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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

SETTEMBRE 2014

 

 

LUNEDI' 1 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Egidio; San Conone.

Una scheggia di preghiera:

 

MOSTRACI IL TUO VOLTO E NOI SAREMO SALVI.

 

Hanno detto: Si può forse far credere che la via del cuore sia per persone deboli e sentimentali, ma invece è una via di guerrieri sempre pronti a combattere, anzitutto contro di sé, nel proprio intimo. (Susanna Tamaro)

Saggezza popolare: Se mantieni la calma in un momento d'ira risparmierai cento giorni di dolore. (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: C'era un monaco che viveva da parecchi anni in un monastero: giovane esuberante e facoltoso, aveva lasciato ogni cosa per diventare santo. Prima aveva le mani come l'avorio, ora incallite come le squame dei coccodrilli; prima il suo volto era liscio e rasato, la sua capigliatura lucida di unguenti, la sua toga adorna di fermagli d'argento: ora, tosato come una pecora, portava sotto la tonaca un duro cilicio. Aveva sì domato la carne, ma una passione ancora resisteva tenace: la tendenza ad adirarsi. Se un fratello nel mietere lasciava indietro una spiga, subito gli strappava di mano la falce con gesto iracondo. Se al vicino di stallo sfuggiva una nota falsa nel coro, arrotava i denti e gli allungava una gomitata. Un giorno si presentò all'Abate: "Padre - gli disse - ben vedo che non sono fatto per vivere con i fratelli: trovo in loro continue occasioni di peccato. Io mi figuravo che i monaci fossero tutti perfetti, invece mi sono d'inciampo. Mi ritirerò nel deserto, al di là del fiume. Laggiù, solo con Dio, non avrò più occasione di adirarmi". E trascurando gli ammonimenti dell'Abate, prese con sé una brocca per attingere acqua dal fiume e se ne partì. Sdraiato sulla tiepida arena, dormì il più bel sonno di vita sua. Poi cantò i suoi dodici salmi senza una nota stonata, e pregò con fervore. Com'era quieto e felice in quella solitudine, in quel silenzio! Ora occorreva andare al fiume per attingere acqua. Andò e tornò, salmeggiando quasi come in estasi. Ma - che è che non è - la brocca si rovesciò, e giù tutta l'acqua a correre per l'arena. "Pazienza!" disse il monaco, e rifece la via andata e ritorno, quieto come l'olio, meditando sulla morte. Posò a terra la brocca, e di nuovo quella gli sfuggì di mano. Vi rimase un po' di umidore, ma dentro neppure una goccia. "Maledizione! Cos'è mai questo? Il diavolo mi vuole tentare. Orsù, pazienza!". Trafelato, riprende la via, attinge e fa ritorno. E la brocca rotola a terra una terza volta. "Maledetta sii tu! Vattene al diavolo!". Una pedata furiosa e la brocca va in cento pezzi. Sferra calci ai frantumi, e solleva un polverone di sabbia. Il povero giovane ha capito, e torna piangendo al monastero. "Padre mio, mea culpa!" dice all'Abate. "Ho rotto la brocca a furia di calci: ecco qua i cocci. La causa delle mie collere non è la compagnia dei fratelli: il nemico (e si picchiava il petto) è qui dentro".

Parola di Dio: 1Cor 2,1-5; Sal 118; Lc 4,16-30

 

Vangelo Lc 4, 16-30

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è il figlio di Giuseppe?". Ma egli rispose: "Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!". Poi aggiunse: "Nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro".All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. Parola del Signore

 

“TUTTI NELLA SINAGOGA SI LEVARONO E LO CACCIARONO FUORI DELLA CITTA'”. (Lc. 4,29)

Un Dio cacciato fuori dalla sua Chiesa. Gesù viene esiliato dalla sinagoga, perché in quella sinagoga come in molte delle nostre chiese, Dio è prefigurato, racchiuso in codici, in tradizioni e quando si scopre che Egli è diverso da come lo avevamo concepito noi, la cosa più facile e più semplice è allontanarlo. Dio è sempre diverso dai nostri schemi. E’ il totalmente altro. E’ novità di vita, non codice fumoso, o riti, o morale. Nessuna religione può imprigionare Dio. Anzi, la religione deve aiutare l’uomo a riconoscere Dio, a rispettarlo nella sua essenza. Facciamo attenzione (perché questo rischio è anche per noi) a non cacciare Gesù dalla nostra vita, a causa delle nostre tradizioni religiose; vediamo di non sminuire né Lui, né il suo messaggio, accogliendo solo quello che di Lui ci fa comodo e non accogliendo l’integrità del suo Vangelo, correremmo il rischio di perdere Gesù e di restare con un feticcio di religiosità.

 

 

MARTEDI' 2 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Licinio; San Giusto di Lione

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU', LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO,

 

Hanno detto: Se vuoi essere tutto non cercare di voler essere qualcosa. (S. Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: Soltanto un pazzo può guastarsi il sangue per qualcosa che non dipende da lui.

Un aneddoto: Tanto tempo fa una famiglia molto numerosa viveva in un villaggio, era una famiglia povera ma dignitosa e viveva di quello che riusciva a produrre, ma non era molto. Padre, madre, 10 figli, con i nonni e due zii. Coltivavano ortaggi, vivevano di pesca, e poco altro. Un giorno alla loro porta bussò un uomo che chiedeva ospitalità. Tutti gli dissero di andare via perché non c'era posto, e gli spiegarono che non avrebbero avuto abbastanza cibo per sfamare anche lui. Era quasi all'unanimità, tutti tranne uno: il più piccolo che disse una frase che fece ragionare tutti: "forse potrebbe essere utile a tutti noi e noi a lui. Ospitiamolo per qualche tempo". Poiché era inverno e faceva freddo, decisero di ospitarlo. Aveva con se una piccola sacca e poco altro. Nei giorni successivi si rese utile ed iniziò a trasferire la sua sapienza a tutta la famiglia: insegnò loro come accatastare meglio la legna, costruì delle trappole con cui raddoppiarono la selvaggina catturata e si sfamarono al meglio, fece vedere come il suo popolo riusciva a conservare la carne lavorandola con il sale. Con l'arrivo della primavera piantò delle sementi che aveva con sé e fece scoprire loro nuove piante, frutti e ortaggi. Piantò diversi filari di vitigni, insegno ai più giovani a cacciare con metodi diversi, raccontò loro storie di paesi lontani cariche di saggezza e contenuti che aiutarono i più piccoli a comprendere i veri valori, come l'amicizia, il rispetto, la saggezza, l'onestà, l'aiuto reciproco, l'amore. Passò la primavera e l'estate, arrivò l'inverno e l'ospite un giorno disse che era arrivato il tempo di andare. Tutti gli chiesero di restare, lo implorarono, ma lui molto serenamente disse che era tempo di andare e che altre famiglie come la loro avevano bisogno del suo passaggio. Fu allora che uno dei bambini più piccoli lo ringraziò per tutto quello che gli aveva insegnato, perché la loro vita non era più la stessa e tutto era migliore. Fu allora che capirono che se gli avessero rifiutato ospitalità avrebbero perso molto, fu allora che capirono che se si fossero fermati a pensare che erano troppi, che non c'era spazio per tutti, avrebbero perso tante cose, fu allora che compresero che aiutando gli altri... aiuti te stesso.

Parola di Dio: 1Cor 2,10b-16; Sal 144; Lc 4,31-37

 

Vangelo Lc 4, 31-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù discese a Cafarnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente. Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità. Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: "Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!". Gesù gli intimò: "Taci, esci da costui!". E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: "Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?". E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione. Parola del Signore

 

“C’ERA UN UOMO POSSEDUTO DA UN DEMONIO E COMINCIO' A GRIDARE FORTE: “BASTA! CHE ABBIAMO A CHE FARE CON TE, GESÙ NAZARENO? SEI VENUTO A ROVINARCI? SO BENE CHI SEI: IL SANTO DI DIO!”. (Lc. 4,33-34)

Il brano di oggi ci aiuta a capire chi sia il nostro nemico, il diavolo. E’ uno che “possiede”, cioè uno che attenta alla libertà dell’uomo, che vuole incatenarlo, alienarlo. Provate a pensare se l’opera del demonio non è sempre e ancora la stessa. Egli vuole dividerci da Dio, vuol possedere la nostra libertà, si serve delle nostre debolezze per parlare e agire dentro di noi. Ma il diavolo è anche un puro spirito e quindi riconosce subito Gesù e ne ha paura perché non sopporta la santità di Dio. Sa di essere sconfitto in partenza. Mentre riesce a possedere la libertà dell’uomo che lo fa entrare in casa sua, sa che la forza di Dio lo caccia via. Noi siamo deboli, non sempre riusciamo a capire che la vera libertà è abbandonarci alla volontà di Dio, e su questo il diavolo continua a giocare travisando la verità, facendoci sognare libertà e felicità irraggiungibili e false, e se noi crediamo, diventiamo suoi schiavi e da soli non siamo più in grado di liberarci. Gesù può e vuole liberarci. Se accogliamo il “Santo di Dio”, il diavolo non può più nulla.

 

 

MERCOLEDI' 3 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gregorio Magno; Santa Phoebe.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', IL MIO E TUO AMICO E' MALATO.

 

Hanno detto: Se vi guardate attorno, vi rendete conto che il presente vi chiama ad essere protagonisti, non semplici "comparse" nei vari ambienti in cui vi trovate a vivere ed operare. (Benedetto XVI)

Saggezza popolare: La vita è quello che ti succede mentre stai facendo altri progetti.

Un aneddoto: Quando la Monaca di Monza di manzoniana memoria, fu processata per le note vicende, le fu risparmiato il capestro solo perché era figlia di un alto personaggio spagnolo, ma il supplizio che le fu inflitto risultò alla fine per lei forse peggiore; infatti fu "murata viva" in una cella che aveva solo uno stretto pertugio dal quale le veniva passato il cibo e l'acqua e ci rimase per ben 13 anni quando, ormai pentita, aveva scontato i suoi peccati trasformandosi in una santa donna che morì con tutti i conforti spirituali.

Parola di Dio: 1Cor 3,1-9; Sal 32; Lc 4,38-44

 

Vangelo Lc 4, 38-44

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano demoni gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. Egli però disse: "Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato". E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea. Parola del Signore

 

"ENTRO' NELLA CASA DI SIMONE… LO PREGARONO PER LEI… CHINATOSI SU DI LEI… LA DONNA COMINCIO' A SERVIRLI". (Lc.4,38-39)

Un episodio piccolo piccolo quello della guarigione della suocera di Pietro: davanti ai grandi miracoli può sembrare perfino un miracolo ‘superfluo’ eppure se noi ci facciamo piccoli quante cose ci dice! Gesù entra in casa di Pietro. E' grande la gioia per questo pescatore della Galilea nel poter ospitare il Rabbi. Gesù non è come quei personaggi illustri che al massimo della loro benignità, o per conquistare  voti vanno a visitare popolazioni sinistrate e stringono mani a destra e a sinistra, sono generosi di sorrisi e di promesse, ma, appena suona mezzogiorno, lasciano poveri e baraccati per andare a mangiare a casa del ricco possidente. Gesù si è incarnato per entrare in casa nostra. Non lo ha spaventato la grotta di Betlemme, va con gioia nell'umile casa di Pietro. Gesù non si spaventa delle macerie, degli odori non sempre gradevoli, degli angoli bui di casa mia: aspetta solo il mio invito per venire. E la familiarità permette tutto. Gesù non solo viene interpellato per conoscere la volontà di Dio, per ampie dissertazioni teologiche. Gesù non è la persona che, entrato in casa tua ti guarda dall'alto in basso, siede sussiegoso in punta della sedia quasi avesse paura di sporcarsi i vestiti. A Gesù puoi parlare di tutto. Tutto gli interessa perché sei tu che gli interessi. E allora è spontaneo che prima di parlare di Trinità, di escatologia e parusia gli si parli di una persona che ci è cara e che è malata. Ed ecco Gesù che si china sulla malata. "Gesù ci sono miracoli più importanti, più gloriosi che una febbriciattola". "Sembra inutile chiedere aiuto per poca cosa, perché scomodare il maestro?" A Gesù, invece, interessa. Anzi, usa, per guarire la donna dalla febbre, lo stesso tono con cui calmerà la tempesta sul mare: qui Gesù "sgridò" la febbre, là "sgridò il vento". E sia l'una che l'altro gli obbediscono. E questa suocera di Pietro (personaggio che non parla) è una che ha capito subito tutto. "Si mise a servirli". La riconoscenza è il servizio: ecco la risposta a chi è venuto in casa tua, a chi ha vinto il tuo piccolo o grande male.

 

 

GIOVEDI' 4 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosalia; San Gilberto.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' DI TE MI FIDO, A TE MI AFFIDO.

 

Hanno detto: Se giudichi le persone, non hai il tempo di amarle. (Madre Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: Spesso è necessario riflettere sul perché siamo allegri; ma sappiamo sempre perché siamo tristi.

Un aneddoto: Quando la nostra nuova studentessa interna ebbe deposto il ricevitore del telefono nella stanza dell'ufficio dove si ricevono le notizie da trasmettere per radio o televisione, notai che stava piangendo. "Perché, Kathy?", le chiesi, passandole un braccio intorno alle spalle. "Cosa c'è che non va?" Imbarazzata, lei cercò di asciugarsi le lacrime. Alla fine riuscì a dirmi che cosa l'aveva turbata. Aveva appena finito una lunga conversazione con una vecchia signora cieca. Al solo ascoltare i problemi di quella donna si era commossa fino alle lacrime. Più tardi, nel pomeriggio, un'assistente telefonista depose con violenza il ricevitore dello stesso telefono, disgustata. "Perché chiama me?", domandò poi "Non voglio sentire della morte del suo bambino!".

Parola di Dio: 1Cor 3,18-23; Sal 23; Lc 5,1-11

 

Vangelo Lc 5, 1-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca". Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore". Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini". Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Parola del Signore

 

“MAESTRO, ABBIAMO FATICATO TUTTA LA NOTTE E NON ABBIAMO PRESO NULLA; MA SULLA TUA PAROLA GETTERÒ LE RETI”. (Lc. 5,5)

Mi diceva una catechista: “Ma vale ancora la pena di spendere tanto tempo e tante energie per il Catechismo? Sono tre anni che incontro settimanalmente i bambini, che ce la metto tutta, ma sembra di parlare al muro. Non uno che vada a Messa la domenica...”. Un missionario mi raccontava di aver lavorato per più di dieci anni in una tribù dell’Africa senza ottenere neanche una conversione. Altro che scoraggiamento! “Eppure - dice Pietro - sulla tua parola getterò le reti”. Gesù, nella fede in te, continuerò ad aver fiducia nel cambiamento di vita di mio figlio. Sulla tua parola continuerò a predicare nel tuo nome. Sulla tua parola continuerò a fare la catechista. La fiducia non può appoggiarsi su noi stessi ma si appoggia su di Te che vuoi il bene degli uomini, sulla tua Parola che è più forte della durezza del nostro cuore.

 

 

VENERDI' 5 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Vittorino; San Lorenzo Giustiniani.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE!

 

Hanno detto: Quello che è facile si deve affrontare come se fosse difficile, e quello che è difficile come se fosse facile. (Baltasar Gracián)

Saggezza popolare: Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza.
Un aneddoto: Durante la guerra 1870-71 tra la Francia e la Prussia, mentre la situazione francese incominciava a precipitare, la francese Julie Lavergne si mise a scrivere racconti e novelle per sollevare il morale della gente. Sosteneva che era un dovere non scoraggiarsi: Finché il buon Dio non avrà dato le dimissioni noi rimarremo nella gioia. A chi le obiettava che non era il tempo di dedicarsi ad amenità del genere rispose: Ho trovato un' ottava opera di misericordia: rallegrare le persone tristi.

Parola di Dio: 1Cor 4,1-5; Sal 36; Lc 5,33-39

 

Vangelo Lc 5, 33-39

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, gli scribi e i farisei dissero a Gesù: "I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!". Gesù rispose: "Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno". Diceva loro anche una parabola: "Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!". Parola del Signore

 

“NESSUNO CHE BEVE IL VINO VECCHIO DESIDERA IL NUOVO, PERCHE' DICE IL VECCHIO E' BUONO".  (Lc. 5,39)

Avvenne una volta che un uomo decise di ripudiare la moglie, poiché non gli aveva dato figli. Si presentò allora al rabbino per avere la sua approvazione. Il rabbino disse: “Approvo, ma a una condizione. Che come avete fatto festa quando vi siete uniti, così facciate festa ora che vi dividete”. Fu fatta quindi una gran festa, con danze, cibi prelibati e ottimo vino. La donna approfittò dell’occasione per far bere il marito più del solito, così che questi, in preda all’euforia, a un certo punto le disse: “Figliola, puoi portar via dalla mia casa quel che più ti piace; e poi torna alla casa di tuo padre”. Che cosa fece allora la donna? Quando il marito fu addormentato, ordinò ai servi di portare lui e il letto in cui dormiva nella casa di suo padre. Nel bel mezzo della notte, smaltita la sbornia, l’uomo si svegliò e si stupì di trovarsi in una stanza a lui ignota. “Dove mi trovo donna?” “Ti trovi nella casa di mio padre”, rispose la moglie. “E perché mai?” “Perché ieri sera mi dicesti che, tornando nella casa di mio padre, avrei potuto portar via con me quel che più mi piaceva. Ora, nulla al mondo mi piace più di te”. L’uomo provò molta dolcezza nel sentire quelle parole. E dalla dolcezza di un amore che risorge nasce sempre qualcosa: in quel caso, dopo nove mesi nacque il figlio tanto atteso. (Storia rabbinica) 

 

SABATO 6 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Frontignano d’Alba; San Benedetto da Milano.

Una scheggia di preghiera:

 

I TUOI COMANDI, SIGNORE, SONO PER LA MIA GIOIA.

 

Hanno detto: Quando dalla tua vita scompare la croce è segno certo che Dio ti sta lasciando. (Curato d'Ars)

Saggezza popolare: I mascalzoni sono preferibili agli imbecilli, perché i primi almeno ogni tanto si concedono una pausa.

Un aneddoto: A Siviglia, all'epoca della Inquisizione. Il Cardinale, Grande Inquisitore, che ieri ha messo al rogo, al cospetto della nobiltà, più di cento eretici, incontra, per caso, nell'atrio della cattedrale anche Gesù, ritornato nel nostro mondo.  Non ha esitazioni: lo fa subito incarcerare. Vuole però comporre ragionevolmente la sua causa; perciò, nel cuore della notte, si reca di persona da Gesù, in carcere. Lo guarda a lungo, poi sospira con rammarico: Perché sei venuto ancora a metter confusione nel mondo? Non sai che lasciando la libertà agli uomini, non si combina niente? Non sai che senza la promessa di benessere materiale non si conquista nessuno? Che se ne fa del tuo pane spirituale questa razza umana perdutamente materiale? Che se ne fa della libertà questa genia di schiavi? Ricordi le tue tre tentazioni? Dovevi risolverle meglio! Tu non hai voluto buttarti giù dal tempio, perché non volevi servili effusioni di schiavi, spaventati dai tuoi prodigi. Hai sbagliato! Senza miracoli è impossibile assoggettare gli uomini a Dio! Tu hai proposto il mistero di Dio come Vangelo libero, comprensibile a tutti. Hai sbagliato! Non sai che senza indiscutibili dogmi ciascuno va per la sua strada, lontano dalla verità? Tu hai lasciato gli uomini liberi, rifiutando il governo del mondo. Hai sbagliato ancora! Gli uomini non sanno usare la libertà: per vivere bene hanno bisogno di un potere assoluto di rigide leggi. Noi, uomini di Chiesa, tuoi seguaci, lo sappiamo bene per esperienza. Tutte le volte che abbiamo concesso un po' di libertà, gli uomini, sentendosi deboli e incapaci, sono venuti a supplicarci così: «Per favore, salvateci dalla nostra libertà!». Anch'io una volta seguivo il tuo Vangelo; ma ora, vedendo tutti questi mali, ho capito dove stanno i tuoi errori e mi sono messo decisamente dalla parte di quelli che hanno corretto la tua opera, mettendo finalmente ordine nella Chiesa con la forza del mistero, del dogma, del potere assoluto e anche, perché no? delle armi. ...E tu eri ritornato nel mondo a parlarci di nuovo di Vangelo e di libertà? No, non vogliamo! ... Non vogliamo ripetere vecchi errori! Per questo, domani ti condanno al rogo, come eretico! Poi il Grande Inquisitore restò a lungo pensoso. Forse aveva esagerato? Volle rimediare.  Si avvicinò a Gesù, gli diede un gelido bacio, poi disse: - No, non ti condanno, ma vattene, non tornare più nel mondo a portare confusione! 

(F. Dostojewski, I Fratelli Karamazoff)

Parola di Dio: 1Cor 4,6b-15; Sal 144; Lc 6,1-5

 

Vangelo Lc 6, 1-5

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno di sabato, Gesù passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: "Perché fate ciò che non è permesso di sabato?". Gesù rispose: "Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?". E diceva loro: "Il Figlio dell'uomo è signore del sabato". Parola del Signore

 

“PERCHE' FATE CIO' CHE NON E' PERMESSO IN GIORNO DI SABATO?”. (Lc. 6,2)

Ci sono certe persone sempre pronte a guardare gli altri per cogliere tutto ciò che secondo i loro formalismi non è perfettamente “secondo la legge”, quasi che per essere fedeli a Dio, “buoni cristiani”, basti infilare una dopo l’altra una serie di norme. Dio non è come il notaio di certi giochi televisivi, non è il ragioniere dei peccati. Se ci ha dato i comandamenti lo ha fatto non per renderci schiavi di essi ma per liberarci e indicarci una strada. Ricordo che in una chiesa, non molti anni fa, c’era un cartello luminoso, comandato da un pulsante che il celebrante poteva azionare. Quando si arrivava all’offertorio il cartello si illuminava e si leggeva: “La Messa non è più valida”. E pensate che c'era qualcuno che aspettava fuori fino a quel momento per entrare poi di corsa e cavarsela con la Messa più breve possibile. Ma la Messa è questione di precetto, di minuti oppure è il sacrificio di Cristo offerto per noi?

 

 

DOMENICA 7 SETTEMBRE: 23^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Grato d’Aosta; San Chiaffredo di Saluzzo.

Una scheggia di preghiera:

 

FA' CHE ASCOLTIAMO OGGI LA TUA VOCE.

 

Hanno detto: Per noi cristiani è meglio essere criticati che irrilevanti. (cardinale Camillo Ruini)

Saggezza popolare: Chiedevano secchi e rifiutavano vasche. (Proverbio Greco)

Un aneddoto: Ogni mattina la Banca ti accredita 86.400 secondi di tempo. Ogni notte questa Banca cancella e dà come perduta qualsiasi quantità di questo credito che tu non abbia investito in un buon proposito. Questa Banca non conserva soldi né permette trasferimenti. Ogni giorno ti apre un nuovo conto. Ogni notte elimina il saldo del giorno. Se non utilizzi il deposito giornaliero, la perdita è tua. Non si può fare marcia indietro. Non esistono accrediti sul deposito di domani. Devi vivere nel presente con il deposito di oggi. Investi in questo modo per ottenere il meglio nella salute, felicità e successo. L'orologio continua il suo cammino. Ottieni il massimo da ogni giorno.

Parola di Dio: Ez 33,1.7-9; Sal 94; Rm 13,8-10; Mt 18,15-20

 

Vangelo Mt 18, 15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo. In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". Parola del Signore

 

SE TUO FRATELLO COMMETTE UNA COLPA, VA’ E AMMONISCILO TRA TE E LUI SOLO; SE TI ASCOLTERÀ AVRAI GUADAGNATO TUO FRATELLO”. (Mt. 18,16)

Quella di cui ci parla Gesù nel Vangelo di oggi è la “correzione fraterna”. Ossia si corregge, si richiama, si ammonisce, perché si è fratelli. Si interviene perché si ama. La correzione non può mai essere una inconscia vendetta o mascherare un istinto di superiorità. Deve stare a cuore unicamente il bene del fratello perciò ci vuole verità e carità insieme. Certe verità scaraventate in faccia in maniera brutale, offensiva, dura, quasi fossero pietre lanciate, possono essere tutto meno che la verità evangelica, che non è mai disgiunta dalla bontà e dal rispetto della persona. Il peccato va denunciato, condannato, ma il peccatore va capito, accolto, perdonato, protetto, soprattutto amato. Quindi occorre fraternità sia nelle intenzioni sia nel modo concreto di correggerci per aiutarci. Il metodo che Gesù ci indica nel Vangelo è un gesto di umiltà sia per chi cerca di correggere che per chi viene corretto, proviamo allora ad esaminare noi stessi sul nostro modo di correggere gli altri e sul modo con cui accettiamo eventuali correzioni di altri: se entrambi i metri corrispondono e corrispondono all’indicazione di Gesù siamo sulla strada giusta. Se usiamo un metro nel correggere e un altro nell’accettare una correzione forse c’è ancora molto egoismo dentro di noi.

 

 

LUNEDI' 8 SETTEMBRE: NATIVITA’ DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ugo di Volterra; Beato Federico Ozanam.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, MARIA, SEI NATA PER FAR NASCERE

 

Hanno detto: «Chi non intende i silenzi, non intende neanche le parole.» (Tommaseo)

Saggezza popolare: L'oscenità non è in chi la dice, ma in chi la pensa.

Un aneddoto: Il Vento e il Sole discutevano animatamente per stabilire chi dei due era il più forte. Si misero d'accordo per considerare vincitore colui che fosse riuscito a togliere di dosso i vestiti ad un viandante che passava in quel momento.

Cominciò il Vento: prese una gran rincorsa e cominciò a soffiare con violenza terribile. Ma più il Vento soffiava, più il viandante si stringeva addosso i vestiti. Anzi, quando il soffio del Vento si fece gelido, l'uomo si avvolse in un altro mantello. Il Vento esausto cedette l'uomo al Sole.

Il Sole cominciò con intiepidire l'aria. Quando l'uomo ebbe deposto il mantello supplementare, sprigionò vampate sempre più forti, finché il viandante, non potendo più resistere al calore, si spogliò del tutto e si tuffò nel fiume a fare il bagno.

Parola di Dio nella festa della Nativita’ di Maria: Mi. 5,1-4 opp. Rom. 8, 28-30; Sal.86; Mt. 1,1-16.18-23

 

Vangelo Mt 1, 1-16. 18-23

Dal Vangelo secondo Matteo

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa "Dio con noi". Parola del Signore

 

“GIACOBBE GENERO' GIUSEPPE, LO SPOSO DI MARIA, DALLA QUALE E' NATO GESÙ CHIAMATO CRISTO”. (Mt. 1,16)

Dio è eterno, in Lui non c’è prima e dopo. Quindi da sempre Dio ha pensato all’incarnazione di suo Figlio, da sempre ha pensato a Maria, come Madre di Gesù. Da sempre ha pensato a ciascuno di noi. Ed eccolo allora, nel tempo, ad intessere la nostra storia dove tutto ha un significato. Maria è stata impastata insieme ad Adamo per accogliere e donarci Gesù, ma è stata impastata anche per noi per essere la nostra Madre che ci porta a Lui. Maria nasce nel tempo ma è eterna nel pensiero di Dio. E la sua maternità dura nel nostro tempo ma per generarci all’eternità. Alcuni anni fa il Papa ci ha ricordato che Dio non solo ci è Padre ma anche Madre e la tenerezza e la maternità di Dio ci sono manifestate attraverso il dono della maternità di Maria. “Madre di Gesù e Madre nostra, lodo Dio che ti ha pensata, intessuta e donata a noi. Tu che hai detto il tuo sì incondizionato, aiuta anche noi con materna pazienza ad entrare con il “sì” quotidiano nel cuore di Colui che ci ama come Padre e come Madre.”

 

 

MARTEDI' 9 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Osanna; San Pietro Claver.

Una scheggia di preghiera:

 

FA', GESU', CHE LA TUA FIDUCIA TROVI IN NOI RISPOSTA.

 

Hanno detto: La Sacra Scrittura è il cartello stradale. Cristo è la strada (S. Kierkegaard)

Saggezza popolare: Per sollevarsi gli aquiloni hanno bisogno di vento contrario e non a favore.

Un aneddoto: Un amico di Ibn-Al-kabchi un giorno gli chiede di mostrargli Dio, quel Dio che si manifesta ai santi durante le loro estasi. -Se Dio vuole — risponde Ibn-Al-Kabchi — te lo farò vedere venerdì. L’uomo, tutto contento, distribuì un silo di grano ai poveri — era molto ricco — e nel giorno fissato incomincia a pregare. In quel momento si bussa alla porta. La domestica va a vedere e torna dicendo al padrone che c’è un mendicante. — Digli di ripassare dopo la mia preghiera — risponde il ricco signore. La giornata trascorre senza avvenimenti di rilievo. Il giorno dopo il ricco signore si lamenta con l’amico: — Io non ho visto Dio, come mi avevi promesso!. Ibn-Al-Kabchi gli risponde:— Ma sì, era il mendicante al quale hai fatto dire di ripassare!

Parola di Dio: 1Cor 6,1-11; Sal 149; Lc 6,12-19

 

Vangelo Lc 6, 12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti. Parola del Signore

 

“NE SCELSE DODICI, AI QUALI DIEDE IL NOME DI APOSTOLI”. (Lc. 6,13)

Il titolo di Apostolo non è esclusivo dei dodici. Anche ogni cristiano è apostolo nella misura in cui serve la missione della Chiesa e testimonia Cristo con la sua vita e la sua parola. Gesù continua a chiamare all’avventura della fede e della sua sequela uomini e donne di ogni razza e condizione. Nessuno è insignificante nel Regno di Dio. Noi che abbiamo ricevuto la testimonianza da altri, dobbiamo non far spegnere la fiaccola della fede per trasmetterla ad altri. Dio si fida di te, ti ha dato questo dono prezioso e chiede a te fedeltà perché le nuove generazioni, anche grazie a te, possano ricevere intatto e fortificato questo dono.

 

 

MERCOLEDI' 10 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agabio di Novara; San Nicola da Tolentino.

Una scheggia di preghiera:

 

QUANDO NON HO NULLA, ALLORA TU PUOI TUTTO.

 

Hanno detto: Cercare Dio, trovarlo e cercarlo ancora: questo è il tema costante della Bibbia. (card. Marty)

Saggezza popolare: Temere l'amore è temere la vita e chi teme la vita è già morto per tre quarti.

Un aneddoto: Un architetto aveva fatto il progetto di una città e, secondo i suoi precisi disegni, erano stati costruiti gli edifici nei loro minimi particolari, le fogne con i loro tombini, le cantine con i loro nascondigli, i canali con tutti i loro cunicoli. Questo architetto, in seguito, fu eletto esattore delle imposte. A quei cittadini che tentavano di nascondere i loro beni per non pagare le tasse, ridendo, diceva:— Non penserete di potermi nascondere qualcosa? La città la conosco nei minimi particolari. Così nessuno di noi può nascondere qualcosa al Signore; nessuno, neppure nel buio, può dire: — Dio, certo, qui non mi vede!

Parola di Dio: 1Cor 7,25-31; Sal 44; Lc 6,20-26

 

Vangelo Lc 6, 20-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: "Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti". Parola del Signore

 

“BEATI VOI POVERI”. (Lc. 6,20)

S. Giacomo nella sua lettera porta un esempio che ci può aiutare a capire nel verso giusto le beatitudini. Dice che se nelle nostre assemblee entra un povero non basta dirgli: “Va in pace con la grazia del Signore”. Gesù quando chiama beati i poveri, i sofferenti, non vuol affatto dire che la povertà, la sofferenza sono benedette in se stesse. Gesù stesso si commuoveva davanti ai malati, li guariva, condivideva la cassa del gruppo degli apostoli con  i più poveri. La povertà e la sofferenza diventano beatitudine se fanno incontrare Dio, se purificano dall’attaccamento alle cose, se aprono ad una prospettiva che va oltre la vita. “Dopo sei mesi di ospedale accanto a mio marito morente, ho gridato nei confronti di Dio... ho forse perso la fede?” mi diceva una signora. Non credo proprio! se no dovremmo strappare almeno una buona metà della Bibbia dove si grida a Dio. Sono convinto che certi gridi che esternamente sembrano quasi bestemmie sono tra le più belle preghiere rivolte al Signore in quanto non avendo più niente, essendo al buio, scarnificati nel corpo e nello spirito si grida a Lui e quindi si afferma che “senza di Lui non possiamo nulla”.

 

 

GIOVEDI' 11 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Emiliano; Sant’Agatone di Scete.

Una scheggia di preghiera:

 

TU CI AMI, SIGNORE, E PROVVEDI AI TUOI AMICI.

 

Hanno detto: Nessuna dottrina inventata dagli uomini potrà mai riscaldare il mondo come quella del Vangelo (J. Montaurier)

Saggezza popolare: Non serve strappare le pagine della vita, basta saper voltar pagina e ricominciare.

Un aneddoto: Disse una volta Rabbi Buman: -Se volessi dare ingegnose interpretazioni della Scrittura, potrei fare bella figura. Ma lo stolto dice ciò che sa, e il saggio sa ciò che dice!

Parola di Dio: 1Cor 8,1b-7.11-13; Sal 138; Lc 6,27-38

 

Vangelo Lc 6, 27-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da  a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio". Parola del Signore

 

“DATE E VI SARÀ DATO”. (Lc 6,38)

Quante volte mi è capitato di sentire lamentele da parte di gente che aveva fatto piaceri a qualcuno, e non aveva ricevuto nulla in contraccambio, nemmeno un grazie! Forse è capitato anche a te. Allora il Vangelo non è vero, quando dice : "Date e vi sarà dato" ? Tu che ne pensi? Io sperimento che Gesù non manca mai di parola; io sperimento costantemente che si riceve molto anche dalla gente, e non solo ingratitudine; infine sperimento che Dio non si fa vincere in generosità. La controprova? Quando hai provato a "chiuderti", o perché offeso o scoraggiato, o deluso.... non hai trovato soddisfazione e gioia, ma ulteriore amarezza. Date e vi sarà dato. E che cosa possiamo dare? Provo ad esemplificare: tempo, soldi, ascolto, servizio, amore (ama per primo), preghiera, vita. Date e vi sarà dato.

 

 

VENERDI' 12 SETTEMBRE: SANTO NOME DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Silvino; San Defendente.

Una scheggia di preghiera:

 

AVVENGA DI ME SECONDO LA TUA PAROLA.

 

Hanno detto: Il Vangelo risponde al bisogno di dare un senso alla mia vita, alla mia sete di speranza, di risurrezione; al desiderio di essere in comunione con l'umanità di cui faccio parte; alla necessità di dare un senso ai miei atti e in particolare al dolore e alla prova. (Priore Leprince Ringuet)

Saggezza popolare: Chi crede di conoscere tutte le risposte, forse non sa interrogarsi.

Un aneddoto: Se uno guarda la vetrata di una cattedrale dall'esterno non vedrà che pezzi di vetro oscuri tenuti insieme da striscie di nero piombo; ma se varca la soglia e la guarda dal di dentro, allora vedrà uno spettacolo di colori e di forme che lascia senza respiro. Così succede con la Chiesa: chi la guarda dall'esterno, con gli occhi del mondo, non vede che lati oscuri e miserie, ma chi la guarda dal di dentro, con gli occhi della fede, vedrà un grande mistero. (P. Raniero Cantalamessa)

Parola di Dio: 1Cor 9,16-19.22b-27; Sal 83; Lc 6,39-42

 

Vangelo Lc 6, 39-42

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: "Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello". Parola del Signore

 

"PUÒ' FORSE UN CIECO GUIDARE UN ALTRO CIECO?" (Lc. 6,39)

Questa frase mi tocca particolarmente ed è anche una frase che mi son sentito citare da persone a cui avevo fatto la proposta di esercitare qualche ministero nella comunità: "Come posso insegnare agli altri quando io ho bisogno di luce, di fede?" E' vero! La Parola di Dio deve prima convertirmi, deve darmi luce se poi io voglio diventare luce per gli altri. Ma il fatto di essere ancora in cammino nella fede e di essere molto debole non deve diventare da parte mia un paravento per nascondermi, per rendermi indisponibile a Dio. Nella mia vita di sacerdote, più vado avanti, più mi rendo conto delle incapacità nell'eseguire bene il mio ministero e più mi vien voglia di fuggire, di nascondermi ma poi mi consolo perché sempre più mi rendo conto che non sono io a salvare, a convertire, a benedire, a confortare, a consacrare, ma è il Signore che nonostante le mie incapacità porta avanti il suo Regno.

 

 

SABATO 13 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Crisostomo; San Maurilio.

Una scheggia di preghiera:SIGNORE,

 

RENDICI TESTIMONI VERITIERI DEL TUO AMORE.

 

Hanno detto: La Chiesa è l'umanità riconciliata con Dio. (sant'Agostino)

Saggezza popolare: Chi dà il buon esempio non ha bisogno di dare buoni consigli.

Un aneddoto: Ad uno dei Riformatori che lo rimproverava di rimanere nella Chiesa Cattolica nonostante la sua corruzione, Erasmo di Rotterdam rispose: "Sopporto questa Chiesa, in attesa che divenga migliore, dal momento che anch'essa è costretta a sopportare me, in attesa che io divenga migliore.

Parola di Dio: 1Cor 10,14-22; Sal 115; Lc 6,43-49

 

Vangelo Lc 6, 43-49

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande". Parola del Signore

 

"PERCHE' MI CHIAMATE: SIGNORE, SIGNORE, E POI NON FATE CIO' CHE VI DICO?" (Lc. 6,46)

Vedendo, specialmente in certe occasioni, le nostre chiese piene di persone che pregano, sentendo tanti che dicono: "Se al mondo fossero tutti cristiani come me, sì che le cose andrebbero meglio" viene da chiedersi come mai ci sia ancora tanto male, tanti odi e discordie, tanta cattiveria. La Parola del Signore di oggi ci fa riflettere: bisogna pregare; nella fede dobbiamo riconoscere che Gesù è Signore, ma poi il mondo ha bisogno di vedere in noi l'agire di Cristo. Se c'è ancora tanta cattiveria e tanto egoismo, allora, non è solo colpa del mondo, dei cattivi.., e anche a causa delle nostre cattive testimonianze o del bene che noi teniamo nascosto per paura, o del  nostro rifugiarci unicamente in una preghiera che maschera la realtà e la nasconde perché se no ci coinvolgerebbe troppo.

 

 

DOMENICA 14 SETTEMBRE: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Tra i santi ricordati oggi: San Cornelio; Santa Placilla.

Una scheggia di preghiera:

 

CROCIFISSO PER AMORE, AIUTACI A PORTARE LE NOSTRE CROCI.

 

Hanno detto: La via della croce non nega ma prepara la gioia della risurrezione (V. Bachelet).

Saggezza popolare: Nessuno sa dove stringono le scarpe se non chi le porta. (prov. Veneto)

Un aneddoto: Un anno fa, in Svizzera, tornavo da Bellinzona insieme a un gruppo di suore dopo una conferenza su san Francesco e santa Chiara. In treno, c’era una delle suore che mi avevano ascoltato. Aveva ottantun anni, e mi raccontava — felice come una bambina — che, dopo decenni di difficoltà a trovare un ruolo, ora è felice e si sente vent’anni perché le hanno concesso di curare un gruppo di bambini orfani, e tutti la «adorano» da come riesce ad amarli ed educarli. In un angolo dello scompartimento c’erano, con noi, un ragazzo e una ragazza dal volto apparentemente truce (o desolato) che ascoltarono tutto senza una parola, tanto che quel silenzio stava per metterci a disagio, la suora e me. Quando lei scese, per un po’ ci fu ancora silenzio. Poi, dalla boscaglia della sua barba di pece, cespugliosa e incolta, il ragazzo uscì, guardandomi negli occhi con uno struggimento che mi fulminò. Mi disse soltanto: «Ho ascoltato il racconto di quella suora li, e voglio dirle una cosa. Come sarebbe stata diversa la mia vita se avessi avuto lei per madre!».

Ho reso l’idea? (N. Fabbretti)

Parola di Dio nella festa dell’esaltazione della Croce: Nm. 21,4-9;Sal.77; Fil 2,6-11; Gv. 3,13-17

 

Vangelo Gv 3, 13-17

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: "Nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna". Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Parola del Signore

 

“E COME MOSE' INNALZO' IL SERPENTE NEL DESERTO, BISOGNA CHE SIA INNALZATO IL FIGLIO DELL’UOMO PERCHE' CHIUNQUE CREDE IN LUI ABBIA LA VITA ETERNA”. (Gv. 3,14-15)

L’albero ha una lunga simbologia nella Bibbia. Nel giardino dell’Eden c’era l’albero del bene e del male che a causa della disobbedienza dell’uomo, produsse il frutto amaro del peccato. La croce è anch’essa un legno, un albero segno del male, della cattiveria dell’uomo che per presunta giustizia uccide l’uomo, ma con  appeso come frutto Gesù, diventa l’albero della salvezza, della liberazione. Ogni mattina, ogni sera, quando facciamo il segno della croce invocando la Trinità, lasciamoci abbracciare dalla croce di Cristo che ci salva per chiedere a Gesù, il Crocifisso risorto, di poter anche noi, dalle croci quotidiane unite alla sua, passare alla vita che dura per sempre e di poter essere frutto dell’albero della vita e dell’amore.

 

 

LUNEDI' 15 SETTEMBRE: BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA

Tra i santi ricordati oggi: San Nicomede; Sant’Emilio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, AIUTO DEGLI INFERMI, PREGA PER NOI.

 

Hanno detto: Accadono cose nella vita che sono come domande. Passano minuti o anni e poi la vita risponde. (Alessandro Baricco)

Saggezza popolare: Con la cavezza si legano i cavalli, con le parole gli uomini. (prov. Veneto)

Un aneddoto: A Colonia, nel convento di S. Pietro, molti, ma molti anni fa, viveva un monaco leggero e poco osservante della Regola. Aveva però tra le altre una bella abitudine: non tralasciava mai le Lodi alla Madonna. Morì così com’era vissuto: tiepido nello spirito, ma con il nome di Maria sulle labbra. Al tribunale di Dio la vide brutta. Molti demoni erano presenti ad accusarlo. Uno diceva: — Io sono il demonio dell’egoismo e costui mi fu spesso amico, preferendo se stesso ai confratelli. Un altro accusava:— Io sono il demonio della superbia: molto ha fatto costui per innalzarsi sugli altri! Un altro ancora:— Io sono il demonio della cupidigia: costui fu gretto di cuore. E così via. Ma per fortuna anche qualche Angelo venne a scusarlo: — Io sono l’Angelo dell’obbedienza: questo monaco più d’una volta mi ha ascoltato, anche con sacrificio. Un altro Angelo attestava: — Io sono l’Angelo della preghiera: moltissime ore costui ha trascorso accanto a me.

Un altro ancora: — Costui ebbe certo molti difetti, ma mai nella sua vita ha parlato male o ha giudicato i confratelli. E così via. Gesù giudice era pensoso, benché S. Pietro, sempre pronto ad intercedere, facesse sentire il rumore delle sue chiavi. Risolse benignamente la questione la Vergine Maria. Lasciò il suo trono e, ricordandosi del suo devoto, senza dir nulla, gli si mise al fianco. Vedendola, Gesù disse:— Per questa volta, neppure il Purgatorio. Entra subito nel Regno del Padre mio!

Parola di Dio nella festa dell’Addolorata: Eb. 5,7-9; Sal. 70; Gv. 19,25-27; Lc. 2,33-35

 

Vangelo Lc 2, 33-35

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima". Parola del Signore

 

“E ANCHE A TE UNA SPADA TRAFIGGERA' L’ ANIMA”. (Lc. 2,35)

Essere madre è uno dei doni più belli che la vita possa dare ad una donna, ma anche uno dei più impegnativi. Pensando oggi a Maria Addolorata, scorrono davanti a me volti conosciuti di mamme. La mamma che ho accompagnato all’obitorio perché il suo bambino di pochi mesi era morto, le mamme addolorate, angosciate, qualche volta disperate che sono venute a piangere i figli drogati che magari le avevano pure picchiate, la vecchietta sola che da anni non vedeva più il suo figlio che abitava a pochi isolati da lei, le mamme preoccupate per la salute fisica o morale dei figli... Una di esse mi diceva: “I figli si partoriscono tante volte nella vita, e sempre nel dolore”. Maria, Tu hai avuto il cuore trafitto dalla stessa lancia che entrava nel petto del cuore di tuo Figlio crocifisso; Tu hai il cuore trafitto per noi, figli affidati a te ai piedi della croce; guarda alle tante sofferenze specialmente delle mamme e consola, rinnova la speranza, trasforma il dolore in grazia: il tuo dolore e il dolore di tante mamme generi ancora vita.

 

 

MARTEDI' 16 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Cipriano; Sant’Eufemia.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI, SIGNORE, DA OGNI FORMA DI MALE.

 

Hanno detto: È meglio essere cristiano senza dirlo che proclamarlo senza esserlo. (Sant'Ignazio)

Saggezza popolare: Non esiste una strada verso la felicità. La felicità è la strada.

Un aneddoto: Diceva il card. G. Colombo: “Noi chiediamo sempre lo Spirito Santo perché lo Spirito Santo ci trasformi in Cristo”. Ma perché lo Spirito Santo non ci trasforma mai in Cristo? “Perché noi siamo come quei monelli che vanno a suonare il campanello e poi scappano”. Noi andiamo a suonare il campanello allo Spirito Santo quando lo invochiamo, ma prima che arrivi tagliamo la corda!

Parola di Dio: 1Cor 12,12-14.27-31a; Sal 99; Lc 7,11-17

 

Vangelo Lc 7, 11-17

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: "Non piangere!". E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: "Giovinetto, dico a te, alzati!". Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: "Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo". La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione. Parola del Signore

 

POI DISSE: “GIOVINETTO, DICO A TE, ALZATI!” (Lc. 7,14)

Questo, come tutti i suoi miracoli, ci dimostra che Gesù è Signore delle forze della natura. Egli vince la morte. Ma direi, soprattutto, che Gesù, nel miracolo della risurrezione del figlio della vedova di Nain, ci indica la sua partecipazione ad ogni evento umano. Dio non è un estraneo alle vicende della nostra vita, non è un semplice spettatore, soffre con noi. “Belle parole, don Franco, ma se gli dispiacciono le nostre sofferenze, perché non interviene? Perché, se si commuove davanti ai bambini che muoiono di fame o di malattia, la sua compassione non si manifesta in salvezza concreta? Gesù ha fatto risorgere il figlio di questa vedova, ma quante mamme piangono senza speranza i propri figli!” Rispondere a queste domande è praticamente impossibile. Di una cosa siamo certi: Dio non interviene continuamente con miracoli per modificare il corso della natura o l’egoismo degli uomini proprio perché rispetta la libertà dell’uomo ma la sua compassione e la sofferenza del Giusto Gesù ci dicono che tutto ha un senso nel cuore di Dio anche se umanamente è difficile da capire.

 

 

MERCOLEDI' 17 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Roberto Bellarmino; Santa Arianna,martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, GRAZIE!

 

Hanno detto: La Bibbia è la carta di navigazione dei singoli e dei popoli. Lì c'è da dove vieni, dove sei e dove vai. (G. La Pira)

Saggezza popolare: Chi pensa che il gioco del lotto venga in suo soccorso, deve aspettare di aver un pelo lungo come quello d’orso (Prov. Veneto)

Un aneddoto: Rabbi Abramo soffriva fin nelle viscere a causa del suo amore per Israele. Un giorno scoppiò in lacrime e pianse per tutta una giornata. Un rabbi amico suo chiese quale fosse il motivo di un così grande lamento:— Perché questo pianto? Non hai più fiducia in Jahvé e nella sua bontà? Il rabbi Abramo, scuro in volto, si rivolse all’amico: — Amico mio, non senti il terribile dolore e le amare persecuzioni che attendono il nostro popolo? Sì, fratello mio, l’avverto. Ma nelle Scritture è detto che Dio manda agli uomini tanto dolore quanto ne possono sopportare. Perché vuoi appesantire i dolori di domani con la tua sofferenza di oggi?

Parola di Dio: 1Cor 12,31 - 13,13; Sal 32; Lc 7,31-35

 

Vangelo Lc 7, 31-35

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: "A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto! E' venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio. E' venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi  figli". Parola del Signore

 

“VI ABBIAMO SUONATO IL FLAUTO E NON AVETE BALLATO; VI ABBIAMO CANTATO UN LAMENTO E NON AVETE PIANTO”. (Lc. 7,32)

Chi parte con il ‘piede sbagliato non è mai contento ed ha sempre qualcosa da brontolare. Gesù ricorda come Dio, in modi diversi ha manifestato il suo amore, ma molti hanno avuto da dire, da sindacare persino sul suo modo di agire. Quando non sappiamo capire e accettare il dono, tutte le scuse sono buone per non essere contenti. Un amico da anni mi dice: non so più come fare con mia suocera: andiamo a trovarla e si lamenta che disturbiamo la sua tranquillità; non andiamo per qualche giorno e tutti i vicini sanno che “dopo tanti sacrifici i giovani pensano solo a divertirsi e abbandonano i vecchi”; le ho dato il bianco in casa e non andava bene, le diamo qualche consiglio sulla salute e “vogliamo farla fuori”; i figli poi non sappiamo allevarli, i soldi non sappiamo amministrarli e se provi a dirle di investire un po’ meglio i suoi, ecco che dice che vogliamo vederla morta in fretta per prenderle l’eredità... Invece di essere brontoloni non sarebbe meglio accogliere con semplicità e umiltà i doni che ci vengono offerti?

 

 

GIOVEDI' 18 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lamberto; San Giovanni Macias.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TI AMO; PERDONA LE NOSTRE COLPE.

 

Hanno detto: Mettiamo freno all'effervescenza dei pensieri che ci angosciano e che salgono dal nostro cuore come acqua in ebollizione, leggendo le Scritture e ruminandole incessantemente...e ne sarete liberati. (San Pacomio)

Saggezza popolare: Chi ha dentro il fuoco manda fuori il fumo. (prov. Veneto)

Un aneddoto: Prima della sua morte il rabbino di Rymanow ripeté più volte tra sé le parole del canto di Mosè: « Adonai è un Dio fedele e senza iniquità ». Poi disse:— Questa è la quintessenza della Santa Scrittura: di sapere cioè che Egli è un Dio fedele e perciò non può volere il male. Gli obiettarono:— Se è così, a che serve tutta la Scrittura? Basterebbe che Dio sul Sinai avesse detto quel solo versetto! La risposta fu: — Nessun uomo può afferrare nel suo vero significato quest’unico versetto, prima d’aver studiato e praticato tutta la Scrittura! (M. BUBER)

Parola di Dio: 1Cor 15,1-11; Sal 117; Lc 7,36-50

 

Vangelo Lc 7, 36-50

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice". Gesù allora gli disse: "Simone, ho una cosa da dirti". Ed egli: "Maestro, dì pure"."Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?". Simone rispose: "Suppongo quello a cui ha condonato di più". Gli disse Gesù: "Hai giudicato bene". E volgendosi verso la donna, disse a Simone: "Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco". Poi disse a lei: "Ti sono perdonati i tuoi peccati". Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: "Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?". Ma egli disse alla donna: "La tua fede ti ha salvata; và in pace!". Parola del Signore

 

"TI SONO PERDONATI I TUOI PECCATI". (Lc.7,48)

E’ facile capire la scena raccontata dalla pagina odierna del vangelo ed è anche comprensibile lo stupore e lo scandalo che essa suscita. Un fariseo, un notabile, una persona religiosa, ha organizzato un pranzo: tutto è pronto, buone portate, invitati accuratamente scelti tra i notabili. Sono tutti curiosi chi per un motivo, chi per un altro di conoscere Gesù e… improvvisamente, fa irruzione in quella casa una prostituta, una "poco di buono". E Gesù, non solo non si scandalizza, ma prende le sue parti e addirittura le dice che è perdonata. Gesù conosce le persone non per quello che appaiono ma riesce a leggere nel cuore e a trovare sempre motivi perché la sua misericordia possa manifestarsi e rigenerare. Noi etichettiamo, giudichiamo, condanniamo secondo i nostri schemi preconcetti. Per Gesù è la persona intera che conta. Gesù non dice che questa donna non ha peccato, anzi, le dice che i suoi peccati sono molti, ma nello stesso tempo riesce a vedere in lei il suo molto amore, ed è proprio in grazia di questo amore che la donna può aprire il suo cuore e quindi ricevere la misericordia di Gesù.

 

 

VENERDI' 19 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gennaro;Sant’Abbone di Metz.

Una scheggia di preghiera:

 

TU CONOSCI IL MIO NOME DALL'ETERNITA'

 

Hanno detto:

Mi è accaduto molte volte di non sapere che partito prendere. Allora mi sono rivolto al Nuovo Testamento e nel suo messaggio ho attinto forza. (Ghandi)

Saggezza popolare: A questo mondo bisogna adattarsi o arrabbiarsi o disperarsi. (prov. Veneto)

Un aneddoto: Un pagano andò dal severo rabbi Shammai e gli disse: — Sono pronto a convertirmi alla religione degli Ebrei, se mi riassumerai tutta la Legge nel breve tempo, in cui sarò capace di stare diritto su un solo piede. Shammai vide nella richiesta un insulto alla ricchezza della Parola divina, che comprende 365 precetti negativi, come i giorni dell’anno, e 248 precetti positivi, come —pensavano allora — le ossa del corpo umano; e decisamente respinse il presuntuoso allievo. Questi però non si perse d’animo e andò a bussare alla porta del mite rabbi Hillel. Il maestro lo stette ad ascoltare, lo fece drizzare su un piede solo e disse: — Non fare ad altri ciò che non vorresti fosse fatto a te! In questo comando è riassunto tutta la Legge dell’Alleanza. Il resto è solo spiegazione. E concluse: — Ora puoi mettere giù il piede e camminare con Dio!

Parola di Dio: 1Cor 15,12-20; Sal 16; Lc 8,1-3

 

Vangelo Lc 8, 1-3

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni. Parola del Signore

 

“C’ERANO CON LUI I DODICI E ALCUNE DONNE”. (Lc. 8,2)

Gesù è un Maestro che è venuto per tutti. Non ha paura di scandalizzare per arrivare a tutti. Insieme agli apostoli ci sono le donne. Non dimentichiamo che i rabbini dell’epoca escludevano le donne dal cerchio dei loro discepoli. Non dimentichiamo che secondo l’organizzazione del giudaismo di quel tempo, le donne facevano appena parte della comunità: esse potevano partecipare al culto della sinagoga, ma non ne erano obbligate. Gesù, invece, non fa distinzioni tra uomini e donne, accetta il loro aiuto, risorto apparirà prima di tutti alle donne. Oggi si parla molto di parità ma con dei grossi rischi, che essa sia solo una conquista di potere con la perdita dei ruoli o che essa sia solo una serie di parole che lasciano però uguale la mentalità classista e maschilista. Gesù rispetta i ruoli, i compiti, le caratteristiche, ma dice che ognuno, uomo o donna, ricco o povero è figlio di Dio, tempio dello Spirito, capace di annunciare e testimoniare il Regno.

 

 

SABATO 20 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Kim,Paolo Chong e compagni; Santa Susanna.

Una scheggia di preghiera:

 

TUO E' IL REGNO, TUA LA POTENZA E LA GLORIA NEI SECOLI.

 

Hanno detto: Perché la Chiesa va lenta nell'evangelizzazione, nella difesa dei poveri e in tante altre cose? Perché porta sulle spalle noi che siamo ancora pieni di zavorra di peccato. I figli accusano la madre di essere piena di rughe e queste rughe sono proprio essi che gliele hanno procurate. La Chiesa sarebbe senza macchia, se non avesse noi. (P. Raniero Cantalamessa)

Saggezza popolare: "Nascere uomo su questa terra è un incarico sacro. Abbiamo una responsabilità sacra, dovuta a questo dono eccezionale che ci è stato fatto, ben al di sopra del dono meraviglioso che è la vita delle piante, dei pesci, dei boschi, degli uccelli e di tutte le creature che vivono sulla terra. Noi siamo in grado di prenderci cura di loro". (Saggezza Indiani d’America)

Un aneddoto: Quando a Roma i cristiani ebbero costruito le loro chiese, s’accorse San Giovanni che il Verbo era senza chiesa e andò da Gesù per farglielo notare.

— Hai ragione — disse Gesù. E chiamò Simon Pietro, che era gran costruttore, e gli ordinò di cominciare. Si rallegrò Simon Pietro, ma subito si spaventò, perché s’accorse di non sapere con che cosa l’avrebbe fatta. Chiamò allora San Matteo e San Matteo gli portò le pietre. — Il resto — gli disse — domandalo a San Marco. San Marco gli portò la calce. — Non ha altro da darmi? Il resto domandalo a San Luca e San Giovanni. San Luca gli portò le colonne per le navate e San Giovanni i marmi per l’altare e l’oro pel tabernacolo. Vide d’aver il più bel materiale che mai si fosse veduto al mondo e si mise tutto allegro all’opera Simone Pietro. Ma il tempo passava, le forze gli mancavano e ne aveva gettate appena le prime fondamenta. Allora si rivolse al Cristo Gesù: — Signore, dammi vita a poter continuare.

Lascia ogni cosa così come sta e vieni su a raggiungermi — gli rispose Gesù —. Sappi infatti che ciascun uomo che passi accanto a questa chiesa, aggiungerà la sua pietra al muro e il suo mestolo di calce, e ciascuna generazione d’uomini solleverà la sua colonna. (M. POMILIO, Il Quinto Evangelio)

Parola di Dio: 1Cor 15,35-37.42-49; Sal 55; Lc 8,4-15

 

Vangelo Lc 8, 4-15

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, disse con una parabola: "Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto". Detto questo, esclamò: "Chi ha orecchi per intendere, intenda!". I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. Ed egli disse: "A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano. Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza". Parola del Signore

 

“USCI' IL SEMINATORE A SEMINARE...”. (Lc. 8,5)

Ogni tanto mi fermo a fare un po’ di bilancio dei miei anni di sacerdozio e, se guardo ai risultati, mi trovo deluso: nessuna conversione clamorosa, tanti apparenti insuccessi... Anche alcuni genitori provano questa esperienza:  “Ho fatto tutto per mio figlio ma quale risultato ho ottenuto?” Mi consola il pensare che anche il ministero di Gesù non ha avuto un successo immediato: ai piedi della croce ci sono solo Maria, qualche pia donna e Giovanni e l’unico vero frutto è un ladro che in extremis si converte. La conclusione, allora, è proprio solo quella della parabola del seminatore che meditiamo oggi: bisogna seminare, e abbondantemente, e su ogni terreno... il frutto non sta a noi né giudicarlo, né raccoglierlo.

 

 

DOMENICA 21 SETTEMBRE: 25^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Matteo; San Gerolfo.

Una scheggia di preghiera:

 

OGNI UOMO E' PREZIOSO AI TUOI OCCHI.

 

Hanno detto: Non rinnoveremo la Chiesa rinnovando gli altri, ma rinnovando noi stessi. (V. Bachelet)

Saggezza popolare: «Se lo stomaco è pieno è facile proporsi di digiunare.»

Un aneddoto: Se domandi all’avidità: — Chi è tuo padre?risponde: Il dubbio circa quel che Dio ha destinato. Qual è il tuo mestiere?  Guadagnarmi il disprezzo di tutti. Qual è il tuo fine?  Restare priva di tutto e di tutti.

Parola di Dio: Is 55,6-9; Sal 144; Fil 1,20c-24.27a; Mt 20,1-16

 

Vangelo Mt 20, 1-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dá  loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi". Parola del Signore

 

“SEI INVIDIOSO, PERCHE' IO SONO BUONO?” (Mt. 20,15)

La logica di Dio non è la nostra. La parabola degli operai che ricevono lo stesso salario per un diverso numero di ore di lavoro mette in luce proprio questo. Per noi la salvezza è una ricompensa per ciò che abbiamo fatto, per Dio è il dono della sua grazia. Lui è preoccupato di una cosa sola: fare in modo che tutti prima o poi, in un modo o nell’altro, giungano a lavorare per Lui. invece di provare gelosia per coloro che ricevono questo dono, dovremmo invece provar gioia e rendere grazie per l’infinita bontà di Dio.

 

 

LUNEDI' 22 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Maurizio; San Costanzo; Sant’Ignazio da Santhià.

Una scheggia di preghiera:

 

LA LUCE DI CRISTO ILLUMINI LA VIA.

 

Hanno detto: Dio non permetterebbe mai il male se non fosse abbastanza potente per trarne un bene. (Sant'Agostino)

Saggezza popolare: «Se l'invidia potesse guardare fissamente il sole non ne vedrebbe che le macchie.»

Un aneddoto: Zaid al-Qai ispirava tale venerazione da commuovere chi lo vedeva. Con i due fratelli aveva diviso la notte in tre parti; il primo turno di preghiere e litanie era suo, poi andava dal fratello, lo tirava per un piede e vedendo che non si alzava per pigrizia gli diceva: «Dormi pure, veglierò io per te!». Andava poi dal secondo fratello, gli diceva, «Alzati!», lo vedeva pigro, diceva: «Dormi anche tu, veglierò io», e così vegliava la notte intera.

Parola di Dio: Pr 3,27-35; Sal 14; Lc 8,16-18

 

Vangelo Lc 8, 16-18

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse alla folla:"Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere". Parola del Signore

 

“NESSUNO ACCENDE UNA LAMPADA E LA PONE SOTTO IL LETTO”. (Lc. 8,16)

Gesù è la luce del mondo. E’ venuto per illuminarci ma anche per chiederci di portare la sua luce al mondo. lo non sono la luce ma devo far riflettere la luce di Cristo. A questo punto mi domando: gli altri, vedendo il mio modo di agire, quale volto di Cristo vedono? La mia carità, la mia accoglienza del prossimo, il mio amore alla giustizia e alla verità, il mio perdonare... sono quelli di Cristo? I Santi sono coloro che maggiormente hanno manifestato la luce di Cristo. Essi ci aiutano a toccare con mano la presenza del Dio-Amore in una società  che decreta la sua morte, additano sentieri di luce, di giustizia, di libertà ai tanti prigionieri della colpa e dell’egoismo; turbano i mediocri, i scuotono gli indifferenti, svegliano i  dormienti, condannano i disertori, gridano agli uomini di ogni tempo che solo  l’amore è la sorgente vera della gioia e della vita.

 

 

MARTEDI' 23 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pio da Pietralcina; San Lino.

Una scheggia di preghiera:

 

EUCARISTIA, DOLCE SOSTENTAMENTO PER CIASCUNO.

 

Hanno detto: I cristiani non devono vendere il pane, ma il lievito. (M. de Unamuno)

Saggezza popolare: «Piangere sul proprio dolore è come annaffiarlo.»

Un aneddoto: Era un soldato della Legione di Tito. Agli ordini di questo comandante aveva marciato per tutte le strade dell’Impero romano e oltre. Aveva molto coraggio, ma, quando la paura della morte entrava nel suo cuore, invocava tutti gli dei. Si era prostrato davanti agli idoli dei romani e dei greci; ora s’inginocchiava davanti agli dei dei popoli d’Oriente. I templi — pensava — sono la casa del dio. Ogni dio viene rappresentato in una statua: figure di uomini, di animali e di creature. Finalmente nell’anno 70 con Tito marciava verso Gerusalemme. Nella Palestina non trovò nessun tempio: solo luoghi sacri di convegno, chiamati: sinagoghe. Come mai? La gente rispondeva: — Unico è il nostro tempio, perché unico è il nostro Dio e si trova a Gerusalemme. Dopo il lungo assedio intorno a questa città santa, s’irrompe finalmente e si può contemplare da vicino il maestoso e imponente tempio, costruito dal re Erode, una delle sette meraviglie del mondo, il cuore misterioso della religione ebraica, di cui si parlava in ogni costa del Mediterraneo. Ora il soldato di Pompeo può finalmente vedere il dio degli Ebrei! Si entra nel luogo più sacro del tempio. Delusione! C’è solo buio profondo. S’accendono fiaccole. La grande stanza cubica, chiamata il Santo dei Santi, è vuota e spoglia. E la statua del dio? Forse l’avranno portata via e nascosta. Il soldato allora ferma con forza un sacerdote, lo fa prigioniero. Gli domanda:— Dove avete messo il vostro dio? Dove avete nascosto la statua d’oro? Il sacerdote, solenne, risponde: — JHWH, il Signore del cielo e della terra, è troppo grande, per essere racchiuso in un tempio; è troppo misterioso, per essere visto; è troppo santo, per essere raffigurato in una statua. E troppo vivo e fedele, per rimanere qui: egli viene con noi prigionieri in tutte le parti del mondo.

Parola di Dio: Pr 21,1-6.10-13; Sal 118; Lc 8,19-21

 

Vangelo Lc 8, 19-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, andarono a trovare Gesù la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: "Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti". Ma egli rispose: "Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica". Parola del Signore

 

“ANDARONO A TROVARE GESU' LA MADRE E I FRATELLI, MA NON POTEVANO AVVICINARLO A CAUSA DELLA FOLLA”. (Lc. 8,19)

Gesù, Colui che si farà Pane per noi, nella sua vita terrena “si fa mangiare dalla folla”. Molti, per molti motivi diversi, vanno da Gesù e Lui li accoglie tutti. Ma c’è talmente tanta gente che neanche Maria, sua Madre, riesce ad avvicinarlo. Mi piace questa Madre del Figlio di Dio che si mette in coda con tutti quelli che vanno da Gesù, non fa valere le sue prerogative. Maria segue Gesù da lontano, non interferisce, chiede permesso per poter parlare con suo Figlio. E Gesù loda sua Madre, non per il merito di averlo generato, ma per il fatto che ascolta con umiltà e mette in pratica la sua parola. Quanto avrebbero da imparare da Maria certe mamme tutt’altro che discrete nei confronti dei figli sposati o certi cristiani che hanno sempre da insegnare a tutti, al parroco, al vescovo, al papa, o altri cristiani che si impongono senza alcuna attenzione ad altri, si mascherano da persone pie e vorrebbero che gli altri fossero a loro misura. Chiediamo a Maria che ci aiuti ad essere discreti nei confronti degli altri, a bussare e non a sfondare le porte, ad ascoltare piuttosto che avere sempre da dire, a rincuorare piuttosto che stroncare.

 

 

MERCOLEDI' 24 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Stefania, San Gerardo di Casnad.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI SIGNORE DAL MALE IN TUTTE LE SUE FORME.

 

Hanno detto: Il cristianesimo presenta quelle strane contraddizioni che sono proprie delle cose vere. (C.S. Lewis).

Saggezza popolare: «Per le persone mediocri la solitudine è un carcere, ma per il saggio è un regno».

Un aneddoto: Vennero a contrasto la ricchezza e la povertà. Disse la ricchezza: — Io sono una qualità di Dio; tu, miserabile, chi sei? Rispose la povertà: — Se non fosse per la qualità mia, non si distinguerebbe la qualità tua e di Dio.

Parola di Dio: Pr 30,5-9; Sal 118; Lc 9,1-6

 

Vangelo Lc 9, 1-6

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demoni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: "Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi". Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni. Parola del Signore

 

“DIEDE LORO IL POTERE E AUTORITA' SU TUTTI I DEMONI E DI CURARE LE MALATTIE’’. (Luca 9,1)

I segni del Regno sono sintetizzati nel guarire le malattie e nell’avere autorità sui demoni. Ma come si possono tradurre oggi questi segni? Una anziana immobilizzata, dolorante che per lunghi anni ha peregrinato da un ospedale all’altro, mi diceva: “Tutti i giorni prego per i medici e per gli infermieri perché il Signore aiuti gli uni a trovare le medicine giuste e gli uni e gli altri a voler bene ai malati”. Il potere di amare i malati, di con-patire con loro l’abbiamo ancora anche noi. E quel di cacciare i demoni in che cosa consiste? Non tanto nell’essere esorcisti, quanto piuttosto nell’affermare al mondo con i fatti che il bene può ancora avere il sopravvento sul male, che l’amore anche se bastonato, è più forte dell’odio, che può esistere un perdono vero e totale.

 

 

GIOVEDI' 25 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa Coudrec; San Domenico in Soriano.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RAFFORZA LA NOSTRA FEDE.

 

Hanno detto: Perché la morale cristiana ce l'ha tanto con i vizi e le cattive abitudini? Essenzialmente per questo: perché sono delle schiavitù, perché, attentando alla libertà dell'uomo, attentano alla sua dignità. (P. Claudel).

Saggezza popolare: «Non tiri sassi chi ha tetti di vetro».

Un aneddoto: Preparandosi Gesù ad ascendere al cielo, chiamò a sé San Giovanni e gli consegnò un nuovo Vangelo con le sue ultime meravigliose rivelazioni. Gli disse però: Non morirai e non salirai con me in cielo fin quando non trovi persona degna a cui affidarlo. Sembrò a San Giovanni che soltanto tra i preti troverebbe persona degna di custodire un tal vangelo, o comunque capace d’intendere qual gran tesoro le venisse affidato. Ma tra costoro per molti anni vanamente andò cercando. Finalmente San Giacomo, che era suo fratello, impietositosi di lui, al vederlo vecchio e stanco, decise d’apparirgli in sogno. E in sogno lo avvertì: Finché cerchi tra i preti, difficilmente troverai la persona a cui affidare il nuovo Vangelo di Gesù.

Parola di Dio: Qo 1,2-11; Sal 89; Lc 9,7-9

 

Vangelo Lc 9, 7-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il tetrarca Erode sentì parlare di tutto ciò che accadeva e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: "Giovanni è risuscitato dai morti", altri: "E' apparso Elia", e altri ancora: "E' risorto uno degli antichi profeti". Ma Erode diceva: "Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?". E cercava di vederlo. Parola del Signore

 

“ERODE SENTI' PARLARE DI TUTTO CIO' CHE ACCADEVA E DICEVA: “CHI E' DUNQUE COSTUI DEL QUALE SENTO DIRE TALI COSE?” (Lc. 9,7.9)

Come è difficile capire i segni di Dio per chi è attaccato alle realtà terrene. Erode aveva avuto modo di vedere i segni di Dio. Giovanni il Battista gli aveva parlato a nome di Dio e lui lo aveva fatto uccidere; ora sente parlare di Gesù, dei suoi miracoli ma questo suscita in lui soltanto curiosità. Erode, mi sembra il prototipo di molti, oggi, davanti al religioso. C’è molta curiosità: i giornali e le televisioni danno spazio a notizie religiose ma molto spesso a quelle esteriori: fanno notizia le Madonne che piangono, gli esorcisti, il comportamento dei preti, le sette più fantastiche... ma tutto si ferma alla superficie. Nei vari salotti televisivi si parla di fede, si fanno statistiche, si discute di sesso degli angeli ma in maniera asettica, senza alcun coinvolgimento, e quando raramente qualcuno ha il coraggio di professare la fede lo si guarda come ad una mosca bianca e si glissa subito passando ad altro argomento. Non c’è da stupirsi se questi vari Erode al momento buono arriveranno a condannare Gesù.

 

 

VENERDI' 26 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Cosma e Damiano;Sant’Eusebio di Verona.

Una scheggia di preghiera:

 

DONAMI, SIGNORE, DI ESSERE NELLA TUA VOLONTA'

 

Hanno detto: Il cristianesimo è strano. Ordina all'uomo di riconoscersi vile e abominevole, e gli ordina di voler essere simile a Dio. Senza un tal contrappeso, quella elevazione lo renderebbe orribilmente superbo, oppure quell'abbassamento lo renderebbe terribilmente abietto. (B. Pascal)

Saggezza popolare:

«Non preoccuparti della critica. Se non è vera, ignorala; se è ingiusta evita di irritarti; se è ignorante, sorridi; se è giustificata, impara da essa.»

Un aneddoto: Filippo Neri era fatto per intendersi con personaggi allegri, burloni e bizzarri come lui. Con Felice l'abruzzese, ad esempio, andava d'accordo ch' era un incanto. Questi era un frate laico cappuccino, rustico e angelico al punto da diventare  poi il primo santo dell'Ordine. Piccolo, forte, grezzo, era stato bovaro e ora era incaricato della cerca. Raccoglieva e distribuiva, girando sempre sprizzante di letizia per la Roma cinquecentesca, e quando incontrava Padre Filippo, si scambiavano allegramente «falsi malauguri». Diceva il fiorentino: «Quand'è che ti vedrò bruciare?». E la risposta arrivava in abruzzese romanesco: «Te pozzino!» (è sottinteso «ammazzà»)  Un giorno si sfidarono davanti a una piccola folla che si era radunata lì per lì. «Adesso vedrò se tu sé mortificato!», disse Felice porgendo a Pippo bono una fiasca di vino. Pippo si attaccò alla fiasca e bevve tra le risa divertite della gente. Ma poi disse: «Adesso vediamo se sé mortificato tu!». E ficcò in testa al questuante il suo cappellone da prete, obbligandolo a continuare la cerca cosi: l'uno con la fiasca in mano, l'altro col cappellone in testa. E che spettacolo! Ma la stima reciproca era grande: quella volta che Felice s'inginocchiò per essere benedetto da Padre Filippo, questi non volle farlo: gli s'inginocchiò accanto e restarono a lungo a pregare, cosi.

Parola di Dio: Qo 3,1-11; Sal 143; Lc 9,18-22

 

Vangelo Lc 9, 18-22

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: "Chi sono io secondo la gente?". Essi risposero: "Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto". Allora domandò: "Ma voi chi dite che io sia?". Pietro, prendendo la parola, rispose: "Il Cristo di Dio". Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. "Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno". Parola del Signore

 

“MENTRE SI TROVAVA IN UN LUOGO APPARTATO A PREGARE, I DISCEPOLI ERANO CON LUI”. (Lc. 9,18)

Gesù, prima di ogni evento importante nella sua vita o in quella degli apostoli, si mette in preghiera e chiede ai suoi amici di pregare con Lui. Nel caso del Vangelo di oggi, prima di chiedere loro: “Voi chi dite che io sia?”, una domanda fondamentale, Gesù desidera che essi siano guidati dallo Spirito. La preghiera, infatti, non è soltanto dire delle parole a Dio, è entrare in comunione con Lui, è abbandonarsi con fiducia e accettare l’opera dello Spirito in noi. Infatti è solo con lo Spirito di Gesù che noi possiamo arrivare a dire: “Gesù è Signore”. Se prima di ogni azione o di ogni scelta importante della nostra vita imparassimo a incontrare Dio, non tanto perché con una serie di preghiere Lui ci risolve i problemi, quanto per lasciarci guidare dallo Spirito nella sua volontà, allora saremmo più sereni, più attenti, più propositivi nel nostro agire. Ricordo che da ragazzo, prima della scuola, dello studio, del mangiare, del gioco ci facevano fare una preghiera. Io, forse, non capivo il perché, ma oggi mi rendo conto che se avessi messo nelle mani di Dio certe mie azioni, prima di affrontarle con le sole mie forze, forse avrei combinato molti meno guai.

 

 

SABATO 27 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Vincenzo de Paoli; Sant’Adolfo.

Una scheggia di preghiera:

 

REGGI CON NOI, GESU' LE NOSTRE FATICHE: TRASFORMALE IN AMORE!

 

Hanno detto: La prima parte della Bibbia è scritta come se gli autori ne avessero letta la seconda. L'Antico Testamento è uno specchio, dentro vi è un volto: quello di Cristo. (J. Green).

Saggezza popolare: Non accontentarti dell'orizzonte, cerca l'infinito.

Un aneddoto: San Francesco di Sales, Vescovo di Ginevra, diceva: «Per credere a una cattiva azione altrui, non mi bastano cento testimoni; mentre per accettarne una buona mi è sufficiente una parola sola». Voleva vedere il lato buono in tutte le cose; era tuttavia un tipo focoso, e quando c'era di mezzo qualcosa che non gli garbava, tuonava anche dal pulpito. Una volta un gentiluomo, sentendosi offeso durante una di queste prediche, corse sotto le finestre del palazzo vescovile a fare un tale pandemonio che si radunò una piccola folla. Il vescovo, zitto. «Esagera», gli dissero i benpensanti. «Essere buoni va bene, ma questo è troppo. Lei non può permetterlo». Il vescovo sorrise, infine spiegò: «Ringrazio Dio di essere riuscito a tacere. lo e la mia lingua abbiamo fatto un patto: quando il mio cuore è agitato, essa deve tacere; può parlare solo quando sono perfettamente tranquillo. E vi assicuro che in quel momento, tranquillo non ero proprio».

Parola di Dio: Zc. 2,5-9.14-15; Cantico da Ger. 31,10-13; Lc. 9,43-45

 

Vangelo Lc 9, 44-45

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre tutti erano pieni di meraviglia per tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: "Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini". Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento. Parola del Signore

 

“METTETEVI BENE IN MENTE QUESTE PAROLE: IL FIGLIO DELL’UOMO STA PER ESSERE CONSEGNATO IN MANO DEGLI UOMINI”. (Lc. 9,44)

Se abbiamo incontrato Cristo e abbiamo deciso di seguirlo, non facciamoci illusioni su di Lui: Cristo passa attraverso la croce. Gli Apostoli pensavano di poter dribblare la croce. Pensavano di potersi “sedere alla destra e alla sinistra di Gesù” nel suo Regno glorioso senza doverlo seguire prima sulla collinetta del Calvario. E anche noi vorremmo arrivare ai misteri gloriosi senza passare da quelli dolorosi. Gesù deve essere consegnato nelle mani degli uomini e tu se sei un uomo che opera la pace preparati a sostenere la guerra che qualcuno ti farà, se vuoi imitare Gesù nel perdono preparati a non essere capito, se vuoi affermare la gioia della fede preparati al sorriso di commiserazione; è lo scotto inevitabile che bisogna pagare, ma come per Cristo anche per te, dalla apparente vittoria delle tenebre, uscirà vittoriosa la luce.

 

 

DOMENICA 28 SETTEMBRE: 26^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Venceslao; San Lorenzo Ruiz e compagni.

Una scheggia di preghiera:

 

FA' CHE PROVIAMO QUANTO E' BELLO SERVIRTI.

 

Hanno detto: Abbiamo bisogno della Risurrezione e della Trasfigurazione per comprendere davvero quello che è il corpo umano. (R. Guardini)

Saggezza popolare: «L'esperienza è un ombrello disponibile quando ha smesso di piovere».

Un aneddoto: Don Orione viaggiava spesso, e in Roma aveva il domicilio in via delle Sette Sale, dove erano ospitati una trentina dei suoi giovani. Aveva già diversi amici e benefattori, e si sa che la beneficenza esige riconoscenza: qualche volta bisogna fare e ricevere visite, mostrando buon viso a cattivo gioco, pur senza ipocrisia. Ma quando si è arguti e di lingua sciolta, qualche impertinenza sfugge. Una sera, a cena, si mangiava e si parlava allegramente; uno dei più attenti e disinvolti fra i giovani si accorse che don Orione faceva solo atto di presenza e gli chiese: «Signor direttore, non mangia?». «Eh, no, caro mio! Mangerò, mangerò! Questa sera sono invitato a digiunare in casa di amici!».

Parola di Dio: Ez 18,25-28; Sal 24; Fil 2,1-11; Mt 21,28-32

 

Vangelo Mt 21, 28-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: "Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?". Dicono: "L'ultimo". E Gesù disse loro: "In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. E' venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli". Parola del Signore

 

“IL PADRE GLI DISSE: FIGLIO VA’ OGGI A LAVORARE NELLA MIA VIGNA. ED EGLI RISPOSE: NON NE HO VOGLIA. MA POI, PENTITOSI, CI ANDO'”. (Mt. 21,28-30)

In certi momenti è bello ed entusiasmante seguire Gesù. Ma a volte sopraggiungono periodi di buio, di “stanca. Piegare la schiena, obbedire, lavorare sempre nella stessa vigna, non vedere subito i risultati ci fa perdere l’entusiasmo. “Signore, so che dovrei fare così, ma non ne ho voglia. Sono stanco. Perché proprio a me? Manda un altro! Potrei andare a trovare quel malato, potrei dare una mano in casa, potrei dedicare più tempo alla preghiera, ma ho altro da fare di più interessante. E poi, andare nella vigna del Signore significa “perdonare settanta volte sette”, “prendere la croce”, “porgere l’altra guancia”... Signore non ne ho voglia!”. Non spaventiamoci dei nostri “no” istintivi. Fuggire il difficile, la prova, è naturale! Ma poi, ripensiamoci, entriamo in noi stessi: “Signore, non ne ho voglia, ma questa mattina ti ho detto: Sia fatta la tua volontà! Non ne ho voglia ma Tu, senza averne voglia hai accettato di morire in croce per me! E poi, quella “vigna” in cui mi mandi a lavorare è la mia eredità!”.

 

 

LUNEDI' 29 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele

Una scheggia di preghiera:

 

SANTI ANGELI DI DIO PROTEGGETE LA CHIESA DAL MALIGNO.

 

Hanno detto: «Ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato a qualunque altro uomo». (Che Guevara)

Saggezza popolare: L'asino si accorge di aver perso la coda solo quando arrivano le mosche.

Un aneddoto: I pettegolezzi sembrano cosette da nulla, ma non di rado producono danni incalcolabili. Don Cafasso diceva: «Vi piacerebbe che gli altri parlassero delle vostre faccende, come voi parlate delle faccende del prossimo? Il pettegolezzo è come il contagio che provoca il grido di un'oca: tutte le altre oche sentono e tengono bordone».

Parola di Dio nella festa dei Santi Arcangeli: Dn. 7,9-10.13-14 opp. Ap. 12.7-12; Sal 137; Gv. 1,47-51

 

Vangelo Gv 1, 47-51

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico". Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!". Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". Parola del Signore

 

“VEDRETE IL CIELO APERTO E GLI ANGELI DI DIO SALIRE E SCENDERE SUL FIGLIO DELL’UOMO”. (Gv. 1,51)

Qualcuno potrà forse dirmi che sono infantile, ma io considero i tre Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele, preziosi amici del cammino verso Dio, e quasi tutte le mattine li invoco per la giornata. Invoco Gabriele perché porti a me nella giornata, la buona notizia del Vangelo e mi doni la semplicità e fedeltà di Maria per accoglierla, meditarla e metterla in pratica, lo invoco anche perché accompagni i missionari, i sacerdoti, i catechisti, i testimoni affinché continuino a portare al mondo la buona notizia di Gesù. Invoco Raffaele perché mi prenda per mano e mi accompagni nel cammino della giornata, mi aiuti a districarmi in mezzo ai problemi che incontrerò, mi tenga quando incespico, mi rincuori quando non ho voglia di camminare per le strade del Vangelo. Invoco Michele, che ha ricevuto da Dio il compito di combattere e vincere il diavolo e il male, perché mi faccia scudo e mi difenda nelle tentazioni, perché addestri le mie mani e la mia volontà a combattere ogni forma di male che incontrerò. Dite pure che sarà infantile, ma io mi sento in buone mani.

 

 

MARTEDI' 30 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo; Sant’Amato di Nusco.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, MISERICORDIA PER ME E PER OGNI UOMO.

 

Hanno detto:

«L'avarizia in età avanzata è insensata: cosa c'è di più assurdo che accumulare provviste per il viaggio quando siamo prossimi alla meta?» (Cicerone)

Saggezza popolare: Chiedere può essere la vergogna di un minuto, non chiedere può essere il rimpianto di una vita.

Un aneddoto: La vita di sant'Andrea di Avellino rifulge specialmente nella carità. «Mi fosse così facile digiunare come mi è facile  perdonare!», diceva ridendo. E a un tizio che gli usò villania, sinceramente disse: «lo ho sempre pregato per te; ma da oggi mi obblighi a non scordarti mai più in vita mia!».

Parola di Dio: Gb 3,1-3.11-17.20-23; Sal 87; Lc 9,51-56

 

Vangelo Lc 9, 51-56

Dal vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: "Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?". Ma Gesù si voltò e li rimproverò. E si avviarono verso un altro villaggio. Parola del Signore

 

“SIGNORE, VUOI CHE DICIAMO CHE SCENDA UN FUOCO DAL CIELO E LI CONSUMI?”. (Lc. 9,54)

Quando ci si sente troppo sicuri, quando la missione perde il suo scopo di servizio e scade nella logica del potere umano, ecco che viene la tentazione di invocare i fulmini di Dio sui cattivi o su coloro che non la pensano come noi: pensate agli integralismi, alle guerre di religione o anche alle divisioni all’interno delle nostre comunità cristiane dove, a volte, si lanciano anatemi o si creano divisioni solo perché si fa capo a gruppi diversi. E’ il solito peccato: vogliamo risolvere le cose a modo nostro. Ci mettiamo al posto di Dio e, magari inconsciamente, pensiamo di fare meglio di Lui. Se invece di lanciare fulmini guardassimo di più al Dio “paziente e misericordioso, lento all'ira e pieno di grazia”, “che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi”, a Colui che “è venuto non per condannare ma per salvare”, scopriremo la meraviglia e la gioia del perdono che ci è stato accordato e in esso troveremo la forza non solo di non farci giudici degli altri, ma di essere capaci a nostra volta di misericordia.

     
     

 

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