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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

FEBBRAIO  2015

 

 

DOMENICA 1 FEBBRAIO: 4^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Orso di Aosta; Santa Anna Michelotti; Santa Brigida di Cell Dara.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE IL TUO REGNO VENGA.

 

Hanno detto: “L’uomo di oggi è uno che recita volentieri il mea culpa: battendo sempre, però, sul petto degli altri”. (Thomas Eliot)

Saggezza popolare: Gambe mie, non è vergogna fuggire quando bisogna.

Un aneddoto: Un giorno nella stagione estiva D. Bosco passava per una via di Torino accompagnato da D. Rua: fermatosi davanti ad un banco di fruttivendole, gli fece notare la varietà, la bellezza, la bontà delle tante sorta di frutta che vi erano esposte, e poi esclamò: « Quanto è mai buono il Signore che provvede con tanta abbondanza e varietà per i bisogni della nostra vita corporale!”.

Parola di Dio: Dt 18, 15-20; Sal 94; 1Cor 7, 32-35; Mc 1, 21-28

 

Vangelo Mc 1, 21-28

Dal vangelo secondo Marco

A Cafarnao, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: "Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio". E Gesù lo sgridò: "Taci! Esci da quell'uomo". E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: "Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!". La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. Parola del Signore

 

“ED ECCO, NELLA LORO SINAGOGA VI ERA UN UOMO POSSEDUTO DA UNO SPIRITO IMPURO E COMINCIO' A GRIDARE”. (Mc. 1,23)

Nella cultura antica molte malattie delle quali non si conoscevano la causa erano attribuite alla forza di uno spirito maligno, una forza del male che distruggeva l’uomo, gli faceva perdere, in certo senso, la sua identità. L’invito che ci viene dal vangelo è quello di lottare. Il credente è un uomo o una donna che è chiamato a lottare contro ogni forma di asservimento, di schiavitù, di oppressione, perché il regno di pace, di giustizia e di amore venga. E’ una lotta, se così si può dire, a due livelli: un primo livello è dentro ciascuno di noi, nella nostra vita (quasi un aspetto della conversione), un secondo livello è intorno a noi, verso gli altri e verso il mondo tutto. Il Regno di Dio non è, infatti, solo annuncio di una liberazione futura, esso è secondo un’espressione di Paolo, “già e non ancora”.

 

 

LUNEDI' 2 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Caterina De Ricci; San Cornelio, centurione.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO CIO' CHE ABBIAMO NOI LO OFFRIAMO A TE.

 

Hanno detto: “Una volta credevo in Dio. Adesso credo soltanto in Dio”. (Gustave Thibon)

Saggezza popolare: Gli spaventi sono peggio dei mali.

Un aneddoto: “Voi cattolici, mi obiettano gli amici ‘liberi pensatori’, siete chiusi nella gabbia del cattolicesimo. E io rispondo che è vero: il cattolico è prigioniero della sua Chiesa come l’uccello è prigioniero del cielo”. (Julien Green)

Parola di Dio: Ml. 3,1-4; Sal. 23; Eb. 2,14-18; Lc. 2,22-40

 

Vangelo Lc 2, 22-40

Dal Vangelo secondo Luca

Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele". Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima". C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. Parola del Signore

 

“QUANDO VENNE IL TEMPO DELLA PURIFICAZIONE SECONDO LA LEGGE DI MOSE’, MARIA E GIUSEPPE PORTARONO IL BAMBINO A GERUSALEMME PER OFFRIRLO AL SIGNORE”.  (Lc. 2,22)

Nel racconto della presentazione al Tempio di Gesù, una delle cose che maggiormente mi colpisce è il contrasto tra la semplicità e povertà di un gesto rituale e la grandezza del significato del mistero che si compie. I personaggi sono poveri: un Bambino di quaranta giorni, un falegname e sua moglie, un uomo giusto, Simeone, ma comune; una vecchia di 84 anni, Anna. Anche i mezzi sono poveri: due colombe per riscattare un bambino. Ma c’è il mistero di Gesù, Figlio di Dio che incontra nella gloria del Tempio Dio suo Padre, c’è l’anticipazione gloriosa e dolorosa di un’offerta totale, c’è la fede dei suoi genitori, ci sono le meraviglie di Dio manifestate a due poveri . Con Simeone e Anna , la vecchiaia del mondo, accoglie tra le sue braccia l’eterna giovinezza di Dio. Dio è l’eterna novità, è fedele al suo patto e rinnova, nella sua infinita fantasia, l’amore per il suo popolo. Ma anche in questo momento di grande gioia c’è l’ombra della tristezza e della croce: molti non accetteranno il dono fatto, addirittura lo ripudieranno. Anche per noi, Gesù è “l’incontro”, è la fedeltà di Dio rinnovata. Egli si offre a noi, in mille modi, specialmente nei sacramenti come comunione salvifica con il Padre ma anche come segno discriminante “per la rovina o per la salvezza”. Noi possiamo essere come le braccia accoglienti di Simeone, il cuore gioioso di Maria e Giuseppe, o come i tanti che in quel giorno tirano dritto per i loro affari, magari anche religiosi, senza accorgersi che il Salvatore è in mezzo a loro.

 

 

MARTEDI' 3 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Biagio, Vescovo e Martire; Sant’Ansgario (Oscar), Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

Hanno detto: “Nessun desiderio eleva tanto l’uomo quanto il desiderio di conoscere la verità”. (San Tommaso D’Aquino)

Saggezza popolare: La paura degli sbirri scaccia quella delle streghe.

Un aneddoto: Quando leggo certi trattati spirituali il mio povero piccolo spirito non tarda a stancarsi. Chiudo il libro dei sapienti che manda in pezzi la mia testa e dissecca il mio cuore, e prendo in mano la Sacra Scrittura. Allora tutto mi diventa luminoso, una sola parola dischiude all'anima mia orizzonti infiniti e la perfezione mi sembra facile. (Teresa di Lisieux: in una lettera del 9 maggio 1897)

Parola di Dio: Eb 12, 1-4;Sal 21; Mc 5, 21-43

 

Vangelo Mc 5, 21-43

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: "La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva". Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita". E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male. Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi mi ha toccato il mantello?". I discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?". Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male". Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?". Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: "Non temere, continua solo ad aver fede!". E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro: "Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme". Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. Presa la mano della bambina, le disse: "Talità kum", che significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!". Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare. Parola del Signore

 

"VENNERO A DIRGLI: TUA FIGLIA E' MORTA. PERCHE' DISTURBI ANCORA IL MAESTRO?". (Mc. 5,35)

Quale grande prova per questo padre! Così, brutalmente, vengono a dirgli che sua figlia è morta. Tutto gli crolla attorno. Gli amici, poi, con tanto di perbenismo, cercano anche di scalfire la sua fede in Gesù ("Non disturbare"). Proviamo ad immaginare lo sguardo di quest'uomo, la sua tristezza profonda, le lacrime che stanno per sgorgare e lo sguardo di Gesù. E' questo il momento in cui ci si gioca tutto, è proprio qui che si risolve il nostro rapporto con Lui, quando tutto va male. E' troppo poco far venire Gesù in casa mia quando c'è ancora una speranza. Devo avere il coraggio di farlo venire soprattutto quando non c'è più niente da fare. Una fede che tratti con Gesù soltanto affari possibili, è timidezza, paura, galateo... non fede. La vera fede è quella capace di combinare con Lui gli affari impossibili, gli unici che a Lui interessano veramente.

 

 

MERCOLEDI' 4 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Andrea Corsini, vescovo; San Federico, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

A TE, SIGNORE, AFFIDO OGNI MIA OPERA.

 

Hanno detto: Cercate di comprendere quali siano le risposte di Dio alle vostre domande. Credete forse che Egli non parli perché non ne udiamo la voce? Quando è il cuore che prega, Egli risponde.(Santa Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: È il miglior piacere del mondo, quello che non lascia rimorso nella coscienza.

Un aneddoto: Un giorno una signora stava facendo lezione ad un suo nipotino. In genere il bambino era bravo e attento, ma in questa occasione non riusciva a concentrarsi sul suo lavoro. Improvvisamente disse: "Zia, posso inginocchiarmi e chiedere a Dio di aiutarmi a trovare la mia pallina di vetro?". La zia gli diede il permesso e il bambino si inginocchiò accanto alla sua sedia, chiuse gli occhi e pregò in silenzio. Poi si alzò e proseguì con soddisfazione la sua lezione. Il giorno dopo, quasi timorosa di fargli la domanda, nel caso il bambino non avesse ritrovato il suo gioco e potendo così perdere la sua semplice fede, la zia gli chiese: "Bene, caro, hai ritrovato la tua pallina?". "No, zia," fu la risposta "ma Dio non mi ha fatto più desiderare di cercarla."

Parola di Dio: Eb 12, 4-7. 11-15; Sal 102; Mc 6, 1-6

 

Vangelo Mc 6, 1-6

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: "Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?". E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua". E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando. Parola del Signore

 

“UN PROFETA NON E' DISPREZZATO CHE NELLA SUA PATRIA, TRA I SUOI PARENTI E IN CASA SUA”. (Mc. 6,4)

Gesù applica a se stesso un proverbio comune. Lui è venuto nella sua casa, non solo a Nazareth che lo aveva visto crescere, ma nel mondo che è suo, che “è stato creato in vista di Lui” e i suoi non l’hanno accolto: ripudiato dai suoi concittadini, dal suo popolo e spesso anche dalla sua Chiesa. E la storia si ripete; il mistero dell’incomprensione è ancora attuale: non è forse vero che spesso le difficoltà alla fede ci vengono proprio dalla nostra famiglia, dalla nostra parrocchia, dalle persone a cui abbiamo cercato di fare maggiormente del bene. Per Gesù questa incomprensione è fonte di rammarico, ma non lo scoraggia, ha talmente fiducia nella Parola di Dio che, se non è accettato in un posto si reca subito in un altro. Il vero amore non si chiude irritato in se stesso, è come un grande fiume che, trovato un ostacolo, si apre la strada in un altro posto fino a giungere al mare. Anche tu, cristiano, che soffri incomprensione, non scoraggiarti, fidati di Dio, della sua potenza, lascia scorrere in te la sua grazia, donala a piene mani e se ti sembra di non vedere risultati per te, lascia che i risultati li ottenga Lui., là dove vuole Lui.

 

 

GIOVEDI' 5 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Agata, martire; Sant’Isidoro, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDICI LIBERI E LEGGERI: TU CI BASTI, GESU'.

 

Hanno detto: Non ciò che piace, ma ciò che è necessario fare. (S. Massimiliano Kolbe)

Saggezza popolare: Guardati da qualunque piacere che costi lacrime ai tuoi fratelli

Un aneddoto: Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà mediante la pratica della preghiera. Rendi splendida la tua abitazione con la luce della giustizia. Orna le sue pareti con le opere buone come di una patina di oro puro e al posto dei muri e delle pietre preziose colloca la fede e la soprannaturale magnanimità, ponendo sopra ogni cosa, in alto sul fastigio, la preghiera a decoro di tutto il complesso. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia. Egli ti concederà di trasformare la tua anima in tempio della sua presenza. (San Giovanni Crisostomo)

Parola di Dio: Eb 12, 18-19. 21-24; Sal 47; Mc 6, 7-13

 

Vangelo Mc 6, 7-13

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: "Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro". E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore

 

"E ORDINO' LORO CHE, OLTRE AL BASTONE NON PRENDESSERO NULLA PER IL VIAGGIO”. (Mc. 6,8)

Mi sono chiesto: perché questo invito? Sarà per quel misticismo tipico delle religioni che qualche volta sconfina nel disprezzo di tutto ciò che è materiale per evidenziare solo lo spirituale? Credo di no! Gesù è amante della vita, sa gustare la gioia della compagnia, dello stare a tavola, dell'amicizia; Gesù accetta l'aiuto delle pie donne che sostengono la sua opera e quella degli apostoli. Chiedendo questo ai suoi discepoli non vuole disprezzare le cose della terra, i mezzi di comunicazione sociale, le "opere" della Chiesa. Vuole invece che i messaggeri del suo Vangelo, cioè noi, sappiamo una cosa: non è con la potenza, la ricchezza, le risorse umane che il Vangelo si propaga: il Vangelo è dono gratuito di Dio che ha già in sé la forza per crescere. Dobbiamo ricordarcelo spesso, grandi e piccoli della Chiesa, e un metodo per ricordarcelo è leggere la storia della Chiesa: una per tutte, basta chiederci: ha fatto più bene alla Chiesa la povera predicazione di san Francesco o il Regno Pontificio?

 

 

VENERDI' 6 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Paolo Miki e compagni, martiri; San Gastone, Vescovo, Santa Dorotea, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE DONA FORZA E CORAGGIO A TUTTI I PERSEGUITATI.

 

Hanno detto: Fate del bene sempre, del bene a tutti, del male a nessuno. (San Luigi Orione)

Saggezza popolare: I veri predicatori danno frutti e non fiori.

Un aneddoto: Un giovane essendo caduto in una grave colpa, non voleva più lasciarsi vedere da D. Bosco. Ma incontratosi a caso con lui, si sentì dire con paterna affabilità: «Tu non osi più lasciarti vedere perché hai commesso un peccato!». E glielo specificò. Il giovane, sbalordito e pentito, pregò il santo ad ascoltarlo in confessione, e cambiò. vita.

Parola di Dio: Eb 13, 1-8; Sal 26; Mc 6, 14-29

 

Vangelo Mc 6, 14-29

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: "Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui". Altri invece dicevano: "E' Elia"; altri dicevano ancora: "E' un profeta, come uno dei profeti". Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: "Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!". Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello".  Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.  Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista".  Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista".  Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.  La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.  I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

“E SUBITO MANDO’ UNA GUARDIA CON L’ORDINE CHE GLI FOSSE PORTATA LA TESTA DI GIOVANNI BATTISTA”. (Mc. 6,27)

Giovanni il Battista è proprio il precursore in tutto di Gesù. Ne ha annunciato la venuta, ha anticipato con il suo lavacro nel Giordano il battesimo che Lui ci ha regalato e adesso, per amore della verità, ne anticipa anche la morte. Ma non basta una mannaia per decapitare la verità: essa grida ancora più forte dalla testa spiccata del Battista nello stesso modo con cui la morte di Cristo non è la morte di Dio ma la redenzione dell’uomo. Vi ripropongo questo racconto: Un giorno satana e Gesú ebbero una conversazione nel Giardino dell'Eden. Satana arrivò contento e presuntuoso dicendo: "Sai, Signore, ho fatto prigioniera tutta la gente del mondo... o quasi tutta! Ho messo tentazioni di ogni genere... io so bene che non possono resistervi: li ho accalappiati quasi tutti!" "Che vuoi fare con loro?" chiese Gesú  mentre pregava Dio Padre. "Oh, mi divertirò con loro! -rispose satana - Voglio che dopo sposati divorzino, così non potranno costruire la base dell'umanità che è la famiglia...voglio che si odino e abusino l'uno dell'altro...che cadano nell'alcool e nella droga senza controllo! Insegnerò loro a costruire armi e bombe affinché si uccidano e si distruggano tra loro anche senza motivo... mi divertirò un sacco con loro!" "E quando ti sarai stancato di ingannarli giocando con loro, che farai?" chiese ancora Gesù senza mai smettere di pregare il Padre. "Oh, li ucciderò tutti e la loro anima diventerà mia per sempre! Ah, ah, ah! In fondo, Signore, con tutto il rispetto, sono stati loro a decidere....io li ho solo....imbeccati!" "Quale è il prezzo per il loro riscatto?" chiese risoluto Gesú. "Oh, ma tu non puoi amare  questa gente...nessuno di loro è buono. Perché li ami? Perché li vuoi riscattare? Non lo meritano! Loro non ti seguono, non ti amano...ti odiano e amano me! Ho visto molti maledirti, rinnegarti. Amano più me che Te! Tu non puoi amare questa gente! E che motivo ne avresti?". "Quale è il prezzo?" chiese ancora più risoluto Gesú. Satana guardò Gesú con aria poco amichevole e sogghignò: "Tutte le tue lacrime...e anche tutto il tuo sangue...  ...e anche tutto il dolore del mondo intero!" Gesú senza pensarci rispose: "Avrai quanto hai chiesto!"...e pagò il prezzo fino all'ultima...goccia di sangue!

 

 

SABATO 7 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Egidio Maria da Taranto, religioso; Sant’Adautto, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TUTTO AVVENGA IN TE.

 

Hanno detto: Se la gente conoscesse il valore dell'Eucaristia, l'accesso alle chiese dovrebbe essere regolato dalla forza pubblica.(santa Teresa di Lisieux)

Saggezza popolare: Chi risparmia i minuti, guadagna le ore.

Un aneddoto: La preghiera non è accendere una candela e lasciarla bruciare davanti al Signore, sperando che il fuoco ed il fumo commuovano il Signore.
La vera preghiera è che io diventi una candela che si consuma lentamente davanti a lui sul lavoro, tra gli amici, nel silenzio. (Ernesto Olivero)

Parola di Dio: Eb 13, 15-17. 20-21; Sal 22; Mc 6, 30-34

 

Vangelo Mc 6, 30-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po' ". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare.  Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.  Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.  Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.  Parola del  Signore

 

“VENITE IN DISPARTE, IN UN LUOGO SOLITARIO E RIPOSATEVI UN PO’ “. (Mc. 6,31)

“E SI COMMOSSE PER LORO PERCHE’ ERANO COME PECORE SENZA PASTORE”. (Mc. 6,34)

Direi che il piccolo brano di vangelo proposto oggi si svolge tra due tensioni che a prima vista sembrano opposte ma che, considerandole bene, partono da un stessa attenzione amorosa di Gesù. I discepoli sono tornati dalla loro prima missione apostolica. Sono entusiasti, ma anche stanchi e Gesù li invita a trovare un momento di riposo e di confronto per poter gustare e riflettere sull’accaduto. Tutto è combinato: una partenza alla chetichella, un luogo deserto… ma la folla non dà requie e Gesù davanti alla folla che lo cerca, che pende dalle sue labbra, sembra quasi dimenticare l’invito precedente fatto agli apostoli per lasciarsi commuovere e “mangiare” dalle esigenze di queste persone. Ho sentito tante volte, specialmente tra preti e cristiani cosiddetti “impegnati”, la discussione sul giusto riposo o sul dedicarsi totalmente, senza respiro, alla missione, Non credo che la soluzione stia da una delle due parti. La soluzione sta nelle motivazioni. Gesù ha una motivazione di amore nei confronti degli apostoli quando dice loro: “Venite in disparte a riposarvi un po’ ”, vede la loro stanchezza, vede il bisogno che hanno di far sedimentare esperienze così importanti per poterne comprendere la vera portata. Gesù vuole educare gli apostoli  e noi a trovare tempi che rispettino il nostro sano vivere e vuole soprattutto che non perdiamo l’equilibrio nel considerare che tutto dipende da noi e dal nostro attivismo. Ma anche la motivazione che fa slittare questo momento di riposo è una motivazione di amore: è sempre Gesù che vede le esigenze di questa folla e le viene incontro donandosi totalmente. Non è dunque questione di contrapporre preghiera e azione, riposo e lavoro, lasciar fare da Dio o fare tutto noi… è questione di amore e di un amore equilibrato che tiene conto delle esigenze sia di se stessi che degli altri. La mancanza di equilibrio, in tutti i campi, ma specialmente in quello religioso, è deleteria e porta sempre a ingiustificati estremismi, ad esasperazioni che non hanno nulla di buono e questo vale sia per il contemplare, il pregare che l’agire. Se tu ami troverai il tempo per te, per il tuo sano equilibrio, se tu ami Dio troverai il tempo per Lui anche se magari tutte le formule della preghiera non saranno  osservate, troverai il tempo per il tuo prossimo senza però esaurirti e correre il rischio di dare solo cose e non Lui con  te stesso che ami.

 

 

DOMENICA 8 FEBBRAIO: 5^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo Emiliani, fondatore; Santa Giuseppina Bakita; San Giovanni di Matha, fondatore.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DA OGNI MALE.

 

Hanno detto: Quando stai bene, la Messa l'ascolti; quando stai male e non vi puoi assistere, la Messa la dici.(S. Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Non vi son frutti così duri che il tempo non maturi.

Un aneddoto: Una Domenica, alla porta di una chiesa, fu appeso questo cartello: “Per consentire a tutti di venire in chiesa, domenica prossima abbiamo organizzato una “speciale domenica senza scuse”. Saranno sistemati dei letti in sacrestia per tutti quelli che dicono: “La domenica è l’unico giorno della settimana in cui posso dormire”. Sarà allestita una speciale sezione di morbide poltrone per coloro che trovano troppo scomodo i banchi. Un collirio sarà offerto a quelli che hanno gli occhi troppo affaticati dalla nottata alla TV. Un elmetto d’acciaio sarà regalato a tutti coloro che dicono: “Se vado in chiesa potrebbe cadermi il tetto in testa”. Morbide coperte saranno fornite a quelli che dicono che la chiesa è troppo fredda e ventilatori a quelli che dicono che è troppo calda. Saranno disponibili cartelle segnapunti per coloro che vogliono fare la classifica delle persone “che vanno sempre in chiesa ma sono peggio degli altri”. Parenti e amici saranno chiamati in soccorso delle signore che non possono, contemporaneamente, andare in chiesa e preparare il pranzo. Verranno distribuiti dei distintivi con la scritta: “Ho già dato” a tutti coloro che sono preoccupati per la questua. In una navata della chiesa saranno piantati alberi e fiori per quelli che cercano Dio solo nella natura. Dottori e infermieri si dedicheranno alle persone che si ammalano sempre e solo la domenica. Forniremo apparecchi acustici a quelli che non riescono a udire la predica e tappi per le orecchie a quelli che ci riescono. Dice il Signore: “Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”. (Matteo 26,40-41).

Parola di Dio: Gb 7, 1-4. 6-7; Sal 146; 1Cor 9, 16-19. 22-23; Mc 1, 29-39

 

Vangelo Mc 1, 29-39

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, si recò in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: "Tutti ti cercano!". Egli disse loro: "Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!". E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni. Parola del Signore

 

 

“LA SUOCERA DI PIETRO ERA A LETTO CON LA FEBBRE E SUBITO GLI PARLARONO DI LEI. EGLI, ACCOSTATOSI, LA SOLLEVO’ PRENDENDOLA PER MANO; LA FEBBRE LA LASCIO’ ED ESSA SI MISE A SERVIRLI”.  (Mc.1,30-31)

Questo è il primo miracolo di Gesù che il Vangelo di Marco ci racconta. Mentre, in Giovanni, il primo miracolo è quello di Cana dove Gesù opera su invito di sua Madre, in mezzo a tanta gente, qui ci troviamo davanti ad un miracolo all’apparenza insignificante. Oltretutto, l’atteggiamento di Gesù di fronte alla suocera di Pietro presenta dei caratteri completamente nuovi rispetto alla mentalità del mondo ebraico a lui contemporaneo. In primo luogo un rabbino non si sarebbe mai degnato di accostarsi ad una donna e di prenderla per mano, poi non si sarebbe mai lasciato servire da una donna. Quindi fin da queste prime pagine del Vangelo di Marco abbiamo la portata dell’evento Gesù. Egli non è venuto per convincere gli uomini con miracoli grandiosi. Gli stessi miracoli, belli e importanti, non risolvono tutti i problemi dell’uomo (la suocera di Pietro si sarà ancora ammalata, Lazzaro è poi morto un'altra volta). Essi esprimono solo chi sia Gesù, il Signore della creazione e delle sue leggi, ed esprimono l’affetto di Gesù per le persone, soprattutto quelle più trascurate, abbandonate, povere, diseredate.  E’ bello e confortante pensare a Gesù che prende per mano questa donna (la stessa cosa succederà al genero, Pietro, che sarà preso per mano da Gesù  nel momento in cui sta affogando). Gesù è la mano tesa di Dio agli uomini per liberarli dal loro male, per salvarli dall’annegamento nelle acque del male. Ma il fatto che la suocera di Pietro si metta a servire Gesù e gli altri a tavola sta anche ad indicare che cosa intende Gesù per ‘servizio’. Per i Greci la parola servizio non doveva esistere, era solo qualcosa proprio degli schiavi e non degli uomini liberi. L’uomo libero deve dominare. Per Gesù, invece il concetto di servizio parte dalla Bibbia ed è conseguenza dell’amore del prossimo. Questa anziana che serve a tavola, in fondo, non è che l’anticipo e l’annuncio di colui che “non è venuto per essere servito, ma per servire”. E questa anziana suocera di Pietro diviene modello anche per noi: non importa se serviamo in cose grandi o in cose piccole, l’importante è che in ogni fratello serviamo Gesù e gli esprimiamo così la nostra riconoscenza per averci liberati dal male.

 

 

LUNEDI' 9 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:Apollonia, vergine e martire; San Rinaldo, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI IL DIO CON NOI.

 

Hanno detto: Gli uomini sono come il vino. Alcuni diventano aceto, i migliori invecchiano bene. (Papa Giovanni XXIII)

Saggezza popolare: La luce è sempre luce, quand'anche il cieco non la veda.

Un aneddoto: Tre uomini incontrarono in un bosco una tigre che minacciava di sbranarli. Il primo, allora, disse: "Fratelli, il nostro destino è segnato, la morte è certa. La tigre ci divorerà". Era un fatalista. Il secondo esclamò: "Fratelli, imploriamo tutti e tre insieme il Signore onnipotente: Il misericordioso può salvarci e lo farà". Era un pio. "Perché dare fastidio a Dio?" - osservò il terzo - "Arrampichiamoci velocemente sugli alberi". Era un uomo che amava davvero Dio.

Parola di Dio: Gen 1, 1-19; Sal 103; Mc 6, 53-56

 

Vangelo Mc 6, 53-56

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret.  Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse. E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano. Parola del Signore

 

“LO PREGAVANO DI POTERGLI TOCCARE ALMENO LA FRANGIA DEL MANTELLO”. (Mc. 6,56)

Ricordo, durante un pellegrinaggio in Terra Santa, una guida, secondo me poco avveduta che, in ogni posto dove passavamo ci invitava a “toccare la pietra”; forse con poca carità, ma certamente con un sorriso lo avevamo soprannominato “tuca la pera”. Certo toccare le pietre di Gerusalemme o carezzare le pareti della grotta di Lourdes può essere, se male interpretato, quasi un modo credulone, persino un po’ idolatrico di esprimere la fede, ma è pur vero che noi siamo fatti di carne ed ossa, che abbiamo bisogno di segni concreti. E l’incarnazione di Gesù risponde proprio a questa esigenza: Lui, Dio, si è fatto carne, concretezza storica proprio per comunicare a noi se stesso. Lui, Dio, si fa pane nell’Eucaristia per concretizzare la nostra comunione con Lui. Non si tratta allora di ripercorrere la strada dei riti magici del “toccamento” ma bisogna invece farci aiutare dalla fede per lasciarci “toccare” da Gesù. Lui cambia il nostro cuore, perdona i peccati, ci apre alle sue promesse.

 

 

MARTEDI' 10 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Scolastica, vergine; San Guglielmo di Malavalle.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA E' LA MIA GIOIA, SIGNORE.

 

Hanno detto: La Sacra Scrittura cresce con chi la legge. (San Gregorio Magno)

Saggezza popolare: Hai il tempo e ti credi povero?

Un aneddoto: Tre donne andarono alla fontana per attingere acqua. Presso la fontana, su una panca di pietra, sedeva un uomo anziano che le osservava in silenzio ed ascoltava i loro discorsi. Le donne lodavano i rispettivi figli. "Mio figlio - diceva la prima - disegna così bene che nessuno gli sta alla pari". "Mio figlio - sosteneva la seconda - canta come un usignolo. Non c'è nessuno al mondo che possa vantare una voce bella come la sua". "E tu,che cosa dici di tuo figlio?",chiesero alla terza, che rimaneva in silenzio. "Non so che cosa dire di mio figlio - rispose la donna - E' un bravo ragazzo, come ce ne sono tanti. Non sa fare niente di speciale …"  Quando le anfore furono piene, le tre donne ripresero la via di casa. Il vecchio le seguì per un pezzo di strada. Le anfore erano pesanti, le braccia delle donne stentavano a reggerle. Poco lontano i figli delle tre donne videro la scena: uno continuò a cantare, uno a disegnare e il terzo andò ad aiutare la madre. Il vecchio vedendo tutto disse alle tre donne: "Vedete? Avete cresciuto un cantante, un pittore e un figlio!"

Parola di Dio: Gen 1, 20 - 2, 4a; Sal 8; Mc 7, 1-13

 

Vangelo Mc 7, 1-13

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?".  Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini".  E aggiungeva: "Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte".  Parola del Signore

 

“QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE LABBRA, MA IL SUO CUORE È LONTANO DA ME”. (Mc. 7,6)

I Comandamenti, la Legge sono un dono di Dio all'uomo, non sono un modo per complicargli l'esistenza o per gravarlo con ordini e precetti. Quando, durante la festa di Simchat Toràh, gli Ebrei ballano abbracciando il rotolo delle Scritture lo fanno "come lo sposo balla con la sposa" per dimostrare amore e gratitudine. Gesù colpisce il segno: scribi e farisei non hanno più nel cuore la luce, la gioia di seguire i Comandamenti e di meditare la Scrittura, ma hanno inventato mille cavilli ed idolatrano la propria tradizione. Dio, nella sua immensità ed onnipotenza, è semplice, chiaro e limpido come acqua di sorgente, i rivoli a cui loro si abbeverano sono inquinati da interessi personali e superbia.

 

 

MERCOLEDI' 11 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ricorrenza della Madonna di Lourdes; Santa Eloisa; San Dativo, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, PREGA PER NOI ADESSO E NELL'ORA DELLA NOSTRA MORTE.

 

Hanno detto: Chi è assiduo nella lettura della Parola di Dio, quando legge si affatica, ma in seguito è felice perché gli amari semi della lettura producono in lui i dolci frutti. (San Girolamo)

Saggezza popolare: Cosa fatta per forza non vale una scorza.

Un aneddoto: Due navi devono attraversare il mare. Siamo nel porto. Vediamo una nave partire, un’altra ritornare. Per quale delle due dobbiamo rallegrarci di più?  Per la nave che parte? No di certo! L’aspettano nella traversata mareggiate, tempeste, insidie. Al contrario, quando una nave rientra in porto sana e salva, è sempre carica di gioia!Adesso rispondimi: — È meglio nascere o morire?

Parola di Dio: Gen 2, 4b-9. 15-17; Sal 103; Mc 7, 14-23  Per la ricorrenza di Lourdes: Is 66,10-14 / Gdt. 13,18-19 / Gv. 2,1-11

 

Vangelo Gv. 2,1-11

Dal vangelo secondo Giovanni

Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Parola del Signore

 

“VI FU UNA FESTA DI NOZZE A CANA DI GALILEA. E C'ERA LA MADRE DI GESU'” (Gv. 2,1)

La festa per le nozze può essere considerata il momento più vivace nel grigio panorama della vita quotidiana che caratterizza la convivenza nei villaggi. Già i profeti avevano descritto il compiersi del disegno di Dio con i colori vivaci, i sentimenti e le attese di un matrimonio tra Dio e il suo popolo. L’evangelista Giovanni racconta quanto accade alle nozze celebrate a Cana di Galilea, cui partecipano anche Gesù, Maria e alcuni discepoli; anzi ne fa il primo di un cammino di segni portentosi che culmineranno nella risurrezione: “questo... fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui”. Il protagonista, è ovvio, è Gesù, ma un ruolo decisivo sembra debba attribuirsi anche a Maria: è lei che con premura materna si rende conto e suggerisce discretamente un intervento quando viene a verificarsi una situazione particolarmente spiacevole per i giovani sposi; è lei che, ben consapevole di quanto sia difficile l’obbedienza che verrà loro richiesta, interviene presso i servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Addirittura il suo intervento sembra anticipare il disegno della manifestazione di Gesù attraverso il segno prodigioso che cambierà l’acqua in vino. Prima di obbedirle Gesù dirà: “Donna... non è ancora giunta la mia ora”. Giovanni racconta ed insegna. Il cammino della Chiesa, come quello del singolo credente, sarà sempre caratterizzato da momenti in cui sembra esaurito il vino buono del vangelo, nonostante ogni attenzione; cosa resterà da fare se non l’affidamento a Colei che avendo avuto ogni cura per Gesù diventa punto di riferimento sicuro e provvido anche per tutti i fratelli che sono in cammino verso il banchetto della pienezza e della gioia. Nel Vangelo, rivisitato e pregato, troveranno il modo di conoscere tutto quello che lui si aspetta, e nello Spirito che lo anima troveranno la forza per compiere qualsiasi cosa lui ci dica. Nell’esempio di Maria, la prima credente, impareranno a diventare credenti, a fare il grande passo che la Chiesa ci chiede in questo anno della fede.

 

 

GIOVEDI' 12 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto di Aniane, monaco; Santa Eulalia, vergine e martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.

 

Hanno detto: Certo bisogna imparare a pregare. E a pregare si impara pregando, come si impara a camminare camminando.(S. Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: Non perdere tempo a piangere il tempo perduto.

Un aneddoto: Il Marchese di Cavour, non molto convinto della bontà dell'Opera di D. Bosco, non potendo far chiudere gli Oratori per la protezione del Re Carlo Alberto, li fa sorvegliare. Tutte le domeniche sei guardie accompagnano e seguono D. Bosco ovunque. Il Santo pensa di approfittarne, e se ne serve per far assistere i giovani; quando poi sale in pulpito, anziché le istruzioni solite, svolge tutta la trattazione dei novissimi con prediche efficacissime. Le guardie, prima indifferenti, poi attente, commosse, si asciugano gli occhi e alla fine s'inginocchiano accanto ai ragazzi per attendere il loro turno al confessionale.

Parola di Dio: Gen 2, 18-25; Sal 127; Mc 7, 24-30

 

Vangelo Mc 7, 24-30

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo Gesù, partito da Genesaret, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.  Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi.  Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia.  Ed egli le disse: "Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". Ma essa replicò: "Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli".  Allora le disse: "Per questa tua parola và, il demonio è uscito da tua figlia". Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato. Parola del Signore

 

“PER QUESTA TUA PAROLA VA’, IL DEMONIO E' USCITO DA TUA FIGLIA”. (Mc. 7,29)

Rileggiamolo tutto il racconto del Vangelo riportato oggi. Una donna straniera va a chiedere la guarigione di sua figlia. Gesù non sembra essere tenero con lei, la provoca dicendole che non è bene dare il pane dei figli ai cani. La donna, con umiltà ma fermezza, rimbecca Gesù ricordando che i cani si accontentano delle briciole che cadono dalla mensa dei padroni. Gesù le dice che questa sua risposta, espressione del suo cuore, le ha guadagnato il miracolo. Mi sembra che tra le altre cose, questa donna ci insegni quale deve essere la vera preghiera. La preghiera non è recita di formule né mieloso cantilenare, non è chiedere per vedere “se la va”, e avere nel cuore il bisogno di qualcosa, chiederlo con fermezza, non lasciarci smontare dal silenzio di Dio o dalle sue provocazioni, è insistere, quasi “litigare con Dio”, fargli vedere fino a che punto ci teniamo davvero, e aver fiducia che Dio non è sordo davanti ad una fede ferma.

 

 

VENERDI' 13 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benigno da Todi, martire; Sante Fosca e Maura, martiri.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA CI TROVI DISPONIBILI, SIGNORE.

 

Hanno detto: La preghiera non viene presentata a Dio per fargli conoscere qualcosa che Egli non sa, ma per spingere verso Dio l'animo di chi prega. (S. Tommaso d'Aquino)

Saggezza popolare: Non smettiamo di giocare perché diventiamo vecchi, diventiamo vecchi perché smettiamo di giocare.

Un aneddoto: Un giorno una donna, madre di famiglia, chiese a Madre Teresa di Calcutta: "Che cosa devo fare per essere missionaria?". "Comincia da casa tua - le rispose la religiosa - dicendo una buona parola a tuo figlio, sorridendo a tuo marito. Comincia aiutando qualcuno che ha bisogno nella tua comunità, sul posto di lavoro, a scuola. Comincia trasformando tutto ciò che fai in qualcosa di bello per Dio".

Parola di Dio: Gen 3, 1-8; Sal 31; Mc 7, 31-37

 

Vangelo Mc 7, 31-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: "Effatà" cioè: "Apriti!". E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!". Parola del Signore

 

“HA FATTO BENE OGNI COSA; FA UDIRE I SORDI E FA PARLARE I MUTI”. (Mc. 7,37)

Il Vangelo è pieno di ciechi che vedono, di sordi che odono, di muti che parlano, e questo non sta solo ad indicare la predilezione di Gesù per questi malati, sta ad indicare quello che Gesù è venuto a fare e vuole dare proprio a noi. Siamo un po’ tutti sordomuti: sordi ai richiami di Dio e della coscienza, sordi alla sua parola, muti non perché non parliamo (parliamo anche troppo e spesso a vanvera) ma perché  non testimoniamo la sua salvezza. Gesù può toccare le nostre orecchie e soprattutto il cuore, può anche renderci suoi testimoni. Ci credi ancora che il Signore, nonostante tutto può liberarti? Ma lo desideri proprio? Se crediamo che il nostro cuore può udire e sentiamo l’urgenza di proclamare le opere del Vangelo, è segno che Gesù, proprio ora, sta operando il miracolo.

 

 

SABATO 14 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Cirillo e Metodio, patroni d’Europa; San Valentino, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

AGNELLO DI DIO CHE TOGLI IL PECCATO DEL MONDO ABBI PIETA' DI NOI

 

Hanno detto: Un cristiano che non ama la meditazione è moralmente impossibile che viva fervoroso, ma vivrà tiepido e rilassato. A maggior ragione un sacerdote o un religioso. (S. Alfonso de Liguori)

Saggezza popolare: Il bue mangia il fieno perché si ricorda che è stato erba.

Un aneddoto: Una sera oscura e nebbiosa del 1854, presso il Cottolengo, due figuri precedono D. Bosco che torna all'Oratorio. Questi tenta di schivarli, ma quelli gli sono addosso e tentano imbavagliarlo con un mantello. Ma tosto giunge il solito Grigio, che addenta e atterra i due mariuoli. D. Bosco lo richiama, si fa promettere dai due che lo lasceranno in pace, e il Grigio li lascia andare. D. Bosco si conforta un poco al Cottolengo, quindi il Grigio lo segue fino all'Oratorio.

Parola di Dio: Is 52, 7-10; Sal 116; Mc 16, 15-20 Nella ricorrenza dei patroni d'Europa: At.13,46-49 / sal.116 / Lc 10,1-9

 

Vangelo Lc 10,1-9

Dal vangelo secondo Luca

Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”.

 

“ANDATE! ECCO IO VI MANDO COME AGNELLI IN MEZZO AI LUPI”. (Lc. 10,3)

«Andate!», dice Gesù. Non come conquistatori, ma “come agnelli in mezzo ai lupi”. Veramente suggestiva questa immagine! Gesù vuole i suoi discepoli simili a Lui, Agnello muto di fronte a chi lo tosa; Servo di Dio, non dominatore e potente, ma pronto a donare la vita per gli altri. Agnelli, in mezzo ai pericoli e alle ostilità del mondo, miti, pazienti, non violenti. Privi anche di borsa, di bisaccia e sandali. Chiaramente Gesù sta parlando in immagini, ma il senso del suo insegnamento è più che chiaro: l’inviato deve essere povero! Non soffermandosi a salutare nessuno per via, poiché non c’è tempo da perdere nel compimento della missione dell’annuncio del Regno! Donando la pace, ovvero il dono messianico per eccellenza. Gesù l’ha già donata a qualcuno, soprattutto nel dono del perdono e, nella sua passione, Lui diventerà “la nostra Pace” , quando ci riconcilierà definitivamente con il Padre. La pace è il dono e il saluto privilegiato del Risorto. (cfr: Gv 20,19.26). Il discepolo è essenzialmente un portatore di pace, un costruttore di pace. E tale impegno gli lo potrà compiere solo se si presenterà come un agnello. Accanto all’annuncio, poi, non deve mai mancare l’interesse per i più deboli. Esso è il segno che l’annuncio è fatto per tutti, ed è un imitare il Maestro che così si è presentato

 

 

DOMENICA 15 FEBBRAIO: 6^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Sigfrido, vescovo; Sant’Euseo di Serravalle Sesia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU' ABBI PIETA' DI NOI PECCATORI.

 

Hanno detto: Il confine tra il bene ed il male passa all'interno del nostro cuore.(San Francesco di Sales)

Saggezza popolare: Prima di domandare, pensa alla risposta.

Un aneddoto: Una volta in Africa ho chiesto ad un piccolo arabo: Che cosa hai imparato oggi alla scuola del Corano? Lui si illuminò e mi disse la frase del Libro Sacro che aveva imparato. Allora gli chiesi: Scrivi sulla sabbia le parole che hai imparato, perché possa anch’io comprenderle meglio. Mi guardò quasi terrorizzato e mi disse: No! La Parola di Dio si scrive nella mente e nel cuore, non si scrive per terra!

Parola di Dio: Lv 13, 1-2. 44-46; Sal 31; 1 Cor 10, 31 - 11, 1; Mc 1, 40-45

 

Vangelo Mc 1, 40-45

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: "Se vuoi, puoi guarirmi!". Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: "Lo voglio, guarisci!". Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: "Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro". Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore

 

"VENNE A LUI UN LEBBROSO". (Mc. 1,40)

Sembra che le parole "handicappato", emarginazione" siano invenzioni odierne, ma gli emarginati, i poveri, i malati, i deboli e diseredati sono purtroppo tipici di tutte le epoche. Per allora essere lebbroso era il colmo dell'emarginato. Essi erano esclusi dal popolo, dovevano vivere in luoghi appartati, e già grazie se qualcuno a distanza, lasciava qualche avanzo per loro. L'emarginazione del lebbroso era tale che il libro di Giobbe chiama questa malattia "la primogenita della morte" (Giobbe 18,13). Ancora oggi nel mondo, nonostante ci siano medicine per vincere la lebbra, ci sono migliaia di persone che di lebbra muoiono o che vivono in attesa di morire, abbandonate da tutti. La società del consumo ha poi creato tutta una serie di altre emarginazioni. pensate ai vecchi, ai bambini, agli handicappati, ai diversi. Da chi possono andare queste persone? Da chi posso andare io quando sento il peso della lebbra del mio peccato inguaribile? Andare da Gesù è l'ultima speranza  anche se Gesù sbufferà perché non si deve andare da lui solo quando si ha bisogno, poi ti toccherà e se pure questo tocco non guarirà le tue piaghe, certamente potrà toccare e guarire il tuo cuore.

 

 

LUNEDI' 16 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Onesto; Santa Lucilia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DA SEMPRE E PER SEMPRE MI AMI, DIO, MIO REDENTORE.

 

Hanno detto: Ogni verità da chiunque sia detta viene dallo Spirito Santo. (S. Tommaso d'Aquino)

Saggezza popolare: Le parole disoneste, vanno attorno come la peste.

Un aneddoto: Ai tempi delle prime Crociate, quando si facevano guerra i seguaci di Gesù e di Maometto, viveva un famoso  vegliardo in una grotta dell'isola di Lampedusa, a sud della Sicilia. Egli custodiva due altari di culto diverso: uno con Gesù crocifisso, l'altro con la nicchia di Maometto. Davanti a due altari teneva sempre la lampada accesa e una tendina che li nascondeva. Quando veniva a trovarlo un cavaliere cristiano, gli mostrava l'altare del crocifisso; quando veniva a trovarlo un cavaliere saraceno, gli mostrava l'altare di Allah. Così credeva di accontentare tutti e difatti riceveva doni da tutti ma non da Dio e neppure dagli uomini, quando lo riconobbero traditore.

Parola di Dio: Gen 4, 1-15. 25; Sal 49; Mc 8, 11-13

 

Vangelo Mc 8, 11-13

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, vennero i farisei e incominciarono a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: "Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione". E lasciatili, risalì sulla barca e si avviò all'altra sponda. Parola del Signore

 

“IN VERITÀ VI DICO: NON SARÀ DATO ALCUN SEGNO A QUESTA GENERAZIONE". (Mc. 8,12)

Mentre negli altri Sinottici Gesù promette, come unico segno, quello di Giona che secondo la tradizione prefigura la risurrezione, in Marco il Signore nega qualsiasi segno, sembra chiudere qualsiasi contatto con i farisei che vogliono metterlo alla prova. C'è il suo profondo sospiro che sottolinea tutta la sua sofferenza nel non essere compreso, ascoltato, amato. In effetti Gesù ha già compiuto tanti segni, perché chiederne altri? Ma il rimprovero giungeva per i farisei di allora come per noi, cristiani di oggi. La nostra cecità nel leggere i continui segni che Dio ci invia ci costringe a chiederne altri, fino a stancare il Signore. Non siamo noi, pur sentendoci credenti e praticanti, che spesso dipingiamo di nero il futuro del mondo, ci facciamo "profeti di sciagure" (la definizione è di Giovanni XXIII all'apertura del Concilio Vaticano II), perché è più facile imprecare contro il buio che cercare di accendere almeno una piccola luce?

 

 

MARTEDI' 17 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi sette fondatori dell’ordine dei Servi di Maria; San Fuldrado.

Una scheggia di preghiera:

 

DALLE FALSE SICUREZZE, LIBERACI SIGNORE.

 

Hanno detto: Un raggio di sole è sufficiente per spazzare via molte ombre. (San Francesco d'Assisi)

Saggezza popolare: Le buone parole ungono, e le cattive pungono.

Un aneddoto: ll regista Clouzot, intervistato da Philippe Alexandre diceva: "Ciò che mi aiutò fu l'assenza di prove dell'esistenza di Dio, Dio nascosto. Per me, quest'assenza di prove è la prima prova. Infatti, se Dio rispetta l'uomo, deve volere da parte nostra un'adesione libera; non ci si deve porre nella necessità di credere in Lui".

Parola di Dio: Gen 6, 5-8; 7, 1-5. 10; Sal 28; Mc 8, 14-21

 

Vangelo Mc 8, 14-21

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un pane solo. Allora egli li ammoniva dicendo: "Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!". E quelli dicevano fra loro: "Non abbiamo pane". Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: "Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?". Gli dissero: "Dodici". "E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?". Gli dissero: "Sette". E disse loro: "Non capite ancora?". Parola del Signore

 

“FATE ATTENZIONE, GUARDATEVI DAL LIEVITO DEI FARISEI E DAL LIEVITO DI ERODE!”. (Mc. 8,15)

Gesù mette in guardia i discepoli e noi dal farci contaminare dal lievito dei farisei e da quello di Erode. Che cosa vuoi, dire? Semplicemente di girare alla larga da certe frequentazioni. Il lievito fermenta tutta la pasta: se è buono ci sarà pasta buona, se è cattivo si butta via tutto. Il lievito dei farisei è la superbia mascherata da religiosità, quello di Erode è il potere mascherato da religiosità. Quindi il lievito da evitare è la religiosità falsa. La religiosità dovrebbe essere il giusto modo di manifestarsi della fede ma quando prende il sopravvento, la fede si perde e rimane solo la falsa maschera della religiosità. Gesù non ha paura per noi quando ci manda come pecore in mezzo ai lupi. Non ha ritegno di dirci di andare verso gli ultimi, anche verso i ladri e le prostitute, ci mette in guardia invece dalle false religiosità e da coloro che le rappresentano. Da certi sedicenti cristiani, gran parlatori di fede, che poi sono materialisti, arrivisti boriosi, pieni di sé, da coloro che ci dicono: “O fai come me o non sei cristiano”, da chi usa il religioso per il proprio tornaconto non c’è che una strada: scappare lontano per non rischiare di essere contaminati.

 

 

MERCOLEDI'18 FEBBRAIO: MERCOLEDI' DELLE CENERI

Tra i santi ricordati oggi: San Claudio, martire; Santa Costanza di Vercelli.

Una scheggia di preghiera:

 

PIETA' DI ME, O DIO, NEL TUO AMORE.

 

Hanno detto: Non permettiamo mai che il nostro cuore si faccia schiavo di qualcuno, ma solo di Colui che lo acquistò con il suo sangue.(Santa Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: Il tacere è rispondere a chi parla senza ragione.

Un aneddoto: Avvenne una volta che un uomo accese una lanterna e andò per la sua strada. Ma la luce si spense. Egli riaccese la lanterna ed essa si spense di nuovo. E la cosa continuò così. Ogni volta che accendeva la lanterna, essa si spegneva. Alla fine quell'uomo disse tra sé e sé: "Quanto tempo devo andare avanti ad affaticarmi ad accendere questa lanterna? Aspetterò che sorga il sole e poi camminerò alla sua luce! " Così avvenne agli Israeliti. Erano schiavi in Egitto. Venne Mosè e li liberò. Ma divennero ancora schiavi di Babilonia. Vennero Daniele e i tre fanciulli e li liberarono. Tuttavia furono nuovamente schiavi dei re persiani. Vennero Mardocheo ed Ester e li liberarono. Poi furono schiavi della Grecia e li liberarono i fratelli Maccabei. E ancora, purtroppo, furono schiavi della peggiore schiavitù: quella di Roma. Mormorano: "Siamo stanchi d'essere schiavi e venir liberati, d'essere schiavi e venir liberati. Non vogliamo più invocare la liberazione da uomini che passano; vogliamo la redenzione per sempre dal nostro Redentore: il Signore dell'universo. Ora non vogliamo più pregare per una luce che si spegne: attendiamo il Santo - che benedetto sia! - e la sua luce che non muore." (La luce che non si spegne mai: Midrash Tehillim 36,6)

Parola di Dio: Gl 2, 12-18; Sal 50; 2 Cor 5, 20 - 6, 2; Mt 6, 1-6. 16-18

 

Vangelo Mt 6, 1-6. 16-18

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà". Parola del Signore

 

“GUARDATEVI DAL PRATICARE LE VOSTRE OPERA BUONE DAVANTI AGLI UOMINI”. (Mt.6,1)

Quando ero ragazzo l’inizio della Quaresima era un qualcosa di importante per noi. Innanzitutto c’era un velo di malinconia: finiva il carnevale, (e allora finiva davvero mentre oggi dura tutto l’anno), ma poi iniziava anche un tempo molto serio e il giorno del mercoledì delle ceneri con il suo digiuno era uno dei giorni dell’anno in cui avevi più fame del solito, poi quel “Ricordati che devi morire” dava un po’ fastidio, ma comunque era un’occasione per cominciare a fare tutto un cammino di fioretti, di preghiere, di catechismo che, se era un po’ duro però, aveva come meta la gioia della festa di Pasqua. Oggi superati in gran parte i digiuni, andati in disuso i fioretti ci possono essere due atteggiamenti con cui iniziare la quaresima: quello del disinteresse e quello delle velleità un po’ ipocrite di fare di questo tempo l’unico adatto alla conversione. Proprio all’inizio della Quaresima Gesù ci invita a non essere ipocriti. Non è la Quaresima in sé che ci porta alla conversione, essa  è solo una occasione che, se sappiamo sfruttare, può aiutarci nel nostro cammino di fede. E poi questa conversione a cui siamo chiamati non è un qualcosa di improvviso, di grandioso, ma un rimettere al giusto posto Dio e i suoi valori. Cominciamo lo sgombero quaresimale cercando di allontanare da noi l’ipocrisia: Dio non se ne fa nulla di false apparenza cristiane, Dio guarda il cuore. A Dio non importa se mangiamo pesce o carne o se digiuniamo, a Dio importa che dividiamo le nostre cose con i fratelli. A Dio non importa il falso buonismo, o la carità fatta per sentirci a posto o per comprarci una fetta di paradiso, importa un cuore generoso che sappia ricevere e dare gratis. A Dio non importa che aumentiamo le preghiere, le ore di adorazione, le veglie per questo o per quello, importa che mettiamo Lui e il suo Vangelo al centro della nostra vita e delle nostre scelte. Quindi, qualsiasi sia la forma esteriore che vogliamo dare a questa Quaresima, a Lui importa se noi siamo disponibili ad accettare il dono della sua misericordia.

 

 

GIOVEDI' 19 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Corrado Gonfalonieri; San Mansueto, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA CROCE, SIGNORE, E' LA NOSTRA SALVEZZA.

 

Hanno detto: La dove Dio t'ha messo, restaci per amore. (Chiara Lubich)

Saggezza popolare: Il pazzo apre le vie che poi l'uomo savio percorre.

Un aneddoto: Ho visto un uomo tra due poliziotti. Veniva condotto in prigione. Ho pensato:"Chissà cosa avrà commesso per meritarsi questo". Poi mi sono visto io tra i due poliziotti e non mi sono chiesto piu' nulla. Vi sono mille ragioni perché io potrei essere al posto dell'ammanettato.

Parola di Dio: Dt 30, 15-20; Sal 1; Lc 9, 22-25

 

Vangelo Lc 9, 22-25  

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno". Poi, a tutti, diceva: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?" Parola del Signore

 

“SE QUALCUNO VUOI VENIRE DIETRO A ME, RINNEGHI SE STESSO, PRENDA LA SUA CROCE OGNI GIORNO E MI SEGUA”. (Lc. 9,23)

Sin dall’inizio della quaresima dobbiamo centrare subito l’obiettivo verso cui camminare. Per realizzare il grande compito della conversione, non basta intendere la conversione solo come un perfezionamento morale dell’individuo, non basta far consistere la Quaresima nella pratica di qualche devozione in più o in qualche esercizio di ascesi supplementare. La “via” del cristiano è “seguire” Cristo e seguirlo totalmente, anche sulla strada della croce. Scegliere Cristo non è una scelta facile, tranquilla. Con Lui si incontra la gioia della sua Pasqua di risurrezione ma passando attraverso la prova e la croce. La grande rinuncia della Quaresima e allora rinunciare a pensare di essere autosufficienti per salvarci, pensare che di Gesù si può assumere solo quanto ci piace, ci è congeniale, va d’accordo con i nostri pensieri. Accogliere e seguire Gesù significa fidarsi totalmente di Lui, quando ci promette una meta gioiosa ma anche quando, per giungerci, si incammina davanti a noi per passare attraverso il Calvario.

 

 

VENERDI' 20 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Eleuterio di Tornai; San Nemesio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE NON CAPISCO MA MI FIDO DI TE.

 

Hanno detto: Noi desideriamo alcune volte di essere buoni angeli e trascuriamo di essere buoni uomini. (S. Pio)

Saggezza popolare: Per quanto lunga sia la veste della tua vita, non supererà la statura della tua speranza. Proverbio cinese

Un aneddoto: L’aquila è l’uccello più longevo della sua specie. Può vivere fino a 70 anni. Però, per raggiungere questa età, verso i quarant’anni, deve prendere una  decisione molto difficile. All’età di quarant’anni, i suoi artigli sono quasi ormai incapaci di afferrare le prede di cui si alimenta. Il suo becco largo e appuntito si ricurva puntando verso il petto. Le sue3 ali sono invecchiate ed appesantite, per lei volare diventa difficile. L’aquila ha solo due alternative: o morire o affrontare un doloroso processo di trasformazione che durerà 150 giorni. Questo processo consiste nel volare anzitutto verso l’alto di una montagna e fermarsi in un nido vicino ad una muraglia. Giunta al punto prescelto l’aquila comincia a colpire col becco la parete fino a strapparselo. Dopo averlo strappato attenderà la crescita di un nuovo becco col quale si toglierà gli artigli uno per uno. Poi comincerà a togliersi le piume vecchie. Dopo cinque mesi potrà finalmente uscire dal nido per spiccare un nuovo volo che le darà altri 30 anni di vita. Anche nella nostra vita abbiamo bisogno di prenderci cura di noi per intraprendere un processo di rinnovamento. Per poter continuare a volare abbiamo bisogno di disimparare certe abitudini, tradizioni e ricordi che ci causano dolore.

Parola di Dio: Is 58, 1-9a; Sal 50; Mt 9, 14-15

 

Vangelo Mt 9, 14-15  

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, i discepoli di Giovanni si accostarono  a Gesù e gli dissero: "Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?". E Gesù disse loro: "Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno". Parola del Signore

 

“POSSONO FORSE GLI INVITATI A NOZZE ESSERE IN LUTTO MENTRE LO SPOSO E' CON LORO?”. (Mt. 9,15)

Gesù sta parlando di noi. Siamo noi gli invitati alle nozze, alla festa di Colui che per noi è morto e risorto, I cristiani dovrebbero essere continuamente in festa, dovrebbero sempre sprizzare gioia: siamo dei salvati, non possiamo essere in lutto quando Lui è vivo e noi in Lui viviamo. Con Lui ogni difficoltà scopre un orizzonte più vasto e luminoso, ogni dolore e lutto può vincere la tristezza soffocante del momento e aprirsi a un futuro migliore. Questo devono testimoniare i cristiani in un mondo spesso troppo triste e disperato per credere ancora alla gioia. Con Cristo non siamo più soli, i nostri problemi vengono da Lui condivisi e avviati ad una possibile soluzione, le ingiustizie e i soprusi possono essere combattuti, l’angoscia e la paura non hanno più senso di esistere. Se siamo ancora tristi non sarà perché crediamo ancora troppo poco a Cristo?

 

 

SABATO 21 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pier Damiani, Vescovo e dottore della Chiesa; Santa Eleonora, regina

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI COME SONO, MA SALVAMI

 

Hanno detto: Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni. Non preoccupatevi per ciò che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile fare. (Papa Giovanni XXIII )

Saggezza popolare: Il troppo tirare, l'arco fa spezzare.

Un aneddoto: «Prendete una qualsiasi persona, versatele dentro cinque o sei litri di birra, e ne farete un ubriaco» diceva Schopenhauer agli alunni del suo corso di Pessimismo all’università di Jena. Era una frase che il Maestro ripeteva spesso, e gli alunni si chiedevano ogni volta se il loro insegnante era molto profondo o molto ubriaco.

Parola di Dio: Is 58, 9b-14; Sal 85; Lc 5, 27-32

 

Vangelo Lc 5, 27-32

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi!". Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: "Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?". Gesù rispose: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi". Parola del Signore

 

“IO NON SONO VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI, MA I PECCATORI A CONVERTIRSI”. (Lc. 5,32)

Un errore che comunemente facciamo mettendoci davanti a Gesù è quello di sottolineare troppo   distanza che c’è tra noi e Lui. Lui è Dio, noi uomini. Lui è santo, noi molto lontani dalla santità. Se questo è vero, è anche vero che Lui è venuto proprio per abolire queste distanze. Noi, poi, spesso pensiamo che solo i buoni possano avvicinarsi a Lui. Lui, invece, è venuto per la salvezza di tutti. Anche le parole di Gesù che noi ripetiamo nella consacrazione del calice, ce lo ricordano:

“Questo è il mio sangue versato per voi e per tutti”. Quindi, Gesù non è imprigionato nei monasteri, non e retaggio esclusivo dei cristiani d.o.c. Anzi, se qualcuno sta particolarmente a cuore di Lui sono proprio i “lontani”, i peccatori. Gesù è il buon Pastore che va in cerca della pecora perduta. Se dunque ti senti peccatore, indegno di Gesù, pensa che Lui ti sta cercando, che per te ha offerto la sua vita, che non ti considera una “persona persa” ma che ti sta cercando perché ti ama. L’unica cosa che devi fare è lasciarti trovare, cambiare vita, ritrovare, magari sulle sue spalle, la strada della sua casa d’amore e accoglienza.

 

 

DOMENICA 22 FEBBRAIO: 1^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Margherita da Cortona.

Una scheggia di preghiera:

 

RESTA CON NOI GESU' VINCITORE DEL MALE.

 

Hanno detto: Il Signore abita in fondo alla tua anima. Sii degno di Lui! (Chiara Lubich)

Saggezza popolare: Chi paga il musicista, sceglie la musica (prov. scozzese)

Un aneddoto: San Massimiliano Kolbe si ricordava sempre l'aneddoto di sua madre che, in una delle infinite volte che lo rimproverava, gli disse:“Raimonduccio, chissà cosa sarà di te!”. Dopo quell'episodio egli cambiò radicalmente atteggiamento e sua madre, preoccupata, gli chiese cosa gli fosse accaduto. Lui rispose che aveva pregato la Madonna che gli era apparsa con due corone in mano, una rossa per il martirio, una bianca per la purezza. La Madonna gli chiese quale delle due lui volesse e Raimondo rispose di accettarle entrambe.

Parola di Dio: Gen 9, 8-15 / Sal 24 / 1 Pt 3, 18-22 / Mc 1, 12-15

 

Vangelo Mc 1, 12-15

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto ed egli vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Parola del Signore

 

"IL REGNO DI DIO E' VICINO". (Mc. 1,15)

Discutono i filologi e i biblisti su come tradurre questa frase: "Il Regno di Dio è qui" oppure "è prossimo. Qualcuno dice: è venuto, altri verrà, qualcuno si interroga "se il Regno di Dio è qui come mai nel mondo c'è ancora il male?". Gesù quando parla della presenza del regno non intende che Dio come i maghi trasformi improvvisamente il mondo in giardino di amore gioioso per tutti, ma con le parole e con i fatti annuncia la vicinanza, l'approssimarsi di questa grazia definitiva. Dio è fedele, ha mandato suo Figlio, in Lui accorda agli uomini la possibilità di salvezza definitiva. Gesù lotta con noi, i suoi miracoli, le guarigioni, la cacciata dei demoni sono segni di questa venuta. E' vero che il male sembrerà avere il sopravvento: Gesù sarà tradito, abbandonato, morirà su una croce. Ma proprio da questa vittoria temporale del male ne nascerà la sconfitta definitiva. Anche nei discepoli e in noi i segni della vicinanza del regno  possono realizzarsi. Tante e troppe volte noi cristiani ci permettiamo di essere pessimisti, di vedere solo il male. Il Regno di Dio è già operante, il male ha già la possibilità di essere vinto. Ogni volta che con un piccolo atto opero il bene, sconfiggo un dolore, dono speranza, soffro con amore, lascio spazio al Regno di Dio di crescere fino alla sconfitta definitiva del male.

 

 

LUNEDI' 23 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Policarpo, vescovo e martire; Santa Romana di Todi.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA TUA MISERICORDIA CONFIDIAMO, O SIGNORE.

 

Hanno detto: Quando tutti i giorni sembrano uguali è perché l’uomo ha smesso di percepire le cose buone che capitano nella vita ogni volta che il sole attraversa il cielo. (Paulo Coelho)

Saggezza popolare: Ci vuole tutta una vita per capire che non è necessario capire tutto. (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: Si dice che un giorno, mentre era seduto al tavolo di Luigi IX il San Tommaso, sbottando all'improvviso, e battendo un pesante pugno sul tavolo, esclamasse: "Ecco la risposta da dare ai Manichei !", scandalizzando gli altri commensali ma non il Re, che, anzi, fece portare l'occorrente perché Tommaso potesse appuntare l'idea che lo aveva illuminato.

Parola di Dio: Lv 19, 1-2. 11-18 / Sal 18 / Mt 25, 31-46

 

Vangelo Mt 25, 31-46

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna".Parola del Signore

 

“QUANDO IL FIGLIO DELL’UOMO VERRA' NELLA SUA GLORIA CON TUTTI I SUOI ANGELI, SI SIEDERÀ SUL TRONO DELLA SUA GLORIA”. (Mt. 25,31)

Il giudizio finale sarà il momento della Verità. Gesù spiega ai discepoli quali saranno le "regole" e quale il "metro di misura" per essere degni di ereditare il regno. Nel discorso di Gesù non ci sono elenchi di precetti, né norme, né prescrizioni esteriori che, se ben praticate, ci salveranno dalla condanna. Tutto quello che serve e che basta è nel cuore, in un cuore di carne e non di pietra, un cuore che ha compreso il vero senso della parola di Gesù: amare senza condizioni e senza limiti. Leggendo questo passo qualcuno si potrebbe spaventare: chi di noi può dire, in tutta sincerità, di essere stato così misericordioso verso il prossimo? Siamo creature imperfette, Dio lo sa e ci ama così come siamo: incapaci spesso di guardare agli altri e a Dio. Ma quello che possiamo fare, tutti quanti, è almeno riconoscere la misericordia del Padre e cercare di aprire il cuore a questo dono affinché si possa riempire del suo amore e traboccare verso i nostri fratelli.

 

 

MARTEDI' 24 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Modesto, vescovo; San Sergio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE: ECCOMI.

 

Hanno detto: L'amore di Cristo non conosce limiti, non finisce mai, non si ritrae davanti a bruttezza e sporcizia. Egli è venuto per i peccatori e non per i giusti, e se l'amore di Cristo vive in noi dobbiamo fare come lui e metterci alla ricerca della pecorella smarrita.(Santa Benedetta della Croce - Edith Stein)

Saggezza popolare: E' inutile temere, ciò che non si può evitare. (Proverbio Latino)

Un aneddoto: Potreste chiedere in cuor vostro: "Come distingueremo nel piacere ciò che è bene da ciò che non è bene?" Andate fra i campi e i giardini e imparerete che è piacere dell'ape raccogliere miele dai fiori, ma è anche piacere del fiore cedere miele all'ape. Per l'ape infatti il fiore è fontana di vita, e per il fiore l'ape è messaggero d'amore, e per entrambi, ape e fiore, dare e ricevere è piacere e necessità ed estasi. Siate nei vostri piaceri come i fiori e le api. (Gibran)

Parola di Dio: Is 55, 10-11 / Sal 33 / Mt 6, 7-15

 

Vangelo Mt 6, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe". Parola del Signore

 

“PREGANDO NON SPRECATE PAROLE COME I PAGANI I QUALI CREDONO DI VENIRE ASCOLTATI A FORZA DI PAROLE. NON SIATE DUNQUE COME LORO, PERCHÈ IL PADRE VOSTRO SA DI QUALI COSE AVETE BISOGNO ANCOR PRIMA CHE GLIELE CHIEDIATE”. (Mt. 6,7—8)

Siamo sommersi da parole sprecate: dalla pubblicità, dalla politica, dalla stampa, dalla televisione e dal frastuono delle tante parole dette e udite in casa, in strada, al lavoro. Parliamo parliamo e le parole scorrono spesso inutili, insignificanti sul nostro vivere quotidiano. Parliamo e quasi mai riusciamo a dirci davvero quello che sentiamo nel cuore, nella mente. Per questo il colloquio con Dio non ha bisogno di molte parole; lui che “mi scruta e mi conosce” (Salmo 139,1) mi chiede la sincerità e la semplicità dell’animo, la fiduciosa apertura del cuore. Per intenderci, per parlare davvero, può bastare uno sguardo. La parola ci è data da Dio per comunicare, per sentirci più uniti, più fratelli; noi corriamo invece il rischio che le nostre molte parole ci dividano o che ci lascino terribilmente soli. Il nostro tempo che dell’informatica ne ha fatto una scienza e una filosofia, conosce anche paurose, desolate solitudini.

 

 

MERCOLEDI' 25 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Cesario; San Donato di Zara.

Una scheggia di preghiera:

 

DA OGNI MALE, LIBERACI O SIGNORE.

 

Hanno detto: Prima di pregare prepara la tua anima, pensa dove vai e a chi devi parlare. (Santa Giovanna Francesca De' Chantal)

Saggezza popolare: Il piacere può fondarsi sull'illusione, ma la felicità riposa sulla verità. (Proverbio Americano)

Un aneddoto: Non appoggiarti all'uomo: deve morire. Non appoggiarti all'albero: deve seccare. Non appoggiarti al muro: deve crollare. Appoggiati a Dio, a Dio soltanto. Lui rimane sempre. (San Francesco d'Assisi a Santa Chiara)

Parola di Dio: Gn 3, 1-10 / Sal 50 / Lc 11, 29-32

 

Vangelo Lc 11, 29-32

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: "Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui". Parola del Signore

 

“QUESTA GENERAZIONE E' UNA GENERAZIONE MALVAGIA”. (Lc. 11,29)

Noi viviamo di tanti luoghi comuni. Ad esempio è facile sentir dire o pensare: “Mai come oggi c’è tanta cattiveria. Il mondo non è mai andato male come oggi.. .” Se leggiamo la storia, partendo da quella della Bibbia fino ad oggi, vediamo che ogni generazione ha le sue colpe e i suoi pregi. Gesù stesso, nel Vangelo di oggi, ci ricorda che la generazione dei suoi contemporanei “è malvagia”. Si è malvagi quando non si accolgono i segni di Dio, quando non si rispetta l’intera struttura dell’uomo, quando ci si chiude all’opera dello Spirito Santo. E quando in una generazione non c’è più spazio per Dio, per i suoi comandamenti, per la sua misericordia, poco per volta non c’è neppure più spazio per l’uomo e anche se suonano le trombe per parlare di ogni forma di libertà, l’uomo è schiavo di se stesso e degli altri. Anche oggi Gesù, umilmente, bussa al cuore della mia generazione: ci sarà posto per Lui?

 

 

GIOVEDI' 26 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Nestore, vescovo; San Porfirio, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

MI FIDO DI TE, SIGNORE, MA NON LASCIARMI SOLO.

 

Hanno detto: L'allodola continua a cantare anche quando il ramo sul quale sta, comincia a muoversi perché sta per spezzarsi, perché sa di avere le ali. (San Giovanni Bosco)

Saggezza popolare: Gli uomini hanno i riflessi lenti: in genere capiscono solo nelle generazioni successive.

Un aneddoto: Di San Giuseppe Moscati ci sono ricette con la sua firma su cui ha scritto: “Cura: Eucaristia”.A un malato che è poi guarito, aveva infatti diagnosticato che la sua sofferenza fisica era dovuta solo all'allontanamento da Dio. Ma quando le suore dell'ospedale degli Incurabili di Napoli gli chiedevano perché continuasse a fare il medico anziché il sacerdote, lui che ogni mattina andava a Messa e si comunicava, che ogni sera recitava il Rosario, che aveva fatto voto di castità, che diceva di vedere in ogni malato “il libro della natura creato da Dio”, rispondeva sicuro che “si può servire Dio anche lavorando”.

Parola di Dio: Est 4, 17 / Sal 137 / Mt 7, 7-12

 

Vangelo Mt 7, 7-12

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti". Parola del Signore

 

“CHIUNQUE CHIEDE, RICEVE, E CHI CERCA TROVA E A CHI BUSSA SARA' APERTO”. (Mt. 7,8)

Tu, o Gesù, hai fatto delle promesse ben precise. Io ti ascolto, voglio crederti. Tuttavia... ci sono tante preghiere mie e degli uomini che sono apparentemente inesaudite! Sarà forse perché preghiamo male, perché non sappiamo esattamente chiedere ciò che è il vero bene? Sarà perché manchiamo di vera confidenza e familiarità con Dio? Può anche essere che tu ci esaudisci in modo diverso da ciò che noi ti domandiamo. E’ vero che qualche volta ho fatto questa esperienza: ti ho domandato una cosa ben determinata e non l’ho ricevuta... ma ho ricevuto da Te, dalla preghiera stessa, una grande pace, una forza di accettazione interiore. Non sarà, forse, esattamente questo ciò di cui parli, o Signore?

 

 

VENERDI' 27 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Leandro, vescovo; Santa Onorina, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, GESU', SEI VIA, VERITA' E VITA.

 

Hanno detto: L'umiltà è come una bilancia: più ci si abbassa da una parte, più ci si innalza dall'altra. (S. Curato D'Ars)

Saggezza popolare: Cultura è ciò che resta, quando ci si è dimenticato tutto.

Un aneddoto: Si dice che Alessandro Magno, navigando senza speranza in alto mare, abbia presentito la felice Arabia dal profumo che gli portava il vento. Il che diede coraggio a lui ed ai suoi uomini, che raddoppiarono i loro sforzi remando, ed approdarono infine tra i palmeti. Così noi, in questo mare della vita mortale, riceviamo oggi dalla fede un sentore di quella patria dove la felicità sarà completa e totale nell’unione perfetta col Salvatore.

Parola di Dio: Ez 18, 21-28 / Sal 129 / Mt 5, 20-26

 

Vangelo Mt 5, 20-26

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!". Parola del Signore

 

“SE LA VOSTRA GIUSTIZIA NON SUPERERÀ QUELLA DEGLI SCRIBI E DEI FARISEI, NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI”. (Mt. 5,20)

Penso che siamo tutti d’accordo nel dire che nel nostro mondo non c’è giustizia vera. Anche le leggi più giuste spesso non sono applicate in modo equanime, non tengono conto di persone o situazioni. Qualche volta ci fa perfino difficoltà la giustizia di Dio “che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi”. E allora, ognuno di noi vorrebbe la giustizia come la pensa lui. Gesù, oggi, ci invita a cercare e vivere una giustizia che superi quella degli scribi e dei farisei, cioè una giustizia che non sia ipocrita, cercata solo a misura di noi stessi, esteriore, solo legalistica. Solo Dio, che è perfetto, è giusto. Il credente, quindi, in primo luogo sa che solo a Lui che conosce i cuori spetta la vera giustizia. Chi sono io per giudicare il mio fratello se del mio fratello conosco unicamente ciò che appare? Chi sono io, piccola creatura, a dettare leggi al mio Creatore? Cerco la giustizia, ma non la mia, quella di Dio? Solo in Lui, alla luce del suo Spirito posso cercare di conoscere il bene. In fondo è proprio la prima pagina della Bibbia ad illuminarmi. Fin quando la conoscenza del bene e del male era riservata a Dio, l’uomo ha vissuto nel paradiso terrestre, quando la creatura ha voluto diventare “simile a Dio” nella conoscenza del bene e del male, è capitato lo sfacelo.

 

 

SABATO 28 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Fedele, martire; San Ferruccio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

IN OGNI FRATELLO CI SEI TU, SIGNORE: FA' CHE IO TI VEDA.

 

Hanno detto: Se taci, taci per amore; se parli, parla per amore; se richiami , richiama per amore; se perdoni, perdona per amore. (S. Agostino)

Saggezza popolare: Il vino fermenta, la stupidità mai. (Proverbio Russo)

Un aneddoto: Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli: "Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?"  "Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro. "Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore. "Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore. Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano". Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare". (Gandhi)

Parola di Dio: Dt 26, 16-19 / Sal 118 / Mt 5, 43-48

 

Vangelo Mt 5, 43-48

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli,che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste". Parola del Signore

 

“SE AMATE QUELLI CHE VI AMANO, QUALE MERITO NE AVETE?”. (Mt. 5,46)

Anni fa ho conosciuto un gruppo di persone che mi avevano dato la loro disponibilità per aiutare i bisognosi. Chiesi sovente il loro intervento per famiglie che attraversavano momenti difficili e per barboni, etilisti, drogati che spesso bussavano alla porta della parrocchia. Un giorno, queste persone mi presero da parte e “mi misero in guardia”: “Don Franco, ci sono poveri e poveri. Da qualcuno è bello andare, ti senti buono, utile..., con altri non si combina niente, sono infidi, difficili, sporchi. E’ bello e facile amare una moglie o un marito che ci vuole bene, una persona che ci stima e la pensa come noi, un povero umile e pulito, è più difficile amare tua moglie o tuo marito quando si litiga continuamente, quando non si viene capiti... Se Gesù avesse amato solo quelli che lo hanno accolto, adorato, stimato.., non sarebbe finito sulla croce per versare il suo sangue “per voi e per tutti”, e non avrebbe avuto la forza di pregare: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”.

     
     
 

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