. Spera molto, avrai molto. (Padre Pio)

Saggezza popolare: Meglio soffrire per il portafoglio che per l'amore. (prov. Piemontese)

Un aneddoto: Carlo Campanini va da Padre Pio: «Padre, come posso vantarmi di essere della vostra famiglia spirituale, se ogni sera devo impiastricciarmi la faccia e fare il buffone su un palcoscenico?». Padre Pio rispose: «Figlio, a questo mondo ognuno fa il buffone nel posto che Iddio gli ha assegnato».

Parola di Dio: Col 1,24 - 2,3; Sal 61; Lc 6,6-11

 

Vangelo Lc 6, 6-11

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato, Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Alzati e mettiti nel mezzo!". L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. Poi Gesù disse loro: "Domando a voi: E' lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?". E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: "Stendi la mano!". Egli lo fece e la mano guarì. Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù. Parola del Signore

 

“UN SABATO GESU’ ENTRO’ NELLA SINAGOGA E SI MISE AD INSEGNARE. ORA C’ERA LA’ UN UOMO CHE AVEVA LA MANO DESTRA INARIDITA…” (Lc. 6,6)

La guarigione nella sinagoga dell’uomo dalla mano rattrappita dimostra ancora una volta che Gesù è Signore anche del sabato, ma proprio il tipo di sofferenza che quest’uomo subiva e la sua guarigione mi fanno pensare anche a noi: "Guarda a noi Signore e guariscici perché siamo ancora un po' tutti con le mani rattrappite. Siamo avari nel donare, gretti nel condividere, parsimoniosi nel dare il perdono, distratti nel vedere le necessità degli altri, abitudinari nella religiosità, usiamo il contagocce persino nella preghiera.

Guarda a noi e guariscici, o Signore, perché non solo le mani ma soprattutto i cuori si sono rattrappiti, sono troppo contenuti, incapaci di slanci, paurosi di rendersi vulnerabili donando sentimenti e amore, incrostati nelle formule, incapaci di tenerezza e di sorriso e spesso persino incapaci di piangere. Abbi pietà di noi che, come i farisei di allora, non solo non siamo capaci di gioire per il miracolo che ha reso nuovamente abile una mano, ma siamo addirittura gelosi del tuo amore per i peccatori, dimenticandoci che peccatori siamo noi".

 

MARTEDI' 8 SETTEMBRE: NATIVITA’ DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ugo di Volterra; Beato Federico Ozanam.

Una scheggia di preghiera:

MARIA, BENEDICI E INTERCEDI PER LE NOSTRE FAMIGLIE.

Hanno detto: Non ciò che piace, ma ciò che è necessario fare. (S. Padre M. Kolbe)

Saggezza popolare: Al nemico fate fronte, la giustizia temetela. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Il tenente Darreberg è diventato un apostolo della Madonna di La Salette fra i suoi colleghi. Nel luglio 1941, un crocchio di militari giunse al Celebre Santuario della Madonna. Uno è il tenente Mauduit, ufficiale della Legione Straniera, fuggito da una tradotta militare mentre i tedeschi lo trasportavano al porto d'imbarco per portarlo in Siria a combattere gli inglesi. Il secondo e il terzo sono due inglesi della Intelligence Service, il servizio segreto di spionaggio. Si chiamano John Smith ed Eric Payne. Il quarto è lui, Darreberg, di ritorno da una missione di sabotaggio in Italia. Entrati nel santuario, tutti e quattro fanno la Comunione con una pietà edificante. Usciti di Chiesa Darreberg tiene in inglese ai due amici un racconto minuzioso delle apparizioni della Madonna. I due commossi, punteggiarono il racconto di Darreberg con molti «well», bene. In seguito John Smith, infiltratosi in Italia in missione segreta, viene catturato nel febbraio dell'anno seguente e fucilato due mesi dopo, nell'aprile del 1942. Prima di essere fucilato chiede due cose che gli sono accordate: il permesso di scrivere a casa sua e quello di poter conservare, all'atto della fucilazione, il rosario che aveva portato da La Salette. Eravamo molto commossi l'ultima notte, scrive il cappellano delle carceri. Insieme recitammo il Rosario. A ogni decina John parlava della Madonna. Alle tre del mattino io celebrai la Santa Messa. Me la servì come un esemplare chierichetto e fece la Comunione. Dopo un breve ringraziamento strinse a tutti la mano, poi disse: "Tra pochi minuti io incontrerò la Santa Vergine mi dirà, Hallo, John". Alle quattro del mattino venne fucilato, non volle che gli bendassero gli occhi. Teneva il rosario in mano.

Parola di Dio nella Natività di Maria :Mi. 5,1-4 opp. Rom. 8, 28-30; Sal.86; Mt. 1,1-16.18-23

 

Vangelo Mt 1, 1-16. 18-23

Dal Vangelo secondo Matteo

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa "Dio con noi". Parola del Signore

 

“MARIA ESSENDO PROMESSA SPOSA DI GIUSEPPE…”. (Mt. 1,18)

Il racconto della nascita di Gesù, ci presenta nel vangelo di Matteo una coppia molto comune di fidanzati, che secondo le usanze del loro tempo, vive la sua storia di innamoramento e di desiderio di costruire una famiglia. Tocca il cuore pensare a questo volersi bene spontaneo, semplice, profondo, palpitante tra Maria e Giuseppe. Dio non è geloso dei sentimenti umani che Lui stesso ha messo nel nostro cuore, anzi si serve delle gioie umane e dell’amore per realizzare il suo piano. Sull’amore umano si innesta l’Amore, lo Spirito Santo e genera Gesù: Figlio di Dio e di Maria. Dio ha bisogno del calore, dell’amore della tua famiglia per testimoniare che l’amore è possibile; Dio ha bisogno del nostro affetto per incarnarsi, ha bisogno della tua fedeltà per manifestare la sua fedeltà. La storia di Gesù comincia con un Dio mendicante di amore vero per poter donare amore a tutti.

 

MERCOLEDI' 9 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Osanna; San Pietro Claver.

Una scheggia di preghiera:

SOLO IN TE, SIGNORE E' LA VERA GIOIA.

Hanno detto: Gli amici veri si rallegrano e si rattristano delle medesime cose. (Tommaso d'Aquino)

Saggezza popolare: Chi cerca Dio, con Dio si trova. (prov. Sardo)

Un aneddoto: C’era una volta un’isola, dove vivevano tutti i sentimenti e i valori degli uomini: il Buon Umore, la Tristezza, il Sapere… così come tutti gli altri, incluso l’Amore. Un giorno venne annunciato ai sentimenti che l’isola stava per sprofondare, allora prepararono tutte le loro navi e partirono, solo l’Amore volle aspettare fino all’ultimo momento. Quando l’isola fu sul punto di sprofondare, l’Amore decise di chiedere aiuto. La Ricchezza passò vicino all’Amore su una barca lussuosissima e l’Amore le disse: “Ricchezza, mi puoi portare con te?“ “Non posso c’è molto oro e argento sulla mia barca e non ho posto per te.” L’Amore allora decise di chiedere all’Orgoglio che stava passando su un magnifico vascello: “Orgoglio ti prego, mi puoi portare con te?”,”Non ti posso aiutare, Amore…” rispose l’Orgoglio, “qui è tutto perfetto, potresti rovinare la mia barca”. Allora l’Amore chiese alla Tristezza che gli passava accanto: “Tristezza ti prego, lasciami venire con te”.. “Oh Amore” rispose la Tristezza, “sono così triste che ho bisogno di stare da sola”. Anche il Buon Umore passò di fianco all’Amore, ma era così contento che non sentì che lo stava chiamando. All’improvviso una voce disse: “Vieni Amore, ti prendo con me“ Era un vecchio che aveva parlato. L’Amore si sentì così riconoscente e pieno di gioia che dimenticò di chiedere il nome al vecchio. Quando arrivarono sulla terra ferma, il vecchio se ne andò. L’Amore si rese conto di quanto gli dovesse e chiese al Sapere: “Sapere, puoi dirmi chi mi ha aiutato?“ “È stato il Tempo” rispose il Sapere. “Il Tempo?” si interrogò l’Amore, “Perchè mai il Tempo mi ha aiutato?” Il Sapere pieno di saggezza rispose: “Perchè solo il Tempo è capace di comprendere quanto l’Amore sia importante nella vita”.

Parola di Dio: Col 3,1-11; Sal 144; Lc 6,20-26

 

Vangelo Lc 6, 20-26

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: "Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti ". Parola del Signore

 

“BEATI VOI… GUAI A VOI…” (Lc. 6,20-26)

Se mi guardo intorno sembra che nel nostro mondo tutti sappiano in che cosa consiste la felicità: sei felice se hai un bel fisico, se ti tieni in forma (e sei sano!), se hai un bel lavoro di responsabilità con molti, molti soldi, se sai parlare, hai fascino, sei un po’ spregiudicato, politicamente corretto, se hai una bella moglie e magari anche una altrettanto bella amante, sei ha macchina bella,  casa bella, se… se… se… Poi magari ci guardiamo allo specchio e scopriamo che non sono un gran bellezza, il lavoro è solo discreto e ho sempre a che fare con quel problema di stomaco, eccomi quindi declassato alla categoria degli infelici. Allora, il raggiungimento della felicità è destinato a pochi, pochissimi eletti?

Anche Dio ha qualcosa da dire a proposito di felicità. Una pagina forte e forse anche indigesta, il Vangelo di oggi. Però, dobbiamo ammetterlo, visto che è Dio che ci ha costruiti, fabbricati, magari sa meglio di tutti come funzioniamo,che cosa ci rende felici. “Beati” dice Gesù. E subito una delusione: “beati voi poveri… voi che piangete…”. Ma come? Cosa significa? Prima di tutto la beatitudine, la felicità non consiste certo nella povertà, nella sofferenza (non facciamo dire stupidaggini a Gesù: Dio non ama la sofferenza!) ma in Dio, perché chi soffre, chi ha fame si rivolge a lui. E’ come se Gesù dicesse: “Se, malgrado la povertà, la sofferenza, la persecuzione, sei felice, allora la tua felicità è posta altrove: beato”. Sì, amici, Gesù svela che l’origine della felicità è nel sentirsi amato da Dio, nel leggere la propria storia nella grande storia d’amore di Dio. La beatitudine è altrove, è dentro, è in Dio. Beato se capisci questo: allora neppure la sofferenza, la povertà, la fame possono distaccarti da questo grande oceano di felicità che è il cuore di Dio. E Luca aggiunge a sorpresa quattro “guai”: ce lo vediamo Gesù che alza lo sguardo verso Gerusalemme e vede i ricchi, i sazi, i prepotenti e annuncia loro i “guai”. No, Gesù non maledice, Dio è incapace di augurare il male lui che è bene. Gesù vede la conseguenza di una ricchezza, di un’arroganza che chiudono il cuore. Un cuore sazio si dimentica, un cuore affannato non si accorge della verità, un cuore in ansia per la ricchezza è schiavo, non libero, del proprio potere. Siamo dunque posti di fronte a due scelte: la mentalità di questo mondo che ci dice che per essere felici occorre essere e possedere, riuscire e apparire, o quella di Gesù che dice che basta lasciarsi incontrare da Dio.

 

GIOVEDI' 10 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agabio di Novara; San Nicola da Tolentino.

Una scheggia di preghiera:

NELLA TUA MISERICORDIA RIPOSO, O SIGNORE.

Hanno detto: Ho trovato Dio il giorno in cui ho perduto di vista me stessa. (S. Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: Gli uomini dabbene non cercano i fatti di altri. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Per essere riempiti bisogna prima svuotarsi. Tu devi essere riempito del bene, e quindi devi liberarti del male. Supponi che Dio voglia riempirti di miele. Se sei pieno di aceto, dove metterai il miele?

Bisogna liberare il vaso da quello che conteneva, anzi occorre pulirlo. Bisogna pulirlo magari con fatica e impegno se occorre, perché sia idoneo a ricevere qualche cosa. (Sant'Agostino)

Parola di Dio: Col 3,12-17; Sal 150; Lc 6,27-38

 

Vangelo Lc 6, 27-38

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da  a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio". Parola del Signore

 

“SIATE MISERICORDIOSI COME E' MISERICORDIOSO IL PADRE VOSTRO”. (Lc. 6,36)

Non esiste unità di misura per l’amore di Dio. E noi, quante volte misuriamo il tempo speso per gli altri, il perdono offerto, la quantità di vita consegnata? Sì, perché in fondo, quel che facciamo è prestare e mai donare. Per chi dona le misure non contano. Il dono non conosce calcoli. Quando nel cuore si comincia a tenere una segreta contabilità, una partita di dare e avere, è il segno che il Cielo è ormai chiuso, e la vita dei figli è divenuta vita di orfani.. Come nella parabola del figliol prodigo, che esige dal padre di conteggiare la parte che gli spetta per spendersela in libertà e autonomia. E’ proprio questo il primo passo verso la rovina: aver obbligato suo padre a misurare ciò che non ha misura; ed è esattamente quello che, ha fatto anche il figlio maggiore, quando, preda della gelosia, si è messo a calcolare l’incalcolabile amore del padre. Entrambi non avevano compreso che il tranello antico posto dal demonio ad Adamo ed Eva, era proprio quello di misurare l’eredità, che, da infinita, diviene così qualcosa di finito, esauribile, invidiabile, oggetto di gelosie, avarizia e concupiscenza, di difesa strenua a costo di uccidere l’altro con giudizi e condanne: misurare l’amore del Padre conduce sempre a rinchiuderlo nello spazio angusto della carne, dell’umano.

 

VENERDI' 11 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Emiliano; Sant’Agatone di Scete.

Una scheggia di preghiera:

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI.

Hanno detto: Se le sofferenze ci sembrano eccessive, vuol dire che non ci siamo abbandonati alla volontà di Dio. (Silvano dell'Athos)

Saggezza popolare: La cosa rubata poco dura, e come viene se ne va (prov. Sardo)

Un aneddoto: Caterina Daghero, seconda superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, accompagnò un giorno dal Santo una suora che soffriva di scrupoli, ed era di tormento a sé ed agli altri. Don Bosco l'ascoltò pazientemente; poi, chiamata la superiora, le disse: -Conoscete il libro di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno?

No, Padre, non lo conosco. - Ebbene, cercatelo, compratelo e, quando vedete questa figliola pensierosa, fategliene leggere qualche pagina. Lei non ha bisogno che di distrarsi e stare allegra.

Parola di Dio: 1Tm 1,1-2.12-14; Sal 15; Lc 6,39-42

 

Vangelo Lc 6, 39-42

dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: "Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello ". Parola del Signore

 

“PERCHE’ GUARDI LA PAGLIUZZA CHE E' NELL’OCCHIO DI TUO FRATELLO, E NON TI ACCORGI DELLA TRAVE CHE È NEL TUO?”.(Lc. 6,41)

Attraverso la concretezza di questa immagine, Gesù ci invita a saper guardare con lucidità a noi stessi: prima di volere convertire gli altri, comincia a convertire te stesso, prima di puntare il dito, prima di fare l'elenco per filo e per segno di tutti i mali che affliggono la Chiesa comincia a cercare di togliere almeno uno dei mali che affliggono te. Oggi pretendiamo tutti di essere esperti di tutto. Entri in una casa e da esperto stilista hai da dire sul suo arredamento, da perfetto decoratore noti gli errori di imbiancatura, da buon letterato, dopo un' occhiata alla libreria, sai ciò che manca alla cultura dell'altro, conosci a menadito i difetti delle scelte politiche del tuo amico ed hai la ricetta per risolvere tutti i mali del mondo, hai uno sguardo di sufficienza per 'certe superstizioni religiose'.

Ma mentre critichi l'uso che vien fatto del denaro offerto per certe istituzioni benefiche, quanto stai dando del tuo, in concreto, per chi ha bisogno?

Mentre critichi giustamente gli errori della Chiesa, tu, che della Chiesa fai parte, cerchi di essere più coerente al Vangelo?

 

SABATO 12 SETTEMBRE: SANTO NOME DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Silvino; San Defendente.

Una scheggia di preghiera:

SANTA MARIA, PREGA PER NOI.

Hanno detto: Il più grande peccato è credere che vi possa essere un peccato più grande della misericordia di Dio. (P. Mazzolari)

Saggezza popolare: L'avaro con i poveri è come il lupo con gli agnelli. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Con l'arma del Rosario, S. Domenico girava instancabilmente, predicando come un serafino, fondando nuovi conventi, attirando tante anime sui passi del Signore. Era uno spettacolo di edificazione e di grazia vederlo arrivare umile e ardente; era una consolazione ascoltare la sua parola ricca di dottrina e di carità verso le anime. Ma si avvicinava anche per lui la meta. Sempre più carico di virtù e di meriti, si era ormai approssimato al Regno dei cieli. Stava portando avanti una grandiosa missione nel Veneto e nelle Marche. Le forze cominciarono a venirgli meno. Si sentiva mancare. Volle trascinarsi fino a Bologna per morire in mezzo ai suoi figli. Ogni tentativo di strapparlo alla morte risultò vano. Ai frati sconvolti e abbattuti egli ripeteva con paterna confidenza che non solo non li avrebbe mai abbandonati, ma che sarebbe stato loro più utile da morto che da vivo. Complicazioni gravissime fecero precipitare ogni resistenza del suo corpo. Era la sera del 6 agosto 1221; S. Domenico non cessava di pregare recitando soprattutto l'Ave Maria, e «si addormentò nel Signore stringendo tra le mani una cordicella annodata con la quale era solito contare mille Ave Maria ogni giorno».

Parola di Dio: 1Tm 1,15-17; Sal 112; Lc 6,43-49

 

Vangelo Lc 6, 43-49

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande". Parola del Signore

 

“OGNI ALBERO LO SI RICONOSCE DAL SUO FRUTTO”. (Lc. 6,44)

A prima Vista non sempre è così facile! Ci sono alberi che appaiono meravigliosi nella loro fioritura ma producono frutti tossici e alberi che a prima vista paiono inaccessibili, contorti, spinosi, scheletriti che danno frutti buoni. Gesù nella sua terra aveva esempi evidenti: il fico d’india spinoso dà un frutto buono, la cosiddetta ‘mela di Sodoma” un frutto meraviglioso ma velenoso. Non basta allora vedere l’imponenza dell’albero, la quantità di foglie e di fiori, la bellezza dei frutti per definire la bontà del prodotto. Noi spesso nell’Ave Maria diciamo: “Benedetto il frutto del tuo grembo”. Ma il frutto del grembo di Maria nella sua maturità è Gesù crocifisso, è un frutto spiaccicato, non bello a vedersi, eppure è proprio quell’albero scarno della croce e quel frutto che non ha più che apparenze di dolore che ci danno la salvezza

 

DOMENICA 13 SETTEMBRE: 24^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Crisostomo; San Maurilio.

Una scheggia di preghiera:

GRAZIE CROCIFISSO PER AMORE.

Hanno detto: Non fare critica negativa. Se non puoi lodare, taci. (Josemarìa Escrivà)

Saggezza popolare: L'uomo onesto parla in faccia. (prov. Sardo)

Un aneddoto: I campi erano arsi e screpolati dalla mancanza di pioggia. Le foglie pallide e ingiallite pendevano penosamente dai rami. L'erba era sparita dai prati. La gente era tesa e nervosa, mentre scrutava il cielo di cristallo blu cobalto. Le settimane si succedevano sempre più infuocate. Da mesi non cadeva una vera pioggia. Il parroco del paese organizzò un'ora speciale di preghiera nella piazza davanti alla chiesa per implorare la grazia della pioggia. All'ora stabilita la piazza era gremita di gente ansiosa, ma piena di speranza. Molti avevano portato oggetti che testimoniavano la loro fede. Il parroco guardava ammirato le Bibbie, le croci, i rosari. Ma non riusciva a distogliere gli occhi da una bambina seduta compostamente in prima fila. Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso.

Parola di Dio: Is 50,5-9a; Sal 114; Gc 2,14-18; Mc 8,27-35

 

Vangelo Mc 8, 27-35

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: "Chi dice la gente che io sia?". Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti". Ma egli replicò: "E voi chi dite che io sia?". Pietro gli rispose: "Tu sei il Cristo". E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: "Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini". Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: "Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà". Parola del Signore

 

"E COMINCIO' A INSEGNAR LORO CHE IL FIGLIO DELL'UOMO DOVEVA MOLTO SOFFRIRE”. (Mc. 8,31)

Si potrebbe dire che da questo versetto ricomincia il vangelo di Marco. Pietro ha riconosciuto che Gesù è il Messia, ora bisogna capire chi sia e che cosa debba fare questo Gesù, non secondo la mentalità degli uomini, ma secondo l'amore di Dio per essi. Si tratta anche di capire che cosa significhi per noi che Gesù è il Cristo. E Gesù, senza mezzi termini, (il versetto 32 dice che "ne parlava apertamente") comincia a svelare il mistero della sua missione. L'uomo cerca di costruirsi un Cristo su una misura sua: Dio lo smentisce, perché è Dio e non uomo. Ho sempre provato un senso di imbarazzo nei confronti dei mistici e spesso ho pensato a loro come a persone che non hanno piedi per terra, ma più vado avanti negli anni, più mi accorgo che il mistero di Cristo sofferente più che ragionato umanamente, va semplicemente contemplato, accettato, amato.

 

LUNEDI' 14 SETTEMBRE: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Tra i santi ricordati oggi: San Cornelio; Santa Placilla.

Una scheggia di preghiera:

         TI SALUTO O CROCE SANTA CHE PORTASTI IL SALVATOR,

                                GLORIA, LODE, ONOR TI CANTA OGNI LINGUA ED OGNI CUOR.

Hanno detto: La santità è fare quello che Dio vuole, come Dio vuole. (S. Leonardo)

Saggezza popolare: Per voi uomini bianchi il Paradiso è in cielo; per noi il Paradiso è la Terra. Quando ci avete rubato la Terra ci avete rubato il Paradiso. (Piccola Foglia, indiana d'America)

Un aneddoto: Un giorno la vite disse al padrone: «Perché mi vieni incontro con quelle forbici?

Forse mi vuoi potare come si faceva ai tempi d'una volta? Buttala via: non sai che adesso i tempi sono cambiati?».

«Già»,rispose il contadino,«a pensarci bene non sono più i tempi d'una volta!».

E poiché i tempi erano cambiati, non la potò. Ma in autunno la vite non ebbe uva. «Purtroppo»,gemette il padrone:« I tempi sono cambiati!». 

Come al solito, vennero gli amici per assaggiare il vino nuovo.”Non c'è vino nuovo!

I tempi sono cambiati", disse, sconsolato, il proprietario della vigna.

Parola di Dio nella festa esaltazione della Croce: Nm. 21,4-9;Sal.77; Fil 2,6-11; Gv. 3,13-17

 

Vangelo Gv 3, 13-17

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: "Nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna". Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Parola del Signore

 

“DIO NON HA MANDATO IL FIGLIO NEL MONDO PER GIUDICARE IL MONDO, MA PERCHE' IL MONDO SI SALVI PER MEZZO DI LUI.” (Gv. 3,17)

Tutte  le volte che tra cristiani  nasce  una discussione sul fatto se  Dio è Giustizia o Misericordia, Premio o Castigo o Amore, forse è bene rifarsi a queste parole che Gesù dice a Nicodemo. Tutti coloro che volevano un messia armato, terribile, pronto a distruggere Romani, pagani, cattivi fedeli sono andati delusi: Gesù fa dei miracoli per i pagani, va a mangiare con i peccatori, tra i suoi seguaci ci sono dei poco di buono e delle prostitute e questo lo fa per volontà del Padre, “ perché il mondo si salvi per mezzo di Lui”. Poi, certo, chi non vuole accettare questa misericordia, chi non accetta Lui ma preferisce o l’intransigenza della legge o il vivere senza Dio, allora si giudica già da solo, già da solo si taglia fuori, ma ricordiamocelo sempre “Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva”.

 

MARTEDI' 15 SETTEMBRE: BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA

Tra i santi ricordati oggi: San Nicomede; Sant’Emilio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

MARIA, CONSOLATRICE DEGLI AFFLITTI, PREGA PER NOI.

Hanno detto:

La sofferenza è come il rintocco della campana che chiama preghiera. (Madre Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: Il denaro è negli occhi di molti, e nelle mani di pochi. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Un gruppo di suore carmelitane, che stava viaggiando verso la Terra Santa, fece una tappa a Beirut, nel Libano. Attraversando la città, passarono davanti ad un grande edificio che sembrò loro una chiesa cristiana, e vi entrarono. Si trovarono in una moschea musulmana, in mezzo ad una folla in preghiera. L’intrusione delle suore provocò una certa agitazione tra i musulmani, ma il loro “ulema” li assicurò: “State tranquilli, queste donne sono speciali: sono sante e vestono come Miriam, la madre di Gesù di Nazareth”. Si rivolse quindi alle suore e continuò: “In vostro onore mi permetto di leggere dal Corano alcuni brani, dove si parla di Miriam, esaltata e lodata come la santa madre di Gesù”. Così le suore ascoltarono in silenzio le belle parole che il Corano dice di Maria. Tutti i presenti seguirono la lettura con grande attenzione e devozione. Al termine, l’ulema aggiunse: “Le nostre care visitatrici hanno sentito cosa dice il nostro libro santo. Ora vi prego – disse rivolto alle suore – diteci come voi venerate Miriam”. Tra i fedeli musulmani si destò una grande curiosità. Le carmelitane intonarono l’Ave Maria per suggellare quell’incontro inaspettato.

Parola di Dio nella festa dell’Addolorata: Eb. 5,7-9; Sal. 70; Gv. 19,25-27; Lc. 2,33-35

 

Vangelo Lc 2, 33-35

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima". Parola del Signore

 

“E ANCHE A TE UNA SPADA TRAFIGGERA' L’ANIMA”. (Lc. 2,35)

La pietà cristiana ha spesso immaginato con commozione Maria proprio così, col petto trafitto da una spada. Maria, la Madre lieta del Natale, dovrà diventare sotto la croce la “Mater dolorosa”. Ma la via della croce inizia presto per Maria: la persecuzione di Erode, la fuga in esilio, Gesù contraddetto dal suo popolo, i  parenti che dubitano di Lui e infine la condanna. Per il cuore di Maria sarà uno strazio, un anticipo del martirio del Figlio.  Anche in questo Maria precorre il suo Figlio e dice anche a noi che se vogliamo davvero seguire Gesù dobbiamo  non scartare, ma “prendere la nostra i croce e andargli dietro”.

 

MERCOLEDI' 16 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Cipriano; Sant’Eufemia.

Una scheggia di preghiera:

SIGNORE, GRAZIE DEI TUOI DONI IN QUESTO GIORNO.

Hanno detto: Dio è la verità. Chi cerca la verità cerca Dio, che lo sappia o no. (Edith Stein)

Saggezza popolare: Al male rimediate quando è piccolo (prov. Sardo)

Un aneddoto: Domandarono un giorno a Demostene che cosa potessero fare gli uomini che più li rendesse simili a Dio. E Demostene rispose: Far del bene.

Parola di Dio: 1Tm 3,14-16; Sal 110; Lc 7,31-35

 

Vangelo Lc 7, 31-35

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, il Signore disse: "A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto! E' venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio. E' venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi  figli". Parola del Signore

 

“A CHI  PARAGONERO’ GLI UOMINI DI QUESTA GENERAZIONE?”. (Lc. 7,31)

Gesù, attraverso la parabola dei bambini mai contenti vuol metterci in guardia contro il pessimismo che spesso non ci permette di “vedere” e di conseguenza di gustare tutti i doni della vita. In una delle tante riviste che arrivano nelle nostre buche ho trovato queste semplici regole che non mi sembrano poi tanto sbagliate per non diventare anche noi degli incalliti “barbottoni”.

SORRIDI nella monotonia del dovere quotidiano per non rattristare il tuo prossimo.

TACI quando ti accorgi che qualcuno ha sbagliato per non umiliarlo, lo correggerai dopo.

ELOGIA sempre chi opera il bene e imitalo.

STRINGI gentilmente la mano a chi è nella tristezza.

GUARDA con affetto chi nasconde un dolore.

RICONOSCI umilmente il tuo torto, la tua debolezza, rammaricandoti sinceramente se hai fatto soffrire qualcuno.

SALUTA affabilmente tutti specialmente quelli che vedi tristi o che non ti salutano affatto.

PARLA con dolcezza, con calma a tutti.

AGISCI in modo che ognuno sia sempre contento di te.

SEMINA sorrisi nel prato del tuo vicino e li vedrai fiorire nel tuo.

 

GIOVEDI' 17 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Roberto Bellarmino; Santa Arianna,martire.

Una scheggia di preghiera:GESU',

INSEGNACI AD AMARE COME HAI AMATO TU.

Hanno detto: Signore, io non posso più tacere davanti alle ondate della tua grazia. Non mi resta nessun pensiero che possa dire la riconoscenza che ti devo. (Isacco di Ninive)

Saggezza popolare: Il mondo è tondo e chi non sa navigare cala a fondo. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Raccontava Carlo Campanini: “A Padre Pio piaceva sentirmi cantare. Una sera, dopo la funzione, intonai «Andrò a vederla un dì ...», e, giunto al ritornello:«al ciel, al ciel, al ciel...», venne fuori una piccola stecca, non notata dai più. Quando andammo a parlare nella saletta, il Padre, guardandomi, con espressione arguta disse: «Il nostro Carletto, quando si tratta di andare al cielo, fa qualche sforzo...».

Parola di Dio: 1Tm 4,12-16; Sal 110; Lc 7,36-50

 

Vangelo Lc 7, 36-50

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice". Gesù allora gli disse: "Simone, ho una cosa da dirti". Ed egli: "Maestro, dì pure". "Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?". Simone rispose: "Suppongo quello a cui ha condonato di più". Gli disse Gesù: "Hai giudicato bene". E volgendosi verso la donna, disse a Simone: "Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco". Poi disse a lei: "Ti sono perdonati i tuoi peccati". Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: "Chi è questo uomo che perdona anche i peccati?". Ma egli disse alla donna: "La tua fede ti ha salvata; và in pace! ". Parola del Signore

 

“LE SONO PERDONATI I SUOI MOLTI PECCATI, POICHE' HA MOLTO AMATO”. (Lc.7,47)    

Gesù conosce le persone non per quello che appaiono ma riesce a leggere nel cuore e a trovare sempre motivi perché la sua misericordia possa manifestarsi. Noi etichettiamo subito:“ quello è un poco di buono, è una prostituta”... Per Gesù è la persona intera che conta. Gesù non dice che questa donna non ha peccato, anzi le dice che i suoi peccati sono molti, ma nello stesso tempo riesce a vedere in lei il suo molto amore. Sono capace di vedere il bene negli altri? Riesco almeno qualche volta a far a meno delle etichette? Mi metto anch’io con onestà e umiltà nella schiera di coloro che se vogliono essere perdonati dai molti peccati devono molto amare?

 

VENERDI' 18 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lamberto; San Giovanni Macias.

Una scheggia di preghiera:

RENDI LIMPIDI I NOSTRI OCCHI E IL NOSTRO CUORE.

Hanno detto: Chi si fida di Dio mette Dio in obbligo di prendersi cura di lui. (don Luigi Orione)

Saggezza popolare: Il riposo è più gradito dopo la fatica. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Dopo la disfatta di Caporetto il generale Cadorna, in preda alla disperazione, pensa al suicidio. Chiuso nella sua tenda ha già in mano la rivoltella quando vede entrare un frate che, in gesto minaccioso, alzando un dito con aria di disapprovazione, gli fa: «Andiamo, generale, voi non farete questa sciocchezza». Il frate sparisce. Le sentinelle non hanno visto nessuno. A guerra finita il generale, sentendo parlare di Padre Pio si reca in incognito a S. Giovanni Rotondo. Padre Pio è, in quell'epoca, sotto chiave ed agli ordini dei medici. È impossibile parlargli, riesce solo ad ottenere di vederlo passare lungo il corridoio mentre va con i fratelli a fare il ringraziamento. Nascosto in un angolo, il generale riconosce in Padre Pio il suo visitatore notturno; questi gli sorride e leva il dito con lo stesso gesto di quella sera, tra il burlesco e il minaccioso: «Generale, l'abbiamo scampata bella!».

Parola di Dio: 1Tm 6,2c-12; Sal 48; Lc 8,1-3

 

 

 

Vangelo Lc 8, 1-3

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni. Parola del Signore

 

"C'ERANO CON LUI I DODICI E ALCUNE DONNE… CHE LI ASSISTEVANO CON I LORO BENI". (Lc. 8,2-3)

Questa piccola notazione nel Vangelo di Luca ci dà meglio a comprendere non solo il modo di vita di questo gruppo, ma ci fornisce anche indicazioni preziose sugli atteggiamenti di Gesù. Egli vive in un mondo in cui la donna ha un ruolo molto subalterno rispetto all'uomo in quanto a potere, ruolo sociale, ma ha, come sempre, un grande compito nella guida della famiglia e, quindi, attraverso questa anche sull'uomo; in fondo, si potrebbe dire: la donna non conta niente, ma è lei che sotto sotto guida. Gesù, ufficialmente non ha fatto nessuna campagna per l'emancipazione della donna, non si è battuto perché avesse gli stessi diritti e poteri dell'uomo, ma con il suo atteggiamento ha espresso e fatto la migliore campagna a favore della donna. Provo a riassumere: Ha considerato la donna persona, soggetto pensante, degno di dialogo, e questo mentre molte scuole rabbiniche consideravano la donna più o meno alla stregua del campo e dell'asino, possesso dell'uomo. Gesù ha accolto tutte le donne che sono andate da Lui, non le ha etichettate anticipatamente. Parla con sua Madre come con l'adultera, con la samaritana e con la cananea, con Marta e con Maria ed ha con tutte un rapporto molto sereno. Gesù, permettendo che Maria di Magdala, Giovanna, Susanna e molte altre lo seguano e sostengano finanziariamente il gruppo dei dodici ricorda che il Regno che Lui è venuto ad annunciare è per tutti, senza alcuna distinzione di razza o di sesso. Anche Maria, la Madre di Gesù non ha fatto campagne in favore della donna, ha fatto la donna. Insegni Lei a uomini e donne il rispetto e la valorizzazione vicendevole.

 

SABATO 19 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gennaro;Sant’Abbone di Metz.

Una scheggia di preghiera:

LA TUA PAROLA SCENDA NEL PROFONDO DEL CUORE.

Hanno detto: Dalla più piccola cosa che faccio alla più grande prima penso e guardo che frutto ne nascerà, sia nei pensieri che nelle azioni. (Padri del deserto)

Saggezza popolare: Del lavoro fatto non pentirti mai. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Quando, anni fa, un prelato molto compito e molto mondano  chiese a Padre Pio,  se le stigmate lo facevano «davvero» soffrire, mettendo nella domanda una punta di malizia, lui rispose: «Ecche voi, tu? Te credi forse che Nostro Signore certe cose le mandi pe' giocacce a palletta?»

Parola di Dio: 1Tm 6,13-16; Sal 99; Lc 8,4-15

 

Vangelo Lc 8, 4-15

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: "Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto". Detto questo, esclamò: "Chi ha orecchi per intendere, intenda!". I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. Ed egli disse: "A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano. Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza. Parola del Signore

 

“CHI HA ORECCHIE, INTENDA”. (Lc. 8,8)

Questa frase che Gesù usa molte volte, specialmente dopo aver annunciato le parabole del regno ci fa capire alcune cose: Il Regno di Dio i annunciato a tutti ma non tutti sono in grado di intenderlo perché, come gli idoli si può avere orecchie e non intendere, oppure si possono avere orecchie e non farle funzionare, un po’ come avere un apparecchio radio ma spento, o avere orecchio ma non intendere perché non ci si vuoi sintonizzare sulle onde giuste. Per avere orecchie e Intendere bisogna: mettersi in ascolto; eliminare le interferenze (e sono tante: il modo di pensare del inondo, la nostra abitudine, l’egoismo..); ascoltare attentamente (noi corriamo il rischio di voler parlare subito noi, ma se parliamo non ascoltiamo più);  aderire alla parola lasciandola penetrare a fondo  in noi, lasciare che la parola agisca e porti il suo frutto ora il 30, ora il 60, ora il 100 per uno.

 

DOMENICA 20 SETTEMBRE: 25^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Kim, Paolo Chong e compagni; Santa Susanna.

Una scheggia di preghiera:

QUANTO SEI GRANDE SIGNORE ONNIPOTENTE E MISERICORDIOSO.

Hanno detto: Questa grazia battesimale è così grande, così importante, così vivificante per l'uomo, che anche se diventa eretico, non gli viene tolta fino alla morte, cioè fino al termine del periodo di prova fissato dalla Provvidenza, in modo da concedergli la possibilità di ravvedersi. (San Serafino di Sarov)

Saggezza popolare: La moglie del ladro non ride sempre. (prov. Sardo)

Un aneddoto: «Senza Padre Pio, Giovannino non sarebbe nato...». Gino, scaricatore al porto di Napoli, racconta. Sua moglie Francesca, non riuscendo a portare avanti la gravidanza, doveva essere sottoposta ad un intervento in cui avrebbe perso la vita il suo bambino. Disperata, aveva scritto al cappuccino stimmatizzato.  La vigilia dell'operazione era sola a letto e in lacrime, e vide un monaco vestito di bruno ritto ai piedi del letto. Il monaco sorrise, poi alzò il dito in atto minaccioso: «Tu non farai questa sciocchezza! Il fanciullo verrà al mondo, sarà un maschio, lo chiamerai Giovanni». Contro il parere dei medici e dei familiari Francesca non diede il consenso all'operazione. Ora portavano a S. Giovanni Rotondo il bambino, a farlo conoscere a Padre Pio. Questi carezza Giovannino, poi, rivolgendosi ai genitori in tono scherzoso: «Eh, avevo ragione?».

Parola di Dio: Sap 2,12.17-20; Sal 53; Gc 3,16_4,3; Mc 9,30-37

 

Vangelo Mc 9, 30-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: "Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà". Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni. Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: "Di che cosa stavate discutendo lungo la via?". Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: "Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti". E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: "Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato". Parola del Signore

 

"CHI ACCOGLIE UNO DI QUESTI BAMBINI NEL MIO NOME, ACCOGLI ME". (Mc. 9,37)  

Gesù usa la categoria bambino. Rifacciamoci ad essa: il bambino conta molto e poco. Molto perché è il futuro, poco perché non produce. I bambini non chiedono di nascere, li si può uccidere facilmente ancor prima che vengano al mondo, sono tanto cari da tener sulle braccia, ma proprio perché non dotati di logica e di “buon senso comune” spesso danno fastidio; hanno esigenze

ma non producono, hanno sempre bisogno di tutto.

Eppure Gesù si identifica con il bambino come si identificherà con chi ha fame, sete, con chi soffre ingiustizia. Accogliere Gesù significa allora comprendere il senso dell’incarnazione. Siamo noi che dobbiamo per primo sentirci bambini, figli di Dio ma bisognosi di tutto. La seconda cosa è quello di accogliere con scelta preferenziale chi è nella situazione di bisogno. Dalla teoria alla pratica: nelle nostre comunità chi conta di più? Nei nostri gruppi quale accoglienza hanno coloro che non hanno una determinata cultura? Quando mi seggo magari intorno ad una tavola, con in mano il Vangelo sono disposto ad accogliere l’intuizione, la sferzata che viene a me da uno più povero, più umile di me?

 

 

LUNEDI' 21 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Matteo; San Gerolfo.

Una scheggia di preghiera:

GESU' SEI MORTO PER NOI MENTRE ERAVAMO PECCATORI.

Hanno detto: E vanno gli uomini ad ammirare le vette dei monti, ed i grandi flutti del mare, ed il lungo corso dei fiumi, e l'immensità dell'oceano, ed il volgere degli astri.... e si dimenticano di se medesimi. (Sant'Agostino)

Saggezza popolare: Il non lavorare è motivo di mille mali. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Padre Pio era profondamente legato a sua madre, ed era sensibile a qualunque delicatezza le si usasse. I suoi figli spirituali lo sapevano, e spesso andavano a pregare sulla tomba di lei perché strappasse qualche grazia al figliuolo. Più di una volta si è assistito a questo dialogo: «Padre, siamo stati al cimitero a trovare sua madre». E lui sorridendo: «L'avete trovata la strada per ottenere quello che volete!».

Parola di Dio: Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13

 

Vangelo Mt 9, 9-13

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco elle imposte, e gli disse: "Seguimi". Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: "Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?". Gesù li udì e disse: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori". Parola del Signore

 

“IO NON SONO VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI, MA I PECCATORI”. (Mt. 9,13)

Oggi, festa di san Matteo Apostolo ed Evangelista, proviamo a pensare: Chi era Matteo prima dell’incontro con Gesù? Un “pubblico peccatore”, uno che “si contaminava” continuamente per il suo rapporto con i pagani e con il denaro, un “ladro” in quanto, proprio per il mestiere che faceva, aveva facoltà di aumentare le richieste di tasse e poteva tenersene una parte, un “collaborazionista” con i Romani, gli invasori di Israele. E Pietro chi era? Un arrogante ignorante che pretende di dettar legge a Gesù. E gli altri Apostoli? Degli arrivisti che litigano per il primo posto, dei paurosi che fuggono davanti alla prova, degli increduli, che anche davanti all’evidenza e alle testimonianze hanno ‘paura’  di credere al Risorto. Questa è la Chiesa, la Chiesa di Gesù, che Lui si è scelta, ha amato, curato, perdonato. Se ce ne rendessimo conto, avremmo capito dove e come ci manda Cristo, oggi. Ci manda ad offrire misericordia (la Sua e la nostra) a chi ha sbagliato. La Chiesa, allora, non è il popolo dei puri (siamo santi solo perché Lui è santo e ci fa partecipi della sua santità), ma è una comunità di “graziati”, di perdonati che a sua volta diventa casa accogliente per chi ha sbagliato, segno di una misericordia ancora più grande, quella di Dio. Altro che alzare nuovi steccati, creare nuove barriere, relegare i segni della salvezza solo a coloro che sono “puri”! Certo, la misericordia non è contraria alla verità; certo, il peccato e il male devono continuamente essere chiamati con il loro nome, ma a Dio importa il peccato o interessa il peccatore?, Si stizzisce per l’inosservanza delle norme o guarda alla persona? Gesù versa il suo sangue sulla croce per mandare all’inferno i peccatori o per redimere? Matteo e gli altri Apostoli, con tutti i loro peccati, le loro incapacità e incredulità, vengono cacciati da Gesù risorto, o con essi e su di essi fonda la sua Chiesa?

 

MARTEDI' 22 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Maurizio; San Costanzo; Sant’Ignazio da Santhià.

Una scheggia di preghiera:

DONACI, SIGNORE, LA PACE DEL CUORE.

Hanno detto: Sto diventando sorda. Un giorno forse non capirò più niente di quello che gli altri dicono. Ma che importa?

Sentirò sempre la voce dell'anima: è questa che conta. (Benedetta Bianchi Porro)

Saggezza popolare: Nessuno sia detto beato prima di essere sepolto. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Un bambino, figlio di un vigile urbano, invano desiderava da tanto tempo un trenino elettrico. Sotto l'Epifania il bambino, rivolgendosi al ritratto di Padre Pio appeso alla parete, gli fa una proposta: «Senti, Padre Pio, se mi fai avere un trenino elettrico, io ti porto un pacco di caramelle». Il giorno dell'Epifania, il babbo, che era un vigile urbano tra i doni che in questa ricorrenza si sogliono fare ai vigili, trovò un trenino elettrico. Trascorso qualche tempo, il bambino fu condotto dalla zia devota di Padre Pio a S. Giovanni Rotondo. Padre Pio, paterno e sorridente, dandogli un buffetto sulla guancia, gli chiede: «... e le caramelle, me le hai portate?».

Parola di Dio: Esd 6,7-8.12b.14-20; Sal 121; Lc 8,19-21

 

Vangelo Lc 8, 19-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, andarono a trovare Gesù la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: "Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti". Ma egli rispose: "Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica". Parola del Signore

 

“MIA MADRE E I MIEI FRATELLI SONO COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO E LA METTONO IN PRATICA".  (Lc. 8,21)

Ammetto che mi crea un certo senso di fastidio o per lo meno di imbarazzo, sentirmi chiamare “Padre”, come i termini “fratello e “sorella” usati fuori della famiglia mi sanno di piccole chiese o di conventi. Eppure Gesù (che pure ha invitato a non farsi chiamare “Padre”, “perchè uno solo è il Padre vostro celeste) ha creato una nuova parentela non più dettata da vincoli di sangue ma unicamente fondata sull’ascolto e la pratica della sua parola. Con questo Gesù pur non ripudiando la Madre e parenti, prende le distanze da qualunque legame il vincolo di parentela possa creargli ed afferma nell’aderire a Lui l’unico modo di entrare in legame con Dio, un legame questo talmente stretto che supera ogni vincolo umano e ci fa diventare talmente simili a lui che “chi ascolta voi, ascolta me e chi mi ha mandato”.

 

MERCOLEDI' 23 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pio da Pietralcina; San Lino.

Una scheggia di preghiera:

RENDICI, SIGNORE, GIOIOSI TESTIMONI DEL TUO REGNO.

Hanno detto:

Il Padre ha stabilito che ogni vittoria passi per la croce di Cristo. (Benedetta Bianchi Porro)

Saggezza popolare: Chi semina spine non vada scalzo. (prov. Sardo)

Un aneddoto: «L'altro giorno eravamo nell'orto - raccontò il dott. Sanguinetti – e Padre Pio, dopo averci fissato a lungo ad uno ad uno, ci domandò: «Sapete come si chiama il diavolo?» «Belzebù... satana... demonio... Lucifero...» rispondemmo. Ma lui sempre a scuotere la testa: «No... no... no ». «Padre, allora ce lo dica lei!» «Quando diciamo: Io, io faccio, io posso, io riesco. Io, io, io. Questo è il diavolo».

Parola di Dio: Esd 9,5-9; Cant. Tb 13; Lc 9,1-6

 

Vangelo Lc 9, 1-6

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: "Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi". Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni. Parola del Signore

 

“ESSI PARTIRONO ANNUNZIANDO DOVUNQUE LA BUONA NOVELLA OPERANDO GUARIGIONI”. (Lc. 9,6)

Mi sono chiesto che cosa significhi, per un cristiano di oggi essere missionario, anche perché stando al Vangelo è impossibile essere cristiani senza essere missionari. Ho abbozzato alcune risposte.

Potrebbe essere per tutti il partire, l’andare a predicare casa per casa, un po’ come intendono i Testimoni di Geova?

Potrebbe essere l’organizzare, nel nome della fede, delle iniziative umanitarie che coinvolgano un po’ tutti i cristiani?

Che cosa ha fatto Gesù?

Non ha fondato scuole di predicatori, non ha creato fondazioni umanitarie per abolire la fame del mondo: ha convinto alcuni cuori, che riconoscendo con gioia in Lui il Salvatore, hanno cominciato a dirlo con parole e con fatti ad altri. Se io incontro un prete mestierante, un cristiano che non ha niente da dire se non riti e abitudini, una istituzione umanitaria ormai spenta, di certo non scopro la novità di Cristo. Ma se incontro un prete peccatore ma innamorato di Gesù, un cristiano magari neanche troppo pio ma disponibile a condividere una sofferenza e una gioia, un’organizzazione che cerca di aiutare l’uomo senza perdersi in troppi burocratismi, il Vangelo lo vedo vissuto.

GIOVEDI' 24 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Stefania, San Gerardo di Casnad.

Una scheggia di preghiera:

SENZA DI TE, SIGNORE, NON POSSIAMO NULLA.

Hanno detto: Le cause dell'ira sono: dare e ricevere, fare la propria volontà, amare di farsi maestri e credersi sapienti. (Abba Mosè)

Saggezza popolare: Marito tirchio, moglie ladra. (prov. Sardo)

Un aneddoto: C'era una volta un uomo che possedeva un asino ed un cavallo. Un giorno, mentre stavano viaggiando, l'asino si lamentò con il cavallo: «Non ce la faccio più!

Prendi un po' del mio carico, se non vuoi vedermi morto!».

Ma il cavallo non ne volle sapere. E così l'asino stramazzò e morì. Allora il padrone passò sul dorso del cavallo tutto il carico ed in più anche la pelle dell'asino!

Il cavallo non osò rivoltarsi, ma tra sé pensò e disse: «Povero disgraziato!

Per aver rifiutato di portare un po' del peso dell'asino, adesso sono costretto a portarlo tutto e, in più, anche la pelle del somaro!».

Parola di Dio: Ag 1,1-8; Sal 149; Lc 9,7-9

 

Vangelo Lc 9, 7-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il tetrarca Erode sentì parlare di tutto ciò che accadeva e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: "Giovanni è risuscitato dai morti", altri: "E' apparso Elia", e altri ancora: "E' risorto uno degli antichi profeti". Ma Erode diceva: "Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?". E cercava di vederlo. Parola del Signore

 

“ERODE CERCAVA DI VEDERLO”. (Lc. 9,9)

Erode aveva avuto nella sua vita molte occasioni per vedere la volontà di Dio su di lui. Il fatto stesso di essere re lo inseriva direttamente nell’alleanza tra Dio e il suo popolo. Giovanni Battista gli aveva parlato a nome di Dio, ma lui per paura di una donna lo aveva fatto uccidere. Ora sente parlare di Gesù, dei suoi miracoli, ma, anche in questo caso, il suo interesse si ferma alla curiosità, al desiderio di facile miracolismo. Nella nostra società ci sono tanti Erodi alla ricerca di segni che però, spesso, degradano nella curiosità e nella superficialità. Provate a prendere in mano un quotidiano qualsiasi o un settimanale. Si può dire che non ci sia numero nel quale non si parli di Chiesa, di miracoli, di esoterismi vari. Ma l’interesse dov’è? Curiosità, fantastico, sensazionale, scandali. Sembra interessi di più un “miracolo di Padre Pio” che non la fede nel Dio in cui Padre Pio credeva. Interessa e incuriosisce di più il messaggio di qualche “veggente” che non il Regno di Dio annunciato nel Vangelo. Gesù passa anche oggi vicino a noi, ci parla, compie miracoli, ma se dalla curiosità non passiamo alla fede c’è il rischio di non incontrarlo, anzi, come è successo a Erode, di condannarlo.

 

VENERDI' 25 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa Coudrec; San Domenico in Soriano.

Una scheggia di preghiera:

CREDO IN TE, SIGNORE.

Hanno detto:

Comportiamoci come tempio di Dio, perché si veda che Dio abita in noi. (San Cipriano)

Saggezza popolare:

Nell'interno di un monte si può entrare, nel cuore di un uomo no! (prov. Sardo)

Un aneddoto: Durante un'ispezione un colonnello si fermò, squadrò il soldato da capo a piedi e gli disse con durezza: «Abbottona la tasca, soldato!». Il soldato, assai confuso, balbettò: «La devo abbottonare subito, signor colonnello?».

«Sì, immediatamente!». Allora il soldato si avvicinò cautamente e abbottonò il risvolto del taschino della camicia del colonnello.

Parola di Dio: Ag 1,15b - 2,9; Sal 42; Lc 9,18-22

 

Vangelo Lc 9, 18-22

Dal vangelo secondo Luca.

Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: "Chi sono io secondo la gente?". Essi risposero: "Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto". Allora domandò: "Ma voi chi dite che io sia?". Pietro, prendendo la parola, rispose: "Il Cristo di Dio". Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. "Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno ". Parola del Signore

 

“VOI CHI DITE CHE IO SIA?”. PIETRO RISPOSE: “IL CRISTO DI DIO”. (Lc. 9,20)

Ciascuno di noi, con ogni probabilità, giunge, come Pietro, a rispondere alla domanda di Gesù: “Voi chi dite che io sia?”, “il Cristo di Dio”. Ma che cosa significa per noi credere che Gesù sia il Cristo? La parola Cristo significa l’unto, l’incaricato di Dio, il Messia promesso, il Figlio di Dio, il Salvatore. Ma dietro questa parola possono celarsi diversi modi di intenderla. Gli apostoli si aspettavano prevalentemente un Messia politico, liberatore dal dominio romano, restauratore di Israele, riformatore sociale e religioso. Noi possiamo aspettarci un Cristo liberatore dai mali dell’uomo, instauratore di Chiese, un Cristo legislatore, moralista, giudice, distributore di paradisi. Gesù, invece, è il Cristo di Dio, perché ama, dà la vita, diventa il servo sofferente, sale su una croce. Instaura sì il Regno di Dio ma non basato sulla potenza, l’imposizione, gli onori. il suo è Regno di umili, di poveri, regno di verità non imposte, regno di una morale che nasce unicamente dall’amore, regno di servizio. E’ abbastanza facile, a parole, dire “Credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio” ma noi accettiamo Gesù com’è: perdente, crocifisso che chiede a noi di prendere parte alla sua passione e morte e poi alla sua risurrezione gloriosa?

 

SABATO 26 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Cosma e Damiano;Sant’Eusebio di Verona.

Una scheggia di preghiera:

PIETA' DI NOI, SIGNORE!

Hanno detto: Signore, concedimi di parlare senza ipocrisia, di temere senza disperazione, di sperare senza presunzione, di correggere senza collera, di soffrire senza lamento. (S. Tommaso d'Aquino)

Saggezza popolare: Chi ha la testa di vetro non scagli pietra nella casa altrui. (prov. Sardo)

Un aneddoto: “Non posso germogliare adesso”, disse il piccolo seme sepolto da una gelida coltre di neve. “Ma io sono vivo, e quando il sole scioglierà la neve e scalderà le zolle, germoglierò. Si tratta solo di aspettare”. “Anch’io devo aspettare”, disse una giovane marmotta che si apprestava ad andare in letargo. “Ma a primavera mi sveglierò e correrò sui prati verdi e ammirerò la tua fioritura”. “Aspetto anch’io il ritorno della primavera”, pigolò l'uccellino intirizzito dal freddo tra i cespugli. “E allora canterò canzoni nuove”. “Aspetto anch’io”, disse la terra coperta di sterpi e di neve, “passerà l’inverno e tornerà a splendere il sole col suo tepore. Torneranno le rondini, gli alberi si copriranno di gemme e i prati fioriranno. Si tratta solo di aspettare. Come in tutte le cose”.

Parola di Dio: Zc 2,5-9.14-15a; Cant. Ger 31,10-12b.13; Lc 9,43b-45

 

Vangelo Lc 9, 44-45

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre tutti erano pieni di meraviglia per tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: "Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini". Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento. Parola del Signore

 

“MA ESSI NON COMPRENDEVANO”. (Lc. 9,45)

Uno dei motivi che mi aiutano maggiormente a comprendere la veridicità dei racconti del Vangelo è che i suoi autori non hanno avuto tentennamenti nel dire che i dodici apostoli stentavano a capire e che anche Maria, la Madre di Gesù non comprendeva. Essere cristiani, discepoli di Cristo, non significa aver capito tutto. Dopo il battesimo, dopo il catechismo, dopo anni che magari sei prete ed hai predicato ad altri Gesù, non hai la garanzia di sapere tutto, ogni giorno anche tu, come tutti gli altri, sei alla ricerca davanti al mistero di Gesù, puoi incorrere in errori, devi ancora e sempre interrogarti. Anche il ministero della Chiesa, pur con la sua infallibilità sui dogmi della fede, non è esente dalla ricerca, dagli errori temporali, dalla gioia di un incontro sempre nuovo con il suo Salvatore. Mettersi a seguire Cristo non è trovare automaticamente Lui e le risposte ad ogni quesito e aspetto della vita, è invece la bellissima e gioiosa avventura del tentare e ritentare, dell’aprirsi a Lui ogni giorno. E, notiamolo, Gesù non si spaventa delle incomprensioni e degli errori degli apostoli, non li caccia via perché non ci arrivano, continua a camminare con loro, si fida ugualmente di loro, affida se stesso e la sua Parola a loro.

 

 

DOMENICA 27 SETTEMBRE: 26^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: San Vincenzo de Paoli; Sant’Adolfo.

Una scheggia di preghiera:

GESU' BENEDICI CHIUNQUE OPERA IL BENE.

Hanno detto: La perfezione dell'uomo consiste proprio nello scoprire le proprie imperfezioni. (S. Agostino)

Saggezza popolare: Molte leggi, popolo misero. (prov. Sardo)

Un aneddoto: In un paese di questo mondo la gente si era proprio stancata delle regole. Tutto era comandato: a che ora dovevano alzarsi, a che ora dovevano essere sul posto di lavoro. Agli scolari veniva prescritto a che ora cominciava la scuola e quando potevano tornare a casa. E poi dovevano portarsi un fazzoletto, lavarsi i denti, avere le mani pulite, attraversare la strada sulle strisce, non camminare in mezzo alla strada. Veramente, le regole erano tante e per tutti, grandi e piccoli; perciò la gente si mise d'accordo e decise: "D'ora in avanti non ci saranno più regole. Che bello!".

Naturalmente la scuola rimase vuota, perché i ragazzi preferivano andare a giocare. La gente metteva i tavoli in mezzo alla strada perché lì c'era più sole. I giovani alzavano gli stereo al massimo volume, ventiquattro ore su ventiquattro. Quando la gente voleva andare a dormire, gli altoparlanti continuavano a trasmettere musica a tutta forza. Era una gran confusione!

Nel pieno della notte, un uomo si mise a suonare le campane della chiesa. La gente accorse sulla piazza e quando tutti furono riuniti alcuni esclamarono: "No, così non possiamo più vivere!".

"No, così non possiamo più vivere!", risposero tutti. "Dobbiamo avere delle regole. Sì, vogliamo di nuovo avere delle regole!", ripeté in coro tutta la gente. Da quel giorno in quel paese tornò la vita, la pace, la libertà e la gioia.

Parola di Dio: Nm 11,25-29; Sal 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48

 

Vangelo Mc 9,38-43.45.47-48

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni rispose a Gesù dicendo: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri". Ma Gesù disse: "Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi. Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Parola del Signore

 

“NON C’E' NESSUNO CHE FACCIA UN MIRACOLO NEL MIO NOME E SUBITO DOPO POSSA PARLARE MALE DI ME”.  (Mc. 9,39)

Lo spirito del campanilismo è sempre forte anche oggi nella vita della Chiesa. E anche oggi è forte la tentazione di giudicare, bandire coloro che non la pensano come noi. Ma Gesù è il fratello di tutti. Non è venuto per condannare, ma per salvare. Dio non fa distinzione di persone ma a ciascuno dà un dono particolare. Non è una tessera di appartenenza che rende cristiani ma lasciare che lo Spirito operi là dove vuole e come vuole. Se invece di arroccarci attorno alla difesa di una presunta verità, ci rendessimo attenti a cogliere l’opera dello Spirito nel mondo, giudicheremo di meno, saremo più disponibili a cogliere i segni del bene e saremo anche più sereni e certamente meno arrabbiati con gli altri e con noi stessi.

 

LUNEDI' 28 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Venceslao; San Lorenzo Ruiz e compagni.

Una scheggia di preghiera:

SII TU, GESU', IL GUSTO DEL NOSTRO VIVERE.

Hanno detto: Abbi pietà di me, Signore! Non ti nascondo le mie ferite. Tu sei il medico, io sono il malato; tu sei misericordioso, io infelice. (S. Agostino)

Saggezza popolare: Col vento in favore, ognuno sa navigare. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Mal sopportava la palla di essere battuta e rotolata nel fango e di non potersi fermare in nessun luogo; all'incudine invece dispiaceva di stare sempre ferma sotto i colpi. Perciò trattarono con l'uomo, affinché egli, che in simili faccende è come un dio capace di donare molteplici forme, mutasse l'incudine in palla e la palla in incudine. "Questo cambio non si adatta a voi" – disse l'uomo – "ma se siete d'accordo, farò dall'incudine marre, rastrelli e zappe". Preferisco – disse quella "conservare la dimensione e il peso che ho; e a te, o palla, do questo consiglio: accontentati di tenere gli uomini avvinti nel gioco e nell'ammirazione di te, saltando e volando" (Leon Battista Alberti)

Parola di Dio: Zac. 8,18; Sal. 101; Lc. 9,46-50

 

Vangelo Lc 9, 46-50

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: "Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande". Giovanni prese la parola dicendo: "Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci". Ma Gesù gli rispose: "Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi ". Parola del Signore

 

“MAESTRO, ABBIAMO VISTO UN TALE CHE SCACCIAVA DEMONI NEL TUO NOME E GLIELO ABBIAMO IMPEDITO, PERCHÉ NON ERA CON NOI, TRA I TUOI SEGUACI”. (LC. 9,49)

Dalle comunità primitive fino alle nostre comunità odierne sempre c e stato il problema dell’identità. “Io sono di Paolo, io di Pietro, io di Apollo” dicevano nella comunità di Corinto. “Io sono del prete tale, del movimento talaltro” si dice oggi passando facilmente sopra al fatto che siamo tutti di Cristo, unico Salvatore. Ma quello che è ancora peggio è che ogni fazione pensa di avere in esclusiva la strada della salvezza, e così ogni gruppo vuole impedire all’altro di ricevere e manifestare i doni di Dio. Dio ama tutti gli uomini e li rispetta al punto da tracciare per ognuno una strada personale. Siamo estremamente sciocchi quando vogliamo buttare via questa quantità di doni. Per stare ad un famoso esempio di S. Paolo bisogna che ogni parte del corpo funzioni bene e compia la sua parte perché tutto il corpo sia armonico. Sarebbe assurdo, perché io sono mano, pretendere che l’occhio o l’orecchio diventino mano.

 

MARTEDI' 29 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele

Una scheggia di preghiera:

ANGELI DI DIO CUSTODITEMI NELLA FEDE.

Hanno detto: Sono nostri benefattori coloro che ci fanno conoscere i nostri difetti. (Curato d'Ars).

Saggezza popolare: La volpe ha fatto voto di partorire un coniglio, ma quando ha visto il figlio era volpe lo stesso. (prov. Sardo)

Un aneddoto: Ecco la preghiera di un gruppo di giovani lituane rinchiuse in un lager siberiano: La stanchezza, la debolezza hanno stretto i nostri cuori. Non abbiamo nè alimento spirituale, nè riposo necessario per il corpo, nè conforto. La nostalgia, l'attesa e la schiavitù ci stanno soffocando. Gesù misericordioso, imploriamo la tua compassione, ci stringiamo al tuo costato aperto, Cuore più misericordioso e infiammato d'amore, stringici con i legami di pietà,  di amore e di unione. Aiutaci a tornare presto nella nostra terra, perché possiamo adempiere meglio, sempre meglio ai compiti assegnatici dal Creatore. Amen

Parola di Dio festa Santi Arcangeli: Dn. 7,9-10.13-14 opp. Ap. 12.7-12; Sal 137; Gv. 1,47-51

 

Vangelo Gv 1, 47-51

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico". Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!". Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". Parola del Signore

 

“VEDRETE IL CIELO APERTO E GLI ANGELI DI DIO SALIRE E SCENDERE SUL FIGLIO DELL’UOMO”. (Gv. 1,51)

I tre Arcangeli che festeggiamo oggi sono il segno della presenza di Dio, nella storia del suo popolo.

Michele: “chi come Dio?” è colui che combatte il nemico e protegge il popolo di Dio. Allora lo invoco nella lotta quotidiana contro le tentazioni e il male.

Gabriele: “la forza di Dio” è il messaggero dei progetti di Dio. Chiedo il suo aiuto perché la Parola di Dio sia segno di gioia e salvezza per me e perché la mia vita possa essere buon annuncio dell’amore di Dio.

Raffaele: “Dio lo ha curato” è colui che accompagna nel cammino della vita, e allora lo invoco perché i miei passi quotidiani siano indirizzati verso Colui che mi viene incontro per salvarmi.

 

MERCOLEDI' 30 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo; Sant’Amato di Nusco.

Una scheggia di preghiera:

VIENI NEL NOSTRO CUORE, SIGNORE GESU'.

Hanno detto: I martiri nascono quando muoiono. (S. Pietro Crisologo)

Saggezza popolare: Chi bastona il suo cavallo, fa il proprio danno. (prov. Veneto)

Un aneddoto: Un uccellino sogna di volare. Sbatte le ali, ma ha paura di sollevarsi in aria.  Un giorno, un uccello gli chiede: "perché non provi?

Hai le ali per farlo!"

Questi risponde: "ho le ali, è vero, ma ho anche molta paura."

Avere gli strumenti giusti per realizzare un sogno alla nostra portata non basta se non si ha anche il coraggio di realizzarlo.

Parola di Dio: Ne 2,1-8; Sal 136; Lc 9,57-62

 

Vangelo Lc 9, 57-62

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale gli disse: "Ti seguirò dovunque tu vada". Gesù gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". A un altro disse: "Seguimi". E costui rispose: "Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre". Gesù replicò: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio". Un altro disse: "Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa". Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio". Parola del Signore

 

“IL FIGLIO DELL’UOMO NON HA DOVE POSARE IL CAPO”. (Lc. 9,58)

Fa impressione pensare che Gesù, Figlio di Dio, Signore dell’universo, non abbia un posto dove posare il capo. Questo ci indica, prima di tutto, l’ansietà di Dio nel venirci a cercare, poi il distacco di Gesù dalla materialità delle cose e soprattutto il suo desiderio di trovare dimora presso il nostro cuore. A Gesù non serve una casa, non servono neppure le chiese se dietro non ci sono dei cuori disposti ad accoglierlo. Gesù cerca noi. E viene a noi come un povero. Ma viene a noi per portarci se stesso, cioè tutto. Non preoccupiamoci neppure se la nostra casa è in perfetto ordine o se è ancora solo un tugurio; a mettere in ordine ci penserà Lui se noi lo accogliamo. Pensiamo a Zaccheo, quell’esattore delle tasse anche un po’ ladro, che una volta accolto Gesù in casa sua riesce a cambiar vita e a restituire il maltolto.

     
     
 

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