SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
http://digilander.libero.it/don_franco_web
a cura di: don_franco_locci@libero.it
GENNAIO 2015
GIOVEDI' 1 GENNAIO: MARIA SANTISSIMA, MADRE DI DIO
Tra i santi ricordati oggi: San Fulgenzio, vescovo; Santa Franca; San Guglielmo da Volpiano.
Una scheggia di preghiera:
DONAMI OGNI GIORNO DI VEDERE IL TUO VOLTO.
Hanno detto: “Chi predica la verità professa Cristo. Chi invece nella predicazione tace la verità, rinnega Cristo”. (Sant’Antonio da Padova)
Saggezza popolare: “La saggezza consiste semplicemente nel non insegnare a Dio come si debbano fare le cose”.
Un aneddoto: Santa Teresina, per tutta la sua vita ha creduto nel l'efficacia apostolica della più piccola delle sue azioni. «Raccogliere uno spillo per amore - le piace ripetere - può salvare un'anima. Che mistero!».
Parola di Dio: Nm. 6,22-27; Sal. 66,2-3.5-6.8; Gal. 4,4-7; Lc. 2,16-21
Vangelo (Lc. 2, 16-21)
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, i pastori andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.
“I PASTORI ANDARONO SENZA INDUGIO E TROVARONO MARIA, GIUSEPPE E IL BAMBINO”. (Lc. 2,16)
Un nuovo anno inizia sempre nel segno della benedizione di Dio e sotto lo sguardo di Maria. Maria è la creatura per eccellenza che reca in sé il segno della benedizione e di Lei tutte le generazioni diranno «Benedetta tu fra le donne». Il vangelo di Luca ci fa sentire l’evento del Natale vissuto dai pastori, gente semplice per questo aperta alle parole dell’angelo: «Andarono dunque, senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino». I pastori vanno senza attendere ulteriori conferme, senza paure, incertezze, tentennamenti. La visone della santa Famiglia cambia la loro vita e tornano con la lode a Dio sulle labbra e nel loro cuore. Aver visto Gesù, il Salvatore, trasforma la loro esistenza, perché nei loro cuori c’era la disponibilità ad accogliere la buona notizia, la parola che salva, il Verbo che si fa carne. Sentiamoci tutti un po’ pastori, di notte all’aperto, lasciamo da parte per un po’ le nostre sicurezze, usciamo da noi, dai nostri progetti intoccabili e lasciamo che questo bambino venga a sconvolgere i nostri giorni, perché solo lui davvero salva e porta la Pace vera, nient’altro!
VENERDI' 2 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Santi Basilio e Gregorio Nazianzeno; Sant’ Adalardo di Corbie.
Una scheggia di preghiera:
AL CENTRO DEL MIO CUORE CI SEI TU.
Hanno detto: “Il diavolo ha paura della gente allegra”. (San Giovanni Bosco)
Saggezza popolare: La verità non vuol essere detta, né dipinta; vuol essere amata.
Un aneddoto: Raccontava Santa Teresa D'Avila:”Per me bastava anche la vista dei campi, dell'acqua, dei fiori: cose che mi ricordavano il Creatore, mi scuotevano, mi raccoglievano, mi servivano da libri. E' troppo bella la compagnia del buon Gesù per dovercene separare! E' altrettanto si dica di quella della sua Santissima Madre.
Parola di Dio: 1Gv 2, 22-28 / Sal 97 / Gv.1,19-28
Vangelo Gv 1, 19-28
Dal vangelo secondo Giovanni.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli
inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: "Chi sei tu?".
Egli confessò e non negò, e confessò: "Io non sono il Cristo". Allora gli
chiesero: "Che cosa dunque? Sei Elia?". Rispose: "Non lo sono". "Sei tu il
profeta?". Rispose: "No". Gli dissero dunque: "Chi sei? Perché possiamo dare una
risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?". Rispose:
"Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come
disse il profeta Isaia". Essi erano stati mandati da parte dei farisei. Lo
interrogarono e gli dissero: "Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né
Elia, né il profeta?". Giovanni rispose loro: "Io battezzo con acqua, ma in
mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io
non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo". Questo avvenne in Betània,
al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Parola del Signore
E QUESTA E' LA TESTIMONIANZA DI GIOVANNI, QUANDO I GIUDEI GLI INVIARONO DA GERUSALEMME SACERDOTI E LEVITI A INTERROGARLO: "CHI SEI TU?" (Gv. 1,19)
Il Battista risponde alle domande sulla sua identità sempre con un No: non è il Cristo, non è Elia, non è il profeta atteso. Non è la Luce, ma si è lasciato illuminare da essa. Non è la Parola, ma ne è la voce. Gesù non è ancora famoso e Giovanni già lo pone davanti a sé, spostando l’attenzione dalla sua persona a quella del Cristo. Da un lato vuole portare a compimento con decisione la sua missione, senza nulla concedere ai suoi detrattori, dall’altro sa stare al suo posto. Oltre a riflettere su quanto ha potuto fare con la sua testimonianza, è bene fermarsi, dunque, su quanto “non” ha fatto. Giovanni non è caduto nella tentazione di usare la chiamata del Signore a suo vantaggio (anche solo per ricevere la stima e l’obbedienza di tanti discepoli). Non ha preteso di essere qualcuno! Non è inciampato nel rischio di usare la parola profetica dell’Antico Testamento per avvalorare le proprie idee, più che farsi plasmare da essa e servirla. Si è fatto strumento senza strumentalizzare. Ha vigilato su se stesso, per non mettersi mai prima di Dio. E questo non è facile! Chi si impegna in una vita di fede seria può sperimentare, talvolta, la sottile tentazione di decidere e fare da sé, dando per scontato di sapere tutto sui pensieri di Dio, ma senza interpellarlo veramente. è soprattutto la routine ad impedirci di interrogarci, se ci facciamo strumento o se strumentalizziamo i doni del Signore, la Scrittura, le responsabilità ricevute, per ingrassare il nostro “io”, che, nascosto sotto tanti ragionamenti, si fa strada quasi a nostra insaputa.
SABATO 3 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Santa Genoveffa, vergine; San Fiorenzo, vescovo; Sant’Antero, papa.
Una scheggia di preghiera:
AGNELLO DI DIO CHE TOGLI IL PECCATO DEL MONDO, ABBI PIETA' DI NOI.
Hanno detto: “Avete taciuto abbastanza. E’ ora di finirla di stare zitti! Gridate con centomila lingue. Io vedo che a forza di silenzio il mondo è marcito”. (Santa Caterina da Siena)
Saggezza popolare: La persona saggia non è colui che accumula conoscenze, ma colui che scopre la verità.
Un aneddoto: Tre padri avevano costume di andare ogni anno dal beato Antonio; due di loro lo interrogavano sui pensieri e sulla salvezza dell’anima; il terzo invece sempre taceva e non chiedeva nulla. Dopo lungo tempo, il padre Antonio gli dice: «È tanto ormai che vieni qui e non mi chiedi nulla». Gli rispose: «A me, padre, basta il solo vederti».
Parola di Dio: 1Gv 2, 29-3, 6 / Sal 97 / Gv 1,29-34
Vangelo Gv 1, 29-34
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui
disse: "Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!
Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti,
perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con
acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele". Giovanni rese testimonianza
dicendo: "Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su
di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi
aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che
battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il
Figlio di Dio". Parola del Signore
“IL GIORNO DOPO, VEDENDO GESU' VENIRE VERSO DI LUI, DISSE: “ECCO L’AGNELLO DI DIO, COLUI CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO!” (Gv. 1,29)
L’immagine dell’agnello richiama gli animali utilizzati nei sacrifici all’interno dei riti di comunione e di riconciliazione dopo il peccato, ma anche l’agnello pasquale che gli ebrei mangiarono prima di essere liberati dall’Egitto. Accettare la parola del Battista è fare con lui professione di fede: Gesù è il Messia che il Padre ha consacrato con lo Spirito perché il male dell’uomo, il peccato, fosse cancellato. Credere in Gesù significa allora entrare in comunione con Dio, conoscerlo. È attraverso questa fede che noi diventiamo figli di Dio e nutriamo la certezza che la nostra vita possiede il germe della divinità, perché “siamo simili a Lui”. È questa la speranza che ci salva, perché Gesù ha annullato il potere del peccato, la morte. Tutto questo è possibile perché Gesù è il Figlio di Dio su cui è sceso ed è rimasto, lo Spirito. Poiché Gesù possiede lo Spirito in pienezza, può donarlo ai credenti in lui. È il dono dello Spirito che permette a chi lo riceve di vivere in relazione con Dio, di vivere da Figlio della Pace.
DOMENICA 4 GENNAIO: 2^ DOMENICA DOPO NATALE
Tra i santi ricordati oggi:San Celso, vescovo; Santa Elisabetta di Seton.
Una scheggia di preghiera:
TUTTO VIENE DA TE ED A TE RITORNA, DIO CREATORE.
Hanno detto: Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ragazzo mio, ma il sale. Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia. Ma le impedisce anche di marcire”. (Georges Bernanos)
Saggezza popolare: Il servo serve se serve, se non serve non serve.
Un aneddoto: Venne chiesto un giorno a Padre Leopoldo: «Padre, come capisce lei le parole del Signore: Che colui che vuol seguirmi, prenda tutti i giorni la sua croce? Dobbiamo per questo fare penitenze straordinarie? Non è il caso di fare penitenze straordinarie, rispose. Basta che sopportiamo con pazienza le tribolazioni ordinarie della nostra misera vita: le incomprensioni, le ingratitudini, le umiliazioni, le sofferenze occasionate dai cambiamenti di stagione e dell'atmosfera in cui viviamo.
Parola di Dio: Sir 24, 1-4. 12-16 / Sal 147 / Ef 1, 3-6. 15-18 / Gv 1, 1-18
Vangelo Gv 1, 1-18
Dal Vangelo secondo Giovanni
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. Parola del Signore
“IN PRINCIPIO ERA IL VERBO…” . (Gv 1,1)
Ancora una volta, in questo tempo natalizio, ci viene proposto come vangelo domenicale il capolavoro-sintesi di San Giovanni, un prologo al suo Vangelo che può sembrare difficile ma che è come un fascio di luce che illumina tutto il cammino della storia umana. “In principio”: che cosa c’è al principio di tutte le cose? C’è chi dice esserci il caos, chi dice la materia informe, chi dice il nulla, chi afferma il caso… Il cristianesimo ci dice un’altra cosa: all’inizio di tutto c’è Dio e Dio è amore, e Dio crea per amore, per donare il tutto alla sua creatura, per partecipare il suo Verbo, cioè se stesso all’uomo. Ecco allora una prima conseguenza per noi: posso capire qualcosa di Dio, delle sue opere, della mia storia solo se mi metto nell’ottica dell’amore, nella logica dell’amore, nell’esperienza dell’amore. Altro aspetto, se tutto viene dall’amore anche ogni uomo viene dall’amore di Dio, ecco allora che anche l’oggetto del mio amore deve essere proprio l’uomo, io, ad imitazione di Dio, mio creatore, devo amare ogni uomo, in qualsiasi situazione si trovi anche se avesse deturpato con l’egoismo e il peccato il dono che Dio gli ha fatto.
LUNEDI' 5 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Edoardo, Re; Santa Emiliana; San Simeone, Stilita.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, TU LO SAI CHE CERCO DI VOLERTI BENE.
Hanno detto: “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”. (San Francesco d’ Assisi)
Saggezza popolare: Sproni propri e cavallo altrui fanno corte le miglia.
Un aneddoto: “Non di rado, nel mondo moderno, ci sentiamo perdenti. Ma l’avventura della speranza ci porta oltre. Un giorno ho trovato scritto su un calendario queste parole: «Il mondo è di chi lo ama e sa meglio dargliene la prova». Quanto sono vere queste parole! Nel cuore di ogni persona c’è un’infinita sete d’amore e noi, con quell’amore che Dio ha effuso nei nostri cuori, possiamo saziarla.” (François Xavier Nguyen van Thuân)
Parola di Dio: 1Gv 3,11-21 / Sal 99 / Gv1,43-51
1^ Lettura 1 Gv 3, 11-21
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.
Carissimi, questo è il messaggio che avete udito fin da
principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno
e uccise il suo fratello. E per qual motivo l'uccise? Perché le opere sue erano
malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste. Non vi meravigliate,
fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla
vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il
proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se
stesso la vita eterna. Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua
vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno
ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude
il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio? Figlioli, non amiamo a
parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità. Da questo conosceremo che
siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore qualunque
cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni
cosa. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia
in Dio. Parola di Dio
“DIO E’ PIU’ GRANDE DEL NOSTRO CUORE E CONOSCE OGNI COSA”. (1Gv. 3,20)
Spesso abbiamo nei nostri confronti, e di conseguenza, verso il nostro prossimo, una severità eccessiva: non ci perdoniamo di non essere come vorremmo o come pensiamo che Dio ci voglia, non accettiamo i nostri limiti, ci facciamo schiacciare dal senso di colpa per i nostri peccati, pretendiamo da noi cose che nemmeno il Signore ci comanda. Ci buttiamo nell’attività o nella preghiera quasi per meritarci l’amore del Signore che, al contrario è gratuito e dona serenità e libertà interiore. E’ allora proprio quello il momento di fidarci: qualunque cosa il nostro cuore possa rimproverarci, Dio è più grande del nostro cuore. Egli conosce ogni cosa, le nostre fatiche, i nostri peccati, le tante ferite della nostra vita. Conosce tutto e tutto può sanare, perdonare, accogliere. Dio non si aspetta da noi la perfezione, ma la fiducia nella sua bontà. Lo scoraggiamento perciò non ha diritto di albergare nel nostro cuore. Certo può affacciarsi alla soglia ma, poi, può essere cacciato indietro dal nostro costante metterci nelle mani di Dio. Se diamo spazio all’idea che abbiamo di noi stessi e di come dovremmo essere senza confrontarci con quello che Gesù ci ha detto di noi, allora vivremo sempre scontenti. Ma se il punto di riferimento non saranno più solo i nostri pensieri, allora la gioia del Signore sarà la nostra forza, perché Dio è più grande del nostro cuore.
MARTEDI' 6 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Epifanio Vescovo, San Macario lo Scozzese.
Una scheggia di preghiera:
I TUOI SEGNI, SIGNORE, SIANO LUCE AI NOSTRI PASSI
Hanno detto: È necessario cercare il giusto equilibrio tra il rispetto della propria identità e il riconoscimento di quella altrui. (San Giovanni Paolo II)
Saggezza popolare: Soli non si starebbe bene nemmeno in Paradiso.
Un aneddoto: Un uomo aveva un bosco, sul dirupo detto de La Verna e volle donarlo a Francesco. La prima volta che egli vi giunse Dio diede questo grande segno, per far capire che proprio lì sarebbe accaduto qualcosa di molto importante e di bello. Uno stormo di uccelli, di varie specie, si radunò intorno al santo. Alcuni stavano sui rami di un albero, altri gli svolazzavano sopra, altri gli zampettavano ai piedi. Era una vera festa delle creature! I suoi frati stavano a guardare pieni di meraviglia. Francesco pieno di gioia e di amore per Dio, per l'umanità e per le creature animali, rimase un po' a contemplare questo regalo di suo Padre, poi parlò agli uccelli, chiamandoli fratelli. Li benedisse ed essi se ne volarono via festosi.
Parola di Dio: Is. 60,1-6; Sal. 71; Ef. 3,2-3.5-6; Mt. 2,1-12
Vangelo Mt 2, 1-12
Dal Vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo”. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore
“DOV’E’ IL RE DEI GIUDEI CHE E’ NATO?” (Mt. 2,2)
La domanda dei magi: “Dov’è il re dei Giudei” è una domanda che in mille modi diversi va ripetendosi in ogni angolo della terra e lungo tutti i secoli: “Dov’è la felicità? Dove la sicurezza? Dove la verità? Dov’è la risposta ai tanti interrogativi del cuore?” Spesso la stella della verità si nasconde o sembra scomparire, o appare un qualcosa di molto lontano. Ma la fede semplice, l’abbandono alla parola di Dio ci guiderà verso la risposta, così come condusse i magi alla grotta. E lì ecco la sorpresa: quale differenza tra il Re che ci saremmo aspettati e quella semplice famigliola! Il Re è un neonato sottomesso a tutte le necessità della condizione umana: povertà, fame, freddo, insicurezza materiale. Ma quella luce che già aveva accompagnato i magi illumina anche interiormente i veri ricercatori. Chiediamoci: “Dove cerco il mio re? Sono capace di riconoscerlo quando si presenta nella mia vita? Riesco ad andar fuori dai miei schemi precostituiti per accoglierlo così com’è? Mi lascio guidare e illuminare interiormente? I Magi offrirono i segni della loro riconoscenza al Re che cosa so offrirgli io?
MERCOLEDI' 7 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Carlo da Sezze; San Luciano, Martire, San Raimondo da Penaford, sacerdote.
Una scheggia di preghiera:
NON SON PIU' IO CHE VIVO MA E' CRISTO CHE VIVE IN ME.
Hanno detto: “Il male mette radici quando un uomo comincia a pensare di essere migliore degli altri”. (Teresa di Calcutta)
Saggezza popolare: Amico di buon tempo mutasi col vento.
Un aneddoto: Un cocchiere di corte osò un giorno lamentarsi con lo Zar Alessandro II di un suo collega. Lo zar ascoltò e rispose: Questo non mi riguarda. Ma quel collega ha avuto l'ardire di parlare male di voi – incalzò il cocchiere. E lo zar pronto: Questo non riguarda te.
Parola di Dio: 1Gv 3,22-4, 6 / Sal 2 / Mt 4,12-17.23-25
1^ Lettura 1 Gv 3, 22 - 4,6
dalla prima lettera di san Giovanni Apostolo
Carissimi qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato. Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo. Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto questi falsi profeti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. Costoro sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore. Parola di Dio
“VOI SIETE DA DIO”. (1Gv. 4,4)
Più volte nelle sue lettere Giovanni ripete questo concetto: “Voi siete da Dio”, “Siete sue creature”. Ogni uomo è un’opera d’arte di Dio nella quale rimangono sempre percepibili i tratti caratteristici dell’autore che l’ha plasmata. Siamo da Lui perché Gesù ci ha riportati al Padre con l’atto più sublime dell’amore: donarci la sua vita. Siamo da Dio perché con il Battesimo ci siamo rivestiti di Cristo, siamo diventati sua dimora, capaci di amare con l’amore di Cristo, di sperare della sua speranza invincibile, di dire “credo” per sempre. Siamo da Dio perché resi degni della Comunione con Cristo. Siamo da Dio perché chiamati alla vita che dura per sempre con Lui. Se siamo da Dio, siamo ricchi di una ricchezza inesauribile. Il nostro compito, dunque, è vivere come persone che sono da Dio. Questo devono leggere nelle nostre parole, nei nostri gesti, nei nostri pensieri e anche nei nostri silenzi, coloro che ci incontrano.
GIOVEDI' 8 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Pavia; San Severino, Sant’Adreghino.
Una scheggia di preghiera:
DI TE HA SETE L'ANIMA MIA.
Hanno detto: “Siate amante e praticante della semplicità e dell’umiltà, e non vi curate dei giudizi del mondo, perché se questo mondo non avesse nulla da dire contro di noi, non saremmo veri servi di Dio”. (San Pio da Pietrelcina)
Saggezza popolare: L'anno produce la raccolta, non il campo.
Un aneddoto: Racconta la leggenda: Benedetto aveva una regola: ora et labora. Il che vuol dire: prega e lavora. E poiché lui faceva proprio così non sempre era apprezzato dagli altri monaci che lo conoscevano, tanto che tentarono di avvelenarlo offrendogli del pane di morte. Ma Dio con la sua Provvidenza aiuta sempre i suoi figli e così… Ecco come andò. Benedetto aveva addomesticato un corvo che ogni giorno veniva a mangiare del pane dalle sue mani. Quel giorno, illuminato dallo Spirito Santo sul fatto che il pane era avvelenato, Benedetto disse al corvo – Fratello corvo, prendi questo pane e portalo dove nessuno potrà mai né trovarlo né mangiarlo. Il corvo se ne andò col pane nel becco, come faceva ogni giorno e tutti pensarono che se lo sarebbe mangiato e sarebbe morto, nonostante San Benedetto e le sue parole. Invece dopo pochi minuti il corvo tornò indietro, senza nulla in bocca e si posò vicino a Benedetto, aspettando il pane quotidiano. Il santo gli diede del pane buono e lo benedisse, ringraziando Dio di averlo esaudito e di aver mostrato a tutti il suo amore per l'uomo.
Parola di Dio: 1Gv 4,7-10 / Sal 71 / Mc 6,34-44
Vangelo Mc 6, 34-44
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù vide molta folla e si commosse per loro,
perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: "Questo
luogo è solitario ed è ormai tardi; congedali perciò, in modo che, andando per
le campagne e i villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare". Ma egli
rispose: "Voi stessi date loro da mangiare". Gli dissero: "Dobbiamo andar noi a
comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?". Ma egli replicò
loro: "Quanti pani avete? Andate a vedere". E accertatisi, riferirono: "Cinque
pani e due pesci". Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi,
sull'erba verde. E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta.
Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la
benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e
divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono e si sfamarono, e portarono via
dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci. Quelli che avevano
mangiato i pani erano cinquemila uomini. Parola del Signore
“VIDE UNA GRANDE FOLLA ED EBBE COMPASSIONE DI LORO”. (Mc. 6,34)
Tutto nasce dalla compassione del Signore. La folla che lo ha atteso ha fatto un lungo cammino; Gesù condivide la sua stanchezza, la fragilità e la fatica della sua fede, persino la sua fame; compatisce, appunto e si fa carico di tutto questo. Quelli che si considerano suoi discepoli devono imparare a caricarsi dei bisogni degli altri, come fossero propri; questo è amore, è “portare insieme”. Di fatto i discepoli, e non soltanto loro, sembrano un po’ recalcitranti davanti alla prospettiva. Un denaro è il normale compenso di una giornata di lavoro: come faranno a tirar fuori duecento denari? Devono soprattutto imparare a credere che niente è impossibile a chi ha fede; neanche saziare disponendo soltanto “cinque pani e due pesci”: Dio provvede. Prima di dire: è impossibile! Devono mettere a disposizione quanto hanno, pani, pesci, fede; proprio tutto. Così sul quel prato verde, segno della Pasqua vicina, riceviamo tutti un segno della Provvidenza; questo Gesù si farà pane per tutti; la sua parola è l’unica risposta piena alla povertà dell’uomo e di seguito il grande segno che gli evangelisti fanno intravedere: l’Eucaristia, pane spezzato perché il mondo non muoia di fame.
VENERDI' 9 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Abate; Santi Giuliano e Balista, Martiri; San Marcellino.
Una scheggia di preghiera:
CREDO, SIGNORE, MA AUMENTA LA MIA FEDE.
Hanno detto: “Non accettate nulla come verità che sia privo di amore. E non accettate nulla come amore che sia privo di verità! L’uno senza l’altra diventa una menzogna distruttiva”.
(S. Teresa Benedetta della Croce – Edith Stein)
Saggezza popolare: L'asino e il mulattiere non hanno lo stesso pensiero.
Un aneddoto: “Tu mi domandi se sono allegro; e come non potrei esserlo? Finché la fede mi darà la forza sarò sempre allegro. Ogni cattolico non può non essere allegro; la tristezza deve essere bandita dagli animi dei cattolici, il dolore non è la tristezza, che è una malattia peggiore di ogni altra. Questa malattia è quasi sempre prodotta dall’ateismo, ma lo scopo per cui noi siamo stati creati ci addita la via, seppur seminata di molte spine, ma non una triste via: essa è allegra anche attraverso i dolori”. (Pier Giorgio Frassati)
Parola di Dio: 1Gv 4,11-18 / Sal 71 / Mc 6,45-52
Vangelo Mc 6, 45-52
Dal vangelo secondo Marco.
Dopo che furono saziati i cinquemila uomini, Gesù ordinò poi ai
discepoli di salire sulla barca e precederlo sull'altra riva, verso Betsàida,
mentre egli avrebbe licenziato la folla. Appena li ebbe congedati, salì sul
monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo a
terra. Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il vento
contrario, già verso l'ultima parte della notte andò verso di loro camminando
sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare,
pensarono: "E' un fantasma", e cominciarono a gridare, perché tutti lo
avevano visto ed erano rimasti turbati. Ma egli subito rivolse loro la parola e
disse: "Coraggio, sono io, non temete!". Quindi salì con loro sulla barca e il
vento cessò. Ed erano enormemente stupiti in se stessi, perché non avevano
capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito. Parola del Signore
“ESSI, VEDENDOLO CAMMINARE SUL MARE PENSARONO: E' UN FANTASMA! E SI MISERO A GRIDARE. (Mc. 6,49)
In questo brano l'evangelista richiama l'attenzione sulle nostre paure e sulla nostra incapacità ad aprirci verso l'affidamento a Dio. I discepoli stanno lottando contro il vento, è vero, ma in realtà stanno lottando contro la capacità di credere, di avere fede in Gesù. Hanno visto il Maestro che ha sfamato le folle, che ha compiuto il miracolo dei pani e dei pesci, ma il loro cuore non sa ancora capire né accettare la persona del Cristo. Le loro paure li fanno fermare di fronte al mistero e così non vedono la potenza di Dio, ma vedono un fantasma, qualcosa di spaventoso, di inconcepibile. Nonostante questa chiusura, Gesù si avvicina e li rassicura con parole semplici eppure potenti "non temete". Sa che sono terrorizzati, sa che si sentono sperduti, va da loro ma con un nuovo gesto miracoloso, per ribadire ciò che ha fatto con la moltiplicazione dei pani: egli trascende i limiti umani, ha autorità su ogni cosa, fa quello che solo Dio può fare. Ecco come Gesù viene anche a noi: cammina sulle acque delle nostre tempeste interiori e ci rassicura: "Sono io, non temete"; viene per dirci che non siamo soli, anche se a noi può sembrare, si accosta alla nostra vita con amore e ci chiede di aver fede, di lasciarci avvolgere dal suo mistero e dalla sua presenza, ci chiede di sciogliere i nodi del cuore perché egli possa entrare da salvatore.
SABATO 10 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Agatone, Papa; Sant’Aldo, Monaco; San Guglielmo di Burges, Vescovo
Una scheggia di preghiera:
OGGI, SI ADEMPIA PER ME LA TUA PAROLA, O SIGNORE.
Hanno detto: “La felicità non si ottiene puntando affannosamente alla sua ricerca, ma viene incontro, come una sorpresa, a chi è intento a far felici gli altri”. (Ven. Fulton Sheen)
Saggezza popolare: Buoni avvocati, spesso cattivi vicini.
Un aneddoto: Il grande elettore di Sassonia Augusto III, nel 1734 aveva comprato la famosa “Madonna Sistina” di Raffaello perché desiderava sfoggiasse nella sala del trono. Nel sistemarla però si cercava dove la luce l'avrebbe maggiormente valorizzata e si scoprì che il posto migliore era proprio dove si trovava il trono. Augusto fece spostare il trono dicendo: “prima Lei, poi io”
Parola di Dio: 1Gv 4,19-5,4 / Sal 71 / Lc 4, 14-22a
Vangelo Lc 4, 14-22
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello
Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro
sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. Si recò a Nazareth, dove era stato
allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a
leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove
era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato
con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per
proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in
libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il
volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga
stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta
questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". Tutti gli
rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che
uscivano dalla sua bocca. Parola del Signore
“OGGI SI È ADEMPIUTA QUESTA SCRITTURA CHE VOI AVETE UDITA CON I VOSTRI ORECCHI”. (Lc. 4,21)
Gesù, nella sinagoga di Nazareth, ci insegna il modo di leggere, pregare e attualizzare la Bibbia. Gesù entra nella sinagoga e legge la Parola. Prima di tutto bisogna leggere con attenzione la sua Parola. Prima di andare a cercare libri, commentari, spiritualità varie, vai alla fonte, leggi una o più volte la Parola, falla risuonare in te. Non aver fretta, cerca di capire il significato delle parole, del brano. Cerca di discernere quelle che sono le parole dello scrittore da ciò che Dio vuole dirti. Sì, perché Dio sta parlando a te, adesso. Quella che hai letto non è una parola lontana, è per te, detta adesso da Dio. Gesù, dopo aver deposto il libro che ha letto, dice: “Oggi, adesso, si è adempiuta la Parola”. La parola si incarna. Ha da dirti qualcosa. Vuole trasformarti. Dopo aver letto un brano chiediti sempre: “Che cosa vuoi dirmi, Signore, nella situazione che vivo?”. E’ estremamente consolante capire che il Signore, con lettere scritte due o quattro mila anni fa, sta scrivendo la sua lettera per me, adesso.
DOMENICA 11 GENNAIO: BATTESIMO DEL SIGNORE ANNO B
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Igino, Papa; Santa Liberata, martire, Sante Speciosa e Onorata di Pavia.
Una scheggia di preghiera:
SONO FIGLIO DI DIO, FRATELLO DI GESU', CITTADINO DEL MONDO: GRAZIE SIGNORE!
Hanno detto: “Come ogni essere umano, anche il credente è immerso nelle fatiche e nei dolori quotidiani. Ma trova nella fede una lente che gli permette di vedere le stesse cose di sempre sotto una luce nuova. La fede non cambia il paesaggio, ma modifica lo sguardo dell’uomo”. (G. K. Chesterton)
Saggezza popolare: Chi nasce bella non nasce povera.
Un aneddoto: Re Alberto I del Belgio aveva uno spirito profondamente cristiano e pieno d'umiltà. In una sua conversazione col priore dell'abazia d'Orval disse: Il mondo va male perché c'è troppo orgoglio. Dall'operaio disoccupato che non vuol compiere un lavoro che crede al di sotto delle sue capacità, sino al nobile che non mangerebbe mai col suo autista, tutti peccano d'orgoglio!
Parola di Dio: Is 42, 1-4. 6-7 / Sal 28 / At 10,34-38 / Mc 1,7-11
Vangelo Mc 1, 7-11
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni predicava dicendo: “Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non sono degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo”. In quei giorni Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”. Parola del Signore
“IN QUEI GIORNI GESU' VENNE DA NAZARETH DI GALILEA E FU BATTEZZATO NEL GIORDANO DA GIOVANNI”. (Mc. 1,9)
Gesù non vive certamente secondo i nostri cliché utilitaristici. Dopo 30 anni di vita familiare silenziosa e ritirata, ecco finalmente la sua prima manifestazione pubblica. Ma anche questo momento è umile: Gesù in fila, insieme a dei peccatori, attende sulle sponde del Giordano il suo turno per ricevere un battesimo di penitenza di cui non ha bisogno. Ma questa è la logica di Dio che ha bisogno, per manifestarsi, di umiltà e nascondimento. Quanto abbiamo bisogno di imparare da questo, noi uomini di Chiesa che pretendiamo di misurare il successo del nostro agire pastorale, in base ai numeri, agli applausi. Dio ama i piccoli e opera in loro. E oggi, festa del Battesimo di Gesù, ripenso anche alla gioia del mio Battesimo. Quando l’ho ricevuto non capivo niente, eppure Dio, nel nulla di un bambino, ha riversato i suoi doni e, grazie a quel Battesimo, oggi sono figlio di Dio.
LUNEDI' 12 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Ricci;Sant’Arcadio,Martire; San Benedetto Biscop.
Una scheggia di preghiera:
O SOLE DI GIUSTIZIA CHE SEI SORTO ILLUMINA IL NOSTRO CAMMINO.
Hanno detto:
“Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L’amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente. È il fatale rischio dell’amore in una cultura senza verità”. (Benedetto XVI)
Saggezza popolare: Bellezza senza bontà è come vino svanito.
Un aneddoto: Quando io vado d'improvviso al castello di Ciergnon, vengo accolto dal vecchio guardiacaccia: io accendo il fuoco, lui va a prendere le uova e facciamo insieme una frittata che mangiamo seduti allo stesso desco. Non siamo tutti figli di Cristo? E Cristo non ha lavato i piedi ai suoi apostoli? Quando il mondo si allontana dall'umiltà, s'incammina per una falsa strada e ritorna agli errori della civiltà romana, che era basata sull'orgoglio e sul predominio della forza, mentre la dottrina di Cristo e basata sull'umiltà e sulla carità. (Un nobile francese del 1700)
Parola di Dio: 1Gv 5,14-21 / Sal 149 / Gv 3,22-30
Vangelo Gv. 3,22-30
Dal vangelo secondo Giovanni
Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». Parola di Dio
“LUI DEVE CRESCERE,IO INVECE DIMINUIRE”. (Gv. 3,30)
Giovanni ha battezzato Gesù; ora questi sta a sua volta battezzando, in un luogo diverso, e il favore delle folle sembra volgersi sempre più verso di lui. E' una mancanza di attenzione verso l’antico maestro o il compimento di quanto lui voleva, di quanto dava senso alla sua missione? Forse la domanda sull’identità dei due e sul senso e valore del loro battesimo ha continuato per lungo tempo a inquietare le prime comunità, e questo brano ne è un segno. La testimonianza di Giovanni qui riportata prima che la sua voce taccia per sempre, vuole porre fine ad ogni ulteriore incertezza: “Non sono io il Cristo... Sono stato mandato avanti a lui... Lui deve crescere, io invece diminuire”. Ora che è sorto il sole ogni altro lume ha esaurito il suo senso; è necessario volgersi a lui per essere illuminati. O, con linguaggio di più spiccato sapore profetico: io non sono lo sposo promesso da secoli per rendere fecondo Israele, ma l’amico dello sposo che rende con gioia testimonianza della sua venuta e, dopo averla riconosciuta, orienta coloro che sono stati preparati ad attenderlo ad ascoltarne la voce, senza rammarico di alcun genere.
MARTEDI' 13 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’ Ilario, Vescovo e Dottore della Chiesa; Sant’Agricio, Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
GESU', PAROLA DI DIO, CONVERTIMI A TE.
Hanno detto: Niente ti turbi, niente ti spaventi… Tutto passa, Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio ha tutto. Dio solo basta”. (S. Teresa di Gesù)
Saggezza popolare: A nessuno piovono le lasagne in bocca.
Un aneddoto: Il padre Abramo raccontò di uno dei monaci di Scete che era scrivano. Venne da lui un fratello e gli chiese di copiargli un libro. L’anziano, che aveva la mente immersa in contemplazione, non scrisse tutte le righe, ma ne saltò alcune. Quando il fratello prese il foglio per leggerlo e si accorse che mancavano delle righe, disse: «Padre, mancano delle righe!». E l’anziano a lui: «Va’, e prima fa’ quanto c’è scritto; poi torna e ti scriverò quel che manca»
Parola di Dio: Eb 2, 5-12 / Sal 8 / Mc 1,21b-28
Vangelo Mc 1, 21-28
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, nella città di Cafarnao Gesù, entrato proprio di sabato nella sinagoga, si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: “Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio”. E Gesù lo sgridò: “Taci! Esci da quell'uomo”. E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!”. La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. Parola del Signore
“GESU’ INSEGNAVA LORO COME UNO CHE HA AUTORITA’ ”. (Mc. 1,22)
Gesù inizia il suo ministero apostolico a Cafarnao e la gente che lo ascolta e lo vede agire si rende subito conto che parla con autorità. Noi siamo abituati a sentire tante parole; molte sono parole di servizio che recepiamo per l’immediato che riguardano, e poi le dimentichiamo; molte non le ascoltiamo neppure e scorrono su di noi come l’acqua sulla pietra; altre ci incuriosiscono, se non siamo delle banderuole facilmente suggestionabili, poche hanno il potere di penetrare in noi e cambiare la nostra vita. Gesù è la parola di Dio, che ha cambiato la vita di tanti uomini e donne che sono diventati grandi santi. Dio ci ha parlato attraverso le scritture ma Gesù è la parola definitiva. I vangeli non sono dei semplici raccontini, sono parole destinate a cambiare la storia di tutti i tempi, di tutti i secoli. La parola di Dio, però richiede un atteggiamento di ascolto, di accoglienza, di accettazione cordiale. Con la sua parola, piena di autorità Gesù guarisce i malati, risuscita i morti, scaccia i demoni, consola i tristi, porta pace ai cuori. La sua parola vuole operare un cambiamento in noi e, per renderla efficace occorre solo la nostra fede. Crediamo nella potenza della parola di Gesù? I Sacramenti sono gesti che Gesù opera oggi, destinati alla guarigione dello spirito. Come ricerco e come accolgo questi segni?
MERCOLEDI' 14 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Felice; Santa Macrina l’Anziana; San Saba.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE.
Hanno detto: “Quando preghi osserva un ordine di richieste: domanda in primo luogo i beni spirituali, il perdono dei peccati, la luce per conoscere la volontà di Dio, la forza per mantenerti nella sua grazia ; poi chiedi la salute fisica, la benedizione sulla tua famiglia, l’allontanamento delle disgrazie e la sicurezza di un lavoro…”. (San Giovanni Bosco)
Saggezza popolare: Non è detto che chi ha coltello sia boia.
Un aneddoto: I popoli della Grecia volevano innalzare una statua al re Agesilao per riconoscenza, avendoli egli salvati dai nemici. Ma egli rifiutò, dicendo: Per un uomo dabbene non c'è monumento migliore delle sue azioni.
Parola di Dio: Eb 2,14-18 / Sal 104 / Mc 1,29-39
Vangelo Mc 1, 29-39
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: "Tutti ti cercano!". Egli disse loro: "Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!". E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. Parola del Signore
“GESU', USCITO DALLA SINAGOGA, SI RECO' SUBITO IN CASA DI SIMONE E DI ANDREA”. (Mc. 1,29)
Con il Vangelo di oggi Marco ci porta nel ‘quotidiano’ di Gesù: è una giornata intensa quella di Gesù, passa quasi tutto il suo tempo guarendo e predicando. Si dedica a tutti con attenzione particolare a ciascuno. Ma ci colpisce che in questa giornata così piena ci sia più volte posto per la preghiera, prima alla sinagoga, poi al mattino presto, prima di iniziare la sua attività. L’orazione è il centro che da senso e forza a tutto l’agire di Gesù, e questo è un grande insegnamento per noi. Gesù, di per sé non aveva bisogno della preghiera come la intendiamo noi. E’ proprio della nostra natura umana, l’aver bisogno e ricercare questa unione ma è anche una sfida continua. Chiunque si dedichi con costanza alla preghiera lo avrà sperimentato. Ci sono momenti in cui pregare è un piacere e lo si sente come una vera necessità. In altri momenti, al contrario sembra un combattimento con la nostra immaginazione e con i nostri stati d’animo. L’esempio di Gesù è uno stimolo a dedicarci con costanza alla preghiera anche, quando necessario, attraverso un atto di volontà.
GIOVEDI' 15 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Cosma il Melode; San Faustino, Martire; San Mauro; San Romedio.
Una scheggia di preghiera:
GESU' TOCCAMI E SALVAMI.
Hanno detto: “È venuto Gesù per dirci che ci vuole tutti in Paradiso e che l’inferno, del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed è eterno per quanti chiudono il cuore al suo amore”. (Papa Benedetto XVI)
Saggezza popolare: Dove non son capelli, mal ci si pettina.
Un aneddoto: Gli Spartani, per adulare il re Agesilao, volevano metterlo nel numero degli Dei. Se avete questo potere di far gli Dei - rispose loro Agesilao – perché non cominciate intanto da voi stessi?
Parola di Dio: Eb 3,7-14 / Sal 94 / Mc 1,40-45
Vangelo Mc 1, 40-45
Dal vangelo secondo Marco. In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: "Se vuoi, puoi guarirmi!". Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: "Lo voglio, guarisci!". Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: "Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro". Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore
“NE EBBE COMPASSIONE, TESE LA MANO E LO TOCCO' ”. (Mt. 1,41)
Molti gli spunti di riflessione di questo brano, ne accenniamo solo alcuni. L'uomo è fatto "a immagine e somiglianza di Dio", la lebbra lo sottrae a questa somiglianza, lo sfigura togliendogli dignità e rendendolo reietto. Gesù agisce sulla lebbra fisica e su quella morale, il suo tocco ridà all'uomo la sua primitiva bellezza, la sua somiglianza col Creatore. Alla fine del brano, è Gesù a compiere il percorso inverso rispetto al lebbroso: quello, guarito, ritorna nel consorzio umano, Gesù si fa emarginato al suo posto, fugge in luoghi deserti e se ne sta fuori della città, quasi ad anticipare il momento in cui, crocifisso, perderà Lui, per salvare noi tutti, bellezza e dignità. Gesù ci tocca ancora oggi, ci guarisce ancora oggi, ancora non ha orrore e disprezzo di noi, ma ci continua a salvare. Da lui continua ad uscire quella "forza che sanava tutti" (Lc 6,19).
VENERDI' 16 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Accursio, Martire; San Giacomo di Tarantasia; San Marcello, Papa
Una scheggia di preghiera:
GESU', NESSUNO A CAUSA MIA SIA IMPEDITO DI GIUNGERE A TE.
Hanno detto: “Sono convinto che l’offesa più terribile che possiamo rivolgere al Mistero coincida con l’incapacità di svegliarsi al mattino e scoprirsi amati”. (don Luigi Giussani)
Saggezza popolare: Una buona coscienza è un buon guanciale.
Un aneddoto: Monsignor Affre, vescovo di Parigi, si trovava un giorno, quando era semplice abate, sopra una diligenza insieme con un commesso viaggiatore libero pensatore, che pensò bene di divertire i passeggeri a spese del sacerdote. Signor abate, - gli chiese - sapete che differenza c'è fra un vescovo e un asino? - No signore - rispose gentilmente Affre. - Ebbene, ve lo dico io: i vescovi portano la croce sul petto, e l'asino sulla schiena. Si ride molto, nella diligenza. L'abate lascia sfogare l'allegria dei compagni di viaggio, poi: - E voi, signore, sapreste dirmi a vostra volta, qual è la differenza che corre fra un asino e un commesso viaggiatore? II giovanotto ci pensa a lungo, poi: - Bhè, proprio non lo so, signor abate! - E nemmeno io, signore!
Parola di Dio: Eb 4,1-5.11 / Sal 77 / Mc 2,1-12
Vangelo Mc 2, 1-12
Dal vangelo secondo Marco.
Dopo alcuni giorni, Gesù entrò di nuovo a Cafarnao. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati". Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: "Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?". Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: "Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino disse al paralitico alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua". Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: "Non abbiamo mai visto nulla di simile!". Parola del Signore
“NON POTENDO PERO' PORTARGLIELO DAVANTI A CAUSA DELLA FOLLA, SCOPERCHIARONO IL TETTO”. (Mc. 2,4)
In questo testo ci sono due gruppi di persone. Da una parte le folle che rischiano di impedire l’incontro del paralitico con Gesù. Questa annotazione ci invita a riflettere non solo come singoli, ma anche come comunità, perché possiamo correre il rischio anche noi di impedire l’incontro tra Gesù e coloro che si possono avvicinare a lui in ogni situazione di vita. Il secondo gruppo è invece formato da coloro che portano il paralitico, la loro fede è così grande che non temono di superare gli ostacoli che hanno davanti. E’ vedendo la loro fede che Gesù si rivolge al paralitico e lo salva. Due gruppi di persone che ci rimandano alla nostra comunità ecclesiale e ci spingono a riflettere.
SABATO 17 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Antonio, Abate; San Sulpizio, Vescovo; Santa Roselina di Villeneuve
Una scheggia di preghiera:
SULLA TUA PAROLA MI FIDO E MI ABBANDONO A TE.
Hanno detto: “Per meschina e povera che sia, ogni vita possiede istanti degni di eternità”. (Nicolas Gomez Davila)
Saggezza popolare: E' più facile criticare che fare meglio.
Un aneddoto: Ad un negoziante nacque una bambina. Un amico, un giorno, propose un matrimonio per il figlioletto con la bambina, dicendo che il suo piccolo aveva un anno più di lei. Il negoziante, prima di decidere, volle discutere la proposta in privato con la moglie Egli disse: “la nostra piccola ha solo un anno e lui ne ha il doppio. Quando lei ne avrà venti e staranno per sposarsi, lui ne avrà quaranta. Come possiamo essere così duri di cuore da far sposare nostra figlia con un uomo così vecchio?” Sua moglie sorrise e disse: “Sei proprio stupido. Nostra figlia ha un anno ora. L'anno prossimo, ne avrà due e avrà quindi la sua stessa età”.
Parola di Dio: Eb 4,12-16 / Sal 18 / Mc 2,13-17
Vangelo Mc 2, 13-17
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi". Egli, alzatosi, lo seguì. Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: "Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?". Avendo udito questo, Gesù disse loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori". Parola del Signore
“VIDE LEVI, IL FIGLIO DI ALFEO, SEDUTO AL BANCO DELLE IMPOSTE E GLI DISSE: SEGUIMI”. (Mc. 2,14)
Al banco delle imposte si presentavano in tanti di solito di malumore e riluttanti a pagare. Ma una mattina nei pressi di quel banco passa un giovane rabbì, ma non è lì per pagare, è lì per chiedere. Fissando negli occhi l’esattore Levi, pronuncia il suo invito: “Seguimi!”. Il maestro non spreca parole, non promette alcunché ma lancia un invito che suona quasi come un comando e quel giovane, un noto “peccatore” con una vita e un lavoro poco raccomandabili, non sa resistere all’invito. “Alzatosi lo seguì”. Avviene spesso così in cuori giudicati da tutti come duri e ostinati: si annida in essi il seme di una grande capacità di amore, di una grande capacità di bene. Sono cuori assetati di eternità, ma ingabbiati da pregiudizi e da mancanza di stimoli, esempi e proposte di bene, e se ne stanno seduti al banco del proprio peccato. Manca loro una proposta coraggiosa e forte come quel “Seguimi” di Gesù. Anche come cristiani dovremmo superare i pregiudizi che a volte ci tengono lontani dai cosiddetti “peccatori”, dovremmo sentire di più il fatto che Gesù stesso ci manda per offrire loro la possibilità di guarire, ma per questo dobbiamo aprire gli occhi e scoprire, come Gesù, che ogni cuore, ogni uomo può essere un apostolo.
DOMENICA 18 GENNAIO: 2^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Tra i santi ricordati oggi:Sante Faustina e Liberata, Monache; Santa Margherita d’Ungheria.
Una scheggia di preghiera:
L'ANIMA MIA HA SETE DI TE, DIO VIVENTE.
Hanno detto: “L’amore senza eternità si chiama angoscia, l’eternità senza amore si chiama inferno”. (Gustave Thibon)
Saggezza popolare: Meglio andar a letto senza cena che alzarsi con dei debiti.
Un aneddoto: ABDERAMO III era uno dei più potenti califfi arabi sul trono di Codova, nel 1500. Questo sovrano che occupò il trono per più di cinquant'anni, e che pareva avesse riunito in sé tutto quel che possono dare la felicità e la gloria, quando fu sul letto di morte dettò al suo segretario quanto segue:- Cinquant'anni sono passati da che io sono Califfo: ricchezze, onori, piaceri, io ho goduto ogni cosa. I Re, miei rivali, mi stimano, mi temono, mi invidiano. Tutto quello che gli uomini possono desiderare il cielo me lo ha dato. Ebbene, in questo lungo spazio di apparente felicità, ho contato il numero dei giorni in cui sono stato veramente felice: sono stati in tutto quattordici giorni. Mortali, imparate da ciò a conoscere che cosa sono le grandezze e la vita.
Parola di Dio: 1Sam 3,3b-10.19 / Sal 39 / 1 Cor 6, 13c-15a. 17-20 / Gv. 1,35-42
Vangelo Gv 1, 35-42
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni stava ancora la con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l'agnello di Dio!". E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: "Che cercate?". Gli risposero: "Rabbì (che significa maestro), dove abiti?". Disse loro: "Venite e vedrete". Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)" e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)". Parola del Signore
“CHE COSA CERCATE?” (Gv. 1,38)
Nel vangelo di Giovanni le prime parole di Gesù non sono una affermazione di principio o una parabola. Sono un interrogativo: «Che cercate?». Gesù non esalta i due discepoli con nuovi progetti, non li colpisce con alti ragionamenti; li blocca e li fa riflettere con una domanda: cosa vogliono, cosa si aspettano, di che cosa o di chi sono alla ricerca? È come se dicesse loro, insieme al profeta Amos: «Cercate me e vivrete» (cfr.: Am 5,4). A quella domanda, i due discepoli rispondono esprimendo un desiderio: vogliono sapere dove abita, dove lo possono trovare. E Cristo risponde: «Venite e vedrete!». Si tratta, allora, di “andare” per “vedere”, non viceversa! Li invita a “stare” con Lui nella semplice familiarità di una casa. E questo “stare” li porterà poi ad “innamorarsi” di Gesù e del suo Vangelo e a guardare a Lui con occhi nuovi. Queste sono le tappe classiche di un “cammino di fede”: non c’è un “vedere” Dio, se non si parte da un “cercare” profondo…! Normalmente, siamo portati a chiederci cosa Dio voglia da noi, mentre qui Gesù rovescia la questione: la prima cosa da chiarire è cosa noi ci aspettiamo da Dio, cosa cerchiamo veramente, andando dietro a Gesù. E poi il “rimanere” con Lui…; Spesso si rischia di ridurre l’essere discepoli di Gesù ad un insieme di verità da credere, all’osservanza dei comandamenti, dimenticando che, a fondamento di queste due realtà, c’è la scelta di entrare in relazione personale con Gesù, l’impegno a conoscerlo a fondo, di scoprire come Lui agisce, come Lui pensa, cosa lo appassiona, perché il nostro agire diventi sempre più capace di rendere presente Gesù con altri.
LUNEDI' 19 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Mario, Martire; San Gavino; Santa Abbondanza.
Una scheggia di preghiera:
TU CHE FAI NUOVE TUTTE LE COSE, RENDICI NUOVI, OGGI, CON TE.
Hanno detto: “Amare una persona significa vederla come Dio l’ha intesa”. (Fedor Dostoevskij)
Saggezza popolare: I denari son tondi e ruzzolano.
Un aneddoto: Un giorno il figlio di Aaron-el-Rascid si lamentava con suo padre di un uomo che aveva ingiuriato sua madre, e ne domandava pertanto il castigo. - Figlio mio - gli rispose il padre - tu ingiuri assai più tua madre che non abbia fatto costui facendo credere che essa non ti abbia mai insegnato a perdonare.
Parola di Dio: Eb 5,1-10 / Sal 109 / Mc 2,18-22
Vangelo Mc 2, 18-22
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: "Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?". Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi". Parola del Signore
“NESSUNO CUCE UNA TOPPA DI PANNO GREZZO SU UN VESTITO VECCHIO; ALTRIMENTI IL RATTOPPO NUOVO SQUARCIA IL VECCHIO E SI FORMA UNO STRAPPO PEGGIORE”. (Mc. 2,21)
In questo esempio molto concreto e ‘quotidiano’ usato da Gesù c’è un insegnamento per la vita spirituale. Nella vita si commettono errori, si provocano degli “strappi”, e talvolta si cerca di rimediare con superficialità o poca coerenza. Magari abbiamo promesso qualcosa che poi non abbiamo saputo mantenere e cerchiamo di giustificarci con bugie e accomodamenti. Oppure, se abbiamo offeso qualcuno, tentiamo di rimediare elargendo lodi insincere; si tratta di ‘rammendi’ che addirittura peggiorano gli ‘strappi’ e non è saggio continuare così. Si dice che le bugie hanno le gambe corte oppure che tutti i nodi vengono al pettine. Così, quando non si vive come si pensa, si finisce col pensare come si vive. La coerenza e la trasparenza di vita non vanno di moda: la tentazione delle scorciatoie che, però, portano a vicoli ciechi, è sempre a portata di mano. Si presentano spesso come soluzioni immediate, ma alla fine “si pagano le fatture con gli interessi”. Il vangelo è la ‘buona novella’, la parola nuova che ha bisogno di cuori nuovi che la accolgano e di una vita che la metta in pratica. La vita evangelica è caratterizzata dalla trasparenza, dalla semplicità e dalla gioia. Tutto ciò che non ha queste caratteristiche è vita vecchia, marcia, fatta di bugie e inganni, e i suoi frutti sono come gli otri vecchi, rotti, vuoti, incapaci di contenere e conservare il vino nuovo della vita di Cristo.
MARTEDI' 20 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Fabiano, Papa; San Sebastiano, Martire; Sant’Eutimio, Monaco
Una scheggia di preghiera:
IN TE, SIGNORE E' LA NOSTRA LIBERTA'
Hanno detto: “Curate sempre quello che di voi può dire il Signore, non quello che di voi, in bene o in male, diranno gli uomini”. (San Giovanni Bosco)
Saggezza popolare: Chi ha imbarcato il diavolo deve restare in sua compagnia.
Un aneddoto: Il buffone del califfo si mise seduto sul trono del suo padrone e vi restò un quarto d'ora. Gli uscieri, avendovelo trovato, per punire la sua audacia lo percossero con qualche decina di frustate. Alle grida disperate del povero buffone, accorse prontamente il califfo, che gli domandò perché strillasse tanto. - Oh, sire! - rispose il buffone - io non piango per me; piango per voi. Se mi sono toccate tante busse per essere stato un quarto d'ora seduto qui sopra, quante busse toccheranno a voi quando lassù sapranno che siete stato seduto qui tutta la vita!
Parola di Dio: Eb 6, 10-20 / Sal 110 / Mc 2, 23-28
Vangelo Mc 2, 23-28
Dal vangelo secondo Marco
Avvenne che, in giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. I farisei gli dissero: "Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?". Ma egli rispose loro: "Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?". E diceva loro: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato". Parola del Signore
“I FARISEI GLI DISSERO:"VEDI, PERCHE' ESSI FANNO DI SABATO QUEL CHE NON E' PERMESSO?". (Mc. 2,24)
C'è sempre un notabile che ha qualcosa da dire, c'è sempre una "signora per bene" che ha qualche colletto da tagliare... e quando, di una persona non si riesce a trovare difetti, o li si inventa o con aria di sufficienza si dice "è troppo bravo", detto in quel tono che può significar lode o allo stesso tempo "è talmente bravo da essere stupido". E per di più per giustificare un giudizio, una critica, c'è sempre una legge che ti può far da paravento; Dio poi, per qualcuno diventa il paravento più comodo, perché in Lui ci si può nascondere meglio: Lui è grande! "Ma chi sa perché Gesù quasi tutti i miracoli li fa di sabato?", mi chiedeva giorni fa una catechista. "Perché a Gesù non piace l'ipocrisia dei troppo giusti e dei troppo sicuri e allora scoprire qualche altarino ogni tanto... può far del bene!"
MERCOLEDI' 21 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Agnese, Martire; San Fruttuoso, Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
APRI IL MIO CUORE E LE MIE MANI PERCHE' POSSANO RICEVERE E DONARE.
Hanno detto: «Se qualche volta cadete, non dovete così avvilirvi da lasciare d’andare innanzi. Da quella caduta il Signore saprà cavare del bene». (Santa Teresa d’Avila)
Saggezza popolare: Il pan mangiato presto è dimenticato.
Un aneddoto: Vedendo un tale che spacciava rimedi per tutti i mali, il califfo Aaron el Rascid esclamò: Non credevo che nel mio regno si potesse uccidere impunemente! “La Chiesa è intransigente sui principi, perché crede, è tollerante nella pratica, perché ama. I nemici della Chiesa sono invece tolleranti sui principi, perché non credono, ma intransigenti nella pratica, perché non amano”. (Reginald Garrigou-Lagrange)
Parola di Dio: Eb 7,1-3.15-17 / Sal 109 / Mc 3,1-6
Vangelo Mc 3, 1-6
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. C'era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Mettiti nel mezzo!". Poi domandò loro: "E' lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?". Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: "Stendi la mano!". La stese e la sua mano fu risanata. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Parola del Signore
“GESU’ DISSE ALL’UOMO DALLA MANO SECCA: STENDI LA MANO. LA STESE E LA SUA MANO FU RISANATA”. (Mc. 3,5)
Gesù risana una mano secca ed arida e, così facendo, offre a quell’uomo la possibilità di tornare alla normalità. Le mani sono preziose perché attraverso esse manifestiamo tutto ciò che siamo: basta pensare alle situazioni quotidiane: una stretta di mano, prendere gli oggetti, scambiare un abbraccio, scrivere, suonare il pianoforte. Gesù, guarendo la mano di quest’uomo, più che il semplice uso della mano, gli restituisce la piena capacità di interagire con il mondo e con gli uomini. In questo senso l’agire di Gesù nei confronti di questa persona ci dimostra che l’amore cerca sempre il bene totale dell’amato. Non si vuol bene perché si danno delle cose, si dicono delle belle parole si ama quando si cerca il vero bene dell’altro, quando si vuole dare all’altro la piena libertà di costruirsi. E la stessa cosa vale per il nostro rapporto con Dio: chi vive costantemente alla presenza di Dio non ricorre a Lui come all’ultima soluzione per risolvere i suoi problemi, ma è in continua relazione con Colui che , per amore, ci ha creati e ci mantiene nell’esistenza per puro dono.
GIOVEDI' 22 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Vincenzo, Martire; San Domenico di Sora; San Gaudenzio di Novara
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, DIETRO A TE IMPARO AD AMARE.
Hanno detto: “La Chiesa è intransigente sui principi, perché crede, è tollerante nella pratica, perché ama. I nemici della Chiesa sono invece tolleranti sui principi, perché non credono, ma intransigenti nella pratica, perché non amano”. (Reginald Garrigou-Lagrange)
Saggezza popolare: Dio guarisce e il medico è ringraziato.
Un aneddoto: Una sera il pittore genovese Francesco Costa si trovava ad una veglia ove alcuni millantatori, per esaltare la loro famiglia, spacciavano rodomontate sui propri antenati. Il buon pittore stava cheto cheto ad udirli. Quando fu anch'egli invitato a dir qualche cosa dei propri maggiori e a far noto di qual nobiltà portassero il vanto, prese un'aria compunta e rispose:“Io mi ricordo che mio nonno era persona di tal condizione, che non sputava in terra se non nei giorni festivi.” Uno dei presenti, meravigliato, gliene chiese la ragione, e il pittore soggiunse: “Perché nei giorni di lavoro si sputava sempre sulle mani, per poter meglio afferrare la zappa.”
Parola di Dio: Eb 7,25 - 8,6 / Sal 39 / Mc 3,7-12
Vangelo Mc 3, 7-12
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui. Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero. Parola del Signore
“UNA GRANDE FOLLA SENTENDO QUELLO CHE FACEVA ANDO' DA LUI”. (Mc.3,8)
Ci sono vari modi per seguire Gesù: uno è il modo tipico della folla, ed è un modo molto impersonale, di massa. E’ un seguire che origina solo dall’interesse, è effimero e si esaurisce alla prima occasione. C’è un altro modo; quello proprio del discepolo: è un seguire incondizionatamente. Oggigiorno non è difficile constatare che c’è un gran numero di cristiani che somiglia alle folle che seguivano Gesù. Si recano in chiesa alla ricerca di celebrazioni “sociali”, che diano lustro ai momenti importanti della loro esistenza: “Ai matrimoni e alle sepolture non manco mai”; altri, nei migliori dei casi, vanno con sincero interesse di incontrare Dio, ma si tratta di un interesse egoistico: vogliono fare di Dio una proprietà privata. Seguire Cristo deve sempre sfociare in un impegno concreto per amore di Dio e per il servizio dei fratelli. Questo è il termometro dell’autenticità del nostro cristianesimo.
VENERDI' 23 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Santa Emerenziana, martire; San Giovanni l’Elemosiniere.
Una scheggia di preghiera:
ECCOMI, AVVENGA DI ME CIO' CHE TU VUOI.
Hanno detto: “Tu sogni l’amore eterno. Impara dapprima la fedeltà giorno per giorno; sprona la tua anima a lottare contro il fluire universale. È votato all’eternità solo ciò che resiste al tempo”. (Gustave Thibon)
Saggezza popolare: Chi troppo domanda, vien a noia.
Un aneddoto: Un viaggiatore incontrò un pastore: “Che tempo farà oggi?”. Il pastore rispose: “Il tempo che piace a me”. “Come fai a sapere che farà il tempo che piace a te?”. “Perché ho scoperto che non posso avere sempre ciò che mi piace, ho imparato ad essere contento di quello che ho. Perciò sono sicuro che avremo il tempo che piace a me”.
Parola di Dio: Eb 8,6-13 / Sal 84 / Mc 3,13-19
Vangelo Mc 3, 13-19
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù Salì sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì. Parola del Signore
"CHIAMO' A SE' QUELLI CHE EGLI VOLLE ED ESSI ANDARONO DA LUI". (Mc. 3,13)
La chiamata è il primo passo per diventare discepoli. Dio chiama, ogni uomo, individualmente, personalmente, chiama perché "vuole" che l'uomo stia con lui, che partecipi del suo amore, che ne faccia parte integrante. La volontà del Padre è quella di attirare a sé tutti i suoi figli, egli desidera che tutti gli uomini "salgano con lui sul monte", camminino verso la vetta, verso il vertice della propria elezione a figli. Ma la chiamata non è mai un ordine dittatoriale, perché attende sempre la libera risposta dell'uomo, Dio aspetta che l'uomo accetti il suo appello, da ad ognuno di noi la libertà di decidere, e non ci da una sola occasione, ma continuamente ci chiama, continuamente ci attende, continuamente spera che noi rispondiamo.
SABATO 24 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Francesco di Sales; San Feliciano da Foligno.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, AIUTAMI A NON ESSERE OSTACOLO PER NESSUNO.
Hanno detto: “Se il tempo fosse oro… potresti anche permetterti di perderlo. Ma il tempo è vita, e tu non sai quanta te ne resta”. (San Josemaria Escrivà de Balaguer)
Saggezza popolare: Volpe che dorme vive sempre magra.
Un aneddoto: Cesare Pavese, prima di suicidarsi lasciò una lettera con questa frase: “Perdono a tutti, e a tutti chiedo perdono. Non fate troppi pettegolezzi, va bene?”.
Parola di Dio: Eb 9,2-3.11-14/sal 46/Mc 3,20-21
Vangelo Mc 3, 20-21
Dal vangelo secondo Marco. In quel tempo, Gesù entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: "E' fuori di sé". Parola del Signore
“ALLORA I SUOI USCIRONO PER ANDARE A PRENDERLO DICENDO: E' FUORI DI SE'”. (Mc.3,21)
«E' fuori di sé»…, come dire: «è impazzito!». Il brevissimo brano del vangelo di oggi ci mostra il dramma della vita di Gesù. Lui viene contestato non solo da coloro che lo osteggiano palesemente e gli sono lontani, ma addirittura dai suoi “vicini” da quelli di casa sua, dai suoi parenti che addirittura lo considerano come pazzo! Un tentazione dominante nell’uomo, ammalato di peccato originale, è sempre stata quella del “possedere”…: fin da bambini si possiede qualcosa…, per esempio: i giocattoli; poi l’adolescente i suoi divertimenti. Da adulti poi questa tentazione si ingigantisce e si allarga sino a tentare di possedere l’altro, i suoi pensieri, i suoi sentimenti… Addirittura siamo così subdoli che tante forme di possesso le chiamiamo con il nome dell’amore; ma invece dietro tutto questo si nasconde un feroce egoismo che, quando si esprime sotto la forma della gelosia è capace di sopprimere la libertà e l’indipendenza altrui. Tutto questo è successo, probabilmente, anche ai parenti di Gesù: anche Gesù ha sofferto questa invadenza, questo tipo di arroganza umana da parte di alcuni. Tutto questo ci spinge, intanto, a fare un buon esame di coscienza per discernere su quanto falso amore c’è anche in noi, su quanta sete di possesso anche noi coviamo, magari verso chi diciamo di amare di più. Tutte le volte che anch’io cerco di invadere, con le mie azioni e le mie parole, la vita dei miei cari e tutte le volte che non rispetto la loro libertà e individualità anch’io sono simile a quei parenti del Maestro che, pensando di fare un bene a Gesù, non facevano altro che dimostrare la loro arroganza e la loro sete di dominio.
DOMENICA 25 GENNAIO: 3^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Tra i santi ricordati oggi:Santa Elvira, Vergine e Martire; San Poppone, Monaco
Una scheggia di preghiera:
MOSTRAMI SIGNORE LE TUE VIE, INSEGNAMI I TUOI SENTIERI.
Hanno detto: “Pietà quanta se ne vuole, ma non lodate le cattive azioni: date loro il nome di male”. (F. Dostoevskij)
Saggezza popolare: Dalla fame la fame è sotterrata.
Un aneddoto: Interessante questo dialogo dal libro “Alice nel paese delle meraviglie” «Alice: quale via dovrei prendere? Gatto: dipende dove vuoi andare. Alice: ma io non so dove andare.
Gatto: allora non importa quale via prendere».
Parola di Dio: Gn 3,1-5.10 / Sal 24 / 1Cor 7,29-31 / Mc 1,14-20
Vangelo Mc 1, 14-20
Dal vangelo secondo Matteo
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo". Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: "Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini". E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono. Parola del Signore
“SEGUITEMI, VI FARO' DIVENTARE PESCATORI DI UOMINI”. (Mc. 1,17)
Gesù invita tutti alla conversione, poi chiama qualcuno a seguirlo in modo particolare per diventare apostolo, ed è proprio questa parola: “seguitemi” che colpisce particolarmente. Per diventare apostoli non basta “imparare a memoria una lezione”, non basta neppure superare gli esami, bisogna andare dietro, vedere, fare esperienza, lasciarsi coinvolgere, imitare. Seguire Gesù non significa, allora, farsi una posizione, sedersi su uno scranno e legiferare, arrivare alle chiavi del potere, ma mettersi in cammino, rischiare di seguirlo sul trono della croce, essere continuamente scomodati, fare spazio ad un mucchio di gente. Sarà, forse, proprio per questo che oggi scarseggiano le vocazioni sacerdotali, religiose, missionarie. E, forse, è anche per questo che scarseggiano le vocazioni “cristiane”. Ci si accontenta spesso di un cristianesimo di etichetta, di formalismo religioso. Eppure, se seguire Gesù significa scomodarsi, è anche estremamente entusiasmante poter fare esperienza di Lui. Lui ti libera dagli affanni, ti rende capace di amare tutti, capace di perdonare; con Lui la vita è un’avventura sempre nuova, piena. Con Lui trovi, in mezzo a tante difficoltà, il senso del vivere.
LUNEDI' 26 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Santi Tito e Timoteo; Santa Paola Romana.
Una scheggia di preghiera:
AIUTACI, SIGNORE A RAVVIVARE I TUOI DONI IN NOI.
Hanno detto: “Non sgomentatevi per le tentazioni. E’ buon segno che il nemico combatta un’anima: questo vuol dire che non è sua”. (San Francesco di Sales)
Saggezza popolare: Un fior non fa ghirlanda.
Un aneddoto: «E' senz'altro possibile insegnare ad un tacchino a salire sugli alberi. Perché però non rivolgersi a uno scoiattolo?»
Parola di Dio nella festa dei santi Tito e Timoteo: 2Tm 1,1-8; (Tt.1,1-5); Sal. 95; Lc. 10, 1-9)
1^ Lettura 2 Tm 1, 1-8
dalla seconda lettera di san Paolo a Timoteo
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, per annunziare la promessa della vita in Cristo Gesù, al diletto figlio Timòteo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro. Ringrazio Dio, che io servo con coscienza pura come i miei antenati, ricordandomi sempre di te nelle mie preghiere, notte e giorno; mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua fede schietta, fede che fu prima nella tua nonna Lòide, poi in tua madre Eunìce e ora, ne sono certo, anche in te. Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza. Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio. Parola di Dio
“TI RICORDO DI RAVVIVARE IL DONO DI DIO CHE E’ IN TE”. (2Tim.1,6)
Paolo qui parla ad uno dei più cari e fidati collaboratori, il Vescovo Timoteo, responsabile della comunità di Efeso, che ricordiamo oggi insieme a Tito, altro collaboratore di Paolo a Corinto e a Creta. Penso però che l’invito che Paolo fa a Timoteo possa rivolgersi indistintamente a ciascuno di noi. Uno dei guai più grossi della nostra vita cristiana è l’abitudine, l’appiattimento di tutti i valori, gli entusiasmi per cui tutto diventa solito, banale. Invece non c’è nulla di banale. Dio mi ama davvero, Gesù il suo sangue l’ha versato per me, io sono davvero figlio di Dio, l’Eucaristia è il corpo di Gesù che io mangio, la Confessione cancella sul serio i miei peccati, io sono destinato alla risurrezione e alla vita eterna. Queste sono realtà per noi cristiani, non soltanto dogmi freddi e astratti. E poi ci sono ancora tutti i doni personali che Dio mi ha fatto e mi fa. Altro che vita banale, che cristianesimo piatto, che preghiera rituale e ripetitiva. Se pensassi anche solo ad una di queste cose, ogni giorno ci sarebbe materiale per fare esplodere la mia giornata, per caricarmi di entusiasmo, per trovare la forza della testimonianza. Se ti ricordi che vali il sangue di Cristo, anche un timido come poteva essere Timoteo o come posso essere io, non solo non si vergognerebbe della testimonianza da rendere al Signore, ma troverebbe la forza di uscire allo scoperto, insomma riusciremmo a far cantare i nostri giorni e le nostre ore. Ravviviamoli questi doni che ci sono stati dati, non lasciamo che la polvere dei giorni li incrosti, li renda inutilizzati. Nella mia piccola esperienza di prete sono venuto a conoscenza di tante coppie in difficoltà. Sapete qual è la causa maggiore di divisione? Qualcuno dirà: l’infedeltà. Ebbene se ci sono le infedeltà, esse sono spesso una conseguenza e non la causa primaria. La colpa è della polvere: ci si abitua perfino a volersi bene, e poi la polvere fa dimenticare la brillantezza dell’amore e mette in evidenza le differenze e dalle differenze si comincia a dire: “Come sarei stato felice se..” e da questo non si apprezza più il positivo dell’altro e qualche volta si va a cercare altrove quello che hai ma che è nascosto dalla polvere.
MARTEDI' 27 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Santa Angela Merici; Santa Devota; San Lupo, Vescovo
Una scheggia di preghiera:
DONA UNITA' ALLA TUA CHIESA, O SIGNORE.
Hanno detto: “Da quando l’uomo non crede più all’inferno, ha trasformato la vita in qualcosa che somiglia all’inferno. Evidentemente, non ne può fare a meno”. (Ennio Flaiano)
Saggezza popolare: Chi segue i dettami della natura, non ha bisogno di ricette.
Un aneddoto: Un uomo osserva un bambino che dopo aver costruito un bellissimo castello di sabbia inizia a distruggerlo. L’uomo è deluso perché pensa sia un gesto sconsiderato e folle. Il bambino invece è felice perché sta già pensando a costruirne uno più grande.
Parola di Dio: Eb 10,1-10 / Sal 39 / Mc 3,31-35
Vangelo Mc 3, 31-35
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: "Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano". Ma egli rispose loro: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?". Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre". Parola del Signore
“TUA MADRE, I TUOI FRATELLI, LE TUE SORELLE TI CERCANO”. (Mc. 3,32)
Un fattaccio di famiglia, di parentela, come tanti ne succedono purtroppo nelle nostre famiglie. Il clan della famiglia di Gesù è preoccupato di quanto sta succedendo: Gesù parla con autorità, compie miracoli lontano da casa sua, i capi religiosi lo considerano un esaltato pericoloso: ne va del buon nome della nostra famiglia! Andiamocelo a prendere, riportiamolo a casa, facciamolo ragionare! E Maria si trova in mezzo: da una parte Gesù, la sua fiducia in Lui, dall’altra le pressioni di questi parenti. Probabilmente Maria è in mezzo per cercare la pace. Certamente è tormentata da tutte queste divisioni che si creano attorno a suo Figlio. Penso che anche oggi Maria viva con apprensione di madre (anche se ormai nella gloria) le divisioni nella Chiesa e nelle nostre case. Maria, Madre dell’amore e dell’unità, aiutaci a superare barriere e le divisioni per ritrovare l’unità nella fede e nell’amore di tuo Figlio.
MERCOLEDI' 28 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Tommaso d’Aquino, Dottore della Chiesa; San Pietro Nolasco.
Una scheggia di preghiera:
AIUTACI SIGNORE A LIBERARCI DEL SUPERFLUO.
Hanno detto: “Il Cristianesimo è stato dichiarato morto infinite volte. Ma, alla fine, è sempre risorto, perché è fondato sulla fede in un Dio che conosce bene la strada per uscire dal sepolcro”. (Gilbert K. Chesterton)
Saggezza popolare: Ciò che si ha per natura, sino alla fossa dura.
Un aneddoto: Ad un campo A.C.R. c'era un bambino simpaticissimo, Andrea, di soli 6 anni. Un giorno aveva fatto la doccia e si stava rimettendo la stessa canottiera che aveva prima di lavarsi; è facile immaginarsi in che condizioni era dopo più giorni di sudate polvere e corse scatenate. Allora gli ho detto di cambiarsela, e lui mi ha detto: "Ma, io la stessa canottiera posso tenerla anche per 20 settimane"! Evidentemente si sbagliava, oppure non aveva ancora il giusto concetto del tempo che passa. Come si fa a tenere la stessa canottiera, anche lavandosi spesso, per 20 settimane?!? Eppure tanti cristiani, magari che si confessano anche regolarmente e non proprio saltuariamente, continuano a portare sempre gli stessi abiti di peccato e non c'è verso che li abbandonino! Che incongruenza!
Parola di Dio: Eb 10,11-18 / Sal 109 / Mc 4,1-20
Vangelo Mc 4, 1-20
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù si mise di nuovo a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: "Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno". E diceva: "Chi ha orecchi per intendere intenda!". Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: "A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché: guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato". Continuò dicendo loro: "Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? Il seminatore semina la parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno". Parola del Signore
"QUELLI CHE RICEVONO IL SEME TRA LE SPINE...". (Mc. 4,18)
Ricordo una scena del film "Il richiamo della foresta": tre persone, affittata una slitta e una muta di cani vogliono partire per la ricerca dell'oro. Su quella slitta caricano di tutto: pentole, pellicce, ma anche cose assurde: grammofono, quadri, cappellini alla moda. E la ricerca dell'oro finisce dove è cominciata: la slitta non si è mossa neppure di un centimetro. Come dire: quando il superfluo ci impedisce il bene. Nel mio campo ci sono troppe cose superflue. La parola di Dio, Gesù sono importanti, ma è come voler chiudere una valigia quando ci hai messo il doppio di ciò che può contenere e allora cominci a togliere qualcosa, ma siccome quello ti piace, quello forse può tornarmi utile, quell'altro è buona precauzione averlo, rischi di lasciare a casa l'essenziale per trascinarti dietro un peso enorme di cose inutili. Bene hanno inteso i santi quando predicavano la rinuncia: non erano (almeno in maggioranza) dei masochisti ma delle persone che sapevano rinunciare per qualcosa di meglio. Gesù cammina, se vogliamo seguirlo è meglio non aver troppa zavorra: che non ci succeda di doverci fermare per troppo peso e asciugarci i sudori, alzando gli occhi scoprirsi soli con un mucchio di cose inutili perché Lui ormai è andato avanti e si è confuso con l'orizzonte.
GIOVEDI' 29 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Costanzo, Vescovo; San Valerio, Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
IL SIGNORE E' LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE.
Hanno detto: La conoscenza di Dio senza quella della propria miseria genera l’orgoglio. La conoscenza della propria miseria senza la conoscenza di Dio genera la disperazione. La conoscenza di Gesù Cristo costituisce il giusto mezzo perché noi vi troviamo e Dio e la nostra miseria”. (Blaise Pascal)
Saggezza popolare: La natura dà la vita, ma la ragione insegna a vivere.
Un aneddoto: C'è un pezzo di deserto, tutto sabbia e morte, tutt'al più qualche spino. Gli uomini vogliono trasformare il deserto in un'oasi verdeggiante. Incominciano a lavorare. Si fanno strade, stradette, canali, ponti, case, ecc. ecc. Non cambia nulla: tutto rimane deserto. Manca l'elemento base: l'acqua. Allora chi ha capito (è strano che si capisca bene nel mondo fisico e poco bene in quello soprannaturale) incomincia non a lavorare in superficie, ma si mette a scavare in profondità. Cerca l'acqua. Fa un pozzo, la fecondità dell'oasi non dipenderà dai canali fatti, dalle strade, dalle case, ma da quel pozzo. Se sgorgherà l'acqua tutto si vivificherà, se no niente. (Carlo Carretto)
Parola di Dio: Eb 10,19-25 / Sal 23 / Mc 4,21-25
Vangelo Mc 4, 21-25
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù diceva alla folla: "Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per intendere, intenda!". Diceva loro: "Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha". Parola del Signore
“SI PORTA FORSE LA LAMPADA PER METTERLA SOTTO IL MOGGIO O SOTTO IL LETTO? O NON PIUTTOSTO PER METTERLA SUL LUCERNIERE”. (Mc. 4,21)
Se Gesù fosse vissuto nella nostra era delle luci elettriche avrebbe cambiato questo paragone? Io penso di no. Non credo che Gesù avrebbe preferito la luce fredda e sfacciata delle lampadine e dei neon ma ancora una volta ci avrebbe chiesto di essere luce tremolante e piccola delle candele e delle lucerne, luce che illumina in penombra, luce che dà calore, candela che si consuma illuminando. Infatti è Gesù la luce che illumina il mondo, noi siamo piccole fiammelle che hanno il loro compito, cera che deve solo, consumandosi con amore, dare una piccola indicazione di Lui. Il cristiano è uno che si lascia illuminare e che riflette la luce. Non è il sole, è piuttosto come la luna che riflette la luce del sole. Ma anche la luna o la piccola fiammella possono indicare la strada o aiutare a ritrovare qualcosa perduto nel buio. L’importante è non nascondere la luce, non lasciare che le nuvole coprano il nostro chiarore, non mascherarsi dietro le nostre paure. Di Cristo, forse, abbiamo capito poco; certamente ci è molto difficile vivere come Lui, ma se sappiamo stare al nostro posto, là dove Lui ci vuole, e non abbiamo paura di consumarci, un po’ della sua luce brillerà anche per qualcun altro.
VENERDI' 30 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Adelmo; Santa Giacinta; Santa Martina, Martire.
Una scheggia di preghiera:
VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE.
Hanno detto: “Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto”. (Gilbert K. Chesterton)
Saggezza popolare: Quando la rana è avvezza ai pantani, se non ci va oggi, ci va domani.
Un aneddoto: Un mio amico decise di passare alcune settimane in un monastero del Nepal. Un pomeriggio, entrò in uno dei numerosi templi del monastero e trovò un monaco che, sorridente, era seduto sull'altare. "Perché sorridete?" domandò. "Perché capisco il significato delle banane", rispose il monaco, aprendo la borsa che aveva con sé, tirandone fuori una banana marcia e mostrandola al mio amico. "Questa è la vita che è passata e non è stata goduta al momento giusto - disse - ora è troppo tardi". Estrasse poi dalla borsa una banana ancora acerba, gliela mostrò e la ripose di nuovo. "Questa è la vita che non è ancora accaduta, bisogna aspettare il momento giusto". Infine, estrasse una banana matura, la sbucciò e la divise con il mio amico. "Questa è la vita al momento giusto: il presente. Alimentati con esso, e vivilo senza paura e senza colpa". (Coeho)
Parola di Dio: Eb 10,32-39 / Sal 36 / Mc 4,26-34
Vangelo Mc 4,26-34
Dal vangelo secondo Marco
Diceva: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. Parola di Dio
“IL REGNO DI DIO E' COME UN GRANELLO DI SENAPE...”. (Mc. 4,31)
Le parabole del Regno hanno in comune due aspetti: la piccolezza degli esordi e la grandezza del risultato; la dinamicità e il movimento. Il seme, come abbiamo detto commentando la parabola del seminatore, è una possibilità, qualcosa in divenire. Più nello specifico: il seme quando è un granello di senape è piccolissimo, può essere facilmente spazzato via dal vento o da un uccello goloso. Invece, una volta seminato, la piccola senape fa nascere un grande albero, più grande di tutti gli altri, tanto che gli uccelli vanno e vengono dai suoi rami e vi fanno il nido. Noi tutti, parlando del Regno di Dio, ci confrontiamo con l'ineffabile: lo immaginiamo un Regno di giustizia, di pace, di felicità. Ma Gesù non ci consegna un Regno: ci consegna un seme, anzi un seme piccolissimo e all'apparenza insignificante (non ha scelto Lui stesso l'abbassamento, il nascondimento?). Sta a noi farlo fruttificare con la pazienza del bravo agricoltore, dandogli nutrimento, ma anche spazio e tempo per crescere: i risultati saranno stupefacenti!
SABATO 31 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Giovanni Bosco; San Giulio e Giuliano; San Gimignano, Vescovo
Una scheggia di preghiera:
RESTA CON NOI SIGNORE NELL'ORA DELLA TEMPESTA.
Hanno detto: “Poca osservazione e molta teoria conducono all’errore. Molta osservazione e poca teoria conducono alla verità”. (Alexis Carrel)
Saggezza popolare: Chi non coltiva il suo campo per paura degli uccelli, muor di fame.
Un aneddoto: In una bella notte stellata, Mammina Margherita, uscendo all'aperto, mostrava al suo Giovannino (Bosco) il cielo stellato ed esclamava « E' Dio che ha creato il firmamento, è Lui che ha messo lassù tante stelle! Se è così bello il cielo che fu da Dio creato, come sarà più bello il Creatore in Paradiso! Quante belle cose, soggiungeva, ha creato il Signore; quanto è potente Iddio! Noi stessi fummo da Lui creati; amiamo dunque il Signore che ci ha creato.
Parola di Dio: Eb 11, 1-2. 8-19 / Salmo: Lc 1, 69-75 / Mc 4,35-41
Vangelo Mc 4, 35-41
Dal vangelo secondo Marco.
In quel giorno, verso sera, Gesù disse ai suoi discepoli: "Passiamo all'altra riva". E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: "Maestro, non t'importa che moriamo?". Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: "Taci, calmati!". Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?". E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?". Parola del Signore
“GESU’ DISSE AI DISCEPOLI: PASSIAMO ALL’ALTRA RIVA”. (Mc. 4,35)
Forse vi sembrerà una riflessione strana quella di oggi, ma vorrei fermarmi con voi a pensare proprio all’invito di Gesù di “passare all’altra riva”. Non è forse vero che stiamo ancora constatando, dopo secoli di storia, quanto sia facile arroccarci sulle nostre posizioni anche religiose, quanto sia facile creare steccati e muri di divisione anche tra credenti? Gesù ci invita a valicare i confini e a remare insieme ad altre barche. Bisogna affrontare insieme i rischi della traversata della vita quando la meta è comune. Quando poi, come spesso accade si solleva la tempesta del vento e i marosi diventano forti, sarà lo stesso Signore a sgridare i venti e a imporre al mare di tacere e di calmarsi. E anche gli occupanti delle altre barche godranno dello stesso prodigio anche se non hanno Gesù con sé. Se sapessimo superare le divisioni, se sapessimo guardare il molto che ognuno ha, senza invidie assurde, se sapessimo gioire per la varietà dei doni invece di litigare, di far sorgere marosi che rischiano di buttarci tutti a mare, invece di voler difendere “il nostro Dio” a tutti i costi, quanto cammino in più farebbero i cristiani! E saremmo nella piena volontà di Cristo che ci vuole uniti nel suo nome non tanto per difendere una bandiera ma per testimoniare una fede!