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SCHEGGE E SCINTILLE

         PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
          DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

AGOSTO 2015

 

SABATO 1 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori; San Giovanni da Rieti, San Leo.

Una scheggia di preghiera:

DIO DI MISERICORDIA A TE CI AFFIDIAMO.

Hanno detto: La confessione allevia il peccato, mentre la dissimulazione lo aumenta. La confessione manifesta infatti la disposizione alla riparazione, la dissimulazione invece alla ostinazione. (Tertulliano)

Saggezza popolare: E facile dir male dell'arte, ma difficile è impararla.

Un aneddoto: Io mi ricordo che c’era una clessidra in casa di mio padre… La sabbia scorre attraverso un forellino così sottile che all’inizio sembra che il livello della parte superiore non debba cambiare mai. Cominciamo ad accorgerci che la sabbia scorre via solo verso la fine. Ma prima di allora ci vuole tanto… che non vale la pena di pensarci. Poi all’ultimo momento, quando non c’è più tempo, ci si accorge che è troppo tardi… ci si accorge che è troppo tardi per pensarci. (Gustav von Aschenbach)

Parola di Dio: Lv 25,1.8-17; Sal 66; Mt 14,1-12

 

Vangelo Mt 14, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui". Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!". Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta. Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista". Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù. Parola del Signore

 

“ERODE DICEVA: COSTUI E’ GIOVANNI BATTISTA RISUSCITATO DAI MORTI. (Mt. 14,2)

Quasi a conferma della meditazione di ieri, il brano evangelico odierno ci fa vedere che la paura per quanto aveva commesso, fa vedere Gesù, ad Erode, come un Giovanni Battista redivivo. Erode è uno che si crede potente e come tutti i potenti vive nella paura di perdere il suo potere; questa paura, il voler apparire, ed anche una dose abbondante di imbecillità (che di solito accompagna sempre i potenti di questa terra), lo portano ad agire con violenza, qualche volta anche contro se stesso. Giovanni Battista è stato ucciso perché dava fastidio ma soprattutto per salvare la faccia, ma la paura di quanto ha fatto, la consapevolezza di aver toccato forze più grandi di se stesso, ora fa vedere Giovanni ancora vivo. La paura!

Quante immagini distorte di Dio ha ingenerato la paura! Certamente Dio è più grande di noi, è il Misterioso, di lui dobbiamo avere rispetto. Aver timor di Dio è riconoscere a Dio la proprietà di essere Dio e riconoscere in noi l’essenza di creature. Ma questo non vuol dire avere paura di Dio, specialmente del Dio Padre buono rivelato da Gesù. La paura di Dio spesso ha reso la nostra immagine di Dio come quella di un padrone spietato, neppure certe pagine della Bibbia sono esenti da queste immagini dettate dalla paura. Le cattive religioni poi, si sono sempre servite delle paure per imporre se stesse e i propri interessi; la paura di sbagliare ha creato gli integralismi, la paura del nuovo ha creato inquisizioni e roghi, la paura della vera libertà ha fatto nascere moralismi tutt’altro che evangelici. La paura poi ingenera sempre l’ipocrisia, il nascondersi dietro a formalismi e stupidaggini per sentirsi buoni, a posto, salvati, degni del paradiso. Eppure Gesù è venuto per liberare l’uomo. Gesù risorto continua ad augurare la pace, Gesù dice agli apostoli non abbiate paura e anche davanti all’annuncio di future persecuzioni dice loro: “Non li temete”. Gesù dice che Dio è venuto a cercare i peccatori non per fulminarli, ma perché si ravvedano e siano salvi. Non c’è nemico più grande contro cui Gesù si sia scagliato che l’ipocrisia, il formalismo religioso. No!

Il nostro Dio non è il Dio davanti a cui tremare, fare i conti delle botte che ci aspettano. Se il figliol prodigo avesse avuto questa idea di suo padre, pensate che sarebbe bastata la fame per farlo tornare a casa?

 

DOMENICA 2 AGOSTO: 18^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Eusebio di Vercelli; San Pietro Giuliano Eymard.

Una scheggia di preghiera:

MOSTRACI IL TUO VOLTO, SIGNORE E SAREMO SALVI.

Hanno detto: Sopportare la morte per rinascere, non è poi cosa difficile. (Fritz Perls)

Saggezza popolare: Anche un bastone storto può far camminare dritto.

Un aneddoto: Forse, ogni tanto, bisognerebbe proprio che qualcuno dei bambini che conosciamo, stufi marci di sentirsi chiedere in continuazione “Che cosa vuoi fare da grande?”, ci prendesse in disparte e, senza tanti giri di parole, ci chiedesse: “Ma tu, piuttosto, tu, si può sapere cosa hai fatto tu da grande? Che cosa ne è stato di quel senso di infinito che ti prendeva ogni anno, alla fine della scuola, davanti alla distesa sterminata di un’intera estate? Che cosa ne hai fatto dei tuoi sogni, ma quelli veri, quelli che contano: gli specchi da attraversare, i mondi alla rovescia, i paesi delle meraviglie, i rifugi segreti, gli amici immaginari, i voli, tutte quelle cose che ti stanno dentro, e ti nutrono l’anima, e ti fanno sentire voluto bene da te… Che cosa ne hai fatto, tu, del tuo tempo?” (Lella Costa)

Parola di Dio: Es 16,2-4.12-15; Sal 77; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35

 

Vangelo Gv 6, 24-35

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Trovatolo di là dal mare, gli dissero: "Rabbì, quando sei venuto qua?". Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo". Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?". Gesù rispose: "Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato". Allora gli dissero: "Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo". Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi da  il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e da  la vita al mondo". Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane". Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete". Parola del Signore

 

“VOI MI CERCATE PERCHE' AVETE MANGIATO QUEI PANI E VI SIETE SAZIATI”. (Gv. 6,26)

Gesù sa che c’è il pericolo che la gente lo segua non per fede, ma per sete di miracoli. E il rischio è lo stesso anche oggi: cercare una religione per assicurarsi un paradiso, andare da Gesù quando si ha bisogno di una grazia, sperare in un Signore che risolva Lui i nostri problemi, che con qualche bel miracolo ci tolga dai nostri fastidi. Gesù non è un’agenzia di assicurazioni, un mago buono e neanche uno che si possa comprare con qualche preghiera o con qualche raccomandazione. Gesù è il Figlio di Dio, è “il pane che non perisce”. Non si va da Gesù per un miracolo, si va da Gesù per Lui, per incontrarlo, per lasciarci salvare per amarlo; il vero miracolo sarà non tanto una piccola grazia del momento ma il cambiamento del cuore che poco per volta diventerà come il suo.

 

LUNEDI' 3 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lidia; San Nicodemo.

Una scheggia di preghiera:

GRAZIE, SIGNORE, PERCHE' DI ME TI RICORDI.

Hanno detto: La gioia non sta nelle cose, ma in noi. (Richard Wagner)

Saggezza popolare: Quel che chiude il cuore è più aspro di quel che chiude la mano.

Un aneddoto: Scrive un bambino: Io non capisco le persone grandi, perché sono sempre frettolose e non hanno il tempo di rispondere  a delle domande o di raccontare una storia. Perché quando sono cattivo mi minacciano con una iniezione e quando sono malato mi dicono invece che una iniezione mi farà bene. Io non capisco le persone grandi, perché mi chiedono di essere buono e poi mi regalano per giocare rivoltelle archi e frecce. Perché ogni volta che mi dicono bugie me ne rendo conto e soffro molto. Io non capisco le persone grandi, perché quando faccio qualcosa di male mi dicono che non mi vogliono più bene ed io ho molta paura che finiscano col non volermi più bene sul serio.

Parola di Dio: Nm11,4b-15; Sal 80; Mt 14,13-21

 

Vangelo Mt 14, 13-21

Dal vangelo secondo Matteo

Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città.

Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". Ma Gesù rispose: "Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare". Gli risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci!". Ed egli disse: "Portatemeli qua". E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Parola del Signore

 

"DATE LORO DA MANGIARE" "NON ABBIAMO CHE CINQUE PANI E DUE PESCI”. (Mc. 14,16-17)

Gesù per operare un miracolo non parte dal nulla, non cambia le pietre in pane come gli aveva suggerito il diavolo nel deserto. Dio per fare i miracoli vuol servirsi di poca cosa ma data dagli apostoli. Il miracolo non avviene se alle spalle non c'è un atto di fede, di amore e di donazione. Gli apostoli come noi sanno fare bene i conti: "Che cosa sono pochi pani per tanta gente?" "Che cosa vale che io mi comporti con amore davanti a tanto odio?" "Non sarò io con le mie poche cose a cambiare il mondo". Ed ecco che come gli apostoli anche noi siamo tentati di chiudere: "Mandali a casa!" No, ci risponde il Signore, ho bisogno di te, della tua nullità, ho bisogno che tu riconosca quanto poco puoi ma che tu abbia il coraggio di partire lo stesso. Imparerai due cose: a donare e che il Signore ti da il privilegio di servirsi di te e della tua miseria fa cose grandi.

 

MARTEDI' 4 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Maria Vianney; San Tertulliano.

Una scheggia di preghiera:

SOSTIENICI, SIGNORE, NELLA LOTTA CONTRO IL MALE.

Hanno detto:

Io non ti amo perché ho bisogno di te, ma ho bisogno di te perché ti amo. (Erich Fromm)

Saggezza popolare: La crudeltà è un tiranno accompagnato sempre dalla paura.

Un aneddoto: Un frate di buon appetito, non sopportando i severi e lunghi digiuni del convento, aveva trovato un espediente per alleviare un poco il disagio: andava nella sua cella con la scusa di meditare e con un piccolo padellino si friggeva le uova al fuoco della candela e se le mangiava. La cosa andò avanti per un pezzo, finché l'odore non tradì il religioso che fu visto dal frate guardiano da un buco della porta. Al bussare del superiore il fraticello aprì e, colto sul fatto, per scusarsi, cominciò a dire che era stata l'astuzia del demonio a suggerirglielo e aveva dovuto cedere all'irresistibile e continua tentazione. Il diavolo, che se ne stava nascosto sotto il tavolo, uscì fuori protestando: "Questo non te l'ho insegnato io! Sono io che l'ho imparato da te!". Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana e non sono sicuro della prima. (Albert Einstein)

Parola di Dio: Nm 12,1-13; Sal 50; Mt 14,22-36

 

Vangelo Mt 14, 22-36

Dal vangelo secondo Matteo.

In quei giorni, dopo che ebbe saziato la folla, Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "E' un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Pietro gli disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: “Tu sei veramente il Figlio di Dio!”. Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano.

 

“I DISCEPOLI FURONO TURBATI E DISSERO: E' UN FANTASMA!” (Mt. 14,26)

Quando è la paura a guidare la nostra vita perfin Dio diventa un fantasma.

Quando penso che Dio è da tener buono perché poi mi giudicherà, Dio è diventato 'fantasma' perché ha perso la sua caratteristica che è la misericordia e l'amore e fare il bene è diventato “un duro dovere” perché bisogna obbedire come schiavi. “Non temete,  sono io!”. Non è un fantasma ma un Dio che ci viene incontro in mezzo alle nostre tempeste e non viene per spaventare, per portarci via qualcosa, è addirittura disponibile a farci camminare sul mare (sul male), ma non dobbiamo aver paura, se no con il povero Pietro affondiamo.

 

MERCOLEDI' 5 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Osvaldo; Sant’Emidio.

Una scheggia di preghiera:

PIETA' DI ME, SIGNORE, FIGLIO DI DAVIDE.

Hanno detto: Tu non sei nessuno finché nessuno ti ama. (S.Teresa di Lisieux)

Saggezza popolare: Parla col cuore e anche i sordi ti capiranno.

Un aneddoto: Il padre Cassiano raccontò: «Mi recai in Egitto assieme al santo Germano da un anziano che ci ospitò. Gli chiedemmo: – Come mai nell’ospitare dei fratelli forestieri non osservate la regola del digiuno quale l’abbiamo ricevuta in Palestina?

Il digiuno è sempre con me – rispose – mentre non posso trattenere voi con me sempre. Il digiuno è certo utile e necessario, ma dipende dalla nostra scelta, mentre la legge di Dio esige l’adempimento della carità come dovere assoluto. Poiché in voi accolgo Cristo, devo servirvi con tutto il mio zelo; quando vi avrò congedati, potrò riprendere la regola del digiuno. Non possono i figli del talamo digiunare finché lo sposo è con loro. Quando lo sposo sarà loro tolto, allora per forza digiuneranno.

Parola di Dio: Nm 13,1-3a.25-14,1.26-30.34-35; Sal 105; Mt 15,21-28

 

Vangelo Mt 15, 21-28

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio". Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli gli si accostarono implorando: "Esaudiscila, vedi come ci grida dietro". Ma egli rispose: "Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele". Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: "Signore, aiutami!". Ed egli rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini". "E' vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni". Allora Gesù le replicò: "Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri". E da quell'istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore

 

GESU' DISSE: “NON E' BENE PRENDERE IL PANE DEI FIGLI PER DARLO AI CAGNOLINI…”.

(Mt. 15,28)

Le prime volte che, leggevo il racconto di questa donna Cananea, la frase che proprio mi dava più fastidio era proprio questa: come, il buon Gesù venuto per salvare tutti, lui che dice di non giudicare nessuno si permette di dare del “cane” a una donna straniera che chiede aiuto, solo perché non fa parte del “popolo eletto” quello stesso popolo che poi lo metterà - in croce? Ho poi capito che questa frase invece di essere una affermazione era solo una provocazione per mettere in evidenza la fede di questa donna che supera di gran lunga la fede dei buoni e che rispondendo umilmente ma “a tono”, senza nulla perdere della sua dignità, strappa il miracolo che aveva tanto a cuore. E allora imparo: da parte mia, il non pregare, il non chiedere a Gesù qualcosa perché sono peccatore è poi proprio umiltà o è estremo orgoglio di chi sapendosi peccatore non crede alla misericordia di Dio che supera il peccato?

 

 

 

 

 

GIOVEDI' 6 AGOSTO: TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: San Giordano; Santi Giusto e Pastore.

Una scheggia di preghiera:

IL SIGNORE REGNA, E' IL DIO DI TUTTA LA TERRA.

Hanno detto:

Se uno è senza famiglia accoglilo nella tua e con lui entrerà anche Dio. (Don Oreste Benzi)

Saggezza popolare: Il cuore umano è come una macina: se vi mettete sotto del grano lo riduce in farina; se non vi mettete del grano, macina se stesso.

Un aneddoto: A chi gli domandava come si potesse sconfiggere la violenza, Francesco D’Assisi rispose: «Perché aggredire le tenebre? Basta accendere una luce, e le tenebre fuggono spaventate». Cosa può voler dire per noi, oggi, «accendere la luce?» Non è con l’aggressione che si combatte il male è con la conoscenza e la fiducia in Dio!

Parola di Dio: Dn 7,9-10.13-14 opp. 2Pt 1,16-19; Sal 96; Mc 9,2-10

 

Vangelo Mc 9, 2-10 

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!". Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: "Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!". E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti. Parola del Signore

 

"QUESTI E' IL FIGLIO MIO PREDILETTO, ASCOLTATELO". (Mc. 9,7)

Nella trasfigurazione di Gesù c'è un po' tutta la Bibbia e un po' tutto il presente e il futuro della vita. Il Monte e Mosè ci richiamano l'Antica Alleanza, Elia, l'amicizia di Dio con noi attraverso la profezia; il volto brillante di Gesù e le vesti splendenti come la luce, lo splendore della divinità e la luce che diventa guida: le tre tende la Trinità... E' Cristo che dà la prova di se stesso; è Dio che conferma Gesù e noi nella sua missione, è sguardo al futuro dell'uomo che potrà vedere il volto di Dio; è figura dell'Eucaristia, pane "trasfigurato", è impegno a trasfigurarci nel prossimo. Ma quello che mi colpisce di più (anche perché è sempre la cosa più difficile da realizzare) è quel "Ascoltatelo". Ascoltare il Cristo non è sedersi e sentire una lezione, è lasciarsi penetrare da Lui che è la Parola, è lasciarsi cambiare, "trasfigurare" il cuore; è un ascolto che non diventa conoscenza solo intellettiva ma che diventa pensare come Lui e vivere come Lui.

 

VENERDI' 7 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Sisto II e compagni; San Gaetano.

Una scheggia di preghiera:

ORA E SEMPRE SOLO CON TE IL MIO CUORE E' SERENO.

Hanno detto: La sapienza consiste nel vedere ogni cosa secondo la sua verità, con perfetta libertà interiore. (San Massimo il Confessore)

Saggezza popolare: A chi non basta, ciò che basta, non basterà mai cosa alcuna.

Un aneddoto: Trovandosi a Pretoria (Sudafrica), Gandhi passò vicino alla casa di alcuni amici cristiani e pensò di far loro una visita. Era sera, e già piuttosto tarda. Quando entrò, vide tutta la famiglia radunata in preghiera. Gli diedero il benvenuto e decisero di rimandare le preghiere. Ma Gandhi li invitò a continuare: "Continuate le vostre preghiere. Colui al quale le indirizzate è più grande di me"

Parola di Dio: Dt 4,32-40; Sal 76; Mt 16,24-28

 

Vangelo Mt 16, 24-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno ". Parola del Signore

 

“IL FIGLIO DELL’UOMO VERRA’ NELLA GLORIA DEL PADRE SUO, CON I SUOI ANGELI, E RENDERA’ A CIASCUNO SECONDO LE SUE AZIONI”. (Mt. 16,27)

Per essere persone equilibrate e per cercare di capire le cose nel loro vero significato, dobbiamo continuamente fare attenzione a non cadere nei luoghi comuni. Quando ad esempio si parla di giudizio finale, di Gesù che tornerà per “giudicare i vivi e i morti”, non si presentano forse alla nostra mente subito scene tipo Dante Alighieri o affreschi tipo il giudizio finale di Michelangelo nella cappella Sistina? E il giudice diventa l’irato dominatore del potere che, offeso nella sua Maestà, sanziona a suo insindacabile giudizio pene irrevocabili. Come sarà il giudizio finale?

Gesù ce lo dice: il giudice “renderà a ciascuno secondo le sue azioni”. Cioè il giudizio non sarà affatto una sorpresa. Sarà semplicemente  rivedere la nostra vita per quello che essa è stata. In fondo è una cosa che possiamo già in parte fare anche ora. Sono con il Signore? Sto cercando di agire come ha agito Lui? Ebbene Lui non farà che ratificare la mia opera. Sono ipocrita? Dico di fare come Lui ma invece agisco solo per me stesso? Ogni ipocrisia sparirà, ogni maschera sarà tolta e io stesso, avendo solo fiducia nel mio egoismo e non nella sua misericordia, mi allontanerò da Lui. L’unica differenza è che adesso noi vediamo noi stessi, la nostra storia, con gli occhi molto limitati della nostra umanità, allora li vedremo alla luce di Dio e forse, un po’ come succede guardando un negativo fotografico e poi il suo positivo scopriremo anche le differenze che oggi stentiamo a vedere e guardando Dio ‘faccia a faccia’ scopriremo anche che la sua misericordia e il suo amore sono proprio “da Dio”.

 

SABATO 8 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Domenico; San Famiano.

Una scheggia di preghiera:

COMPI IN NOI LA TUA OPERA, O SIGNORE.

Hanno detto: L'entusiasmo è il segreto di ogni successo. (P. Bourget)

Saggezza popolare: La troppa curiosità spinge l'uccello nella rete.

Un aneddoto: Un giorno il saggio disse: «Seguirò la regola d’oro e convertirò tutti gli uomini. Ma… da dove comincerò? Il mondo è così grande. Comincerò dal paese che conosco meglio, il mio. Ma è così vasto il mio Paese! Comincerò dalla città più vicina, la mia. Ma è così grande la mia città! Allora comincerò dalla mia strada… No, comincerò dal mio caseggiato, o meglio, comincerò dalla mia famiglia. No, finalmente ho capito che cosa vuole la regola d’oro: comincerò da me stesso».

Parola di Dio: Dt 6,4-13; Sal 17; Mt 17,14-20

 

Vangelo Mt 17, 14-20

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che, gettatosi in ginocchio, gli disse: "Signore, abbi pietà di mio figlio. Egli è epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e spesso anche nell'acqua; l'ho gia portato dai tuoi discepoli, ma non hanno potuto guarirlo". E Gesù rispose: "O generazione incredula e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatemelo qui". E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio uscì da lui e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: "Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?". Ed egli rispose: "Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile. Parola del Signore

 

“DISSE GESU’: O GENERAZIONE INCREDULA E PERVERSA! FINO A QUANDO STARO’ CON VOI? FINO A QUANDO DOVRO’ SOPPORTARVI?”. (Mt. 17,17)

“Padre, mi benedica la macchina perché non abbia incidenti”. “lo benedico te, perché tu possa essere un onesto guidatore e possa comportarti  da persona rispettosa della tua e dell’altrui vita, non solo per paura degli incidenti”. “Ma, allora, lei non crede alle benedizioni, ai miracoli”. Io credo ai miracoli, ne vedo tanti tutti i giorni: vedo delle coppie che avrebbero avuto tutti i motivi per dividersi che con pazienza e amore sono riuscite a ritrovare l’armonia, vedo ragazzi che perduti nella droga, con fatica enorme sono riusciti a venirne fuori, vedo peccatori incalliti che con la grazia di Dio sono cambiati, vedo gesti di condivisione che commuovono…, e questi miracoli mi convincono più di tante madonne piangenti o di soli che girano su se stessi o di miracoli a comando che avvengono tra persone esaltate. Mi commuove e mi anima molto il miracolo di un tentativo di una nuova conversione nonostante i tanti insuccessi precedenti, una coppia di coniugi che adotta una coppia di anziani inabili, un giovane che rinuncia alla discoteca per passare una serata con un disabile. Per me è miracolo il sorriso di un ammalato di cancro.  Credo nelle benedizioni, quando queste portano non solo la benedizione di Dio (che se è Padre ci protegge sempre) ma portano alla conversione. Poi se Dio, nella sua bontà, si serve di benedizioni, formule o se dà a sua Madre di apparire per condurci a Lui non posso che gioirne con tutto il cuore e comprendere che anche questo vuol semplicemente portare il nostro cuore ad essere maggiormente riconoscente e disponibile verso Colui che tanto  ci ama.

 

DOMENICA 9 AGOSTO: 19^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa; San Fermo.

Una scheggia di preghiera:

CORPO DI CRISTO, SALVAMI.

Hanno detto: Chi vuole muovere il mondo prima muova se stesso. (Seneca)

Saggezza popolare: Chi scruta tutte le nuvole non parte mai.

Un aneddoto: Aureng Zeb,Imperatore del Mogol aveva passato una lunga e difficile malattia ma si dedicava totalmente al servizio del suo regno. Un ministro gli fece osservare che questo poteva essergli fatale e che quindi avrebbe fatto bene a ridurre il suo impegno. Gli rispose: “Un re che non metta a rischio la propria vita per il proprio popolo ogni giorno  non è degno di regnare.”

Parola di Dio: 1Re 19,4-8; Sal 33; Ef 4,30_5,2; Gv 6,41-51

 

Vangelo Gv 6, 41-51

In quel tempo, i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo". E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?". Gesù rispose: "Non mormorate tra di voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". Parola del Signore

 

“IO SONO IL PANE VIVO DISCESO DAL CIELO”. (Gv. 6,51)

Ogni volta che celebro la messa penso al grande dono che Dio mi fa, insieme con i fedeli, di fare memoria viva di Cristo, ma memoria talmente viva che quel po’ di pane e di vino non per merito nostro, ma per dono di Dio sono il Corpo e il Sangue di Cristo. E ringrazio anche il buon Dio che mi aiuta a capire che la Messa non è un atto di devozione, ma unione reale al suo mistero di passione, morte e risurrezione, nel suo corpo e sangue. C’è poi ancora una cosa che mi colpisce e per cui ringrazio: per “incarnarsi” nell’Eucaristia, Gesù ha scelto pane e vino. Il pane: alimento base oggi sempre più disprezzato nei paesi ricchi (che, guarda a caso, stanno perdendo la fede) e sempre più desiderato da chi ha fame. E poi il vino: questo non è un alimento necessario ma è l’elemento che, usato bene, crea la gioia, la familiarità, la serenità, che libera dall’austerità e dal formalismo, che dà spazio alla fantasia. Nella Comunione ti ringrazio anche per questo.

 

LUNEDI' 10 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo;Sant’Ugo di Montaigu.

Una scheggia di preghiera:

CRISTO, MORTO E RISORTO PER NOI, SALVACI

Hanno detto:

La conoscenza conduce all'unità, come l'ignoranza conduce alla diversità. (Shri Ramakrishna)

Saggezza popolare: Il debito mangia giorno e notte.

Un aneddoto: Alfonso X era studiosissimo di astronomia, ed è questa la ragione per cui fu soprannominato il Saggio. Ma di saggezza non doveva averne troppa, dal momento che, parlando seriamente non da burla, disse: Se io potessi entrare nel Consiglio di Dio, mi sentirei in grado di dargli qualche buon suggerimento intorno ai movimenti degli astri. Anche oggi c'è tanta gente che ha consigli per tutti, e anche per Dio.

Parola di Dio nella festa di San Lorenzo: 2Cor. 9,6-10; Sal 111; Gv. 12,24-26

 

 

 

 

Vangelo Gv 12, 24-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà". Parola del Signore

 

“SE IL CHICCO DI GRANO CADUTO IN TERRA NON MUORE, RIMANE SOLO; SE INVECE MUORE, PRODUCE MOLTO FRUTTO”.

(Gv. 12,24)

Perché il martirio ieri e oggi?

Perché la morte del giusto?

Perché la sofferenza dei buoni, dei piccoli?

Il perché non so dirvelo, nella mia vita l'ho cercato e ricercato sia nella concretezza del quotidiano sia nelle spiritualità profonde. Ho trovato risposte parziali, magari anche avvincenti ma sempre limitate e con rischi di estremismi religiosi da chi arriva a non curarsi perché intanto si deve morire a chi si è costruito una religione o una spiritualità dove conta solo la sofferenza. Io so solo che la sofferenza è brutta, che la morte fa paura sia al cattivo che al buono, che tutto, scienza compresa è nel mistero. Anche Gesù è passato attraverso il dolore che lo ha fatto gridare. Penso però alla frase evangelica di oggi nella “festa” del martirio di San Lorenzo. Anche questa non risponde direttamente ai tanti perché ma ci dà la prospettiva della natura per arrivare in ombra anche alla sopra natura: la morte, la sofferenza ci sono ma solo se permeate dalla donazione non possono che generare vita.

 

MARTEDI' 11 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Chiara;San Rufino; Sant’Equizio.

Una scheggia di preghiera:

FA' CHE CI LASCIAMO TROVARE DA TE, SIGNORE.

Hanno detto: È di notte che è bello credere alla luce. (Rostand)

Saggezza popolare: Se sei malato, curati; se stai bene, curati di più, perché vuol dire che ignori la tua malattia. (prov. Catalano)

Un aneddoto: Riferiva Giorgio Torelli d’aver intervistato l’attore inglese che personificava il Signore nel film Jesus Superstar (1975): «Ci credi?» aveva domandato. Ed ecco la risposta: «Si fa fatica. Però è affascinante. A tener compagnia a questo Jesus, a lasciarsela tenere, si esce sconvolti. Non posso far a meno di lui, eppure non so adottarlo full-time. Accidenti, chi l’incontra, non se la cava più» Bisogna stare con Lui a tempo pieno: solo così potremo ascendere con lui al premio promesso. (Il Giornale, 23/12/1975).

Parola di Dio: Dt 31,1-8; Cant. Dt 32,3-4a,7-9,12; Mt 18,1-5,10,12-14

 

Vangelo Mt 18,1-5.10.12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?". Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli ". Parola del Signore

 

“SE UN UOMO HA CENTO PECORE E NE SMARRISCE UNA…”. (Mt.18,12)

Gesù ci ha detto che sono i piccoli ad entrare nel Regno dei cieli ed ora continua su questa linea donandoci una delle rivelazioni più belle della “Buona notizia”: Dio si prende cura anche del più piccolo degli esseri umani, Dio non si rassegna a perdere  nessuno dei suoi figli, ma costantemente lo cerca. Gesù è venuto e viene sulla terra per ciascuno di noi. Capita però che ci siano delle pecorelle che stentano a farsi trovare, allora Gesù, con pazienza attende, anche fino all’ultimo momento. Per Dio non esiste gente senza importanza, noi siamo persone davanti a Lui e non numeri, siamo amati personalmente, valiamo il sangue di suo Figlio Gesù, siamo preziosi ai suoi occhi e Lui, l’Onnipotente viene a cercarci anche quando usando del dono della libertà che Lui ci ha fatto noi ci siamo allontanati e inguaiati. Dio è tenerezza e perdono e noi spesso lo abbiamo fatto diventare il padrone terribile, vendicativo dei peccati e distruttore dei peccatori. Mi chiedo se questa figura sbagliata di Dio non sia nata dal voler giustificare il nostro atteggiamento nei confronti del peccatore: con il paravento della difesa della verità spesso noi siamo andati a caccia del peccatore, per la paura che il male potesse toccare il nostro perbenismo abbiamo preferito allontanare il fratello peccatore, per una falsa idea di purificazione rendiamo difficile la via del ritorno di chi si è allontanato o, spesso quasi senza accorgersene, si è trovato lontano. Che cattivo servizio rendiamo a Dio quando ci comportiamo in questo modo. Il nostro essere perdonati dall’amore di Dio e dalla sua tenerezza deve portarci a manifestare lo stesso amore e la stessa tenerezza nei confronti dell’altro. Non possiamo dunque né discriminare né emarginare nessuno ma, come il Buon Pastore, dobbiamo cercare di andargli incontro per amarlo, per aiutarlo a liberarsi da tutto quello che può aver diminuito la sua dignità umana o offuscato la sua condizione di Figlio di Dio.

 

MERCOLEDI' 12 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ercolano; Sant’Eusebio da Milano.

Una scheggia di preghiera:

OVUNQUE E' AMORE, LA SEI TU.

Hanno detto: I giorni belli non mancano per nessuno: sono le vite belle che non si trovano facilmente. (Annie Dillard)

Saggezza popolare: La cortesia è per lo spirito ciò che la grazia è per il volto. (detto Francese)

Un aneddoto: Il nipote di Rabbi Baruch, Jehiel, giocava un giorno a nascondino con un altro ragazzo. Egli si nascose ben bene e attese che il compagno lo cercasse. Dopo aver atteso a lungo uscì dal nascondiglio, ma l’altro non si vedeva. Jehiel si accorse allora che quello non lo aveva mai cercato. Questo lo fece piangere; piangendo corse nella stanza del nonno e si lamentò del cattivo compagno di gioco. Gli occhi di Rabbi Baruch si riempirono allora di lacrimee disse: «Così dice anche Dio: Io mi nascondo, ma nessuno mi vuol cercare». (Dai «Racconti dei Chassidim» di Martin Buber).

Parola di Dio: Dt 34,1-12; Sal 65; Mt 18,15-20

 

Vangelo Mt 18, 15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo. In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". Parola del Signore

 

“DOVE SONO DUE O TRE RIUNITI NEL MIO NOME IO SONO IN MEZZO A LORO”. (Mt 18,20)

"Dove sono due o tre riuniti...": non si dice che devono essere già santi (possiamo essere noi stessi, così limitati); né che si deve essere in chiesa (si può essere nel tuo appartamento: la tua famiglia) "nel mio nome....": Sappiamo che il nome di Dio è AMORE; dunque noi possiamo essere riuniti nel suo nome non solo quando preghiamo, ma anche quando ci amiamo l'un l'altro; "io sono in mezzo a loro...": allora Gesù si rende presente tra coloro che si amano...... Noterai che Gesù non dice "io sarò" ma "io sono": dunque subito. Riassumendo: basta anche essere in pochi....; non occorre trovarsi per forza in Chiesa...; non è necessario essere già santi...; e Gesù si rende presente, subito, in mezzo a noi.... Beh, a me sembra una frase fantastica! Occorre dunque vigilare sul nostro "trovarci nel nome del Signore": che sia amore..... Se ciò avverrà, Gesù, presente realmente in mezzo a noi, ci darà i suoi doni: ci illuminerà, ci renderà generosi, ci consolerà, ci darà forza, convertirà.

 

GIOVEDI' 13 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Ponziano e Ippolito;San Landolfo; San Benildo.

Una scheggia di preghiera:

INSEGNACI, SIGNORE, LA GIOIA DEL PERDONARE E QUELLA DI ESSERE PERDONATI.

Hanno detto: La morte di un uomo è meno affar suo che di chi gli sopravvive. (Thomas Mann)

Saggezza popolare: Quando si tollerano i delitti vecchi, facilmente se ne commettono dei nuovi.

Un aneddoto: «Padre Tommaso, guardi, guardi: un asino vola!». Così disse un confratello di primo pelo a S. Tommaso, che si voltò a guardare, ma per sentire solo le sghignazzate del giovane religioso. Ma si ebbe subito la risposta: «Credevo, osservò S. Tommaso, che fosse più facile che un asino volasse, che un religioso dicesse una bugia».

Parola di Dio: Gs 3,7-10.11.13-17; Sal 113A; Mt 18,21 - 19,1

 

Vangelo Mt 18, 21 - 19, 1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?". E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello". Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. Parola del Signore

 

“PIETRO DISSE A GESÙ: SIGNORE, QUANTE VOLTE DOVRO' PERDONARE A MIO FRATELLO SE PECCA CONTRO DI ME7 FINO A SETTE VOLTE?”. (Mt. 18,21)

Pietro questa  volta ha capito proprio poco il suo maestro e ci fa una figuraccia. Gesù gli aveva appena detto: “Tutto quello che legherete o scioglierete sulla terra sarà legato o sciolto in cielo”, e Pietro comincia a fare calcoli. E’ vero che Pietro, buon ebreo, era al corrente delle dispute dei rabbini sull’argomento che dicevano che alla moglie si può perdonare una volta, cinque al fratello... E Gesù che tariffa imporrà? Gesù non impone tariffe e preziari: Dio è disposto a perdonare sempre. Noi nei confronti di Dio siamo sempre insolvibili, ma Lui, gratuitamente, perdona. Unica condizione è che il perdono non puoi tenertelo per te, ma deve arrivare al fratello. Solo così il perdono diventa un’azione ininterrotta di trasformazione del mondo: il nostro passato viene trasformato e noi abbiamo a nostra volta la possibilità di trasformare il passato degli altri.

 

VENERDI' 14 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano Kolbe;San Callisto, vescovo di Todi.

Una scheggia di preghiera:

QUESTA FAMIGLIA TI BENEDICE, O SIGNORE.

Hanno detto: O morte che separi i congiunti e dura e crudele quale sei dividi coloro che sono uniti dall'amicizia, sappi che è già infranto il tuo dominio. (San Braulione)

Saggezza popolare: I denari di gioco van come il fuoco.

Un aneddoto: Un uomo decise di far visita a un eremita il quale, come gli era stato detto, viveva non lontano dal monastero di Sceta. Dopo aver camminato a lungo nel deserto, trovò finalmente il monaco. «Ho bisogno di sapere qual è il primo passo che dovrebbe essere intrapreso per il cammino spirituale», disse. L’eremita portò l’uomo ad un piccolo pozzo, e gli disse di guardarsi riflesso nell’acqua. L’uomo provò a farlo, ma come tentò, l’eremita gettò dei sassolini nell’acqua, agitandone la superficie. «Non potrò vedere la mia faccia se continui a tirare quei sassi», disse l’uomo. «Così come è impossibile per un uomo vedere il suo volto nelle acque mosse, è anche impossibile cercare Dio se la propria mente è ansiosa della ricerca», disse il monaco. «Questo è il primo passo!». (P. Coelho).

Parola di Dio: Gs 24,1-13; Sal 135; Mt 19,3-12

 

Vangelo Mt 19, 3-12

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: "E' lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?". Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi". Gli obiettarono: "Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?". Rispose loro Gesù: "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio". Gli dissero i discepoli: "Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi". Egli rispose loro: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca ". Parola del Signore

 

“E’ LECITO AD UN UOMO RIPUDIARE LA PROPRIA MOGLIE?”. (Mt. 19,3)

Pensiamo a quanti matrimoni si dividono, a quanti litigi nelle famiglie. Se sapessimo che la vita finisce domani, perderemmo ancora tempo a litigare?

Butteremmo via in frammenti le ore preziose, rifugiandoci dietro quel muro di freddo silenzio, uscendone fuori solo  per lanciare un’altra diga di parole furiose, invisibili missili, ma in ogni caso micidiali come mattoni o bottiglie rotte?

Se sapessimo che la vita finisce domani, conserveremmo tutto un sistema di errori, decisi a non essere i primi a cedere?

O la smetteremmo di badare a chi aveva cominciato, sapendo che nessuno sta del tutto nel giusto, e che in questo tipo di guerra finiremmo entrambi per essere dei perdenti?

Se sapessimo che la vita finisce domani, sicuramente faremmo tesoro dell’oggi. Riempiremmo le ore fino all’orlo di amore e di riso invece che di rabbia e di amarezza, creando ricordi brillanti come gioielli che possano illuminare i nostri cuori invece di oscuri rimpianti che potrebbero ritorcersi contro e distruggere. Se sapessimo che la vita terminerà domani… ma chi può dire che non accadrà?

L’unico giorno di cui possiamo essere certi è l’oggi. Così oggi cercherò di porgerti la mano. Oggi ti dirò: “Mi dispiace” e “Ti amo”.

 

SABATO 15 AGOSTO: ASSUNZIONE AL CIELO DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Tarcisio, martire; Sant’Alfredo.

Una scheggia di preghiera:

GRANDI COSE HA FATTO IN TE IL SIGNORE ONNIPOTENTE.

Hanno detto: Il problema non è tanto la guerra, ma lo spirito di guerra che fa parte della nostra condizione. Noi siamo in guerra con noi stessi, lo siamo con il prossimo, tutta la nostra vita cammina su un terreno di violenza. (Albert Einstein)

Saggezza popolare: E più facile reprimere il primo desiderio, che soddisfare quelli che seguono.

Un aneddoto: Il padre Abramo raccontò di uno dei monaci di Scete che era scrivano e non mangiava pane. Venne da lui un fratello e gli chiese di copiargli un libro. L’anziano, che aveva la mente immersa in contemplazione, non scrisse tutte le righe, ma ne saltò alcune. Quando il fratello prese il foglio per leggerlo e si accorse che mancavano delle righe, disse: “Padre, mancano delle righe!”. E l’anziano a lui: “Va’, e prima fa’ quanto c’è scritto; poi torna e ti scriverò quel che manca”.

Parola di Dio: Ap.11,19; 12,1-6.10; Sal. 44; 1Cor. 15,15-26; Lc. 1,39-56

 

2^ Lettura (1Cor 15,20-26)  

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Parola di Dio

 

“L’ULTIMO NEMICO AD ESSERE ANNIENTATO SARA' LA MORTE”. (1Cor. 15,26)

Qualcuno ha difficoltà nell’accettare il dogma dell’Assunzione di Maria al cielo. I Vangeli e gli Atti degli Apostoli non ne parlano. A me, invece, questa festa è del tutto naturale. Maria è stata scelta da Dio per portare al mondo il Salvatore. Con il suo sì è diventata la prima risposta completa e totale a Dio dell’umanità redenta. Dio, dunque, realizza per Lei quello che è il progetto che, in Gesù, ha per ciascuno di noi. L’assunzione di Maria con il suo corpo, nella maniera definitiva, è dunque un anticipo di quello che Dio vuole realizzare per noi. Questa nostra umanità povera, misera, peccatrice è destinata a partecipare in maniera piena alla vita di Dio. L’assunzione di Maria, dunque, ci parla di speranza, di cielo, ma anche di valori di terra. La nostra corporeità diventa sacra. In questa nostra vita, noi, nel corpo, possiamo generare Cristo. Il nostro corpo, le cose umane, non sono solo la zavorra dell’anima, sono il luogo concreto della nostra redenzione. Gli anni passano, il corpo si consuma, gli affetti vengono a volte feriti.., ma nulla va perso! Tutto è destinato a compimento nella vita nuova che oggi Maria, con la sua corporeità assunta al cielo, ci proclama.

 

DOMENICA 16 AGOSTO: 20^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano d’Ungheria;San Rocco; Sant’Ambrogio di Ferentino.

Una scheggia di preghiera:

GRAZIE, SIGNORE DEL TUO PANE DI VITA.

Hanno detto:

Coloro che rinunciano a tentare sono molto più numerosi di quelli che hanno fallito. (H. Ford)

Saggezza popolare: Molti, poi che l'hanno avuto, piangon quel che han voluto.

Un aneddoto: Raccontavano di Agatone e del padre Ammonio che, quando vendevano della merce, dicevano il prezzo una volta sola, e prendevano in silenzio e con pace ciò che veniva loro dato; e quando a loro volta volevano comprare qualcosa, porgevano in silenzio ciò che veniva loro richiesto, e ritiravano la merce, senza dire una parola.

Parola di Dio: Pr 9,1-6; Sal 33; Ef 5,15-20; Gv 6,51-58

 

Vangelo Gv 6, 51-58

Dal vangelo secondo Giovanni. In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?". Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno". Parola del Signore

 

“CHI MANGIA QUESTO PANE VIVRA’ IN ETERNO”. (Gv. 6,58)

A volte l’abitudine ci gioca davvero brutti scherzi. Passiamo davanti a certe parole come quella che meditiamo oggi con l’indifferenza e la superficialità che non ci fanno neppur capire quanto sia grande il dono che ci viene fatto. Eppure basterebbe pensarci. Che cosa ci promette Gesù. Ci promette che mangiando il suo pane avremo la vita che dura per sempre, cioè facendo la Comunione consapevoli che il Pane che mangiamo è davvero quel corpo che Gesù ha offerto per amore sulla croce, che è davvero quel corpo che resuscitato dai morti vive per sempre, noi abbiamo la garanzia di essere già in comunione con l’eternità e di aver la certezza che essa ci sarà data per sempre. E queste parole non le ha dette un uomo qualunque, un profeta che essendo anche uomo mette nelle sue parole la fragilità della sua umanità, queste parole, questa promessa ce l’ha fatta Gesù, il Figlio di Dio, che non può raccontarci delle frottole, che non ci dice parole consolatorie, che non ci dà dei placebo, ma che è la Verità di Dio. Vedete come siamo assurdi: noi a volte andiamo a cercare spruzzi di verità lontano in filosofie o religioni, noi cerchiamo conferme in apparizioni in miracoli e tutti i giorni nel Vangelo abbiamo la certezza di avere la Verità di Gesù, il Figlio di Dio e ci passiamo vicino quasi senza accorgercene.

 

LUNEDI' 17 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacinto; Santa Chiara da Montefalco.

Una scheggia di preghiera:

RENDICI SIGNORE CAPACI DELL'ESSENZIALE.

Hanno detto: Una persona retta si affligge più per un elogio non meritato che per un rimprovero ingiusto. (R. Ferrari)

Saggezza popolare: Adulatori e parassiti son come i pidocchi.

Un aneddoto: Un giorno i demoni assalirono Arsenio nella sua cella per tormentarlo; giunsero frattanto coloro che lo servivano e, stando fuori dalla cella, lo udirono gridare a Dio: «O Dio, non mi abbandonare; non ho fatto niente di buono ai tuoi occhi, ma nella tua bontà concedimi di cominciare».

Parola di Dio: Gdc 2,11-19; Sal 105; Mt 19,16-22

Vangelo Mt 19, 16-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. E se vuoi entrare nella vita, eterna osserva i comandamenti". Ed egli chiese:"Quali?". Gesù rispose:"Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso". Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?". Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze. Parola del Signore

 

“IL GIOVANE SE NE ANDO' TRISTE, POICHE' AVEVA MOLTE RICCHEZZE”. (Mt. 19,22)

L’incontro di Gesù con il giovane ricco mette in evidenza la novità della vita cristiana. A quest’uomo che desidera fare tutto il bene possibile, Gesù non chiede di fare qualcosa di più, ma di seguirlo, e per questo liberarsi dalla zavorra delle ricchezze. Se il giovane se ne va triste è forse proprio perché ha capito meglio di ogni altro le esigenze della sequela. Se ne è andato perché ha misurato fino in fondo ciò che Gesù pretende da chi lo segue. Ma nello stesso tempo non ha capito che quella perfezione che cerca, che quella gioia profonda appartiene ad un ordine diverso da quello di tutti gli altri beni. Penso che ciascuno di noi desideri “essere perfetto”, ma non si tratta di fare chissà che cosa, si tratta di svuotarci delle cose, magari con sofferenza, per trovare e seguire Colui con il quale non c’è più tristezza.

 

MARTEDI' 18 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Elena; Santi Floro e Lauro.

Una scheggia di preghiera:

BEATI I POVERI DI SPIRITO, PERCHE' DI ESSI E' IL REGNO DEI CIELI.

Hanno detto: Vuoi essere liberato dalle tribolazioni e non essere abbattuto da esse? Aspettati di peggio e troverai riposo. (Barsanufio, asceta Egiziano)

Saggezza popolare: Chi crede al destino, nega Dio.

Un aneddoto: Un giorno il padre Arsenio sottopose i suoi pensieri a un padre egiziano. Uno che lo vide gli disse: «Padre Arsenio, come mai tu che possiedi una tale cultura greco-romana interroghi sui tuoi pensieri questo sempliciotto?».

Rispose: «Certo possiedo la cultura greco-romana, ma non ho ancora imparato l’alfabeto di questo semplice contadino!»

Parola di Dio: Gdc 6,11-24a; Sal 84; Mt 19,23-30

 

Vangelo Mt 19, 23-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli". A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?". E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile". Allora Pietro prendendo la parola disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?". E Gesù disse loro: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi ". Parola di Cristo

 

“E’ PIU’ FACILE CHE UN CAMMELLO PASSI PER LA CRUNA DI UN AGO, CHE UN RICCO ENTRI NEL REGNO DEI CIELI”. (Mt. 19,24)

Ma allora la ricchezza, il possedere delle cose è un male? Gesù non ha voluto dire questo. Egli è amico dei poveri e dei ricchi, va a pranzo dagli sposi di Cana di Galilea, a Betania da Lazzaro, Marta e Maria, come in casa dei farisei o dal pubblicano Zaccheo che quando si converte dà via solo la metà dei suoi beni. Gesù stesso quando muore possiede una tunica, forse fatta da sua madre o forse regalata, fatta in un pezzo solo che i soldati si prendono guardia di stracciare ma si giocano in sorte. Gesù vuol dire un'altra cosa di cui le nostre esperienze possono dargli piena testimonianza: la ricchezza può diventare una grande tentazione. Il ricco facilmente si dimentica che tutto appartiene a Dio e si comporta invece come se le cose appartenessero a lui ed ecco allora che nascono la bramosia del benessere, l’affanno del possedere, le preoccupazioni per la propria insicurezza, la paura di perdere. Ecco allora l’indicazione serena di Gesù: i beni di questa terra non essendo un male per se stessi non è il caso di disprezzarli, ma bisogna usarne bene. Nella logica di Gesù chi ha dei doni (di qualsiasi tipo) li ha per gli altri. Anche con la ricchezza ciò che conta è il cuore: se il cuore è nella ricchezza ci stiamo costruendo una bara d’oro, se il cuore è in Dio e nel prossimo ogni dono è per tutti e perché Dio ne sia magnificato.

 

MERCOLEDI' 19 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Eudes; Bartolomeo da Simeri.

Una scheggia di preghiera:

TU SEI MISERICORDIA E PERDONO, O SIGNORE.

Hanno detto: Le conseguenze della collera sono molto più gravi delle sue cause. (Marco Aurelio)

Saggezza popolare: A buona volontà non manca facoltà

Un aneddoto: Un uomo andò in paradiso. Appena giunto alla porta coperta di perle incontrò S. Pietro che gli disse: "Ci vogliono 1.000 punti per essere ammessi. Le buone opere da te compiute determineranno i tuoi punti". L'uomo rispose: "A parte le poche volte in cui ero ammalato, ho ascoltato la Messa ed ho cantato nel coro". "Quello fa 50 punti", disse San Pietro. "Ho sempre messo una bella sommetta nel piatto dell'elemosina che il sacrestano metteva davanti a me durante la Messa".  "Quello vale 25 punti", disse San Pietro. Il pover'uomo, vedendo che aveva solo 75 punti, cominciò a disperarsi. "La domenica ho fatto scuola di Catechismo – disse – e mi pare che sia una bella opera per Iddio".  "Sì – disse san Pietro – e quello fa altri 25 punti". L'uomo ammutolì, poi aggiunse: "Se andiamo avanti così, sarà solo la Grazia di Dio che mi darà accesso al paradiso".  San Pietro sorrise: "Quello fa 900 punti. Entra pure". Smettiamola di voler accumulare i cosiddetti "punti Paradiso": se siamo salvi, è prima di tutto per Grazia di Dio!

Parola di Dio: Gdc 9,6-15; Sal 20; Mt 20,1-16

 

Vangelo Mt 20, 1-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e da  loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi". Parola del Signore

 

“MORMORARONO CONTRO IL PADRONE DICENDO: QUESTI ULTIMI HANNO LAVORATO UN’ORA SOLTANTO E LI HAI TRATTATI COME NOI CHE ABBIAMO SOPPORTATO IL PESO DELLA GIORNATA E IL CALDO”. (Mt. 20,11-12)

Tutta la “morale” della parabola è nell’ ordine inverso della paga. La paga è la valutazione del lavoro in termini di denaro; ebbene, la parabola vuol dire che Dio ha un modo diverso di ragionare e di valutare. Noi siamo dentro una società di conti e di bilanci e la mentalità del contratto ha conquistato ogni dimensione dell’uomo e questa mentalità è addirittura arrivata a contaminare i rapporti dell’uomo con Dio. Spesso crediamo di essere noi i costruttori della nostra salvezza attraverso l’osservanza di alcune norme, Dio, per qualcuno è diventato una specie di datore di lavoro o di controllore che alla fine pesa, paga e tutto è a posto. Ma Dio non è così, Dio non è riducibile ai nostri schemi e “i suoi pensieri sono diversi dai nostri pensieri”. Dio agisce secondo i criteri della gratuità: Egli non è tanto Colui che paga secondo il guadagno ma Colui che dona al di sopra e al di fuori di ogni contratto. La gratuità non rinnega la sua giustizia, ma imprevedibilmente la supera. Come è bello, invece che essere calcolatori nei confronti di Dio, non aspettarsi niente come dovuto ma passare da una meraviglia all’altra nello scoprire la sua misericordia e la sua grandezza! Potergli dire: “mi fido di te perché non hai mai deluso nessuno!”.

GIOVEDI' 20 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bernardo; San Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

BEATI GLI INVITATI ALLA MENSA DEL SIGNORE.

Hanno detto: Sii amabile se vuoi essere amato. (Ovidio)

Saggezza popolare: A chi s'ama si crede.

Un aneddoto: Un giorno il santo padre Antonio, mentre sedeva nel deserto, fu preso da sconforto e da fitta tenebra di pensieri e diceva a Dio: "O Signore, io voglio salvarmi, ma i pensieri me lo impediscono. Che posso fare nella mia afflizione?".  Ora, sporgendosi un po', Antonio vede un altro come lui, che sta seduto e lavora, poi interrompe il lavoro, si alza in piedi e prega, poi di nuovo si mette seduto ad intrecciare corde, e poi ancora si alza e prega. Era un angelo del Signore, mandato per correggere Antonio e dargli forza. E udì l'angelo che diceva: "Fa' così e sarai salvo". All'udire queste parole, fu preso da grande gioia e coraggio: così fece e si salvò.

Parola di Dio: Gd 11,29-39a; Sal 39; Mt 22,1-14

 

Vangelo Mt 22, 1-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, rispondendo Gesù riprese a parlar in parabole ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo e disse: "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono gia macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti ". Parola del Signore

 

“IL REGNO DI DIO E’ SIMILE AD UN RE CHE FECE UN BANCHETTO DI NOZZE PER SUO FIGLIO”.

(Mt. 22, 2)

Il Regno di Dio, ci spiega Matteo, è una bella festa di nozze riuscita. Sì, perché stando alle nostre esperienze ci sono delle feste di nozze che sono una noia infinita, ce ne sono altre che sono un insieme di formalità e di esteriorità ipocrite che è meglio filarsela il più presto possibile e poi ci sono feste di nozze belle, gioiose, dove non si guarda tanto alla lunghezza del menù, agli abiti all’ultima moda, a chi siede al primo o all’ultimo posto, ma dove si respira sincerità e amore. Pensiamo allora alla più bella festa cui abbiamo partecipato: la presenza di Dio è qualcosa di simile. Non per niente san Giovanni inizia il suo vangelo con una memorabile festa nel villaggio di Cana! L'incontro con Dio è festa, gioia, danza, sorriso, bellezza indescrivibile. Ma allora perché molti pensano la fede come il più triste dei funerali? Che tristezza! Celebrazioni affrettate, volti irrigiditi, distanze tenute…troppo spesso la gioia non è la prima sensazione che proviamo nell'avvicinarci alla Chiesa. Riscopriamo la gioia, lasciamo che sia la bellezza del credere, il senso della festa a preoccupare il nostro annuncio. Fino a quando daremo testimonianza di una religiosità tristemente doverosa non avvicineremo nessuno alla fede!

La festa, nelle nostre  celebrazioni e nelle nostre comunità, dovrebbe nascere dalla certezza dell’incontro con Cristo, il nostro fratello-Dio, il nostro liberatore dal male, Colui che con il suo perdono ci abilita e ci dà la forza di diventare persone capaci di perdono, Colui che gratuitamente continua a donarsi e a donare, Colui che dà senso al mio e al nostro vivere. Penso che certe nostre celebrazioni e certi nostri incontri di comunità siano così tristi perché abbiamo incontrato la religione, la liturgia, le norme morali, l’organizzazione parrocchiale, le abitudini, ma non abbiamo incontrato Cristo.

 

 

 

 

 

VENERDI' 21 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Pio X;San Baldovino di Rieti.

Una scheggia di preghiera:

TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.

Hanno detto: La verità è più facile dirla che conoscerla. (R. Gervaso)

Saggezza popolare: Chi è misero mendico, provi tutti e poi l'amico.

Un aneddoto: In un impeto di disinteressata generosità, un re decise un giorno di regalare parte delle sue ricchezze. Pertanto, fece chiamare un fornaio nel quale aveva totale fiducia, e gli disse di cuocere due pagnotte: nella prima doveva mettervi dei gioielli, mentre la seconda avrebbe contenuto solo acqua e farina.

Poi gli chiese di dare le pagnotte all'uomo più devoto e a quello meno devoto che potesse trovare. Il giorno dopo, due uomini entrarono nel negozio. Uno era vestito da derviscio e sembrava molto devoto, pur essendo in realtà solo un simulatore. L'altro rimase in silenzio e somigliava in tutto e per tutto a un uomo per il quale il fornaio provava una grande avversione. Allora il fornaio diede la pagnotta con i gioielli all'uomo che indossava il mantello derviscio e la pagnotta ordinaria all'altro. Non appena l'ebbe in mano, il falso derviscio la tastò e la soppesò: la forma dei gioielli che le sue dita sfioravano gli fece pensare che fossero grumi. Soppesò di nuovo il pane; lo trovò veramente troppo pesante. Allora lanciò un'occhiata furtiva al fornaio, ma vedendo che non era tipo col quale poter scherzare, si voltò verso l'altro: "Non ti andrebbe di scambiare il tuo pane con il mio? Sembri piuttosto affamato; questo è molto più pesante". Il secondo uomo, disposto ad accettare qualsiasi cosa, acconsentì volentieri allo scambio. "Sono stato furbo!", disse il falso derviscio.

Parola di Dio: Rut 1,1.3-6.14b-16.22; Sal 145; Mt 22,34-40

 

Vangelo Mt 22, 34-40

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: "Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?". Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti ". Parola del Signore

 

AMERAI IL SIGNORE DIO TUO CON TUTTO IL CUORE, CON TUTTA LA TUA ANIMA, E CON TUTTA LA TUA MENTE E IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO. (Mt. 22,37-38)

Normalmente noi partiamo da noi stessi: siamo il centro dell'universo, poi scopriamo che attorno a noi (il più delle volte in quanto ci servono) ci sono gli altri; e poi c'è anche Dio! Per Gesù, invece, io, gli altri, Dio sono disposti a cerchio: devo voler bene a me stesso se no non sono neppur capace di voler bene agli altri, e devo voler bene agli altri perché sono miei fratelli, in quanto tutti figli dello stesso Dio che quindi va amato interamente (cuore, anima, mente) ed è proprio guardando a Dio che imparo a volere il mio vero bene e che comincio a vedere la sua presenza nel mio prossimo che allora smette di essere il mio antagonista e comincia a diventare un fratello da amare perché Dio è in lui come in me e vuole bene a me come a lui.

 

SABATO 22 AGOSTO: BEATA VERGINE MARIA REGINA

Tra i santi ricordati oggi: Santa Augusta; San Fabrizio e Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

REGINA DEL MONDO, MARIA SEMPRE VERGINE, CHIEDI PER NOI PACE E SALVEZZA.

Hanno detto: L'umiltà disarma la giustizia di Dio. (Curato d'Ars)

Saggezza popolare: Dove due amici si incontrano, Dio gli fa da terzo.

Un aneddoto: Un fratello chiese al padre Arsenio di dirgli una parola. L’anziano gli disse: «Lotta con tutte le tue forze perché il lavoro che fai dentro di te sia secondo Dio e così vincerai le passioni di fuori».

Parola di Dio: Is 9,1-6; Sal 112;Lc 1,26-38

 

Vangelo Lc 1, 26-38

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio". Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei. Parola del Signore

 

“ECCOMI, SONO LA SERVA DEL SIGNORE, AVVENGA DI ME QUELLO CHE HAI DETTO”. (Lc 1,38).

Queste parole segnano l’inizio della divina avventura di Maria. L’Angelo le ha appena svelato il progetto di Dio su di lei: essere la madre del Messia. Prima di dare il suo assenso Ella ha voluto sincerarsi che quella fosse veramente la volontà di Dio ed una volta compreso che questo era quanto Lui voleva non ha esitato un momento ad aderirvi pienamente. Da allora Maria ha continuato ad abbandonarsi completamente al volere di Dio, anche nei momenti più dolorosi e tragici. Perché ha compiuto non la sua ma la volontà di Dio, perché si è fidata pienamente di quanto Dio le chiedeva, tutte le generazioni la dicono beata (cf. Lc 1,48) ed Ella si è realizzata pienamente fino a diventare la Donna per eccellenza. È proprio questo, infatti, il frutto del compiere la volontà di Dio: realizzare la nostra personalità, acquistare la nostra piena libertà, raggiungere il nostro vero essere. Dio, infatti, ci ha pensati da sempre, ci ha amati da tutta l’eternità; da sempre abbiamo un posto nel suo cuore. Anche a noi, come a Maria, Dio vuole svelare quanto ha pensato su ciascuno di noi, vuol farci conoscere la nostra vera identità. "Vuoi che io faccia di te e della tua vita un capolavoro? - sembra dirci - Segui la strada che ti indico e diverrai chi da sempre sei nel mio cuore. Io, infatti, da tutta l’eternità ti ho pensato ed amato, ho pronunciato il tuo nome. Dicendoti la mia volontà rivelo il tuo vero io".  Ecco allora che la sua volontà non è un’imposizione che ci rende schiavi, ma lo svelamento del suo amore per noi, del suo progetto su di noi.

 

DOMENICA 23 AGOSTO: 21^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosa da Lima;San Filippo Benizi.

Una scheggia di preghiera:

TU SEI L'UNICO, IL SANTO, IL MISERICORDIOSO.

Hanno detto: La maggior parte di noi chiede consigli quando conosce già la risposta, ma ne desidera una diversa. (Ivern Ball)

Saggezza popolare: Ogni amore ha la sua spesa.

Un aneddoto: Un giorno l'idiota arrivò in una grande città, restando sconcertato dalla folla che riempiva le strade.  Temendo che, se si fosse addormentato, non sarebbe riuscito, al risveglio, a ritrovare se stesso in mezzo a tutta quella gente, si legò una borraccia alla caviglia, come segno di identificazione. Un birbone, che aveva capito il senso del suo gesto, aspettò che si addormentasse per sfilargli la borraccia e legarla alla propria gamba. A sua volta, si mise a dormire sul pavimento del caravanserraglio. L'idiota si svegliò per primo, vide la borraccia e subito pensò che quell'uomo doveva essere lui. Allora gli si scagliò contro, gridando: "Se tu sei me, allora, per l'amor del cielo, io chi sono, e dove sono?".

Parola di Dio: Gs 24,1-2a.15-17.18b; Sal 33; Ef 5,21-32; Gv 6,60-69

 

Vangelo Gv 6, 60-69

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?". Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: "Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? E' lo Spirito che da  la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E continuò: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio". Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: "Forse anche voi volete andarvene?". Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio". Parola del Signore

 

“MOLTI DEI SUOI DISCEPOLI SI TIRARONO INDIETRO E NON ANDAVANO PIU' CON LUI”. (Gv. 6,66)

Gesù, pur essendo affascinante come persona e come messaggio, non e persona facile da accogliere, è esigente, dichiara apertamente di essere Figlio di Dio. Alcuni dei discepoli, pur avendo visto i miracoli che comprovano il suo agire, non se la sentono di seguirlo fino in fondo e lo lasciano. Gesù sarà stato certamente dispiaciuto, ma i vangeli non riportano nessuna parola di Gesù contro queste persone. Gesù è una proposta non una imposizione. Seguirlo significa seguire la via della vita, ma tutto dipende da noi. Lui non ci promette facili illusioni, anzi, con chiarezza ci dice della croce. Anche nella giornata di oggi possiamo seguirlo o tirarci indietro. Se lo abbandoni, Lui non ti maledirà, nel suo amore per te sarà solo dispiaciuto che tu abbia perso la strada della vita e sta sicuro che ancora verrà a cercarti. Ma se tu ti fidi di Lui, potrai con Lui affrontare la vita, la giornata e anche se le cose non andranno come tu avresti desiderato, sai che stai camminando con Dio, con la forza non tua ma sua.

 

LUNEDI' 24 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bartolomeo;Santa Emilia di Vialar.

Una scheggia di preghiera:

BENEDICI, SIGNORE, TUTTI COLORO CHE OPERANO IL BENE

Hanno detto: I fanciulli trovano il tutto nel nulla, gli uomini il nulla nel tutto. (Giacomo Leopardi)

Saggezza popolare: Il diavolo insegna a rubare, ma non a conservare.

Un aneddoto: Ricordo di aver visto un meraviglioso elefante scolpito nel granito. Un giorno ho incontrato un uomo che aveva conosciuto l'autore di quell'opera stupenda e mi ha raccontato che una volta un visitatore entrò nello studio dello scultore per ringraziarlo di aver fatto un'opera così bella. In quella occasione gli chiese: "Come è possibile ricavare una figura così perfetta da un blocco di granito?". Lo scultore gli rispose: "Prendi lo scalpello e il martello, vieni qui, vicino a questo blocco di pietra e ti mostrerò come si scolpisce un elefante". Il visitatore prese il martello con lo scalpello e si avvicinò al marmo e disse: "Cosa debbo fare ora?" , e lo scultore gli rispose: "Togli da quel pezzo di granito tutto quello che non sembra un elefante!".

Parola di Dio nella festa di San Bartolomeo: Ap.  21,9-14; Sal. 144; Gv. 1,45-51

 

Vangelo Gv 1, 45-51

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth". Natanaèle esclamò: "Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi". Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico". Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!". Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". Parola del Signore

 

“FILIPPO RISPOSE A NATANAELE: VIENI E VEDI”. (Gv. 1,46)

Spesso ci chiediamo come si possa, al meglio, annunciare il Regno di Dio e il suo Vangelo al mondo di oggi, e si alambiccano le varie formule: un annuncio più vicino alla mentalità di oggi, il ritorno a formule sintetiche di catechesi, un annuncio più teologicamente approfondito dei misteri della fede. Filippo ha un metodo molto semplice: “Vieni e vedi”, come dire: “Le mie parole non ti servono, ti serve incontrare Gesù!”.

Rimane un dubbio. Se oggi diciamo ad una persona: “Vieni e vedi, la mia vita, la comunità dei cristiani”, siamo sicuri che facilmente incontrerà il Cristo?

 

MARTEDI' 25 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Ludovico; San Giuseppe Calasanzio; San Genesio.

Una scheggia di preghiera:

ALLONTANA DA ME LA VIA DELLA MENZOGNA.

Hanno detto: Il modo migliore per realizzare un sogno è quello di svegliarsi. (Paul Urlery).

Saggezza popolare: Il diavolo per diavolo che sia, non può nascondere le corna.

Un aneddoto: Si racconta che il re Mahmud un giorno si ritrovò separato dal suo esercito. Il re stava cavalcando a buona andatura quando vide un bambino sulla riva di un fiume. Il fanciullo aveva lanciato la sua rete nell'acqua e sembrava molto triste. "Bambino mio", disse il re, "perché sei infelice? Non ho mai visto nessuno in uno stato simile". "Maestà", rispose il ragazzo, "siamo sette fratelli e non abbiamo padre. Viviamo con nostra madre in povertà e senza sostegno. Io vengo qui ogni giorno con la mia rete sperando di pescare qualche pesce per la cena. Se non prendo niente di giorno, di sera non c'è niente da mangiare".  "Bambino mio", disse il re, "vuoi che ti aiuti nel tuo lavoro?". Il bambino accettò e il re Mahmud gettò la rete. A contatto della mano regale, la rete si riempì di cento pesci.

Parola di Dio: 1Ts 2,1-8; Sal 138; Mt 23,23-26

 

Vangelo Mt 23, 23-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!". Parola del Signore

 

GUAI A VOI. SCRIBI E FARISEI IPOCRITI, CHE PULITE L’ESTERNO DEL BICCHIERE E DEL PIATTO MENTRE ALL’INTERNO SONO PIENI DI RAPINA E DI INTEMPERANZA”. (Mt. 23,25)

Proviamo a guardarci attorno e a guardarci dentro. Non è forse vero che per molti oggi quello che maggiormente conta è apparire? Si può essere persone mediocri, si può essere sporchi e ambiziosi arrivisti, ma la cravatta giusta la momento giusto, il sorriso illuminante e superiore salva la persona. Diceva uno scrittore che la ragazza media preferisce essere bella piuttosto che intelligente perché sa che l’uomo medio è più bravo a guardare che a pensare. Purtroppo anche nella Chiesa qualche volta succede così. Si pensa di onorare Dio con le ricchezze, con i templi maestosi, con paramenti liturgici alla moda, si cerca di attirare le persone con manifestazioni grandiose dove trovi di tutto dal prete che balla al grande cantante ma dove non trovi più Dio che è stato estraniato dal fasto, dal rumore, dalla falsità.

 

MERCOLEDI' 26 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessandro; San Zefirino.

Una scheggia di preghiera:

NOI VIVIAMO, O SIGNORE, NELLA LUCE DELLA TUA PRESENZA.

Hanno detto: Non c’è speranza senza paura né paura senza speranza.  (Baruch Spinosa)

Saggezza popolare: E l'uomo all'uomo un diavol tentatore, è l'uomo all'uomo un nume salvatore.

Un aneddoto: In una notte senza luna un derviscio, passando vicino a un pozzo prosciugato, sentì un grido: una voce cavernosa chiedeva aiuto. "Chi c'è laggiù?", chiese il derviscio, sporgendosi. "Sono un grammatico e, poiché non conosco la strada, sono caduto inavvertitamente in questo profondo pozzo dove mi trovo ora, praticamente immobilizzato", rispose la voce. "Tieniti, amico, vado a prendere una scala e corda", disse il derviscio. "Un momento, prego", rispose il grammatico. "La tua sintassi e la tua pronuncia sono difettose; ti prego di correggerle". "Se questo è così importante per tè, più importante dell'essenziale", gridò il derviscio, "allora è meglio che tu rimanga lì dove sei finché io non imparo a parlare correttamente". E proseguì per la sua strada.

Parola di Dio: 1Ts 2,9-13; Sal 138; Mt 23,27-32

 

Vangelo Mt 23, 27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!". Parola del Signore

 

“ANCHE VOI APPARITE GIUSTI ALL’ESTERNO DAVANTI AGLI UOMINI, MA DENTRO SIETE PIENI DI IPOCRISIA E DI INIQUITA’”. (Mt. 23,28)

Ci piace questo Gesù che mette a nudo l’ipocrisia dei potenti e dei religiosi, ci piace mettere in evidenza ancora oggi le tante forme di ipocrisia che vediamo nel mondo, ci piacciono quei giornalisti e commentatori che castigano i potenti, ma poi ci accorgiamo che queste parole di Gesù non sono solo per gli altri ma sono dirette a ciascuno di noi.. Mi chiedo: chi mi conosce ha di me il giusto giudizio oppure ho costruito tutta una serie di barriere per cui gli altri vedono solo quello che voglio essi intendano di me?

Certi atti di cortesia, di deferenza se fossero letti nelle loro vere intenzioni  non risulterebbero forse diversi dalle intenzioni, certi:“Buon giorno, come sta?” non risulterebbero: “Di nuovo tra i piedi, questo trombone al quale devo far salamelecchi”?

Gesù ci invita a guardarci dentro per non correre un altro rischio, quello di diventare ipocriti non solo con gli altri, ma con noi stessi non sapendoci più riconoscere tra quello che appariamo e quello che siamo in realtà. E’ all’interno di me stesso che si costruisce e opera il mio vero io. E’ di lì che partono i miei sentimenti, la verità di me stesso, il mio rapporto con Dio e con il prossimo. E’ lì che la mia fede va informata, costituita ogni giorno. Lo scoprirmi “pieno di ipocrisia e di iniquità” non deve però scoraggiarmi e farmi cadere in un’altra forma di ipocrisia: “Dunque non valgo niente, dunque non riuscirò mai”. Lo scoprirci poveri e bisognosi di tutto dovrebbe aiutarci invece ad essere molto più misericordiosi con gli altri, a chiedete aiuto all’Unico che può darcelo, e a riprendere continuamente in mano le motivazioni delle nostre scelte.

 

GIOVEDI' 27 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Monica;San Cesario di Arles.

Una scheggia di preghiera:

NELLA TUA MISERICORDIA, NOI SPERIAMO.

Hanno detto: La mia vita non è stata amara, perché ho saputo farmi gioia e dolcezza di tutte le amarezze. (S. Teresa di Lisieux)

Saggezza popolare: Chi teme il Signore non prova terrore, di nulla ha paura, chè in lui s'assicura.

Un aneddoto: L'autentico «eroe» è l'uomo qualunque che ha pazienza, è l'umile che accetta il mistero della vita, il mistero della fede, il mistero dell'eternità. Eroe è l'operaio flagellato dalla vita; è la madre ricca di paura per l'avvenire e di lacrime;  è il prete solitario e amato solo da Dio, dimenticato da tutti, tormentato dalla sua solitudine e assetato di bellezza;  è il giovane che si apre alla vita e la trova amara e malinconica. Eroe è colui che crede fino allo spasimo all'amore di Dio, al progetto infallibile della provvidenza, al mistero dell'infinito e dell'onnipotente;  eroe è colui che ogni giorno accetta con pazienza e con sorriso la vita e aspetta l'incontro con Cristo. (Nicolino Serale)

Parola di Dio: 1Ts 3,7-13; Sal 89; Mt 24,42-51.

 

Vangelo Mt 24, 42-51

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà. Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto? Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così! In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni. Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti". Parola del Signore

 

"NELL'ORA CHE NON IMMAGINATE IL FIGLIO DELL'UOMO VERRA' ". (Mt. 24,44)

C'è chi maledice la morte e la vede come negatività totale della vita, chi la vede come qualcosa di ineluttabile, chi la considera l'unica cosa giusta di questa nostra umanità: "Per lo meno quella è uguale per tutti. I ricchi l'addobbano solo meglio dei poveri, ma non sono ancora riusciti a comprarla". Per Gesù è il giorno della venuta del Signore e in questa espressione si accumulano aspetti diversi: la venuta del Signore non può non essere cosa buona se preghiamo dicendo: "Vieni presto, Signore Gesù!", se viviamo: "nell'attesa della sua venuta"; spesso, poi, Gesù paragona la sua venuta a quella dello sposo che dà gioia, che fa festa, che porta a compimento tutto il bene; però sappiamo anche che nella Bibbia 'il giorno del Signore' è anche un giorno tremendo di giudizio e di giustizia e in questo brano Gesù parla di quel giorno come giorno del ladro, giorno di paura che apre per l'ipocrita la stagione del 'pianto e stridore di denti'. Proviamo allora a sintetizzare alcuni significati di questo brano: Nessuno sa l'ora e il momento. Questo può o mettere paura o aiutare a vivere meglio e in maggior pienezza il tempo che ci vien dato. Chi vive in comunione con il Signore non solo non ha paura ma sa che la venuta del Salvatore sarà una gioia ancor più grande della gioia che già prova al vivere il presente con Lui. Chi è che deve aver paura? L'ipocrita, cioè colui che conoscendo Dio, invece di vivere in comunione con Lui, si sente autorizzato, in mancanza della sua presenza diretta, a fare ciò che vuole.

 

VENERDI' 28 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino; Santa Adelina; Sant’Alfrico.

Una scheggia di preghiera:

DELLA TUA GRAZIA, SIGNORE, E' PIENA LA TERRA.

Hanno detto:

È meglio non avere alcuna opinione di Dio, che averne una indegna di lui. (Francesco Bacone)

Saggezza popolare: A gatto che lecca spiedo, non gli fidar arrosto.

Un aneddoto: La cornacchia disse al corvo: "via di qua negro".

Parola di Dio: 1Ts 4,1-8; Sal 96; Mt 25,1-13

 

Vangelo Mt 25, 1-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge. Le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero:No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né  l'ora". Parola del Signore

 

“ECCO LO SPOSO, USCITE PER L’INCONTRO CON LUI!”. (Mt. 25,6)

Ci aiuta nella riflessione odierna l'esegeta Fausti: È il grido che si leva nel cuore della notte. Colui che la sposa e lo Spirito invocano: «Vieni!», e che ha detto: «Verrò presto» (Ap. 22,17.20), finalmente viene!

È la metafora più bella dell'esistenza umana, paragonata a un uscire per andare incontro allo sposo. Tutta la nostra vita è un'«uscita», finalizzata a questo: usciamo dal grembo della madre alla luce del sole, usciamo ogni istante da ciò che siamo verso ciò che diventiamo, fino a quando usciamo dalla vita per incontrare la nostra vita, nascosta con Cristo in Dio (Col 3,3). Ignoriamo il giorno e l'ora dell'arrivo, ma sappiamo che ogni giorno e ogni ora è un passo verso di lui. A condizione però che ne ascoltiamo e seguiamo la parola. Questo è l’olio che le vergini sagge portano con sé, e le fa entrare alle nozze. Tutta la loro esistenza infatti è stata un vigile e operoso riconoscere le visite quotidiane dello sposo, fino a diventare piena di olio, colma di Spirito Santo. Le vergini stolte invece non hanno ascoltato e fatto la sua parola: non l'hanno atteso, riconosciuto e amato. La loro esistenza è un vaso vuoto, senza amore. Invece di andargli incontro, si sono allontanate da lui e dalla sua voce, fino a non conoscerlo. Per questo dirà loro: «Non vi conosco!».

Questo brano, come i due seguenti, non vogliono spaventarci riguardo al futuro. Vogliono invece responsabilizzarci sull'importanza del momento presente: è l'unico che ci è dato per vivere e acquisire l'olio necessario. La salvezza o perdizione eterna dipende esclusivamente da ciò che qui e ora liberamente facciamo. Il futuro è affidato alle nostre mani.

 

SABATO 29 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Martirio di san Giovanni Battista; San Bononio di Lucedio.

Una scheggia di preghiera:

RENDICI TESTIMONI DELLA TUA MISERICORDIA CON I FATTI.

Hanno detto: Nessuno può essere libero se costretto ad essere simile agli altri. (O.Wilde)

Saggezza popolare: Chi di schiena e chi di petto, tutti abbiam qualche difetto.

Un aneddoto: Durante la seconda guerra mondiale, quando è a Belvedere, il professor Medi viene a sapere che due persone stanno per essere fucilate. Si reca a piedi al comando di Jesi e offre la propria vita in cambio di quella dei condannati, che alla fine vengono risparmiati.

Parola di Dio festa del martirio di san Giovanni Battista: Ger.1,17-19; Sal.70; Mc.6,17-19.

 

Vangelo Mc 6, 17-29

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Erode aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello". Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista". Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista". Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

GIOVANNI DICEVA AD ERODE: “NON TI È LECITO!”. (Mc. 6,18)

La figura di Giovanni ci apre uno squarcio sulla figura del testimone. Il testimone non è la verità, ma colui che l’attesta. E’ la coscienza critica dell’umanità e per questo è sempre estremamente scomodo. Egli non tace di fronte al male, non se ne fa complice, prende la difesa del bene, della giustizia, dei piccoli oppressi, smaschera l’ipocrisia. Questo suo impegno per la verità, per la causa di Dio gli garantisce una brutta fine. Diventa un provocatore per l’ordine pubblico, bisogna premunirsi contro di lui. “E’ meglio che muoia un uomo solo piuttosto che tutto il popolo”. Ed è per questo che la passione e morte del testimone passato, presente e futuro è annuncio o rinnovamento della passione di Gesù. Anche la Chiesa e noi dobbiamo essere dei testimoni. Dobbiamo avere il desiderio della pace e della giustizia. Alcuni anni fa uno slogan elettorale diceva: “Noi abbiamo le mani pulite”. Guai se per un cristiano “aver le mani pulite” significasse non aver fatto delle scelte concrete per i poveri, i sofferenti, per la giustizia.

 

DOMENICA 30 AGOSTO: 22^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Gaudenzia; San Pietro di Trevi.

Una scheggia di preghiera:

CREA IN ME, O DIO, UN CUORE PURO.

Hanno detto: Niente concede la vita ai mortali senza grande fatica. (Orazio)

Saggezza popolare: Dio è un sospiro infallibile in fondo all'anima.

Un aneddoto: Papa Sisto V (1520-1590) al cardinale de' Medici che gli faceva notare l'aspetto molto più florido di quando era cardinale, rispose: "Allora cercavo le chiavi del Paradiso, ora che le ho trovate guardo soltanto in alto!"

Parola di Dio: Dt 4,1-2.6-8; Sal 14; Gc 1,17-18.21b.22.27; Mc 7,1-8.14-15.21-23

 

Vangelo Mc 7,1-8.14-15.21-23

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?". Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini". Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: "Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo". Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo. Parola del Signore

 

“DAL CUORE DEGLI UOMINI ESCONO LE CATTIVE INTENZIONI”. (Mc. 7,21)

E’ molto facile esorcizzare il male vedendolo solo fuori di noi: “Il mondo va male! c’è un egoismo spaventoso! È il diavolo che opera!” Gesù è più realista, ci invita a guardare la radice del male e la scopre nel profondo del nostro cuore. E’ vero, non tutto il male del mondo dipende da me! Ma quante cose nel “mio mondo” dipendono unicamente da me! Ad esempio non sarà forse invidia quella che mi fa giudicare un fratello? non sarà paura del domani, mancanza di fiducia quello che mi porta all’avarizia e mi impedisce di donare? non sarà egocentrismo il mio non lasciare parlare gli altri?

 

LUNEDI' 31 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Raimondo; San Domenico del Val.

Una scheggia di preghiera:

LA TUA FEDELTA', SIGNORE, DURA PER TUTTI I SECOLI.

Hanno detto: L'età che si vorrebbe avere rovina quella che si ha. (D. D'Arc)

Saggezza popolare: E' nulla ogni fortuna, ogni desio, se non comincia e non finisce in Dio.

Un aneddoto: "Come tutte le madri – dice Pio XII – provano soavissimi sentimenti quando scorgono che il volto dei propri figli riproduce per qualche somiglianza le loro fattezze, così Maria, Madre nostra dolcissima, non può non avere maggiore desiderio nè più grande gioia che nel vedere riprodotti nei pensieri, nelle parole e nelle azioni di coloro che Ella accolse come figli sotto la croce del suo Unigenito, i lineamenti e le virtù della sua anima". Aggiunge S. Agostino: Maria è lo "stampo" di Cristo Dio; chi si getta in questo stampo, deventa simile a Gesù.

Parola di Dio: 1Ts 4,13-18; Sal 95; Lc 4,16-30

 

Vangelo Lc 4, 16-30

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è il figlio di Giuseppe?". Ma egli rispose: "Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!". Poi aggiunse: "Nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro". All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. Parola del Signore

 

“NESSUN PROFETA È BENE ACCETTO IN PATRIA”. (Lc. 4,24)

Mi raccontava un signore giunto alla fede dopo un lungo periodo travagliato, che le più grandi difficoltà le stava incontrando proprio all’interno della sua famiglia in quanto era difficile da parte dei suoi comprendere il cambiamento di valori avvenuto in lui, e all’interno della sua comunità parrocchiale che stentava ad accogliere una persona nuova piena di entusiasmo che scombinava il placido tran—tran di quei cristiani. Anche se è doloroso non c'è nulla da stupirci di questo, basti pensare a S. Francesco che le più grosse prove le ha avute proprio dai suoi frati, a un don Milani o a un don Primo Mazzolari che hanno sofferto proprio a causa di quella Chiesa che amavano profondamente. La prova e la persecuzione promessa da Gesù ai suoi discepoli non dobbiamo andare a cercarcela tanto lontano. Mi chiedo però se noi come cristiani dobbiamo, per amore di una presunta verità, far di tutto per spegnere l’azione dello Spirito Santo nei nostri fratelli.

     
     
 

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