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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

GENNAIO 2013

 

 

MARTEDI’ 1 GENNAIO:  MARIA SANTISSIMA, MADRE DI DIO

Tra i santi ricordati oggi: San Fulgenzio, vescovo; Santa Franca; San Guglielmo da Volpiano.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTO SEI TU, DIO DELL’UNIVERSO E PADRE NOSTRO

 

Hanno detto: Tutte le cose che ora si credono antichissime furono nuove un tempo. (Tacito)

Saggezza popolare: L'inverno é la stagione in cui la gente cerca di tenere la casa calda come era d'estate, quando si lamentava per il caldo.

Un aneddoto: Mia mamma aveva modi di fare e di dire molto semplici che qualche volta ti lasciavano perfino perplesso: Quando morì un suo fratello l’accompagnammo alla sepoltura durante la quale si commosse e anche pianse. All’uscita del Camposanto, dopo essersi fatta il segno di croce disse i dialetto: “Anche questa l’abbiamo fatta”. Subito mi venne voglia di sorridere e stavo per dirle: “Ma dai, mamma, sembra quasi che dici di aver fatto per dovere una cosa così difficile!” Ma poi mi trattenni e cominciai a capire la fede profonda che c’era dietro a quella parole apparentemente irridenti: “Il Signore mi ha chiesto di passare attraverso questo lutto, ma Lui mi ha dato la forza per farcela”.

Parola di Dio: Nn. 6,22-27; Sal. 66,2-3.5-6.8; Gal. 4,4-7; Lc. 2,16-21

 

2^ Lettura (Gal. 4, 4-7)

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati.

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio. Parola di Dio

 

“SE SEI FIGLIO, SEI ANCHE EREDE PER VOLONTA’ DI DIO.” (Gal. 4,7)

Quante volte tra stanotte e oggi abbiamo sentito la parola: “Auguri!”. Per la convenzione dell’inizio del nuovo approfittiamo per dirci (speriamo sinceramente) il bene che ci auguriamo a vicenda. Ma il vero augurio per oggi, per l’anno nuovo è proprio Maria a farcelo: essa donandoci Gesù ci dà la benedizione stessa di Dio. La benedizione dell’Antico testamento che abbiamo ascoltato: “Ti benedica Dio e ti protegga, faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio”, viene completata da Maria in modo stupendo, in quanto mostrandoci il volto di suo Figlio Gesù, concretizza la benedizione stessa: è Gesù la benedizione di Dio per ciascuno di noi. E’ una benedizione, un augurio ben più importante di quello che oggi ci facciamo tra di noi: “Ti vada bene!”, oppure: “Mangia zampone e lenticchie, avrai  fortuna e  denari”, “Mettiti le mutande rosse, farai grandi conquiste”. La benedizione di Dio concretizzata in Gesù è: “Che il Signore possa dire bene di te!”. Il Signore ha detto bene di Maria in quanto Lei era totalmente sua ed ha potuto così fare “cose grandi in lei”. Dio può dire altrettanto bene di me? Mi trova disponibile per poter, nel tempo che mi regala, operare cose grandi in me?

 

 

MERCOLEDI’ 2 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santi Basilio e Gregorio Nazianzeno; Sant’ Adalardo di Corbie.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTA LA TERRA HA VEDUTO LA SALVEZZA DEL SIGNORE.

 

Hanno detto: Non puoi attraversare il mare semplicemente stando fermo e fissando le onde. Non indulgere in vani desideri. (Rabindranath Tagore)

Saggezza popolare: Prova a guardare il mare; il mare nudo e crudo. Ed ora prova ad aggiungervi barche e bagnanti, aurore e tramonti, tempeste e bonacce. Quando guardi qualcosa non ti arrestare a ciò che vedi al primo colpo d'occhio: aggiungi tante cose con la tua fantasia. Avrai la vita a colori.

Un aneddoto: Davvero devo ringraziare il Signore perché nel cammino della mia vita mi ha permesso di incontrare persone meravigliose: Per un certo periodo ho avuto più volte occasione di mangiare con un anziano vescovo missionario: Era stato vescovo per più di 40 anni, in Africa. Il suo arcivescovado non era neppure una casa, ma una tenda di beduini. Era tornato in Italia perché gravemente malato (morì nell’arco di un paio d’anni). Mi diceva: “Quanti passi ho fatto nella mia vita per andare dai miei cristiani, a volte si stava in giro per mesi interi. Oggi non riesco quasi più neanche a star dritto. Però dai miei cristiani ci vado ancora, con la preghiera, tutti i giorni”. Quanti anziani che non possono fare più quello che vogliono, potrebbero “visitare i fratelli con la preghiera”.

Parola di Dio: 1Gv. 2,22-28; Sal. 97; Gv. 1,19-28

 

Vangelo Gv 1, 19-28
Dal vangelo secondo Giovanni.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: "Chi sei tu?". Egli confessò e non negò, e confessò: "Io non sono il Cristo". Allora gli chiesero: "Che cosa dunque? Sei Elia?". Rispose: "Non lo sono". "Sei tu il profeta?". Rispose: "No". Gli dissero dunque: "Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?". Rispose: "Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia". Essi erano stati mandati da parte dei farisei. Lo interrogarono e gli dissero: "Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?". Giovanni rispose loro: "Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo". Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Parola del Signore

 

“IN MEZZO A VOI STA UNO CHE NON CONOSCETE”. (Gv. 1,27)

La prima persona che si incontra nel Vangelo di Giovanni è il Battista, uomo giusto e austero. Vive nel deserto, lontano dalla capitale religiosa e politica. Eppure, in molti vanno da lui per ricevere un battesimo di penitenza ed essere così rigenerati. Tutti lo stimano, al punto da indicarlo come il Messia, o come Elia, o comunque come un grande profeta. Egli si schernisce e insiste nel dire: «Non sono il profeta, non sono il Messia». Di se stesso dice solo: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: raddrizzate la via del Signore». E cos’è una voce? Poco più che nulla. Eppure le parole che il Battista pronuncia non sono vane: Sono parole vere che giungono sino al cuore. Questa è la sua forza: una forza debole, che riesce però a toccare il cuore di chi lo ascolta. Giovanni è figura dei testimoni del Vangelo, potremmo dire figura della stessa Chiesa: essere cioè una voce che indica agli uomini Gesù. Giovanni non si appartiene, non è (e non vuole essere) al centro della scena; egli indica un altro: il Signore. Nella nostra comunità è così? Siamo tutte persone gioiose che si indicano le une alle altre il Signore?

 

 

GIOVEDI’ 3 GENNAIO: Santissimo nome di Gesù.

Tra i santi ricordati oggi:Santa Genoveffa, vergine; San Fiorenzo, vescovo; Sant’Antero, papa.

Una scheggia di preghiera:

 

AGNELLO DI DIO CHE TOGLI I PECCATI DEL MONDO, ABBI PIETA’ DI NOI.

 

Hanno detto: Niente è più pericoloso d'un grande pensiero in un piccolo cervello. (Hippolyte Adolphe Taine)

Saggezza popolare: Il dolore è come un tesoro. Lo si mostra solo agli intimi. (Prov. Maltese)

Un aneddoto: E' una buona norma di igiene orale pulirsi i denti dopo ogni pasto. Ma... stavo pensando - se potessimo pulire anche le parole che pronunciamo, quanto sarebbe più bello e pulito il mondo intero.

Parola di Dio: 1Gv.2,29-3,6; Sal 97; Gv. 1,29-34

 

Vangelo Gv 1, 29-34
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: "Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele". Giovanni rese testimonianza dicendo: "Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio". Parola del Signore

 

“ECCO L’AGNELLO DI DIO, ECCO COLUI CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO”. (Gv. 1,29)

Giovanni Battista vede venire Gesù verso di sé. In effetti, prima che siamo noi ad andare verso Gesù, è lui che viene verso di noi. E lui che avanza e scende nella nostra vicenda umana. E appare diverso da come noi lo vorremmo. L’evangelista Giovanni, richiamandosi ai brani del "Servo sofferente di Dio", l’Innocente che porta su di sé il peccato dell’umanità (cfr Is 42, 1-4; 52, 13—53, 12), presenta Gesù come l’Agnello-Servo che toglie le colpe degli uomini con la sua parola e con la sua verità e l’Agnello pasquale che comunica loro la vita nuova con la sua sofferenza e la sua morte in croce (cfr Es 12, 1-28; 1Gv 1, 7). Con l’espressione "il peccato del mondo", Giovanni non intende tanto un peccato particolare e neppure la totalità dei peccati, ma quella mentalità sbagliata del mondo che si oppone a Dio e che costituisce la causa di ogni peccato e del rifiuto di Dio. Di conseguenza, il Cristo non assumerà la funzione del Messia politico trionfatore, ma quella del Messia umile e sofferente, che non conoscerà successi e non sarà capito dagli uomini. Quando tu incontri una persona vorresti che corrispondesse ai tutti i tuoi desideri su di lei, però tu riuscirai a comunica con questa persona solo quando la accetterai così com’è e lei accetterà te come sei. Con Gesù siamo sicuri che ci accetta come siamo perché  è Lui che è sceso fino a noi ma noi accettiamo Lui così com’è?

 

 

VENERDI’ 4 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Celso, vescovo; Santa Elisabetta di Seton.

Una scheggia di preghiera:

 

DI TE HA SETE, SIGNORE, L’ANIMA MIA.

 

Hanno detto: La reputazione di un uomo è come la sua ombra: gigantesca quando lo precede, di proporzioni minuscole quando lo segue. (Périgord C. Maurice Talleyrand)

Saggezza popolare: Muoversi per non far niente è sempre meglio che stare fermi.  (Detto degli Abchasi)

Un aneddoto: Mia Moglie non lavora, è casalinga... C'e' ancora chi ha in testa simili, distorti pensieri e non si rende conto dei chilometri percorsi da una casalinga con il lavare, lo stirare, il bambino da andare a portare e riprendere all'asilo, la spesa al supermercato, la lettera da imbucare, le scarpe da ritirare dal calzolaio, la corsa alla banca, il saluto alla vecchietta accanto, l'erba da tagliare in giardino, i calzini da rattoppare, la cera da dare al pavimento... Mia Moglie non lavora...Che idea!

Parola di Dio: 1Gv. 3,7-10; Sal. 97; Gv. 1,35-42

 

Vangelo Gv 1, 35-42
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l'agnello di Dio!". E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: "Che cercate?". Gli risposero: "Rabbì (che significa maestro), dove abiti?". Disse loro: "Venite e vedrete". Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)" e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)". Parola del Signore

 

“CHE CERCATE?” (Gv. 1, 37)

Due discepoli di Giovanni si staccano dal gruppo e si mettono a seguire Gesù. Evidentemente sono stati colpiti dalle parole del Battista. Accade così per ogni incontro con il Signore. C'è sempre una parola che colpisce il cuore, all'origine di qualsiasi esperienza religiosa. Quei due hanno intuito che quell'uomo è davvero colui che aspettano, colui di cui hanno bisogno. Vale perciò la pena di andare con lui. Fanno un po' di strada, dopo di che Gesù si accorge di loro, si volta indietro e chiede: “Che cercate?”. Sono le prime parole che Gesù pronuncia nel quarto Vangelo, ma è anche la prima domanda che viene posta a chiunque si avvicini al Vangelo:”Che cerchi?” o, in altri termini: “Che cosa ti aspetti dal vangelo?” E i due: “Rabbì dove stai?”. Non gli chiedono cosa insegni, che mestiere faccia, ma solo: “Dove stai?”. È la nostra domanda. E Gesù: “Venite e vedete”. E’ tutta qui la nostra fede: incontrare Gesù e stare con lui. Se ci accade la nostra vita cambia, come fu cambiato a Simone il nome.

 

 

SABATO 5 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Edoardo, Re; Santa Emiliana; San Simeone, Stilita.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI IL FIGLIO DI DIO, TU SEI IL RE DI ISRAELE!

 

Hanno detto: I cantanti di musica leggera sono persone che volevano prendere lezioni di canto, ma che non hanno mai trovato il tempo per farlo; ora non ci pensano più, visto che nel frattempo sono diventati famosi. (Jacques Tati)

Saggezza popolare: Se riuscirai a mantenere vivo un ramo verde nel tuo cuore nell'ora dell'oscurità, allora il Signore verrà e manderà un uccello a cantare da quel ramo all'alba del giorno. (Proverbio Irlandese)

Un aneddoto: Stavo osservando la piccolina di amici che giocava: "Su mangia; se non mangi non diventerai mai grande..." Le stesse parole che ha udito dalla Mamma. Le ripete alla sua bambola con la stessa convinzione, ma non con la certezza che producano lo stesso effetto. Siamo i modelli dei nostri Figli. Stiamo attenti a ciò che diciamo e facciamo. Loro hanno sempre gli occhi e gli orecchi ben spalancati.

Parola di Dio: 1Gv. 3,11-21; Sal.99; Gv. 1,43-51

 

Vangelo Gv 1, 43-51
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: "Seguimi". Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth". Natanaèle esclamò: "Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi". Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaèle gli domandò:"Come mi conosci?". Gli rispose Gesù:"Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico". Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!". Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". Parola del Signore

 

“ABBIAMO TROVATO COLUI DEL QUALE HANNO SCRITTO MOSE’ NELLA LEGGE E I PROFETI”. (Gv. 1,45)

Il Vangelo di Giovanni continua il racconto dei primi incontri con Gesù. Sono tutti incontri che cambiano la vita. Questo sta a dire che la storia del Vangelo non è altro che una storia di incontri. Gesù, scrive Giovanni, incontra Filippo, e anche a Lui dice: «Seguimi». E poi Filippo incontra Natanaele (Bartolomeo) e lo porta da Gesù. C’è sempre bisogno di qualcuno che accompagni. Poi avviene l’incontro decisivo. Natanaele, incontrando direttamente Gesù, scioglie il suo scetticismo e la sua poca disponibilità. E riconosce Gesù come il Figlio di Dio; il suo scetticismo è vinto dalla parola di Gesù, e Bartolomeo diviene un discepolo fedele. Nella sua vicenda troviamo scritta la storia di ogni uomo che cessa di ascoltare solo se stesso e che, ascoltando il Vangelo, trova il senso della sua vita.

 

 

DOMENICA 6 GENNAIO: EPIFANIA DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Epifanio Vescovo, San Macario lo Scozzese.

Una scheggia di preghiera:

 

I TUOI SEGNI, SIGNORE, SIANO LUCE AI NOSTRI PASSI.

 

Hanno detto: Ho smesso di credere a Babbo Natale quando avevo sei anni. Mamma mi portò a vederlo ai grandi magazzini e lui mi chiese l'autografo. (Shirley Temple, la bimba “Boccoli d’oro” del cinema)

Saggezza popolare: Chi ha sanità è ricco e non lo sa.

Un aneddoto: C'è della neve. Un passero si posa su un sasso e gli chiede: "Posso fermarmi un po' qui ad asciugarmi i piedi?" "Ma certo, fai pure!", risponde il sasso. Dopo un po' il passero si alza in volo e dice al sasso: "Ciao, grazie!" E il sasso: "Non mi chiederò mai più che cosa sto al mondo a fare".

Parola di Dio: Is. 60,1-6; Sal. 71; Ef. 3,2-3.5-6; Mt. 2,1-12

 

Vangelo Mt 2, 1-12

Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo”. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore

 

“ALCUNI MAGI GIUNSERO DA ORIENTE A GERUSALEMME E DOMANDAVANO: “DOV'È IL RE DEI GIUDEI CHE È NATO?” (Mt. 2,1-2)

In questa festa ecco come una monaca ne parla ai bambini (ma forse anche a noi?): Oggi Gesù Bambino riceve dei bei regali: tre scrigni pieni di oro, di incenso e di mirra. Ogni regalo è un simbolo. L’oro per dirgli che egli è re. Incenso per dirgli che egli è Dio. Mirra per dirgli che soffrirà e morirà come ogni uomo. Questo se lo potevano risparmiare i magi! Ma invece è il dono più prezioso. Perché finché è re e Dio tutto va bene, ma quando diventa uomo entra in un mondo troppo stretto per lui dove l’ossigeno dell’amore è consumato e lo farà tossire fino a morirne. Dopo la morte sì il mondo respirerà aria pulita! La mirra è quello che servirà di più a questo bimbo di Betlemme che la stella aveva indicato ai magi. Anche tu oggi ricevi dei regali, ma non è proprio giusta così la festa per te. Già, tanti regali senza capire che il regalo sei tu! Tu sei la calza che il Signore riempie di doni… sei un regalo per te, per la tua famiglia, per tutti noi. Anzi sei uno scrigno pieno di regali, e anche per te ci sono oro, incenso e mirra. Oro, incenso e mirra, come a Gesù, perché quando sei stato battezzato e sei entrato a far parte del popolo regale, sacerdotale e profetico che è la Chiesa, hai ricevuto la sua eredità. Non dimenticare allora che tu sei uno scrigno prezioso offerto a tutti i bambini Gesù che incontri, cioè a tutti i tuoi fratelli, perché in ogni cuore Gesù trova la sua culla.

 

 

LUNEDI’ 7 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Carlo da Sezze; San Luciano, Martire, San Raimondo da Penaford, sacerdote.

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA PRESTO IL TUO REGNO, SIGNORE.

 

Hanno detto: Così, quando vai in battaglia, ricordati dei tuoi antenati e dei tuoi discendenti. (Tacito)
Saggezza popolare:
Una donna silenziosa è un dono di Dio. ( Proverbio Israeliano)

Un aneddoto:

“Che cosa è Dio?”, domanda il bambino. La mamma lo stringe fra le braccia e gli chiede: “Che cosa provi?”. “Ti voglio bene”, risponde il bambino. “Ecco, Dio è questo”.

Parola di Dio: 1Gv. 3,22-4,6; Sal. 2; Mt. 4,12-17.23-25

 

Vangelo Matteo 4, 12-17.23-25

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazareth, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva. E grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. Parola del Signore

 

“DA ALLORA GESU’ COMICIO’ A PREDICARE E A DIRE: CONVERTITEVI PERCHE’ IL REGNO DEI CIELI E’ VICINO”. (Mt. 4,17)

Matteo racconta l’inizio del ministero di Gesù, a Cafarnao per adempiere le Scritture, e chiedendo la conversione del cuore prima di ascoltare la sua parola. Segue un primo riassunto della missione di Gesù: il testo ci fa notare che Gesù percorre la Galilea, predica la buona novella, cura ogni genere di malattie, è seguito da tutto il territorio circostante. È la stessa certezza del discepolo cristiano: Gesù cammina con noi, annuncia la salvezza servendosi di noi, cura le infermità del mondo attraverso le nostre mani, permette di seguirlo per mezzo della nostra testimonianza. La rivelazione di Gesù non può lasciarci immobili: ci chiama a conversione e a seguirlo: il Suo Spirito conduca i nostri passi per portare nel mondo la sua luce che illumina ogni uomo.

 

 

MARTEDI’ 8 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Pavia; San Severino, Sant’Adreghino.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU’, SEI IL NOSTRO PANE DI VITA.

 

Hanno detto: La carità comincia a casa (Terenzio)

Saggezza popolare: Il cuore dell'uomo non è un sacco dove chiunque possa mettere la mano. (Prov. del Congo)

Un aneddoto: Si narra di un anziano Cherokee seduto davanti al tramonto con suo nipote. "Nonno, perché gli uomini combattono?" L'anziano con gli occhi rivolti verso il sole, calante al giorno, che stava perdendo la sua battaglia con la notte, parlò con voce calma. "Ogni uomo prima o poi è chiamato a farlo. Per ogni uomo c'è sempre una battaglia che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perché lo scontro più feroce è quello che avviene fra i due lupi". "Quali lupi nonno?" "Quelli che ogni uomo porta dentro di sé." Il bambino non riusciva a capire. Attese che il nonno rompesse l'attimo di silenzio che aveva lasciato cadere fra loro, forse per accendere la sua curiosità. Infine, l'anziano che aveva dentro di sé la saggezza del tempo, riprese con il suo tono calmo. "Ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di odio, gelosia, invidia, risentimento, falso orgoglio, bugie, egoismo." L'anziano fece di nuovo una pausa, questa volta per dargli modo di capire quello che aveva appena detto. "E l'altro?" "L'altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità, compassione, umiltà e fede." Il bambino rimase a pensare un istante a quello che il nonno gli aveva appena raccontato. Poi diede voce alla sua curiosità e al suo pensiero. "E quale lupo vince?" L'anziano Cherokee si girò a guardarlo e gli rispose con gli occhi puliti. "Quello che nutri di più."

Parola di Dio: 1Gv. 4,7-10; Sal. 71; Mc.6,34-44

 

Vangelo Mc 6, 34-44
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: "Questo luogo è solitario ed è ormai tardi; congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare". Ma egli rispose: "Voi stessi date loro da mangiare". Gli dissero: "Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?". Ma egli replicò loro: "Quanti pani avete? Andate a vedere". E accertatisi, riferirono: "Cinque pani e due pesci". Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull'erba verde. E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta. Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono e si sfamarono, e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. Parola del Signore

 

“E PORTARONO VIA DODICI CESTE PIENE DI PEZZI DI PANE E ANCHE DEI PESCI”. (Mc. 6,42)

Il passo del Vangelo di Marco riporta la prima moltiplicazione dei pani: Gesù è mosso da compassione, che è il primo grande dono di Dio per i suoi fedeli. Non importa dire cosa insegna: Marco sottolinea questa attenzione di Gesù. Anche i discepoli sono preoccupati, come Gesù, per la folla. La differenza è che i dodici pensano al nutrimento per farli tornare a casa, Gesù pensa a come sfamarli per la vita eterna. Non conta allora la scorta di viveri dei discepoli, ma lo loro disponibilità a donarla per i fratelli: questo permette a Gesù di sfamare il mondo. Anche noi abbiamo dei pani e dei pesci che ci sono stati donati da Gesù: è il dono della fede di Dio nei nostri cuori. Quando capiremo che non possiamo tenerceli per noi ma li affideremo a Gesù, allora scopriremo quali grandi cose Dio può fare attraverso le nostre povere persone. Chiediamo al Signore di essere le dodici ceste: strumenti di Cristo per sfamare il bisogno di Dio di tutti gli uomini amati da Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 9 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Abate; Santi Giuliano e Balista, Martiri; San Marcellino.

Hanno detto: Perfino essere malato è piacevole quando sai che ci sono persone che aspettano la tua guarigione come una festa. (Anton Cechov)

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO AMORE ALLONTANI LE NOSTRE PAURE.

 

Hanno detto: Solamente chi è forte è capace di perdonare. Il debole non sa né perdonare né punire. (Gandhi)

Saggezza popolare: Il tarlo, benché piccolino, può far cadere un albero grande. (Australia)

Un aneddoto: Ramad era un ladro di India. Una volta, mentre rubava, notò un piccolo libro nero che conteneva delle pagine sottili, perfette per fare delle sigarette, e lo prese. Era una Bibbia. Ogni sera strappava una pagina, la rotolava, ci metteva dentro del tabacco e fumava. Osservando che le piccole parole sulle pagine erano nella sua lingua, iniziò a leggerle prima di fare le sue sigarette. Una sera dopo aver letto una pagina, si inginocchiò e chiese al Signore Gesù di perdonargli i peccati e di salvarlo. Poi si arrese alla polizia, che se ne stupì. Ramad il ladro diventò un seguace di Gesù Cristo. E nella prigione in cui fu messo per i suoi crimini, condusse molti al Salvatore. La Parola di Dio diventò per Ramad la potenza di Dio per la salvezza (Romani 1:16).

Parola di Dio: 1Gv. 4,11-18; Sal.71; Mc. 6,45-52

 

Vangelo Mc 6, 45-52
Dal vangelo secondo Marco.
Dopo che furono saziati i cinquemila uomini, Gesù ordinò poi ai discepoli di salire sulla barca e precederlo sull'altra riva, verso Betsàida, mentre egli avrebbe licenziato la folla. Appena li ebbe congedati, salì sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo a terra. Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il vento contrario, gia verso l'ultima parte della notte andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: "E' un fantasma", e cominciarono a gridare, perché tutti lo avevano visto ed erano rimasti turbati. Ma egli subito rivolse loro la parola e disse: "Coraggio, sono io, non temete!". Quindi salì con loro sulla barca e il vento cessò. Ed erano enormemente stupiti in se stessi, perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito. Parola del Signore

 

“CORAGGIO, SONO IO, NON TEMETE”. (Mc. 6,50)

Continua il racconto di Marco sulle prime vicende di Gesù. A seguito della moltiplicazione dei pani, Gesù deve lasciare la folla, per due motivi: da un lato, vuole evitare che lo scambino per il nuovo re che deve scacciare i romani, dall’altro deve rimettersi in pieno dialogo con il Padre, per questo si reca sul monte a pregare. Questa lontananza di Gesù fa trovare i suoi discepoli nella tempesta, che è anche sinonimo di bisogno e di sconforto: quando Gesù appare loro, essi gridano, perché non lo riconoscono. Anche noi viaggiamo la nostra vita su un mare tempestoso fatto di lotte, insidie, paure, buio. Quando crediamo che Dio sia lontano da noi, Egli è vicino; quando lo abbiamo innanzi, magari non ce ne accorgiamo. Ogni evento quotidiano è un’occasione  per incontrare Dio, ma occorre anche un cuore illuminato per poterlo riconoscere. Il nostro vivere e il nostro operare siano degni del Maestro: facciamoci aiutare a comprendere la sua vicinanza per sperimentarla nella testimonianza quotidiana.

 

 

GIOVEDI’ 10 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Agatone, Papa; Sant’Aldo, Monaco; San Guglielmo di Burges, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

ECCOMI! SI COMPIA IN ME LA TUA OPERA.

 

Hanno detto:

Dice l'amico: "Ti amerò indipendentemente da tutto. Ti amerò se sei stupido, se scivoli e batti il naso, se sbagli, se commetti errori...io ti amerò ugualmente. (L. Buscaglia)

Saggezza popolare: Val più una Messa in vita che cento in morte.

Un aneddoto: Scusi, vedo che sta facendo un progetto. E' quello per la nuova abitazione? E so che ha anche un progetto per la sistemazione di suo figlio, uno per investire i suoi risparmi, un altro per risparmiare sull'assicurazione dell'auto, uno per le prossime vacanze a Santo Domingo. Ma, scusi la mia impudenza, un progetto per la sua vita ce l'ha?

Parola di Dio: 1Gv. 4,19-5,4; Sal. 71; Lc. 4,14-22

 

Vangelo Lc 4, 14-22
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. Si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca. Parola del Signore

 

“OGGI SI E’ ADEMPIUTA QUESTA SCRITTURA”. (Lc. 4,21)

La fede in Gesù non è un invito a credere per il futuro, ma ci chiede “oggi”, cioè ogni giorno, di aderire a Lui. È quanto emerge dal brano evangelico: Gesù si reca alla sinagoga, legge il passo del profeta, applica quella profezia a se stesso. Appare subito come motivo di divisione: da un lato c’è chi accoglie quanto dice, dall’altro c’è chi obietta che un Messia non può provenire da una comune famiglia di un paese sperduto. Accogliere la parola di Gesù non è mai semplice: non si tratta di un’adesione parziale a una dottrina, ma di un legame profondo e totale, che coinvolga tutta la nostra persona. Può meravigliare una simile proposta, può creare scandalo, come lo fu per i suoi contemporanei, o indifferenza e rifiuto. L’annuncio è però arrivato: non si tratta solo di lodarlo perché ci affascina con la sua persona. Il Signore ci chiede di fare il passo successivo: dalla stima e dalla lode al rispondere con la vita, giorno per giorno, per realizzare il suo progetto che vuole realizzarsi nell’oggi, cioè nel presente, della nostra vita.

Lo Spirito di Dio illumini il nostro cuore: il Signore farà il resto.

 

 

VENERDI’ 11 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Igino, Papa; Santa Liberata, martire, Sante Speciosa e Onorata di Pavia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU’, GUARISCIMI!

 

Hanno detto: Amare una persona significa vederla come Dio voleva che fosse. (F. Dostoevskij)

Saggezza popolare: Chi ha fretta d'arricchirsi non sarà senza colpa (Bibbia - Proverbi)

Un aneddoto: «C'è in comunità una sorella che ha il talento di dispiacermi in tutto... ma non volevo cedere all'antipatia naturale che provavo. Mi sono detta che la carità non doveva consistere nei sentimenti, ma nelle opere, perciò mi sono impegnata a fare per questa sorella ciò che avrei fatto per la persona che amo di più.  Ogni volta che la incontravo pregavo per lei il Buon Dio, offrendoGli tutte le sue virtù e i suoi meriti... Non mi limitavo a pregare molto per la sorella che mi procurava tante lotte: mi sforzavo di farle tutti i favori possibili e, quando avevo la tentazione di risponderle in modo sgarbato, mi limitavo a farle il mio più gentile sorriso e mi sforzavo di sviare il discorso... Spesso poi, quando non ero in ricreazione (voglio dire durante le ore di lavoro), avendo alcuni rapporti di ufficio con questa sorella, quando le mie lotte erano troppo violente, fuggivo come un disertore.  Poiché ella ignorava assolutamente ciò che provavo per lei, mai ha supposto i motivi del mio comportamento ed è persuasa che il suo carattere mi sia simpatico. Un giorno in ricreazione mi disse con un'espressione contentissima press'a poco queste parole: "Vorrebbe dirmi, mia Suor Teresa di Gesù Bambino, cosa l'attira tanto verso di me, che ogni volta che mi guarda la vedo sorridere?" Ah, ciò che mi attirava era Gesù nascosto in fondo alla sua anima, Gesù che rende dolce ciò che c'è di più amaro!»  (Santa Teresa del Bambin Gesù, "Storia di un'anima")

Parola di Dio: 1Gv. 5,5-13; Sal. 147; Lc. 5,12-16

 

Vangelo Lc 5, 12-16
Dal vangelo secondo Luca.
Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: "Signore, se vuoi, puoi sanarmi". Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii risanato!". E subito la lebbra scomparve da lui. Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: "Và, mostrati al sacerdote e fa l'offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi". La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità. Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare. Parola del Signore

 

“GESU’ SI TROVAVA IN UNA CITTA’ E UN UOMO COPERTO DI LEBBRA LO VIDE E GLI SI GETTO’ AI PIEDI”. (Lc. 5,12)

Luca riporta la guarigione di un lebbroso. Appare subito strano come un lebbroso sia in città, dove normalmente non poteva mettere piede. La sua voglia di vivere da “normale” è così grande che osa violare una norma per cercare in Gesù il ritorno alla vita. Il Signore opera il miracolo, ma non si limita solo a questo, che già sarebbe tanto. Il segno della guarigione è un segno per la comunità tutta, per questo il lebbroso deve presentarsi al sacerdote, ed è soprattutto un dono di Dio, per questo Gesù non si ferma a operare miracoli “a catena”, ma si rifugia subito nella solitudine per ricercare il dialogo con Dio. Colui che opera miracoli ci insegna l’arte e la necessità della preghiera, prima (per chiedere) e dopo (per ringraziare) la testimonianza. Siamo bravi prima, spesso ci dimentichiamo l’altra cosa essenziale: il ringraziamento. Questi pochi versetti ci insegnano come testimoniare nella fede del Risorto: trovarsi impegnati nella quotidianità fatta di incontri coi bisognosi, avere il coraggio di stendere la mano per offrire il proprio aiuto, volere la salvezza altrui, rispettare le tradizioni della nostra cultura, ricercare il dialogo con Dio attraverso la preghiera solitaria. Il Signore ci faccia riscoprire il dono del Battesimo, ci nutra al suo banchetto, ci doni sempre il suo Spirito; soprattutto, risani il nostro cuore dalla lebbra della lontananza da Dio e ci aiuti a testimoniarlo in comunione con i nostri fratelli

 

 

SABATO 12 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Ricci;Sant’Arcadio,Martire; San Benedetto Biscop.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE AMA IL SUO POPOLO.

 

Hanno detto: Non c'è niente di così facile che non diventi difficile quando si fa controvoglia. (Terenzio)

Saggezza popolare: "Chi beve l'acqua di una terra straniera deve seguirne gli usi e i costumi. (detto Mongolo)

Un aneddoto: Ecco in breve la storia del pastore Vsevold Lytkin della Siberia. I suoi professori erano professori atei all'università e  gli insegnarono di "pensare per sé stesso". Mentre era adolescente, rifletté molto su questioni spirituali. Ma quando i comunisti gli dissero che non c'era un dio, pensò che ci potesse essere un Dio e così iniziò una ricerca di materiale da leggere dove avrebbe potuto trovare qualche risposta. Gli unici libri di religione disponibile alla biblioteca locale erano atei, ma citavano spesso versetti biblici per prenderli in giro o per contraddirli. La sua scoperta più grande fu delle enciclopedie sull'ateismo da cui copiò ogni versetto della Bibbia a mano che li trovava. Poco per volta cominciò a pregare Dio e gli chiese di perdonare i suoi peccati. E sempre guidato dalla parola di Dio arrivò a scegliere la via della testimonianza diventando pastore.

Parola di Dio: 1Gv.5,14-21; Sal. 149; Gv.3,22-30

 

Vangelo Gv 3, 22-30
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea; e là si trattenne con loro, e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché c'era là molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era stato ancora imprigionato. Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo la purificazione. Andarono perciò da Giovanni e gli dissero: "Rabbì, colui che era con te dall'altra parte del Giordano, e al quale hai reso testimonianza, ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui". Giovanni rispose: "Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stato dato dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Non sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a lui. Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io invece diminuire". Parola del Signore

 

“EGLI DEVE CRESCERE E IO INVECE DIMINUIRE.” (Gv. 3,30)

Nel testo del Vangelo di Giovanni, abbiamo ascoltato la testimonianza del Battista, il quale viene interpellato dai suoi discepoli sul fatto che Gesù stia battezzando. La sua risposta è un insegnamento per i discepoli di ogni luogo e di ogni tempo: ciò che viene da Dio è benedetto, porta frutti di salvezza, si fa strada perché c’è una volontà superiore che dirige. L’azione di Dio non provoca turbamento nei discepoli, ma gioia perché si realizza il suo disegno che è anche nostro. Nel momento in cui Gesù inizia la sua missione, il Battista scompare. Ecco una fondamentale caratteristica del discepolo di Gesù: fare spazio all’azione di Dio, non impedirla, gioire per essa. Giovanni il Battista ci insegna a diminuire  per far spazio al Signore: il nostro cuore sappia agire senza superbia ma con l’umiltà per riconoscere la presenza di Dio in noi e in coloro che ci vivono accanto.

 

 

DOMENICA 13 GENNAIO: BATTESIMO DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi:Sant’ Ilario, Vescovo e Dottore della Chiesa; Sant’Agricio, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU’ SEI VERO DIO E VERO UOMO.

 

Hanno detto: Nessuno ha imparato a vivere finché non riesce a sollevarsi al di sopra degli angusti confini delle sue preoccupazioni individuali...Se si vuole che la nostra vita sia costruttiva e ricca di significato, l'interesse per noi deve essere congiunto all'interesse per gli altri (M. L. King)

Saggezza popolare: Amici invano cerchiamo che siamo perfetti, io sopporto i tuoi, tu sopporta i miei difetti.

Un aneddoto: Subhan studiava per diventare un sacerdote musulmano. Nella sua scuola, sentiva spesso i suoi professori attaccare il cristianesimo. Ma un giorno, tornando a casa, notò un foglietto per terra. Era una pagina del Vangelo secondo Matteo, che descriveva la crocifissione e morte di Gesù.“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

Lesse queste parole ripetutamente, perché lo stupivano. Gli avevano insegnato che in realtà Gesù Cristo non fu crocifisso, che lo fu invece Giuda. Gesù era asceso in cielo prima della crocifissione. Subhan continuava a leggere e rileggere quella frase. "Non sono le parole di Giuda", pensò. "Giuda avrebbe saputo perché Dio l'aveva abbandonato. Non sono le parole di un uomo malvagio. Sono le parole di un uomo buono. Solo un uomo buono avrebbe potuto dire:  “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Ad un tratto, seppe che era veramente Cristo che era morto sulla croce, non Giuda. E accettò Gesù come suo Salvatore. Poco dopo, fu espulso dalla sua scuola musulmana, e anni dopo diventò il vescovo metodista in India.

Parola di Dio: Is. 40,1-5.9-11; Sal. 103; Tt. 2,11-14;Lc. 3,15-16.21-22.

 

Vangelo Lc 3, 15-16. 21-22

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile”. Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella. Ma il tetrarca Erode, biasimato da lui a causa di Erodìade, moglie di suo fratello, e per tutte le scelleratezze che aveva commesso, aggiunse alle altre anche questa: fece rinchiudere Giovanni in prigione. Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”. Parola del Signore

 

“MENTRE GESU’, RICEVUTO IL BATTESIMO STAVA IN PREGHIERA, IL CIELO SI APRI’ ”. (Lc. 3,21)

Giovanni Battista aveva affascinato le folle che si chiedevano se fosse lui il Messia. Quando però vede e battezza Gesù sa di aver compiuto la sua missione: “Egli è più forte di me” “Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo”. Questo infatti avviene e nelle poche righe con cui Luca racconta il Battesimo di Gesù noi vediamo tutta la Trinità  all'opera, non solo per testimoniare su Gesù, ma in favore dell'uomo. Il fatto straordinario è che il Padre invia il Figlio per amore nostro: “Così il Padre ha amato il mondo - dirà Gesù - da mandare il Figlio in riscatto”. Il Figlio, a sua volta, viene a fare di noi altrettanti figli di Dio e Dio per partecipazione, eredi con Lui del Regno dei cieli, e cioè di Dio. Infine, l'invio dello Spirito Santo non è solo in funzione della missione del Figlio, ma è per noi. È Lui, infatti, che porta avanti l'opera di Gesù. Chi ha redento il peccato del mondo è Gesù; ma chi opera la santificazione è lo Spirito Santo. Infatti, siamo battezzati nell'acqua e nello Spirito. E per opera dello Spirito Gesù nasce non solo nel seno di Maria, ma sull'altare, in ognuno di noi col Battesimo e in mezzo a noi quando siamo uniti nel suo nome. Inoltre è lo Spirito che guida la Chiesa con i carismi e mormora dentro di noi: Abbà-Padre, facendoci figli di Dio.

 

 

LUNEDI’ 14 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Felice; Santa Macrina l’Anziana; San Saba.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, FA’ CHE TI VEDA NEL MIO QUOTIDIANO.

 

Hanno detto:

Preferisci tra gli amici non soltanto coloro che si rattristano alla notizia di qualche tua sventura, ma anche, e soprattutto, coloro che non invidiano la tua fortuna (Socrate)

Saggezza popolare: Anche il bue dell’imperatore ha solo due corna.

Un aneddoto: Gli esseri umani giungono sulla terra per fare un lavoro, ma quanti se ne ricordano? La maggior parte assomiglia a quell'angelo che, si dice, volle conoscere che cosa fosse la vita sulla terra. Per meglio studiarla prese la forma di un maiale. L'esistenza gli sembrava magnifica, deliziosa... Mangiava le ghiande e un cibo saporito chiamato pastone. Si era sposato con un'incantevole scrofa ed era circondato da una quantità adorabile di maialini. Mio Dio, che felicità! Non era più in grado di distogliersi da una simile felicità. I suoi amici, in alto, cominciarono a preoccuparsi: il tirocinio durava molto più del previsto. Gli inviarono dei messaggi, ma niente da fare!... Alla fine si dissero che l'unica soluzione era di accelerare il momento in cui sarebbe stato trasformato in prosciutto.  Il maiale fu quindi sgozzato e, quando l'angelo uscì da quella pesante forma, fu stupefatto di essersi perso in quello stato così a lungo e ringraziò i suoi fratelli di averlo liberato. Ebbene, spesso tali avventure accadono anche agli uomini. Si addentrano così profondamente nella materia che il Cielo è obbligato ad inviare loro qualche forte scossa per rompere le loro forme e liberare il loro spirito.

Parola di Dio: Eb 1,1-6 / Sal 96 / Mc 1,14-20

 

Vangelo Mc 1, 14-20

Dal vangelo secondo Marco.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono. Parola del Signore

 

“PASSANDO LUNGO IL MARE DI GALILEA VIDE SIMONE E ANDREA.” (Mc. 1,16)

I primi discepoli vengono chiamati nel contesto del loro lavoro e della loro quotidianità. Gesù continua dunque la sua incarnazione e discende concretamente nella nostra vita quotidiana, Lui stesso ci viene a cercare. Pensa a noi, quando ancora noi non pensiamo a Lui. Prepara per noi un dono di santità e lo propone, attendendo la nostra risposta libera. E’ comunque sempre Lui che si muove per primo verso di noi, come verso i primi discepoli. Il resto è una conseguenza. L’incontro con Lui si ha nelle circostanze della quotidianità, in tutti quegli eventi piccoli o grandi che rappresentano un appello a vivere una determinata virtù evangelica. Occasioni troppo spesso sciupate a causa della prevalenza della impulsività o del dominio delle passioni. Avviene così che diventa occasione di ira quella circostanza in cui potevo perdonare un nemico, oppure mi getta nella tristezza della delusione un fatto che poteva darmi l’occasione di ubbidire a Dio, sottomettendomi a qualcosa che per la mia natura è sgradevole o difficile.

 

 

MARTEDI’ 15 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Cosma il Melode; San Faustino, Martire; San Mauro; San Romedio.

Una scheggia di preghiera:

 

DAL MALE E DAL MALIGNO, LIBERACI, O SIGNORE.

 

Hanno detto: Non avere paura della perfezione, tanto non la raggiungerai mai. (Salvador Dalì)

Saggezza popolare: Una buona risata si trasforma tutta in buon sangue.

Un aneddoto: "Chi comanda a casa tua, Papà o Mamma?". "Nessuno, perché ci vogliamo bene".

Parola di Dio: Eb 2, 5-12 / Sal 8 / Mc 1,21b-28

 

Vangelo Mc 1, 21-28

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, nella città di Cafarnao Gesù, entrato proprio di sabato nella sinagoga, si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: “Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio”. E Gesù lo sgridò: “Taci! Esci da quell'uomo”. E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!”. La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. Parola del Signore

 

“TACI ED ESCI DA QUEST’UOMO”. (Mc. 1,25)

Marco ci presenta quello che secondo lui è il primo miracolo di Gesù. Il miracolo di questa liberazione dell’uomo è dunque quello che Gesù è venuto a fare sulla terra. E mentre ammiriamo la potenza di Gesù compare anche l’alternativa a Gesù: il male, il diavolo. Non avendo lo spazio per commentare tutto il miracolo, fermiamoci solo ad alcuni particolari che possono stupirci. Il diavolo appare in un malato e in chiesa (la sinagoga di allora). Ma il sacro, la Parola di Dio, la preghiera non dovrebbero essere un deterrente per il Diavolo? Quando compare Gesù, sì che il diavolo si sente toccato e si ribella, ma fin che non c’è fede vera profonda, vissuta, il diavolo può annidarsi benissimo tra le colonne delle nostre chiese. Finché c’è superficialità, abitudini, apparenze religiose il diavolo ci sta comodo; quando arriva Gesù o chi porta veramente Gesù, allora si sconvolge, si mette a gridare, e lui che è un puro spirito riconosce in Gesù il Santo, il figlio di Dio. Tutto questo ci spaventa, ma Gesù non si scopone, comanda con autorità e se anche il diavolo si prende ancora il gusto di straziare quell’uomo, alla fine deve andarsene. Gesù non accetta compromessi, non ci lascia nel “comodo religioso”. “O con Lui o contro di Lui”.

 

 

MERCOLEDI’ 16 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Accursio, Martire; San Giacomo di Tarantasia; San Marcello, Papa

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TI PREGO PER…

 

Hanno detto: La natura ha delle perfezioni per mostrare che è l'immagine di Dio, e dei difetti per mostrare  che ne è soltanto l'immagine. (Blaise Pascal)

Saggezza popolare: Chi alle bugie con le bugie fa scudo, copre con sottile rete un corpo ignudo.

Un aneddoto: Un ebreo salvò la vita del faraone che stava per essere morso da un serpente velenoso. Il faraone, grato, permise allo schiavo di esprimere un desiderio. Invece di chiedere libertà per se stesso o per i suoi parenti o doni materiali, l'ebreo fece una richiesta incomprensibile per il faraone: chiese che tutti i giovani ebrei avessero ogni giorno due ore libere per pregare, studiare, imparare. “Un popolo che rivolge il suo pensiero al Signore, disse ai giovani, non sarà mai un popolo di schiavi, perché si può rendere schiavo il corpo, mai lo spirito”.

Parola di Dio: Eb 2,14-18 / Sal 104 / Mc 1,29-39

 

Vangelo Mc 1, 29-39

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: "Tutti ti cercano!". Egli disse loro: "Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!". E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. Parola del Signore

 

“LA SUOCERA DI PIETRO ERA A LETTO CON LA FEBBRE E SUBITO GLI PARLARONO DI LEI”. (Mc. 1,30)

A letto con la febbre si ha bisogno di tutto e nulla si può fare. La spossatezza toglie anche la voglia di leggere, di guardare la televisione, di parlare. La suocera di Pietro è immagine di quella febbre dello spirito che spesso ci assale e ci paralizza, impedendoci di servire, di amare. E' la febbre di questo tempo in preda a depressioni e anoressie. E' la febbre dell'alcool, della droga, di tutti quei giacigli nei quali ci rifugiamo per sfuggire alle incombenze serie della vita, quelle che ci chiamano a donare la vita. Ma è pur sempre febbre, sintomo di una malattia più profonda, un'infezione che corrode il cuore. Per quanto si cerchi di riposare, le fughe si risolvono sempre in fallimenti, e la febbre aumenta. Ma c'è la Chiesa. Come una madre premurosa si preoccupa di noi, e ne parla con il suo Signore. E' questa la prima missione della Chiesa: pregare, implorare, affidare. Come diceva Santa Caterina da Siena, spesso accade che sia molto più fecondo parlare a Dio degli uomini che non di Dio agli uomini. Ed è una parola anche per i genitori, per i catechisti, per i presbiteri. Parlare al Padre del proprio figlio in difficoltà, della moglie in crisi, del marito depresso, di chiunque abbiamo a cuore ed è in preda alla febbre. Senza questa preghiera, senza questo parlare a Dio la Chiesa e ciascuno di noi sbaglierà tempi e parole, rinchiuderà ogni opera nell'angusto confine della carne, e sarà fallimento. Si tratta di inginocchiarsi e aprire il cuore al Signore, far nomi e cognomi, e implorare l'aiuto. Secondo la sua volontà. E' la preghiera insistente che apre il cammino al Signore, perché è Lui che opera, che sana, che ridesta alla vita.

 

GIOVEDI’ 17 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Antonio, Abate; San Sulpizio, Vescovo; Santa Roselina di Villeneuve

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SE VUOI PUOI LIBERARMI.

 

Hanno detto: L'arte è una collaborazione tra l'uomo e Dio,  e meno l'uomo fa, meglio è. (Gide)

Saggezza popolare: A chi nulla tenta, nulla riesce.

Un aneddoto: In una parrocchia americana, il parroco, decisamente seccato dalle scuse addotte nel corso degli anni dai parrocchiani per non andare a messa, inserì "I dieci motivi per cui non mi lavo mai" nel bollettino domenicale: 1. Sono stato obbligato quando ero piccolo. 2. Le persone che si lavano sono ipocriti: pensano di essere più puliti degli altri. 3. Ci sono così tanti tipi di sapone, che non so decidere quale sia il migliore. 4. Ero abituato a lavarmi, poi ho cominciato ad annoiarmi ed ho smesso. 5. Mi lavo solo in occasioni particolari, come Natale e Pasqua. 6. Nessuno dei miei amici si lava. 7. Comincerò a lavarmi quando sarò più vecchio e più sporco. 8. Non riesco a trovare il tempo. 9. Il bagno non è mai caldo abbastanza in inverno o fresco a sufficienza in estate. 10. I produttori di sapone cercano solo i tuoi soldi.

Parola di Dio: Eb 3,7-14 / Sal 94 / Mc 1,40-45

 

Vangelo Mc 1, 40-45

Dal vangelo secondo Marco. In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: "Se vuoi, puoi guarirmi!". Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: "Lo voglio, guarisci!". Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: "Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro". Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore

 

“MOSSO A COMPASSIONE, STESA LA MANO, LO TOCCO’ E GLI DISSE: LO VOGLIO, GUARISCI”. (Mc. 1,41)

Molti gli spunti di riflessione di questo brano, ne accenniamo solo alcuni. L'uomo è fatto "a immagine e somiglianza di Dio", la lebbra lo sottrae a questa somiglianza, lo sfigura togliendogli dignità e rendendolo reietto. Gesù agisce sulla lebbra fisica e su quella morale, il suo tocco ridà all'uomo la sua primitiva bellezza, la sua somiglianza col Creatore. Alla fine del brano, è Gesù a compiere il percorso inverso rispetto al lebbroso: quello, guarito, ritorna nel consorzio umano, Gesù si fa emarginato al suo posto, fugge in luoghi deserti e se ne sta fuori della città, quasi ad anticipare il momento in cui, crocifisso, perderà Lui, per salvare noi tutti, bellezza e dignità (cfr. Is 53,3: "Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima"). Gesù ci tocca ancora oggi, ci guarisce ancora oggi, ancora non ha orrore e disprezzo di noi, ma ci continua a salvare. Da lui continua ad uscire quella "forza che sanava tutti" (Lc 6,19).

 

 

VENERDI’ 18 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sante Faustina e Liberata, Monache; Santa Margherita d’Ungheria.

Una scheggia di preghiera:

 

LAMPADA PER I MIEI PASSI E’ LA TUA PAROLA, LUCE PER IL MIO CAMMINO.

 

Hanno detto: Non pensare a ciò che può portarti l'avvenire, ma sforzati di essere interiormente calmo e sereno, poiché non da come si forma il tuo destino, ma dal modo in cui ti comporti dinanzi a esso  dipende la felicità della tua vita. (Fromm)

Saggezza popolare: "A ogni singolo filo d'erba è destinata almeno una goccia di rugiada". (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: Sul tavolino da notte di una vecchia signora ricoverata in un ospizio per anziani, il giorno dopo la sua morte, fu ritrovata questa lettera. Era indirizzata alla giovane infermiera del reparto. ”Cosa vedi, tu che mi curi? Chi vedi, quando mi guardi? Cosa pensi, quando mi lasci? E cosa dici quando parli di me? Il più delle volte vedi una vecchia scorbutica, un po' pazza, lo sguardo smarrito, che non è più completamente lucida, che sbava quando mangia e non risponde mai quando dovrebbe. E non smette di perdere le scarpe e calze, che docile o no, ti lascia fare come vuoi, il bagno e i pasti per occupare la lunga giornata grigia. È questo che vedi! Allora apri gli occhi. Non sono io. Ti dirò chi sono. Sono l'ultima di dieci figli con un padre e una madre. Fratelli e sorelle che si amavano. Una giovane di 16 anni, con le ali ai piedi, sognante che presto avrebbe incontrato un fidanzato. Sposata già a vent'anni. Il mio cuore salta di gioia al ricordo dei propositi fatti in quel giorno. Ho 25 anni ora e un figlio mio, che ha bisogno di me per costruirsi una casa.  Una donna di 30 anni, mio figlio cresce in fretta, siamo legati l'uno all'altra da vincoli che dureranno. Quarant'anni, presto lui se ne andrà. Ma il mio uomo veglia al mio fianco. Cinquant'anni, intorno a me giocano daccapo dei bimbi. Eccomi con dei bambini, io e il mio diletto. Poi ecco i giorni bui, mio marito muore. Guardo al futuro fremendo di paura, giacché i miei figli sono completamente occupati ad allevare i loro. E penso agli anni e all'amore che ho conosciuto. Ora sono vecchia. La natura è crudele, si diverte a far passare la vecchiaia per pazzia. Il mio corpo mi lascia, il fascino e la forza mi abbandonano. E con l'età avanzata laddove un tempo ebbi un cuore vi è ora una pietra. Ma in questa vecchia carcassa rimane la ragazza il cui vecchio cuore si gonfia senza posa. Mi ricordo le gioie, mi ricordo i dolori, e sento daccapo la mia vita e amo. Ripenso agli anni troppo brevi e troppo presto passati. E accetto l'implacabile realtà "che niente può durare". Allora apri gli occhi, tu che mi curi, e guarda non la vecchia scorbutica... Guarda meglio e mi vedrai”.  

Parola di Dio: Eb 4,1-5.11 / Sal 77 / Mc 2,1-12

 

Vangelo Mc 2, 1-12

Dal vangelo secondo Marco.

Dopo alcuni giorni, Gesù entrò di nuovo a Cafarnao. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati". Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: "Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?". Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: "Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino disse al paralitico alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua". Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: "Non abbiamo mai visto nulla di simile!". Parola del Signore

 

“GESU’ DISSE AL PARALITICO: TI SONO RIMESSI I TUOI PECCATI”. (Mc. 2,5)

Non è tanto il miracolo a colpire in questo brano, quanto la formula usata da Gesù per compierlo: "Figliolo, ti sono rimessi i peccati". Il Messia, come Dio stesso, può dire ciò. In Isaia 1,18 si legge: "dice il Signore: "Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana". E il significato del nome Gesù esplicita questo aspetto: "Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati" (Mt, 1,21 parole dell'angelo a Giuseppe). Gesù poi sarà immolato come agnello che toglie il peccato del mondo e, risuscitato, lascerà agli apostoli il compito di rimettere i peccati. In particolare oggi ricordiamo due sacramenti: quello della Penitenza e quello dell'Unzione degli infermi, entrambi sacramenti di guarigione.

 

 

SABATO 19 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Mario, Martire; San Gavino; Santa Abbondanza.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER LA TUA CHIAMATA.

 

Hanno detto: Gesù, quando tu vieni nel nostro cuore sarebbe l'ora di chiederti tante cose. Ma proprio perché Tu in persona vieni nel nostro cuore, è l'ora in cui non abbiamo più niente da chiederti. (Chiara Lubich)

Saggezza popolare: Chi sciupa del tempo deruba sé stesso. (Marocco)

Un aneddoto: Un uomo molto anziano, incontrando le persone, le salutava dicendo: "Buongiorno, Pace, Salute e Buono sentimento". Questo era il suo saluto anche se a volte nessuno lo capiva. Finché un giorno un ragazzino gli chiese quale fosse il senso di questo saluto. Lui, sorpreso dalla curiosità del ragazzino, rispose: "Pace, Salute e buon sentimento sono le cose più importanti per vivere bene. La pace ti dà serenità; La salute ti dà forza e vigore fisico per andare avanti; il Buon sentimento è quello che non ti fa perdere i sensi e ti fa riconoscere il bene dal male. Ognuna di queste cose ha bisogno l'una dell'altra perché non può esserci Pace senza Salute, né Salute senza Pace ma soprattutto né Pace e né salute senza Buono sentimento". Il ragazzino, soddisfatto, capì che quello era l'augurio più bello che le persone potevano farsi.

Parola di Dio: Eb 4,12-16 / Sal 18 / Mc 2,13-17

 

Vangelo Mc 2, 13-17

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi". Egli, alzatosi, lo seguì. Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: "Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?". Avendo udito questo, Gesù disse loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori". Parola del Signore

 

“NEL PASSARE VIDE LEVI SEDUTO AL BANCO DELLE IMPOSTE E GLI DISSE: SEGUIMI!”(Mc. 2,14)

In questa chiamata di Levi. Matteo cogliamo la medesima caratteristica già riscontrata nella vocazione di Simone e Andrea, di Giacomo e Giovanni. Anche per Levi l’incontro con Cristo non avviene nel Tempio, o nella sinagoga, né in alcuno spazio destinato al sacro; Cristo discende nelle circostanze e nelle attività della vita quotidiana e lì si fa incontrare dall’uomo. Questo elemento è di grande importanza per la nostra vita cristiana. Per il discepolo non ci sono ambiti profani distinti da quelli sacri; tutto è sacro per lui, perché tutto è stato santificato dalla presenza di Cristo: la vita domestica, il mondo del lavoro, le relazioni sociali. Perciò non ci sono situazioni nelle quali Cristo non si possa incontrare. Questo incontro, che avviene appunto nelle circostanze di ogni giorno, raggiunge poi il suo culmine nella preghiera, nell’Eucaristia, nella liturgia della Chiesa. Ma dalla liturgia deve poi ritornare alla vita. Così la liturgia santifica il tempo e le attività quotidiane, mentre le attività quotidiane, a loro volta, offrono alla liturgia la materia dell’offerta. Quello che comunque va sottolineato è che l’incontro con Cristo si rivela autentico, solo quando incide sulla vita di ogni giorno. Egli chiama i suoi discepoli mentre sono intenti al loro lavoro consueto, e non nel Tempio, perché adesso il Tempio è Lui. Adesso è Lui il luogo personale dell’incontro con Dio. La presenza di Dio, in Cristo, deve dunque accompagnare il cristiano in ogni momento del suo tempo umano.

 

 

DOMENICA 20 GENNAIO: 2^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi:San Fabiano, Papa; San Sebastiano, Martire; Sant’Eutimio, Monaco

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, VIENI A CASA NOSTRA.

 

Hanno detto: Nelle perplessità, dubbi e malinconie, non state lì a gemere o sospirare, ma portatevi davanti al Santissimo. Qui, qui aprite il vostro cuore! Egli saprà consolarvi più che tutte le creature insieme. (San G.B. Cottolengo)

Saggezza popolare: Se ciascuno vedesse i propri difetti non andrebbe a cercare quelli degli altri. (Proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Una volta un discepolo domandò al suo maestro: "Maestro, nella vita non hai mai avuto momenti in cui sei stato scontento di te?" Il maestro rispose: "Sette volte ho disprezzato la mia anima: la prima volta quando, incontrando uno zoppo, si è messa, lei pure, a zoppicare; la seconda volta quando, potendo scegliere tra la via difficile e quella facile, ha scelto la facile, credendo che fosse la giusta; la terza volta quando mentì e si scusò dicendo: "Fan tutti così"; la quarta volta quando rifiutò di giocare, per paura di perdere; la quinta volta quando, invece di avere il coraggio della propria opinione, ebbe il coraggio delle opinioni altrui; la sesta volta quando scelse la muffa invece dell'avventura; la settima volta quando l'ho vista paurosa di raggiungere la vera felicità e si è accontentata di una vita anonima".

Parola di Dio: Is. 62,1-5; Sal. 95; 1Cor 12,4-11; Gv. 2,1-11

 

Vangelo Gv 2, 1-12

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”. E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro:“Riempite d'acqua le giare”; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: “Ora attingete e portatene al maestro di tavola”. Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: “Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono”. Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni. Parola del Signore

 

“CI FU UNO SPOSALIZIO A CANA DI GALILEA… FU INVITATO ALLE NOZZE ANCHE GESU’”. (Gv.2,1-2)

Vi propongo oggi attraverso una riflessione di Padre Cantalamessa, una lettura un po’ diversa del miracolo di Cana: L'insegnamento che a me pare di cogliere da questo delicato episodio evangelico può essere formulato, in poche parole, così: avviene per ogni matrimonio tra un uomo e una donna quello che avvenne alle nozze di Cana; esso comincia nell'entusiasmo e nella gioia; il vino è simbolo, appunto, di questa gioia e dell'amore reciproco che ne è la causa. Ma questo amore e questa gioia, come il vino di Cana , col passare dei giorni o degli anni, si consuma e vien meno; ogni sentimento umano, proprio perché umano, e recessivo, tende a bruciarsi e ad esaurirsi; l'abitudine è «quel mostro che riduce in polvere tutti i nostri sentimenti » (Shakespeare); allora cala sulla famiglia come una nube di tristezza e di noia; a quegli invitati alle proprie nozze che sono i figli non si ha più nulla da offrire se non la propria stanchezza, la propria freddezza reciproca e spesso la propria amara delusione. Idrie piene di acqua. Il fuoco al quale erano venuti per scaldarsi si va spegnendo e tutti cercano altri fuochi fuori delle mura di casa per scaldarsi il cuore con un po' di affetto. C'è rimedio a questa tristissima prospettiva? Sì, quello stesso rimedio che ci fu a Cana di Galilea: invitare Gesù alle proprie nozze! Se egli sarà di casa, a lui si potrà ricorrere quando comincia a venir meno l'entusiasmo, l'attrattiva fisica, la novità, insomma l'amore con cui si era partiti da fidanzati, perché dall'acqua della routine, egli sappia far nascere, a poco a poco, un nuovo vino migliore del primo, cioè un nuovo tipo di amore coniugale meno effervescente di quello giovanile, ma più profondo, più duraturo, fatto di comprensione, di conoscenza reciproca, di solidarietà, fatto anche di tanta capacità di perdonarsi. Un amore coniugale, insomma, che, rimanendo tale, sappia anche diventare amore evangelico o del prossimo.

 

 

LUNEDI’ 21 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Agnese, Martire; San Fruttuoso, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA FESTA DELLA NOSTRA UMANITA’.

 

Hanno detto: Se non potete vedere Gesù negli occhi del povero, non lo potete vedere neppure nell’Eucaristia. (Madre Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: Scuotere la testa non priva l'asino delle orecchie. (Prov. del Senegal)

Un aneddoto: C’era una volta un complesso di sette strumenti musicali: erano un pianoforte, un violino, una chitarra classica, un flauto, un sassofono, una cornetta e una batteria. Vivevano nella medesima stanza, ma non andavano d’accordo. Erano così orgogliosi che ognuno pensava di essere il re degli strumenti e di non aver bisogno degli altri. Non solo, ma ciascuno voleva suonare le melodie che aveva nel cuore e non accettava di eseguire uno spartito. Tutti ritenevano ciò una imposizione intollerabile che violava la loro libertà di espressione. Quando al mattino si svegliavano ognuno cominciava a suonare liberamente le proprie melodie e per superare gli altri usava i toni più forti e violenti. Risultato: un inferno di caotici rumori. Sicché tutti chiamavano quel complesso l’Orchestrana. Una notte capitò che la batteria non riuscisse a chiudere occhio per il nervoso. Per passare il tempo cominciò a scatenarsi con le sue percussioni. Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Per la prima volta tutti gli strumenti si trovarono d’accordo su una cosa: la decisione di andare ognuno per conto suo. Stavano per uscire quando alla porta bussò una bacchetta con uno spartito sotto il braccio in cerca di strumenti da dirigere. Parlando con garbo e diplomazia chiese loro di fare una nuova esperienza, quella di suonare ognuno secondo la propria natura, ma con note, ritmi e tempi armonizzati. “Con un occhio guardate lo spartito, con l’altro i miei cenni, dopo che avrò dato il via, disse la bacchetta”. Un po’ perché erano molto stanchi del caos in cui vivevano, un po’ per la curiosità di fare una nuova esperienza, accettarono. Si misero a suonare con passione dando ognuno il meglio di se stesso e con una obbedienza totale alla bacchetta… magica. A mano a mano che andavano avanti si ascoltavano l’un l’altro con grande piacere. Quando la bacchetta fece il cenno della fine un’immensa felicità riempiva il loro cuore: avevano eseguito il famoso Inno alla gioia di Beethoven. L’Orchestrana era diventata un’Orchestrina.

Parola di Dio: Eb 5,1-10 / Sal 109 / Mc 2,18-22

 

Vangelo Mc 2, 18-22

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: "Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?". Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi". Parola del Signore

 

“POSSONO FORSE DIGIUNARE GLI INVITATI A NOZZE, QUANDO LO SPOSO E’ CON LORO?” (Mc.2,19)

L’evangelista parla dei discepoli del Battista e dei farisei i quali, con la pratica volontaria del digiuno, mostrano un esemplare comportamento religioso. Si sentono perciò autorizzati a criticare i discepoli di Gesù che non facevano questo tipo di digiuno volontario. È evidente che la loro critica è diretta più al maestro che ai discepoli. E Gesù, con un linguaggio figurato, risponde che non sono le pratiche esteriori che rendono puro il cuore e limpida la vita degli uomini. È puro, continua Gesù, chi lo accoglie come lo sposo, ossia come il salvatore, come colui che salva davvero la vita dalla infelicità. Gesù sa bene che la felicità e la salvezza stanno nel cuore non nelle pratiche esteriori. E se verranno, come certamente accadrà, tempi difficili per i discepoli, questi sapranno affrontarli con coraggio perché il loro cuore è pieno d’amore e di fiducia: hanno nel loro cuore il Signore. In questo tempo digiuneranno. E comunque la salvezza non sta nel gloriarsi delle proprie opere, fossero anche buone, com’è il digiuno, ma nell’amare Gesù sopra ogni cosa. È questo amore che fa nuova tutta la vita.

 

 

MARTEDI’ 22 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Vincenzo, Martire; San Domenico di Sora; San Gaudenzio di Novara

Una scheggia di preghiera:

 

DONA, SIGNORE, LA VERA SAPIENZA

 

Hanno detto:

La persona che si è comunicata bene ha Dio in sé, è piena di Dio. Non farà più azioni sue, ma farà azioni di Gesù; servirà i malati con la carità di Gesù. (S. Vincenzo de Paoli)

Saggezza popolare: I grandi si sentono grandi solo perché noi siamo in ginocchio: alziamoci! (Proverbio Francese)

Un aneddoto: Un giorno, mentre ero nei quartieri poveri di Calcutta e stavo per ritornare nella mia stanza, ho visto una donna che giaceva sul marciapiede. Era debole, sottile e magrissima, si vedeva che era molto malata e l’odore del suo corpo era così forte che stavo per vomitare, anche se le stavo solo passando vicino. Sono andata avanti e ho visto dei grossi topi che mordevano il suo corpo senza speranza, e mi sono detta: questa è la cosa peggiore che hai visto in tutta la tua vita.  Tutto quello che volevo in quel momento, era di andarmene via il più presto possibile e dimenticare quello che avevo visto e non ricordarlo mai più. E ho cominciato a correre, come se correre potesse aiutare quel desiderio di fuggire che mi riempiva con tanta forza. Ma prima che avessi raggiunto l’angolo successivo della strada, una luce interiore mi ha fermata. E sono rimasta lì, sul marciapiede del quartiere povero di Calcutta, che ora conosco così bene, e ho visto che quella non era l’unica donna che vi giaceva, e che veniva mangiata dai topi. Ho visto anche che era Cristo stesso a soffrire su quel marciapiede. Mi sono voltata e sono tornata indietro da quella donna, ho cacciato via i topi, l’ho sollevata e portata al più vicino ospedale. Ma non volevano prenderla e ci hanno detto di andarcene via. Abbiamo cercato un altro ospedale, con lo stesso risultato, e con un altro ancora, finché non abbiamo trovato una camera privata per lei, e io stessa l’ho curata. Da quel giorno la mia vita è cambiata. Da quel giorno il mio progetto è stato chiaro: avrei dovuto vivere per e con, il più povero dei poveri su questa terra, dovunque lo avessi trovato. (Madre Teresa)

Parola di Dio: Eb 6, 10-20 / Sal 110 / Mc 2, 23-28

 

Vangelo Mc 2, 23-28

Dal vangelo secondo Marco

Avvenne che, in giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. I farisei gli dissero: "Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?". Ma egli rispose loro: "Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?". E diceva loro: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato". Parola del Signore

 

"I FARISEI DISSERO: PERCHE’ ESSI FANNO DI SABATO CIO’ CHE NON E’ PERMESSO?" (Mc. 2,24)

"Padre, devo confessarmi perché domenica ero malato e non sono andato a Messa", "Se interrompo uno dei nove venerdì del mese, per malattia, vado ancora in paradiso?" Il legalismo è una malattia terribile. Il volersi sentire "a posto" a tutti i costi, il voler osservare nei minimi particolari ogni tipo di legge uccide l'amore, uccide la fede e nasconde il vero volto di Dio. La legge che è necessaria per guidare l'uomo,in questi casi diventa un peso tale che è impossibile. I farisei sono scandalizzati perché i discepoli di Gesù camminando cominciano a strappare alcune spighe, e fanno questo in giorno di sabato. Per gli ebrei il sabato era sacro ma attorno alla sacralità di questo giorno erano sorte talmente tante norme da renderlo impossibile all'uomo: pensate che avevano codificato 39 cose che non si potevano fare di sabato! Un rabbino dice con ironia: "Se il popolo riuscisse ad osservare almeno due volte il sabato verrebbe subito il Regno di Dio!" Tutto questo ci sembra lontano, ma i legalisti cristiani non sono da meno. In ogni epoca spuntano, codificano, giudicano, "mettono sulle spalle degli altri dei pesi che essi non sollevano neppure con un dito"... "Non è lecito! E' peccato! Non si deve! E' vietato!" E allora tutto diventa difficile, tutto freddo, tutto impossibile e perdi di vista che la norma era stata scritta per salvarti e non per ucciderti. Quando devi prendere una strada devi avere delle indicazioni ma se le indicazioni sono troppe tu rischi di perdere la strada.

 

 

MERCOLEDI’ 23 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Emerenziana, martire; San Giovanni l’Elemosiniere.

Una scheggia di preghiera:

 

DONA, SIGNORE, UN CUORE SENSIBILE, PRONTO AD AMARE.

 

Hanno detto: Come la farfalletta notturna gira attorno alla luce della fiamma e poi si brucia in essa, così l’anima giri pure intorno, anzi dentro a quel lume divino. Gesù la bruci del suo amore, per farla rivivere con il Santo Sacramento. (S. Paolo della Croce)

Saggezza popolare: La lingua riceve spesso morsi, ma rimane insieme ai denti.

Un aneddoto: Michelle, una signora inglese incinta di due gemelle, viene a sapere di avere un cancro alla cervice dell'utero. Il medico le propone l'isterectomia immediata, ma con questo intervento verrebbero eliminate anche le due bimbe. La signora decide di proseguire la gravidanza senza intraprendere nessuna terapia, neanche la chemioterapia che nuocerebbe gravemente alle gemelline. Il suo sacrificio però viene premiato. Le due sorelline crescono rapidamente e si fanno robuste. In movimento continuo, prendono letteralmente a calci il tumore della mamma e lo fanno sloggiare in un altro posto, meno pericoloso per la salute della mamma. A quel punto il dottore decide di intraprendere una chemioterapia leggera. Le bimbe nascono il 23 dicembre, senza capelli per la chemioterapia, ma sane e vispe. Un mese dopo Michelle viene sottoposta a isterectomia e ora tutte e tre godono di ottima salute. Calci veramente salutari quelli delle gemelline !

Parola di Dio: Eb 7,1-3.15-17 / Sal 109 / Mc 3,1-6

 

Vangelo Mc 3, 1-6

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. C'era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Mettiti nel mezzo!". Poi domandò loro: "E' lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?". Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: "Stendi la mano!". La stese e la sua mano fu risanata. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Parola del Signore

 

“NELLA SINAGOGA C’ERA UN UOMO CHE AVEVA UNA MANO INARIDITA”. (Mc. 3,1)

Il Vangelo di oggi è l’esemplificazione di quanto Gesù ci aveva già suggerito con le sue parole di ieri: il Vangelo è liberazione non solo dalle malattie e dal male ma anche dalle pastoie di una legge miope. Gesù guarisce un malato e questi stupidi imbecilli religiosi non sanno che vedere un peccato e a questo ne aggiungono subito un altro, quello di cospirare contro Gesù per farlo morire. Ma al di là di questo insegnamento vorrei oggi fermarmi con voi su un piccolo particolare. Nella sinagoga si trova un uomo con la mano rattrappita: è una mano che non sa aprirsi, è una mano che non puoi stringere, è una mano che non può né ricevere ne dare, è una mano che non saluta, che non accarezza il capo di un bambino, è un qualcosa da mettere in tasca o da nascondere dietro alla schiena… Forse la mia è un’esegesi azzardata ma penso che nelle nostre comunità parrocchiali domenicali spesso ci sono parecchie persone, qualche volta persino il prete, che soffrono di ‘mano rattrappita’: siamo lì per ricevere il più bel dono settimanale e al momento qualcuno si rifiuta di riceverlo, altri invece con facilità allungano la mano per prendere… e andarsene come prima;  si parla di necessità di fratelli e spesso la mano è rattrappita nel donare con generosità, altre volte è rattrappita, direi adunghiata pur di prendere, ci si scambia una stretta di mano, ma spesso lo si fa perché non se ne può fare a meno e capita pure che prima di Messa ho già scelto le persone cui stare vicino, perché “a quello là, piuttosto morto prima di dargli la mano”. Gesù, scegliendo di guarire l’uomo dalla mano rattrappita nella sinagoga, proprio nel giorno di festa non avrà voluto anche dirci che se noi comprendiamo bene quello che celebriamo e vogliamo viverlo nel suo spirito gli diamo anche la possibilità di guarire le nostre mani rattrappite?

 

 

GIOVEDI’ 24 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Francesco di Sales; San Feliciano da Foligno.

Una scheggia di preghiera:

 

ABBI PIETA’ DEL TUO POPOLO CHE HA BISOGNO DI TE.

 

Hanno detto: Nostro Signore ha istituito questo Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, che realmente contiene la sua carne ed il suo sangue, per far vivere in eterno chi ne mangia. Perciò, chi ne usa spesso, con devozione, rinvigorisce talmente la salute e la vita della sua anima, che è quasi impossibile che resti avvelenato da qualche male spirituale. (S. Francesco di Sales)

Saggezza popolare: Denari e fanciulli bisogna ben custodirli.
Un aneddoto: La protagonista di questa storia vera ci credeva sul serio. Durante la seconda guerra mondiale, una monaca russa, madre Maria, fu imprigionata dai nazisti in un campo di concentramento. Un giorno era presente a un appello nel quale venivano sorteggiate le donne destinate alla camera a gas. Una di queste condannate - una ragazza ancora giovane - urlava in preda alla disperazione: fino a quel momento, aveva nutrito la speranza di riuscire a sopravvivere e di conoscere ancora la libertà e la gioia di vivere.  Madre Maria, non riuscendo a sostituirla, le si avvicinò e le disse: “Non piangere. L'ultima parola non è la morte, ma la vita. Ne sono talmente sicura che verrò con te nella camera a gas”. Si unì alle condannate ed entrò con loro per morirvi.

Parola di Dio: Eb 7,25 - 8,6 / Sal 39 / Mc 3,7-12

 

Vangelo Mc 3, 7-12

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui. Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero. Parola del Signore

 

“UNA GRAN FOLLA, SENTENDO QUELLO CHE FACEVA, SI RECO’ DA LUI”. (Mc. 3,8)

Le folle sono spesso tra i protagonisti del Vangelo. Gesù, in qualunque città o regione si rechi, è sempre circondato da folle che si stringono attorno a lui. In tanti accorrono da tutte le regioni, come questo brano ricorda. E sono anche invadenti, al punto da costringere Gesù a salire su una barca per non essere schiacciato. Tutti gli si buttano addosso per toccarlo, come per scaricare su di lui il loro dolore e le loro speranze. Sanno bene di trovare un uomo buono e compassionevole che mai li respingerà. Chiediamoci: dove le folle di oggi, più numerose di quelle di allora, possono toccare Gesù? Non dovrebbero essere le nostre comunità cristiane di oggi, il corpo di Gesù che i poveri e i deboli possono toccare? Questo è tanto più necessario quanto più sembrano crescere le barriere per impedire alle folle dei poveri, specialmente quelle del Sud del mondo, anche solo di lambire le frontiere dei paesi ricchi.

 

 

VENERDI’ 25 GENNAIO: CONVERSIONE DI SAN PAOLO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Elvira, Vergine e Martire; San Poppone, Monaco

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE IO VEDA; CHE IO TI VEDA.

 

Hanno detto: Se la nostra fede morirà di fame, sarà per colpa nostra: perché chi vuole nutrirsi, trova nel Santissimo Sacramento sapore e consolazione. Se incominciamo a nutrirci di Lui, non sarà difficile sopportare qualsiasi fatica e persecuzione. (S. Teresa di Gesù)

Saggezza popolare: Denaro sepolto non fa guadagno.

Un aneddoto: Matthew Henry è un noto specialista di studi biblici. Una volta, mentre tornava dall'università dove insegna, fu aggredito. Quella sera, egli scrisse questa preghiera:  Voglio ringraziare in primo luogo, perché non sono mai stato aggredito prima. In secondo luogo, perché mi hanno portato via il portafoglio e mi hanno lasciato la vita. In terzo luogo, perché, anche se mi hanno portato via tutto, non era molto.  Infine, voglio ringraziare perché io sono colui che è stato derubato, e non colui che ha derubato.

Parola di Dio: At.22,3-16 opp. At. 9,1-22; Sal. 116;Mc. 16,15-18

 

1^ Lettura At 9, 1-22

In quei giorni, Saulo, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?". Rispose: "Chi sei, o Signore?". E la voce: "Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare". Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda. Ora c'era a Damasco un discepolo di nome Anania e il Signore in una visione gli disse: "Anania!". Rispose: "Eccomi, Signore!". E il Signore a lui: "Su, và sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vista". Rispose Anania: "Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. Inoltre ha l'autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome". Ma il Signore disse: "Và, perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome". Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: "Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo". E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono. Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: "Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua precisamente per condurli in catene dai sommi sacerdoti?". Saulo frattanto si rinfrancava sempre più e confondeva i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo. Parola di Dio

 

“PAOLO SI ALZO’ DA TERRA MA, APERTI GLI OCCHI, NON VEDEVA NULLA”. (At. 9,8)

Tutta la storia della conversione di Paolo, come quella di ogni conversione, si gioca attorno ai termini “vedere” e “non vedere”. Paolo credeva di vederci bene. Era andato alle scuole dei migliori rabbini dei suoi tempi, era coerente con quanto credeva, era zelante al punto di difendere il suo credo religioso cercando di far fuori coloro che si opponevano ad esso... Era sicuro di vederci. Ma quando incontra Gesù diventa cieco, si rialza ma non ci vede più: e crollata la sua scienza, la sua religiosità, la sua sicurezza... Eppure proprio nel momento in cui scopre di essere cieco comincia a vedere qualcosa di nuovo. Spesso ci lamentiamo con Dio di una fede messa alla prova: “Ero così tranquillo, così sereno, così zelante! pregavo così bene, avevo i miei ritiri, i miei tempi... Ma che cosa vuoi da me, Signore?”. Eppure, se ci pensi bene, è proprio in quel momento di buio che cominci ad apprezzare la luce, che puoi cominciare a vedere qualcosa. Amico, non ho la pretesa assurda di rivelarti i pensieri di Dio, ma pongo a me e a te questa domanda: “Non ci voleva un po’ di buio per desiderare, ricercare, accettare la luce vera?”.

 

 

SABATO 26 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santi Tito e Timoteo; Santa Paola Romana.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI DI VEDERE CIO’ CHE SERVE AI NOSTRI FRATELLI.

 

Hanno detto: La devozione eucaristica fuori della Messa rimane piena e sana solo quando resta congiunta alla celebrazione del sacrificio della Cena. (Karl Rahner)

Saggezza popolare: L’erba non cresce sulla strada maestra.

Un aneddoto: Dopo la scuola del mattino mi recavo a trovare gli ammalati della parrocchia; dopo quella del pomeriggio, andavo dagli altri, lontani due o tre leghe. Distribuivo loro le medicine, prestavo le mie cure. Poi prendevo due o tre ore di riposo e ripartivo la notte per giungere a casa all’alba, ad accogliere i miei scolari. Camminavo da sola nella notte, d’estate e d’inverno, tra boschi e valli, con neve, ghiaccio, pioggia: andando in nome di Dio, non mi accadeva nulla di spiacevole. Si era ancora nel periodo acuto della rivoluzione ed io accoglievo i sacerdoti cattolici che si nascondevano e spesso li conducevo di notte a visitare i malati, perché amministrassero loro i santi Sacramenti; qualche volta trascorrevo tre giorni e tre notti senza dormire. Tutte le feste radunavo i buoni cattolici per santificare insieme il giorno; quando poi i sacerdoti cattolici lo volevano, li radunavo ancora di notte in casa mia per ascoltare una Santa Messa, per confessarsi e comunicarsi. Per grazia di Dio non capitò nessun inconveniente a quei sacerdoti, ma io pagai per tutti. Fui denunciata alle autorità. (Santa G.Antida Thouret)

Parola di Dio nella festa dei santi Tito e Timoteo: 2Tm 1,1-8; (Tt.1,1-5); Sal. 88; Lc. 22,24-30

 

Vangelo Lc 22, 24-30

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, sorse una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. Egli disse: "I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele". Parola del Signore

 

“CHI E' IL PIU' GRANDE TRA VOI DIVENTI COME IL PIU' PICCOLO E CHI GOVERNA COME COLUI CHE SERVE”. (Lc. 22,26)

Il ricordo liturgico di due grandi collaboratori di Paolo, Tito e Timoteo, ci può aiutare a meditare ancora una volta sul valore del servizio nel farsi piccoli. E’ uno dei paradossi di Gesù. Lo si capisce soltanto se si pensa che l’atteggiamento tipico del cristiano è l’amore, quell’amore che lo fa mettere all’ultimo posto, che lo fa piccolo davanti all’altro, così come fa un papà quando gioca con il figlioletto o aiuta nei compiti di scuola il ragazzo più grande.

"Farsi piccoli" di fronte all’altro vuol dire cercare di entrare il più profondamente possibile nel suo animo, fino a condividerne le sofferenze o gli interessi, anche quando a noi sembrano di poco conto, insignificanti, ma che costituiscono invece il tutto della sua vita.

"Farsi piccoli" davanti ad ognuno, non perché noi, in qualche maniera, siamo in alto e l’altro in basso, ma perché il nostro io, se non è tenuto a bada, è come un pallone, sempre pronto a salire, a mettersi in posizione di superiorità nei confronti del nostro prossimo.

 

 

DOMENICA 27 GENNAIO: 3^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi:Santa Angela Merici; Santa Devota; San Lupo, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, LA TUA BUONA NOTIZIA CI RIEMPIE DI GIOIA.

 

Hanno detto: "Noi mangiamo il suo corpo e beviamo il suo sangue anche nelle letture delle Scritture". (San Girolamo)

Saggezza popolare: Chi dà e ritoglie, il diavolo lo raccoglie.

Un aneddoto: Mi ha fatto davvero dispiacere che tu Mariuccia abbia tralasciato la Comunione in questi giorni così importanti. Deve essere veramente astuto il demonio per ingannare così un’anima! E quando lui riesce ad allontanare un’anima dalla santa Comunione, ha raggiunto il suo scopo.   Oh mia cara, pensa che Gesù è là nel tabernacolo proprio per te! Ma tu mi dici: “Sì, tu parli così perché non sai.... e poi io non mi posso comunicare perché credo di fare un sacrilegio, ecc....” Sì, sì, conosco molto bene queste cose: e ti assicuro che puoi andare senza timore a ricevere il tuo solo vero Amico. Anch’io sono passata attraverso il martirio dello scrupolo, ma Gesù mi ha fatto la grazia di comunicarmi anche quando credevo di aver commesso delle colpe gravi. Ti assicuro che quello era il solo mezzo per sbarazzarmi del demonio. Quando vede che perde tempo, ti lascia tranquilla. (S. Teresa di Gesù Bambino)

Parola di Dio: Ne.8,2-4-6.8-10; Sal.18; 1Cor. 12,12-30; Lc. 1,1-4; 4,14-21

 

Vangelo Lc 1, 1-4; 4, 14-21

dal vangelo secondo Luca

Poiché molti hanno posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teofilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. Si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”. Parola del Signore

 

“HO SCRITTO DEGLI AVVENIMENTI SUCCESSI, COME CE LI HANNO TRASMESSI COLORO CHE NE FURONO TESTIMONI FIN DAL PRINCIPIO.” (Lc. 1,2)

Luca, che era discepolo, ci tiene subito a mettere in chiaro che il suo scritto su Gesù si fonda non su sentito dire’, non su se stesso, ma sulla parola autorevole di testimoni oculari. Il Vangelo, quello scritto e quello vissuto, ha necessariamente bisogno di essere letto, interpretato, vissuto nella Chiesa. E’ facile incontrare persone che parlano a nome di Gesù, ma annunciano se se stessi o il proprio gruppo. Gente che infila citazioni evangeliche unicamente per convalidare le proprie e idee e le proprie teorie. Il Vangelo non è un’ideologia che possiamo manipolare a nostro uso e consumo, è una persona, Gesù Cristo, che si accetta o rifiuta integralmente. Spesso, poi, siamo disposti ad accettare benevolmente certe pagine del Vangelo dove Gesù è misericordioso, dove ci sono promesse di assistenza da parte di Dio. Certe altre pagine dove Gesù è esigente, direi quasi impossibile, dove si parla di croce, di prove, di misteri, vorremmo bellamente strapparle o addolcirle. Per comprendere Cristo ci viene in aiuto la Chiesa con la sua tradizione di magistero, di santi, di martiri. E’ solo in comunione con tutta la Chiesa universale e particolare che lo Spirito Santo può parlare al nostro cuore, può suggerirci il vero e il giusto, può farci incontrare Gesù vivo e operante in mezzo a noi.

 

 

LUNEDI’ 28 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Tommaso d’Aquino, Dottore della Chiesa; San Pietro Nolasco.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTO IL SUO SANTO NOME.

 

Hanno detto: "Ricevi Gesù nella S. Comunione e accogli tutto dalle Sue mani, con l'umile disposizione che la Santa Vergine Maria ebbe nel momento dell'Annunciazione: Eccomi, sono la serva del Signore: avvenga di me secondo quello che mi hai detto". (San Massimiliano Kolbe)

Saggezza popolare: L’ elemosina non fa impoverire.

Un aneddoto: E quando Domenico Savio vide che quella era veramente l’ultima comunione della sua vita, richiamò alla memoria le promesse fatte nella prima Comunione e, terminato il ringraziamento, tutto tranquillo disse: “Ora sono contento: è vero che devo fare il lungo viaggio dell’eternità, ma in compagnia di Gesù non ho nulla da temere”. (don Bosco)

Parola di Dio: Eb. 9,15.24-28; Sal 97; Mc. 3,22-30

 

Vangelo Mc 3, 22-30

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: "Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni". Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: "Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna". Poiché dicevano: "E' posseduto da uno spirito immondo". Parola del Signore

 

“TUTTI I PECCATI SARANNO PERDONATI E ANCHE TUTTE LE BESTEMMIE; MA CHI AVRÀ BESTEMMIATO CONTRO LO SPIRITO SANTO NON AVRÀ PERDONO”. (Mc. 3,28—29)

Sono tanti i modi con cui gli uomini possono bestemmiare Dio e non solo con le parole dette contro di Lui. Si bestemmia Dio quando non si rispettano i doni che Lui ci ha dato, quando si distrugge la creazione per interessi privati, quando si abusa del nome di Dio per i propri interessi (pensate a tutte le guerre fatte nel nome di Dio). Ma Gesù parla di una bestemmia ancora più grande, quella contro lo Spirito Santo. E’ la bestemmia di chi non vuole accettare che sia lo Spirito di Dio a guidare il mondo, è la chiusura totale ai valori dello Spirito, è non riconoscere in Gesù il Salvatore, è non aver speranza nella misericordia di Dio. Questo peccato non può essere perdonato, dice Gesù, non tanto in quanto Dio non possa nella sua misericordia perdonano, quanto perché l’uomo, proprio a causa di questo peccato, si rende refrattario al perdono, non permette a Dio di arrivare a lui.

 

 

MARTEDI’ 29 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Costanzo, Vescovo; San Valerio, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

Hanno detto:

"Quale vantaggio può avere Cristo se la Sua mensa (l'altare) è coperta di vasi d'oro, mentre egli stesso muore di fame nella persona dei poveri"? (San Giovanni Crisostomo)

Saggezza popolare: Chi parla sempre di galateo, non lo ha mai letto.

Un aneddoto: Nel suo libro "Gesù chiamato il Cristo", che raccoglie gli esercizi spirituali predicati in Vaticano nel 1970, Jacques Loew racconta la sua conversione. Non credente, educato in una famiglia socialista atea, desiderava sapere se Dio esisteva o no. Chiese ospitalità, in questa sua ricerca, ai certosini della Valsainte, in Svizzera, vicino a Friburgo, cercando solo silenzio e raccoglimento. Una mattina, in chiesa, era il Giovedì Santo, vide tutti, monaci ed ospiti del monastero, mettersi in cerchio attorno all'altare per fare la comunione. Lui, rimasto solo nelle panche, si chiese: o tutta quella gente erano dei pazzi e facevano una cosa senza senso, oppure lì c'era veramente qualche cosa, che dava senso non solo a quel gesto, ma a tutta la vita. Ancora non credeva in Dio. Ma l'ipotesi che davvero Dio esistesse aveva preso in lui una consistenza diversa: era un gesto, una presenza visibile. Quando poi aderì al cristianesimo, il motivo per cui preferì il cattolicesimo al protestantesimo fu proprio questo: gli amici protestanti gli dicevano che l'eucaristia era un ricordo, un simbolo, una cena fraterna; la Chiesa cattolica diceva: è una presenza reale. Questo tagliava fuori ogni dubbio: la sua ricerca non poteva appagarsi di un simbolo: aveva bisogno di una presenza.

Parola di Dio: Eb 10,1-10 / Sal 39 / Mc 3,31-35

 

Vangelo Mc 3, 31-35

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: "Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano". Ma egli rispose loro: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?". Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre". Parola del Signore

 

"ECCO, TUA MADRE, I TUOI FRATELLI, TI CERCANO." (Mc. 3,32)

All'epoca di Gesù più che la singola persona contava il clan di appartenenza: il singolo doveva agire secondo lo stile del clan, doveva presentarsi e agire in suo nome, se sbagliava era lo stesso clan a sbagliare. Gesù prende le distanze da questo modo di pensare e di agire. Nel Regno che annuncia non ci sono gruppi che hanno l'esclusiva. Gesù non ha bisogno di essere sponsorizzato da nessuno né esclusivizzato da nessuno. Allora come oggi. Diffido sempre da gruppi o gruppuscoli che mi dicono (forse con parole più tornite): "Il Gesù, quello buono l'abbiamo noi" "Se vieni con noi nel nostro gruppo, con le nostre apparizioni, con il nostro carisma ti assicuriamo il paradiso!" Gesù è per tutti, non per qualcuno: nessuno, neppure i santi; neppure la Chiesa che agisce in suo nome e in suo potere può esclusivizzarlo e questo è estremamente bello perché ognuno ha la garanzia di poter diventare "parente" di Gesù al di là di ogni barriera umana solo ascoltandolo e mettendo in pratica la sua parola.

 

 

MERCOLEDI’ 30 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Adelmo; Santa Giacinta; Santa Martina, Martire.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, SIGNORE GESU’, ENTRA NEL MIO CUORE.

 

Hanno detto: "La frequente Comunione è cibo dei forti, cibo di vita". (San Giovanni Bosco)

Saggezza popolare: Aver fame e non gradire, aver sonno e non dormire, aver fretta e non venire, son tre cose da morire.

Un aneddoto: Un gruppo di teologi in crisi chiese al grande teologo gesuita tedesco Karl Rahner se, a suo parere, avesse ancora valore l’adorazione davanti al Santissimo, dato che questa pratica era scomparsa in molte parrocchie. Il grande teologo rispose ponendo, a sua volta, due domande: “Non è, per caso, che voi non credete più tanto alla presenza vera e reale di Gesù nell’Ostia santa? O sarà la vostra condotta che non è più capace di sopportare lo sguardo amoroso di Gesù nel Santissimo?”

Parola di Dio: Eb 10,11-18 / Sal 109 / Mc. 4,1-20

 

Vangelo Mc 4, 1-20

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù si mise di nuovo a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: "Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno". E diceva: "Chi ha orecchi per intendere intenda!". Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: "A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché: guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato". Continuò dicendo loro: "Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? Il seminatore semina la parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno". Parola del Signore

 

"QUELLI CHE RICEVONO IL SEME SU TERRENO BUONO...". (Mc. 4,20)

Quale sarà la terra buona? lo come posso essere 'terra buona"? Gesù, nella sua vita ha seminato se stesso, la Parola, ovunque, a tutti; ai chiamati, alle folle, agli scribi e ai farisei, a coloro che erano peccatori e a coloro che si ritenevano giusti; quindi per Dio ogni persona è potenzialmente "terra buona". Dio è un "irrimediabile ottimista", ha fiducia in ogni uomo. In me c'è della terra che è buona. Io, come l'Adam della Bibbia, sono fatto di terra, di polvere in cui Dio ha messo il Suo spirito vitale, quindi non devo perdere la speranza, specialmente quando vedo continuamente che Dio non l'ha persa. Ma in me, come in ogni uomo c'è anche strada, rocce, spine. Allora devo scoprire il posto giusto dove lasciare che il seme della Parola penetri e porti frutto. Gesù, Figlio di Dio, vuole entrare in me, ma non nelle adiacenze, nei dintorni, vuole aprire una breccia nel mio cuore; nel libro dell'Apocalisse si dice che Gesù "sta alla porta e bussa". La porta è il cuore dell'uomo, è l'intimo di me stesso, è quello stesso alito vitale che Dio ha soffiato in me e che spesso sparisce nascosto dalla materialità, dall'egocentrismo ed egoismo, dalla superficialità ed esteriorità. E' lì che nel silenzio e nella contemplazione devo lasciare entrare il Signore. E' lì che può adagiarsi la Parola di Dio che con il suo enorme potenziale può allora esplodere in vita.

 

 

GIOVEDI’ 31 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Giovanni Bosco; San Giulio e Giuliano; San Gimignano, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE E’ LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE.

 

Hanno detto: "La comunione è per chi vuole farsi santo, non per i santi:i rimedi si danno ai malati, il cibo si da ai deboli". (San Giovanni Bosco)

Saggezza popolare: Chi ha cattiva fama, è mezzo impiccato.

Un aneddoto: Ecco un colloquio che avvenne tra don Bosco e Francesco Besucco, un giovane del suo Oratorio. “Don Bosco, a me sembra di non essere abbastanza buono per comunicarmi di frequente”. “Appunto: per farti più buono è bene accostarsi spesso alla Santa Comunione. Gesù non invitò i sani a cibarsi del suo corpo, ma i deboli, gli stanchi”. “Mi sembra che se andassi più di rado, potrei fare la Santa Comunione con più devozione”, disse il ragazzo. E don Bosco: “Non saprei dirlo. Questo so: che l’uso insegna a far bene le cose, e chi fa sovente una cosa, impara il modo di farla bene: così colui che va di frequenza alla Comunione, impara a farla bene!”. “Sì, rispose il ragazzo, ma chi mangia di rado, mangia con maggior appetito”. “Chi mangia molto di rado e passa più giorni senza cibo, o cade a terra per debolezza, o quando riprende a mangiare corre il rischio di fare un’indigestione”. Allora il ragazzo riprese: “Beh, cercherò di consigliarmi con il mio confessore...”. “Bene, fa’ così. Intanto io ti faccio osservare che Gesù ci invita a mangiare il suo corpo tutte le volte che ci troviamo in bisogno spirituale. E non siamo forse in continuo bisogno?”.

Parola di Dio: Eb 10,19-25 / Sal 23 / Mc 4,21-25

 

Vangelo Mc 4, 21-25

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù diceva alla folla: "Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per intendere, intenda!". Diceva loro: "Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha". Parola del Signore

 

“NON C’E’ NULLA DI NASCOSTO CHE NON DEBBA ESSERE MANIFESTATO E NULLA DI SEGRETO CHE NON DEBBA ESSERE MESSO IN LUCE”. (Mc. 4,22)

Il cristianesimo non è una setta segreta.  Spesso, a causa delle persecuzioni il cristianesimo ha dovuto vivere nelle catacombe, ma non è mai stato e mai dovrà essere una congrega di iniziati a dei riti particolari che agiscono nell’ombra, e quando avesse preso alcune di queste fisionomie non sarebbe più il cristianesimo di Cristo. Gesù è venuto a parlarci di Dio e a mostrarci in se stesso il volto del Padre, e questo lo ha fatto apertamente, senza compromessi, sapendo che questo suo dire franco gli avrebbe attirato le ire di chi aveva fatto della religione un potere segreto da gestire in una stretta ‘elite’ gerarchica. Gesù ha detto ai suoi e quindi anche noi: “Quello che udite nel segreto, predicatelo sui tetti” e ci ricorda che “non c’è nulla di nascosto”. Anzi, Gesù ci manda a predicare il suo Vangelo “a tutte le genti”, senza paura perché “quello che dovrete dire vi sarà suggerito dallo Spirito Santo”. Ci chiede di essere suoi testimoni visibili, ci chiede di  diventare e di essere noi “l’altro Cristo” per gli uomini di oggi. Dunque la fede non è la congrega che si riunisce nella casa parrocchiale e che combina piani e strategie nascoste per conquistare gli altri; cristianesimo è aver incontrato Cristo, cercare di ‘rivestirlo’, continuare nel concreto quotidiano la sua incarnazione. Ma se non ci riusciamo pienamente, se manifestiamo ancora debolezze, se magari non siamo pienamente ‘ortodossi’? Non preoccupiamoci troppo di questo; lo Spirito Santo si serve soprattutto delle nostre debolezze e povertà se offerte con amore per costruire il suo Regno, come Dio lo vuole e non tanto a misura delle piccole aspirazioni di chi vuol far rientrare l’immensità di Dio nei suoi piccoli schemi.

     
     
 

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