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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

GIUGNO 2014

 

DOMENICA 1 GIUGNO: ASCENSIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: San Giustino; San Caprasio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU SEI NEI CIELI MA SEI ANCHE QUI CON ME.

 

Hanno detto: Amare una persona significa vederla come Dio voleva che fosse. (F. Dostoevskij)

Saggezza popolare: I giornali sono scritti dai furbi e sono letti dagli sciocchi. (prov. Romagnolo)

Un aneddoto:

Il grande predicatore cristiano Mac Nabb, dalla tribuna aperta di Hyde Park a Londra, lodava le meraviglie compiute dalla religione di Gesù in duemila anni di vita.

Un ascoltatore gli obiettò: - Tu lodi molto il cristianesimo, ma io vedo che dopo venti secoli ci sono ancora troppi da convertire, c'è ancora troppa miseria spirituale.

Rispose: - Mio caro, la religione è come il sapone. Il sapone esiste da tantissimi secoli, eppure c'è ancora tanta gente sporca, c'è chi non lo usa ancora.

Parola di Dio: At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20

 

Vangelo Mt 28, 16-20

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Parola del Signore

 

“GLI UNDICI ANDARONO IN GALILEA, SUL MONTE CHE GESU' AVEVA LORO FISSATO”. (Mt. 28,16)

La celebrazione della festa dell’assunzione di Gesù al cielo ci invita alla gioia più profonda e a dare lode a Dio perché Cristo ascende vittorioso e perché anche la nostra umanità è innalzata nella gloria. Il cielo che si riapre per accogliere il Figlio di Dio, si riapre anche per tutti noi. Il primo dei martiri, Santo Stefano, ci conferma in questa visione e in questa nuova speranza: “Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio”. Gli apostoli sono testimoni oculari dell'ascensione del Signore. Era stato fissato loro un appuntamento in Galilea, dopo che ripetutamente, lo stesso Signore li aveva preventivamente avvertiti della sua prossima dipartita. Il loro cuore aveva sperimentato angoscia e timore a quell'annuncio. Gesù li aveva rassicurati fino a dire loro: “È bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò”. Per secoli di storia il cielo era rimasto chiuso agli uomini, quella distanza, stabilita dal peccato, sembrava incolmabile per noi legati alla terra. Gesù che è disceso dai cieli per essere in tutto simile a noi e per mostrarci il volto amoroso del Padre ora porta al cielo la nostra umanità ferita, come rimangono in Lui le ferite delle sue piaghe e dell’umanità riabilitata come dimostra il suo corpo glorioso. Tutto questo non deve portarci però solo al guardare “di là” Gesù vuole invece che nasca nel cuore di tutti la certezza che egli va a prepararci un posto e che ritornerà a prenderci. Questo è il potere che il Padre gli ha conferito, salire al cielo senza lasciarci orfani, anzi con la reale possibilità di restare con noi sempre fino alla fine dei tempi. La fede degli apostoli, così alimentata, dovrà poi essere annunciata e testimoniata al mondo intero: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Da quel giorno, da quel monte della Galilea, è sorta per il mondo una fede e una fiducia nuova: veramente ci sentiamo innalzati anche noi con Cristo, anche noi abbiamo riscoperto la nostra vera patria, l'ultimo approdo a cui tendere, dopo aver osservato gli insegnamenti di Cristo, nostra via. Ecco perché la chiesa ci  invitata tutti a godere di santa gioia: perché cielo e terra hanno ritrovato il punto di congiunzione e gli uomini hanno visto rinascere la migliore speranza.

 

 

LUNEDI’ 2 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Marcellino e Pietro; Sant’ Adalgiso.

Una scheggia di preghiera:

 

SENZA DI TE, SIGNORE, NOI SIAMO NULLA.

 

Hanno detto: Preferisci tra gli amici non soltanto coloro che si rattristano alla notizia di qualche tua sventura, ma anche, e soprattutto, coloro che non invidiano la tua fortuna (Socrate)

Saggezza popolare: Le buone parole e le cattive azioni ingannano savi e matti. (prov. Veneto)

Un aneddoto: Da più di 150 anni nell'isola Papuyan, tra le Filippine e Formosa, non vi sbarcava missionario. Quando nel 1951 p. FIorentino Gastagnon vi giunse, vi trovò un miracolo di vita civile e religiosa. Gli abitanti, 117 uomini e 116 donne erano miti, capaci di coltivare bene i campi, vestire con un certo decoro. Quello che fece più meraviglia fu che avevano la loro chiesetta, i loro riti cattolici e perfino l'abito per presentarsi al Signore. Erano tutti cattolici, avevano tutti sentito parlare del Papa e onoravano con devozione speciale la Madonna. Da un secolo e mezzo, senza missionari, essi avevano tramandato di padre in figlio i principali misteri della fede cristiana, avevano battezzati da sé tutti i loro figli, avevano compendiato tutta la loro preghiera nella recita del Rosario, con i soli misteri gloriosi, perché quelli gaudiosi e dolorosi se li erano dimenticati. Alla domenica cantavano ancora, in latino, le litanie della Madonna. Per più di 150 anni la vergine Maria, come madre premurosa, aveva conservato nei suoi figli, abbandonati da tutti, la fede cristiana.

Parola di Dio: At 19,1-8; Sal 67; Gv 16,29-33

 

Vangelo Gv 16, 29-33

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, i discepoli dissero a Gesù: “Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini. Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio”. Rispose loro Gesù: “Adesso credete? Ecco, verrà l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!”. Parola del Signore

 

“VOI AVRETE TRIBOLAZIONE NEL MONDO, MA ABBIATE FIDUCIA: IO HO VINTO IL MONDO”. (Gv. 16,33)

Ci sono modi diversi di mettersi in relazione con Gesù e il suo Vangelo. Un primo modo è quello di pensare che, una volta abbracciata la fede, tutto diventi sicurezza, tutto abbia risposta. Non è così: la fede non esime dalle difficoltà, dai dubbi, dalle prove. Un altro modo è quello di vedere la fede solo come una conquista umana: tutto dipende da me, dalla mia volontà, dalle mie opere e si rischia di dimenticare che “senza dì Lui non possiamo niente”. Gesù, molto concretamente, ci mette davanti alla realtà: scegliere Lui, lasciarci illuminare dalla sua parola significa seguirlo. E la sua strada passa attraverso la croce, la prova, l’abbandono dei discepoli e l’apparente abbandono di Dio, ma porta anche alla risurrezione. Quindi, essere cristiani, significa essere odiati da quel mondo che non ha accettato il Cristo, significa incontrare il dubbio delle scelte, non è vivere fin d’ora nella visione beata, ma è camminare nella dura realtà quotidiana con l’unica certezza che è quella che Gesù ha già vinto il mondo e che in virtù di questa vittoria, noi, magari con mani e piedi spellati dal cammino della vita, lo vinceremo.

 

 

MARTEDI’ 3 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Carlo Lwanga e compagni, martiri dell’Uganda.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI FEDELE, SIGNORE, PER SEMPRE.

 

Hanno detto: Chi ha Dio per centro, ha l'universo per circonferenza. (E. Fromm)

Saggezza popolare: Le buone parole ungono e le cattive pungono. (Prov. Veneto)

Un aneddoto: Un missionario in Amazzonia racconta: «Una domenica, dopo aver parlato della preghiera e della fiducia in Dio in un lebbrosario, mi si avvicinò una donna anziana, ormai divorata dalla lebbra e cieca. Mi disse: - Padre, io prego tutto il giorno. Prego per il Papa, per i Vescovi, per i preti e per tutti gli uomini. Prego per la pace e per la gioia di tutti. Il missionario allora le chiese: - E per te cosa chiedi al buon Dio? Rispose: - Niente! lo sono felice così, sono felice della felicità degli altri!

Parola di Dio: At 20,17-27; Sal 67; Gv 17,1-11a

 

Vangelo Gv 17, 1-11

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: “Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te”. Parola del Signore

 

“QUESTA È LA VITA ETERNA: CHE CONOSCANO TE, L’UNICO VERO DIO E COLUI CHE TU HAI MANDATO, GESÙ CRISTO”. (Gv. 17,3)

Quante parole, supposizioni, chiacchiere su come sia fatta l’eternità! Gesù ce lo dice chiaramente: eternità è conoscere, finalmente in maniere piena e totale, Dio così com’è, per sempre. Ci vorrà tutta un’eternità o un momento eternamente presente per conoscere Dio nelle sua infinitezza, nel suo amore senza limiti, nel suo affetto totale, nella sua giustizia misericordiosa. E allora mi rendo conto che l’eternità è già iniziata perché già in Cristo ho cominciato a conoscere Dio, ho la possibilità di avvicinarmi e comprendere la sua volontà, posso nella vita cominciare ad amarlo, so di stare già fin d’ora con Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 4 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Caracciolo.

Una scheggia di preghiera:

 

SANTA TRINITA', UNICO DIO.

 

Hanno detto: Pensiamo meno all'umanità, e più agli uomini. (E. Leseur)

Saggezza popolare: Ladro piccolo non rubare ché il ladro grande ti farà impiccare.

Un aneddoto: Padre Genocchi, un santo missionario, in una lettera dalla Nuova Guinea, raccontava questo fatto. «Attraversavo un fiume in piena. Una violenta. ondata mi rovesciò la canoa. Tentai più volte invano di raggiungerla e di salvarmi, ma le onde mi travolsero. Ormai tutto per me era finito: mi raccomandai a Dio. Ma dalla sponda mi aveva visto un ragazzo patuano, Giovanni Warupi, di 14 anni. Si gettò coraggiosamente nell'acqua, con sforzi immani riuscì a salvarmi e a trascinarmi sulla sponda. Dopo aver riprese le forze con il suo aiuto, gli chiesi: - Giovanni, ma non avevi paura di morire con me o di essere divorato dai coccodrilli? Mi rispose candidamente: - Sì, padre, avevo tanta paura, anzi credevo proprio di non farcela: ma era mio dovere di cristiano di salvarti, perciò non ho esitato. Ho ricevuto questa mattina la Comunione. Se fossi morto saremmo andati in Paradiso insieme.

Parola di Dio: At 20,28-38; Sal 67; Gv 17,11b-19

 

Vangelo Gv 17, 11-19

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, così pregò: “Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi. Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità”. Parola del Signore

 

“PADRE SANTO, CUSTODISCI NEL TUO NOME COLORO CHE MI HAI DATO, PERCHÈ SIANO UNA COSA SOLA, COME NOI”. (Gv. 17, 11)

Gesù ha pregato per l’unità dei cristiani. Gesù ci ha presentato il modello e il fondamento di questa unità: Gesù, il Padre, lo Spirito sono una cosa sola, un unico Dio. I credenti in Gesù, talmente amati da Lui, avendo in Lui scoperto l’amore vero, dovrebbero essere una cosa sola, un corpo unico. Come mai, allora, ci sono tante divisioni nella Chiesa? Come mai, credenti nello stesso Cristo, in suo nome si fanno la guerra? come mai nelle nostre comunità cristiane non riusciamo ad andare d’accordo e ci dividiamo in gruppi a volte opposti? La risposta è evidente: perché non abbiamo ancora fatto unità fino in fondo con Gesù. Se Gesù è morto per tutti e per ciascuno perché io penso che Gesù sia solo dalla mia parte? Se ho capito che il cristiano è uno che, come Gesù, è a servizio degli altri, perché la Chiesa è spesso ancora dominata dal potere, dalle diplomazie, dagli onori? Certo le differenze ci sono sia nei caratteri, sia nei doni ricevuti, sia nelle cause storiche, ma queste differenze non dovrebbero, anziché dividerci, concorrere a costruire il corpo di Cristo in una varietà e ricchezza di elementi? Pensate: addirittura Maria, Madre di Cristo e madre della Chiesa è stata usata per creare delle divisioni tra cristiani quando proprio Lei vorrebbe che la famiglia dei suoi figli fosse un cuor solo e un’anima sola con Gesù. Maria non ci vuole tutti uguali, ma ci vuole tutti uniti e tutti simili a Gesù.

 

 

GIOVEDI’ 5 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Bonifacio, Vescovo e Martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RENDICI UNO.

 

Hanno detto: Il peggior guaio che possa capitare al cuore non è di sanguinare. E' di paralizzarsi. (Bourget)

Saggezza popolare: Quando il cane mangia, il gatto lo guarda fisso; quando mangia il gatto, il cane gli abbaia sopra. (prov. del Perù)

Un aneddoto: Un giorno, il sole si mise a discutere con la luna. Diceva che le foglie degli alberi erano verdi, mentre la luna sosteneva che erano del color dell'argento. Questa inoltre diceva che gli uomini sulla terra dormivano sempre, mentre al dire del sole gli uomini erano in continuo movimento. La luna domandò allora perché c'era tanto silenzio sulla terra. - Chi t'ha detto questo? - rispose il sole. Sulla terra c'è tanto fracasso. La discussione durò per molto tempo. Infine intervenne il vento. Ascoltò il battibecco e sorrise. – Il vostro alterco è proprio vano - disse. - lo per parte mia soffio sia che splenda il sole, sia che risplenda la  luna. Durante il giorno, quando il sole è alto in cielo, le cose stanno come dice il sole. C'è fracasso sulla terra, gli uomini lavorano e le foglie sono verdi. Di notte, quando si leva la luna, tutto cambia. Gli uomini dormono, regna il silenzio e le foglie sembrano d'argento. Talvolta, quando una nuvola vela la luna, le stesse foglie appaiono nere. Né tu, sole, né tu luna, siete sempre a conoscenza della verità tutta intera. (R. Wurmbrand, Risposta alla Bibbia di Mosca, ed. Paoline)

Parola di Dio: At 22,30; 23,6-11; Sal 15; Gv 17,20-26

 

Vangelo Gv 17, 20-26

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù alzati gli occhi al cielo, così pregò: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”. Parola del Signore

 

“SIANO UNA COSA SOLA COME TU, O PADRE, SEI IN ME E IO IN TE”. (Gv. 17,22)

Il fondamento dell’unità dei cristiani non è l’appiattimento delle idee, l’uniformità dei caratteri, la morte della persona a favore della comunità. E’ invece avere un unico Dio, Padre, Figlio, Spirito, fondamento e guida della vita individuale che porta ad esaltare quanto abbiamo a favore degli altri. Cerco di chiarire questo concetto con un esempio. Che cosa occorre affinché una famiglia “funzioni”, sia creativa, doni serenità ai suoi membri? Che ognuno possa serenamente esprimere se stesso e i suoi doni nel rispetto degli altri e che nelle difficoltà prevalga il bene comune. Così è la fede e la comunità. Ciascuno è persona, ciascuno ha doni preziosi e personali da mettere a servizio degli altri ma l’unità è fondata su Dio e sull’amore. E’ Dio il fondamento dell’unità. Chi guarda a Lui non può essere uno che in nome suo, divide.

 

 

VENERDI’ 6 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Norberto; Sant’Alessandro da Fiesole; Sant’Artemio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ABBI MISERICORDIA DELLA TUA CHIESA.

 

Hanno detto: A compiacersi del semplice ci vuole un'anima grande (Arturo Graf)

Saggezza popolare: Non credere che, perchè l'indio è povero, la torta che ti offre sia di erbacce! (Colombia)

Un aneddoto: Da parecchi anni sta vegetando in un vasetto di terra, sotto la terrazza, una rachitica pianta grassa appartenente alla famiglia dei cactus. I suoi frutti tondeggianti verdi e spinosi sono sempre nello stesso stato, languidi e senza fiori. Alla fine decidiamo: “Poiché questa pianta vive ancora, bisogna averne cura”. Così rompiamo il vaso: che groviglio indescrivibile di radici compresse le une contro le altre! Delicatamente puliamo, sopprimendo i rametti secchi poi rinvasiamo in un vaso grande, ben drenato e pieno di terra fertile, Innaffiamo e aspettiamo con pazienza. Dopo qualche settimana, lentamente i suoi frutti si ingrossano e con sorpresa appare un bocciolo che si sviluppa a poco a poco, per poi schiudersi in una magnifica corolla rosa a forma di tromba! Durerà solo un giorno, ma se ne preparano già delle altre.

Parola di Dio: At 25,13-21; Sal 102; Gv 21,15-19

 

Vangelo Gv 21, 15-19

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti amo”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”. Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”. Parola del Signore

 

"SIGNORE, MI AMI TU?". "CERTO TU LO SAI CHE TI AMO!" 'PASCI LE MIE PECORELLE". (Gv. 21,15—19)

"Cristo sì, chiesa no!" Era uno slogan di contestazioni passate. Ma dietro queste parole si nasconde un atteggiamento presente e operante in molti: a Cristo sì, ci credo, ma alla Chiesa, al potere dei papi, all'arroganza dei preti... Se effettivamente la Chiesa fosse solo potere, arroganza, ti dico che neanche io credo a quella chiesa! Ma la Chiesa, nonostante la sua umanità debole non è fondata sul potere ma sull'amore: "Signore mi ami tu?" Pietro può aver sbagliato, rinnegato Gesù ma se ama avrà a cuore di "pascere le pecorelle" come Gesù stesso, il Buon pastore. Credo allora alla Chiesa, formata da persone peccatrici ma chiamate a seguirlo nell'amore. Anch'io sono Chiesa, devo quindi smettere la presunzione e la sicurezza di salvarmi da solo ma accettare con umiltà il seguire Gesù con gli altri, nell 'amore.

 

 

SABATO 7 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Giannelli, Sant’Alderico.

Una scheggia di preghiera:

 

MOSTRACI IL TUO VOLTO, SIGNORE GESU'.

 

Hanno detto: La Bibbia è la carta di navigazione dei singoli e dei popoli. Lì c'è da dove vieni, dove sei e dove vai. (G. La Pira)

Saggezza popolare: Ci sono state delle facce, prima che ci siano stati degli specchi. (Guyana)

Un aneddoto: Il famoso re del petrolio John Rockfeller arrivato sui 90 anni aveva problemi di cuore e temeva le emozioni, pertanto i suoi famigliari ogni giorno facevano stampare per lui un’edizione speciale del suo quotidiano da cui erano soppresse tutte le notizie che avrebbero potuto coinvolgerlo emotivamente.

Parola di Dio: At 28,16-20.30-31; Sal 10; Gv 21,20-25

 

Vangelo Gv 21, 20-25

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Pietro, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: “Signore, chi è che ti tradisce?”. Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: “Signore, e lui?”. Gesù gli rispose: “Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi”. Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: “Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?”. Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. Parola del Signore

 

"VI SONO MOLTE ALTRE COSE COMPIUTE DA GESÙ CHE SE FOSSERO SCRITTE IL MONDO NON BASTEREBBE A CONTENERE I LIBRI CHE SI DOVREBBERO SCRIVERE". (Gv. 21,25)

S. Giovanni conclude il suo Vangelo così, penso non solo   per dirci che Gesù nel cammino della sua vita pubblica ha detto e fatto tante cose, ma per invitarci a leggere nel libro della vita i segni della sua presenza. Non è scrivendo storie più o  meno fantasiose sulla vita di Gesù che si conosce tutto del Signore (a me i Vangeli bastano  ed avanzano! riuscissi a mettere in pratica almeno qualche pagina!) ma è sapendo scorgere oggi la presenza del Signore nelle persone, nei fatti, in me stesso, che vengo interpellato e che, se sono coerente, devo rispondere e scrivere così non con delle lettere sulla carta, ma con la mia vita un'altra pagina di quella meravigliosa storia di amore di Dio che ogni giorno si incarna, parla, fa miracoli, soffre, muore e risorge.

 

 

DOMENICA 8 GIUGNO: PENTECOSTE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Amelia; Santa Calliope.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SANTO SPIRITO!

 

Hanno detto: Come spesso mi accade di fare, apro a caso la Bibbia, e leggo il primo versetto che mi capita sotto gli occhi, per consultare quello che potrei chiamare lo spirito del mio destino: egli è il portavoce imparziale e spietato del parere di Dio. Naturalmente non sbaglia mai. Qualsiasi versetto io legga calza sempre alla perfezione al mio caso, con una precisione che mi agghiaccia. (P. P. Pasolini)

Saggezza popolare: La necessità è madre di ogni invenzione. (Messico)

Un aneddoto: Day Dorothy è quella giornalista americana che diede se stessa per i poveri, i lavoratori e la causa della pace: La sua casa era aperta a tutti coloro che avevano bisogno di aiuto. “Che cosa meravigliosa, scriveva negli anni ’30, essere prodighi, non curarsi del prezzo e servire il caffè buono e il pane migliore alla lunga fila di indigenti che arriva da noi. Il meglio non è mai troppo per i poveri di Dio.

Parola di Dio: At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23

 

Vangelo Gv 20, 19-23

Dal Vangelo secondo Giovanni

La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi”. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”. Parola del Signore

 

“RICEVETE LO SPIRITO SANTO; A CHI RIMETTERETE I PECCATI SARANNO RIMESSI, A CHI LI RITERRETE RESTERANNO NON RIMESSI”. (Gv. 20,23)

Maestro, hai atteso fino alla tua risurrezione per dare al mondo il sacramento più dolce e più duro.

E’ il sacramento della gioia: era quindi logico che nascesse nell’epoca della gioia.

E’ il sacramento della risurrezione, della nascita a vita nuova, era logico che nascesse con la tua risurrezione.

E’ il sacramento della speranza, era logico che nascesse mentre il cuore della tua Chiesa vibrava di fede e di speranza.

E’ il sacramento del tuo amore, era logico che nascesse dopo la tua prova suprema di amore.

Ma è anche un sacramento che costa, infatti è un sacramento che ci ferisce l’orgoglio, ci smonta la superbia, ci mette di fronte alla triste realtà del nostro nulla e della nostra miseria. Fa’ che il nostro orgoglio non ci impedisca di apprezzare un dono avuto a prezzo del tuo sangue.

 

 

LUNEDI’ 9 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Efrem.

Una scheggia di preghiera:

 

FA', O SIGNORE, CHE IL DESIDERIO DI PACE SIA NEL PROFONDO DI OGNI CUORE.

 

Hanno detto: Tu non puoi criticare il Nuovo Testamento: è il Nuovo Testamento che critica te (J. J. Chapman).

Saggezza popolare: È meglio sapere dove andare e non sapere come, che sapere come andare e non sapere dove. (Messico)

Un aneddoto: Federico III, imperatore di Germania e re di Prussia, regnò 90 giorni prima di soccombere al cancro della laringe. Immagino Bismark avvicinarsi al suo letto e presentargli le carte da firmare. Che cosa sono le province, l’Aquila Nera, le sommosse dei distretti slesiani di fronte al piccolo nodo in gola… Il Kaiser non tende più l’orecchio alla voce del cancelliere, bensì al raschio  che si apre faticosamente la strada attraverso la cannula. L’uomo è solo. (Ernst Junger)

Parola di Dio: 1Re 17,1-6; Sal 120; Mt 5,1-12a

 

Vangelo Mt 5, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi ". Parola del Signore

 

"BEATI GLI OPERATORI DI PACE PERCHE' SARANNO CHIAMATI FIGLI DI DIO". (Mt. 5,9)

"Principe della pace" e "re pacifico": è così che ti chiamano, Signore Dio nostro. Tu governi la terra, e, da quando sono al mondo, gli uomini si battono sulla terra, ora sui campi di battaglia, in lotte ben ordinate, fra nazioni "civilizzate", ora nelle guerriglie fra colonie che si emancipano e nazioni "civilizzatrici", ora nelle officine, dove gli operai reclamano ciò che è loro dovuto. Dappertutto infierisce la violenza che ti fa ingiuria. Di pace completa io non ne ho mai vista. Vi sono tregue, sì, durante le quali si preparano nuove armi. Ogni nuova scoperta scientifica ci dà la speranza d'un progresso del benessere. Ma essa finisce sempre per creare l'occasione d'inventare un'arma più perfezionata. Il progresso dei trasporti avrebbe potuto avvicinare gli uomini e fornire loro il mezzo di conoscersi e di amarsi. E gli aerei più rapidi servono per trasportare le bombe più micidiali. Signore Dio nostro, questo è il tuo mondo, abbine pietà. Non permettere che le tue creature si distruggano. Spirito di Dio che colmi l'universo, sii in tutti gli uomini il legame misterioso che li indurrà ad amarsi mutualmente. Inculca nel cuore di ognuno l'amore per l'umanità, e che ciascuno si prenda cura dei propri fratelli. Donaci quell'amore che fa volere la giustizia, senza la quale non può esservi pace. (T. Suavet)

 

 

MARTEDI’ 10 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Asterio di Petra.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTAMI A NON SPRECARE IL DONO DELLA VITA.

 

Hanno detto: Il Vangelo non è un fumetto per adolescenti ritardati, ma un libro a caratteri di fuoco come lo spirito degli apostoli, a caratteri di sangue come lo spirito dei martiri (card. Etchegaray)

Saggezza popolare: Se incontri qualcuno senza un sorriso, regalagli uno dei tuoi. (Myanmar)

Un aneddoto: Lincoln una volta rimproverò un giovane ufficiale che insisteva a litigare violentemente con un collega: Se un uomo è deciso a dare il massimo di se stesso, non ha tempo da perdere in liti personali e non può permettersi le eventuali conseguenze, come il perdere la calma e l’autocontrollo. E’ meglio cedere il passo a un cane che esserne mortificato per una questione di principio. Anche se lo si ammazzasse, nessuno riuscirebbe a togliere il morso.

Parola di Dio: 1Re 17,7-16; Sal 4; Mt 5,13-16

 

Vangelo Mt 5, 13-16

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli". Parola del Signore

 

“VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA”. (Mt. 5,13)

La vita è meravigliosa ma spesso è vissuta con banalità e insulsaggine. L’uomo schiavizzato da lavoro ripetitivo, da non valori, preso solo da cose che passano, rischia di farsi vivere dal suo tempo. Provate a pensare anche solo a quante parole di convenzione, luoghi comuni, stupidaggini si sentono e si dicono in una giornata. E spesso anche la fede è ridotta ad abitudine, rito, ripetitività formale. Gesù è tutt’altro che banale, non rientra nello stereotipo religioso in cui noi vorremmo relegarlo; Gesù suscita, anche a costo di darci fastidio, l’essenza dell’uomo e della fede. O si dà gusto, senso alla vita e alla fede o tutto diventa senza senso. Bella maniera di definire il compito del cristiano: essere sale. Sale umile, disciolto, gustoso, che agisce dall’interno, che non si nota, ma che è indispensabile. Gioiosa responsabilità, la nostra: scoprire il volto autentico e la faccia nascosta di Dio, essere il sale e il sapore della vita, essere grazia festosa, essere speranza e ottimismo per la noia e il tedio della vita. Il credente ha un compito sublime: fan traboccare, senza ostentazione la ricchezza interiore di una vita cristiana feconda e al servizio degli altri.

 

 

MERCOLEDI’ 11 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Barnaba; Sant’Amabile.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.

 

Hanno detto: Il Vangelo non è una risposta pronta a tutti i problemi degli uomini; li risolve piuttosto trasformando l'uomo. (Padre Hamann).

Saggezza popolare: Quando l'acqua sale, il pesce mangia la formica; quando l'acqua scende, la formica mangia il pesce. (Thailandia)

Un aneddoto: Quando Fleming scoprì la penicillina lavorava in un vecchio e polveroso laboratorio. E la scoperta avvenne grazie ad un muffa entrata da un finestra e finita su una cultura che lo scienziato stava esaminando. Qualche anno dopo Fleming fu accompagnato a visitare un modernissimo laboratorio di ricerche, con aria condizionata, asettico e senza un granello di polvere. “Peccato che lei non abbia avuto un laboratorio come questo”, osservò l’accompagnatore. “Chissà che cosa avrebbe scoperto in un ambiente simile!” “Non certo la penicillina”, rispose Fleming.

Parola di Dio: At 11,21b-26; 13,1-3; Sal 97; Mt 10,7-13

 

Vangelo Mt 10, 7-13

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi". Parola del Signore

 

"NON PROCURATEVI ORO, NE' ARGENTO, NE' MONETA DI RAME NELLE VOSTRE CINTURE, NE' BISACCIA DA VIAGGIO, NE' DUE TUNICHE, NE' SANDALI, NE' BASTONE". (Mt. 10,9)

“E’ possibile – mi diceva un cristiano - che tutte le domeniche, andando a Messa debba sentire il mio parroco chiedere soldi? E’ vero, i poveri sono sempre tanti, ed è un bene che lui ci stimoli ad essere attenti verso loro. E’ vero, la nostra chiesa sta invecchiando e c’è bisogno di ristrutturazioni ma, oggi la giornata del Seminario, domani quella della stampa cattolica, quella del sostentamento clero, e le offerte deducibili, e la cooperazione diocesana, e i calcio-balilla dell’oratorio, e i soldi per il nuovo organo…insomma sembra quasi che solo con i soldi si possano risolvere tutti problemi dell’evangelizzazione e della carità!”. Non mi sento di dar torto a questo amico. Spesso noi preti, soli e alle prese con miriadi di problemi amministrativi per tenere in piedi opere nate in altri tempi e con esigenze diverse dalle attuali, ci sentiamo persi davanti ad esigenze più grandi delle nostre possibilità e rischiamo di impiegare gran parte delle nostre forze per le strutture e le cose, ne diventiamo quasi schiavi e allora ci sembra di poter risolvere tanti problemi solo con i soldi. Ma quanto è triste che la Chiesa, il desiderio dell’evangelizzazione, si riducano a questo. Gesù sa benissimo come stanno le cose e chiede ai suoi discepoli di andare in missione armati… di niente! Non è detto che i mezzi moderni della pastorale non servano, non è detto che una chiesa accogliente non sia un buon segno e un buon mezzo per trovarsi  a celebrare la propria fede, non è detto che la buona stampa sia inutile… è detto semplicemente  che l’annuncio cristiano deve essere fatto da persone deboli che portano però con gioia un messaggio più grande di loro, un messaggio che li supera. E per fare questo bisogna essere liberi, leggeri. Faccio un esempio che mi riguarda: io amo i libri, penso che la lettura di tanti libri mi sia giovata molto nella vita ma in uno degli ultimi traslochi mi sono accorto quanto pesano e quanto spazio ci vuole per sistemarli. La gente, da me prete, vorrà vedere quanti libri posseggo o vorrà vedere trasparire da me il messaggio gioioso e misericordioso di Gesù? Se allora sono riconoscente ai libri, essi non dovranno mai essere un peso, un impiccio alla semplicità del mio annuncio di Cristo. Avessimo tutti il coraggio di liberarci da certe strutture ormai inutili, superate, avessimo noi preti il coraggio di affidare la conduzione materiale di certe istituzioni ai laici che lo sanno fare meglio di noi, quanta più libertà per aver tempo per i fedeli, per annunciare e predicare Gesù e non le cose! La povertà in sé può essere una cosa brutta, ma se la scegli cristianamente, quanto ti senti più leggero e libero!

 

 

GIOVEDI’ 12 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Paola Frassineti; Sant’Onofrio.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', INSEGNACI AD AMARE COME HAI AMATO TU.

 

Hanno detto: La grande gloria della Chiesa è di essere santa con dei membri peccatori. (J. Maritain)

Saggezza popolare: Quando c'è una meta anche il deserto diventa strada (Tibet)

Un aneddoto: L’antropologo inglese Louis Leakey attribuiva il merito della pazienza per cui andava famoso al fatto di essere cresciuto in una tribù africana. Nato nel Kenia da padre e madre missionari, trascorse la sua giovinezza in compagnia di giovani kikuyu. Durante quegli anni apprese soprattutto due cose che in seguito si rivelarono di vitale importanza per il suo lavoro di ricercatore di fossili: la pazienza e lo spirito di osservazione. “In Africa”, dice Leakey, “la sopravvivenza dipende spesso  dalla reazione alle anormalità che ci mostra l’ambiente che ci circonda: un foglia strappata, l’impronta di una zampa, il fruscio in un cespuglio. Ma soprattutto dalla pazienza. Mi sembra ancora di sentire gli anziani kikuyu ripete più volte ai ragazzi: “Sii paziente, sta’ attento, fa’ piano. Prova, prova e riprova”. (M.T. K.)

Parola di Dio: 1Re 18,41-46; Sal 64; Mt 5,20-26

 

Vangelo Mt 5, 20-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!". Parola del Signore

 

“METTITI PRESTO D’ACCORDO CON TUO FRATELLO MENTRE SEI PER VIA “. (Mt. 5,25)

C’è chi dichiara: “Non voglio avere debiti con nessuno”. Il guaio è che abbiamo debiti con tutti. Si tratta dei debiti di amore, che non sono mai onorati una volta per tutte. Quando li hai pagati, restano da pagare. La carità non è qualcosa in più che, nella tua generosità, senza avere alcun obbligo specifico al riguardo, offri agli altri.  La carità la “devi”. E’ un credito che gli altri vantano nei tuoi confronti. L’amore: ecco ciò che il cristiano deve a tutti! Allorché hai amato il prossimo, l’hai aiutato, servito, perdonato, sfamato, curato, beneficato, non hai fatto niente di straordinario. Hai pagato semplicemente i debiti, secondo le leggi e le usanze del regno di Dio. Finché vivi, non avrai mai finito di pagare i debiti. Appaiono perciò ridicoli i monumenti, le lapidi e le cerimonie solenni che si fanno in onore di cosiddetti “benefattori”. Chi sono i “munifici benefattori”? Sono individui che hanno cercato di pagare qualche debito. Quando uno ha amato i propri fratelli, non è stato un eroe, ma semplicemente un buon cittadino cristiano, osservante della legge. La carità, infatti, “è il compimento della legge”.

 

 

VENERDI’ 13 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio da Padova; Sant’Aventino.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, OCCHI SEMPLICI CHE SAPPIANO VEDERE IL BENE.

 

Hanno detto: Dio ti ama. Gli interessi personalmente, continuamente, appassionatamente, prova la tua gioia in te. Gli sei necessario, il tuo cuore lo rallegra, la tua indifferenza lo stupisce, la tua amarezza lo strazia. Vuole con te una relazione continua. Se non credi a questo, se non ti senti sollevato da questa certezza significa che non hai capito che Dio è Padre. (L. Evely)

Saggezza popolare: Per chi è affamato, il pane cuoce sempre lentamente. (Afghanistan)

Un aneddoto: Jacobi Lotte, famosa per i ritratti e le fotografie di personaggi del mondo del balletto e del teatro, si è occupata di fotografia per 72 dei suoi 84 anni. Cominciò già ad otto anni quando suo padre le permise di assistere alla realizzazione delle lastre al collodio per le riproduzioni nella camera oscura.. A 12 anni chiese una macchina fotografica in regalo. “Mio padre mi disse che dovevo costruirmela da me, per capire i principi della fotografia. Con il suo aiuto costruii uno stetoscopio, un apparecchio fotografico a foro e le fotografie che ho fatto con quell’aggeggio sono a mio parere le migliori che abbia mai scattato” (G. Moore)

Parola di Dio: 1Re 19,9a.11-16; Sal 26; Mt 5,27-32

 

Vangelo Mt 5, 27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio". Parola del Signore

 

“CHIUNQUE GUARDA UNA DONNA PER DESIDERARLA, HA GIÀ COMMESSO ADULTERIO CON LEI”. (Mt. 5,27)

Può sembrare un insegnamento impossibile quello del vangelo di oggi, e i ricercatori del peccato, su questa frase hanno costruito tutta una morale fatta di limiti e di paure. E pensare che Gesù dice frasi come questa per liberarci dalla paura e dalla schiavitù della legge! Gesù non vuole negare la natura umana. Se ad un bambino goloso di dolci tu metti davanti una bella torta è automatico che gli venga l’acquolina in bocca. Questo non è né male né bene, è fisiologico. Se però tu hai criterio e una scala di valori, allora indirizzerai, magari con fatica, i tuoi istinti verso quei valori. Quando vedo una bella donna o un bell’uomo, non posso non sentire un’attrattiva o un interesse, ma se credo ai valori della famiglia, delle mie scelte, allora saprò indirizzare anche il mio cuore. Se riesco a fare questo, allora nulla mi scandalizzerà più. Se aldilà del sesso vedo la mia e l’altrui persona non come oggetto di possesso ma come un fratello o una sorella, figli di Dio, amati da Lui, tempio dello Spirito, ecco che nasce in me la forza per superare l’istintuale ed anche la morale non è più: “non devi mangiare la torta”, “devi sacrificarti perché c’è un divieto”, ma diventa: “gioisco per i doni che ho e che Dio ha fatto al mio fratello e alla mia sorella e liberamente e gioiosamente mi costruisco su questi doni”.

 

 

SABATO 14 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Martiri Anastasio, Felice e Digna.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO E' TUO SIGNORE, E FA' CHE TUTTO RITORNI A TE.

 

Hanno detto:

Tutto vi viene da Dio. Bisogna che tutto ritorni a Lui per cantare la sua misericordia mediante la vostra vita fin d'ora e per l'eternità. (Gesù a Suor M.E. della Trinità)

Saggezza popolare: Parole sdolcinate, delizia degli sciocchi. (Prov. del Giappone)

Un aneddoto: Roberta da Camerino, disegnatrice di moda, ricorda il curioso episodio che segnò l’inizio della sua carriera: “Sono passati tanti anni da quando, quasi per gioco, ho fatto la prima borsetta. Ma il gioco continua e mi dà molte soddisfazioni. Ero rifugiata in Svizzera quando una signora si innamorò del mio borsello comprato a Venezia e volle che glielo cedessi per 60 franchi. A quei tempi di soldi ne avevamo pochi e non potei più ricomprare la borsa, perciò decisi di farla. Riuscì così bene che venne scambiata per merce importata di contrabbando dall’Italia e mi presi una denuncia che avrebbe anche potuto costarmi l’espulsione, il rimpatrio e forse la cattura da parte dei nazisti. Poi l’equivoco fu chiarito e io capii di aver trovato una professione.

Parola di Dio: 1Re 19,19-21; Sal 15; Mt 5,33-37

 

Vangelo Mt 5, 33-37

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno". Parola del Signore

 

“NON GIURATE AFFATTO: NE' PER IL CIELO.., NE' PER LA TERRA... NE' PER LA TUA TESTA”. (Mt. 5,33—36)

Chissà perché Gesù ci dice di non giurare? Perché conosce profondamente la realtà dell’uomo. Noi non abbiamo alcun potere né su Dio, né sulle cose, ne su noi stessi. Dio è mistero ben più grande di noi e tutto ciò che conosciamo di Lui è dono gratuito; le cose, anche quelle che noi diciamo “nostre”, oggi ci sono, domani non più. E di noi stessi possiamo fidarci? possiamo fare promesse sicure? Pensate a Pietro che con baldanza e sicurezza dice a Gesù che darà la sua vita per difenderlo e che poi, per paura, lo rinnega davanti ad una serva! E’ un controsenso giurare per qualcosa che non è nostro e il promettere quando non siamo sicuri di poter mantenere. Quindi Gesù ci insegna che l’umiltà (= rispetto della verità) e la sincerità (= non fidarsi delle apparenze) camminano sempre insieme. E se questo vale per noi, vale anche nel “giudicare” il prossimo: chi siamo noi per entrare talmente nell’intimità di un’altra persona da permetterci di dare giudizi insindacabili?

 

 

DOMENICA 15 GIUGNO: SANTISSIMA TRINITA’

Tra i santi ricordati oggi: Santa Germana Cousin.

Una scheggia di preghiera:

 

GLORIA AL PADRE, AL FIGLIO E ALLO SPIRITO SANTO

 

Hanno detto: Dio è come un papà che ama come una mamma. (Bambino di otto anni)

Saggezza popolare: Non temere di avanzare lentamente, abbi solo paura di fermarti. (India)

Un aneddoto: Un giorno chiesero a Francesco Carnelutti, uno dei maggiori giuristi italiani quale fosse stato l’elemento decisivo della sua bella carriera. Rispose: “Mia moglie”. E, notando la sorpresa dell’intervistatore aggiunse: “Non ha studiato legge, non si occupa del mio lavoro, non mi chiede e non mi dà consigli. Però mi riempie la vita con la sua presenza. Anticipa i miei desideri , intuisce i miei umore, ascolta i miei sfoghi, trova sempre la parola giusta. La sera, mentre consulto le mie carte, siede vicino a me. Il rumore dei ferri da maglia che si incrociano è il mio miglior calmante. Scioglie la tensione e mi dà un senso di sicurezza infinita. Senza di lei sarei un pover’uomo. Con lei mi sembra di poter riuscire in qualunque impresa”:

Parola di Dio: Es 34,4b-6.8-9; Cant. Dn 3,52-56; 2Cor 13,11-13; Gv 3,16-18

 

Vangelo Gv 3, 16-18

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio”. Parola del Signore

 

“DIO NON HA MANDATO IL FIGLIO NEL MONDO PER GIUDICARE IL MONDO, MA PERCHE’ IL MONDO SI SALVI PER MEZZO DI LUI”. (Gv. 3,17)

Gesù ci svela il vero volto di Dio, che è amore, e l'aspetto più toccante di questo amore è la misericordia. L'amore ha spinto il Padre a mandare il Figlio suo nel mondo; ed in tutto l'agire di Gesù noi tocchiamo questo amore sconfinato del Padre. E un amore che va in cerca dell'uomo, che lo aspetta sempre, che va al di là di tutte le sue colpe, che perdona e che salva. Basta ricordare certi episodi meravigliosi del Vangelo, che ci mostrano l'amore di Gesù verso i peccatori (la peccatrice, Zaccheo, l'adultera…), o le parabole della misericordia (il figliol prodigo, la pecorelle smarrita...). Eppure, sembra assurdo dirlo, noi spesso stentiamo ad accettare questa misericordia che ci viene donata. Oggi si può mancare in diversi modi contro la misericordia di Dio. Un primo modo, purtroppo assai diffuso, è quello di non riconoscere più la realtà del peccato e quindi anche il proprio peccato. E, quando uno non si riconosce peccatore, non sente più il bisogno del Salvatore, così come chi non riconosce di essere malato non sente più il bisogno del medico. Un tale atteggiamento sbarra automaticamente la strada alla misericordia di Gesù, il quale è venuto non per coloro che si ritengono giusti ed autosufficienti, ma per coloro che si riconoscono peccatori ed incapaci di praticare il bene senza il suo aiuto. Si può mancare contro la misericordia di Dio anche non credendovi pienamente. Molti cristiani credono nella misericordia di Dio, perché lo hanno imparato dal catechismo. Ma si tratta di una fede rimasta a livello nozionale, intellettuale, che non riesce di fatto ad impregnare la vita di ogni giorno. Ci si rinchiude magari in tanti ragionamenti, si pensa ai propri peccati con un senso di rimpianto, che scaturisce più dall'orgoglio che dal dolore di aver offeso Dio, ci si lascia prendere dallo scoraggiamento. E tutto ciò dimostra che ci si appoggia più su di noi che sulla misericordia infinita di Gesù e sulla potenza della sua grazia. Credere nella misericordia divina, invece, significa essere effettivamente convinti che, se noi gli chiediamo perdono, Gesù cancella completamente i nostri peccati, e ci dà la possibilità di rimetterci subito a seguirlo.

 

 

LUNEDI’ 16 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Aureliano, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, SIGNORE, CHE CONOSCI I CUORI, PUOI GIUDICARE UN UOMO.

 

Hanno detto: Se vuoi ascoltare Dio, stai molto attento, perché a Dio piace parlare a bassa voce. (V. Ghika).

Saggezza popolare: L'ignorante è nemico di sé stesso. (prov. Arabo)

Un aneddoto: Durante gli ultimi anni della sua vita, il grande pittore francese Pierre Auguste Renoir era afflitto da una grave forma di artrite che quasi impediva di tenere il pennello in mano. Heny Matisse, l’amico pittore, guardava con tristezza Renoir compiere sforzi quasi sovraumani: voleva ancora dipingere, benché il minimo movimento gli procurasse dolori lancinanti. Un giorno Matisse gli chiese perché insistesse tanto a dipingere se questo costituiva per lui una simile tortura. E Renoir: “Il dolore passa. La bellezza resta”.

Parola di Dio: 1Re 21,1b-16; Sal 5; Mt 5,38-42

 

Vangelo Mt 5, 38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Da  a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle". Parola del Signore

 

“MA IO VI DICO DI NON OPPORVI AL MALVAGIO”. (Mt. 5,39)

Questo discorso della montagna anche se preso a piccole dosi giornaliere è duro da mandare giù. Gesù ci manda sempre in crisi perché spesso il nostro “buon senso” non corrisponde al suo. Noi spesso chiamiamo giustizia ciò che è vendetta, e perlomeno abbiamo sempre la scusa pronta: “se continui a perdonare, se offri sempre l’altra guancia, alla fine gli schiaffoni sono tutti tuoi e l’ingiustizia ne guadagna”. Noi sappiamo benissimo che violenza chiama violenza, ma spesso giustifichiamo certe violenze come legittima difesa, come lotta contro il male, come ricerca di giustizia. E quindi, nel nome di vere o presunte giustizie creiamo altre situazioni in cui persone subiscono altre violenze. Pensiamo alla logica delle guerre, anche e soprattutto quelle contemporanee, ammantate di titoli di ricerca di giustizia, di sconfitta di altre cose che certamente buone non sono: per difendere una verità, un territorio, delle persone oppresse si fanno delle guerre “giuste?!” nelle quali molte persone ‘giuste o ingiuste” subiscono violenze. Pensiamo a certe divisioni presenti nelle nostre famiglie dovute a motivi di “giustizia” che hanno creato lotte, incomprensioni che durano anni, pensiamo anche, nella vita della Chiesa, quando per garantire l’ortodossia della fede si uccidono o si fanno tacere le persone scomode che non la pensano come noi. Gesù, come si è comportato in frangenti simili? Ha sempre detto la verità, è stato anche deciso nel difendere la casa di suo Padre dai venditori o nel mettere in evidenza la piaga dell’ipocrisia dei religiosi, ma  ha sempre richiamato ai valori che possono liberare, ma non ha mai imposto nulla a nessuno con la violenza. Quando, durante la passione, viene preso a schiaffi, Gesù non risponde facendo seccare la mano a chi lo ha colpito, ma si rivolge a quella persona cercando di farla ragionare: “Se ho sbagliato, dimostramelo, se no, perché mi colpisci?”. Non opporsi al malvagio non significa lasciare che egli faccia quello che vuole ma non significa neanche ricorrere alla violenza personale, mettendoci noi al posto di Dio e creando altre ulteriori violenze. Pensiamo a livello personale quando invochiamo: “Giustizia” e in effetti facciamo “vendetta”, pensiamoci a livello di comunità cristiane quando le intransigenze non ci permettono più di vedere i fratelli, pensiamoci anche a livello sociale e politico prima di appoggiare coloro che mascherano con motivi di presunta ricerca di giustizia quelli che sono solo i propri interessi economici.

 

 

MARTEDI’ 17 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Avito; Santa Valeriana.

Una scheggia di preghiera:

 

CREA IN ME, O DIO UN CUORE PURO

 

Hanno detto: Dio è ciò di cui non si può pensare nulla di più grande (Sant'Anselmo d'Aosta)

Saggezza popolare: Le parole buone sono come un filo di perle. (prov. Cinese)

Un aneddoto: Papa Clemente XIX era molto frugale nel mangiare al punto che perfino il suo cuoco era preoccupato di perdere il posto. Espose questa sua preoccupazione al Papa che gli rispose: “Stai tranquillo, non perderai il posto, ma io non vorrei perdere la salute per tenerti in funzione”. E, davanti a chi quasi lo rimproverava per il poco cibo erra solito dire: “Né San Pietro, né San Francesco mi hanno mai insegnato a banchettare”.

Parola di Dio: 1Re 21,17-29; Sal 50; Mt 5,43-48

 

Vangelo Mt 5, 43-48

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste ". Parola del Signore

 

"AVETE INTESO CHE FU DETTO; MA IO VI DICO". (Mt. 5,43)

Le novità creano sempre due reazioni opposte: chi dice: "Qui si cambia sempre! anche Dio, l'immutabile, fanno cambiare" e si scandalizza di ogni piccolo mutamento: e chi dice: "Si doveva cambiare, bisogna cambiare ancora! Solo una bella rivoluzione, un bel cambiamento totale può servire!" e non solo non capisce il senso dei cambiamenti ma diventa estremista, senza più alcuna legge. Che cosa cambia Gesù? Esteriormente poco: dice di osservare perfino le virgole di una legge divina, ma storica che puzza di vecchio. Ti invita invece a cambiare interiormente e qui veramente è la rivoluzione! Dentro di te non puoi più nasconderti dietro facili protezioni della legge, non puoi più vivere ambiguamente tra parole che dici e realtà che non vivi: a Gesù non importa l'esteriore, non lo cambia neppure, a Gesù interessa il tuo cuore, la tua adesione totale a Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 18 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marina; Sant’ Amando da Bordeaux.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.

 

Hanno detto: Il tabernacolo ci garantisce che Gesù " ha piantato la sua tenda" in mezzo a noi. (Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: La parola sprezzante fa alterare. (prov. Giapponese)

Un aneddoto: Un giorno il Creatore, amico curioso di tutta la sua opera, convocò il Tempo per sapere come stesse. "Bene, ma non benissimo", furono le sue parole. "Tu capisci, senza nessuno che mi valuti, è come se non esistessi". L’Eterno assentì: il Tempo diceva il vero. Allora creò l’uomo. "Adesso come va?", chiese al Tempo, trascorso un po’ di tempo. "Magnificamente. Me ne capitano di tutti i colori. Ora volo, corro, vengo occupato, perso, persino sciupato o buttato via; c’è anche chi mi ammazza; per fortuna, vengo impiegato, guadagnato, dedicato a qualcosa; c’è pure chi mi anticipa oppure mi rimpiange; a volte sono imminente, a volte lontano. Insomma un gran bel vivere!". Con una punta di preoccupazione, l’Eterno esclamò: "Che tempi! Che tempi!"

Parola di Dio: 2Re 2,1.6-14; Sal 30; Mt 6,1-6.16-18

 

Vangelo Mt 6, 1-6. 16-18

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà". Parola del Signore

 

"GUARDATEVI DAL PRATICARE LE VOSTRE OPERE BUONE DAVANTI AGLI UOMINI PER ESSERE DA LORO AMMIRATI". (Mt. 6,1)

E’ proprio sbagliato il ricercare l’ammirazione degli uomini? In sé non credo. E’ un motivo naturale di autodifesa, di manifestazione di se stessi, di bisogno emotivo di essere amati. Quello che è sbagliato è utilizzare il bene per secondi fini, è mistificare il bene fatto per ottenere qualcosa per noi. Ad esempio, il dare testimonianza della propria fede con un atteggiamento coerente, senza nascondersi, non solo è un bene ma un dovere, una necessità della nostra adesione a Cristo, ma il farsi veder buoni per ottenere, ad esempio, un posto di rilievo nella comunità, per cercare magari l’elogio pubblico, significa svilire la propria testimonianza e significa ridurre la propria fede a merce di commercio per ottenere onori e favori. Ma quanti modi abbiamo per essere ipocriti religiosi. Dal vescovo  o dal prete che vuol essere presente a tutte le manifestazioni, ma ci va per farsi vedere e poi non ascolta magari le istanze concrete che vengono portate o le persone che lo interpellano, fino a noi quando, rivestendoci di bontà, chiediamo agli altri di usare misericordia, di perdonare mentre nel nostro cuore siamo noi i primi a giudicare e a condannare. E pensare che non c’è nulla di più assurdo che l’ipocrisia religiosa nella quale abbiamo la pretesa di ingannare nientemeno Dio che conosce a fondo i nostri cuori!

 

 

GIOVEDI’ 19 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Romualdo; Santa Giuliana Falconieri.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI LA PAROLA DI DIO INCARNATA

 

Hanno detto: Quando sono vicina al Tabernacolo, non so dire che una sola cosa al Signore: "Mio Dio, voi sapete che io vi amo”. E sento che la mia preghiera fa piacere a Gesù. (Santa Teresa di Gesù Bambino)

Saggezza popolare: Il cammino del viaggiatore è tracciato dagli astri e non dalle dune di sabbia. (prov. Arabo)

Un aneddoto: Una vecchia leggenda narra di un uomo che, persosi nella foresta, si imbatté in un grande edificio rosso. Sperando di trovare riparo dai venti e dalla pioggia che sembravano imperversare senza sosta sulla foresta, l'uomo entrò in quell'edificio completamente sprovvisto di finestre. Quando i suoi occhi si furono abituati all'oscurità, con un brivido di terrore, scoprì di essere capitato nel magazzino dove satana teneva i semi di tutte le cose cattive che avrebbe piantato nel cuore delle persone. La curiosità vinse sulla paura e, facendosi luce con un accendino, l'uomo cominciò a esplorare le cataste di semi che giacevano immagazzinate di fronte a lui. I sacchi che recavano la scritta "Semi dello Scoraggiamento" erano in quantità di gran lunga superiore a tutti gli altri. Dopo una rapida esplorazione l'uomo era sul punto di andarsene, quando un diavolo entrò a rifornirsi di una nuova scorta di semi. Il demonio non fu meravigliato nel vedere un uomo lì dentro, così il visitatore chiese: "Perché mai una così grande abbondanza di semi dello scoraggiamento?" Il diavolo scoppiò in una risata: "Perché sono quelli più facili a piantare, crescono in fretta e producono sempre frutti velenosi!" L'uomo chiese: "I semi dello scoraggiamento crescono ovunque?" Il diavolo si rabbuiò. Guardò l'uomo e rispose con disgusto: "No. Non attecchiscono mai nel cuore di una persona riconoscente".

Parola di Dio: Sir 48,1-14; Sal 96; Mt 6,7-15

 

Vangelo Mt 6, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe". Parola del Signore

 

“PREGANDO, NON SPRECATE PAROLE COME I PAGANI I QUALI CREDONO DI VENIRE ASCOLTATI A FORZA DI PAROLE”. (Mt. 6,7)

Quante parole vuote e sprecate ci sono in una nostra giornata, da quelle dei convenevoli inutili, a quelle delle promesse dei politici, dalle centinaia degli spot televisivi, a quelle dei soloni del giornalismo (vi siete mai chiesti perché un giornale che ci starebbe in mezza pagina ha bisogno di averne 30 o 40?). Parliamo, parliamo e le parole spesso corrono inutili, insignificanti e poi... spesso non riusciamo a dirci davvero quello che sentiamo nel cuore. Anche nella preghiera può succedere la stessa cosa quando siamo più preoccupati del numero delle parole da dire a Dio che dal sentirlo e parlargli con il cuore. Dio ci conosce dentro: “Prima che le parole salgano alle tue labbra, esse sono già tutte davanti a me”. Il vuoto di preghiera, nella nostra vita, non lo si colma con la quantità, ma con l’autenticità e l’intensità di comunione.

 

 

VENERDI’ 20 GIUGNO: Beata Maria Vergine Consolatrice (La Consolata)

Tra i santi ricordati oggi: San Teodulo; San Silverio.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O DIO SEI IL MIO TUTTO.

 

Hanno detto: Il Dio d'Israele, dicono certi storici, non è che un Dio locale. Certo: locale come l'universo. (G. K. Chesterton)

Saggezza popolare: Chi vuole maneggiare l'ascia al posto del falegname finisce col tagliarsi le dita. (prov. Cinese)

Un aneddoto: C'era una volta una piccola pozzanghera. Era felice di esistere e si divertiva maliziosamente quando schizzava qualcuno con l'aiuto di un'automobile. Aveva paura solo di una cosa: del sole. "E' la morte delle pozzanghere" pensava rabbrividendo. Un poeta che camminava con la testa sognante finì dentro alla pozzanghera con tutti e due i piedi, ma invece di arrabbiarsi fece amicizia con lei. "Buongiorno" disse, e la pozzanghera rispose: "Buongiorno!". "Come sei arrivata quaggiù?" chiese il poeta. Invece di rispondere la pozzanghera raccolse tutte le sue forze e rispecchiò la volta celeste. Parlarono a lungo del Grande Padre, la pioggia, e del fatto che la pozzanghera aveva tanta paura del sole. Il buon poeta volle farle passare quella paura. Le parlò dell'incredibile vastità del mare, del guizzare dei pesci e della gioia delle onde. Le raccontò anche che il mare era la patria e la madre di tutte le pozzanghere del mondo e che la vita della terra e del mare era dovuta al sole. Anche la vita delle pozzanghere. La sera abbracciò il poeta e la pozzanghera ancora assorti nel loro muto dialogo. Alcuni giorni dopo, il poeta tornò dalla sua umida amica. La trovò che danzava nell'aria alla calda luce del sole. La pozzanghera spiegò: "Grazie a te ho capito. Quando il sole mi ha avvolto con la sua tenerezza, non ho più avuto paura. Mi sono lasciata prendere e ora parto sulle rotte delle oche selvatiche che mi indicano la via verso il mare. Arrivederci e non mi dimenticare".

Parola di Dio: 2Re 11,1-4.9-18.20; Sal 131; Mt 6,19-23

 

Vangelo Mt 6, 19-23
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!". Parola del Signore

 

“NON ACCUMULATEVI TESORI SULLA TERRA, DOVE TIGNOLA E RUGGINE CONSUMANO”. (Mt. 6,19)

Nella vita tutto ha un prezzo. Sembra, specialmente in questa nostra società consumistica, che il denaro sia l’unica strada per tutto. Con il denaro si comprano i corpi e le coscienze, i voti o il potere, l’onore e la fama, le cose ed anche l’amore; sembra che persino la pace la si possa ottenere solo a suon di soldi. Tutto, valori compresi, sembrano avere il cartellino del prezzo in questo grande supermercato del consumismo. E noi ci caschiamo. Pensiamo di essere felici se abbiamo determinate cose. Pensiamo alla felicità di chi può permettersi tutto, ed eccoci schiavi! Schiavi che poi, tristemente si accorgono di aver comprato tutto e poi muoiono perché una cellula è impazzita, che hanno un mucchio di cose che il più delle volte sono un ingombro, che sognano ancora una libertà e un amore più puro che con i soldi non si può comprare. Chiediamoci: qual è il nostro tesoro? Per che cosa corriamo nella nostra vita? I nostri soldi, le nostre cose che fine faranno il giorno della nostra morte? L’unico vero “denaro” che non è attaccato dal tempo, dalle “tignuole e dalla ruggine” è l’amore.

 

 

SABATO 21 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Luigi Gonzaga; Sant’Eusebio di Samosata.

Una scheggia di preghiera:

 

DI TE MI FIDO, A TE MI AFFIDO.

 

Hanno detto: Qualunque cosa preferisci a Dio, diventa Dio per te. (San Cipriano)

Saggezza popolare: Chi pensa bene degli altri avrà sempre un amico, chi pensa male del prossimo morirà abbandonato. (prov. Arabo)

Un aneddoto: Un pezzo di carbone si sentiva sporco, brutto e inutile. Decise di diventare bianco e levigato. Provò diversi prodotti chimici e varie operazioni chirurgiche. Niente da fare. "C'è soltanto il fuoco" gli dissero. Il pezzo di carbone si buttò nel fuoco. Divenne una creatura luminosa, splendente, calda, irradiante, magnifica. "Ti stai consumando" gli dissero. "Ma dono luce e calore" rispose il pezzo di carbone, finalmente felice.

Parola di Dio: 2Cron 24,17-25; Sal 88; Mt 6,24-34

 

Vangelo Mt 6, 24-34

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: "Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona. Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena". Parola del Signore

 

“PER LA VOSTRA VITA NON AFFANNATEVI DI QUELLO CHE MANGERETE O BERRETE, E NEANCHE PER IL VOSTRO CORPO…A CIASCUN GIORNO BASTA LA SUA PENA”. (Mt. 6,24.34)

Gesù ci insegna la strada per vivere sereni, senza  stress. E’ la strada della fiducia totale in Dio. Attenzione, questo non significa che non dobbiamo avere le giuste preoccupazioni. A volte non è possibile evitare le preoccupazioni per l’avvenire, per la famiglia, per i figli. Tutto questo fa parte del piano di Dio che ci ha detto di usare bene le nostre mani e i nostri doni, ma quello che un credente vero deve superare è l’affanno. L’inquietudine è un’offesa a Dio. L’ansietà e le preoccupazioni disonorano il nostro Dio. Se i nostri bambini  dubitassero continuamente del nostro amore, della nostra volontà di far loro del bene e di dar loro  ciò di cui hanno bisogno, non ne saremmo forse rattristati? L’inquietudine fa anche del male a noi stessi: ci toglie la pace, produce l’impazienza e le lagnanze. Molte persone sono sempre ansiose riguardo alle difficoltà che potrebbero sopravvenire e che spesso non vengono mai; vorrebbero che Dio appianasse il cammino in anticipo di chilometri, mentre Egli ha promesso di farlo passo a passo. La sola cosa che ci appartiene, è il momento attuale, e il solo modo di vivere bene, è di vivere l’ora presente. Gesù non ha forse detto: “Non affannatevi... Ad ogni giorno basta la sua pena”? Quante preoccupazioni di meno, se apprendessimo questa lezione! Cristo ci ha promesso la sua presenza fino alla fine dell'età presente: questo non ci basta forse? Mettiamo la nostra debole mano nella sua. Ci condurrà sicuramente fino alla fine del viaggio.

 

 

DOMENICA 22 GIUGNO: SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI GESU’

Tra i santi ricordati oggi: San Paolino da Nola; Santi Giovanni Fisher e Tommaso More.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', SEI TU IL PANE DI VITA.

 

Hanno detto: Gesù Cristo è l'oggetto di tutto, e il centro a cui tutto tende. Chi lo conosce, conosce la ragione di tutte le cose. (B. Pascal)

Saggezza popolare: Chi non sa comprendere uno sguardo, non potrà capire lunghe spiegazioni. (prov. Arabo)

Un aneddoto: Camminavo con due amici per le strade di New York. Tutt’a un tratto, nel bel mezzo di una normale chiacchierata, i due cominciarono a discutere e per poco non si misero a litigare. Più tardi – con gli animi ormai rasserenati – ci sedemmo in un bar. Uno di loro allora chiese scusa all’altro: “Mi sono accorto che è molto più facile ferire chi ti sta vicino”, disse. “Se tu fossi stato un estraneo, io mi sarei controllato molto di più. Invece, proprio per il fatto che siamo amici, e che mi capisci meglio di chiunque altro, ho finito per essere molto più aggressivo. Questa è la natura umana”. Forse è proprio così, ma noi combatteremo contro ciò. Non dobbiamo infatti permettere che l’amore diventi una scusa per fare tutto ciò di cui abbiamo voglia. È proprio con le persone vicine che dobbiamo essere più premurosi.

Parola di Dio: Dt 8,2-3.14b-16a; Sal 147; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58

 

Vangelo Gv 6, 51-58

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse alla folla dei Giudei: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”. Parola del Signore

 

“COME PUO' COSTUI DARCI LA SUA CARNE DA MANGIARE?”. (Gv. 6,52)

Anche noi ci facciamo la stessa domanda dei Giudei. La risposta, pur contenendo un mistero stragrande è poi molto semplice: colui che ci ha amato fino a dare la sua vita per noi, dà se stesso, il suo Corpo, la sua vita. Scopriamo allora che il termine “Comunione” si allarga a dismisura. Non è “l’andare a prender l’ostia” o ‘l’andare a prender Messa”. E’ essere consci del dono, è entrare in sintonia con il Signore che ci parla, è diventare talmente “parenti” con Gesù da essere una cosa sola con Lui, è comunicare e partecipare alla sua vita, alla sua misericordia, alla sua solidarietà con tutti gli uomini. Gesù, sempre nel Vangelo di oggi, ci dice: “Colui che mangia di me, vivrà per me”. Allora, essere in comunione con Gesù è anche estremamente impegnativo. Noi diventiamo Lui. Noi rappresentiamo Lui. Certo, con tutte le nostre povertà e miserie, ma con tutta la sua Grazia. Qualche volta, un po’ stupidamente, noi ci chiediamo quali siano le preghiere che dobbiamo dire dopo aver fatto la comunione. Se fossimo coscienti di ciò che ci fa la Comunione Eucaristia, in fondo non ci fideremo tanto delle parole da dire, ma dovrebbe esserci nel cuore l’ammirazione, la lode, il ringraziamento, la gioia.

 

 

LUNEDI' 23 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe Cafasso; San Lanfranco.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA MISERICORDIA CI AVVOLGA TUTTI.

 

Hanno detto: Noi perdiamo tempo a voler conoscere Dio: bisogna ascoltarlo, contemplarlo, godercelo invece di capirlo. (P. Albino Candido)

Saggezza popolare: Buttate in mare un uomo fortunato e tornerà a galla con un pesce in bocca. (prov. Arabo)

Un aneddoto: L'acqua che scorreva nel fiume arrivò alla foce. Solo allora si accorse che doveva gettarsi nel mare. Era immenso il mare e le sue acque erano salate. « Io non voglio perdere la mia identità di acqua dolce! », disse sgomenta. « Non voglio annullarmi. Ho lasciato i monti e le sorgenti da cui sono nata, la bellezza delle verdi vallate per scomparire in una massa d’acqua salata? Non sarà mai. Io mi fermo».« Se ti fermi diverrai acqua stagnante », disse una voce sconosciuta. «Diverrai una palude maleodorante se non accetterai di perderti nel mare, e sarà la tua fine ». Era un salmone che risaliva la corrente. Proveniva dal mare dei Sargassi e andava a deporre le uova nel grande fiume. «Talvolta», continuò il salmone, «la vita richiede di perdere qualcosa, e magari il prezzo può essere anche alto, ma vale la pena pur di sconfiggere il pericolo di vivere stagnanti! Nel tuo caso, sarà solo per poco. Diverrai vapore e salirai con le nuvole. Poi ritornerai in pioggia sulla terra e ritroverai la sorgente da cui provieni. È un viaggio. Tutto qui ».Il salmone proseguì la risalita della corrente, mentre l'acqua del fiume rifletteva se entrare o meno nel mare. « E ricorda!», gridò il salmone che si era allontanato di parecchio dalla foce del fiume. «Ricorda che il viaggio riconduce sempre alla sorgente da cui proveniamo!». C'è sempre bisogno di coraggio di fronte a una scelta. Poi... ritorneremo alla «sorgente »

Parola di Dio: 2Re 17,5-8.13-15a.18; Sal 59;Mt 7,1-5

 

Vangelo Mt 7, 1-5

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello". Parola del Signore

 

“PERCHE' OSSERVI LA PAGLIUZZA NELL’OCCHIO DEL TUO FRATELLO, MENTRE NON TI ACCORGI DELLA TRAVE CHE HAI NEL TUO OCCHIO”. (Mt. 7,3)

E’ indubbiamente facile vedere negli altri sia le cose che non ci piacciono, sia quelli che noi presumiamo essere i loro errori. Anche nei confronti delle persone che amiamo spesso ci capita di dire: “Gli voglio bene nonostante quel difetto, quel limite”. Anche quando parliamo di qualcuno a qualcun altro spesso diciamo: “Quella persona è brava, però.. .“ e quel “però” e occasione a volte di dure stroncature... In quanto a noi... facciamo bene, se sbagliamo (raramente al punto che confessandoci diciamo: “lo peccati grossi non ne ho!” abbiamo un mucchio di scusanti. Proviamo a pensare: e gli altri, scusanti non ne avranno mai? Diciamo che è difficile convivere. Gesù ci insegna un metodo: se prima di vedere gli errori provi a vedere i tuoi, se le scusanti che applichi a te le applichi prima agli altri, se sai di aver bisogno di perdono, probabilmente sarai più severo con te stesso e più tollerante verso gli altri, amerai la verità senza essere ipocrita, sarai capace di perdono e di vero aiuto agli altri.

 

 

MARTEDI’ 24 GIUGNO: NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Una scheggia di preghiera:

 

TU CHE FAI NUOVE TUTTE LE COSE FA' CHE OGGI DIVENTIAMO NUOVI CON TE.

 

Hanno detto: Nulla è saldo in noi. E tutto quello che è saldo in noi, è perché Dio ci tiene stretti con la sua mano, momento per momento. (Benedetta Bianchi Porro).

Saggezza popolare: Acido, dolce, amaro, pungente, tutti devono essere assaggiati. (prov. Cinese)

Un aneddoto: Una volta un dromedario, incontrando un cammello gli disse "ti compiango, carissimo fratello" saresti un dromedario magnifico anche tu, se solo non avessi quella brutta gobba in più" Il cammello rispose: " Mi hai rubato la parola, è una sfortuna per te avere una gobba sola Ti manca poco ad essere un cammello perfetto la natura con te ha sbagliato per difetto" La bizzarra querela durò un mattino In un cantuccio, ad ascoltare stava un vecchio beduino e tra se intanto pensava "Poveretti tutti e due ognuno trova belle soltanto le gobbe sue. Così, spesso ragiona al mondo tanta gente che trova sbagliato ciò che è solo differente .

Parola di Dio: Is. 49,1-6; Sal. 138; Atti 13,22-26; Lc. 1,57-66.80

 

Vangelo Lc 1, 57-66. 80

Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: "No, si chiamerà Giovanni". Le dissero: "Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome". Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: "Giovanni è il suo nome". Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: "Che sarà mai questo bambino?" si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui. Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore

 

IN QUEI GIORNI, PER ELISABETTA, SI COMPI’ IL TEMPO DEL PARTO E DIEDE ALLA LUCE UN FIGLIO”. (Lc. 1,57)

Chi di noi non si è intenerito davanti all’immagine di un bambino piccolo, appena nato. Tutte le volte che sono chiamato a battezzare questi piccoli, li prendo tra le braccia e penso a che cosa riserverà loro la vita, a come essi possono essere speranza per un mondo nuovo, penso all’amore di Dio che non si è ancora stancato dell’uomo, mi rispecchio in quegli occhi limpidi, non ancora avvelenati dalle cattiverie e riesco a vedere l’immagine di Dio riflessa in loro. Ogni qual volta nasce un bambino il mondo si trasforma. Tutti si dedicano a questo piccolo essere e la gioia che irradia da lui vince quel distacco che gli uomini inalberano per tenersi lontani a vicenda. Si crea una sorta di fratellanza di tutti verso tutti. La nascita di Giovanni Battista ci dice tutte queste, ci parla di speranza come ogni nascita, ma ancora di più. Dio è fedele alle sue promesse: Dio non si tira indietro neanche davanti ai tanti ‘no’ degli uomini. Da due anziani nasce un figlio ed è come se il vecchio tronco sfatto dell’umanità, generasse un pollone nuovo, che apre la strada a quell’altra nascita che ricordiamo nel Natale e che  proprio grazie al nostro Battesimo possiamo sperimentare e speriamo di rivivere. La nascita di Giovanni prelude la nascita di Gesù e la nascita di Gesù prelude alla nostra rinascita. Dio sta preparando il mondo nuovo, sta a noi crederci, lasciare l’uomo vecchio e rigenerare noi e questa vecchia, incartapecorita umanità.

 

 

MERCOLEDI’ 25 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Torino; San Guglielmo da Vercelli.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO DONA DI DISCERNERE IL BENE.

 

Hanno detto: Sono obbligato a credere al demonio, dal momento che lo sento in me. (C. Baudelaire)

Saggezza popolare: Un nemico intelligente è meglio di un amico stupido. (prov. del Senegal)

Un aneddoto: Un padre e sua figlia erano grandi amici e passavano davvero tanto tempo insieme...poi il padre notò un cambiamento nella giovane. Se lui andava a fare una passeggiata, lei trovava delle scuse per non andare. Il padre si angustiava di questo e non riusciva a capire. Quando venne il suo compleanno, la ragazza gli regalò un maglione squisitamente lavorato a mano e disse: "L'ho fatto per te". Allora il padre capì che cosa aveva fatto la ragazza negli ultimi tre mesi, e disse: " Mia cara, questo maglione mi piace moltissimo, ma la prossima volta comprane uno e dammi il tuo tempo. Preferisco il tuo tempo a qualsiasi cosa tu possa farmi".

Parola di Dio: 2Re 22,8-13; 23,1-3; Sal 118; Mt 7,15-20

 

Vangelo Mt 7, 15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere ". Parola del Signore

 

"GUARDATEVI DAI FALSI PROFETI CHE VENGONO A VOI IN VESTE DI PECORE MA DENTRO SONO LUPI RAPACI. DAI LORO FRUTTI LI RICONOSCERETE". (Mt. 7,15-16)

“Padre, è da un po’ di tempo che un amico mi ha fatto conoscere un gruppo di persone. Si trovano, dicono, per cercare la verità, per entrare in contatto con entità superiori, per fare degli esercizi che, dicono, liberano l’uomo e danno salute. Ci sono cose che mi sembrano buone ma non so, sono un po’ turbato... Parlano anche di Gesù come di un grande maestro, ma ci sono cose che vanno oltre al Vangelo... Come fare a capire se è cosa buona o no?”. E’ Gesù che nel Vangelo di oggi ce ne dà il criterio: “Li riconoscerete dai loro frutti”. Cioè è come se Gesù ci dicesse: “Non fermarti alle parole, alle esteriorità; ci sono frutti belli a vedersi ma velenosi. Guardali alla luce della tua fede, quella fondata sui testimoni e sui martiri; guardali nella loro vita; non correre dietro al vento ma radicati nella tua fede, conoscila a fondo, non lasciarti ingannare dalle chiacchiere”. Il criterio indicato da Gesù è sempre valido. La bontà del frutto la possiamo giudicare solo con Lui. Quando una nuova esperienza ti porta a Gesù, quando è riconosciuta da coloro a cui Gesù ha affidato la Chiesa, quando ti dà serenità e ti aiuta a migliorare, allora è buona; ma se ti confonde Gesù con salvezze parziali, se la Chiesa ti invita ad essere cauto, se vedi persone più interessate a soldi che a Dio, più al culto di se stessi che all’amore per Dio e per il prossimo, se vedi che non migliori interiormente o per lo meno sei turbato, non aver paura di scappare: quello è vero eroismo.

 

 

GIOVEDI’ 26 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Rodolfo; Sant’Antelmo.

Una scheggia di preghiera:

 

FA' GESU' CHE LA PREGHIERA CI TRASFORMI.

 

Hanno detto: La via della croce non nega ma prepara la gioia della risurrezione. (V. Bachelet).

Saggezza popolare: Sulla sponda degli ippopotami non vi è né piroga, né remo. (prov. del Congo)

Un aneddoto: Pioveva forte ed era buio. Una macchina era ferma al lato della carreggiata: dentro c'era una signora piuttosto anziana. Aveva bucato una gomma. Renato passava di lì con la sua vettura. Vide la donna e intuì che aveva bisogno di aiuto. Si fermò, si avvicinò: bisognava vincere la sua diffidenza. Le disse semplicemente: "Sono qui per aiutarla, non si preoccupi. Mi chiamo Renato". Renato si chinò, collocò il crik e alzò la macchina. Quindi cambiò la gomma, sporcandosi non poco. Mentre stringeva i dati della ruota, la donna aprì la portiera e cominciò a conversare con lui. Gli raccontò che non era del posto, che era solo di passaggio e che non sapeva come ringraziarlo per il prezioso aiuto. Renato sorrise e , mentre terminava il lavoro. Lei domandò quanto gli doveva. Già immaginava cosa le avrebbe potuto succedere se Renato non si fosse fermato per soccorrerla. Ma Renato non pensava al denaro, gli piaceva aiutare le persone. Questo era il suo modo di vivere. Rispose: "Se realmente desidera pagarmi, la prossima volta che incontra una persona in difficoltà, si ricordi di me e dia a quella persona l'aiuto di cui ha bisogno". Alcuni chilometri dopo la signora si fermò in un piccolo ristorante. La cameriera arrivò e le porse un asciugamano pulito per farle asciugare i capelli, rivolgendole un dolce sorriso. La donna notò che la cameriera era circa all'ottavo mese di gravidanza, ma lei non permetteva che la tensione e i dolori cambiassero il suo atteggiamento e fu sorpresa nel constatare come qualcuno che ha tanto poco, possa trattare tanto bene un estraneo. Allora si ricordò di Renato. Dopo aver terminato la sua cena, mentre la cameriera si era allontanata, la signora uscì dal ristorante. La cameriera ritornò curiosa di sapere dove la signora fosse andata, quando notò qualcosa scritto sul tovagliolo, sopra il quale aveva lasciato una somma considerevole. Le caddero le lacrime dagli occhi leggendo quello che la signora aveva scritto. Diceva: "Tieni pure il resto!....Qualcuno oggi mi ha aiutata; alla stessa maniera io sto aiutando te. Se tu realmente desideri restituirmi questo denaro, non lasciare che questo circolo d'amore termini con te, aiuta qualcuno". Quella notte, rincasando, stanca, si avvicinò al letto. Suo marito stava già dormendo e non voleva svegliarlo, perché sapeva che prima di addormentarsi era stato preda di mille angosce; quindi, rimase a pensare al denaro e a quello che la signora aveva scritto. Quella signora, come poteva sapere della necessità che suo marito e lei avevano di quel denaro: con il bebé che stava per nascere, tutto sarebbe diventato più difficile. Pensando alla benedizione che aveva ricevuto, fece un grande sorriso. Ringraziò Dio e si voltò verso il marito, che dormiva al suo lato. Lo sfiorò con un leggero bacio e gli sussurrò: "Andrà tutto bene! Ti amo, Renato!".

Parola di Dio: 2Re 24,8-17; Sal 78; Mt 7,21-29

 

Vangelo Mt 7, 21-29

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande". Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi. Parola del Signore

 

“NON CHIUNQUE MI DICE: SIGNORE, SIGNORE ENTRERA' NEL REGNO DEI CIELI”. (Mt. 7,21)

Eppure noi continuiamo imperterriti a “dire”. Diciamo umiltà, ubbidienza, fede, amore, unità, pace, dialogo, tolleranza, pluralismo, dignità della persona. E non ci viene in mente che bisogna essere umili, obbedienti, avere fede, amare concretamente il prossimo, rispettare veramente l’altro... il Signore non ci riconosce attraverso le parole che gli diciamo o diciamo di Lui. Ci riconosce unicamente se ci mostriamo “praticanti” della sua parola, soprattutto del suo comandamento dell‘amore.

 

 

VENERDI’ 27 GIUGNO: SACRO CUORE DI GESU’

Tra i santi ricordati oggi: Cirillo di Alessandria; San Maggiorino di Acqui; Santa Emma.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI MIO SCUDO E MIO RIPARO, O SIGNORE.

 

Hanno detto: E' meglio essere cristiano senza dirlo che proclamarlo senza esserlo.(Sant'Ignazio)

Saggezza popolare: Solo il padrone può riprendersi l'osso dalla gola del cane. (prov. della Liberia)

Un aneddoto: Gerolamo Cardano (1501-1576), matematico, medico, filosofo e astrologo, è noto per aver fornito la formula risolutiva delle equazioni di terzo grado e la sospensione cardanica per rendere la bussola insensibile ai movimenti della nave. Era convinto di essere un grande astrologo. Tra le bufale più colossali si ricorda l'oroscopo al giovane Edoardo VI, salito a nove anni sul trono d'Inghilterra. Cardano gli predisse una vita ben più lunga della media dei suoi contemporanei. Non fece in tempo a rientrare in Italia che apprese la notizia della morte del sovrano, avvenuta all'età di soli sedici anni per un'improvvisa tubercolosi. Ebbe la faccia tosta di dire che aveva sbagliato i calcoli, rifece l'oroscopo e trovò con precisione che il giovane re aveva fatto bene a morire in quel momento.

Parola di Dio: Dt 7,6-11; Sal 102; 1Gv 4,7-16; Mt 11,25-30

 

Vangelo Mt 11, 25-30

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”. Parola del Signore

 

“VENITE A ME VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI E IO VI RISTORERO’”. (Mt. 11,28)

Credo nel dono della vita e contemplo e vivo nella meraviglia e nella riconoscenza ma, contemporaneamente, faccio ogni giorno esperienza della precarietà della vita. Quanto è breve la vita umana! L’uomo così prodigioso nel suo fisico e nel suo intelletto può essere spazzato via da un terremoto o da una inondazione, può essere ucciso da un germe o dalle sue stesse cellule impazzite. Gioisco della mia mente, del mio studio, della mia scienza ma vivo continuamente in mezzo al mistero. Abbiamo la possibilità di vivere bene insieme, con beni sufficienti per tutti e invece ci uccidiamo; moriamo chi per indigestione, chi per fame.  Il lavoro mi rende partecipe alla creazione, ma spesso mi stanca, mi schiavizza, mi uccide. Chi non ha fatto esperienza delle fatica, del dolore, della delusione, del male? Sono anch’io nella schiera degli “affaticati e oppressi” per cui Gesù è venuto. Ho bisogno di Lui per comprendere a fondo la vita, per poter gioire sapendo che la mia gioia attuale, piccola e precaria, non è che una anticipo dei quella gioia eterna e definitiva a cui Cristo mi ha chiamato. Ho bisogno di Lui per capire che tutti gli sforzi di bene, i tentativi di amore del prossimo, compresi quelli non capiti, quelli respinti, non vanno persi perché trovano motivazione e completamento nella sua passione di amore e nella sua risurrezione. Ho bisogno di Lui per non cadere nel pessimismo nei confronti della vita e dell’umanità, ho bisogno di riscoprire in Lui che gli uomini sono tutti miei fratelli perché fratelli suoi e figli di Dio come me. Ho bisogno di rifugiarmi tra le braccia della sua misericordia per sapere che il mio peccato, invincibile per me, è perdonato. Ho bisogno di Dio per vivere ed ho bisogno di Dio per morire. E’ vero, Gesù non ha risolto esteriormente niente della sofferenza, della morte, del mistero: si continua a morire, a soffrire, a brancolare nel buio, il ‘giogo’ continua ad essere tale, ma con Lui il giogo diventa sopportabile, leggero, perché lo porta Lui con noi… e poi con Lui scopri che anche il giogo è amore.

 

 

SABATO 28 GIUGNO: CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ireneo;Santa Ada.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE VIENI E RIMANI CON NOI.

 

Hanno detto: Il baluardo esterno della Chiesa è irto, rigido di insegnamenti morali; ma dentro, la vita umana vi danza come fanno i fanciulli. (G. K. Chesterton)

Saggezza popolare: Si esagerano i torti del figlio del vicino e nulla si dice del proprio. (prov. del Congo)

Un aneddoto: Beniamino Franklin visitava una grande manifattura di stoffe in Inghilterra. Il proprietario gli mostrava macchine e prodotti con ostentata compiacenza. L'inventore, vedendo che gli operai erano coperti di stracci, osservò: «Mi compiaccio che i vostri prodotti vengano esportati nelle Indie, in America, in Australia; ma per la gente di qui non ci sono stoffe? »

Parola di Dio: Is 61,9-11; Cant. 1Sam 2.1.4-8; Lc 2,41-51

 

Vangelo Lc 2,41-51

Dal Vangelo secondo Luca 
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. Parola del Signore

 

"MARIA E GIUSEPPE SI ACCORSERO CHE GESU' NON ERA CON LORO". (Lc. 2,41—50)

Maria fa anche l'esperienza di perdere Gesù. E' la stessa esperienza che faranno gli Apostoli quando si troveranno soli sul lago, in balia della tempesta, o peggio ancora nascosti nel cenacolo, vergognosi di quanto non hanno fatto nella passione di Gesù e senza speranze per il domani. Maria perde Gesù o è Gesù che si allontana, che scappa di casa? E' Gesù che spesso sparisce, gioca a nascondersi con  gli altri e negli altri, E' Lui che vuoi far nascere in noi la voglia di cercarlo, che vuole infrangere le facili sicurezze del "Dio con noi", che vuol farci capire che la cosa più importante non è fare la nostra volontà ma la volontà di Dio. Maria ha Gesù, ma ricerca Gesù. Maria ha delle promesse ma cammina anche in momenti di buio. L'esperienza di perdere Gesù non le è stata risparmiata. Ma proprio perché ci è modello, ci insegna a ricercare ancora e sempre e anche al buio fidarci che Gesù, prima o poi torna a casa, o meglio, che noi prima o poi lo incontreremo nuovamente.

 

 

DOMENICA 29 GIUGNO: SANTI PIETRO E PAOLO DOMENICA 13^ DEL TEMPO ORDINARIO

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, COME SO E COME POSSO, MA TI AMO.

 

Hanno detto:

Personalmente torno sempre al Vangelo: lo considero la mia vera patria spirituale. Ciò che Cristo dice di sé non mi lascia mai incredulo, mai deluso. (H. Bergson)

Saggezza popolare: Se vuoi che ti taglino i capelli non ritirare la testa. (Prov. del Congo)

Un aneddoto: Il celebre medico Lichtenberg per un malato di gotta, suo amico, scrisse questa ricetta: «Prendi il fazzoletto di una zitella che non abbia mai avuto il desiderio di maritarsi, lavalo tre volte nel canale di un mugnaio galantuomo, asciugalo nel giardino di un pastore protestante che non abbia figli, segnalo con l'inchiostro di un avvocato che non abbia mai difeso una causa ingiusta, consegnalo ad un medico che non abbia mai ammazzato un cliente e fatti fasciare con esso ben bene la parte malata ».

Parola di Dio: MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA At 3,1-10; Sal 18; Gal 1,11-20; Gv 21,15-19  -  MESSA DEL GIORNO At 12,1-11; Sal 33; 2 Tim 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19

 

Vangelo Gv 21, 15-19

Dal Vangelo secondo Giovanni

Dopo (che Gesù si fu manifestato ai suoi discepoli ed ebbe mangiato con loro), disse a Simon Pietro: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci i miei agnelli". Gli disse di nuovo: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci le mie pecorelle". Gli disse per la terza volta: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?". Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: "Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene". Gli rispose Gesù: "Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi". Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: "Seguimi". Parola del Signore

  

“SIMONE DI GIOVANNI, MI AMI?”. (Gv. 21,16)

Può sembrarci davvero strano, da un punto di vista umano, il fatto che Gesù affidi a Pietro la guida della sua Chiesa, dopo che lui lo ha tradito. Ci fideremo noi di affidare il nostro portafoglio ad uno che ci ha appena derubato? Eppure Gesù ama Pietro e si fida delle possibilità di amore del suo cuore, anzi sa che proprio il perdono ricevuto può creare nuove condizioni di amore da parte dell’apostolo. E allora non chiede a Pietro se ha capacità di amministratore, per guidare la sua Chiesa, se è un buon organizzatore, se è abbastanza intelligente per resistere agli avversari... Soltanto: “Mi ami tu più di costoro?”. L'apostolato è fondato su questo legame intimo con Gesù, e non ha altro fondamento perché deve essere una diffusione dell'amore del Signore: viene dall'amore del Signore e porta al suo amore. Pietro sa che la sorgente dell'amore non è dentro di lui, sa che quando Gesù gli chiede: “Mi ami?”, Egli, che è la sorgente della carità, vuol donargli questo amore. Gesù pone questa domanda perché vuole che noi gli chiediamo questo dono meraviglioso. Noi abbiamo un grande desiderio di amare il Signore, ma questo desiderio ci scoraggia perché siamo deboli, fragili, incapaci di vera fedeltà e la nostra risposta sarebbe sempre piena di esitazione e di dubbi. Ma è Gesù stesso che ci fa il dono di potergli rispondere: “Tu sai che ti amo. Ti amo non perché sono perfetto, perché mi sento forte, generoso, ma perché tu, o Signore, sei generoso con me e mi rendi capace di amarti un po' e ogni giorno di più”.

 

 

LUNEDI’ 30 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi primi martiri della chiesa romana; Santa Adelia.

Una scheggia di preghiera:

 

DA SOLO: NULLA. CON TE: TUTTO.

 

Hanno detto: La massima sventura è la solitudine. Tutto il problema della vita è questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri. (C. Pavese)

Saggezza popolare: Se tieni un cane alla catena, diventa cattivo. Stessa cosa per l'uomo. (prov. della Costa d'Avorio)

Un aneddoto: Il celebre dottore musulmano Abu fu interrogato una volta su di una questione assai difficile, ma non seppe rispondere in merito. - Ma come? - gli fu osservato - Il Califfo vi paga per la vostra scienza! - È vero - rispose - ma mi paga per quello che so; se dovesse pagarmi per tutto quello che non conosco, non basterebbero tutte le sue ricchezze.

Parola di Dio: Am 2,6-10.13-16; Sal. 49; Mt. 8,18-22

 

Vangelo Mt 8, 18-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù vedendo una gran folla intorno a sé, ordinò di passare all'altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: "Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai". Gli rispose Gesù: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". E un altro dei discepoli gli disse: "Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre". Ma Gesù gli rispose: "Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti". Parola del Signore

 

“MAESTRO, IO TI SEGUIRO' DOVUNQUE ANDRAI”. (Mt. 8,19)

Sarà per la mia innata insicurezza o sarà perché mi conosco bene, ma è da tanto tempo che ho smesso di fare promesse al Signore. Non mi sento di dire al Signore: “Non peccherò mai più”, al massimo arrivo a dirgli: “ci provo, col tuo aiuto”; non gli dico: “Ti seguirò ovunque tu vada” perché so che le sue mete sono sempre grandi e non corrispondono spesso con le aspirazioni della mia vita, al massimo gli dico: “So che mi vuoi bene, e anch’io te ne voglio e vorrei sempre stare con te, ma se non mi prendi per mano, se non hai pazienza dei miei passi incerti, non so fino a che punto ti seguirò”. E se guardo indietro nella mia vita, vedo che il Signore è sempre stato fedele con me. Mi ha portato non dove volevo io, per strade che assolutamente non avrei pensato di frequentare, ma non mi ha neanche mai abbandonato. Mi ha fatto passare attraverso croci, ma non mi ha mai fatto mancare la serenità del rapporto con Lui... perciò concludo che se di me non ci si può fidare, di Lui sì.

     
     
 

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