Archivio

 
     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

GIUGNO 2013

 

SABATO 1 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Giustino; San Caprasio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, GESU’ MI SPRONI ALLA TESTIMONIANZA.

 

Hanno detto: Se non amiamo il Cuore di Gesù, chi dunque ameremo? (Santo curato d’Ars)

Saggezza popolare: Dio aggiusta un cuore infranto, se gliene dai tutti i pezzi.

Un aneddoto: In un caldo giorno d'estate nel sud della Florida, un bambino decise di andare a nuotare nella laguna dietro casa sua. Uscì dalla porta posteriore correndo e si gettò in acqua nuotando felice. Sua madre lo guardava dalla casa attraverso la finestra e vide con orrore quello che stava succedendo. Corse subito verso suo figlio gridando più forte che poteva. Sentendola il bambino si allarmò e nuotò verso sua madre, ma era ormai troppo tardi. La mamma afferrò il bambino per le braccia, proprio quando il caimano gli afferrava le gambe. La donna tirava determinata, con tutta la forza del suo cuore. Il coccodrillo era più forte, ma la mamma era molto più determinata e il suo amore non l'abbandonava. Un uomo sentì le grida, si precipitò sul posto con una pistola e uccise il coccodrillo. Il bimbo si salvò e, anche se le sue gambe erano ferite gravemente, poté di nuovo camminare. Quando uscì dal trauma, un giornalista domandò al bambino se voleva mostrargli le cicatrici sulle sue gambe. Il bimbo sollevò la coperta e gliele fece vedere. Poi, con grande orgoglio si rimboccò le maniche e disse: "Ma quelle che deve vedere sono queste!". Erano i segni delle unghie di sua madre che l'avevano stretto con forza. "Le ho perché la mamma non mi ha lasciato e mi ha salvato la vita".

Parola di Dio: Sir. 51,17-27; Sal. 18; Mc. 11,27-33

 

Vangelo Mc 11, 27-33

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: "Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l'autorità di farlo?". Ma Gesù disse loro: "Vi farò anch'io una domanda e, se mi risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi". Ed essi discutevano tra sé dicendo: "Se rispondiamo "dal cielo", dirà: Perché allora non gli avete creduto? Diciamo dunque "dagli uomini"?". Però temevano la folla, perché tutti consideravano Giovanni come un vero profeta. Allora diedero a Gesù questa risposta:"Non sappiamo". E Gesù disse loro: "Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose". Parola del Signore

 

“I SOMMI SACERDOTI, GLI SCRIBI, GLI ANZIANI GLI DISSERO: CON QUALE AUTORITA’ FAI QUESTE COSE?”. (Mc. 11,27—28)

La domanda vien fatta a Gesù da gente preoccupata dell’integrità della fede ebraica, ma anche preoccupata da veder scalzate le proprie posizioni di potere religioso, di tradizioni e abitudini consolidate. Per noi cristiani la domanda è oziosa perché ben sappiamo chi è Gesù e siamo anche contenti di proclamare la nostra fede in Lui. Per noi il problema è invece quello di passare dalla fede proclamata alla fede vissuta. Noi riconosciamo l’autorità di Gesù ma poi spesso ne sfuggiamo le esigenze. La parola di Gesù svela e giudica i segreti dei cuori, anche dei no­stri cuori. Dovremmo smettere di difenderci da Lui e invece lasciarci plasmare da Lui. Gesù rimane il maestro che ci prende per mano: anche il suo giudizio è per la nostra conversione.

 

 

DOMENICA 2 GIUGNO: SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Marcellino e Pietro; Sant’ Adalgiso.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO PANE, GESU’ E’ CIBO PER IL NOSTRO CAMMINO.

 

Hanno detto: Dal cuore di Cristo infiammato di amore si sprigiona una forza che illumina e risveglia i cuori. (Dostoevski)

Saggezza popolare: Il cuore è la calamita che spesso diventa la calamità.

Un aneddoto: Una giovane mamma, in cucina, preparava la cena con la mente totalmente concentrata su ciò che stava facendo: preparare le patatine fritte. Stava lavorando sodo proprio per preparare un piatto che i bambini avrebbero apprezzato molto. Le patatine fritte era il piatto preferito dai bambini. Il bambino più piccolo di quattro anni aveva avuto una intensa giornata alla scuola materna e raccontava alla mamma quello che aveva visto e fatto. La mamma gli rispondeva distrattamente con monosillabì e borbottii. Qualche istante dopo si sentì tirare la gonna e udì: "Mamma". La donna accennò di sì col capo e borbottò anche qualche parola. Sentì altri strattoni alla gonna e di nuovo: "Mamma". Gli rispose ancora una volta brevemente e continuò imperterrita a sbucciare le patate. Passarono cinque minuti. Il bambino si attaccò alla gonna della mamma e tirò con tutte le sue forze. La donna fu costretta a chinarsi verso il figlio. Il bambino le prese il volto fra le manine paffute, lo portò davanti al proprio viso e disse: "Mamma, ascoltami con gli occhi!".

Parola di Dio: Gen. 14,18-20; Sal. 109; 1Cor. 11,23-26; Lc. 9,11-17

 

Vangelo Lc 9, 11-17

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: “Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta”. Gesù disse loro: “Dategli voi stessi da mangiare”. Ma essi risposero: “Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente”. C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: “Fateli sedere per gruppi di cinquanta”. Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste. Parola del Signore

 

TUTTI MANGIARONO A SAZIETÀ E FURONO PORTATI VIA I PEZZI LORO AVANZATI: DODICI CESTE. (Lc. 9,17)

Nel Vangelo tutto è a misura della grandezza di Dio. Nel racconto della moltiplicazione dei pani noi vediamo che c’è pane in abbondanza ad anticipare l’abbondanza del dono del pane Eucaristico. Gesù si dona totalmente a noi. Il suo perdono non è mai solo : “Ti perdono ma…” ma è “Ti perdono totalmente e definitivamente”. Il suo amore per noi non è solo una parola già confortante che ci dice: “Ti voglio Bene!” ma è darci la sua vita per intero nella sua morte e risurrezione. E l’Eucarestia? E’ Lui che si rende presente, non ci lascia soli, è il divino che diventa pane per ogni nostra fame e non gli basta neppure ciò che spesso dice una madre al suo figlio: “Ti mangerei tutto”, Lui si fa mangiare, Lui desidera che lo mangiamo spesso per essere una sola cosa con Lui e anticipare quel grande atto di comunione che sarà nell’eternità: l’essere uniti per sempre a Colui che è il nostro sposo.

 

 

LUNEDI’ 3 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Carlo Lwanga e compagni, martiri dell’Uganda.

Una scheggia di preghiera:

 

COL TUO SANGUE, GESU’, MI HAI SALVATO.

 

Hanno detto: Il cuore percepisce ciò che l’occhio non vede. (Al Gazal)

Saggezza popolare: Vigila attentamente sul tuo cuore, perché da esso dipende la tua vita. (Pr. 4,23)

Un aneddoto: Alla scuola materna, un bambino portava sempre due fazzoletti. La maestra gli chiese perché: "Uno è per soffiarmi il naso; l'altro per asciugare gli occhi di quelli che piangono". Tu, li porti due fazzoletti?

Parola di Dio: Tb. 1,3; 2,1-8; ; Sal. 111; Mc. 12,1-12

 

Vangelo Mc 12, 1-12

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese a parlare ai sommi sacerdoti, agli scribi e agli anziani in parabole: "Un uomo piantò una vigna, vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano. A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna. Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote. Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti. Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l'erede; su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra. E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri. Non avete forse letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri"? Allora cercarono di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. E, lasciatolo, se ne andarono. Parola del Signore

 

I VIGNAIUOLI SI DISSERO: “QUESTI E’ L’EREDE: UCCIDIAMOLO E L’EREDITA’ SARA’ NOSTRA”. (Mc. 12,7)

Gesù, di fronte al rifiuto dei capi del popolo di accogliere la sua autorità sulla loro vita e su quella d’Israele, narra la parabola dei vignaioli omicidi. Gli ascoltatori sanno benissimo cosa sia la vigna: il popolo d’Israele. Spesso i profeti ne hanno parlato. E sanno anche chi è il padrone che l’ha piantata, custodita e coltivata: il Signore Iddio. Con un rapidissimo sguardo sulla storia del popolo d’Israele, Gesù si presenta come il figlio inviato per salvare la vigna. E la salva anche a costo di essere cacciato e ucciso. Con queste parole Gesù chiarisce agli ascoltatori da dove nasce la sua autorità: dall’amore di Dio per il suo popolo. E’ l’amore senza limiti che Gesù vive per il popolo di Dio. Il ragionamento umano del possesso porta all’uccisione mentre proprio questa morte in croce di Gesù porterà salvezza e libertà a chi vorrà accoglierlo

 

 

MARTEDI’ 4 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Caracciolo.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO VOLTO, GESU’, E’ NEL VOLTO DEL MIO FRATELLO.

 

Hanno detto: Un cuore freddo non può assolutamente percepire un linguaggio di fuoco. (San Bernardo)

Saggezza popolare: Il cuore del sapiente, come uno specchio, deve riflettere tutto senza esserne appannato. (Saggezza Cinese)

Un aneddoto: Appena arrivati nella casa di montagna, la mamma di Marco, 4 anni, comincia a dar la caccia ai ragni che hanno fatto ragnatele dappertutto. Marco allora interviene: "I ragnini piccoli non ammazzarli". E la mamma: "Ma non vedi che sono brutti?". E lui: "Ma per le loro mamme sono tanto carini".

Parola di Dio: Tb. 2,9-14; Sal. 111; Mc. 12,13-17

 

Vangelo Mc 12, 13-17

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani mandarono alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso. E venuti, quelli gli dissero: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. E' lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?". Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: "Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda". Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: "Di chi è questa immagine e l'iscrizione?". Gli risposero: "Di Cesare". Gesù disse loro: "Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio". E rimasero ammirati di lui. Parola del Signore

 

“E' LECITO O NO DARE IL TRIBUTO A CESARE?” (Lc. 12,14)

Il Vangelo ci presenta ora i farisei e gli erodiani i quali pongono a Gesù la questione del tributo a Cesare. Fin dall’inizio si nota la loro doppiezza. Essi adulano Gesù per poi tendergli un tranello. Ma non è con la furbizia che ci si accosta al Vangelo. La parola di Gesù non si compra con le proprie astuzie o con raggiri. Essa è chiara e buona, senza infingimenti e sotterfugi. Gesù non accetta la falsità e sposta la questione. Se nella moneta c’è l’immagine di Cesare sia ridata a lui. Ma bisogna altresì ridare a Dio tutto ciò che ha la sua impronta, la sua immagine. È su questo che Gesù chiede la decisione: date a Dio quel ch’è di Dio. Cos’è di Dio, se non l’uomo? Nell’uomo, infatti, è iscritta l’immagine di Dio. L’uomo, ogni uomo, anche il più piccolo e indifeso, appartiene a Dio e a Dio deve tornare. C’è un primato assoluto di Dio sulla vita dell’uomo che va difeso ad ogni costo. Come pure si deve rispetto alla società civile e alle sue leggi. Questa pagina evangelica deve aiutare al rispetto e alla tolleranza, sapendo però che nessuno può ferire e umiliare la vita dell’uomo. Solo Dio è Padre e Signore di tutti. I cristiani sono dunque chiamati all’ubbidienza delle leggi e ad una sincera collaborazione con le legittime autorità. Ma l’invito di Gesù a dare a Dio ciò che è suo ci richiama anche alla responsabilità di testimoniare il Vangelo e  vivere gli insegnamenti della Chiesa con libertà e coscienza critica perché la vita degli uomini e delle donne sia difesa e salvaguardata nelle nostre società e nel mondo.

 

 

MERCOLEDI’ 5 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Bonifacio, Vescovo e Martire.

Una scheggia di preghiera:

 

CARI DEFUNTI, VOI VIVENTI, PREGATE PER ME.

 

Hanno detto: Nei nostri cuore c'è posto per una sola devozione totale. (Bonhoeffer)

Saggezza popolare: Il cuore dell'uomo è come un cavallo che corre in discesa: è facile spronarlo, ma molto difficile farlo fermare. (proverbio Cinese)

Un aneddoto: Una bambina di cinque anni non dava pace al padre e continuava a chiedergli che cosa le avrebbe comprato quando fosse andato in città. Alla fine il padre perse la pazienza. "Comprami questo, comprami quest'altro", esplose. "Pensi solo a quel che ti danno i tuoi genitori. Vorrei sapere che cosa ci dai tu!" La risposta della bambina lo lasciò senza parole: "Amore", disse semplicemente.

Parola di Dio: Tb. 3,1-11.16-17; Sal. 24;Mc. 12,18-27

 

Vangelo Mc 12, 18-27

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, vennero a Gesù dei sadducei, i quali dicono che non c'è risurrezione, e lo interrogarono dicendo: "Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che se muore il fratello di uno e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la moglie per dare discendenti al fratello. C'erano sette fratelli: il primo prese moglie e morì senza lasciare discendenza; allora la prese il secondo, ma morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Infine, dopo tutti, morì anche la donna. Nella risurrezione, quando risorgeranno, a chi di loro apparterrà la donna? Poiché in sette l'hanno avuta come moglie". Rispose loro Gesù: "Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio? Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. A riguardo poi dei morti che devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe? Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande errore". Parola del Signore

 

“DIO NON E’ UN DIO DEI MORTI, MA DEI VIVENTI”. (Mc. 12,27)

Questa pagina evangelica riporta l’ultimo dibattito di Gesù nel tempio. Avviene con i sadducei sul tema della resurrezione, alla quale essi non credono, nonostante fosse ormai dottrina comune nel giudaismo di allora. Usando lo stile rabbinico, essi si profondono in una esercitazione teorica sul matrimonio che conduce all’assurdo. Di qui, essi concludono, l’impossibilità della fede nella resurrezione. Gesù non risponde sul piano della razionalità teorica, ma su quello delle Scritture e della potenza di Dio. Riprende anzitutto le parole rivolte da Dio stesso a Mosè dal roveto ardente, quando gli aveva detto che era il Signore dei vivi e dei morti. Gesù afferma quindi che Dio è il creatore e il Signore della vita e protegge i suoi figli salvandoli dal potere della morte. In queste parole evangeliche c’è come l’apertura di uno spiraglio sulla Gerusalemme del cielo: in essa i credenti, liberati dai vincoli della carne, vivranno “come angeli”, ossia saranno animati dallo Spirito che è più forte della carne. Vivranno di una vita di cui oggi non possiamo conoscere i contorni e che il Signore stesso non definisce. Comunque una vita alla quale non possiamo pensare con le stesse categorie del cammino della vita terrena. La certezza della nostra resurrezione si basa sulla fede nel Cristo Risorto. Paolo afferma che “Cristo, risuscitato dai morti, è primizia di coloro che sono morti” (1 Cor 15,17). La fede nella resurrezione di coloro che credono trova l’unico fondamento nella Resurrezione di Gesù. Per questo la vita dei cieli inizia già da questa terra quando i credenti si lasciano guidare dalla parola del Signore che è seme di eternità e di incorruttibilità. “Chi crede in me ha la vita eterna” – afferma Gesù nel Vangelo.

 

 

GIOVEDI’ 6 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Norberto; Sant’Alessandro da Fiesole; Sant’Artemio.

Una scheggia di preghiera:

 

TU MI AMI DA DIO.

 

Hanno detto: Il cuore di ciascuno è un universo a sé, e pretendere di definire l'amore, cioè tutti gli amori, è, per chiunque abbia vissuto, una pretesa assurda. (Bouget Paul)

Saggezza popolare: Si può disegnare il corpo di una tigre, ma non le sue ossa; si può conoscere il volto di un uomo, ma non il suo cuore. (proverbio Cinese)

Un aneddoto: Una giovane donna ha lasciato questo breve scritto a sua madre:

"Quando pensavi che non stessi guardando, hai appeso il mio primo disegno al frigorifero e ho avuto voglia di continuare a stare a casa nostra per dipingere.

Quando pensavi che non stessi guardando, hai dato da mangiare ad un gatto randagio ed è allora che ho capito che è bene prendersi cura degli animali.

Quando pensavi che non stessi guardando, hai cucinato apposta per me una torta di compleanno e ho compreso che le piccole cose possono essere molto speciali.

Quando pensavi che non stessi guardando, hai recitato una preghiera e io ho cominciato a credere nell'esistenza di un Dio con cui si può sempre parlare.

Quando pensavi che non stessi guardando, mi hai dato il bacio della buonanotte e ho capito che mi volevi bene.
Quando pensavi che non stessi guardando, ho visto le lacrime scorrere dal tuoi occhi e ho imparato che, a volte, le cose fanno male ma che piangere fa bene.

Quando pensavi che non stessi guardando, hai sorriso e ho avuto voglia di essere gentile come te.

Quando pensavi che non stessi guardando, ti sei preoccupata per me e ho avuto voglia di diventare me stessa.
Quando pensavi che non stessi guardando, io guardavo e ho voluto dirti grazie per tutte quelle cose che hai fatto, quando pensavi che non stessi guardando".

Parola di Dio: Tb. 6,10-11; 7,1.9-17; 8,4-9; Sal. 127; Mc. 12,28-34

 

Vangelo Mc 12, 28-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: "Qual è il primo di tutti i comandamenti?". Gesù rispose: "Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi". Allora lo scriba gli disse: "Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici". Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse:"Non sei lontano dal regno di Dio". E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore

 

“AMERAI DIO CON TUTTO IL TUO CUORE, CON TUTTA LA TUA MENTE E CON TUTTA LA TUA FORZA E AMERAI IL PROSSIMO COME TE STESSO”. (Mt 12. 30-31)

Credo che l’aneddoto riportato oggi possa benissimo fare anche da commento al senso fondamentale del Vangelo che commentiamo. Amore di Dio e amore del prossimo sono inscindibili e quella mamma che pur non ha mai fatto catechismo a sua figlia, mentre pensava di non essere vista ha amato ed ha portato l’amore nelle vita della figlia… a se Dio è amore quella figlia ha imparato ad accoglierlo nella sua vita.

 

 

VENERDI’ 7 GIUGNO: SACRO CUORE DI GESU’

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Giannelli, Sant’Alderico.

Una scheggia di preghiera:

 

SACRO CUORE DI GESU’ SALVATE ANIME.

 

Hanno detto: Niente attrae il cuore dell'uomo quanto l'amore. (Santa Caterina da Siena)

Saggezza popolare: Un cuore lieto e forte vince l'amara sorte.

Un aneddoto: "Dio è un papà che vuol bene come una mamma", ha detto una bambina al catechismo. Forse non trovi in te stesso tante cose che ti piacciono. Ma per Dio sei la creatura più bella dell'Universo.

Parola di Dio: Ez. 34,11-16; Sal. 22; Rm. 5,5-11; Lc. 15,3-7

 

Vangelo Lc 15, 3-7
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola:"Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per
novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. Parola del Signore

 

“RALLEGRATEVI CON ME PERCHÉ HO TROVATO LA MIA PECORA CHE ERA PERDUTA”. (Lc.15,6)

Tutto, nella liturgia odierna parla di misericordia di Dio. Eppure noi spesso vorremmo un Dio giustiziere (con gli altri), vorremmo un Dio potente (con noi). Invece il nostro Dio è un Dio potente in misericordia, è un Dio che si lascia convincere da chi come Mosè chiede misericordia per un popolo idolatra, è un Dio che non convince a colpi di potenza, ma parla da una croce su cui lo hanno messo proprio coloro che è venuto a salvare, è un Dio che parte alla ricerca della pecorella smarrita o forse scappata, è un Dio che si rallegra quando uno che lo ha offeso si lascia riportare a casa. E’ un Dio che non solo accoglie a braccia aperte il prodigo che fuggito di casa, gli ha dilapidato i suoi doni e che non è sicuro che dopo il perdono non faccia altrettanto con il restante, è un Dio che va incontro al figlio maggiore incapace di amore vero, osservante formale, riottoso a far festa per suo fratello che vede come concorrente e non come fratello. Il nostro Dio si fa povero, rischia di perdere nella sua scommessa sull’uomo inaffidabile ma non smette di essere misericordioso. Se anche fossi il più grande dei peccatori di questa terra, se anche avessi messo in croce Gesù o un fratello, Dio è ancora misericordia. E misericordia richiede misericordia. Solo essa ci potrà salvare. Davanti ai fatti terribili del nostro mondo, davanti alle guerre, al terrorismo, agli egoismi che uccidono, Gesù Crocifisso, Gesù Buon Pastore con la sua pecorella recuperata sulle spalle e il Padre misericordioso attento ai suoi due figli, disgraziati tutti e due, ci dicono che come solo la misericordia di Dio può salvare noi, solo la misericordia nostra può salvare l’uomo e l’umanità; le strade della vendetta, della giustizia fai da te, del potere e della violenza creano solo altro odio e altra morte, la morte definitiva che non permette neanche alla misericordia di Dio di compiere la sua opera.

 

 

SABATO 8 GIUGNO: CUORE IMMACOLATO DELLA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: Santa Amelia; Santa Calliope.

Una scheggia di preghiera:

 

L’ANIMA MIA HA SETE DEL DIO VIVENTE: QUANDO VEDRO’ IL SUO VOLTO?

 

Hanno detto: Bisogna sondare ciò che il cuore dice, poiché esso interpreta la volontà di Dio. (Jean Pierre de Caussade)

Saggezza popolare: Ciò che il cuore pensa, la lingua dice.

Un aneddoto: Una vecchietta serena, sul letto d'ospedale, parlava con il parroco che era venuto a visitarla. "Il Signore mi ha donato una vita bellissima. Sono pronta a partire". "Lo so" mormorò il parroco. "C'è una cosa che desidero. Quando mi seppelliranno voglio avere un cucchiaino in mano". "Un cucchiaino?". Il buon parroco si mostrò autenticamente sorpreso. "Perché vuoi essere sepolta con un cucchiaino in mano?". "Mi è sempre piaciuto partecipare ai pranzi e alla cene delle feste in parrocchia. Quando arrivavo al mio posto guardavo subito se c'era il cucchiaino vicino al piatto. Sa che cosa voleva dire? Che alla fine sarebbero arrivati il dolce o il gelato". "E allora?". "Significava che il meglio arrivava alla fine! E proprio questo che voglio dire al mio funerale. Quando passeranno vicino alla mia bara si chiederanno: Perché quel cucchiaino?. Voglio che lei risponda che io ho il cucchiaino perché sta arrivando il meglio".

Parola di Dio: Is. 61,9-11; 1Sam. 2,1,4-8; Lc. 2,41-50

 

Vangelo Lc. 2,41-50

Dal Vangelo secondo Luca

I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.

 

 

"NON AVENDO TROVATO GESU' TORNARONO IN CERCA DI LUI A GERUSALEMME". (Lc. 2,45)

Quale esperienza terribile per una madre quella di non trovare più il proprio figlio! Dio ha permesso che il cuore di Maria e di Giuseppe facessero anche questa esperienza: perdere Gesù. Anche i Santi sono passati attraverso questa esperienza. L'hanno chiamata il buio della fede; hanno provato la tentazione, la paura di aver perso Gesù, la ricerca angosciosa che non porta a nulla, la preghiera che sembra essere senza risposta, il vuoto dei valori, il silenzio di Dio. E in un modo o nell'altro, questa esperienza tocca anche a noi. Proviamo allora a prepararci guardando a questa pagina del Vangelo: Cerchiamo di non spaventarci e di non colpevolizzarci troppo: è vero che possiamo essere noi ad allontanarci da Gesù, ma è anche vero che, almeno per quanto è recepibile da noi, spesso è Lui che "si allontana". Cerchiamo di superare il momento dell'autocompiangimento; serve a poco dirsi: "Com'era bello prima, che soddisfazione mi dava il pregare…" Quando vai in montagna, se al primo indolenzimento e affaticamento  ti fermi e pensi solo a come camminavi bene in pianura, non vai più avanti. Ricerca chi hai perduto con due accorgimenti:

a) Non voler trovare esattamente com'era prima chi hai lasciato, ma cerca Cristo così com'è. 

b) cerca di convincerti che anche Lui sta cercando te. Quando lo ritroverai farai delle scoperte sensazionali: Lui non si è allontanato per pallino o per metterti alla prova, è andato a fare "la volontà del Padre" anche per te e allora il Cristo ritrovato assume una dimensione nuova.

 

 

DOMENICA 9 GIUGNO: 10^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO C

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Efrem.

Una scheggia di preghiera:

 

SOSTIENI, SIGNORE, TUTTI I SOFFERENTI.

 

Hanno detto: Ferite di cuore, la vostra traccia è amara: Sempre pronte a riaprirvi e lente a guarire! (De Musset Alfred)

Saggezza popolare: Cuore che sospira non ha ciò che desidera.

Un aneddoto: Asia la mia bimba di tre anni mi dice di versarle il te. Le dico che lo può fare lei, che non fa niente se ne versa un po' fuori. E' piuttosto titubante, le dico che può provare... Alla fine si batte le mani. Battiamo le mani e ridiamo, e mi dice:“che furbo che sei: hai visto che lo sapevo fare?” E poi ancora..: “papà, ma come facevi a sapere che ero grande?”

Parola di Dio: 1Re 17,17-24; Sal. 29; Gal. 1,11-19; Lc. 7,11-17

 

Vangelo Lc 7, 11-17

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: “Non piangere!”. E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: “Giovinetto, dico a te, alzati!”. Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: “Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo”. La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione. Parola del Signore

 

VEDENDOLA, IL SIGNORE NE EBBE COMPASSIONE E LE DISSE: “NON PIANGERE”. (Lc. 7,13)

Sovente nel Vangelo vediamo Gesù che ha compassione. Direi che il Vangelo stesso è la compassione di Dio per questa umanità. Compassione fatta non da un falso pietire che fa dire “poveretto” davanti alle sofferenze del nostro prossimo ma che non ci sprona a portare con lui le sue prove e a fare qualcosa per levarle. Gesù, davanti alla vedova di Nain che porta in sepoltura il suo unico figlio sente compassione, le dice “non piangere”, tocca la bara (da notare che secondo la legge ebraica con questo gesto Gesù si rende impuro) e poi fa risorgere il ragazzo. Sono i gesti dell’amore cristiano. Bisogna prima di tutto avere occhi per vedere le sofferenze degli altri e quindi non tirar dritto, far finta di non vedere, girare al largo. Poi bisogna sentire sulla nostra pelle la sofferenza degli altri, incoraggiare, ascoltare e poi darsi da fare per quello che si può. E non nascondiamoci di nuovo dietro al fatto che “non sappiamo fare i miracoli”, Il miracolo dell’amore condiviso lo possiamo fare tutti.

 

 

LUNEDI’ 10 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Asterio di Petra.

Una scheggia di preghiera:

 

SIAMO BEATI PERCHE’ AMATI.

 

Hanno detto: Il cuore dell'uomo è una biblioteca dove si trovano i libri più disparati. Una biblioteca senza un ordine apparente, ma assolutamente completa. (Duvernois H.)

Saggezza popolare: Testa ferita si medica e si sana; cuore ferito non si sana mai.

Un aneddoto: Raccontava don Bosco: Un giovane, Domenico, che era stato educato in un istituto religioso tornò a casa e secondo l’abitudine, prima di mangiare si faceva il Segno di croce. Al che il fratello Giuseppe si mise a prenderlo in giro: “Guarda quello che ha studiato tanto e poi crede ancora a queste panzane”. La discussione andò avanti tra i due finché Giuseppe disse: “Se ti importa tanto il dire le preghiere tu prega e io mangio la tua parte” Domenico disse che per lui era più importante la preghiera e lasciò che il fratello, prendendolo in giro lo lasciasse a digiuno mangiando la sua parte. La sera per meglio irridere il fratello Domenico invitò a casa alcuni dei suoi compagni e tra gli sghignazzi ripeté: “Tu prega pure, che io mangio la tua parte” E tutti giù a ridere. Disse Domenico: che mi prendiate in giro non mi importa ma non fatevi burla di Dio” E la cena finì tra i lazzi, con Domenico a digiuno e Giuseppe che si era ingozzato del suo e del piatto del fratello. Ma proprio per il troppo bere e mangiare Giuseppe fu preso da dolori atroci e nella notte rischiò di morire per blocco intestinale. Diceva ai suoi amici: “E’ proprio vero di Dio non ci si può far burla!”

Parola di Dio: 2Cor. 1,1-7; Sal. 33; Mt. 5,1-12

 

Vangelo Mt 5, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi ". Parola del Signore

 

“GESU’ SALI’ SULLA MONTAGNA E LI AMMAESTRAVA DICENDO: BEATI”. (Mt.5,1-2)

Matteo dà un rilievo tutto particolare al “discorso della montagna”.  Fa salire Gesù su di un monte, il luogo per eccellenza da cui Dio ammaestra, come per suggerire un parallelo tra l’antica e la nuova alleanza. La prima fu sancita sul Sinai, la seconda riceve il suo sigillo su questo monte. Gesù ha davanti agli occhi una folla che lo segue da più giorni. Possiamo immaginarlo mentre guarda quegli uomini e quelle donne: ne conosce se non le storie, certamente le domande e i bisogni. E ne ha compassione. Ed è sul sentimento forte di compassione che si trova la ragione di questa scena evangelica. Le sue prime parole sono sulla felicità. O meglio su chi è felice. Gesù vuole proporre la sua idea di felicità e di beatitudine. Già i salmi avevano abituato i credenti di  Israele al senso della beatitudine: “Beato l’uomo che spera nel Signore, beato l’uomo che ha cura del debole, beato l’uomo che confida nel Signore”. Quest’uomo poteva dirsi felice. Gesù continua su questa linea e afferma che beati sono gli uomini e le donne poveri di spirito, cioè gli umili (poveri di spirito non significa affatto ricchi di fatto e lontani da Dio), e poi sono beati i misericordiosi, gli afflitti, i miti, gli affamati di giustizia, i puri di cuore, i perseguitati a causa della giustizia ed anche coloro che sono insultati e perseguitati a causa del suo nome. Parole come queste non le aveva dette mai nessuno; e i discepoli non le avevano mai udite sino a quel momento. E a noi che le ascoltiamo oggi paiono davvero molto lontane. Sembrano del tutto irreali. Potremmo anche dire che sono belle, ma impossibili. Eppure, non è così, per Gesù. Egli vuole per noi una felicità vera, piena, robusta. In verità, quel che a noi sta più a cuore è vivere un po’ meglio, un po’ più tranquilli. E nulla più. Non vogliamo essere “beati” davvero. La beatitudine è diventata una parola estranea, troppo piena, eccessiva; è una parola così forte e così carica da essere troppo diversa dalle nostre soddisfazioni spesso insignificanti. Questa pagina evangelica ci strappa da una vita banale e ci spinge verso una vita piena, verso una gioia ben più profonda di quella che noi possiamo anche solo immaginare. Le beatitudini non sono troppo alte per noi, come non lo erano per quella folla che per prima le ascoltò. Esse hanno un volto davvero umano: il volto di Gesù. E’ lui l’uomo delle beatitudini, l’uomo povero, mansueto e affamato di giustizia, l’uomo appassionato e misericordioso, l’uomo perseguitato e messo a morte. Guardiamo quest’uomo e seguiamolo; saremo beati anche noi.

 

 

MARTEDI’ 11 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Barnaba; Sant’Amabile.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI GESU’ A GIOIRE COI FRATELLI

 

Hanno detto: Tutta l’acqua dell’oceano non può affondare una nave, a meno che non penetri nel suo interno. Tutti i mali del mondo non possono affondare un uomo, a meno che invadano la sua vita interiore. (Frainer Prairo)

Saggezza popolare: Non si canta bene, se dal cuor non viene.

Un aneddoto: Affliggendosi un dì S. Geltrude per un piccolo difetto, nel quale era solita cadere di tanto in tanto, pregò istantemente il Signore di liberarla; ma il Signore le rispose: “Vorresti dunque, che io restassi privo d'un grand'onore, e tu d'un gran premio ? Sappi, che quante volte uno riconosce il suo mancamento, e si propone di schivarlo per l'avvenire, si guadagna un gran premio per sè ; e quante volte si astiene per amor mio dal ricadervi, fa a me tanto onore, quanto ne fa ad un Re un bravo Soldato, allorché combatte coi suoi nemici e li vince.”

Parola di Dio: At 11,21-26; 13,1-3; Sal. 97; Mt. 10, 7-13

 

Vangelo Mt 10, 7-13

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi". Parola del Signore

 

“ANDANDO (A TESTIMONIARE) NON PRENDETE CON VOI NE' BISACCIA DA VIAGGIO, NE' DUE TUNICHE, NE' SANDALI, NE' BASTONE”. (Mt. 10,10)

Quando Gesù manda gli apostoli a predicare il Regno di Dio esige da loro il segno della povertà: non devono essere avidi di denaro, devono essere sobri nell’uso dei mezzi umani, ma perché Gesù dice che non devono portarsi il bastone per il viaggio? Azzardo una interpretazione che forse non è troppo esegetica ma che mi sembra importante per il nostro essere cristiani: avere per le mani un bastone può essere una grande tentazione. Può venire in mente di non usarlo solo come mezzo di appoggio ma come arma per difendersi e per far sì, con la forza che altri accettino il nostro messaggio. E’ facile, in nome di Gesù, diventare prepotenti, esigere che altri la pensino come noi, non più offrire una proposta ma esigere un’adesione. La fede imposta con la forza, con la coercizione, con ricatti umani o religiosi non libera l’uomo e anche se accettata esternamente prima o poi viene considerata come un peso dal quale liberarci il più presto possibile.

 

 

MERCOLEDI’ 12 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Paola Frassineti; Sant’Onofrio.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU’, SEI LA VIA LA VERITA’ E LA VITA.

 

Hanno detto: Il cuore umano non si allarga che con una lama che lo dilania. (Flaubert Gustave)

Saggezza popolare: Parla col cuore, e anche i sordi capiranno.

Un aneddoto: A proposito di catechisti così scriveva  Albino Luciani: Due alpinisti scalano una roccia; il primo, perché è di moda; il secondo, per passione. Sentiteli al ritorno: “Cosa ho veduto? — dice il primo — Oh! nulla di speciale: quattro corde, quattro alberi, dei torrenti, dei prati, un cantoncino di cielo e nient'altro!”. E sbadiglia. Dice il secondo: “Cosa ho veduto? Non lo dimenticherò mai più! Rocce, poi ancora rocce, e prati e torrenti e azzurro e sole e cose meravigliose!”. E mentre parla pare che tali meraviglie gli ridano ancora nello sguardo e nell'anima. Quei due dicono la stessa cosa, ma è il modo di dire, diverso. Il primo non invoglia nessuno a tentare una scalata; il secondo invece col suo entusiasmo accenderà la passione della montagna in altri e guiderà proseliti a nuove vette.

Parola di Dio: 2Cor. 3,4-11; Sal.98; Mt. 5,17-19

 

Vangelo Mt 5, 17-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli". Parola del Signore

 

“NON SONO VENUTO PER ABOLIRE LA LEGGE O I PROFETI, MA PER DARE COMPIMENTO”. (Mt. 5,17)

Se torno indietro nel cammino della mia vita, scopro che da sempre sono stato assetato di verità e che l’ho cercata in tanti modi diversi. Ho pensato di trovarla nel pensiero dei filosofi e dei letterati, e mi sono buttato ‘a peso morto’ sui libri, ho pensato di incontrarla in alcuni personaggi del mondo contemporaneo e in mille modi ho cercato di vederli, di venirne a contatto, ho pensato che l’unica verità fosse Dio e mi sono messo a studiare la Bibbia. Ho trovato frammenti di verità dappertutto: nei libri, nella saggezza dei popoli, nell’ordinamento delle leggi, nelle persone più umili (quanta verità e quanta saggezza mi hanno testimoniato i poveri, i barboni!), come nei saggi maturi, nella natura come nelle religioni… ma mancava sempre qualcosa: erano briciole di verità ma non era la Verità. Perché la Verità, la Saggezza, l’Amore non è una cosa è una Persona. E questa Persona è Gesù. Lui non è venuto per dire: “La storia non esiste, la Legge dell’Antico Testamento non serve più a nulla, le saggezze umane sono stupidaggini”, è venuto a dire: “Tutto quello che hai incontrato di bello, di giusto, di vero è importante ma trova il suo compimento solo se incontri il Bello, il Giusto, il Vero: tutto questo non è un principio, una filosofia, una teologia, è la Persona del Figlio stesso di Dio che ti viene offerta, che ha desiderio di stare con te. Chi è allora il vero saggio, il vero credente? E’ colui che sa cercare e prendere un po’ da tutte le parti, è colui che ama la natura e la rispetta, è colui che umilmente sa cercare la verità nei fratelli e nel pensiero umano, è colui che cerca di vivere lo spirito di ogni legge buona, ma è colui che, cercando ogni giorno di incontrare il Figlio di Dio, impara da Lui poco per volta a pensare come pensa Dio e ad agire come agisce Dio. La saggezza, la verità crescono e aumentano man mano che le frequenti, l’essere davvero figlio di Dio cresce, aumenta, prende sempre maggior consapevolezza man mano che incontri, frequenti, ti lasci amare e ami il Figlio di Dio.

 

 

GIOVEDI’ 13 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio da Padova; Sant’Aventino.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI, SIGNORE, CHE COSA VUOL DIRE MISERICORDIA.

 

Hanno detto: Io so perfettamente come è fatto il mio cuore: non potrebbe non amare. (San Francesco di Sales)

Saggezza popolare: Non l'oro, ma il cuore fa' l'uomo ricco.

Un aneddoto: Il cardinal Fischer, anch’egli martire come Tommaso Moro per non aver ceduto alle ingiuste richieste del re d’Inghilterra, Enrico VIII, a chi gli annunciava che in mattinata doveva essere decapitato, chiese: “A che ora?”. “Alle nove”. “Va bene”, rispose, “e adesso che ore sono?”. “Le cinque”. “Se sono le cinque posso ancora dormire due ore buone in pace con il Signore”, e si riappisolò. Alle sette in punto si vestì come se quella mattina avesse avuto pontificale in cattedrale. Davanti al palco buttò via il bastone e disse: “Orsù, piedi miei, fate questi pochi passi che vi rimangono”. Morì serenamente dopo aver intonato il “Te Deum”.

Parola di Dio: 2Cor. 3,15-4,1.3-6; Sal. 84; Mt. 5,20-26

 

Vangelo Mt 5, 20-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!". Parola del Signore

 

“MA IO VI DICO”. (Mt. 5,20)

Gesù mostra cosa vuol dire portare a compimento la legge:  ossia cogliere in essa il pensiero e il cuore stesso di Dio, la sua volontà più profonda. La giustizia, pertanto, non consiste in un egualitarismo esteriore, peraltro impossibile, ma nell’amore senza limiti che Dio ha per i suoi figli. Aggiunge, infatti, con una severa ammonizione: "Se la vostra giustizia non sorpasserà quella degli scribi e farisei, non entrerete nel regno dei cieli".  Esser buoni alla pari dei farisei, vuol dire Gesù, vale lo stesso che esserlo per nulla. E lo spiega. Le parole che seguono nessuno ha mai osato dirle come le ha dette Gesù e nessuno le ha udite da altro luogo se non dal Vangelo. Il primo tema è tratto dal quinto comandamento: "Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai...io, invece, vi dico: chiunque s'adira con il suo fratello sarà sottoposto al giudizio". Gesù non propone una nuova casistica (con l’aggiunta delle altre due scansioni: chi dice stupido e pazzo al proprio fratello), o una nuova prassi giuridica, bensì un nuovo modo di intendere i rapporti tra gli uomini. Gesù afferma che l'amore è il compimento della legge. Occorre, quindi, passare da un precetto in negativo alla positività dell'amicizia. L’amore ha un valore così alto da richiedere, se manca, l’interruzione dell'atto supremo del culto. La "misericordia" vale più del "sacrificio"; il culto, come relazione con Dio, non può prescindere da un rapporto d’amore con gli uomini.

 

 

VENERDI’ 14 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Martiri Anastasio, Felice e Digna.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, UN CUORE PURO, CAPACE DI AMARE.

 

Hanno detto: Il confine tra il bene ed il male passa all'interno del nostro cuore. (San Francesco di Sales)

Saggezza popolare: Ciò che fa soffrire il cuore fa muovere le gambe fin dal mattino. (Pr.Africano)

Un aneddoto: All’inizio del 1900 in località di Piomba, a sud di Silvi (Teramo), un piccolo ma grazioso paese dell’Abruzzo, viveva in un casello ferroviario la famiglia di Orazio Serafini, gente buona e timorata di Dio. Avvenne che uno dei figli, Domenico, di 5 anni a causa di una malattia  allora incurabile, tra i pianti e la disperazione della mamma Anna Di Blasio, volò al cielo. Domenico era un fiore di bambino e grande fu l’angosci specialmente della mamma. Tutte le notti mentre gli altri dormivano la buona donna si alzava per piangere e pregare Signore per quel figlio morto santamente da poco tempo. Un notte avvenne qualcosa dì insolito. Mentre la buona donna stava pregando una luce straordinaria si diffuse nella camera improvvisamente le apparve il figlio Domenico di 5 anni. Domenico non era solo. Altri due giovanetti benché di aspetto ancor più splendente, gli stavano al fianco. Il suo primo moto fu quello di abbracciare il figlio Domenico e rivolgergli domande: "Stai bene, caro figlio? Qual è il tuo posto in cielo? Che fai? Ti ricordi di tua madre?». Stese le braccia per stringerlo, ed egli non si sottrasse alla sua tenerezza. Guardandola con sorriso dolce le disse: "Mamma non piangere più perché la nostra unica occupazione è contemplare la luce e la bontà divina». Poi disse di trovarsi i compagnia degli angeli, e che i compagni con lui erano l’arcangelo Raffaele e l’angelo custode che Dio mandava a lei per  consolazione, perché rimanesse con lei per tutto il resto del sua vita. Dopo un po’ di tempo il bimbo scomparve volando dalla finestra del casello ferroviario. La cara mamma Anna poté vedere il figlio in una luce straordinaria che si dirigeva verso la splendida Dimora di Dio. Da quella notte non piangeva più, anzi ringraziava e lodava Signore per quell’angelo in più in Paradiso. (Testimonianza di P. Alfredo Serafini   parlando della mamma Anna Di Blasio)

Parola di Dio: 2Cor. 4,7-17; Sal 115; Mt. 5,27-32

 

Vangelo Mt 5, 27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio". Parola del Signore

 

“CHIUNQUE GUARDA UNA DONNA PER DESIDERARLA HA GIA’ COMMESSO ADULTERIO CON LEI NEL SUO CUORE”. (Mt. 5,28)

Ricordo che dopo aver letto la pagina del Vangelo odierno, uno dei miei tanti amici che si dichiarano non credenti mi rinfacciava: “Ho troppo rispetto per l’uomo Gesù da pensare che sia stato lui a dire una frase del genere, qui deve esserci senz’altro lo zampino o di quel misogino di San Paolo o della Chiesa che sul senso del peccato ci vive. Come farebbe infatti Dio a dirci che uno sguardo e un desiderio, cose che Lui ha messo nella nostra natura, sono già adulterio?” “Mi spiace, - gli ho risposto - ma questa volta ti deludo: penso proprio che queste frasi, a prima vista così dure e difficili, le abbia dette proprio Gesù. Gesù dice frasi come questa per liberarci dalla paura e dalla schiavitù della legge! Gesù non vuole negare la natura umana. Sa benissimo quali sono i nostri istinti che per altro ci sono stati dati con degli scopi precisi, ma sa anche che se io cerco di indirizzare le mie scelte ad un scala di valori precisi, riuscirò, magari con fatica a portare ciò che è istintivo verso quello che è un progetto di vita. Detto in altre parole: quando vedo una bella donna o un bell’uomo, non posso non sentire magari un’attrattiva o un interesse, ma se credo ai valori della famiglia, delle mie scelte, allora saprò indirizzare anche il mio cuore. Se riesco a fare questo, allora nulla mi scandalizzerà più. Se aldilà del sesso vedo la mia e l’altrui persona non come oggetto di possesso ma come un fratello o una sorella, figli di Dio, amati da Lui, tempio dello Spirito, ecco che nasce in me la forza per superare l’istinitivo  ed anche la morale non è più: ‘non devi far questo o quello’, ‘devi sacrificarti perché c’è un divieto’, ma diventa: ‘gioisco per i doni che ho e che Dio ha fatto al mio fratello e alla mia sorella e liberamente e gioiosamente mi costruisco sui valori che rispettano me stesso e l’uomo’.

 

 

SABATO 15 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Germana Cousin.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, PROFONDA UMILTA’

 

Hanno detto: Il cuore dello stupido è nella sua bocca, ma la bocca del saggio è nel suo cuore. (Benjamin Franklin)

Saggezza popolare: Quel che l'occhio non vede, cuore non crede.

Un aneddoto: Benché non avesse che tre anni Santa Teresina provava una grande gioia nel pensare a Gesù e nel parlare con Lui. Un giorno che pioveva dirottamente, desiderando salutare Gesù nel santo Tabernacolo, uscì di nascosto di casa e si avviò sotto la pioggia verso la Chiesa. Per fortuna la domestica se ne accorse e le corse dietro per ricondurla a casa. Anche nelle bellezze del creato Teresa scorgeva la bontà di Gesù: quando il papà la conduceva nei prati tra i fiori o in riva ai ruscelli dove guizzavano i pesci ella, indicandoli, gridava con gioia: "Come è buono Gesù, come è buono Gesù!".

Parola di Dio: 2Cor. 5,15-21; Sal. 102; Mt. 5,33-37.

 

Vangelo Mt 5, 33-37

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno". Parola del Signore

 

“NON GIURATE AFFATTO”. (Mt. 5,34)

Lo spergiuro, da cui mette in guardia il Signore, avviene quando l’uomo è talmente egocentrico da sentirsi onnipotente fino a piegare ai suoi interessi Dio e gli altri. In verità, dice Gesù, non abbiamo potere neppure su un capello del nostro capo. L’umiltà è a fondamento dei rapporti tra gli uomini. E all’umiltà segue la verità e la franchezza. Il Signore ha creato l'uomo dandogli la dignità della parola; per questo Gesù dice: "Sia il vostro linguaggio: sì, sì; no, no; il superfluo procede dal maligno". E’ a dire che le parole hanno un peso, non possono essere vane o ambigue. Attraverso di esse appare il cuore, come per Dio stesso. E’ il maligno infatti che cerca di allargare la sua forza con la corruzione delle parole. Il discepolo di Gesù deve imparare a saper dire sì alla vita che viene dal Vangelo e allo stesso tempo bisogna anche che sappia opporre dei no decisi alle proposte che conducono al male per sé e per gli altri. La frase di Gesù indica la necessità di saper dire anche dei no, ossia di imporsi  una disciplina del cuore. Si tratta perciò di dire “si”, al Signore che chiama, ma anche di dire di “no” a seduzioni e proposte che solo apparentemente lascerebbero intravedere un bene per la nostra vita.

 

 

DOMENICA 16 GIUGNO: 11^ DOMENICA TEMPO ORDINARIO C

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Aureliano, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA MISERICORDIA CI RIEMPIE DI GIOIA

 

Hanno detto: La lampada del cuore, se accesa, illumina il mondo. (Gandhi)

Saggezza popolare: Il mondo è un mare, il nostro cuore ne è la spiaggia. (Pr. Cinese)

Un aneddoto: Santa Teresina amava molto i fiori e li coltivava in un angolo del suo orto per poi offrirli, piena di gioia, al papà, che chiamava "il suo Re"; o per portarli al piccolo Presepio, che aveva costruito nell'incavo di un muro del giardino, davanti al quale si soffermava spesso a pregare Gesù Bambino. Ma le ricreazioni più attese da Teresa erano quelle del giovedì, giorno di vacanza, quando il babbo la conduceva con le sorelle nelle campagne o in riva a un ruscello. Teresa godeva immensamente nel contemplare le bellezze della natura e «...spesso - lascerà scritto - dopo aver provato a pescare con la mia piccola lenza, andavo a sedermi sola sull'erba fiorita: allora i miei pensieri si facevano molto profondi e la mia anima si immergeva nella preghiera. La terra mi sembrava allora un luogo d'esilio e sognavo il Cielo... ».

Parola di Dio: 2Sam 12,7-10.13; Sal. 31; Gal 2,16.19-21; Lc. 7,36-8,3

 

Vangelo Lc 7, 36 - 8, 3

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice”. Gesù allora gli disse: “Simone, ho una cosa da dirti”. Ed egli: “Maestro, dì pure”. “Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?”. Simone rispose: “Suppongo quello a cui ha condonato di più”. Gli disse Gesù: “Hai giudicato bene”. E volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco”. Poi disse a lei: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”. Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?”. Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; và in pace!”. In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni. Parola del Signore

 

“LE SONO PERDONATI I SUOI MOLTI PECCATI, POICHE' HA MOLTO AMATO”. (Lc. 7,47)

Ricostruiamo la scena, lo stupore e lo scandalo. Un fariseo, un notabile, una persona religiosa ha organizzato un pranzo: tutto è pronto, buone portate, invitati di rango... e fa irruzione in quella casa una prostituta, una “poco di buono”. E l’invitato principale, non solo non si scandalizza, ma prende le sue parti e addirittura le dice che è perdonata.

Gesù conosce le persone non per quello che appaiono ma riesce a leggere nel cuore e a trovare sempre motivi perché la sua misericordia possa manifestarsi e rigenerare. Noi etichettiamo, giudichiamo, condanniamo secondo i nostri schemi preconcetti. Per Gesù è la persona intera che conta. Gesù non dice che questa donna non ha peccato, anzi, le dice che i suoi peccati sono molti, ma nello stesso tempo riesce a vedere in lei il suo molto amore, ed è proprio in grazia di questo amore che la donna può aprire il suo cuore e quindi ricevere la misericordia di Gesù.

 

 

LUNEDI’ 17 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Avito; Santa Valeriana.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SOLO SEMINANDO AMORE, AMORE CRESCERA’

 

Hanno detto: Quando siete felici, guardate in fondo al vostro cuore e scoprirete che è solo quello che vi ha procurato dolore a darvi gioia. (Gibran)

Saggezza popolare: Il cuore ha una profondità sconfinata... laggiù c'è la morte e c'è la vita. (detto Latino)

Un aneddoto: Una sera d'estate, tornando dalla casa dello Zio insieme al papà, Santa Teresina fu colpita dalla bellezza del cielo stellato. «Io camminavo guardando le stelle - lasciò poi scritto Teresa - perché la loro vista mi rapiva. Tra esse vidi un gruppo di stelle più luminose che formavano una "T". Allora io le mostrai al papà dicendogli: “Guarda, papà, il mio none è scritto in Cielo!”» Poi, non volendo veder più nulla di questa piccola terra, chiesi al papà di tenermi stretta per mano e di guidarmi, poiché io volevo camminare con la testa all'insù per guardare le stelle, senza neppur sapere dove posavo i piedi».

Parola di Dio: 2Cor. 6,1-10; Sal. 97; Mt. 5,38-42

 

Vangelo Mt 5, 38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Da  a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle". Parola del Signore

 

“MA IO VI DICO DI NON OPPORVI AL MALVAGIO”. (Mt. 5,39)

Gesù ci manda sempre in crisi perché spesso il nostro “buon senso” non corrisponde al suo. Noi sappiamo benissimo che violenza chiama violenza, ma spesso giustifichiamo certe violenze come legittima difesa, come lotta contro il male, come ricerca di giustizia. E quindi, nel nome di vere o presunte giustizie creiamo altre situazioni in cui persone subiscono altre violenze. Pensiamo alla logica delle guerre: per difendere una verità, un territorio, delle persone oppresse si fanno delle guerre “giuste!?” nelle quali molte persone ‘giuste o ingiuste” subiscono violenze. Pensiamo a certe divisioni presenti nelle nostre famiglie dovute a motivi di “giustizia” che hanno creato lotte, incomprensioni che durano anni. Gesù, come si è comportato? Ha sempre detto la verità, ha sempre richiamato ai valori che possono liberare, ma non ha mai imposto nulla a nessuno con la violenza. Quando, durante la passione, viene preso a schiaffi, Gesù non risponde facendo seccare la mano a chi lo ha colpito, ma si rivolge a quella persona cercando di farla ragionare: “Se ho sbagliato, dimostramelo, se no, perché mi colpisci?”. Non opporsi al malvagio non significa lasciare che egli faccia quello che vuole ma non significa neanche ricorrere alla violenza personale, mettendoci noi al posto di Dio e creando altre ulteriori violenze.

 

 

MARTEDI’ 18 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marina; Sant’ Amando da Bordeaux.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AMAMI COME SONO

 

Hanno detto: Lascia pure che lo splendore del sole svanisca, purché spunti il giorno nella tua anima. Ciò che vien meno al mondo intero puoi trovarlo nel tuo cuore. (Goethe)

Saggezza popolare: Non si può sempre spaccare la roccia; non si può sempre intenerire un cuore. (Proverbio Indiano)

Un aneddoto: Luigi Scrosoppi decise di diventare prete come suo fratello Carlo che aveva aperto un piccolo rifugio per ospitare un gruppo di bambine orfane, e presto si unì a lui per aiutarlo. Si accorse subito che mancava tutto, anche il pane. Allora, rimboccandosi le maniche, uscì in cerca di carità. Con un asinello andò per case e campagne. Un giorno un tale, prendendolo a ceffoni, intimò: "Vattene prete... lasciaci in pace!". "Grazie, questo e per me..." disse padre Luigi mettendosi in ginocchio "ora, per carità, datemi qualcosa per le mie bambine che hanno fame!". L'uomo, colpito da quel gesto, lo colmò di cibo e di amicizia. Alla sera Luigi ritornò e la tavola si riempì. "Si chiamerà Piccola casa della Provvidenza..." disse lui a bassa voce, mentre dalle sue mani uscivano pane e allegria.

Parola di Dio: 2Cor. 8,1-9; Sal 145; Mt 5,43-48

 

Vangelo Mt 5, 43-48

Dal vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste". Parola del Signore

 

“SIATE PERFETTI COME E’ PERFETTO IL PADRE VOSTRO CHE E’ NEI CIELI”. (Mt. 5,48)

Quante volte, ascoltando le confidenze, i desideri o le confessioni di tante persone mi sono sentito dire frasi come queste: “Gesù, il Vangelo sono impossibili con le loro esigenze!”, “Sento il desiderio del buono, del bello, del giusto ma poi la vita, gli impegni, i condizionamenti, il carattere mi portano ad un quotidiano di banalità, di consuetudini, di vuoto”, “Al mattino, quando faccio un momento di riflessione e di preghiera mi sento, con Gesù, capace di rivoltare il mondo… poi me ne dimentico presto in mezzo a tutto quello che devo fare”, “Quando sento Gesù dirmi di perdonare sempre, di amare i nemici, di essere perfetti come Dio Padre, mi viene una rabbia che sarei disposto a cambiare religione!”. Eppure se nella vita non si ha una meta pura, alta, apparentemente inaccessibile ma ricercabile, si rischia di puntare alla mediocrità che poi, per natura, diventa sguazzare molto in basso. Il giorno in cui perdessimo il senso della vita, l’ideale, perché raffreddati dalle delusioni, dagli errori, dalle paure, sarebbe un grave lutto per noi. In un suo recente romanzo: “La straniera”, Younis Tarwfik un architetto iracheno che da anni vive a Torino, presentando la storia di Amina, una ragazza marocchina che, arrivata piena di speranze nella grande città, si ritrova a fare la prostituta, le fa dire: “Sono arrivata qui circa un anno fa, clandestinamente, si capisce (…). Dopo alcune disavventure sono finita a bazzicare con gli uomini. Lo so che cosa pensi di me, ma sono costretta (…). Mi sento molto sola e voluta solo per il mio corpo e le mie prestazioni. Una donna quando si riduce a questo diventa soltanto un corpo senz’anima. E’ morta”. Non perdiamo dunque i nostri ideali anche se ci sembrano enormemente distanti. Gesù ci mette davanti il Padre nostro che è nei cieli non per spaventarci con una meta impossibile, ma per ricordarci che in Lui è la nostra casa e che, man mano noi diventiamo un po’ più simili a Lui nel giudicare, nel perdonare, nell’amare, siamo già in Lui. E’ vero che a quella perfezione giungeremo solo quando sarà Lui a portare a compimento il nostro cammino. E’ vero che noi siamo defettibili e che questa sera avremo abbondante materiale per chiedere perdono ancora una volta,  ma è anche vero che è Gesù stesso che si pone accanto a noi come guida, che ci dice di andare a Lui quando siamo “affaticati e oppressi”, che è sempre disposto a darci il perdono dicendoci: “Coraggio, ricominciamo da capo ancora una volta”.

 

 

MERCOLEDI’ 19 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Romualdo; Santa Giuliana Falconieri.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI

 

Hanno detto: Non indurrete mai un cuore a battere col vostro cuore, se quel che dite non sale dal vostro cuore. (Goethe)

Saggezza popolare: Quando c’è posto nel cuore ce n’è anche nella casa. (Pr. Cinese)

Un aneddoto: Erano giorni di terribile povertà e padre Luigi Scrosoppi cercava in tutti i modi di non far mancare nulla alle sue bambine. Un mattino alcune ragazze entrarono nella piccola casa per aiutare quel prete povero. "Padre Luigi, prenda i nostri gioielli" disse una a nome di tutte "serviranno per comprare del cibo per le piccole". quelle ragazze, arrivate li come un soffio di vento, consegnarono nelle sue mani, insieme ai gioielli, la loro vita e rimasero con lui, per sempre.

Parola di Dio: 2Cor 9,6-11; Sal. 111; Mt 6,1-6.16-18

 

Vangelo Mt 6, 1-6. 16-18

Dal vangelo secondo Matteo. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà". Parola del Signore

 

“GUARDATEVI DAL PRATICARE LE VOSTRE OPERE BUONE DAVANTI AGLI UOMINI PER ESSERE DA LORO AMMIRATI”. (Mt. 6,1)

Gesù, nel suo pellegrinaggio terreno, ha incontrato persone di ogni tipo, umili, ricchi, sapienti, ignoranti, gente di fede e superstiziosi. Gesù è stato con tutti, ma, se possiamo dire, c’è una categoria che proprio non sopporta, è quella degli ipocriti e particolarmente quella degli ipocriti religiosi. Se la religione serve a farti sentire a posto davanti a Dio, se ti camuffa davanti agli altri, non è vera religione. Se la tua elemosina, la pre­ghiera, il digiuno sono solo pratiche religiose, osservanze, doveri, forse è meglio che impieghi il tempo diversamente. La preghiera, la condivisione nascono dal cuore non dalle norme del diritto canonico. Chi vuoi ingannare con la tua ipocrisia religiosa? Dio? Ma Lui conosce le motivazioni del cuore! Vuoi ingannare te stesso? Non ti serve! prima o poi ti troverai davanti te stesso nudo! Vuoi ingannare il tuo prossimo? A parte che agli altri interessa molto poco la tua “bontà” e religiosità, ma anche quando gli altri ti battessero le mani per una cosa che non sei, che giovamento ne avresti? Dio ti conosce, ti accetta come sei, anche se vuole cambiarti per il tuo bene. Presentati al Signore con umiltà e verità e dagli l’opportunità di poter agire in te.

 

 

GIOVEDI’ 20 GIUGNO: Beata Maria Vergine Consolatrice (La Consolata)

Tra i santi ricordati oggi: San Teodulo; San Silverio.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, SIGNORE, IL TUO SERVO TI ASCOLTA.

 

Hanno detto: Prega il cielo di darti la pelle dura e il cuore tenero. (Graham Ruth)

Saggezza popolare: E' il cuore, non la ragione, che avverte la divinità. (Pr. Cinese)

Un aneddoto: Padre Cleopa un anziano padre rumeno, aveva una grande devozione per la Madre di Dio, la regina dei cherubini e dei serafini, la nostra patrona. Diceva padre Cleopa: «Sapete chi è la Madre di Dio? È la regina della creazione, la stanza dove la Parola di Dio incarnato ha dimorato e attraverso cui la Luce è venuta nel mondo. È la porta della Luce, perché Cristo, la Luce, è entrato nel mondo attraverso di lei. È la porta della Vita, perché Cristo, la Vita, è entrato nel mondo attraverso di lei. È la porta chiusa attraverso la quale non è passato nessuno se non il Signore, come ha detto il profeta Ezechiele». Diceva anche: «La Madre di Dio è la scala al cielo, la colomba che ha messo fine al diluvio del peccato, proprio come la colomba fermò il diluvio di Noè. È il turibolo di Dio, perché ha ricevuto il Fuoco divino. La Madre di Dio è la sposa del Padre, la madre della Parola e la chiesa del Santissimo Spirito». Ancora, diceva: «Quando vedi l'icona della Madre di Dio con Cristo bambino nelle sue braccia, sai che cosa vedi? Il cielo e la terra! Il cielo è Cristo, lui che è più alto dei cieli, il creatore dei cieli e della terra. E la Madre di Dio rappresenta la terra, perché è della nostra stirpe. È di una famiglia regale e sacerdotale». Diceva ancora l'anziano: «Le braccia della Madre di Dio sono più forti delle spade dei cherubini e dei troni santi. Dunque, chi tiene la Vergine Maria tra le braccia? Lo sapete? Colui che fece il cielo e la terra e tutte le cose visibili e invisibili». «Sapete chi è la Madre di Dio e quanto onore, quanto potere e quanta misericordia ha? È la nostra Madre, perché ha pietà per i poveri, le vedove e tutti i cristiani. Prega continuamente Cristo Salvatore per tutti noi».

Parola di Dio: 2Cor. 11,1-11; Sal. 110; Mt. 6,7-15

 

Vangelo Mt 6, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe". Parola del Signore

 

“PREGANDO, POI, NON SPRECATE PAROLE, COME I PAGANI, I QUALI CREDONO DI VENIRE ASCOLTATI A FORZA DI PAROLE”. (Mt. 6,7)

Quante preghiere devo dire? Quante volte al giorno devo pregare? Preoccupazioni inutili! In certe indicazioni sul numero e il tempo della preghiera sembra quasi di sentire il medico che dice: “Due pastiglie, tre volte al dì, prima dei pasti”. Non è la quantità che conta. Dio non lo si “prende” a piccole o a dosi massicce. Dio ci conosce dentro e riesce a vedere ciò che l’uomo porta dentro. Il vuoto di preghiera, nella nostra vita, non lo si colma con la quantità, ma con l’autenticità e l’intensità della comunione.

 

 

VENERDI’ 21 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Luigi Gonzaga; Sant’Eusebio di Samosata.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’ TU SEI IL TESORO DI DIO E NOSTRO.

 

Hanno detto: Di tutte le cose che Dio ha fatto, il cuore umano è quella che manda più luce; e, ohimè, più tenebre. (Victor Hugo)

Saggezza popolare: Là dove ci si ama non scende mai la notte. (Pr. del Burundi)

Un aneddoto: "Padre, la dispensa è vuota!" disse la suorina senza fiato “mandi qualcuno a comprar farina altrimenti oggi non si mangia”. "Metti l'acqua nella pentola e accendi il fuoco, io non ho un soldo ma qualcuno ci penserà" disse padre Luigi Scrosoppi prima di mettersi in ginoc­chio a pregare. La suora andò in cucina e poi tornò in tutta fretta: "Padre, le bambine sono già a tavola e la farina non c’è ancora!" disse quasi piangendo. "La farina verrà, ne sono certo" rispose lui. Tornò in cucina e alla terza volta la suorina, disperata, si arrese: "Padre... la farina non...". In quell'istante bussarono alla porta. La suora apri e un contadino le mise tra le braccia un sacco di farina gialla e buona. Lei, tra un sorriso e una lacrima, ringraziò quell'uomo mandato dal cielo.

Parola di Dio: 2Cor. 11,18.21-30; Sal. 33; Mt. 6,19-23

 

Vangelo Mt 6, 19-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!". Parola del Signore

 

“ACCUMULATE TESORI NEI CIELI”. (Mt. 6,20)

Gesù esorta i discepoli a digiunare dalle cose del mondo. E’ un insegnamento di grande saggezza, soprattutto in una società ricca e opulenta come la nostra. Abbiamo bisogno di liberarci dalla schiavitù del possesso e del consumo. Il digiuno, prima di essere una pratica esteriore, è un atteggiamento del cuore, un modo di porsi di fronte alla vita. Il vero tesoro – continua Gesù – è là dov’è diretto il cuore. Digiunare dalle cose del mondo non solo libera dalla schiavitù consumista ma rende capaci di accumulare tesori nel cielo. E il cielo è la vita con il Signore, con i fratelli e con i poveri. Chi spende così la propria vita accumula tesori che non gli saranno rubati dai ladri di questo mondo; al contrario, frutteranno abbondantemente in amore e in bontà. Avere l’occhio chiaro significa avere attenzione e preoccupazione al vero tesoro della vita che è appunto l’amore per il Signore e per gli altri. Chi vive ripiegato su se stesso si autocondanna a passare le sue giornate senza luce, chiuso nel proprio piccolo e triste orizzonte.

 

 

SABATO 22 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Paolino da Nola; Santi Giovanni Fisher e Tommaso More.

Una scheggia di preghiera:

 

ALLONTANA DA ME GLI IDOLI FATTI DALLA MANO DELL’UOMO.

 

Hanno detto: La ragione può avvertirci di ciò che bisogna evitare, solo il cuore ci dice ciò che dobbiamo fare. (J. Joubert)

Saggezza popolare: Amore non si compra e non si vende; ma al prezzo d'amore, amor si rende. (Pr. Francese)

Un aneddoto: Un giorno dopo la guerra, don Luigi Scrosoppi arrivò con qualcosa sotto il mantello. "Indovinate cos’è nascosto qui sotto?" chiese alle bambine che, curiose, risposero cercando di indovinare. "Un dono del buon Dio!" disse lui aprendo il mantello. Mostrò così, tra lo stupore di tutti, la nuova sorellina. "Lavatela e vestitela! queste sono le mie gioie, abbiatene cura!" ordinò alle suore. Ma non c'erano più letti e la bambina, quella sera, dormi nel cesto della biancheria. Adesso, anche lei, aveva la sua casa.

Parola di Dio: 2Cor. 12,1-10; Sal. 33; Mt. 6,24-34

 

Vangelo Mt 6, 24-34

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: "Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona. Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena". Parola del Signore

 

“NON POTETE SERVIRE A DIO E A MAMMONA”. (Mt. 6,24)

Non è possibile seguire due padroni, essere cioè servi del Vangelo e delle cose del mondo. Il cuore non può dividersi. Il Signore richiede ai discepoli un amore esclusivo come il suo. Il nostro Dio è un Dio geloso e pieno d’amore. Essere liberi dalla schiavitù delle cose,vuol dire affidarsi totalmente a lui, mettersi nelle sue mani. E’ un Padre vero che ha cura dei suoi figli e provvede alle loro necessità. Il Vangelo sembra dirci: «Voi siete nati per il Signore. La vostra vita gli sta molto a cuore, più di quanto stia a cuore a voi stessi. Voi siete fatti per lui e per i fratelli». Eppure, di questa fondamentale verità, che è il senso stesso della vita, noi ce ne occupiamo davvero poco (tanto meno ce ne preoccupiamo). E se molti restano senza cibo e vestito è perché altri non cercano il regno di Dio e la sua giustizia, ma solo il proprio tornaconto. La vera preoccupazione dei discepoli, dice Gesù, deve essere quella del regno, ossia della comunicazione del Vangelo, della edificazione della comunità e del servizio verso i poveri. Il discepolo che cerca questa giustizia, che è quella del regno, è sostenuto e difeso dal Signore in tutta la sua vita.

 

 

DOMENICA 23 GIUGNO: 12^ DOMENICA TEMPO ORDINARIO C

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe Cafasso; San Lanfranco.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE.

 

Hanno detto: Se si dovesse innalzare altari a qualche cosa di umano, io preferirei adorare la potenza del cuore, piuttosto che la potenza del genio. (Lacordaire H.)

Saggezza popolare: Amare troppo è semplicemente amare. (Pr. Francese)

Un aneddoto: Padre Luigi Scrosoppi era ormai vecchio e malato. La piccola casa era diventata grande, le bambine erano sempre di più e le sue suore erano sparse per il mondo, là dove c'erano i poveri. Poco tempo prima di morire, chiamò a sé suor Stefania che era un po' vanitosa e le disse: "Sorella, mettiti quei ciabattoni ai piedi, indossa quella ridicola vestaglia e va' in mezzo ai malati a portare un pò di allegria!". Suor Stefania, imbarazzata, rispose: "Mi vergogno padre...". "Se vuoi imparare a baciare i piedi dei malati come fossero quelli di Gesù, devi incominciare ad essere umile!" le rispose. Lei capì e così fece.

Parola di Dio: Zc. 12,10-11; 13,1; Sal. 62; Gal. 3,26-29; Lc. 9,18-24

 

Vangelo Lc 9, 18-24

Dal Vangelo secondo Luca

Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: “Chi sono io secondo la gente?”. Essi risposero: “Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto”. Allora domandò: “Ma voi chi dite che io sia?”. Pietro, prendendo la parola, rispose: “Il Cristo di Dio”. Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. “Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno”. Poi, a tutti, diceva: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. Parola del Signore

 

“MA VOI CHI DITE CHE IO SIA?” (Mt. 9,20)

Con frequenza Gesù si appartava con i discepoli per pregare. È una scena che descrive bene la comunità cristiana che si raduna per la preghiera comune: si tratta di un momento indispensabile di intimità di Gesù con i discepoli. Quella volta Gesù chiese loro cosa la gente pensasse di lui. In verità, voleva sapere piuttosto cosa loro, che ormai da tempo gli stavano accanto, pensassero di lui. E Pietro, a nome di tutti, rispose che loro credevano che lui fosse il Messia. Gesù, contento della risposta di Pietro, continuò questo dialogo intimo con i suoi. E si spinse ancora oltre: annunciò loro - era la prima volta che lo faceva - la sua passione, morte e resurrezione. Il Messia non era un potente secondo i canoni del mondo. Egli era venuto per dare la sua vita. Si mise perciò a spiegare che mettersi alla sua sequela comportava allontanarsi dall’egoismo, rinunciare all’amore solo per se stessi e abbandonare le abitudini di sempre. Questo significa “rinnegare se stessi e prendere la propria croce”. È la via del vero guadagno. La salvezza infatti non consiste nell’avere tante cose ma nell’essere larghi di cuore e appassionati per il Vangelo.

 

 

LUNEDI’ 24 GIUGNO: NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTO DIO CHE HA VISITATO IL SUO POPOLO.

 

Hanno detto:

Nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni con i suoi simili, l’uomo deve servirsi della ragione, ma commetterà meno errori se ascolterà il suo cuore. (Le Compte du NouY Pierre)

Saggezza popolare: L'amore corre incontro ai cuori vuoti. (Pr. Persiano)

Un aneddoto: Poiché Dio provava un immensa pena nel vedere gli uomini dibattersi in mille congetture circa la sua esistenza, natura e sostanza, decise un giorno di mostrare il suo sorriso. Fu molto prudente nel farlo, poiché quando Dio accenna a un sorriso, l’intero universo ha un sussulto. Ma non lo fu abbastanza. Chi infatti - in quel brevissimo e intensissimo attimo - colse il sorriso di Dio in una stella, negò che un altro lo avesse potuto vedere nel sole; chi ne avvistò il balenìo al tramonto si indignò contro chi sostenne di averlo percepito all’alba; chi ne fu illuminato su un monte trovò assurdo che qualcuno ne fosse stato baciato in riva al mare. Gli animi si accesero e gli uomini si divisero in fazioni. Poiché tutti dicevano il vero, ma un vero del tutto personale, il vero fu scambiato per la Verità; e nulla come la convinzione di possedere in esclusiva la Verità rende gli uomini freddi e duri come il marmo, estranei fra loro più dell’acqua e il fuoco e litigiosissimi come neanche il cane e il gatto. Col trascorrere di secoli e millenni, la situazione - forse - è migliorata un poco. Ma quanta fatica nel riconoscere che quel sorriso fu rivolto a tutti, nessuno escluso, e che chi ne parla di meno è forse colui che ne è stato illuminato di più...

Parola di Dio: Is. 49,1-6; Sal. 138; Atti 13,22-26; Lc. 1,57-66.80

 

Vangelo Lc 1, 57-66. 80

Dal Vangelo secondo Luca

Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: "No, si chiamerà Giovanni". Le dissero: "Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome". Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: "Giovanni è il suo nome". Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: "Che sarà mai questo bambino?" si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui. Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore

 

“IN QUEL MEDESIMO ISTANTE GLI SI APRI’ LA BOCCA E GLI SI SCIOLSE LA LINGUA, E PARLAVA BENEDICENDO DIO”. (Lc. 1,64)

Zaccaria di fronte al miracolo della nascita del Battista non può trattenere la sua gioia. Ha riconosciuto dopo il momento della incredulità - che la Parola di Dio è forte ed efficace. E’ ora diventato un credente. Non è più muto, la sua lingua si scioglie, e può parlare; il suo cuore è pieno di gioia per questo figlio, ch'è un frutto della Parola di Dio. E la nascita di Giovanni crea meraviglia non solo nella casa di Zaccaria, ma anche tra i vicini, come sempre accade ogni volta che il Vangelo viene ascoltato e messo in pratica. Il Vangelo crea sempre un clima nuovo tra la gente. Zaccaria, come Maria, giustamente non può trattenere la gioia e prorompe in un canto di letizia — il noto canto del Benedictus – per il piccolo Giovanni, che «andrà innanzi al Signore a preparargli le strade». La gioia di Zaccaria può essere anche la nostra. Essa si manifesta infatti ogniqualvolta ci sono uomini e donne che sanno accogliere il Vangelo. Allora gli uomini si apriranno all'amore e usciranno dall'ombra di morte dirigendo i loro passi sulla via della pace.

 

 

MARTEDI’ 25 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Torino; San Guglielmo da Vercelli.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI CHIAMI PER NOME

 

Hanno detto: Un cuore libero deve seguire la luce dell'intelligenza come una stella che guida. (San Leone Magno)

Saggezza popolare: Cuore non sente consigli. (Pr. Siciliano)

Un aneddoto: Questa è la storia vera di una bambina di otto anni che sapeva che l’amore può fare meraviglie. Il suo fratellino era destinato a morire per un tumore al cervello. I suoi genitori erano poveri, ma avevano fatto di tutto per salvarlo, spendendo tutti i loro risparmi. Una sera, il papà disse alla mamma in lacrime: “Non ce la facciamo più, cara. Credo sia finita. Solo un miracolo potrebbe salvarlo”. La piccola, con il fiato sospeso, in un angolo della stanza aveva sentito. Corse nella sua stanza, ruppe il salvadanaio e, senza far rumore, si diresse alla farmacia più vicina. Attese pazientemente il suo turno. Si avvicinò al bancone, si alzò sulla punta dei piedi e, davanti al farmacista meravigliato, posò sul baco tutte le monete. "Per cos’è? Che cosa vuoi piccola?". "È per il mio fratellino, signor farmacista. È molto malato e io sono venuta a comprare un miracolo". "Che cosa dici?" borbottò il farmacista. "Si chiama Andrea, e ha una cosa che gli cresce dentro la testa, e papà ha detto alla mamma che è finita, non c’è più niente da fare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Vede, io voglio tanto bene al mio fratellino, per questo ho preso tutti i miei soldi e sono venuta a comperare un miracolo". Il farmacista accennò un sorriso triste. "Piccola mia, noi qui non vendiamo miracoli". "Ma se non bastano questi soldi posso darmi da fare per trovarne ancora. Quanto costa un miracolo?". C’era nella farmacia un uomo alto ed elegante, dall’aria molto seria, che sembrava interessato alla strana conversazione. Il farmacista allargò le braccia mortificato. La bambina, con le lacrime agli occhi, cominciò a recuperare le sue monetine. L’uomo si avvicinò a lei. "Perché piangi, piccola? Che cosa ti succede?". "Il signor farmacista non vuole vendermi un miracolo e neanche dirmi quanto costa... È per il mio fratellino Andrea che è molto malato. Mamma dice che ci vorrebbe un’operazione, ma papà dice che costa troppo e non possiamo pagare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Per questo ho portato tutto quello che ho". "Quanto hai?". "Un dollaro e undici centesimi... Ma, sapete..." aggiunse con un filo di voce, "posso trovare ancora qualcosa...". L’uomo sorrise "Guarda, non credo sia necessario. Un dollaro e undici centesimi è esattamente il prezzo di un miracolo per il tuo fratellino!". Con una mano raccolse la piccola somma e con l’altra prese dolcemente la manina della bambina. "Portami a casa tua, piccola. Voglio vedere il tuo fratellino e anche il tuo papà e la tua mamma e vedere con loro se possiamo trovare il piccolo miracolo di cui avete bisogno". Il signore alto ed elegante e la bambina uscirono tenendosi per mano. Quell’uomo era il professor Carlton Armstrong, uno dei più grandi neurochirurghi del mondo. Operò il piccolo Andrea, che poté tornare a casa qualche settimana dopo completamente guarito. "Questa operazione" mormorò la mamma "è un vero miracolo. Mi chiedo quanto sia costata...". La sorellina sorrise senza dire niente. Lei sapeva quanto era costato il miracolo: un dollaro e undici centesimi... più, naturalmente l’amore e la fede di una bambina.

Parola di Dio: Gen. 13,2. 5-18; Sal. 14; Mt. 7,6.12-14

 

Vangelo Mt 7, 6. 12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!" Parola del Signore

 

“QUANTO E’ STRETTA LA PORTA E LA VIA CHE CONDUCE ALLA VITA”. (Mt. 7,14)

Gesù in un altro brano del vangelo ha detto di essere la porta dell’ovile attraverso la quale passano il buon Pastore e le pecore che da Lui sono invitate ad entrare per essere protette e ad uscire per andare verso pascoli di erbe fresche. Gesù però qui dice che bisogna passare attraverso una porta stretta e a noi, a prima vista può sembrare strano che Gesù che è Via, Verità e Vita sia una porta stretta, ma proviamo a rifarci proprio all’ esempio pastorale di Gesù. I pastori alla sera sia per poter essere in più a difendere il gregge, sia per vegliare meglio mettevano insieme i propri greggi, quando potevano al chiuso in un ovile o anche all’aperto formando un recinto in cui raccoglievano tutte le  greggi. Per evitare contestazioni sia la sera che la mattina facevano passare le pecore attraverso uno stretto ingresso per poterle contare. Era il modo attraverso il quale il pastore riconosceva le sue pecore, controllava che ci fossero tutte, evitava di unire al proprio gregge quelle degli altri. Gesù allora ci dice di “passare attraverso Lui” per poterci riconoscere suoi e se questo è esaltante per noi perché siamo riconosciuti uno per uno da Lui è anche molto impegnativo perché il buon pastore ci fa suoi proprio insegnandoci a vivere come lui, non attaccati alle facili e piccole soddisfazioni del mondo, non ricercatori in dio di un mago che risolva i nostri problemi, ma come persone che liberamente guardano al proprio maestro per imparare a vivere e ad amare come è vissuto ed ha amato Lui e allora significa anche “prendere ciascuno la propria croce con amore e andargli dietro”.

 

 

MERCOLEDI’ 26 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Rodolfo; Sant’Antelmo.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, O SIGNORE, DA OGNI FORMA DI MALE E DAL MALIGNO.

 

Hanno detto: Noi andiamo allo spirito per il cuore e passiamo per il cuore solo perchè il cuore ne è maestro. (Malebranche)

Saggezza popolare: Tutto si paga col denaro. L'amore si paga con l'amore. (Pr. Spagnolo)

Un aneddoto: Si chiamava "Bella come l'aurora", viveva serenamente in un piccolo villaggio di pescatori sulle rive del Fiume Azzurro, e fu chiesta in moglie dal più ricco dei pescatori del fiume. I primi anni della giovane coppia furono veramente felici e spensierati. Ma tutta quella felicità infastidiva e irritava sempre di più la suocera di Liu, che era stata rapidamente spodestata dal cuore del figlio, dei familiari e dei servi dalla bella nuora. Così cominciò a tormentarla in ogni modo e a diffondere le più orribili dicerie sul suo conto. Esasperata, la bella Liu decise di vendicarsi uccidendo la suocera. In preda a questa cupa decisione, si recò da uno stregone per procurarsi un filtro di morte. Lo stregone l'ascoltò attentamente e poi le diede una fiala che conteneva un liquido rosa da mescolare ogni giorno nel tè della suocera, poi le propose, per stornare da sé ogni sospetto, di praticare ogni mattino sulle spalle, la nuca e la fronte della suocera un massaggio dolce e rilassante. "In questo modo la morte la sorprenderà lentamente nel giro di sei mesi". Liu, paziente e ostinata, per mesi versò regolarmente gocce di liquido rosa nel tè della suocera e praticò con la stessa pazienza il dolce massaggio ogni giorno. Il massaggio quotidiano tesseva una rete nuova tra le due donne, che divennero amiche. Il loro cuore cambiò. La suocera notò quanto la nuora fosse gentile e generosa oltre che bella. Liu riscopriva ogni giorno il cuore materno della suocera. Dopo qualche mese, Liu aveva praticamente dimenticato il motivo delle quotidiane visite, delle gocce di liquido rosa nel tè e del massaggio alla suocera: tutto questo era diventato una tranquilla e piacevole abitudine, fatta anche di complicità, di lunghe chiacchierate e di tenerezza. Ma un giorno, all'improvviso, fu costretta a ricordarsene. La suocera innocentemente disse: "Stiamo così bene insieme. Che peccato che io debba morire molto prima di te...". Liu si alzò e corse dallo stregone per avere l'antidoto al veleno della fiala. Si gettò in ginocchio e lo supplicò, spiegandogli quello che era successo e come fosse cambiato il suo cuore. Lo stregone sorrise: "Alzati mia bella figliola. Il liquido che ti ho dato è soltanto acqua di petali di rosa. Il vero antidoto al veleno dell'odio che in realtà era dentro di te è stato il massaggio quotidiano. Se guardi una persona negli occhi, le stai vicino, parli con lei non potrai più odiarla".

Parola di Dio: Gen. 15,1-12.17-18; Sal. 104; Mt. 7,15-20

 

Vangelo Mt 7, 15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere". Parola del Signore

 

“GUARDATEVI DAI FALSI PROFETI CHE VENGONO A VOI IN VESTE DI PECORE, MA DENTRO SONO LUPI RAPACI”. (Mt. 7,15)

Gesù mette in guardia dal pericolo di lasciarsi attrarre dai falsi profeti, cioè da quel modo di vivere che sembra più facile e immediato, ma in realtà ci porta via la vita come un lupo rapace. Con facilità gli uomini si lasciano attrarre dalla vita apparentemente normale, senza grandi difficoltà ma anche senza amore. Gesù vuol dire che le tentazioni del mondo si presentano lusinghiere e ragionevoli, e quindi capaci di attrarre tanti. C’è un criterio che ci aiuta a riconoscere le false profezie. Esse infatti immiseriscono il cuore e le vita rendendola senza frutti buoni per sé e per gli altri. Se il cuore è pieno di se stessi non potrà dare frutti di amore. Al contrario, tagliando i rami dell’egoismo e lasciando operare il Vangelo, si porteranno frutti di opere buone.

 

 

GIOVEDI’ 27 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Cirillo di Alessandria; San Maggiorino di Acqui; Santa Emma.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, SEI SEMPRE CON ME

 

Hanno detto: In ogni corpo c'è una cosa. Se questa cosa funziona bene, tutto il corpo funziona bene; ma se questa cosa funziona male, tutto il corpo funziona male. In verità questa cosa è il cuore. (Maometto)

Saggezza popolare: Prima di amare, impara a correre sulla neve senza lasciare impronte. (Pr. Turco)

Un aneddoto: Una piccola falena d'animo delicato s'invaghì una volta di una stella. Ne parlò alla madre e questa gli consigliò d'invaghirsi invece di un abat-jour. "Le stelle non son fatte per svolazzarci dentro", gli spiegò. "Le lampade, a quelle sì, puoi svolazzare dietro". "Almeno lì approdi a qualcosa", disse il padre. "Andando dietro alle stelle non approdi a niente". Ma il falenino non diede ascolto né all'uno, né all'altra. Ogni sera, al tramonto, quando la stella spuntava s'avviava in volo verso di essa e ogni mattina, all'alba, se ne tornava a casa stremato dall'immane e vana fatica. Un giorno il padre lo chiamò e gli disse: "Non ti bruci un'ala da mesi, ragazzo mio, e ho paura che non te la brucerai mai. Tutti i tuoi fratelli si sono bruciacchiati ben bene volteggiando intorno ai lampioni di strada, e tutte le tue sorelle si sono scottate a dovere intorno alle lampade di casa. Su avanti, datti da fare, vai a prenderti una bella scottatura! Un falenotto forte e robusto come te senza neppure un segno addosso!" Il falenino lasciò la casa paterna, ma non andò a volteggiare intorno ai lampioni di strada, né intorno alle lampade di casa: continuò ostinatamente i suoi tentativi di raggiungere la stella, che era lontana migliaia di anni luce. Lui credeva, invece, che fosse impigliata tra i rami più alti di un olmo. Provare e riprovare, puntando alla stella, notte dopo notte, gli dava un certo piacere, tanto che visse fino a tardissima età. I genitori, i fratelli e le sorelle erano invece morti tutti bruciati ancora giovanissimi. La stella della speranza è un segno distintivo. Ogni giorno dovresti chiedere la fede per osare l'impossibile. Se c'è una stella nel cielo della tua vita, non perdere tempo a scottarti a qualche lampadina.

Parola di Dio: Gen 16,1-12.15-16; Sal. 105; Mt. 7,21-29

 

Vangelo Mt 7, 21-29

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande". Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi. Parola del Signore

 

“NON CHIUNQUE MI DICE “SIGNORE, SIGNORE, ENTRERÀ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI”. (Mt. 7,21)

Una tentazione ricorrente quella di pensare che Dio possa comprarsi a base di parole e di formule. Gesù in tanti brani di Vangelo ci invita alla preghiera, ci dice anche di pregare incessantemente, di fidarci di Dio abbandonandoci a Lui, ma ci mette in guardia: la preghiera è un atto di fiducia, non una compravendita, è accettare la sua volontà, non avere la presunzione di ridurre Lui alla nostra volontà. Pregare è entrare con umiltà nel cuore di Dio, scoprire giorno per giorno il suo progetto di amore su noi, chiedere a Lui la capacità e la volontà di adeguarvisi e ripartire con forza. Se vuoi sapere se la tua preghiera è vera, se è efficace, se ha toccato il cuore di Dio, guardati: se dopo aver pregato sei cambiato, almeno nelle intenzioni, se sei ripartito con coraggio, se hai realizzato un atto concreto di carità, di perdono, di solidarietà, vuol dire che hai pregato davvero. Se non è così, forse, bisogna cambiar modo di pregare.

 

 

VENERDI’ 28 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ireneo;Santa Ada.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, GUARISCIMI!

 

Hanno detto: L'intelligenza non è forte, se il cuore non è grande. (Henry Massis)

Saggezza popolare: "Lancia il tuo cuore davanti a te, e corri a raggiungerlo". ( Pr. Arabo)

Un aneddoto: Nella sala di attesa un grande medico svizzero sono radunati un buon numero di personaggi e tra l’altro un Principe Russo che si era recato da lui per consultarlo, accompagnato da sua figlia, una giovane di rara bellezza. Mentre attendevano entrò un vecchio miserabile, lacero, con la barba lunghissima, maleodorante.. Un giovane marchese parigino  disse con amaro sogghigno: “Scommetto dodici luigi che nessuna di voi dame qui presenti andrebbe ad abbracciare quel vecchio pitocco. La bella russa chiede ad un servo che le porti un piatto, vi pone sopra 12 luigi e lo invia al marchesino perché ne raddoppi la somma. Questi non osa rifiutarsi e la ragazza, preso il piatto va ad abbracciare il povero vecchio e gli dice: “Uomo venerabile,permettete che io vi saluti com’è usanza al mio paese” e dopo averlo baciato gli presenta il piatto con 24 luigi aggiungendo: “Questi sono vostri; accettate questo ricordo, e si sappia pure nella vostra Svizzera che le figlie di Russia conoscono il dovere di rispettare ed aiutare la vecchiaia”

Parola di Dio: Gen. 17,1.9-10.15-22; Sal. 127; Mt. 8,1-4

 

Vangelo Mt 8, 1-4

Dal vangelo secondo Matteo

Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva. Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: "Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi". E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii sanato". E subito la sua lebbra scomparve. Poi Gesù gli disse: "Guardati dal dirlo a qualcuno, ma và a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò serva come testimonianza per loro". Parola del Signore

 

“SIGNORE, SE VUOI PUOI SANARMI”. (Mt. 8,2)

Questa invocazione del lebbroso è una frase che penso tante volte, in modi diversi, abbiamo gridato anche noi al Signore: è un atto di fede in chi può tutto ed un implorare abbandonandosi fiduciosamente, ma è anche una frase che il Signore rivolge a noi come aveva già rivolto a Caino: “Il male è sopra di te, ma se tu vuoi puoi dominarlo”. “Signore, se vuoi tu puoi guarirci, ma aspetti che anche noi lo vogliamo e questo non sempre ci risulta facile. Facci vedere la lebbra che corrode il nostro cuore perché nasca in noi il desiderio di venire a te, che puoi donarci la salvezza, nei secoli dei secoli”.

 

 

SABATO 29 GIUGNO: SANTI PIETRO E PAOLO

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, BENEDICI PAPA FRANCESCO

 

Hanno detto: Il grande uomo è colui che non perde il suo cuore di bambino. (Mencio)

Saggezza popolare: Il cuore dell'uomo non conosce sazietà. ( Pr. Cinese)

Un aneddoto: Durante una azione di guerra Salsdorf , il chirurgo sassone del principe Cristiano ebbe una gamba fatta a pezzi da una granata. Mentre disteso al suolo aspetta eventuali aiuti vede poco distante l’aiutante di campo Amedeo di Kerbourg, leggermente toccato da una palla di cannone che cade a terra e vomita sangue. Il chirurgo sa che questo ufficiale, se non aiutato morirà di apoplessia. Raccoglie allora tutte le sue forze, si trascina sulla polvere, striscia fino a lui, riesce a cavargli sangue e gli salva la vita. Saldorf morirà 4 giorni dopo non avendo sopportato l’amputazione della gamba.

Parola di Dio: At. 12,1-11; Sal. 33; 2Tim. 4,6-8.17-18; Mt. 16,13-19

 

Vangelo Mt 16, 13-19

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarea di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Parola del Signore

 

“TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERO’ LA MIA CHIESA”. (Mt. 16,16)

La festa di oggi ci ricorda che noi siamo Chiesa fondata sull’insegnamento degli Apostoli. Con questa celebrazione professiamo la presenza di Cristo tra noi non solo nella Parola e nei sacramenti, ma anche nelle persone che, incarnando la dimensione pastorale di Cristo, a nome suo, guidano la Chiesa. Sento già la voce di qualcuno che mi dice: “Un momento! Non sempre queste persone mi rappresentano davvero il Cristo. Non è stato Gesù stesso a dirci di stare attenti ai cattivi profeti?”. Certamente è vero e certamente dobbiamo stare attenti, invocare lo Spirito Santo per discernere il bene e il male, ma dobbiamo anche fare attenzione perché Gesù non ha scelto, per fondare la sua Chiesa, dei personaggi perfetti. Pietro è anche colui che ha rinnegato il Signore e Paolo colui che perseguitava i cristiani. Gesù cambia il nome a Simone ed egli sarà Pietro ma in Lui resteranno tutte le povertà di Simone e tutte le promesse che Gesù ha fatto a Pietro. In Paolo resterà tutta l’umanità, tutta la cultura del suo tempo, ma anche tutti i doni che Gesù gli ha fatto. La nostra attenzione allora sarà quella di discernere il male anche nella gerarchia della Chiesa per prenderne le distanze, ma anche di saper cogliere sempre il bene, e per questo c’è una regola indefettibile: se il servizio ministeriale della Chiesa ci porta a Gesù, ci fa crescere nella fede, ci aiuta a comprendere e vivere meglio i valori del Vangelo, è certamente da Dio e con verità e umiltà possiamo anche accogliere la povertà di chi ce li indica. Se invece scopriamo che ci viene predicato qualcosa che non è Vangelo ma ricerca di potere terreno, abuso di poteri o legami a poteri terreni: questa non è la Chiesa degli apostoli.

 

 

DOMENICA 30 GIUGNO: 13^ DOMENICA TEMPO ORDINARIO C

Tra i santi ricordati oggi: Santi primi martiri della chiesa romana; Santa Adelia.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA MISERICORDIA GUIDI I MIEI SENTIMENTI.

 

Hanno detto: E' troppo vasto il cuore dell'uomo, le cose piccole vi fluttuano, solo le cose grandi vi si depositano eleggendovi la propria dimora... Vi è in esso un vuoto che aspira ad essere colmato, e una attesa che reclama una Presenza. (Pascal Blaise)

Saggezza popolare: Una parola venuta dal cuore riscalda per tre inverni. (Pr. Austriaco)

Un aneddoto: In una chiesa di Lione si predica la missione. Un giorno una bambina sui sette anni, si presenta al Missionario e gli chiede una Medaglia di Maria Immacolata. Egli le domanda sorridendo che cosa ne voglia fare, e la bambina: - Voi avete detto che chi reciterà tre volte le parole che vi sono incise: "O Maria, concepita ecc. " si convertirà, e così spero di riuscire anch'io a convertire un'anima. Il pio missionario sorride, le dà la medaglia e la benedice. Eccola a casa; va da suo padre, lo accarezza e con tutta grazia: - Vedi - gli dice - che bella medaglia mi ha dato il missionario! Fammi il favore di leggere quelle paroline che vi sono scritte all'interno. Il padre prende la medaglia e legge a mezza voce: « O Maria con­cepita ecc.» La fanciulla giubila, ringrazia il babbo ed esclama tra sé: - Il primo passo è fatto! Poco dopo è di nuovo dal babbo, ad accarezzarlo e baciarlo; ed egli sorpreso: - Ma che cosa vuoi, bambina mia? Ecco - disse - vorrei che mi leggessi una seconda volta quella bella preghiera, che sta incisa sulla mia medaglia... - ed intanto gliela pone sott'occhio. Il padre si annoia, la manda a giuocare; ma che volete? Quell'angioletto sa tanto fare che il buon uomo deve cedere e legge: « O Maria concepita senza peccato ecc...- Poi le restituisce la medaglia dicendole: - Ora sarai contenta; va' e lasciami stare. La fanciulla se ne va festante... Ora deve studiare il modo di fargliela ripetere una terza volta, e la bimba attende il giorno seguente. Al mattino, mentre il babbo è ancora a letto, la piccina pian pia­nino, gli va vicino e lo prende con tanta dolcezza, che il buon uomo è costretto, per accontentarla, a rileggere una terza volta la giaculatoria. La bimba non vuole di più e salta dalla gioia. Il babbo è meravigliato di tanta festa; ne vuol sapere la ragione e la bambina gli spiega ogni cosa: - Babbo mio, anche tu hai detto tre volte la giaculatoria della Madonna; dunque andrai a confessarti e comunicarti e così farai contenta la mamma. E tanto tempo che non vai più in chiesa!... Il missionario infatti ha promesso che chi avesse detto, anche solo tre volte, la giaculatoria della Immacolata, si sarebbe convertito!... Il babbo è commosso: non può rifiutare e baciando il suo angioletto: - Sì, sì, - le promette, - andrò anch'io a confessarmi e renderò contenta te e la tua buona mamma. Mantenne la parola ed in quella casa si amarono più ancora che per il passato.

Parola di Dio: 1Re 19,16b.19-21; Sal 15; Gal. 5,1.13-18; Lc. 9,51-62

 

Vangelo Lc 9, 51-62

Dal vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: “Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?”. Ma Gesù si voltò e li rimproverò. E si avviarono verso un altro villaggio. Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: “Ti seguirò dovunque tu vada”. Gesù gli rispose: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”. A un altro disse: “Seguimi”. E costui rispose: “Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre”. Gesù replicò: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio”. Un altro disse: “Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa”. Ma Gesù gli rispose: “Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio”. Parola del Signore

 

“SIGNORE, VUOI CHE DICIAMO CHE SCENDA DAL CIELO UN FUOCO E LI CONSUMI?”. (Lc. 9,54)

Questi Apostoli, ringalluzziti dal fatto di aver compiuto qualche miracolo, pretendono di poter invocare fiamme e fuoco su un villaggio samaritano che non ha accolto Gesù. E’ la logica del potere, è voler rapidamente e drasticamente risolvere i problemi, è estirpare la zizzania. Ma questa non è la logica di Gesù: “Non sono venuto a condannare, ma perché il mondo si salvi”, aspettate ad andare ad estirpare la zizzania”. Dio è il “Dio paziente, lento all’ira, grande nella misericordia Quando invochiamo la collera di Dio o degli uomini per estirpare il male pensiamo un momento: “Se Dio facesse come io vorrei bruciando i cattivi, quante volte dovrei essere già stato bruciato io?”

     
     
 

Archivio