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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

MARZO 2015

 

 

DOMENICA 1 MARZO: 2^DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Albino; Sant’ Amanzio; Santa Eudossia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DAMMI DI ABITARE NELLA TUA CASA PER SEMPRE.

 

Hanno detto: «Quali che siano gli eventi, ricordatevi di due cose: Dio non abbandona nessuno. Quanto più vi sentite solo, trascurato, vilipeso, incompreso, e quanto più vi sentirete presso a soccombere sotto il peso di una grave ingiustizia, avrete la sensazione di un’infinita forza arcana, che vi sorregge, che vi rende capaci di propositi buoni e virili, della cui possanza vi meraviglierete, quando tornerete sereno. E questa forza è Dio!». (San Giuseppe Moscati)

Saggezza popolare: Chi vuol arricchire in un anno è impiccato in sei mesi.

Un aneddoto: Mentre San Martino attraversava la Francia con i suoi discepoli, predicando il Vangelo, passò vicino al fiume della Loira. Nel fiume c'erano degli uccelli pescatori, gli smerghi, che sono molto belli e molto abili nel cacciare il pesce. Martino voleva dare una lezione ai suoi discepoli e disse loro –Vedete quegli uccelli, come sono abili nel catturare e divorare i pesciolini? Così fa il diavolo, che va in giro cercando anime da trascinare all'inferno. Ma il potere di Gesù è così grande da spazzare via ogni pericolo per le vostre anime!- Così detto, impietosito anche dalla fine che facevano i pesciolini, ordinò agli uccelli di andarsene ai loro nidi. E gli smerghi, che nidificano sugli alberi, ma pescano nell'acqua, se ne tornarono nella foresta.

Parola di Dio: Gen 22,1-2.9a.10-13.15-18; Sal 115; Rm 8,31b-34; Mc 9,2-10

 

Vangelo Mc 9, 1-9

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!”. Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: “Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!”. E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. Parola del Signore

 

“ASCOLTATELO!". (Mc. 9,7)

Il punto culminante della Trasfigurazione è la voce di Dio che ci indica Gesù: “Ascoltatelo”. Il discepolo non è l’uomo delle visioni, ma dell’ascolto. Non si tratta di vedere, toccare il Signore. E’ essenziale ascoltare la sua voce, prendere sul serio il suo messaggio, lasciarsi mettere in discussione dalle sue parole. Ascoltare, non per saperne di più, per soddisfare la curiosità, ma per ubbidire, prendere coscienza dei compiti che ci vengono assegnati, realizzare il progetto di Dio su di noi e sul mondo. Quando si ascolta, non si allarga il campo delle nostre conoscenze teoriche. Si allarga il campo del nostro impegno. Anche il cristiano partecipa alla Trasfigurazione. Pure il suo volto, la sua vita può subire una trasfigurazione radicale. Questa trasfigurazione, tuttavia, è frutto di un ascolto assiduo della Parola.

 

 

LUNEDI' 2 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Quinto; San Simplicio, Papa; Santa Caterina Dexel.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNAMI, SIGNORE, LA TUA MISERICORDIA.

 

Hanno detto: Nei periodi più oscuri, molto spesso un piccolo numero di donne e di uomini, sparsi nel mondo, sono stati capaci di rovesciare il corso delle evoluzioni storiche, perché speravano contro ogni speranza. Ciò che sembrava destinato alla disgregazione, è entrato allora nella corrente di un dinamismo nuovo. (Roger Schutz)

Saggezza popolare: Non esistono persone cattive. Esistono persone buone che fanno scelte sbagliate.

Un aneddoto: Una rosa rinsecchita se ne stava a guardare il cielo dalle nuvole macchiato, quando uno spino indispettito con arroganza e presunzione le dice col suo vocione: "Che fai lassù tutta sola, così secca che al passar del vento ogni petalo ti vola. Guarda me che al vento non mi nego, ma non sono come te: io non mi piego." La rosa sorrise, mentre il suo sguardo passava oltre e, con fare educato, graziosamente gli rispose: "Sei forte e robusto, ma io resto una rosa... tu un semplice arbusto." Detto questo, s'avvicinò un uomo con la sua sposa: tagliò lo spino e curò la rosa.

Parola di Dio: Dn 9,4b-10; Sal 78; Lc 6,36-38

 

Vangelo Lc 6, 36-38

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio". Parola del Signore

 

“SIATE MISERICORDIOSI, COME E' MISERICORDIOSO IL PADRE VOSTRO”. (Lc. 6,36)

E’ l’invito ad essere buoni, senza misura. E’ l’invito ad avere niente meno che Dio come modello. “Signore, non ti sembra di esagerare?” E Gesù ci risponde: “Se ti ho dato il Padre come modello, non è per spaventarti, ma perché tu abbia sempre davanti al tuo agire, il fondamento della tua vita; non è per chiederti qualcosa di impossibile ma perché tu sappia che ciò che è impossibile agli uomini non è impossibile a Dio. E’ perché tu, contemplando la sua misericordia verso di te e verso gli uomini, ti senta talmente amato da trovare la forza di amare anche quando è difficile. Mi aspetto che tu entri nel mio cuore, che mi somigli, che diventi il rappresentante del mio amore presso i miei figli”.

 

 

MARTEDI' 3 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Camilla, vergine; Santa Cunegonda; San Tiziano da Brescia.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICAMI, O SIGNORE, SARO' PIU' BIANCO DELLA NEVE.

 

Hanno detto: Sbagliare progetto di vita può essere un problema, ma non averne uno, un sogno speciale, è ancora più grave. (Susanna Tamaro)

Saggezza popolare: L'assai basta e il troppo guasta.

Un aneddoto: Il giorno dopo, il Signore tornò a guardare la sua Creazione. C’era qualche ritocco da fare. C’erano dei bei sassi sui greti dei fiumi, grigi, verdi, e picchiettati. Ma sotto terra i sassi erano schiacciati e mortificati. Dio sfiorò quei sassi profondi ed ecco si formarono diamanti e smeraldi e milioni di gemme scintillanti laggiù nelle profondità. Il Signore vide i fiori, uno più bello dell’altro. Mancava qualcosa, pensò, e posò su di essi un soffio leggero: ed ecco, i fiori si vestirono di profumo. Un uccellino grigio e triste gli volò sulla mano. Dio gli fischiettò qualcosa. E l’usignolo incominciò a gorgheggiare. E disse qualcosa al cielo e il cielo arrossì di piacere. Nacque così il tramonto. Ma che cosa mai avrà bisbigliato il Signore all’orecchio dell’uomo perché egli sia un uomo? Gli bisbigliò, in quel giorno lontano, in quell’alba remota, tre piccole parole: «Ti voglio bene».

Parola di Dio: Is 1,10.16-20; Sal 49; Mt 23,1-12

 

Vangelo Mt 23, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì'' dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato. Parola del Signore

 

“TUTTE LE LORO OPERE LE FANNO PER ESSERE AMMIRATI DAGLI UOMINI”. (Mt. 23,5)

Tutte le volte che leggo questo brano di Matteo, mi faccio un esame di Coscienza e mi chiedo: nel mio essere cristiano sono sincero o ipocrita? E’ il mio amore per Gesù che mi spinge a testimoniare, a parlare? Nei miei rapporti con gli altri, tratto bene il mio prossimo perché lo amo o perché voglio sentirmi stimato, apprezzato, amato? L’ipocrisia, il voler apparire, spesso si insinuano nelle nostre azioni, le infettano, tolgono valore al nostro agire. Ma davanti a Dio non c'è nulla di più stupido dell’ipocrisia; con essa possiamo in certa misura ingannare il prossimo, possiamo almeno superficialmente ingannare noi stessi, ma Dio non possiamo mai ingannarlo, Lui ci conosce nell’intimo, davanti a Lui siamo nudi. “Tu, o Signore, mi scruti e mi conosci, mi conosci quando mi alzo e quando mi seggo” e allora sono davanti a Te con il mio povero amore e con i miei tanti limiti. Fa’ che mi accetti come sono, ma aumenta la verità del mio amore per te e per i fratelli.

 

 

MERCOLEDI' 4 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:San Casimiro di Lituania; Sant’ Adriano di Nicomedia; San Lucio, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

AVVENGA LA TUA VOLONTA', CHE E' IL MIO BENE.

 

Hanno detto: La sofferenza dei poveri è notata meno dei loro reati, e per questo riduce la nostra pietà nei loro confronti. Periscono di fame e di freddo in mezzo ai loro simili, ma gli occhi dei benestanti li vedono soltanto quando chiedono l'elemosina, quando rubano e quando delinquono. (Fielding)

Saggezza popolare: L'ignorante afferma, il saggio dubita, il sapiente riflette.

Un aneddoto: San Giuseppe Marello, fondatore della Congregazione degli Oblati di san Giuseppe (Giuseppini d'Asti) era solito dire ai suoi confratelli: "Il bene non fa rumore e il rumore non fa bene"!!... « Siate straordinari nelle cose ordinarie! »

Parola di Dio: Ger 18,18-20; Sal 30; Mt 20,17-28Ger 18,18-20; Sal 30; Mt 20,17-28

 

Vangelo Mt 20, 17-28

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i Dodici e lungo la via disse loro: «Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli soggiunse: «Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio». Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti». Parola del Signore

 

“SI AVVICINO' LA MADRE DEI FIGLI DI ZEBEDEO E GLI DISSE: DI’ CHE QUESTI MIEI FIGLI SIEDANO UNO ALLA TUA DESTRA E UNO ALLA SINISTRA NEL TUO REGNO”. (Mt. 20,20-21)

Una mamma chiede, e lo farebbe ogni madre, il primo posto per i suoi figli e Gesù gira la risposta con un’altra domanda: “Avranno e avrete il coraggio di seguirmi ovunque, anche quando, invece di gloria e potere, ci sarà da bere un calice amaro?”. Sembra una risposta dura quella di Gesù, ma, pensiamoci un momento: anche noi diremmo a chi vuole un primo posto nei nostri affetti: “Sei pronto ad essere con me sempre, anche quando tutto sembrerà essere contro di me?”. Gesù non ci nasconde niente, ci aiuta solo ad essere uomini tutti d’un pezzo in ogni occasione. Qualche volta i suoi insegnamenti ci sembrano duri, lontani dalla realtà e dalle preoccupazioni del vivere umano, ma poi, se ci pensiamo bene, ci accorgiamo che proprio per queste preoccupazioni, rischiamo di essere meno uomini.  Se vogliamo seguire Gesù, sappiamo che la sua strada, per giungere alla risurrezione, passa attraverso la croce.

 

 

GIOVEDI' 5 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Olivia, Vergine e martire; San Giovanni Giuseppe della Croce; San Conone, l’ortolano.

Una scheggia di preghiera:

 

DALLE FALSE SICUREZZE, LIBERACI O SIGNORE.

 

Hanno detto: Con la sua misteriosa divinità Dio è Padre. Ma la sua tenerezza per noi lo fa diventare madre. (Clemente Alessandrino)

Saggezza popolare: L'uso serve di tetto ai molti abusi

Un aneddoto: Una lepre inseguita dai cacciatori, trovò rifugio tra le braccia di san Marculfo. Ti vogliono ammazzare, povera lepre?- disse il santo. –Come osi impadronirti della preda del re? Rendimi quella lepre o ti taglio la testa!- disse il cacciatore. Non fece in tempo a finire la frase che il cavallo lo scaraventò a terra lasciandolo ferito e tramortito. I compagni di caccia, che erano cristiani e sapevano che era meglio non offendere le persone consacrate a Dio, si avvicinarono al monaco sacerdote e lo pregarono di guarire il loro amico. Marculfo non se lo fece ripetere due volte. Si alzò, si avvicinò al ferito e pregò Gesù di guarirlo, cosa che accadde subito. Quando il re seppe dell'accaduto ordinò di non dare più nessun fastidio a quel santo prete e di cacciare altrove.

Parola di Dio: Ger 17,5-10; Sal 1; Lc 16,19-31

 

Vangelo Lc 16, 19-31

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: "C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvedranno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi". Parola del Signore

 

“C’ERA UN UOMO RICCO, CHE VESTIVA DI PORPORA E DI BISSO E TUTTI I GIORNI BANCHETTAVA LAUTAMENTE”. (Lc. 16,19 ss.)

Anche oggi ci sono persone che credono di aver pensato a tutto: il benessere e gli interessi assicurano la loro vecchiaia. Ha enumerato tutte le disgrazie che potrebbero colpire lui, la sua famiglia, i suoi beni, ha coperto tutti questi rischi con non so quante assicurazioni: incendio e furto per i suoi beni, assicurazione integrativa per la salute; se recherà un danno al suo prossimo, l’assicurazione di responsabilità civile lo coprirà; l’assicurazione sulla vita garantirà ai suoi dopo la sua morte una pensione confortevole. Eccolo dunque tranquillo: può vivere senza preoccupazioni e morire senza affanni, o piuttosto senza affanni riguardo a coloro che lascia. Ma, e la sua anima? e l’eternità che sta per aprirglisi davanti? e il giudizio di Dio che lo attende? E’ vero, aveva dimenticato tutto questo. Ha fatto un calcolo errato. Bene o male ha regolato le cose che sono solo per un tempo e ha trascurato quelle che sono eterne. Ha messo in ordine i rapporti con i suoi simili, ma non si è preoccupato di Dio. Fa esattamente come se Dio non esistesse, mentre sa bene che esiste. Se per caso ci riscopriamo in questo tipo di uomo, c’è ancora tempo per riparare a questo tragico errore. Dio è ancora pronto ad amarti. Suo Figlio ti offre il suo sangue misericordioso:“Chiunque crede in Lui riceve il perdono dei peccati”. (At. 10,43).

 

 

VENERDI' 6 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Agnese di Boemia, Clarissa; Sant’Ezio, martire; San Marciano, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO AMORE MI CIRCONDA PER SEMPRE.

 

Hanno detto: Noi non siamo cristiani perché amiamo Dio. Siamo cristiani perché crediamo che Dio ci ama. (Xardel Paul)

Saggezza popolare: La luna mente: quando fa la C diminuisce, quando fa la D cresce.

Un aneddoto: Il dignitario di Lu, Chi Wentzu, rifletteva tre volte prima di agire. Udito questo, Confucio disse: "Due volte bastano". ('I Dialoghi').

Parola di Dio: Gen 37,3-4.12-13a.17b-28; Sal 104; Mt 21,33-43.45-46

 

Vangelo Mt 21, 33-43. 45

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». Gli rispondono «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta. Parola del Signore

 

“C’ERA UN PADRONE CHE PIANTO’ UNA VIGNA, LA CIRCONDO’ CON UNA SIEPE, VI SCAVO’ UN FRANTOIO, VI COSTRUI’ UNA TORRE". (Mt. 21,33)

Proviamo a leggere la parabola di Gesù secondo una delle tante interpretazioni che ad essa si possono dare. Dio ha fatto bene tutte le cose per l’uomo, la vigna è la vita dell’uomo. Dio vi ha posto una siepe per difenderla e questa siepe potrebbe essere la coscienza che, se l’uomo usa, lo difende da chi vorrebbe derubarlo della speranza, dell’amore, della fedeltà. Dio ha anche posto un frantoio e una torre: il dolore, la pazienza, la fatica che si richiede per rompere la crosta delle apparenze e giungere alla sostanza delle cose. Che cosa poteva ancora fare Dio per noi? Ma l’uomo invece che gioire per questi doni, invece di usarne per il bene di tutti, ha voluto appropriarsene, fare a meno di Dio. Ma Dio innamorato pazzo della sua creatura non si è lasciato fermare dai suoi no, dagli inviati bastonati e tornati a mani vuote, ha mandato suo Figlio, ma noi prima non abbiamo tenuto conto delle sue parole e questo è già uccidere in noi Colui che parla, poi non solo non gli abbiamo dato i suoi frutti ma addirittura lo abbiamo venduto per “trenta monete”. Cosa potrà ancora fare Dio per noi se il nostro cuore non ha saputo nemmeno capire l’amore di suo Figlio? Eppure è proprio guardando a “Colui che è stato trafitto” che noi possiamo avere la salvezza. Dio dal dolore, dal peccato, dalla cattiveria degli uomini che hanno inventato una croce per suo Figlio vuole ancora trarre salvezza per noi. Guardando a Lui noi possiamo ancora e maggiormente ritrovare l’amore che salva, guardando alla sua nudità e povertà riusciamo a capire che le cose non ci sono state date per il nostro egoismo e possesso, ma per dono e per amore, guardando alla sua donazione totale comprendiamo che non è tenendo le cose che diventiamo maggiormente uomini ma che è solo condividendo che possiamo acquistare la giusta libertà e l’orgoglio di essere con Gesù Figli di quel Padre che ci ama dall’eternità

 

 

SABATO 7 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Sante Perpetua e Felicita, martiri; San Gaudioso, vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

PIETA' PER LA TUA FAMIGLIA, SIGNORE.

 

Hanno detto: Trova la pace in te e migliaia la troveranno attorno a te. (Serafino di Sarov)

Saggezza popolare: Consultando abbastanza esperti si può trovare conferma a qualsiasi opinione.

Un aneddoto: Due amici vivevano in due villaggi l'uno dall'altro lontani. Una sera scoppiò un gran temporale, e la luna non c'era; ma uno dei due amici si svegliò ed ebbe voglia di andare a trovare l'altro. Si mise in cammino, benché avesse paura che un fulmine potesse colpirlo o il fantasma della notte mangiarlo. Ma non si fermò fino a che non fu giunto alla capanna dell'amico. Era fradicio come fosse caduto in un fiume, ma portò nel capanno legna secca ed asciutta, accese il fuoco e fece cuocere il riso da offrire all'amico che frattanto si era svegliato.  «Perché sei venuto di notte, con questo tempaccio?», gli chiese l'amico. «Perché mi era venuta voglia di stare vicino a te. Forse che il temporale ti ha chiesto il suo permesso per scoppiare?».

Parola di Dio: Mi 7,14-15.18-20; Sal 102; Lc 15,1-3.11-32

 

Vangelo Lc 15, 1-3. 11-32

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». Allora egli disse loro questa parabola: Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Parola del Signore

 

“UN UOMO AVEVA DUE FIGLI”. (Lc. 15,11)

Possono essere tanti modi di intitolare questa parabola: Il Figliol prodigo, Il padre misericordioso. Oggi vorrei leggerne un aspetto che mi permette di intitolarla: “Il padre sfortunato” Infatti questa parabola inizia con un verbo che dice all’imperfetto: “Un padre aveva due figli” questo dunque ci fa pensare che prima della fine del racconto forse qualcosa sarà cambiato. Infatti il figlio più giovane chiedendo l’eredità e andandosene è come se avesse detto: “Tu per me sei morto, non sono più tuo figlio”. Ma almeno gliene è rimasto uno di figlio, il maggiore. Noi diremmo che il Padre è riuscito almeno con questo figlio. Ma la parabola non si ferma qui. Gesù non condivide il nostro modo superficiale di vedere e giudicare. Colui che conosce gli animi, che ha dichiarato che i primi saranno gli ultimi e che le prostitute e i peccatori ci precederanno nel Regno dei cieli ci fa capire che mentre il figlio disgraziato può essere recuperato il figlio “buono” si rivela non amante del padre, iroso, collerico e capriccioso. Forse egli pur essendo vicino fisicamente era molto più lontano di quel fratello che se ne era andato. La parabola si conclude con la preghiera del padre nel confronto di questo figlio affinché accetti la gioia del fratello ritrovato, ma non ci dice come sia andata a finire. Vi sono luoghi del nostro io dai quali è molto più difficile far ritorno che da tutte le lontananza in cui si fugge per sciupare una vita o seguire una passione. E’ più facile spostare le montagne che smuovere certi orgogli o certi egoismi.

 

 

DOMENICA 8 MARZO: 3^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni di Dio; San Giuliano da Toledo; San Ponzio

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO PANE E' LA MIA FORZA.

 

Hanno detto: Non dominerai mai la montagna, ma durante la scalata imparerai a dominare te stesso. (J. Whittaker)

Saggezza popolare: Il bambino è come l'albero: prima di donarci il frutto, ci sorride come un fiore. (Detto popolare)

Un aneddoto: Anche un comico come Jerry Levis in un film banale come “le folli notti del dottor Jerril”  può avere delle frasi che ci fanno riflettere: “Non devi essere ciò che non sei né qualcun altro. Devi andare d'accordo con te stesso. Pensa a tutto il tempo che devi trascorrere con te stesso. Se non hai stima di te stesso, come puoi pretendere che l'abbiano gli altri?”

Parola di Dio: Es 20,1-17; Sal 18; 1Cor 1,22-25; Gv 2,13-25

 

Vangelo Gv 2, 13-25

Dal Vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: “Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato”. I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: “Quale segno ci mostri per fare queste cose?”. Rispose loro Gesù: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. Gli dissero allora i Giudei: “Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?”. Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa molti, vedendo i segni che faceva, credettero nel suo nome. Gesù però non si confidava con loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che qualcuno gli desse testimonianza su un altro, egli infatti sapeva quello che c'è in ogni uomo. Parola del Signore

 

“LO  ZELO PER LA TUA CASA MI DIVORA”. (Gv. 2,17)

Nel brano di Vangelo di oggi ritorna la parola  “tempio”. Prima è il tempio, luogo di preghiere e di presenza di Dio che Gesù purifica scacciandone i venditori e tutti coloro che ne hanno fatto una spelonca di ladri. Poi, nella discussione gli ebrei pensano al tempio di pietre costruito in 46 anni mentre Gesù parla del tempio del suo corpo, poi i discepoli illuminati dalla risurrezione comprendono quale sia il vero Tempio di Dio sulla terra. Ripercorriamo anche noi il cammino di questa parola. Anche noi abbiamo dei templi segno della presenza di Dio in mezzo alle nostre case e luogo di preghiera e spesso sono templi da purificare perché sono diventati solo più luoghi di culto, di riti tristi spesso superstiziosi. Ma vi è anche un altro corpo che ha bisogno di essere purificato ed è il corpo della comunità ecclesiale che deve liberarsi dai compromessi con il potere e con il denaro per annunciare con credibilità “Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma , per coloro che sono chiamati, potenza e sapienza di Dio”. E, infine, c’è un Tempio che è il Corpo del Signore. Dobbiamo dunque sempre più accentuare la centralità della Eucarestia domenicale, incontro festivo e gioioso di fratelli e di amici che vanno verso il Padre per ascoltare la sua voce e per offrire a Lui il corpo crocifisso e risorto del Signore Gesù, che viene poi ridonato come cibo per il nostro viaggio. Ognuno di noi e le nostre comunità cristiane abbiamo un lungo cammino  di conversione da compiere, perché la nostra vita sia un culto animato dallo spirito gradito a Dio e perché la nostra preghiera dia orientamento e alimento alla nostra vita.

 

 

LUNEDI' 9 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Francesca Romana; Santa Caterina da Bologna; San Gregorio di Nissa .

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE, E' UNA PAROLA CHE SALVA.

 

Hanno detto: “Quando avete fatto una buona Confessione, avete incatenato il diavolo.” (San Giovanni Maria Vianney )

Saggezza popolare: 'Se ti fermi ogni volta che un cane abbaia, non finirai mai la tua strada'. (Proverbio Arabo)

Un aneddoto: Un giorno la terra si svegliò tutta ammantata di piante, di fiori, di frutti, giardini, campagne. Riconoscendosi arricchita di tanti doni e ornata di tanti colori, fu invasa da un'ondata di riconoscenza verso il sole, autore di tanto splendore e gli disse: Avvicinati, che ti do un bacio per esprimerti il mio grazie.  Il sole rispose: Ti voglio bene ed è per questo che devo stare alla distanza voluta e fissata dal Creatore. Se ti vengo vicino ti farei del male; ti brucerei".
La comunione vitale, fra le creature, sta nel fare ciascuna la volontà di Dio, nel vivere la vocazione che Dio le ha dato.

Parola di Dio: 2Re 5,1-15a; Sal 41 e 42; Lc 4,24-30

 

Vangelo Lc 4, 24-30

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, giunto Gesù a Nazareth, disse al popolo radunato nella sinagoga: «in verità vi dico: nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro». All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. Parola del Signore

 

"IN VERITÀ VI DICO: NESSUN PROFETA È BENE ACCETTO NELLA SUA PATRIA". (Lc. 4,24)

Chi è il profeta: troppe volte abbiamo pensato ad una specie di mago che sa il futuro. Profeta nella bibbia è invece colui che amando Dio e lasciandosi amare da Lui parla a suo nome, qualche volta anche contro se stesso. I profeti sono scomodi, ti distruggono le sicurezze, generalmente quelle false sicurezze religiose che ti fanno sentire più buono degli altri e che sembrano quasi giustificarti nel tuo giudicare gli altri; sono quelli che ti scandalizzano perché il loro modo di comportarsi non indulge alla mentalità comune, perché sono un po' "matti" e allora la società "perbene", per "la pace della comunità", li zittisce, li emargina. Questo succedeva ai profeti dell'Antico Testamento, è successo a Gesù. Qualche volta non succede ancora nella Chiesa?... e nella nostra comunità?...

 

 

MARTEDI' 10 MARZO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Anastasia di Costantinopoli; San Caio; San Macario di Gerusalemme.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' CON TE RIESCO A PERDONARE.

 

Hanno detto: “L’Angelo è l’amico più sincero e più fedele, anche quando noi abbiamo il torto di dargli pena con la nostra cattiva condotta”. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Sono come la pianta che cresce sulla nuda roccia: quanto più mi sferza il vento tanto più affondo le mie radici. (Proverbio Indiano)

Un aneddoto: Un giorno un taglialegna andava nel bosco con il proprio cane e il proprio asino. Il cammino era assai lungo e faticoso. A un certo punto della giornata il taglialegna si fermò in una radura, all'ombra di un faggio, dove si sdraiò e si addormentò beatamente. Intanto l'asino si mise a brucare l'erba. Il cane chiese all'asino: "Abbassati un attimo, nel paniere che hai sul dorso c'è del pane, lascia che ne prenda un pezzo, perché ho fame". L'asino non voltò nemmeno il capo, non voleva perdere neanche un minuto, neanche un filo di quella soffice erba, il suo stomaco doveva riempirsi. Era così stanco! Poi rispose a bocca piena: "Aspetta che si svegli il padrone, ti darà lui da mangiare". In quel momento sbucò dal margine del bosco un lupo che, a fauci spalancate, si avventò sull'asino. L'asino chiese aiuto al cane: "Caro cane, aiutami, amico mio! ". Il cane rispose: "sono così stanco a affamato. Aspetta che il padrone si svegli, ti aiuterà lui"… Povero asino, con la zampa sanguinante capì che ogni gentilezza e ogni favore bisogna farli a tempo debito, quando l'amico ne fa richiesta. Solo così nasce la vera amicizia e la ricompensa.

Parola di Dio: Dn 3,25.34-43; Sal 24; Mt 18,21-35

 

Vangelo Mt 18, 21-35

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello». Parola del Signore

 

“SIGNORE, QUANTE VOLTE, DOVRO' PERDONARE? FINO A SETTE VOLTE?” E GESU' RISPOSE: “NON TI DICO FINO A SETTE, MA FINO A SETTANTA VOLTO SETTE”. (Mt. 18,21-22)

Pietro, forte della mentalità rabbinica, chiede a Gesù se la misericordia verso il fratello deve essere grande: perdonare fino a sette volte per lui significa fare una cosa sacra come aveva fatto Dio creando il mondo in sette giorni, ma Gesti giocando sulla sua stessa mentalità gli dice che bisogna perdonare settanta volte sette, cioè all‘infinito. Per il Signore non è dunque questione di matematica, Dio non è un ragioniere con la tabellina, o meglio con il computer in mano, Egli chiede all’uomo la stessa generosità. Prova a pensare come ha perdonato Gesù: sulla croce, mentre soffre tormenti prega per i suoi persecutori: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”; davanti ad un ladro pentito gli dice: “Oggi sarai con me in paradiso”. Ogni volta che ricorro sinceramente alla sua misericordia mi dice. “Anche se i tuoi peccati fossero rossi come lo scarlatto diventeranno bianchi come la neve. Davanti a tanta misericordia come posso diventare calcolatore e come posso dire al mio fratello: “Ti ho perdonato abbastanza, adesso basta”?

 

 

MERCOLEDI' 11 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Costantino; Santa Rosina, Santa Fina.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, GESU', DI AVERE UN CUORE COME IL TUO.

 

Hanno detto: "Abbiamo in Cielo il cuore di una madre. La Vergine, nostra Madre, che ai piedi della Croce ha provato tutta la sofferenza possibile per una creatura umana, comprende i nostri guai e ci consola." (S. Leopoldo Mandic)

Saggezza popolare: Se non t'importa dove sei, non ti sei perso.

Un aneddoto: Il settimo giorno, terminata la creazione, Dio indisse una festa. Tutte le sue creature erano invitate. E tutte si diedero da fare per regalare a Dio la cosa più bella che avessero per dirgli grazie. Gli scoiattoli portarono noci e nocciole; i conigli carote e radici dolci; le pecore lana soffice e calda; le mucche latte schiumoso e ricco di panna. Intanto gli angeli eseguivano cori. L'uomo si era messo in fondo alla fila e aspettava il suo turno,ma era preoccupato: "Che posso donare io? I fiori hanno un profumo, le api il miele, perfino gli elefanti si sono offerti di fare la doccia a Dio con le loro proboscidi per rinfrescarlo". Tutte le creature sfilarono davanti a Dio e depositarono i loro regali. Arrivò il turno dell'uomo. Ebbe una splenda intuizione, fece quello che nessuna creatura aveva fatto. Corse verso Dio e saltò sulle sue ginocchia, lo abbracciò e gli disse:"Grazie di avermi creato! Ti voglio bene!". Il volto di Dio si illuminò e tutta la creazione capì che l'uomo aveva fatto a Dio Padre il dono più bello.

Parola di Dio: Dt 4,1.5-9; Sal 147; Mt 5,17-19

 

Vangelo Mt 5, 17-19

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Parola del Signore

 

"NON PENSATE CHE IO SIA VENUTO AD ABOLIRE LA LEGGE E I PROFETI; NON SONO VENUTO PER ABOLIRE, MA PER DARE COMPIMENTO". (Mt. 5,17)

Due sono i pericoli: 1) diventare legalisti: basta osservare tutte le norme e sono a posto. lo non uccido, non rubo, santifico le feste... e se per caso sbaglio basta arrivare a tempo a confessarsi prima di morire e... il Signore è in debito con me. 2) diventare senza legge: "le leggi non contano, basta fare quello che uno sente e poi anche se non vado a messa è perché non la sento; se guardo una donna desiderandola intanto sono fatto cosi:è umano!" Gesù non vuole né legalisti, né falsi ipocriti; Gesù, dandoci un esempio nella sua vita chiede un "di più" al cristiano. Non basta quindi non uccidere, bisogna non adirarsi (Mt. 5,21s). Non basta non commettere adulterio, bisogna non desiderare la donna degli altri (Mt. 5,27 s). Non basta lavarsi le mani prima dei pasti, bisogna "purificare" l'interiore dell'uomo (Mc. 7,1-23). Non basta erigere monumenti ai profeti,bisogna non farli tacere uccidendoli (Mt. 23,29ss). Non basta dire: "Signore, Signore", ma bisogna "fare la volontà del Padre che è nei cieli" (Mt. 7,21). Non basta dire parole senza fine nella preghiera, bisogna aver fede nella bontà di Dio (Mt. 6,7). Non basta il sacrificio, non serve a niente l'atto di culto e l'osservanza dei precetti minori se non si pongono al primo posto nella propria vita morale la giustizia, la misericordia e la fede (Mt. 9,13; 12,7; 23,23).

 

 

GIOVEDI' 12 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano; Sant’ Innocenzo I, Papa; San Nicodemo, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

Hanno detto: Quando sono vicina al Tabernacolo, non so dire che una sola cosa al Signore: "Mio Dio, voi sapete che io vi amo". E sento che la mia preghiera fa piacere a Gesù. (Santa Teresa di Gesù Bambino)

Saggezza popolare: La lima del rancore lenta consuma il cuore.

Un aneddoto: Un ladro arrivò alla porta del Cielo e cominciò a bussare: "Aprite!". L'apostolo Pietro, che custodisce le chiavi del Paradiso,udì il fracasso e si affacciò alla porta:"Chi è là?". "Sono un ladro, fammi entrare!". "Neanche per sogno. Qui non c'è posto per un ladro". "E chi sei tu per impedirmi di entrare?". "Sono l'apostolo Pietro!". "Ti conosco! Tu sei quello che per paura ha rinnegato Gesù prima che il gallo cantasse tre volte. Io so tutto, amico!" Rosso di vergogna, S. Pietro si ritirò e corse a cercare S. Paolo: "Paolo, va' tu a parlare con quel tale alla porta". S. Polo mise la testa fuori della porta: "Chi è là?". "Sono io, il ladro. Fammi entrare!". "Qui non c'è posto per i ladri!". "E chi sei tu che non vuoi fammi entrare?". "Io sono l'apostolo Paolo!". "Ah, Paolo! Tu sei quello che andava da Gerusalemme a Damasco per ammazzare i cristiani. E adesso sei in Paradiso!"… S. Paolo arrossì, si ritirò confuso e raccontò tutto a S. Pietro. "Dobbiamo mandare alla porta l'evangelista Giovanni", disse Pietro, lui non ha mai rinnegato Gesù. Può parlare con il ladro". Giovanni si affacciò alla porta: "Chi è là?" "Sono io, il ladro. Lasciami entrare in Cielo!". "Puoi bussare finché vuoi, ladro. Per i peccatori come te qui non c'è posto!". "E chi sei tu, che non mi lasci entrare?". "Io sono Giovanni l'evangelista". "Ah, tu sei l'evangelista. Perché mai ingannate gli uomini? Voi avete scritto nel Vangelo: "Bussate e vi sarà aperto. Chiedete e otterrete". Sono due ore che busso e chiedo, ma nessuno mi fa entrare. Se tu non mi trovi subito un posto in Paradiso, torno immediatamente sulla Terra e racconto a tutti che hai scritto bugie nel Vangelo". Giovanni si spaventò e fece entrare il ladro in Paradiso.

Parola di Dio: Ger 7,23-28; Sal 94; Lc 11,14-23

 

Vangelo Lc 11, 14-23

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. Ma alcuni dissero: «E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. Parola del Signore

 

“ALTRI POI, PER METTERLO ALLA PROVA GLI DOMANDAVANO UN SEGNO”. (Lc. 11,16)

Davanti a Gesù gli uomini del suo tempo chiudono gli occhi e non vogliono vedere il segno dell’inaudita novità dell’azione di Dio; e poiché non vogliono vedere in Gesù l’inviato di Dio (loro sanno già tutto su Dio: non è uno straccione come quest’uomo, che frequenta certe compagnie...) vedono in Lui l’inviato di Beelzebul, il capo dei demoni e chiedono segni strepitosi che poi non li convincerebbero. L’invito alla conversione, che la chiesa ci rivolge, soprattutto durante la quaresima, diventa per noi impegno a scoprire nella nostra vita quotidiana i segni di novità dell’azione di Dio. Preghiamo il Signore, chiedendogli di aprire i nostri cuori perché diventino capaci di cogliere la sua presenza.

 

 

VENERDI' 13 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Rodrigo; Santa Modesta.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO IN UN SOLO DIO.

 

Hanno detto: Nostro Signore non viene in noi, nella Santa Eucaristia, per premiare le nostre virtù, ma per comunicarci la forza necessaria a diventare santi. (San Pier Giuliano Eymard)

Saggezza popolare: Le poesie più belle si leggono negli occhi dei bambini.

Un aneddoto: Lo scienziato Louis Pasteur aveva un raro disinteresse. Una società gli aveva offerto somma per ottenere il monopolio del vaccino contro il carbonchio delle bestie. Pasteur rifiutò. - Quel vaccino è un regalo che voglio fare a tutti gli agricoltori - rispose. - Il sapiente non ha bisogno di altra ricompensa all'infuori di questa: d'aver scoperto la verità.

Parola di Dio: Os 14,2-10; Sal 80; Mc 12,28b-34

 

Vangelo Mc 12, 28-34

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi». Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore

 

"IL SIGNORE, DIO NOSTRO, E' L'UNICO SIGNORE". (Mc. 12,29)

Gli Ebrei osservanti, per stamparsi nel cuore l'unicità di Dio, si ripetevano questa frase, a mo' di atto di fede, almeno cinque volte al giorno. Ne avevano ben donde, possiamo dire noi, in quanto vivevano in un ambiente pagano, idolatra, in continuo confronto e rapporto con popoli politeisti. Ma, per noi, questa affermazione ha ancora consistenza? Non vorrei sembrare pessimista quando Dio non lo è nei nostri confronti, ma non è forse vero che viviamo in mezzo a pagani o a senza Dio? Non è forse vero che oggi, forse più di ieri, ci sono ancora un mucchio di idoli? Che tante religioni moderne e formule di spiritualità hanno, ricercando ovunque la presenza dello spirito e dell'energia, divinizzato tutto per cui tutto è Dio e nulla lo è? Bisogna ridare a Dio il volto di Dio; bisogna non costruirselo su misura, ma vederlo come lui stesso si è presentato a noi, senza avere la supponenza di volerlo conoscere totalmente o di ridurlo ai nostri schemi. Chi è allora Dio? E' il Dio di Gesù, suo Figlio. E' Lui che ce lo ha rivelato, Unico e Trinitario, Eterno e Creatore, soprattutto Padre buono e misericordioso ed anche giudice giusto. E' allora con verità e umiltà che ogni giorno possiamo ripetere: "Credo in un solo Dio…"

 

 

SABATO 14 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: S. Innocenzo, Vescovo; Santa Matilde di Sassonnia, regina.

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO, ABBI PIETA' DI ME PECCATORE.

 

Hanno detto:

Che cos'è il pane consacrato? Corpo di Cristo. E che cosa diventano coloro che si comunicano? Corpo di Cristo. Non molti corpi: un Corpo solo, quello di Cristo. (San Giovanni Crisostomo)

Saggezza popolare: Non cercate un amico perfetto, cercate un amico.

Un aneddoto: Gustave Flaubert e alcuni suoi amici pranzavano insieme. Il discorso toccò l'esistenza di Dio. Lo scrittore francese disse: Non posso soffrire gli atei. State a sentire. Un pescatore trovò sasso su cui era la scritta: "lo non esisto", firmato: "Dio". Fece vedere il sasso a un ateo. E l'ateo che disse? - chiesero curiosi gli amici.  - Disse: "Vedi che ho ragione io? Dio stesso confessa di non esistere!"  E nel raccontarlo, il buon Flaubert rideva da matti.

Parola di Dio: Os 6,1-6; Sal 50; Lc 18,9-14

 

Vangelo Lc 18, 9-14

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato». Parola del Signore

 

IL FARISEO PREGAVA COSÌ: TI RINGRAZIO CHE NON SONO COME GLI ALTRI...”. (Lc. 18,9-14)

Una preghiera cominciata bene e finita male quella del fariseo che va al tempio mentre vi sta andando anche il pubblicano (= pubblico peccatore). Cominciata bene perché dire "grazie" e fondamentale e sono pochi coloro che usano questa parola tra loro e con Dio, ma finita male perché non ringrazia per un qualcosa di ricevuto gratuitamente, ringrazia solo per ciò che presuntuosamente pensa di essere e ringraziando così può permettersi di puntare il dito; e il peccato più grosso penso sia proprio questo: sentirsi buoni a tal punto da giudicare gli altri. Anche tra cristiani tante volte si ragiona così: il metro di confronto non è più Dio, ma io! Eppure basterebbe pensare alla grandezza di Dio ed alla nostra precarietà, inconsistenza, fragilità per mettere le cose a posto e pregare così: "Ti ringrazio, o Dio perché ci sei e mi ami e, nonostante tutto quello che sto facendo e rifacendo di sbagliato tu mi vuoi ancora bene: "O Dio, abbi pietà di me peccatore".

 

 

DOMENICA 15 MARZO: 4^ DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Luisa di Marillac; San Zaccaria; San Longino, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

 CROCIFISSO, MIO SIGNORE, SALVACI.

 

Hanno detto: Il Signore non dorme mai, a qualsiasi ora è pronto a ricevere le mie confidenze. (Ernesto Oliviero)

Saggezza popolare: Se qualcuno è troppo stanco per lasciarti un sorriso, lasciagli il tuo. (massima Cinese)

Un aneddoto: Un giorno il curato di Sérignan, premuroso come ogni buon pastore d'anime, domandò al famoso entomologo Jean-Henri Fabre a bruciapelo: - Fabre, crede lei in Dio? E Fabre pronto: - Credervi? C'è di più: lo vedo in ogni cosa. Senza Dio non riuscirei più a capir niente!

Parola di Dio: 2Cr 36,14-16.19-23; Sal 136; Ef 2,4-10; Gv 3,14-21

 

Vangelo Gv 3, 14-21

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”.Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio. Parola del Signore

 

"BISOGNA CHE SIA INNALZATO IL FIGLIO DELL'UOMO PERCHE' CHIUNQUE CREDE IN LUI ABBIA LA VITA ETERNA". (Gv. 3,14-15)

Penso che per molti di voi sia un'esperienza abbastanza abituale quella di mettersi davanti a un crocifisso e lasciare che la croce parli e il nostro cuore entri in comunione con il Crocifisso.

Vedo in quella croce innalzata da terra il punto di congiunzione tra Dio e l'uomo (il compimento totale dell'Incarnazione) e tra l'uomo e Dio (la pienezza della Redenzione). E' la chiave che riapre quella porta chiusa a causa di un altro albero (quello del bene e del male) con un frutto ben più "bello a vedersi e gustoso a mangiarsi". Qui c'è un frutto arrossato di sangue, appeso e offerto perché chiunque ne possa gustare ed essere risanato. Vedo la croce come patibolo, segno dell'uomo che, per salvaguardia del suo potere e dei suoi interessi mascherati di giustizia, ha eretto patiboli, condannato, ucciso, appeso, impiccato. L'uomo che ha usato del dono della propria intelligenza per studiare accurate torture, sofisticati strumenti di morte, pulizie etniche, uccisioni di massa, morti bianche… Ebbene, questo segno di male è divenuto, per la misericordia di Dio, il segno del perdono, della salvezza. Fin da bambino sono stato segnato da esso, mi sono 'rivestito' della croce, in esso ho benedetto e rinnovato il tempo come dono di ogni giorno, esso mi ha garantito il perdono di Dio. Vedo in quella croce le sofferenze di tutti gli uomini della terra, ma soprattutto le vedo nelle piaghe del Dio crocifisso e lì contemplo insieme il dolore e l'amore: due cose che sembrano lontane, in Lui sono diventate una cosa sola. Vedo quel corpo martoriato del re di pace e ripenso ai corpi martoriati da ogni guerra e inimicizia sulla terra. Vedo quelle mani immobilizzate e quei piedi inchiodati e penso a tutti gli handicappati e impossibilitati di questa terra. Mi sembra di  sentire le voci ai piedi di quella croce, da chi sogghigna a chi tenta, a chi chiede misericordia, e vedo quel petto ferito e quel cuore aperto. Il mio Dio che morendo promette: "oggi sarai con me in Paradiso" e che, risorto mantiene il suo petto aperto, pronto ad accogliere per sempre. In quel cuore aperto io e te possiamo trovare rifugio, tenerezza, calore, perdono.

 

 

LUNEDI' 16 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Agapito; San Giovanni di Brebeuf.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA TUA MISERICORDIA, ASCOLTACI, SIGNORE.

 

Hanno detto: La vita del corpo è l'anima, ma la vita della fede è la carità. (San Bernardo)

Saggezza popolare: Il cuore è come il paracadute funziona solo se si apre.

Un aneddoto: Il liutaio Martin Castelin era cieco nato, e tuttavia fabbricava benissimo i suoi strumenti musicali, e persino creava da sé gli utensili del suo mestiere.   - Cosa desidererebbe vedere di più? - gli chiesero un giorno.  - I colori - rispose. - Tutto il resto è come se lo avessi veduto. - Come? E non le piacerebbe per esempio di vedere il cielo? -No, quello mi piacerebbe più toccarlo!

Parola di Dio: Is 65,17-21; Sal 29; Gv 4,43-54

 

Vangelo Gv 4, 43-54

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù partì dalla Samaria per andare in Galilea. Ma egli stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria. Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Ma il funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli risponde: «Và, tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». S'informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio in quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea. Parola del Signore

 

 

“QUELL’UOMO CREDETTE ALLA PAROLA CHE GLI AVEVA DETTO GESÙ E SI MISE IN CAMMINO”. (Gv. 4,50)

Credere e mettersi in cammino, ecco i due elementi della fede. Questo padre disperato che vede suo figlio morire si era già messo in cammino una volta per andare a cercare Gesù. Questo primo cammino era dettato da due elementi che sembrano contrastanti: la disperazione umana nel vedere il figlio morire e la speranza che quel Gesù possa ridargli vita. Ma adesso c’è   ancora un altro cammino da fare: ha incontrato Gesù, gli ha strappato una promessa, ma non ha ancora visto niente, deve tornare a casa credendo e sperando. Anche il nostro cammino quotidiano è un viaggio verso Gesù, ma è anche un viaggio da Gesù verso la vita. Anche noi non “vediamo” chiaramente, non “sappiamo” per filo e per segno. Si tratta di fidarsi. Se credi che Gesù è il Figlio di Dio, che le sue parole sono verità, cammina sicuro, Lui non ti deluderà.

 

 

MARTEDI' 17 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Patrizio, vescovo; Santa Geltrude di Nivelles; San Giuseppe di Arimatea.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A SCOPRIRE I NOSTRI VERI MALI

 

Hanno detto: Il perdono, più che saldare un conto col passato, ne apre uno col futuro. (A. Pronzato)

Saggezza popolare: Non importa lo spazio che occupa una persona, ma il vuoto che lascia quando non c'è.

Un aneddoto: I monaci di un convento trovavano molta difficoltà ad andare d'accordo. Spesso scoppiavano dispute, anche per motivi futili. Invitarono allora un maestro di spirito che affermava di conoscere una tecnica garantita per portare l'armonia e l'amore in ogni gruppo. A loro il maestro rivelò il suo segreto: «Ogni volta che sei con qualcuno o ce l'hai con qualcuno, devi dire a te stesso: io sto morendo e anche questa persona sta morendo. Se pensi veramente a queste parole, ogni amarezza scomparirà».

Parola di Dio: Ez 47,1-9.12; Sal 45; Gv 5,1-3a.5-16

 

Vangelo Gv 5, 1-3. 5-16

Dal vangelo secondo Giovanni.

Era un giorno di festa per Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Vi è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaidà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «E' sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina». Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio». Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Parola del Signore

 

“VUOI GUARIRE?”. (Gv 5,6)

L’immagine di quest’uomo malato da lungo tempo che aspetta ai margini di un’acqua che può salvare ma incapace di arrivarci, mi sembra proprio l’immagine della nostra umanità. Siamo malati, malati di egoismo, di incapacità di vedere lontano e con amore, bloccati da mille cose che ci legano alla terra vediamo con chiarezza che c’è un acqua limpida che guarirebbe la nostra fede, ci darebbe le energie sufficienti per vincere il male, ci rinnoverebbe dentro e non ci decidiamo al tuffo, e quando qualcuno ci chiede perché troviamo ancora delle scuse” Gli altri non mi aiutano… sono solo, tutto è sulle mie spalle” “Ma vuoi o non vuoi guarire?” Spesso la nostra umanità non vuole guarire. Qualche volta non si accorge neppur più di essere malata spesso non abbiamo neppur più il senso del peccato e lo confondiamo con quelle cose che non sono andate come volevamo e che ci rendono scontenti; altre volte l’abitudine al religioso non ci aiuta a vedere la gioia della salvezza che ci viene offerta e ci accontentiamo di un Dio da museo, altre volte valutiamo solo i rischi e le rinunce che comporterebbe il buttarsi decisamente. E così rimaniamo sulla soglia della salvezza, sempre offerta, sempre a portata di mano ma terribilmente lontana dai cuori inariditi. Eppure Gesù è disposto a guarirci, non desidera altro, a quel malato evita addirittura anche il fatto di doversi gettare nella piscina, ma io voglio guarire? Ho almeno il desiderio di buttarmi nelle braccia di Gesù e di lasciare fare a Lui?

 

 

MERCOLEDI' 18 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dottore; San Narciso; Sant’Edoardo martire.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA CI TROVI DISPONIBILI.

 

Hanno detto: Impara ad amare con dolcezza, ad amare con prudenza, ad amare con fortezza. (San Bernardo)

Saggezza popolare: Ogni raggio dell'alba prenda per mano i tuoi sogni notturni,i più belli,e li conduca nella realtà. (augurio Tibetano)

Un aneddoto: Un giorno un re mandò un suo servitore al mercato perché gli comprasse un pesce. Costui volendo fare la cresta sulla spesa, acquistò del pesce stantio. Lo profumò con molte erbe ed essenza ma il re se ne accorse e andò su tutte le furie. “Scegli tra queste tre punizioni – gli disse – mangiare il pesce, ricevere cento colpi di frusta oppure rimborsare il prezzo. Il servitore scelse la prima punizione, ma al primo boccone gli venne da vomitare. Scelse allora la seconda punizione, ma al cinquantesimo colpo di scudiscio, si sentì venire meno; e acconsentì allora a rimborsare il maltolto. Cattivo calcolatore, il servitore si trovò così ad aver mangiato del pesce marcio, ad aver ricevuto cinquanta frustate e ad aver dovuto restituire i quattrini.

Parola di Dio: Is 49,8-15; Sal 144; Gv 5,17-30

 

Vangelo Gv 5, 17-30

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù rispose ai Giudei: «Il Padre mio opera sempre e anch'io opero». Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse: «In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e da  la vita, così anche il Figlio da  la vita a chi vuole; il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo. Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Parola del Signore

 

“CHI ASCOLTA LA MIA PAROLA E CREDE A COLUI CHE MI HA MANDATO, HA LA VITA ETERNA”. (Gv. 5,24)

In un giorno, un anno, una vita, quante cose le nostre orecchie hanno udito che non hanno lasciato traccia in noi? E’ una specie di selezione automatica: suoni, parole, fatti che colpiscono la nostra attenzione, ci interessano, si fissano in noi, ci influenzano, cambiano poco o molto il nostro modo di vivere; altri passano veloci, non ci scalfiscono neppure, sono subito dimenticati. Così, spesso avviene nel campo spirituale. Forse da parecchio tempo (anni? una vita?), le nostre orecchie odono la Parola di Dio senza ascoltarla veramente. Frequentiamo una chiesa, partecipiamo alla preghiera, cantiamo, ma tutto questo non ci penetra dentro, restiamo inossidabili. Una “religione” di facciata. Siamo degli illusi! La Parola di Dio è viva, deve portarci ad azioni di vita per noi e per gli altri. La Parola ci fa guardare ad una prospettiva di eternità, ma porta l’eternità nel nostro vivere quotidiano.

 

 

GIOVEDI' 19 MARZO: SAN GIUSEPPE SPOSO DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe; San Quinto.

Una scheggia di preghiera:

 

GIUSEPPE, INVOCA UMILTA' E SAGGEZZA PER I PADRI TERRENI.

 

Hanno detto: Non importa nascere in un pollaio quando si ha poi la fortuna di diventare un cigno. (Andersen)

Saggezza popolare: Avere la consapevolezza di ciò che si sa; conoscere d'ignorare quello che non si sa: ecco il vero sapere. (Prov. Cinese)

Un aneddoto: Leopoldo di Lorena fu un sovrano molto generoso e il suo primo pensiero era sempre per la beneficenza. - Maestà, -lo rimproverò un giorno un suo ministro - se continua così, si ridurrà alla miseria!  - Tanto meglio! - fece il re. - In compenso diverrò ricco della felicità che avrò data ai miei protetti!

Parola di Dio: 2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Sal 88; Rm 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24a opp. Lc 2,41-51a

 

Vangelo Mt 1, 16.18-21.24

Dal Vangelo secondo Matteo

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici. Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo. Parola del Signore

 

“GIUSEPPE, SUO SPOSO, ERA UN UOMO GIUSTO”. (Mt. 1,19)

Giuseppe è l’ultimo patriarca che riceve le comunicazioni del Signore attraverso l’umile via dei sogni. Come l’antico Giuseppe, è l’uomo giusto e fedele che Dio ha posto come custode della sua casa. Egli collega Gesù ,re messianico alla discendenza di Davide. Sposo di Maria, ombra del Padre per Gesù è colui che guida la sacra famiglia come aveva fatto Mosè guidando il ritorno del suo popolo. Giuseppe si fida di Dio e delle sue promesse anche se la loro realizzazione sembra non avvenire, e Dio si fida di Giuseppe affidandogli ciò che ha di più caro: il Figlio unigenito e sua Madre. E Giuseppe risponde a Dio in maniera egregia: svolge il suo compito vivendo e accogliendo il mistero che si svolgeva sotto i suoi occhi, senza essere curioso o invadente ma chiudendo nel silenzio del suo cuore il prodigio di una famiglia così speciale e santa.

 

 

VENERDI' 20 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Claudia; Santa Alessandra; San Serapione di Thmuis.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' FAI SCATURIRE IL CORAGGIO DALL'AMORE PER TE.

 

Hanno detto: Solo i saggi possiedono delle idee; la maggior parte dell'umanità ne è posseduta. (Samuel Taylor Coleridge)

Saggezza popolare: Si come il ferro s’arruginisce senza esercizio, e l’acqua si putrefà o nel freddo s’addiaccia, così lo ‘ngegno sanza esercizio si guasta. (Leonardo Da Vinci)

Un aneddoto: Passeggiando con un suo amico, Ernest Renan incontrò sulla sua strada una processione che portava il viatico a un infermo. Lo scrittore si tolse il cappello in segno di saluto. L'amico meraviglia gli domandò:  - Come? Tu saluti Gesù Cristo?  E Renan, con un fine sorriso:  - Sì, ci salutiamo, ma non ci parliamo.

Parola di Dio: Sap 2,1a.12-22; Sal 33; Gv 7,1-2.10.25-30

 

Vangelo Gv 7, 1-2. 10. 25-30

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne. Andati i suoi fratelli alla festa, vi andò anche lui; non apertamente però, di nascosto. Intanto alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora. Parola del Signore

 

“ALLORA CERCARONO DI ARRESTARLO”. (Gv. 7,30)

La morte di un innocente suscita un senso di profonda ribellione, ma può essere conseguenza di un errore giudiziario, commesso da giudici in buona fede. Ben più grave è la condanna consapevole di un giusto riconosciuto come tale. La decisione di sopprimerlo non può che derivare dal fatto che gli uomini non sopportano che qualcuno, con l’esempio e con la parola, li ponga inesorabilmente di fronte all’esigenza di cambiar vita. Signore Gesù, tu non hai esitato ad affrontare il pericolo per insegnare nel tempio e rendere testimonianza a colui che ti aveva mandato. Aiutaci a non tirarci indietro anche quando sentiamo l’ostilità crescere intorno a noi e donaci la libertà interiore necessaria per svolgere la nostra missione fino all’ora stabilita da te.

 

 

SABATO 21 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Nicola di Flue; San Goffredo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' INSEGNACI LE PAROLE DELL'AMORE.

 

Hanno detto: Nulla c'è che capisce di più l'Amore quanto l'umiltà. (Chiara Lubich)

Saggezza popolare: Amami poco... ma continua! (Proverbio Toscano)

Un aneddoto: Un giorno davanti a Socrate passò un tale che, lancia in mano, seguiva un fuggiasco. - Pìglialo! Pìglialo! - disse a Socrate, ma il filosofo restò fermo. - Sei forse sordo? - gli chiese l'inseguitore. - Come mai non hai tagliato la strada a quell' assassino? - Un assassino? E che vuole dire questa parola? - Oh bella! Un assassino è un uomo che ammazza. - Un macellaio, allora? - Vecchio pazzoide! Voglio dire un uomo che ammazza un altro uomo! - Ah! Un soldato. - Ma no, un uomo che uccide un altro uomo in tempo di pace. - Ho capito: un boia. - Stupido! Un uomo che uccide un altro uomo in casa sua. - Allora è di sicuro un medico! - tagliò corto Socrate. L'inseguitore, sbaragliato dalla dialettica del filosofo, riprese a correre.

Parola di Dio: Ger 11,18-20; Sal 7; Gv 7,40-53

 

Vangelo Gv 7, 40-53

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, all'udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano:"Questi è davvero il profeta!". Altri dicevano: "Questi è il Cristo!". Altri invece dicevano: "Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?". E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: "Perché non lo avete condotto?". Risposero le guardie: «"Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!". Ma i farisei replicarono loro: "Forse vi siete lasciati ingannare anche voi? Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!". Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù: "La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?". Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea». E tornarono ciascuno a casa sua. Parola del Signore

 

"MAI UN UOMO HA PARLATO COME PARLA QUEST'UOMO”. (Gv. 7,46)

Le guardie dei Sommi Sacerdoti che non hanno arrestato Gesù si giustificano davanti a chi li ha mandati dicendo la propria e l'altrui meraviglia per la parola semplice, tagliente, sincera, fattiva, unica di Gesù. Nella nostra vita spesso ci incontriamo con montagne di parole inutili, ci sono parole che fanno più male di uno schiaffo e parole che segnano per sempre con la forza distruttiva che hanno in sé qualcosa di irrimediabile, parole che nascondono dietro l'altisonante la vacuità, l'imbecillità Oppure la falsità, parole suadenti, parole di circostanza parole che uccidono, parole che non avrebbero mai dovuto essere pronunciate. Ma ci sono anche parole d'amore che trasformano una vita, parole di fiducia che rialzano dalla disperazione parole e silenzi che diventano solidarietà, incoraggiamento ci sono richiami definitivi che decidono una esistenza e determinano il cammino di una persona. Ogni tanto proviamo a fare un piccolo esperimento: analizziamo cinque minuti del nostro parlare e guardiamo quante parole potremmo salvare.., proveremo un grande stupore e forse poco per volta impareremo a dir meno parole.

 

 

DOMENICA 22 MARZO: 5^DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ottaviano, martire; Santa Renilde.

Una scheggia di preghiera:

 

FA' DI NOI BUONI TESTIMONI DEL TUO NOME

 

Hanno detto: La ricchezza mi fa povero. (Ovidio)

Saggezza popolare: Si può morire a cent'anni, senza aver vissuto neanche un giorno.

Un aneddoto: La desolante monotonia delle interminabili e solitarie strade del Sud America è interrotta da cumuli di pietre chiamate "ceferinos". Su ognuno di questi mucchi di pietre c'è una bottiglia d'acqua. Le bottiglie d'acqua sono lasciate dai camionisti che vogliono ricordare una storia. Una madre si era smarrita con il suo bambino in una di quelle lande deserte. Il bambino stava morendo di sete e la madre lo dissetò con il suo sangue. Un camionista li trovò e salvò il piccolo, ma la madre era morta. Sulle strade dei giovani del nostro tempo chi costruisce ancora "ceferinos"?

Parola di Dio: Ger 31,31-34; Sal 50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33

 

Vangelo Gv 12, 20-23

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero:“Signore, vogliamo vedere Gesù”. Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose: “E’ giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome”. Venne allora una voce dal cielo: “L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!”. La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: “Un angelo gli ha parlato”. Rispose Gesù: “Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”. Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire. Parola del Signore

 

“SI AVVICINARONO A FILIPPO E GLI DISSERO: SIGNORE, VOGLIAMO VEDERE GESÙ”. (Gv. 12,21)

Prova ad immaginare: Un giorno, mentre cammini nelle strade della vita, qualcuno si avvicina e ti dice: “Fammi vedere Gesù”. Forse saresti imbarazzato, forse cercheresti di mettere insieme quel po’ di Vangelo che conosci per iniziare una predica, forse ti verrebbe più comodo rispondere: “Va’ in chiesa, cercati un prete”. Eppure compito fondamentale di ogni cristiano è far vedere Gesù. Il mondo di oggi, anche se può sembrare strano, ha questa esigenza e questa giusta pretesa nei confronti dei cristiani: vogliono vedere Gesù non nelle chiacchiere di teologia nelle prediche dei preti, ma nella vita e nella testimonianza concreta dei cristiani. Allorché morì l’Abbè Amedeo Ayfre, il creatore della teologia dell’immagine, la sua più bella epigrafe fu dettata da un attrice: “Che cosa volete che vi dica — confessò ad un giornalista che la intervistava — ... era un uomo che, quando lo incontravi, ti faceva venire voglia di Dio”. A noi è mai successo di aver fatto venire la voglia di Dio in qualcuno?

 

 

LUNEDI' 23 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Turibio di Mogrovejo; Santa Lea, vedova; Sant’Ottone.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, PIETA' DI NOI PECCATORI.

 

Hanno detto: Perdonare è spesso più facile che chiedere perdono. (M.Daddy)

Saggezza popolare: La porta meglio chiusa, è quella che si può lasciare aperta. (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: Giacomo Il, re d'Inghilterra, era un fanatico cattolico, tanto da imporre ai funzionari protestanti la scelta fra l'apostasia e il licenziamento in tronco. - lo ho quattordici ragioni per obbedire a Sua Maestà - disse un impiegato. - E sarebbero? - gli fu chiesto. - Mia moglie e tredici figli! - rispose quello.

Parola di Dio: Dn 13,1-9.15-17.19-30.33-62; Sal 22; Gv 8,1-11

 

Vangelo Gv 8, 1-11

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: « Neanche io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più». Parola del Signore

 

“GLI SCRIBI E I FARISEI GLI CONDUCONO UNA DONNA SORPRESA IN FLAGRANTE ADULTERIO”. (Gv. 8,3)

Ormai è guerra aperta: gli scribi e i farisei hanno un unico scopo: far condannare Gesù. Essi sanno che ama ed è amato dai peccatori, ma sanno anche Che Gesù si è mostrato ancora più esigente di Mosè quando ha detto: “Chi guarda una donna e la desidera ha già commesso adulterio con lei”. Si presenta un’occasione insperata: hanno trovato una donna sorpresa in flagrante adulterio. Secondo la legge di Mosè erano sia l’uomo che la donna a dover morire, ma i farisei se la prendono con la parte più debole. Davanti a questo caso Gesù contraddirà la legge di Mose o il suo discorso della montagna? Infatti sono due i processi che si snodano sotto i nostri occhi, quello alla donna e quello a Gesù. E rischiano di morire tutti e due una per adulterio e l’altro per bestemmia se si opporrà alla legge di Mosè. Ma come succederà davanti a Pilato Gesù sceglie il silenzio accompagnato da quel misterioso gesto di scrivere con il dito per terra. Il silenzio di Gesù evita alla donna l’umiliazione di quel terribile processo che si stava preparando e favorisce il riflettere quando finalmente Gesù parlerà rinviando le persone alla propria coscienza: Lui sa che tutti sono peccatori agli occhi di Dio. Infine questo episodio, incominciato in una estrema violenza si conclude nella pace più profonda. “Gesù rimase solo con la donna davanti a Lui: La miseria, la nostra miseria, davanti alla misericordia e quel “Va’, d’ora in poi non peccare più” è detto anche per noi e che se accolto ci libera nell’amore da ogni giudizio nei confronti dei nostri fratelli.

 

 

MARTEDI' 24 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina di Svezia; San Severo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI VERO UOMO E VERO DIO.

 

Hanno detto: Infelice l'uomo che vale meno di quello che possiede e ciò accade quando pone se stesso al di sotto dei suoi averi. (Sant'Antonio)

Saggezza popolare: Chi segue gli altri, non arriva mai primo. (Proverbio Veneto)

Un aneddoto: Un vecchio decise che, per un giorno almeno, avrebbe sorriso alla vita; e lo avrebbe fatto in modo concretissimo, dispensando il suo sorriso a tutti. La sera prima, infatti, aveva letto una frase che lo aveva molto colpito: "Se non sorridi tu agli altri, come puoi pretendere che gli altri sorridano a te?" Uscendo di casa, il primo che incontrò fu un cane. Gli sorrise e ne ebbe un vivace contraccambio: la bestiola agitò festosamente la coda. La seconda persona che incontrò fu un bambino. Il vecchio gli sorrise e il bimbo rimase a guardarlo con occhi larghi. "Forse", pensò il vecchio, "i bimbi d'oggi sorridono così". Incontrò poi una giovane donna che, al suo sorriso, volse decisa lo sguardo dall'altra parte. "Sempre così le donne", pensò il vecchio, "dietro un sorriso vedono chissà cosa..." S'imbatté poi in un gruppo di uomini che stavano discutendo. Sorrise loro e notò che si guardavano gli uni gli altri facendo strani gesti con la mano. "Mi hanno preso per un vecchio scemo", pensò l'anziano pentendosi  del suo proposito. E fu così che, quando vide un vecchio come lui uscir di casa, non gli sorrise affatto. "Figurarsi se i vecchi rispondono a un sorriso..." pensò. Rimase invece stupefatto quando costui gli fece un sorriso largo come il sole. Al sorriso non rispose, e fece male. Non poteva sapere che quel vecchio si era proposto, proprio come lui, che quel giorno avrebbe sorriso alla vita; e ignorava che, diversamente da lui, aveva avuto in sorte, uscendo di casa, d'incontrare non un cane, ma un vecchio. (da Trilussa, il sogno bello)

Parola di Dio: Nm 21,4-9; Sal 101; Gv 8,21-30

 

Vangelo Gv 8, 21-30

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico. Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui. Parola del Signore

 

“SE NON CREDETE CHE IO SONO MORIRETE NEI VOSTRI PECCATI”. (Gv. 8,24)

I giudei non capiscono Gesù. Lui afferma di essere Dio che salva e loro continuano a vederlo solo come un uomo. Anche oggi succede così. Molti riescono a vedere in Gesù  il grand’uomo, il filosofo, il moralista ma non lo riconoscono come Figlio di Dio. E Gesù dice: “Ma se io non sono Dio, come posso salvarvi dai peccati? Se la mia morte in croce è solo quella di un martire per una ideologia, come può salvarvi?”. “Se credessimo in Cristo solo su questa terra saremmo i più stupidi tra gli uomini” scriverà S. Paolo in una delle sue lettere, in quanto se Gesù non è il Figlio di Dio risorto, da che cosa ci può salvare e quale prospettiva futura può avere la nostra vita? Ma Gesù si presenta a noi come “lo sono”, cioè come Dio. E’ davvero il vivente risorto dai morti; le sue parole sono vere; noi siamo a pieno titolo suoi fratelli e figli del Padre, siamo destinati all’eternità. Solo l’accoglierlo così ci dà la possibilità di non “morire nei nostri peccati’’.

 

 

MERCOLEDI' 25 MARZO: ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Isacco.

Una scheggia di preghiera:

 

AVE MARIA, PIENA DI GRAZIA.

 

Hanno detto: La gente che non ride mai non è seria. (Robert Schuman)

Saggezza popolare:Se di notte ti lamenti perché non c’è il sole, ti impedisci di vedere le stelle.

Un aneddoto: Un topo, guardando da un buco che c'era nella parete, vide un contadino e sua moglie che stavano aprendo un pacchetto. Pensò a cosa potesse contenere e restò terrorizzato quando vide che dentro il pacchetto c'era una trappola per topi. Corse subito nel cortile della fattoria per avvisare tutti: "C'è una trappola per topi in casa, c'è una trappola per topi in casa!" La gallina che stava raspando in cerca di cibo, alzò la testa e disse: "Scusi, signor topo, io capisco che è un grande problema per voi topi, ma a me che sono una gallina non dovrebbe succedere niente, quindi, le chiedo di non importunarmi." Il topo, tutto preoccupato, andò dalla pecora e le disse: "C'è una trappola per topi in casa, una trappola!!!" - "Scusi, signor topo, non c'è niente che io possa fare, mi resta solamente da pregare per lei. Stia tranquillo, la ricorderò nelle mie preghiere." Il topo, allora, andò dalla mucca, e questa gli disse: "Per caso, sono in pericolo...? Penso proprio di no!" Allora il topo, preoccupato ed abbattuto, ritornò in casa pensando al modo di difendersi da quella trappola. Quella notte si sentì un grande fracasso, come quello di una trappola che scatta e afferra la sua vittima. La moglie del contadino corse per vedere cosa fosse successo , e, nell'oscurità vide che la trappola aveva afferrato per la coda un grosso serpente. Il serpente velenoso, molto velocemente, morse la donna. Subito, il contadino, la trasportò all'ospedale per le prime cure. Siccome la donna aveva la febbre molto alta le consigliarono una buona zuppa di brodo. Il marito allora afferrò un coltello e andò a prendere l'ingrediente principale: la gallina. Ma la malattia durò parecchi giorni e molti parenti andavano a far visita alla donna. Il contadino, per dar loro da mangiare, fu costretto ad uccidere la pecora. La donna non migliorò e rimase in ospedale parecchio tempo più del previsto costringendo il marito a vendere la mucca al macellaio per poter far fronte a tutte le spese della malattia della moglie. Quando senti che qualcuno ha un problema e credi che non possa essere anche tuo o in qualche modo possa colpire anche te, pensaci molto bene, pensaci due volte! Il mondo non va male per la cattiveria dei cattivi ma per l'indifferenza dei buoni. Chi ha nel cuore ideali di amore non é mai solo, Dio é con lui.

Parola di Dio: Is 7,10-14;8,10c Sal 39; Eb 10,4-10; Lc 1,26-38

 

Vangelo Lc 1, 26-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio". Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei. Parola del Signore

 

"A QUESTE PAROLE, MARIA RIMASE TURBATA". (Lc. 1,29)

Maria rimane turbata davanti al mistero del progetto di Dio su di lei. E chi non rimane turbato davanti alle vie misteriose del Signore? Davanti alla Croce di Cristo che muore per noi, davanti alla chiamata del Signore che ci manda servendosi della nostra povertà, davanti a strade misteriose e inaspettate, davanti alla sofferenza e alla morte c'è da rimanere turbati. La fede non toglie l'umanità che stenta a capire. E mi è di grande conforto vedere Maria che, come noi, rimane turbata davanti al mistero. Essere preoccupati di comprendere maggiormente il Signore, non è peccato! E' rendersi gradualmente conto della nostra povertà e piccolezza e della grandezza di Dio. I suoi   pensieri non sono come i nostri, e meno male che sia così. Ma Maria non si fermerà al turbamento, lo supererà buttandosi interamente tra le braccia del Signore. "Maria, fa che i turbamenti che spesso ci prendono possano anche per noi essere superati da un sincero atto di abbandono in Colui che sempre vuole il nostro vero bene".

 

 

GIOVEDI' 26 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Emanuele, martire; San Ponzio; San Giovino.

Una scheggia di preghiera:

 

IO SONO IO, TU SEI DIO.

 

Hanno detto: Tornate dunque, carissimi, a Dio e fate degna penitenza dei vostri peccati, e Iddio vi libererà del lupo nel presente e nel futuro dal fuoco infernale. (San Francesco d'Assisi)

Saggezza popolare: Quando vivono a lungo insieme gli animali finiscono per amarsi, gli uomini per odiarsi. (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: L'imperatore, un giorno, mandò a chiamare uno dei suoi vassalli. Questi era conosciuto nel suo regno per la crudeltà e l'avarizia, e i suoi sudditi vivevano nel terrore. L'imperatore gli disse: "Voglio che ti metta in viaggio per il mondo e mi trovi un uomo veramente buono". Quello rispose: "Sì, signore" e con obbedienza iniziò la ricerca. Incontrò molte persone e parlò con loro, e dopo che fu trascorso molto tempo, tornò dall'imperatore e gli disse: "Signore, ho fatto come mi hai ordinato, cercando per tutto il mondo un uomo davvero buono. Non lo si può trovare. Sono tutti egoisti e malvagi. Non c'è luogo dove si possa trovare l'uomo che cerchi". L'imperatore lo mandò via e fece chiamare un altro vassallo, conosciuto per la sua generosità e benevolenza, e molto amato dai suoi sudditi. L'imperatore gli disse: "Amico mio, vorrei che ti mettessi in viaggio e mi cercassi un uomo davvero cattivo". Anche questo obbedì, e nei suoi viaggi incontrò molta gente e parlò con loro. Dopo che fu trascorso molto tempo, ritornò dall'imperatore e gli disse: "Signore, non ce l'ho fatta. Ci sono persone incaute, traviate, che si comportano da ciechi, ma in nessun luogo sono riuscito a trovare un uomo davvero cattivo. Sono tutti buoni di cuore, nonostante i loro fallimenti".

Parola di Dio: Gen 17,3-9; Sal 104; Gv 8,51-59

 

Vangelo Gv 8, 51-59

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, disse Gesù ai Giudei: « In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte». Gli dissero i Giudei: «Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte". Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "E' nostro Dio!", e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò». Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio. Parola del Signore

 

CHI PRETENDI DI ESSERE? (Gv. 8,53)

Un po' di anni fa era impossibile mettere in discussione "cose di religione: "è così! Bisogna crederci!", poi, passato il vento contestatario della dissacrazione tutto è diventato dubbio e anche noi qualche volta nella gran confidenza che abbiamo con Dio gli abbiamo gridato: "Ma chi pretendi di essere? non ti sembra di chiedere un po' troppo in sofferenza, in dolore? non ti sembra di essere un po' troppo esclusivista, di avere troppe pretese... e poi per che cosa? per delle promesse che uno vede solo nella fede!" E tu chi pretendi di essere piccolo uomo? risponde il Signore. Pretendi di capire tutto? Sei forse tu Dio? Signore, devo ritrovare il mio posto e devo trovare il tuo posto! Se è umano che mi faccia tante domande è anche vero che Tu sei Dio e, pur nella mia povertà io faccio il mio atto di fede in Te.

 

 

VENERDI' 27 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Augusto; San Gelasio.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTI I TUOI DONI.

 

Hanno detto: Figli miei, Maria è la scala dei peccatori, la mia più grande fiducia, la ragione della mia speranza. (San Bernardo)

Saggezza popolare: La donna è come l'onda, o ti sostiene o ti affonda.

Un aneddoto: Un giorno Luigi XI re di Francia stava conversando con un gruppo di cortigiani quando ad un tratto avvertì la fastidiosa puntura di un pidocchio e invece di contrariarsi esclamò: “Sono grato a questo piccolo essere perché mi ha ricordato che anche un re è un uomo come tutti gli altri.

Parola di Dio: Ger 20,10-13;  Sal 17; Gv 10,31-42

 

Vangelo Gv 10, 31-42

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidare Gesù. Egli disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei? Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre». Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui. Parola del Signore

 

“VI HO FATTO VEDERE MOLTE OPERE BUONE DA PARTE DEL PADRE MIO; PER QUALE DI ESSE MI VOLETE LAPIDARE”. (Gv. 10,32)

Gesù è passato “facendo bene ogni cosa” ma la cattiveria, l’orgoglio hanno accumulato pietre contro di Lui. Non hanno voluto capirlo, non hanno voluto gioire, hanno pensato che le sue parole scomodavano, e allora? Un po’ di pietre ben tirate risolvono la questione! Qualcuno non la pensa come noi? Il giusto ci è di rimprovero? Facciamolo fuori! E le nostre pietre possono essere le nostre parole, la nostra ironia, il rovinare la reputazione, l’ignorare l’altro. Se invece di accumular pietre per difendere sicurezze e ortodossie imparassimo ad ascoltare, scopriremmo tante verità presenti in tutto e in tutti. Se Dio, dopo i primi tentativi di dire all'uomo "ti voglio bene", vedendo che l'uomo usava addirittura della sua bontà per rivoltarsi contro di lui, si fosse stancato. Dio non si è stancato, Gesù non si è stancato; lo Spirito Santo non si stanca! e tu, per una incomprensione, per una risposta negativa vuoi negare un po' di perdono e un po' d'amore?

 

 

SABATO 28 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Gontrano; San Venturino

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE ASCOLTA, PADRE PERDONA, FA' CHE VEDIAMO IL TUO AMORE.

 

Hanno detto: L'unica sconfitta nella nostra vita è cedere alle difficoltà, anzi l'abbandono della lotta. (Giacomo Alberione)

Saggezza popolare: La paura preferisce consumarsi che decidere. (Prov. Arabo)

Un aneddoto: Il re era morto e il nuovo erede era da poco salito al trono. Per prima cosa, volendo rinnovare il consiglio regale, mandò araldi in tutto il paese per convocare a palazzo gli uomini ritenuti più saggi. Nessuno conosceva il nuovo re, e tutti erano ansiosi di dimostrargli il loro valore. Per primo fu introdotto nel palazzo reale il saggio Jang-Tzé. Quando questi si trovò di fronte al trono, vedendovi seduto un uomo abbigliato di splendide vesti, gli si prostrò davanti chinandosi sino a terra. A quel punto, da un angolo della sala, udi una voce dirgli: "Amico, come posso sceglierti quale consigliere se t'inchini davanti a un bagliore di vesti senza sapere chi le indossa? Colui che stai onorando è il mio servo". La voce era quella del re, un giovane uomo vestito come un semplice monaco. Jang-Tzé, capendo di aver clamorosamente fallito la prova, si ritirò col viso rosso d'imbarazzo e la vergogna nel cuore. Né lo consolò il sapere che tutti gli altri saggi sarebbero caduti nel suo stesso errore. Il giovane re preferì governare da solo piuttosto che con saggi così stolti.

Parola di Dio: Ez 37,21-28; Cant. Ger 31; Gv 11,45-56

 

Vangelo Gv 11, 45-56

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista della risurrezione di Lazzaro credettero in lui. Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione». Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove si trattenne con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?». Parola del Signore

 

“CAIFA DISSE: NON CONSIDERATE COME SIA MEGLIO CHE MUOIA UN SOLO UOMO PER IL POPOLO E NON PERISCA LA NAZIONE INTERA?”. (Gv. 11,50)

Gesù aveva fatto risorgere Lazzaro, ma il gesto di richiamare in vita un morto era destinato a portare lui stesso alla morte. E la morte di Gesù viene decretata dalla Chiesa ufficiale per opportunismo religioso e politico, ma Gesù morirà per dare la vita. La nostra quaresima è al termine: siamo pronti a celebrare la Pasqua del Signore? Abbiamo capito che essere cristiani ha un prezzo? Abbiamo rinnovato le nostre scelte battesimali? Abbiamo fatto diventare realtà nella nostra vita, il motto che apriva questi quaranta giorni: Convertitevi e credete al Vangelo? Coraggio, è l’ultima occasione per una conversione profonda di fede e di vita

 

 

DOMENICA 29 MARZO: DOMENICA DELLE PALME

Tra i santi ricordati oggi: San Secondo d’Asti; Santi Firmino e Aulo.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE.

 

Hanno detto: Non esiste nulla di più difficile di questo: vivere con semplicità. (Albert de Besancourt)

Saggezza popolare: Quando non trovi quello che cerchi, usa al meglio quello che trovi. (prov. Arabo)

Un aneddoto: Un povero chiedeva l’elemosina ad un soldato dicendogli: “Se mi darete qualcosa pregherò per voi”. Il soldato gli diede qualche moneta dicendogli “Prega per te; io non presto il mio denaro ad usura”.

Parola di Dio: Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1 – 15,47

 

Vangelo Mc 14, 1- 15, 47

Dal Vangelo secondo Marco

Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di lui con inganno, per ucciderlo. Dicevano infatti: “Non durante la festa, perché non succeda un tumulto di popolo”. Gesù si trovava a Betania nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l'unguento sul suo capo. Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: “Perché tutto questo spreco di olio profumato? Si poteva benissimo vendere quest'olio a più di trecento denari e darli ai poveri!”. Ed erano infuriati contro di lei. Allora Gesù disse: “Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un'opera buona; i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre. Essa ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto”. Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai sommi sacerdoti, per consegnare loro Gesù. Quelli all'udirlo si rallegrarono e promisero di dargli denaro. Ed egli cercava l'occasione opportuna per consegnarlo. Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: “Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?”. Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: “Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, gia pronta; là preparate per noi”. I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua. Venuta la sera, egli giunse con i Dodici. Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: “In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà”. Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l'altro: “Sono forse io?”. Ed egli disse loro: “Uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Bene per quell'uomo se non fosse mai nato!”. Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: “Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti. In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio”. E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: “Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea”. Allora Pietro gli disse: “Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò”. Gesù gli disse: “In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte”. Ma egli, con grande insistenza, diceva: “Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò”. Lo stesso dicevano anche tutti gli altri. Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: “Sedetevi qui, mentre io prego”. Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate”. Poi, andato un po' innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora. E diceva: “Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu”. Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: “Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole”. Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole. Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne la terza volta e disse loro: “Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino”. E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: “Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta”. Allora gli si accostò dicendo: “Rabbì” e lo baciò. Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono. Uno dei presenti, estratta la spada, colpì il servo del sommo sacerdote e gli recise l'orecchio. Allora Gesù disse loro: “Come contro un brigante, con spade e bastoni siete venuti a prendermi. Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture!”. Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono. Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono. Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo. Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi. Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo: “Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d'uomo”. Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde. Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: “Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?”. Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: “Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?”. Gesù rispose: “Io lo sono! E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo”. Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: “Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?”. Tutti sentenziarono che era reo di morte. Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: “Indovina”. I servi intanto lo percuotevano. Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: “Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù”. Ma egli negò: “Non so e non capisco quello che vuoi dire”. Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: “Costui è di quelli”. Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: “Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo”. Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco quell'uomo che voi dite”. Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: “Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte”. E scoppiò in pianto. Al mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo condussero e lo consegnarono a Pilato. Allora Pilato prese a interrogarlo: “Sei tu il re dei Giudei?”. Ed egli rispose: “Tu lo dici”. I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse. Pilato lo interrogò di nuovo: “Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!”. Ma Gesù non rispose più nulla, sicché Pilato ne restò meravigliato. Per la festa egli era solito rilasciare un carcerato a loro richiesta. Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli che nel tumulto avevano commesso un omicidio. La folla, accorsa, cominciò a chiedere ciò che sempre egli le concedeva. Allora Pilato rispose loro: “Volete che vi rilasci il re dei Giudei?”. Sapeva infatti che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò: “Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Ma Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Allora essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: “Salve, re dei Giudei!”. E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio, e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra. I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: “Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!”. Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: “Ha salvato altri, non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo”. E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: “Ecco, chiama Elia!”. Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: “Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce”. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso. Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: “Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!”. C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di ioses, e Salome, che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme. Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto. Parola del Signore

 

"VERAMENTE QUEST'UOMO ERA FIGLIO DI DIO". (Mc. 15,39)

Ci può stupire: per tutto il Vangelo di Marco è corsa una domanda: "Chi è questo Gesù?" La gente si meraviglia di Lui, si stupisce; i diavoli lo riconoscono, i discepoli ora lo affermano Figlio di Dio, ora dubitano, la gente ora grida: "Osanna" ora "In croce" e in questo momento di croce, di morte un pagano grida la sua fede. Tutto il Vangelo di Marco porta qui: la rivelazione di Dio nel crocifisso. Marco non si preoccupa di dimostrare che il Crocifisso è risorto, ma proprio ai piedi della croce raccoglie la fede di questo pagano. E' il Crocifisso che fa nascere la fede non la forza, la potenza dei miracoli, ma la povertà di una croce sofferta e vissuta nell'amore.

 

 

LUNEDI' 30 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Climaco; Sant’ Amedeo.

Una scheggia di preghiera:

 

RESTA CON NOI SIGNORE.

 

Hanno detto: Maledetta è quella vita che uno vive solo per se stesso, e non per il prossimo. (Martin Lutero)

Saggezza popolare: "Il solo profitto di un'adulazione è che, sentendo ciò che non siamo, noi possiamo istruirci su ciò che dovremmo essere". (prov. Africano)

Un aneddoto: Ad una donna in carriera che vantava il proprio estro negli affari e che pensava di aver fatto bene al femminismo, una madre mostrandogli i suoi tre figli disse: “In essi c’è tutta mia scienza, sapienza e amore. Penso di aver investito meglio io di te.

Parola di Dio: Is 42,1-7; Sal 26; Gv:12,1-11

 

Vangelo Gv 12, 1-11

Dal vangelo secondo Giovanni.

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi donarli ai poveri?». Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. Parola del Signore

 

“SEI GIORNI PRIMA DELLA PASQUA, GESU’ ANDO’ A BETANIA E QUI GLI FECERO UNA CENA". (Gv. 12,1-2)

Questa settimana santa inizia con un quadro familiare. Non c’è più il clamore della gente osannante a Gesù che entra in Gerusalemme, non ci sono ancora le urla che spingono Pilato a condannare Gesù alla morte, c’è invece il calore dell’amicizia, la gioia di Marta e Maria nell’avere con loro Gesù, l’amico che ha fatto risorgere il loro fratello Lazzaro, c’è il profumo di questo unguento versato per riconoscenza, dell’amore, della fede che riempie questa casa. Mentre si addensano le nubi su coloro che cercano la morte di Gesù, c’è almeno qualcuno che lo ha accolto, che in silenzio lo ama, che senza saperlo comincia ad annunciare la morte e la risurrezione del Salvatore. E’ una gioia potersi trovare in casa di amici veri, sentirsi accolti, non dover dipendere da gesti formali ed esteriorità, parlare e saper ascoltare, condividere con semplicità e gioia. Mi chiedo: se fossi vissuto ai tempi di Gesù, Egli sarebbe venuto volentieri, con gioia, a passare una delle sue ultime sere prima della passione a casa mia? E si sarebbe trovato bene come a Betania? Gesù vuole venire in casa nostra a portare la sua presenza, la sua pace, ma c’è posto per Lui o la nostra casa è già occupata da tante altre cose e persone? Vorrei che per te, Gesù, anche il mio cuore, fosse sempre Betania. Non ti ho ancora capito fino in fondo, ma ti amo. Sono ancora preso dai miei peccati che ti mettono in croce ma voglio stare ai tuoi piedi. Non so darti molto e neppure dirti belle parole ma il tuo grande amore e il mio povero amore riempiano ancora e sempre di profumo la mia casa e siano il segno della tua presenza in essa.

 

 

MARTEDI' 31 MARZO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Balbina; San Beniamino; San Lucerio

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE ILLUMINA LA NOSTRA NOTTE.

 

Hanno detto: Quando si è parlato molto, si è detto sempre qualche cosa che sarebbe stato meglio tacere. (Confucio)

Saggezza popolare: Coraggio e risoluzione sono lo spirito e l'anima della virtù.

Un aneddoto: Un re che aveva in simpatia il suo maggiordomo volle un giorno fargli il piacere di visitare la sua casa. Gli fece i complimenti “Però – gli disse – c’è un unico difetto: la casa è bella e grande ma la cucina troppo piccola rispetto al resto.”. Gli rispose il maggiordomo: “Non si stupisca, maestà è proprio a causa della cucina piccola che ho potuto fare la casa grande.

Parola di Dio: Is 49,1-6; Sal 70; Gv 13,21-33.36-38

 

Vangelo Gv 13, 21-33. 36-38

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Dì, chi è colui a cui si riferisce?». Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose allora Gesù: «E' colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto». Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte. Quando egli fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho gia detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte». Parola del Signore

 

“QUANDO GIUDA FU USCITO, GESU’ DISSE: ORA IL FIGLIO DELL’UOMO E’ STATO GLORIFICATO”. (Gv. 13,31)

Quanto è triste scoprire di amare e di non essere compresi, di dare tutto e di essere traditi. Gesù ama Giuda, lo ha scelto, gli ha dato fiducia e adesso scopre il suo tradimento ed è ancora più rattristato dal fatto di vedere il buio che c’è nel cuore di lui. Però Gesù non si ferma neanche davanti a questo, anzi dice che è in atto la sua “glorificazione”, e lo afferma nel momento in cui un amico è “uscito fuori” per tradirlo. La gloria, quindi, non passa attraverso il successo, il trionfo, il dominio, lo sterminio dei nemici. Gesù non dice: la vittoria è assicurata perché siamo una potenza, perché possiamo farci valere contro chiunque, a motivo del numero e dei mezzi e degli appoggi di cui disponiamo. Gesù non dice neanche, poiché io e questi dodici siamo la migliore delle comunità abbiamo il diritto di essere ascoltati, imitati. Gesù presenta una gloria avvolta dalla debolezza, esposta alla derisione della gente che conta. Il Figlio dell’uomo ha puntato tutto su una cosa sola che spesso sembra essere perdente: l’amore. Ed è la stessa cosa che chiede a noi: giocare tutto su quella carta “perdente” che è l’amore. Gesù, proprio pensando a Te, scopro il guazzabuglio del mio cuore. In me c’è un po’ di Giovanni: ho un estremo bisogno di appoggiare il mio capo sul tuo cuore, ma in me c’è anche la perplessità di tutti i tuoi amici davanti alla sofferenza e alla morte, c’è la presunzione di Pietro nel dirti che con Te sono disposto a morire, ma anche la paura e il desiderio di fuga davanti alla prova. In me spesso c’è anche Giuda, uno che ti vuol bene ma che spesso ha preferito “far bella figura” piuttosto che annunciarti, uno che qualche volta  ha tradito Te, povero, che bussavi alla mia porta, uno che ha  preferito non ascoltare un tuo richiamo, che ti ha venduto pur di non compromettersi. Gesù, tu lo sai che noi vogliamo seguirti, ma sai anche la nostra debolezza e allora questa mattina dicendo il Padre nostro ti ripetiamo con forza “non ci indurre in tentazione”, cioè non permettere che la tentazione sia più forte delle nostre forze, non permettere che essa faccia di noi dei traditori del tuo amore.

     
     
 

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