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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

AGOSTO 2014

 

VENERDI' 1 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori; San Giovanni da Rieti, San Leo.

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDI TU, SIGNORE, LA GUIDA DELLA MIA VITA.

 

Hanno detto: Chi crede non è mai solo, non lo è nella vita e neanche nella morte. (Giovanni Paolo II)

Saggezza popolare: È inutile temere, ciò che non si può evitare. (Proverbio Latino)

Un aneddoto: Aleksandr Solgenicyn nel suo 'Divisione cancro' ha una pagina memorabile. Quando il protagonista, malato di tumore, finalmente guarisce, esce dall'ospedale e si ferma stupefatto di fronte a un albicocco in fiore. L'aveva visto tante volte dalle finestre della camerata, ma ora quell'albero, coi fiori luccicanti di rugiada, egli lo guarda in modo nuovo e la commozione dell'esistenza di quel semplice albero lo fa sentire come se fosse il primo uomo il primo giorno della creazione.

Parola di Dio: Ger 26,1-9; Sal 68; Mt 13,54-58

 

Vangelo Mt 13, 54-58

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: "Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?". E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua". E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità. Parola del Signore

 

"E NON FECE MOLTI MIRACOLI A CAUSA DELLA LORO INCREDULITA'". (Mt. 13,58)

Gesù sperimenta in vita quella che è anche una delle esperienze più dure del nostro cammino: voler amare, donare e trovarsi davanti ad un muro di incomprensione, di rifiuto. Gesù ama i Nazaretani, è cresciuto in quella città, li conosce uno per uno per nome, eppure essi non vedono in Lui che il figlio del carpentiere, anzi sono gelosi che Lui abbia fatto miracoli altrove. Il pensare di possedere Gesù spesso impedisce a Gesù di operare come vuole. Quando noi andiamo avanti a base di schemi, di definizioni, di teologie usate come spade per ferire, in fondo non facciamo altro che dimostrare la nostra incredulità e impediamo a Gesù la strada per arrivare al nostro e all'altrui cuore.

 

 

SABATO 2 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Eusebio di Vercelli; San Pietro Giuliano Eymard.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SANGUE DEI TUOI MARTIRI SOSTENGA LA NOSTRA FEDE.

 

Hanno detto: Il rialzarsi dopo la caduta è un'arma che il nemico teme più di ogni altra cosa. (Santa Caterina)

Saggezza popolare: Non giudicar la nave stando in terra.

Un aneddoto: Un tale confidò un segreto ad un terzo pregandolo di non parlarne con nessuno. State tranquillo, gli rispose, osserverò la segretezza come voi.

Parola di Dio: Ger 26,11-16.24; Sal 68; Mt 14,1-12

 

Vangelo Mt 14, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui". Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!". Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta. Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista". Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù. Parola del Signore

 

“I DISCEPOLI DI GIOVANNI ANDARONO A PRENDERE IL SUO CORPO E LO SEPPELLIRONO”. (Mt. 14,12)

La morte violenta del giusto non è mai una sconfitta. La tomba del Battista richiama la morte di Gesù, ma anche la sua risurrezione. Il giusto che per coerenza verso i propri principi, ma anche per amore verso il potente che sbaglia, trova il coraggio di far sentire la sua voce di denuncia, sarà facilmente schiacciato, ma alla fine sarà lui a trionfare. E’ la storia di gente come Gandhi, Martin Luther King, Oscar Romero, voci scomode per una civiltà abituata al compromesso, ma che vivono e insegnano ancor oggi, con una efficacia anche più grande che se fosse stata loro risparmiata una tragica fine.

 

 

DOMENICA 3 AGOSTO: 18^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lidia; San Nicodemo.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, GESU', GLI ALTRI NON SONO SOLO FIGLI DI DIO, MA FRATELLI MIEI.

 

Hanno detto: Non bisogna credere per tradizione, per paura della morte oppure per mettere le mani avanti. O perché c'è qualcuno che comanda e incute timore, oppure ancora per ragioni umanistiche, per salvarsi e fare l'originale. Bisogna credere per la semplice ragione che Dio esiste. (Andrej Sinjavskij da "Pensieri improvvisi" - Jaca Book 1978 p.75)

Saggezza popolare:

Sii molto cauto nel parlare, perché tu non abbia a vergognarti se le tue azioni non fossero state poi all'altezza dei discorsi. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Una volta Pio XII stava ricevendo la gente di un pellegrinaggio e dava la mano da baciare. Arrivato a una persona, questa non baciò la mano. Allora il segretario disse al Papa: «Santità, è cieco». Pio XII mise la mano sulla testa di quel giovane e disse: «Siamo tutti ciechi».

Parola di Dio: Is 55,1-3; Sal 144; Rm 8,35.37-39; Mt 14,13-21

 

Vangelo Mt 14, 13-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, quando udì della morte di Giovanni Battista, Gesù partì su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". Ma Gesù rispose: "Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare". Gli risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci!". Ed egli disse: "Portatemeli qua". E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Parola del Signore

 

“VOI STESSI DATE LORO DA MANGIARE”. (Mt. 14,16)

Gli apostoli erano contenti: tanta folla era venuta alla predica di Gesù. Ora “la celebrazione è finita”, “Congeda la folla perché vada nei villaggi  a comprarsi da mangiare”. Gesù, invece, prima di compiere il miracolo della moltiplicazione dei pani vuole compierne un altro, quello di coinvolgere concretamente gli apostoli. Per il cristiano non scocca mai l’ora di “congedare”. E’ sempre l’ora di accogliere, prestare attenzione, condividere, mettersi a disposizione. “Ma che cosa posso fare io davanti a problemi grossi come la droga, l’emarginazione, la violenza, la fame?”. Gesù ci risponde: “Comincia a metterci tutto quello che sei e che hai, al resto, poi, ci penserò io”.

 

 

LUNEDI' 4 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Maria Vianney; San Tertulliano.

Una scheggia di preghiera:

 

METTO IL MIO CUORE NEL TUO, SIGNORE GESU'

 

Hanno detto: Solo chi è buono e generoso è veramente giovane. (Benedetto XVI)

Saggezza popolare: Spesso il desiderio di ciò che non hai non ti permette di godere ciò che possiedi. (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: In tempo di guerra non era la voce a parlare, ma i volti, le mani. Dal viso potevi comprendere se l'uomo che ti stava vicino era disposto ad aiutarti o se stava macchinando contro di te. Le parole non aiutavano a capire. Ma la mano che ha posto un pezzo di pane o una ciotola d'acqua quand'eri in ginocchio per la debolezza, quella non la dimenticherai mai più. (Aharon Appelfeld)

Parola di Dio: Ger 28,1-17; Sal 118; Mt 14,22-36

 

Vangelo Mt 14, 22-36

Dal vangelo secondo Matteo.

In quei giorni, dopo che ebbe saziato la folla, Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "E' un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Pietro gli disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: “Tu sei veramente il Figlio di Dio!”. Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano. Parola del Signore

 

“CONGEDATA LA  FOLLA, SALÌ SUL MONTE, SOLO, A PREGARE”. (Mt. 14,23)

Anche Gesù “congeda’ la folla. E’ necessario, per poter incontrare Dio nella preghiera. Ma Gesù congeda la folla dopo averla saziata e se l’ha “congedata” non si è separato da essa, dai suoi problemi, dalle sue difficoltà. Noi abbiamo bisogno di sottrarci, in certi momenti, alla folla; dobbiamo allontanarci dai luoghi della superficialità, delle chiacchiere, delle futilità. Non c’è vero incontro con Dio se non troviamo il coraggio di licenziare lo strepito, opporci alla dispersione, voltare le spalle ai cerimoniali dell’insignificanza. Ma tutto questo non significa rifugiarsi in facili spiritualismi. Se devi far tacere il futile e l’inutile, non puoi dimenticare la realtà, le persone, i problemi. Essi fanno parte della preghiera e la preghiera, se è vera, ti rimanderà ai problemi con la forza di Dio.

 

 

MARTEDI' 5 AGOSTO DEDICAZIONE DELLA BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Osvaldo; Sant’Emidio.

Una scheggia di preghiera:

 

DALLE FALSE SUPERSTIZIONI, LIBERACI O SIGNORE.

 

Hanno detto: Se non hai capito, credi. L'intelligenza è frutto della fede. Non cercare dunque di capire per credere, ma credi per capire. (S. Agostino)

Saggezza popolare: La povertà è necessaria per amare. Perché se hai cose, dai cose; solo quando hai nulla, dai te stesso, cioè ami.

Un aneddoto: Un prete indonesiano dice Messa a un gruppo di famiglie e nella predica racconta una favola che gli raccontava sua mamma quando lui era piccolo: "C'era una volta un uomo di statura molto bassa che decise di intraprendere un lungo viaggio per cercare Dio. Un giorno, mentre se ne andava in giro per il mondo, il piccolo uomo cadde in una buca più alta di lui. Così cominciò a cercare aiuto alla gente che passava di lì, ma nessuno si fermò, tranne Gesù. Il quale scese nella buca, si inginocchiò, fece salire sulle sue spalle l'omino e questi saltò fuori". Commento del prete di un paese di 234 milioni di abitanti il 99 per cento dei quali musulmani: "Solo adesso capisco il senso della favola che mi raccontava mia madre: la salvezza non è uno sforzo, ma riconoscere una presenza che c'è. Perché c'è".

Parola di Dio: Ger 30,1-2.12-15.18-22; Sal 101; Mt 15,1-3.10-14

 

Vangelo Mt 15,1-3.10-14
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!». Parola del Signore

 

“PERCHE’ TRASGREDITE IL COMANDAMENTO DI DIO IN NOME DELLA VOSTRA TRADIZIONE? (Mt. 15,3)

Come è facile imprestare le nostre parole, i nostri pensieri a Dio e fargli dire cose che Lui non ha mai detto! Pensate ad esempio che per giustificare certe guerre dettate da egoismi umani si ricorre al pensiero della guerra “santa”, voluta e benedetta da Dio, pensate al fatto che per onorare la Verità si è fatto ricorso alla inquisizione forzata e alla tortura, ma guardiamo anche ad oggi dove con molta superficialità si fanno dire a Dio fesserie di uomini. Ricordo sorridendo che da ragazzino un sacerdote mi disse: se tu vai a raccogliere tutte le cartacce che ci sono in cortile (c’erano stati un migliaio di bambini) sotto la pioggia Dio ti farà stare promosso agli esami. Risultato mi beccai un bel raffreddore e, asino come ero, rimasi rimandato di ben tre materie. Quante volte diciamo “è volontà di Dio”, quando invece è semplice ingiustizia o incuria degli uomini e facciamo passare Dio come uno che ci goda alle nostre sofferenze e quante tradizioni di uomini che spesso hanno perso pure il senso per cui erano nate vanno fatte passare come indispensabili per “salvarsi”, quasi che la salvezza dipenda unicamente da certe formule o da noi. Gesù ha delle parole dure per  chi ha questi atteggiamenti, dice chiaramente: “Lasciateli!” e non nascondiamoci dietro un falso senso di amore generale che giustifica tutti e tutto. Di certe guide cieche che vogliono guidare altri ciechi bisogna disfarsene altrimenti cadremo insieme con loro nella fossa. Ma come fare a riconoscere con certezza le guide buone da quelle cieche? Gesù in un altro brano del vangelo ci dice: “Li riconoscerete dai loro frutti”. Se ci sono i frutti della carità, della benevolenza, della compassione, dell’attenzione a Dio ed alla persona, allora siamo davanti a messaggeri inviati da Dio, se troviamo persone che cercano se stesse, che spadroneggiano, che costruiscono magari tante cose esteriori ma che non hanno il minimo di fede vissuta è meglio allontanarci da loro.

 

 

MERCOLEDI' 6 AGOSTO: TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: San Giordano; Santi Giusto e Pastore.

Una scheggia di preghiera:

 

FAMMI VEDERE CON I TUOI OCCHI, SIGNORE.

 

Hanno detto: Per evitare qualche bruttura, bisogna frequentare molta bellezza. (Beno Fignon)

Saggezza popolare: La pace è per il mondo quello che è il lievito per la pasta. (Talmud)

Un aneddoto: I DUE SARANNO UNA CARNE SOLA - Com’è bello vedere i coniugi che si amano, si interpellano a vicenda sulle decisioni, si capiscono al volo, si sopportano con pazienza, si aiutano a pregare, insieme cercano consiglio! È bello perché è opera di Dio la loro unità. L’uomo e la donna sono fatti per manifestare insieme l’opera di Dio!

Parola di Dio: Dn 7,9-10.13-14; Sal 96; 2Pt 1,16-19; Mt 17,1-9

 

Vangelo Mt 17, 1-9 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: "Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo". All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: "Alzatevi e non temete". Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: "Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti". Parola del Signore

 

“LI CONDUSSE SU UN ALTO MONTE E FU TRASFIGURATO DAVANTI A LORO”. (Mt. 17,1-2)

Salire fa vedere le cose in una prospettiva diversa. Quando cammini in mezzo alle strade della nostra città, sei circondato da muri di case, ti trovi in mezzo al traffico. Ci sono un mucchio di ostacoli che qualche volta ti sembrano insormontabili. Ti resta difficile alzare gli occhi per scoprire una fetta di cielo. Una volta, in aereo, durante il decollo, sentii un ragazzino, il volto spiaccicato sull’oblò, che diceva a sua madre: “Guarda gli uomini quanto diventano piccoli.., le automobili, i camion diventano come i miei giocattoli”. La preghiera ti porta in alto, ti cambia la prospettiva delle cose, riesci a vedere la realtà con spazi più larghi: l’uomo, le cose non diventano più degli assoluti, gli ostacoli insormontabili diventano piccola cosa. Oh, è chiaro, non bisogna pretendere di “rimanere  sul monte”, di “piantare le tende lì”, bisogna ridiscendere! Ma forse se hai aperto gli occhi all’infinito, il ridiscendere ti farà portare un po’ di  cielo, in mezzo al traffico, tra le corse ad ostacoli quotidiane.

 

 

GIOVEDI' 7 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Sisto II e compagni; San Gaetano.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, SIGNORE; VOGLIO ASCOLTARTI!

 

Hanno detto: Per arrivare all'alba non c'è altra via che la notte. (Kahlil Gibran)

Saggezza popolare: La reputazione del tuo prossimo ti sia cara quanto la tua. (Talmud)

Un aneddoto: Quando S. Francesco morì, tutto il mondo percepì con chiarezza che era morto povero, ma che aveva perso una persona veramente grande. Dovrebbero essere così, secondo l’insegnamento di Gesù, i capi delle nazioni e tutti coloro che guidano l’umanità…

Parola di Dio: Ger 31,31-34; Sal 50; Mt 16,13-23

 

Vangelo Mt 16, 13-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai". Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: "Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!". Parola del Signore

 

“BEATO TE, SIMONE,... PERCHE' NE' LA CARNE, NE' IL SANGUE TE L’HANNO RIVELATO, MA IL PADRE MIO CHE STA NEI CIELI”. (Mt. 16,13-20)

Gesù loda Pietro perché ha detto qualcosa di non suo. Gesù, a differenza dei maestri terreni,esalta Pietro perché invece di parlare lui si lascia “suggerire” e quindi dimostra di essere capace di ascoltare. Il nostro è spesso un atteggiamento parolaio. Noi abbiamo sempre qualcosa di nostro da dire. Come cristiani abbiamo qualche volta l’arroganza e la presunzione di aver una risposta nostra a tutti i problemi. Ma siamo capaci di ascoltare, di lasciarci suggerire? Lo Spirito parla sempre ma sottovoce e qualche volta il frastuono delle nostre parole ne copre la voce, quella voce che se giunge alle orecchie poi penetra fino al cuore.

 

 

VENERDI' 8 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Domenico; San Famiano.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE BELLO, SONO RICCO DI TE.

 

Hanno detto: Non muoio neanche se mi ammazzano. (Giovannino Guareschi)

Saggezza popolare: L’affetto nutre quanto l’odio consuma. (Proverbio Norvegese)

Un aneddoto: Ha immensi archivi di lacrime il Signore, e non di peccati da rinfacciarci nel giorno del giudizio. Uno sterminato tesoro di lacrime è misteriosamente custodito in Dio, e l’eloquenza delle lacrime, la loro preghiera, durerà per l’eternità. Il mondo è un immenso pianto, perciò è un’immensa preghiera. (Padre Ermes Ronchi)

Parola di Dio: Na 2,1.3; 3,1-3.6-7; Cant. Dt 32,35-41; Mt 16,24-28

 

Vangelo Mt 16, 24-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno". Parola del Signore

 

“QUALE VANTAGGIO INFATTI AVRA' L’UOMO SE GUADAGNERA' IL MONDO INTERO, E POI PERDERA' LA PROPRIA ANIMA?”. (Mt. 16,26)

Spesso i lustrini del mondo ci attirano. Non siamo sempre esenti da una punta di invidia a persone che “stanno meglio di noi”. Quando qualcuno ha denari, può venire spontaneo dire “Beato lui, con tutto quello che ha!”.  Non è detto che tutto il denaro sia cosa cattiva ma spesso certe ricchezze grondano del sudore sfruttato ai dipendenti, del sangue di altre persone e, allora, vorresti avere insieme alle ricchezze anche certi pesi terribili, sulla coscienza? Certo, molte volte farebbe comodo avere di più... ma a rischio di diventare duri di cuore, gretti di animo fino al punto di rendersi impermeabili a Dio e al grido dei poveri? Alla fine, chi è più ricco: colui che ha tanti beni ed ha perso il cuore o chi può essere tranquillo con la sua coscienza? Quando Gesù, senza disprezzare le cose e i beni, ci invita a viverne staccati, lo fa perché conosce noi uomini e le nostre debolezze e desidera che il nostro cuore possa essere libero, gustare i veri valori della vita e possa “riposare in Lui”.

 

 

SABATO 9 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa; San Fermo.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI DI VIVERE NELL'ATTESA DELLA TUA VENUTA.

 

Hanno detto: La vita ha valore solamente se si vive per qualcosa o per qualcuno. (Cesare Pavese - La casa in collina)

Saggezza popolare: Il nemico del padre non diventa amico del figlio. (Antico proverbio)

Un aneddoto: San Giovanni Climaco, monaco del monastero del Sinai, vissuto nel secolo VII, in una sua opera monumentale riferisce questa strana intervista: «Un solitario interrogò un giorno l’ira: “Rivelami, o passione criminale, chi è tuo padre, chi tua madre e i tuoi figli, e chi sono coloro che ti combattono e ti mettono a morte!” L’ira, il più riconoscibile dei peccati, rispose: “Ho diversi padri, il primo è l’orgoglio; ho per madre la sensibilità e l’amor proprio; miei figli sono l’inimicizia, i rancori, le contese, l’odio. I miei nemici sono la dolcezza e l’umiltà: non posso neppure respirare in loro presenza”»

Parola di Dio: Os 2,16b.17b.21-22; Sal 44; Mt 25,1-13

 

Vangelo Mt 25,1-13

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI E' SIMILE A DIECI VERGINI CHE USCIRONO INCONTRO ALLO SPOSO”. (Mt. 25,1)

Nella parabola che leggiamo nel Vangelo ci sono alcune cose che mi hanno sempre colpito. Intanto il Regno di Dio è paragonato ad una festa di nozze. Le nozze sono gioia, e Gesù ha deciso di amarci fino a sposare la nostra umanità. L’uomo come le dieci ragazze invitate alla festa ha solo un compito, sentire la gioia di queste nozze e prepararsi per poter partecipare a questa festa. Tutte e dieci hanno le lampade. Ognuno di noi ha i suoi doni e non c’è nessuno che non possa rispondere a questo invito. L’olio invece è la fede e dobbiamo procurarcelo noi. Poi occorre saper aspettare; noi vorremmo vedere subito i risultati, invece occorre solo non perdere la speranza e la fiducia nello Sposo che sta per arrivare. Ci si può anche addormentare ma occorre essere sempre pronti “a rendere conto della speranza che è stata seminata in noi” per non farci cogliere di sorpresa e impreparati e per non trovare la porta chiusa. La cosa più importante di tutta la parabola però mi sembra proprio quella che ci fa credere, sperare e vivere la fede come una festa a cui siamo invitati.

 

 

DOMENICA 10 AGOSTO: 19^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo;Sant’Ugo di Montaigu.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, STO AFFOGANDO: SALVAMI!

 

Hanno detto: L'estremo lembo dell'audacia è amare umilmente se stessi. (Bernanos)

Saggezza popolare: Le parole sono dei nani, gli esempi dei giganti. (Proverbio Svizzero)

Un aneddoto: Alcuni fratelli fecero visita ad abba Antonio e gli dissero: «Dacci una parola: come potremo essere salvati?». Disse loro l’anziano: «Avete ascoltato la scrittura? È quello che fa per voi!». Ma questi risposero: «Anche da te vogliamo sentire qualcosa, padre?». Disse loro l’anziano: «Dice il Vangelo: «Se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra? (Mt 5,39)». Dissero: «Questo non siamo in grado di farlo». Disse loro l’anziano: «Se non potete porgere l’altra guancia, sopportate almeno di essere percossi su una». Gli dissero: «Neppure questo siamo in grado di fare». E l’anziano: «Se non potete fare neppure questo, almeno non restituite lo schiaffo che avete ricevuto (cf Rm 12, 17)». Dissero: «Non possiamo fare neppure questo». Allora l’abba Antonio disse al suo discepolo: «Prepara loro un brodino perché sono malati». E a loro: «Se questo non potete farlo, quest’altro non lo volete, che cosa posso fare per voi? Bisogna solo pregare!

Parola di Dio: 1Re 19,9a.11-13a; Sal 84; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33

 

Vangelo Mt 14, 22-33

Dal vangelo secondo Matteo.

Dopo che la folla si fu saziata, subito Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava gia qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "E' un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura". Pietro gli disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?". Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: "Tu sei veramente il Figlio di Dio!". Parola del Signore

 

“PIETRO SCENDENDO DALLA BARCA SI MISE A CAMMINARE SULLE ACQUE. MA PER LA VIOLENZA DEL VENTO, COMINCIANDO AD AFFONDARE, GRIDO': SIGNORE, SALVAMI!”. (Mt. 14,30)

Pietro vuole un segno personale: vuole camminare sulle acque. Ed è bello pensare al sorriso di Gesù che gli dice: “Vieni”. Ma qui cominciano i guai per Pietro: mettere il primo piede in acqua. In quel momento Pietro non pensa più a Gesù, pensa a se stesso, a far l’equilibrista sull’acqua e immancabilmente comincia ad affondare. Solo allora il suo sguardo si rivolge a Gesù: “Salvami!” E’ la nostra esperienza e l’esperienza della Chiesa quando vogliamo prendere il posto di Gesù: si parte con buone intenzioni ma poi vogliamo fare da soli, l’entusiasmo c’è ma a forza di guardare dove mettere i piedi dimentichiamo di guardare Gesù ed ecco che paura, peccato e colpi di vento ci fanno affondare. Fa, o Signore, che in quel momento abbiamo ancora la forza di gridare: “Salvami, Signore, sto affogando”.

 

 

LUNEDI' 11 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Chiara;San Rufino; Sant’Equizio.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, GESU', TU HAI PAGATO PER NOI.

 

Hanno detto: In ogni fatto che ci provoca sono nascoste straordinarie opportunità di crescita umana. Sta a noi scoprirle, capirle e farle fiorire. (Emilio Bonicelli)

Saggezza popolare: Non si può suonare l’inno della libertà con gli strumenti della violenza.

Un aneddoto: Racconta Francesco Dalmazzo: Da pochi giorni ero entrato all'Oratorio di don Bosco. Un bel mattino andai da Don Bosco a confessarmi in mezzo a un gran numero di giovani che lo circondava da ogni parte. Mentre  stavo per confessarmi, che venne un giovane inserviente ad avvertire Don Bosco che non si poteva dare ai giovani la colazione, perché non vi era più pane. Don Bosco rispose: - Andate a prenderne in panetteria dal signor Magra (era il nome del panettiere della casa). Soggiunse l'altro: - Non ne ha più portato, né vuole portarne, perché non l'hanno pagato, e sento che il debito è di ben diecimila lire (un centinaio di milioni di oggi). Allora Don Bosco aggiunse: - Andate a cercare nella dispensa tutto quello che vi è, e raccogliete anche quello che può essere sparso nei refettori. L'altro se ne andò, e io continuai a confessarmi, Avevo appena finito quando ritornò il medesimo individuo, e la Messa era alla fine, a dire nuovamente a Don Bosco: - Ho raccolto tutto, e sono poche le pagnottelle, non sufficienti al bisogno. Don Bosco fece cenno che non s'inquietasse, che a momenti sarebbe venuto egli stesso. Difatti, confessato il giovane che gli stava dappresso, si alza e si avvia alla porticina della sacrestia, dalla quale i giovani uscivano, e alla cui porta si distribuiva il pane. Guardai il cesto e vidi che conteneva al più una quindicina o una ventina di pagnottelle. Don Bosco intanto distribuisce il pane ai giovani contenti di riceverlo da lui, gli baciano la mano, mentre a ciascuno dice una parolina e dispensa un sorriso. Ricevono tutti trecento il pane, e quando la distribuzione è finita, io considero di nuovo la cesta del pane, e con mia grande ammirazione vedo la stessa quantità che era stata arrecata prima, senza che fosse stato recato altro pane o mutato il cesto.

Parola di Dio: Ez 1,2-5.24-28c; Sal 148; Mt 17,22-27

 

Vangelo Mt 17, 22-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: "Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà". Ed essi furono molto rattristati. Venuti a Cafarnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori della tassa per il tempio e gli dissero: "Il vostro maestro non paga la tassa per il tempio?". Rispose: "Sì". Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: "Che cosa ti pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?". Rispose: "Dagli estranei". E Gesù: "Quindi i figli sono esenti. Ma perché non si scandalizzino, và al mare, getta l'amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te ". Parola del Signore

 

“IL VOSTRO MAESTRO NON PAGA LA TASSA PER IL TEMPIO?” RISPOSERO “SÌ”. (Mt. 17,24)

Gesù, come Figlio di Dio, non era tenuto a pagare una tassa per il tempio: la casa di suo Padre! Eppure nella logica dell’incarnazione, Gesù paga questa tassa. Anzi, proprio lui, il Figlio di Dio pagherà gratuitamente per tutti noi! Gesù non è venuto per dimostrarci la sua superiorità, ma per abbassarsi fino all’umiliazione della croce perché noi fossimo salvi. Grazie a lui, non solo non dobbiamo pagare “tasse” a Dio, ma possiamo chiamarlo Padre.

 

 

MARTEDI' 12 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ercolano; Sant’Eusebio da Milano.

Una scheggia di preghiera:

 

TU MI AMI DI UN AMORE UNICO E INDEFETTIBILE.

 

Hanno detto: Il vero amore inizia quando siamo pronti a dare tutto senza chiedere nulla. (A. de Saint-Exupery)

Saggezza popolare: Il bene non fa rumore, il rumore non fa bene. (vecchio detto)

Un aneddoto: Nel 1854 a Torino scoppiò il colèra. Don Bosco si recò a visitare il vicino lazzaretto, e ad assistere i poveri colerosi. Egli ci aveva assicurato che il colèra non sarebbe entrato nell'Oratorio, purché non facessimo peccati. Noi promettemmo e non fummo toccati mentre molti furono i colpiti e i morti nelle case vicine a noi. Di più, Don Bosco decise che i più grandicelli andassero a prestar soccorso e assistenza ai colerosi nelle case vicine. Ai primi di agosto di quell'anno, mentre stavo con altri amici nel cortile, Don Bosco mi invitò ad accompagnarlo al lazzaretto. Accettai e lo seguii. L'aiutai ad amministrare l'Olio santo. Un medico che passò vicino e mi vide, disse: «Don Bosco, che cosa fa? Questo ragazzo non deve stare qui! (Cagliero aveva 16 anni). Non le pare una grave imprudenza?». « No, no, dottore rispose Don Bosco ‑. Né lui né io abbiamo paura del colèra. Non succederà niente». E così fu.

Parola di Dio: Ez 2,8 - 3,4; Sal 118; Mt 18,1-5.10.12-14

 

Vangelo Mt 18,1-5.10.12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?". Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli". Parola del Signore

 

CHI E' IL PIU' GRANDE NEL REGNO DEI CIELI? (Mt. 18,1)

La domanda degli Apostoli è tipica del modo di ragionare degli uomini: chi e il più forte? chi il più bravo? chi il primo della classe? chi è che ha più potere? Nel regno dei cieli che Gesù ha già portato sulla terra, queste graduatorie non contano. Non ci sono concorsi, non meriti, benemerenze, spinte e bustarelle, c'è l'amore di Dio che guarda al cuore dell'uomo e, donando, sa leggervi la disponibilità e l'affetto. Quando due persone sono veramente innamorate l'una dell'altra non fanno graduatorie del bene: ogni gesto è atto di donazione, di amore completo e totale. Leggendo la vita dei santi, ci troviamo davanti a gesti che noi nella nostra gretta mentalità chiamiamo esagerazioni, qualche volta addirittura pazzie di spiritualità: può essere vero e, umanamente, certi gesti dei santi possono sembrarci eccessi, ma se sapremo guardare il fine e il modo sempre ci appariranno fatti per amore: anche nella mia vita ogni gesto è dettato da amore vero?

 

 

MERCOLEDI' 13 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Ponziano e Ippolito;San Landolfo; San Benildo.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TUTTI I TUOI FIGLI, TI PREGO, O SIGNORE

 

Hanno detto: Ciò che hai ereditato dai tuoi padri devi conquistarlo di nuovo, per possederlo veramente. (Goethe)

Saggezza popolare: Nessuno è mai caduto in povertà per aver fatto troppa carità. (detto comune)

Un aneddoto: Nei quindici giorni che trascorse a Marsiglia,una enorme folla di ogni classe di persone desiderosa dei suoi consigli e della sua benedizione, si recava ogni giorno alla nostra casa, disposta ad aspettare anche dal mattino alla sera, purché potesse parlargli. Nel giorno della partenza c'erano ancora duecento e più persone che attendevano d'incontrarlo. Tutti desideravano avere un suo ricordo, e vidi molti tagliuzzare a pezzi la sua veste nera da prete e il suo mantello, e a nulla valsero le proteste. Don Bosco dovette uscire malconcio nelle vesti, e cambiarle nelle case di Saint-Cyr e della Navarra. Liberati a stento da quella immensa folla e saliti in vettura noi due soli, ci dirigemmo ad Aubagne. Strada facendo Don Bosco, umiliato e confuso, mi disse: «Come è ammirabile il Signore, e come è grande la sua misericordia, che volle servirsi di un vaccaro dei Becchi per muovere tanta gente a operare le sue meraviglie!».

Parola di Dio: Ez 9,1-7; 10,18-22; Sal 112; Mt 18,15-20

 

Vangelo Mt 18, 15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo. In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". Parola del Signore

 

“IN VERITA’ VI DICO: SE DUE DI VOI SOPRA LA TERRA SI ACCORDERANNO PER DOMANDARE QUALUNQUE COSA, IL PADRE MIO CHE E’ NEI CIELI VE LA CONCEDERA’. PERCHE’ DOVE SONO DUE O TRE RIUNITI NEL MIO NOME, LA’ SONO IN MEZZO A LORO. (Mt. 18,19-20)

Abbiamo letto nel Vangelo che Gesù raccomanda più volte la preghiera e insegna come si fa ad ottenere. Oggi Egli ci dice che perché la Preghiera  possa ottenere una risposta dal cielo, esige una richiesta da parte di più persone, una comunità. Dice: «Se due di voi». Due. È il numero più piccolo che forma una comunità. A Gesù dunque importa non tanto il numero quanto la pluralità dei credenti. Devono mettersi d'accordo sulla domanda da fare, certamente; ma questa richiesta, deve poggiare soprattutto su una concordanza dei cuori. Gesù afferma, in pratica, che la condizione per ottenere quanto si chiede è l'amore reciproco tra le persone.  Gesù stesso ci dice dove sta il segreto della riuscita di questa preghiera. Esso è tutto in quel «riuniti nel mio nome». Quando si è uniti così, c'è fra noi la Sua presenza e tutto ciò che si chiede con lui e più facile ottenerlo. Infatti, Gesù, presente dove l'amore reciproco unisce i cuori, è lui stesso che chiede con noi le grazie al Padre. E possiamo pensare che il Padre non ascolti Gesù? Il Padre e Cristo sono una sola cosa. E adesso domandiamoci: che cosa vuole Gesù che chiediamo? Egli stesso lo dice chiaramente: «qualunque cosa». Non c'è quindi nessun limite. E allora mettiamo anche questa preghiera nel programma della nostra vita. Forse la nostra famiglia, noi stessi, i nostri amici, le associazioni di cui facciamo parte, la nostra patria, il mondo che ci circonda mancano di innumerevoli aiuti perché tu ed io non li abbiamo ancora  chiesti insieme. Che bello poterci accordare con i nostri cari, con ci comprende, con chi condivide il nostro stesso cammino di fede, poter essere disposti ad amare come il Vangelo comanda, cosi uniti da meritare la presenza di Gesù tra noi, e poter chiedere con fiducia. Ci fosse davvero questa fede nelle nostre assemblee liturgiche! Se noi cristiani sapessimo pregare così, gli uomini sorriderebbero di più, gli ammalati spererebbero; i bimbi crescerebbero più protetti, i focolari familiari sarebbero più armoniosi; i grandi problemi potrebbero essere affrontati nell'intimo delle case... E noi ci guadagneremmo in gioia perché la preghiera per i bisogni dei vivi e dei morti è anch'essa una di quelle opere di misericordia che fare rende più felici.

 

 

GIOVEDI' 14 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano Kolbe;San Callisto, vescovo di Todi.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO PERDONO MI TRASFORMI.

 

Hanno detto: C'è una bellezza, nascosta agli occhi frettolosi e distratti, agli sguardi superficiali e freddi, agli spazi angusti del calcolo e del tornaconto, ma c'è una crosta da rompere, da rompere ogni giorno: la crosta dell'egoismo e dell'invidia, la crosta della banalità e della meschinità, la crosta della violenza e della solitudine. (Emilio Bonicelli)

Saggezza popolare: L’uomo ti guarda in faccia, il Creatore nel profondo. (vecchio detto)

Un aneddoto: A Marsiglia, nel 1881, don Bosco risanò una giovane quattordicenne da paralisi di nascita. I parenti l'avevano portata in braccio e l'avevano lasciata nella sala, in mezzo a più di duecento persone che aspettavano la benedizione di Don Bosco e la liberazione dai loro mali. Don Bosco, dopo la santa Messa, animò la fanciulla a confidare nella Vergine Ausiliatrice, le diede la benedizione e le comandò di alzarsi. Esitava la fanciulla per tema di cadere, e i parenti la volevano aiutare. Ma Don Bosco non lo permise dicendo: «Essa non ha bisogno di aiuto. Alzati e va' alla cappella a rendere grazie alla Madonna». Si alzò da sé e camminò con un poco di stento, perché non aveva ancora imparato a camminare; e fu alla cappella, dove ringraziò il Signore con altri devoti, che piangevano e lodavano il Signore. La vidi poi uscire dalla casa in piedi, e semplicemente appoggiata al braccio di sua madre.

Parola di Dio: Ez 12,1-12; Sal 77; Mt 18,21 - 19,1

 

Vangelo Mt 18,21-19,1

Dal Vangelo secondo Matteo 
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: “Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?”. E Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A questo proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello”. Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. Parola del Signore

 

NON TI DICO DI PERDONARE FINO A SETTE VOLTE, MA FINO A SETTANTA VOLTE SETTE. (Mt. 18,22)

“Padre, mi dica quello che vuole, ma questa volta, dopo tutto quello che ha fatto non posso perdonarlo un’altra volta!” Conoscendo la triste storia di quella signora che mi parlava, umanamente non sapevo darle torto. Umanamente c’è un limite a tutto! Ma il Vangelo non è solo umano! Parte dalla nostra umanità ma vuoi portarci a pensare e ad agire come Dio. Certo, magari non tutto d’un colpo, ma è Iì che dobbiamo mirare. Nel duro cammino dell’imparare la strada del perdono e della misericordia c’è una cosa sola che ci aiuta profondamente: guardare a come Dio perdona a noi. Se dopo tanti anni di peccati, di recidività Dio mi vuole ancora bene, ha ancora misericordia, disponibilità nei miei confronti come posso io dichiararmi indisponibile a camminate verso il perdono e l’amore del fratello anche se più volte mi ha offeso e anche se dubito che nella sua debolezza mi offenderà ancora?

 

 

VENERDI' 15 AGOSTO: ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Tarcisio, martire; Sant’Alfredo.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVE, O REGINA, MADRE DI MISERICORDIA.

 

Hanno detto: Se vuoi che un uomo si corregga, devi cominciare da sua nonna. (Victor Hugo)

Saggezza popolare: Lavorare è servire, servire è vivere, vivere è amare, perché la vita ci è stata data per questo.

Un aneddoto: Se Francesco voleva fare un po' di conti, si accorgeva che un giorno su due della sua vita era praticamente inutile, affidato al caso. Ma quando una giornata si annunciava vuota o perduta, egli si diceva: «Inutile angustiarsi, il Signore vuole questa giornata tutta per sé», e la passava in preghiera. Quando, invece, era sopraffatto dal lavoro, pregava la notte, per lunghe ore. Gli riusciva quello che riesce soltanto ai Santi: la sua preghiera notturna diventava il suo sonno, e il suo sonno diventava preghiera notturna. Dicevano di lui che «durante il giorno apparteneva totalmente agli uomini, la notte apparteneva totalmente a Dio...».

Parola di Dio: Ap.11,19; 12,1-6.10; Sal. 44; 1Cor. 15,15-26; Lc. 1,39-56

 

Vangelo Lc 1,39-56  

Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

 

“ECCO APPENA LA  VOCE DEL TUO SALUTO E’ GIUNTA AI MIEI ORECCHI, IL BAMBINO HA ESULTATO DI GIOIA NEL MIO GREMBO”. (Lc. 1,44)

Dove arrivano Maria e Gesù arriva la gioia vera. Provate a immaginare: un giorno vi trovate in una buia prigione. E’ da tanto che non vedete più la luce del sole, è da tanto che non vedete un amico, mangiate male, siete deperiti, avete paura per il domani, temete per la vostra vita, non avete notizie dei vostri cari e temete anche per loro… improvvisamente si apre la porta della cella e colui che viene si china su di voi, vi bacia, vi conforta, vi riveste di abiti nuovi, vi dà da mangiare, vi rassicura sui vostri cari e soprattutto vi dice: “Non solo sei libero, ma sei riconosciuto come figlio del re, fratello mio”. Non è forse una gioia immensa? Quando viene Gesù succede esattamente la stessa cosa. Il buio della nostra cella del senso della vita viene illuminato, i nostri occhi cominciano a vedere e soprattutto possono posarsi negli occhi del Dio amico; il nostro peccato, le sozzure, gli egoismi vengono lavati, noi riacquistiamo la dignità di uomini, non siamo più larve in attesa della morte; ci viene dato un “pane per il cammino”, il cibo per la vita eterna; veniamo rassicurati per il futuro sia per noi che per i nostri cari, soprattutto ci troviamo tra le braccia confortanti di Gesù che ci dice di non temere, che ci augura la sua pace, che ci riveste di sé, che ci dice che siamo figli di Dio e fratelli suoi. E questo non è gioia? E non è ancora una gioia più grande poter fare anche noi come Maria, diventare a nostra volta portatori di gioia perché portatori di Gesù? Ogni volta che diciamo una parola di incoraggiamento, di stima, ogni volta che compiamo un gesto di carità, ogni volta che contribuiamo a sciogliere una catena di oppressione che ridiamo dignità ad una persona, noi portiamo la gioia di Gesù. E chi porta  gioia, libertà, amore non può essere a sua volta che pienamente libero, capace di amare veramente e soprattutto persona gioiosa.

 

 

SABATO 16 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano d’Ungheria;San Rocco; Sant’Ambrogio di Ferentino.

Una scheggia di preghiera:

 

PER I BAMBINI NON NATI E LE LORO FAMIGLIE, NOI TI PREGHIAMO O SIGNORE.

 

Hanno detto: Un albero è conosciuto per i suoi frutti, un uomo per le sue azioni. Una buona azione non è mai perduta. Colui che semina cortesia miete amicizia, colui che pianta gentilezza raccoglie amore. (S. Basilio)

Saggezza popolare: Chi non osa nulla,non speri in nulla.

Un aneddoto: Francesco non fu mai un missionario in attesa di raggiungere la sua postazione. Se, ad esempio, doveva restare in nave per un anno, quell'anno e quella nave e quei compagni di viaggio (anche se si trattava di marinai ubriaconi, pervertiti e bestemmiatori) erano la sua missione, notte e giorno. Tutti coloro che lo attorniavano erano o i suoi fedeli o i suoi pagani, di cui si sentiva responsabile davanti a Dio. Si curava della catechesi, del rinnovamento morale, della preghiera; preparava malati e morenti all'incontro con Dio, anche se doveva farlo quand'era lui stesso febbricitante o in pericolo di vita. Lo stesso avveniva durante i lunghi viaggi per terra, nei villaggi dove sostava, con i viandanti che incontrava. Francesco non era mai in viaggio verso la sua missione: era sempre in missione.

Parola di Dio: Ez 18,1-10.13b.30-32; Sal 50; Mt 19,13-15

 

Vangelo Mt 19, 13-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Gesù però disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli". E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì. Parola del Signore

 

FURONO PORTATI A GESU' DEI BAMBINI PERCHE' IMPONESSE LORO LE MANI”. (Mt. 19,13)

E’ facile intenerirsi davanti ai bambini ma, mi chiedo se questa nostra società ama i bambini. Gli spot pubblicitari amano i bambini? Li sfruttano per vendere. Un certo tipo di famiglia progetta i bambini a tempo e su misura compatibilmente a tutte le altre esigenze e se per caso ne viene qualcuno fuori programma, in nome della libertà c’è tutto lo spazio per farli fuori. Ci sono banche del seme di premi Nobel per fare bambini super intelligenti. I figli sono belli ma non devono rompere più di tanto, per cui i figli spesso sono cresciuti dagli altri e non dai genitori.., senza contare chi sfrutta i bambini, chi abusa dei bambini, intanto i bambini non contano, non hanno potere politico, non votano, non comprano in prima persona. Non basta portare i bambini a Gesù perché li benedica: che cosa diamo veramente loro? E anche da un punto di vista religioso: basta che diamo loro un Battesimo fatto di riti e di festa senza poi dare un’educazione cristiana?

 

 

DOMENICA 17 AGOSTO: 20^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Giacinto; Santa Chiara da Montefalco.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, O SIGNORE, AD APPREZZARE LE PICCOLE COSE.

 

Hanno detto: Sii docile agli impulsi della grazia, assecondando le sue ispirazioni e le sue attrattive. Non ti arrossire di Cristo e della Sua dottrina. (S. Pio)

Saggezza popolare: L’errore del passato è la saggezza del futuro. (detto proverbiale)

Un aneddoto: Nel 1261 San Bonaventura, Ministro generale dell'Ordine francescano, fa la ricognizione delle ossa si Sant’Antonio di Padova e, tra lo stupore di tutti, rinviene intatte, incorrotte la lingua e le corde vocali, organi della fonazione. Davanti a tale ulteriore prodigio, Bonaventura proruppe nell'esclamazione: «O lingua benedetta, che tante volte hai benedetto il Signore! Ora si vede come parlavi davvero da Dio!». Fatto questo che, da solo, ci ricorda una parola meravigliosa del Vangelo: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

Parola di Dio: Is 56,1.6-7; Sal 66; Rm 11,13-15.29-32; Mt 15,21-28

 

Vangelo Mt 15, 21-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio". Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli gli si accostarono implorando: "Esaudiscila, vedi come ci grida dietro". Ma egli rispose: "Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele". Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: "Signore, aiutami!". Ed egli rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini". "E' vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni". Allora Gesù le replicò: "Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri". E da quell'istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore

 

“E’ VERO, SIGNORE, DISSE LA DONNA, MA ANCHE I CAGNOLINI SI CIBANO DELLE BRICIOLE CHE CADONO DALLA TAVOLA DEI LORO PADRONI”. (Mt. 15,27)

Questa donna, oltre a manifestare una grande fede, ci aiuta a capire il valore delle briciole, delle piccole cose. Siamo troppo abituati alle pagnotte (magari buttate via) per accorgerci delle briciole. Siamo come bambini annoiati in una stanza piena di giocattoli Anche nella fede, abbiamo tutto. Abbiamo l’Eucarestia e non la apprezziamo, abbiamo abbondanza della Parola di Dio ma essa, spesso, scorre su di noi. Se vogliamo ricominciare ad apprezzare le cose bisogna partire dalle briciole. La limpida giornata può essere una briciola ma ti parla della vita, del tempo che ti è regalato. Il sorriso che puoi ricevere o regalare è una briciola ma ti parla della possibilità di un mondo migliore. Quella “Ave Maria” detta passando davanti a un pilone della Madonna, è una briciola, ma può metterti in comunione con l’Eterno. Forse imparando ad apprezzare le briciole impareremo di nuovo a gustare il pane.

 

 

LUNEDI' 18 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Elena; Santi Floro e Lauro.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO IN TE GIOISCE IL MIO CUORE

 

Hanno detto: Se non ci amiamo, ci distruggiamo. (Raoul Follereau)

Saggezza popolare: Non importa la quantità di cose che si imparano, ma la loro qualità. (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: Un penitente, per l'emozione, non riusciva a confessarsi a voce a Sant’Antonio di Padova, sicché per ovviare a tale inconveniente pensò bene di scrivere i suoi peccati su un pezzo di carta che dette poi ad Antonio; ebbene, mentre questi li leggeva, uno per uno, i peccati si venivano cancellando dalla carta. Ciò a ribadire la grandezza del Sacramento della Riconciliazione: i nostri peccati vengono davvero cancellati allorché li confessiamo con umiltà!

Parola di Dio: Ez 24,15-24; Cant. Dt 32,18-21; Mt 19,16-22

 

Vangelo Mt 19, 16-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso". Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?". Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze. Parola del Signore

 

“IL GIOVANE SE NE ANDO' TRISTE, POICHE' AVEVA MOLTE RICCHEZZE”. (Mt. 19,22)

Ci troviamo davanti ad un’altra pagina del Vangelo a prima vista assurda. Il nostro mondo ci grida: “Beato se stai bene, se hai soldi, se ti diverti”. E noi qualche volta ci crediamo! Eppure questo giovane, tra l’altro buono e osservante, se ne va triste perché ha troppi soldi, mentre se “fosse andato e avesse venduto tutto e dato ai poveri sarebbe stato felice perché avrebbe avuto un tesoro in cielo e avrebbe potuto seguire Gesù”. E’ un assurdo per la mentalità degli uomini, non per lo spirito dell’uomo. Infatti l’uomo nel suo intimo sa benissimo che nulla di materiale potrà colmargli la fame di infinito a cui anela il suo cuore. Sa anche che le cose materiali troppo spesso lo deviano da quelle che sono le sue aspirazioni e lo legano a tal punto da non lasciargli più respiro. Proviamo ad esempio a pensare ad un idolo di questi giorni? Le vacanze: se sono state l’ideale in cui abbiamo speso, bruciato tutto noi stessi secondo le mode, finite, lasciano solo tristezza e amaro in bocca; se sono servite per ricreare il nostro corpo e il nostro spirito ci lasciano gioiosi e pronti a ricominciare con spirito nuovo.

 

 

MARTEDI' 19 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Eudes; Bartolomeo da Simeri.

Una scheggia di preghiera:

 

PIETA' DI ME, O DIO NEL TUO AMORE.

 

Hanno detto: Se credo di poterlo fare, sicuramente acquisirò la capacità di poterlo fare anche se all'inizio potrei non averla. (Gandhi)

Saggezza popolare: Dare è una questione di cuore, non di ricchezza. (Proverbio Africano)

Un aneddoto: Un giovane di nome Leonardo, in un impeto di ira, aveva tirato un calcio contro sua madre, ma era stato severamente apostrofato da Sant’ Antonio da Padova, con queste parole: «Il piede che colpisce i genitori, meriterebbe di essere tagliato». Quel giovane, tornato a casa e colpito dalle parole di Antonio aveva davvero reciso il piede; il Taumaturgo, accorso prontamente sul posto, provvide a riattaccare il piede alla gamba. «Misericordia io voglio, non sacrificio», dice Dio, ed ancora: «Non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi» (Sal 51, 18-19).

Parola di Dio: Ez 28,1-10; Cant. Dt 32,26-36; Mt 19,23-30

 

Vangelo Mt 19, 23-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli". A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?". E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile". Allora Pietro prendendo la parola disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?". E Gesù disse loro: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi". Parola del Signore

 

"CHI SI POTRÀ DUNQUE SALVARE?" (Mt. 19,25)

Signore, è proprio vero che sei un Dio misterioso. Tu sei terribilmente esigente con l'uomo: pretendi da lui delle risposte decise non tentennanti, chi sceglie te non può scegliere altri, deve amarti più del padre, della madre, del marito, della moglie, deve lasciare tutte le sue ricchezze, le sue sicurezze umane, deve essere pronto a seguirti, ad essere ingiuriato nel tuo nome, cacciato dalle sinagoghe e dalle chiese (e per di più dovrebbe anche gioire e rallegrarsi), deve essere disposto a salire con te sulla croce. E ti par poco? "Chi si potrà salvare?" Eppure tu scegli gente comune, con tanti problemi, apostoli che discutono su chi è il più grande, su chi deve sedere alla destra o alla sinistra, gente che ti tradisce, ti rinnega, o taglia la corda al momento decisivo. Tu sei esigente ma misericordioso ed è proprio a questa tua misericordia che io mi appello perché man mano che invecchio sempre più mi rendo conto che da solo non combino che pasticci.

 

 

MERCOLEDI' 20 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bernardo; San Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE PERCHE' CI FAI STARE CON TE.

 

Hanno detto: Quanto più a fondo ti scava il dolore, tanta più gioia potrai contenere. (Kahlil Gibran)

Saggezza popolare: Per arrivare in alto è inutile percorrere strade piane. (detto proverbiale)

Un aneddoto: Un giorno del 1931, presso il convento di San Giovanni Rotondo c'erano alcuni ospiti di riguardo, fra cui un alto magistrato. Il pranzo fu "alla cappuccina", cioè insoddisfacente sia come quantità che come qualità; il giudice, mentre mangiava, discorreva sul fatto di come a questo mondo il denaro è tutto, e chiunque abbia soldi a sufficienza può anche "comprare" qualsiasi causa. Durante il pasto, il Santo stette insolitamente zitto. Al momento di andare via, però, il magistrato, mentre stava per imboccare la rampa di scale per scendere alla porta, venne raggiunto da un calcio fortissimo al deretano, che lo fece ruzzolare in fondo. Si rialzò malconcio, dolorante ed imprecante, ed a questo punto vide che il calcione glielo aveva sferrato proprio Padre Pio, che per soprammercato gli gridò dietro: "E comprati pure questo, disgraziato!!!".

Parola di Dio: Ez 34,1-11; Sal 22; Mt 20,1-16

 

Vangelo Mt 20, 1-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: " Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e da  loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi". Parola del Signore

 

“QUESTI ULTIMI HANNO LAVORATO UN’ORA SOLTANTO E LI HAI TRATTATI COME NOI CHE ABBIAMO SOPPORTATO IL PESO DELLA GIORNATA E IL CALDO”. (Mt. 20,12)

A prima vista questa parabola ci lascia sconcertati. Ci sta bene che il Signore ci cerchi e ci chiami ad ogni ora della nostra vita ma non ci sembra giusto che ricevano lo stesso salario coloro che hanno lavorato tutto il giorno come coloro che hanno faticato solo poche ore. Questo mette in luce l’opposizione tra il modo dì vedere degli uomini e quello di Dio a proposito della salvezza. Per gli uomini, la salvezza è una ricompensa per ciò che hanno fatto. Per Dio è il dono della sua grazia. Invece di provare gelosia nei confronti di coloro che lo ricevono, bisogna imparare a rendere grazie per l’infinita bontà di Dio.

 

 

GIOVEDI' 21 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Pio X; San Baldovino di Rieti.

Una scheggia di preghiera:

 

DOVE SEI TU, O GESU', NON PUO' CHE ESSERCI GIOIA.

 

Hanno detto: Quando nella vita si è consumato tutto resta ancora tutto. (Pier Paolo Pasolini)

Saggezza popolare: Le gambe sono leggere quando la volontà è buona.(Proverbio tedesco)

Un aneddoto: Don Bosco chiamava il Rosario «la bancarotta del diavolo». Diceva: L'opera salesiana riposa sulla corona: da questa pratica nessuno può dispensarsi. Su questa recitazione quotidiana l'opera è fondata. Sono deciso ad abbandonare molte altre pratiche, ma non questa. Una volta Massimo d'Azeglio disse a don Bosco che era tempo di finirla di far recitare ogni giorno il Rosario ai suoi ragazzi e ai suoi educatori: non ci tengo affatto, sa, a questa anticaglia di cinquanta Ave Maria infilzate! E una pratica noiosa e del tutto inefficace per l'educazione. Io ci sto molto, invece, a tale pratica rispose il Santo e su di essa potrei dire che è fondata la mia istituzione: sarei disposto a lasciare piuttosto tante altre cose ben più importanti, ma non questa. Aggiunse poi. Se anche facesse d'uopo, rinunzierei alla sua preziosa amicizia, ma non mai alla recita del S. Rosario! Il biografo del Santo conclude: «Trovato don Bosco irremovibile nel suo principio, il nobiluomo se ne partì, e da quel giorno non ebbe più alcuna relazione con lui».

Parola di Dio: Ez 36,23-28; Sal 50; Mt 22,1-14

 

Vangelo Mt 22, 1-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, rispondendo Gesù riprese a parlar in parabole ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo e disse: "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono gia macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti". Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI È SIMILE AD UN RE CHE FECE UN BANCHETTO DI NOZZE PER SUO FIGLIO”. (Mt. 22,2)

Ci sorprende che Dio presenti il Regno come un banchetto di nozze. Forse ci saremo aspettati un Dio che regola i conti, siede in tribunale a giudicare, convoca i sudditi per la presentazione del codice delle sue leggi, procede a un rigoroso controllo dei documenti. Niente di tutto ciò Abbiamo, invece, un banchetto di nozze, simbolo per eccellenza della gioia, della convivialità, dell’incontro, della comunione e anche dell’intimità. E’ bello questo regno dove cose materiali diventano doni, sacramenti di fraternità, piatti appetitosi, caraffe traboccanti di vini eccellenti, e gli occhi che non si limitano al piatto, ma vanno a cercare lo sguardo dell’altro. E’ un Regno dove corpo e spirito sono un tutt’uno. Ed è una grande indicazione per noi: l’uomo, per grazia di Dio è salvato corpo e spirito!

 

 

VENERDI' 22 AGOSTO: BEATA VERGINE MARIA REGINA

Tra i santi ricordati oggi: Santa Augusta; San Fabrizio e Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

AVVENGA DI ME SECONDO LA TUA PAROLA.

 

Hanno detto: Non basta parlare, occorre parlare seriamente. (William Shakespeare)

Saggezza popolare: Per avere qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto.

Un aneddoto: La devozione alla Madonna porta necessariamente a Gesù, anzi è il mezzo più sicuro e perfetto che porti a Dio. Ecco un episodio nella devozione di S. Gemma Galgani alla Madonna. "Un giorno Gemma si vede sulle braccia della Madre divina, in atto di riposare la testa sul cuore di Lei. La SS.ma Vergine le domanda: Gemma, non ami che me? E Gemma risponde: Oh no, prima di te amo un'altra persona. A queste parole la Madonna, stringendosela ancora più al cuore: Dimmi chi è. No, non te lo dico risponde Gemma, quasi scherzando con Colei che pareva a sua volta scherzare. Se tu fossi venuta ieri l'altro, di sera, l'avresti saputo soggiunse. Egli ti somiglia in tutto per bellezza, i suoi capelli hanno il colore dei tuoi. La SS Vergine che pareva compiacersi di sentirselo ripetere, insisté ancora: Chi è? E Gemma rispose: È Gesù, il figlio tuo. Oh, l'amo tanto! A queste parole la Madonna nuovamente strinse a sé Gemma e disse: Oh, sì. Amalo pure, amalo tanto; ma ama lui solo. E la visione disparve".

Parola di Dio: Is 9,1-6; Sal 112;Lc 1,26-38

 

Vangelo Lc 1,26-38

Dal vangelo secondo Luca

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio". Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei. Parola del Signore

 

“L’ANGELO GABRIELE FU MANDATO DA DIO IN UNA CITTÀ DELLA GALILEA, CHIAMATA NAZARETH, AD UNA VERGINE.., LA VERGINE SI CHIAMAVA MARIA”. (Lc. 1,26-27)

Il brano del Vangelo di oggi potremmo definirlo ‘il buon giorno di Dio all’umanità’. E’ un “buon giorno” che parte da un villaggio insignificante, sconosciuto all’Antico Testamento. E’ un “buon giorno” che avviene in una piccola e umile casa ben lontana dalla ricchezza e solennità del tempio. E’ un “buon giorno” rivolto ad una ragazza, semplice; è un “buon giorno, Maria”, un nome comune pronunciato da amici e vicini. Ma proprio per questo è un “buon giorno” che si rivolge a me e a te. Dio ti saluta. Ti dice che non si è dimenticato di te, non ti tiene il broncio per i tuoi peccati, desidera che la tua vita sia un buon giorno. E’ un Dio che per regalarti un buon giorno ti chiede di ospitarlo, di generarlo, di poter gioire della sua presenza. Non c’è posto allora per la paura, anche se vivi nel mistero, basta rispondere con Maria: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.

 

 

SABATO 23 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosa da Lima;San Filippo Benizi.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDICI DISPONIBILI A SERVIRE I FRATELLI.

 

Hanno detto: La vita dell'uomo consiste nell'affetto che principalmente lo sostiene e nel quale trova la sua più grande soddisfazione. (San Tommaso d'Aquino)

Saggezza popolare: Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua.

Un aneddoto: Del P. Pietro Charles, che tanto lavorò per diffondere tra la gioventù studiosa di Europa lo spirito missionario, si racconta questo mirabile fatto. Michiko Inukai, figlia di un uomo di Stato giapponese, alcuni anni or sono, incontrò per caso un'amica, la quale le rivolse a bruciapelo questa domanda: Che cosa vai cercando? Spinta da una forza misteriosa, la Michiko uscì in questa inattesa risposta: Sto in cerca di una religione universale. Alcuni mesi più tardi si convertiva al cattolicesimo, ricevendo il S. Battesimo. Venne a conoscenza degli scritti del P. Charles, e ne rimase talmente entusiasta, che scrisse al dotto missionario, chiedendo il permesso di tradurli in giapponese. Il pio religioso, nella lettera di risposta, pose anche una fotografia ritagliata da una vecchia rivista missionaria. In quella foto si vedeva una famiglia giapponese, tra cui una bimba seduta sulle ginocchia della mamma. "Non so il perché scriveva il P. Charles alla Michiko ma sono già venti anni che ogni giorno dico un'Ave Maria per quella bambina. Siete forse voi?" E la signorina Michiko gli rispose: "Si, sono proprio io!". Oggi la signorina Michiko fa parte della Crail, Associazione di laici missionari che lavorano intensamente a portare nel seno della famiglia il fermento cristiano.

Parola di Dio: Ez 43,1-7a; Sal 84; Mt 23,1-12

 

Vangelo Mt 23, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì'' dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestro", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato". Parola del Signore

 

“IL PIÙ GRANDE TRA VOI SIA IL VOSTRO SERVO”. (Mt. 23,11)

L’errore di fondo che spesso fanno i cristiani è quello di confondere i termini: Grazia (cioè dono gratuito) diventa conquista; re (cioè colui che porta il peso degli altri) diventa potere; cardinale (colui che regge sui suoi cardini il peso) diventa onore; politico (colui che è a servizio del bene comune) diventa intrallazzatore per interessi privati e così via. Anche il servizio al Regno di Dio diventa servizio a una Chiesa gerarchizzata o un servizio a se stessi. Gesù, nel vangelo di oggi, ci riporta alla verità: se hai un compito, assolvilo secondo i doni ricevuti. Nel Regno le gerarchie hanno un unico fine, quello del servizio. Guardiamo a Gesù. Lui, il Figlio di Dio, è venuto nel mondo unicamente per fare la volontà del Padre e per servire l’uomo: la sua grandezza è la croce, il suo amore è lavarci i piedi.

 

 

DOMENICA 24 AGOSTO: 21^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Bartolomeo;Santa Emilia di Vialar.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO! AUMENTA LA MIA FEDE.

 

Hanno detto: La verifica dell'essere è nel fare. (Italo Calvino)

Saggezza popolare: Meglio arrivare un’ora troppo presto che un minuto troppo tardi. (Detto proverbiale)

Un aneddoto: Il Beato Bonaventura da Potenza, qualche giorno prima di morire nel convento di S. Francesco a Ravello, ultima dimora della sua vita, avendogli il medico fatto capire che non c'era più alcuna speranza di guarigione, lo ringraziò e ringraziò Dio di tale prezioso guadagno per la sua anima. Ricevuti gli ultimi Sacramenti, cominciò a cantare le lodi della Vergine del suo cuore e quelle del suo Dio. Volgeva continuamente lo sguardo a una immagine della Madonna, che stava di fronte al suo lettuccio poverello e Le lanciava sospiri e parole d'amore tenerissimo. Poco prima di spirare, la sua Madre dolcissima venne a visitarlo: egli era in dolce estasi d'amore e sussurrò soavemente l'eterno canto d'amore: "Ave Maria! Ave Maria! Ave Maria! Così la sua anima, accompagnata dalla "Tutta bella", se ne volò al suo Creatore. Era il crepuscolo del 26 ottobre 1711: in quel momento la campana della Cattedrale di Ravello suonava i rintocchi dell'"Angelus Domini".

Parola di Dio: Is 22,19-23; Sal 137; Rm 11,33-36; Mt 16,13-20

 

Vangelo Mt 16, 13-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Parola del Signore

 

“VOI CHI DITE CHE IO SIA?”. (Mt. 16,15)

Partecipando una volta ad una preghiera di esorcismo mi resi conto che il sacerdote incaricato quasi con insistenza richiedeva a tutti noi di rinnovare la nostra fede recitando il Credo, rinnovando le promesse battesimali, chiedendo apertamente se credevamo in Gesù. Quando ebbi occasione di parlargli personalmente gli chiesi il perché. Mi rispose con semplicità disarmante: “Il male ha paura di chi crede in Dio in Gesù, nello Spirito Santo e anche nella famiglia dei figli di Dio, perché sa che lì sta la forza a cui non può che sottomettersi”. Gli obbiettai: “Noi cristiani tutte le domeniche diciamo il credo, come mai allora il male ha ancora un così grande spazio in mezzo a noi?”. “Proprio perché il Credo lo diciamo soltanto” mi rispose. E non posso che dargli ragione. Può essere vero che il credo è formulato in maniera difficile, ma ci rendiamo conto che quando diciamo questa preghiera noi affermiamo di credere in un solo Dio? Gioiamo perché egli è nostro Padre, crediamo davvero che Gesù è vero uomo e vero Dio, che ci ha redento, che è morto e risorto, che tutte le parole che ci ha detto sono vere e parole di vita? Crediamo che lo Spirito Santo c’è e funziona davvero nella comunità dei credenti? Pietro ha davvero fede quando lascia parlare il cuore e lo Spirito Santo che è in lui; quando ragiona solo con la sua testa e si fida solo delle sue forze diventa lui stesso il diavolo per Gesù, il tentatore che cerca di allontanarlo dalla volontà di Dio. Proviamo oggi a sentire la domanda di Gesù rivolta direttamente a noi nelle situazioni di vita che la giornata ci presenterà e proviamo a vedere qual è la nostra risposta di fede quando ad esempio si tratta di vedere di dedicare un po’ di tempo ad una persona magari un po’ pesante, quando si tratta di fare qualche servizio non troppo piacevole, quando ci si può arrabbiare o si può sorridere.

 

 

LUNEDI' 25 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Ludovico; San Giuseppe Calasanzio; San Genesio.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI IL DIO CHE SALVA.

 

Hanno detto: Il pensiero fiorisce quando abbiamo la cosa davanti agli occhi. (Martin Heidegger)

Saggezza popolare: La mia casa è molto piccola, ma le sue finestre si aprono su un mondo grande e meraviglioso. (Sapienza Cinese)

Un aneddoto: Nella grande foresta era scoppiato l'incendio più furioso e devastante che si fosse visto da generazioni. Tutti gli animali erano scappati sulle rive del fiume e gridavano spaventati e si lamentavano: "Poveri noi, i nostri nidi distrutti, le nostre tane bruciate, la nostra erba... i nostri alberi... che disastro, che disastro!" Solo un colibrì non si era unito alla depressione generale. Si era avvicinato all'acqua e aveva preso una goccia nel suo becco. Dopodiché era volato sul fuoco e aveva lasciato cadere la goccia. Dopo il primo viaggio ne fece parecchi altri, finché qualcuno degli animali piangenti lo notò e gli urlò dietro: "Illuso! Che cosa credi di fare con le tue goccine d'acqua contro questa violenza?" Il colibrì si fermò a mezz'aria e, a becco pieno, rispose: "Faccio quello che so e posso fare!".

Parola di Dio: 2Ts 1,1-5.11b-12; Sal 95; Mt 23,13-22

 

Vangelo Mt 23, 13-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso". Parola del Signore

 

“GUAI A VOI SCRIBI E FARISEI IPOCRITI!”. (Mt. 23,13)

Una delle cose che, lungo i secoli, ha maggiormente impedito alla Chiesa di essere in pieno una buona testimone del Vangelo di Gesù è stata la paura, dovuta alle tante prove e tentazioni subite, di perdere il suo ruolo, la sua ortodossia completa e allora abbiamo visto spesso la Chiesa chiusa in se stessa a cercare di difendersi da nemici reali e fantastici: la caccia agli eretici e alle strega ne è stato un segno, l’aver chiuso sempre più le porte della sua misericordia a favore della osservanza formale purtroppo ha fatto e fa sì che tanti che pur cercano il volto di Cristo stentino a trovarlo nascosto tante volte sotto l’aspetto della diplomazia e della burocrazia. Allora quel “Guai!” che Gesù rivolge ai farisei non è solo per gli stretti osservanti di quell’epoca che nel loro desiderio di purezza religiosa rischiavano di rendere inaccessibile il vero senso dell’ebraismo, ma anche per noi uomini di Chiesa quando richiudiamo la fede nelle nostre formule e la rendiamo inaccessibile ai piccoli, quando rattristiamo un messaggio di gioia e di liberazione, quando pretendiamo assensi e applausi alle nostre organizzazioni e ci dimentichiamo di far vedere il vero volto di Cristo, quando nascondiamo la Parola dietro ai nostri paroloni, quando abbiamo fatto della fede solo una religione a nostro uso e consumo, quando, con la scusa dell’ortodossia tarpiamo le ali a chi non la pensa come noi e ci da fastidio… Con i suoi : “Guai!” Gesù vuole mettermi in guardia e mettere in guardia la Chiesa da un pericolo sempre incombente, quello di appropriarci di Dio al punto da imprestargli le nostre idee e poi farle passare per sue. Convertire non vuoi dire far sì che l’altro la pensi come me, ma che io e l’altro ci incontriamo in Dio.

 

 

MARTEDI' 26 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessandro; San Zefirino.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO LA TUA PAROLA CI ILLUMINA E SALVA.

 

Hanno detto: Gesù mi vuole sempre bene e mi stringe sempre più a Sé. Ha dimenticato i miei peccati, e si direbbe che si ricorda solo della Sua misericordia. (san Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Chi butta paglia sul fuoco può bruciarsi la mano. (Proverbio)

Un aneddoto: Consiglio che una volta sentii dare a un giovane: "Fai sempre quello che hai paura a fare". (Ralph Waldo Emerson)

Parola di Dio: 2Ts 2,1-3a.13-17; Sal 95; Mt 23,23-26

 

Vangelo Mt 23, 23-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!". Parola del Signore

 

“GUAI A VOI GUIDE CIECHE CHE FILTRATE IL MOSCERINO E INGOIATE IL CAMMELLO!”. (Mt. 23,24)

Gesù sta parlando ad un determinato gruppo di gente: gli scribi e i farisei. Non sono i “cattivi”, sono i religiosi, i moralisti. Gesù sta parlando a me prete e nella sua bontà e misericordia, il suo rimprovero vuoi convertirmi, sta parlando a tutta quella Chiesa che continua a parlare di povertà ma vive nel lusso, a chi maschera i propri averi con le necessità della pastorale, a chi fa lunghe disquisizioni sul peccato ma ci vive dentro, a chi detta norme morali ma non le applica nella sua vita, a chi formalmente è ineccepibile ma nel cuore non sa che cosa sia misericordia, a chi parla continuamente di Dio ma vive da ateo. Questi “guai” sono per me. Gesù vuoi mettermi in guardia e mettere in guardia la Chiesa dal pericolo sempre incombente di appropriarci di Dio al punto da imprestargli le nostre idee e poi farle passare per sue.

 

 

MERCOLEDI' 27 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Monica;San Cesario di Arles; San Giuseppe Calasanzio.

Una scheggia di preghiera:

 

DAL VOLER APPARIRE DIVERSI DA QUELLO CHE SIAMO, LIBERACI O SIGNORE.

 

Hanno detto: È leggero il compito quando molti si dividono la fatica. (Omero)

Saggezza popolare: Se fossi, se avessi e se potessi erano tre fessi in giro per il mondo.  (vecchio detto)

Un aneddoto: Tanto tempo fa, in India, un ladrone, per scampare alle guardie del Marajà, andò a nascondersi in un tempio abbandonato, nei pressi di un remoto villaggio. Un contadino giovane e sempliciotto, che lavorava in un campo vicino, lo vide e, trovandolo smagrito e male in arnese, credette che fosse un guru (maestro di spiritualità). Andò a rendergli omaggio e incominciò a portargli ogni giorno cibo e generi di conforto. Il ladrone stette al gioco, perché gli faceva proprio comodo un po' di riposo, dopo tanto scappare. Condiscendente, si divertiva a elargire insegnamenti da "saggio" al giovane, che, entusiasta, cercava di mettere in pratica il più possibile ciò che sentiva. Il tempo passava e il ladrone viveva felice e beato dei doni che gli abitanti del villaggio gli portavano regolarmente. Un giorno il giovane, che era andato a trovare il suo falso maestro, gli comunicò entusiasta che, grazie ai suoi insegnamenti e al suo esempio, aveva raggiunto l'illuminazione. Il brigante, sorpreso, esterrefatto e colpito profondamente dalla sua fede e dalla sua costanza, si arrese a tanto ardore e diventò, a sua volta, discepolo del contadino illuminato.

Parola di Dio: 2Ts 3,6-10.16-18; Sal 127; Mt 23,27-32

 

Vangelo Mt 23, 27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo:"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!". Parola del Signore

 

“GUAI A VOI CHE INNALZATE I SEPOLCRI AI PROFETI E ADORNATE LE TOMBE DEI GIUSTI”. (Mt. 23,27)

Una delle più grandi ipocrisie è il momento della sepoltura: tutti diventano buoni, coloro che in vita erano nemici, diventano brava gente. I morti non danno più fastidio, anzi diventano motivo di gloria. Pensate se non e vero per certi personaggi della politica, dello spettacolo. E purtroppo è vero anche per certi profeti della Chiesa. Da vivi ci davano fastidio, ci smuovevano dal nostro immobilismo, ci sbattevano in faccia le nostre ipocrisie, non erano “della legge”, da morti diventano profeti, grandi uomini. Gesù ci invita a guardare le persone vive o morte per quello che sono, non per quello che appaiono, non per il fastidio o meno che ci hanno dato. Non serve a nulla dire di uno, quando è morto, che era un profeta, se non ci siamo neppur lasciati scalfire dalla sua profezia.

 

 

GIOVEDI' 28 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino; Santa Adelina; Sant’Alfrico.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE IO SAPPIA ACCOGLIERTI NEL FRATELLO.

 

Hanno detto:

È curioso vedere che quasi tutti gli uomini che valgono molto hanno le maniere semplici e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore. (G. Leopardi)

Saggezza popolare: Quando l'acqua ci arriva alla gola, è sciocco chiedersi se l'acqua è potabile.

Un aneddoto: Nel caravanserraglio del Sultanhani cinque pellegrini provenienti da varie contrade dell'Asia si accordarono per proseguire il cammino insieme, perché tutti andavano alla Mecca. Il giorno seguente, mentre tutti chiacchierando camminavano alla volta di Konya, videro per terra un dinaro d'argento. Subito quello che lo raccolse propose: " Comperiamo del mafil e dividiamocelo". Il secondo disse: "D'accordo per dividercelo, ma io preferisco che si comperi dell'uzum". "Io non conosco né uzum né mafil - disse il terzo - ma ho proprio voglia di balesh. Compriamo del balesh e dividiamocelo in parti uguali". Il quarto, però, protestando, affermava che nulla fosse meglio del bestan, e che un dinaro di bestan ci voleva proprio. Ma il quinto, un poco infuriato gridò: "Tacete tutti: a Konya prenderemo del rektaf. Nel mio paese si loda il rektaf di Konya e io non ne ho mai mangiato. Dobbiamo comperare del rektaf e nient'altro". Si misero tutti a discutere e a litigare. Sostavano già per venire alle mani quando scorsero un maestro sufi passare poco distante. Decisero allora di rimettere a lui la soluzione del diverbio e, raggiuntolo, gli spiegarono tutta la cosa. "Bene - ripose - venite con me. Risolverò il vostro problema con piena soddisfazione di tutti". Giunti a Konya li portò da un fruttivendolo, dal quale comprò un dinaro d'uva, e tutti furono contenti, poiché infatti quella volevano, pur chiamandola ciascuno con il termine precipuo della propria lingua.

Parola di Dio: 1Cor 1,1-9; Sal 144; Mt 24,42-51

 

Vangelo Mt 24, 42-51

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà. Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto? Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così! In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni. Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti". Parola del Signore

 

“ANCHE VOI SIATE PRONTI PERCHÈ NELL’ORA CHE NON IMMAGINATE IL FIGLIO DELL’UOMO VERRÀ”. (Mt. 24,44)

Quando Gesù diceva queste parole ci invitava a vegliare non soltanto per la sua venuta finale o per dirci che la morte può coglierci in qualsiasi momento, ma anche per indicarci le sue improvvise visite attraverso il prossimo. Il prossimo, spesso, fa irruzione nella nostra vita quando meno ce lo aspettiamo, quando non abbiamo tempo e per di più, spesso, non ha buone maniere, è indiscreto, turba l’ordine regolare della nostra vita. Non si può dunque ridurre l’amore a regole troppo dettagliate. Ricordiamo la parabola del buon samaritano: il sacerdote e il levita non ammettono che un ferito possa intralciare i    loro programmi e per questo tirano diritto, Il samaritano, invece, ha accettato di cambiare il programma del proprio itinerario davanti all’incontro imprevisto con un uomo ferito. Anche oggi Cristo arriverà nella tua vita attraverso quella telefonata imprevista, quell’incontro, quella richiesta non programmata ed è proprio lì che puoi incontrarlo o perderlo di vista.

 

 

VENERDI' 29 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Martirio di san Giovanni Battista; San Bononio di Lucedio.

Una scheggia di preghiera:

 

TUA, SIGNORE, E' LA MISERICORDIA.

 

Hanno detto: Una sola "Ave Maria", ben detta, fa tremare l'inferno. (Giovanni Maria Vianney - Curato D'Ars)

Saggezza popolare: Chi ha paura di soffrire soffre sempre di paura.

Un aneddoto: Molto lontano da qui, in un luogo che non è segnato su nessuna carta geografica, esiste un paese, si trova ai piedi di una grande montagna. Questo paese ha una particolarità, tutte le persone generose e di animo buono posseggono delle ali. Si, proprio delle ali, per poter volare ed essere ancora più utili al prossimo. Ogni anno, il sindaco con la sua giunta, eleggono i nuovi cittadini buoni donandogli delle magnifiche ali di soffici piume bianche. Ovviamente i vincitori, essendo persone umili, quasi si imbarazzano nel ricevere questo meritato premio. Purtroppo in questo particolare paese non esistono solo cittadini bravi, ve ne sono anche di cattivi, uno è particolarmente malvagio, se fa delle buone azioni è solo per ottenere qualcosa in cambio, è anche molto presuntuoso e invidioso, così tanto invidioso che vorrebbe a tutti i costi quelle magnifiche ali. Così, ogni anno cerca di fare il buono per ottenere il tanto ambito riconoscimento, ma il sindaco non si fa ingannare facilmente e si accorge sempre che tutte le sue azioni sono false e per un secondo fine. Così, il malvagio cittadino decide di avere quelle ali… costi quel che scosti. Pensa e ripensa, escogita una perfida idea: "Se nessuno mi regala le ali, me le costruirò da solo! E non mi accontenterò di ali in sciocche piume bianche, le costruirò in modo da fare invidia a tutti… le farò d’oro!" Così si mise all’opera, ci volle parecchio tempo per costruire le ali ma, alla fine, il lungo lavoro terminò. "Eccole finalmente!! Sono meravigliose" Pensò fiero di se l’uomo malvagio "D’oro splendente, così tutti vedranno la mia ricchezza!! Rimarranno abbagliati dal loro splendore!" Tutto questo avvenne proprio il giorno della nuova elezione dei cittadini buoni! Quale migliore occasione per sfoggiare le sue splendenti ali davanti a tutti! Non restava che provare la sua opera, voleva essere visto da tutto il paese e così, con molta fatica, si mise le ali in spalla e si trascinò fino in cima alla montagna, tutti i suoi concittadini lo avrebbero visto volare fiero sopra le loro teste, visto che il paese si trovava proprio ai piedi della montagna. Salito in cima, prese una lunga rincorsa e, arrivato all’orlo del precipizio, si lanciò nel vuoto. In quel momento un grande bagliore provocato dal riflesso del sole sulle ali d’oro attirò l’attenzione di tutti i cittadini riuniti nella piazza per la grande manifestazione, i quali alzarono lo sguardo e videro inizialmente una grande luce, ma subito dopo un grande polverone, una valanga che si fermò solo dopo essere arrivata a valle. Tutti i cittadini accorsero verso la "valanga" e videro, senza troppo stupore, che si trattava del loro concittadino malvagio, molti di loro cominciarono a deriderlo e lui? Si vergognò profondamente! Il peso del suo orgoglio, della sua malvagità dell’arroganza, era tanto quanto l’oro pesantissimo delle sue ali che lo avevano fato cadere rovinosamente così in basso! Non si sa che fine abbia fatto lo spregevole individuo, non sappiamo se abbia cambiato le sue abitudini, ma di certo è stato un avvertimento per tutti coloro che hanno bramato più volte ali non meritate.

Parola di Dio: Ger 1,17-19; Sal 70; Mc 6,17-29

 

Vangelo Mc 6, 17-29

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Erode aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello". Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista". Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista". Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

“NON TI E’ LECITO!” (Mc. 6,18)

Questa frase che il Battista dice con fermezza ad Erode e che poi gli costerà la vita, può far nascere in noi una domanda: è giusto nella comunità , davanti a certe situazioni dire: “Non ti è lecito”? Gesù nel suo Vangelo parla di correzione fraterna e invita ad usare da una parte grande attenzione e misericordia ai fratelli e dall’altra ad essere fedeli a quelli che sono i comandamenti di Dio, però Lui stesso, l’unico che poteva farlo a pieno titolo pur lanciando molti “Guai!” li lancia sempre prima di tutto non in vista di una condanna ma per una conversione. Davanti ad una pubblica peccatrice, le dice con chiarezza che il suo comportamento non è secondo la volontà di Dio ma le offre anche la possibilità di essere perdonata e di ricominciare da capo. Ecco allora qual dovrebbe essere il nostro atteggiamento nei confronti del peccato e di chi lo opera: il Cristiano deve informare il suo agire alla morale del Vangelo perché le norme che ci sono date non sono una imposizione ma sono la strada della felicità  che Dio ci indica. Il Cristiano vede il male e non può non stigmatizzarlo come un qualcosa che fa del male a tutti. Il cristiano ha il diritto e il dovere di dire la sua parola in campo morale, ma attenzione al come e alla persona a cui ci si rivolge. Ricordiamoci che siamo tutti fragili e deboli e che tutti abbiamo bisogno di misericordia e di perdono. Ricordiamoci anche che se esiste un male oggettivo che va bandito ci sono poi mille situazioni soggettive in cui le persone che lo compiono possono trovarsi, e poi, non sempre tutto quello che è bene è realizzato a fine di bene e tutto quello che è male è fatto con la volontà e la coscienza del male. Chi di voi ha una certa età ricorda che quando andavamo al catechismo noi ci veniva insegnato che perché ci sia un peccato grave occorrono materia grave, piena avvertenza, deliberato consenso. Quindi ogni volta che ci correggiamo vicendevolmente, oltre alla carità che Gesù ci ha insegnato, teniamo conto anche di queste cose.

 

 

SABATO 30 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Gaudenzia; San Pietro di Trevi.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE DI TUTTI I TUOI DONI.

 

Hanno detto: Tutto è difficile prima di essere semplice. (Thomas Fuller).

Saggezza popolare: Un bimbo impiega due anni per imparare a parlare, un uomo impiega una vita per imparare a tacere.

Un aneddoto: Un giorno, un giovane ragazzo, litigò furiosamente con il padre, tanto che decise di andare via di casa. Era così arrabbiato e orgoglioso che non volle più vedere né sentire il padre. Purtroppo il ragazzo era ribelle e questo gli causò tanti guai anche con le altre persone. Un giorno infatti fu arrestato. Doveva scontare una pena di tre mesi ma rimase in prigione solo due giorni, nei quali ebbe modo di riflettere sulla sua vita sregolata. Il secondo giorno di prigione fu scarcerato, qualcuno aveva pagato la cauzione per lui. “Chi può essere stato?”, pensò il ragazzo. “Nessuno mi vuol bene, mi sono comportato troppo male con tutti, chi può aver fatto questo gesto così bello nei miei confronti? Forse c’è stato un errore. Magari tra poco mi richiamano e mi diranno che dovevano scarcerare il mio compagno di cella...” E mentre pensava a tutte queste cose uscì dalla prigione e proprio sulla soglia del cancello vide suo padre. “Papà….come mai sei qui?!”, chiese il ragazzo stupito e con tanta vergogna. Pensava che il padre fosse lì per caso e non voleva far vedere che era appena uscito di prigione. “Sono qui per te.”, disse il padre allargando le braccia. “Io ho pagato la cauzione per te.” Il figlio non poteva credere alle sue orecchie. Il padre che lui aveva offeso con parole pesanti gli aveva pagato la cauzione e adesso chiedeva un abbraccio. Il ragazzo mise da parte l’orgoglio è abbracciò forte suo padre. Mentre il padre accompagnava il figlio verso la macchina per riportarlo a casa, il giovane fece una domanda: “Perché hai pagato per me? Io mi sono comportato malissimo nei tuoi confronti, come mai mi dimostri così tanto amore?” Il padre rispose “Non posso impedirti di andare via di casa ma, appena ho saputo che ti avevano arrestato, mi sono preoccupato molto per te e sono corso a pagarti la cauzione. Tu sei mio figlio e farei qualunque cosa per te.” “Papà, io non mi merito tutto questo amore, cosa posso fare per ricambiare?” “Il mio amore non ha un prezzo, caro figlio. Ma se puoi… non cacciarti più ne guai.”

Parola di Dio: 1Cor 1,26-31; Sal 32; Mt 25,14-30

 

Vangelo Mt 25, 14-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:"Un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti". Parola del Signore

 

“SIGNORE, PER PAURA ANDAI A NASCONDERE IL TUO TALENTO SOTTOTERRA: ECCO QUI IL TUO”. (Mt. 25,25)

Alessandro Pronzato commentando questo brano ci aiuta con alcuni esempi a fare un esame di coscienza sul non impiego dei nostri talenti: “Eccoti la tua vita, Signore... Te la restituisco quasi intatta. Non mi sono mai azzardato a vivere. Troppa paura di sbagliare. Eccoti la tua libertà. L’ho accantonata, tenuta sotto stretta vigilanza, non me ne sono quasi mai servito. Troppo impegnativa. Eccoti il cuore che mi hai dato. L’ho impegnato raramente, con estrema cautela, con giudizio. Troppo rischioso. Ecco la tua fantasia. Un regalo forse superfluo, oltre che pericoloso, l’ho sempre tenuta accuratamente sotto chiave, non le ho mai dato spazio. Chissà dove mi avrebbe portato..

 

 

DOMENICA 31 AGOSTO: 22^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Raimondo; San Domenico del Val.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' CON TE PERDERE E' GUADAGNARE.

 

Hanno detto: Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco, che in un anno di conversazione. (Platone)

Saggezza popolare: Se vuoi tenere i piedi per terra, porta qualche responsabilità sulle spalle.

Un aneddoto: «A primavera un uccello in gabbia sa bene che c'è qualcosa a cui potrebbe servire, sente benissimo che ci sarebbe qualcosa da fare, ma non ci può far nulla, e cos'è questo? Non si ricorda bene, ha idee vaghe e dice: "Gli altri fanno i loro nidi e portano fuori i loro piccoli e li cibano" e poi sbatte il suo capo contro le grate della gabbia. Ma la gabbia resiste e l'uccello impazzisce dal dolore. "Guarda che fannullone", dice un altro uccello che passa lì davanti, "quello è un tipo che vive di rendita". Eppure il prigioniero continua a campare, non muore, fuori non appare nulla di quel che ha dentro, è in buona salute, e di tanto in tanto è allegro sotto i raggi del sole. Ma poi viene il tempo degli amori. Ondate di depressione. "Ma ha poi proprio tutto quel di cui ha bisogno?" dicono i bambini che si prendono cura di lui e della sua gabbietta. E lui sta appollaiato con lo sguardo proteso verso il cielo, dove sta minacciando un temporale, e dentro di sé sente ribellione per la sua sorte. "Me ne sto in gabbia, me ne sto in gabbia, e non mi manca niente, imbecilli! Ho tutto ciò di cui ho bisogno! Ma per piacere, libertà, lasciatemi essere un uccello come gli altri!". Così, talvolta, un uomo che non fa nulla assomiglia a un uccello che non fa nulla.» (Vincent Van Gogh)

Parola di Dio: Ger 20,7-9; Sal 62; Rm 12,1-2; Mt 16,21-27

 

Vangelo Mt 16, 21-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai". Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: "Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!". Allora Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni". Parola del Signore

 

“CHI VORRÀ SALVARE LA PROPRIA VITA, LA PERDERÀ, MA CHI PERDERÀ LA PROPRIA VITA PER ME, LA SALVERÀ”. (Mt. 16,24)

Dunque, il cristianesimo è sofferenza? L’umiltà è non valutarsi? Il cristiano è uno che non deve realizzare se stesso? No. Gesù non mi proibisce di realizzarmi, non vieta di affermarmi. Soltanto che la realizzazione passa attraverso il rinnegamento, l’affermazione attraverso la negazione di me stesso. Devo avere una personalità, certo. Ma è quella che ricevo da Lui, in Lui. Devo vivere in pienezza, senza dubbio. Ma, prima, devo morire al vuoto. Gesù non mi impedisce affatto di farmi strada. Soltanto che la strada devo farmela con la croce, non con altri mezzi. E la croce non devo andarmela a cercare, essa è già pronta e commisurata per le nostre spalle.

 

 

 

 

 

 

 

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