SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
FEBBRAIO 2014
SABATO 1 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Orso di Aosta; Santa Anna Michelotti; Santa Brigida di Cell Dara.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, SOLO TU PUOI SALVARCI.
Hanno detto: Lo scopo principale della vita è vivere rettamente, pensare rettamente, agire rettamente. Lo spirito languisce quando ci dedichiamo solo al corpo" (Gandhi).
Saggezza popolare: Giudica i tuoi successi dagli sforzi che hai fatto per raggiungerli.
Un aneddoto: Copernico, nato nel 1473 e morto nel 1543, fu l'iniziatore dell'astronomia moderna. Quando morì, il suo corpo fu deposto nella chiesa di Warmic in Polonia. Sopra una modesta lapide si leggeva, in latino, la seguente iscrizione: "Io non domando il perdono accordato a Paolo, né spero la grazia donata a Pietro. Ti chiedo, Signore, solamente ciò che hai accordato al ladrone sulla croce".
Parola di Dio: 2Sam 12,1-7a.10-17; Sal 50; Mc 4,35-41
Vangelo Mc 4, 35-41
Dal vangelo secondo Marco.
In quel giorno, verso sera, Gesù disse ai suoi discepoli: “Passiamo all'altra riva”. E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t'importa che moriamo?”. Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: “Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?”. Parola del Signore
ALLORA LO SVEGLIARONO E GLI DISSERO: “MAESTRO, NON TI IMPORTA CHE MORIAMO?”. (Mc. 4,38)
Se sfogliamo il libro dei Salmi ci capita spesso di trovare frasi come quella che gli apostoli, spaventati dalla tempesta, hanno rivolto a Gesù. “Signore, svegliati! Perché dormi? Non vedi la nostra afflizione? Non ti importa del popolo che ti sei scelto?”. E anche oggi, in certi momenti della nostra vita, può esserci chiara questa sensazione: “Dio mi ha abbandonato, Dio non ascolta più le mie preghiere!”. Se davvero hai caricato Gesù sulla tua barca, non preoccuparti se Lui sembra dormire nel momento della prova. Forse il suo dormire è solo per far scaturire da te la vera preghiera, quella sincera che ti fa sperimentare davvero la tua impotenza e il bisogno assoluto di Lui. Non preoccuparti di disturbarlo, di svegliarlo, di scuoterlo. E anche, se destandosi, ti dirà come ai discepoli: “Non hai ancora fede”, poi ti aiuterà a passare in mezzo alla tempesta per giungere “velocemente” al porto.
DOMENICA 2 FEBBRAIO: PRESENTAZIONE DEL SIGNORE
Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina De Ricci; San Cornelio, centurione.
Una scheggia di preghiera:
OGNI NOSTRA SOFFERENZA E’ TUA SIGNORE!
Hanno detto: Non stanchiamoci mai di lodare un Re e Signore di tanta maestà, il quale ci ha preparato un regno che mai finirà, in cambio di qualche piccola sofferenza avvolta in mille gioie e che domani avrà termine. Sia egli benedetto sempre! Amen, amen! (S. Teresa d’Avila).
Saggezza popolare: Su dieci riverenze o scappellate, nove vanno al vestito che portate.
Un aneddoto: Il padre fondatore dello scautismo, sintetizzò il senso e l’indirizzo della associazione dei Boy-scout con questo semplice motto: “Bastare a se stessi e servire gli altri”.
Parola di Dio: Ml 3,1-4; Sal 23; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40
2^ Lettura Eb 2,14-18
Dalla lettera agli Ebrei
Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova. Parola di Dio
“GESU’ PROPRIO PER ESSERE STATO MESSO ALLA PROVA ED AVER SOFFERTO PERSONALMENTE, E’ IN GRADO DI VENIRE IN AIUTO A QUELLI CHE SUBISCONO LA PROVA”. (Eb. 2,18)
Tante volte quando parlo della sofferenza a dei malati quasi provo un senso di vergogna: è facile parlare di sofferenza quando si sta bene. E' facile per un dio dire: "soffri che poi godrai"; sei un dio, stai bene, hai l'immortalità! il nostro Dio non è così, ha provato tutto il male eccetto il peccato. Ha camminato, sofferto la fame e la sete, la tentazione, il tradimento degli amici, l'incomprensione, il dolore fisico, l'umiliazione, la solitudine, l'ingiuria.... Credi ancora che non possa capirti? Pensi ancora di essere solo a soffrire? Credi che le sue parole siano solo vuote parole di un vago incoraggiamento? Oggi contempliamo il gesto della presentazione al tempio di Gesù. E’ Gesù che offre se stesso al Padre per noi Lui offre la sua sofferenza che diventa Redenzione ma offre anche ogni nostra sofferenza perché nulla di così prezioso vada perduto.
LUNEDI’ 3 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Biagio, Vescovo e Martire; Sant’Ansgario (Oscar), Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI, GESU’, DAL MALE E DAL MALIGNO.
Hanno detto: L’uomo non è solo sentimento, è intelligenza, volontà, azione. Tutto l’uomo deve lasciarsi invadere dal seme fecondo che è la Parola di Dio, Cristo Gesù.
Saggezza popolare: Ecco il vezzo più italiano, lamentarsi e far baccano.
Un aneddoto: Un uomo e una donna sedevano presso una finestra che si apriva sulla primavera. Sedevano vicini l'uno all'altra. E la donna disse: «Ti amo. Sei bello, e ricco, e indossi sempre begli abiti». E l'uomo disse: «Ti amo. Sei un pensiero meraviglioso, sei una cosa troppo preziosa per tenerla nella mano, sei una canzone nei miei sogni». Ma la donna distolse il volto, incollerita, e disse: «Lasciami, te ne prego. Non sono un pensiero, e non sono una cosa che passa nei tuoi sogni. Sono una donna. Voglio che mi desideri come moglie, come madre dei bimbi che un giorno avremo». E si separarono. E l'uomo disse: «Ecco che un altro sogno si dissolve in nebbia». E la donna disse: «Che farsene di un uomo che mi trasforma in nebbia e sogno?» (Gibran).
Parola di Dio: 2Sam 15,13-14.30; 16,5-13a; Sal 3; Mc 5,1-20
Vangelo Mc 5, 1-20
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, e urlando a gran voce disse: "Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!". Gli diceva infatti: "Esci, spirito immondo, da quest'uomo!". E gli domandò: "Come ti chiami?". "Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti". E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione. Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. E gli spiriti lo scongiurarono: "Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi". Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare. I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto. Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: "Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato". Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decapoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati. Parola del Signore
"COME SCESE DALLA BARCA GLI VENNE INCONTRO UN UOMO POSSEDUTO DA UNO SPIRITO IMMONDO". (Mc. 5,2)
Ci troviamo davanti ad un duplice incontro: Gesù e un uomo malato nel profondo, ma anche Gesù il bene e il male demonio. Nel primo incontro c'è tutta l'attenzione di Gesù per quest'uomo, la solidarietà che si fa gesto di guarigione. Nel secondo l'eterno scontro tra la potenza del male e la forza liberante del bene. La potenza del male è forte, è addirittura "legione" e personifica tutti i mali ricorrenti nel mondo che "legano", rendono schiavo l'uomo; possiamo indicarne alcuni dei più ricorrenti: l'autoritarismo nella famiglia, tra generazioni, nei rapporti tra uomo e donna, la volontà di dominio dei potenti, l'esplosione di una sessualità ridotta a pura soddisfazione dei sensi, la perdita del senso e del valore dell'uomo. E davanti a tanto male l'uomo diventa impotente. Solo una forza più grande può contrastare questo male. Solo Gesù, l'uomo-Dio veramente libero può contrastare il male e vincerla. Davanti all'enormità del male nel mondo si può diventare fatalisti, si può ricorrere a forme di magismo o si può contrastare il male con la forza liberante di Cristo. Se da solo affronto il male che c'è in me, sono uno sconfitto in partenza. Ma se mi fido di Cristo compirò le sue opere di liberazione, di bene, di fiducia e allora le catene e i vincoli poco per volta cadranno non solo dalle mie mani, e se anche il male e la morte sembreranno avere esteriormente la vittoria proprio come per Cristo, nella morte stessa c’è già il germe di una vita nuova, incorruttibile.
MARTEDI’ 4 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Corsini, vescovo; San Federico, abate.
Una scheggia di preghiera:
PURIFICAMI, O SIGNORE, SARO’ PIU’ BIANCO DELLA NEVE.
Hanno detto: L’Eucaristia è un prodigio che fiorisce da quel prodigio di inesauribile amore che è il mistero pasquale. Dio nell’Eucaristia di Gesù prende sul serio la propria volontà di alleanza, cioè la decisione di stare realmente tra gli uomini, di accoglierli come figli, di attrarli nell’intimità della sua vita. (Card. C.M. Martini).
Saggezza popolare: Chi dice tutto quanto e nulla serba - vada coi ciuchi a pasturare l'erba.
Un aneddoto: Pio V era riuscito con grande sforzo ad imporre una tregua nelle risse degli stati Europei per unire tutti in una “santa alleanza” contro l’invasione turca. Il 7 ottobre 1571 i cristiani vinsero i turchi nella battaglia di Lepanto. Il Papa era a Roma e quindi non poteva avere notizie dirette degli avvenimenti ma ebbe una visione in cui vide schiere di angeli attorniare la Madonna che aveva in braccio Gesù e nell’altra mano la corona del Rosario. Certo fosse questo segno di vittoria Pio V fece suonare tutte le campane di Roma a mezzogiorno. Da questo nasce l’Angelus di mezzogiorno. La notizia della vittoria fu portata a Roma solo due giorni dopo.
Parola di Dio: 2Sam 18,9-10.14b.21a.24-25a.30-32; 19,1-3; Sal 85; Mc 5,21-43
Vangelo Mc 5, 21-43
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: "La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva". Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita". E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male. Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi mi ha toccato il mantello?". I discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?". Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male". Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?". Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: "Non temere, continua solo ad aver fede!". E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro: "Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme". Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. Presa la mano della bambina, le disse: "Talità kum", che significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!". Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare. Parola del Signore
"UNA DONNA VENNE TRA LA FOLLA, ALLE SUE SPALLE, E GLI TOCCO’ IL MANTELLO". (Mc. 5,27)
Sulla strada di Gesù hanno fortuna gli intrusi, gli abusivi, i non aventi diritto. Sta andando a casa di un personaggio importante, a compiere un grande miracolo. Qualcuno, invece, preferisce il piccolo miracolo, si accontenta di un minuscolo prodigio compiuto di corsa, senza fermarsi, senza che l'interessato nemmeno se ne accorga. Non vuole fargli perdere tempo, con tutte le cose urgenti che deve fare. Lei non ha la pretesa che si rechi nella sua catapecchia, che ascolti i suoi lagni. Le basta sfiorarlo. Toccargli il mantello. Un piccolo miracolo afferrato al volo, senza tante cerimonie. La donna si accosta furtiva. Con quel gesto vuole avvertirlo, silenziosamente: "Ci sono anch'io. Quasi chiedergli scusa di esistere. Ma Lui si ferma, la vuol vedere in faccia questa straordinaria e discreta intrusa. E la informa: "Ci sei soltanto tu!". Riprendono la loro strada. Uno verso il grande miracolo. L'altra a godersi il suo piccolo miracolo personale: qualcuno l'ha chiamata in mezzo alla folla. L'ha guarita dall'anonimato. Le ha dato un volto in mezzo alla massa che gliel'aveva cancellato. L'ha resa importante. Importante di attenzione. Sulla strada di Cristo tutti gli abusivi, tutti quelli che non contano, gli infiniti "nessuno" hanno diritto al loro piccolo miracolo personale. Il miracolo di avere un nome. Il miracolo di essere riconosciuti.
MERCOLEDI’ 5 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agata, martire; Sant’Isidoro, martire.
Una scheggia di preghiera:
IN MEZZO A NOI, SIGNORE, IL TUO NOME SIA GLORIFICATO.
Hanno detto: La tenerezza di Cristo deve diventare stimolo per vincere l’aridità delle relazioni a cui ci ha abituato una società sempre più gretta ed egoista. L’attenzione all’altro, la delicatezza sono sentimenti profondamente cristiani. Nascono e si alimentano all’amore. (Padre Pedron)
Saggezza popolare: Una donna senza un uomo è come un pesce senza una bicicletta. (Prov. Inglese)
Un aneddoto: Alcibiade, il grande generale ateniese guardando sorridendo il suo figlio diceva: “Il mio figlioletto deve essere molto potente, se comanda a sua madre, che comanda a me, che comando a tutti gli “ateniesi".
Parola di Dio: 2Sam 24,2.9-17; Sal 31; Mc 6,1-6
Vangelo Mc 6, 1-6
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: "Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?". E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua". E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando. Parola del Signore
“E GESU’ NON VI POTE’ OPERARE MIRACOLI’’. (Mc. 6,5)
Si legge nel libro degli Atti degli Apostoli che ‘‘Dio accompagnava la crescita della nuova comunità con segni e prodigi”. Quindi miracoli e segni non sono contro Dio. Gesù è il Figlio di Dio, può tutto. Eppure nel Vangelo di oggi scopriamo che Gesù, che ha guarito malati, cacciato demoni, condizionato la natura, non può operare miracoli nella sua patria. Gesù può tutto ma ci rispetta al punto da non poter niente contro la nostra incredulità. Allora non è che oggi non ci siano più miracoli, è che qualche volta noi impediamo a Dio di operare e di manifestare attraverso noi i suoi segni. Ma quando noi ci rendiamo disponibili alla grazia di Dio, quanti miracoli di carità, di pazienza, di perdono, di solidarietà! Ma se questi miracoli non si moltiplicano non è perché Dio non voglia, è perché noi glielo impediamo. Quando il mio orgoglio ferito mi impedisce la strada del perdono, quando i miei calcoli umani mi rendono gretto nel dono, quando la mia rabbia mi impedisce di riconoscere nell’altro un fratello, quando mi fido più nella mia previdenza che non nella Provvidenza, io impedisco a Dio di fare i suoi miracoli di amore.
GIOVEDI’ 6 FEBBRAIO:
Tra i santi ricordati oggi: San Paolo Miki e compagni, martiri; San Gastone, Vescovo, Santa Dorotea, martire.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE PER LA TESTIMONIANZA DI TUTTI I TUOI MISSIONARI.
Hanno detto: E’ necessario ritornare più spesso alle radici della nostra vocazione attraverso il silenzio, è necessario riprendere la sostanza della nostra missione, è necessario vedere altra luce nel mistero di Dio e nel nostro. (G. Ravasi)
Saggezza popolare: Il barbiere può far bello solo il guscio del cervello.
Un aneddoto: John Wesley, un famoso predicatore americano, passeggiava un giorno con un amico. Questi era angosciato a causa delle difficoltà che lo sovrastavano. Parlando delle sue angosce disse: “Non so che cosa fare con le mie angosce e difficoltà. In quel momento Wesley notò una mucca che guardava oltre a un muro di pietre. Rivolgendosi all’amico gli disse: “Sai per quale motivo la mucca sta guardando oltre il muro?”. “No” “E’ perché non riesce a vedere attraverso il muro! Questo è quello che devi fare tu con il muro delle tue difficoltà: Guardare oltre!”.
Parola di Dio: 1Re 2,1-4.10-12; Cant. 1Cron 29,10-12; Mc 6,7-13
Vangelo Mc 6, 7-13
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: "Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro". E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore
"SE NON VI RICEVERANNO E NON VI ASCOLTERANNO ANDANDOVENE, SCUOTETE LA POLVERE DI SOTTO AI VOSTRI PIEDI". (Mc. 6,11)
Per gli Ebrei scuotere la polvere dai piedi era il gesto che facevano rientrando in Patria dopo essere stati in territori pagani, quasi a liberarsi da ogni contaminazione con chi non aveva fede. Qui, Gesù non dice di usare questo gesto per questo fine, ma il gesto indica che il messaggio che è stato trasmesso non è stato accolto. Compito del missionario è quindi quello di annunciare a tutti, senza distinzione, ma non si tratta di blandire le persone: è il messaggio stesso che crea il giudizio, o lo si accetta o no. Gesù non lo si impone né con la forza, né con le caramelle, ma testimoniando a parole e opere, seminando a piene mani; è dare la possibilità concreta di conversione a Gesù. Mi chiedo: la mia predicazione, la mia vita, la mia testimonianza sono in grado di dare agli altri che incontro la possibilità di conversione? Perché altrimenti quella polvere che io scuoto sarà scossa, ma contro di me.
VENERDI’ 7 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Egidio Maria da Taranto, religioso; Sant’Adautto, martire.
Una scheggia di preghiera:
RENDIMI DEGNO, O GESU’, DELLA TUA CAUSA D’AMORE.
Hanno detto: Bisogna avere antenne sensibili per captare la voce di Dio. Come diceva il poeta francese Corneille: “Appena la luce comincia a sbocciare, io mi devo svegliare per riconoscerti e benedirti” (G. Ravasi).
Saggezza popolare: Usar
prudenza perché... senza cinghie né bottoni, buona notte pantaloni!
Un aneddoto: Un contadino si trovava con altri in un’osteria. Dopo essere
stato a lungo in silenzio, si rivolse a un compagno e gli chiese: Di’ un po’, mi
vuoi bene o no? L’altro rispose: Ti voglio molto bene. E il contadino: Tu mi
dici che mi vuoi bene, eppure non sai di che cosa ho bisogno. Se tu mi amassi lo
sapresti. Infatti amare gli uomini significa conoscerne i bisogni e soffrire le
loro pene
Parola di Dio: Sir 47,2-13; Sal 17; Mc 6,14-29
Vangelo Mc 6, 14-29
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: "Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui". Altri invece dicevano: "E' Elia"; altri dicevano ancora: "E' un profeta, come uno dei profeti". Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: "Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!". Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello". Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista". Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista". Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore
“LA GUARDIA ANDO’, DECAPITO’ GIOVANNI IN PRIGIONE E PORTO’ LA SUA TESTA SU UN VASSOIO”. (Mc. 6,27)
Davanti al racconto del martirio di Giovanni Battista o alle storie dei supplizi subiti dai martiri romani, la mia povera fede subisce dei traumi: “Avrei io il coraggio di morire per il Vangelo?” Onestamente, rispondo “non so” perché conosco la mia pusillanimità, il mio amore per Dio che fa acqua da tutte le parti. Ma è inutile immaginarsi cose lontane che forse non capiteranno mai ed è bene tornare alla realtà perché, oggi, un po’ di martirio ci sarà come ci è stato ieri. Ad esempio, il martirio dell’incomprensione, quello di vedere il bene che cerchi di fare corrisposto da ingratitudine, il non vedere frutti, le piccole derisioni per le tue scelte religiose o di carità, la difficoltà di convivere con un te stesso che vorresti vedere diverso da come è... E’ su queste cose che devo confrontare la mia fede, il mio amore per Dio, la veridicità del mio amore per il prossimo.
SABATO 8 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo Emiliani, fondatore; Santa Giuseppina Bakita; San Giovanni di Matha, fondatore.
Una scheggia di preghiera:
RESTA CON NOI SIGNORE, QUANDO SI FA SERA.
Hanno detto: “Convertirsi è l’esigenza fondamentale e totalitaria con la quale gli uomini vengono posti di fronte a Dio e chiamati a rispondere al Vangelo di Gesù Cristo, al messaggio di Dio nell’ora della salvezza”. (R. Schnackenburg).
Saggezza popolare: Niente pesa più di una testa vuota.
Un aneddoto: Giovanni XXIII pare si rivolgesse al suo autista in questi termini: "Vai piano... perché ho fretta", dimostrandosi così tanto prudente quanto saggio.
Parola di Dio: 1Re 3,4-13; Sal 118; Mc 6,30-34
Vangelo Mc 6, 30-34
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Parola del Signore
“DISSE LORO: VENITE IN DISPARTE, IN UN LUOGO SOLITARIO, E RIPOSATEVI UN PO’ ”. (Mc. 6,31)
Conosco tante persone, e forse tra esse vi sono pure io, che pensano di essere unici ed indispensabili in questo mondo. Tutto dipende da loro nelle piccole e grandi cose. Se non c’è una loro supervisione anche a quello che fanno gli altri, le cose non sono fatte bene. E allora queste persone corrono, sono agitate, parlano, dicono e sono continuamente a rischio di infarto. In molti casi è vero: la vita non ti concede requie, hai talmente tanti impegni che per portarli avanti tutti, arrivi alla sera stremato. Anche solo in famiglia, ad esempio, una mamma tra i figli con tutte le loro esigenze, il marito, la casa, gli anziani, e poi magari anche il suo lavoro, certamente non ha molto tempo libero. Si corre però il rischio di diventare schiavi delle cose, di correre per anni ed anni e poi improvvisamente accorgersi, “Ma per che cosa ho corso? Per chi sto correndo?”. Spesso si perde il senso della meta per cui si fanno le cose, o questo rimane talmente nascosto che sono le cose, gli impegni a comandare. Prova a fermarti. C’è bisogno di prendere fiato in certi momenti. C’è bisogno di un po’ di silenzio in mezzo a tanto rumore. C’è bisogno di ritrovare se stessi, i motivi del proprio agire, c’è bisogno di incontrare Dio che di solito non parla nel chiasso, ma ha bisogno del tuo silenzio per arrivare al profondo del tuo cuore. Fermati! Non aver paura di perdere un po’ del tuo tempo. Non aver paura di impoverire gli altri se qualche momento della tua vita ti ritiri, se in qualche momento ti metti a naso all’insù per accorgerti che esistono ancora le stelle o ti siedi sulla sponda del mare per lasciarti cullare dal rumore della risacca. Non togli niente a nessuno, anzi, ti arricchisci per poter arricchire, perché a forza di correre, anche per gli altri, si rischia di trasmettere solo più i propri affanni. Anche nella fede hai bisogno di fermarti perché se no offri solo religione, norme, esteriorità. Se non hai Gesù nel tuo cuore non porti nulla. E per avere Lui nel cuore c’è bisogno di stare con Lui. Forse non servono neppure le parole, le preghiere, basta fermarsi e riposare nel suo cuore. E Lui stesso, ad un certo punto, come succede nel Vangelo di oggi, vedendo altra gente in difficoltà ti dirà: “Adesso possiamo andare; dopo essere stato con Me su quella barca, sei in grado di portarmi a loro”.
DOMENICA 9 FEBBRAIO: 5^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Tra i santi ricordati oggi: Apollonia, vergine e martire; San Rinaldo, vescovo.
Una scheggia di preghiera:
DONACI, SIGNORE, IL GUSTO DELLA VITA.
Hanno detto: Più abbracciamo la Croce e più stringiamo strettamente Gesù, che vi è attaccato. (C. De Foucauld).
Saggezza popolare: Un buon conforto vuole - pochissime parole.
Un aneddoto: Rosanna Benzi, la giovane donna che visse per 29 anni immobilizzata in un polmone d’acciaio, non perse mai la voglia di continuare a vivere; non per nulla ha intitolato un suo libro “Il vizio di vivere”. Ebbene, lo scrittore Santucci, in un momento di scoraggiamento le chiese: “Tu che hai il vizio di vivere, consigliami un buon vizio per sopravvivere”, “Il vizio di sperare”, rispose. (P. Pellegrino, Buongiorno)
Parola di Dio: Is 58,7-10; Sal 111; 1Cor 2,1-5; Mt 5,13-16
Vangelo Mt 5, 13-16
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli". Parola del Signore
“VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA; MA SE IL SALE PERDESSE IL SAPORE, CON CHE COSA LO SI POTRA’ RENDERE SALATO?”. (Mt.5,13)
Il sale era estremamente importante nel mondo mediterraneo. I romani, contemporanei di Gesù avevano un motto che diceva: “Nulla è più utile del sole e del sale”. Il sale era utile specialmente come conservante: una necessità vitale in paesi torridi come Israele, era usato perché la carne e il pesce non marcissero. Quando dunque Gesù ci dice di essere “il sale della terra” intende dire che noi dobbiamo fungere da conservante di tutto ciò che vi è di buono in questo mondo. Il cristiano deve essere una persona che rende difficile al prossimo essere malvagio e rende facile fare il bene. Ma il sale ha anche un’altra proprietà: dà gusto. Come sale noi cristiani dovremmo offrire un miglioramento della qualità della vita. Benché non possediamo la soluzione a tutte le difficoltà della vita, dovremmo essere in grado di portare pace e speranza a chi è disperato, e mostrare con il nostro modo di essere l’attrattiva di Dio, attraverso la compassione, il sorriso e l’apprezzamento di tutto quello che Dio ci ha dato. Il sale poi va dosato bene. Troppo sale rende immangiabile il cibo. Il cristiano deve essere uno che non esagera, uno che offre se stesso e la sua fede testimoniata nella speranza e nell’amore, mai uno che impone o si propone come modello unico di salvezza. Le parole di Gesù a proposito del sale poi, contengono anche un altro avvertimento. Se il sale perde le sue caratteristiche uniche, allora è del tutto inutile e sarà gettato via. Gesù intende dire che coloro che non utilizzano i doni che Dio ha dato loro, diventano inutili a se stessi, agli altri e anche a Dio.
LUNEDI’ 10 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Scolastica, vergine; San Guglielmo di Malavalle.
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU’, SAI CHE COS’E’ IL MALE: LIBERACI!
Hanno detto: La carità è una presenza. E’ necessario non soltanto donare, ma donarsi. (R. Follereau).
Saggezza popolare: Certe chiacchiere tra amiche sembran rose e sono ortiche.
Un aneddoto: Mozart una sera sfidò Haydn a suonare un pezzo che egli aveva composto la mattina. Lo sfidato si siede al pianoforte ed esegue con la massima attenzione ma ad un certo punto è costretto a fermarsi: le mani del pianista sono rispettivamente all’estremità della tastiera mentre c’è da battere contemporaneamente un tasto al centro. A sua volta Mozart suona con la massima calma e suona anche la nota fatale, battendo il tasto centrale… col naso.
Parola di Dio: 1Re 8,1-7.9-13; Sal 131; Mc 6,53-56
Vangelo Mc 6, 53-56
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret. Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse. E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano. Parola del Signore
“COMINCIARONO A PORTARGLI SUI LETTUCCI GLI AMMALATI, OVUNQUE UDIVANO SI TROVASSE”. (Mc. 6,55)
Che cosa sono la malattia e il malato per Gesù? La malattia è una cosa non bella. Essa fa parte del Male e delle sue conseguenze che Gesù è venuto a combattere e curare. Il malato è per Gesù un “povero” che ha occasione di incontrare Dio proprio nella povertà della sua malattia ma anche una persona cara che Gesù è venuto a salvare. Gesù vede le malattie del corpo e su di esse si china. Ma vede anche e soprattutto le malattie dello spirito ed è soprattutto da queste che vuole guarire. Gesù non si limita a dire “poveretto” al malato. Si china su di essi, piange con quelli che soffrono; Lui stesso, con la croce, si caricherà di tutte le sofferenze del mondo. Ma combatte con tutto Se stesso contro le malattie e soprattutto contro la radice di esse che è il male. Gesù non è un distributore automatico di facili miracoli e guarigioni ma Colui che subisce, accetta e redime le conseguenze del male dell’uomo e invita ciascuno di noi a fare altrettanto: combattere le malattie con tutta quella che può essere la scienza dell’uomo, ma soprattutto combattere il Male che è attorno a noi e che si annida in noi stessi.
MARTEDI’ 11 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Ricorrenza della Madonna di Lourdes; Santa Eloisa; San Dativo, martire.
Una scheggia di preghiera:
PREVIENI O MARIA LE NOSTRE NECESSITA’.
Hanno detto: Gran parte dei difetti dei fratelli sono nella retina del nostro occhio. (I. Giordani).
Saggezza popolare: E' difficile diventare amici in un anno ma è molto facile offendere un amico in un'ora. (prov. Cinese)
Un aneddoto: “Vi fu un gran Re che volendo indurre la sua famiglia a pregare col salterio della Vergine Maria, portava con se un grande Paternoster (una grande corona), che tuttavia non recitava. Vedendo che il re portava questa corona, tutti fecero la stessa cosa, e quello che è più, la recitavano. Cosa successe? Il re fu chiamato all’improvviso al giudizio di Dio e si vide condannato ai tormenti dell’inferno perché a mala pena aveva fatto qualcosa di buono, mentre aveva compiuto molti mali nelle guerre, nelle rapine, nelle bestemmie, nella superbia, nella gola e negli altri vizi. Mentre veniva data la sua sentenza di condanna, si fece presente la Vergine Maria dicendo che aveva da dire qualche cosa di bene su di lui, e con ciò pose nel mezzo il Paternoster che il re portava con sé, sebbene non lo recitasse. E così sulla bilancia furono posti da una parte i grandissimi mali, e dall’altra il suo Rosario. Cosa mirabile! Allora i demoni furenti contro la Beata Vergine e bestemmiando, cominciarono a premere sulla parte più pesante della bilancia dicendo: “Maria gli hai fatto equità ingiustamente”. Che cosa successe? Rivolta al re Maria disse: “Ecco, per quel piccolo servizio che mi hai reso, io ti ho ottenuto da mio Figlio che ritorni in vita e abbia la bilancia in tuo favore”. Frattanto il re giaceva morto nella sua casa e stava per essere portato alla sepoltura. Ed ecco subito, mentre tutti lo vedevano, e disse: “O benedetto Salterio della Vergine Maria, per il quale sono stato liberato dalla dannazione dell’inferno”. E così, emendato in tutto, non solo portava con sé il Salterio di Maria, ma anche lo recitava devotissimamente. Questo è capitato a un re di Spagna, al tempo del Predicatore San Domenico”.
Parola di Dio: Is 66,10-14c; Gdt 13,18-19; Gv 2,1-11
Vangelo Gv 2,1-11
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Parola del Signore
LA MADRE DI GESÙ GLI DISSE: “NON HANNO PIÙ VINO”. (Gv. 2,3)
Chissà quante volte Maria nel cielo si rivolge a suo Figlio, dicendogli: “Guarda quella persona che soffre: non ha più speranza... non ha più pazienza... non ha più forze... non ha più serenità. Compito di Maria, la Mamma, è quello di accorgersi di ciò che ci manca e di provvedere. E come lo ha fatto a Cana per una piccola cosa, come il vino, continua a farlo per ciascuno di noi, sicura di riuscire a strappare il miracolo anche se non è ancora il tempo più opportuno. Bisogna aver fiducia in Maria: come a Cana, Lei si accorge delle nostre necessità anche quando noi non ne siamo consapevoli e chiede al Signore, prima ancora che noi ci accorgiamo che ci manchi qualcosa... Chissà quale sorpresa avremo, quando vedremo interamente il corso della nostra vita, nel constatare quante grazie e quanti aiuti abbiamo avuto e dei quali non ci siamo neppure accorti!
MERCOLEDI’ 12 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto di Aniane, monaco; Santa Eulalia, vergine e martire.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, ABBI DI NOI PIETA’
Hanno detto: Cercate di comprendere quali siano le risposte di Dio alle vostre domande. Credete forse che Egli non parli perché non ne udiamo la voce? Quando è il cuore che prega, Egli risponde. (Santa Teresa d'Avila)
Saggezza popolare: Amore fa amore, e crudeltà fa tirannia.
Un aneddoto: Chiesero a Talete che cosa fosse la cosa più antica del mondo. - Dio, perché non ha principio. - E la più bella? - Il mondo che è l’opera di Dio. - E la più leggera? - L’intelligenza che in un solo attimo può percorrere tutto l’universo. - La più forte? - Il bisogno. - La più saggia? - Il tempo che ci fa dimenticare ogni cosa.
Parola di Dio: 1Re 10,1-10; Sal 36; Mc 7,14-23
Vangelo Mc 7, 14-23
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: "Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo". Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. E disse loro: "Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?". Dichiarava così mondi tutti gli alimenti. Quindi soggiunse: "Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo". Parola del Signore
“SONO LE COSE CHE ESCONO DAL CUORE DELL’UOMO A CONTAMINARLO. (Mc. 7,15)
Ancora una volta il Vangelo di oggi mette allo scoperto la nostra realtà. Noi siamo portati a vedere il male intorno a noi come se fosse sempre colpa d’altri. Se le cose non vanno è colpa dello Stato, dei potenti della terra, della cattiveria degli altri, del disinteresse di Dio, al massimo, è colpa del Diavolo. Gesù pur non negando le influenze esteriori che condizionano al male ci dice di cercarne la radice in noi stessi e ci dice che la cura parte dallo stesso cuore dell’uomo: "Non cercare il male o il bene lontano da te! Non scaricare il barile! tu hai già tutto in te: la possibilità del bene, la capacità di amare... Certo, c'è anche il male: come è stato detto a Caino: "Il male è accucciato alla porta di casa tua, ma se vuoi puoi vincerlo". Anche la radice di ogni scelta morale non sta tanto nelle norme, nell’osservanza di leggi, fossero queste anche divine, sta nel modo con cui ti metti davanti a Dio, al prossimo, a te stesso. Tu anche se vivi in mezzo a mille tentazioni quotidiane, se dal tuo cuore sai trarre cose buone, puoi superare il male. Se poi guardando dentro te stesso con onestà scopri di essere povero, debole, a volte incapace di scelte radicali, altre volte peccatore, anche in questo caso non devi perderti d’animo perché Gesù è venuto a cercarti, vuole perdonarti, ti offre i Sacramenti per ripartire e per rafforzarti.
GIOVEDI’ 13 FEBBRAIO:
Tra i santi ricordati oggi: San Benigno da Todi, martire; Sante Fosca e Maura, martiri.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, TU SAI, SIGNORE TU VEDI: SIGNORE PROVVEDI!
Hanno detto: Abbiamo nelle nostre case Gesù abbandonato e rifiutato, perché oggi tutte le miserie del mondo provengono dal fatto che nelle famiglie non esiste più l’amore e con esso la pace e la gioia. (Madre Teresa di Calcutta).
Saggezza popolare: Chi perde la roba perde molto, ma chi perde il cuore perde tutto.
Un aneddoto: Luigi Pasteur, colui che ha scoperto il siero contro la rabbia, ha scritto: “La vita nasce dalla vita. Ho fatto esperimenti per circa 20 anni in laboratorio e alla fine ho dovuto concludere che la generazione spontanea è pura chimera. La probabilità che la vita abbia avuto origine da un incidente è paragonabile alla probabilità che il dizionario derivi dall’esplosione di una tipografia.
Parola di Dio: 1Re 11,4-13; Sal 105; Mc 7,24-30
Vangelo Mc 7, 24-30
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo Gesù, partito da Genesaret, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi. Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine Siro Fenicia. Ed egli le disse: "Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". Ma essa replicò:"Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli". Allora le disse:"Per questa tua parola và, il demonio è uscito da tua figlia". Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato. Parola del Signore
“ORA, QUELLA DONNA CHE LO PREGAVA DI SCACCIARE IL DEMONIO DALLA FIGLIA ERA GRECA, DI ORIGINE SIRO—FENICIA”. (Mc. 7,26)
Una pagana chiede una grazia a Gesù. E, a prima vista non vien trattata molto bene da Lui, ma questo, invece di smontarla, smuove in lei una fede ancora più grande e una supplica fiduciosa che strappa a Gesù il miracolo. E noi proprio da una pagana abbiamo un modello di preghiera che unisce fede, fiducia e perseveranza. Quando preghiamo la prima cosa necessaria è proprio quella di aver fede in chi preghiamo: “Se avrete un granello di fede potrete dire a questa montagna, spostati, buttati nel mare ed essa lo farà”, bisogna non stancarsi: “Chiedete e otterrete, bussate e vi sarà aperto”, bisogna abbandonarsi a Dio che “prima che glielo chiediate sa già quello di cui avete bisogno”. Noi abbiamo una grande arma che fa sempre presa sul cuore di Dio e che ci trasforma, ed è proprio la preghiera, fatta non tanto per ottenere le singole cose che chiediamo, anche se Dio spesso le concede, ma fatta soprattutto per metterci nella prospettiva stessa di Dio, per aiutarci a comprendere, accettare, vivere la sua volontà, che non può mai essere contraria al nostro vero bene.
VENERDI’ 14 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Cirillo e Metodio, patroni d’Europa; San Valentino, martire.
Una scheggia di preghiera:
O REGINA DEL MONDO, MARIA SEMPRE VERGINE, CHIEDI PER NOI PACE E SALVEZZA.
Hanno detto: Per questo credo nella verità del cristianesimo, perché la religione cristiana offre salvezza a tutti, in qualsiasi condizione si trovino; e nello stesso tempo ammonisce tutti, qualunque sia il loro ruolo o il loro prestigio. (B. Pascal).
Saggezza popolare: Ciascun dal proprio cuor l'altrui misura.
Un aneddoto: "Santa Giuseppina Bakhita, di origine Sudanese, rapita, venduta schiava, liberata e diventata cristiana e religiosa Canossiana. In un convegno di giovani, uno studente bolognese chiese: “Cosa farebbe se incontrasse i suoi rapitori?”. Senza un attimo di esitazione, rispose: “Se incontrassi quei negrieri che mi hanno rapita, e anche quelli che mi hanno torturata, mi inginocchierei a baciare loro le mani; perché, se non fosse accaduto ciò, non sarei ora cristiana e religiosa”.
Parola di Dio: At 13,46-49 opp Is 52,7-10; Sal 116; Lc 10,1-9
Vangelo Lc 10,1-9
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di
Dio”.
“IN QUALUNQUE CASA ENTRIATE, PRIMA DITE: PACE A QUESTA CASA”. (Lc. 10,5)
Oggi, festa di san Cirillo e Metodio, patroni di Europa, mettiamo in evidenza ciò che ogni missionario ed ogni cristiano deve testimoniare: Gesù. E Gesù è la pace di Dio. Non pace nel senso che tutto va bene, senza intoppi, ma pace ritrovata tra Dio e gli uomini che fonda lo sforzo di pace tra fratelli. Primo compito del testimone, allora, è quello di augurare questa pace e di portarla con la sua persona. Ma la pace non sempre è così facile. Bisogna prima di tutto essere in pace con Dio e con se stessi e poi bisogna che anche l’altro accolga e desideri la pace. E’ per questo che anche tra cristiani ci sono momenti di lotta, di incomprensione, di non pace. La vera pace, allora non sono i compromessi, le doppie facce, il far finta che..., e ricercare Dio, fondamento del vero amore ed è solo Lui che può farci trovare le strade, a volte sofferte, della vera pace.
SABATO 15 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Sigfrido, vescovo; Sant’Euseo di Serravalle Sesia.
Una scheggia di preghiera:
PER IMPARARE LA SOLIDARIETA’ FA’ CHE IO GUARDI A TE, GESU’.
Hanno detto: Voi e io siamo una cosa sola: non posso farvi del male senza ferirmi. (Gandhi).
Saggezza popolare: Dio non manda se non quel che si può portare.
Un aneddoto: "A quattro persone fu data una singola moneta. Il primo era persiano. Disse: "Con questa comprerò un po' di angur". Il secondo era arabo. Disse: "No, perché io voglio un po' di inab". Il terzo era turco. Disse: "Io non voglio dell'inab, voglio del uzum'' Il quarto era greco. Disse: "Io voglio dello stafil". Poiché non sapevano cosa stesse al di là dei nomi delle cose, i quattro cominciarono a litigare. Essi avevano l'informazione, ma non la conoscenza. Un saggio avrebbe potuto riconciliarli dicendo loro: "Posso soddisfare le necessità di voi tutti con un'unica moneta. Se veramente mi date fiducia, la vostra moneta verrà quadruplicata; e da quattro parti verrà un'unità". Tale uomo sarebbe stato a conoscenza del fatto che ognuno di essi nella propria lingua voleva la stessa cosa, uva."
Parola di Dio: 1Re 12,26-32; 13,33-34; Sal 105; Mc 8,1-10
Vangelo Mc 8, 1-10
Dal vangelo secondo Marco
In quei giorni, essendoci di nuovo molta folla che non aveva da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: "Sento compassione di questa folla, perché gia da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano". Gli risposero i discepoli: "E come si potrebbe sfamarli di pane qui, in un deserto?". E domandò loro: "Quanti pani avete?". Gli dissero: "Sette". Gesù ordinò alla folla di sedersi per terra. Presi allora quei sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; dopo aver pronunziata la benedizione su di essi, disse di distribuire anche quelli. Così essi mangiarono e si saziarono; e portarono via sette sporte di pezzi avanzati. Erano circa quattromila. E li congedò. Salì poi sulla barca con i suoi discepoli e andò dalle parti di Dalmanùta. Parola del Signore
“E DOMANDO’ LORO: “QUANTI PANI AVETE?”. (Mc. 8,5)
Vi propongo oggi una “provocazione” di A. Pronzato: Dicono che il mondo sia diventato “un grande villaggio”. Un cosmonauta lo potrebbe percorrere in un ora e mezza, non di più. Dicono che in questo villaggio ci sono cento ricchi e duecentotrenta poveri. Dicono che, fatte le proporzioni, nel grande villaggio del mondo ogni anno ci sono 10 milioni di ricchi in più e sempre più ricchi. E sessanta milioni di poveri in più e sempre più poveri. Dicono che nel grande villaggio qualcuno sia molto bravo nel fare i conti. Dicono che nel grande villaggio circola una parola miracolosa: progresso. Ma che i poveri non hanno ancora imparato a riempirsi lo stomaco con questa parola ad alto contenuto nutritivo. Signore, puoi venire a dare un’occhiata a questo grande villaggio? Ti avverto che non dovrai stupirti se qualcuno di noi, mandato a fare l’inventario delle provviste, andrà dritto e filato nelle case dei poveri... Cosa vuoi, è l’abitudine. L’abitudine del progresso.
DOMENICA 16 FEBBRAIO: 6^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Onesto; Santa Lucilia, martire.
Una scheggia di preghiera:
PER CRISTO, IN CRISTO, CON CRISTO.
Hanno detto: Nel mio letto di dolore io sono più felice di una regina sul trono. (Santa Bernadette Soubirous).
Saggezza popolare: Piuttosto che niente è meglio piuttosto.
Un aneddoto: Siamo alla fine del '700 ed in Francia il popolo, ubriacato dalla Rivoluzione devasta le chiese e uccide i sacerdoti. In una chiesa dl Parigi, uno dei più scalmanati toglie il crocifisso dall'altare e seguito dalla folla, va a gettarlo nella Senna. Un urlo parte dalla bocca di quei forsennati: «Cristo finalmente è stato affogato e non tornerà mai più». Ma cosa avvenne in Francia? Fu invasa dal terrore e dalla ferocia; in ogni città fu issata la ghigliottina che funzionava ininterrottamente notte e giorno in soli tre mesi, oltre centomila teste caddero mozzate nella sol capitale. La storia è maestra! Ogni qualvolta Cristo è stato scacciato dalla società, è sorto l'odio tra le diverse classi sociali e la guerra civile.
Parola di Dio: Sir 15,16-21; Sal 118; 1Cor 2,6-10; Mt 5,17-37
Vangelo Mt 5, 17-37
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo! Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gia commesso adulterio con lei nel suo cuore. Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno". Parola del Signore
“IN VERITA’ VI DICO: FINCHE’ NON SARANNO PASSATI IL CIELO E LA TERRA, NON PASSERA’ DALLA LEGGE NEPPURE UN IOTA O UN SEGNO SENZA CHE TUTTO SIA COMPIUTO.” (Mt. 5,18)
Anche oggi, come spesso succede leggendo il Vangelo, sembra di trovarci davanti ad una apparente contraddizione. Gesù sembra dirci che neanche un puntino della legge ebraica sarà cambiato finché non siano passati cielo e terra; se però noi leggiamo in particolare le lettere di San Paolo scopriamo che egli è convinto che la legge porta al peccato e alla morte e che circoncisione, decime, digiuni, purificazioni, sono superate. Bisogna allora cercare di capire che cosa intendesse Gesù quando diceva: “finché il cielo e la terra siano passati”. Noi di solito pensiamo che questo debba ancora accadere, che succederà alla fine dei tempi. Ma qual è il cambiamento radicale avvenuto nella storia? E’ Gesù perché Lui ha realizzato tutto quello che la Legge e i Profeti avevano prefigurato. E poi, alla morte di Gesù tutti i segni della ‘fine del mondo’ si sono realizzati: il sole si è oscurato, la terra ha tremato, le tenebre hanno coperto l’universo, alcuni morti sono risuscitati, la gente tornava a Gerusalemme battendosi il petto, perfino un pagano arrivò a dire: “Veramente costui era Figlio di Dio”. Ecco perché “il velo del tempio si è squarciato”: è finita un’epoca, un’alleanza, è stato soppresso l’antico ordine mosaico perché in Gesù è la nuova alleanza, il compimento della legge antica, attraverso l’amore. La risurrezione di Cristo ha fatto nascere il mondo nuovo: ora non siamo più sotto la legge, ma in regime di grazia e libertà. Attenti, allora, a non far ricadere il culto, la morale, la religiosità in nuove forme di legalismo. E’ sempre in agguato la tentazione di pensare che siano le norme liturgiche a fare la preghiera, che siano le forme, le appartenenze a certi gruppi a determinare la religiosità o che sia l’osservanza scrupolosa e formale a rendere giusti e a farci accampare dei diritti nei confronti di Dio. L’uomo ha bisogno di norme, di paletti che gli indichino i limiti della strada, ha bisogno di indicazioni per non correre il rischio di viaggiare in senso opposto alla sua meta, ma in queste norme, in questi riti, in questa religiosità se non c’è amore, non serve a nulla; è come se si avessero le migliori autostrade, le indicazioni più precise, la macchina più sicura ma… manca il carburante. E’ Gesù la novità: i cieli nuovi e la terra nuova sono già arrivati. La nuova alleanza in Gesù non è meno esigente della prima, ma Gesù non è un moralista che ci impone una nuova legge, Egli ci vuole cambiati dentro, ci offre addirittura Dio a nostro modello. Se il discepolo accetta questa conversione porta frutti autenticamente divini perché è innestato in Cristo, vera vite.
LUNEDI’ 17 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Santi sette fondatori dell’ordine dei Servi di Maria; San Fuldrado.
Una scheggia di preghiera:
OGNI GIORNO TU MI AMI, SIGNORE
Hanno detto: Rimanere piccoli significa riconoscere il proprio nulla e attendere tutto dal buon Dio, come un bambino attende tutto da suo padre. (S. Teresa di Lisieux).
Saggezza popolare: Chiunque può partecipare sentitamente alle sofferenze di un amico, ma è necessaria una natura molto nobile per essere veramente partecipi dei suoi successi.
Un aneddoto: Oriol Valls, che si occupa dei neonati in un ospedale di Barcellona, dice che il primo gesto umano è l'abbraccio. Dopo essere venuti al mondo, al principio dei loro giorni, i bebè agitano le mani, come per cercare qualcuno. Altri medici, che si occupano di quelli che hanno già vissuto, dicono che i vecchi, alla fine dei loro giorni, muoiono cercando di alzare le braccia. Ed è così, per quanto si voglia rigirare, e per quanto se ne parli. A questa cosa, così semplice, si riduce tutto: tra due batter d'ali, senza altre spiegazioni, trascorre il viaggio. (Eduardo Galeano)
Parola di Dio: Gc 1,1-11; Sal 118; Mc 8,11-13
Vangelo Mc 8, 11-13
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, vennero i farisei e incominciarono a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: "Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione". E lasciatili, risalì sulla barca e si avviò all'altra sponda. Parola del Signore
“PERCHE’ QUESTA GENERAZIONE CHIEDE UN SEGNO?”. (Mc. 8, 12)
Sembra di coglierlo lo stupore di Gesù in questa frase: Egli ha appena fatto tutta una serie di miracoli, ha detto parole che nessun uomo aveva mai pronunciato sulla terra e coloro che lo ascoltano gli chiedono un segno, un miracolo grandioso che confermi a loro chi sia davvero Lui. L’incapacità di vedere e l’incredulità sono davvero grandi! Ma non stupiamoci troppo perché anche in mezzo ai cristiani la voglia di miracolistico che soddisfi i nostri gusti e spesso anche l’incredulità, sono grandi. Faccio qualche esempio ma poi chiediamoci se per caso non siamo colpiti anche noi da alcune di queste forme. Noi abbiamo, ad esempio, il miracolo continuo dell’Eucaristia e, magari dimenticandola preferiamo correre dietro a presunte statue sudanti sangue o piangenti. Noi abbiamo il miracolo continuo della nostra e dell’altrui vita e vorremmo magari vincere al lotto perché questo ci confermerebbe che il Signore ci vuole bene, diciamo di credere alla Provvidenza di Dio ma almeno il novanta per cento dei nostri sforzi è indirizzato a provvedere con abbondanza a rispondere ai nostri desideri di cose e di denaro, sentiamo dai nostri pulpiti o altari prediche sull’umiltà, sulla povertà dei mezzi e poi certe parrocchie si costruiscono solo su cose, costruzioni dimenticando le persone. Non ricordo più chi fosse, ma un personaggio della letteratura diceva: noi abbiamo insegnato ai nostri figli a gioire per il contenuto di due calze ripiene di dolcetti portate da un ipotetica Befana e non abbiamo insegnato loro a ringraziare perché ogni mattina in due calze mettono un paio di gambe che camminano. Invece di chiedere miracoli (spesso inutili) impariamo a gioire davanti al miracolo quotidiano di un Dio che, nonostante tutto, ogni giorno ci dice: “Ti voglio bene, sei mio figlio”.
MARTEDI’ 18 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Claudio, martire; Santa Costanza di Vercelli.
Una scheggia di preghiera:
CHE IO TI VEDA, CHE IO TI SENTA.
Hanno detto: Lo spirito dell’infanzia è quell’atteggiamento che fa vedere in ogni incontro il Padre celeste (R. Guardini).
Saggezza popolare: Pochi uomini pensano. Ciononostante, tutti hanno un’opinione!
Un aneddoto: In un bosco c’era un albero triste. “La tua tristezza dipende dal fatto che non dai mele” gli diceva il melo. “Saresti felice se ti riempissi di rose “gli diceva il roseto". “La vera gioia sta nel dare arance” affermava di rimarco l’arancio. Una notte un gufo si posò tra i suoi rami e gli sussurrò: “ Non preoccuparti, il tuo problema non e’ grave. Ne soffrono anche gli stessi uomini. Sii te stessa. Sei una quercia, devi crescere grande e robusta. La tua funzione é di offrire rifugio agli uccelli, ombra ai pellegrini e bellezza al paesaggio. Questa e’ la tua missione accettala e compila!” L’albero ascoltò il consiglio e da allora visse felice, contento di essere ciò che era, una quercia!
Parola di Dio: Gc 1,12-18; Sal 93; Mc 8,14-21
Vangelo Mc 8, 14-21
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un pane solo. Allora egli li ammoniva dicendo:"Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!". E quelli dicevano fra loro: "Non abbiamo pane". Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: "Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila quante ceste colme di pezzi avete portato via?". Gli dissero:"Dodici". "E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?". Gli dissero: "Sette". E disse loro: "Non capite ancora?". Parola del Signore
"AVETE OCCHI E NON VEDETE, AVETE ORECCHI E NON UDITE". (Mc. 8,18)
Vi ricordate che già un salmo che abitualmente recitiamo la domenica ai vespri diceva a proposito degli idoli: “Hanno occhi e non vedono, Hanno orecchie e non odono, hanno lingua e non parlano… coloro che li hanno fabbricati diventino come loro” Quindi quando Gesù dice questo di qualcuno di noi non è solo per indicare che c’è qualche cieco o qualche sordo, ma che ci sono tra di noi degli idolatri, gente che non nulla da dire e nulla da ascoltare perché ha già deciso chi sia il suo Dio, se lo è costruito con le proprie mani. Nella fede io sono sordo quando leggo la tua Parola o Signore, ma essa scivola su di me, quando vedo la sofferenza e il bisogno ma con la scusa che non odo il grido di aiuto, tiro diritto. Sono muto quando la mia vita non parla più, quando cado negli stereotipi della banalità e del salottiero e mi chiudo senza speranza nel "ma intanto non serve a niente". Aiutami ad incontrarmi con te e ad accettare che tu, a modo tuo, parli ancora al mio cuore e che poi "la mia lingua proclami la tua lode".
MERCOLEDI’ 19 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Corrado Gonfalonieri; San Mansueto, vescovo.
Una scheggia di preghiera:
DOV’E’ CARITA’ E AMORE, LI’ C’E’ DIO.
Hanno detto: Dio attende con pazienza che io voglia finalmente acconsentire ad amarlo. (S. Weil).
Saggezza popolare: In ogni gruppo o comunità c’è uno stolto. Se nella tua cerchia di amici non lo vedi, comincia a preoccuparti!
Un aneddoto: C’era una volta un povero mendicante che possedeva soltanto un bastone per appoggiarsi ed una ciotola di rame in cui raccoglieva le elemosine e in cui mangiava. Un giorno alcuni abitanti perbene del paese stufi di vederlo questuare lo cacciarono via a sassi e pedate. Il poveretto incominciò a girovagare per la campagna finché, stanco e sfinito, cadde per terra e si addormentò. Fu svegliato da spintoni, schiamazzi ed un vociare incomprensibile: erano i misteriosi abitanti delle caverne; fu preso, legato e condotto nelle viscere della terra al cospetto del Re. Il mendicante fu abbagliato e stupefatto dalla luce delle caverne illuminate da diamanti, zaffiri e pietre preziose grosse come limoni, arance e ancor più. Il Re capendo che non poteva essere un nemico e che non aveva con sé armi, ma soltanto i suoi attrezzi, gli chiese in cambio della sua liberazione quello che secondo lui era il suo scettro e la sua corona: la ciotola ed il bastone. Lo stupito straccione glieli consegnò malvolentieri ma poté riprendere la strada del ritorno libero e con un sacco pieno e pesante di pietre preziose, come omaggio e benevolenza del Re dei cavernicoli per il baratto. Tornato nella sua città, naturalmente la sua vita cambiò dall’oggi al domani e tutti si chiedevano come avesse fatto, ma soprattutto se lo chiedeva il più ricco dei mercanti che giorno dopo giorno diventava sempre più invidioso del vecchio mendicante e della sua bontà. Infatti egli adesso aiutava tutti e soprattutto coloro che, nella sfortuna, quando egli chiedeva l’elemosina al crocicchio delle strade, gli davano qualche moneta ora, ora un tozzo di pane, talvolta un piatto caldo. Il ricco mercante riuscì a farsi svelare il segreto, così che vendette tutto per acquistare tappeti, vestiti, anfore pregiate, spezie e dolciumi, stoffe, damaschi e sete, piatti e posate d’oro; li caricò su muli e cominciò il suo cammino alla ricerca dello strano popolo delle caverne. Finalmente si imbatté nei cavernicoli che lo fecero prigioniero e lo condussero dal proprio Re. Il Re chiese al mercante cosa l’avesse spinto ad osare nella terra dei cavernicoli. Il furbo mercante gli rispose che aveva saputo della fama e della generosità del Re e per questo era venuto ad omaggiarlo portandogli tutti quei doni. Il Re ne fu lusingato e gli chiese come poteva ricambiarlo. L’astuto mercante fregandosi le mani chiese al Re i diamanti come limoni ed arance ed ancor più grossi. Ma il Re gli disse che i regali ed il gesto che aveva fatto valevano molto di più e alzatosi gli regalò i suoi oggetti più preziosi: la sua corona e il suo scettro, ovvero la ciotola ed il bastone del mendicante!
Parola di Dio: Gc 1,19-27; Sal 14; Mc 8,22-26
Vangelo Mc 8, 22-26
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo. Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: "Vedi qualcosa?". Quegli, alzando gli occhi, disse: "Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano". Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. E lo rimandò a casa dicendo: "Non entrare nemmeno nel villaggio". Parola del Signore
“QUEGLI, ALZANDO GLI OCCHI, DISSE: “VEDO GLI UOMINI COME DEGLI ALBERI CHE CAMMINANO”. (Mc. 8,24)
Ci aspetteremmo, in una pia lettura di questo brano, che la prima cosa che il cieco guarito dovrebbe vedere, fosse il volto di Gesù, di colui che lo ha guarito. Invece, comincia a vedere gli uomini anche se in forma ancora non ben definita. Vederci, nella fede cristiana, significa, prima di tutto, cominciare a vedere gli uomini, i fratelli. Non basta pensare che la fede sia qualcosa che ci fa vedere Dio. “Come posso dire di amare Dio che non vedo se non amo il fratello che vedo?”. La logica dell’amore di Dio è l’incarnazione. Gesù si è fatto uomo, Gesù si rende visibile negli uomini, Gesù lo incontri principalmente nei fratelli anche se li vedi ancora in modo indefinito, anche se ti risulta difficile riconoscerlo nel volto dello straniero o del sieropositivo o anche solo del tuo familiare che la pensa così differentemente da te.
GIOVEDI’ 20 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Eleuterio di Tornai; San Nemesio.
Una scheggia di preghiera:
TU SEI GESU’, IL CRISTO,’ IL SALVATORE.
Hanno detto: Si perdona tanto quanto si ama (F. de la La Rochefoucauld).
Saggezza popolare: Non discutere mai con un imbecille: ti porta al suo livello poi ti batte con l’esperienza.
Un aneddoto: Un giorno alcuni uomini discutevano su quale fosse la cosa più importante e buona che avesse creato Dio. Il primo disse che la cosa più buona è l’olfatto perché ti permette di sentire il profumo delle rose, l’odore del fieno, e pregustare la fragranza dei cibi. L’altro gli rispose che il gusto è più importante perché senza di esso nessun alimento avrebbe sapore. Un terzo sosteneva invece che la vista è la cosa più bella del mondo perché senza, la vista sarebbe grigia e buia: il cieco non può sfogliare i petali bianchi delle margherite né stupirsi ai colori dell’arcobaleno. L’altro ancora sosteneva che senza il tatto tutte le cose sarebbero inutili perché anche se vicine sono di fatto lontane; mentre lo stesso cieco grazie al tatto riesce a riconoscere tutto. Ma se il cieco, disse un altro ancora, non sente i rumori rischia di cadere, mentre il suo cuore trova consolazione al canto del canarino. Così discutendo incrociarono il vecchio saggio del paese e a lui chiesero chi di loro avesse ragione. Il saggio rispose: "Nell’unità la bellezza". I cinque uomini dopo un po’ all’unisono dissero: "E’ l’uomo perché ha tutto ciò". Ma il saggio replicò: "Nell’unità la perfezione" e mentre essi si interrogavano, continuò "Senza il creato l’uomo sarebbe inutile: non avrebbe montagne da ammirare, non avrebbe frutti da mangiare, non avrebbe ginestre da odorare, non sentirebbe stormire il vento tra le foglie, non proverebbe il calore dell’abbraccio". "Allora la cosa più bella che ha fatto Dio è il Tutto!" (anonimo)
Parola di Dio: Gc 2,1-9; Sal 33; Mc 8,27-33
Vangelo Mc 8, 27-33
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: "Chi dice la gente che io sia?". Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti". Ma egli replicò: "E voi chi dite che io sia?". Pietro gli rispose: "Tu sei il Cristo". E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: "Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini". Parola del Signore
"TU SEI IL CRISTO”. (Mc. 8,29)
Pietro fa la sua confessione di fede: Gesù è l'unto, l'incaricato di Dio, il Messia, l'atteso, colui del quale tutta la Scrittura ha parlato, colui sul quale puntano tutte le speranze degli uomini. Gesù ha parlato, ha fatto miracoli, ha camminato con i suoi discepoli per condurli fino a questo atto di fede. Ora, dopo aver conosciuto in Lui il mandato di Dio devono cominciare a seguirlo dove Egli vorrà condurli. A che punto sono del cammino della fede? Ho già fatto abbastanza esperienza di Gesù da saperlo riconoscere come Cristo? Se vuoi avere una prova del punto in cui sei, guarda dentro di te e vedi: nei fatti che spazio dai al Signore, alla sua Parola e quale a te stesso, ai tuoi diritti? Fino a che punto ad esempio sei disposto a riconoscere Cristo quando devi perdonare? Il tuo amare il prossimo ti rende disponibile a dare come Cristo, la tua vita per Lui? Non scoraggiamoci! Anche Pietro, dopo aver detto che Gesù è il Cristo lo rinnegherà davanti ad una serva! Questa nostra povertà, però, ci aiuti a comprendere che di strada dobbiamo farne ancora tanta e che non basta riempire la bocca di parole anche cristiane se poi in noi non c'è lo sforzo di provare almeno a calcare le orme di Gesù. Il nome "Gesù" ci ricorda l'avventura umana di quest'uomo di Galilea, il termine "Cristo", "Messia", unto dei Signore, ci ricorda con un sapore di fede la sua divinità. Per essere cristiani veri non bastano una serie di credenze, non basta l'osservanza di alcune norme o l'esplicazione di una religiosità con alcune formule di preghiera: bisogna confrontarsi con Cristo credendo alla sua divinità, lasciandosi scomodare dal suo amore che si fa carne e sofferenza. D'accordo, la fede non si fonda sulle parole o sui numeri, ma quante volte nel mio parlare entra il nome di Gesù, di Cristo? E soprattutto, chi mi vede agire riesce a capire che per me, come diceva S. Paolo, Cristo è tutto?
VENERDI’ 21 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Pier Damiani, Vescovo e dottore della Chiesa; Santa Eleonora, regina
Una scheggia di preghiera:
NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO.
Hanno detto: La grazia è il disegno sovranamente generoso, del tutto imprevedibile e misericordioso del Padre, che vuole salvare tutti gli uomini chiamandoli ad essere suoi figli adottivi nel Cristo Gesù. (Ch. Baumgartner).
Saggezza popolare: La mente si arricchisce di ciò che riceve; il cuore si arricchisce di ciò che dà.
Un aneddoto: Si narra che un novizio sentì la chiamata di Dio dalla cima di un monte. Uscì dal convento e seguì l’eco che veniva dalla montagna. Lungo la strada incontrò un boscaiolo ferito ma non si fermò nemmeno a guardarlo perché doveva incontrare Dio. Ma verso sera quando finalmente giunse in cima al monte Dio non c’era più perché era sceso ad aiutare il tagliaboschi ferito. (racconto Russo)
Parola di Dio: Gc 2,14-24.26; Sal 111; Mc 8,34 - 9,1
Vangelo Mc 8, 34-39
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: "Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi". E diceva loro: "In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza". Parola del Signore
"SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME... PRENDA LA SUA CROCE E MI SEGUA”. (Mc. 8,34)
Quante volte, al mattino, alla sera, prima del pranzo, passando davanti a una chiesa.., facciamo il segno di croce! Eravamo ancora bambini e sul nostro capo, il giorno del battesimo è stato fatto il segno di croce, il giorno della nostra sepoltura qualcuno metterà una croce sulla nostra tomba... Avete mai pensato a che cosa è una croce? E' un segno di tortura, di cattiveria umana che ha escogitato delle atrocità per far morire un condannato. La croce in sé è un segno brutto, di dolore, di violenza. Anche Gesù suderà sangue prima di abbracciare la sua croce. Dovremmo pensarci bene quando ci segniamo con essa o quando per facile consolazione diciamo ad un altro: "E' la tua croce!". L'unico significato positivo è che Gesù con la sua croce , brutta, cattiva, piena di dolore ha amato. Il cristiano se vuol essere tale, allora deve essere uno marcato dalla croce non perché la croce sia bella ma perché con Gesù la croce può diventare segno di amore.
SABATO 22 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Festa della Cattedra di Pietro; Santa Margherita da Cortona.
Una scheggia di preghiera:
SOSTIENI SIGNORE PAPA FRANCESCO E IL SUO MINISTERO.
Hanno detto: Gli ipocriti non si accontentano di essere malvagi come tanti altri; vogliono anche passare per buoni, e con la loro falsa virtù fanno sì che gli uomini non osino più fidarsi di quella vera. (Fénelon)
Saggezza popolare: Solo le persone ignoranti ostentano quel poco che sanno.
Un aneddoto: Mio zio amava gli uccellini. Curava quelli domestici in gabbia, dissetava e saziava con le briciole sul davanzale quelli liberi in volo. Parlava con loro e pareva che loro lo capissero… Così giunse il tempo in cui dovette far ritorno dal Padre; la sua bara fu esposta, per le ultime onoranze in chiesa prima della messa funebre. Ben presto il silenzio fu rotto dal brusio degli amici, dal chiacchiericcio dei conoscenti, dalle fragorose condoglianze e stime di affetto ai familiari. Ormai era piazza, quando entrò in chiesa un uccellino che incominciò a volteggiare nell’abside e pian piano planò sulla bara cinguettando. Solo allora tornò il silenzio: l’uccellino stava parlando con mio zio.
Parola di Dio: Nella festa della cattedra di Pietro: 1Pt 5,1-4; Sal 22; Mt 16,13-19
Vangelo Mt 16, 13-19
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Parola del Signore
“E IO TI DICO: TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA IO EDIFICHERO’ LA MIA CHIESA E LE PORTE DEGLI INFERI NON PREVARRANNO CONTRO DI ESSA”. (Mt. 16,18)
La festa della Cattedra di san Pietro ci dà occasione di ripensare ad una delle tante cose che noi, come cristiani, diamo per scontate ma che spesso viviamo attraverso una serie di luoghi comuni e con molta confusione. Proviamo a pensare al magistero del Papa. Chi è il Papa? E’ il successore di san Pietro, è colui che ha ricevuto da Gesù il compito di garantire l’unità della Chiesa, di testimoniare la continuità della tradizione della fede, di predicare e annunciare il Vangelo di Gesù, di aiutare i fratelli a vivere rispondendo moralmente bene a quelle che sono le chiamate del Signore. Ecco allora che “cattedra” è luogo di insegnamento di pastorale e non scranno di poteri terreni. Il primo errore che spesso noi facciamo, proprio perché legato alla storia della Chiesa concreta, è di legare la figura del Papa alla figura del potere terreno. Se per tanti secoli il potere divino di servizio e quello terreno di dominio hanno cercato, per interesse, di andare a braccetto, oggi ci rendiamo conto che la vera autorità della Chiesa e del Papa non stanno in un potere materiale, stanno nell’autorità morale per il servizio che Gesù ha affidato a Pietro. Abbiamo bisogno di purificare questo pensiero sia noi che soprattutto coloro che, facendo parte della gerarchia ecclesiale, sono facilmente portati a vederla come una scala di poteri successivi. Quando ritorniamo al Vangelo scopriamo che l’unico potere dato da Cristo è quello di servire, è il potere del pastore che indirizza il suo gregge, che raccoglie con amore le pecore che hanno maggiore difficoltà, che difende le pecore dai lupi anche a costo della propria vita. Anche il potere di magistero non deve mai essere un imporre in forme assolutistiche la verità al punto da ergersi giudici di altri per poterli condannare, deve essere sempre un servizio alla verità attraverso l’umile interpretazione della Parola di Dio, attraverso la Tradizione, e l’offerta di percorsi di fede accompagnati sempre dalla stessa misericordia di Gesù che, pur chiedendoci impegni seri, sa capire la difficoltà che spesso abbiamo nell’attuarli. A me piace vedere nella storia di questo nostro Papa e nei discorsi da Lui pronunciati in tantissime occasioni, aldilà della forma a volte di difficile espressione, la sua continua tensione di attenzione sia alla Parola di Dio sia all’uomo concreto. Un altro luogo comune da rivisitare è l’intendere l’infallibilità del Papa come infallibilità assoluta in tutti i campi. Questo non è affatto vero. L’unica infallibilità del Papa è nei riguardi della fede. Di certo il Papa non si permette e non si permetterà mai di dichiarare qualcosa di assoluto che non derivi effettivamente dalla Parola di Dio. Ancora, il Papa dà delle norme che hanno un valore pieno e totale anche in campo morale, ma nello stesso tempo con la misericordia che è propria di Dio, aiuta le persone ad indirizzarsi verso queste mete. Le norme non sono mai date solo per condannare, per escludere, sono date sempre e soltanto per indirizzare verso Gesù. Quale può e deve essere allora il nostro atteggiamento verso il magistero del Papa? Prima di tutto un grande rispetto, poi una grande attenzione per capire ciò che egli vuole dirci ed insegnarci a nome di Gesù, un confrontare quanto ci viene detto con quelle che sono le nostre tradizioni e il nostro modo di vivere e poi una adesione fiduciosa nel nome dell’unità, quell’unità per cui proprio Gesù ha pregato e per cui Gesù ha dato a Pietro il potere di legare e di sciogliere.
DOMENICA 23 FEBBRAIO: 7^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Tra i santi ricordati oggi: San Policarpo, vescovo e martire; Santa Romana di Todi.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, LA TUA MISERICORDIA CI RENDA MISERICORDIOSI.
Hanno detto: Che valore ha una vita virtuosa se è priva di amore e di misericordia? (Th. Merton).
Saggezza popolare: Il valore di un’idea sta nel metterla in pratica.
Un aneddoto: Un giorno una signora vide un ragazzo malvestito e scalzo che con il naso e le mani schiacciate sulla vetrina di un negozio guardava immobile dentro. La signora, credendolo un ladruncolo, gli si avvicinò e gli chiese cosa stesse facendo ed il bambino con le lacrime agli occhi le rispose: "Vorrei tanto avere un paio di scarpe!" La signora lo prese per mano, entrò dentro al negozio, si fece avere dell'acqua e dei calzini, gli lavò i piedi, li asciugò, gli infilò i calzini e gli comprò un bel paio di scarpe.
Usciti, il bambino non ebbe parole per ringraziare la signora ma con gli occhi pieni di gioia le chiese: "Signora ma lei è la moglie di Dio?" ... ci vuol proprio poco per essere parenti di Dio!
Parola di Dio: Lv 19,1-2.17-18; Sal 102; 1Cor 3,16-23; Mt 5,38-48
Vangelo Mt 5, 38-48
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente"; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Dá a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste". Parola del Signore
“AVETE INTESO CHE FU DETTO: OCCHIO PER OCCHIO, DENTE PER DENTE; MA IO VI DICO: ...” (Mt. 5,38-39)
Non solo ai tempi di Gesù, ma ancora oggi, alla base del diritto penale sta il fatto che la pena sia proporzionata alla colpa. Gesù mette in dubbio questo principio in nome di una giustizia più alta. Al posto di una vendetta regolamentata che rischia sempre di innescare la spirale della violenza, Gesù predica la non violenza che rinuncia a rispondere al male con le stesse armi. All’odio istintivo poi, Gesù oppone l’amore, un amore operante che si esprime attraverso gesti concreti: l’ospitalità offerta allo straniero, la preghiera per i persecutori. Ingenuità, utopia? Basta guardarsi intorno per vedere che un gesto di pace spesso è molto più efficace di una conferenza sul disarmo. Ma soprattutto, basta guardare Gesù, modello perfetto di tali atteggiamenti, che costituiscono l’essenza stessa del cristianesimo.
LUNEDI’ 24 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Modesto, vescovo; San Sergio, martire.
Una scheggia di preghiera:
ABBI PAZIENZA, CON NOI, O SIGNORE.
Hanno detto: Vegliare significa vivere a fondo l’oggi del Cristo in noi. (A. M. Besnard).
Saggezza popolare: Più vale il fumo di casa mia, che l'arrosto dell'altrui.
Un aneddoto: Un amico cercava di incoraggiare Lincoln quotidianamente alle prese con grandi problemi: “Coraggio, il Signore è con noi!”. “Io non sono affatto preoccupato di questo, rispose il presidente, perché Dio è sempre con il giusto. Ma la mia preoccupazione e preghiera è che io e la nazione siamo con Dio.”
Parola di Dio: Gc 3,13-18; Sal 18; Mc 9,14-29
Vangelo Mc 9, 14-29
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù sceso dal monte e giunto presso i discepoli, li vide circondati da molta folla e da scribi che discutevano con loro. Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogo: "Di che cosa discutete con loro? ". Gli rispose uno della folla: "Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto. Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti". Egli allora in risposta, disse loro: "O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me". E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando. Gesù interrogò il padre: "Da quanto tempo gli accade questo?". Ed egli rispose: "Dall'infanzia; anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci". Gesù gli disse: "Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede". Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: "Credo, aiutami nella mia incredulità".Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: "Spirito muto e sordo, io te l'ordino, esci da lui e non vi rientrare più". E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: "E' morto". Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi. Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: "Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?". Ed egli disse loro: "Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera". Parola del Signore
"DISSE GESÙ: O GENERAZIONE INCREDULA, FINO A QUANDO STARÒ CON VOI?" (Mc. 9,19)
Gesù sbotta. Davanti ai suoi segni, alle sue parole, scoprire l'incredulità, le discussioni, le false appropriazioni delle sue parole, fa cader le braccia anche a Gesù. Ma questa frase ha già dei precedenti biblici: quante volte nell'Esodo o nei profeti Dio, davanti alla "testa dura" del suo popolo ha sbottato cosi. E con me il Signore non ha forse ragione di sbottare? E con la Chiesa? Abbi ancora pazienza con me: sbotta pure, ne hai pienamente ragione: stento a capirti; dico di aver fede e poi mi arrendo alle prime difficoltà; come Pietro prometto di seguirti ovunque ma poi più che seguire te, seguo me stesso... Hai ragione, ma non lasciarmi solo! E Gesù non ci lascia soli. Rimprovera giustamente, ma poi, subito, fa il miracolo per quel padre disperato. Fa, o Signore, che i tuoi rimproveri mi servano e tu, o Signore, dopo avermi rimproverato, stammi ancora vicino perché "senza di te non posso nulla".
MARTEDI’ 25 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Cesario; San Donato di Zara.
Una scheggia di preghiera:
SOLO LA TUA PAROLA, SIGNORE, E’ PAROLA DI VITA ETERNA.
Hanno detto: E’ un dovere specificamente cristiano quello di crescere, anche davanti agli uomini, e di far fruttare i propri talenti anche naturali. (P. Teilhard de Chardin).
Saggezza popolare: A ottant’anni avete imparato tutto: dovete solo ricordarlo.
Un aneddoto: Lady Huntington parla di un incontro con il grande banchiere Rotschild che le diceva: “dopo il mio grande successo, ora la mia grande ambizione è quella di educare i figli così che possano perpetuare il successo che ho ottenuto. Lady Huntigton aggiunse: “Spero che lei possa anche trovare il tempo per preparare i suoi figli per l’aldilà”. “No! No certamente, ribatté il banchiere, non mi posso permettere di parlare loro dell’altro mondo. Questo dividerebbe le loro energie e distrarrebbe la loro attenzione”.
Parola di Dio: Gc 4,1-10; Sal 54; Mc 9,30-37
Vangelo Mc 9, 30-37
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: "Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà". Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni. Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: "Di che cosa stavate discutendo lungo la via?". Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: "Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti". E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: "Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato". Parola del Signore
“DI CHE COSA STAVATE DISCUTENDO LUNGO LA VIA?” (Mc. 9,33)
Quante chiacchiere lungo il cammino della nostra vita! Se alla sera ci chiediamo quante parole inutili abbiamo detto in una giornata l’elenco diventa lungo: le chiacchiere che hanno fatto perdere tempo a noi e agli altri, le parole false con cui abbiamo blandito persone che non stimavamo ma che erano importanti, le parole dietro le quali abbiamo nascosto il nostro orgoglio o la nostra voglia di non fare, le parole malevoli, le critiche... E anche nella vita di una comunità quante riunioni di parole, magari a volte ammantate di perbenismo, se non addirittura di Bibbia... “Di che cosa discutevate per la via?”: Lui andava a morire per loro e loro discutevano di meriti e di onore. Signore, qualche volta abbiamo bisogno del miracolo della guarigione del muto per poterti testimoniare, ma altre volte abbiamo bisogno del miracolo di farci stare un po’ più zitti!
MERCOLEDI’ 26 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Nestore, vescovo; San Porfirio, vescovo
Una scheggia di preghiera:
BENEDICI, SIGNORE, TUTTI COLORO CHE OPERANO PER IL BENE.
Hanno detto: L’uomo che vive secondo lo Spirito diffonde intorno a sé serenità e pace, diventa un creatore di vita, di giustizia, di bellezza. (O. Clément).
Saggezza popolare: La vera scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel vederli con nuovi occhi.
Un aneddoto: C’era una volta una vecchietta che non parlava mai male di alcuno. Trovava sempre qualcosa di nuovo in ognuno. Un giorno morì un vicino di casa che racchiudeva in sé tutte le miserie umane: era bugiardo, ladro, ubriaco, rissoso con tutti, picchiava la moglie e i figli… La notte della veglia funebre la vecchietta entrò nella camera ardente in cui si doveva recitare il Rosario per il defunto. Tutti i presenti non poterono fare a meno di pensare tra sé : “di questo non potrà proprio dire nulla di buono”. La vecchietta rimase in silenzio e sembrava proprio che non sapesse cosa dire, ma dopo un po’ disse: “Sapeva davvero fischiare bene. Era un piacere sentirlo quando passava sotto la mia finestra tutte le mattine. Mi mancherà”.
Parola di Dio: Gc 4,13-17; Sal 48; Mc 9,38-40
Vangelo Mc 9, 38-40
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri ". Ma Gesù disse: "Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi". Parola del Signore
“GESU’ DISSE LORO: NON C’E’ NESSUNO CHE FACCIA UN MIRACOLO NEL MIO NOME E SUBITO DOPO POSSA PARLARE MALE DI ME. CHI NON E’ CONTRO DI NOI E’ PER NOI”.
(Mc. 9,39-40)
Era successo un fatto increscioso: gli apostoli avevano visto uno che nel nome di Gesù scacciava i demoni e glielo avevano vietato giustificandosi e dicendo: “Non fa parte dei nostri”. Gesù invece dice che dobbiamo saper accogliere tutto quello che è buono e che è bene perché il bene può operare in qualunque modo. Gesù non vuole che la sua Chiesa sia un ghetto, che ad essa appartengano solo determinate categorie di persone, ma desidera una comunità aperta. Ci vuole solidali con tutte le persone oneste e con qualità umane che, anche se “non sono dei nostri” perché non appartengono al gruppo cristiano, cercano tuttavia Dio con cuore sincero, praticando con lealtà il bene, la verità, la giustizia e l’amore fraterno. Ce ne dobbiamo rallegrare: tutti costoro stanno con Gesù, con il Vangelo, con noi. Quando lo stesso problema si era ripresentato nella comunità primitiva, ecco che San Paolo e gli apostoli rispondono dicendo: “Purché Cristo venga annunziato io me ne rallegro” perché “Né chi pianta né chi irriga è qualcosa, ma è Dio che fa crescere”. Anche ai nostri giorni l’appartenenza alla Chiesa non è l’unico criterio di adesione a Cristo e al Regno di Dio. E questo regno non coincide con la Chiesa, ma respira in tutti gli uomini e le donne di buona volontà anche se non frequentano i nostri templi. Chi ama il prossimo e lavora sinceramente per un mondo più umano e per i diritti della persona, specialmente dei meno privilegiati, è a favore del Vangelo e, se non rifiuta espressamente Cristo, è con Lui e con noi, suoi seguaci. Gesù vuole che noi, sua comunità, siamo in atteggiamento di dialogo e di aperto servizio a tutti gli uomini tanto sul piano interno che esterno. Non abbiamo paura di collaborare con tutti gli uomini di buona volontà, con questo non svendiamo il nostro cristianesimo e non mettiamo in saldo il Vangelo ma collaboriamo con tutti coloro che, pur non conoscendolo espressamente, vivono e trasmettono i principi del Vangelo al prossimo.
GIOVEDI’ 27 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Leandro, vescovo; Santa Onorina, martire.
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI, SIGNORE, NON SOLO DAL MALE MA ANCHE DAL SUPERFLUO.
Hanno detto: Soltanto un cuore capace di amore umano può preferire autenticamente l’amore di Gesù a ogni altro affetto. (G. Huyghe).
Saggezza popolare: La creatività è soprattutto la capacità di porsi continuamente delle domande.
Un aneddoto: Durante la guerra un cappellano militare uscì dalla trincea, rischiando la vita, per soccorrere un soldato ferito. Raggiunto il commilitone si accorse che le sue ferite erano gravissime, si inginocchiò, aperse il Vangelo e gli chiese se volesse ascoltare le parole di Dio. Il soldato per tutta risposta, allontanando con la mano il libro gli urlò: “Dammi da bere, ho sete!”. Il prete gli versò tutta l’acqua della sua borraccia. Poi nonostante che la situazione si facesse sempre più pericolosa e tragica, il soldato ferito afferrò il braccio del sacerdote e gli chiese da mangiare: “Ho fame!” Ed il cappellano gli diede la sua razione di cibo. Poiché i dolori e la febbre aumentavano il soldato allo stremo gli disse:”Ho freddo, tanto freddo”. Il cappellano allora si tolse il pastrano e lo coprì. Solo allora il soldato ormai moribondo si rivolse al sacerdote e gli disse: "Non c’è più bisogno che tu mi legga il Vangelo, ho capito che Dio c’è perché tu hai rischiato la tua vita per salvarmi". E spirò.
Parola di Dio: Gc 5,1-6; Sal 48; Mc 9,41-50
Vangelo Mc 9, 41-50
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Perché ciascuno sarà salato con il fuoco. Buona cosa il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri". Parola del Signore
SE LA TUA MANO..., IL TUO PIEDE TI SCANDALIZZA..., TAGLIALO. E' MEGLIO PER TE ENTRARE NEL REGNO ZOPPO, MONCO, CON UN OCCHIO SOLO CHE ESSERE GETTATO INTERO NELLA GEENNA. (Mc. 9,43-47)
Il Vangelo è radicale: non ha mezze misure, non convive con lo scandalo. Eppure noi, delle molte mani che abbiamo per prendere, abbiamo amputato solo la mano della carità disinteressata. Noi abbiamo troppi piedi per percorrere infinite strade tortuose e nessun piede che ci porti a seguire Cristo. Noi abbiamo molti occhi per correre dietro agli specchietti ma non abbiamo l'occhio che ci fa vedere la verità, l'unico occhio del vero discepolo. Dobbiamo tornare al Vangelo: tagliarci le infinite mani, piedi occhi e tenere solo la mano che soccorre l'altro, il piede che cammina verso la meta e l'occhio che la vede. Solo la nostra fede, la nostra speranza e la nostra carità in Cristo edificano e salvano noi e gli altri.
VENERDI’ 28 FEBBRAIO
Tra i santi ricordati oggi: Fedele, martire; San Ferruccio, martire.
Una scheggia di preghiera:
BENEDICI SIGNORE TUTTE LE FAMIGLIE SPECIALMENTE QUELLE IN DIFFICOLTA’.
Hanno detto: La santità non è uno sport in cui trionfano gli eroi, ma un’avventura di misericordia, in cui i piccoli e gli umili sono colmati di doni…; ciò che conta è la convinzione gioiosamente accettata di una profonda miseria, che la misericordia di Gesù salva continuamente. (G. Huyghe).
Saggezza popolare: La mente è come il paracadute: funziona solo quando è aperta.
Un aneddoto: Anni fa andai come volontario in missione. Insegnai a leggere, a scrivere, a far di conto e anche il catechismo. Alla fine però fui io a ricevere una grande lezione dal bambino più povero della missione. Tutti i giorni mi chiedeva qualcosa da mangiare, ma io non gli diedi mai nulla. L’ultimo giorno della mia permanenza colà presi una scatola di biscotti che mi era avanzata e gliela diedi. Lui chiamò gli altri bambini della scuola e divise tutti i biscotti tra tutti. Quello che io ero andato ad insegnare, lo hanno insegnato loro a me l’ultimo giorno: la condivisione
Parola di Dio: Gc 5,9-12; Sal 102; Mc 10,1-12
Vangelo Mc 10, 1-12
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo Gesù, partito da Cafarnao, si recò nel territorio della Giudea e oltre il Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l'ammaestrava, come era solito fare. E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: "E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?". Ma egli rispose loro: "Che cosa vi ha ordinato Mosè?". Dissero: "Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla". Gesù disse loro: "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto". Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio". Parola del Signore
“E’ LECITO AD UN MARITO RIPUDIARE LA PROPRIA MOGLIE?... PER LO DUREZZA DEL VOSTRO CUORE, MOSÈ SCRISSE QUESTA NORMA”. (Mc. 10,2.5)
Un mio amico prete, durante un’omelia ha detto: “In Italia, oggi, ci sono tre tipi di sacramento del matrimonio. Il primo, il più frequente, è la convivenza, poi c’è il matrimonio civile, poi c’è anche il matrimonio religioso". E’ una frase provocatoria, ma che rispecchia, purtroppo, la realtà. Oggi il matrimonio, per molti, è svilito, ridotto al “fin che la va, la va”, anche i figli spesso sono ridotti a un accessorio. Non sarà proprio “per la nostra testa dura”? Perché ci siamo dimenticati di Dio, perché piacere e divertimento sono diventati il nostro idolo, perché il tradimento non è più un male ma una forma di “libertà”, perché il divorzio è legge che difende i diritti. Gesù non scende a compromessi con il suo tempo, dice bene al bene e male al male, per Lui il peccato è peccato e non errore. Non si tratta di adattarsi alle mode per rendere la religione moderna, si tratta di riscoprire i valori che ci sono dietro alle scelte e alle indicazioni del Vangelo. Solo così, dopo si apprezzerà in senso giusto tutta la misericordia di Dio.