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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

FEBBRAIO 2013

 

VENERDI’ 1 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Orso di Aosta; Santa Anna Michelotti; Santa Brigida di Cell Dara.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O DIO SEI PADRE DI OGNI UOMO SULLA TERRA E OGNI UOMO E’ MIO FRATELLO.

 

Hanno detto: Non siamo soli, finché c’è un tabernacolo sulla terra. (Chiara Lubich)

Saggezza popolare: L’arte del ceramista è nella ciotola. (Prov. Greco)

Un aneddoto: Ricordo una chiamata notturna con cui la polizia svegliò un sacerdote e gli parlò di un giovane di 16 anni che era stato arrestato sulla strada. Doveva o essere affidato ad un carcere minorile o sistemato in una famiglia socialmente in regola. Il sacerdote fece una breve riflessione: “Chi viene regolarmente all’Eucaristia nella mia comunità parrocchiale?”. Chiamò una famiglia al telefono. Questa, già nella notte, si consultò ed accolse il ragazzo nella propria fattoria. Un esempio di come l’eucaristia è vita “per il mondo”. (W. H.)

Parola di Dio: Eb.10,32-39; Sal. 36; Mc. 4,26-34

 

Vangelo Mc 4, 26-34

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù diceva alla folla: "Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura". Diceva: "A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra". Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa. Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI E’ COME UN UOMO CHE GETTA IL SEME NELLA TERRA”. (Mc. 4,26)

Per spiegare cosa deve essere la Chiesa e cos’ è il Regno di Dio, Gesù porta molte parabole, tra cui quella del seminatore e quella del granellino di senapa. Gli evangelisti Matteo e Luca spiegano la parabola del seminatore, mentre san Marco vi accenna rapidamente (Mc 4,26-34), annotando che il Regno di Dio è come un seme che il seminatore getta nella terra; poi aspetta il frutto, che non viene subito, ma dopo molti mesi. E' una grande lezione per i genitori, gli educatori e gli stessi pastori: noi dobbiamo seminare, poi i frutti verranno, magari quando ce ne saremo andati noi. Non dobbiamo avere fretta nel raccogliere il frutto, dobbiamo solo seminare, ossia, dare esempi e testimonianza di quello che crediamo, senza aspettare di raccogliere i frutti. Se il seme è buono (e lo è perché è Gesù) e il sole e la terra fanno la loro parte e non succedono gravi incidenti di percorso, il seme nei suoi tempi giungerà a maturazione. La Chiesa, poi, è come un granellino di senapa: duemila anni fa erano pochissimi discepoli; oggi i discepoli di Cristo sono quasi due miliardi, ma ve ne sono altri quattro che ancora non credono che Cristo è il Messia, che devono attendere e anche se direttamente non possiamo fare molto per loro sentiamoci responsabili di ricordarli almeno nella preghiera

 

 

SABATO 2 FEBBRAIO: PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina De Ricci; San Cornelio, centurione.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE E’ LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE.

 

Hanno detto:

"E' l'Eucaristia che conduce a termine la vita spirituale, perché essa contiene, ricapitolando, tutto ciò che è sparso negli altri sacramenti". (San Tommaso D’Aquino)

Saggezza popolare: Chi da del pane a cani altrui, spesso viene abbaiato dai suoi.

Un aneddoto: “Prima del matrimonio eravamo così innamorati che non avremmo neppur potuto immaginare una crisi di coppia. Ma dopo il matrimonio ci accorgemmo che non combinavamo in niente. Giungemmo sull’orlo della separazione. Ma un giorno alcuni amici ci fecero capire che noi non ci eravamo mai amati, ma soltanto eravamo stati molto innamorati.. Cominciammo ad amarci volendo, ciascuno, il vero bene dell’altro a costo del proprio sacrificio. Adesso siamo una coppia felice.

Parola di Dio: Ml. 3,1-4; Sal. 23; Eb. 2,14-18; Lc. 2,22-40

 

Vangelo Lc 2, 22-40

Dal Vangelo secondo Luca

Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele". Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima". C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. Parola del Signore

 

“I MIEI OCCHI HANNO VISTO LA TUA SALVEZZA PREPARATA DA TE DAVANTI A TUTTI I POPOLI”. (Lc. 2,30-31)

Nella festa della presentazione di Gesù al tempio di Gerusalemme, lasciamo per un giorno il Vangelo di Marco e leggiamo l'episodio celebrato oggi, il giorno della Candelora, narrato da san Luca. Dobbiamo leggerlo tutto, se vogliamo percepire quello che è accaduto in quella circostanza, le parole del vecchio sacerdote Simeone, la profezia fatta alla Vergine e capire non solo il ruolo dei religiosi e dei consacrati nella vita ecclesiale (oggi é, infatti, la giornata dei religiosi e delle religiose) ma comprendere anche il ruolo che hanno gli anziani nella vita della Chiesa. Due anziani, vecchi più di ottant'anni, che erano fuori servizio, hanno la grazia di ricevere e riconoscere il Messia, tanto che Simeone dice di poter morire in pace, perché i suoi occhi «hanno vista la salvezza preparata davanti a tutti i popoli».

 

 

DOMENICA3 FEBBRAIO: 4^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: San Biagio, Vescovo e Martire; Sant’Ansgario (Oscar), Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, TU SEI IL FEDELE PER SEMPRE

 

Hanno detto: Pensate forse che questo santissimo Pane non sia di sostentamento anche per i nostri corpi e di medicina contro i disturbi corporali? Io so, invece, che è così. Se quando era nel mondo, con il semplice tocco delle sue vesti, guariva gli infermi, come dubitare che, quando viene in noi corporalmente nella santa comunione, non abbia a compiere miracoli.... se abbiamo fede? (S. Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: Chi la pudica moglie infedele crede, la induce a rompere la giurata fede.

Un aneddoto: Una signore mi diceva un giorno, come se fosse la cosa più naturale del mondo: “Io non penso mai, pensare mi stanca; o, se penso, non penso a niente”. (Georges Courteline)

Parola di Dio: Ger.1,4-5.17-19; Sal.70; 1Cor. 12,31-13,13; Lc. 4, 21-30

 

Vangelo Lc 4, 21-30

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù prese a salire nella sinagoga: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”. Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: “Non è il figlio di Giuseppe?”. Ma egli rispose: “Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!”. Poi aggiunse: “Nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro”. All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. Parola del Signore

 

“TUTTI GLI RENDEVANO TESTIMONIANZA ED ERANO MERAVIGLIATI DELLE PAROLE DI GRAZIA CHE USCIVANO DALLA SUA BOCCA”. (Lc. 4,22)

A prima vista può stupirci, la gente è meravigliata davanti a Gesù, ammirata per i suoi miracoli, stupita del suo potere. Dopo la moltiplicazione dei pani pensano addirittura di farlo re… Come mai, allora, Gesù finirà in croce, condannato dai religiosi, con il popolo che ne chiede la crocifissione? Dove è finita la schiera degli osannanti, dei miracolati, di coloro che dicevano ogni bene di Lui? Se ci pensiamo bene la storia di Gesù  è la parafrasi di tante storie attuali. Personaggi famosi osannati un tempo (pensate a divi, cantanti, politici) nell’arco di poco tempo o sono andati in disgrazia, o sono stati completamente dimenticati, a parte magari essere ripescati per un giorno da parte di chi riesce anche a speculare sul passato. Anche in un certo tipo di chiesa succede così: Cardinali arrivati molto vicini a centri di potere curiale che, da un giorno all’altro, sono soppiantati da qualcun altro che ha usato gli stessi mezzi subdoli di loro, e finiscono dimenticati. E poi, se non ci pensano gli uomini a dimenticarti ci pensa la natura, magari con qualche acciacco invalidante a toglierti di mezzo e se non puoi più fare quello che la gente vuole, cadi presto nel dimenticatoio assoluto. “Vanità delle vanità, tutto è vanità”… se noi avessimo capito che il benvolere, gli applausi possono sì essere appaganti ma sono limitati, avremmo imparato a correre per qualcos’altro. Se sappiamo che le cose soddisfano, ma solo per un momento, non ne saremmo così attaccati. L’unico a cui attaccarci è Colui che, se lo accogliamo, può darci vera felicità del cuore ora e poi per sempre perché “Gesù è fedele sempre”.

 

 

LUNEDI’ 4 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Corsini, vescovo; San Federico, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO

 

Hanno detto:

Non t’affliggere per il fatto che non provi nessuna consolazione nelle tue comunioni: è una prova che bisogna sopportare con amore. (Santa Teresa di Gesù Bambino)

Saggezza popolare: Al gatto che lecca lo spiedo, non affidare l’arrosto.

Un aneddoto: Un mattino, come spesso accadeva, il califfo Hamn al-Rashid chiamò un indovino e gli raccontò il seguente sogno: "Ho sognato che i miei denti cadevano l'uno dopo l'altro e alla fine la mia bocca restava senza denti. Cosa ne pensi?". "Oh! signore, non è un buon segno. Il sogno significa che i tuoi parenti moriranno prima di te e tu rimarrai solo! " gli disse l'indovino. Il califfo si rattristò e si infuriò a tal punto che ordinò all'esperto di non farsi più vedere. Quindi raccontò il sogno ad un altro mago. Questi gli rispose: "Oh! mio signore, è un buon segno. Il sogno prevede che la tua vita sarà lunga e che tu sopravviverai ai tuoi parenti e camperai più di tutti!". Il califfo tutto contento disse: "Che bel sogno!", e diede cento denari all'esperto che lo aveva interpretato così bene. Poi chiamò il visir e gli ordinò di cercare il primo indovino e di chiedergli scusa per come era stato cacciato dal palazzo. In fondo, il primo gli aveva rivelato la medesima cosa, ma aveva sbagliato la maniera di dirla.

Parola di Dio: Eb. 11,32-40; Sal.30; Mc. 5,1-20

 

Vangelo Mc 5, 1-20

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, e urlando a gran voce disse: "Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!". Gli diceva infatti: "Esci, spirito immondo, da quest'uomo!". E gli domandò: "Come ti chiami?". "Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti". E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione. Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. E gli spiriti lo scongiurarono: "Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi". Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare. I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto. Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: "Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato". Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati. Parola del Signore

 

“ESCI SPIRITO IMMONDO DA QUEST’UOMO”. (Mc. 5,8)

Cerchiamo, attraverso la ripresa di alcuni punti, di cogliere i tanti significati di questo racconto di non facile comprensione offertoci dal vangelo di oggi. Prima di tutto l’episodio si svolge in territorio pagano e questo sta ad indicarci che nessuno è escluso dal messaggio della salvezza e dall’opera misericordiosa di Gesù. I demoni si rivelano tanti: anche oggi il male si presenta con mille volti e tentazione diverse anche se la sostanza è una sola, quella di dividerci da Dio. I demoni riconoscono Gesù come Figlio di Dio. Noi invece spesso facciamo fatica a riconoscerlo tale. Non sarà forse perché a forza di dire: “che male c’è?” abbiamo perso il senso del male e di conseguenza anche del Bene? I diavoli chiedono di essere trasferiti in un branco di porci. Viene da pensare che esistano luoghi prediletti da Satana, che abbia i suoi inferni anche in questo mondo, specialmente dove il male dilaga, dove è accettato e vissuto come stile di vita, dove nessuno gli è contrario, dove può prendervi stabile dimora. Ma anche nei maiali la presenza del male è devastante e il male approfitta di loro per creare altro male: i mandriani avvertono i padroni dell’accaduto e questi invece di considerare l’intervento salvifico di Gesù calcolano il danno economico subito e invitano Gesù ad andare via. Capita ancora: le cose di questo mondo spesso hanno la prevalenza su Cristo. Solo l’indemoniato guarito si mostra grato e anche se Gesù non gli permette di seguirlo gli dà l’incarico di essere annunciatore tra i suoi in terra pagana di quanto ha ricevuto dalla misericordia di Dio. E Gesù non dà forse anche a noi l’incarico di essere “tra i nostri” testimoni del suo amore e della sua misericordia?

 

 

MARTEDI’ 5 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agata, martire; Sant’Isidoro, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

VINCITORE DELLA MORTE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

Hanno detto: Quando sono vicina al Tabernacolo, non so dire che una sola cosa al Signore: "Mio Dio, voi sapete che io vi amo”. E sento che la mia preghiera fa piacere a Gesù. (Santa Teresa di Gesù Bambino)

Saggezza popolare: Dodici galline e un gallo, mangiano come un cavallo.

Un aneddoto: Ad un uomo, quand'era bambino, venne chiesto di fare un sacrificio. Chiese perché lo dovesse fare. "Fallo per me", gli disse la madre. Il bimbo perse qualcosa, ma qualcosa acquistò. Quando giunse all'età adulta gli vennero chiesti altri sacrifici. Domandò perché li dovesse fare. "Falli per me", gli disse il padre. Il giovane perse parecchio, ma acquistò molto. Il giorno del matrimonio, all'uomo fu chiesto di sacrificarsi ancora. Chiese perché dovesse farlo. "Fallo per me", gli rispose la sposa. Perse moltissimo, acquistò moltissimo. Quando poi ebbe dei figli, i sacrifici richiesti furono mille. Chiese perché li dovesse fare. "Falli per noi", gli dissero i figli. Perse quasi tutto, acquistò quasi tutto. Arrivò alfine la vecchiaia. L'uomo s'accorse di non avere più niente. Dov'era sparito ciò che aveva acquistato? "E' in te", gli disse una voce, "tu non hai più niente ma sei diventato qualcuno".

Parola di Dio: Eb. 12,1-4; Sal. 21; Mc. 5,21-43

 

Vangelo Mc 5, 21-43

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: "La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva". Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita". E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male. Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi mi ha toccato il mantello?". I discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?". Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male". Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?". Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: "Non temere, continua solo ad aver fede!". E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro: "Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme". Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. Presa la mano della bambina, le disse: "Talità kum", che significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!". Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare. Parola del Signore

 

SE RIUSCIRO’ ANCHE SOLO A TOCCARE IL SUO MANTELLO SARO’ GUARITA”. (Mc. 5,28)

Mentre Gesù va alla casa di Giairo, per guarire la figlia in fin di vita, una donna, malata da dodici anni di una terribile emorragia, gli tocca il mantello, nella certezza che, con quel gesto silenzioso, sarebbe stata guarita. Gesù si accorge che la donna l'ha toccato con fede, la guarda in faccia e le dice: “Figlia, la tua fede ti ha salvato”. E' una grande lezione per tutti noi: non sono le candele, le offerte e neppure i rosari che diciamo, che ci salvano, ma solo la fede; possiamo accendere mille candele, possiamo dare al parroco centomila euro, la grazia che chiediamo non la riceviamo, se non c'è in noi una fede profonda, viva e operosa. La fede fa i miracoli! Quella fede che aveva Giairo, che riceve la grazia di vedere risorgere sua figlia, con la meraviglia della gente, che già piangeva per la morte della ragazza.

 

 

MERCOLEDI’ 6 FEBBRAIO:

Tra i santi ricordati oggi: San Paolo Miki e compagni, martiri; San Gastone, Vescovo, Santa Dorotea, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, FA’ PER LO MENO CHE NON SIA DI IMPEDIMENTO ALLA TUA BONTA’

 

Hanno detto:

Nostro Signore non viene in noi, nella Santa Eucaristia, per premiare le nostre virtù, ma per comunicarci la forza necessaria a diventare santi.(San Pier Giuliano Eymard)

Saggezza popolare: Le insofferenze passano, ma l’impazienza le inacerbisce.

Un aneddoto: Un uomo si mise a sedere in una stazione della metro a Washington, ed iniziò a suonare il violino; era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Durante questo tempo, poiché era l'ora di punta, era stato calcolato che migliaia di persone sarebbero passate per la stazione, molte delle quali sulla strada per andare al lavoro. Passarono 3 minuti ed un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava. Rallentò il passo e si fermò per alcuni secondi e poi si affrettò per non essere in ritardo sulla tabella di marcia. Alcuni minuti dopo, il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna tirò il denaro nella cassettina e senza neanche fermarsi continuò a camminare. Pochi minuti dopo, qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma l'uomo guardò l'orologio e ricominciò a camminare. Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni. Sua madre lo tirava, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista. Finalmente la madre lo tirò con decisione ed il bambino continuò a camminare girando la testa tutto il tempo. Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini. Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi. Nei 45 minuti in cui il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un momento. Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Raccolse 32 dollari. Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse. Nessuno applaudì, ne' ci fu alcun riconoscimento. Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti al mondo. Suonò uno dei pezzi più complessi mai scritti, con un violino del valore di 3,5 milioni di dollari. Quante cose ci stiamo perdendo per la fretta?

Parola di Dio: Eb. 12,4-7.11-15; Sal. 102; Mc. 6,1-6

 

Vangelo Mc 6, 1-6

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: "Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?". E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua". E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando. Parola del Signore

 

“E GESÙ NON VI POTE' OPERARE MIRACOLI’’. (Mc. 6,5)

Si legge nel libro degli Atti degli Apostoli che ‘‘Dio accompagnava la crescita della nuova comunità con segni e prodigi”. Quindi miracoli e segni non sono contro Dio. Gesù è il Figlio di Dio, può tutto. Eppure nel Vangelo di oggi scopriamo che Gesù, che ha guarito malati, cacciato demoni, condizionato la natura, non può operare miracoli nella sua patria. Gesù può tutto ma ci rispetta al punto da non poter niente contro la nostra incredulità. Allora non è che oggi non ci siano più miracoli, è che qualche volta noi impediamo a Dio di operare e di manifestare attraverso noi i suoi segni. Ma quando noi ci rendiamo disponibili alla grazia di Dio, quanti miracoli di carità, di pazienza, di perdono, di  solidarietà! Ma se questi miracoli non si moltiplicano non è perché Dio non voglia, è perché noi glielo impediamo. Quando il mio orgoglio ferito mi impedisce la strada del perdono, quando i miei cal­coli umani mi rendono gretto nel dono, quando la mia rabbia mi impedisce di riconoscere nell’altro un fratello, quando mi fido più nella mia previdenza che non nella Provvidenza io impedisco a Dio di fare i suoi miracoli di amore.

 

 

GIOVEDI’ 7 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Egidio Maria da Taranto, religioso; Sant’Adautto, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI A VEDERE IL BENE CHE HAI SEMINATO NEL CUORE DI OGNI FRATELLO.

 

Hanno detto: Che cos'è il pane consacrato? Corpo di Cristo. E che cosa diventano coloro che si comunicano? Corpo di Cristo. Non molti corpi: un Corpo solo, quello di Cristo. (San Giovanni Crisostomo)

Saggezza popolare: Due cose stanno di rado sotto lo stesso cappello: esperienza e illusione.

Un aneddoto: Una bambina di 12 anni ha scritto: "Siamo noi gli uomini del futuro, tocca a noi migliorare la situazione. La cosa più grave è star lì a far niente, a guardare questo povero mondo che si sbriciola. Noi diciamo viva la pace e facciamo la guerra, abbasso la droga e ne aumentiamo il commercio, basta col terrorismo e uccidiamo i giusti. Però non è detto che a ciò non si possa mettere fine. Io volevo dire questo: se sei triste per l'odio nel mondo, non piangere e non perdere la speranza, ma fa' qualcosa, anche di piccolo".

Parola di Dio: Eb. 12,18-19.21-24; Sal. 47; Mc. 6,7-13

 

Vangelo Mc 6, 7-13

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: "Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro". E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore

 

“E ORDINO’ LORO CHE NON PRENDESSERO NULLA PER IL VIAGGIO”. (Mc. 6,8)

Insieme ai discorsi e ai miracoli, che confermano quello che insegnava, Gesù dà agli Apostoli il compito di andare nei villaggi e dice anche come devono andare: con semplicità e povertà, senza arroganza. Dice anche di non prendere due vesti e di bussare piano piano. «Se vi aprono, entrate e portate la pace; se non vi aprono, andate in un'altra casa e in un altro villaggio...». Nessuno deve imporre la propria fede: noi, cristiani, dobbiamo fare il nostro dovere di annunciare il Vangelo e testimoniare la nostra fede, lasciando la libertà e rispettando tutte le religioni. Lo ha detto il Concilio Vaticano II in una importante dichiarazione che dobbiamo rileggere, perché abbiamo nei nostri Paesi molti musulmani ed anche credenti di altre religioni e non sempre i nostri rapporti sono sereni. Come diceva Papa Giovanni cerchiamo con amore prima quello che ci unisce e non quello che ci divide.

 

 

VENERDI’ 8 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo Emiliani, fondatore; Santa Giuseppina Bakita; San Giovanni di Matha, fondatore.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’,  SEI DAVVERO IL MIO TUTTO?

 

Hanno detto: Gli amici provano tanta gioia nello stare insieme, che trascorrono tra loro delle intere giornate. Chi non ama Gesù Eucaristia invece, si annoia alla sua presenza; i santi hanno trovato il paradiso, davanti al SS. Sacramento. (Sant’Alfonso)

Saggezza popolare: Il fumo dell’arrosto non riempie il ventre.

Un aneddoto: Un professore concluse la sua lezione con le parole di rito: "Ci sono domande?". Uno studente gli chiese: "Professore, qual è il significato della vita?". Qualcuno, tra i presenti che si apprestavano a uscire, rise. Il professore guardò a lungo lo studente, chiedendo con lo sguardo se era una domanda seria. Comprese che lo era. "Le risponderò". Estrasse il portafoglio dalla tasca dei pantaloni, ne tirò fuori uno specchietto rotondo, non più grande di una moneta. Poi disse: "Ero bambino durante la guerra. Un giorno, sulla strada, vidi uno specchio andato in frantumi. Ne conservai il frammento più grande. Eccolo. Cominciai a giocarci e mi lasciai incantare dalla possibilità di dirigere la luce riflessa negli angoli bui dove il sole non brillava mai: buche profonde, crepacci, ripostigli. Conservai il piccolo specchio. Diventando uomo finii per capire che non era soltanto il gioco di un bambino, ma la metafora di quello che avrei potuto fare nella vita. Anch'io sono il frammento di uno specchio che non conosco nella sua interezza. Con quello che ho, però, posso mandare la luce, la verità, la comprensione, la conoscenza, la bontà, la tenerezza nei bui recessi del cuore degli uomini e cambiare qualcosa in qualcuno. Forse altre persone vedranno e faranno altrettanto. In questo per me sta il significato della vita".

Parola di Dio: Eb. 13,1-8; Sal. 26; Mc. 6,14-29

 

Vangelo Mc 6, 14-29

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: "Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui". Altri invece dicevano: "E' Elia"; altri dicevano ancora: "E' un profeta, come uno dei profeti". Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: "Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!". Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello". Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.  Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista".  Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista".  Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.  La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.  I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

 

“IL RE NE FU RATTRISTATO; TUTTAVIA A MOTIVO DEL GIURAMENTO E DEI COMMENSALI, NON VOLLE OPPORLE UN RIFIUTO”. (Mc. 6,26)

Erode sembra nutrire una certa simpatia per Giovanni Battista, nonostante costituisca una spina nel fianco per i continui rimproveri alla sua immorale condotta. Erode sente anche parlare di Cristo e lo riconosce come un profeta, ma ciò nonostante cede ai ricatti di Erodiade e fa uccidere il precursore. Il riconoscere Gesù come profeta è un primo passo verso la verità e l'impegno religioso, ma non è sufficiente per permettere di impostare e condurre un coerente stile di vita morale che, a volte, chiede di resistere fino al martirio. Fin che io mi chiedo se avrei il coraggio di morire per Gesù, la risposta è incerta o negativa, quando io mi lascio innamorare di Lui, non mi faccio più certe domande ma credo che l’amore al momento giusto saprebbe darvi una risposta positiva.

 

 

SABATO 9 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Apollonia, vergine e martire; San Rinaldo, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ABBI PIETA’ DEL TUO POPOLO.

 

Hanno detto: Se comprendessimo pienamente l’amore di Dio, l’amore di Gesù che nasce e che soffre, l’amore di Gesù nel SS. Sacramento, ci sarebbe da morire di riconoscenza. E di rimorsi. (San Pier Giuliano Eymard)

Saggezza popolare: Una barba vuol dire pidocchi, non cervello. (Prov. greco)

Un aneddoto: Un uomo molto buono aveva una faccia cattiva, mentre aveva una faccia buona un uomo molto cattivo. Ma mentre il secondo approfittava della sua faccia per fare cose molto cattive, il primo, a causa della sua faccia, poteva fare pochissime cose buone. Una sera s'incontrarono. L'uomo cattivo dalla faccia buona, al vedere una faccia tanto cattiva si disse: "Una faccia così non può che appartenere a un uomo molto più cattivo di me", e girò alla larga. L'uomo buono dalla faccia cattiva, invece, al vedere una faccia così buona si disse: "Una faccia così chissà quante cose buone saprà fare". E decise di seguirla per partecipare di tanta bontà. Quella notte stessa, l'uomo cattivo compì un terribile misfatto. L'altro non volle credere ai suoi occhi. "E' stato certamente uno sbaglio", si disse; e per non fargli perdere la faccia si accusò lui del misfatto. L'uomo dalla faccia buona, vedendosi salvato da uno dalla faccia tanto cattiva, si disse: "Se uno dalla faccia così può fare un gesto tanto generoso, figurarsi io che ho la faccia buona". E, convertitosi, divenne buono. Tutti furono contenti di avere fra loro un nuovo buono, la cui bontà aveva stampata in faccia. E furono ugualmente contenti di poter dire: "Quella faccia cattiva non poteva che finire in galera". Ma la loro contentezza non aveva niente a che fare con quella dell'uomo buono dalla faccia cattiva, che aveva finalmente potuto fare la cosa più incredibilmente buona che si possa fare al mondo: cambiare, con la sola propria faccia, la vita di un altro e fare tutti contenti.

Parola di Dio: Eb. 13,15-17.20-21; Sal.22; Mc. 6,30-34

 

Vangelo Mc 6, 30-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po' ". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare.  Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.  Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.  Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.  Parola del  Signore

 

“SBARCANDO VIDE MOLTA FOLLA E SI COMMOSSE PER LORO”. (Mc. 6,34)

Forse è già sera; gli apostoli tornano da Gesù dopo la loro missione e gli riferiscono tutto ciò che hanno operato (le guarigioni) e quello che hanno annunciato alla gente che incontravano (la vicinanza del regno). Possiamo accostare a questa immagine degli apostoli attorno a Gesù la comunità cristiana che si raduna nella santa liturgia nel giorno del Signore: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco». La liturgia della domenica (ma anche la preghiera quotidiana) è il riposo del discepolo, il tempo dell’incontro con il Signore, la festa del perdono, il tempo dell’ascolto, la tavola del nutrimento. Al temine della traversata, Marco nota che «Gesù, sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro». Dopo il riposo della liturgia domenicale inizia la nuova settimana, e i discepoli, avendo nel cuore la compassione di Gesù per le folle di questo mondo, riprendono il cammino nelle vie degli uomini.

 

 

DOMENICA 10 FEBBRAIO: 5^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Santa Scolastica, vergine; San Guglielmo di Malavalle.

Una scheggia di preghiera:

 

CHIESA DI DIO, I POVERI IN TE POSSANO TROVARE ACCOGLIENZA E AMORE.

 

Hanno detto: Radici e chioma devono crescere in egual misura, devi stare nelle cose e starci sopra, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e di frutti. (Susanna Tamaro)

Saggezza popolare: Ci sono tre specie di ignoranza: sapere niente, sapere male, sapere quello che non vale.

Un aneddoto: Un vecchio decise che, per un giorno almeno, avrebbe sorriso alla vita; e lo avrebbe fatto in modo concretissimo, dispensando il suo sorriso a tutti. La sera prima, infatti, aveva letto una frase che lo aveva molto colpito: "Se non sorridi tu agli altri, come puoi pretendere che gli altri sorridano a te?" Uscendo di casa, il primo che incontrò fu un cane. Gli sorrise e ne ebbe un vivace contraccambio: la bestiola agitò festosamente la coda. La seconda persona che incontrò fu un bambino. Il vecchio gli sorrise e il bimbo rimase a guardarlo con occhi larghi. "Forse", pensò il vecchio, "i bimbi d'oggi sorridono così". Incontrò poi una giovane donna che, al suo sorriso, volse decisa lo sguardo dall'altra parte. "Sempre così le donne", pensò il vecchio, "dietro un sorriso vedono chissà cosa..." S'imbatté poi in un gruppo di uomini che stavano discutendo. Sorrise loro e notò che si guardavano gli uni gli altri facendo strani gesti con la mano. "Mi hanno preso per un vecchio scemo", pensò l'anziano pentendosi del suo proposito. E fu così che, quando vide un vecchio come lui uscir di casa, non gli sorrise affatto. "Figurarsi se i vecchi rispondono a un sorriso..." pensò. Rimase invece stupefatto quando costui gli fece un sorriso largo come il sole. Al sorriso non rispose, e fece male. Non poteva sapere che quel vecchio si era proposto, proprio come lui, che quel giorno avrebbe sorriso alla vita; e ignorava che, diversamente da lui, aveva avuto in sorte, uscendo di casa, d'incontrare non un cane, ma un vecchio

Parola di Dio: Is.6,1-8; Sal. 137; 1Cor.15,1-11; Lc. 5,1-11

 

Vangelo Lc 5, 1-11

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e calate le reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”. Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: “Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini”. Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Parola del Signore

 

“SALI’ IN UNA BARCA CHE ERA DI SIMONE”. (Lc. 5,3)

E’ proprio vero che tutto il vangelo è buona notizia. Perfino i personaggi secondari e gli oggetti hanno un loro ruolo e compito. Pensiamo oggi alla barca di San Pietro. Con essa l’apostolo si procura il cibo, è il luogo di lunghe ora passate nell’attesa e nella fatica con gli altri pescatori. E’ il mezzo attraverso cui Gesù arriva all’apostolo: “Pietro prestami la barca perché da essa io possa parlare alla folla. La barca diventa luogo per la pesca miracolosa, per accogliere Gesù stanco che dorme anche durante la tempesta, diventa la testimone di Gesù che cammina sulle acque, del risorto che prepara da mangiare per i suoi amici… Non per niente allora i Padri della Chiesa e l’iconografia cristiane ne ha fatta la figura della Chiesa. Una chiesa testimone di Gesù, una chiesa disposta ad accogliere tutti, un punto di riferimento e di confronto per tutti gli amici di Gesù. Quanto preferisco questo segno umile per vedere la Chiesa piuttosto che i segni delle grandezze terrene  che se glorificano, nascondono l’essenza di una comunità di poveri con mezzi poveri, ma con Gesù.

 

 

LUNEDI’ 11 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Ricorrenza della Madonna di Lourdes; Santa Eloisa; San Dativo, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

O REGINA DEL MONDO, MARIA SEMPRE VERGINE,  CHIEDI PER NOI PACE E SALVEZZA.

 

Hanno detto: Il cuore umano è uno strumento a molte corde; il perfetto conoscitore degli uomini le sa far vibrare tutte, come un buon musicista. (Charles Dickens)

Saggezza popolare: Con lacrime e lamenti non si cura il mal di denti.

Un aneddoto: Un giorno, un giovane volle consultare un anziano su un problema che gli stava a cuore. "Mio signore", gli disse, "voglio confessarti una cosa: non riesco ad avere un amico. Mi sapresti dare un consiglio?" L'anziano sorrise e rispose:"Posso solo dirti di me. Quand’ero ragazzo fra cento ragazzi, ne ebbi uno, di amico. Fu una cosa bellissima che diede i suoi frutti e poi terminò. Quando divenni adulto fra mille adulti, ne ebbi un altro, di amico. Fu una cosa bellissima, ma l’amico morì ed anch’io mi sentii morire. Ora che sono diventato anziano fra diecimila anziani, adulti e giovani, ho rinunciato ad avere un amico e ho preferito esserlo io, un amico, ogni giorno e ogni ora, di qualcuno che non so chi sia e non so dove sia". "Non deve essere facile...", mormorò il giovane. "Forse non lo è, perché cercare di essere amico significa, prima di tutto, rinunciare ad averne uno. Ma forse lo è, perché proprio rinunciando ad averne uno se ne possono avere tanti". "Non si saprà mai chi saranno?", domandò il giovane. "Mai. Tenere il cuore spalancato perché tutti vi possano entrare, dare sempre fiducia perché tutti ne possano attingere, rispettare ognuno perché ognuno si senta se stesso ti rende, insieme, amato ed odiato, incomprensibile ed imprendibile. Chi cerca di essere amico, è un po’ come il mare, fatto di tenera acqua, ma acqua salata. Chi ha come amico il mare, me lo sai dire?" "Il cielo", rispose il giovane. "Infatti. Chi cerca di essere amico può solo sperare che il cielo gli sorrida; e che i gabbiani non smettano di posarglisi sopra". A questo punto il giovane tacque a lungo, avvolto in profondi pensieri. Poi guardò l’anziano con uno strano sorriso e gli chiese."Mi permetti di essere un tuo gabbiano?" L’anziano gli rispose: "Benvenuto!"

Parola di Dio: Is. 66,10-14; Cantico da Gdt 13,18-19; opp. Lc. 1,41-55

 

Vangelo Lc 1, 41-55

Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni, Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore". Allora Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre". Parola del Signore

 

“E BEATA COLEI CHE HA CREDUTO NELL’ADEMPIMENTO DELLA PAROLA DEL SIGNORE.” (Lc. 1,45)

Una delle ultime volte che sono andato a Lourdes mi sono seduto , come mio solito, sulla riva del fiume, sulla sponda opposta alla grotta. Mentre vedevo la devozione di tanti e sentivo lo scorrere del fiume, ho lasciato andare il mio pensiero che come sempre mi ha portato a fare riflessioni a prima vista strane. Pregando il magnificat mi dicevo: “Chi sa chi dei due ha influenzato maggiormente l’altro tra Maria e Gesù. Gesù non è ancora nato e Maria, con questa preghiera lo anticipa in tutto. Altre volte troveremo che Maria e Gesù hanno addirittura lo stesso linguaggio: Maria dice: “Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola”. E Gesù: “Non la mia, ma la tua volontà sia fatta”. Maria, umanamente ha educato Gesù a questi valori e Gesù ha formato il cuore di Maria a misura di quello del Padre. E noi che siamo figli di Dio, fratelli di Gesù, Tempio dello Spirito Santo, che abbiamo per madre Maria, che siamo fratelli di santi, come ci coinvolgiamo a vicenda? Ci influenziamo per il bene o per il male? Sappiamo accogliere e donare?

 

 

MARTEDI’ 12 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto di Aniane, monaco; Santa Eulalia, vergine e martire.

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO CUORE IO VOGLIO, DICE GESU’ NON LE TUE COSE.

 

Hanno detto: Tutto ciò che merita di essere fatto, merita di essere fatto bene. (Chesterfield Philip Dormer)

Saggezza popolare: Chi ha libri, ha labbra.

Un aneddoto: C'era una volta un buono e pio che viveva con le elemosine che i fedeli gli regalavano. Un giorno pensò: "Andrò a chiedere l'elemosina vestito come un povero intoccabile".Così mise uno straccio intorno ai fianchi, come fanno i paria, i più poveri dell'India. Quel giorno nessuno lo salutò, nessuno gli diede l'elemosina. Andò al mercato, andò al tempio, ma nessuno gli rivolgeva la parola. La volta successiva il bramino si vestì secondo la sua casta: si mise un bel vestito bianco, un turbante di seta e una giacchetta ricamata. La gente lo salutava e gli dava denaro per lui e per il tempio. Quando tornò a casa, il bramino si tolse gli abiti, li posò su una sedia e si inchinò profondamente. Poi disse: "Oh! Fortunati voi, vestiti! Fortunati! Sulla terra ciò che è certamente più onorato è il vestito, non l'essere umano che vi è sotto".Perché badiamo ai vestiti e non alle persone? Crediamo alle cravatte e non alle idee e spesso i giovani sposano un abbigliamento, non una persona.

Parola di Dio: Gen. 1,20-2,4;b Sal. 8; Mc.7,1-13

 

Vangelo Mc 7, 1-13

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?".  Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini".  E aggiungeva: "Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte".  Parola del Signore

 

“QUESTO POPOLO  MI ONORA CON LE LABBRA MA IL SUO CUORE E’ LONTANO DA ME”. (Mc. 7,6)

Non sono gli atti esteriori, le abluzioni, le benedizioni dell'acqua santa, le lavande dei piedi o delle braccia, che ci salvano, ma è la fede, che abbiamo nel cuore, che porta la salvezza e la grazia. Il Vangelo di Marco ce lo dice oggi chiaramente, con la risposta di Gesù ai farisei, venuti anche da Gerusalemme, per metterlo alla prova, rimproverandolo perché i suoi discepoli non osservavano tutte le norme scritte nella Legge antica. Gesù risponde, citando un passo del profeta Isaia, molto caro ed onorato dal popolo d'Israele: non bisogna onorare Dio con le labbra, ma col cuore. Quel che conta, non sono gli atti esteriori, ma i sentimenti che abbiamo dentro di noi e poi, se gli atti di culto esterno non partono dal cuore non coinvolgono la vita, non servono affatto, se non a coprire le nostre vergogne e a farci considerare falsi.

 

 

MERCOLEDI' 13 FEBBRAIO: MERCOLEDI’ DELLE CENERI

Tra i santi ricordati oggi: San Benigno da Todi, martire; Sante Fosca e Maura, martiri.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE ASCOLTA, PADRE PERDONA, FA’ CHE VEDIAMO IL TUO AMORE.

 

Hanno detto: La specie umana è provvista di due ali: una maschile e l’altra femminile. Essa non potrà spiccare il volo se non quando queste due ali si saranno sviluppate in egual misura. (L. Wright)

Saggezza popolare: Dieci sgherri non tratterrebbero un pensiero fuor dalla testa.

Un aneddoto: Il poeta tedesco Rilke abitò per un certo periodo a Parigi. Per andare all'Università percorreva ogni giorno, in compagnia di una sua amica francese, una strada molto frequentata. Un angolo di questa via era permanentemente occupato da una mendicante che chiedeva l'elemosina ai passanti. La donna sedeva sempre allo stesso posto, immobile come una statua, con la mano tesa e gli occhi fissi al suolo. Rilke non le dava mai nulla, mentre la sua compagna le donava spesso qualche moneta. Un giorno la giovane francese, meravigliata domandò al poeta: "Ma perché non dai mai nulla a quella poveretta?". "Dovremmo regalare qualcosa al suo cuore, non alle sue mani", rispose il poeta. E il giorno dopo, Rilke arrivò con una splendida rosa appena sbocciata, la depose nella mano della mendicante e fece l'atto di andarsene. Allora accadde qualcosa d'inatteso: la mendicante alzò gli occhi, guardò il poeta, si sollevò a stento da terra, prese la mano dell'uomo e la baciò. Poi se ne andò stringendo la rosa al seno. Per una intera settimana nessuno la vide più. Ma otto giorni dopo, la mendicante era di nuovo seduta nel solito angolo della via. Silenziosa e immobile come sempre. "Di che cosa avrà vissuto in tutti questi giorni in cui non ha ricevuto nulla?", chiese la giovane francese. "Della rosa", rispose il poeta.

Parola di Dio: Gl. 2,12-18; Sal 50; 2Cor.5,20-6,2;Mt.6,1-6.16-18

 

Vangelo Mt 6, 1-6. 16-18

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà". Parola del Signore

 

“IL PADRE TUO CHE VEDE NEL SEGRETO TI RICOMPENSERA’ ” (Mt. 6,6)

Proviamo ad assaporare la bellezza di questa parola e come un po’ di cenere orna bene un camino, ad esempio. Dopotutto, per l’uomo tanto orgoglioso, vederlo per un attimo in un pugno di cenere, non stona. Ritorniamo alle nostre radici quando Dio all’inizio plasmò l’uomo dalla terra e poi, dopo il peccato, gli disse: Polvere sei e in polvere ritornerai. Ecco in sintesi tutto il dramma del nostro vivere, del nostro ritornare polvere. Il peccato. Paolo nella lettera ai Romani precisa bene: Per la disobbedienza di uno solo, tutti peccarono. Ma oggi non deve essere giornata di recriminazioni. Meglio per noi se nutriamo pensieri diversi, meditativi, sereni: è la speranza immensa che nasce dal confidare nella salvezza del Signore. La Chiesa  ha posto questo giorno così particolare all’inizio della Quaresima. Per quale motivo? Il richiamo alla morte? Non solo. Di per sé il cristiano dovrebbe avere familiarità con il pensiero che la sua vita qui in terra ha un termine e quindi, anche vivesse cento anni, è sempre breve. Il rito delle Ceneri è piuttosto un richiamo alla conversione, a cambiare vita, a  saper trovare Cristo, incontrarsi con Lui per vivere da risorti come parte vive del regno dei cieli. Se avviene in noi la conversione -questo è lo scopo principale della Quaresima- anche il pensiero della  morte assumerà colori diversi in noi. Il cristiano è chiamato ad avere il coraggio di vivere prima che di morire. Se sapremo dare testimonianza di Cristo, ci sarà facile anche morire, ma se dovessimo morire senza conversione interiore, quale amara morte per noi! Il periodo della Quaresima ci dovrebbe essere  molto caro, molto intimo; lo potremo rendere profondo con il silenzio, la preghiera, una carità operosa ma avvolta di discrezione. Non si tratta infatti di dare pane all’affamato (questo lo dovremmo fare sempre), quanto di dare il pane della Parola di Dio a noi e a quanti incontriamo, il pane del digiuno dal male, il pane della disponibilità all’amore.

 

 

GIOVEDI’ 14 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Cirillo e Metodio, patroni d’Europa; San Valentino, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

FA’ CHE I MIEI OCCHI SIANO FISSI SU DI TE

 

Hanno detto: Chi non ha puro il cuore non ammira niente; Chi non ammira niente non si stupisce di niente; Chi non si stupisce di niente non comprende niente; chi non comprende niente non serve a niente. (Lecompte du Nouy)

Saggezza popolare: La legge è come la pasta nelle mani della massaia.

Un aneddoto: Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un'ottantina di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice. Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9:00. Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo. Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita. Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita. Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta. L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie. Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo dall'Alzheimer. Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi. Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da 5 anni. Ne fui sorpreso, e gli chiesi: “E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi é lei'? L'uomo sorrise e mi batté la mano sulla spalla dicendo: ''Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi é lei” Dovetti trattenere le lacrime... Avevo la pelle d'oca e pensai: “Questo é il genere di amore che voglio nella mia vita”.

Parola di Dio: At. 13,46-49 (opp. Is. 52,7-10; Sal 116; Lc. 10,1-9

 

Vangelo Lc 9, 22-25  

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno". Poi, a tutti, diceva:"Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?" Parola del Signore

 

“CHI VORRA’ SALVARE LA PROPRIA VITA LA PERDERA’”. (Lc. 9,24)

Tutte e tre le letture proposte dalla liturgia di oggi ci presentano due strade per realizzare la propria vita e per dare un risposta alle proposte di Dio. C’è la strada del nostro ragionamento umano per cui è fortunato e “benedetto da Dio chi ha tanta salute, vive a lungo, e rispettato dagli altri per i suoi soldi, le sue cose. E poi c’è un’altra strada per illuminare il senso della vita, per realizzare il progetto di Gesù. Non ci sono garanzie di buona salute, di riuscita. Ti vien messo davanti un modello che è Gesù e ti vien detto: “Fai come Lui” Ma il modello non è allettante: è un perdente, finisce male, è pure disprezzato da tutti. Si può proporre un modello del genere? No se si vive secondo il mondo, si se si cerca di vivere come Gesù nella totale dedizione a Dio e al prossimo. “Signore non ce la farò mai!”. “Vuoi forse mettere limiti alla tua capacità di amare?” E vuoi dire che Dio non ti aiuterà a superare certi limiti e a trovare anche il senso gioioso della vita in mezzo alle prove?”

 

 

VENERDI’ 15 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Sigfrido, vescovo; Sant’Euseo di Serravalle Sesia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

Hanno detto: Non ci sono più stupori nella nostra vita. Non ci accorgiamo più quando il primo acino d’uva rosseggia tra i pampini a settembre, Oggi l’uva matura in tutte le stagioni. Non c’è più attesa. La nostra vita scorre come rena nella clessidra, senza brividi. (Tonino Bello)

Saggezza popolare: Chi pianta le fave senza concime le raccoglie senza baccello.

Un aneddoto: C’era una volta un bambino, che andando e stando a scuola teneva sempre chiuso il pugno della mano sinistra. Quando era interrogato dalla maestra si alzava e rispondeva tenendo il suo pugno chiuso; scriveva, con la destra, e conservava il pugno sinistro ben chiuso. Un giorno la maestra, anche per dare soddisfazione a tutti gli alunni, gli chiese il perché di questo atteggiamento. Il bambino non voleva rispondere, ma poi, dietro le insistenze della maestra e soprattutto per accontentare i compagni di scuola, decise di svelare il segreto. “Quando ogni mattina parto da casa per venire a scuola, mia madre mi stampa sul palmo della mano sinistra un forte bacio e poi, chiudendomi la mano, mi dice sorridendo: -Bambino mio, tieni sempre ben chiuso qui nella tua mano il bacio di tua madre!- Per questo tengo sempre il pugno chiuso: c’è il bacio della mia mamma dentro”.

Parola di Dio: Is. 58,1-9; Sal. 50; Mt. 9,14-15

 

Vangelo Mt 9, 14-15  

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, i discepoli di Giovanni si accostarono  a Gesù e gli dissero: "Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?". E Gesù disse loro: "Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno". Parola del Signore

 

“PERCHÈ MENTRE NOI E I FARISEI DIGIUNIAMO, I TUOI DISCEPOLI NON DIGIUNANO?”. (Mt. 9,14)

E’ sempre estremamente facile confondere tra fede e religione. Qui, i notabi­li della religione sono scandalizzati perché i discepoli di Gesù non compiono “gesti di religione”; altre volte, noi giudichiamo religiosi coloro che vanno in chiesa o confondiamo il credere con le pratiche religiose. Gesù ama e pratica la religiosità del suo popolo: osserva la legge mosaica, va al tempio, alla preghiera del sabato ma va anche a pregare al mattino presto, per conto suo e se un malato ha bisogno di Lui, non guarda il giorno della settimana. E’ osservante, non bigotto. Ama Dio, non le formalità della religione. Ascolta i capi della reli­gione con rispetto, non ne è succube. La verità, per Lui è più importante delle formule preconfezionate. Non si tratta allora di snobbare i se­gni della religione ma di renderli espressivi di una fede, fede che può benissimo, in certi casi, portarci a superarli.

 

 

SABATO 16 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Onesto; Santa Lucilia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.

 

Hanno detto: Siamo tutti ignoranti, ma non tutti ignoriamo le stesse cose. (Albert Einstein)

Saggezza popolare: Non avrai realmente capito qualcosa finche non riuscirai a farlo capire a tua nonna. (Prov. gaelico)

Un aneddoto: La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. Dopo il caffè, la Follia propose: "Si gioca a nascondino?". "Nascondino? Che cos'è?" - domandò la Curiosità. "Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare". Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia.  "1,2,3.” - la Follia cominciò a contare. La fretta si nascose per prima, dove le capitò. La Timidezza, timida come sempre, si nascose in un gruppo d'alberi. La Gioia corse in mezzo al giardino. La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi. L'Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un sasso. La follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano.  La disperazione era disperata vedendo che la Follia era già a novantanove. "CENTO!” - gridò la Follia – Ora comincio a cercare. ". La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto. E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza. Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: "Dov'è l'Amore?". Nessuno l'aveva visto. La Follia cominciò a cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non trovò l'Amore. Cercando da tutte le parti, la Follia vide un roseto, prese un pezzo di legno e cominciò a cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido. Era l'Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio. La Follia non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l'Amore per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre. L'Amore accettò le scuse. Oggi, l'Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.

Parola di Dio: Is, 58,9-14; Sal 85; Lc. 5,27-32

 

Vangelo Lc 5, 27-32

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi!". Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: "Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?". Gesù rispose: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi". Parola del Signore

 

“EGLI, LASCIANDO TUTTO, SI ALZO’ E LO SEGUI’”. (Lc. 5,28)

Matteo non si aspettava salvezza, né la meritava. Troppi compromessi, troppe rinunce alla legalità nella sua vita per poter osare tanto. La vita per lui era diventata, ormai, potere e denaro, timore e rispetto da parte degli altri. E invece la sua durezza, l'alto muro eretto per difendere la propria vita si schianta in un attimo, si sbriciola quando vede nello sguardo del Nazareno amore, rispetto, verità. Matteo era abituato agli insulti di chi pagava, attraverso di lui, l'iniqua tassa imposta da Roma imperiale. Collaborazionista e ladro, non temeva lo sprezzo dei suoi amici. No, non meritava alcuna compassione. E, invece, ne riceve. E l'inatteso, e l'inaudito, come sempre, scatena la gioia, produce il brivido: Matteo si scioglie, lascia tutto, fa festa; come Abramo rischia tutto, ma sa di scommettere sul giusto. Amico che leggi: quando finalmente ti lascerai raggiungere e amare dal Signore? Quando la smetterai di concepire la fede come una specie di tributo da offrire ad un'ipotetica e sconosciuta divinità? Troppe volte ci avviciniamo a Dio come quando compiliamo la dichiarazione dei redditi: meno si dichiara e meno si paga! No, amici, qui è di luce che si parla, di tenerezza e di serenità, di pace e di conversione. Questo Dio  ti viene a stanare per offrirti amore, questo Dio  soffre come un amante ferito quando non viene ricambiato, è lì che mi aspetta. Per quanto tempo fuggiremo l'unica cosa che davvero ci può rendere felici?

 

 

DOMENICA 17 FEBBRAIO: 1^ DOMENICA DI QUARESIMA C

Tra i santi ricordati oggi: Santi sette fondatori dell’ordine dei Servi di Maria; San Fuldrado.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, SIGNORE, AL TUO SERVO CHE VUOLE ASCOLTARTI.

 

Hanno detto: L’onestà è come l’aria: se non ce l’hai dentro, la devi cercare. (Alessio Degioannis)

Saggezza popolare: Guai e maccheroni si mangiano caldi.

Un aneddoto: C'era una volta una bambina che si chiamava Cecilia. Il papà e la mamma della bambina lavoravano tanto. La loro era una bella famiglia e vivevano felici. Mancava solo una cosa, ma Cecilia non se ne era mai accorta. Un giorno, quando aveva nove anni, andò per la prima volta a dormire a casa della sua amica Adele. Quando fu ora di dormire, la mamma di Adele rimboccò loro le coperte e diede a ognuna il bacio della buonanotte. "Ti voglio bene" disse la mamma ad Adele. "Anch'io" sussurrò la bambina. Cecilia era così sconvolta che non riuscì a chiudere occhio. Nessuno le aveva mai dato il bacio della buonanotte o le aveva detto di volerle bene. Rimase sveglia tutta la notte, pensando e ripensando: "È così che dovrebbe essere". Quando tornò a casa, non salutò i genitori e corse in camera sua. Li odiava. Perché non l'avevano mai baciata? Perché non l'abbracciavano e non le dicevano che le volevano bene? Forse non gliene volevano? Cecilia pianse fino ad addormentarsi e rimase arrabbiata per diversi giorni. Alla fine decise di scappare di casa. Preparò il suo zainetto, ma non sapeva dove andare. Era bloccata per sempre con i genitori più freddi e peggiori del mondo. All'improvviso, trovò una soluzione. Andò dritta da sua madre e le stampò un bacio sulla guancia: "Ti voglio bene". Poi corse dal papà e lo abbracciò: "Buonanotte papà", disse, "ti voglio bene". Quindi andò a letto, lasciando i genitori ammutoliti in cucina. Il mattino seguente, quando scese per colazione, diede un bacio alla mamma e uno al papà. Alla fermata dell'autobus si sollevò in punta di piedi e diede ancora un bacio alla mamma: "Ciao, mamma. Ti voglio bene". Cecilia andò avanti così giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese. A volte, i suoi genitori si scostavano, rigidi e impacciati. A volte ne ridevano. Ma Cecilia non smise. Aveva il suo piano e lo seguiva alla lettera. Poi, una sera, dimenticò di dare il bacio alla mamma prima di andare a letto. Poco dopo, la porta della sua camera si aprì e sua madre entrò. "Allora, dov'è il mio bacio?" chiese, fingendo di essere contrariata. Cecilia si sollevò a sedere: "Oh, l'avevo scordato". La baciò e poi: "Ti voglio bene, mamma". Quindi tornò a coricarsi e chiuse gli occhi. Ma la mamma rimase lì e alla fine disse: "Anch'io ti voglio bene". Poi si chinò e baciò Cecilia proprio sulla guancia. Poi aggiunse con finta severità: "E non ti dimenticare più di darmi il bacio della buonanotte". Cecilia rise e promise: "Non succederà più". Oggi, qualcuno sta aspettando il "suo" bacio. Da te.

Parola di Dio: Dt. 26,4-10; Sal. 90; Rm: 10,8-13; Lc. 4,1-13

 

Vangelo Lc 4, 1-13

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo”. Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai”. Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano; e anche: essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra”. Gesù gli rispose: “E' stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo”. Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato. Parola del Signore

 

“GESU’ FU CONDOTTO DALLO SPIRITO NEL DESERTO DOVE PER QUARANTA GIORNI FU TENTATO DAL DIAVOLO”. (Lc. 4,1-2)

Sembra quasi che la Chiesa e Gesù, oggi prima domenica di Quaresima, vogliano portarci nel deserto per dirci: giù le maschere, guardate in voi stessi, cercate di scoprire davvero chi siete, per che cosa correte, che cosa valete. Nel deserto non c’è bisogno di essere diversi da ciò che si è: l’apparenza non serve, sono messo alle strette, senza cedere alle lusinghe del mondo che mi propone modelli di vita impossibili. No, nel deserto dobbiamo scaricarci di tutto il superfluo, nel deserto dovete imparare a sopportare l’inaudito frastuono del silenzio. Nel deserto leviamo le maschere e scopriamo che siamo viandanti, pellegrini, la nostra patria è altrove. Occorre pazienza, quindi, nel raggiungere la meta (a proposito: lo sappiamo dove stiamo andando?). Il deserto rivela la nostra natura profonda di viandanti; e il viaggio ricorda parole quali precarietà, essenzialità, disponibilità alla scoperta e allo stupore, fiducia. Gesù nel deserto sceglie in che modo essere Messia, rifiuta le tentazioni per giocare in pieno la sua libertà. Gesù rifiuta la tentazione del pane, che riduce l’uomo a sopravvivere intorno alle “cose”: denaro, lavoro, vacanze, vestiti. Cose utili, ottimi servi, pessimi padroni. L’uomo non si riempie il cuore con gli zeri del suo conto in banca. Gesù rifiuta un messianismo di gloria e di plauso, di facili consensi, di gesti mirabolanti. Che stupore! Gesù, uomo riuscito, ha un’autostima tale che può senza difficoltà fare a meno del giudizio degli altri, Gesù rifiuta il potere (ma come? Rifiuta ciò che noi desideriamo?). Infine Gesù rifiuta l’immagine di un Dio che compie miracoli, un Dio eclatante. Gesù toglie la maschera che gli uomini hanno messo anche a Dio e vede un Padre, non un despota Onnipotente da corrompere. Vogliamo allora provare anche noi, pellegrini, a passare attraverso la tentazione per gettare quello che non serve, per guardare al nostro cuore? La chiesa, da duemila anni, propone tre strade: la preghiera, il digiuno, l’elemosina. La preghiera: cinque minuti di silenzio al giorno con il Vangelo della domenica davanti agli occhi, cinque minuti per iniziare la giornata entrando nel grande mare della pace interiore che viene da Dio. Il digiuno: rinunciare a qualcosa (che so? La TV? Una sigaretta? Un dolce?) per ristabilire un ordine nella nostra volontà (chi guida la mia vita? Le mie passioni?), per dedicare del tempo agli altri.

 

 

LUNEDI’ 18 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Claudio, martire; Santa Costanza di Vercelli.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, I TUOI AMICI SIANO I MIEI AMICI.

 

Hanno detto: Il valore di un’ idea sta nel metterla in pratica. (Thomas Alva Edison)

Saggezza popolare: Di qui a cent’anni, tanto varrà il lino quanto la stoppa.

Un aneddoto: Ho letto il racconto di un prigioniero dei nazisti che scriveva tutto contento alla famiglia semplicemente perché era stato spostato da una cella con quattro nude mura ad un'altra in cui c'era una apertura in cima ad una delle pareti , attraverso cui si poteva intravvedere il cielo azzurro al mattino e qualche stella di notte. Questo per lui era un immenso tesoro. Noi abbiamo tutta la volta celeste. E guardiamo la tv.

Parola di Dio: Lv. 19,1-2.11-18; Sal. 18; Mt. 25,31-46

 

Vangelo Mt 25, 31-46

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna". Parola del Signore

 

“VENITE BENEDETTI DEL PADRE MIO”. (Mt 25,34)

La scena è grandiosa: Gesù, nella funzione regale, è seduto sul trono con «tutti i suoi angeli». Davanti a lui, come in un immenso scenario, sono raccolte «tutte le genti». Tutti: cristiani e non cristiani, credenti e non credenti. C'è una sola divisione tra loro: il rapporto che ognuno ha avuto con il Figlio dell'uomo che è presente in ogni povero. Il giudice stesso, infatti, si presenta come l'assetato, l'affamato, il nudo, lo straniero, il malato, il carcerato. «Ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere». Il dialogo tra il Re e gli interlocutori dei due gruppi mette a fuoco questo aspetto sconcertante: il giudice glorioso della fine dei tempi, che tutti gli interlocutori riconoscono come Signore, aveva il volto di quel barbone che chiedeva l'elemosina lungo i marciapiedi delle nostre città, di quell'anziano sbattuto nel cronicario, di quegli stranieri che bussano alle nostre porte, e così oltre. L'elenco potrebbe essere prolungato da ognuno di noi, magari solo descrivendo gli incontri che ci capitano lungo una giornata. La monotona ripetizione delle sei situazioni di povertà (si ripetono per ben quattro volte, in pochi versetti), con il rispettivo elenco delle opere prestate o negate, sta forse a indicare il frequente ripetersi di tali situazioni nella vita di ogni giorno. Questo Vangelo viene a dirci che il confronto decisivo (decisivo perché su questo saremo giudicati in maniera definitiva) tra l'uomo e Dio non avviene in una cornice di gesti eroici e straordinari, bensì negli incontri di tutti i giorni, nel porgere aiuto a chi ne ha bisogno, nel dare da mangiare e da bere a chi ha fame e a chi ha sete, nell'accogliere e proteggere chi è abbandonato. L'identificazione di Gesù con i poveri - li chiama anche suoi fratelli – non dipende dalle loro qualità morali o spirituali; Gesù non si identifica solo con i poveri buoni e onesti. È un'identità oggettiva; essi sono il Signore perché poveri.

 

 

MARTEDI’ 19 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Corrado Gonfalonieri; San Mansueto, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE, ABBA’

 

Hanno detto: Chi non ammette l’insondabile mistero non può neanche essere uno scienziato. (Albert Einstein)

Saggezza popolare: Chi all’onor suo manca un momento, non vi ripara poi in anni cento.

Un aneddoto: Un giorno un principe chiamò a corte un mercante di cavalli, che portò due magnifici destrieri e li offrì in vendita. I due animali erano simili: giovani, robusti e ben fatti, ma il mercante chiedeva per uno un prezzo doppio di quello dell'altro. Il principe chiamò i suoi cortigiani e disse: "Regalerò entrambi questi magnifici puledri a colui che mi saprà spiegare perché uno vale il doppio dell'altro". I cortigiani si fecero intorno ai due cavalli osservandoli ben bene, ma non scoprirono alcuna differenza fra i due animali che giustificasse un prezzo così diverso. "Visto che non comprendete la differenza fra i due cavalli, sarà meglio provarli così potrete vedere più chiaramente perché hanno un valore tanto diverso l'uno dall'altro". Li fece montare da due fantini e li fece girare alcune volte intorno al cortile del palazzo. Nemmeno dopo questa prova i cortigiani riuscirono a capire la differenza di valore fra i due cavalli e allora il principe spiegò: "Avrete certamente notato che mentre correvano uno dei due non lasciava quasi traccia di polvere dietro di sé, mentre dietro all'altro la polvere si sollevava grossa come nuvole. E' per questo che il primo ha un valore doppio dell'altro, perché fa il suo dovere senza sollevare tanta polvere".

Parola di Dio: Is. 55,10-11; Sal. 33; Mt. 6,7-15

 

Vangelo Mt 6, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe". Parola del Signore

 

“PADRE NOSTRO…”. (Mt. 6,9-13)

Tertulliano dice che il «Padre nostro» occupa il centro del discorso della montagna, quasi a darci «la sintesi di tutto il Vangelo. La prima parola è abbà (papà). Gesù compie una vera e propria rivoluzione religiosa rispetto alla tradizione ebraica di non nominare neppure il nome santo di Dio, e con questa preghiera ci coinvolge nella sua stessa intimità con il Padre. Non è che abbassa Dio; piuttosto siamo noi innalzati a Dio che sta nei cieli. Egli resta il totalmente altro che tuttavia ci abbraccia. È giusto fare la Sua volontà e chiedere che venga presto il regno, ossia il tempo definitivo nel quale sarà finalmente riconosciuta la santità di Dio. La seconda parte della preghiera riguarda la vita quotidiana. Gesù esorta a chiedere il pane, quello di ogni giorno, per farci toccare con mano la concretezza dell'amore di Dio. E poi pone sulle nostre labbra una grave richiesta: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori». Appare duro e irrealistico ammettere che il perdono umano sia modello (così come noi) di quello divino, ma nei versetti seguenti questa petizione trova una spiegazione: «Se avrete rimesso agli uomini le loro mancanze, rimetterà anche a voi il Padre che è nei cieli. Qualora non rimetterete agli uomini, neppure il Padre vostro che è nei cieli rimetterà le vostre mancanze». Questo linguaggio è incomprensibile per una società, come la nostra,nella quale il perdono è davvero raro. Ma forse proprio per questo abbiamo ancor più bisogno di imparare a pregare con il Padre nostro.

 

 

MERCOLEDI’ 20 FEBBRAIO:

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Eleuterio di Tornai; San Nemesio.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTIAMO, SIGNORE A COGLIERE I SEGNI DELLA TUA PRESENZA

 

Hanno detto: Cento volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita interiore ed esteriore, è basata sul lavoro di altri uomini, vivi e morti, e che io devo fare il massimo sforzo per dare nella stessa misura in cui ricevo. (Albert Einstein)

Saggezza popolare: Chi non può scansare il pericolo, lo affronti.

Un aneddoto: Una bella signora disse ad Einstein: “Signore, con la sua intelligenza e con la mia bellezza potremmo avere dei figli perfetti”. Al che Albert rispose: “ Signorina, non ha pensato alla possibilità che vengano con la mia bellezza e con la sua intelligenza?”.

Parola di Dio: Gn. 3,1-10; Sal. 50; Lc. 11,29-32

 

Vangelo Lc 11, 29-32

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: "Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui". Parola del Signore

 

“QUESTA GENERAZIONE CERCA UN SEGNO”. (Lc. 11,29)

Non è solo quella dei contemporanei di Gesù la generazione che cerca dei segni, ma anche noi continuamente cerchiamo segni. Corriamo volentieri dietro l’ultimo santone di turno, leggiamo i oroscopi o addirittura frequentiamo maghi per sapere il nostro futuro, ci lasciamo avvincere dall’ultimo presunto miracolo, andiamo a pregare in quella chiesa perché lì c’è quel determinato prete che “guarisce i malati”, non come in parrocchia dove si prega solo, e ci dimentichiamo dell’unico vero segno che  è Gesù Cristo, morto e risorto per noi. E’ Gesù la salvezza, il perdono, la  guarigione vera, suoi segni sono la  Parola e i sacramenti. Non fidiamoci i troppo delle religioni-fenomeno...da....baraccone dove il piccolo segno appariscente rischia di far scomparire Gesù Cristo o di ridurlo al toccasana delle nostre necessità.

 

 

GIOVEDI’ 21 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pier Damiani, Vescovo e dottore della Chiesa; Santa Eleonora, regina

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, O SIGNORE, IL TUO AMORE E CI BASTA.

 

Hanno detto: Il segreto della creatività sta nel dormire bene e aprire la mente alle infinite possibilità. Che cos’è un uomo senza sogni? (Albert Einstein)

Saggezza popolare: Chi scherza coi pericoli, cerca lodi e trova dolori.

Un aneddoto: Sul punto di morte, Alessandro Magno convocò suoi generali e dettò le sue ultime volontà: 1) che la sua bara fosse portata sulle spalle dei medici del tempo; 2) che i tesori che aveva conquistato, oro e gioielli fossero sparsi sulle strade, verso la tomba; 3) che le sue mani fossero lasciate penzolare fuori della bara alla vista di tutti. Uno dei generali, scioccato da queste insolite volontà chiese ad Alessandro: “Qual è il motivo?”. Alessandro rispose: “Voglio che siano proprio i medici a trasportare la mia bara per dimostrare che non hanno potere di guarigione davanti alla morte. Voglio il suolo ricoperto dei miei tesori per far ricordare che i beni materiali qui conquistati, qui restano.  Voglio le mie mani al vento perché la gente veda che veniamo a mani vuote e a mani vuote andiamo via.

Parola di Dio: Est. 4,17; Sal. 137; Mt. 7,7-12

 

Vangelo Mt 7, 7-12

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti". Parola del Signore

 

“IL PADRE VOSTRO CHE E’ NEI CIELI DARA’ COSE BUONE A QUELLI CHE GLIELE DOMANDANO”. (Mt. 7,11)

Gesù, dopo averci donato il Padre nostro, torna ad insistere sulla efficacia della preghiera. Ed è molto esplicito: «Chiedete e vi sarà dato», ossia non bisogna avere dubbi circa l'esaudimento della preghiera. Del resto, come può un padre essere sordo all'invocazione dei figli? E Gesù insiste per allontanare dalla mente dei discepoli ogni minima incertezza: «Chiunque chiede ottiene e chi cerca trova». Questa convinzione però non si basa sulla qualità della nostra preghiera (ovviamente necessaria), bensì nella bontà e nella misericordia senza limiti di Dio. Gesù continua a presentare Dio come un padre affettuoso che, ovviamente, non può che dare cose buone ai suoi figli: se i padri della terra non danno pietre al posto del pane, quanto più il Padre celeste - davvero buono! - curerà e proteggerà i suoi figli! Il brano si chiude con una norma – chiamata regola d’oro - presente anche in altre tradizioni religiose: «Tutto quanto volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro». Queste parole, vissute da Gesù, acquistano la novità di un amore che non ha nessun limite: egli ci ha donato il suo amore senza pretendere alcun contraccambio da parte nostra.

 

 

VENERDI’ 22 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Festa della Cattedra di Pietro; Santa Margherita da Cortona.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO IN DIO, PADRE, FIGLIO E SPIRITO SANTO

 

Hanno detto: Il grande amore ci fa paura perché ci mette in una situazione di pericolo, perché si diventa vulnerabili, si perde la corazza che abbiamo nei confronti del mondo. Perché in amore si dà tutto, e si può perdere e perdere tutto. (Amiel Lafayre)

Saggezza popolare: Dall’albero del silenzio pende per frutto la tranquillità.

Un aneddoto: Eccolo li', davanti al suo PC. Sembra che sia nato lì, davanti a quella scatola magica.  Io faccio una fatica che non ti dico per comprendere qualcosa di Word, Windows, cache, memoria RAM ecc. e lui manovra il tutto come io scrivo con la mia stilografica.  Penso, spesso, cosa sarà domani di questa generazione che cammina a braccetto con il PC. Riuscirà a dominarlo e si farà dominare da lui?

Parola di Dio: Nella festa della cattedra di Pietro: 1Pt. 5,1-4; Sal. 22; Mt. 16,13-19

 

Vangelo Mt 16, 13-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Parola del Signore

 

“VOI CHI DITE CHE IO SIA?”. (Mt. 16,15)

Partecipando una volta ad una preghiera di esorcismo mi resi conto che il sacerdote incaricato quasi con insistenza richiedeva a tutti noi di rinnovare la nostra fede recitando il Credo, rinnovando le promesse battesimali, chiedendo apertamente se credevamo in Gesù. Quando ebbi occasione di parlargli personalmente gli chiesi il perché. Mi rispose con semplicità disarmante: “Il male ha paura di chi crede in Dio in Gesù, nello Spirito Santo e anche nella famiglia dei figli di Dio, perché sa che lì sta la forza a cui non può che sottomettersi”. Gli obbiettai: “Noi cristiani tutte le domeniche diciamo il credo, come mai allora il male ha ancora un così grande spazio in mezzo a noi?”. “Proprio perché il Credo lo diciamo soltanto” mi rispose. E non posso che dargli ragione. Può essere vero che il credo è formulato in maniera difficile, ma ci rendiamo conto che quando diciamo questa preghiera noi affermiamo di credere in un solo Dio? Gioiamo perché egli è nostro Padre, crediamo davvero che Gesù è vero uomo e vero Dio, che ci ha redento, che è morto e risorto, che tutte le parole che ci ha detto sono vere e parole di vita? Crediamo che lo Spirito Santo c’è e funziona davvero nella comunità dei credenti? Pietro ha davvero fede quando lascia parlare il cuore e lo Spirito Santo che è in lui; quando ragiona solo con la sua testa e si fida solo delle sue forze diventa lui stesso il diavolo per Gesù, il tentatore che cerca di allontanarlo dalla volontà di Dio. Proviamo oggi a sentire la domanda di Gesù rivolta direttamente a noi nelle situazioni di vita che la giornata ci presenterà e proviamo a vedere qual è la nostra risposta di fede quando ad esempio si tratta di vedere di dedicare un po’ di tempo ad una persona magari un po’ pesante, quando si tratta di fare qualche servizio non troppo piacevole, quando ci si può arrabbiare o si può sorridere.

 

 

SABATO 23 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Policarpo, vescovo e martire; Santa Romana di Todi.

Una scheggia di preghiera:

 

GUARDO A TE CHE SEI MISERICORDIA E CERCO DI IMPARARE.

 

Hanno detto: Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi conoscendola la chiama bugia è un delinquente. (Bertolt Brecht)

Saggezza popolare: Bevi del buon vino e lascia andare l’acqua al mulino.

Un aneddoto:  Il mio vicino va tutte le sere in palestra per "buttar via - come dice lui - un po' di pancia". Prende l'ascensore per salire in ufficio, usa l'auto anche per andare ad imbucare una lettera alla posta, non l'ho mai visto a piedi per strada. Basterebbe che mangiasse un po' meno, rinunciasse all'ascensore e lasciasse in garage l'auto. C'e', in questo mondo mal governato, chi vuol buttar via la pancia e chi vorrebbe riempirla con qualcosa...

Parola di Dio: Dt. 26,16-19; Sal. 118; Mt. 5,43-48

 

Vangelo Mt 5, 43-48

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste". Parola del Signore

 

“MA IO VI DICO: AMATE I VOSTRI NEMICI E PREGATE PER I VOSTRI PERSECUTORI”. (Mt.5,44)

Il discorso della montagna affronta il tema della giustizia di Dio. L'antica legge del taglione, che pure cercava di regolare la vendetta perché non fosse illimitata e implacabile, viene abrogata da Gesù. Il suo intento è sconfiggere in radice la vendetta e scongiurare l'inarrestabile spirale di violenza. Il male, infatti, mantiene tutta la sua forza, anche se lo si distribuisce equamente. L'unico modo per sconfiggerlo è eliminarlo là dove nasce. La via del superamento proposta da Gesù è quella di un amore sovrabbondante. Il male non si vince con altro male, ma con il bene. Tutto, insomma, viene capovolto: il discepolo non solo bandisce la vendetta dal suo comportamento, ma deve porgere l'altra guancia. Non è ovviamente una nuova regola, né tantomeno un atteggiamento masochista. È piuttosto un nuovo modo di vivere tutto centrato sull'amore. È l'amore che rinnova il cuore e che rende nuova la vita. Se uno ama offre anche il mantello a chi glielo chiede ed è pronto a compiere anche il doppio dei chilometri a chi gli domanda compagnia. L'amore, il primo dei comandamenti, è il cuore della vita del discepolo e della Chiesa. Gesù giunge sino al paradosso di amare anche i nemici. Tale sconvolgente novità egli l'ha praticata per primo: dall'alto della croce prega per i suoi carnefici. Un amore così non viene da noi, nasce dall'alto. È il Signore che ce lo dona, per questo può chiedere: «Siate perfetti come il Padre vostro celeste».

 

 

DOMENICA 24 FEBBRAIO: 2^ DOMENICA DI QUARESIMA C

Tra i santi ricordati oggi: San Modesto, vescovo; San Sergio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE E’ PAROLA DI VITA ETERNA.

 

Hanno detto: L’infinito non conserva altro che l’amore, perché l’amore è a sua immagine e somiglianza. (Gibran)

Saggezza popolare: E’ meglio vivere schiavo presso colui che si ama, piuttosto che libero tra i giardini di colui che si odia. (Proverbio persiano)

Un aneddoto: Ho visto un uomo tra due poliziotti. Veniva condotto in prigione. Ho pensato:"Chissà cosa avrà commesso per meritarsi questo". 

Poi mi sono visto io tra i due poliziotti e non mi sono chiesto più nulla. Vi sono mille ragioni perché io potrei essere al posto dell'ammanettato.

Parola di Dio: Gn. 15,5-12.17-18; Sal. 26; Fil. 3,17-4,1; Lc. 9,28-36

 

Vangelo Lc 9, 28-36

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: “Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo”. Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Parola del Signore

 

PIETRO DISSE A GESÙ: “MAESTRO, E’  BELLO PER NOI STARE QUI”. (Lc. 9,33)

Pietro fa l’errore che facciamo anche noi tante volte. E’ talmente preso dalla luce della Trasfigurazione che vuole fermarsi ad essa senza accogliere il Cristo totale che è trasfigurato nella gloria sul monte ma che è trasfigurato dal dolore redentore sul calvario. Non per niente Trasfigurazione e morte di Cristo avvengono su un monte: Tabor e Calvario vanno insieme. Se vuoi salire a Dio con Gesù devi salire entrambe le montagne. Anche una equilibrata spiritualità deve tener conto di questi due aspetti inscindibili. Il cristianesimo non è solo croce (“soffri qui, per gioire nell’aldilà”) e non è neanche solo gita amena al se­guito di uno che dà soltanto soddisfazione a tutti i tuoi desideri, non è solo un Dio che perdona sempre dimenticando che è anche un Dio giusto ed esigente. Cristo non lo si può prendere o accettare solo per quello che “ci piace”, Gesù è rivelazione e mistero, felicità e fatica, gloria e croce.

 

 

LUNEDI’ 25 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Cesario; San Donato di Zara.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI IL DIO LENTO ALL’IRA E PIENO DI MISERICORDIA.

 

Hanno detto: La scienza senza religione è zoppa; La religione senza scienza è cieca. (Einstein Albert)

Saggezza popolare: Amore e odio sono parenti consanguinei. (Proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Tra distrazioni e disattenzioni spesso è proprio in casa, tra persone care che ci si ascolta di meno. Un bambino, dopo una lezione scolastica sugli arabi ritorna a casa e chiede al padre che è presissimo con la lettura del solito quotidiano e "Papà ma l'Arabia dove si trova?" e il padre con fare di chi non vuole essere distratto "Chiedilo alla mamma, è lei che mette in ordine la casa".

Parola di Dio: Dn. 9,4-10; Sal. 78; Lc. 6,36-38

 

Vangelo Lc 6, 36-38

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio". Parola del Signore

 

“SIATE MISERICORDIOSI COME E’ MISERICORDIOSO IL PADRE VOSTRO”. (Lc. 6,36)

Gesù continua a indicare la vera via della felicità e della pace. Pronuncia delle parole mai dette da nessuno: «Amate i vostri nemici, e fate del bene a coloro che vi odiano». Sono parole davvero estranee alla cultura di questo mondo e, per questo, anche sbeffeggiate. Si dice anche che sono affermazioni belle ma non certo realistiche. Eppure, solo in queste parole il mondo può trovare salvezza, motivi per bloccare le guerre e, soprattutto, impulso a costruire la pace e la convivenza tra gli uomini e tra i popoli. Per Gesù non ci sono più nemici da odiare e da combattere. Per lui - e quindi per ogni discepolo - ci sono solo fratelli e sorelle da amare, semmai da correggere, e comunque sempre da aiutare nel cammino della salvezza. Dio, per primo, si comporta con misericordia e benevolenza verso tutti, anche verso gli ingrati e i malvagi. E Gesù presenta ai discepoli di ogni tempo un ideale che è alto come il cielo: «Siate misericordiosi, com'è misericordioso il Padre vostro». Non è un'esortazione morale; è uno stile di vita. Da questo dipende la nostra stessa salvezza.

 

 

MARTEDI’ 26 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Nestore, vescovo; San Porfirio, vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICACI, O SIGNORE, DALL’IPOCRISIA E DALLA FALSITA’

 

Hanno detto: Nessun problema può essere risolto congelandolo. (Winston Churchill)

Saggezza popolare:

Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero. (Proverbio Arabo)

Un aneddoto: C’era una volta una gara di ranocchi che dovevano raggiungere la cima di una collina. Si radunò molta gente per vedere e a fare il tifo.  La gente nel guardarle arrancare commentava: “” Che pena! non ce la faranno mai!”. Le rane poco alla volta cominciarono a desistere, tranne un ranocchio che continuava a cercare di raggiungere la cima. La gente continuava: “Che pena! non ce la faranno mai!” Alla fine tutti desistettero tranne il ranocchio che da solo con grandi sforzi raggiunse alla fine la cima. Tutti gli chiesero come avesse fatto a vincere, ma non rispose perché era sordo! … morale della favola: non ascoltare le persone che hanno la pessima abitudine di essere negative.  Sii sempre positivo e sempre sordo quando gli altri ti dicono che non puoi realizzare i tuoi sogni!

Parola di Dio: Is. 10.16-20; Sal. 49; Mt. 23,1-12

 

Vangelo Mt 23, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì'' dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato. Parola del Signore

 

“SULLA CATTEDRA DI MOSE’ SI SONO SEDUTI SCRIBI E FARISEI. QUANTO VI DICONO FATELO, MA NON FATE SECONDO LE LORO OPERE PERCHE’ DICONO E NON FANNO”. (Mt. 23,2-3)

Ricordo ancora con un senso di malessere (e questo dice quanto la mia pelle sia delicata) la volta in cui un uomo, con vera rabbia, sapendomi prete mi buttò addosso più o meno queste parole: “Voi preti, con tutta la ben compaginata congerie delle vostre istituzioni religiose e con tutte le beghine che vi corrono dietro col vostro pieno benestare, siete con la vostra religione la più grossa  ipocrisia della terra. Voi, con il vostro amore sdolcinato, con i vostri riti addormenta popoli, con la presunzione di un futuro a cui nemmeno voi credete anestetizzate la gente, la alienate dalla vita. Voi avete messo in croce il vostro Dio quando è venuto in terra, ed ora vi fate passare come salvatori dell’umanità mentre, invece, la sfruttate solo per i vostri interessi. Vi atteggiate a religiosi per nascondere le insicurezze e le pochezze del vostro essere uomini”. La prima reazione fu quella di rispondere con altrettanta veemenza, con ironia e cattiveria, spostando il discorso sulla vita personale di quell’uomo che conoscevo non essere troppo onesto né troppo coerente, ma, grazie a Dio, quella volta lo Spirito ebbe  il sopravvento sulla mia umanità, ebbi così tempo di ripensare più volte a quelle frasi e, sfrondandole della carica di emotività, prenderle per quello di valido esse avevano da insegnarmi. E’ vero che la religione può essere o la più grande elevazione dell’uomo o la maschera per nascondere i suoi problemi; può, di conseguenza, diventare o liberazione  o tecnica raffinata di potere da parte di qualcuno per rendere schiavi gli altri. Se la religione è abitudine, ritualismo, facile forma consolatoria, cauterio per alleviare i dolori delle ferite della vita, se addormenta attraverso una lettura più o meno fatalistica della vita, se proietta solo verso un ipotetico futuro allontanando dal presente, se ha una visione negativa della realtà e in essa vede solo male e peccato, se intristisce l’uomo, se gioca sulle sue paure, se genera realtà di masochismo morale o materiale… non è fede e non è espressione del rapporto tra Dio e l’uomo, tantomeno può essere religione di Cristo, ma solo forma ipocrita per nascondersi il reale e forma ancora più ipocrita della casta dei religiosi per consolidare il proprio potere. Se, invece, la religione parte non solo dall’uomo, ma da Dio che si è fatto uomo, che ha stabilito Lui il rapporto con l’uomo aprendogli l’accesso, se la religione, quindi, porta l’uomo ad essere più uomo perché lo rispetta nella sua costituzione di Figlio di Dio amato da Lui, se vede il creato come luogo di questo incontro e di questa risposta, se dà senso al suo rapportarsi con le cose e soprattutto con le persone attraverso il comandamento dell’amore inteso non come melensa accozzaglia di sentimenti, ma come ricerca fattiva del bene dell’altro, se porta a vedere Dio non come concorrente contro la nostra felicità, ma come fonte della nostra gioia, allora è fede, è cristianesimo. Dovremmo tutti, e spesso, dalla gerarchia fino a ciascuno di noi, fare un attento esame di coscienza per debellare ogni ipocrisia religiosa: è il male più grave che poco per volta soffoca la fede.

                                                                                                                       

 

MERCOLEDI' 27 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Leandro, vescovo; Santa Onorina, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SERVIRE PER AMORE, SENZA BRONTOLARE

 

Hanno detto: Tu, alla fin fine, non sei che un minuscolo essere nel tuo mondo. (Tolkienn J.R.R.)

Saggezza popolare: Ciò che era ottimo, una volta corrotto, diventa pessimo. (detto Latino)

Un aneddoto: C'era una volta un uomo che viveva una vita normale. Pensava di non essere stato cattivo, ma neppure di essere stato un santo. Un giorno Gesù toccò il suo cuore e quest'uomo lo accettò come suo Signore e Salvatore. Sentì tanta gioia che promise al Signore di parlare di Lui a tutte le persone che avrebbe incontrato e che avrebbe portato almeno 100 persone a questa cosa grande che aveva trovato. Ma quest'uomo subito si accorse che portare persone a Cristo non era una cosa facile da fare. La maggior parte dei suoi amici pensava che fosse impazzito e si allontanava da lui.  A volte voleva ritirarsi dalla sua promessa ma continuò a raccontare a chi gli era possibile della buona novella del vangelo e come lo aveva cambiato riempiendolo di tanta pace e gioia.  Poi un giorno quest'uomo morì e si trovò in una stanza, con tutte le cose che aveva fatto e detto durante la sua vita: tutte le cose cattive che aveva fatto, tutti i brutti pensieri che aveva avuto, ritornati a lui come un lampo in un momento di tempo. Poi vide una visione di sé, nel giorno in cui la salvezza l'aveva toccato, quando aveva promesso a Gesù che avrebbe portato a Lui almeno 100 persone. L'uomo cadde in ginocchio piangendo.  Allora Gesù si avvicinò a lui e gli disse: "Alzati figliolo e dimmi: perché piangi?". L'uomo rispose: "Signore ho commesso tutte queste cose terribili nella mia vita, e ti ho detto perfino bugie!". Il Signore lo guardò chiedendogli: "Quando mi hai detto bugie?". "Ti avevo promesso di portare 100 persone a te Signore. E anche se ho provato non sono riuscito a portarne nemmeno una alla salvezza! Non ho mantenuto la mia promessa e ho detto bugie a Te".  Allora Gesù gli sorrise, gli asciugò le lacrime sul viso, e gli disse: "Figliuolo, tu non hai rotto la tua promessa con me". "Ma Signore, non ho portato neanche una persona a te!!!". Gesù rispose: "Mio figliuolo, ti ricordi quel giorno quando ti sei seduto al ristorante e hai mangiato ringraziando il Padre per il cibo? C'era una donna seduta in quel ristorante, era malata di peccato. Anche se ho provato tante volte a toccare il suo cuore, lei mi aveva sempre ignorato. Pensava di ritornare a casa per togliere la vita a sé stessa e a quella dei suoi figliuoli. Ma questa signora ti ha visto pregare e le si è aperto il cuore. Una porta si aprì nel suo cuore e mi lasciò entrare. La signora andò a casa e invece di togliersi la vita accettò me chiedendomi di diventare il Signore della sua vita. Uno dei suoi bambini diventò un presbitero santo e guidò molte anime a me. Quindi mio figliuolo sii felice, tu hai mantenuto la tua promessa. Il tuo piccolo consistente atto di fede guidò non 100 ma 100.000 persone a me!".  L'uomo prese coraggio, ma ancora si sentiva colpevole: "Mio Dio, e tutte le altre cose brutte che ho fatto?". Gesù sorrise dicendo: "Ho pagato il prezzo io per te: vedi le mie mani e i miei piedi trafitti, il mio costato perforato, il mio capo grondante sangue per te, tutto il mio corpo flagellato? Tutti e due abbiamo mantenuto la promessa!".

Parola di Dio: Ger. 18,18-20; Sal.30; Mt. 20,17-28

 

Vangelo Mt 20, 17-28

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i Dodici e lungo la via disse loro: «Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli soggiunse: «Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio». Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti». Parola del Signore

 

“CHI VORRÀ DIVENTARE GRANDE TRA VOI SI FARÀ VOSTRO SERVO, APPUNTO COME IL FIGLIO DELL’UOMO”. (Mt. 20,27—28)

Nella Chiesa ci sono molti compiti. Ad esempio chi è chiamato ad essere attento ai malati, chi è ministro di Eucaristia, chi è suora, chi prete, vescovo, papa... C’è il pericolo che questi ruoli siano considerati degli “onori”, dei posti di prestigio. Gesù invece parla unicamente di servizio. E ci dà il suo esempio: Lui, il Signore si è abbassato fino a noi, non ci fa pesare la sua grandezza, la sua potenza ma si avvicina con umiltà e bontà alle nostre ferite, ci lava i piedi, si carica sulle spalle le nostre croci, non punta il dito accusatore ma apre le braccia della misericordia. E dice a noi di fare lo stesso. Il più grande onore per un cristiano è di essere servo.

 

 

GIOVEDI’ 28 FEBBRAIO

Tra i santi ricordati oggi: Fedele, martire; San Ferruccio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’ INSEGNACI AD AMARE PERCHE’ E’ BELLO AMARE.

 

Hanno detto: Fa il massimo nel grande mondo di Dio  chi fa del suo meglio nel proprio mondo. (Thomas Jefferson)

Saggezza popolare: E’ meglio pace certa che vittoria separata.

Un aneddoto: Lo straniero (Jules Beaulac, liberamente tradotto) Arrivava da non si sa dove; lui stesso non se lo ricordava. Aveva camminato tanto e per tanto tempo, a giudicare dal suo sguardo fisso, dalle sue labbra secche e dalla sua barba lunga di più giorni. I suoi vestiti erano neri di polvere e la sua pelle ancor più sporca. Non camminava più, ma ondeggiava di qua e di là. Non aveva più sembianze. Solo lui conosceva il bruciore che gli torceva lo stomaco, tanto aveva fame... i crampi che gli mordevano i polpacci, tanto aveva camminato... il dolore che gli rompeva la testa, tanto il sole gliela aveva picchiata. Non aveva dormito da giorni e notti ormai, aveva mangiato qualcosa a malapena, bevuto un po'... Ora, davanti a lui un paese: si augurava di trovare un cuore compassionevole. Entrò nel negozio di un fruttivendolo e domandò la "carità" di una arancia o di una mela. - Hai i soldi? - No, signore, ma sto morendo di fame...- Niente soldi, niente frutta! Qui, non si fa credito. Vai a cercare altrove! Bussò alla porta di una casa privata. La proprietaria, vedendo quella specie di accattone, non aprì la porta... tantomeno il cuore! Si stava facendo notte, anche per la sua speranza. Come ultimo tentativo andò a suonare all'ufficio parrocchiale... più e più volte. Finalmente, una donna aprì prudentemente la porta e, senza lasciar tempo a parole, gli disse: - Mi dispiace, signore, non riceviamo più nessuno, l'ora d'ufficio è passata. Se volete qualcosa ripassate domani all'ora indicata sulla targhetta. Non ebbe il tempo di rispondere che la porta era di già sbarrata. - Possibile che la carità sia programmata?...  si disse tra sé e sé. Proprio vicino alla casa parrocchiale c'era una villa con un grande portico ombreggiato e una signora che si dondolava beatamente al fresco: - Signora, avreste qualcosa da mangiare e un angolo in casa vostra per dormire? Non aveva ancora finito di domandare, che si sentì folgorare dallo sguardo: - Sappiate, signore, che io non faccio la carità a tipi come voi! Andate via a lavarvi! E poi andate a lavorare come fan tutti! A parte questo, io ho già le mie buone opere da fare, i miei poveri. Sono una donna buona, io, e una buona cristiana! Capì che anche lì non avrebbe ottenuto niente. Ma il cervello si arrovellava: ma che razza di cristiani fabbrica questo paese. Riprese la sua strada trascinando i piedi: era troppo affaticato e... scoraggiato. Non ci sarebbe stato proprio nessuno su questa terra a dargli vitto e alloggio? Avanzava lentamente, sentiva il cuore stringersi, e le lacrime tiepide rigargli le gote... All'improvviso si sentì chiamare: - Ehi, tu! Come sei conciato! Si direbbe che hai camminato per tutta la terra, senza mangiare, senza lavarti e senza riposarti! Mi fai un po' pena! Dai, fermati, entra da me e lasciati vedere!  Non credeva alle sue orecchie. La speranza gli diede la forza di alzare gli occhi e guardare chi lo aveva apostrofato: Dio mio, chi poteva essere? E adesso, che fare?... Capelli neri, ricci come il mantello di un montone, maschera di cipria, trucco pesante, mascara agli occhi... labbra laccate di rosso, una camicetta abbondantemente scollata e una mini-minigonna! Capì subito che aveva a che fare con la "maddalena" del villaggio. Senza nemmeno rendersi conto, si ritrovò a tavola, davanti ad una minestra e ad una bistecca saporita mentre dalla stanza gli arrivavano effluvi di incenso e chissà quanti altri profumi e unguenti: come era bello mangiare dopo così tanto tempo! Appena finito, si ritrovò sapone e asciugamano in mano e sentì gorgogliare l'acqua tiepida nella vasca da bagno. Ah! che bello sentirsi finalmente pulito! Lei gli infilò una camiciola uscita da chissà dove e lo mandò a dormire dopo avergli preparato una tisana. Sprofondò in un sonno di piombo. Mentre dormiva, la "Maddalena" si accese la ventesima sigaretta e vuotò il sesto bicchiere di cognac... In lei, pensieri diversi la paralizzavano per la sorpresa: - Poveretto, faceva davvero pena! Non lo potevo lasciar passare, bisognava che facessi qualcosa... Ho dato quello che potevo. Tu, Gesù, che dall'alto del tuo paradiso sai tutto, hai visto quello che è successo questa sera. Spero che te lo ricorderai quando alla fine della vita, sarò davanti a te... Certo, io non vado alla Messa: i devoti si scandalizzerebbero. Le mie "buone opere" non sono nel catalogo delle "signore perbene"! I benpensanti non passano davanti alla mia casa, molti entrano da dietro! Però tu sai che in fondo in fondo ti voglio bene, e io so che tu mi ami, come hai amato una come me che ti ha asciugato i piedi tanto tempo fa'. So che un giorno tu mi cambierai cuore e vita…Tirò l'ultimo sbuffo di fumo di sigaretta dalle narici, scolò il bicchiere già vuoto e si alzò per andare a letto: l'animo era tranquillo come non mai. Si addormentò del sonno dei giusti.  La sua era stata veramente una buona giornata!

Parola di Dio: Ger. 17,5-10; Sal. 1; Lc. 16,19-31

 

Vangelo Lc 16, 19-31

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: "C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvedranno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi". Parola del Signore

 

“SE NON ASCOLTANO MOSE’ E I PROFETI, NEANCHE SE UNO RISUSCITASSE DAI MORTI SAREBBERO PERSUASI”. (Lc. 16,31)

il diavolo, nelle tentazioni a Gesù gli diceva: “Se sei Figlio di Dio, dimostralo con qualche segno straordinario e tutti ti crederanno”. Qui il ricco all’inferno pensa che una apparizione di un morto metta una tale paura da produrre fede. Ma non è così. Dio non vuole imporsi all’uomo attraverso segni che riducono l’uomo o alla paura o all’annientamento della sua libertà. Dio è sempre una proposta, mai un’imposizione. Dio non lo si deve trovare per paura (sarebbe una proiezione delle nostre paure nel vano tentativo di superarle con Dio-pasticca-anti-paura) ma lo si incontra con la fatica della ricerca, nella scoperta dell’amore, nell’atto fiducioso di abbandono a Lui. Proviamo in questa giornata a cogliere i segni normali della sua presenza in mezzo a noi.

     
     
 

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