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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

MAGGIO 2014

 

GIOVEDI’ 1 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe lavoratore; Santa Berta; Santa Fiorina; Santa Grata.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI, SIGNORE, IL LAVORO DELL’UOMO.

 

Hanno detto: L’avvenire appartiene a quelli che amano, non a quelli che odiano. Il demonio ha invaso la terra con l’odio: fate rivivere prepotentemente l’amore. Tanti sono ancora violenti, perché non sono stati finora abbastanza amati (Pio XII, papa).

Saggezza popolare: Tutti spingono un recinto in rovina.

Un aneddoto: II soldato che si era affidato alla Madonna... si mette a dormire durante il combattimento, sotto la tenda, e c'erano le bombe che passavano e scoppiavano a destra e a sinistra, e lui dormiva. Prima di addormentarsi sotto la tenda, ha messo un santino di carta, un'immaginetta della Madonna del Divino Amore, sopra la tenda, appiccicata cosi... Ad un certo momento ha il presentimento che gli succede qualcosa; si sveglia di soprassalto, come se qualcuno l'avesse chiamato: "Via, corri, fuggi via!". Appena aveva fatto 50 metri una bomba incendiaria casca proprio in mezzo alla tenda e brucia tutto Il suo primo pensiero è "e adesso non ho  la Madonna". Ricorre là, fruga... tutto era bruciato; una bomba incendiaria ha bruciato tutto istantaneamente e l'immaginetta di carta era intatta. (Servo di Dio don Umberto Terenzi)

Parola di Dio nella festa di S. Giuseppe lavoratore: Gn. 1,26-2,3; Sal 89; Mt. 13,54-58

 

Vangelo Mt 13, 54-57

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: "Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?". E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua". Parola del Signore

 

“NON E’ EGLI FORSE IL FIGLIO DEL CARPENTIERE?” (Mt. 13,55)

Quello che agli occhi dei suoi connazionali era un motivo di disprezzo (“Altro che Messia, è figlio di un artigiano, operaio pure lui”), per Gesù è motivo di grandezza: il Figlio di Dio è l’artigiano, l’operaio che, in tutto simile a noi, ci insegna attraverso il lavoro delle nostre mani ad essere collaboratori di Dio stesso. S. Giuseppe, con il suo lavoro, la sua onestà quotidiana, il suo silenzio, il suo abbandono fiducioso alla volontà di Dio si è fatto santo, ha accolto ed è vissuto con Maria, è stato padre sulla terra del Figlio di Dio. Il viaggio della santità non è una strada impossibile perché troppo ardua, non è riservata solo a qualcuno dotato di doni speciali, è la strada della vita quotidiana fatta di piccole cose, di vita di famiglia, di lavoro, di mistero, di gioie e sofferenze vissute nella semplicità e nella fiducia.

 

 

VENERDI’ 2 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Atanasio; Santa Mafalda di Portogallo.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU GESU’ IL PANE DELLA VITA.

 

Hanno detto: Un cristiano deve fare la pace, anche quando venissero a mancare le “ragioni della pace”. Al pari della fede, della speranza e della carità, la pace è vera beatitudine, quando non c’è tornaconto, né connivenza, né interesse... Se altri odiano, non è una ragione per odiare anche noi. Si vince il male col bene: questo è il comandamento di Dio. Gli altri sono comandamenti di uomini. (P. Mazzolari).

Saggezza popolare: Ascolti e dimentichi, vedi e ricordi, fai e sai.

Un aneddoto: Oggi il sindaco della Città dei ragazzi mi ha chiamato per parlarmi della mia mamma e del mio babbo, che sono morti.  Il sindaco è un ragazzo di 14 anni, perché qui facciamo tutto da soli. L'acqua è un po' fredda la mattina quando ci laviamo, ma però stiamo bene. Qui sono tutti come me, senza famiglia. Quando c'erano il mio babbo e la mia mamma io stavo meglio; ma il mio babbo si è ammalato, perché beveva troppo e allora mi hanno messo in un altro collegio. In quel collegio c'erano le suore, ma io non ci stavo bene, perché mi facevano pregare troppo. Poi un giorno mi hanno chiamato da parte e mi hanno detto che il mio babbo e la mia mamma li aveva presi Gesù, perché avevano commesso molti peccati, perché quell'uomo non era il mio babbo, e la mia mamma  aveva un altro uomo.  Il sindaco della nostra città invece mi ha detto che la mia mamma e il mio babbo, mentre dormivano nel letto, è successo una cosa meravigliosa. Ad un certo punto, siccome la soffitta si era riempita troppo del loro amore, il tetto non ha resistito e si è aperto e loro sono volati in ciclo abbracciati.  I bambini sono più buoni delle suore, perché io so che la mia mamma e il mio babbo sono stati ammazzati nella soffitta da un altro uomo ». (Testimonianza di un bambino di 10 anni di Civitavecchia, in Lettere dal Domani, a cura di R. Battaglia, SEI.)

Parola di Dio: At 5,34-42; Sal 26; Gv 6,1-15

 

Vangelo Gv 6, 1-15

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: “C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù: “Fateli sedere”. C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: “Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!”. Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo. Parola del Signore

 

“DOVE POSSIAMO COMPERARE IL PANE PERCHE’ COSTORO ABBIANO DA MANGIARE?”. (Gv. 6,5)

Nella vita di Gesù e nel Vangelo il pane ha un posto molto importante. Ieri pensavamo a Gesù “figlio del carpentiere”, quindi uno che certamente sapeva che il pane costava sudore e fatica. Gesù, poi, da bambino aveva visto Maria tutte le settimane impastare la farina e poi portarla al forno comune perché fosse cotta, sapeva per esperienza diretta che cosa volesse dire essere poveri e esuli in cerca di pane, magari amaro, in terra straniera, conosceva la storia del suo popolo e che cosa volesse dire attraversare il deserto bruciati dalla fame e dalla sete… Gesù vede la fame delle folle, la fame materiale ed anche la fame del desiderio di una parola che incoraggi, che riapra alla speranza… E Gesù anticipa con la moltiplicazione dei pani quello che sarà il suo dono: farsi Pane per noi. Nel deserto il pane di Dio era stata la manna qui è Dio stesso che si fa pane per il nostro cammino. Quel corpo che Maria ha generato nel mistero del suo corpo verginale è lo stesso corpo che soffrirà gli spasimi della croce e che sarà glorioso nella risurrezione, ed è lo stesso corpo che ci viene offerto nell’Eucaristia perché tutte le nostre povertà si cibino di Dio. Non so se ci avete mai pensato, facendo la Comunione: Maria ha vissuto una esperienza tutta particolare  specialmente in quei nove mesi in cui ha sentito in sé, in comunione perfetta, nascere e crescere il corpo di Gesù, ma noi ogni volta che facciamo la comunione abbiamo la stessa opportunità. Il Dio creatore dei cieli, il Dio morto e risorto per noi, entra in noi, si fa masticare da noi, diventa noi per donarci se stesso nella maniera più completa e più intima e chiede a noi, come a Maria di portarlo nel mondo.

 

 

SABATO 3 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Filippo e Giacomo; Sant’Alessandro I, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE, TU SEI BUONO LENTO ALL’IRA, PIENO DI GRAZIA.

 

Hanno detto: La religione per alcuni è soltanto una componente domenicale della vita, un formale ossequio alle tradizioni di famiglia, un comodo pretesto per non provare l’inquietudine e la fatica della personale conquista della verità, come se la fede costituisse una specie di garanzia, in base alla quale l’uomo si possa ritenere esentato dal dovere di sudare il proprio pane spirituale. (E. Balducci).

Saggezza popolare: I falsi amici sono come quei commensali che si alzano quando la tavola è vuota.

Un aneddoto: C'era una volta un uomo che andava per terra e per mare in cerca del Paese senza errori. Cammina e cammina, non faceva che camminare, paesi ne vedeva di tutti i colori, di lunghi, di larghi, di freddi, di caldi, di cosi cosi: e se trovava un errore là, ne trovava due qui. Scoperto l'errore, ripigliava il fagotto e ripartiva  in quattro e quattro otto. C'erano paesi senz'acqua, paesi senza vino,  ma il Paese senza errori dove stava, dove stava? Voi direte: Era un brav'uomo. Uno che cercava una bella cosa. Scusate, però, non era meglio se si fermava in un posto qualunque, e di tutti quegli errori  ne correggeva un po'? (G. Rodari, Il Libro degli Errori, Einaudi)

Parola di Dio nella festa dei santi Filippo e Giacomo: 1Cor. 15,1-8; Sal. 18; Gv. 14,6-14

 

Vangelo Gv 14, 6-14

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Tommaso: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto". Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò". Parola del Signore

 

“CHI HA VISTO ME HA VISTO IL PADRE”. (Gv. 14,9)

Filippo che aveva posto la richiesta “Mostraci il Padre e ci basta” sarà stato sconcertato dalla risposta di Gesù. Aveva in testa un’immagine grandiosa, solenne di Dio. Cristo, invece manifesta un Dio così umile, dolce, familiare, perfino debole, umano. E penso a Maria che tante volte ha visto suo Figlio dormire tranquillo, giocare con i compagni, lavorare con suo padre, e avrà detto “Gesù è Dio”! Quale mistero! Eppure la fede ci fa vedere Dio nelle parole e nelle opere di Gesù. Quando, nel Vangelo, vediamo Gesù accordare la sua preferenza ai piccoli, mostrare compassione per i sofferenti, concedere largamente il perdono ai peccatori, ridare fiducia agli squalificati, frequentare gli esclusi, esercitare la misericordia verso ogni miseria umana, non nascondere la propria simpatia per gli ultimi, tenersi alla larga dai potenti, apparire così umano, pieno di tenerezza, noi impariamo il Padre, sia­mo in grado di abbozzare i lineamenti del suo volto e dobbiamo concludere: Dio è così!

 

 

DOMENICA 4 MAGGIO: 3^ DOMENICA DI PASQUA

Tra i santi ricordati oggi: San Floriano, San Gottardo; San Silvano

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI CON NOI PER SEMPRE, GESU’.

 

Hanno detto: Le abitudini sono la morte di ogni vera tradizione, come di ogni vera vita. Sono parassiti che attaccano l’organismo vivente della tradizione e divorano la sua sostanza, trasformandola in un vuoto formalismo. (Th. Merton, Nessun uomo è un’isola)

Saggezza popolare: I piccoli mali sono le sorgenti del nostro dolore. Gli uomini non inciampano nelle montagne ma sulle pietre.

Un aneddoto: Chiesi al vecchio missionario: - Allora, si tira avanti? È contento? - Credo! - m'ha risposto. E con voce gioiosa: - Pensi! Già un cristiano! Poiché restai un po' interdetto che dopo tanti anni avesse un solo cristiano, continuò: - Certamente, può darsi che gli amanti di statistiche, che stanno lontano da qui, non avranno troppa stima di me, ma lei può giudicare da se stesso. Il missionario che ci riceve è ,a cento chilometri da Fort­ Archambault. È tutta una boscaglia. Per raggiungerla, la nostra povera camionetta ne ha visto di tutti i colori.  L'altare è fatto con quattro bidoni. La lampada eucaristica è ricavata da un uovo di struzzo. Il Confessionale ha l'aria di una dispensa, e ciò può dare delle «idee» a quei poveri ancora così poco e così malamente strappati al loro cannibalismo e alla stregoneria. La « canonica» è vicina alla chiesa. È un povero capanno, rotondo, quasi senza aperture e assolutamente inabitabile. Lei dorme là dentro? - chiesi al missionario. La mia domanda parve confonderlo: Sì... No ... cioè: quando c'è caldo, tiro fuori il mio lettuccio. Solo che l'altro giorno ... - L'altro giorno? - Sono stato svegliato dalle grida dei miei « futuri» parrocchiani: «La pantera! La pantera! ». Ho guardato. C'era realmente una pantera, che gironzolava attorno al mio letto, annusando. Lei capisce, quando non si è del tutto svegli, ciò può dare una certa impressione ...

- Non stento a crederla. Allora che ha fatto? - Che vuole che facessi? Non avevo fucile. L'ho tenuta sott'occhio un momento, mentre mi girava attorno, la bestiaccia. - E poi? Ci fu un silenzio. Il missionario parve quasi confuso: - E poi... Ero stanco, molto stanco. Tutto il giorno avevo galoppato nella boscaglia! ... A forza d'osservarla girare attorno a me, ho finito per addormentarmi. E, siccome, stupefatto, sorpreso, non trovavo più parole, ripeté: - Mi capisce, non è vero? Ero stanco! Capito? Sì, si trattava di capirlo! Ma come avrei voluto abbracciarlo! (R. Follereau, La sola Verità è Amarsi, Nigrizia)

Parola di Dio: At 2,14a.22-33; Sal 15; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35

 

Vangelo Lc 24, 13-35

Dal Vangelo secondo Luca.

In quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: “Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?”. Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: “Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?”. Domandò: “Che cosa?”. Gli risposero: “Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto”. Ed egli disse loro: “Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?”. E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: “Resta con noi perché si fa sera e il giorno gia volge al declino”. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?”. E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone”. Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Parola del Signore

 

“DUE DISCEPOLI ERANO IN CAMMINO VERSO UN VILLAGGIO DI NOME EMMAUS”. (Lc. 24,13)

E’ forse il brano che a livello sentimentale mi colpisce di più in tutto il Vangelo: è la storia di quel cammino che tutti noi stiamo facendo. Abbiamo incontrato Cristo, l’abbiamo seguito con entusiasmo; ma poi: una croce, una tomba, tanta paura... “Noi speravamo”. Ed ecco la delusione diventa cammino che porta lontano da Gerusalemme. E quel Cristo che credi ti abbia deluso si fa pellegrino con te. Non usa parole facili: “Teste dure”, ma forse proprio per questo ti senti smuovere dentro tutte quelle radici che credevi ormai tagliate per sempre. “Resta con noi perché si fa sera”. E’ l’unica luce trovata dopo giorni di buio. Non perderti d’animo, riaggrappati a questa speranza e qui i tuoi occhi, fissali nel volto di quel pellegrino, osserva bene i suoi gesti, smettila di pensare a te, riscopri il valore dello spezzare il pane e troverai il Cristo che ti riempie il cuore e che ti mette le ali ai piedi per correre e gridare al mondo la Gioia.

 

 

LUNEDI’ 5 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Angelo, monaco; Santa Irene da Lecce.

Una scheggia di preghiera:

 

COME UNA CERVA ANELA ALL’ACQUA, COSI’ LA MIA ANIMA ANELA A TE, O DIO.

 

Hanno detto: Amare sempre e comunque, è la via miglior per salvare sicuramente qualcuno, in qualche parte del mondo. (M. Delbrêl, Che gioia credere)

Saggezza popolare: Il gatto desidera i pesci, ma non vuol bagnarsi le zampe.

Un aneddoto: Un giorno si presentò al missionario un negro per chiedere un po' di farina. Il buon sacerdote gliene diede una certa quantità in un recipiente.  Tornato alla sua capanna, il negro nella farina trovò una moneta d'argento. Ritornò perciò il giorno dopo alla missione per dire: - Senti, padre, in me c'è un uomo buono e un uomo cattivo. Tutta questa notte non ho potuto dormire. L'uomo buono diceva: «La moneta trovata nella farina non è tua: devi portarla al suo padrone ».  L'uomo cattivo rispondeva: «Il padrone ti ha dato tutto: pentola, farina e denaro. Tienti il denaro e compra acquavite! »  Per riavere la pace, ti porto la moneta d'argento.

Parola di Dio: At 6,8-15; Sal 118; Gv 6,22-29

 

Vangelo Gv 6, 22-29

Dal vangelo secondo Giovanni.

Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti. Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberiade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Trovatolo di là dal mare, gli dissero: “Rabbì, quando sei venuto qua?”. Gesù rispose: “In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo”. Gli dissero allora: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?”. Gesù rispose: “Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato”. Parola del Signore

 

“VOI MI CERCATE PERCHE’ AVETE MANGIATO QUEI PANI E VI SIETE SAZIATI. PROCURATEVI NON IL CIBO CHE PERISCE, MA QUELLO CHE DURA PER LA VITA ETERNA”. (Gv. 6,26-27)

Insieme alla folla che va a cercare Gesù perché Lui, moltiplicando i pani, ha dato loro da mangiare, ci siamo spesso anche noi cristiani tiepidi e opportunisti che ricorriamo a Dio nel momento del bisogno. Pensiamo a Dio come solutore dei nostri bisogni materiali. Eppure dovremmo saperlo, l’esperienza dovrebbe avercelo insegnato che non sono le cose di questa terra a dare una soddisfazione piena: esse si desiderano, si cercano; quando le hai ne provi gioia e poi cominci a desiderare dell’altro. E questo ti dimostra solo la tua sete di infinito che nulla potrà mai saziare se non Dio stesso, quel Dio che per indicarci il suo amore non ha esitato, in Gesù, a farsi Pane spezzato.

 

 

MARTEDI’ 6 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Domenico Savio, Sant’Evodio di Antiochia.

Una scheggia di preghiera:

 

PANE DEL CIELO SEI TU GESU’, VIA D’AMORE, TU CI FAI COME TE.

 

Hanno detto: Come l’ultima Cena fu per i discepoli non già convito riposato e gioioso, ma vigilia e anticipato conforto per quello che avrebbero dovuto soffrire nella passione, così i cristiani, non devono sentire la Comunione soltanto come intimo e giubilante possesso della Divinità perennemente incarnata, ma come preparazione e consolazione delle pene e delle miserie che ogni alba annuncia sulla strada dell’uomo. (Giovanni Papini)

Saggezza popolare: Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita.

Un aneddoto: Era un bel ragazzo coreano, aveva tredici anni, si chiamava Pietro Niom. Quando fu scoperto d'appartenere ai cristiani, fu terribilmente torturato. Fu orrendamente bastonato, ma egli, fin che poté, sorrise. Un aguzzino gli piantò una lancia nelle carni, chiedendo: - Rimarrai cristiano? Rispose: - Si, sempre! - E allora inghiotti queste fragole! E gli fecero inghiottire carboni accesi, per quattordici volte. Ma rimase fermo nella fede in Gesù e perciò fu strangolato in prigione nel 1839.  Ora è in cielo e la Chiesa lo ha beatificato nel 1925.

Parola di Dio: At 7,51 - 8,1a; Sal 30; Gv 6,30-35

 

Vangelo Gv 6, 30-35

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, la folla disse a Gesù: “Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo”. Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi da  il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e da  la vita al mondo”. Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”. Gesù rispose: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete”. Parola del Signore

 

“IL PANE DI DIO È COLUI CHE DISCENDE DAL CIELO E DA’ LA VITA AL MONDO”. (Gv. 6,33)

Un Dio che si fa “mangiare” dall’uomo! mi ha sempre meravigliato e stupito un Dio perfetto che per amore della sua creatura, traditrice e infida, accetta di lasciare la sua “beatitudine” per farsi uomo, povertà, peccato. E’ un po’ come una persona che avesse tutto, salute, serenità, gioia, ricchezze, affetti corrisposti, e rinuncia a tutto, diventa povero, sofferente, rischia la vita per dare un po’ di pane a un povero che non sa neppure apprezzare questo dono. O è un matto, o un innamorato! Dio è così per noi: ci ama fino al punto di farsi pane, pane con la sua vita, il suo esempio, pane con la sua Parola e pane concreto nell’Eucarestia. E noi, qualche volta, ci lamentiamo di Dio che e lontano da noi”, pestiamo i piedi quando non otteniamo qualche grazia, non apprezziamo il dono della sua Parola, rinunciamo per qualche banalità alla Messa, riduciamo l’Eucaristia ad un rituale ripetitivo. Siamo degli affamati e soffriamo di inappetenza. Abbiamo il Pane della vita e ci lasciamo morire di inedia.

 

 

MERCOLEDI’ 7 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Epifanio di Costanza; San Flavio, martire; Santa Gisella.

Una scheggia di preghiera:

 

FAMMI CONOSCERE, O DIO, LA TUA MISERICORDIA.

 

Hanno detto: Ogni vero rapporto con Cristo conduce verso il prossimo. (R. Schutz, priore di Taizé)

Saggezza popolare: Colpisci te stesso prima, per capire il dolore che daresti.

Un aneddoto: Un periodico americano ha organizzato un concorso per ricompensare il cittadino più sobrio, più saggio, più virtuoso, più esemplare. Molti candidati si sono fatti avanti. Ecco che cosa scrive uno di loro: “Non fumo, non bevo mai una goccia di alcool, non gioco d’azzardo, sono fedele a mia moglie, vado a letto presto e mi alzo all’alba. Sono quattro anni che vivo così. Ps. Per la ricompensa aspettate la prossima primavera, quando sarò uscito dalla prigione.

Parola di Dio: At 8,1b-8; Sal 65; Gv 6,35-40

 

Vangelo Gv 6, 35-40

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, disse Gesù alla folla: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi da, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno”. Parola del Signore

 

“QUESTA INFATTI E’ LA VOLONTA’ DEL PADRE MIO, CHE CHIUNQUE VEDE IL FIGLIO E CREDE IN LUI ABBIA LA VITA ETERNA”. (Gv. 6,39)

Certi modi di vedere Dio giudice non gli rendono giustizia. Capita spesso di incontrare fedeli e sacerdoti che vivono nel terrore dell’essere condannati da un Dio sempre pronto ad annotare nel suo libro ogni nostra più piccola mancanza per poterla, quasi con gusto sadico, punire, o su questa terra o con l’inferno. La volontà di Dio è la salvezza della Sua creatura. Tutta la Bibbia esprime questa sua volontà culminata in Gesù, Figlio di Dio incarnato. A Gesù è stato dato il compito e il potere di salvarci. Dio ci ha affidati nelle sue mani. Noi, per il Padre, valiamo il sangue che Gesù ha versato. Quindi Dio non è contro di noi, ma per noi. Se noi riconosciamo, accettiamo, viviamo il Figlio siamo destinati alla vita eterna.  Di Dio non si deve aver paura. Rispetto sì, giusto timore in quanto è l’Onnipotente, diverso da noi, ma paura no! Piuttosto, nel nostro tentativo di conformarci a Cristo, deve esserci l’attenzione a non chiudergli le porte: ecco il peccato, perché alla fine non sarà Dio a condannarci ma il nostro peccato di chiusura alla misericordia di Dio.

 

 

GIOVEDI’ 8 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Acacio di Bisanzio; San Vittore, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE: ORA E SEMPRE.

 

Hanno detto: L’egoismo è la sintesi di tutta la nostra potenza di negazione. Ci sono molte vite inutili che avrebbero potuto, con un po’ di generosità, diffondere tanta luce intorno a sé. ( P. Charles)

Saggezza popolare: Colui che conosce gli altri è sapiente; colui che conosce sé stesso è illuminato; colui che vince un altro è potente; colui che vince sé stesso è veramente forte.

Un aneddoto: Il noto domenicano padre Antonino Sertillanges ha consegnato a una pagina del suo diario il segreto della sua giovinezza: Quando i miei amici mi domandano come faccio per conservare, a ottantaquattro anni, un po' di giovinezza di spirito e del cuore, rispondo loro: «Il mio segreto è questo: aver sempre qualcosa da amare. Quando termino un lavoro, un altro è già iniziato. Quando parlo a Bordeaux, so di essere atteso a Lione oppure a Marsiglia. E cosi per tutto il resto. Si è giovani nella misura di un domani che si sente colmo di promesse».

Parola di Dio: At 8,26-40; Sal 65; Gv 6,44-51

 

Vangelo Gv 6, 44-51

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse alla folla: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.

 

“SE UNO MANGIA DI QUESTO PANE VIVRA’ IN ETERNO”. (Gv. 6,51)

Il primo libro della Bibbia, la Genesi, afferma che Dio aveva fatto l’uomo per l’immortalità, infatti egli “era in un giardino dove c’era l’albero della vita”. L’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse, afferma che Dio ridarà questa immortalità. Ora, Gesù, in questo brano del Vangelo, ci dice che questa immortalità ci è già ridonata attraverso la fede e l’Eucaristia: “Chi mangia questo pane, vivrà”. Si potrebbe obiettare: ma anche coloro che mangiano il Pane eucaristico, muoiono come tutti! Ebbene, Gesù afferma che il nutrimento eucaristico ricevuto nella fede, mette il fedele in possesso, fin d’ora, di una “vita eterna” sulla quale la morte fisica non ha alcuna presa. Più che un dogma, più che una morale, più che una ideologia, il cristianesimo è questo: la divinizzazione dell’uomo! La gioia e il rendimento di grazie dovrebbero essere propri dei cristiani, infatti Dio ci dona la sua vita eterna!

 

 

VENERDI’ 9 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Luminosa di Pavia, San Pacomio il grande, monaco.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’ VENGO A TE PERCHE’ SENZA DI TE NON POSSO NULLA.

 

Hanno detto: Attraverso il potere esercitato sui corpi, i miracoli provano il potere che Dio ha sui cuori. (B. Pascal, Pensieri)

Saggezza popolare: Consulta il padre quando è ancora vivo, consulta il suo esempio quando non c'è più.

Un aneddoto: Giovanni XXIII ricevette durante la prima sessione del Concilio l'osservatore della conferenza metodista mondiale. Quanto occorrerà secondo voi gli chiese il Papa - perché le nostre chiese si ritrovino unite?  Ahimé - rispose l'osservatore scuotendo la testa. Siamo separati da tre secoli, forse ce ne vorranno altrettanti perché ci ritroviamo. Quanto tempo! Sospirò desolato il Pontefice. Poi, levandosi d'improvviso e appoggiando le mani sulle spalle del suo interlocutore, disse: Comunque, fra noi, è cosa fatta!

Parola di Dio: At 9,1-20; Sal 116; Gv 6,52-59

 

Vangelo Gv 6, 52-59

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere tra di loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”. Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. Parola del Signore

 

“CHI MANGIA LA MIA CARNE E BEVE IL MIO SANGUE DIMORA IN ME E IO IN LUI”. (Gv. 6,56)

E’ bene confessarci tutti peccatori. L’Eucaristia non è un premio per i buoni. Nessuno di noi “merita” l’Eucaristia. Occorre possedere una buona dose di presunzione per dichiarare che facciamo la Comunione perché ci sentiamo a posto, abbiamo compiuto il nostro dovere, ci siamo comportati in maniera irreprensibile. Al contrario: tendere le mani verso quel pane significa riconoscersi deboli, malati, incapaci, bisognosi. Accostarsi al banchetto eucaristico equivale ad andare a ricevere l’abbraccio della misericordia del Signore, significa affidarsi a Lui, decidere con Lui la propria conversione; condividere il suo pane significa imparare da Lui a spezzare il nostro. Il vero devoto dell’Eucaristia, allora, è un graziato che è diventato un patito di fraternità, uno che è capace di perdono, di tolleranza. Un devoto dell’Eucaristia è, insomma, uno che si conosce non tanto dalle mani giunte, ma dalle maniche rimboccate.

 

 

SABATO 10 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfio, martire; San Cataldo, vescovo; Santa Solange

Una scheggia di preghiera:

 

NELLE TUE MANI AFFIDO IL MIO SPIRITO.

 

Hanno detto: Il dono dello Spirito non è una forza ricevuta per compiere opere personali: è l’annientamento di sé fino a diventare lo strumento dell’Altissimo. (G. von Le Fort, La donna eterna)

Saggezza popolare: Fare soldi è come scavare una buca con un ago, spenderli è come gettare acqua nella sabbia.

Un aneddoto: Lo scultore Giacomo Manzù, conterraneo di Papa Roncalli e autore della famosa «porta della morte» in S. Pietro, aveva trascorso l'intera giornata lavorando. Alla sera, posando lo scalpello, passò da un sospiro di stanchezza ad un sorriso.  Come mai sorridi? - gli domandò un amico che l'aveva osservato lavorare. E Manzù: Sorrido al pensiero che anche domani potrò scolpire.

Parola di Dio: At 9,31-42; Sal 115; Gv 6,60-69

 

Vangelo Gv 6, 60-69

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, molti tra i discepoli di Gesù, dissero: “Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?”. Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? E’ lo Spirito che da  la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono”. Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E continuò: “Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio”. Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. Parola del Signore

 

“DA ALLORA MOLTI DEI SUOI DISCEPOLI SI TIRARONO INDIETRO E NON ANDAVANO PIÙ CON LUI”. (Gv. 6,66)

Gesù è venuto per salvare, per portare la Parola di Dio, eppure davanti a delle persone che se ne vanno, non corre loro dietro, non rende più facile il suo linguaggio, non addolcisce la pillola. Carità, misericordia, attenzione al prossimo non devono diventare tradimento della Verità, accondiscendenza, connivenza. Troppo spesso, motivandolo con altruismo e carità, noi scendiamo a compromessi con la fede, mascherando la durezza del Vangelo con un Dio fatto su misura delle nostre necessità che poi non ci soddisfa ma solo ci addormenta. “Volete andarvene anche voi?” — dice Gesù — “O con me o contro di me”.

 

 

DOMENICA 11 MAGGIO: 4^ DOMENICA DI PASQUA

Tra i santi ricordati oggi: Santa Bertilla; Sant’Ignazio da Laconi, Sant’Illuminato, monaco

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, SACERDOTI SANTI.

 

Hanno detto: Io credo che l’uomo non ha bisogno di droga e di illusione, ma di verità e di amore. Io credo che il vero benessere deve essere prima nell’anima e poi nelle tasche. Io credo che l’ingiustizia è inevitabile se non si vede le cose come Dio ci ha insegnato a vederle. (G. Papini)

Saggezza popolare: A molti pensieri seguano poche parole.

Un aneddoto: Dopo aver assistita al telegiornale della sera, impressionato dalla quantità di notizie di catastrofi, calamità, guerre e delitti, il piccolo Giovanni si ritira in camera sua. I genitori, fermi dietro la porta a origliare, lo sentano pregare così: Signore, proteggi papà e mamma, la mia sorellina, la nonna e il mia gatta. E ti prego: abbi cura di te, perché se dovesse succedere qualcosa anche a te saremmo. tutti spacciati .

Parola di Dio: At 2,14a.36-41; Sal 22; 1Pt 2,20b-25; Gv 10,1-10

 

Vangelo Gv 10, 1-10

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse; “In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei”. Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza”. Parola del Signore

 

“LE PECORE LO SEGUONO (IL BUON PASTORE) PERCHE’ CONOSCONO LA SUA VOCE”. (Gv. 10,4)

Oggi, domenica del Buon Pastore, celebriamo la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Quindi oggi molti predicatori piangeranno sulla mancanza di vocazioni sacerdotali e religiose e punteranno il dito contro la famiglia e la società che non prospetta più questa vocazione ai giovani. Ma se pure c’è della verità in queste affermazioni non fermiamoci a questo: Vocazione significa soprattutto rispondere ad una chiamata, capire quale progetto di vita il Signore ha su di me, quale tassello nel mosaico della creazione io rappresento. Una delle cose più belle del diventare cristiani è proprio la percezione di essere parte essenziale di un grande sogno d'amore, e di poter contribuire a realizzarlo! Avete mai pensato la ragione per cui esistete? Quale missione dovete compiere negli anni della vostra vita? Oggi la grande assemblea dei cristiani sparsi nel mondo prega perché ognuno scopra il suo sogno d'amore. Altro è volersi bene e costruire una famiglia, altro percepire questo gesto come chiamata e vocazione: abbiamo urgente bisogno di fratelli e sorelle che nella semplicità, sostenuti dal Maestro e dalla comunità, si amino come Cristo ama la Chiesa. Buona cosa è aiutare gli altri, diverso è lasciare tutto e partire a condividere con i più poveri, in nome di Cristo, speranze e sogni. Infine abbiamo bisogno anche di pastori, ma  secondo il cuore di Dio: uomini che dedichino la loro vita a servizio dell'annuncio e della costruzione di comunità, come gli apostoli. Mancano preti? No: manca la fede, manca il coraggio di capire a cosa "serve" un prete oggi, mancano comunità vive e dinamiche che spingano un giovane a dedicare le proprie forze e le proprie povertà a quel pezzo di regno in mezzo alla gente che è la comunità parrocchiale.

 

 

LUNEDI’ 12 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Nereo e Achilleo; San Pancrazio; San Leopoldo Mandic.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTI I NOSTRI PASTORI.

 

Hanno detto: Tu porti la responsabilità dei fratelli: non sarai mai abbastanza consapevole di questo. Ricordati che pregando con tutto il cuore e con tutto l’impegno tu fai il massimo che puoi fare per salvare e santificare quegli uomini la cui sorte spirituale Gesù ha ritenuto di legare alla tua misera collaborazione. (R. Voillaume)

Saggezza popolare: Il medico è come il tetto che garantisce dalla pioggia, ma non dal fulmine.

Un aneddoto: Alla penultima votazione del conclave, quando il cardinale Lambertini era ormai sicuro che il giorno seguente sarebbe stato eletto, perché due cardinali gli avevano promesso il voto, si coricò, ma non riusciva a dormire, tanto che il suo segretario che dormiva nella camera attigua, gli domandò se era indisposto. - No - rispose - sto bene, lasciami in pace. Passò qualche ora, ma lo scricchiolio del letto non cessava. il povero prete tornò a domandare al cardinale se gli occorreva qualcosa. - No, te l'ho già detto - lo apostrofò Lambertini bruscamente. Poi, vedendo il giovane confuso e mortificato cambiò tono e aggiunse: - Dai, che domani ti faccio vescovo: ora va' e dormi, se ci riesci.

Parola di Dio: At 11,1-18; Sal 41 e 42; Gv 10,11-18

 

Vangelo Gv 10, 1-10

Dal vangelo secondo Giovanni.

Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».  Parola del Signore

 

"IL BUON PASTORE OFFRE LA VITA PER LE PECORE”. (Gv. 10,11)

Nel mondo dei pastori certamente non succede così: il pastore dovrà difendere il suo gregge, ma la vita del pastore è di gran lunga più importante di quella delle pecore. Ma qui si parla di Gesù che in se stesso e anche per noi rovescia i modi di intendere e di vivere. E' talmente grande l'amore di Dio per gli uomini che si gioca addirittura suo Figlio per loro ed è talmente grande l'amore di Gesù per il Padre e per noi che è disposto a darci la sua vita morendo sulla croce. Anche i pastori della Chiesa dovrebbero essere come Gesù pronti a dare la vita per il loro gregge. E questo è avvenuto e avviene ancora tante volte. Ma non sempre è facile essere coraggiosi e testimoni fino a questo punto. Pregate per i vostri pastori perché assomiglino di più a Gesù.

 

 

MARTEDI’ 13 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Agnese di Poitiers; San Sergio, confessore.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI GESU’ A DISTINGUERE LA TUA VOCE.

 

Hanno detto: Per formare dei discepoli non basta il fascino, ci vuole una dottrina. (P. Charles)

Saggezza popolare: In tre occasioni l'uomo rivela la sua natura: quando la sua mente cede all'ira, quando il suo corpo è piegato dal vino e quando deve mettere mano alla borsa.

Un aneddoto: El Greco, il grande pittore spagnolo dall' animo profondamente religioso, era solito dipingere in pe­nombra o addirittura al buio.  Un giorno, a un amico che gli chiedeva: - Perché mai non accendi un lume? Rispose: - Perché non smorzi la luce che mi brilla dentro.

Parola di Dio: At 11,19-26; Sal 86; Gv 10,22-30

 

Vangelo Gv 10, 22-30

Dal vangelo secondo Giovanni.

Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno. Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: “Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente”. Gesù rispose loro: “Ve l'ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; ma voi non credete, perché non siete mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola”. Parola del Signore

 

“LE MIE PECORE ASCOLTANO LA MIA VOCE E IO LE CONOSCO ED ESSE MI SEGUONO”. (Gv. 10,27)

In questi giorni abbiamo puntato il nostro sguardo su Gesù Buon pastore, ma se Lui è la nostra “porta”, la nostra guida, noi abbiamo dei doveri come pecore del suo gregge. Il vangelo di oggi riassume i compiti delle pecore di Gesù con due verbi: Ascoltare e Seguire Gesù, pur disputando con i Giudei, pur rispondendo ai loro quesiti, sa bene una cosa: non è solo questione di ragionamenti, di filosofie, è questione di ascoltare, riconoscere una voce, fidarsi e seguirla. La nostra fede non la si conquista a forza di ragionamenti, anche se la ragione può aiutare, ma si entra in essa quando si incontra la persona di Gesù, quando ci si mette in ascolto di Lui, quando si comincia a riconoscere la sua voce in mezzo a tutte le altre, quando ci si fida di Lui e quando si ha il coraggio e la gioia di seguirlo. Seguire Gesù non significa conoscere tutte le  sue leggi e rispettarle, rigar diritto, andare in processione, si tratta di camminare dietro a Lui nella speranza . Si tratta di saper usare la propria testa, i doni che ci sono stati dati, ma di indirizzarli come ha fatto Lui, di mettere i piedi sui sentieri che ha seguito Lui, anche quelli che conducono al Calvario.

 

 

MERCOLEDI’ 14 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Mattia;San Michele Garicoits; San Pasquale I, Papa; Santa Maria Mazzarello.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA MIA GIOIA E LA MIA VITA, SIGNORE.

 

Hanno detto: Ciò che il Signore ha sempre esaudito nella preghiera, è la speranza. (J.-F. Six)

Saggezza popolare: La felicità è come un raggio di sole che qualsiasi ombra nasconde, mentre le avversità sono come le piogge di primavera.

Un aneddoto: Nel dicembre del 1983 muore il francescano padre Jan Barta. Era una delle personalità più dinamiche della Chiesa in Cecoslovacchia. E proprio per questo era anche uno degli ecclesiastici più noti alla polizia e ai tribunali cecoslovacchi. Aveva passato in carcere o nei campi di lavoro forzato un terzo della sua vita, ma era rimasto un campione della «perfetta letizia». Nel novembre dell'80 l'appartamento dove vive è sottoposto ad una lunga perquisizione. L'elenco del materiale sequestrato conta settanta voci: appunti, riviste cattoliche, libri liturgici, testi teologici, le Regole degli ordini francescani ... Ma padre Barta ha ancora la forza di scherzare. Dice ai poliziotti: - So che, per dovere, leggerete tutta questa roba. Se alla fine vorrete anche fare l'esame di teologia, sarò contento di promuovervi a pieni voti.

Parola di Dio nella festa di San Mattia: At. 1,15-17.20-26; Sal. 112; Gv. 15,9-17

 

Vangelo Gv 15, 9-17

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri". Parola del Signore

 

“VI HO DETTO QUESTO PERCHE’ LA MIA GIOIA SIA IN VOI E LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA”. (Gv. 15,11)

Quando meditiamo il Vangelo spesso siamo spaventati dalle richieste del Signore: “Vai, vendi quello che hai, dallo ai poveri”, “Amate i vostri nemici e pregate per loro”, “Porgi l’altra guancia”. Ci sembra che il Signore ci chieda cose impossibili, dolorose. Gesù oggi invece ci dice: “Se vi chiedo cose difficili, ve le chiedo perché siate felici, perché abbiate gioia vera. Se riesci ad essere staccato dal denaro, sei libero da un mucchio di preoccupazioni ed hai più tempo per cercare i valori veri. Se preghi per il tuo nemico, presto lo vedrai come un fratello e supererai il rancore. Se sai perdonare hai più serenità di quando gusti il frutto amaro della vendetta.

 

 

GIOVEDI’ 15 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Isidoro, l’Agricoltore, San Liberatore; Santa Sofia di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, UTILIZZA COME VUOI QUESTO TUO SERVO INUTILE.

 

Hanno detto: Siamo obbligati a predicare, perché predicare significa dire pubblicamente qualcosa a proposito di Gesù Cristo, Dio e Signore: non si può amarlo e tacere. (M. Delbrêl, Che gioia credere)

Saggezza popolare: L'inchiostro più sbiadito è migliore della memoria migliore.

Un aneddoto: Si racconta che Don Milani dovette un giorno accompagnare in città uno dei suoi alunni della scuola dove insegnava. Scesero dal treno in piena ora di punta e il ragazzino rimase esterrefatto a guardare la marea di gente che correva affannosamente da una parte all' altra della stazione. - Come mai si agitano cosi? - domandò all' amico sacerdote. - Corrono per il mondo per paura di doverlo affrontare - rispose.

Parola di Dio: At 13,13-25; Sal 88; Gv 13,16-20

 

Vangelo Gv 13, 16-20

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: “In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”. Parola del Signore

 

“UN SERVO NON E’ PIU’ GRANDE DEL SUO PADRONE. NE’ UN APOSTOLO PIU’ GRANDE DI CHI LO HA MANDATO”. (Gv. 13,16)

Se molti di noi tenessero presente questa parola di Gesù, quanti guai sarebbero evitati e quanta maggior serenità ci potrebbe essere in ambito cristiano! Infatti, se per virtù del nostro Battesimo, dobbiamo essere dei testimoni, degli apostoli del Vangelo, dobbiamo altrettanto fare attenzione a non voler imporre ad altri la nostra fede, a non voler assolutizzare il nostro insegnamento. L’errore è sempre lo stesso, e noi, con somma gioia del tentatore, ci cadiamo abitualmente. Gesù è venuto per servire, non per comandare, Gesù è venuto a proporre e non ad imporre, Gesù è venuto a perdonare e non a giudicare insindacabilmente, Gesù è venuto a chiamare per servire e non a creare una gerarchia di comando, Gesù è venuto a lavare i piedi e non a far strisciare sotto i piedi, Gesù è venuto a farsi pane, non a mangiare il nostro pane… il cristiano, allora, dovrebbe essere servo del fratello, uomo di proposta e non di imposizione, persona che non giudica  ma che offre, uomo disposto a lasciarsi mangiare dai fratelli.

 

 

VENERDI’ 16 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Bobola, martire; Sant’Ubaldo, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

AUMENTA LA NOSTRA FEDE!

 

Hanno detto: Beato chi giudica se stesso con la massima severità con cui giudica gli altri. Più beato ancora chi si mostra severo con se stesso e indulgente verso gli alti. E ancora più beato chi giudica se stesso e evita del tutto di giudicare gli altri. (Lanza del Vasto)

Saggezza popolare: L'invidia è come un granello di sabbia: piccolo eppure in grado di accecare.

Un aneddoto: Il più grande desiderio della nostra vita deve essere quello di far comunione con Gesù e con tutti. Il padre missionario chiese: - Tu vuoi fare la prima Comunione? Quanti anni hai? Mostrami i tuoi dentini! E la piccola di appena cinque anni, che voleva a tutti i costi fare la prima Comunione insieme con le sue amiche, mostrò una bella fila di denti bianchi da latte. Continuò il missionario: - Eh! Tu hai ancora i dentini da latte: sei ancora troppo piccola! La bambina tacque triste, ma poi chiese:  - Padre, quando non avrò più questi denti da latte, mi prometti di darmi Gesù?  Sì, te lo prometto con tutto il cuore -, replicò il padre missionario.  La bambina se ne andò via.

Dopo soli dieci minuti, eccola di ritorno: ma in quale stato, Dio mio! Tremante, piangente e con la bocca tutta piena di sangue! Si era fatta saltare, chissà come, i suoi bianchi dentini da latte!  Il giorno dopo, con la testina fasciata, si presentava felice all'altare, con le sue piccole amiche. E  il Dio del cielo, la cui gioia è di stare tra i figli degli uomini, entrò gioioso, attraverso quella boccuccia ferita d'eroico amore, nel grande cuore di quella piccina. (P. Mathéo Crawley)

Parola di Dio: At 13,26-33; Sal 2; Gv 14,1-6

 

Vangelo Gv 14, 1-6

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via”. Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?”. Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Parola del Signore

 

"ABBI FEDE" (Gv 14,1)

È Gesù che parla. Parla a te. Sei in ascolto? Ti dice "ABBI FEDE!" Che cosa vuol dire questo suo invito? Vuol dire "Fidati - "abbi fiducia" - "abbi confidenza" - "affidati" Ma in chi? C'è tanta gente che ci chiede di fidarci di loro, e noi, giustamente, dobbiamo ascoltarli: sono i nostri genitori, gli insegnanti, i nostri Educatori, e tutte quelle persone di cui "ci fidiamo ". Ma questa Parola del Vangelo ci chiede di avere Fede - fiducia confidenza - affidarci direttamente di GESÙ. E come  fare"? Semplice: si tratta di CREDERE che tutta, ma proprio tutta la nostra vita, ogni istante, ogni azione, pensiero, preoccupazione o gioia, tristezza o successo, tutto è conosciuto da Gesù e nulla sfugge al suo sguardo d'amore e di onnipotenza.

 

 

SABATO 17 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pasquale Baylon; Santa Restituta Matrono.

Una scheggia di preghiera:

 

DONA, SIGNORE, UNITA’ E PACE.

 

Hanno detto: La carità è la sorgente e l’origine di tutti i beni, ottima difesa, via che conduce al cielo. Colui che cammina nella carità non può errare, né avere timore. Essa guida, essa protegge, essa fa arrivare al termine. (San Fulgenzio di Ruspe)

Saggezza popolare: L'uomo che fa il male e ne ha vergogna ha nell'anima la possibilità di redimersi. L'uomo che fa il bene e vuol farlo sapere a tutti ha nell'anima la possibilità di perdersi.

Un aneddoto: Un missionario nelle province più settentrionali degli Stati Uniti, racconta: « Fui chiamato ad assistere un vecchio pellerossa moribondo.  Gli parlai di Dio, amico degli uomini, e di Gesù, salvatore di tutti. Il vecchio, che era pagano e che sentiva queste cose per la prima volta, mi ascoltava con gli occhi aperti dalla meraviglia e con grande docilità di cuore.  Vedendolo ben disposto, lo battezzai. Il vecchio pellerossa ora moriva pieno di gioia. lo feci per uscire, ma lui mi richiamò accanto a sé.  Diceva: - O « veste nera », io sto per morire, sto perdendo la memoria. Ripeti il nome del tuo Dio, che tanto ama gli uomini e che tanto ama anche me. Gli suggerii:  - Si chiama Gesù ... Eccolo qui crocifisso!  E gli presentai il Crocifisso che tenevo al collo. Il vecchio allora, raccogliendo tutte le sue forze, prese dalle mie mani il piccolo crocifisso e, fissandolo con occhi amorosi, velati di pianto, ripeteva: - Gesù, quanto rincresce al vecchio «Lupo bruno» d'averti conosciuto così tardi. Oh se t'avessi conosciuto prima, t'avrei portato sempre con me, sul mio cavallo, per le grandi praterie; t'avrei amato molto, molto di più!».

Parola di Dio: At 13,44-52; Sal 97; Gv 14,7-14

 

Vangelo Gv 14, 7-14

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”. Parola del Signore

 

“IO SONO NEL PADRE E IL PADRE E’ IN ME”. (Gv. 14,11)

Se è vero che oggi è facilissimo trovare coppie che si dividono, mi ha sempre colpito, quando magari nelle comunità, celebriamo le feste degli anniversari di matrimonio, vedere alcune coppie che anche dopo tanti anni si amano e si vogliono bene come il primo giorno, anzi ancor di più: sono felici, entusiasti, giovani nello spirito. La loro unione per me è un riflesso dell’unione che c’è tra le persone della Santissima Trinità. Il Figlio è nel Padre e il Padre è nel Figlio. Il Figlio a sua volta gli ha ridonato tutto il proprio essere, la sua gioia. E l’Amore che li unisce è lo Spirito Santo. Unione perfetta. Ecco perché chi vede il Figlio vede il Padre, essi vivono in comunione perfetta d’Amore. L’amore esistente in Dio è modello per l’umanità. Poiché Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza. Nel matrimonio marito e moglie sono una sola carne, un solo cuore, una sola vita. Quando Gesù regna nella famiglia si riproduce l’unità trinitaria per cui i genitori e i figli pur mantenendo la propria identità, si amano, si rispettano e si aiutano a vicenda. L’unione è necessaria per la vita di una società, di una qualsiasi organizzazione. Ciò che unisce, ciò che rende ogni persona felice, ciò che porta a donare se stessi, ciò che ci rende imitatori di Dio è l’Amore.

 

 

DOMENICA 18 MAGGIO: 5^ DOMENICA DI PASQUA

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni I; San Felice di Cantalice.

Una scheggia di preghiera:

 

RISCHIARA O DIO IL MIO CAMMINO.

 

Hanno detto: Nutriamo in noi il desiderio di ascoltare la sua voce; preghiamo perché ci sia dato di avere un orecchio attento e un cuore disponibile. Egli non chiama tutti gli uomini allo stesso modo; ci chiama uno per uno, in maniera sempre personale. (J. H. Newman)

Saggezza popolare: L'uomo che ha troppe parole, spesso non ha alcuna certezza.

Un aneddoto: Quando Don Orione era vecchio e, dicevano tutti, malato di cuore: "Se muore Don Orione se sfascia tutto!". È morto Don Orione, e si sono moltiplicate le opere della sua Congregazione, senza fine, in tutto il mondo. È chiaro! Altro che eterno riposo. E quello lassù mica sta con la pancia per l'aria a guardar le stelle! Ha moltiplicato le opere sue. Lavora più di là che di qua, chiaro! (Servo di Dio don Umberto Terenzi)

Parola di Dio: At 6,1-7; Sal 32; 1Pt 2,4-9; Gv 14,1-12

 

Vangelo Gv 14, 1-12

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via”. Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?”. Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre”. Parola del Signore

 

“IO SONO LA VIA, LA VERITA’ E LA VITA”. (Gv. 14,6)

"Preparate la via del Signore" (Lc 3,4), gridava il Battista nel deserto di Giuda, riecheggiando il profeta Isaia. Ed ecco colui che si presenta come il Signore Via, come Dio fattosi uomo perché noi accedessimo al Padre attraverso la sua umanità. Ma che via ha intrapreso Gesù? Figlio di Dio, che è Amore, è venuto su questa terra per amore, è vissuto per amore, irradiando amore, donando amore, portando la legge dell'amore, ed è morto per amore. Poi è risuscitato e salito al Cielo, compiendo il suo disegno d'amore. Si può dire che la via percorsa da Gesù ha un solo nome: amore. E che noi, per seguirlo, dobbiamo camminare per questa via: la via dell'amore. Ma l'amore che Gesù ha vissuto e portato è un amore speciale, unico. Non è filantropia, né semplicemente solidarietà o benevolenza; neanche pura amicizia o affetto; e non è nemmeno solo non violenza. E' qualcosa di eccezionale, di divino: è l'amore stesso che arde in Dio. A noi Gesù ha donato una fiamma di quell'infinito incendio, un raggio di quell'immenso sole: amore divino, acceso nel nostro cuore col battesimo e con la fede, alimentato dagli altri sacramenti, dono di Dio, che domanda però tutta la nostra parte, la nostra corrispondenza.

 

 

LUNEDI’ 19 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Celestino V, Papa; Sant’Ivo.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA LEGGE, SIGNORE, E’ VIA DI SALVEZZA.

 

Hanno detto: Al di sopra di tutte le opinioni e i partiti che agitano e travagliano la società e l’umanità intera, è il Vangelo che si leva. (Giovanni XXIII, papa).

Saggezza popolare: Una canna da zucchero non sempre è dolce da tutte le parti.

Un aneddoto: Il caricaturista John Leech aveva criticato Disraeli per trent’anni. Eppure quando nel 1868, Disraeli divenne ministro, fece una raccomandazione per i figli di Leech. Nel 1874 offrì il più alto riconoscimento a Thomas Carlyle sebbene questi in più occasioni gli avesse dato della scimmia. Disraeli spiegava: Non mi preoccupo di vendicarmi. Quando un uomo mi insulta, io scrivo il suo nome su un pezzo di carta e lo metto nel cassetto. E con sorpresa posso dire che gli uomini così catalogati hanno la capacità di essere dimenticati.

Parola di Dio: At 14,5-18; Sal 113B; Gv 14,21-26

 

Vangelo Gv 14, 21-26

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui”. Gli disse Giuda, non l'Iscariota: “Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?”. Gli rispose Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. Parola del Signore

 

“CHI ACCOGLIE I MIEI COMANDAMENTI E LI OSSERVA, QUESTI MI AMA”. (Gv. 14,21)

Spesso mi sono chiesto: “Ma sono capace di amare?” “Ma, come si fa ad amare veramente?”. Mi sono guardato attorno ed ho visto dei modelli per me inaccessibili. Gente disposta a dare la vita per l’altro, persone che impegnano anni per servire un fratello, consacrati che senti palpitare di amore per Dio, persone umili che scopri eroiche. “Non ce la farò mai. Gesù è molto realista, per amare bisogna partire da due cose semplici: accogliere i comandamenti e osservarli. Accoglierli e osservarli non come un peso, una legge da mettere in pratica per andare in Paradiso o per essere a posto davanti a se stessi e a Dio, ma come dono di amore e come capacità di amare. Questa è una meta che posso tentare e ritentare ogni giorno!

 

 

MARTEDI’ 20 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Bernardino da Siena; San Teodoro di Pavia.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI LA TUA PACE PER RICOSTRUIRE IL MONDO.

 

Hanno detto: Se vogliamo entrare nella vera preghiera, quella che ottiene tutto, dobbiamo distaccarci da tutti i nostri interessi per non vedere che Dio solo. (R. Voillaume).

Saggezza popolare: Non si parli dei propri successi a chi non è riuscito. Non si dimentichino mai le sofferenze e i fallimenti quando si arriva al successo.

Un aneddoto: Il poeta Eugene Field entrò una sera in un ristorante. Era Stanco e depresso. Il cameriere, piuttosto impaziente gli lesse velocemente una sfilza di piatti: Field lo guardò tristemente e disse: “Amico io non voglio niente di tutto questo. Quello che desidero è una tazza di caffè e qualche parola di amicizia”.

Parola di Dio: At 14,19-28; Sal 144; Gv 14,27-31a

 

Vangelo Lc 14, 27-31

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato”. Parola del Signore

 

“VI LASCIO LA PACE, VI DO LA MIA PACE. NON COME LA DA’ IL MONDO LA DO A VOI”. (Gv.14,27)

Pace è un’altra di quelle parole usate e strausate che alla fine hanno perso il loro vero significato. Pace diventa allora sinonimo di “non ammazziamoci”, di compromesso, di generico “vogliamoci bene”. Questo saluto che Gesù sovente dà ai suoi apostoli è invece denso di significati molto profondi: è l’augurio di pienezza di vita, di salute ma è soprattutto mettere Dio al suo posto, al primo posto. Quando l’uomo avrà veramente pace? Quando si costruirà nel modo giusto: quando cioè fonderà i suoi valori non sull’effimero, sul passeggero, ma su chi lo ha pensato, creato, amato. Allora il cuo­re dell’uomo, le sue attese non diventeranno più orgoglio che divide, si appropria, uccide, ma gioia, perdono, riconciliazione profonda con il fratello non più visto come un rivale da superare ma come un amico con cui camminare e costruire il Regno che il Signore stesso ha chiamato a realizzare.

 

 

MERCOLEDI’ 21 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Costantino; San Vittorio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTE LE NOSTRE RADICI SONO IN TE, O DIO.

 

Hanno detto: Non scoraggiatevi. La verità della vita consiste nella speranza sicura che il sole finirà col dissipare tutte le nuvole. (P. Teilhard de Chardin)

Saggezza popolare: Non si può pulire la gemma senza smeriglio, né perfezionare l'uomo senza metterlo alla prova.

Un aneddoto: Padre Bevilacqua era ufficiale degli alpini durante la guerra del 15-18. Era un militare, fu anche decorato con due medaglie, ma la sua attenzione era all’uomo. Era riuscito ad organizzare addirittura un commercio clandestino col nemico. Gli scambi avvenivano di notte. “Noi avevamo bisogno di sigarette, loro di pane, bene noi si mandava loro il pane e loro le sigarette. Dovevamo farci la guerra, ma questo era un altro discorso. Era già tanto dura, in quel tempo, su quel monte!”

Parola di Dio: At 15,1-6; Sal 121; Gv 15,1-8

 

Vangelo Gv 15, 1-8

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. Parola del Signore

 

“IO SONO LA VITE E VOI I TRALCI. CHI RIMANE IN ME E IO IN LUI FA MOLTO FRUTTO, PERCHE’ SENZA DI ME NON POTETE FAR NULLA”. (Gv. 15,5)

Gesù ci invita a “portare frutto”. Portare frutto non è un lusso del tralcio. E’ la sua ragion d’essere, il frutto non è l’ornamento della vigna. Ne costituisce il “dovere” più elementare. Per portare frutto bisogna però “rimanere in Lui”. Il frutto della Chiesa e del cristiano non deriva da tecniche più o meno raffinate, da documenti elaborati, da calcoli umani, da legami “politici” influenti, da organizzazione perfetta, ma dal “rimanere” in Cristo, dal non porre ostacolo a che la sua linfa vitale possa passare e agire in noi. I frutti poi, non sono necessariamente quelli più appariscenti. La vita, infatti, nasce e si sviluppa nell’oscurità, nella profondità, non tanto nel chiasso, nelle esteriorità, nelle apparenze. Quando siamo cuore a cuore con Cristo Lui può operare in noi e farci portare il frutto che desidera.

 

 

GIOVEDI’ 22 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rita da Cascia;Santa Caterina da Genova; Santa Giulia, vergine e martire.

Una scheggia di preghiera:

 

TI AMO SIGNORE, MIA FORZA, MIA VITA, MIA SALVEZZA.

 

Hanno detto: La gioia dipende dall’amore. Se avrete un grammo di amore, avrete un grammo di gioia. Se il vostro amore supera ogni misura, così sarà anche la vostra gioia. (John Wu)

Saggezza popolare: Può importarci poco degli uomini, ma abbiamo bisogno di un amico.

Un aneddoto: Il giornalista Ettore Masina, fu inviato speciale per il concilio Vaticano II. Dopo tutta una serie di incontri con i vescovi del terzo mondo decise di buttarsi con impegno nella difesa dei poveri, dei giusti perseguitati e nella salvaguardia dei diritti delle popolazioni più diseredate. “Ho capito la necessità di passare  dalla carità declamata alla carità vera, quella che non si limita ad assistere il povero, ma lo libera dalla propria povertà. C’è una poesia spagnola emblematica al riguardo: Il signor D’Olivares costruì un ospizio per i poveri ma prima creò i poveri”.

Parola di Dio: At 15,7-21; Sal 95; Gv 15,9-11

 

Vangelo Gv 15, 9-11

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Parola del Signore

 

 

“COME IL PADRE HA AMATO ME, COSI’ ANCH’IO HO AMATO VOI”. (Gv. 15,9)

I bambini sono meravigliosi nel loro modo di esprimersi. La nipotina di miei amici alla domanda: “Chi è la gioia della nonna” risponde con un monosillabo: “Io” e all’altra domanda: “Quanto bene mi vuoi?” è prima un allargarsi di braccine, poi la risposta: “Tanto come il mae” e poi un chiudersi di braccine attorno al collo, stretto stretto. Le parole di Gesù nel Vangelo rispondono proprio alla domanda: quanto bene ci vuole Gesù? Ebbene la risposta e inimmaginabile: ci vuole bene quanto il bene che il Padre vuole a Lui. La realtà dell’amore di Gesù va molto oltre le più fiduciose previsioni. La misura del suo amore è incommensurabile Egli, infatti, ci ha amati con tutto il suo essere e divinità, creandoci e ricreandoci nella grazia, dandoci tutto ciò che Egli è, come ha dimostrato nella sua incarnazione, passione, morte, risurrezione e come continua a manifestarci nei sacramenti e soprattutto nell’Eucaristia. Come possiamo rispondere a questo amore infinito? Amando l’Amore. Ma questo non si fa solo con dei bei propositi. L’amore per Gesù si dimostra vivendo secondo il suo esempio, osservando i comandamenti di Dio che si riassumono nell’amore a Dio stesso e nell’amore al prossimo. E amare con le parole e con le opere, è sorgente della nostra gioia.

 

 

VENERDI’ 23 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Desiderio; San Mercuriale.

Una scheggia di preghiera:

 

ACCOGLI, SIGNORE TUTTO L’AMORE NASCOSTO NEL MONDO.

 

Hanno detto: Gli uomini sono giusti con gli altri soltanto quando li amano. (Joubert, Pensieri)

Saggezza popolare: Puoi accompagnare un amico sulla sua strada per migliaia di miglia, ma è inevitabile che un giorno le vostre strade si separino.

Un aneddoto: Un saggio diceva: "Non dite che siamo pochi, o che l'impegno è troppo grande per noi. Forse, due o tre ciuffi di nubi sono pochi in un angolo di cielo d'estate? In un momento si stendono ovunque... arrivano i lampi, scoppiano i tuoni e piove su tutto.  Non dite che siamo pochi. Bastano anche pochi per cambiare tante cose".

Parola di Dio: At 15,22-31; Sal 56; Gv 15,12-17

 

Vangelo Gv 15, 12-17

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”. Parola del Signore

 

“NESSUNO HA UN AMORE PIÙ GRANDE DI QUESTO: DARE LA VITA PER I PROPRI AMICI”. (Gv. 15,13)

Una delle novità del cristianesimo è questa; avere dato un senso al dolore, aver portato al mondo quella che potremmo chiamare l’interpretazione pasquale della sofferenza. Grazie all’interpretazione pasquale del dolore, nessuno è inutile: anche chi soffre, chi piange, chi muore. Lo diceva bene, ad esempio, il grande studioso e ricercatore Teilhard De Chardin, il quale così scriveva alla sorella inchiodata a letto: “Marguerite, mentre scorazzavo per i mari e per continenti, appassionatamente intento a guardare tutti i colori che salivano dalla terra, tu, immobile e distesa, in fondo all’animo trasformavi silenziosamente in luce le peggiori ombre del mondo. Nell’ottica del Creatore, dimmi, chi di noi due ha avuto la parte migliore?”.

 

 

SABATO 24 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Festa di Maria Ausiliatrice. San Patrizio; San Vincenzo di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RENDICI TESTIMONI DEL TUO NOME.

 

Hanno detto: L’odio fa sempre più male a chi odia che non a chi è odiato. (G. Thibon)

Saggezza popolare: Chi compra un magistrato vende la giustizia.

Un aneddoto: Don Michele Rua si trovava in montagna, una domenica, ospite di un amico parroco. Ad un certo punto si affacciarono alla finestra per ammirare lo splendore delle montagne e videro un anziano contadino che stava raccogliendo il fieno nel prato di fronte alla canonica. Il parroco sorridendo gli disse: “Francesco non sai che il buon Dio ha lavorato per sei giorni, ma il settimo si è riposato? “Certo che lo so – fu la pronta risposta del contadino. Poi additando alcuni grossi nuvoloni all’orizzonte, ma Lui in sei giorni aveva finito. Io no!”

Parola di Dio: At 16,1-10; Sal 99; Gv 15,18-21

 

Vangelo Gv 15, 18-21

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato”. Parola del Signore

 

SE IL MONDO VI ODIA, SAPPIATE CHE PRIMA DI VOI HA ODIATO ME. (Gv. 15,18)

Da sempre la verità cristiana è stata osteggiata. Pensiamo alle comunità primitive, ai martiri di Roma, ai martiri odierni in tanti paesi di missione. Ma c’è anche un altro modo di non accettare e di contrastare Cristo e i cristiani ed è quello di svilire, vanificare le loro parole e le loro opere. Provate a pensare, ad esempio, a qualche dibattito televisivo dove, andando controcorrente, qualche cristiano manifesta la propria fede o i propri valori morali. Facilmente viene zittito quando non viene addirittura deriso o accusato di moralismo ipocrita. Il male attacca il bene. Anche nella nostra vita possiamo trovare il sorrisino perché qualcuno ci ha visto in mano il rosario, l’accusa di “baciapile” perché per noi è una gioia la messa della domenica, la presa in giro davanti ad una scelta morale, la distorsione gratuita di un pensiero, la facile battuta nei confronti di una frase del Vangelo. Quando succede questo non giudichiamo e non spaventiamoci, è buon segno! Vuol dire che stiamo dando un po’ di testimonianza, che il nostro modo di vivere provoca.

 

 

DOMENICA 25 MAGGIO: 6^ DOMENICA DI PASQUA

Tra i santi ricordati oggi: San Beda venerabile; San Gregorio VII; Santa Maria Maddalena de Pazzi.

Una scheggia di preghiera:

 

NON CI ABBANDONARE: SENZA DI TE SIAMO PERSI.

 

Hanno detto: “L’amore ha impedito a Dio di restare solo”. (san Tommaso d’Aquino)

Saggezza popolare: Quello che si impara a proprie spese, non lo si dimentica facilmente.

Un aneddoto: Don Alberione, durante la sua vita sia per il sostentamento delle congregazioni da lui fondate, sia per l’pera della Stampa e del mondo della comunicazione, fu anche un grande manager. Uno dei suoi collaboratori, Don Muzzin  lo definisce così: “Aveva una sua teoria economica molto semplice: i soldi entrano da una tasca ed escono dall’altra, girando sempre; e poi diceva “Bisogna sempre avere qualche debito perché stimola a lavorare”. In San Paolo, tra i suoi collaboratori sembra girasse questa battuta: “Quando morirà gli metteranno in mano il Vangelo, il Rosario e una cambiale”.

Parola di Dio: At 8,5-8.14-17; Sal 65; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21

 

Vangelo Gv 14, 15-21

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui”. Parola del Signore

 

“NON VI LASCERO’ ORFANI”. (Gv. !4,18)

La missione terrena di Gesù volge al termine. Egli può dire di aver compiuto la volontà del Padre, può dire di avere amato pienamente la nostra umanità. Ma Gesù non ha finito il suo giretto terreno e adesso se ne torna nel suo paradiso beato. Quello che è successo, l’amore che ci ha donato, lo lega alla nostra umanità fino alla fine dei tempi. Non solo non ci abbandonerà, “non ci lascerà orfani”, ma neanche Lui può più restare orfano di noi: abbiamo occupato un posto importante nel suo cuore. Ed ecco allora tutta una serie di promesse alcune delle quali a prima vista sembrano quasi contraddittorie mentre invece esprimono la realtà d’amore di cui siamo circondati. Gesù promette un Consolatore, il suo Spirito, ma ci dice che questo Spirito è già in noi. Infatti lo Spirito di Dio ci sostiene in vita, opera nei Sacramenti, agisce in tutti coloro che accogliendolo desiderano “rivestirsi” di Cristo. Gesù se ne va ma resta sempre con noi, infatti se noi sappiamo riconoscerlo Lui è presente in mille modi diversi in una qualsiasi giornata della nostra vita dal dono più grande dell’ Eucaristia all’ incontro continuo con Lui nei nostre fratelli e nei fatti della vita, alla possibilità della comunione nella preghiera e nella carità. I suoi comandamenti poi, se sappiamo accoglierli non sono affatto pesanti ma sono l’atto di amore con cui possiamo essere grati e rispondere all’amore che Lui ci ha manifestato e continua a manifestarci ogni giorno.

 

 

LUNEDI’ 26 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Filippo Neri; San Quadrato.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SANTO SPIRITO, RIEMPI I CUORI DEI TUOI FEDELI, ACCENDI IL FUOCO DEL TUO AMOR.

 

Hanno detto: “Non potete chiamare vostro Padre il Dio di ogni bontà, se conservate un cuore crudele e disumano; in tal caso, infatti, non avete più in voi l’impronta della bontà del Padre celeste”. (San Giovanni Crisostomo)

Saggezza popolare: La ricchezza non s'acquista senza fatica, non si possiede senza timore, non si gode senza peccato, non si lascia senza dolore.

Un aneddoto: Un uomo stava trainando una roulotte con grande difficoltà perché il vento gli era contrario. Poi, ad un certo momento è stato sorpassato da un grosso TIR, dietro al quale si è subito messo. Finché rimaneva sulla scia del grosso automezzo il suo percorso era molto più facile e quasi automaticamente imparava a memoria tutto ciò che era scritto sulla parte posteriore dell'automezzo. Dopo un po' di tempo, però, cominciò ad annoiarsi di seguire il camion e così ha cercato di sorpassarlo. Ma quando si è messo nell'altra corsia ha subito trovato che il vento gli era contrario. Così è per il credente. Può andare avanti nella vita solo finché segue fedelmente e da vicino il Signore; altrimenti i venti della vita porranno una resistenza insuperabile al suo cammino e per il suo progresso spirituale. Dio non ci ha promesso un percorso facile, ma ci ha assicurato un arrivo meraviglioso!

Parola di Dio: At 16,11-15; Sal 149; Gv 15,26 -16,4a

 

Vangelo Gv 15, 26 - 16,4

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato”. Parola del Signore

 

“QUANDO VERRA’ IL CONSOLATORE CHE IO VI MANDERO’ DAL PADRE, LO SPIRITO DI VERITA’ CHE PROCEDE DAL PADRE, EGLI MI RENDERA’ TESTIMONIANZA”. (Gv. 15,26)

Chi è lo Spirito Santo che Gesù promette e che noi invochiamo preparandoci alla festa di Pentecoste? E’ lo Spirito di Dio che “aleggiava sulle acque” alla Creazione; è la Sapienza che si trasforma in Legge per il popolo eletto; è lo Spirito che adombra Maria per donarci Gesù; è lo Spirito che guida Gesù a compiere la volontà del Padre, ed è ancora lo Spirito che riempie gli apostoli di coraggio per una piena testimonianza cristiana. E’ lo Spirito di cui abbiamo bisogno noi per conoscere ed adorare il mistero di Dio, è lo Spirito che ci dà la pos­sibilità di testimoniare non noi stessi, ma Gesù; è lo Spirito che ci rende fratelli e ci fa Chiesa. Chiediamolo a Gesù.

 

 

MARTEDI’ 27 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino di Canterbury, San Giulio martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO FACCI SENTIRE LA TUA PRESENZA DI AMORE.

 

Hanno detto: “Padre nostro: questo nome suscita in noi, contemporaneamente, l’amore, il fervore nella preghiera e anche la speranza di ottenere ciò che stiamo per chiedere. Che cosa infatti Dio può negare alla preghiera dei suoi figli, dal momento che ha loro concesso, prima di tutto, di essere suoi figli?” (S. Agostino)

Saggezza popolare: Chi troppo risparmia, viene la gatta e se lo mangia.

Un aneddoto: Una bambina orfana aspettava da mesi in un orfanotrofio qualcuno che l'adottasse. Finalmente un giorno venne una coppia, parlò con il giudice tutelare e poi con la bambina. Immaginate la gioia della bimba quando disse che ora avrebbe avuto un padre e una madre: avrebbe avuto una famiglia! Guardò con gli occhi splendenti i suoi nuovi genitori ed esclamo: "È così bello essere richiesta"! Dio ci richiede tutti.

Parola di Dio: At 16,22-34; Sal 137; Gv 16,5-11

 

Vangelo Gv 16, 5-11

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai? Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato”. Parola del Signore

 

“SE NON ME NE VADO NON VERRA’ A VOI IL CONSOLATORE”. (Gv. 16,7)

E’ bellissimo e significativo il nome che Gesù dà allo Spirito Santo proprio mentre ce lo promette: Egli è il Consolatore, cioè Colui che sta con coloro che rischiano di essere soli. Se guardiamo alla Bibbia lo Spirito Santo aleggiava sulle acque, cioè non ha permesso alla creazione di rimanere sola ma l’ha riempita della vita; nel Battesimo di Gesù è ancora lo Spirito Santo che garantisce Gesù nella sua missione e nella comunione con il Padre; in Maria è lo Spirito Santo che riempie il suo cuore e le fa generare il Figlio di Dio ed è ancora Lui, lo Spirito, che accompagna Maria in mezzo al mistero della sua vita, nella solitudine dell’esilio, nel dolore della croce, nel restare in mezzo ai discepoli mentre Gesù è salito al cielo. (Maria assumerà talmente a fondo i doni dello Spirito che anche Lei diventerà Consolata e Consolatrice, come la veneriamo noi a Torino). E la Chiesa perché è nata, perché dopo duemila anni di povertà umane è ancora in piedi? Perché non è sola, perché nella solitudine degli egoismi umani è costituita, sostenuta, perdonata, formata dallo Spirito Santo, da quello Spirito che, se ascoltato, fa ricordare chi sia Gesù, ci aiuta a ritrovare il suo modo di pensare e di agire e a manifestarlo agli uomini. Non è forse lo Spirito Santo che ha dato la forza a tante persone deboli di diventare martiri per la fede? Non è ancora lo Spirito Santo  che ha sostenuto e sostiene tanti cristiani nella fede? Una delle cose più brutte e più difficili per l’uomo è quella di non sentirsi amato, di vedersi abbandonato, non considerato. Se noi nel silenzio lasciamo parlare in noi lo Spirito di Gesù ecco che Lui ci ricorda una realtà bellissima: “Se anche una mamma si dimenticasse del suo bambino, Dio non si dimentica di te”, “Dio ha guardato alla tua miseria e vuol fare cose grandi in te”, “Io vi chiamo amici, e non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici”, “Anche se i vostri peccati fossero rossi come lo scarlatto diventeranno bianchi come la neve”…

 

 

MERCOLEDI’ 28 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino di Canterbury, San Giulio martire.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTAMI, SIGNORE, A SCOPRIRE LA BELLEZZA DEL VIVERE OGGI.

 

Hanno detto: Bisognerà che il Signore faccia tutte le mie volontà in cielo, perché io non ho fatto mai la mia volontà sulla terra. (S.Teresa di Lisieux)

Saggezza popolare: Chi divide riceve la parte peggiore. (Prov. Napoletano)

Un aneddoto: Padre Mariano durante una gita con un gruppo giovanile, incontrò lungo un sentiero una contadina, curva sotto il peso della gerla carica di fieno. Fecero un tratto di strada insieme e arrivarono all'abitazione della donna, che indaffaratissima trovò tuttavia il tempo per offrire al sacerdote un bicchiere di vino e fermarsi a parlare con lui. Prima di congedarsi le disse: - Lei mi sembra proprio felice della sua vita. - Se sono felice? - rispose la donna - non ho assolutamente il tempo di pensarci.

Parola di Dio: At 17,15.22 - 18,1; Sal 148; Gv 16,12-15

 

Vangelo Gv 16, 12-15

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà”. Parola del Signore

 

“MOLTE COSE HO ANCORA DA DIRVI MA PER IL MOMENTO NON SIETE IN GRADO DI PORTARNE IL PESO”. (Gv. 16,12)

Gesù vuol dirci che la fede è un cammino, è una via in sviluppo. Ci sono quotidianamente cose nuove da scoprire in Dio, un po’ come succede ad un fidanzato, a uno sposo, ad un amico nello sviluppo di una relazione di amore. Come gli apostoli, io non sono che all’inizio. Accetto, o Signore, che Tu dica così anche a me. C’è una quantità di cose che io, ora, non posso capire ma che tu mi rivelerai poco per volta se sarò fedele ad ascoltare la voce dello Spirito che parla al mio cuore e che mi parla di Te, Gesù. Fa’ che io non mi consideri mai soddisfatto, pieno di me stesso e delle mie conoscenze dottrinali. E fa’, Signore, che io pensi anche a coloro con i quali vivo. Per essi è la stessa cosa. Anch’essi sono nel cammino della fede ci sono delle  verità, delle attitudini che anch’essi devono ancora scoprire. Dammi, Signore, la tua pazienza, la tua pedagogia. Che io non metta sulle spalle di altri, pesi che essi non possono portare che io sappia camminare al ritmo della tua grazia, al ritmo dei tuoi passi, accompagnando i miei fratelli nel loro cammino. Signore insegnami a fare come ha fatto tua Madre: Lei è entrata per fede nel mistero di ciò che Tu la chiamavi a compiere. Non  sapeva tutto, Si meravigliava di quanto le stava succedendo, si chiedeva il perché delle cose, ma “teneva nel suo cuore tutto, meditandolo” e si abbandonava alla volontà dello Spirito. Fa’ che anch’io sia come una foglia abbandonata al ‘Vento’, per essere portato là dove tu vuoi”.

 

 

GIOVEDI’ 29 MAGGIO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimino, vescovo; Santa Teodosia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA TUA CROCE LE NOSTRE CROCI DIVENTANO LEGGERE.

 

Hanno detto: Tu sai cosa desideri, ma Dio solo sa che cosa ti giova. (S. Agostino)

Saggezza popolare: Quando il pidocchio sale in gloria, perde la ragione e la memoria. (Prov. Napoletano)

Un aneddoto: Una donna arriva disperata dal suo ginecologo e disse:

Dottore Lei mi deve aiutare, ho un problema molto, ma molto serio mio figlio ancora non ha completato un anno ed io sono di nuovo incinta, non voglio altri figli in un così corto spazio di tempo, ma si con qualche anno di differenza. Allora il medico domandò: Bene, allora Lei cosa desidera che io faccia? La Signora rispose: voglio interrompere questa gravidanza e conto sul suo aiuto. Il medico allora iniziò a pensare e dopo un lungo silenzio disse: Penso che abbia trovato un metodo per risolvere il suo problema meno pericoloso per Lei. La signora sorrise pensando che il medico aveva accettato la sua richiesta. Il Dottore continuò a parlare: Allora cara signora, per risolvere il suo problema e non stare con 2 neonati in un così corto spazio di tempo, uccidiamo questo che è fra le sue braccia, cosi lei potrà riposare per 9 mesi finché avrà l'altro. Se dobbiamo uccidere, non fa differenza fra questo o quell'altro, anche perché sacrificare questo che lei ha tra le sue braccia è molto più facile, perché non ci saranno rischi per Lei. La donna rimase molto più che disperata e disse : No dottore uccidere un bambino è crimine!!! Il dottore rispose: Anch'io la penso come Lei, ma Lei era tanto convinta che ho pensato di aiutarla. Dopo alcune considerazioni, il dottore capì che la sua lezione aveva fatto il suo effetto, e riuscì a far capire alla madre che non c'era la minima differenza fra quello tenuto in braccio e quello dentro del suo ventre. Sorrise e disse: ci vediamo fra una settimana per la prima ecografia e per sentire il cuoricino del fratellino.

Parola di Dio: At 18,1-8; Sal 97; Gv 16,16-20

 

Vangelo Gv 16, 16-20

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ancora un poco e non mi vedrete; un po’ ancora e mi vedrete”. Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: “Che cos'è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po’ ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?”. Dicevano perciò: “Che cos'è mai questo "un poco" di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire”. Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: “Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un po’ ancora e mi vedrete? In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia. Parola del Signore

 

“ANCORA UN POCO E NON MI VEDRETE: UN PO’ ANCORA E MI VEDRETE”. (Gv. 16,16)

Nulla è più tormentoso della vibrazione di un cuore che teme di perdere un amato. E’ lo stato d’animo dei discepoli, quasi completamente smarriti dopo le parole di Gesù che vuole prepararli al distacco e alla prova  del Calvario. Se in certi giorni la nostra fede è una luce che ci illumina, una capacità che ci rende forti, anche per noi in certi giorni giunge la notte della fede, il momento in cui non “vediamo” non “tocchiamo”, in cui abbiamo paura di perdere o di aver perso il Signore. Quando poi anche noi dobbiamo salire verso il calvario e ci sentiamo oppressi dal peso delle croci ci sembra di essere totalmente soli, abbandonati da Dio e dagli uomini. Ma il Signore non ci lascia soli, ci dice “ancora un poco” e i tre giorni sono passati: la croce ora è albero fiorito, il chicco di grano è morto e dalla sua morte è nata la vita.

 

 

VENERDI’ 30 MAGGIO:

Tra i santi ricordati oggi: San Gavino, martire; Santa Giovanna d’Arco.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, GESU’, AD AMAR LA CROCE PER VINCERE LA CROCE.

 

Hanno detto: Come il cratere di un vulcano spento si riempie di acqua pura, così le più violente passioni, quando il loro fuoco é placato, scavano nell'anima una specie di profondità che diventa a poco a poco trasparente e nella quale si riflette il cielo tutt'intero. (Lavelle)

Saggezza popolare: Voleva farsi il segno della croce e si cecò un occhio. (Prov. Napoletano)

Un aneddoto: L'attore inglese Michael Caine è cresciuto in una famiglia «ecumenica»: il padre era cattolico, la madre metodista. La tolleranza religiosa continua a far parte della vita dell'attore, che racconta: da dieci anni mi sono sposato con una moglie mussulmana, e la nostra bambina ha due nomi, uno cristiano, Natascia, e uno islamico, Hallma. Una sera le ho chiesto quale preghiera dicesse nel coricarsi, e lei mi ha recitato la «Sura» del Corano che fa l'elogio della Madonna: «Ed ecco presero la parola gli angeli: O Maria, Allah ti ha prescelta, ti ha resa immacolata, ti ha posta sopra tutte le donne del creato ... Allah ti annuncia la buona novella d'una parola che viene da Lui e il cui nome sarà il Cristo ... »

Parola di Dio: At 18,9-18; Sal 46; Gv 16,20-23a

 

Vangelo Gv 16, 20-23

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia”. Parola del Signore

 

“NESSUNO VI POTRA’ TOGLIERE LA VOSTRA GIOIA”. (Gv. 16,22)

Ogni volta che leggo nella Bibbia la storia della creazione dell’uomo mi piace poter pensare che Dio, ‘impastando la polvere della terra’ ed ‘alitando su di essa’, vi abbia sorriso. Per me l’uomo è nato da un sorriso di Dio. E la gioia è quel sorriso di Dio che, nonostante tutto, ognuno di noi ha nel suo cuore. Vivere la gioia è vivere il presente e trovare nelle piccole cose il conforto per essere quelle persone meravigliose ed uniche che siamo. Vivere la gioia è capire che quanto accade, accade per il nostro bene e che tutto ci è donato per il nostro meglio. Vivere la gioia è pensare grande, al di là delle piccole beghe e difficoltà quotidiane, dei desideri effimeri, delle necessità superflue. Vivere la gioia è vedere bello, nonostante i nostri cattivi pensieri sugli altri e degli altri nei nostri confronti. E’ vedere bello, uscendo da un dolore che ci ha prostrati. Vincendo la debolezza che ci ha sfiniti. E’ vedere con gli occhi del cuore e dell’anima al di là di tutto quanto ci può disturbare. Essere gioia è saper accettare anche senza capire, è l’abbandono e la fiducia in Qualcuno che provvederà a noi. Noi non potremmo vedere correttamente senza il Suo aiuto. Essere gioia è vedere gli altri, oltre noi stessi, è saper cambiare noi stessi per poter cambiare e migliorare il mondo intorno a noi. Essere gioia, in fondo, non è che riscoprire quello stesso sorriso di Dio sulla polvere che Lui aveva modellato, ed è capire che questo sorriso è ancora profondamente nel cuore di ciascuno di noi.

 

 

SABATO 31 MAGGIO: FESTA DELLA VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: Santa Petronilla di Roma; San Vitale di Assisi.

Una scheggia di preghiera:

 

AVE MARIA!

 

Hanno detto: Un cristiano che non ama la meditazione è moralmente impossibile che viva fervoroso, ma vivrà tiepido e rilassato. A maggior ragione un sacerdote o un religioso. (S. Alfonso de Liguori)

Saggezza popolare: Chi s’inciampa due volte nello stesso cespuglio, merita nessuna compassione. (Prov. Piemontese)

Un aneddoto: A Calcutta, nell'ex-tempio della dea Kalì, ora «Ospedale dei fratelli moribondi », in fondo ad uno dei due grandi dormitori, su un piedistallo fissato alle parete, guarda sulle sofferenze umane una piccola statua della Madonna. La statuina di creta non ha nulla di speciale, però le brilla sul petto la somma onorificenza, che il governo Indiano, in segno di alta considerazione, ha offerto a Madre Teresa: la Padmashri Medal.  Madre Teresa di Calcutta, appena insignita, corse subito ad appendere la medaglia al collo della Vergine Maria, dicendo: - È Lei, la Vergine Santissima, l'unica responsabile delle nostre opere, la principale artefice di quel poco di bene  che facciamo! Ma quell'umile statuina, che guarda e aiuta la gente di Calcutta a morire, porta un altro gioiello: ha sul capo una piccola corona d'oro, fatta con gli anellini che le donne indiane usano portare ad una narice: alcune di loro, prima di morire, in maniera umana, in quell'ospedale, fecero a Maria il loro dono d'amore. La corona più preziosa, offerta dal cuore riconoscente di chi non ha nulla e perciò muore di fame!

Parola di Dio nella festa della Visitazione: Sof. 3, 14-18; opp: Rm 12,9-16; Cantico da Ct. 2,8.10-14; Lc. 1, 39-56

 

Vangelo Lc 1, 39-56

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore". Allora Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre". Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

 

«Ha guardato l'UMILTA' della sua serva». (lC.1, 48)

Terminiamo il mese di maggio con la festa della Visitazione e ci facciamo aiutare nella riflessione da  “Una Parola di vita” scritta moti anni fa da Chiara Lubich: Sai a che punto del Vangelo si trovano queste parole? Sai chi le ha pronunciate? Certamente sì. Maria è nota ai cuori degli uomini e quindi anche al tuo: s'è fatta strada come solo una madre sa fare. Ed ha pronunciato queste parole allorché ha innalzato a Dio, dinanzi ad Elisabetta, sua cugina, il canto chiamato «Magnificat ». Esso inizia così: «L'anima mia magnifica il Signore ed il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato la bassezza della sua serva» Dio che «guarda», è un'espressione usata nell'Antico Testamento. E indica l'amore attivo di Dio che pensa ad intervenire in aiuto dei suoi. Qui « guarda » Maria per arrivare alla salvezza dell’umanità. «Bassezza» significa piccolezza, nullità, contare poco; è la condizione per essere «serva» di Dio. Ma perché Dio ha guardato Maria? Per scegliere lei giovinetta fra tutte le ragazze del mondo ed affidarle un compito incredibile: divenire madre del Figlio di Dio, di Gesù Dio. Ma se Maria ha avuto un tale destino e se gli eletti di Dio sono pochi, tutti siamo in certo modo «guardati» da lui. Se così non fosse, Gesù non potrebbe dire per ciascuno di noi quella frase che sempre commuove: «perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati» (Mt.10, 30). Si, anche tu sei «guardato» da Dio. Egli ha pensato per te una magnifica storia, ha previsto per la tua vita uno splendido disegno. Potrai vivere questa storia, potrai realizzare questo disegno se compirai ogni giorno, ogni attimo, come Maria la volontà di Dio. Dice Lagrange, un noto teologo francese, che in queste parole la Vergine non parla della sua umiltà, lei la vive. Maria tiene davanti a Dio l'atteggiamento più perfetto. Osservi? Quale comportamento più intelligente, più indovinato, più conforme alla fede, per una creatura di fronte a Dio? Non è forse logico presentarsi al Signore del Cielo e della terra, al creatore dell'universo, con una completa apertura alla sua parola, con un'assoluta disponibilità al suo volere, con una piena coscienza della propria piccolezza? Maria è cosi. E con questo atteggiamento ella collabora nella maniera più efficace all'azione di Dio. Inoltre, poiché Maria si comporta cosi perfettamente, ella è modello di ogni cristiano. Cosi ogni credente, cosi tu stesso puoi diventare protagonista del tuo divino destino nella misura in cui accetti di morire a te stesso per lasciar posto all'agire di Dio. Egli predilige in modo speciale le persone che il mondo emargina, disprezza, tiene in poco conto. E attraverso esse che egli usa manifestare la sua potenza. Sta infatti scritto: «Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla...» (1Cor. 1, 27-29). Cosi è fatto quel Dio a cui noi crediamo. Egli non teme di macchiare l'idea che gli uomini si fanno della sua grandezza stando dalla parte del debole, dell'indifeso, del povero. Il nostro Dio è tale che manda in frantumi tutto ciò che può apparire sicurezza, forza, appoggio, come la ricchezza e l'onore. Egli predilige i semplici. Come ha fatto con Maria, così' in genere fa con coloro che lasciano il loro nome alla storia perché benefattori dell'umanità, o perché destinati a portare agli uomini un suo messaggio. Parlo dei santi. Dove ha pescato i suoi apostoli? Dove un Giovanni Bosco, un Curato d'Ars, una Angela Merici, un Martin de Porres, una Gemma Galgani? Dove una Bernadette e dove i piccoli bambini di Fatima? In tale Dio riposa la speranza dei credenti e particolarmente di coloro che si sentono schiacciati e impotenti nel mondo di oggi, dominato dal consumismo, dalle ingiustizie su vasta scala e dai potenti. Sei tu un contadino, un operaio, un pescatore, una semplice donna di casa, un modesto impiegato o un bambino? Godi perché Dio ha simpatia per te. Sei invece ricco, hai in mano le sorti del tuo Paese, sei nobile, occupi i ranghi principali della società? Fatti povero di spirito, semplice, umile perché Dio non stia lontano da te. Dio ti e guarda  se assomigli a Maria. Infatti egli ha guardato la bassezza della sua serva.

     
     
 

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