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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

NOVEMBRE 2014

 

 

SABATO 1 NOVEMBRE: FESTA DI TUTTI I SANTI

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTI CI RITROVEREMO DOVE ETERNO SPLENDE IL SOL.

 

Hanno detto: Non abbiate paura di essere i santi del terzo millennio. (S. Giovanni Paolo II)

Saggezza popolare: Il dolore ammorbidisce i sentimenti, e la gioia guarisce il cuore ferito.

Un aneddoto: Nel 1943, don Giovanni Calabria, fondatore delle Piccole Serve della Divina Provvidenza, canonizzato da Giovanni Paolo II il 19 aprile del 1999, accoglieva nel convento di San Zeno in Monte una dottoressa ebrea, la professoressa Mafalda Pavia, che, dopo l'emanazione delle leggi razziali, era stata costretta a lasciare l'ospedale in cui operava con grande stima dei suoi colleghi. Don Calabria la nascose fingendola una delle religiose, dandole il nome di Suor Beatrice e invitando le sue suore ad ospitarla coraggiosamente.

Parola di Dio: Ap. 7,2-4.9-14; Sal. 23; 1Gv.3,1-3; Mt. 5,1-12

 

1^ Lettura Ap 7,2-4.9-14

Dal libro dell’Apocalisse

Io, Giovanni, vidi un angelo che saliva dall'oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare: "Non devastate né la terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi". Poi udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli d'Israele: Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce: "La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello". Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo: "Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen". Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: "Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?". Gli risposi: "Signore mio, tu lo sai". E lui: "Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello". Parola di Dio

 

“APPARVE UNA MOLTITUDINE IMMENSA, CHE NESSUNO POTEVA CONTARE, DI OGNI NAZIONE, RAZZA, POPOLO E LINGUA”. (Ap. 7,9)

Queste parole dell’Apocalisse, aprono davanti a noi la gioia dello spettacolo di tanti nostri fratelli in Dio e diventano figura e speranza della nostra eternità.

Come noi, i santi sono passati per le nostre strade, hanno avuto debolezze e difetti ma si sono lasciati plasmare da Cristo nella fede e nell’amore. Si sono maturati, sono divenuti esperti nelle prove della vita, hanno patito emozioni e rinnovamenti e, alla fine, hanno consolidato nel bene la speranza. Ma alla santità siamo chiamati anche noi, non a quella formale delle statue e delle aureole ma a quella santità del quotidiano che attraverso una vita puntata all’imitazione evangelica fa risplendere la santità di Dio, l’unico del quale si può veramente dire con pienezza: “Santo, Santo, Santo, il Signore, Dio dell’universo”.

 

 

DOMENICA 2 NOVEMBRE: COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI

Una scheggia di preghiera:

 

L'ETERNA GIOIA DONA LORO O SIGNORE.

 

Hanno detto: Le consolazioni indiscrete inaspriscono i dolori. (Jean Jacques Rosseau)

Saggezza popolare: Le cose più importanti sono le più difficili da dire perché le parole le rimpiccioliscono.

Un aneddoto: Io so che lo rivedrò. Dovevo aspettarlo quattro mesi in tutto, tanto doveva durare la missione di pace in Iraq. Invece lo aspetterò venti, trenta, quarant'anni, non importa: è solo un'attesa. (Margherita Coletta vedova di Nasiriyah)

Parola di Dio: Gb. 19,1.23-27; Sal. 26; Rom. 5,5-11; Gv. 6,37-40

 

2^ Lettura Rm 5, 5-11

Dalla lettera ai Romani

Fratelli, l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui. Se infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione. Parola di Dio

 

“MENTRE ERAVAMO PECCATORI, CRISTO MORI' PER GLI EMPI NEL TEMPO STABILITO”. (Rm. 5,6)

Questa frase mi ha sempre colpito e riempito di gratitudine e di meraviglia. Noi siamo abituati a pensare a un Dio assetato delle nostre opere, giudice implacabile dei nostri sbagli, che esige da noi prestazioni impossibili. Dio non è così! E Dio non lo si compra con le buone opere. E’ lui che ama totalmente, dona non perché siamo bravi e abbiamo dei meriti, ma perché ama. Gesù ha accettato la croce proprio per chi era ed è lontano da Dio e da solo non può farcela. Pensare a questo ci dà pace e riconoscenza: con le mie opere non ce la farei ma proprio grazie a Gesù morto e risorto per me peccatore posso essere in pace con Dio.

 

 

LUNEDI' 3 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Martino de Porres; Santa Silvia; Santa Ginevra.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER IL BENE CHE OPERANO TANTI NOSTRI FRATELLI.

 

Hanno detto: A forza di seguire la corrente, si finisce in qualche fogna. (Michael Connelly)

Saggezza popolare: L'indeciso decide sempre il peggio.

Un aneddoto: In una piccola città un uomo conosciuto e stimato si ammala.  Il medico sospetta la lebbra. Non lo si vide più per le strade e nemmeno nella sua casa. La famiglia lo aveva rinchiuso. Nella sua camera? Nemmeno nella sua camera. Sotto la zanzariera che circondava il suo letto e dalla quale gli avevano proibito di uscire, per non contaminare tutta la casa. In compenso si consentiva a far scivolare sotto il suo letto un po' di cibo. La zanzariera divenne il suo universo, la sua gabbia. Un giorno finalmente poté liberarsi. Scappò. Fu ripreso e rimesso nella gabbia. Scappò una seconda volta. E si uccise all'aria aperta. Il suo suicidio commosse l'opinione pubblica. Ci si chinò sul suo cadavere. Venne esaminato. C'era stato un errore: non aveva mai avuto la lebbra! (R. Follereau)

Parola di Dio: Fil 2,1-4; Sal 130; Lc 14,12-14

 

1^ Lettura Fil 2, 1-4

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi

Fratelli, se c'è qualche consolazione in Cristo, se c'è conforto derivante dalla carità, se c'è qualche comunanza di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con l'unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti. Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Parola di Dio

 

“NON FATE NULLA PER SPIRITO DI RIVALITA' O PER VANAGLORIA”. (Fil. 2,3)

Le lotte,  le rivalità, le invidie sono sempre brutte e dolorose, ma è ancora peggio quando sorgono rivalità tra credenti. Sembra impossibile in quanto è Gesù che ha salvato tutti, è Lui l’unità, “lavoriamo” per lo stesso Regno, eppure capita di vedere cristiani invidiosi l’uno dell’altro, parrocchie gelose vicendevolmente, gruppi ecclesiali che fanno la lotta tra di loro, cristiani che vogliono sopravanzare altri cristiani, preti e vescovi che  combattono per il primo posto. Come possiamo testimoniare l’amore di Cristo se siamo divisi tra noi? Non dovremmo essere contenti, invece che gelosi, che Dio operi in qualche nostro fratello?

 

 

MARTEDI' 4 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Carlo Borromeo; San Gerardo di Angers.

Una scheggia di preghiera:

 

TI AMO, AMORE CROCIFISSO.

 

Hanno detto: Di ad un uomo che è coraggioso, e lo aiuterai a diventare tale. (Thomas Carlyle)

Saggezza popolare: Impari quando perdi e vinci quando hai imparato.

Un aneddoto: Parma, giugno 1979. Franco Benecchi, di 37 anni, sposato e padre di tre figli, una sera torna a casa in auto. Lo precede la figlia sedicenne, Patrizia, in motorino. Davanti ad un bar i soliti giovinastri annoiati. Per divertirsi gettano sulle ragazze che passano di là sacchetti di plastica, pieni d'acqua, bagnandole, e spesso procurando loro pericolose cadute . Un gioco stupido da perditempo! Così capita anche a Patrizia. Il padre scende dall'auto per chiedere ragione di quello scherzo. Per tutta risposte due di quei giovanotti lo prendono a pugni e a calci. Il poveretto si difende, ma finisce a terra. Intanto accorre gente: sono più di trenta persone; ma nessuna muove un dito o interviene in difesa di quel povero padre. Tutti si godono lo spettacolo! La furia dei due giovani continua ad infierire sul povero padre, tra il disinteresse di tutti. Poi scappano.  Franco Benecchi alla fine viene portato all'ospedale; viene operato ma muore poco dopo per una frattura al cranio.

Parola di Dio: Fil 2,5-11; Sal 21; Lc 14,15-24

 

1^ Lettura Fil 2, 5-11

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi

Fratelli, abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. Parola di Dio

 

“UMILIO' SE STESSO FACENDOSI OBBEDIENTE FINO ALLA MORTE DI CROCE”. (Fil. 2,8)

Parlare di croce è un discorso sempre difficile. La croce è segno di sofferenza. E’ solo l’amore dì Gesù che riesce a trasformare questo segno di cattiveria, di dolore in donazione e grazia. Il Dio della vita, della gioia si consegna nelle nostre mani, diventa l’ultimo, il sofferente che raccoglie tutte le sofferenze degli uomini. Ma tutto questo è solo per amore, per aprirci alla speranza di un Dio misericordioso e per comunicarci la certezza che il male, la sofferenza, la morte sono un passaggio verso il bene, la gioia, la vita. Guardare alla croce di Cristo, portare la croce con Cristo significa soffrire con Cristo, non come chi non ha speranza, significa morire con Cristo al male, significa fidarsi con Cristo del Padre, abbandonarsi nelle sue mani. Quanta sofferenza sprecata nel mondo, subita passivamente, odiata. Con Cristo, invece, la sofferenza può diventare redenzione, speranza, carità, fede.

 

 

MERCOLEDI' 5 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta e San Zaccaria; Sant’Emerico.

Una scheggia di preghiera:

 

ABBRACCIO LA CROCE MA PER ABBRACCIARE TE.

 

Hanno detto: Ciò che rende il bambino il modello della santità è la sensazione che egli ha di dover ricevere tutto e allo stesso tempo la fiducia assoluta nel fatto che tutto può essere donato. (G.M. Garonne)

Saggezza popolare: Ciò che cresce subito, muore subito.

Un aneddoto: Uno dei più grandi genocidi della storia fu messo in opera da quei sanguinari giacobini, capitanati da Robespierre, che diedero vita alla Rivoluzione francese la quale, secondo la vulgata laicista, con l'affermazione dei principi di fraternità, libertà ed uguaglianza avrebbe dato inizio all'epoca moderna e posto fine all'oscurantismo cattolico dell'Ancien Regime. Pochi sanno che in Vandea, nel solo 1793, ad opera delle famigerate sei "Colonne Infernali", guidate da altrettanti generali rivoluzionari, furono massacrate 120.000 persone, senza risparmiare donne e bambini, distrutte 20.000 case, avvelenate le fonti d'acqua, ucciso tutto il bestiame e devastate tutte le coltivazioni, con lo scopo di far morire di fame, di freddo e di sete i superstiti. Vittime di questa tragedia furono i valorosi cattolici vandeani, colpevoli di difendere la fede e la vera libertà, di essere devoti alla Chiesa cattolica, fedeli al re e attaccati alla propria terra.

Parola di Dio: Fil 2,12-18; Sal 26; Lc 14,25-33

 

Vangelo Lc 14, 25-33

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: "Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo". Parola del Signore

 

“CHI NON PORTA LA PROPRIA CROCE NON PUO' ESSERE MIO DISCEPOLO”. (Lc. 14,27)

Parole estremamente decise e dure, quelle che Gesù ci dice oggi; ma anche parole da meditare e da ben capire. Forse in epoche passate si dava alla croce un significato troppo negativo non sufficientemente inserito in una visione complessiva del mistero pasquale e guastato a volte da un gusto abbastanza sospetto delle sofferenza. Oggi invece si tende a minimizzare, scansare la presenza delle croce. Gesù sa benissimo che il soffrire non è una cosa bella in se stessa, ma sa anche che, come per lui, se si va fino in fondo a certe scelte, c’è la croce. Per il cristiano però, come per il suo maestro la croce, la prova e la morte non sono la parola definitiva ma la chiave per entrare nella vita.

 

 

GIOVEDI' 6 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Leonardo; San Demetrio.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE MISERICORDIOSO PERDONAMI E ABBRACCIAMI.

 

Hanno detto: Bada alle piccole spese: una piccola falla affonda una grande nave. (Benjamin Franklin)

Saggezza popolare: Non occorre spegnere la luce degli altri per fare brillare la propria.

Un aneddoto: Dicono che il lupo, quando attacca una pecora, non si lancia sulle zampe per impedirle di fuggire, ma afferra con le sue potenti mandibole il collo della vittima,così che non possa gridare e chiedere aiuto. Molte volte la tattica del demonio consiste nel bloccare la gola dell'uomo in difficoltà, in modo che non possa chiedere aiuto a nessuno. Quanti errori irrimediabili si compiono nella vita per non aver avuto l'umiltà di chiedere aiuto e aver preteso superbamente di "volersela cavare da solo..."

Parola di Dio: Fil 3,3-8a; Sal 104; Lc 15,1-10

 

Vangelo Lc 15, 1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro". Allora egli disse loro questa parabola: "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte". Parola del Signore

 

“CHI DI VOI, SE HA CENTO PECORE E NE PERDE UNA, NON LASCIA LE NOVANTANOVE NEL DESERTO E VA DIETRO A QUELLA PERDUTA FINCHE NON LA RITROVA?”. (Lc. 15,4)

Qualche volta mi dà l’impressione che nel nostro mondo succeda il contrario. Innanzitutto mi pare che la proporzione sia 99 a 1 ma non per i giusti, ma per i peccatori. E poi, tra coloro che si ritengono giusti, che pensano già di essere nell’ovile della Chiesa, mi pare che la preoccupazione maggiore non sia quella di andare a cercare i peccatori, gli scappati di casa, coloro che si sono persi, ma quella di conservare i propri diritti acquisiti. Mi chiedo: Gesù è contento dei 99 dell‘ovile? O qualche volta non c’è il rischio che il Signore che torna con la pecorella perduta sulle spalle debba mettersi le mani nei capelli guardando un ovile dove non c’è unità, dove le pecore si sono tramutate in lupi che si azzannano tra loro, dove ci sono pecore-leader con tante pecore che a testa bassa vanno dietro a coloro che ormai pensano di fare a meno del Pastore?

 

 

VENERDI' 7 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ernesto; San Lazzaro Stilita.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTAMI A RISVEGLIARE LA MIA FEDE.

 

Hanno detto: I beni si disprezzano quando si possiedono sicuramente, e si apprezzano quando sono perduti o si corre pericolo di perderli. (Giacomo Leopardi)

Saggezza popolare: Meno giudichi gli altri più sei sicuro più sei sicuro di non sbagliare.

Un aneddoto: Nell'inverno 1983, a Torino, sponsorizzato dal Comune, fu organizzato un "carnevale esoterico" che il promotore, in una intervista, spiegava essere il tentativo di attirare gli spiriti oscuri e malefici sulla città, tranne in Piazza Statuto, considerata luogo centrale della magia nera. Cinque giorni dopo l'uscita dell'intervista, al cinema Statuto, nelle vicinanze dell'omonima piazza, si scatena un incendio che provoca la morte di 64 persone, 32 uomini e altrettante donne, tutti giovani, intatti, con la faccia annerita dal fumo. Si proiettava il film La Capra, che, come spiega Messori nel suo Pensare la storia  in argot significa "la iella", "la disgrazia". Il "carnevale esoterico" fu sospeso. Ma se invece di scherzare col demonio, certi amministratori fossero stati più avveduti.

Parola di Dio: Fil 3,17 - 4,1; Sal 121; Lc 16,1-8

 

Vangelo Lc 16, 1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. Il padrone lodò quell' amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce". Parola del Signore

 

“IL PADRONE LODO' QUEL AMMINISTRATORE DISONESTO, PERCHE' AVEVA AGITO CON SCALTREZZA”. (Lc. 16,8)

Se noi vogliamo indirizzare qualcuno al bene ci prendiamo ben guardia dal presentargli un modello negativo. Gesù non ha paura invece, per spronarci ad uscire dall’abitudinario, dal ‘coniglismo spirituale’ , di presentarci un lazzarone che con furbizia riesce a trarre del bene per sé anche in una situazione negativa. E’ chiaro che Gesù non vuole insegnarci la strada di “Tangentopoli” (quella purtroppo la conosciamo già fin troppo bene!), vuole invece invitarci ad essere capaci di utilizzare tutte le nostre doti per conseguire il suo Regno. Bisogna essere astuti, intraprendenti, coraggiosi, fantasiosi per seguirlo. E’ vero che un cristiano deve saper perdonare settanta volte sette, ma non per questo deve essere uno stupido o un rinunciatario. Ci sono degli innamorati che per la propria ragazza sarebbero disposti ad andare in capo al mondo, a “perdere la testa”, a inventarsi le cose più strane, e noi cristiani ci accontentiamo di starcene buonini, rintanati nei nostri ghetti e tradizioni? Essere “furbi” non significa ingannare gli altri, ma saper usare bene dei doni ricevuti, saperli condividere in modo da essere poi accolti nell’altra vita dove sarà Gesù stesso a condividere con noi l’amore suo, del Padre, dello Spirito Santo.

 

 

SABATO 8 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Goffredo; Sant’Adeodato; Santa Eufrosina.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE DI TUTTI I TUOI DONI.

 

Hanno detto: Noi viviamo in contemporanea tre tempi: il presente del passato, che è la storia; il presente del presente, che è la visione; il presente del futuro, che è l'attesa. (Sant'Agostino)

Saggezza popolare: Talvolta si vede sudicio fuori di casa nostra, perché i nostri vetri sono sporchi.

Un aneddoto: Durante i giorni tristi dello tsunami nel sud-est asiatico, molti furono gli episodi portati alla ribalta dai mass media [...] una giovane donna, travolta dall’onda anomala, fu costretta a scegliere quale dei suoi due bambini tenere stretto a sé, e quale lasciare andare al proprio destino. Con grandissima lucidità, con quella sovrumana forza della mente e del cuore che si manifesta solo in circostanze drammatiche, la madre scelse di tenere il più piccolo, quello che certamente non avrebbe potuto farcela da solo. Lasciò andare il più grande, nella speranza che riuscisse a cavarsela con le sue forze. I fatti le diedero ragione, perché il bambino più grande riuscì a resistere finché qualcuno lo aiutò a mettersi in salvo. Ebbene, in quei giorni ho sentito una valanga di critiche rivolte a questa madre: ma come aveva potuto scegliere tra i due? come aveva potuto lasciare andare un figlio verso una morte quasi certa? doveva tenerli tutti e due! È stato inutile cercare di far capire ad alcune di queste persone che se una mano serve ad aggrapparsi, ne resta solo una per trattenere un solo bambino. E che salvarne uno era meglio che perderne due. E che, dei due, solo il più grande aveva qualche possibilità di farcela. E che naturalmente se quella donna avesse potuto fare diversamente, l’avrebbe fatto. Alla mia domanda: tu che avresti fatto? la risposta continuava ad essere: li avrei tenuti tutti e due. Lasciando quasi intendere che era meglio che morissero tutti e tre. [...] Com'è semplice giudicare, quando non tocca a noi! Com'è facile moraleggiare sulle scelte di chi è chiamato a scegliere senza alcuna possibilità di delegare ad altri le proprie responsabilità. Com'è comodo far finta che certe decisioni non siano mai necessarie. Com'è rassicurante guardare le navi andar per mare, stando in terra. La verità è che non si vuole sentir parlare di queste realtà. Ci mettono di fronte all’imbarazzante evidenza dei nostri limiti, della nostra solitudine nelle scelte davvero difficili, della nostra infinita imperfezione. (Paola Locci - www.paolalocci.it)

Parola di Dio: Fil 4,10-19; Sal 111; Lc 16,9-15

 

Vangelo Lc 16, 9-15

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:"Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona". I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui. Egli disse: "Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio". Parola del Signore

 

“PROCURATEVI AMICI CON LA DISONESTA RICCHEZZA.., PERCHE' VI ACCOLGANO NELLE DIMORE ETERNE". (Lc. 16,9)

Il denaro: quante visioni diverse su di esso, da chi lo esalta al punto di farne l’unico scopo della vita a chi lo disprezza al punto da considerarlo la fonte di ogni male. Il Vangelo di Gesù è molto equilibrato e deciso. Intanto c’è una ricchezza onesta e una disonesta. Entrambe non devono fare da padrone sulla vita dell’uomo che se no rischia di diventarne schiavo e di anteporle addirittura a Dio. La ricchezza poi è a servizio dell’uomo. Con i beni della terra amministrati con carità ci si prepara ad incontrare Colui che è il bene sommo della vita.

 

 

DOMENICA 9 NOVEMBRE: DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Oreste; San Saturnino.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICACI SIGNORE DA TUTTE LE CORBELLERIE RELIGIOSE.

 

Hanno detto: Il fatto che un'opinione sia condivisa ampiamente non prova che non sia completamente assurda. (Bertrand Russell)

Saggezza popolare: Carpe Diem, ovvero: meglio pentirsi di averci provato che pentirsi di non averci provato.

Un aneddoto: Vittorio Messori (Pensare la storia, Paoline, p 72), riprendendo gli studi di uno storico protestante, ci informa che il RE ENRICO VIII, fondatore della Confessione anglicana, sposo di sei mogli, un paio delle quali fatte decapitare, uccise 72.000 cattolici, rei di voler restare fedeli alla Chiesa di sempre, quella di Roma. Sua figlia Elisabetta I, sempre "in nome di un cristianesimo "riformato" e, dunque, "purificato"" in pochissimi anni fece uccidere un numero di cattolici superiore a tutte le vittime provocate dall'Inquisizione romana e spagnola in tre secoli. Messori ci ricorda, inoltre, che il riformatore CALVINO inviava messaggi da Ginevra per incoraggiare lo sterminio. Dopo che il Papa ha chiesto perdono per le colpe dei cattolici, si resta in attesa che ciascuno riconosca le proprie responsabilità.

Parola di Dio: Ez 47,1-2.8-9.12; Sal 45; 1Cor 3,9c-11.16-17; Gv 2,13-22

 

Vangelo (Gv. 2, 13-22)

Dal Vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Parola del Signore.

 

“FATTA ALLORA UNA SFERZA DI CORDICELLE, SCACCIO' TUTTI FUORI DEL TEMPIO CON LE PECORE E CON I BUOI”. (Gv. 2,15)

Parlavo con un giovane che, di ritorno da un viaggio comprendente la visita ad alcuni santuari (e pomposamente chiamato pellegrinaggio), mi diceva: “Gesù per scacciare i venditori del Tempio si è fatta una sferza, ma dovrebbe usarla ancora sui venditori di pseudo—religioso. Si contrabbandano per fede riti pagani, si vendono immaginette di ogni tipo a prezzi esosi; si commerciano addirittura indulgenze: se dici una preghiera al posto di un’altra hai l’assicurazione al paradiso.” L’ho lasciato parlare, provando anch’io vergogna per queste cose che non solo non aiutano la fede ma la sviliscono. Ma poi ho detto a questo ragazzo: “Tutto ciò che dici è vero, ma adesso sia io che te dobbiamo farci un bell’esame di coscienza perché la sferza di Gesù potrebbe accarezzare anche la nostra schiena quando, ad esempio, entriamo in chiesa senza neanche salutare e adorare la presenza del Signore, quando pensandoci i migliori e i puri giudichiamo gli altri; quando ci ricordiamo di Dio solo nei momenti di necessità e non ringraziamo; quando… ”. E ciascuno continui il suo elenco.

 

 

LUNEDI' 10 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Leone Magno;Sant’Andrea Avellino; Santa Fiorenza.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLE PROVE DELLA VITA ILLUMINACI CON IL TUO SPIRITO MISERICORDIOSO.

 

Hanno detto: Solo un uomo grande può fare un uomo grande. (Rosmini)

Saggezza popolare: Non essere facile, o piccolo uomo, nel biasimare l’azione del tuo prossimo, solo gli dei possono condannarlo. (Prov. Cinese)

Un aneddoto: Maledetto l'uomo, che usa violenza! Fuori di sé, quello che sarebbe dovuto essere mio padre,  si avvicinò alla mamma e le dette un calcio nel ventre.  C'era dentro mio fratello! È nato lo stesso.  Oggi ha sette anni. Vive tutto imprigionato dal gesso e dal cuoio. (Salvatore, 18 anni, Arese: Vangelo Secondo Barabba, LDC.)

Parola di Dio: Tt 1,1-9; Sal 23; Lc 17,1-6

 

Vangelo Lc 17, 1-6

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. E' meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai". Gli apostoli dissero al Signore: "Aumenta la nostra fede!". Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe". Parola del Signore

 

“SE TUO FRATELLO PECCA, RIMPROVERALO, MA SE SI PENTE, PERDONAGLI”. (Lc. 17,3)

Quante volte ci siamo trovati nel dubbio. Devo perdonare sempre. Ma se il mio perdono viene usato quasi per approvare una situazione ingiusta è ancora evangelico perdonare? Ad esempio, se io perdono ad una persona che mi ha rubato qualcosa e questa continua non solo a rubare a me ma anche ad altri, non sono connivente col male? Una madre che per amore copre le malefatte del figlio, alla fine gli manifesta misericordia anche nel caso questi continuando ad approfittarne, si spinga sempre più avanti nel male? Gesù non ci insegna ad essere conniventi con il male. Gesù dice sempre chiaro ciò che è bene e ciò che è male e quando è il caso prende in mano anche la sferza e dice che alla fine la zizzania sarà estirpata e bruciata; però è venuto per i peccatori, verso di essi è la sua attenzione perché si convertano. In altre parole: il peccato è peccato e va condannato, ma attenzione al peccatore; per lui devi essere disposto a dare la vita.

 

 

MARTEDI' 11 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Martino di Tours; San Cuniberto.

Una scheggia di preghiera:

 

TI OFFRO IL MIO NULLA: PRENDILO, SIGNORE.

 

Hanno detto: Il vero io è quello che tu sei, non quello che gli altri hanno fatto di te. (Paolo Choelo)

Saggezza popolare: Ognuno misura i suoi dolori con le bilance dell'orafo o del gioielliere, e quelli degli altri colla stadera del mugnaio.

Un aneddoto: L'amore è cosa così delicata che quando si corrompe, anche per motivi religiosi, diventa insopportabile egoismo. Una volta mi capitò d'essere curato da un'infermiera, molto religiosa, che svolgeva il proprio lavoro in modo eccellente, con puntualità e abnegazione.  Un giorno le domandai se il suo lavoro non fosse troppo faticoso, se alla lunga non avrebbe finito per fiaccarla e come trovasse la forza necessaria.  Mi rispose raggiante in viso:  - Vedete, ogni notte di veglia frutta una gemma per la mia corona celeste: ne ho già 7175! Tutta la mia gratitudine verso di lei svanì in un colpo. Quando si dava da fare per assistermi, pensavo, era come se guardasse attraverso me come attraverso l'aria e i suoi occhi erano rivolti nascostamente alla corona celeste e' ne godevano già lo scintillio!  (H. Thilicke, Il Discorso della Montagna, Ldc.)

Parola di Dio: Tt 2,1-8.11-14; Sal 36; Lc 17,7-10

 

Vangelo Lc 17, 7-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse: "Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare". Parola del Signore

 

“QUANDO AVRETE FATTO TUTTO QUELLO CHE VI E’ STATO ORDINATO,  DITE: ABBIAMO FATTO QUANTO DOVEVAMO FARE”. (Lc. 17,10)

Mi hanno sempre lasciato perplesso quei predicatori che, specialmente quando si celebra la giornata per le vocazioni, tuonano, facendosi scudo del Vangelo, dicendo che oggi, più che mai, scarseggiano  le vocazioni, o quei vescovi che “pregano il Signore della messe di mandare operai nella sua messe” solo perché vorrebbero disporre di più servi ‘utili’. Utili per la propria vanità, per i propri organigrammi, servi abbondanti, scodinzolanti, servizievoli, striscianti, sempre dalla parte del potente. Chissà se questi predicatori direbbero che oggi non mancano i servi, ma mancano i “servi inutili”, che necessitano operai che trovino la gioia nel faticare per Dio e per il suo Regno nell’oscurità, e non nella pubblicità più sfrenata (di che cosa, poi? Spesso di fumo). Mancano i “servi” perché oggi troppi di essi sono impegnati a presentare programmi grandiosi, a raccogliere “sfide epocali”, ad apparire come solutori di tutti i problemi compresi quelli della politica e della sociologia, impegnati a parlarsi addosso o a parlare di chiesa, dimenticandosi che è la Chiesa di Gesù. Eppure la storia dovrebbe avercelo insegnato che la Chiesa ha potuto proseguire nella fedeltà a Cristo non grazie alle vicende politiche di preti intrallazzatori, ma grazie agli umili, ai santi che hanno messo a disposizione del Signore una schiena abituata a piegarsi. E sì, perché servi inutili non significa servi pelandroni. “Dopo che avrete fatto tutto, dite: Siamo servi inutili”. Guai a chi lo dice prima! Non è una scusa per dire: “Intanto non sono io a cambiare il mondo”. E’ vero, ma la mia parte  la devo fare e devo sapere che Dio si serve anche della mia ‘inutilità operativa’ per il suo Regno, anzi, per me dovrebbe essere una gioia comprendere che il suo amore si serve anche della mia pochezza, che, quasi, Lui si fa bisognoso, mendicante di me.

 

 

MERCOLEDI' 12 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giosafat;Sant’Evasio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE FACCI UNO CON TE E CON I FRATELLI.

 

Hanno detto: Una domanda assennata rappresenta metà della saggezza. (Francis Bacon)

Saggezza popolare: Chi compra un magistrato vende la giustizia.

Un aneddoto: Diceva la mamma al suo bambino: - Guarda, mio caro, guarda quel piccolo gobbo: com'è buffo! Diceva il figlio: - Gobbo, vien qui che ti tocchi la gobba portafortuna! E il piccolo gobbo chinava il capo e poi scappava via.  E cosi ogni giorno. Per tanti anni. Eppure il suo cuore non conosceva l'odio. Desiderava soltanto esser normale, come gli altri. Era invece gobbo. - Gobbo, gobbo ... -, sentiva di giorno, sognava di notte. Allora volle dormire, per dimenticare.  S'è avvelenato! (R. Follereau)

Parola di Dio: Tt 3,1-7; Sal 22; Lc 17,11-19

 

Vangelo Lc 17, 11-19

Dal vangelo secondo Luca

Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: "Gesù maestro, abbi pietà di noi!". Appena li vide, Gesù disse: "Andate a presentarvi ai sacerdoti". E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: "Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?". E gli disse: "Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!". Parola del Signore

 

“UNO DI LORO, VEDENDOSI GUARITO, TORNO' INDIETRO LODANDO DIO A GRAN VOCE; E SI GETTO' AI PIEDI DI GESÙ PER RINGRAZIARLO”. (Lc. 17,15—16)

Nella nostra “cultura” dell’utilitarismo ci sono delle cose che possono sembrarci inutili, ad esempio dire a Dio: “Quanto sei grande”. Lui lo sa già. Se anche glielo dico, di certo non accresco la sua grandezza. O anche dire: “Grazie”. In fondo tutto mi è dovuto. I nove lebbrosi avevano chiesto la grazia, l’hanno ottenuta. Adesso hanno da pensare al loro reinserimento nella società, devono pensare a come poter riprendere i loro affari dopo il periodo forzato di esclusione da essi. Tornare indietro a dir grazie è una perdita di tempo. Meno male che ce n’è uno che ha ancora il “gusto dell’inutile” ma il senso della gioia che diventa grazie e lode. Ed è proprio questo “inutile” che lo apre ad un’altra grazia, quella fondamentale per la quale Gesù ha fatto il miracolo: la fede.

 

 

GIOVEDI' 13 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Francesca Saverio Cabrini; San Diego.

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE.

 

Hanno detto: Se sarete quel che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo. Non accontentatevi delle piccole cose: Egli, Iddio, le vuole grandi. (Santa Caterina da Siena)

Saggezza popolare: I giusti promettono poco e fanno molto, gli empi invece promettono troppo e non fanno nulla. (Sapienza Ebraica)

Un aneddoto: S. Luigi Maria Grignion de Montfort, una sera, per le strade di Dinan, incontrò un povero mendicante sfinito dall'inedia e tutto una piaga. Senza farsi pregare, gli si avvicina, lo consola, lo abbraccia, se lo carica delicatamente sulle spalle e si dirige verso la casa della missione. Poiché era un po' tardi e la porta era già chiusa, bussa sollecitamente, gridando: - Aprite le porte a Gesù ... Aprite le porte a Gesù! Entrato, lo rifocilla delicatamente e lo mette con ogni riguardo a letto, nel suo letto.

Parola di Dio: Fm 7-20; Sal 145; Lc 17,20-25

 

Vangelo Lc 17, 20-25

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, interrogato dai farisei: "Quando verrà il regno di Dio?", Gesù rispose: "Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!". Disse ancora ai discepoli: "Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli. Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione". Parola del Signore

 

"IL REGNO DI DIO NON VIENE IN MODO DA ATTIRARE L'ATTENZIONE". (Lc 17,21)

C'è spesso molta confusione sul Regno di Dio, su quando verrà, se è già venuto, se sarà alla fine del mondo. Gesù intanto parla di una realtà, il Regno di Dio, che non può essere paragonato ai regni degli uomini. Non è un regno fondato sui poteri sulle forze umane: è il desiderio ultimo di Dio, l'Alleanza definitiva con gli uomini. Questo regno è già venuto: Dio lo ha preparato lungo i secoli e Gesù lo ha fecondato con la sua parola e con il suo sangue. Ma è anche un regno in continuo divenire e viene anche adesso come offerta di salvezza per noi,  non è ancora totale, definitivo per tutti, quindi verrà con il Cristo alla fine dei tempi. L'atteggiamento del credente è quindi quello di chi gioisce e ringrazia di questo dono, di chi cerca di scoprire giorno per giorno la volontà di Dio e cerca di adeguarsi, di chi attende con serenità e fiducia il compimento dì questo Regno.

 

 

VENERDI' 14 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Veneranda; San Giocondo di Bologna.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE SIGNORE, ANCHE OGGI MI AMI.

 

Hanno detto: Imbattersi in persone che non fanno progetti su di te, ma amano il tuo destino più di quanto lo ami tu, non è cosa di tutti i giorni. (Antonio Socci)

Saggezza popolare: Giusto è colui che qualunque cosa faccia, teme di non essere giusto. (Prov. Cinese)

Un aneddoto: Guido di Fontgalland, , se ne volò al cielo a soli dodici anni, nel 1925. Fin dall'età di cinque anni, quando faceva l'elemosina, aggiungeva sempre una stretta di mano al povero. A chi gli chiese il perché rispose:  - Voglio dare anch'io qualcosa di mio ai poveri. Il denaro è di papà e di mamma, la stretta di mano è mia. Vedo che anche questa fa molto piacere alla gente.

Parola di Dio: 2Gv 1a.3-9; Sal 118; Lc 17,26-37

 

Vangelo Lc 17, 26-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo: mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti. Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà. Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata". Allora i discepoli gli chiesero: "Dove, Signore?". Ed egli disse loro: "Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi". Parola del Signore

 

“MANGIAVANO, BEVEVANO, COMPRAVANO, VENDEVANO, PIANTAVANO, COSTRUIVANO… COSI’ SARA’ NEL GIORNO IN CUI IL FIGLIO DELL’UOMO SI RIVELERA’ ”. (Lc. 17,29-30)

Forse nel momento in cui ti accingi a leggere queste poche righe sei all’inizio o al termine di un’altra giornata. Un nuovo giorno può essere: il terribile ripetersi della quotidianità oppure l’esasperante correre per le mille cose da fare, può essere la paura del tempo che passa inesorabile o un dono unico e irripetibile che ci viene fatto. Tutto sta a come lo prendi e a cosa vi metti dentro. Il guaio più grosso è che noi, spesso, non ci accorgiamo neanche del dono del tempo che è il momento in cui noi possiamo accogliere i doni di Dio e, donandogli una risposta, anche giocarci la nostra eternità. Gesù, invitandoci alla vigilanza, non vuole spaventarci, vuole renderci coscienti, vuole farci apprezzare e vivere le nostre giornate. E’ come se ci dicesse: “Non sprecare il tuo tempo perché  è troppo prezioso, riempi la tua giornata non solo di cose, ma di senso, non correre il rischio di considerare eterne cose che invece passano e finiscono, accogli con riconoscenza tutto ciò che ti è dato, incontra oggi il Dio della vita per stare con Lui per sempre”. Se avessimo la consapevolezza del presente e la portata di eternità che vi è in esso, come sarebbero piene, gioiose le nostre giornate. Puoi lavare i piatti, andare in ufficio perché devi o perché ami, puoi vedere coloro che incontri come concorrenti o nemici oppure come fratelli, persino gli inconvenienti possono diventare occasioni per vivificare il tuo vivere, ed ogni momento può diventare gioiosa occasione di incontro Dio.

 

 

SABATO 15 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alberto Magno;San Desiderio; Sant’Eugenio di Toledo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', CON TE SI STA BENE.

 

Hanno detto: E il modo migliore per dimostrare la vostra gratitudine consiste nell'accettare ogni cosa con gioia. (Madre Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: Comandare molti è come comandare pochi, è solo questione di organizzazione." (Saggezza Cinese)

Un aneddoto: Un giovane dava non poco da pensare a sua madre. Infatti non andava più in chiesa, frequentava compagni e ritrovi alquanto equivoci e si mostrava svogliato e scontento in tutto. La povera donna aveva tentato in tutti i modi di ricondurlo sulla buona strada, inutilmente. Ma quel giorno, quella domenica, le venne un'idea. Chiamò il figlio e gli disse: - Fammi un favore. Prendi questo pacco e portalo alla signora, che sta nella casa di fronte a noi. Se mi fai questo favore, ti prometto di lasciarti in pace per lungo tempo. Chissà come, forse per non sentire più gridare sua madre, quel giovane accettò di fare la commissione. Si recò all'indirizzo datogli, entrò in una misera soffitta e con infinito stupore vide una povera donna malata mentre tre bambini ancor piccoli intorno a lei piangevano per la fame.  Il giovane, tutto impacciato, consegnò il pacco e s'avviò all'uscita. Ma la povera lo richiamò: - Signore, non può partire senza che l'abbia ringraziato. Lei è stato la nostra provvidenza. Che il Signore la ricompensi! Il giovane usci commosso. Il  giorno dopo ritornò con un altro pacco, comperato con i suoi soldi e si fermò a giocare con i bambini.  Cambiò vita, perché la bontà lo rendeva felice di giorno in giorno sempre più.

Parola di Dio: 3Gv 5-8; Sal 111; Lc 18,1-8

 

Vangelo Lc 18, 1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: "C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi". E il Signore soggiunse: "Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?". Parola del Signore

 

“DISSE UNA PARABOLA SULLA NECESSITA' DI PREGARE SEMPRE, SENZA STANCARSI MAI”. (Lc. 18,1)

“Non c’è bisogno di dire tante cose: Dio sa già tutto!” “Bisogna dire il Rosario tutti i giorni: l’ha detto la Madonna”. “Chi lavora, prega”. “Noi chiediamo sempre; impariamo a ringraziare!”. “La vera preghiera è quella contemplativa. “Gesù ha detto di pregare insieme: l’unica preghiera è quella comunitaria”. Quante frasi sulla preghiera, quanti trattati, quante contraddizioni! Ogni affermazione ha una parte di verità ma non dice tutto. E allora? La prima cosa è che e “necessario pregare sempre, senza stancarsi”” quindi la preghiera non è un hobby, o per “chi ha tempo”: è necessaria come il pane quotidiano. Ma come pregare? Quando ami una persona e stai bene in sua compagnia non ti chiedi: “Che cosa dirò? che cosa farò?” Anche le parole più semplici, come le riflessioni più profonde, le chiacchiere come i silenzi sono importanti perché tu sei con qualcuno che ti ama e a cui tu vuoi bene.

 

 

DOMENICA 16 NOVEMBRE: 33^ DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Margherita di Scozia; Santa Geltrude.

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO, CON TE VINCEREMO PAURA E RISPETTO UMANO.

 

Hanno detto: Ognuno di noi è diverso dagli altri, ed è giusto che sia così. La cosa però diventa veramente bella quando i ragazzi di un gruppo si accordano come strumenti in un'armonia. (Hans School - La Rosa Bianca)

Saggezza popolare: Ogni uomo ha una storia ed ogni storia, per quanto misera, merita di essere ascoltata.

Un aneddoto: "Era una giornata particolarmente calda e snervante. Una suora infermiera massaggiava con mani delicate le gambine inaridite di un piccolo poliomielitico. lo le mossi un dolce rimprovero: - Suora, perché non adopera il massaggiatore elettrico? - Mi rispose candidamente: - Che vuole, con il massaggio manuale io ho l'impressione di far passare un po’ della mia vita in queste gambine. Le macchine sono comode ... ma è un'altra cosa! ". (Don C. Gnocchi)

Parola di Dio: Pr 31,10-13.19-20.30-31; Sal 127; 1Ts 5,1-6; Mt 25,14-30

 

Vangelo Mt 25, 14-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: Un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti". Parola del Signore

 

“SIGNORE, DISSE IL SERVO, SO CHE SEI UN UOMO DURO, CHE MIETI DOVE NON HAI SEMINATO E RACCOGLI DOVE NON HAI SPARSO; PER PAURA ANDAI A NASCONDERE IL TUO TALENTO...”. (Mt. 25,24—25)

Ho l’impressione che perfino la fede possa diventare un talento sotterrato e quindi sprecato. E ciò succede quando la consideriamo un fatto privato. Quando ci limitiamo — nella migliore delle ipotesi — a conservarla, a non perderla. Lui, infatti, esige che anche questo talento venga trafficato. Per cui la nostra fede dovrebbe diventare contagiosa, comunicativa. Dovrebbe moltiplicarsi. Una fede innocua, che non dice niente a nessuno, che non si traduce in testimonianza, incoraggiamento o invito per altri è un dono inutilizzato. Questo “Padrone” generosissimo diventa “duro” quando ci vede incapaci di donare quanto ci ha donato. Forse preferirebbe vederci tornare a Lui a mani vuote, ma avendo donato.

 

 

LUNEDI' 17 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Ungheria;Sant’Aniano d’Asti.

Una scheggia di preghiera:

 

FIGLIO DI DAVIDE, ABBI PIETA' DI ME!

 

Hanno detto: Quando siamo in cammino e vediamo un campanile, questa vista deve farci battere il cuore come la vista della casa dell'amato fa battere il cuore della sposa. (Jean-Marie Vianney)

Saggezza popolare: Troppi cuochi rovinano la cucina.

Un aneddoto: Colombes (Alta Senna). Il padre, Allix, era un uomo di cinquant'anni, molto intelligente. Improvvisamente venne colpito da una malattia terribile: la sclerosi a placche. La moglie, alle otto del mattino, dopo averlo sistemato sulla poltrona, si recava al lavoro e non rincasava che alle sei di sera. Per tutto quel tempo l'uomo non poteva muoversi; riusciva soltanto a voltare le pagine di un libro, purché scivolassero con facilità; diversamente rimaneva completamente bloccato. Ogni settimana un prete andava a trovarlo, trattenendosi a lungo a discorrere. In seguito lo mise in contatto con la comunità del quartiere. Vi faceva parte un giovane medico, convertito da poco, che si occupò della sua salute; anche la moglie e la figlia del medico si recarono spesso a visitare l'infermo. Un gruppo di ragazzi dai dodici ai quattordici anni, ogni giovedì andarono a tenergli compagnia, ad aiutarlo a voltare le pagine dei suoi libri, ad accendergli una sigaretta ... In concreto, andavano a casa sua per volergli bene. Molte altre persone vennero a tenergli compagnia. Poco prima di Natale, Allix disse al prete: - Vorrei che mi preparasse al Natale. - Ma lei non è credente ... Allix allora rispose: - Ora ho visto Dio ... Lei mi capisce; da molti mesi, da quando vedo questo dottore che mi cura, sua moglie, la sua bambina, quei ragazzi che vengono da me ogni giovedì, e tutta quell'altra gente, io  vedo il Signore, perché solo il Signore può amare a questo modo. E quell'uomo, a Natale fece la comunione e visse ancora un anno come un santo, uno di quelli veri.

(J. Bouchaud, I Cristiani del primo amore, Gribaudi)

Parola di Dio: Ap 1,1-5a; 2,1-5a; Sal 1; Lc 18,35-43

 

Vangelo Lc 18, 35-43

Dal vangelo secondo Luca

Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: "Passa Gesù il Nazareno!". Allora incominciò a gridare: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!". Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: "Che vuoi che io faccia per te?". Egli rispose: "Signore, che io riabbia la vista". E Gesù gli disse: "Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato". Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio. Parola del Signore

 

“IL CIECO COMINCIO' A GRIDARE: GESU’, FIGLIO DI DAVIDE, ABBI PIETA’ DI ME”. (Lc. 18,38)

E’ molto facile fermarci alle apparenze. Anche le cose più evidenti spesso nascondono qualcos’altro. Che cosa c’è di più evidente di un cieco? E’ uno che non ci vede! Eppure questo cieco del Vangelo che in effetti non ci vede, sembra vederci più degli altri. Gli altri vedono Gesù ma non lo colgono, il cieco non lo vede ma coglie Gesù nella sua essenza. Gli altri sono spettatori di eventi anche miracolosi ma il cieco ne è l’interprete. Gli altri sembrano statici, Lui il cieco, a rischio di inciampare, è l’unico che corre. Gli altri ammutoliscono davanti al Maestro, lui, il cieco è dotato di un’ugola potente e riesce a farsi sentire anche quando tutti vogliono zittirlo. Mi chiedo, sarà cieco lui o noi? Noi abbiamo visto Gesù fin dalla nostra infanzia e spesso Lui è diventato “una buona abitudine della nostra vita”, abbiamo ascoltato la sua Parola e ricevuto i suoi sacramenti e la nostra vita è sempre quella di prima, non abbiamo il minimo dubbio sulle capacità della nostra vista e allora non chiediamo di guarire, preghiamo per formule ed abitudini e alla fine abbiamo l’impressione di non essere ascoltati... Lui, il cieco di Gerico, sa di non vederci, vuole vederci, sfrutta la sua cecità, sa sentire con attenzione, sa informarsi, sa gridare, sa alzarsi in piedi, sa rischiare anche di cadere pur di ottenere ciò che vuole, non si lascia intimidire dagli altri, è costante... Mi sa che abbiamo tutto da imparare da questo cieco.

 

 

MARTEDI' 18 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Frediano di Lucca.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU', SALVAMI!

 

Hanno detto: Vivere, significa sempre lanciarsi in avanti, verso qualcosa di superiore, verso la perfezione, lanciarsi e cercare di arrivarci. (B. Pasternak)

Saggezza popolare: Comanda e fai, e sarà fatto.

Un aneddoto: Forse uno dei luoghi dove si svolse più selvaggia e tremenda l'ultima guerra fu intorno a Barga. Un giorno le SS riuscirono a scoprire le opere di carità, che una donna andava compiendo con ardimento e sprezzo del pericolo. La trasportarono su un autocarro alle prigioni di Lucca. Dopo molte sofferenze, tradotta all'interrogatorio, fu richiesta se nella sua casa avesse ricoverato persone. Rispose francamente: - Sì! - Erano nemici, partigiani, inglesi? - Erano tutti miei fratelli. I soldati sorpresi guardarono il volto sereno di quella donna e ancora la interrogarono: - Fratelli? Ma, com'erano vestiti? Che divisa portavano? - Stracci! Dite la verità: erano partigiani! - e le puntarono l'arma alle tempia. La donna, imperterrita, rispose: - Sì, anche partigiani! ... Ma se dovete fucilare il responsabile di quanto io ho fatto a sollievo di molti affamati, feriti e morenti, non dovete uccidere me, ma colui che è il vero colpevole. Volete che vi dica il nome? - Chi è? -, chiesero furiosamente quegli uomini di guerra. - Eccolo! - rispose la donna. E da una manica del soprabito estrasse un Crocifisso e lo alzò di fronte alle armi e agli occhi crudeli. Soggiunse quindi: - Si chiama Gesù. Uccidete Lui! Egli solo è il colpevole, perché m'ha insegnato ad amare tutti gli uomini, anche voi, come fratelli! Le armi furono abbassate. La donna fu riportata in cella e, dopo qualche tempo di prigionia, poté tornare a Barga.

Parola di Dio Nella festa della dedicazione basilica di San Pietro e Paolo: At 28,11-16.30-31; Sal 97; Mt 14,22-33

 

Vangelo Mt 14, 22-33

Dal Vangelo secondo Matteo

Dopo che la folla si fu saziata, subito Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava gia qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "E’ un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura". Pietro gli disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?". Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: "Tu sei veramente il Figlio di Dio!". Parola del Signore

 

MA PER LA VIOLENZA DEL VENTO SI IMPAURI' E COMINCIANDO AD AFFONDARE GRIDO': “SIGNORE, SALVAMI!”. (Mt. 14,30)

Ditemi quello che volete, ma davanti al la fede troppo sicura, mi è molto più vicino questo Pietro. Gesù aveva detto: “Sono io”. E la sua parola, dovrebbe bastare, dovremmo fidarci... ma il più delle volte come Pietro anch’io dico: “Se sei tu... dammi un segno”. “Un piccolo miracolo personale mi basta. Ed ecco che I’ “uomo di poca fede” comincia a camminare sulle acque. Ma lo straordinario, il miracoloso non basta a Pietro e la mia fede fondata sull’esteriore “affonda”. Anche i santi ebbero i loro dubbi. Si dice che Bernardetta, diventata suora ebbe ad un certo punto della sua vita, persino il dubbio sulle apparizioni di Maria. E allora, se sovente, per la mia poca fede mi trovo con Pietro a dire a Gesù:  “sei tu, fatti vedere”, spero di trovarmi con Pietro nel momento in cui affondo e gridare: “Signore, salvami” e ritrovare come lui, nella mia povertà e nella mano di Gesù l’unica ancora e fondamento della fede.

 

 

MERCOLEDI' 19 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Fausto; Joseph Kalinowsaki.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDICI DEGNI DELLA TUA FIDUCIA.

 

Hanno detto: Amare è mettere la nostra felicità nella felicità di un altro. (G.W.von Leibnitz)

Saggezza popolare: Il vero coraggio è talvolta il coraggio di scegliere.

Un aneddoto: La Chiesa non ha mai precluso si poveri la possibilità di assumere ruoli di comando e di responsabilità, fino ai più alti gradini della gerarchia ecclesiastica. Per stare al solo, ingiustamente vituperato, Medioevo cristiano basti ricordare che Papa Gregorio VII, morto nel 1085, uno dei più grandi pontefici della storia della Chiesa, era figlio di un povero capraio. Il cardinale San Pier Damiani (1007-1072), apprezzato consigliere di alti esponenti della gerarchia ecclesiastica, da bambino era guardiano di porci. Gerberto d'Aurillac (ca 940-1003), l'uomo più colto del suo tempo, che divenne papa con il nome di Silvestro II, era un pastore. L'arcivescovo di Parigi Maurizio di Sully (1160-1196), che fece costruire la chiesa di Notre-Dame, era figlio di un mendicante. Sugero, abate di Saint Denis, che governò la Francia durante l'assenza del re Luigi VII partito per la seconda crociata (1147-1149) era figlio di servi.

Parola di Dio: Ap 4,1-11; Sal 150; Lc 19,11-28

 

Vangelo Lc 19, 11-28

Dal vangelo secondo Luca

Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, disse ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”». Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Parola del Signore

 

“CERCATE DI FAR FRUTTARE QUESTO DENARO FINO A QUANDO TORNERO'”. (Lc. 19,13)

Noi spesso pensiamo di essere padroni: della vita, del mondo, dei valori... Dovremmo scoprire invece che siamo degli affidatari. La vita ci è affidata, infatti sappiamo che il tempo non è nostro. I figli non sono “nostri” ma affidati a noi, I doni, l’intelligenza, le capacità ci sono dati per portar frutto. Penso sia entusiasmante avere questi affidamenti da parte di Dio; poter trafficare i talenti, poter presentare a Dio il frutto del nostro lavoro, sapendo così di collaborare alla venuta del suo Regno.

 

 

GIOVEDI' 20 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Ottavio, Avventore e Solutore; Sant’Edmondo.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERA DALLA DUREZZA IL NOSTRO CUORE

 

Hanno detto: Qualsiasi evento storico, per quanto nefasto possa essere, è sempre posto su di una via che porta al positivo, ha sempre un significato costruttivo. (Sant'Agostino)

Saggezza popolare: Coloro che pensano più al male altrui che al bene proprio, si stanno approntando le proprie future disgrazie.

Un aneddoto: Il padre Teodoro di Ferme chiese al santo abate del suo cenobio: - Dammi il consiglio che tu stimi più importante per la vita religiosa. Ebbe questa sola risposta: - Va', Teodoro, abbi misericordia con tutti: sarai sicuramente gradito a Dio!

Parola di Dio: Ap 5,1-10; Sal 149; Lc 19,41-44

 

Vangelo Lc 19, 41-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: "Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata". Parola del Signore

 

“GESU' PIANSE SU GERUSALEMME, DICENDO: SE AVESSI COMPRESO...”. (Lc. 19,41)

Nella mia vita di prete, quanta gente ho visto piangere! Si piange per un lutto, per un dolore, per pentimento, per incapacità di poter reagire, per commozione, per gioia. A parte le lacrime ipocrite e quelle di coccodrillo ho sempre pensato che sia un grande dono quello delle lacrime. Anche Gesù ha pianto! E se il pianto di Gesù sulla tomba di Lazzaro indica la sua amicizia, la sua lotta contro il male e la morte, il suo condividere la sofferenza di Marta e di Maria, il suo pianto su Gerusalemme è il pianto di chi ha dato tutto ma si trova davanti al cuore duro, inaccessibile, è il pianto di chi vede rifiutato il dono di se stesso. Quando anche noi rischiamo di fallire la nostra vita, chiudendoci al tuo messaggio, abbi pietà di noi, rinnova il nostro cuore, aiutaci ad accogliere la tua Parola e insegnaci a riconoscere il tempo della tua visita.

 

 

VENERDI' 21 NOVEMBRE: PRESENTAZIONE AL TEMPIO DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Romeo; Santi Celso e Clemente.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICA GESU' IL TEMPIO DI DIO CHE E' IN NOI.

 

Hanno detto: Predicate il Vangelo sempre...se necessario usate anche le parole. (San Francesco di Assisi)

Saggezza popolare: Per una volta si perdona ma la seconda si bastona.

Un aneddoto: Pare che tra il Cinquecento e il 1863, anno in cui venne abolita la schiavitù negli Stati Uniti, vennero deportati come schiavi nelle due Americhe alcune decine di milioni di africani. Nell'immaginario collettivo la colpa di questa immane tragedia viene ascritta in massima parte ai colonizzatori cattolici portoghesi e spagnoli, dimenticando che tra i maggiori responsabili si devono annoverare sì dei cristiani, ma calvinisti olandesi, luterani tedeschi e anglicani britannici, senza contare le indispensabili complicità di animasti africani, che spesso vendevano i loro fratelli, e di arabi musulmani, questi ultimi con il compito di catturare gli schiavi e trasportarli fino all'imbarco. In ogni caso, la Chiesa Cattolica intervenne immediatamente a condannare, già alla fine del Quattrocento, questa pratica disumana. Condanna ribadita da Papa Paolo IV nel 1537 e da Papa San Pio V nel 1568, ripetuto da Papa Urbano VIII nel 1639 e da Papa Benedetto XIV nel 1714.

Parola di Dio: Ap 10,8-11; Sal 118; Lc 19,45-48

 

Vangelo Lc 19, 45-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo Gesù, entrato nel tempio, cominciò a scacciare i venditori, dicendo: "Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!". Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo; ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole. Parola del Signore

 

“ENTRATO NEL TEMPIO COMINCIO' A SCACCIARE I VENDITORI”. (Lc. 19,45)

E’ il grande rischio delle religioni quello di trasformare la fede in una specie di commercio. La religione e la religiosità dovrebbero essere la logica conseguenza della fede, la manifestazione di essa, pere spesso non succede così. L’uomo, abituato ad approfittare di tutto, ha usato la religiosità per manipolare la fede e per ridurre Dio alle sue necessità. Si é venditori del tempio” non solo vendendo immaginette sacre o candele, ma tutte le volte che pensiamo di comprare Dio con delle preghiere fatte o fatte fare, quando approfittiamo della religione per giudicare il nostro prossimo, per apparire giusti. E’ facile puntare il dito contro i tanti commerci della religione, ma qualche sferzata di Gesù scende anche sul nostro groppone e... ben vengano se ci aiutano a purificare la religiosità per  farci riscoprire la fede.

 

 

SABATO 22 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Cecilia; San Pedro Esqueda Ramirez.

Una scheggia di preghiera:

 

SENZA DI TE, SIGNORE, NOI SIAMO NULLA.

 

Hanno detto: Ci sono molte cose che butteremmo via volentieri se non temessimo che qualcun altro le raccogliesse. (Oscar Wilde)

Saggezza popolare: Quando ci tieni ad un rapporto lo difendi di fronte a tutti.

Un aneddoto: Un fratello chiese al padre Foemen: - Se vengo a conoscenza d'un peccato di un fratello, cosa devo fare? L'anziano abate gli rispose:  - Nasconderlo! Nell'ora in cui copriremo gli sbagli dei fratelli, Dio coprirà i nostri; nell'ora in cui li sveleremo, anche Dio svelerà i nostri!

Parola di Dio: Ap 11,4-12; Sal 143; Lc 20,27-40

 

Vangelo Lc 20, 27-40

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: "Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie". Gesù rispose: "I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui".Dissero allora alcuni scribi: "Maestro, hai parlato bene". E non osavano più fargli alcuna domanda. Parola del Signore

 

“DIO NON E' IL DIO DEI MORTI, MA DEI VIVI”. (Lc. 20,38)

Quante volte noi rendiamo Dio, il Dio dei morti! Quando Lui è ridotto ad essere l'autore del destino, quando è un Dio cui piace la sofferenza, quando pensiamo sia solo soddisfatto delle nostre preghiere e delle nostre candele votive, quando ci rivolgiamo a Lui solo in caso di necessità, quando vanifichiamo l’opera del suo Spirito creatore, quando disprezziamo la natura, quando riduciamo la nostra vita al materialismo, quando manchiamo di speranza. Dio è vita, e creatore della vita, ama la vita. Gesù si fa uomo per dirci il valore della vita, risorge per dirci che la vita è per sempre, ci chiede amore per rispettare l’essenza della vita. In Lui, morto e risorto per noi, i nostri defunti sono nella vita eterna e noi, figli del Dio della vita siamo chiamati a una vita che non ha fine.

 

 

DOMENICA 23 NOVEMBRE: CRISTO RE

Tra i santi ricordati oggi: San Clemente; San Colombano.

Una scheggia di preghiera:

 

REGNA GESU' SUI NOSTRI CUORI.

 

Hanno detto: Non esiste fallimento se non quello di non riprovare. (Elbert Hubbard)

Saggezza popolare: "Chi ha paura di soffrire soffre sempre di paura."

Un aneddoto: A Scete un giorno un fratello commise una grave mancanza. I monaci allora si radunarono e mandarono a chiamare l'abate Mosè. Ma questi non volle venire. I monaci insistettero: Vieni, padre; tu ci puoi bene illuminare sul come punire e correggere il fratello. Allora l'abate Mosè venne, portando sulle spalle una cesta forata, piena di sabbia. Gli andarono incontro e gli chiesero: Cosa fai, padre? Rispose l'abate: Come questa sabbia dal cesto, così i miei peccati scorrono via dietro di me, senza che io li veda. Come potrei giudicare i peccati degli altri? Lasciate correre! A queste parole i monaci compresero: non dissero nulla al fratello che aveva sbagliato e gli perdonarono.

Parola di Dio: Ez 34,11-12.15-17; Sal 22; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46

 

Vangelo Mt 25, 31-46

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna". Parola del Signore

 

“QUANDO IL FIGLIO DELL’UOMO VERRA’ NELLA SUA GLORIA…”. (Mt. 25.31)

Un modo davvero strano quello di Gesù nel raccontarci il giudizio universale. Da una parte c’è la grandiosità dell’evento: la gloria di Dio, il Figlio dell’uomo con i suoi angeli, le genti che vengono separate, la promessa di una eredità di gloria o di fiamme eterne… e dall’altra le motivazioni del giudizio che a prima vista sembrano banali. Per stare in tono ci si aspetterebbe che Gesù premi gli eroi della fede, ci si aspetterebbe che certe categorie: papi, vescovi, preti, religiosi, abbiano posti di onore insieme alla corte degli angeli, si penserebbe a ricchi che hanno dato buone offerte alla chiesa privilegiati come ci si aspetterebbe prostitute e pubblici peccatori infilzati e messi a rosolare tra le fiamme infernali e invece scopriamo che il giudice prima di tutto non giudica, ma ratifica scelte già avvenute e poi queste non sembrano a prima vista scelte religiose. Tutto questo vuole dirci qualcosa: Dio ci ha reso fratelli perché come fratelli condividessimo i suoi doni. L’essenza della religione è qui. E allora il nostro mondo ha davvero da temere perché ci sono ancora milioni di persone che muoiono di fame, perché il sud del mondo continua ad essere un problema che può esplodere da un momento all’altro, perché anche in mezzo a noi ci sono ancora poveri, disadattati, alcolisti, drogati, violenti… Il giudizio è su di noi. E non possiamo nemmeno dire di non sapere. Oggi tutti sappiamo tutto! Però d’altra parte è consolante pensare che possiamo, nel nostro piccolo, venire incontro a chi ha dei problemi, condividere con chi vive il tempo della malattia o della solitudine, incoraggiare chi dispera… Basta uscire di casa e lasciare che il cuore sappia riconoscere il fratello.

 

 

LUNEDI' 24 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Dung-Lac e compagni; Santa Flora.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SAI TUTTO SIGNORE; TU SAI CHE A MODO MIO TI VOGLIO BENE.

 

Hanno detto: Si decide in fretta di essere amici, ma l'amicizia è un frutto che matura lentamente. (Aristotele)

Saggezza popolare: Il falso amico è come l'ombra che ci segue finché dura il sole.

Un aneddoto: Lettera di un bambino cieco di Copenaghen: «Qui in istituto sono molto buoni i miei amici e mi raccontano sempre tutto quello che mi accade intorno, ma io so che a volte non è vero e che lo fanno per farmi essere allegro.  C'è un bambino, che mi racconta sempre tante cose, descrivendomi i colori dei fiori del giardino, il colore dei muri delle case e mi dice com'è la gente che passa per strada. Ora il mio mondo è così come lui me l'ha descritto. Ma ora quel bambino non c'è più, perché è andato in un altro ospedale, lontano dalla città.  Prima che partisse mi fece stringere nella mia mano il filo di un aquilone e mi raccontò che l'aquilone era rosso e giallo e che era salito tanto in alto, che quasi non si vedeva più. Oggi però mia madre mi ha detto che anche quel bambino era cieco come me. E allora ho pianto. (R. Battaglia, Lettere dal Domani, Sei)

Parola di Dio: Ap 14,1-3.4b-5; Sal 23; Lc 21,1-4

 

Vangelo Lc 21, 1-4

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre era nel tempio, Gesù, alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli e disse: "In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere". Parola del Signore

 

“GESU', ALZATI GLI OCCHI VIDE UNA POVERA VEDOVA CHE GETTAVA DUE SPICCIOLI NELLE OFFERTE DEL TESORO”. (Lc. 21,1—2)

Gesù vede tutto. il suo sguardo amoroso si posa su ciascuno di noi. “Tu mi scruti e mi conosci” diceva l’antico salmo, ma Egli non si ferma a ciò che appare, scruta il cuore che sta dietro ai nostri gesti e vede in questo caso il gesto della povera vedova che getta nel tesoro due spiccioli e ce la propone a modello. Gesù ci sta dicendo che anche noi, nonostante le molte incapacità, le poche possibilità, il poco tempo, possiamo mettere a disposizione di Dio e dei fratelli quello che abbiamo, possiamo offrire la nostra vita. La mia povertà donata diventa tesoro del tempio e può essere usata per la gloria di Dio e per il bene degli uomini, Inoltre Gesù mi sta sussurrando che la fede e l’abbandono in Dio devono essere fondamento della vita. Se li offri con il cuore, i tuoi pochi spiccioli, con essi Dio costruirà il suo regno.

 

 

MARTEDI' 25 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina di Alessandria.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDI IL MIO CUORE TEMPIO DEL TUO SPIRITO.

 

Hanno detto: Non tentare di diventare un uomo che ha successi. Prova a diventare un uomo che ha valore. (Albert Einstein)

Saggezza popolare: Preferibile perdere il portafoglio che si può sempre rifare che la stima che nessuno ti potrà più restituire.

Un aneddoto: La Spagna subì tra il 1931-1939,  una persecuzione religiosa senza precedenti nella sua storia. Dove passò la furia devastatrice dei comunisti, con il contributo anche di socialisti, anarchici ed altri elementi incontrollati, tutto ciò che aveva attinenza con la Chiesa fu distrutto, incendiato, saccheggiato: chiese, seminari, canoniche, palazzi vescovili, conventi, sedi di associazioni cattoliche. Alcune chiese furono rase al suolo, arredi sacri e tesori artistici distrutti e rubati. Le perdite del patrimonio storico-artistico furono immense ed irreparabili. Il numero degli ecclesiastici massacrati nei modi più barbari ammonta a parecchie migliaia e quello dei laici cattolici, per lo più appartenenti all'Azione Cattolica e ad altre associazioni e movimenti ecclesiali, a molte decine di migliaia. Le statistiche più attendibili anche se non ancora definitive dicono: 13 vescovi, 4.184 sacerdoti e seminaristi, 2.365 religiosi, 283 suore e migliaia di laici cattolici uccisi per motivi religiosi". (Vicente Carcel Ortì, Buio sull'altare. 1931 - 1939: la persecuzione della Chiesa in Spagna, Città Nuova, 1999, p.10).

Parola di Dio: Ap 14,14-19; Sal 95; Lc 21,5-11

 

Vangelo Lc 21, 5-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, Gesù disse: "Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta". Gli domandarono: "Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?". Rispose: "Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine". Poi disse loro: "Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo". Parola del Signore

 

“VERRANNO GIORNI IN CUI, DI TUTTO QUELLO CHE AMMIRATE, NON RESTERA' PIETRA SU PIETRA”. (Lc. 21,6)

Gli Ebrei vedevano nel Tempio di Gerusalemme il segno dell’unità religiosa del loro popolo: il Tempio avrebbe dovuto durare per sempre! Gesù invece dice loro: “Non fidatevi del Tempio di pietre. Anche questo deve finire”. Anche le nostre bellissime cattedrali devono finire. Che cosa resta? Resta la fedeltà di Dio, resta Lui, l’Eterno. Ecco perché Gesù ha detto alla Samaritana: ‘Dio è Spirito e Verità: è cosi che bisogna adorarlo”. Dio ti ama, è presente nel mondo, e presente nel cuore dell’uomo. Lo puoi incontrare sempre e ovunque.

 

 

MERCOLEDI' 26 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Corrado; Beata Delfina.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA PROVA, LA TUA CROCE E' IL NOSTRO CONFORTO.

 

Hanno detto: La forza senza intelligenza cade sotto il suo stesso peso. (Orazio, Odi)

Saggezza popolare: Gli ostacoli sono fatti per essere superati.

Un aneddoto: Martin uscì sul portico. In un certo senso era l'ora più importante delle sua vita. Era stata lanciata una bomba contro la sua casa; sua moglie e la sua bambina avevano corso il rischio d'essere uccise! Era la prima dura prova che dovevano superare i suoi principi cristiani e le sue teorie sulla non violenza. Il suo aspetto grave e calmo soggiogò quella massa furibonda. Quando alzò la mano, si fece subito silenzio: tacquero tutti nella maniera più assoluta, dagli uomini ai giovani ormai eccitati fino all'inverosimile, ai poliziotti che cupi e impauriti si erano raggruppati accanto agli scalini del portico. Con voce calma M. L. King allora disse: - Mia moglie e la mia bambina stanno bene. Desidero che voi ve ne torniate a casa e deponiate le armi. Non possiamo risolvere questo problema con la violenza. Noi dobbiamo amare i nostri fratelli bianchi, qualunque cosa ci facciano. Dobbiamo far loro capire che li amiamo veramente.

Parola di Dio: Ap 15,1-4; Sal 97; Lc 21,12-19

 

Vangelo Lc 21, 12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:"Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime". Parola del Signore

 

“METTERANNO LE MANI SU VOI E VI PERSEGUITERANNO...”. (Lc. 21,12)

Per molti c’è il pericolo di intendere la fede come una specie di assicurazione contro ogni forma di male: “Io credo, io prego, quindi non mi deve capitare niente di male”, a patto poi di mandare in crisi tutto quando le cose non vanno secondo i nostri progetti: “Che vale aver fede se poi Dio non mi ascolta?”. Gesù non è venuto a dirci che la fede basta a risolvere il problema del male, delle persecuzioni, non è come quei maghi di oggi e di sempre che ti confezionano un talismano personalizzato col quale “puoi vincere ogni difficoltà”. La fede è ciò che, se è vera, ti aiuta a vivere ogni situazione buona o cattiva della vita, è ciò che, non estraniandoti dalla realtà della vita, ti dà però la possibilità di vederla e di viverla nella dimensione di Dio.

 

 

GIOVEDI' 27 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Virgilio; Sant’Acario.

Una scheggia di preghiera:

 

TUO IL REGNO, TUA LA POTENZA E LA GLORIA NEI SECOLI.

 

Hanno detto: Il presente non contiene altro che il passato; così, ciò che si scopre nell'effetto si trovava già nella causa. (Henri Louis Bergson)

Saggezza popolare: Il coraggio è come l'amore, è fratello della speranza. (prov. Cinese)

Un aneddoto: Il venerdì 5 dicembre 1952 a Londra si ebbe la nebbia del secolo, che paralizzò la città e provocò la morte di circa 4.000 persone. Un tale, uscito con la sua signora da una stazione metropolitana, non sapeva più da che parte dirigersi per andare a casa sua, che pure era poco distante, tanta fitta era la nebbia.  Fu allora che uno sconosciuto sorse dalla nebbia, offrendo il suo aiuto. Quando i due gli dissero la via e il numero di casa, quegli li condusse diritti a destinazione. Lo ringraziarono e gli chiesero come poteva orientarsi con tanta sicurezza in quella nebbia. Rispose: - Sono cieco! Aveva dato la sua opera con gioia per tutta la giornata, guidando la gente nelle località che conosceva! (Da: Selezione, Luglio 1953)

Parola di Dio: Ap 18,1-2.21-23; 19,1-3.9a; Sal 99; Lc 21,20-28

 

Vangelo Lc 21, 20-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia. Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina". Parola del Signore

 

“VEDRANNO IL FIGLIO DELL’UOMO VENIRE SU UNA NUBE CON POTENZA E GLORIA GRANDE”. (Lc. 21,27)

I brani del Vangelo che riguardano la rivelazione delle cose ultime possono essere oscuri in, molti particolari, ma almeno questo è chiarissimo: Gesù afferma, in quanto Figlio dell’uomo, di essere Signore del futuro e dichiara che la sua venuta concluderà la storia umana dandole significato e portandola a compimento. Mi ha sempre stupito che i primi cristiani pregassero con intensità, dicendo: “Vieni presto, Signore Gesù”. Di certo non speravano di morire ma aspettavano con trepidazione e gioia Colui che finalmente avrebbe portato la gioia piena.

 

 

VENERDI' 28 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Sostene; Santa Caterina Labourè.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLE TUE BRACCIA SIGNORE E' I MIO RIFUGIO.

 

Hanno detto: La vita è una grande avventura verso la luce. (Paul Claudel)

Saggezza popolare: "Non è coraggio se non hai paura."

Un aneddoto: Dio è sempre dalla parte degli oppressi, mai da quella degli oppressori. In un treno di Minas Gerais (Brasile), carico di poverissima gente, ascolto da un “cabloco” un contadino dell'interno, miseramente vestito, magrissimo, giallognolo, dallo sguardo calmo e triste, il racconto quasi incredibile di soprusi, di oppressioni da parte di un signorotto della regione, un ricco' fazendeiro ' ... Gli schiavi non potevano essere trattati peggio! Il salario da miseria pagato con “buoni" da spendere nello spaccio della ' fazenda '. Niente latte né per i bambini, né per i malati, perché le mucche sono del padrone! Ad un primo tentativo di sciopero, quattro o cinque contadini erano stati messi in prigione, gli altri malmenati dalla polizia...  Chiedo allora al povero “cabloco”: - Come potete resistere? Perché non vi liberate con le armi? Egli mi guarda calmo come sempre e mi dice: - Mio padre mi diceva che il male è peggio farlo che riceverlo, perché c'è Uno lassù che vede tutto e che un  giorno ci giudicherà!  (Da Jesus Charitas, Aprile 1968)

Parola di Dio: Ap 20,1-4.11 - 21,2; Sal 83; Lc 21,29-33

 

Vangelo Lc 21, 29-33

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: "Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno". Parola del Signore

 

“SAPPIATE CHE IL REGNO DI DIO E' VICINO”. (Lc. 21,31)

Gesù ci dà la giusta misura del tempo, ci insegna a valutare il mondo e le cose e soprattutto ad acquistare il vero senso della vita. Con grande realismo, siamo messi di fronte alla realtà dei giorni che scorrono veloci: è la, fragilità della nostra vita. Vita che è un dono meraviglioso, ma che umanamente, come un esile filo, può spezzarsi da un momento all'altro. L’importante è che quel momento non ci colga all’improvviso, ma ci trovi pronti per correre incontro al Signore.

 

 

SABATO 29 NOVEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Antonio Fasani.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, SIGNORE, SEI LA PIENEZZA DELLA VITA.

 

Hanno detto: Sull'esito di ogni avvenimento in corso si fanno sempre tante ipotesi che, comunque finisca, si troverà sempre qualcuno che dirà: "L'avevo detto."(Tolstoj)

Saggezza popolare: C'è lo stesso rischio a credere troppo e a non credere niente .

Un aneddoto: L'amore è come... la bomba nucleare: produce benevole reazioni a catena. A metà strada tra Saronno e Legnano, sulla riva di un grande bosco, c'era la Cascina Piana, che comprendeva in tutto tre cortili. Ci vivevano undici famiglie. A Cascina Piana c'era un solo pozzo per cavare l'acqua, ed era uno strano pozzo, perché la carrucola per avvolgervi la corda c'era, ma non c'era né corda, né catena. Ognuna delle undici famiglie in casa, accanto al secchio, teneva appesa una corda, e chi andava ad attingere acqua la staccava, se l'avvolgeva al braccio e la portava al pozzo; e quando aveva fatto risalire il secchio staccava la corda dalla carrucola, e se la riportava gelosamente a casa. Quelle undici famiglie non andavano d'accordo e si facevano continuamente dispetti, e piuttosto di comprare insieme una bella catena, e fissarla alla carrucola perché potesse servire a tutti, avrebbero riempito il pozzo di terra e di erbacce. Scoppiò la guerra, e gli uomini della Cascina Piana andarono sotto le armi... Poi ci fu l'invasione tedesca ... ma le undici corde stavano sempre al sicuro nelle undici case. Un giorno un bambino della cascina andò al bosco per raccogliere un fascio di legna e udì uscire un lamento da un cespuglio. Era un partigiano ferito a una gamba, e il bambino corse a chiamare sua madre. La donna era spaventata, ma disse: - Lo porteremo a casa e lo terremo nascosto. Speriamo che qualcuno aiuti il tuo babbo soldato, se ne ha bisogno. Nascosero il partigiano nel granaio e mandarono a chiamare il medico, dicendo che era per la vecchia nonna.  Le altre donne della Cascina lo seppero ben presto. Pensando ai loro uomini lontani, aiutarono la Caterina, che aveva nascosto il partigiano. Lo trattarono come fosse un figlio loro e non gli fecero mancare nulla. Il partigiano guarì, uscì in cortile a prendere il sole, vide il pozzo senza corda e si meravigliò moltissimo. Le donne, arrossendo, gli spiegarono che ogni famiglia aveva la sua corda ... Ma ora erano diventate amiche e sorelle, e non c'era più ragione di tenere undici corde.  Allora decisero di comprare una catena coi soldi di tutte le famiglie, e di attaccarla alla carrucola. E così fecero. E il partigiano cavò il primo secchio d'acqua, ed era come l'inaugurazione di un monumento. La sera stessa il partigiano, completamente guarito, riparti per la montagna. (G. Rodari, Favole al Telefono) 

Parola di Dio: Ap 22,1-7; Sal 94; Lc 21,34-36

 

Vangelo Lc 21, 34-36

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo". Parola del Signore

 

“STATE BEN ATTENTI CHE I VOSTRI CUORI NON SI APPESANTISCANO IN DISSIPAZIONI, UBRIACHEZZE E AFFANNI DELLA VITA”. (Lc. 21,34)

Gesù sa benissimo come funziona la nostra vita. E’ nostra quotidiana esperienza che quando lasciamo che nella nostra vita abbiano il sopravvento le preoccupazioni materiali, il denaro, il mangiare, il bere, il divertirci, le paure per la salute, per il futuro, l’affanno del voler sempre di più, queste cose ci mangiano la vita e alla fine ci accorgiamo che non siamo più noi a vivere ma sono questi affanni che ci vivono e spesso ci uccidono. Gesù non ci vuole disincarnati dalla vita e dalla storia, non viene a dirci che tutto nel mondo è male, che non dobbiamo più pensare a casa, cibo, lavoro, vuole semplicemente farci trovare il vero senso della vita come un cammino che non finisce nelle cose, ma come un cammino verso una meta che non delude.

 

 

DOMENICA 30 NOVEMBRE: 1^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea, Apostolo.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE PER QUESTO TEMPO FAVOREVOLE AD INCONTRARTI, SIGNORE.

 

Hanno detto:

Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui è permesso di rimanere bambini per tutta la vita". (A. Einstein)

Saggezza popolare: Denari e santità, credetene a metà.

Un aneddoto: Otto studenti universitari di Parigi, con a capo Ozanam, nel 1833, si radunavano settimanalmente per 'discutere' come difendere la Chiesa, attaccata in mille modi. Furono schermaglie di parole che, settimanalmente, durarono un anno e non conclusero nulla! Il colpo di grazia fu però dato a quegli apologisti dalle parole aspre di un avversario: - Voi parlate sempre del bene che la Chiesa ha fatto in passato. Ma che serve questo, se oggi la Chiesa è morta?    - No, non è morta - protestarono gli otto. Ribattè l'avversario: - Vi dico che la Chiesa oggi è morta! Ne volete la prova? Voi otto da un anno non fate che conferenze, che chiacchiere! Mostratemi qualche opera buona che avete fatto, non a parole, ma coi fatti! Gli otto capirono la lezione! Quella stessa sera portarono la legna, che restava per il riscaldamento della sala, ad un poveretto che dormiva al freddo nella soffitta del medesimo palazzo in cui avevano la sede. Così nacquero le Conferenze di S. Vincenzo. Conservano il nome di 'conferenze', cioè di riunioni per discutere, ma hanno aggiunto 'di S. Vincenzo', per imitare le opere buone di questo grande santo della carità.

Parola di Dio: Is 63,16b-17.19b; 64,2-7; Sal 79; 1Cor 1,3-9; Mc 13,33-37

 

Vangelo Mc 13, 33-37

Dal Vangelo secondo Marco

State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso. E’ come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare. Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!”. Parola del Signore

 

“QUELLO CHE DICO A VOI, LO DICO A TUTTI: VEGLIATE!” (Mc. 13,37)

Vegliare ha diversi significati collegati tra loro: significa non lasciarci vincere dal Sonno, significa stare attenti, cioè saper guardare, saper cogliere dei segni per non lasciarseli sfuggire. Quando noi cristiani sentiamo la parola “Avvento” scatta in noi: “Siamo ormai a Natale”, ma “vegliare” in questo caso non è solo sapere di questa festa, e saperne cogliere il significato più profondo. Se non vuoi perderti il Natale di Cristo e tuo, approfitta di queste quattro settimane per fare un po’ di silenzio interiore dal chiasso, dai preparativi troppo materialistici di questa festa. ‘Vegliai con un po’ di preghiera quotidiana, prova a chiederti che cosa significa per te accogliere Gesù che viene, prova a staccare il tuo cuore dalle cose vane per trovare il senso vero della vita. Prova a vedere se non ci sia qualcosa da cui è bene convertirsi, se non ci sono degli angoli in cui, come cristiano, stai dormendo della grossa. Con questo atteggiamento, forse, il Natale perde un po’ di lustrini inutili ma diventa l’incontro con Colui che viene proprio per te.

     
     
 

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