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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

AGOSTO 2013

 

GIOVEDI’ 1 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori; San Giovanni da Rieti, San Leo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI HAI SEDOTTO E IO MI SONO LASCIATO SEDURRE.

 

Hanno detto: Non v'è cosa più debole dell'acqua, eppure non v'è nulla che la superi nel vincere ciò che è forte e duro. ... Così la dolcezza vince la rigidezza. (Lao-Tzu)

Saggezza popolare: L'acqua lontana non spegne il fuoco.

Un aneddoto: La nuvola avanzava lentamente: era piccola, poco più grande di un batuffolo di cotone. All'interno, due gocce di pioggia stavano litigando furiosamente. "Ti dico che dovevamo scendere su quel prato!", urlò l'una. "E così saremmo finite in mezzo al fango!", ribatte l'altra. "Sua maestà ha paura di sporcarsi? Preferirebbe forse cadere in una boccetta di profumo?!", insistette la prima. "Sei sciocca e ignorante!", concluse la seconda. E rivolgendosi all'altra compagna che se ne stava pacifica e silenziosa ad osservare il paesaggio chiese: "E tu, cosa ne pensi?". Costei rispose: "Credo che ognuna di noi debba seguire le proprie aspirazioni, ricordandoci che il mondo ha bisogno di noi". "Giusto!", intervenne la prima, "Ognuna pensi a se stessa!", travisando così le parole della compagna saggia. La prima a lasciarsi scivolare dalla nuvola fu proprio lei. Vide uno scoglio e decise di andare a crogiolarsi al sole. Fatto sta che, poco dopo, cominciò a sudare e all'improvviso scomparve. Di lei non restò più nulla, neppure il segno sulla roccia. La seconda, vedendo l'oceano, pensò: "Qui non mi mancherà la compagnia!" e si lasciò scivolare. Per qualche tempo passò le sue giornate ridendo, scherzando, ballando insieme alle compagne. Ma un giorno un'onda l'afferrò con decisione e la mandò a ruzzolare sulla spiaggia. La sabbia assorbì la goccia e di lei non restò più nulla, nemmeno un'impronta. Sulla nuvola,intanto, la goccia rimasta aspettava il momento opportuno per scendere sulla terra. Aveva deciso: "Mi spingerò più a Nord, il vento freddo mi trasformerà in un fiocco di neve e contribuirò a far felici i bambini". All'improvviso vide, in un campo arso dal sole, una pianticella quasi appassita. Questo la rattristò e la commosse. E cosi decise:si lasciò scivolare dalla nuvoletta e cadde addosso alla piantina. Costei si ridestò dicendo: "Che fresca carezza! Chi sei?". "Sono una piccola goccia e sono scesa dal cielo per aiutarti" rispose. Poi scomparve nel terreno, fino alle radici. Subito un fremito percorse l'intera pianticella ed un fiorellino sbocciò, profumando l'aria.

Parola di Dio: Es. 40,16-21.34-38; Sal.83; Mt. 13,47-53

 

Vangelo Mt 13, 47-53

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì". Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche". Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Parola del Signore

 

“IL REGNO DI DIO E’ SIMILE AD UNA RETE GETTATA NEL MARE, CHE RACCOGLIE, OGNI GENERE DI PESCI”. (Mt. 13,47)

Gesù parla a dei pescatori che ha chiamato a diventare “pescatori di uomini” e usa allora l’esempio della rete. Il Signore “pesca” non perché vuole avere tanti adepti ma perché “ama”. Quante volte ho sentito dire: “Mio figlio, mia figlia non crede più, non frequenta più...” E quante volte,dopo aver messo qualche puntino: “Non confonda fede con religione” o “Non voglia fare di suo figlio una bella o brutta copia di lei”, convinto dalle tante esperienze, ho risposto: “Abbia fiducia... il Signore è un pescatore paziente e costante... per Lui non contano i nostri tempi... a Lui la fantasia non manca... e poi un Dio che è morto in croce per amore si lascerà spaventare da qualche no?”. Ma chiediamoci anche: “E io mi lascio pescare dal suo amore?’

 

 

VENERDI’ 2 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Eusebio di Vercelli; San Pietro Giuliano Eymard.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’: FIGLIO DI DIO, FIGLIO DELL’UOMO.

 

Hanno detto: Tutti gli animali diffidano dell’uomo, e non a torto: ma una volta sicuri che non gli si vuol nuocere, la loro fiducia diventa così assoluta che bisogna essere proprio un barbaro per abusarne. (Becque Henry)

Saggezza popolare: Acqua che corre non porta veleno.

Un aneddoto: Un giovane, desideroso di entrare a far parte del monastero di Ennaton, fu interrogato da un anziano che voleva sapere fino a che punto era disposto a lasciare il mondo: - Se tu avessi tre monete d'oro, le daresti ai poveri? - Di tutto cuore, abba. E se tu avessi tre monete d'argento? - Molto volentieri. E se tu avessi tre monete di rame? - No, abba. E perché? - chiese stupito l'anziano. - Perché io ho tre monete di rame. Purtroppo troppo spesso siamo disposti a dare ciò che non abbiamo ma a trattenere con tutte le nostre forze ciò che possediamo!  (R. Kern) 

Parola di Dio: Lev. 23,1.4-11.15-16.27.34-37; Sal.80; Mt. 13,54-58

 

Vangelo Mt 13, 54-58

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: "Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?". E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua". E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità. Parola del Signore

 

“NON E’ EGLI FORSE IL FIGLIO DEL CARPENTIERE ?”. (Mt. 13,55)

Nella sinagoga di Nazareth, la patria di Gesù, si manifesta ancora una volta la figura del vero Messia, quali siano le sue scelte e le sue prospettive ed anche quali i criteri secondo cui la nostra fede può fondarsi in Lui. Quello che agli occhi dei suoi connazionali era un motivo di disprezzo (“Altro che Messia, è figlio di un artigiano, operaio pure lui”), per Gesù è motivo di grandezza: il Figlio di Dio è l’artigiano, l’operaio che, in tutto simile a noi, ci insegna attraverso il lavoro delle nostre mani ad essere collaboratori di Dio stesso. Il Messia non è da ricercare alle corti dei potenti terreni, il Messia è l’amore di Dio incarnato nelle realtà del quotidiano che ci dice il valore di quello che noi viviamo tutti i giorni e che spesso ci appare terribilmente banale.

 

 

SABATO 3 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lidia; San Nicodemo.

Una scheggia di preghiera:

 

EI, GESU’, MI HAI LIBERATO: MI HA RESO FIGLIO DI DIO.

 

Hanno detto: Aquila: nome che le oche danno al loro piccolo. (Zamacois)

Saggezza popolare: La prima acqua è quella che bagna.

Un aneddoto: Racconta un anziano gesuita che per anni fu missionario in Brasile: “Si sa che povertà è spesso cattiva consigliera per cui capita che alcuni poveracci incrudeliti da fame e angherie immaginano che i preti, perché si danno da fare per aiutare, siano ricchi: Ecco il perché degli “assalti” alle parrocchie e comunità cristiane che spesso diventano crudeli ed hanno causato il martirio di tanti sacerdoti missionari. In occasione di uno di questi assalti mi trovai solo in balia di due energumeni armati di pistola e machete. Ma quella volta mi salvai. Questo genere di persone è spesso molto superstiziosa. Mentre stavo ricevendo i primi colpi gridai loro: “Se toccate un prete servo di Dio incorrerete in ogni forma di male per voi e le vostre famiglie” Si guardarono e …tagliarono la corda”.

Parola di Dio: Lv. 25,1.8-17; Sal.66; Mt. 14,1-12

 

Vangelo Mt 14, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui". Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!". Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta. Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista". Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù. Parola del Signore

 

“ERODE AVEVA ARRESTATO GIOVANNI E LO AVEVA FATTO INCATENARE E GETTARE IN PRIGIONE PER CAUSA DI ERODIADE, MOGLIE DI SUO FRATELLO FILIPPO”. (Mt. 14,1-2)

Questo Erode di cui ci parla il Vangelo è una banderuola. Vive di paure, è re ma si lascia condizionare dagli altri, sfoggia una corte, una religione ma è un fantoccio in mano ai romani e ai sommi sacerdoti. Dipende poi in tutto dalle sue passioni. Quanti uomini anche oggi asseriscono di essere liberi, dicono di fare ciò che vogliono ma poi dipendono dall’ultima corrente politica, dalla moda, sono schiavi delle loro passioni... Giovanni, in una buia prigione è più libero di Erode nella sua ricca reggia. Esaminiamoci oggi: qual è la mia libertà? Vivo veramente per dei valori scelti? In che modo mi lascio condizionare? La mia testimonianza cristiana si ferma davanti alle prove che incontro nel mondo?

 

 

DOMENICA 4 AGOSTO: 18^DOMENICA TEMPO ORDINARIO C.

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Maria Vianney; San Tertulliano.

Una scheggia di preghiera:

 

MI HAI FATTO RICCO DI TE, RICCO DI DIO.

 

Hanno detto: Come è nobile chi, col cuore triste, vuol cantare ugualmente un canto felice, tra cuori felici. (Gibran)

Saggezza popolare: L'acqua va al mare.

Un aneddoto: Nel giugno del 1951, durante l'annuale pellegrinaggio a Lourdes dell'esercito francese (circa ventimila soldati), arrivarono pure alcuni malati tedeschi. Al momento di trasportarli alle piscine, non si trovò nessun barelliere della loro nazionalità. Fu allora rivolto l'invito ad un gruppo di soldati francesi. Si fece avanti un giovane: era dell'Alsazia, la regione perpetuamente contesa tra le due nazioni e che ha già fatto versare tanto sangue. Io stesso - disse - stavo per chiedere quest'onore. E aggiunse visibilmente commosso: I Tedeschi mi hanno fatto tanto male... Torturato ed ucciso mio padre e mio fratello!... Bruciata la mia casa!... Ma qui siamo a Lourdes ed io perdono!

Passò i due giorni della sua permanenza a Lourdes al servizio dei malati tedeschi.

Parola di Dio: Qo. 1,2; 2,21.23; Sal. 89; Col. 3,1-5.9-11; Lc. 12,13-21

 

Vangelo Lc 12, 13-21

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: “Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità”. Ma egli rispose: “O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?”. E disse loro:“Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni”. Disse poi una parabola: “La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per se, e non arricchisce davanti a Dio”. Parola del Signore

 

“CHI ACCUMULA TESORI PER SE NON ARRICCHISCE DAVANTI A DIO”. (Lc. 12,21)

E’ un rischio e una tentazione che corriamo tutti quella di legarci alle cose di questa terra e di lasciare che poco per volta siano esse a guidare le nostre scelte e la nostra vita. Persino certi atteggiamenti religiosi possono diventare un accumulare per sé non per Dio: quando la preghiera é troppo individualistica, quando pensiamo solo “alla salvezza della mia anima”, quando chiudiamo il Vangelo nei magazzini dei nostri schemi e lo priviamo della sua freschezza e qualità, quando pensiamo più ai numeri della fede, alle statistiche, alle opere pastorali, dimenticando i volti delle persone. Arricchire davanti a Dio, significa non accaparrarselo ma lasciare che Lui invada la nostra vita e tramite noi possa giungere anche ad altri.

 

 

LUNEDI’ 5 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Osvaldo; Sant’Emidio.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDIMI, SIGNORE, DISPONIBILE AL FRATELLO,

 

Hanno detto: E' necessario che il corpo non sia troppo affaticato, affinché non ne venga soffocato lo spirito, ma è necessario nello stesso tempo che il riposo dell'uno non sia a danno per l'altro. (Sant’Ignazio)

Saggezza popolare: L'asino si riconosce dalle orecchie, e il fesso dalle parole. (Prov. Pugliese)

Un aneddoto: “Si narra dell'Abbate Pafunzio, tanto celebre in santità, che un giorno mostrò desiderio di sapere dal Signore se egli avesse alcun merito presso di lui ; e gli fu risposto, ch'era giunto ad uguagliare il merito di un tal gentiluomo, Barone di una terra, che gli nominò. Si portò subito il Santo a trovar colui, dal quale fu ricevuto benignamente, e ben trattato, e terminata la cena lo pregò di manifestargli il tenore della sua vita. Si scusò il Barone con dire di non aver egli in sé virtù alcuna: ma poi importunato dall'altro gli disse, ch'era attentissimo ad albergare i Pellegrini, e in provvederli di quanto era loro necessario per lo viaggio: che mai non disprezzava i poveri, e li soccorreva nei loro bisogni ; che faceva amministrar la giustizia rettamente, e dava sempre le sentenze giuste, non partendosi mai dalla ragione né per raccomandazioni, né per affetto: che non facea verun' angaria a' suoi sudditi: che lasciava seminar ne' suoi campi a chiunque voleva, e non prendeva più del dovere: che niuno si poteva lamentare d'aver mai ricevuto danno, o molestia dalla sua famiglia, o da' suoi bestiami: che non avea mai contristato alcuno, né mai detto male d'altrui ; ma onorava tutti, amava tutti, aiutava tutti in quel che poteva, e si studiava di mantenere tutti in pace e concordia. In udir ciò restò il S. Abate grandemente consolato, ed intese, che la vera Perfezione non sta in tante cose, ma in adempiere i suoi doveri”. (Da: La vita dei santi Padri)

Parola di Dio: Nm. 11,4-15; Sal. 80; Mt. 14,13-21

 

Vangelo Mt 14, 13-21

Dal vangelo secondo Matteo

Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". Ma Gesù rispose: "Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare". Gli risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci!". Ed egli disse: "Portatemeli qua". E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Parola del Signore

 

“CONGEDA LA FOLLA PERCHE' VADA NEI VILLAGGI A COMPRARSI DA MANGIARE”. (Mt. 14,15)

Davanti ad una folla affamata di oltre cinquemila persone, i discepoli, con ‘‘buon senso” e con molta diplomazia, invitano Gesù a mandarli via. Detto in altre parole: “Quello che avevi da dir loro l’hai detto, per il mangiare si arrangino!”. Questa frase continua a risuonare nel mondo, con infinite varianti: “Sono fatti loro... Che cosa c’entro io... Non è compito mio... Ci sono delle strutture apposta... paghiamo le tasse proprio per questo... Qualcuno dovrà ben pensarci... Che cosa ci posso fare io?... Mica posso portarmi a casa tutta quella gente... Bisogna che i responsabili si decidano ad intervenire... E poi, diciamola tutta, anche loro devono darsi da fare, mica pretendere sempre dagli altri. Noi abbiamo già guai a sufficienza per conto nostro. E Gesù ci butta in faccia, con la massima naturalezza: “Non occorre che vadano: date voi stessi da mangiare”. Concretamente, Lui mi dice: “Poche storie. Tocca a te. E’ faccenda tua, non puoi tirarti indietro”. “Ma, Signore…”. “Pochi ma. Comincia e vedrai come ti aiuta il Signore.”

 

 

MARTEDI’ 6 AGOSTO: TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: San Giordano; Santi Giusto e Pastore.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’ ILLUMINAMI, SCALDAMI, FAMMI TUO.

 

Hanno detto: Le creature sono degli strumenti, ma è la mano di Gesù che dirige tutto. Bisogna vedere solo lui sempre. (Santa Teresina)

Saggezza popolare: Il mulino non può macinare con l'acqua passata. (Prov. Inglese)

Un aneddoto: Se non ci fosse la mamma... Un giorno un uomo torna a casa dopo il lavoro e lì trova una confusione totale. I bambini sono nel giardino, ancora in pigiama e giocano nel fango. Per terra sparsi confezioni e involucri per alimenti vuoti. Mentre si avvicina alla casa trova un caos ancora peggiore. Piatti sporchi, mangime per il cane sparso sul pavimento, un bicchiere rotto sotto il tavolo e un mucchietto di sabbia vicino alla porta sul retro. In soggiorno sono sparsi giocattoli e abbigliamento e una lampada da tavolo è stata rovesciata. Si dirige verso la scala, camminando fra giocattoli, per cercare sua moglie. Comincia a preoccuparsi che lei sia malata o che le sia successo qualcosa di grave. La trova in camera da letto, ancora in pigiama, sdraiata, leggendo un libro. Lei alza lo sguardo su di lui, sorride e gli chiede come era andata la giornata. Lui la guarda disorientato e chiede: Che cosa sta succedendo qui?  Lei sorride nuovamente e risponde: Ti ricordi che ogni giorno quando arrivi a casa mi chiedi che cosa ho fatto durante il giorno?  Si  rispose lui. E lei: Ecco. Oggi non l'ho fatto. 

Parola di Dio: Dn. 7,9-10.13-14; Sal. 96; Lc.9,28-36

 

Vangelo Lc 9, 28-36

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo". Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Parola del Signore

 

“IL SUO VOLTO CAMBIO’ DI ASPETTO E LA SUA VESTE DIVENNE CANDIDA E SFOLGORANTE”. (Lc. 9,29)

In questi giorni in cui molti di noi hanno la fortuna di vivere qualche momento in più a contatto con la luce, il sole, la natura, ci viene proposta la festa della Trasfigurazione di Gesù. Per gli Orientali questa festa è quasi considerata come la Pasqua dell’estate.  Se vogliamo cercare di comprenderne il senso in breve, ci viene in aiuto la preghiera del prefazio della Messa odierna. Dice così: “Gesù rivelò la sua gloria dinnanzi a testimoni da lui prescelti e nella sua umanità, in tutto simile alla nostra, fece risplendere una luce incomparabile, per preparare i suoi discepoli a sostenere lo scandalo della croce e anticipare, nella Trasfigurazione, il destino meraviglioso della Chiesa, suo corpo mistico”. Dunque la Trasfigurazione è la festa della luce. E’ Gesù che ci illumina con la sua gloria, con la sua potenza, con se stesso. E’ Lui che viene ad aiutare la nostra debole fede facendoci vedere che le sue promesse per noi si realizzeranno in pienezza e in gioia, è Lui che ci invita a capire che se anche non è possibile fare le tre tende per rimanere subito e per sempre sul monte della gioia, su quel monte con la sua potenza possiamo arrivarci, magari anche passando per un altro monte che non ci piace tanto ma dal quale è passato Lui per noi, il Calvario. Molti in questi giorni amano: “prendere il sole”. E’ un esempio che mi sembra appropriato per la nostra vita spirituale. Noi abbiamo bisogno del sole e della luce anche fisicamente. Bisogna però fare attenzione a non esagerare perché possono derivarne insolazione e scottature, il sole poi poco per volta cambia anche il colore della nostra pelle. Oggi ci sono troppi cristiani asfittici, che preferiscono vivere al buio o al massimo a luce di candela mentre il sole di Dio splende. Ci sono altri cristiani che hanno preso troppo sole e malamente e sono andati di testa, sono caduti nelle esagerazioni ed esasperazioni religiose. Occorre che ci siano cristiani che sanno fermarsi davanti alla luce di Dio per lasciarsi trasformare da essa e per diventare specchi che sanno accogliere la luce e rispecchiarla anche sugli altri. E ricordiamoci che c’è un posto particolare dove fare la cura di questo sole: la preghiera e l’adorazione silenziosa davanti al Santissimo.

 

 

MERCOLEDI’ 7 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Sisto II e compagni; San Gaetano.

Una scheggia di preghiera:

 

PIETA’ DI ME, PECCATORE.

 

Hanno detto: Tutte le creature sono lettere d'amore di Dio: se lo vogliamo, in esse possiamo leggere, da esse possiamo imparare e capire. (Lehonard Roland)

Saggezza popolare: Contro l'acqua non si vince. (Prov. Piemontese)

Un aneddoto: Quando il Cardinal Mastai Ferretti che era stato un patriota venne eletto Papa col nome di Pio IX, propose ai cardinali un progetto di amnistia per i detenuti politici. Si votava con i fagioli. I fagioli bianchi erano per la liberazione, quelli neri per la condanna. Tutti i cardinali erano contrari e tutti deposero il fagiolo nero. A questo punto il Papa non si perse d’animo, ma togliendosi lo zucchetto bianco lo depose sui fagioli neri dicendo “Tho! Ora son tutti bianchi!”

Parola di Dio: Nm. 13,1-3.25-14,1.26-30.34-35; Sal 105; Mt. 15,21-28

 

Vangelo Mt 15, 21-28

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio". Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli gli si accostarono implorando: "Esaudiscila, vedi come ci grida dietro". Ma egli rispose: "Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele". Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: "Signore, aiutami!". Ed egli rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini". "E' vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni". Allora Gesù le replicò: "Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri". E da quell'istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore

 

“GESÙ DISSE: NON E’ BENE PRENDERE IL PANE DEI FIGLI PER DARLA AI CAGNOLINI...”. (Mt. 15,27-28)

Le prime volte che, ragionandoci sopra, leggevo il racconto di questa donna Cananea, la frase che proprio mi dava più fastidio era questa. Come, il buon Gesù venuto per salvare tutti, lui che dice di non giudicare nessuno si permette di dare del “cane” a una donna straniera che chiede aiuto, solo perché non fa parte del “popolo eletto” quello stesso popolo che poi lo metterà - in croce? Ho poi capito che questa frase invece di essere una affermazione era solo una provocazione per mettere in evidenza la fede di questa donna che supera di gran lunga la fede dei buoni e che rispondendo umilmente ma “a tono”, senza nulla perdere della sua dignità, strappa il miracolo che aveva tanto a cuore. E allora imparo: da parte mia, il non pregare, il non chiedere a Gesù qualcosa perché sono peccatore è poi proprio umiltà o è estremo orgoglio di chi sapendosi peccatore non crede alla misericordia di Dio che supera il peccato?

 

 

GIOVEDI’ 8 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Domenico; San Famiano.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, GRAZIE PER IL MINISTERO DI PAPA FRANCESCO.

 

Hanno detto: La creazione appare un'impresa di Dio volta a creare dei creatori, per avere accanto a sè esseri degni del suo amore. (Henry Bergson)

Saggezza popolare: Tre cose vuole il campo: buon lavoratore, buon seme, buon tempo.

Un aneddoto: San Tommaso d’Aquino parlava dei doni dello Spirito Santo attraverso un esempio chiarificativo: uno scolaretto alle prime armi col sillabario non ha le disposizioni sufficienti per comprendere un insegnamento universitario né, d’altra parte, un fanciullo potrebbe da solo scalare un ardua montagna: bisognerebbe potenziare le sue capacità fisiche e spirituali, le intellettive e le volitive, a un punto tale, che l’istantaneità dell’atto farebbe gridare al miracolo: così i doni dello Spirito Santo proporzionano le nostre deboli forze a comprendere il mondo del soprannaturale e ad agire virtuosamente secondo le sue divine mozioni, indirizzandoci al fine superiore a cui siamo chiamati (Cfr. Summa Theologiae I-Il, q. 68)

Parola di Dio: Nm. 20.1-13; Sal. 94; Mt. 16,13-23

 

Vangelo Mt 16, 13-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, Gesù chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai". Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: "Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini! ". Parola del Signore

 

“TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERO’ LA MIA CHIESA”. (Mt. 16,18)

Nel nostro linguaggio, nel vivere i rapporti umani, abbiamo bisogno di segni. I segni, però, devono essere “significativi”, cioè realizzare ciò che indicano. Gesù ha parlato di unità dei credenti, di fedeltà alla verità, di comunione nel suo nome, ed ecco che ci indica queste cose nel segno di Pietro che diventa la roccia su cui Cristo edifica il suo corpo, la Chiesa. Pietro, il Papa, sono per i cristiani segno reale ed efficace di continuità e garanzia della fede, di unità e di comunione. Per noi cristiani, il Papa non è un semidio, ma un uomo come noi che però ha la garanzia di Dio per il suo servizio di pastore della comunità. Un uomo che diventa riferimento nel cammino di fede. Se vedessimo il Papa così, quante esagerazioni verrebbero meno, da chi vede il Papa un intoccabile, uno che qualunque parola dice ha sempre ragione, a chi lo umanizza soltanto e vede in lui solo una forma di potere terreno. Amare il Papa, rispettare il Papa, ascoltare il Papa e i vescovi con lui, dovrebbe scaturire dal voler amare, rispettare, ascoltare Cristo che nel Papa ci dà il segno concreto della sua presenza.

 

 

VENERDI’ 9 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa; San Fermo.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO AMORE NON CI COLGA IMPREPARATI.

 

Hanno detto: Il Signore ha rivolto il suo sguardo sulle cose e le ha rivestite di bellezza. (San Giovanni della Croce)

Saggezza popolare: Se hai un cane per amico, devi sopportare le sue pulci. (Prov. Somalo)

Un aneddoto: Nel medioevo ad un certo punto la chiesa incluse fra i peccati capitali la tristezza perché indicava il disprezzo verso le opere di Dio.

Parola di Dio: Os. 2,16-17.21-22; Sal. 44; Mt. 25,1-13

 

Vangelo Mt 25,1-13

Dal vangelo secondo Matteo

Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora. Parola del Signore

 

“LE STOLTE PRESERO LE LAMPADE, MA NON PRESERO CON SE L’OLIO”. (Mt. 25,3)

Bisogna essere proprio “stolte”, ”distratte” per prepararsi ad una fiaccolata notturna preparando solo le lampade e dimenticando l’olio! Eppure succede a queste ragazze invitate a fare da damigelle d’onore allo sposo e succede tante volte ai cristiani. I cristiani sono invitati a una festa: è la festa di Gesù Redentore, vincitore della morte; sono invitati fin da adesso ad essere coloro che accompagnano e partecipano, ma proprio per partecipare non bisogna lasciarsi cogliere impreparati, distratti, “senz’olio” per le lampade. Un cristiano è “senz’olio” quando per lui la messa, i sacramenti sono dei doveri e non più momenti di gioiosa festa e di ricarica. Un cristiano è “senz’olio”, quando passa vicino ai fratelli ma li considera solo come potenziali nemici e disturbatori della sua quiete e non riesce a scoprire in essi il volto di Cristo Signore. Ancora siamo “senz’olio” tutte le volte che ci addormentiamo, che perdiamo l’entusiasmo, che ci accontentiamo della mediocrità... e allora a che serve avere la lampada se non possiamo accenderla per andare alla festa?

 

 

SABATO 10 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo;Sant’Ugo di Montaigu.

Una scheggia di preghiera:

 

IL MIO POSTO E’ DIETRO A TE, SIGNORE GESU’.

 

Hanno detto: Quando un Dio si affatica per sei giorni ed, alla fine, si dice da sé bravo, deve pur venirne fuori qualcosa di buono! (Goethe)

Saggezza popolare: Nella sua saggezza Dio ha fatto il corpo umano in modo che noi non possiamo, da soli, darci troppo facilmente né pacche sulla schiena né calci nel sedere.

Un aneddoto: Dante stava una volta in chiesa, ad ascoltar la santa messa; solo, in disparte e diritto, col suo fiero cipiglio, così profondamente assorto, che, al momento dell'elevazione, né si piegò, ne si chinò, né mosse labro, ne batté ciglio. Per la qual cosa, alcuni falsi bigotti scandalizzati, interpretando questo suo contegno per indifferenza o per irriverenza verso le cose sacre, lo denunciarono al vescovo, il quale lo mandò a chiamare, per fargliene le rimostranze. Mi meraviglio - rispose con disdegno Dante - che mi accusino coloro i quali, mentr'io me ne stavo con l'anima tutta raccolta in Dio, in modo di non accorgermi nemmeno di quel che dovessi corporalmente fare, se ne stavano invece col corpo e con lo spirito tutti rivolti in me, senza pensare affatto a Dio.

Parola di Dio nella festa di San Lorenzo: 2Cor. 9,6-10; Sal 111; Gv. 12,24-26

 

Vangelo Gv 12, 24-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà". Parola del Signore

 

“SE IL CHICCO DI GRANO CADUTO IN TERRA NON MUORE, RIMANE SOLO; SE INVECE MUORE, PRODUCE MOLTO FRUTTO”. (Gv. 12,24)

Non è la prima volta che nel Vangelo ci incontriamo con l’immagine del seme. In Matteo 13, ad esempio, c’è la parabola del seminatore e lo stesso regno di Dio è paragonato a un piccolo seme che cresce. Qui il seme è Gesù stesso e la sua vicenda è illustrativa della morte e risurrezione di Gesù. Anche l’espressione successiva sul perdere e conservare la vita parla di Gesù. Nella sua storia Egli vuole coinvolgere il discepolo, perché l’effetto della morte del seme è il frutto e allora il seme non è più solo. Ecco, allora, che Gesù detta la regola dell’apostolato: “Se uno mi vuole servire, mi segua. Noteremo senz’altro che Egli non dice affatto che chi vuole seguirlo deve servire; dice piuttosto che la vera strada del discepolato e della sequela è il servizio. Soltanto chi è capace di servire – ossia vivere la propria vita non secondo il criterio dell’egoismo e dell’autoconservazione, ma nella logica del dono di sé, come ha fatto Gesù – può dire di essere veramente sulla strada, che Gesù percorre. In questa logica si spiega anche la vicenda di San Lorenzo, il quale – come dice San Leone Magno – non eccelleva solo nel ministero dei Sacramenti, ma pure nella carità per i poveri.

 

 

DOMENICA 11 AGOSTO: 19^DOMENICA TEMPO ORDINARIO C

Tra i santi ricordati oggi: Santa Chiara;San Rufino; Sant’Equizio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU’, TESORO DELLA MIA VITA.

 

Hanno detto: Non c’è nulla di più ridente dei campi né di più ricco della natura, soprattutto quando l’anima, con sensibilità religiosa, scopre il gran nome di Dio sotto ogni foglia e in ogni atomo. (Beato Eugenio de Mazenot)

Saggezza popolare: Se oggi semini un fiore, domani troverai il mondo più bello.

Un aneddoto: Dalla vita di Sant’Antonio Abate

Dopo la morte dei genitori, Antonio rimase solo con una sorella molto più piccola. All’età di diciotto o vent’anni circa si prese cura della casa e della sorella. Non erano ancora trascorsi sei mesi dalla morte dei genitori quando, recandosi in chiesa come era sua abitudine, si mise a pensare fra sé agli apostoli che, dopo aver lasciato ogni cosa, seguirono il Salvatore (Mt 4,20), e agli altri uomini che, come narrano gli Atti (At 4,35), avevano venduto i loro beni e avevano portato il ricavato ai piedi degli apostoli perché fosse distribuito ai poveri, e quanto grande fosse la speranza riservata loro nei cieli.

Mentre meditava queste cose, entrò in chiesa e capitò proprio in quel momento in cui si leggeva il brano del vangelo in cui il Signore dice al ricco (Mt 19,21): «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi». Antonio, come se quella lettura fosse stata fatta proprio per lui, uscì subito dalla chiesa, donò ai vicini i poderi avuti in eredità dai genitori perché non infastidissero più lui, né la sorella. Poi vendette gli altri beni mobili e distribuì ai poveri il ricavato che era notevole, trattenendo soltanto una modesta quota per la sorella.

Parola di Dio: Sap. 18,6-9; Sal. 32; Eb. 11,1-2.8-19; Lc. 12,32-48

 

Vangelo Lc 12, 32-48

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno. Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate”. Allora Pietro disse: “Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?”. Il Signore rispose: “Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più". Parola del Signore

 

“DOV’È IL TUO TESORO SARA’ ANCHE IL TUO CUORE”. (Lc. 12,34)

Le idee vogliono accaparrarsi il. cuore per aver la certezza di essere realizzate. Chi occupa il cuore, occupa un posto di comando. Le persone vogliono conquistarlo perché con esso avranno tutto il resto: la nostra disponibilità, il nostro servizio, i nostri beni. Il demonio, anche lui, cerca d’impadronirsene per farci totalmente suoi. Ecco perché spesso il cuore non ha pace e noi dobbiamo aiutarlo con la vigilanza, con la ragione e con la Fede. Ma c’è un altro che desidera il cuore dell’uomo: Dio lo ha fatto per sé, lo chiede per sé, tutto: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore.. .“ dice il primo comandamento. Il Signore però non è un ladro, un pre­potente che vuole entrare ad ogni costo. Non viene per prendere, viene per dare: “Il ladro non viene se non per rubare, io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv. 10,10). Non entra dalla finestra, non sfonda l’uscio: “Chi non entra nel recinto delle pecore per la porta ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante” (Gv. 10,1). Sta alla porta e bussa, dobbiamo essere noi ad aprirgli (Ap. 3,20). Nel nostro cuore Dio vuol costruire la sua alleanza, la sua dimora. Qui avvertiamo la sua presenza o la sua assenza; qui ascoltiamo la sua voce e viviamo la pienezza del nostro rapporto con Lui.

 

 

LUNEDI’ 12 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ercolano; Sant’Eusebio da Milano.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE! TU HAI PAGATO PER NOI.

 

Hanno detto: Credendo ad un fiore, spesso uno lo fa nascere. (Edmond Rostand)

Saggezza popolare: Fiore raccolto, fiore perduto.

Un aneddoto: Un tale riferì a Torquato Tasso che un suo amico andava dicendo male di lui con tutti. Lasciatelo dire- rispose Tasso- é meglio che egli dica male di me con tutti, piuttosto che tutti ne dicano con lui.

Parola di Dio: Dt. 10,12-22; Sal 147; Mt. 17,22-27

 

Vangelo Mt 17, 22-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: "Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà". Ed essi furono molto rattristati. Venuti a Cafarnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori della tassa per il tempio e gli dissero: "Il vostro maestro non paga la tassa per il tempio?". Rispose: "Sì". Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: "Che cosa ti pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?". Rispose: "Dagli estranei". E Gesù: "Quindi i figli sono esenti. Ma perché non si scandalizzino, và al mare, getta l'amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te". Parola del Signore

 

“IL VOSTRO MAESTRO NON PAGA LA TASSA PER IL TEMPIO?” RISPOSERO “SÌ”. (Mt. 17,24)

Gesù, come Figlio di Dio, non era tenuto a pagare una tassa per il tempio: la casa di suo Padre! Eppure nella logica dell’incarnazione, Gesù paga questa tassa. Anzi, proprio lui, il Figlio di Dio pagherà gratuitamente per tutti noi! Gesù non è venuto per dimostrarci la sua superiorità, ma per abbassarsi fino all’umiliazione della croce perché noi fossimo salvi. Grazie a lui, non solo non dobbiamo pagare “tasse” a Dio, ma possiamo chiamarlo Padre. Mi pare poi che questa frase possa insegnarci anche un’altra cosa. Noi cristiani, se vogliamo “incarnare” la nostra fede, non dobbiamo sentirci dei privilegiati e per questo esimerci dalle contingenze della vita comune, ma proprio in esse manifestare il dono ricevuto, il cristiano dunque paga le tasse. Anche in questo dimostra la sua fede, anzi più degli altri si sente impegnato nei doveri di giustizia sociale perché spinto dal senso di giustizia e di equità che si fondano direttamente su Dio e sulla sua legge.

 

 

MARTEDI’ 13 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Ponziano e Ippolito;San Landolfo; San Benildo.

Una scheggia di preghiera:

 

SONO COME UN BIMBO SVEZZATO NELLE TUE BRACCIA, O SIGNORE.

 

Hanno detto: La montagna più alta è dentro di noi, e resterà inviolata. (Bonatti Walter)

Saggezza popolare: Pianta il melo selvatico dove vuoi, non produrrà mai mele ranette. (Prov. Inglese)

Un aneddoto: In una chiesa di Lione si predica la missione. Un giorno una bambina sui sette anni, si presenta al Missionario e gli chiede una Medaglia di Maria Immacolata. Egli le domanda sorridendo che cosa ne voglia fare, e la bambina: - Voi avete detto che chi reciterà tre volte le parole che vi sono incise: "O Maria, concepita ecc. " si convertirà, e così spero di riuscire anch'io a convertire un'anima... Il pio missionario sorride, le dà la medaglia e la benedice. Eccola a casa; va da suo padre, lo accarezza e con tutta grazia: - Vedi - gli dice - che bella medaglia mi ha dato il missionario! Fammi il favore di leggere quelle paroline che vi sono scritte all'interno. Il padre prende la medaglia e legge a mezza voce: «O Maria concepita ecc.» La fanciulla giubila, ringrazia il babbo ed esclama tra sé: - Il primo passo è fatto! Poco dopo è di nuovo dal babbo, ad accarezzarlo e baciarlo; ed egli sorpreso: - Ma che cosa vuoi, bambina mia? Ecco - disse - vorrei che mi leggessi una seconda volta quella bella preghiera, che sta incisa sulla mia medaglia... ed intanto gliela pone sott'occhio. Il padre si annoia, la manda a giocare; ma che volete? Quell'angioletto sa tanto fare che il buon uomo deve cedere e legge: «O Maria concepita senza peccato ecc. Poi le restituisce la medaglia dicendole: Ora sarai contenta; va' e lasciami stare. La fanciulla se ne va festante... Ora deve studiare il modo di fargliela ripetere una terza volta, e la bimba attende il giorno seguente. Al mattino, mentre il babbo è ancora a letto, la piccina pian pianino, gli va vicino e lo prende con tanta dolcezza, che il buon uomo è costretto, per accontentarla, a rileggere una terza volta la giaculatoria. La bimba non vuole di più e salta dalla gioia. Il babbo è meravigliato di tanta festa; ne vuol sapere la ragione e la bambina gli spiega ogni cosa: Babbo mio, anche tu hai detto tre volte la giaculatoria della Madonna; dunque andrai a confessarti e comunicarti e così farai contenta la mamma. E tanto tempo che non vai più in chiesa!... Il missionario infatti ha promesso che chi avesse detto, anche solo tre volte, la giaculatoria della Immacolata, si sarebbe convertito! Il babbo è commosso: non può rifiutare e baciando il suo angioletto: Sì, sì, - le promette, - andrò anch'io a confessarmi e renderò contenta te e la tua buona mamma. Mantenne la parola ed in quella casa si amarono più ancora che per il passato.

Parola di Dio: Dt. 31,1-8; Cantico dal Dt. 32,3-4.7-9.12; Mt. 18,1-5.10.12-14

 

Vangelo Mt 18,1-5.10.12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?". Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli ". Parola del Signore

 

“IN VERITÀ VI DICO, SE NON VI CONVERTIRETE E NON DIVENTERETE COME I BAMBINI, NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI”. (Mt. 18,3)

Non si deve credere che il dovere di diventare bambini e di farsi piccoli sia un invito alla timidezza, a vivere da “imbranati”, incapaci di responsabilità. Guardiamo a Gesù: Egli nella sua vita non ha cercato per sé cariche pubbliche e posti di prestigio, né si è lasciato impressionare dai titoli onorifici di chi gli stava davanti, dalla loro esperienza, dagli anni o dai capelli bianchi; guardava ogni uomo negli occhi senza alcuna timidezza. Convertirsi e diventare bambini è ritrovare dentro di noi i valori veri, semplici, le esigenze primarie e definitive dell’uomo, è non fare sempre calcoli, è non domandarsi quanto se ne guadagnerà, è essere sempre disponibili ad esperienze nuove, è scoprire la propria precarietà, è affidarsi fiduciosi alle mani del Padre.

 

 

MERCOLEDI’ 14 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano Kolbe;San Callisto, vescovo di Todi.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’ LIBERACI DAL PECCATO E SALVA IL PECCATORE.

 

Hanno detto: Più si sale e più si conosce se stessi. Più si conosce se stessi, più bisogna salire. L’uomo è come la montagna: la conquista dell’uno e dell’altra non finisce mai. (Reinold Messner)

Saggezza popolare: Non si lamenti del mare chi vi naufraga due volte.

Un aneddoto: Padre Cleopa un anziano padre Rumeno, aveva una grande devozione per la Madre di Dio. Diceva padre Cleopa: «Sapete chi è la Madre di Dio? È la regina della creazione, la stanza dove la Parola di Dio incarnato ha dimorato e attraverso cui la Luce è venuta nel mondo. È la porta della Luce, perché Cristo, la Luce, è entrato nel mondo attraverso di lei. È la porta della Vita, perché Cristo, la Vita, è entrato nel mondo attraverso di lei. È la porta chiusa attraverso la quale non è passato nessuno se non il Signore, come ha detto il profeta Ezechiele». Diceva anche: «La Madre di Dio è la scala al cielo, la colomba che ha messo fine al diluvio del peccato, proprio come la colomba fermò il diluvio di Noè. È il turibolo di Dio, perché ha ricevuto il Fuoco divino. La Madre di Dio è la sposa del Padre, la madre della Parola e la chiesa del Santissimo Spirito».

Parola di Dio: Dt. 34,1-12; Sal. 65; Mt. 18,15-20

 

Vangelo Mt 18, 15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo. In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". Parola del Signore

 

“SE IL TUO FRATELLO COMMETTE COLPA, VA E AMMONISCILO”. (Mt. 18,15)

Gesù oggi parla di correzione fraterna. Ora questa può avvenire perché si è fratelli. Si ammonisce perché si ama. La correzione non può mai essere una inconscia vendetta o un mascherare un istinto di superiorità. Deve stare a cuore unicamente il bene del fratello. Perciò in essa deve esserci sempre verità e carità insieme, il peccato va denunciato, condannato ma il peccatore va capito, accolto, perdonato, protetto, amato. E se non si viene ascoltati? Gesù annuncia tutta una serie di passaggi (incontro personale, con dei testimoni, attraverso l’intervento della comunità) prima dell’esclusione. E anche quando si arriva a questa, essa è unicamente per il bene della persona o per salvaguardare la comunità dal male. E se si dovesse diventare “nemici”? E’ ancora Gesù che ci invita a pregare per i nemici. Quando si prega davvero per una persona, l’odio non può attaccare le sue radici su di noi.

 

 

GIOVEDI’ 15 AGOSTO: ASSUNZIONE AL CIELO DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Tarcisio, martire; Sant’Alfredo.

Una scheggia di preghiera:

 

REGINA DEL CIELO, PREGA PER NOI.

 

Hanno detto: La musica del mare si ferma sulla riva o nel cuore dell'uomo che ascolta? (Gibran)

Saggezza popolare: La Madonna d’agosto rinfresca il bosco.

Un aneddoto: PITIGRILLI NARRA UN MIRACOLO A CUI HA ASSISTITO A LOURDES

Racconterò il caso che ho visto. Mi ero disposto, con i miei compagni di viaggio, sul percorso, della processione, mescolandomi ai malati. Una donna cieca, sui quarant'anni, accanto a me, leggeva le preghiere, facendo scorrere le dita sui caratteri Braille: i suoi occhi guardavano obliquamente verso il suolo, e si levavano di quando in quando al di sopra della processione. Era pallida ed esangue. - Inginocchiati! - le suggerì una giovinetta che l'accompagnava. Era la nipote. - Passa il Santissimo - aggiunse, e la donna si inginocchiò. Passa il Santissimo - ripeté la donna con voce ispirata: e disse più volte come per convincere se stessa: Il Santissimo, passa il Santissimo. Dio fa che ti véda! Ad un tratto su quelle teste mormoranti si levò un urlo e tutti si volsero verso di lei; tremava tenendo le braccia innanzi, come se stesse per coglierla una crisi di epilessia. - Io vedo! Che cosa vedi? - Vedo!... Vedo.... Non seppe dire che cosa vedeva; non poté parlare di forma, perché non sapeva che cosa fosse la forma; né di colori, né di luce; non sapeva che cosa fossero i colori e la luce. Ma vide qualcosa di stupendamente bello, perché lo vedeva per la prima volta e perché aveva lo splendore di un ostensorio. Non disse altro. Dall'emozione svenne. La folla gridò al miracolo: in tutte le lingue: il miracolo, le miracle, el milagro... I fogli di carattere Braille le furono strappati di mano ed i fedeli se li contesero come reliquie. - La miracolata - gridavano, la miracolata! Gli infermieri dovettero circondarla per difenderla da quella turba entusiasta, che si pigiava, per baciarle le vesti, per partecipare al prodigio... I medici dell'ufficio delle constatazioni rifiutarono di prendere in esame la guarigione, perché non esisteva la scheda della donna negli archivi. Sono presi in considerazione solo i casi che furono preventivamente sottoposti ad un perizia clinica. I certificati dei medici curanti, le dichiarazioni dei testimoni non contano. La Chiesa non ha bisogno di miracoli... Oggi la donna ci vede come voi e come me... Io allora non credevo in Dio e negavo perciò tutte le sublimi conseguenze del credere in Lui. Oggi sì, e non solo per quel miracolo che ho veduto a Lourdes.

Parola di Dio: Ap.11,19; 12,1-6.10; Sal. 44; 1Cor. 15,15-26; Lc. 1,39-56

 

Vangelo Lc 1,39-56  

Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

 

“HA CREDUTO NELL’ADEMPIMENTO DI CIO' CHE IL SIGNORE LE HA DETTO.” (Lc. 1,45)

Sembra quasi che Elisabetta abbia assistito all’annuncio dell’Angelo ed abbia udito il fiat di Maria. Dalle labbra di questa donna è proclamata anzitempo una beatitudine: quella di chi crede. Se ne aggiungeranno delle altre. L’ultima sarà per chi crederà senza vedere. Maria le ha vissute tutte, dalla prima all’ultima. «Il primo e fondamentale atto per diventare dimora di Dio e per trovare così la felicità definitiva è credere», disse nel 2006 Benedetto XVI, celebrando questa solennità dell’Assunta. Per la sua fede, infatti, la Vergine è diventata madre: prima di concepire nel suo grembo, Maria ha concepito nella sua mente, ossia con la sua fede, dirà Sant’Agostino. Così appare sulla scena del Vangelo. Per questa medesima fede ora Maria è nella gioia piena del Paradiso. Così Maria scompare dalla scena di questa terra. Se credere è andare incontro a Dio, la festa di oggi ci dice che Maria è addirittura volata verso Dio. Meglio, è stata attratta da Lui. “Ha innalzato gli umili”, dirà la Vergine nel suo canto.

 

 

VENERDI’ 16 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano d’Ungheria;San Rocco; Sant’Ambrogio di Ferentino.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI, SIGNORE, LE NOSTRE FAMIGLIE.

 

Hanno detto: Cercare Cristo al mattino significa preferire Lui a tutti pensieri e ai ragionamenti. (Beato Fidati Simone)

Saggezza popolare: Chi è in mare naviga e chi è a terra giudica.

Un aneddoto: A tutti voi desidero raccontare una storia. La storia di un bambino al quale dissero un giorno, per farne un uomo: "Da questo momento sappi che il vento non porta più i tuoi pensieri, le stelle non ascoltano più i tuoi desideri, le bacchette magiche e le lampade stregate sono truffe da mercatino e i colori sono solo riflessi della luce.
Cammina sulla tua strada senza cantare, che il fiato ti occorrerà per scalare le montagne; non ascoltare il tuo cuore, perché distratto e affaticato può perdere la via; quando guardi l'alba non sperare che il sole sorga per te perché è solo un astro che obbedisce alle leggi della natura". Quel bambino ascoltò fino in fondo, poi, come Peter Pan fece un balzo e volò via. Nessuno sa più dove trovarlo, ma a me è parso di riconoscerlo negli occhi di tanti Adulti quando, per un attimo, si concedono il volo e vanno a rincontrare il loro piccolo segreto.

Parola di Dio: Gs. 24,1-13; Sal. 135; Mt. 19,3-12

 

Vangelo Mt 19, 3-12

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: "E' lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?". Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi". Gli obiettarono: "Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?". Rispose loro Gesù: "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio". Gli dissero i discepoli: "Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi". Egli rispose loro: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca ". Parola del Signore

 

“SE QUESTA E’ LA CONDIZIONE DELL’UOMO RISPETTO ALLA DONNA, NON CONVIENE SPOSARSI”. (Mt. 19,10)

Gesù ha appena parlato di matrimonio e non si è lasciato prendere al laccio dalle solite discussioni su divorzio sì, divorzio no. Ha detto che bisogna ritornare alle origini e mantenere intatto il progetto di Dio sulla coppia. I discepoli reagiscono ingenuamente, dicendo che, in questo caso, è meglio il celibato piuttosto che il matrimonio indissolubile. Provate un po’ a pensare se la reazione degli apostoli non è ancora comune a molti nel nostro secolo.  Vediamo che ci si sposa sempre di meno e sempre in età più adulta. Perché? Motivi sociologici possono esservene ma uno dei motivi più reali è che si ha paura di legami fissi. Il voler realizzare se stessi nell’ambito del lavoro, lo star bene nelle famiglie di origine, la facilità con cui si diventa compagni e compagne di viaggio, spesso messe a confronto con l’impegno costante della vita della famiglia e con le indubbie rinunce che per essa bisogna fare, non invogliano di certo al matrimonio. Sì, perché non è solo questione di avere leggi giuste o liberali sul matrimonio, in esso è fondamentale una questione di amore, e non solo amore sentimento, questo ad un certo punto può anche passare o mutare, ma di amore fatto di donazione continua, di dimenticanza di sé, di voler davvero e sempre il bene dell’altro. Mi prendo ben guardia dal giudicare i fallimenti matrimoniali, le separazioni e i divorzi, perché so benissimo quanto siano complesse le situazioni che si creano attorno ad una coppia e ad una famiglia e quanto grandi siano le influenze di fattori esterni alla famiglia stessa, però penso di poter dire che in molti casi si arriva a questo non perché non ci sia stato amore, ma perché l’amore non era quello vero e le abitudini, la polvere del quotidiano, poco per volta, lo ha reso opaco, e dell’altro ho cominciato a vedere solo i difetti, solo ciò che mi pesava, finché sono arrivato a non sopportarlo più. Dunque più che leggi è importante una educazione costante all’amore e in questo noi cristiani siamo fortunati in quanto ogni amore vero viene da Dio, che è l’Amore, e deve condurre a Lui come alla sua sorgente e al suo fine; per questo l’amore umano e quello cristiano non stanno su piani differenti, ma unificati. Dio aiuta con la sua grazia gli sposi e i genitori che si mantengono in contatto con lui attraverso la fede e la preghiera, vivendo così completamente la dimensione religiosa del matrimonio cristiano.

 

 

SABATO 17 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacinto; Santa Chiara da Montefalco.

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI PER MANO, DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

Hanno detto: Il mondo non è di chi si alza presto, ma di chi è felice di alzarsi. (Teilhard de Chardin)

Saggezza popolare: La mattina è la madre della giornata. (Prov. Piemontese)

Un aneddoto: Venne a Foggia a trovarmi un amico, già ufficiale a Cagliari.  “Vieni qui, gli dissi, andiamo da P. Pio. Ti farà bene”. Fummo fortunati. Arrivammo quando erano terminate le confessioni e il Padre poté amabilmente trattenersi con noi senza essere disturbato.  Allora io posi la questione: ”Padre, questo amico, vorrebbe assicurarsi un biglietto d'ingresso in Paradiso, ma la cosa non è facile. Che cosa gli consiglierebbe Padre?”. Abbassando e scuotendo un po' la testa, con accento dolcissimo, rispose:  «Eh, ci vuole la Madonna, ci vuole la Madonna!».

Parola di Dio: Gs. 24,14-29; Sal. 15; Mt. 19,13-15

 

Vangelo Mt 19, 13-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Gesù però disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli". E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì. Parola del Signore

 

“LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A ME PERCHE' DI QUESTI E’ IL REGNO DEI CIELI”. (Mt. 19,14)

Perché impedire che i bambini vadano a Gesù? Perché non capiscono? Perché disturbano? Perché non contano? Gesù non la pensa cosi. L’amore di Dio è un amore sollecito, paterno, attento. L’amore di Dio è un amore che si fa prossimo, che si china sul piccolo, che gode della semplicità. L’amore di Dio trova un ostacolo insuperabile solo nella “grandezza” di chi si sente autosufficiente, di chi calcola, di chi si impone, di chi ha cuore solo per se stesso; di chi non concede nulla alla spontaneità, di chi è troppo pieno di sé per aprirsi al dono assolutamente gratuito che viene dall‘alto. Nella vita non si rimane bambini, ma ci si può fare “bambini”, cioè piccoli secondo il Vangelo.

 

 

DOMENICA 18 AGOSTO: 20^DOMENICA TEMPO ORDINARIO C

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Elena; Santi Floro e Lauro.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO, SCALDA CIO’ CHE E’ FREDDO.

 

Hanno detto: Se mi fosse tolto tutto conserverei comunque sempre la cosa migliore: lo stupore beato e salutare dell'amore infinito di Dio. (Kierkegaard)

Saggezza popolare: Chi vede il cielo nell'acqua, vede i pesci sugli alberi. (Prov. Cinese)

Un aneddoto: Potreste chiedere in cuor vostro: "Come distingueremo nel piacere ciò che è bene da ciò che non è bene?" Andate fra i campi e i giardini e imparerete che è piacere dell'ape raccogliere miele dai fiori, ma è anche piacere del fiore cedere miele all'ape. Per l'ape infatti il fiore è fontana di vita, e per il fiore l'ape è messaggero d'amore, e per entrambi, ape e fiore, dare e ricevere è piacere e necessità ed estasi. Siate nei vostri piaceri come i fiori e le api. (Karhil Gibran)

Parola di Dio: Ger. 38,4-6.8-10; Sal. 39; Eb. 12,1-4; Lc. 12,49-53

 

Vangelo Lc 12, 49-57
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse gia acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera". Diceva ancora alle folle:"Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?".  Parola del Signore

 

“SONO VENUTO A PORTARE IL FUOCO SULLA TERRA”. (Lc. 12,49)

Molti, contrari alla religione, hanno pensato che Gesù sia venuto a portare agli uomini una religione che “tenga buoni” davanti ai grandi problemi della società. E anche molti cristiani pensano che la fede sia una specie di pillola placebo. Invece Gesù si presenta come “fuoco”. Ora il fuoco brucia, illumina, riscalda. Gesù non annacqua le passioni, non risolve i problemi appiattendoli o ignorandoli, non ci scarica dalle nostre responsabilità. Il fuoco di Gesù ci invita a bruciare tante ipocrisie e falsità del nostro modo di agire, tanti egoismi e legami inutili di ricchezze e di poteri. La luce di Gesù illumina un cammino difficile. Non ci spiega tutto ma ci invita a seguirlo. Ci scalda il cuore; non solo non è geloso dei nostri affetti e delle nostre gioie ma viene ad indirizzarle, a rinnovare i sentimenti, a dar gusto alla vita. E se tutto questo può costare avversione, ricordiamoci di Lui che per donarci tutto questo non ha esitato ad accettare la croce.

 

 

LUNEDI’ 19 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Eudes; Bartolomeo da Simeri.

Una scheggia di preghiera:

 

L’AVERTI CON ME, SIGNORE, DIVENTI GIOIA DA REGALARE.

 

Hanno detto: Lo stupore! Vi raccomando lo stupore: la meraviglia, come se scoprissimo in ogni cosa qualcosa di nuovo. Scoprire e lasciare che lo spirito esulti di stupore. (Paolo VI)

Saggezza popolare: Se ciascuno vedesse i propri difetti non andrebbe a cercare quelli degli altri. (Proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Questa è la storia vera di una bambina di otto anni che sapeva che l’amore può fare meraviglie. Il suo fratellino era destinato a morire per un tumore al cervello. I suoi genitori erano poveri, ma avevano fatto di tutto per salvarlo, spendendo tutti i loro risparmi. Una sera, il papà disse alla mamma in lacrime: “Non ce la facciamo più, cara. Credo sia finita. Solo un miracolo potrebbe salvarlo”. La piccola, con il fiato sospeso, in un angolo della stanza aveva sentito. Corse nella sua stanza, ruppe il salvadanaio e, senza far rumore, si diresse alla farmacia più vicina. Attese pazientemente il suo turno. Si avvicinò al bancone, si alzò sulla punta dei piedi e, davanti al farmacista meravigliato, posò sul banco tutte le monete. "Per cos’è? Che cosa vuoi piccola?". "È per il mio fratellino, signor farmacista. È molto malato e io sono venuta a comprare un miracolo". "Che cosa dici?" borbottò il farmacista. "Si chiama Andrea, e ha una cosa che gli cresce dentro la testa, e papà ha detto alla mamma che è finita, non c’è più niente da fare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Vede, io voglio tanto bene al mio fratellino, per questo ho preso tutti i miei soldi e sono venuta a comperare un miracolo". Il farmacista accennò un sorriso triste. "Piccola mia, noi qui non vendiamo miracoli". "Ma se non bastano questi soldi posso darmi da fare per trovarne ancora. Quanto costa un miracolo?". C’era nella farmacia un uomo alto ed elegante, dall’aria molto seria, che sembrava interessato alla strana conversazione. Il farmacista allargò le braccia mortificato. La bambina, con le lacrime agli occhi, cominciò a recuperare le sue monetine. L’uomo si avvicinò a lei. "Perché piangi, piccola? Che cosa ti succede?". "Il signor farmacista non vuole vendermi un miracolo e neanche dirmi quanto costa... È per il mio fratellino Andrea che è molto malato. Mamma dice che ci vorrebbe un’operazione, ma papà dice che costa troppo e non possiamo pagare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Per questo ho portato tutto quello che ho". "Quanto hai?". "Un dollaro e undici centesimi... Ma, sapete..." aggiunse con un filo di voce, "posso trovare ancora qualcosa...". L’uomo sorrise "Guarda, non credo sia necessario. Un dollaro e undici centesimi è esattamente il prezzo di un miracolo per il tuo fratellino!". Con una mano raccolse la piccola somma e con l’altra prese dolcemente la manina della bambina. "Portami a casa tua, piccola. Voglio vedere il tuo fratellino e anche il tuo papà e la tua mamma e vedere con loro se possiamo trovare il piccolo miracolo di cui avete bisogno". Il signore alto ed elegante e la bambina uscirono tenendosi per mano. Quell’uomo era il professor Carlton Armstrong, uno dei più grandi neurochirurghi del mondo. Operò il piccolo Andrea, che poté tornare a casa qualche settimana dopo completamente guarito. "Questa operazione" mormorò la mamma "è un vero miracolo. Mi chiedo quanto sia costata...". La sorellina sorrise senza dire niente. Lei sapeva quanto era costato il miracolo: un dollaro e undici centesimi... più, naturalmente l’amore e la fede di una bambina.

Parola di Dio: Gdc. 2,11-19; Sal. 105; Mt. 19,16-22

 

Vangelo Mt 19, 16-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. E se vuoi entrare nella vita, eterna osserva i comandamenti". Ed egli chiese:"Quali?". Gesù rispose:"Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso". Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?". Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze. Parola del Signore

 

“IL GIOVANE SE NE ANDO’ TRISTE, POICHE' AVEVA MOLTE RICCHEZZE”. (Mt. 19,22)

L’incontro di Gesù con il giovane ricco mette in luce la novità della vita cristiana. A quest’uomo che desidera fare tutto il bene possibile, Gesù non chiede di fare qualcosa di più, ma di seguirlo, e per questo di liberarsi delle proprie ricchezze. Se il giovane se ne va triste è perché il giovane non ha ancora capito che la vita eterna appartiene ad un ordine diverso da quello di tutti gli altri beni. Penso che ciascuno di noi desideri “essere perfetto” ma non si tratta di fare chissà che cosa, si tratta di svuotarci delle cose, magari con sofferenza, per trovare e seguire colui con il quale non c’è più tristezza.

 

 

MARTEDI’ 20 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bernardo; San Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO AMORE CI SALVI, O SIGNORE.

 

Hanno detto: Il sentimento che l'uomo sopporta più difficilmente, soprattutto quando lo merita, è la pietà. (Honoré de Balzac)

Saggezza popolare: "Non tutte le donne sposate sono mogli". (Prov. Giapponese)

Un aneddoto: Una casa è più bella se si può scrivere "ti amo" sulla polvere sul mobilio.

Io lavoravo 8 ore ogni fine settimana per rendere tutto perfetto, "nel caso venisse qualcuno". Alla fine ho capito che "non veniva nessuno", perché tutti vivevano la loro vita passandosela bene! Ora, se viene qualcuno, non ho bisogno di spiegare in che condizione è la casa: sono più interessati ad ascoltare le cose interessanti che ho fatto per vivere la mia vita. Caso mai non te ne fossi accorta la vita è breve, goditela! Fa' pulizia, se è necessario. Ma sarebbe meglio dipingere un quadro, scrivere una lettera, preparare un dolce, seminare una pianta, oppure pensare alla differenza tra i verbi "volere" e "dovere". Fa' pulizia, se è necessario, ma il tempo è poco... Ci sono tante spiagge e mari per nuotare, monti da scalare, fiumi da navigare, una birretta da bere, musica da ascoltare, libri da leggere, amici da amare e la vita da vivere. Fa' pulizia, se è necessario, ma... C'è il mondo là fuori: il sole sulla faccia, il vento nei capelli, la neve che cade, uno scroscio di pioggia... Questo giorno non torna indietro... Fa' pulizia, se è necessario, ma... ricorda che la vecchiaia arriverà e non sarà più come adesso... E quando sarà il tuo turno, ti trasformerai in polvere.

Parola di Dio: Gdc. 6,11-24; Sal. 84; Mt. 19,23-30

 

Vangelo Mt 19, 23-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli". A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?". E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile". Allora Pietro prendendo la parola disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?". E Gesù disse loro: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi ". Parola di Cristo

 

“CHI SI POTRA’ DUNQUE SALVARE?”. (Mt. 19,25)

Fin da ragazzino mi hanno messo in testa questa idea: “devi salvarti”. E allora quasi per evitare la condanna pendente sul mio capo e i vari trabocchetti che il diavolo (o Dio?) mette sul nostro cammino, mi sono dato da fare per “salvarmi”.  Oggi, anche se questa mentalità gioca ancora molto in me, non mi pare giusto né per me né per la verità del Vangelo, essere così calcolatore: “Se faccio il bene mi salverà”. La salvezza non me la do io, l’ha già meritata Gesù con il suo amore concreto per tutti. Se faccio il bene, lo devo fare perché amo il bene, la verità, la giustizia, la pace. Non devo pensare tanto alla “mia salvezza”, quanto a lasciar realizzare, fin da questa vita la pienezza dell’amore di Dio... al resto ci pensa Lui.

 

 

MERCOLEDI’  21 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Pio X;San Baldovino di Rieti.

Una scheggia di preghiera:

 

STAR CON TE AD OGNI ORA, QUESTO E’ IL MIO BENE.

 

Hanno detto: La morte non prende mai il saggio di sorpresa. Egli è sempre pronto ad andare. (Jean de La Fontaine)

Saggezza popolare: Le belle e le modeste abitano in villaggi diversi.

Un aneddoto: Il miliardario in punto di morte ai suoi eredi. "Figli miei, ora vi lascio". "Quanto?", chiesero tutti in coro. Un uomo veramente ricco è quello i cui figli gli corrono fra le braccia quando ha le mani vuote. Qual è il cambio che stai cercando tu?

Parola di Dio: Gdc. 9,6-15; Sal. 20;Mt. 20,1-16

 

Vangelo Mt 20, 1-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e da  loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi". Parola del Signore

 

"SEI INVIDIOSO PERCHE’ IO SONO BUONO? (Mt. 20,15)

Gesù nel Vangelo di oggi ci racconta la parabola del padrone che manda ad ore diverse operai nella sua vigna e che alla fine da a tutti la stessa paga. Penso che la chiave di interpretazione della parabola sia proprio nel versetto che meditiamo oggi. Infatti se noi diamo un giudizio solo umano all'operato di questo padrone diremo che egli privilegia qualcuno nei confronti di altri, ma chi siamo noi per sindacare sull'operato di Dio ? L'uomo non può vantare nessun diritto su Dio. La ricompensa che Dio dà all'uomo sarà sempre pura grazia. L'uomo non ha mai diritto di presentare a Dio la fattura.  Il risentimento per la bontà e la generosità di qualcuno verso altri è un atteggiamento tutt'altro che infrequente anche tra i cristiani. A volte vorremmo l'intervento di Dio per punire chi giudichiamo peccatore, altre volte la nostra invidia non ci permette di vedere il bene negli altri. Dio invece va sempre in cerca di tutti, chiama tutti ad ogni ora, e accoglie chi trova. La sua chiamata accomuna nel lavoro, la sua generosità tocca tutti. Non solo non dovremmo essere invidiosi, ma felici di avere un Dio così generoso.

 

 

GIOVEDI’ 22 AGOSTO: BEATA VERGINE MARIA REGINA

Tra i santi ricordati oggi: Santa Augusta; San Fabrizio e Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

CON MARIA DI TE MI FIDO, SIGNORE.

 

Hanno detto: Quanto più l'anima si crede al sicuro tanto meno sta in guardia. (Santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein)

Saggezza popolare: Tutti hanno qualcosa per la quale essere modesti. (prov. Irlandese)

Un aneddoto: Un rabbino dopo aver passato la giornata a consultare i libri delle profezie, uscì di casa per fare una passeggiata. Camminando vide una guardia che passeggiava avanti e indietro davanti al cancello di una ricca casa. “Per chi cammini tu?” gli chiese il rabbino incuriosito. Il guardiano disse il nome del suo padrone, poi subito dopo chiese al rabbino: “E tu, per chi cammini?”. Questa domanda rimase impressa nel cuore del rabbino.

Parola di Dio: Is. 9,1-6; Sal. 112; Lc. 1,26-38

 

Vangelo Lc. 1,26-38

Dal Vangelo secondo Luca

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. Parola del Signore

 

“L’ANGELO GABRIELE FU MANDATO DA DIO IN UNA CITTA’ DELLA GALILEA, CHIAMATA NAZARETH, A UNA VERGINE. LA VERGINE SI CHIAMAVA MARIA”. (Lc. 1,26)

Tutti noi, fin da piccoli, forse proprio tra le braccia della nostra mamma abbiamo imparato quella preghiera umile e confidenziale che è l’Ave Maria. In queste prime parole tutto è semplicità e modestia. Un saluto, in un piccolo paesino sconosciuto della Galilea, ad una ragazza, con un nome semplice, ma comune in Israele. Eppure proprio lì comincia la sua e la nostra storia della salvezza. Dio ha chiesto a Maria se si offriva per realizzare il suo piano di mandare il Figlio nel mondo a salvare gli uomini e questa semplice ma fedele ragazza gli ha detto di sì. Dio chiede a te, oggi, se sei disposto ad accogliere i suoi progetti per il nuovo Regno che Gesù è venuto ad inaugurare. Se sei disposto a dirgli di sì anche in te Dio opererà cose grandi.

 

 

VENERDI’ 23 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosa da Lima;San Filippo Benizi.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI AMORE E SOLO AMORE VUOI.

 

Hanno detto: Nulla c'è che capisce di più l'Amore quanto l'umiltà. (Chiara Lubich)

Saggezza popolare: Mangia poco e camperai, parla poco e indovinerai, spendi poco e arricchirai.

Un aneddoto: Guareschi in uno dei suoi famosi racconti di don Camillo parla della "grande alluvione".
Gli argini non hanno resistito alla piena e l'acqua allaga case e campagne, distruggendo raccolti e seminando morte. La gente, angosciata, fugge abbandonando ogni cosa. Gli uomini, abituati a lottare per ricavare da vivere da quella "fettaccia" di terra, questa volta si dichiarano sconfitti e non riescono a trattenere le lacrime. Ma sulle loro spalle portano la speranza: dei sacchi pieni di semente.  E don Camillo sul campanile, col cuore spezzato, infonde fiducia con i rintocchi della campana, e gridando: Coraggio, nei momenti di alluvione l'importante è salvare la semente!

Parola di Dio: Rt. 1,1.3-6.14.16-22; Sal. 145; Mt. 22,34-40

 

Vangelo Mt 22, 34-40

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: "Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?". Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti ". Parola del Signore

 

“QUESTO E’ IL PIU’ GRANDE E IL PRIMO DEI COMANDAMENTI. (Mt. 22,38)

L’amore verso Dio e verso il prossimo è come il perno attorno al quale ruota “tutta la Legge e i Profeti”. E’ quel che risponde Gesù ad alcuni farisei che gli chiedevano quale fosse il più grande comandamento della legge. Le correnti religiose dell'ebraismo avevano codificato 613 precetti, di cui 365 negativi e 248 positivi. Era una mole di disposizioni, anche se non tutte dello stesso valore. Era chiaro però quale fosse il primo: "Ascolta, o Israele: il Signore è nostro Dio, il Signore è solo uno. Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore" (Dt 6,4-5). Come pure era noto il precetto di amare il prossimo. L'originalità evangelica non sta nel fatto di ricordarli ambedue, ma nel collegarli così strettamente al punto da unificarli. Il comandamento riguardante l'amore del prossimo è assimilato al primo e massimo comandamento sull'amore integro e totale a Dio, in quanto appartiene alla stessa categoria di principio unificante e fondamentale. La strada per arrivare a Dio incrocia necessariamente quella che porta agli uomini. E, ovviamente, a quegli uomini che maggiormente debbono essere difesi perché più deboli. Difendendo loro, si realizza il rapporto giusto con Dio. Giovanni, l'evangelista, arriva adire che "noi siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli" (1Gv 3,14). Non solo. Dio non sembra neppure mettersi in concorrenza con l'amore per gli uomini; in certo senso non insiste sulla reciprocità dell'amore (è ovvio che deve esserci). Gesù, infatti non chiede: "Amatemi, come io vi ho amati", ma: "Amatevi allo stesso modo con cui io vi ho amati".

 

 

SABATO 24 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bartolomeo;Santa Emilia di Vialar.

Una scheggia di preghiera:

 

FA’ DI NOI TESTIMONI VERI DEL TUO AMORE.

 

Hanno detto: La ricchezza mi fa povero. (Ovidio)

Saggezza popolare: Bisogna aprire la bocca secondo i bocconi.

Un aneddoto: Il monte Rua, nei colli Euganei ospita dal 1334 un Eremo di monaci camaldolesi.

Non sono pochi coloro che salgono per visitare l'Eremo ed incontrare qualche eremita "immerso in Dio". All'antico portone d'ingresso li accoglie un frate che ispira subito rispetto e devozione. Né lui, né gli altri monaci, fanno grandi discorsi. Il loro compito è di "predicare con la vita". Poche parole e subito si è in chiesa, per poi passare a visitare una "casetta". Un altro monaco fa da guida. Tutti rimangono meravigliati per l'austerità della loro vita, a cominciare dalla "durezza" del letto-stuoia ove l'eremita va a coricarsi. La risposta del monaco è ormai classica e vera: Qui si dorme male, ma si muore bene!

Parola di Dio nella festa di San Bartolomeo: Ap.  21,9-14; Sal. 144; Gv. 1,45-51

 

Vangelo Gv 1, 45-51

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth". Natanaèle esclamò: "Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi". Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico". Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!". Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". Parola del Signore

 

“FILIPPO INCONTRO’ NATANAELE E GLI DISSE: ABBIAMO TROVATO IL MESSIA… VIENI E VEDI!”. (Gv. 1,45-46)

Filippo, volendo portare Natanaele (il Bartolomeo che festeggiamo oggi) da Gesù, prima gli dice che pensa di aver trovato il Messia e poi davanti alle obiezioni del dotto amico ha una strada sola da indicargli: “Vieni e vedi, constata tu di persona!” Credo sia esattamente quello che la Chiesa deve fare oggi se vuole essere fedele alla propria missionarietà: annunciare Gesù, portare da Gesù, far vedere Gesù. Eppure, posso farvi una confidenza? Nella mia lunga esperienza di parrocchia ho spesso incontrato persone che hanno risposto all’invito dell’annuncio di Gesù, ho trovato gente che si è entusiasmata davanti al Vangelo, ma io spesso ho avuto paura e difficoltà nel dire loro: “Bene, adesso vieni, entra nella comunità, nella chiesa gerarchica e vedi!” “Vieni e vedi la gioia cristiana che c’è tra noi!, vieni e vedi il rapporto sereno che c’è tra i sacerdoti, guarda come superiamo le gelosie tra i gruppi parrocchiali, prova la gioia di essere accolto in quel gruppo e vedi che non c’è diffidenza o paura nei tuoi confronti…”. Certo se aspettiamo l’ideale, il perfetto, non lo troveremo mai, ma credo che certamente il nostro maggior sforzo di missionarietà non deve essere quello di convertire gli altri, ma quello di convertire noi stessi per poter offrire anche agli altri la giusta e bella testimonianza di Cristo che hanno bisogno di vedere testimoniata proprio da coloro che dicono di aver incontrato il Cristo.

 

 

DOMENICA 25 AGOSTO: 21^ DOMENICA TEMPO ORDINARIO C

Tra i santi ricordati oggi: San Ludovico; San Giuseppe Calasanzio; San Genesio.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI, O SALVATORE DEL MONDO

 

Hanno detto: Non c'è gioia in cielo se non c'è pace sulla terra. Finché ci sarà un solo uomo che muore di fame e tu non diventi pane per lui; finché ci sarà anche un solo essere umano che soffre di solitudine e tu non vai a trovarlo, Cristo non è ancora morto per te. (Gandhi)

Saggezza popolare: Il libro più grosso è quello dei perché.

Un aneddoto: Lorenzo Milani, prete fiorentino, profetico educatore, morì nel 1967. Priore di Barbiana, comunità di pochi abitanti, spese tutta la sua vita ad animare una "scuola a tempo pieno", accogliendo gli ultimi e lottando contro una cultura scolastica che favoriva "la strage dei poveri": ragazzi in difficoltà, bocciati senza ritegno. Affezionatissimo alla madre ebrea, dopo tanti travagli, entrò in seminario per farsi prete in età adulta. Ad una lettera della famiglia dove si riportavano i commenti della gente per i limiti alla libertà personale che comportava la vita in seminario, così rispose: "Quando uno liberamente regala la sua libertà è più libero di chi è costretto a tenersela. Io, per esempio, mi sono preso tutte le libertà possibili e immaginabili, e poi mi sono accorto che c'era una grande cosa (la più grande) che non potevo fare. Prima di morire mi voglio prendere anche questa libertà di dir messa. Se ti dicono: "Oh, il suo povero figliolo non può neanche andare al cinema o prender moglie o prendere il sole", gli devi dire: No, non è che non può. Non vuole. Non è libero di non volere?".

Parola di Dio: Is. 66,18-21; Sal. 116; Eb. 12,5-7.11-13; Lc. 13,22-30

 

Vangelo Lc 13, 22-30

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Rispose: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi". Parola del Signore

 

“SIGNORE, SONO POCHI QUELLI CHE SI SALVANO?”. (Lc. 13,23)

Una domanda “teologica” quella che vien fatta a Gesù. E di solito chi fa di queste domande dà per scontato il fatto di appartenere già al numero degli eletti. Si mostra curioso di sapere se la compagnia sarà numerosa, lasciando intendere che gradirebbe presenze selezionate. Ma, domande del genere, prima o poi ce le siamo poste tutti: “Signore, come sarà il paradiso?” “Ma ci sarà poi proprio l’inferno?” “Ritroveremo i nostri cari?”. ”E se un mio caro sarà all’inferno come potrò io essere felice in paradiso?” Giustamente noi ci preoccupiamo della nostra eternità, ma se ci pensiamo bene tutte queste domande hanno poco senso.  Gesù, ancora una volta non si lascia invischiare da questo tipo di problematica fasulla. E, dopo aver fatto entrare in scena uno “scandaloso” corteo di inattesi, vorrei dire di intrusi (“verranno da oriente e da occidente...”), sposta il dibattito su un altro piano. Il paradiso non è un posto dove si affittano gli appartamenti, magari a equo canone e neanche il luogo dove prenotare villetta con piscina. L’eternità è Dio e Dio è perfetto, quindi: lasciamo fare a Lui che le cose le fa bene. Piuttosto, l’importante è andarci. E la strada non è che una: se noi vogliamo essere in comunione con Dio per l’eternità, dobbiamo essere in comunione con Lui già nell’aldiquà. Il nostro giudizio universale non sarà solo “alla fine dei tempi” e non dipenderà neanche unicamente dal Giudice: dipende da noi oggi. Sono le mie scelte odierne che firmano oggi la mia eternità. Se sono nell’odio, nell’odio resterò, se sono nell’Amore, nell’Amore resterò.

 

 

LUNEDI’ 26 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessandro; San Zefirino.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DALLA IPOCRISIA E DALLA FALSITA’.

 

Hanno detto: È curioso vedere che quasi tutti gli uomini che valgono molto hanno le maniere semplici e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore. (G. Leopardi)

Saggezza popolare: A biscottini non si campa.

Un aneddoto: Quando alla radio, alla televisione, o sui giornali apprendiamo che è caduto un aereo, all'impressione si aggiunge un certo interesse per conoscere le cause che hanno determinato il disastro. Tutti affidano la chiarificazione del "mistero" alla ormai famosa "scatola nera". La scatola nera è uno strumento estremamente sensibile e sofisticato, anche se semplice all'apparenza, che viene inserito nel cuore dei motori degli aerei. Questa scatola è dotata di apparecchiature sensibilissime che seguono il funzionamento del motore, le eventuali variazioni e anomalie. Istante per istante registra la regolarità della quota e della direzione di volo. Tutto questo, momento per momento, così che nell'eventualità di una caduta si possa facilmente conoscere quali sono state le cause che l'hanno provocata. Nell'uomo la coscienza, illuminata dalla Parola di Dio, registra tutto il bene o il male che facciamo, ma a differenza della scatola nera che si limita soltanto a registrare, la coscienza ci aiuta non solo a conoscere il male, ma ancor prima ci invita a cambiare rotta e a orientarci verso il Bene.

Parola di Dio: 1Tes. 1-5.8-10; Sal. 149; Mt. 23,13-22

 

Vangelo Mt 23, 13-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso ". Parola del Signore

 

“GUAI A VOI SCRIBI E FARISEI IPOCRITI, CHE CHIUDETE IL REGNO DEI CIELI DAVANTI AGLI UOMINI; PERCHE’ COSI’ VOI NON VI ENTRATE, E NON LASCIATE ENTRARE NEMMENO QUELLI CHE VOGLIONO ENTRARCI”. (Mt. 23, 13)

Proviamo a vedere i motivi di questi rimproveri che Gesù rivolge ai religiosi di tutti i tempi e quindi anche a noi. Gesù accusa queste persone di impedire ad altri  l’accesso al Regno. I farisei con tutte le loro norme da osservare per essere religiosi, impedivano ai poveri e ai semplici, già oberati dal peso concreto delle vita quotidiana, di poter partecipare con serenità alla vita religiosa. Con il loro proporsi a modello e con il loro essere casta di puri, non accoglievano tra loro se non quelli della loro stessa razza, avevano ridotto la fede ad una religione dove contava la gerarchia e basta.  Questi peccati possono ancora essere presenti nella Chiesa di oggi quando ad esempio invece di sentirci tutti partecipi e responsabili del regno deleghiamo volentieri certi compiti ad altri: “Alle missioni ci pensino i missionari”, “Alla preghiera ci pensino i preti e le suore: loro ne hanno di tempo!”, “Perché devo essere io catechista di mio figlio? Sono disposto a pagare purché si possa arrivare in fretta a questa benedetta festa di prima comunione”.

Si rischia di chiudere la porta del Regno di Dio quando si pensa che possa giungere alla fede solo chi ha fatto un cammino di conoscenza teologica, quando si dividono i cristiani e i parrocchiani in quelli di prima classe, gli intelligenti, i vicini al parroco, i notabili del consiglio parrocchiale e gli altri (pensate alla bruttezza di questi termini che qualche volta con disinvoltura vengono usati: i “messalizzanti”, i “natalini” e i “pasqualini”…). Ma il rischio più grosso è  che certi “cristiani arrivati” pretendono che gli altri, se vogliono entrare nel Regno, devo fare ed essere come loro. Ci si è dimenticati che il Regno è di Gesù, che è Lui che salva, che è Lui da imitare. Ecco perché l’ipocrisia religiosa spesso porta all’ateismo (Dio non c’entra più, c’entra solo più il clan religioso) e all’idolatria (si adorano le norme, si adorano i personaggi, si adora il potere, e Dio è stato esautorato e sbattuto fuori).

 

 

MARTEDI’ 27 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Monica;San Cesario di Arles; San Giuseppe Calasanzio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE NON SIA CAUSA DI MALE PER NESSUNO.

 

Hanno detto: Non temo il giudizio di Dio, perché il Giudice è mio amico (S. Teresa di Lisieux)

Saggezza popolare: Chi non ha provato la miseria non sa compatire. (Prov. Siciliano)

Un aneddoto: Uno scrittore francese ha scoperto che, nel periodo di storia conosciuta, sono stati firmati oltre 8.000 trattati di pace. Tutti questi impegni solenni per terminare con la bomba N! Ci sono state 56 guerre fra il 1900 e il 1950. Queste 56 guerre hanno ucciso, distrutto, rovinato 85.000.000 di uomini. Non molti anni fa un uomo che comandava un popolo ha gridato in faccia al mondo: "Noi siamo i più forti, quindi abbiamo ragione!". Conclusione: 32 milioni di soldati rimasti sui campi di battaglia; 20 milioni di vittime civili sotto i bombardamenti; 26 milioni di scomparsi nei campi di concentramento Uguale 78 milioni di morti + 45 milioni di senza tetto; + 38 milioni di profughi.
Tutto questo dopo 2000 anni di cristianesimo...?

Parola di Dio: 1Tes. 2,1-8; Sal. 138; Mt. 23,23-26

 

Vangelo Mt 23, 23-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!". Parola del Signore

 

“GUIDE CIECHE CHE FILTRATE IL MOSCERINO E INGOIATE IL CAMMELLO”. (Mt. 23,24)

Quando alla guida di un autobus, di un treno, di una comunità, di una nazione c’è una persona cieca, si  è sicuri che succederanno guai. Gesù accusando in questo modo i farisei dice che sono proprio loro, i cosiddetti buoni, la causa maggiore dell’irreligiosità della gente. Quanto fariseismo c’è ancora in mezzo a noi! Vediamo ancora oggi persone che vivono una religione mercificata senza entusiasmo, senza gioia. Questo è un culto vuoto che onora Dio con le labbra mentre il cuore è lontano. Ci si aggrappa alla sicurezza di “ciò che si è sempre fatto” e non si dà ascolto alla voce dei tempi per paura di dover cam­biare. Ci si aggrappa a codici morali che hanno per secoli garantito un certo potere, non tanto per il valore delle norme in essi contenute, quanto per la paura che se non ci fossero questi il potere sarebbe diminuito.  Quanto fariseismo c’è ancora in chi propugna il valore della povertà o anche fa  il voto di povertà, quando è sicuro che, sì, non avrà tutto, ma non gli mancherà mai niente fino alla fine della vita.  Quanta ipocrisia in chi vede peccati da tutte le parte, se ne dichiara scandalizzato, evoca punizioni più adeguate e poi al peccato ci sguazza dentro, magari trovando per se stesso molte giustificazioni. Quanto siamo ipocriti e falsi quando, per paura di scandalizzare qualcuno, raccontiamo la storia della Chiesa come se fosse tutta bella, senza peccato, oppure imponiamo dei gioghi  a persone che già fanno fatica solo per paura che altri ‘benpensanti’ debbano ‘contaminarsi’ a stare con loro. Gesù non si spaventa di questi errori, ma ce li mette davanti. I guai che Gesù dice non sono per mandare i peccatori a bruciare nell’inferno, ma perché rendendocene conto troviamo la strada della luce, della sincerità, dell’onestà e della coerenza.

 

 

MERCOLEDI’ 28 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino; Santa Adelina; Sant’Alfrico.

Una scheggia di preghiera:

 

TU VUOI BENE A UN POVERACCIO: GRANDE SIGNORE!

 

Hanno detto: Prova anche tu, una volta che ti senti solo o infelice o triste, a guardare fuori dalla soffitta quando il tempo è cosi bello. Non le case o i tetti, ma il cielo. Finché potrai guardare il cielo senza timori, sarai sicuro di essere puro dentro e tornerai ad essere felice. (Anna Frank)

Saggezza popolare: Chi sempre mente la vergogna più non sente.

Un aneddoto: Nella primavera del 372, Agostino, quando aveva 31 anni, entrò nel suo giardino vicino Milano, molto turbato. I peccati della sua gioventù - trascorsa in sensualità e empietà - pesavano sulla sua anima. Steso sotto un fico, gemendo e gridando con molte lacrime, udì, da una casa vicina, una voce giovane che diceva e ripeteva, "Tolle, lege, tolle, lege!" ("Prendi, leggi, prendi, leggi"). Capendo questa voce come un'ammonizione divina, ritornò a dove aveva lasciato il suo amico Alipio, per procurare il rotolo delle epistole di Paolo, che poco tempo prima aveva lasciato. "Afferrai il rotolo", disse descrivendo l'evento, "lo aprii e lessi in silenzio il capitolo che mi capitò". Fu il tredicesimo capitolo di Romani. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie; ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri. (Romani 13:13-14)  Tutto fu deciso da una parola. "Non volli leggere più", disse, "e non ce n'era neanche bisogno; ogni dubbio fu bandito." La stella mattina era apparsa nel suo cuore. Gesù lo aveva conquistato.

Parola di Dio: 1Tes. 2,9-13; Sal. 138; Mt. 23,27-32

 

Vangelo Mt 23, 27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!". Parola del Signore

 

“ANCHE VOI APPARITE GIUSTI ALL’ESTERNO DAVANTI AGLI UOMINI, MA DENTRO SIETE PIENI DI IPOCRISIA E DI INIQUITA’”. (Mt. 23,28)

Ci piace questo Gesù che mette a nudo l’ipocrisia dei potenti e dei religiosi, ci piace mettere in evidenza ancora oggi le tante forme di ipocrisia che vediamo nel mondo, ci piacciono quei giornalisti e commentatori che castigano i potenti, ma poi ci accorgiamo che queste parole di Gesù non sono solo per gli altri ma sono dirette a ciascuno di noi. Mi chiedo: chi mi conosce ha di me il giusto giudizio oppure ho costruito tutta una serie di barriere per cui gli altri vedono solo quello che voglio essi intendano di me? Certi atti di cortesia, di deferenza se fossero letti nelle loro vere intenzioni  non risulterebbero forse diversi dalle intenzioni, certi: “Buon giorno, come sta?” non risulterebbero: “Di nuovo tra i piedi, questo trombone al quale devo far salamelecchi”? Gesù ci invita a guardarci dentro per non correre un altro rischio, quello di diventare ipocriti non solo con gli altri, ma con noi stessi non sapendoci più riconoscere tra quello che appariamo e quello che siamo in realtà. E’ all’interno di me stesso che si costruisce e opera il mio vero io. E’ di lì che partono i miei sentimenti, la verità di me stesso, il mio rapporto con Dio e con il prossimo. E’ lì che la mia fede va informata, costituita ogni giorno. Lo scoprirmi “pieno di ipocrisia e di iniquità” non deve però scoraggiarmi e farmi cadere in un’altra forma di ipocrisia: “Dunque non valgo niente, dunque non riuscirò mai”. Lo scoprirci poveri e bisognosi di tutto dovrebbe aiutarci invece ad essere molto più misericordiosi con gli altri, a chiedete aiuto all’Unico che può darcelo, e a riprendere continuamente in mano le motivazioni delle nostre scelte.

 

 

GIOVEDI’ 29 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Martirio di san Giovanni Battista; San Bononio di Lucedio.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICACI O SIGNORE DA OGNI NOSTRA COLPA.

 

Hanno detto: Oggi viviamo in un mondo dove si fa la limonata con aromi artificiali e la cera per mobili con limoni veri. (Alfred Newman)

Saggezza popolare: Chi sposa la mentalità del suo tempo, presto rimarrà vedovo.

Un aneddoto: Elisabetta I (1533-1603) regina d'Inghilterra  detestava l'etichetta di corte. Una sera, mentre conversava in salotto, si alzò a regolare la fiamma di una lampada che mandava fumo. Una dama non poté trattenersi dall'esclamare: Come? Ha voluto incomodarsi la Maestà Vostra? Sì, rispose ridendo la regina. Se avessi chiamato la mia dama e le avessi detto: guardate che la lampada fuma, lei avrebbe chiamato il gran cerimoniere di corte, questi il ciambellano, questi a sua volta un servo, e la lampada fumerebbe ancora... (Encyclopédiana)

Parola di Dio nella festa del martirio di san Giovanni Battista: Ger.1,17-19; Sal.70; Mc.6,17-19

 

Vangelo Mc 6, 17-19

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Erode aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello". Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista". Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista". Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

GIOVANNI DICEVA AD ERODE: “NON TI E' LECITO TENERE LA MOGLIE DI TUO FRATELLO”. (Mc. 6,18)

Un giorno un signore, pensando di farmi piacere, mi ha detto: “io vengo volentieri alla sua Messa. Lei è così dolce! in altre chiese ti senti sempre accusato!”. Mi sono fatto un bell’esame di coscienza. i profeti avevano ben chiaro ciò che è bene e ciò che è male, avevano il coraggio di dire in faccia la verità; non si nascondevano in salamelecchi davanti ai potenti, erano pronti a rimetterci la faccia (o la testa, nel caso del Battista). E’ vero, nessuno di noi può ergersi a profeta e tanto meno a giudice degli altri. Ma dovremmo anche essere molto chiari e decisi nei confronti del male, molto meno pusillanimi nei confronti dei potenti (chi è il più potente: il ricco o Gesù?), più intransigenti (specialmente nei confronti di noi stessi). E se qualche volta, il Vangelo o qualche suo rappresentante ci tira le orecchie o ci provoca, invece di esserne indispettiti, non dovremmo invece chiederci se non sta dicendo qualcosa proprio per il nostro bene?

 

 

VENERDI’ 30 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Gaudenzia; San Pietro di Trevi.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, DOLCE SPOSO DELL’ANIMA MIA.

 

Hanno detto: Santo è chi riesce a farci intravedere l'eternità malgrado l'opacità del tempo. (Henri de Lubac)

Saggezza popolare: Il mendicante può cantare dinanzi al ladro.

Un aneddoto: Un giorno il re Federico il grande vide un caporale della sua guardia che esibiva una magnifica catena d’oro a cui aveva appeso una palla da moschetto, non avendo l’orologio. Per schernirlo, gli chiese che ora indicasse l’orologio. Il caporale, prendendo in mano la palla da moschetto, rispose: Il mio orologio mi segnala sempre che in ogni ora la mia vita è al servizio del re. Federico II, commosso, gli donò un orologio d’oro tempestato di brillanti.

Parola di Dio: 1Tess. 4,1-8; Sal. 96; Mt. 25,1-13

 

Vangelo Mt 25, 1-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge. Le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero:No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né  l'ora". Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI E’ SIMILE A DIECI VERGINI CHE, PRESE LE LAMPADE USCIRONO INCONTRO AL LORO SPOSO…”. (Mt. 25,1)

La parabola delle dieci vergini che attendono lo sposo è talmente ricca che la ripercorro con voi dandovi una serie di spunti di riflessione.  Il Regno è una festa di nozze. Allora non è un  mesto impegno religioso, un impegno esclusivo della volontà, un insieme di rinunce. E’ gioia profonda. A questa festa sono invitati tutti: stolti e saggi. Non è il Regno che discrimina. Sono le persone che si dimostreranno per quello che sono. Le sagge presero dell’olio per le lampade: se si va ad una festa bisogna andarci attrezzati da festa e non da funerale. Lo sposo tardava a venire: i tempi di Dio non sono quelli degli uomini e questo ritardo delinea le posizioni. Il vero credente è colui che attende Cristo come se dovesse arrivare domani, ma anche come se dovesse arrivare molto più tardi. “Si assopirono tutte”. La vigilanza non significa non dormire mai, anzi occorre vivere serenamente il tempo dell’attesa. Non confondiamo il senso dell’attesa con l’agitazione, l’affanno, con l’essere noi a dover far tutto: si rischia di essere instancabili ma non presenti. L’olio non può essere imprestato, travasato. Sembrerebbe a prima vista che le sagge siano poco caritatevoli nel non voler condividere l’olio, ma ci sono realtà, valori che non possono essere trasferiti così, di colpo. Ciascuno è protagonista insostituibile della propria storia, responsabile unico delle proprie scelte. Nessuno può sostituirsi all’altro nelle scelte fondamentali, al massimo può indirizzarlo verso la fonte. Lo sposo dice alle imprudenti: “Non vi conosco”. E’ la stessa risposta che sentiranno quegli altri protagonisti di quell’altro brano di Vangelo quando diranno: “Io ho profetato nel tuo nome”, “Io ho parlato di te”. Bisogna averlo conosciuto Cristo, bisogna essersi lasciati conoscere e trovare da Cristo, non basta dirgli: “Io sono stato prete”, “Io ho partecipato al tal gruppo”, “Io sono stato fatto cavaliere per benemerenze (di solito quattrini) dalla Chiesa”.

 

 

SABATO 31 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Raimondo; San Domenico del Val.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PERCHE’ TUTTO E’ GRAZIA.

 

Hanno detto: Sono più le persone disposte a morire per degli ideali, che quelle disposte a vivere per essi. (H. Hesse)

Saggezza popolare: Molti sono buoni soltanto perché non sono cattivi.

Un aneddoto: Stava san Giuliano con i suoi confratelli costruendo una chiesa e tutti i passanti si fermavano ad aiutarlo. Capitò però che dovevano passare di lì alcuni uomini con un carro. Questi si dissero: Dobbiamo inventare una scusa, per passare subito, senza aiutare i monaci.  Uno suggerì: Facciamo così: io faccio finta d’essere morto, disteso sul carro; voi mi coprite con un lenzuolo. Direte che portate un morto e così passeremo senza doverci fermare. E così fecero. Giunti sul luogo, dove lavoravano i servi di Dio, S. Giuliano chiese benevolmente loro: Ehi amici, voi non vi fermate a darci una mano nella costruzione della chiesa? Ma quelli risposero: Non possiamo fermarci, perché nel nostro carro portiamo un morto. E intanto bisbigliavano al compagno sul carro: Non parlare, chiudi gli occhi, sta’ come un morto, fino a quando non saremo passati. S. Giuliano però, che sapeva leggere nei cuori, li rimproverò: Perché mi imbrogliate? Ed essi: Padre, noi non mentiamo: sul carro c’è veramente un morto! Quindi salutarono e procedettero per la loro strada. Un po’ distanti si misero a ridere a squarciagola e a gridare al compagno: Morto, ora puoi alzarti: scampato pericolo! Ma quello non si mosse. Tolsero il lenzuolo e, purtroppo, lo trovarono veramente morto! Sarà stato certamente il caso, ma certo non è bene imbrogliare i santi!

Parola di Dio: 1Tess. 4,9-11; Sal. 97; Mt. 25,14-30

 

Vangelo Mt 25, 14-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti". Parola del Signore

 

“A UNO DIEDE CINQUE TALENTI, A UN ALTRO DUE, A UN ALTRO UNO, A CIASCUNO SECONDO LA SUA CAPACITA’”. (Mt. 25,15)

I talenti, in questa parabola, non vengono guadagnati, conquistati, meritati, ma ricevuti. Tutti e tre i servi vengono accumunati in questa realtà del dono. Un dono diverso quantitativamente. Ma pur sempre dono. Per tutti. Nella vita cristiana, dunque, il punto di partenza non è rappresentato dal nulla. Non si parte da zero. “Mi sono fatto da me”, proclamano, abitualmente con tono di soddisfazione, alcuni grossi personaggi, “arrivati” nei campi più diversi a posizioni di prestigio. Nella “carriera” cristiana, nessuno si è fatto da sé. L’esistenza viene costruita con materiale che ci è stato messo a disposizione, che ci è stato donato gratuitamente. Tutto è grazia. E l’impegno da parte nostra, è soltanto la risposta a un dono che ci siamo ritrovati nelle mani.

     
     
 

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