Archivio

 

 

 

 

 

 

 

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

LUGLIO 2014

MARTEDI’ 1 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ester, regina; San Nicasio Burgio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI, SIGNORE, SIAMO PERDUTI.

 

Hanno detto: Questo è il grande segreto: avere Dio sempre presente. Vivere l’unione con Cristo in maniera abituale, continua, cuore a cuore, affetto ad affetto. (Beato Antonio Rosmini)

Saggezza popolare: Il nucleo della conoscenza è questo: se la possiedi, applicala; se non la possiedi, confessa la tua ignoranza. (Saggezza cinese)

Un aneddoto: Potreste chiedere in cuor vostro: "Come distingueremo nel piacere ciò che è bene da ciò che non è bene?" Andate fra i campi e i giardini e imparerete che è piacere dell'ape raccogliere miele dai fiori, ma è anche piacere del fiore cedere miele all'ape. Per l'ape infatti il fiore è fontana di vita, e per il fiore l'ape è messaggero d'amore, e per entrambi, ape e fiore, dare e ricevere è piacere e necessità ed estasi. Siate nei vostri piaceri come i fiori e le api. (Karhil Gibran)

Parola di Dio: Am 3,1-8; 4,11-12; Sal 5; Mt 8,23-27

 

Vangelo Mt 8, 23-27

Dal vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, essendo Gesù salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Salvaci, Signore, siamo perduti!". Ed egli disse loro: "Perché avete paura, uomini di poca fede?" Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia. I presenti furono presi da stupore e dicevano: "Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?". Parola del Signore

 

“LO SVEGLIARONO DICENDO: SALVACI, SIGNORE, SIAMO PERDUTI”. (Mt. 8,25)

Il racconto della tempesta sedata mi sembra una bella chiave di lettura della storia della Chiesa, non solo perché i padri hanno visto la somiglianza della barca di Pietro con il compito della Chiesa, ma perché tutti gli elementi sembrano concorrere ad una visione di cosa è, e di cosa dovrebbe essere la Chiesa. Gesù è Colui che dopo averci donato la salvezza e dopo averci fatto salire sulla barca della Chiesa attraverso il Battesimo, è sempre con noi. Però non sempre noi ce ne accorgiamo e Lui “dorme”. E noi pensiamo di dovercela cavare da soli, di essere noi a portare Lui. Ma la tempesta, le prove, le difficoltà che vengono dal di fuori e quelle che vengono dal di dentro (esiguità dei mezzi, incapacità di cavarcela...) ci fanno bruscamente rendere conto che da soli siamo perduti. Accorgerci che la Chiesa non siamo noi da soli, ma è Lui con noi, significa concretamente riacquistare fede, chiedendo perdono, invocando aiuto, lasciando a Lui il timone dell’imbarcazione. Ognuno di noi e tutta la Chiesa deve continuamente fare questa esperienza: noi possiamo e dobbiamo mettercela tutta ma la barca arriverà alla meta solo se abbiamo l’umiltà di “andare a svegliarlo” perché sia Lui a calmare la tempesta e ad avviarci al suo porto.

 

 

MERCOLEDI’ 2 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’ Ottone, vescovo; San Bernardino Realino, sacerdote.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

Hanno detto: Sento di avere il Paradiso sulla terra, poiché il Paradiso è Dio e Dio è nella mia anima. (Beata Elisabetta della Trinità)

Saggezza popolare: "Se il tuo bacio avrà l'ardore del sole, la rosa ti donerà tutto il suo profumo". (Proverbio Arabo)

Un aneddoto: C'è della neve. Un passero si posa su un sasso e gli chiede: "Posso fermarmi un po' qui ad asciugarmi i piedi?". "Ma certo, fai pure!", risponde il sasso. Dopo un po' il passero si alza in volo e dice al sasso: "Ciao, grazie!" E il sasso: "Non mi chiederò mai più che cosa sto al mondo a fare".

Parola di Dio: Am 5,14-15.21-24; Sal 49; Mt 8,28-34

 

Vangelo Mt 8, 28-34

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo Gesù giunto all'altra riva del mare di Tiberiade, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. Cominciarono a gridare: "Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?". A qualche distanza da loro c'era una numerosa mandria di porci a pascolare; e i demoni presero a scongiurarlo dicendo: "Se ci scacci, mandaci in quella mandria". Egli disse loro: "Andate!". Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti. I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio. Parola del Signore

 

“E I DEMONI PRESERO A SCONGIURARLO: SE CI SCACCI, MANDACI IN QUELLA MANDRIA”. (Mt. 8,31)

Se volessimo usare  il forse poco riverente linguaggio del calcio potremo dire che questo scontro tra Gesù e il demonio finisce in apparente parità, ma questo racconto ci svela molto sull’agire sia di Gesù che del diavolo. Intanto, il diavolo si accorge subito della presenza di Gesù. Ricordiamocelo sempre, il diavolo è un puro spirito, un angelo, non fidiamoci di chi ci descrive i diavoli come animaletti cornuti e caudati, ma stupidi e sempre perdenti. Il diavolo conosce Gesù, conosce la sua potenza, ma appena ne sente la presenza ingaggia subito battaglia con Lui. Questo continua a succedere anche nella nostra vita: dove si cerca di operare il bene in nome di Dio e di suo figlio Gesù, ecco che il diavolo è presente, ecco che scatena le sue forze, gioca tutte le sue carte. Ricordate tutti il triste episodio di Caino e Abele: entrambi i fratelli avevano fatto una cosa buona, quella di offrire a Dio le loro primizie, ma Caino diventa geloso e allora Dio gli dice: “guarda che il peccato (leggi pure: il male, il diavolo) è accucciato alla tua porta, verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo”.  Ricordiamocelo: il male non è stupido, non combatte contro se stesso, viene soprattutto fuori là dove si cerca la comunione con Dio, e dove si vuole operare nel suo nome. Gesù però è colui che può scacciare il male, Dio è più forte di ogni male. Sembra una affermazione banale, ma spesso è facile lasciarci spaventare dalle apparenze: il male fa molto rumore, incute paura, vive delle gelosie e delle negatività, fa vedere la realtà distorta, è bugiardo e noi spesso ci caschiamo: crediamo alla forza di Dio ma ci lasciamo spaventare dal male al punto che preferiamo asservirci al male credendo sia più forte, che dia più felicità. Anche quando il male sembra vinto esso cerca sempre di ottenere qualcosa a suo favore: il racconto dei porci è significativo: il diavolo usando di una fonte di ricchezza e privando questi allevatori di parte dei loro guadagni riesce ad ottenere che questi, non vedendo più il bene che era stato fatto ai due indemoniati, avvertono in Gesù un potenziale nemico dei loro affari e allora lo allontanano dalla loro regione impedendo che il suo bene li raggiunga. Quando pensiamo di aver vinto il diavolo con la forza di Gesù è proprio il momento di fare attenzione. Anche Gesù ci ha detto con chiarezza che quando un demonio è stato cacciato, egli va a cercarne altri cento peggiori di lui e torna ed è contento di trovare una casa tutta spazzata per farne la dimora sua e degli altri demoni. La nostra lotta contro il male non è mai finita, ma una cosa è certa: se in certi momenti sembra che tutto finisca uno a uno, proprio perché la partita è ancora lunga e se noi sapremo stare dalla parte di Gesù, la vittoria finale non può che essere sicura.

 

 

GIOVEDI’ 3 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso apostolo; Sant’Eliodoro, vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

MIO SIGNORE E MIO DIO.

 

Hanno detto: Una parola muore appena detta: dice qualcuno. Io dico che solo in quel momento comincia a vivere. (Emily Dickinson)

Saggezza popolare: Un bacio è come bere acqua salata: bevi e la tua sete aumenterà. (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: La nuvola avanzava lentamente: era piccola, poco più grande di un batuffolo di cotone. All'interno, due gocce di pioggia stavano litigando furiosamente. "Ti dico che dovevamo scendere su quel prato!", urlò l'una. "E così saremmo finite in mezzo al fango!", ribatte l'altra. "Sua maestà ha paura di sporcarsi? Preferirebbe forse cadere in una boccetta di profumo?!", insistette la prima. "Sei sciocca e ignorante!", concluse la seconda. E rivolgendosi all'altra compagna che se ne stava pacifica e silenziosa ad osservare il paesaggio chiese: "E tu, cosa ne pensi?". Costei rispose: "Credo che ognuna di noi debba seguire le proprie aspirazioni, ricordandoci che il mondo ha bisogno di noi". "Giusto!", intervenne la prima, "Ognuna pensi a se stessa!", travisando così le parole della compagna saggia. La prima a lasciarsi scivolare dalla nuvola fu proprio lei. Vide uno scoglio e decise di andare a crogiolarsi al sole. Fatto sta che, poco dopo, cominciò a sudare e all'improvviso scomparve. Di lei non restò più nulla, neppure il segno sulla roccia. La seconda, vedendo l'oceano, pensò: "Qui non mi mancherà la compagnia!" e si lasciò scivolare. Per qualche tempo passò le sue giornate ridendo, scherzando, ballando insieme alle compagne. Ma un giorno un'onda l'afferrò con decisione e la mandò a ruzzolare sulla spiaggia. La sabbia assorbì la goccia e di lei non restò più nulla, nemmeno un'impronta. Sulla nuvola,intanto, la goccia rimasta aspettava il momento opportuno per scendere sulla terra. Aveva deciso: "Mi spingerò più a Nord, il vento freddo mi trasformerà in un fiocco di neve e contribuirò a far felici i bambini". All'improvviso vide, in un campo arso dal sole, una pianticella quasi appassita. Questo la rattristò e la commosse. E cosi decise:si lasciò scivolare dalla nuvoletta e cadde addosso alla piantina. Costei si ridestò dicendo: "Che fresca carezza! Chi sei?". "Sono una piccola goccia e sono scesa dal cielo per aiutarti" rispose. Poi scomparve nel terreno, fino alle radici. Subito un fremito percorse l'intera pianticella ed un fiorellino sbocciò, profumando l'aria.

Parola di Dio nella festa di san Tommaso: Ef. 2,19-22; Sal. 116; Gv. 20,24-29

 

Vangelo Gv 20, 24-29

Dal vangelo secondo Giovanni

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò". Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!". Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!". Parola del Signore

 

“RISPOSE TOMMASO: MIO SIGNORE E MIO DIO!”. (Gv. 20,28)

Lettera aperta all'amico Tommaso.

"Caro Tommaso, molti hanno ironizzato sulla tua incapacità di credere alle parole dei tuoi amici. Ci sono persino dei proverbi, delle frasi fatte: "Come Tommaso, che non ci crede finché non ci mette il naso", ma, caro amico, io mi sento molto simile a te, specialmente nella prima parte, quando vuoi sapere, vuoi vedere, vuoi toccare; quando trovi difficile fidarti degli amici che ti dicono delle cose che vanno contro la logica, contro il buon senso. Mi trovo invece ancora distante da te nella seconda parte quando vedendo il Cristo sai buttarti ai suoi piedi riconoscendo la tua povertà e dicendo: "Mio Signore e mio Dio!". Caro Tommaso chiedi un po' al "tuo Signore e tuo Dio" che mi aiuti a diventare più umile per accettare la testimonianza degli altri, ma soprattutto per riconoscere, nella mia povertà, la grandezza dell'amore di Dio che, nonostante me, opera in me”.

 

 

VENERDI’ 4 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Portogallo; Sant’Alberto Quadrelli, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SENZA DI TE NULLA E' NELL'UOMO.

 

Hanno detto: Solo grandi uomini possono formare altri grandi uomini. (Antonio Rosmini)

Saggezza popolare: "Baci avuti facilmente si dimenticano facilmente". (Proverbio Inglese)

Un aneddoto: Un giovane, desideroso di entrare a far parte del monastero di Ennaton, fu interrogato da un anziano che voleva sapere fino a che punto era disposto a lasciare il mondo: - Se tu avessi tre monete d'oro, le daresti ai poveri? - Di tutto cuore, abba. - E se tu avessi tre monete d'argento? - Molto volentieri. - E se tu avessi tre monete di rame? - No, abba. - E perché? - chiese stupito l'anziano. - Perché io ho tre monete di rame. Purtroppo troppo spesso siamo disposti a dare ciò che non abbiamo ma a trattenere con tutte le nostre forze ciò che possediamo! (R. Kern)

Parola di Dio: Am 8,4-6.9-12; Sal 118; Mt 9,9-13

 

Vangelo Mt 9, 9-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passando, vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: "Seguimi". Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: "Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?". Gesù li udì e disse: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori". Parola del Signore

 

“NON SONO I SANI CHE HANNO BISOGNO DEI MEDICI, MA I MALATI”. (Mt. 9,12)

I “buoni”, i “religiosi” spesso pensano di avere l’esclusiva di Dio e di Gesù e gli fanno dire ciò che vogliono. Gesù, invece, dice di non essere venuto per gli “autosufficienti”, per coloro che pensano già di possederlo o per coloro che non ne sentono il bisogno. Gesù e venuto per chi Io desidera, per chi sa di non farcela da solo, per chi ha l’umiltà di guardare a Dio cercandolo così come Egli è e non secondo l’idea preconcetta che ha. Ho bisogno di Dio? Mi sento piccolo e peccatore nei suoi confronti? Penso davvero di aver bisogno di Lui per essere salvato? Se rispondiamo affermativamente a queste domande, allora Gesù è venuto proprio per noi.

 

 

SABATO 5 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Zaccaria; Santa Zoe.

Una scheggia di preghiera:

 

FA' DEL NOSTRO CUORE LA TUA CASA, SIGNORE.

 

Hanno detto: Si può vivere senza tante cose, ma non senza un significato. (Juliàn Carròn)

Saggezza popolare: Compiacendo i bambini oltre misura, gli si guasta carattere e natura.

Un aneddoto: La banderuola disse al vento: "Maledetto, come sei noioso e monotono! Non puoi soffiare da qualche altra parte che non sia il mio viso? Disturbi la mia divina stabilità". Il vento non rispose nemmeno una sillaba. Si limitò a ridere nello spazio sconfinato. L'indifferenza è l'arte dei grandi. (Apologo arabo)

Parola di Dio: Am 9,11-15; Sal 84; Mt 9,14-17

 

Vangelo Mt 9, 14-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si accostarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: "Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?". E Gesù disse loro: "Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore. Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano". Parola del Signore

 

“PERCHE' MENTRE NOI DIGIUNIAMO, I TUOI DISCEPOLI NON DIGIUNANO”. (Mt. 9,14)

Quante volte cerchiamo di comprarci Dio con le pratiche religiose! “Questo rosario lo dico perché il Signore mi dia...”, “Faccio i primi nove venerdì del mese così sono sicuro di andare in Paradiso”, “Vado a Messa la domenica così sono a posto con Dio”, “Sono stato generoso con quel povero... adesso tocca a te, Signore!”. Gesù è venuto a liberarci da queste schiavitù! Dio è un padre buono, non un commerciante! Se c’era qualcosa da pagare l’ha già fatto Gesù per tutti noi! Il Signore non vuole delle cose, vuole te!

 

 

DOMENICA 6 LUGLIO: 14^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Goretti; Santa Domenica, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE, AMANTE DEI PICCOLI, SVELATI ANCHE A NOI.

 

Hanno detto: Se ti prendi cura di qualcuno poi ti rimane attaccato addosso, nel cuore intendo. (Fulvia Degl'Innocenti, La Ragazza dell'Est, San Paolo, 2010)

Saggezza popolare: Chi non ha bambini non ha luce negli occhi. (proverbio Persiano)

Un aneddoto: Un uomo si era innamorato di una donna che aveva una macchiolina bianca nell'occhio. La sposò senza accorgersi di questo difetto. Passarono gli anni, l'amore di quell'uomo per sua moglie si appannò e un giorno le disse: "Quando mai ti è venuta quella macchia nell'occhio?" La donna rispose: "Da quando il tuo amore per me è diminuito". (Da un aneddoto dei sufi, i mistici musulmani)

Parola di Dio: Zc 9,9-10; Sal 144; Rm 8,9.11-13; Mt 11,25-30

 

Vangelo Mt 11, 25-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". Parola del Signore

 

"TI BENEDICO, O PADRE, PERCHE' HAI TENUTO NASCOSTE QUESTE COSE AI SAPIENTI E AGLI INTELLIGENTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI". (Mt.11,25-26)

Leggendo questa frase sembra quasi di capire che a Dio, per insegnarci qualcosa, piaccia giocare. Gli intelligenti e i sapienti non sono dei citrulli. Le loro 'teste aguzze' sanno arrivare ai segreti del mondo, sanno anche arrampicarsi sulle più alte vette della teologia, ma rischiano il fiasco completo perché proprio là dove vorrebbero comprendere i segreti più profondi del creato o del creatore non trovano granché, e questo non perché non ci sia una risposta, ma perché Dio l'ha nascosta. Ma perché questo gioco? Dio non rispetta quell'intelligenza che ci ha donato e che ci dice di usare? E' un Dio dispettoso? Tutt'altro. E' il Dio libero che non si lascia imprigionare da nessuno: pensate a quanti hanno cercato 'l'esclusiva' di Dio, quanti alla fiera delle religioni gridano: "Da noi la migliore verità (quasi ci fosse una verità migliore o peggiore)", "Da noi le migliori rivelazioni". Dio non è retaggio esclusivo di nessuno (neanche della Chiesa quando questa, monopolizzandolo per i suoi interessi, si antepone a Lui). Dio nascondendosi vuole insegnare non a non usare la testa, ma ad usare con essa anche il cuore. Ho conosciuto un biblista meraviglioso: una 'testa d'uovo'. Si può dire che conoscesse tutto il conoscibile sull'argomento, eppure, quando parlava, aveva il dono di farti addormentare, non perché non sapesse parlare, ma perché in mezzo a quel mare di scienza e di studi ti chiedevi: "Ma, la Parola di Dio c'è ancora?". Già San Bernardo, di fronte al dotto Abelardo, gli diceva: "Un cuore freddo non può certo percepire un linguaggio di fuoco". Provate a leggere la vita di certi santi e ditemi se ne trovate uno equilibrato. Qualche esempio: don Bosco: "Dammi le anime, prenditi tutto il resto"; Domenico Savio: "Meglio la morte che il peccato"; San Francesco: "Sorella povertà e sorella morte"; Teresa di Lisieux: "Sono una pallina nelle mani di Dio, mi giochi come vuole". Eppure queste persone (anche intelligenti) trovavano Dio perché sapevano giocare come Lui voleva.

 

 

LUNEDI’ 7 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Apollonio, vescovo; San Firmino il vecchio, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

DALLA MORTE ETERNA, LIBERACI, O SIGNORE.

 

Hanno detto: Se siamo chiamati a semplificare ciò che sembra complicato non siamo in compenso mai chiamati a complicare ciò che è semplice. (Madeleine De Brel)

Saggezza popolare: Se la cava meglio un matto in casa propria che un sano in casa altrui. (proverbio Piemontese)

Un aneddoto: C'era una volta una piccola formica. Quando, per la prima volta, uscì dalla tana, guardandosi attorno si stupì nel vedere i colori dei fiori, dell'erba, del cielo, delle farfalle. Una sera, con le lacrime agli occhi, si confidò con la formica regina: "Perché sono nera? Le altre creature sono colorate. Ho visto persino delle formiche rosse. Solo noi di questo formicaio siamo nere. Io poi sono la più piccola e la più nera di tutte. Non mi sembra giusto... Ho visto una coccinella con un abito rosso vivo e delle macchioline nere. Anch'io vorrei un vestito simile!". La regina, paziente, rispose: "Tu vuoi un abito sgargiante per farti notare, per soddisfare la tua vanagloria. Ma l'apparenza non è tutto. Non credere per esempio, che le formiche rosse siano migliori di noi; anzi, stai alla larga da loro! L'importante è sapere che qui ti vogliamo bene, per come sei. E poi anche il Creatore ti ama!". "Allora, perché il Creatore non mi ha fatto un vestito colorato? Come può accorgersi di me, così nera e così piccola?". "Il Creatore ti vede sempre, perché ti ama e si prende cura di te, così come sei". "Ma se è notte e cammino su di una pietra nera?". "Lui ti vede anche al buio!". Quella sera la formichina uscì dal formicaio e si posò sopra una grossa pietra, nera come il carbone. Il cielo era nero come la pece. A un certo punto urlò: "Creatore, mi vedi?". Sentì una voce dentro il petto che diceva: "Torna subito dentro, si stanno avvicinando le formiche rosse. Potrebbero essere pericolose!". In quel momento si accorse che stava avvicinandosi un esercito di formiche pericolose e ritornò di corsa alla tana. Messasi al sicuro, con il fiatone grosso, disse: "Chi sei tu che mi parli? Non ti vedo!". "Io sono il tuo Creatore, ti vedo sempre, perché ti porto nel cuore. Non è importante che tu veda me. È importante che io ti veda e che tu ne sia convinta!" Da quella notte la formica fu fiera del suo abito. Tutte le mattine si bagnava le zampette con la saliva, lustrandole a puntino. Un giorno una farfalla le disse: "Ma lo sai che sei carina? Sei proprio elegante: il nero ti dona!".

Parola di Dio: Os 2,16.17b-18.21-22; Sal 144; Mt 9,18-26

 

Vangelo Mt 9, 18-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava, giunse uno dei capi che gli si prostrò innanzi e gli disse: "Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano sopra di lei ed essa vivrà". Alzatosi, Gesù lo seguiva con i suoi discepoli. Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Pensava infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita". Gesù, voltatosi, la vide e disse: "Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita". E in quell'istante la donna guarì. Arrivato poi Gesù nella casa del capo e veduti i flautisti e la gente in agitazione, disse: "Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme". Quelli si misero a deriderlo. Ma dopo che fu cacciata via la gente egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E se ne sparse la fama in tutta quella regione. Parola del Signore

 

GIUNSE UNO DEI CAPI CHE GLI SI PROSTRO' INNANZI E GLI DISSE: “MIA FIGLIA E' MORTA PROPRIO ORA; MA VIENI, IMPONI LA TUA MANO SOPRA DI LEI ED ESSA VIVRA' ”. (Mt. 9,18)

Ci sono momenti difficili nella vita in cui si è disposti a tutto. L’uomo del Vangelo di oggi vive uno di questi terribili momenti: gli è morta la figlia, ha sentito parlare di Gesù che compie miracoli, va da Lui con tutta la sua disperazione. Non sappiamo se avesse una fede pura in Gesù, se lo ritenesse un mago o un illuminato.., va da Gesù. L’importante, sempre, in ogni occasione, è andare da Gesù. Non aspettare di avere la fede pura, non preoccuparti troppo se non conosci il modo giusto di pregare o se non conosci la teologia a menadito. Comincia ad andare da Gesù, portagli te stesso, le tue gioie, le tue pene, i tuoi desideri. Invitalo a casa tua e poi lascia che faccia Lui. In ogni caso Egli comincerà a mandar via i cantori della morte e poi, anche se non risolverà tutti i tuoi problemi materiali, ti darà la sua vita.

 

 

MARTEDI’ 8 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Papa; Sant’Abbondio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

 

LA MIA BOCCA MANIFESTI LA TUA LODE.

 

Hanno detto: Se la musica non è una finestra spalancata sul Mistero, è solo rumore del nulla. (W. Congdon)

Saggezza popolare: Se ciascuno vedesse i propri difetti non andrebbe a cercare quelli degli altri. (Proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Raccontava San Giovanni della Croce: Che importa che l'uccello sia legato a un filo o a una corda! Per quanto sottile sia il filo, l'uccello resterà legato alla corda, finché non riuscirà a strapparlo per volare. Lo stesso vale per l'anima legata a qualche cosa: nonostante tutte le sue virtù non perverrà mai alla libertà dell'unione con Dio.

Parola di Dio: Os 8,4-7.11-13; Sal 113B; Mt 9,32-38

 

Vangelo Mt 9, 32-38

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: "Non si è mai vista una cosa simile in Israele!". Ma i farisei dicevano: "Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni". Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!". Parola del  Signore

 

“SCACCIATO IL DEMONIO, QUEL MUTO COMINCIO’ A PARLARE”. (Mt. 9,33)

Questo muto che comincia a parlare è segno di quella umanità che dopo il peccato non aveva più saputo parlare con il suo Dio. (Ricordate la bella immagine di Dio che, la sera, scendeva nel giardino di Eden per passeggiare e parlare con la sua Creatura?). L’uomo ha perso la comunicazione con Dio. Da solo fa semplicemente delle chiacchiere, anche i suoi gesti rituali in sé dicono poco.  Dio, invece, non ha mai smesso di parlare all’uomo e gli ha parlato attraverso la creazione, attraverso la storia della salvezza ed ora gli parla attraverso la sua stessa Parola Incarnata, Gesù, e in Lui si riaprono anche le labbra dell’uomo: Zaccaria, incredulo, rimane muto fino a quando, compiuta la promessa, può parlare per dire il nome nuovo di suo figlio e per glorificare Dio.  Noi possiamo parlare, non chiacchierare, ma parlare di Dio e parlare a Dio. Grazie a Gesù è riaperta in maniera piena la nostra comunicazione con Dio: possiamo addirittura chiamarlo: ”Padre!”. Il miracolo è fatto, ma noi cristiani, siamo consapevoli di averlo ricevuto? Oh, non che non parliamo! Anche di fede, di religione, di morale parliamo, chiacchieriamo, discutiamo, ragioniamo perfino troppo! Qualche volta ci parliamo addosso, ci stordiamo con le parole, ma quante volte ci riscopriamo ancora cristiani muti davanti alle ingiustizie, incapaci di difendere il povero, chiusi nelle nostre case, nei nostri averi, incapaci di vera accoglienza del fratello, cristiani che per paura, per individualismo preferiscono tacere, non compromettersi, non rischiare di testimoniare, rassegnati e con poca speranza; quante volte, anche con Dio incapaci di dialogo, cristiani che preferiscono ancora rifugiarsi nelle formule di preghiera o nel ritualismo ripetitivo piuttosto che capaci di “dare del tu” a Dio e di ascoltare ciò che Lui ci dice negli avvenimenti della nostra vita. Eppure il Signore ci ha già aperto il cuore ed anche la bocca perché riconoscendolo siamo capaci di parlare di Lui e con Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 9  LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Vittoria; Santa Veronica Giuliani.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER CHI CI E' STATO TESTIMONE DI FEDE.

 

Hanno detto: Se dimenticate la finalità di quello che state facendo, la vostra attività sarà sempre sgradevole. (Francois Michelin)

Saggezza popolare: Se non alzi gli occhi crederai di essere nel punto più alto.

Un aneddoto: Una volpe perse la coda in una trappola. Poiché non poteva sopportare la vergogna, pensò che sarebbe stata una buona idea convincere tutte le altre volpi a ridursi al medesimo stato. In tal modo, con il male comune, sarebbe passato inosservato il suo difetto. Detto, fatto. Le riunì tutte e cominciò ad esortarle a tagliarsi la coda,perché con la coda erano brutte e poi..., che vantaggio andare in giro con quel peso inutile... Una di loro, però, poco convinta, le replicò: "Piantala! Se non ti convenisse, non ce lo consiglieresti". Questa favola sta a pennello a chi elargisce consigli al prossimo, non per altruismo, ma per propria convenienza.

Parola di Dio: Os 10,1-3.7-8.12; Sal 104; Mt 10,1-7

 

Vangelo Mt 10, 1-7

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì. Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: "Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino". Parola del Signore

 

“I NOMI DEI DODICI APOSTOLI SONO:..”. (Mt. 10,2)

Matteo fa seguire il nome dei dodici. Ogni volta che leggo questo elenco, quando giungo all’ultimo mi vien voglia di proseguire con l’elenco dei loro successori, dei martiri, dei santi, di tutti quei cristiani che dopo di loro, nella storia, sono diventati “discepoli” e “apostoli”, cioè attenti alunni dell’unico Maestro, annunciatori coraggiosi della buona novella, testimoni di Cristo Risorto, fedeli ministri dei suoi misteri, umili “servi inutili” ma preziosi e insostituibili per proclamare al mondo che finalmente e davvero il “regno dei cieli è vicino”. A questi dodici, a questa immensità di cristiani che ci hanno preceduto, al nome di chi ci ha indirizzati alla fede, battezzati, catechizzati aggiungiamoci poi anche i nostri nomi, infatti anche noi siamo chiamati e mandati per continuare a portare il messaggio di Gesù al mondo.

 

 

GIOVEDI’ 10 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Anatolia, Vittoria e Audace, martiri.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI, SIGNORE, LE OPERE DELLA TUA CHIESA.

 

Hanno detto: Satana si può nascondere anche sotto il manto dell'umiltà, ma non è capace d'indossare il manto dell'ubbidienza ed è qui che si rivela tutto il suo traffico. (Santa Faustina Kowalska - Diario 10/02/1937)

Saggezza popolare: Alle volte devi essere silenzioso per poter essere ascoltato. (Proverbio Svizzero)

Un aneddoto: Ho acceso un piccolo cero davanti al tuo altare,Signore. Io non so pregare, non so che dire, non ho molto tempo. Il lume che offro è un pezzo del mio tempo,un po' del mio bene, un po' di me stesso. Che io lascio qui, davanti a te, Signore. È la mia preghiera che io continuo andandomene. Questo cero: È un segno della tua luce radiosa che illumina lo spirito nel momento difficile della prova ed in quello gioioso del successo. È un simbolo del tuo fuoco divino che rischiara la debole fede bruciando tentazioni di ogni genere e di vita non generosa. È un ricordo del tuo amore infinito che con gratitudine avverto in questo luogo di grazia e di perdono dove ho pregato come tuo umile servo. Signore,la candela che ho acceso sia luce con la quale tu mi possa guidare nelle difficoltà ed indecisioni; sia fuoco perché tu possa bruciare in me l'impurità del mio egoismo; sia fiamma affinché il mio cuore si scaldi ed impari ad amare. Voglio offrirti me stesso nel simbolo di questa candela che si consuma. Non posso restare molto tempo in questa chiesa. Signore, ti lascio questa candela accesa, ma tu aiutami a prolungare la preghiera nelle intenzioni e nelle azioni di questo giorno. Amen (Letta in una chiesetta di Carcassonne, Francia)

Parola di Dio: Os 11,1-4.8c-9; Sal 79; Mt 10,7-15

 

Vangelo Mt 10, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città". Parola del Signore

 

“STRADA FACENDO, PREDICATE CHE IL REGNO DEI CIELI E' VICINO. GUARITE GLI INFERMI, RISUSCITATE I MORTI, SANATE I LEBBROSI, CACCIATE I DEMONI”. (Mt. 10,7-8)

Mi capita molto spesso di incontrare persone che per giustificare la propria non pratica della religione si rifanno alla non testimonianza della Chiesa: “Le crociate, l’inquisizione, i soldi del Vaticano”. Alcune “non testimonianze” sono vere però mi chiedo anche se lungo la storia e al giorno d’oggi, la frase di oggi del Vangelo è realizzata. E penso alla schiera dei martiri di ieri e di oggi che per il Vangelo hanno dato la vita, penso alla fatica di tanti missionari, catechisti che si prodigano per il Vangelo, penso agli ospedali grandi e piccoli sorti in nome della fede in varie parti del mondo per guarire gli infermi, penso ai vari “Cottolengo”, alle comunità terapeutiche per i tossicodipendenti, per i malati di AIDS, ai vari Sermig, ai vari “Bartolomeo e C.”, alle comunità monastiche, ai cristiani impegnati nel sociale, alle mense dei poveri, all’aiuto ai bambini abbandonati, alle famiglie che adottano non il bambino più bello ma quello più bisognoso... E allora sono orgoglioso di far parte di questa Chiesa che realizza la parola del Vangelo che abbiamo meditato oggi.

 

 

VENERDI’ 11 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto, patrono d’Europa;Santa Amabile di Rouen.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TUTTO E' TUO.

 

Hanno detto: La scienza delle scienze consiste nel vincere il peccato che è in noi e le passioni che agiscono in noi. Per questo, gli unici veramente saggi sono stati i santi. (Ivan di Crostadt, santo della Russia ortodossa)

Saggezza popolare: Il mondo è come un libro: chi non viaggia è come se non leggesse.(Prov. spagnolo)

Un aneddoto: Ricordo che la sera i primi tempi mi inginocchiavo e chiedevo al Signore: "Dai, salva il mio piccolo, così un giorno crescerà e diventerà un tuo sacerdote...". Lo prendevo un po' in giro (sorride). Poi piano piano ho cominciato a chiedergli: "Signore, salvalo perché io sono sua madre". Il giorno dopo ho detto: "Gesù, tu lo sai, io vorrei che mio figlio restasse qui, ma se tu hai altri piani va bene così". Solo a quel punto, l'indomani mattina mio figlio è morto. In un dolore tanto estremo ho sentito che Dio mi aveva ascoltata, aveva fatto in modo che io fossi pronta per questo distacco, mi ha tolto Paolo solo quando sono stata in grado di lasciarlo andare. (Margherita Coletta, vedova di Giuseppe Coletta morto il 12 novembre 2003 nell'attentato a Nasiriyah in Iraq )

Parola di Dio nella festività di San Benedetto Abate: Pr 2,1-9; Sal 33; Mt 19,27-29

 

Vangelo Mt 19, 27-29

Dal vangelo secondo Matteo

Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Parola del Signore

 

“CHIUNQUE AVRA’ LASCIATO CASE, O FRATELLI, O SORELLE, O PADRE, O MADRE, O FIGLI, O CAMPI PER IL MIO NOME, RICEVERA’ CENTO VOLTE TANTO E AVRA’ IN EREDITA ‘ LA VITA ETERNA”. (Mt. 19,29)

La legge del nostro mondo è avere, accumulare, quasi che le tante cose possano davvero darci la felicità. L’indicazione per essere discepoli di Gesù è esattamente l’opposto: lasciare, abbandonare, spoliarsi. Dunque le cose sono un male?

Per rispondere a questa domanda bisogna trovare il fine per cui siamo invitati a lasciare le cose: “ Chiunque avrà lasciato case, o fratelli per il mio nome”. L’essenza, il senso della rinuncia, dunque, sta lì: io rinuncio a qualcosa di bello (se no, che rinuncia sarebbe!) per il nome di qualcuno di ancora più bello e soddisfacente. Il mondo ci dice che le cose fanno la nostra felicità: ma quale felicità intende? La felicità dei soldi, del non avere preoccupazioni finanziarie, del poter comprare, dell’aver considerazione dalle ‘persone in su’, del poter divertirsi, del dominare… Queste ‘felicità’ abbiamo avuto l’opportunità in qualche modo di assaporarle e sono una buona soddisfazione, possono anche far contenti in certi momenti, ma sappiamo anche che sono molto lontane dalla felicità piena, in quanto le cose assorbono le persone, non solo non ci tolgono le preoccupazioni ma ce ne danno delle altre, sono precarie e si possono sempre perdere e certamente andranno tutte perse nel giorno della nostra morte. Rinunciare ‘nel suo Nome’, invece, significa mettersi nelle mani di Dio, lasciarsi portare come bambini da Lui, significa scoprire che davvero Lui è il nostro tutto che non delude, che il suo amore riesce a dare senso anche al nostro soffrire, che con la Sua vita donata per noi riesce a cancellare i nostri peccati, che presentandoci un Dio Padre di tutti ci permette di riscoprire condivisione e fratellanza. Dunque io rinuncio a ‘felicità’, ma solo per trovare ‘la Felicità’ che non delude né ora, sulla terra, né dopo nell’eternità.

 

 

SABATO 12 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Fortunato; San Giovanni Gualberto.

Una scheggia di preghiera:

 

MAESTRO E PASTORE GUIDACI NELLA TESTIMONIANZA DI TE

 

Hanno detto: Quando l'uomo pecca, ne soffre tutto il cosmo. (Hildegard von Bingen)

Saggezza popolare: A nessuno cadono le orecchie per il troppo ascoltare. (Detto proverbiale)

Un aneddoto: Un giorno un taglialegna andava nel bosco con il proprio cane e il proprio asino. Il cammino era assai lungo e faticoso. A un certo punto della giornata il taglialegna si fermò in una radura, all'ombra di un faggio, dove si sdraiò e si addormentò beatamente. Intanto l'asino si mise a brucare l'erba. Il cane chiese all'asino: "Abbassati un attimo, nel paniere che hai sul dorso c'è del pane, lascia che ne prenda un pezzo, perché ho fame". L'asino non voltò nemmeno il capo, non voleva perdere neanche un minuto, neanche un filo di quella soffice erba, il suo stomaco doveva riempirsi…Era così stanco! Poi rispose a bocca piena: "Aspetta che si svegli il padrone, ti darà lui da mangiare". In quel momento sbucò dal margine del bosco un lupo che, a fauci spalancate, si avventò sull'asino. L'asino chiese aiuto al cane: "Caro cane,aiutami, amico mio! ". Il cane rispose: "sono così stanco a affamato. Aspetta che il padrone si svegli, ti aiuterà lui"… Povero asino, con la zampa sanguinante capì che ogni gentilezza e ogni favore bisogna farli a tempo debito, quando l'amico ne fa richiesta. Solo così nasce la vera amicizia e la ricompensa.

Parola di Dio: Is 6,1-8; Sal 92; Mt 10,24-33

 

Vangelo Mt 10, 24-33

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone; è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebul il padrone di casa, quanto più i suoi familiari! Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri! Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli". Parola del Signore

 

“UN DISCEPOLO NON È DA PIÙ DEL  MAESTRO”. (Mt. 10,24)

Leggendo il Vangelo si fanno sempre scoperte nuove: quando Gesù manda gli apostoli, dice loro: “Siate miei testimoni”, “annunciate a tutti ciò che avete visto”, non dice mai “siate maestri”. Spesso invece papa, vescovi, sacerdoti, cristiani si arrogano il titolo di maestri. Noi “insegniamo la dottrina”, la chiesa “esercita il magistero”. Non è il caso di fare sottili distinzioni sull’uso dei termini, ma mi pare chiaro l’insegnamento di Gesù. Lui è il Maestro; i credenti hanno lo scopo di guardare e imparare da lui per riproporre il suo insegnamento. San Pietro allo storpio dice: “Noi non abbiamo nulla, ma nel nome di Cristo sii guarito”. Io cristiano non ho nulla di mio da insegnare ma solo da propormi e riproporti con la mia vita, Gesù, l’unico maestro.

 

 

DOMENICA 13 LUGLIO: 15^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Enrico;Sant’Eugenio da Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' SEMINA IN ME LA TUA PAROLA.

 

Hanno detto: Perché affannarsi tanto quando è così semplice obbedire? (P. Claudel, L'Annuncio a Maria)

Saggezza popolare: Di errori in errori si va verso la verità. (detto proverbiale)

Un aneddoto: Il settimo giorno, terminata la creazione, Dio indisse una festa. Tutte le sue creature erano invitate. E tutte si diedero da fare per regalare a Dio la cosa più bella che avessero per dirgli grazie. Gli scoiattoli portarono noci e nocciole; i conigli carote e radici dolci;le pecore lana soffice e calda;le mucche latte schiumoso e ricco di panna… Intanto gli angeli eseguivano cori. L'uomo si era messo in fondo alla fila e aspettava il suo turno,ma era preoccupato: "Che posso donare io? I fiori hanno un profumo, le api il miele… perfino gli elefanti si sono offerti di fare la doccia a Dio con le loro proboscidi per rinfrescarlo…". Tutte le creature sfilarono davanti a Dio e depositarono i loro regali. Arrivò il turno dell'uomo. Ebbe una splenda intuizione, fece quello che nessuna creatura aveva fatto. Corse verso Dio e saltò sulle sue ginocchia, lo abbracciò e gli disse:"Grazie di avermi creato! Ti voglio bene!". Il volto di Dio si illuminò e tutta la creazione capì che l'uomo aveva fatto a Dio Padre il dono più bello.

Parola di Dio: Is 55,10-11; Sal 64; Rm 8,18-23; Mt 13,1-23

 

Vangelo Mt 13, 1-23

Dal vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare. Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose in parabole. E disse: "Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. Chi ha orecchi intenda". Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: "Perché parli loro in parabole?". Egli rispose: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito, sono diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani. Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono! Voi dunque intendete la parabola del seminatore: tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non da  frutto. Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi da  frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta". Parola del Signore

 

“IL SEMINATORE, USCI' A SEMINARE”. (Mt. 13,3)

Sono passati ormai duemila anni da quando il “seminatore uscì a seminare” e a volte siamo tentati di dire: “Che spreco di semi!”. Ma Dio continua a seminare nel cuore degli uomini. Molti odono la parola ma pochi la comprendono. Non basta udire la Parola di Dio perché essa germogli nel nostro cuore e porti frutto. La sua crescita dipende da noi. Siamo noi che facciamo della nostra vita un sentiero sterile, un luogo sassoso, un terreno coperto di spine o una terra buona che accoglie il seme nei suoi solchi aperti.

 

 

LUNEDI’14 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Camillo de Lellis; San Ciro di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' SEI LA FONTE DI OGNI AMORE.

 

Hanno detto: Non saremo cristiani finché non impareremo a vedere tutto attraverso Cristo e Cristo in ogni cosa. (Giovanna Parravicini)

Saggezza popolare: La cortesia è per lo spirito ciò che la grazia è per il volto. (detto Francese)

Un aneddoto: Un ladro arrivò alla porta del Cielo e cominciò a bussare: "Aprite!". L'apostolo Pietro, che custodisce le chiavi del Paradiso,udì il fracasso e si affacciò alla porta:"Chi è là?". "Sono un ladro, fammi entrare!". "Neanche per sogno. Qui non c'è posto per un ladro". "E chi sei tu per impedirmi di entrare?". "Sono l'apostolo Pietro!". "Ti conosco! Tu sei quello che per paura ha rinnegato Gesù prima che il gallo cantasse tre volte. Io so tutto, amico!" Rosso di vergogna, S. Pietro si ritirò e corse a cercare S. Paolo: "Paolo, và tu a parlare con quel tale alla porta". S. Polo mise la testa fuori della porta: "Chi è là?". "Sono io, il ladro. Fammi entrare!". "Qui non c'è posto per i ladri!". "E chi sei tu che non vuoi fammi entrare?". "Io sono l'apostolo Paolo!". "Ah,Paolo! Tu sei quello che andava da Gerusalemme a Damasco per ammazzare i cristiani. E adesso sei in Paradiso!"… S. Paolo arrossì, si ritirò confuso e raccontò tutto a S. Pietro. "Dobbiamo mandare alla porta l'evangelista Giovanni", disse Pietro, lui non ha mai rinnegato Gesù. Può parlare con il ladro". Giovanni si affacciò alla porta: "Chi è là?" "Sono io, il ladro. Lasciami entrare in Cielo!". "Puoi bussare finché vuoi, ladro. Per i peccatori come te qui non c'è posto!". "E chi sei tu, che non mi lasci entrare?". "Io sono Giovanni l'evangelista". "Ah, tu sei l'evangelista. Perché mai ingannate gli uomini? Voi avete scritto nel Vangelo: "Bussate e vi sarà aperto. Chiedete e otterrete". Sono due ore che busso e chiedo, ma nessuno mi fa entrare. Se tu non mi trovi subito un posto in Paradiso, torno immediatamente sulla Terra e racconto a tutti che hai scritto bugie nel Vangelo". Giovanni si spaventò e fece entrare il ladro in Paradiso.

Parola di Dio: Is 1,10-17; Sal 49; Mt 10,34 - 11,1

 

Vangelo Mt 10, 34 -11, 1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa". Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. Parola del Signore

 

“CHI AMA IL PADRE O LA MADRE PIU' DI ME, NON E' DEGNO DI ME”. (Mt. 10,37)

Sembra impossibile: Gesù ci ordina di andare contro uno dei principi fondamentali della natura: l'amore della famiglia e dei genitori! Gesù non ia mai condannato l'amore umano, anzi! Gesù ha degli amici con cui si trova bene (vedi Lazzaro, Marta, Maria), Gesù ama sua Madre fino al punto di affidarle, in Giovanni, la sua Chiesa, e proprio nel momento della croce. Gesù, però, mette davanti a tutto l'esigenza del suo Regno. Quando, dunque, l'amore umano cessa di essere segno o strumento dell'amore di Dio, diventa ostacolo. Chi non è capace di amore umanamente non è neanche capace di lasciarsi amare o di amare Dio, ma chi si lega troppo all'amore umano rischia di fermarsi ad esso e di non essere più in grado di cogliere la "profondità, l'altezza e la grandezza" dell'amore di Dio che chiama.

 

 

MARTEDI’ 15 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Bonaventura da Bagnoregio; San Vladimiro.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTAMI, SIGNORE, AD USARE BENE DEI TUOI DONI.

 

Hanno detto: Non si dica più "ha mentito, è umano; ha rubato, è umano". Questo non è il vero essere umani. Essere umani vuol dire essere generosi, volere la giustizia, la prudenza, la saggezza, essere a immagine di Dio. (Benedetto XVI - 18/02/2010)

Saggezza popolare: Agli occhi della gente modesta ogni ricco sembra una persona di grande levatura. (detto Arabo)

Un aneddoto: Una volta, una donna supplicò Pio X: “Se è vero, come dicono, che lei è santo e fa miracoli, metta pace nella mia anima!” “Signore, replicò il Pontefice, lei si è sbagliata di consonante: il sono Sarto, non santo” Il nome secolare di Pio X era infatti Giuseppe Sarto.

Parola di Dio: Is 7,1-9; Sal 47; Mt 11,20-24

 

Vangelo Mt 11, 20-24

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: "Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua! ". Parola del Signore

 

“GUAI A TE, CORAZIN! GUAI A TE, BETZAIDA!”. (Mt. 11,21)

Queste maledizioni che il “dolce e buon Gesù” lancia, sono la contropartita delle “beatitudini” che Gesù ha pronunciato in altre circostanze: “Beati coloro che ascoltano la parola di Dio”, “Beati i poveri, gli umili, i puri di cuore…” Le città che si affacciavano sul lago di Tiberiade erano state quelle che avevano avuto maggiori occasioni di ascoltare la parola di Gesù, di vedere i suoi miracoli. Avrebbero dunque dovuto rispondere maggiormente a questi doni di grazia: questa sarebbe stata la loro “beatitudine”. Esse, invece, hanno rifiutato Gesù. La benedizione si trasforma in maledizione: “Maledetti coloro che non ascoltano la Parola di Dio...” “Maledetto tu che non sai cogliere i doni di Dio, i segni che Lui ti fa per parlarti. Chiediamoci: non sarò anch’io uno di quei fortunati che hanno avuto tante occasioni di conoscere, incontrare Gesù, anche nei sacramenti? E come ho preso sul serio questi doni? Quali sono le grazie particolari che ho ricevuto? E come vi rispondo?

 

 

MERCOLEDI’ 16 LUGLIO: Beata Vergine Maria del monte Carmelo

Tra i santi ricordati oggi: Maria Maddalena Postel.

Una scheggia di preghiera:

 

COME BAMBINI ACCOGLICI NELLE TUE BRACCIA.

 

Hanno detto: Non possiamo prenderci cura degli altri se dimentichiamo noi stessi. (san Bernardo)

Saggezza popolare: È più facile biasimare che fare meglio. (Proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Quando Victor Hugo era in esilio, ammalato e perseguitato dalla Francia che tanto amava,saliva su uno scoglio dell’isola di Jersey e contemplando il tramonto si abbandonava a una profonda meditazione dopo la quale si alzava e, scegliendo un ciotolo di varia grandezza, un giorno piccolo, talvolta più grosso, lo lanciava soddisfatto in mare. Questo comportamento non sfuggì ad alcuni bambini che giocavano lì vicino e una sera una bimba, più ardita di altri, si fece avanti: “Monsieur Hugo, perché venite qui a tirar sassi?” Il grande scrittore rimase in silenzio, poi sorrise gravemente: “Non sono sassi, bimba mia, Getto nel mare la pietà di me stesso”.

Parola di Dio: Is 10,5-7.13-16; Sal 93; Mt 11,25-27

 

Vangelo Mt 11, 25-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare". Parola del Signore

 

"TI BENEDICO, PADRE, SIGNORE DEL CICLO E DELLA TERRA, PERCHÉ HAI TENUTO NASCOSTE QUESTE COSE AI SAPIENTI E AGLI INTELLIGENTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI". (Mt. 11,25)

Come prete, mi è capitato tante volte di andare a "giornate di studio" a "conferenze" con grandi nomi, mi è capitato di entrare in librerie cattoliche e di trovare magari decine di volumi su qualche brano della Scrittura. E mi è anche capitato a volte di tornare a casa, magari con un buon bagaglio di termini nuovi non del tutto digeriti e onestamente dicendo: non ne ho capito niente!". A parte la mia ignoranza che è grande, tenendo presente che è un dovere aggiornarsi culturalmente e approfondire, a me vengono in mente gli occhi di mio padre che "aveva la quarta elementare", ma che ogni giorno leggeva o diceva lunghe preghiere. Mentre pregava i suoi occhi esprimevano a seconda delle preghiere, gioia, meraviglia, apprensione e quando pensava alla croce di Gesù sovente erano umidi di lacrime vere.

 

 

GIOVEDI’ 17 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessio; Santa Sinforosa; Santa Donata.

Una scheggia di preghiera:

 

DOLCE CUOR DEL MIO GESU' FA' CHE IO T'AMI SEMPRE PIU'.

 

Hanno detto: Non camminare davanti a me: potrei non essere capace di seguirti. Non camminare dietro di me: potrei non essere capace di condurti. Cammina al mio fianco e sii mio amico. (Albert Camus)

Saggezza popolare: Gli animali si capiscono senza parlare e gli uomini si parlano senza capirsi.

Un aneddoto: Il cardinal Newman, che fu maestro di fiducia e abbandono in Dio, raccomandava spesso ai suoi fedeli: - Bisogna preoccuparsi di non preoccuparsi mai.

Parola di Dio: Is 26,7-9.12.16-19; Sal 101; Mt 11,28-30

 

Vangelo Mt 11, 28-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". Parola del Signore

 

"IMPARATE DA ME PERCHE' SONO MITE ED UMILE DI CUORE". ( Mt. 11,29 )

La dolcezza: ecco una qualità poco apprezzata nel nostro mondo egoista e duro in cui il fatto di non difendere energicamente dei propri diritti è presto considerato come debolezza e mancanza di carattere. Ma invece, la dolcezza, figlia della pazienza, denota una grande energia morale. Non ce n'è forse bisogno per accettare le ingiustizie rivolgendosi a colui che prende in mano i nostri veri interessi? Il Signore Gesù è allora per noi  un perfetto modello di dolcezza, Lui che non resisteva a quelli che volevano il suo male e che quando era oltraggiato non rendeva gli oltraggi. Gesù per dolcezza sa tacere: Egli era l'agnello di Dio davanti ai suoi giudici e i suoi carnefici ma la dolcezza di Gesù sa anche parlare sa dire le parole giuste al momento giusto. Gesù poi proclama beati coloro che sono mansueti. L'apostolo Paolo raccomanda ai Filippesi: "La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini". La dolcezza, però,  non esclude  la più grande fermezza quando si tratta di mantenere diritti di Dio come Gesù stesso ci insegna quando libera il tempio da chi ne aveva fatto una spelonca di ladri, quindi dolcezza è tutt'altro che debolezza.

 

 

VENERDI’ 18 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Federico; Sant’Arnoldo; San Bruno di Segni.

Una scheggia di preghiera:

 

DAMMI LA TUA MISERICORDIA PERCHE' SIA MISERICORDIOSO.

 

Hanno detto: Niente di ciò che vivo è inutile, neanche un istante è vano. (Luigi Giussani)

Saggezza popolare: Tutti gli uomini si ritengono capaci di dare consigli e tanto giudiziosi da non averne bisogno loro. (Dubai)

Un aneddoto: Madre Speranza, la suora di Collevalenza che fondò la congregazione delle Ancelle dell'Amore Misericordioso, fu sempre attivissima e instancabile nel lavoro e nella preghiera. Padre Capponi che fu suo confessore la descrive come una donna che aveva una quasi sfacciata e confidenziale dimestichezza con Dio: - Una volta - raccontò - l'ho sentita davanti all' altare che diceva: «lo la figuraccia posso anche farla, ma guarda che questa è roba tua e allora vedi di toccare il cuore di chi sai ... » E un'altra volta: «Son qua da tre ore inginocchiata davanti a te e ho anche mal di schiena. Allora, il favore che ti chiedo per  quella povera donna me lo fai o non me lo fai?»

Parola di Dio: Is 38,1-6.21-22.7-8; Cant. Is 38,10-12.16; Mt 12,1-8

 

Vangelo Mt 12, 1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. Ciò vedendo, i farisei gli dissero: "Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato". Ed egli rispose: "Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa. Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato". Parola del Signore

 

“MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICIO”. (Mt. 12,7)

La parola di oggi suona come un avviso strano per noi: “Attenti alla religiosità”. Gesù ci mette in guardia dalla falsa religiosità che pensa di risolvere il problema di Dio in base a gesti religiosi. Già i profeti ci ricordavano che Dio era “stufo dei sacrifici di grossi vitelli” che non corrispondevano ad atteggiamenti di vera adorazione del cuore. Anche oggi non pensiamo di comprare Dio con preghiere, candele, messe se dietro ad esse non ci siamo noi. Quando mi presenterà al Signore non basterà dirgli: “Ho preso 14.572 messe, ho detto i 150 salmi ogni settimana e il rosario tutti i giorni”. Gesù ci dirà: “E tutte queste cose ti hanno cambiato? Sono servite a farti amare di più i tuoi fratelli?”

 

 

SABATO 19 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gervasio e Protasio; Santa Aurea; Sant’Arsenio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TUTTO MI PARLA DI TE, SE SO ASCOLTARE.

 

Hanno detto: Mi indigna lo spreco, non tanto la ricchezza e la povertà. (Madre Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: Per troppo discutere si perde la verità. (detto Latino)

Un aneddoto: Un piccolo bruco camminava verso la grande montagna. Incontrò un grillo che gli chiese dove andasse. Senza smettere di camminare, il bruco rispose: "Ieri sera ho fatto un sogno: sognai che ero sulla cima della montagna e da lì potevo guardare tutta la valle. Mi è piaciuto quello che ho visto e così voglio realizzare il mio sogno." Sorpreso, il grillo disse al bruco che si allontanava: "Devi essere pazzo! Come farai ad arrivare fin là, tu, un piccolo bruco? Per te, una pietra sarà una montagna, una piccola pozzanghera sarà un mare, e qualsiasi ramo sarà una barriera impossibile da oltrepassare." Ma il piccolo bruco era gia lontano e non lo sentì nemmeno. I suoi piccoli piedi non smettevano di muoversi. Poi sentì la voce dello scarafaggio: "Dove vai con tanto sforzo?" Già sudato fradicio, il piccolo bruco rispose: "Ieri sera ho fatto un sogno: sognai che ero sulla cima della montagna e da lì potevo guardare tutta la valle. Mi è piaciuto quello che ho visto e così voglio realizzare il mio sogno." Lo scarafaggio si mise a ridere, e disse: "Ma se neanche io con le mie grandi zampe comincerei un'impresa così difficile! E rimase a ridere del bruco, mentre questi, incurante, continuava la sua strada. E così ugualmente il dialogo fu lo stesso con vari personaggi che il bruco incontrava nel suo cammino: col topo, il ragno, la rana e il fiore. Tutti gli consigliavano di smettere. "Non arriverai mai..!", gli dicevano. Ma il piccolo bruco continuava a camminare, perché dentro di sé sentiva che doveva farlo. Stanco e senza forze, sentendosi sul punto di morire, decise di fermarsi per riposare e costruire, con un ultimo immane sforzo, un posto per dormire quella notte. "Cosi mi sentirò meglio." pensò tra sé. Ma quella notte morì. Per giorni, gli animali si avvicinarono a vedere i suoi resti. Lì c'era l'animale più pazzo del mondo, che aveva costruito la sua tomba come un monumento alla mancanza di buon senso. Lì c'era l'ultimo rifugio di uno che rincorreva un sogno. Giorni dopo, in una mattina di splendido sole, mentre tutti gli animali si riunirono intorno a quello che era diventato un monito per tutti loro, all'improvviso, successe un fatto che lasciò tutti a bocca aperta: quel bocciolo grigiastro cominciò a rompersi e con meraviglia videro spuntare un paio di occhi e due antenne.... A poco a poco, videro anche spuntare due bellissime ali dai colori stupendi. Era una farfalla! Nessuno disse niente perché già sapevano cosa avrebbe fatto quella farfalla: sarebbe volata in cima alla montagna a contemplare, da lassù, tutta la valle, e così realizzare il suo sogno, il sogno per il quale era vissuta e s'era sforzata fino a morire ed a rinascere per realizzarlo. Tutti s'erano sbagliati, ma il bruco era certo che ce l'avrebbe fatta!

Parola di Dio: Mi 2,1-5; Sal 9; Mt 12,14-21

 

Vangelo Mt 12, 14-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo. Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, ordinando loro di non divulgarlo, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia: Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti. Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce. La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le genti. Parola del Signore

 

“EGLI GUARI’ TUTTI, ORDINANDO LORO DI NON DIVULGARLO”. (Mt. 12,15—16)

Stupisce, a prima vista il fatto, che Gesù nasconda i suoi miracoli. Noi invece pensiamo che qualche bel miracolo, anche oggi, potrebbe portare molti alla fede. Ma non è stato così al tempo di Gesù. Egli ha guarito tanti, ha fatto camminare storpi, ha ridato la vista ai ciechi, ha fatto risorgere dei morti eppure molti non hanno creduto, anzi, i capi, proprio a motivo dei miracoli, si intestardirono ancora di più a volerlo morto. Anche oggi non sono i miracoli straordinari e spettacolari a portare alla fede. Gesù impone il silenzio sopra i suoi interventi prodigiosi per impedire che venga falsata la sua missione, la cui caratteristica è invece l’umiltà, la mansuetudine. A Cristo si arriva con il cuore, con la semplicità, con il, fidarsi. Anche noi discepoli e la Chiesa intera siamo chiamati a dare la nostra testimonianza non con segni straordinari o strepitosi ma con semplicità, offrendo sempre il dono di Dio e mai imponendolo.

 

 

DOMENICA 20 LUGLIO: 16^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Apollinare;Sant’Elia; Sant’Aurelio di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

DONAMI, O SIGNORE, DI SCEGLIERE SEMPRE LA VITA.

 

Hanno detto: L'esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque. (Enzo Jannacci)

Saggezza popolare: La grandezza fugge chi la cerca e segue chi la fugge. (Talmud)

Un aneddoto: Si racconta di un uomo che arrivò in una città una fredda mattina d'inverno. Come entrò nell'albergo, notò che ognuno là dentro girava scalzo, incluso il personale e i clienti. Sedutosi al tavolo per la colazione, incuriosito chiese al cameriere: "Perché non avete le scarpe? Non le conoscete?" "Ovvio che conosciamo le scarpe!" replicò il cameriere un po' offeso. "E allora perché non le calzate?" chiese il visitatore. "Ah, questa è una buona domanda - rispose il cameriere - Già! Perché non abbiamo le scarpe?". Dopo colazione il visitatore volle fare un giro per la città, ammantata di neve. Anche per le strade la gente girava scalza. Stupito, chiese a un passante: "Perché non avete le scarpe? Non sapete che vi proteggono i piedi e rendono la vostra vita più confortevole?" Il passante rispose: "Credetemi, signore, noi sappiamo tutto sulle scarpe. Vede quell'edificio? Quella è una fabbrica di scarpe. Siamo così fieri di quella fabbrica che ci riuniamo là dentro una volta alla settimana e l'amministratore ci spiega quanto siano meravigliose e utili le scarpe". "E allora perché non le avete addosso?" insistette il visitatore. "Ah, questa è davvero una domanda interessante - rispose il passante - Già! Perché non abbiamo le scarpe?". Quando si tratta di preghiera, molti cristiani sono come le persone di quella strana città. Sanno tutto sulla preghiera. Credono che essa sia utile. Sanno quante benedizioni e pace sgorghino dalla preghiera. Spesso in chiesa ascoltano anche prediche sull'importanza della preghiera. Ma se si chiede loro: "Perché non preghi di più?" o "Perché non preghi assieme a tuo marito, a tua moglie, ai tuoi figli?" questi cristiani ti rispondono: "Già! è una bella domanda. Perché non lo faccio?".

Parola di Dio: Sap 12,13.16-19; Sal 85; Rm 8,26-27; Mt 13,24-43

 

Vangelo Mt 13, 24-43

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla una parabola: "Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio". Un'altra parabola espose loro: "Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami". Un'altra parabola disse loro: "Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti". Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo". Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!" Parola del Signore

 

“IL FIGLIO DI DIO MANDERÀ I SUOI ANGELI I QUALI RACCOGLIERANNO DAL SUO REGNO TUTTI GLI SCANDALI E GLI OPERATORI DI INIQUITÀ E LI GETTERANNO NELLA FORNACE ARDENTE”. (Mt. 13,41)

Gesù ci ha presentato un Dio “misericordioso, lento all’ira, pieno di grazia”, un Dio che va a cercare la pecorella smarrita, che è “benevolo verso gli ingrati”, come conciliare questo con “la fornace ardente”? Dio è paziente in questa nostra vita, è tollerante, ci cerca, ma non può accogliere in sé il male, deve espellerlo e se qualcuno si è identificato con il male: ha già fatto la sua scelta. Questo, però, è segno di speranza soprattutto per l’oppresso, per chi ha subito i “soffocamenti della zizzania”, in quanto la giustizia di Dio tiene conto dei mali subiti e sopportati con amore. Detto in parole molto semplici: Dio è buono e misericordioso ed offre a tutti una possibilità di redenzione. Ma se tu non lo accetti e ti vendi al male, è lo stesso male che ti giudica e ti impedisce di gustare la sua misericordia.

 

 

LUNEDI’ 21 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo da Brindisi; Sant’Alberico Crescitelli.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE: IN TE VIVIAMO E RESPIRIAMO.

 

Hanno detto: Le menti mediocri condannano abitualmente tutto ciò che è oltre la loro portata. (Francois de La Rochefoucauld)

Saggezza popolare: La porta meglio chiusa è quella che si può lasciare aperta. (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: Un eremita venne interrogato dal giovane discepolo sul perché l'umanità riesca in alcuni casi ad essere tanto perversa e, in altri, tanto buona e generosa. "Abitano in noi - rispose l'eremita - due bestie affamate: una feroce e l'altra mansueta". Domandò il discepolo: "Quale delle due prevarrà in me?" Rispose: "Quella che più verrà da te nutrita". (Un apologo dei maestri)

Parola di Dio: Mi 6,1-4.6-8; Sal 49; Mt 12,38-42

 

Vangelo Mt 12, 38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni scribi e farisei lo interrogarono: "Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno". Ed egli rispose: "Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Quelli di Nìnive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché essi si convertirono alla predicazione di Giona. Ecco, ora qui c'è più di Giona! La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall'estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più di Salomone! ". Parola del Signore

 

“MAESTRO, VORREMMO CHE TU CI FACESSI VEDERE UN SEGNO”. (Mt. 12,38)

Quando scribi e farisei chiedono a Gesù un segno, Egli aveva già compiuto molti miracoli. Ma davanti ai miracoli c’era chi aveva creduto e chi ancora di più aveva preso Gesù per un millantatore, per un impostore. La fede non si fonda sui miracoli ma sulla accettazione di una persona. I miracoli, al massimo, possono confermare la fede. Non è cambiato molto dai tempi di Gesù. La nostra generazione pur così materialista è sempre alla ricerca dello straordinario, del miracoloso. Andiamo a cercare segni e non sappiamo leggere i segni che abbiamo. Che un Dio, per amore, accetti di morire su una croce non è forse la cosa più straordinaria e confortante? Che io sia perdonato dalla sua misericordia, che possa mangiare il suo Corpo ed essere in comunione con Lui, non è un miracolo? Che cos’è un ‘apparizione in confronto alla sua Parola che può trasformarmi? I miracoli ci sono e sono quotidiani ma noi spesso ci siamo dentro, vi passiamo vicino e non ce ne accorgiamo, cerchiamo i pezzettini di vetro luccicanti e calpestiamo le perle.

 

 

MARTEDI’ 22 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Maddalena; San Fiorenzo.

Una scheggia di preghiera:

 

IL DIO DELLA VITA ERA MORTO; ORA VIVO, TRIONFA

 

Hanno detto: La vita dell'uomo è paragonabile ad una statua.. ogni colpo di scalpello che l'artista da per modellarla, gli provoca un immenso dolore.. Ma solo così potrà diventare perfetta! (Clive Staples Lewis)

Saggezza popolare: Non piangere perché è finito, sorridi perché c'è stato.

Un aneddoto: Un giorno fu chiesto a mons. Pisanu, vescovo di una piccolissima diocesi della Sardegna, se avesse desiderato essere vescovo di una diocesi più grande ed importante. Rispose: - Assolutamente no. Un'anima è una diocesi già abbastanza grande per un vescovo.

Parola di Dio nella festività di S. Maria Maddalena: Ct 3,1 - 4a opp. 2Cor 5,14-17; Sal 62; Gv 20,1-2.11-18

 

Vangelo Gv 20, 1. 11-18

Dal vangelo secondo Giovanni

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro! Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto". Parola del Signore

 

“MARIA DI MAGDALA SI RECÒ AL SEPOLCRO DI BUON MATTINO”. (Gv. 20,1)

E facile immaginare il suo passo. E’ tipico di chi si reca al cimitero. Non si corre di certo quando si ha un appuntamento con la morte. Così come non si corre allorché si è intruppati in un corteo che segue una bara. Non si corre quando si va a versare lacrime sulla tomba di Colui nel quale si erano investite tutte le speranze, che si era amato più di tutto e di tutti.  Ma ecco che Maria diventa all’improvviso testimone di un incidente. L’incidente più incredibile che si possa immaginare: la tomba vuota. E in seguito a questo incidente si scatena una corsa inarrestabile. Maria corre verso la casa dove stanno gli amici di Gesù. A loro volta, Pietro e Giovanni, informati dell’incidente, si mettono a correre in quella direzione. Tutti corrono, si incrociano, fanno persino un po’ di confusione, cercando di rendersi utili in qualche modo. Ma qui una disgrazia irreparabile è toccata alla Morte dopo essersi azzuffata con la Vita. Ed è successo qualche cosa di grave, di irreparabile, alla Morte, proprio a lei che sembrava padrona assoluta del campo, dominatrice incontrastata da sempre, abituata ad avere immancabilmente l’ultima parola.

 

 

MERCOLEDI’ 23 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Brigida, patrona d’Europa;Sant’Olimpio; Santa Cunegonda.

Una scheggia di preghiera:

 

LE MIE RADICI SONO IN TE, SIGNORE

 

Hanno detto: La vera contentezza è una cosa attiva come l'agricoltura. E' la capacità di tirar fuori da una situazione tutto quello che contiene. E' difficile ed è rara. (G. K. Chesterton)

Saggezza popolare: Il diavolo insegna a rubare ma non a nascondere. (detto proverbiale)

Un aneddoto: Carlo Carretto, dopo anni di attività nell' Azione Cattolica, lasciò tutto e si ritirò nel deserto per vivere di preghiera e lavoro. Molti pensarono a una crisi. A chi gli ricordava gli anni in cui si dedicava tutto alla predicazione, agli incontri, all'apostolato nella chiesa,rispose:- Nessuno predica meglio della formica, che non dice proprio niente.

Parola di Dio nella festività di S. Brigida Patrona d'Europa: Gal 2,19-20; Sal 33; Gv 15,1-8

 

Vangelo Gv 15, 1-8

Dal vangelo secondo Giovanni

«Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. 

 

“CHI RIMANE IN ME E IO IN LUI, FA MOLTO FRUTTO”. (Gv. 15,5)

“Benedetto il frutto del tuo grembo: Gesù”. Ripetiamo questa frase dell’Ave Maria molte volte al giorno e pensiamo dunque al Frutto che Maria ha portato: è lo stesso frutto che dovremmo portare anche noi e che Dio si aspetta da noi. Noi come Lei siamo chiamati a generare Gesù. Portare frutto non è un lusso del tralcio. E’ la sua ragion d’essere. Il frutto non è l’ornamento della vigna. Ne costituisce il “dovere” più elementare. Per portare frutto bisogna però “rimanere in Lui”. Maria unita a Dio genera il Figlio di Dio. Il frutto della Chiesa e del cristiano non deriva da tecniche più o meno raffinate, da documenti elaborati, da calcoli umani, da legami “politici” influenti, da organizzazione perfetta, ma dal “rimanere” in Cristo, dal non porre ostacolo a che la sua linfa vitale possa passare e agire in noi. I frutti poi, non sono necessariamente quelli più appariscenti. La vita, infatti, nasce e si sviluppa nell’oscurità, nella profondità, non tanto nel chiasso, nelle esteriorità, nelle apparenze. Quando siamo cuore a cuore con Cristo Lui può operare in noi e farci portare il frutto che desidera cioè se stesso donato per noi e per il mondo.

 

 

GIOVEDI’ 24 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Cristina; Sant’Agostino Fangi.

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE GESU'.

 

Hanno detto: La gente si lamenta sempre delle cose brutte che gli capitano senza che se le sia meritate ma non parla mai delle cose belle. Di cosa ha fatto per meritarle. Io non ricordo di aver mai dato a nostro Signore motivi particolari per sorridermi. Però lui mi ha sorriso. (Cormac McCarthy)

Saggezza popolare: A provocare un sorriso è quasi sempre un altro sorriso.

Un aneddoto: Karl Barth, il famoso teologo protestante, ricevette un giorno uno scrittore che era venuto a sottoporgli un suo profilo molto elogiativo. Il grande teologo, ormai vecchio, fece finta di avere gli occhiali appannati e chiese al giovane di prestargli i suoi. Li inforcò, scorse qualche pagina e poi, amabilmente: - Questi occhiali non vanno mica bene - disse - Ingrandiscono troppo.

Parola di Dio: Ger 2,1-3.7-8.12-13; Sal 35; Mt 13,10-17

 

Vangelo Mt 13, 10-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli e gli dissero: "Perché parli loro in parabole?". Egli rispose: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito, sono diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani. Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono!". Parola del Signore

 

“A VOI E' DATO DI CONOSCERE I MISTERI DEL REGNO DEI CIELI, MA A LORO NON E' DATO”. (Mt. 13,11)

Detta così questa frase di Gesù, può suonare persino male: sembra che qualcuno sia arbitrariamente escluso dal Regno. Non è così: il Regno è per tutti, ma per entrarvi bisogna accettarne le condizioni. Se io penso di avere già la verità, è chiaro che non sarò disponibile a cercarla. Quindi la prima condizione per poter accedere al Regno è l’umiltà di comprendere che è un dono gratuito che vien fatto a tutti ma che per poter “funzionare” ha bisogno di trovare persone assetate di esso, che da esso si lasciano coinvolgere e che richiede una continua disponibilità. Il rischio di noi cristiani è quello di sentirci talmente “proprietari” del Regno da volerlo gestire secondo i nostri criteri. Il Regno invece è per tutti coloro che “con cuore umile e sincero” lo cercano, si affidano ad esso, continuano a cercarlo per tutta la vita sicuri che Esso sta cercando loro e che esso troverà il suo compimento nell’eternità di Dio.

 

 

VENERDI’ 25 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacomo; San Cristoforo.

Una scheggia di preghiera:

 

E' BELLO PER NOI STARE CON TE.

 

Hanno detto: La fantasia di Dio è più grande di tutti i nostri ragionamenti. (Luigi Giussani)

Saggezza popolare: Pazienza significa santità. Dio è pazientissimo perché è Santissimo.

Un aneddoto: IPOCRISIA. Cosimo dei Medici fece impiccare di domenica mattina un certo Paolo Bonagrazia. La sentenza fu eseguita con un giorno di anticipo sul previsto poiché l'imputato era moribondo. Dopo aver assistito all'impiccagione, Cosimo si recò in Chiesa per chiedere perdono a Dio di aver fatto lavorare il boia in un giorno di festa.

Parola di Dio nella festa di San Giacomo Apostolo: 2Cor. 4,7-15; Sal. 125; Mt. 20,20-28

 

Vangelo Mt 20, 20-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?". Gli dicono: "Lo possiamo". Ed egli soggiunse: "Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio". Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: "I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti". Parola del Signore

 

“LA DONNA GLI DISSE: DI’ CHE QUESTI MIEI FIGLI SIEDANO UNO ALLA TUA DESTRA E UNO ALLA TUA SINISTRA NEL TUO REGNO”. (Mt. 20,21)

La madre dei figli di Zebedeo fa questa richiesta a Gesù calcolando un benessere per i suoi figli, ma Gesù non lo si segue per la gloria, non si percorre la sua strada per avere un premio, non si ama Gesù solo per poter andare in paradiso: sarebbe un amore meschino, anzi non sarebbe amore. L’amore non ha logiche fredde e calcolatrici, l’amore si dona e si dà perché vuole il bene dell’altro. Se Dio non ci amasse incondizionatamente non si sarebbe certo trovato a morire per noi sulla croce. La preoccupazione prima del cristiano non è quella di “guadagnarsi il paradiso” ma quella di lasciarsi amare da Dio e di amarlo. Man mano che si ama si trova il “paradiso” perché Dio è amore e chi rimane nel suo amore è già nella gioia che poi durerà per sempre.

 

 

SABATO 26 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gioacchino ed Anna; Santa Bartolomea Capitanio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE CHE IO VEDA; SIGNORE CHE IO SENTA.

 

Hanno detto: L'educazione dovrebbe mirare alle libertà della mente e non al suo imprigionamento in un'armatura di dogmi. (Bertrand Russell)

Saggezza popolare: La madre è colei che prende il coltello per la lama. (Proverbio Bantù)

Un aneddoto: Un ambasciatore tedesco in tono ironico domandò al nunzio Pacelli come mai gli Italiani si comportano in chiesa come se fossero a teatro.

Il futuro Pio XII rispose: - È lo stesso motivo per cui i Tedeschi stanno in teatro come se fossero in chiesa.

Parola di Dio: Sir 44,1.10-15; Sal 131; Mt 13,16-17

 

Vangelo Mt 13, 16-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono!". Parola del Signore

 

“BEATI I VOSTRI OCCHI PERCHE' VEDONO E I VOSTRI ORECCHI PERCHE' SENTONO”. (Mt. 13,10-17)

Se noi la leggiamo senza vederla nel contesto, questa beatitudine ci appare senza senso, ma il vedere e sentire di cui parla Gesù va ben oltre al semplice problema della vista e dell'udito. Vedere e udire qui significa avere un rapporto, aprire il cuore, comprendere, condividere profondamente, amare. E Gesù fa l'esperienza dell'incomprensione, del rifiuto. C'è gente che potrebbe capirlo: ha tutte le doti! ma il cuore duro, l'ostinazione, il sentirsi già troppo buoni e giusti così come si è, non permette di capire e quindi tanto meno di amare. Mi chiedo: tu che parli tanto di religione, che discuti di fede hai occhi che vedono! e che cosa vedono? Te stesso? Riesci a vedere gli altri, a vivere i loro problemi, a sentire le loro sofferenze? Ti lasci coinvolgere dal Vangelo o la paura della verità che sconvolge le tue sicurezze, ti fa chiudere in te stesso e non ti permette di accogliere Dio e l'altro? Sei disposto come i poveri del Vangelo, a gridare a Gesù: "Signore che io veda! Signore che io senta!"

 

 

DOMENICA 27 LUGLIO: 17^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giorgio di Cordoba; Santa Liliosa.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDICI PICCOLI PER ENTRARE NEL TUO REGNO.

 

Hanno detto: Io amo la semplicità che si accompagna con l'umiltà. Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla pelle, sentire gli odori, catturarne l'anima. Perché lì c'è verità, lì c'è dolcezza, lì c'è sensibilità, lì c'è ancora amore". (Alda Merini)

Saggezza popolare: Prima di scoccare la freccia della verità intingi la sua punta nel miele.

Un aneddoto: Dumas figlio, per scusare le umiliazioni e gli inchini ai quali i poveri si rassegnano, soleva dire: - Signori miei, ad un sacco vuoto è difficile mantenersi diritto.

Parola di Dio: 1Re 3,5.7-12; Sal 118; Rm 8,28-30; Mt 13,44-52

 

Vangelo Mt 13, 44-52

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì". Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche". Parola del Signore

 

"IL REGNO DI DIO È SIMILE AD UN MERCANTE DI PERLE PREZIOSE: TROVATA UNA PERLA DI GRAN VALORE, VA A VENDERE TUTTO QUELLO CHE HA E LA COMPRA". (Mt. 13,45-46)

Noi facciamo parte del Regno di Dio? Chiediamolo a Gesù. Sulla terra è difficile sapere chi appartiene al Regno. Il grano è mescolato alla zizzania fino al momento della mietitura. Il piano di Dio lascia crescere entrambi. Ma per l'uomo, entrare in questo Regno è il più grande tesoro. Per fare propria tale grazia, l'uomo deve dimostrarsi pronto a sacrificare tutto. Ecco alcune condizioni di Gesù per entrare nel Regno:

 

 

LUNEDI’ 28 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Innocenzo I, Papa; Santa Serena.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE DALLE CATTIVE ABITUDINI E DALLE FALSE PAURE.

 

Hanno detto: Il cristianesimo si comunica per invidia, perché una persona vede l'altra che ha una intensità, una gioia, un gusto, che ella pure vorrebbe avere. (Carròn)

Saggezza popolare: Quattro le cose che non si possono nascondere a lungo: il sapere, la stupidità,la ricchezza e la povertà.

Un aneddoto: Cristina di Svezia, notando la grossezza delle grate di un monastero, disse all'Abbadessa: «Se voi avete fatto dei voti, perché mettete le grate? E se avete messo delle grate, perché avete fatto dei voti?

Parola di Dio: Ger 13,1-11; Cant. Dt 32,18-21; Mt 13,31-35

 

Vangelo Mt 13, 31-35

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un' altra parabola: "Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami". Un'altra parabola disse loro: "Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti". Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

 

“IL REGNO DEI CIELI SI PUÒ PARAGONARE AL LIEVITO. ..”. (Mt. 13,33)

La Parola di Dio ha una forza tutta sua per portare frutto, ma anche noi cristiani dovremmo essere lievito per far fermentare negli altri la Parola che salva. Se penso alla Chiesa primitiva è stato proprio così: poche povere persone, con pochissimi mezzi, in mezzo a prove e persecuzioni sono riuscite a far nascere comunità cristiane in tutto il mondo allora conosciuto. Ma oggi i cristiani sono ancora lievito? Il novanta per cento degli italiani sono battezzati ma la società italiana è cristiana? Siamo testimonianza e fermento di idee cristiane nella società, nella politica, nel mondo giovanile, nelle fabbriche o abbiamo smesso di essere fermento perché ci siamo adagiati nella tradizione, nelle abitudini, perché ci siamo creati una scorza tale che neppure il seme della Parola di Dio riesce a rompere?

 

 

MARTEDI’ 29 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marta; Sant’Ademaro; San Guglielmo Pinchon.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

Hanno detto: I veri amici sono quelli che si scambiano reciprocamente fiducia, sogni e pensieri, virtù, gioie e dolori; sempre liberi di separarsi, senza separarsi mai. (A. Bougeard)

Saggezza popolare: Per dire la verità si ha bisogno di poche parole. (detto proverbiale)

Un aneddoto: Un uomo una notte ricevette la visita di un angelo che gli comunicò che avrebbe potuto avere un futuro favoloso: gli sarebbe stata data l'opportunità di diventare ricco, di raggiungere una posizione importante e rispettata nella comunità in cui viveva e di sposare una donna molto bella. L'uomo passò tutta la sua vita aspettando che arrivasse il miracolo promesso però non lo vide mai avverarsi ed un giorno morì solo e povero. Quando arrivò alle porte del cielo vide l'angelo che molti anni prima gli aveva fatto le promesse e protestando gli disse: "Mi hai promesso ricchezze, una buona posizione sociale ed una bella sposa. Ho passato tutta la vita aspettando invano". "Non ti ho fatto queste promesse - replicò l'angelo - ma ti ho promesso l'opportunità di essere ricco, una buona posizione sociale e una bella sposa". L'uomo molto confuso disse: "Non capisco quello che vuoi dirmi". L'angelo allora gli disse: "Ricordi che una volta hai avuto l'idea di aprire un negozio però la paura di non riuscire ti ha fermato e non l'hai mai messa in pratica? E che alcuni anni dopo la stessa idea la ebbe un altro uomo il quale non permise che la paura gli impedisse di metterla in pratica? Ricordi che diventò uno degli uomini più ricchi dello stato?" "Ricorderai anche, - proseguì l'angelo - quel giorno in cui un terremoto sconvolse la città, distrusse molti edifici e massacrò migliaia di persone. In quell'occasione hai avuto l'opportunità di aiutare i sopravvissuti, però non hai voluto lasciare la tua casa per paura che i molti saccheggiatori rubassero i tuoi averi. Fu così che ignorasti le richieste di aiuto e sei rimasto in casa. L'uomo ammise con vergogna tutto questo. "Quella fu la tua grande opportunità di salvare la vita a centinaia di persone questo ti avrebbe guadagnato il rispetto di tutti" disse l'angelo. "Ed infine, ricordi quella bella donna che tanto ti aveva attratto? La credevi incomparabile a qualsiasi altra e mai ne hai conosciuta altra uguale. Tuttavia hai pensato che tale donna non si sarebbe sposata con uno come te e per evitare il rifiuto non sei mai arrivato a chiederla in sposa". Anche questa volta l'uomo ammise tutto, mentre le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi. "Si, amico mio, quella donna avrebbe potuto essere tua moglie - disse l'angelo - e con lei avresti potuto ottenere la benedizione di avere dei figli sani e belli ed avere tanta felicità nella tua vita" .

Parola di Dio: 1Gv 4,7-16; Sal 33; Gv 11,19-27 opp. Lc 10,38-42

 

Vangelo Gv 11, 19-27

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà". Gesù le disse: "Tuo fratello risusciterà". Gli rispose Marta: "So che risusciterà nell'ultimo giorno". Gesù le disse: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?". Gli rispose: "Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo". Parola del Signore

 

“SIGNORE, SE TU FOSSI STATO QUI, MIO FRATELLO NON SAREBBE MORTO”. (Gv. 11,21)

Quando vanno a dire a Gesù che Lazzaro è malato, Gesù non si muove. Arriva che Lazzaro è già morto da quattro giorni. Possibile che Dio sia sempre lontano quando lo si desidererebbe presente? Marta si lamenta, rimprovera quasi Gesù della sua assenza e noi, qualche volta, andiamo anche oltre: “Se Dio esistesse non permetterebbe tanto dolore”. Gesù non si giustifica, né ci rimprovera per i nostri sfoghi, si limita a ripetere: “Se credi, vedrai la gloria di Dio”. “Credere” è al presente, mentre “vedere” riguarda il futuro. Noi invece prima vogliamo le prove, poi, forse, siamo disposti a credere. Dio non ci chiede la fede come ricompensa dovuta al miracolo, prezzo da pagare per le sue prestazioni, ma come condizione necessaria perché Dio possa agire.

 

 

MERCOLEDI’ 30 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo;Santa Donatella, martire; San Capreolo.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI O SIGNORE UNA GIUSTA SCALA DI VALORI.

 

Hanno detto: Cominciare a donare sé stessi significa condannarsi a non dare mai abbastanza anche quando si dà tutto. E non si da mai tutto. (Albert Camus)

Saggezza popolare: Se le cose le sai,le parole seguiranno. (detto Latino)

Un aneddoto: "IO SONO STANCA ED È TARDI,VADO A CORICARMI "La madre ed il padre stavano vedendo la televisione, quando la madre disse: "Io sono stanca ed è tardi: vado a coricarmi." Andò in cucina a fare dei panini per lo spuntino del giorno seguente a scuola, lavò le tazze del pop-corn, rimosse la carne per la cena del giorno seguente dal congelatore, verificò che le scatole dei cereali non fossero vuote, riempì la ciotola di zucchero, mise ciotole e posate sulla tavola e preparò la caffettiera per il giorno seguente. Mise dei vestiti nella lavatrice, cucì un bottone che era staccato. Tolse il servizio di piatti dalla tavola, e mise il calendario al giorno dopo. Innaffiò le piante, raccolse l'immondizia e stese un asciugamano bagnato. Sbadigliò, e si avviò verso la stanza da letto. Si fermò nello studio e scrisse una nota per l'insegnante del figlio, mise in una busta i soldi per il pagamento di una visita medica, e raccolse un quaderno che era caduto sotto una sedia. Firmò un cartoncino di auguri di compleanno per un amico, mise un francobollo sulla busta, e fece una piccola lista per il supermercato. Mise il cartoncino e la lista vicino al portafoglio. A quel punto il padre disse là dalla sala: "Pensavo che ti fossi andata a coricare." E lei rispose: "Sto andando". Mise l'acqua nella ciotola del cane e richiamò il gatto in casa. Si accertò che le porte fossero chiuse. Sbirciò nella stanza di ognuno dei bambini, spense la luce del corridoio, appese una camicia, gettò delle calze nel cesto dei vestiti sporchi, parlò un poco col figlio più grande che ancora stava studiando. Una volta in camera da letto, sistemò la sveglia per il giorno dopo, preparò i vestiti per il giorno seguente e sistemò le scarpe. Dopo si lavò il viso, passò la crema, spazzolò i denti e si sistemò un'unghia rotta. A quel punto, il padre spense la televisione e disse: "Io vado a dormire" e ci andò senza fare null'altro! A questo punto: avete notato qualcosa di straordinario? Vi siete chiesti perché le donne vivono di più e sono così meravigliose?

Parola di Dio: Ger 15,10.16-21; Sal 58; Mt 13,44-46

 

Vangelo Mt 13, 44-46

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra". Parola del Signore

 

"IL REGNO DEI CIELI E' SIMILE…" (Mt. 13,44)

Ci sono delle parole importanti nella nostra vita, pensate ad esempio alle parole: amore, amicizia, giustizia, verità che, proprio perché importanti, con l'andare del tempo hanno accumulato su di sé tanti significati, da essere usate purtroppo da ciascuno con senso diverso. Anche la parola "Regno di Dio" così semplice e significativa nel linguaggio biblico, ha accumulato secoli di storia al punto che oggi o dice poco (regni sulla terra ne sono rimasti pochi e anche le figure di quei pochi re sopravvissuti sono ben lontane dall'essere un modello) o viene confusa con la Chiesa (e l'identificazione il più delle volte è proprio con la chiesa gerarchica per cui il regno diventa davvero poco appetibile). Data la brevità dello spazio, ecco alcune sottolineature: Gesù dice: "Il regno dei cieli è…"e non dà definizioni ma presenta parabole. Non c'è una definizione esaustiva del Regno. Il Regno di Dio e Dio stesso non stanno in nessuna delle nostre definizioni. Le parabole (lo dice Gesù stesso) illuminano e nascondono. Il nostro ruolo come Chiesa non è quello di definire, ma di accogliere. Il Regno è qualcosa di già presente (tesoro, perla, seme, rete…) ma è ancora lontano dalla sua attuazione definitiva. Il Regno e la Chiesa sono legati tra loro ma non indicano la stessa realtà. Il Regno di Dio va "scoperto", quindi va cercato. E' vero che devi aver 'fortuna' per imbatterti nel tesoro, ma se non ti metti in ricerca non lo troverai mai. Se il Regno è un "tesoro", una "perla preziosa", chissà quando riscopriremo la gioia e lo stupore come strada per incontrarlo, farlo crescere, testimoniarlo? La gioia, il Regno, se riconosciuti nella loro realtà, vanno anche 'pagati': bisogna vendere tutto il resto per entrarne in possesso

 

 

GIOVEDI’ 31 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Loyola;San Fabio; San Giustino de Jacobis.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', RENDICI PESCATORI DI UOMINI.

 

Hanno detto: Chi dice ciò che vuole deve aspettarsi in risposta ciò che non vuole. (Euripide)

Saggezza popolare: Se tiri un sasso all'albero fiorito,questi ti ricopre di fiori. (Proverbio Arabo)

Un aneddoto: Un giorno tengo una relazione di Statistica a una conferenza. Mi piovono addosso tante critiche. Al ritorno, parlando al professore con cui lavoravo, lo rendo partecipe della mia delusione. E lui mi rilancia a cercare quelli che criticavano il mio metodo. A lavorare con loro su quel limite che avevano trovato nel mio discorso. Capite che così tutto si capovolge? Tutto può essere un'occasione. (Giorgio Vittadini - Trave novembre 2008 p.88)

Parola di Dio: Ger 18,1-6; Sal 145; Mt 13,47-53Ger 18,1-6; Sal 145; Mt 13,47-53

 

Vangelo Mt 13, 47-53

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì". Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche". Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI E’ SIMILE AD UNA RETE GETTATA NEL MARE”. (Mt. 13,47)

Nella parabola del Regno che Gesù ci presenta oggi vediamo  due azioni distinte. La prima è la rete che raccoglie tutto e la seconda è la cernita. Lasciando a Dio questa seconda fase, fermiamoci un momento sulla prima. La rete va buttata. Un cristiano non è un buon discepolo se non butta la rete. Se la fede rimane nascosta non è fede, se la gioia del Vangelo non si comunica vuol dire che il Vangelo non è arrivato al cuore. E non bisogna scoraggiarci di gettarla anche se, almeno all’apparenza, sembra non prendere granché o raccogliere alghe e pietre e, qualche volta, spazzatura. Dobbiamo soprattutto evitare di selezionare troppo, fare la cernita. Occorre piuttosto tirare a riva tutto ciò che c’è nella rete. Non sappiamo veramente ciò che succederà sulla sponda dell’eternità e quali saranno i criteri adottati dagli angeli. Dobbiamo, perciò, stare attenti a non anticipare la cernita finale che implica una sapienza divina. E, ricordiamoci, la testimonianza cristiana non è fatta soltanto di parole o di prediche, quindi da relegare a qualcuno ‘esperto’ di queste cose, ognuno di noi ha mille occasioni, ogni giorno, di “gettare le reti”, cioè di seminare un buon esempio, un atto di carità, un gesto di giustizia, una parola di benevolenza, un riferimento alla fede. Ma, sarà il momento giusto? E’ opportuno o meno? Come verrò giudicato?… Non preoccupiamoci neppur troppo: buttiamo la rete, Dio farà il resto.

 

 

 

 

 

 

 

Archivio