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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

 

 

OTTOBRE 2012

 

LUNEDI’ 1 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù Bambino; San Remigio.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDIMI FIGLIO DEL TUO VANGELO.

 

Hanno detto: La prima rivoluzione da fare è quella dentro di noi.  (Susanna Tamaro)

Saggezza popolare: Lo straniero è come un fratello che non hai mai incontrato. (proverbio del Sudan)

Un aneddoto: Un giorno un domestico di san Francesco di Sales ritornò a casa tardi, colpito da una grande sbornia... Il Vescovo scese per aprirgli e, vistolo in quello stato pietoso, amorevolmente lo prese e lo condusse in camera da letto, gli fece dei bagni sulla fronte, fece una preghiera per lui e lo lasciò dormire. L'indomani il domestico aveva capito il gesto pietoso del vescovo e corse da lui esclamando:  - Eccellenza, ve lo prometto, non berrò più un goccio di vino! Ma no! - rispose sorridendo il santo - non privatevene del tutto, bevetene ancora, ma metteteci un po’ d'acqua, e siate temperante nelle dosi!

Parola di Dio: Gb. 1,6-22; Sal. 16; Lc. 9,46-50

 

Vangelo Lc 9, 46-50

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: "Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande". Giovanni prese la parola dicendo: "Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci". Ma Gesù gli rispose: "Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi". Parola del Signore

 

“FRATTANTO SORSE UNA DISCUSSIONE TRA LORO, CHI DI ESSI FOSSE IL PIU’ GRANDE”. (Lc. 9,46)

Perché i discepoli non avevano compreso l’annuncio di Gesù sulla sua morte? La risposta possiamo trovarla nella frase iniziale di questo brano evangelico. Essi discutevano su chi fosse il primo tra loro.  Questa discussione mostra bene la distanza tra le loro preoccupazioni e quelle del Maestro. Erano pienamente figli di questo mondo e della mentalità concorrenziale che regola i rapporti tra le persone. Era così tra i discepoli di allora ed è così anche tra noi, oggi. In ogni caso Gesù capovolge sempre i criteri del mondo. E perché i discepoli comprendessero bene il suo pensiero, prese un bambino e se lo mise accanto, quasi per identificarlo con se stesso, e disse loro: “chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande”. Nel Regno dei cieli, nella comunità dei discepoli di Gesù, è grande chi si fa figlio del Vangelo, chi riconosce la propria debolezza e si affida in tutto al Signore. Chi vive così riconosce il bene ovunque viene compiuto, anche se non fa parte dei discepoli. A Giovanni, e a tutti noi cristiani, Gesù dice: “Chi non è contro di voi, è per voi”. E’ una grande lezione di apertura evangelica.

 

 

MARTEDI’ 2 OTTOBRE: Santi Angeli custodi.

Tra i santi ricordati oggi: San Teofilo; San Gerino.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE ANGELO CUSTODE: TU SEI IL MIO PONTE CON DIO.

 

Hanno detto: Il Vangelo insegna che l'uomo cambia la sua vita, la sua mentalità, si converte al bene non perché viene sgridato, rimproverato, punito, ma perché si scopre amato nonostante sia peccatore. (M.I. Rupnik)

Saggezza popolare: L'uomo è come l'anatra, mette il becco dappertutto. (proverbio del Mozambico)

Un aneddoto: Un disgraziato bestemmiava terribilmente e ripeteva forte alle timide osservazioni sconcertate dei presenti: Ma quale onor di Patria! Ma quale Dio! Se Egli ci fosse manderebbe un angelo, ora, a castigarmi... e rideva. All'improvviso una figura nera si avanza, si avvicina al bestemmiatore, gli dà un sonoro schiaffo sul viso e gli dice: Per punire un mascalzone non c'è bisogno di un Angelo, basta uno spazzacamino! Il bestemmiatore non fiatò più.

Parola di Dio: Es. 23,20-23; Sal.90; Mt. 18,1-5.10

 

Vangelo Mt 18, 1-5.10

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?". Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli". Parola del Signore

 

“GLI ANGELI DI QUESTI PICCOLI VEDONO SEMPRE LA FACCIA DEL PADRE MIO CHE E’ NEI CIELI”. (Mt. 18,10)

Guardate un po’ le contraddizioni: molti oggi sorridono quando sentono qualcuno parlare di angeli, in compenso vanno a cercare nel gran calderone della magia e della superstizione gli “spiriti guida”. Io credo all’angelo custode, gli sono riconoscente come sono riconoscente a Dio che me lo ha messo vicino. Non cerco neppure di immaginarmelo. So che vede me e vede Dio. So che in questo momento sta adorando e lodando Dio anche per me. So che lui, fedele, non verrà mai meno al suo compito di proteggermi, difendermi, illuminarmi, guidarmi. So che anche quando io tradisco, pecco, non perde la fiducia nell’amore di Dio e neanche in me. E’ veramente un amico che non tradisce mai, è un compagno di viaggio che vede già la meta e fa di tutto perché io vi giunga. E’ bello, al mattino, rivolgermi a lui che mi accompagnerà nella mia giornata. Sovente, insieme all’ “Angelo di Dio”, al mattino gli dico: “Comincia una giornata in cui sarà preso in mille occupazioni. Magari mi dimenticherò anche di Dio, ma tu che lo vedi portami con te ogni istante davanti a Lui e fa’ che anche il mio correre sia unito alla lode che tu in ogni istante gli rendi.

 

 

MERCOLEDI' 3 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gerardo; Sant’Adalgotto.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

Hanno detto:

L'apostolo è colui che porta Dio nella sua anima e lo irradia attorno a sé. L'apostolo è un santo che accumula tesori e ne comunica l'eccedenza agli uomini. (Don Alberione)

Saggezza popolare: Mettiti in cammino anche se l'ora non ti piace. Quando arriverai l'ora ti sarà comunque gradita. (proverbio Tuareg)

Un aneddoto: Un giorno le varie parti del corpo di un uomo si riunirono in assemblea. Comincia il cervello: Non intendo più starmene rinchiuso in quella scatola di osso e far il servo ai signori pensieri, più o belli dell'uomo, e a essere strumento di certe sciocchezze che mi fanno disonore. Il cuore: Tu almeno di notte riposi, mentre io giorno e notte, notte e giorno, sempre, devo tenergli in moto il sangue e purificarglielo, finché, stanco, mi fermerò e mi butteranno ai vermi. La tua sorte rassomiglia alla nostra, caro cuore - dissero i polmoni - ed è davvero insopportabile. Che dovrò dir io - proruppe lo stomaco - che sono obbligato a levigare, a macerare, a cuocere tutti i cibi che la gola mi regala senza trattenere nulla per me? Nessuno di voi però - gemettero gli intestini - è soggetto a maggiori umiliazioni di noi!  Voi siete ancor signori - interruppero le gambe e le mani ma la nostra condizione è ancora più misera perché dobbiamo portare l'uomo dove vuole, attaccarci, arrampicarci dappertutto, lavorare per la bella soddisfazione di sentirci stanche di sera. Quando è così - sentenziò il cuore - nessuno di noi presti all'uomo la sua opera! E tornarono alla loro sede dopo aver deciso a unanimità lo sciopero bianco.

Peccato che lo sciopero ebbe breve durata per decesso dell’uomo.

Parola di Dio: Gb. 9.1-12.14-16; Sal. 87; Lc. 9,57-62

 

Vangelo Lc 9, 57-62

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale gli disse: "Ti seguirò dovunque tu vada". Gesù gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". A un altro disse: "Seguimi". E costui rispose: "Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre". Gesù replicò: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio". Un altro disse: "Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa". Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio". Parola del Signore

 

“NESSUNO CHE HA MESSO MANO ALL’ARATRO E POI SI VOLGE INDIETRO, È ADATTO PER IL REGNO DI DIO”. (Lc.9,62)

Chi tra di voi mi conosce, penso lo possa attestare: amo la Chiesa, me ne sento parte e proprio per questo desidererei che uomini di Chiesa non facciano  un uso personalizzato della parola di Dio. Per esempio, la frase del vangelo di oggi è stata utilizzata per indicare il tradimento di preti che lasciano il loro ministero e magari anche per mettere un po’ di paura in quelli che potrebbero trovarsi in situazioni simili. Non entro in merito, ogni coscienza fa le sue scelte, commette anche errori, ha le proprie responsabilità. Ma che cosa voleva dire Gesù? Gesù voleva chiamarci alla serietà del discepolato. Il cristiano non deve considerare la fede come un comodo rifugio, un nido sicuro in cui stare. No, la fede non è perché il figlio dell'uomo non ha dove posare il capo. No, la fede non può anestetizzare la vita, non è uno stato comatoso, né un funerale ma qualcosa di dinamico, di vivo, di immenso. No, la fede non è valore penultimo: Gesù qui e altrove pretende di poter essere tutto, più degli affetti e degli amori che sono la cosa più preziosa che abbiamo... Non volgiamoci indietro, basta con questi atteggiamenti di rimpianto di un ipotetico passato (ma è davvero esistito?) in cui la fede e la chiesa e i cristiani erano al centro dell'attenzione. Piccolo gregge siamo e questa è la volontà del Signore perché con libertà, senza altra sicurezza a parte il vangelo, con creatività e dinamismo guardiamo avanti: a noi tocca di far passare l'aratro, Dio farà il resto.

 

 

GIOVEDI’ 4 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco d’Assisi patrono d’Italia; San Petronio.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE DEI TUOI SANTI: CI MOSTRANO IL TUO VOLTO.

 

Hanno detto: Una positività totale nella vita deve guidare l'animo del cristiano, in qualsiasi condizione si trovi, qualsiasi rimorso abbia, qualsiasi ingiustizia senta pesare su di sé, qualunque oscurità lo circondi, qualunque inimicizia, qualunque morte lo assalga, perché Dio, che ha fatto tutti gli esseri, è per il bene. (Don Giussani)

Saggezza popolare: Nel bel mezzo del lago non si prende in giro il caimano. (proverbio del Benin)

Un aneddoto: Un giorno a Michelangelo fu chiesto da un suo ammiratore: - Come mai voi sapete creare col vostro scalpello capolavori splendidi, che saranno immortali?  E Michelangelo, subito: Tutto è nel marmo. Basta saperlo trarre.

Parola di Dio: Gal. 6,14-18; Sal. 15; Mt. 11,25-30

 

Vangelo Mt 11, 25-30

In quel tempo, Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". Parola del Signore

 

HAI TENUTO NASCOSTE QUESTE COSE AI SAPIENTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI. (Mt. 11,25)

Queste parole di Gesù, vibranti di commozione, la Chiesa ha scelto per presentarci Francesco d'Assisi nel giorno della sua festa. Quanto eloquenti esse ci appaiono nella luce del "Poverello"! Egli è stato certamente uno di quei "piccoli", a cui il Padre ha rivelato i misteri del suo regno. Glieli ha rivelati in un modo così profondo e toccante che l'esperienza spirituale di Francesco, è diventata punto di riferimento e luminosa sorgente di ispirazione per innumerevoli schiere di credenti nel corso dei secoli. Guardando alle splendide manifestazioni della spiritualità francescana nei tempi passati e nel presente, anche noi ci sentiamo spinti a ripetere le parole di Gesù e a ringraziare il Padre per l'inestimabile dono che, nel "Poverello", ha fatto alla Chiesa. Francesco conobbe veramente il mistero di Cristo. Illuminato dalla fede capì che, al centro di tale mistero, stavano la passione, morte e risurrezione del Verbo incarnato. Lo capì e ne trasse le conseguenze con coraggiosa coerenza. Nessuno meglio di lui ha potuto far sue e ripetere, con l'eloquenza di una vita misurata sul Vangelo, le parole di Paolo: "Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore Gesù Cristo, per mezzo del quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo" (Gal 6,14). Fu proprio da questa condivisione della passione di Cristo che Francesco derivò quel senso di interiore libertà nell'annuncio del Vangelo, grazie a cui - come scrive san Bonaventura - "non temeva censori e predicava la verità con estremo coraggio". Anche lui, infatti, poteva ripetere con l'Apostolo: "D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi, poiché io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo" (Gal 6,17).

 

 

VENERDI’ 5 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gallo d’Aosta; Santa Giustina; Santa Maria Faustina Kowalska.

Una scheggia di preghiera:

 

RESTA CON NOI, SIGNORE.

 

Hanno detto: Non è mai tardi per dare il via a qualcosa di buono. (proverbio del Congo)

Saggezza popolare: Non essere come l'uomo stolto che, pur di non rischiare, non tenta mai nulla. (proverbio del Sudan)

Un aneddoto: Si racconta d'un tiranno, che, impadronitisi d'un suo terribile avversario, l'aveva posto in una torre altissima, in cima, dove la fuga sarebbe stata assurda. Il prigioniero guardava invano, cercando col suo sguardo disperato un mezzo di liberazione. Scorgeva talvolta un suo amico, che veniva ai piedi della torre, mirava in alto, crollava mestamente la testa e partiva. Un bel giorno ebbe un'idea felice. I suoi capelli erano divenuti lunghissimi ed egli ne strappò una ciocca. Poi con infinita pazienza legò un capello all'altro, ne fece un filo sottilissimo e lungo, e con la speranza nel cuore lo lasciò cadere dalla torre. Venne l'amico intelligente; vide quel filo sottile sottile; e comprese. Legò al filo di capelli un filo di seta leggero ed ugualmente sottile. Il prigioniero, esultante, quando tirò a sé il filo di capelli, trovò il filo di seta, che non mancò di calare al dì seguente per avere dall'amico un filo più grosso... E poi una funicella, e poi una corda più resistente alla quale, una notte, poté affidarsi per scendere, fuggire, salvarsi! Con le piccole cose se ne ottengono di maggiori.

Parola di Dio: Gb. 38,1.12-21; 40,3-5; Sal. 138; Lc. 10,13-16

 

Vangelo Lc 10, 13-16

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse: "Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, gia da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere. Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai precipitata! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato". Parola del Signore

 

“CHI ASCOLTA VOI, ASCOLTA ME, CHI DISPREZZA VOI, DISPREZZA ME. E CHI DISPREZZA ME DISPREZZA COLUI CHE MI HA MANDATO”. (Lc. 10,16)

Gesù identifica a  sé i discepoli. Noi cristiani parliamo a nome di Gesù, agiamo a nome di Gesù, siamo la presenza di Gesù sulla terra. Qualcuno, giustamente potrebbe obbiettare: e gli errori, i peccati, i crimini commessi dai cristiani lungo i secoli sono anch’essi manifestazione dell’opera di Gesù?  Certamente no! Anzi essi ci dicono quale grande responsabilità abbiamo noi cristiani nei confronti dei nostri fratelli e della storia. Noi non siamo onnipotenti, invulnerabili all’errore e al peccato. Nessuno di noi deve far passare le proprie povertà come parola di Dio, però abbiamo la garanzia dello Spirito sul fatto che Gesù si serve di noi per continuare la sua opera di salvezza, e proprio per questo dobbiamo conformarci sempre più a Cristo. “Che cosa farebbe Gesù, se si trovasse oggi nella mia situazione?” è una domanda che dobbiamo farci sovente, e se anche non sempre e subito avremo una chiara risposta a questo interrogativo, avremo confrontato la nostra vita con la sua ed eviteremo almeno gli errori più grossi.

 

 

SABATO 6 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Bruno; Santa Alberta.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI SIGNORE A SEMINARTI.

 

Hanno detto: Non si entra nella verità, se non per la carità. (S. Agostino)

Saggezza popolare: Non si acquista una piroga che è sott'acqua. (proverbio del Congo)

Un aneddoto: Un giorno, avendo ilo principe ereditario, fatto visita, la prima volta, al suo appartamento nel Palazzo Reale di Torino, entrato in camera ed esaminati gli arredi, disse al suo Aiutante:- Manca un mobile indispensabile! L'Aiutante rimase sorpreso, non sapeva spiegarsi qual mobile mancasse, e chiese: - Altezza, quale mobile? - Il Principe rispose: - Mancano il crocifisso e l’inginocchiatoio.

Parola di Dio: Gb. 42,1-3.5-6.12-16; Sal. 118; Lc. 10,17-24

 

Vangelo Lc 10, 17-24

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: "Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome". Egli disse: "Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli". In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare". E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse:"Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono". Parola del Signore

 

“RALLEGRATEVI PIUTTOSTO CHE I VOSTRI NOMI SONO SCRITTI NEI CIELI”. (Lc. 10,20)

Quando i 72 discepoli tornano dalla missione a cui Gesù li aveva mandati, sono contenti. Fanno un bilancio, vedono che sono riusciti perfino a cacciare dei demoni, si sentono importanti. Gesù non sminuisce questo entusiasmo anzi la loro gioia diventa la sua e lo fa “esultare nello spirito”, ma mette le cose nel loro giusto posto. Il successo della missione non si misura dal numero delle conversioni o dei miracoli, ma dalla gioia proveniente dal fatto di aver operato nel nome di Dio, sicuri che la fedeltà di Dio che vede tutto gioisce con noi tenendoci adesso e per sempre vicini a sé. Noi calcoliamo le nostre riuscite o i nostri insuccessi dai risultati. Dio non conta i risultati così. Anche nella religione siamo portati a quantificare, quasi che la fede aumenti o diminuisca a seconda del numero dei  battesimi, della partecipazione alle messe, o peg­gio ancora dalle offerte raggranellate. Gesù ci insegna ad essere servi ma anche servi inutili che dopo che hanno fatto tutto quello che devono fare lasciano al Signore che faccia Lui. Noi siamo seminatori chiamati a buttare il seme a tempo opportuno e inopportuno, in terreno buono, sassoso o spinoso, ma chi fa crescere e raccoglie è Dio stesso. Qual è la nostra gioia? Hai fatto e fai di tutto per aiutare il tuo fratello? Operi per l’annuncio del Vangelo nella parrocchia? Non guardare ai risultati ma pensa a quanto sei benedetto da Dio nel poter svolgere questi compiti e ricordati che davanti a Dio nulla va perso, neanche “un bicchier d’acqua dato per amore”.

 

 

DOMENICA 7 OTTOBRE: 27^ DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Adalgiso – Beata Vergine del Santo Rosario.

Una scheggia di preghiera:

 

SAPERCI AMATI DA TE, RAFFORZA IL NOSTRO AMORE.

 

Hanno detto:

La Scienza con le sue analisi non deve turbare la nostra Fede. Essa deve piuttosto aiutarci a meglio conoscere, comprendere ed apprezzare Dio. (Teilhard de Chardin)

Saggezza popolare: Non si deve chiedere al sale di essere dolce. (proverbio del Camerun)

Un aneddoto: Un cacciatore, di buon mattino, uscì di casa, con un suo amico, nella certezza di prender qualche lepre. Portava il suo fucile, ma scarico. E di cartucce non ne volle. Neppure una. L'amico meravigliato, obbiettava:- Ma come farai? E' possibile uccidere una lepre col fucile vuoto?  - Si gridava l'altro. - Vieni e vedrai. Giunsero infatti al bosco. Dopo una breve attesa, una lepre velocissima passò dinanzi ad essi, in una fuga precipitosa. Il cacciatore afferrò il fucile, prese la mira...l'amico rideva. E temette che il cacciatore si burlasse di lui. Tutt'altro! La lepre era là, stesa al suolo, morta. Era morta...di paura. Storiella buffa ma qualche volta vera nella vita dove spesso “si muore di una paura” che non ha ragione di esistere.

Parola di Dio: Gn. 2,18-24; Sal. 127; Eb. 2,9-11; Mc. 10,2-16

 

Vangelo Mc 10, 2-16

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, domandarono a Gesù: "E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?". Ma egli rispose loro: "Che cosa vi ha ordinato Mosè?". Dissero: "Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla". Gesù disse loro: "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto". Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio". Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso". E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva. Parola del Signore

 

“SICCHE’ (MARITO E MOGLIE) NON SONO PIU’ DUE, MA UNA SOLA CARNE”. (Mc. 10, 8)

Davanti all’ insegnamento di Gesù sull’unità della famiglia, davanti alle tante difficoltà che la famiglia affronta credo che dei cristiani debbano cercare forza nell’amore che viene da Dio e che sostiene la famiglia. E’ per questo che oggi vi propongo una preghiera scaturita in un gruppo famiglie parrocchiale: Signore, fonte di ogni amore, noi ti preghiamo di prendere per mano questo nostro fragile amore terreno che un nonnulla può far vacillare, per farne una cosa grande! Non permettere che per la nostra trascuratezza l‘altro si senta meno amato ma guidaci affinché ad immagine della Tua Tenerezza, sappiamo prenderci cura del nostro amore per riscoprirlo, accoglierlo e ri-inventarlo ogni giorno. E quando il cuore si indurisce ed emergono i nostri tanti egoismi e le nostre debolezze, insegnaci a perdonarci senza riserve come tu hai fatto. Aiutaci ad essere consapevoli della nostra vocazione matrimoniale e fa' che la fedeltà all‘altro non sia mai un peso ma la roccia su cui costruire la serenità e la pace delle nostre famiglie.

 

 

LUNEDI’ 8 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ugo Canefri; Santa Eusebia.

Una scheggia di preghiera:

 

SOCCORRICI, SIGNORE, NELLA PROVA.

 

Hanno detto: Se vogliamo davvero che i giovani non disperino della presente situazione dell'umanità, dovremmo fare in modo che possano rendersi conto veramente di quanto è grande, di quanto è bello il nostro mondo. (K Lorenz)

Saggezza popolare: Non si mettono uova e ferro nello stesso sacco. (proverbio del Togo)

Un aneddoto: Una volta non avevo scarpe e dovevo camminare a piedi nudi nella sabbia bollente e pensavo a quanto fossi sventurato. E poi incontrai un uomo che era storpio,per il quale il camminare era molto difficile. Mi inchinai subito al cielo e resi grazie per essere messo molto meglio di lui, che non aveva nemmeno i piedi su cui camminare.

Parola di Dio: Gal. 1,6-12; Sal 110; Lc. 10,25-37

 

Vangelo Lc 10, 25-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?". Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?". Costui rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso". E Gesù: "Hai risposto bene; fà questo e vivrai". Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?". Gesù riprese: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all' albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?". Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Và e anche tu fa lo stesso". Parola del Signore

 

“UN UOMO CHE SCENDEVA DA GERUSALEMME A GERICO INCAPPO’ NEI BRIGANTI”. (Lc. 10,30)

Chi devo amare? . Molti Rabbì sostengono che bisogna amare il povero, l'orfano e la vedova, pupilla di Dio. O che bisogna amare tutti. Tutti coloro che appartengono al popolo di Israele. Gesù sorride e con il racconto della parabola del samaritano spiazza tutti. Un tale viene rapinato e ferito, l'unico che si occupa di lui è uno straniero, un extracomunitario, uno che non tira diritto. Altri due scendono dalla capitale, bazzicano il Tempio, uno è prete e l'altro un cantore-lettore. Tirano diritto e fanno bene. Che ne sanno di chi è quel tale e cosa è successo? E se fosse un regolamento fra bande? E se avesse l'AIDS? E se i briganti tornassero? …. Hanno Dio nel cuore, sulle labbra, fanno discorsi sensati. Gesù non li biasima, né li condanna: sono figli del loro tempo. E del loro Tempio. Il prossimo è il samaritano. E Gesù conclude: tu di chi vuoi essere prossimo? A chi vuoi avvicinarti? Siamo stati pestati a sangue. Tutti. La vita è così, più o meno faticosa o rigida o dolorosa, ma tutti prima o poi prendiamo qualche bastonata. I cristiani sono coloro che sono stati soccorsi da Cristo, buon samaritano, che ha versato sulle loro piaghe il vino della consolazione e l'olio della speranza e si sono visti portare alla locanda che è la Chiesa. E la Chiesa. Quella vera, guarda a Gesù e cerca di imitarlo. Coraggio, dunque amici, convalescenti della vita: se avete sperimentato la tenerezza del Signore e la sua consolazione siete resi capaci di consolazione, di leggere la legge nel cuore, di passare dalla normalità all'eccezione, dalla testa al cuore. Per vedere nel volto del fratello il vostro volto, il volto di Cristo.

 

 

MARTEDI’ 9 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Dionigi e compagni; San Giovanni Leonardi.

Una scheggia di preghiera:

 

LE TUE PAROLE SIGNORE, SONO L’INCANTO DEL MIO CUORE.

 

Hanno detto: Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l'Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato. (Teilhard de Chardin)

Saggezza popolare: Non si insegna a nuotare al pesce. (proverbio del Sud Africa)  

Un aneddoto: Un giorno Sa'adi era seduto nel negozio di un venditore di libri, dove venivano venduti i suoi libri. Il venditore di libri era assente, e qualcuno entrò e chiese di uno dei libri di Sa'adi, non sapendo che stava parlando al poeta stesso. Sa'adi disse: Che cosa le piace dei libri di Sa'adi? Lui rispose: Oh, è  un uomo così divertente. Al ché Sa'adi gli regalò un libro, e quando lui volle pagarlo disse: No, io sono Sa'adi, e quando mi hai chiamato uomo divertente , tu mi hai dato tutta la ricompensa che io potessi desiderare.

Parola di Dio: Gal. 1,13-14; Sal. 138; Lc. 10,38-42

 

Vangelo Lc 10, 38-42

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta". Parola del Signore

 

“MARIA, SEDUTASI AI PIEDI DI GESÙ, ASCOLTAVA LA SUA PAROLA”. (Lc. 10,39)

Betania diventa il rifugio di Dio, il luogo dell'ascolto e della confidenza, della cena alla fine della dura giornata di predicazione. Quanto è bello  vedere questo Dio che ha bisogno di ascolto, questo umanissimo Dio che bussa alla porta di questi amici non per evangelizzare ma per essere accolto. Dio ha bisogno di te, della tua amicizia, dei tuoi silenzi e della tua accoglienza, del tuo “pranzetto”, cara Marta, dei tuoi occhi pieni di attenzione e di ammirazione, cara Maria. E nel quadretto famigliare di oggi il Signore ci lancia anche un messaggio: l'azione di Marta è sterile se non è fecondata dall'ascolto di Maria. E – aggiungo – la preghiera è fasulla se non sfocia nel servizio. Una proposta, allora: perché non far diventare "Betania" la nostra giornata? Dedicare ogni giorno un momento, anche piccolo, in cui interrompiamo il flusso di parole che rivolgiamo a Dio per metterci in ascolto di ciò che lui, una volta tanto vuole dirci. Cerchiamo di diventare  la consolazione di Dio, cari amici.

 

 

MERCOLEDI’ 10 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Borgia; San Bassiano.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE NOSTRO.

 

Hanno detto: Il cristiano non ricerca la sofferenza per se stessa, ma l'amore. E la croce accolta diviene il segno dell'amore e del dono totale. Portarla dietro a Cristo vuol dire unirsi a Lui nell'offrire la prova massima dell'amore. (Giovanni Paolo II)

Saggezza popolare: Non si taglia un dito sporco. (proverbio del Camerun)

Un aneddoto: In una parrocchia americana, il parroco, decisamente seccato dalle scuse addotte nel corso degli anni dai parrocchiani per non andare a messa, inserì "I dieci motivi per cui non mi lavo mai" nel bollettino domenicale:

1. Sono stato obbligato quando ero piccolo.

2. Le persone che si lavano sono ipocriti: pensano di essere più puliti degli altri.

3. Ci sono così tanti tipi di sapone, che non so decidere quale sia il migliore.

4. Ero abituato a lavarmi, poi ho cominciato ad annoiarmi ed ho smesso.

5. Mi lavo solo in occasioni particolari, come Natale e Pasqua.

6. Nessuno dei miei amici si lava.

7. Comincerò a lavarmi quando sarò più vecchio e più sporco.

8. Non riesco a trovare il tempo.

9. Il bagno non è mai caldo abbastanza in inverno o fresco a sufficienza in estate.

10. I produttori di sapone cercano solo i tuoi soldi.

Parola di Dio: Gal. 2,1-2.7-14; Sal. 116; Lc. 11,1-4

 

Vangelo Lc 11, 1-4

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione". Parola del Signore

 

“QUANDO PREGATE DITE: PADRE…”. (Lc. 11,2)

Per noi cristiani è naturale rivolgerci a Dio con questa parola tanto familiare ed evocativa di un legame vitale ineliminabile. Ci abbiamo fatto l'abitudine così da non gustarne più l'intima dolcezza e l'insondabile significato. Sì, Dio è nostro Padre. Ce lo ha rivelato Gesù. Ma lo è per dono, gratuito dono di un Amore che stentiamo a comprendere e che ci fa esistere. Facciamo oggi un piccolo esperimento per cercare di comprendere ancor meglio questa preghiera. Immaginiamoci, come ha fatto l’autore di queste righe, che sia il Padre che si rivolge a noi. Figlio mio, che sei in terra preoccupato, solitario e tentato; conosco bene il tuo nome e lo pronuncio santificandolo, perché ti amo. Non sarai mai solo; io abito in te  e assieme spargeremo il regno della vita che ti darò in eredità. Ho piacere che faccia la mia volontà, infatti io voglio la tua felicità. Avrai il pane di ogni giorno, non ti preoccupare; però io ti chiedo di spartirlo con i tuoi fratelli. Sappi che ti perdono tutti i peccati,  anche prima che tu li commetta, ma ti chiedo che anche tu perdoni a quelli che ti offendono. E per non soccombere alla tentazione afferra con tutta la tua forza la mia mano e ti libererò dal male, mio povero e caro figlio.

 

 

GIOVEDI’ 11 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Placida; Sant’Alessandro Sauli.

Una scheggia di preghiera:

 

MANDA IL TUO SPIRITO, SIGNORE, A RINNOVARE LA TERRA.

 

Hanno detto: Abbiamo dimenticato Dio: questo è il primo peccato, gli altri sono conseguenza. (Solzenicyn)

Saggezza popolare: Popolo senza educazione è come cibo senza sale. (proverbio dell’ Etiopia)

Un aneddoto: Racconta Santa Teresina nel suo “Diario di un anima”: “C'è in comunità una sorella che ha il talento di dispiacermi in tutto... ma non volevo cedere all'antipatia naturale che provavo. Mi sono detta che la carità non doveva consistere nei sentimenti, ma nelle opere, perciò mi sono impegnata a fare per questa sorella ciò che avrei fatto per la persona che amo di più.  Ogni volta che la incontravo pregavo per lei il Buon Dio, offrendogli tutte le sue virtù e i suoi meriti... Non mi limitavo a pregare molto per la sorella che mi procurava tante lotte: mi sforzavo di farle tutti i favori possibili e, quando avevo la tentazione di risponderle in modo sgarbato, mi limitavo a farle il mio più gentile sorriso e mi sforzavo di sviare il discorso... Spesso poi, quando non ero in ricreazione (voglio dire durante le ore di lavoro), avendo alcuni rapporti di ufficio con questa sorella, quando le mie lotte erano troppo violente, fuggivo come un disertore.  Poiché ella ignorava assolutamente ciò che provavo per lei, mai ha supposto i motivi del mio comportamento ed è persuasa che il suo carattere mi sia simpatico. Un giorno in ricreazione mi disse con un'espressione contentissima press'a poco queste parole: "Vorrebbe dirmi, mia Suor Teresa di Gesù Bambino, cosa l'attira tanto verso di me, che ogni volta che mi guarda la vedo sorridere?" Ah, ciò che mi attirava era Gesù nascosto in fondo alla sua anima, Gesù che rende dolce ciò che c'è di più amaro!»

Parola di Dio: Gal. 3,1-5; Cantico da Lc. 1,68-75; Lc 11,5-13

 

Vangelo Lc 11, 5-13

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!". Parola del Signore

 

“QUANTO PIU’ IL PADRE VOSTRO CELESTE DARA’ LO SPIRITO SANTO A COLORO CHE GLIELO CHIEDONO”. (Lc. 11,12)

Il brano di oggi appare quasi un commento e una continuazione del Padre nostro. Se si crede che Dio ci ama come Padre, si avrà fiducia in lui. Tale fiducia è esercitata concretamente ed è messa alla prova dall'insistenza e dalla costanza nella preghiera, espressa nella triplice espressione: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (v. 9). Chi ha fiducia nella bontà del Padre, chiede con costanza e non si stanca, perché sa che il suo non sarà un chiedere invano. La preghiera fiduciosa e insistente è dunque efficace e infallibile. Ma Luca riserva una sorpresa: essa ottiene sempre lo Spirito Santo (v. 12). Non ottiene necessariamente dei doni utili e desiderati, ma pur sempre transitori, quanto piuttosto il dono per eccellenza, il dono che introduce nel Regno, dà la forza di vivere nel e per il Regno, sostiene nella tentazione, aiuta nel perdono delle offese, permette di fare la volontà di Dio. È il dono che realizza le domande della preghiera del Signore, coinvolgendo come coprotagonista anche colui che prega. I doni desiderati dalla natura umana non vengono disprezzati, perché possono anche essere dati. La preghiera però, immergendo nel mondo di Dio, dà il dono divino più prezioso perché possiamo entrare nel mondo divino, cioè nel Regno. La bontà del 'papà che è nei cieli' è tale che usa dei nostri bisogni per farci scoprire il bisogno di fondo, nascosto in ogni altra necessità, quello di entrare a far parte del suo Regno: per questo a chi chiede con costanza sarà dato lo Spirito Santo, la chiave per entrare e per progredire nel suo disegno di salvezza universale.

 

 

VENERDI’ 12 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Serafino; Sant’Edisto.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

Hanno detto: Che Ti cerchiamo, Signore, desiderandoti e Ti desideriamo cercandoti. Che Ti troviamo amandoti e Ti amiamo trovandoti (S. Anselmo)

Saggezza popolare: Quando i pesci piangono, nessuno vede le loro lacrime. (proverbio del Sierra Leone)

Un aneddoto: Nella notte del 20 aprile 1889 il medico condotto di Braunau venne chiamato d’urgenza per assistere due partorienti. Nella prima casa nacque un maschio forte e robusto e fu accolto con molta gioia ed orgoglio dai genitori. In una casetta poco distante nacque invece una bimba, gracilina e sottopeso, chiaramente portatrice della sindrome Down. La sua nascita non fu accolta con gioia, ma anzi la famiglia manifestò scoraggiamento e preoccupazione per l’handicap della neonata. I bimbi crescevano. Il maschio incominciò presto a farsi notare per la sua oratoria e per le sue idee che incarnavano un sogno di riscatto per le popolazioni uscite sconfitte e umiliate dalla prima guerra mondiale. La bimba invece aveva poca salute.  Nessuno si interessava o parlava di lei, però la gente volgeva uno sguardo di commiserazione verso la madre, quando passava per strada con quella fanciullina, sempre bambina, per mano. Passarono altri anni e la madre della ragazza, colpita da ictus, rimase semiparalizzata in un letto. Sua figlia, aiutata dai vicini, la curò fino alla morte, per molti anni, con grande tenerezza e dedizione. Il dottore che l’aveva aiutata a nascere e che ha tramandato questa storia, non riusciva più a ricordarne il nome, ma aveva ben presente il nome del bimbo che era nato contemporaneamente, in quella lontana notte di primavera. Lui era divenuto un personaggio importante. Il suo nome è famoso in tutto il mondo e torna ancora spesso sulla bocca di tutti.  Quel nome è Adolf Hitler.

Parola di Dio: Gal. 3,7-14; Sal. 110; Lc. 11,15-26

 

Vangelo Lc 11, 15-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio, alcuni dissero: "E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni". Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: "Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima". Parola del Signore

 

“SE SCACCIO I DEMONI CON IL DITO DI DIO, E’ DUNQUE GIUNTO A VOI IL REGNO DI DIO”. (Lc. 11,20)

Nonostante un certo scetticismo diffuso nella società che si considera evoluta, il demonio è più presente al mondo di quanto non si possa immaginare. In alcuni momenti, quasi all'improvviso, viene dato di percepire quanto la sua presenza sia radicata. La sua forza sta nel farsi dimenticare e nell'apparire sotto le sembianze più seducenti e tranquillizzanti. Dal momento ch'egli conosce bene le sue prede, lancia i suoi attacchi generalmente dal fronte più sguarnito, dalle realtà verso le quali si è più sensibili. A volte l'attacco è sentito davvero come devastante e l'unico modo di liberarsene sembra proprio quello di cedere. Ma la posta in gioco è troppo alta. Cedergli una volta significa aprirgli un varco che gli rende più facile l'accesso al prossimo assalto. Le armi sono quelle di sempre: preghiera intensa, ricordarsi continuamente della parola del Signore e delle sue promesse, penitenza, una grande umiltà che fa mettere tutta la fiducia nel Signore, vigilanza per non essere colti di sorpresa. A queste condizioni la sfida assume un fascino particolare: siamo chiamati a combattere contro un avversario più forte di noi, ma con un'arma in più, che viene dallo Spirito Santo. Il nostro avversario dopo ogni sconfitta si presenta sempre più forte, ma non talmente forte da non poter essere sconfitto. Cristo ci vuol unire al suo combattimento, perché possiamo anche noi far indietreggiare il male che serpeggia per il mondo e farci così partecipi della sua vittoria. Anche se tale vittoria, quando si è immersi nel duro combattimento, può apparire non raramente una illusione lontana. La presenza del demonio invita a riflettere sulla drammaticità dell'esistenza cristiana, sulla potenza del male, sulla posta in gioco, sulla grandezza della vittoria di Cristo, sulla necessità di schierarci apertamente e decisamente dalla sua parte, sulla convinzione che il combattimento spirituale è parte essenziale del discepolo di Cristo.

 

 

SABATO 13 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Edoardo.

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE IN NOI.

 

Hanno detto: Più si fa buio attorno a noi e più dobbiamo aprire il cuore alla luce che viene dall'alto. (Edith Stein)

Saggezza popolare: Quando parli, parla a chi capisce. (proverbio del Senegal)

Un aneddoto: Ecco cosa scriveva il Dott. Goebbels, fedelissimo di Hitler, ministro della propaganda nel regime nazista. Genio del male.  Morto suicida con sua moglie, dopo aver soppresso i 6 figlioletti (per il loro bene – disse), alla caduta del regime: "ripetete una menzogna 10, 100, 1000 volte e prima o poi diventerà verità accettata da tutti"

Parola di Dio: Gal. 3,22-29; Sal. 104; Lc. 11,27-28

 

Vangelo Lc 11, 27-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: "Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!". Ma egli disse: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!". Parola del Signore

 

“BEATI PIUTTOSTO COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO E LA OSSERVANO!”. (Lc. 11,28)

L’occasione per questa solenne affermazione di Gesù viene offerta da una semplice donna del popolo, la quale non può non risalire – con delicatezza e sensibilità femminile e materna – dal figlio alla madre, specialmente da questo figlio, così straordinario, a sua madre. Ma questa lode – espressa dalla donna – potrebbe venir interpretata male. La maternità fisica da sola non è motivo sufficiente per essere chiamata beata. Molto più è da proclamare beato chi ascolta la parola di Dio e l’osserva. L’ascoltare, l’osservare e l’obbedire alla parola annunciata da Gesù costituisce la difesa dalla ricaduta sotto il dominio del demonio. Maria ha ascoltato, ha creduto e ha osservato. Essa è beata perché è la madre di Gesù; ma lo è molto più perché ascolta e osserva la parola di Dio. Oggi la Parola mi interpella: per me Maria è modello di ascolto della Parola? E’ la genitrice di Dio perché ha ascoltato con fede questa parola? E’ degna della mia ammirazione prima di tutto perché si è completamente consacrata a Cristo, perseverando nelle prove, nella fede incrollabile in quel suo figlio meraviglioso quanto misterioso? Penso che anch'io posso 'generare Cristo' attraverso l'ascolto perseverante della Parola?

 

 

DOMENICA 14 OTTOBRE: 28^ DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: San Callisto; San Gaudenzio.

Una scheggia di preghiera:

 

METTO IL MIO SGUARDO NEL TUO E IL MIO CUORE NEL TUO.

 

Hanno detto: Anche se ciascuno di noi ha una sua propria visione della salvezza del mondo, per tutti è importante ed essenziale sopra ogni cosa l'idea della salvezza attraverso l'amore. (Herman Hesse)

Saggezza popolare: Quando si va insieme allo scoiattolo si impara ad arrampicarsi, ma anche a rubare. (proverbio dell’Angola)

Un aneddoto: Un giorno, due sposi insegnanti, tornando da scuola, trovarono il loro bambino febbricitante. Provarono dei farmaci casalinghi, ma non servirono a nulla. A mezzanotte il marito disse a sua moglie: "Bisogna pure andare a letto, se domani dobbiamo andare a scuola. Tu dormi qui con il bambino ed io dormirò nell´altra camera". Poco prima di andare a letto ricordò di aver letto, in un libro di Padre Pio, che gli si potevano mandare gli angeli; e così fece: era l'una meno cinque. Si svegliò alle tre e pensò subito di andare a vedere come stava suo figlio. Lo trovò sano a letto. Felice, svegliò sua moglie, e le disse: "il bambino sta bene" Lei rispose: "Me lo spiego, perché prima di andare a letto ho mandato l'angelo custode da Padre Pio". E risultò che l'avevano fatto tutti e due. Dopo alcune settimane, questo signore andò da Padre Pio per ringraziarlo personalmente. Quando entrò in sacrestia, Padre Pio era circondato da molti uomini, ma, vedendolo arrivare, gli disse con umorismo: "Con voi non si può nemmeno riposare di notte" L´insegnante imbarazzato chiese scusa, ma Padre Pio rispose bonariamente: "Perché ti scusi? Io sono sempre felice quando arrivano gli angeli, anche se arrivano di notte". Questo signore ringraziò il Padre, ma la risposta fu: "Va davanti al Tabernacolo e dalla Madonna".

Parola di Dio: Sap. 7,7-11; Sal. 89; Eb. 4,12-13; Mc. 10-17-30

 

Vangelo Mc 10, 17-30

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?". Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre". Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza". Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi". Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!". I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: "Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: "E chi mai si può salvare?". Ma Gesù, guardandoli, disse: "Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio". Pietro allora gli disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito". Gesù gli rispose: "In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva gia al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. Parola del Signore

 

“ALLORA GESU’ FISSANDOLO LO AMO’ ”. (Mc. 10,20)

Sono io, Signore, Maestro buono, quel tale che tu guardi negli occhi con intensità di amore. Sono io, lo so, quel tale che tu chiami a un distacco totale da se stesso. È una sfida. Ecco, anch'io ogni giorno mi trovo davanti a questo dramma: alla possibilità di rifiutare l'amore. Se talvolta mi ritrovo stanco e solo, non è forse perché non ti so dare quanto tu mi chiedi? Se talvolta sono triste, non è forse perché tu non sei il tutto per me, non sei veramente il mio unico tesoro, il mio grande amore? Quali sono le ricchezze che mi impediscono di seguirti e di gustare con te e in te la vera sapienza che dona pace al cuore?

Tu ogni giorno mi vieni incontro sulla strada per fissarmi negli occhi, per darmi un'altra possibilità di risponderti radicalmente e di entrare nella tua gioia. Se a me questo passo da compiere sembra impossibile, donami l'umile certezza di credere che la tua mano sempre mi sorreggerà e mi guiderà là, oltre ogni confine, oltre ogni misura, dove tu mi attendi per donarmi null'altro che te stesso, unico sommo Bene.

 

 

LUNEDI’ 15 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù;Santa Aurelia di Strasburgo

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TUTTO CI PARLA DI TE.

 

Hanno detto: La preghiera non è accendere una candela e lasciarla bruciare davanti al Signore, sperando che il fuoco ed il fumo lo commuovano.  La vera preghiera è che io diventi una candela che si consuma lentamente davanti a lui sul lavoro, tra gli amici, nel silenzio. (Ernesto Olivero)

Saggezza popolare: Quando sono troppe, le donne fanno bruciare i cavoli nella pentola. (proverbio dell’Etiopia)

Un aneddoto: "Io ero un grande bestemmiatore - narra un toscano che di professione faceva il mediatore - e venuto da Padre Pio per confessarmi, quello fu il primo peccato che dissi. S´infuriò e me ne disse di tutti i colori, dandomi anche del ciuco. Notando poi che ero sinceramente pentito, con più dolcezza mi ripeté che ero un ciuco e che se bestemmiavo un'altra volta mi avrebbe dato un calcio nel sedere. Infine ebbe il coraggio di darmi l'assoluzione, fissandomi poi come per dire : fila dritto! Un giorno di mercato mi trovavo in piazza a Firenze e mentre stringevo un contratto, preso dall´affare, mi scappò una bestemmia alla Madonna. Immediatamente mi sentii un calcio nel sedere tanto potente da sollevarmi da terra. Feci un urlo sull´istante per aggredire il provocatore; ma, non vedendo nessuno, mi rigirai e notai che tutti mi guardavano sorpresi, come se fossi impazzito. Allora mi venne in mente l´ammonimento del Padre e senza alcun pudore, mi misi a piangere come un bambino per il pentimento e la commozione."

Parola di Dio: Gal. 4,22-24.26-27.31-5,1; Sal. 112; Lc. 11,29-32

 

Vangelo Lc 11, 29-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: "Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui". Parola del Signore

 

“QUESTA GENERAZIONE CERCA UN SEGNO”. (Lc.11,29)

Finché ho avuto fiato, mi è sempre piaciuto camminare. Quando cammini hai tanto tempo per pensare; ed ecco che ti passano tante cose per la testa: ricordi ma anche speranze… “E se Dio mi apparisse, se Gesù si mettesse a camminare con me come ha fatto con i discepoli di Emmaus, oppure mi facesse vedere la sua potenza come a Saulo sulla via di Damasco…?”. E chiediamo a Dio dei segni, indicazioni precise, mappe dettagliate, regole sicure. Poi rialzi la testa e vedi che cammini da solo sul ciglio di una strada mentre sfrecciano accanto a te le macchine del progresso, del potere, della ricchezza, del successo. Tanta carne in scatola che corre come formiche impazzite davanti al formicaio distrutto da una pedata del bambino dispettoso. Dacci un segno! Ma, apri gli occhi e vedi quanti segni sono dati! Dice il libro del Siracide: “Il sole mentre appare nel suo sorgere dice: “Che meraviglia è l’opera dell’Altissimo”; ti parla l’erba al ciglio della strada meravigliosa nel suo crescere e piena di polvere, ti parlano le piante come i grattacieli, ti parla la storia degli uomini, il ritmo dei tuoi passi come il battere del tuo cuore ha qualcosa da gridarti; persino nei giornali o alla TV puoi trovare i segni di Dio. Ma se fosse anche Dio a dirti: “Dammi un segno!”?  “Dammi un segno del fatto che hai capito che ti voglio bene”. Le occasioni per dare qualcuno di questi segni non ci mancano se, per esempio, lottiamo senza scoraggiarci contro i difetti del nostro carattere, per migliorare a poco a poco; se nei momenti in cui c’è bisogno di rotture drastiche e dolorose siamo coerenti con le nostre scelte battesimali; se agiamo senza farci bloccare da complessi, autogiustificazioni, amor proprio ferito, risentimenti, suscettibilità e soggettivismo; se accettiamo con fede e con coraggio le sorprese della vita; se non ci lasciamo amareggiare né feriamo gli altri con la critica distruttiva; se perdoniamo di cuore chi, secondo noi, ci ha danneggiato; se superiamo le situazioni avverse senza diventarne vittime e senza bloccarci in lamenti sterili; se dividiamo il nostro denaro, il nostro tempo e il nostro affetto con i fratelli bisognosi, quelli che sono malati soli e abbandonati… Fare tutto questo nella vita significa porre davanti a Dio e anche davanti agli uomini i segni della nostra conversione evangelica. Anche qui non aspettiamo i momenti eccezionali per dimostrare la nostra fedeltà a Dio. I segni di Dio che ci parla e i segni della nostra risposta stanno soprattutto nelle piccole ma importanti cose quotidiane.

 

 

MARTEDI’ 16 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Edvige; Santa Margherita Maria Alacoque.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.

 

Hanno detto: Non c'è modo migliore per farsi amare che partire per primo nell'amare. (S. Agostino)

Saggezza popolare: Quando giunge il tempo del raccolto, il pigro comincia a riflettere. (proverbio del Congo)

Un aneddoto: Ad un uomo, quand'era bambino, venne chiesto di fare un sacrificio. Chiese perché lo dovesse fare. "Fallo per me", gli disse la madre. Il bimbo perse qualcosa, ma qualcosa acquistò. Quando giunse all'età adulta gli vennero chiesti altri sacrifici. Domandò perché li dovesse fare. "Falli per me", gli disse il padre. Il giovane perse parecchio, ma acquistò molto. Il giorno del matrimonio, all'uomo fu chiesto di sacrificarsi ancora. Chiese perché dovesse farlo. "Fallo per me", gli rispose la sposa. Perse moltissimo, acquistò moltissimo. Quando poi ebbe dei figli, i sacrifici richiesti furono mille. Chiese perché li dovesse fare. "Falli per noi", gli dissero i figli. Perse quasi tutto, acquistò quasi tutto. Arrivò alfine la vecchiaia. L'uomo s'accorse di non avere più niente. Dov'era sparito ciò che aveva acquistato? "E' in te", gli disse una voce, "tu non hai più niente ma sei diventato qualcuno".

Parola di Dio: Gal. 5,1-6; Sal. 118; Lc. 11,37-41

 

Vangelo Lc 11, 37-41

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, dopo che Gesù ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola. Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: "Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità. Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo". Parola del Signore

 

“VOI FARISEI PURIFICATE L’ESTERNO DELLA COPPA E DEL PIATTO, MA IL VOSTRO INTERNO E’ PIENO DI RAPINA E DI INIQUITA’ ”. (Lc. 11,39)

Gesù è invitato a pranzo da un fariseo. Sappiamo che i farisei attribuivano grande importanza all’adempimento delle purificazioni: il lavarsi le mani prima di mettersi a tavola e una minuziosa purificazione delle stoviglie. Gesù non osserva tali prescrizioni esteriori; della qual cosa si meraviglia il suo ospite. La critica sulla condotta di Gesù – da parte del fariseo - provoca il suo insegnamento sulla purezza. Chi è puro davanti a Dio? Nel suo insegnamento, Gesù contrappone purità cultuale – puramente esteriore - e purezza del cuore. Di questa i farisei non si preoccupano molto. “Il vostro interno è pieno di rapina e di malvagità” dice loro Gesù. “Insensati, chi ha fatto l’esterno non ha fatto anche l’interno?”. Ecco qual è la stoltezza dei farisei: si bada a tante cose esteriori, ma non si coglie la sostanza. È il nostro rischio, di noi, gente cristiana che tanto spesso ci leghiamo al dettaglio, alla forma, perdendo di vista l'amore a Dio e ai fratelli. Leggendo le vite dei santi si ha sovente l'impressione di una audacia e di un anti-conformismo sconcertanti. In realtà, si tratta solo di quell'occhio penetrante, acuito dall'intelligenza della fede, che sa andare sempre oltre quanto è assodato, fissato, ma non per la ricerca di un comodo o per affrancare dalla legge, bensì perché sia l'amore - e solo l'amore – a tracciare la via. In una società ossessionata dalle immagini, dalle apparenze, dall'esteriorità, solo Gesù sa arrivare al cuore per convertirlo, in modo che, purificato, possa lasciar trasparire il buon tesoro che nasconde.

 

 

MERCOLEDI’ 17 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Antiochia.

Una scheggia di preghiera:

 

RICONOSCO SIGNORE LA MIA COLPA, IL MIO ERRORE MI E’ SEMPRE DINNANZI.

 

Hanno detto: Non vedi altro che la tua ombra se volgi le spalle al sole. (K. Gibran)

Saggezza popolare: Quando si scappa davanti all'elefante ci si espone a incontrare il bufalo. (proverbio del Camerun)

Un aneddoto: Una bambina di 12 anni ha scritto: "Siamo noi gli uomini del futuro, tocca a noi migliorare la situazione. La cosa più grave è star lì a far niente, a guardare questo povero mondo che si sbriciola. Noi diciamo viva la pace e facciamo la guerra, abbasso la droga e ne aumentiamo il commercio, basta col terrorismo e uccidiamo i giusti. Però non è detto che a ciò non si possa mettere fine. Io volevo dire questo: se sei triste per l'odio nel mondo, non piangere e non perdere la speranza, ma fa' qualcosa, anche di piccolo".

Parola di Dio: Gal. 5,18-25; Sal. 1; Lc. 11,42-46

 

Vangelo Lc 11, 42-46

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse:"Guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre. Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo". Uno dei dottori della legge intervenne: "Maestro, dicendo questo, offendi anche noi". Egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!". Parola del Signore

 

“GUAI A VOI, FARISEI…” (Lc. 11,42)

La parola di Dio è sempre viva ed efficace. Vi sono tuttavia momenti in cui essa sembra quasi accanirsi a metterci davanti il nostro peccato in una maniera che suona implacabile. Nel vangelo  Gesù ci fa capire che proprio coloro che si credono giusti e disprezzano gli altri sono ben lontani dall'esserlo. La condizione per essere liberati dal peccato è dunque quella di ammettere di essere peccatori. Ma ciò non è mai per gettarci nella tristezza o nello scoraggiamento, quanto piuttosto per farci prendere più vivamente coscienza di come è grande la misericordia da cui siamo raggiunti in Cristo Gesù. Oggi, in un clima di permissivismo dilagante, il criterio di moralità sembra essere desunto da un qualunquista "così fan tutti", ma non è questa la scala dei valori su cui ci possiamo misurare se vogliamo essere di Cristo. La grandezza dell'uomo è data dalla sua libertà e quindi dalla sua responsabilità. Rifiutare la prospettiva del giudizio è rifiutare la dignità della persona. Anche le nostre colpe, infatti, devono essere riconosciute lealmente, senza chiamare bene il male. E’ nobile riconoscersi peccatori se questo è il primo passo della conversione. Il cammino del pentimento ci fa conoscere la tolleranza, la pazienza, la bontà come tanti tratti del volto di quel Dio che si è rivelato a noi in Gesù come la verità che ci rende liberi.

 

 

GIOVEDI’ 18 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Luca;San Giusto di Susa.

Una scheggia di preghiera:

 

CHIAMATE I MIEI AMICI PER FARE FESTA, C’E’ UN POSTO PER CIASCUNO ALLA MIA MENSA.

 

Hanno detto: Pregare non è tanto ottenere, quanto piuttosto diventare. La preghiera è vera non quando è Dio che sta ad ascoltare ciò che gli domandiamo, ma quando l'orante persevera ad orare fino a quando si mette lui ad ascoltare, e ascolta quello che Dio vuole. (Kierkegaard)

Saggezza popolare: Sbattendo l’acqua, non si ottiene il burro. (proverbio dell’Etiopia)

Un aneddoto: C'era una volta un cammello cieco che aveva smarrito la sua carovana. Sospirava e si lamentava, perché la cecità gli avrebbe impedito di raggiungere i suoi compagni. Ad un tratto si avvicinò una pecora zoppa che aveva perduto il gregge. Sospirava e si lamentava, perché la lentezza le avrebbe impedito di tornare all'ovile del paese prima di notte. Passò di là un vecchio eremita: "Smettetela di commiserarvi! Il cammello potrà caricare sulle spalle la pecorella: l'uno metterà le gambe, l'altra metterà gli occhi." E fu così che in meno di un'ora il cammello e la pecora raggiunsero la meta desiderata.

Parola di Dio: 2Tim. 4,10-17; Sal 144; Lc. 10,1-9

 

Vangelo Lc 10, 1-9

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio". Parola del Signore

 

“IL SIGNORE DESIGNO’ ALTRI SETTANTADUE DISCEPOLI E LI INVIO’ ” . (Lc. 10,1)

La festa di San Luca e il brano di Vangelo che abbiamo letto ci invitano a pensare al dovere cristiano di essere testimoni e missionari del Vangelo. Luca lo fu  in quanto non solo scrisse il Vangelo che noi leggiamo ma lo testimoniò con San Paolo in lunghi viaggi missionari. Gesù chiama e manda. Dio ha bisogno di uomini non per sé, non per il suo onore (che nessuno può togliergli e nemmeno mettere in pericolo), ha bisogno di noi… per gli altri, ha bisogno di noi per noi, per darci la gioia di poter assomigliare a Lui, che è altruista all’infinito. Un cristiano che non sente bollire nell’anima la voglia di gridare il Vangelo, che non sente il dovere di parlare di Dio, che non sente l’urgenza di impegnarsi nell’apostolato… non è un cristiano. Se sei cristiano, sei apostolo. Ma, nel vangelo di oggi, quello che colpisce ancora di più è il modo della missione. Non si tratta di andare con tanti mezzi ad imporre, si tratta di proporre con amore. Ecco le parole fortissime di Gesù: “Vi mando indifesi in un mondo violento”. Noi ci aspetteremmo: “Armatevi almeno del bastone per difendervi”, invece Cristo dice il contrario: “Vincerete se sarete agnelli, se sarete miti, se sarete poveri e distaccati perché convinti e attratti da un’altra ricchezza”. Così deve essere la vera comunità cristiana. Il mondo ci fa paura quando lo combattiamo con i suoi stessi mezzi: violenza con violenza, orgoglio con orgoglio, torto con torto, dispetto con dispetto, cattiveria con cattiveria… Ma il mondo non fa più paura quando si combatte con i mezzi di Dio: mansuetudine, pazienza, perdono, generosità, preghiera. D’altra parte, guardiamo a Gesù stesso: Lui chiede a noi di essere agnelli perché Lui il mondo l’ha vinto salvandolo come ‘agnello innocente, condotto al macello. Finché la Chiesa e noi cristiani  pensiamo di vincere il mondo combattendolo, facendoci lupi anche noi, perderemo perché ci mancherà l’aiuto e la forza del Signore che è il Buon Pastore delle pecore e non dei lupi.

 

 

VENERDI’ 19 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Paolo della Croce; Santa Laura.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, SIGNORE, SEI PERFETTO.

 

Hanno detto: L'amore è un frutto che matura in ogni stagione ed è sempre alla portata di ogni mano. (Madre Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: Se il padre e la madre si litigano un uovo, il bambino non avrà mai una gallina. (proverbio della Guinea)

Un aneddoto: Il gioielliere era seduto alla scrivania e guardava distrattamente la strada attraverso la vetrina del suo elegante negozio. Una bambina si avvicinò al negozio e schiacciò il naso contro la vetrina. I suoi occhi color del cielo si illuminarono quando videro uno degli oggetti esposti. Entrò decisa e puntò il dito verso uno splendido collier di turchesi azzurri. "E per mia sorella. Può farmi un bel pacchetto regalo?". Il padrone del negozio fissò incredulo la piccola cliente e le chiese: "Quanti soldi hai?". Senza esitare, la bambina, alzandosi in punta di piedi, mise sul banco una scatola di latta, la aprì e la svuotò. Ne vennero fuori qualche biglietto di piccolo taglio, una manciata di monete, alcune conchiglie, qualche figurina. "Bastano?", disse con orgoglio. "Voglio fare un regalo a mia sorella più grande. Da quando non c'è più la nostra mamma, è lei che ci fa da mamma e non ha mai un secondo di tempo per se stessa. Oggi è il suo compleanno e sono certa che con questo regalo la farò molto felice. Questa pietra ha lo stesso colore dei suoi occhi". L'uomo entra nel retro e ne riemerge con una stupenda carta regalo rossa e oro con cui avvolge con cura l'astuccio. "Prendilo" disse alla bambina. "Portalo con attenzione". La bambina partì orgogliosa tenendo il pacchetto in mano come un trofeo. Un'ora dopo entrò nella gioielleria una bella ragazza con la chioma color miele e due meravigliosi occhi azzurri. Posò con decisione sul banco il pacchetto che con tanta cura il gioielliere aveva confezionato e dichiarò: "Questa collana è stata comprata qui?". "Sì, signorina". "E quanto è costata?"."I prezzi praticati nel mio negozio sono confidenziali: riguardano solo il mio cliente e me". "Ma mia sorella aveva solo pochi spiccioli. Non avrebbe mai potuto pagare un collier come questo". Il gioielliere prese l'astuccio, lo chiuse con il suo prezioso contenuto, rifece con cura il pacchetto regalo e lo consegnò alla ragazza."Sua sorella ha pagato. Ha pagato il prezzo più alto che chiunque possa pagare: ha dato tutto quello che aveva".

Parola di Dio: Ef. 1,11-14; Sal. 32; Lc. 12,1-7

 

Vangelo Lc 12, 1-7

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, radunatesi migliaia di persone che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: "Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti. A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri". Parola del Signore

 

“GUARDATEVI DAL LIEVITO DEI FARISEI CHE È L’IPOCRISIA”. (Lc. 12,1)

Ha un bel coraggio Gesù a prendere pubblicamente questa posizione! Non dimentichiamo che i farisei erano veramente i notabili di quel tempo... osservanti minuziosi della Legge culturalmente preparati, esperti in questioni religiose. Gesù, non rimprovera loro queste qualità. Ma non può sopportare il loro orgoglio, il disprezzo per i piccoli, per questa folla che “non sa bene il catechismo”, che non ha capito le teorie complicate e gli obblighi numerosi e complessi di coloro che si reputano i “dirigenti” del popolo. Il grande pericolo, il “cattivo lievito” di tutti coloro che pretendono di dirigere e consigliare gli altri è l’ipocrisia, è il presumere di essere diversi da ciò che si è, è rappresentarsi secondo i modelli in voga nel proprio ambiente, è approfittare delle debolezze altrui per emergere. Anche a noi, Gesù dice: “Guardati da ogni piccola ipocrisia: è un lievito che cresce; guardati da vivere secondo schemi preconfezionati e slogan; guar­dati dallo spirito di sufficienza orgogliosa; fai bene attenzione a te stesso quando pensi di essere perfetto e detentore della verità.

 

 

SABATO 20 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Irene; San Leopardo di Osimo.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO SANTO DONA CORAGGIO ALLA NOSTRA DEBOLEZZA.

 

Hanno detto: I nostri piccoli amori sono pieni di calcoli: abbiamo così poco che ci par di sprecare se subito non ci torna indietro qualcosa. (don Primo Mazzolari)

Saggezza popolare: Se porti un paniere di uova non danzare. (proverbio del Gabon)

Un aneddoto: C'erano una volta alcuni uomini che si erano seduti a chiacchierare insieme. Quando la notte li coprì con il suo nero manto, fecero una bella catasta di legna e accesero il fuoco. Se ne stavano seduti ben stretti, mentre il fuoco li scaldava e il bagliore della fiamma illuminava i loro volti. Ma uno di loro, ad un certo punto, non volle più rimanere con gli altri e se ne andò per conto suo, tutto solo. Si prese un tizzone ardente dal falò e andò a sedersi lontano dagli altri. Il suo pezzo di legno in principio brillava e scaldava. Ma non ci volle molto a illanguidire e spegnersi. L'uomo che sedeva da solo fu inghiottito dall'oscurità e dal gelo della notte. Ci pensò un momento poi si alzò, prese il suo pezzo di legno e lo riportò nella catasta dei suoi compagni. Il pezzo di legno si riaccese immediatamente e divampò di fuoco nuovo. L'uomo si sedette nuovamente nel cerchio degli altri. Si scaldò e il bagliore della fiamma illuminava il suo volto.

Parola di Dio: Ef. 1,15-23; Sal. 8; Lc. 12,8-12

 

Vangelo Lc 12, 8-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato. Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire". Parola del Signore

 

“QUANDO VI CONDURRANNO DAVANTI ALLE SINAGOGHE, AI MAGISTRATI E ALLE AUTORITÀ…”.(Lc. 12,11)

Gesù preannuncia le future persecuzioni. Leggiamo nella Lumen Gentium: “La Chiesa prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, annunciando la passione e la morte del Signore fino a che egli venga”. Anche oggi i cristiani sono perseguitati e uccisi. Molte migliaia di essi sono stati uccisi, in questi ultimi anni, perché cristiani. Il tema di fondo di queste parole rivolte al discepolo è, pertanto, il coraggio. Bisogna aver il coraggio di parlar chiaro, di proclamare apertamente il messaggio di Gesù, di non aver vergogna di Lui di fronte agli uomini. All’invito del coraggio si uniscono i motivi che lo sostengono: la certezza di essere nelle mani di Dio; la certezza che gli uomini nulla possono fare per toglierci la ‘vita’; la certezza che la persecuzione è un’occasione in cui lo Spirito di Dio si fa presente con la sua luce e con la sua forza; la certezza del premio futuro. Questo coraggio è importante perché è criterio di giudizio: il discepolo che difende Gesù davanti al tribunale degli uomini sarà a sua volta difeso da Lui davanti al tribunale di Dio.

 

 

DOMENICA 21 OTTOBRE: 29^ DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: San Gaspare del bufalo; Santa Celina.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, E’ NELLE PICCOLE COSE CHE TI TROVO.

 

Hanno detto: Gli uomini si amano come sono e non come dovrebbero essere. Se le nostre mamme avessero aspettato a volerci bene quando noi fossimo diventati buoni, forse sarebbero morte senza volerci bene. (Don Primo Mazzolari)

Saggezza popolare: Se sai gioire per le gioie altrui, sei il più degno abitante del villaggio. (proverbio del Sudan)

Un aneddoto: Un uomo molto buono aveva una faccia cattiva, mentre aveva una faccia buona un uomo molto cattivo. Ma mentre il secondo approfittava della sua faccia per fare cose molto cattive, il primo, a causa della sua faccia, poteva fare pochissime cose buone. Una sera s'incontrarono. L'uomo cattivo dalla faccia buona, al vedere una faccia tanto cattiva si disse: "Una faccia così non può che appartenere a un uomo molto più cattivo di me", e girò alla larga. L'uomo buono dalla faccia cattiva, invece, al vedere una faccia così buona si disse: "Una faccia così chissà quante cose buone saprà fare". E decise di seguirla per partecipare di tanta bontà. Quella notte stessa, l'uomo cattivo compì un terribile misfatto. L'altro non volle credere ai suoi occhi. "E' stato certamente uno sbaglio", si disse; e per non fargli perdere la faccia si accusò lui del misfatto. L'uomo dalla faccia buona, vedendosi salvato da uno dalla faccia tanto cattiva, si disse: "Se uno dalla faccia così può fare un gesto tanto generoso, figurarsi io che ho la faccia buona". E, convertitosi, divenne buono. Tutti furono contenti di avere fra loro un nuovo buono, la cui bontà aveva stampata in faccia. E furono ugualmente contenti di poter dire: "Quella faccia cattiva non poteva che finire in galera". Ma la loro contentezza non aveva niente a che fare con quella dell'uomo buono dalla faccia cattiva, che aveva finalmente potuto fare la cosa più incredibilmente buona che si possa fare al mondo: cambiare, con la sola propria faccia, la vita di un altro e fare tutti contenti.

Parola di Dio: Is. 53,10-11; Sal. 32; Eb. 4,14-16; Mc. 10,35-45

 

Vangelo Mc 10, 35-45

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: "Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo". Egli disse loro: "Cosa volete che io faccia per voi?". Gli risposero: "Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra". Gesù disse loro: "Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?" Gli risposero: "Lo possiamo". E Gesù disse: "Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato". All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: "Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti". Parola del Signore

 

“VOI SAPETE CHE COLORO CHE PASSANO PER CAPI DELLE NAZIONI ESERCITANO SU DI ESSE IL DOMINIO.. - TRA VOI, PERÒ, NON È COSÌ”. (Mc. 10,42-43)

Gesù formula un progetto di comunità. E per illustrare il proprio concetto di autorità, compie una rapida incursione nel campo politico. Lì, i discepoli hanno sotto gli occhi alcuni modelli di comando e di comportamento. Ci sono “capi” e cosiddetti “grandi”, notabili, ministri, funzionari di ogni genere, che esercitano il dominio “asservendo” gli altri con il potere, la forza, l’apparenza. Di fronte a questo spettacolo di gente che dà la scalata al potere, al successo, i discepoli devono rendersi conto che hanno l’obbligo di fare proprio l’opposto. La Chiesa, i cristiani non devono scimmiottare i poteri di questa terra, l’unico potere che hanno è il potere di Cristo, cioè il servizio a Dio e agli uomini, il dare la vita come ha fatto Lui. Quanto siamo lontani da questo, quando nella Chiesa è più importante l’appartenenza a quel gruppo che la fede in Gesù, quando i titoli “eminenza, eccellenza, monsignore, parroco” non sono nient’altro che la brutta copia di “direttore, amministratore, onorevole…”, quando conta di più “avere dei beni” (oh, naturalmente, per il bene della Chiesa!) invece di avere l’ansia e il desiderio che Gesù sia conosciuto e amato, quando in una parrocchia c’è posto esclusivamente per notabili, benpensanti, pseudointellettuali, che non per i poveri. Gesù ha potere in quanto servo, ha gloria sulla croce, ha autorità regale in quanto disponibile al dono totale della vita.

 

 

LUNEDI’ 22 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Filippo di Eraclea; San Donato di Fiesole.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, GESU’, SEI IL MIO TESORO.

 

Hanno detto: Sperare vuol dire: osare il salto nell'ignoto e abbandonarsi completamente a Dio. (Helder Camara)

Saggezza popolare: Se sei caduto nello stagno, non strizzare la camicia prima di aver raggiunto la riva. (proverbio Congo)

Un aneddoto: Un vecchio decise che, per un giorno almeno, avrebbe sorriso alla vita; e lo avrebbe fatto in modo concretissimo, dispensando il suo sorriso a tutti. La sera prima, infatti, aveva letto una frase che lo aveva molto colpito: "Se non sorridi tu agli altri, come puoi pretendere che gli altri sorridano a te?" Uscendo di casa, il primo che incontrò fu un cane. Gli sorrise e ne ebbe un vivace contraccambio: la bestiola agitò festosamente la coda. La seconda persona che incontrò fu un bambino. Il vecchio gli sorrise e il bimbo rimase a guardarlo con occhi larghi. "Forse", pensò il vecchio, "i bimbi d'oggi sorridono così".Incontrò poi una giovane donna che, al suo sorriso, volse decisa lo sguardo dall'altra parte. "Sempre così le donne", pensò il vecchio, "dietro un sorriso vedono chissà cosa..." S'imbatté poi in un gruppo di uomini che stavano discutendo. Sorrise loro e notò che si guardavano gli uni gli altri facendo strani gesti con la mano. "Mi hanno preso per un vecchio scemo", pensò l'anziano pentendosi del suo proposito. E fu così che, quando vide un vecchio come lui uscir di casa, non gli sorrise affatto. "Figurarsi se i vecchi rispondono a un sorriso..." pensò. Rimase invece stupefatto quando costui gli fece un sorriso largo come il sole. Al sorriso non rispose, e fece male. Non poteva sapere che quel vecchio si era proposto, proprio come lui, che quel giorno avrebbe sorriso alla vita; e ignorava che, diversamente da lui, aveva avuto in sorte, uscendo di casa, d'incontrare non un cane, ma un vecchio

Parola di Dio: Ef. 2,1-10; Sal. 99; Lc. 12,13-21

 

Vangelo Lc 12, 13-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla gli disse:"Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità". Ma egli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?". E disse loro: "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni". Disse poi una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio". Parola del Signore

 

“ANCHE SE UNO E’ NELL’ABBONDANZA LA SUA VITA NON DIPENDE DAI SUOI BENI”. (Lc. 12,15)

Specialmente in questi momenti di economia stretta la caccia al tesoro è il gioco preferito, la più diffusa epidemia. Lotterie comperate ormai come il pane quotidiano. Giochi d'azzardo che sbancano numerose famiglie. Sposi che si separano per riscattare i miliardi del divorzio. Genitori che trascurano gli affetti più cari per farsi un patrimonio. Fino a quando, Signore, l'uomo rimarrà legato a tanta falsità? Fino a quando rifiuterà di capire che la vita non è legata ai beni? Fino a quando si ubriacherà delle menzogne dei mass media, ignorando che chi accumula tesori per sé non arricchisce davanti a Dio? Solo chi cerca trova, solo chi dà riceve, solo chi, con i propri beni, riscatta uno schiavo è libero, solo chi rinuncia ai propri comodi vince la miseria altrui, solo chi sposa la solidarietà con i poveri avrà il centuplo su questa terra e la vita eterna.

 

 

MARTEDI’ 23 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni da Capestrano; Santa Caterina di Bosnia.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, SIGNORE GESU’, FA’ CHE OGGI TI POSSA INCONTRARE.

 

Hanno detto: La più grande manifestazione di fortezza è quella di saper accettare e obbedire, non quella di comandare e imporsi agli altri.(Luciano Canonici)

Saggezza popolare: Se tieni un cane alla catena, diventa cattivo. Stessa cosa per l'uomo. (proverbio del Costa d'Avorio)

Un aneddoto: C'era una volta un bramino (seguace del brahamanesimo, religione indiana) buono e pio che viveva con le elemosine che i fedeli gli regalavano. Un giorno pensò: "Andrò a chiedere l'elemosina vestito come un povero intoccabile". Così mise uno straccio intorno ai fianchi, come fanno i paria, i più poveri dell'India. Quel giorno nessuno lo salutò, nessuno gli diede l'elemosina. Andò al mercato, andò al tempio, ma nessuno gli rivolgeva la parola. La volta successiva il bramino si vestì secondo la sua casta: si mise un bel vestito bianco, un turbante di seta e una giacchetta ricamata. La gente lo salutava e gli dava denaro per lui e per il tempio. Quando tornò a casa, il bramino si tolse gli abiti, li posò su una sedia e si inchinò profondamente. Poi disse: "Oh! Fortunati voi, vestiti! Fortunati! Sulla terra ciò che è certamente più onorato è il vestito, non l'essere umano che vi è sotto". Perché badiamo ai vestiti e non alle persone? Crediamo alle cravatte e non alle idee e spesso i giovani sposano un abbigliamento, non una persona...

Parola di Dio: Ef. 2,12-22; Sal. 84; Lc. 12,35-38

 

Vangelo Lc 12, 35-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!". Parola del Signore

 

“BEATI QUEI SERVI CHE IL PADRONE AL SUO RITORNO TROVERA’ ANCORA SVEGLI…”. (Lc. 12,37)

Gesù, al ricco stolto sorpreso dalla morte di cui ci parlava il vangeli di ieri, contrappone il discepolo in attesa del suo Signore. La vigilanza diviene una delle dimensioni spirituali fondamentali della vita cristiana. A chi è ripiegato su se stesso e si addormenta sulle proprie cose, viene chiesto di alzare lo sguardo e di stare in attesa del ritorno del Signore. E’ una beatitudine del credente: attendere il Signore. Ma il Signore ogni giorno sta alla porta del nostro cuore e bussa, come scrive l’Apocalisse. E sarà beato chi gli aprirà, perché avrà una incredibile ricompensa. Il padrone stesso diviene servo dei suoi servi; si cingerà le vesti, inviterà i servi a sedersi e passerà Lui stesso a servirli. Gesù, nell’Ultima Cena, fece letteralmente così. Quella sera, dopo aver preso un bacile ed un asciugatoio, si chinò a lavare i piedi dei discepoli, uno ad uno. E’ quanto accade a ciascuno di noi ogni volta che accogliamo il Signore nella preghiera, oppure nel servizio ai più poveri, e soprattutto nella santa Liturgia ove il Signore prepara un banchetto per nutrirci con la sua parola e la sua stessa carne.

 

 

MERCOLEDI’ 24 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Claret;Santi Gilberto, Petronilla e Ponzia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SEI CON ME OGGI E SEMPRE.

 

Hanno detto: Se dividi il tuo pane con timore, senza fiducia, senza audacia, il tuo pane ti mancherà... Prova a dividerlo senza calcolo, senza risparmio come figlio del padrone di tutte le messi del mondo... (Helder Camara)

Saggezza popolare: Se volete conservare un segreto, affidatelo al vento che passa, ma non a una donna. (proverbio del Gabon)

Un aneddoto: Un discepolo parlava con disprezzo dell'avidità e della violenza della gente "fuori nel mondo". Il maestro disse: "Mi ricordi quel lupo che stava attraversando una fase di bontà. Quando vide un gatto che dava la caccia a un topo. si girò verso un lupo suo compagno e disse indignato: Non sarebbe ora che qualcuno facesse qualcosa per fermare questi teppisti?".

Parola di Dio: Ef. 3,2-12; Cantico da Is. 12,2-6; Lc. 12,39-48

 

Vangelo Lc 12, 39-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate". Allora Pietro disse: "Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?". Il Signore rispose: "Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più". Parola del Signore

 

“BEATO QUEL SERVO CHE IL SIGNORE, ARRIVANDO, TROVERA’ AL SUO LAVORO!”. (Lc. 12,43)

Beato chi, solerte, adempie il proprio mandato: la sua speranza sarà appagata con il bene promesso.

Beato chi, atleta fedele, rimarrà in corsa: riceverà una corona incorruttibile.

Beato chi, posta mano all'aratro, non si guarda indietro: raccoglierà frutti in abbondanza.

Beato chi nel viaggio procede con temperanza e prudenza: vedrà le gioie eterne.

Beato chi nella prova è costante: avrà la sorte che Dio prepara ai suoi amici.

Beato chi con coraggio affronta le fatiche del dovere: godrà la ricompensa dei suoi sforzi.

Beato che si prodiga per gli altri senza secondi fini: assaporerà il trionfo finale.

Beato chi serve e pensa a fare il bene: starà ancor meglio nel regno dei cieli.

Beato chi cammina nella verità sbriciolandola strada facendo: i suoi numerosi seguaci renderanno a lui la gloria.

Beato chi avrà concesso a Dio il tempo per compiere i suoi disegni: gusterà la vittoria dei forti.

Beato chi rende la sua vita utile e santa: gli verrà dato il centuplo.

 

 

GIOVEDI’ 25 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Daria, San Bonifacio I.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICAMI, SIGNORE, CON FUOCO DEL TUO SPIRITO

 

Hanno detto: L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni. (Papa Paolo VI)

Saggezza popolare: Se vuoi che ti taglino i capelli non ritirare la testa. (proverbio del Congo)

Un aneddoto: C'era una volta una virgola seccata dalla poca considerazione in cui tutti la tenevano. Perfino i bambini delle elementari si facevano beffe di lei. Che cos'è una virgola, dopo tutto? Nei giornali nessuno la usa più. La buttano, a casaccio. Un giorno la virgola si ribellò. Il Presidente scrisse un breve appunto dopo il lungo colloquio con il Presidente avversario: "Pace, impossibile lanciare i missili" e lo passò frettolosamente al Generale. In quel momento la piccola, trascurata virgola mise in atto il suo piano e si spostò. Si spostò solo di una parola, appena un saltino. Quello che lesse il Generale fu: "Pace impossibile, lanciare i missili". E scoppiò la Guerra Mondiale.

Parola di Dio: Ef. 3,14-21; Sal. 32; Lc. 12,49-53

 

Vangelo Lc 12, 49-53

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse gia acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera". Parola del Signore

 

“SONO VENUTO A PORTARE IL FUOCO SULLA TERRA” (Lc. 12,49)

Gesù, mentre esorta i discepoli alla vigilanza, dice loro che è venuto il momento della decisione. Con lui, infatti, sono giunti gli ultimi tempi e non si può più procrastinare la scelta per il Signore. Perché i discepoli comprendano bene la sua ansia, Gesù usa l’immagine del fuoco che lui stesso è venuto a portare sulla terra. L’Apocalisse riprenderà questa immagine. a proposito dell’angelo che alla fine dei tempi “gettò il fuoco sulla terra” (8, 5). Gesù vuole che i discepoli abbandonino ogni atteggiamento di pigrizia, di ritardo, di freddezza, di chiusura, per accogliere la sua stessa preoccupazione, la sua stessa angoscia:egli sarà inquieto fino a che le fiamme dell’amore non divamperanno nei cuori degli uomini. Il discepolo perciò non è chiamato ad una vita avara e tranquilla, tesa al benessere personale o anche comunitario. Il discepolo deve immergersi nel Vangelo ed essere come battezzato (appunto, immerso) in esso. L’adesione al Vangelo chiede anche una separazione dalla vecchia vita, dalla vita basata sui vecchi legami, fossero anche forti come quelli di sangue. Solo il Vangelo è il fuoco che cambia il mondo, a partire dal cuore di ciascuno.

 

 

VENERDI’ 26 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Floro; Sant’Evaristo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.

 

Hanno detto: A ogni svolta di strada ci sono piccole guerre, come a ogni svolta del mondo ci sono le grandi guerre. A tutte le svolte della nostra vita possiamo fare la guerra o la pace. (Madeleine Delbrel)

Saggezza popolare: Si dice male degli assenti, ma si temono i presenti. (proverbio del Congo)

Un aneddoto: In una foresta del Colorado i turisti ammirano i resti di un albero colossale. Aveva quasi cinquecento anni Quando Cristoforo Colombo era sbarcato sul continente americano era già una tenera pianticella. Aveva sopportato bufere e terremoti era sopravvissuto a migliaia di fulmini e slavine di neve. Ci volevano venti uomini per circondare il suo tronco a braccia aperte. Un giorno, un insetto quasi invisibile depose un po' di uova microscopiche in un angolino della sua corteccia. Ne nacquero minuscole larve da niente, dal robusto appetito. In pochi mesi il gigante della foresta, che aveva vinto secoli e tempeste, fu distrutto. Fai attenzione alle piccole cose. Sono il seme di quelle grandi.

Parola di Dio: Ef. 4,1-6; Sal. 23; Lc. 12,54-59

 

Vangelo Lc 12, 54-59

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva alle folle: "Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in prigione. Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo". Parola del Signore

 

“IPOCRITI, SAPETE GIUDICARE L’ASPETTO DELLA TERRA E DEL CIELO, COME MAI QUESTO TEMPO NON SAPETE GIUDICARLO? (Lc 12,56)

Gesù rimprovera con forza i suoi contemporanei, che sanno capire i segni meteorologici del bello e del cattivo tempo, ma sono ben lontani dal capire il segno per eccellenza del loro tempo che è lui stesso: l'Unigenito mandato dal Padre per la salvezza di tutti. Eppure, comprendere il tempo che si sta vivendo vuol dire comprendere le intenzioni di Dio che, dentro ogni tempo, soprattutto per il mistero della chiesa e dei suoi sacramenti, rende attuale il mistero di Gesù con tutta la sua efficacia di salvezza. Nel saper prevedere da un dato elemento meteorologico (per esempio dal vento di scirocco) l'avverarsi del caldo, comporta una specifica attenzione interessata. Ma se il cuore non è attento a scorgere l'importanza del tempo come tempo per esercitare giustizia e carità dentro le proprie relazioni personali, il rischio è forte. L'invito è a riconciliarsi presto e a fondo con quelli con cui non siamo in pace, perché se ci si lascia prendere nel gorgo del non-perdono, non se ne uscirà indenni. E’ come se Gesù dicesse che il segno del tempo per eccellenza che è Gesù è segno di salvezza, ma per chi si impegna per una vita riconciliata: di pace, di giustizia e bontà.

 

 

SABATO 27 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Ciriaco; San Frumenzio.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO CI PARLA DI TE, SIGNORE.

 

Hanno detto: L'opera di un uomo buono è come una sorgente di acqua nascosta nel sottosuolo che, in segreto, rende l'erba più verde. (Carlyle)

Saggezza popolare: Si può aiutare un bue ad alzarsi solo se lui stesso si sforza di farlo. (proverbio del SudAfrica)  

Un aneddoto: Un vecchio saggio indiano dava questo consiglio agli irruenti giovani della sua tribù: "Quando sei veramente adirato con qualcuno che ti ha mortalmente offeso e decidi di ucciderlo per lavare l'onta, prima di partire siediti, carica ben bene di tabacco una pipa e fumala. Finita la prima pipa, ti accorgerai che la morte, tutto sommato, è una punizione troppo grave per la colpa commessa. Ti verrà in mente, allora, di andare a infliggergli una solenne bastonatura. Prima di impugnare un grosso randello, siediti, carica una seconda pipa e fumala fino in fondo. Alla fine penserai che degli insulti forti e coloriti potrebbero benissimo sostituire le bastonate. Bene! Quando stai per andare a insultare chi ti ha offeso, siediti, carica la terza pipa, fumala, e quando avrai finito, avrai solo voglia di riconciliarti con quella persona".

Parola di Dio: Ef. 4,7-16; Sal. 121; Lc. 13,1-9

 

Vangelo Lc 13, 1-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: "Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo". Disse anche questa parabola: "Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai". Parola del Signore

 

“SI PRESENTARONO A GESU’ ALCUNI A RIFERIRGLI CIRCA QUEI GALILEI IL CUI SANGUE PILATO AVEVA MESCOLATO CON QUELLO DEI LORO SACRIFICI”. (Lc. 13,1)

Gesù è attentissimo alla vita, alla storia. Qui, infatti, l'occasione del suo insegnamento scaturisce da una duplice notizia di cronaca (vv. 2.4). Pilato ha fatto uccidere dei Galilei, mentre offrivano sacrifici nel tempio. Probabilmente aveva scatenato questo ordine l'opposizione dei Galilei al suo provvedimento di usare il tesoro del tempio per costruire un acquedotto. Da questa notizia e dall'altra, circa le diciotto persone uccise dal crollo della torre di Siloe, Gesù trae due considerazioni importanti: anzitutto il fatto che urge sempre - comunque - convertirsi (vv. 3.5). Diversamente l'approdo è alla perdizione. Non c'è scampo. La seconda è che Dio non è il 'castigamatti' che aspetta un nostro fallo per punirci. Sarebbe dunque stolto, da parte nostra, 'leggere' i fatti calamitosi dell'esistenza - nostra e altrui - in chiave di pronta punizione divina. Il tempo del vivere è quello che è. Non sappiamo quando per noi finisce. Dunque è sempre tempo di 'fruttificare' in buone opere fino, appunto, che... siamo in tempo.

 

 

DOMENICA 28 OTTOBRE: 30^ DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Simone e Giuda; San Ferruccio.

Una scheggia di preghiera:

 

FIGLIO DI DAVIDE, ABBI PIETA’ DI ME

 

Hanno detto:

Ognuno di noi non è che una goccia d'acqua. Ma se ognuno è una goccia di acqua pulita, Dio può far risplendere in questa goccia il suo volto! (Madre Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: Solo il padrone può riprendersi l'osso dalla gola del cane. (proverbio della Liberia)  

Un aneddoto: Mentre passeggiavo una sera con un mio amico, da una discarica illuminata dagli ultimi raggi d'un sole rosso, rosso, il nostro occhio restò colpito da una fonte luminosissima, quasi un prisma gigante che mandava luce a raggiera. Incuriositi, ci avvicinammo a quell'oggetto straordinariamente risplendente. Era un frammento di uno specchio fatto a pezzi e gettato tra i rifiuti.

Parola di Dio: Ger. 31,7-9; Sal. 125; Eb. 5,1-6; Mc. 10, 46-52

 

Vangelo Mc 10, 46-52

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!". Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Allora Gesù si fermò e disse: "Chiamatelo!". E chiamarono il cieco dicendogli: "Coraggio! Alzati, ti chiama!". Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: "Che vuoi che io ti faccia?". E il cieco a lui: "Rabbunì, che io riabbia la vista!". E Gesù gli disse: "Và, la tua fede ti ha salvato". E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada. Parola del Signore

 

“ALLORA GESU’ SI FERMO’ E DISSE: CHIAMATELO!” (Mc. 10,49)

Chi è Gesù e, di conseguenza, chi è il discepolo? Queste domande sono il fulcro del vangelo di Marco. Anche il brano di oggi abbozza una risposta. Bartimeo è un cieco seduto a mendicare lungo la strada, ai margini della vita. La notizia del passaggio di Gesù fa rinascere in lui la speranza, ed egli grida per attirare l'attenzione del rabbì, invocandolo con il titolo messianico di «Figlio di David». In questo modo professa di credere che il Messia è presente e può salvare. A lui si affida perdutamente, mendicandone la misericordia: «Abbi pietà di me!». I rimproveri di molti non valgono a quietarlo: Bartimeo sa che, se quest'occasione unica di vita passerà oltre, non gli resterà che ricadere nell'oscurità definitiva di una semplice sopravvivenza. Ma Gesù so ferma: egli è colui che può comprendere fino in fondo l'umana sofferenza e la solitudine che l'accompagna; conosce il barlume di fede che già rischiara il cuore di quel cieco e viene a donargli la luce piena. “Chiamatelo!”. Commovente è l'entusiasmo del poveretto, che accorre dimentico di ogni prudenza. Anche a lui, come ai figli di Zebedeo, è rivolta la domanda: “Che vuoi che io ti faccia?” Gesù infatti può colmare il desiderio più profondo del cuore dell'uomo; nel dialogo con lui il discepolo deve prendere coscienza di ciò che realmente vuole e assumersene la responsabilità. Alla supplica del cieco corrisponde il miracolo, poiché Gesù gli riconosce quella fede che è l'ambito in cui si manifesta la sua potenza divina. E la fede porta alla visione colui che prima ha creduto senza vedere, poi, corroborato dall'esperienza viva dell'incontro con Gesù, si fa suo discepolo e sceglie di seguirlo nel cammino che lo conduce verso la passione e la gloria.

 

 

LUNEDI’ 29 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ermelinda; Sant’Abramo do Rostov.

Una scheggia di preghiera:

 

TU CI SALVI SIGNORE, FONTE DELLA VITA.

 

Hanno detto: Non si mercanteggia col buon Dio: bisogna arrendersi senza condizioni. Dategli tutto, egli vi renderà assai di più. (Bernanos)

Saggezza popolare: Sulla sponda degli ippopotami non vi è né piroga, né remo. (proverbio del Congo)

Un aneddoto: Una giovane donna si sposò ed ebbe dei figli. A essi e al marito offrì tutto l'amore di cui era capace, senza tenerne per sé neppure un grammo. Quando i figli crebbero e, a loro volta, si sposarono ed ebbero dei figli, la donna in cuor suo sperò che tutto l'amore con cui li aveva amati le sarebbe stato in qualche modo restituito. Non accadde cos', i figli se ne andarono e non ne ebbe più notizia. Caduta in profonda angoscia, s'interrogava: "In che cosa ho sbagliato, nell'aver amato così i miei figli? Se fosse stato il modo giusto, avrebbero dovuto capire il mio amore ed avere per me un po'di riconoscenza".Giunta al culmine della sofferenza, le apparve un Angelo del Signore che le disse: "Guarda, donna: giudica tu stessa", e le mostrò in una visione le sue creature; non solo, ma la fece entrare nei loro cuori. Ed essa vide che tutti, ciascuno nel modo loro proprio, amavano le loro spose e i loro figli con la stessa intensità con cui lei li aveva amati, senza tenere per sé neppure un grammo d'amore. Ne fu profondamente colpita. Stava per dire qualcosa, ma l'Angelo la prevenne. "Dimmi, donna", le chiese: "se un grammo del loro amore venisse a te e fosse in tal modo sottratto alle loro creature, ne saresti felice?"La donna disse di no, ma non poté non mormorare: "Mi pare una cosa così crudele..."."E infatti può sembrarlo, qui e ora", acconsentì l'Angelo, "ma tu cerca di guardare oltre: vedi quell'immensa vallata di uomini e donne perfetti nell'amore? Essi saranno i frutti, fra mille anni, di quella che ora ti appare crudeltà. Non vale la pena il saperla sopportare? "La donna disse di sì e benedisse la sofferenza che provava.

Parola di Dio: Ef. 4,32-5,8; Sal.1; Lc. 10,13-17

 

Vangelo Lc 13, 10-17

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: "Donna, sei libera dalla tua infermità", e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: "Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato". Il Signore replicò: "Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?" Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Parola del Signore

 

“E QUESTA FIGLIA DI ABRAMO, CHE SATANA HA TENUTO LEGATA DICIOTTO ANNI, NON DOVEVA ESSERE SCIOLTA DA QUESTO LEGAME IN GIORNO DI SABATO?” (Lc. 13,16)

L'evangelista Luca ci propone il racconto di un miracolo avvenuto di sabato che scatena, la famosa polemica circa il sabato, che conosciamo anche da altre pagine evangeliche (cfr. Lc 6,6-11 e 14,1-6). A beneficiarne è una donna che da diciotto anni uno spirito maligno teneva inferma. Luca ama sottolineare questa speciale attenzione di Gesù verso una categoria debole della società di allora, le donne appunto. Gesù non solo la guarisce dalla sua malattia, ma la difende di fronte agli attacchi dei suoi avversari. Egli infatti è il Messia dei poveri, degli ultimi, degli emarginati e come tale Luca ama presentarlo anche in questa pagina. Il capo della sinagoga si indigna - recita la pagina lucana - e questa indignazione scatena la polemica tra lui e Gesù. Ma, come sempre, la polemica porta a una chiarificazione, di cui sentiamo la necessità anche oggi. L'interrogativo è sempre quello: a quali criteri devono ispirarsi i gesti, gli impegni e le scelte nel giorno del Signore? A fronte di un legalismo miope e gretto Gesù ribadisce che occorre vivere secondo lo spirito della legge e non lasciarsi irretire solo dalla lettera. Anche le prescrizioni più nobili di una legge come quella di Mosè, che pure è di origine divina, se non sono passate al vaglio di uno spirito nuovo, per un cristiano, discepolo di Gesù - lo spirito evangelico -, rischiano di nascondere intenzioni meschine e banali ipocrisie. Per questo Gesù chiama 'ipocriti' i suoi interlocutori, volendo egli smantellare l'intransigenza di costoro nell'applicare la legge agli altri, mentre sono abili nel trovare eccezioni quando si tratta di applicare la legge a se stessi. Di fronte a tale ipocrisia Gesù non può tacere.

 

 

MARTEDI’ 30 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Rodriguez; San Germano di Capua.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE GESU’ IL POCO E’ MOLTO, IL PICCOLO E’ IMPORTANTE.

 

Hanno detto: Tuo primo dovere è di far felice te stesso. Se sei felice, fai felici anche gli altri. Il felice vuol solo vedersi altri felici attorno. (Ludwig Feuerbach)

Saggezza popolare: Una mamma non si arrabbia mai: con una mano punisce il figlio, con l'altra lo carezza. (proverbio del Togo)

Un aneddoto: La maestra della scuola materna spiega pazientemente ai suoi piccoli allievi che in questo mondo tutti devono lavorare. "Tutti tutti?" chiede Evelina, 4 anni. "Bè, quasi tutti" risponde la maestra. "Allora, io da grande farò quasi!" conclude la bambina. Quante persone, in questo mondo, si accontentano di essere "quasi"..

Parola di Dio: Ef. 5,21-33; Sal. 127; Lc. 13,18-21

 

Vangelo Lc 13, 18-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, diceva Gesù:"A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? E' simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell'orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami". E ancora: "A che cosa rassomiglierò il regno di Dio? E' simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata". Parola del Signore

 

“A CHE COSA RASSOMIGLIERÒ IL REGNO DI DIO? E’ SIMILE AL LIEVITO CHE UNA DONNA HA PRESO E NASCOSTO IN TRE STAIA DI FARINA, FINCHE' SIA TUTTA FERMENTATA”. (Lc. 13,21)

Di fronte alla crescente opposizione nei confronti di Gesù possono nascere dubbi sul successo della sua missione. Insomma, ci si potrebbe chiedere: il Vangelo non è troppo debole per un mondo così forte? Non è troppo semplice per un mondo sempre più complesso? Di fronte a questi dubbi, possiamo ascoltare queste due parabole, quella del granello di senapa e quella del lievito nella pasta. Il regno di Dio, ossia il mondo di pace e di amore, di giustizia e di misericordia, che Dio vuole realizzare, inizia, appunto, come un seme o come un lievito. Certo, è importante che il seme penetri nel terreno e che il lievito sia mescolato nella pasta. Ma ambedue, se conservano la loro forza e la loro energia, se non sono cioè affievoliti dalla nostra pigrizia e dal nostro egocentrismo, daranno frutto. Il seme produrrà un albero grande e il lievito fermenterà la pasta del mondo. Tanti potranno ristorarsi all'ombra dell'albero dell'amore e tanti potranno sfamarsi con il pane della misericordia. Ma il sale deve restare salato e il lievito integro: il Vangelo è efficace se comunicato senza aggiunte, come ci ricorda Francesco d'Assisi.

 

 

MERCOLEDI’ 31 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Quintino; San Volfango.

Una scheggia di preghiera:

 

ALLARGA, SIGNORE, LA PORTA DEL MIO CUORE PER ACCOGLIERE TE E I FRATELLI.

 

Hanno detto: E' vera saggezza di vita saper scoprire il meraviglioso nelle cose di ogni giorno. (Pearl  Buck)

Saggezza popolare: Uno che fa amicizia con l'elefante non ha paura. (proverbio dell’Uganda)

Un aneddoto: Per festeggiare il decimo anniversario del matrimonio una donna chiese alla rivista letta dal marito di pubblicare un messaggio per lui. Eccolo: "Grazie, grazie amore mio, perché se oggi sono una donna, una moglie e una madre felice lo devo a te. Grazie perché mi fai sentire sempre e dovunque l'unica donna al mondo per te. Grazie perché mi fai sentire bella. Grazie perché mi fai sentire importante. Grazie per i tuoi sguardi d'amore quando siamo in mezzo alla gente. Grazie per i tuoi "Ti amo" lasciati qua e là quando e dove meno me l'aspetto. Grazie perché ci sei. Grazie per questi splendidi anni d'amore".Abbiamo un potere immenso: decidere la felicità o l'infelicità delle persone che ci stanno accanto. Di solito basta un "grazie" detto o dimenticato.

Parola di Dio: Ef. 6,1-9; Sal. 144; Lc. 13,22-30

 

Vangelo Lc 13, 22-30

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: "Signore, sono pochi quelli che si salvano?". Rispose: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi". Parola del Signore

 

“SONO POCHI QUELLI CHE SI SALVANO?” (Lc. 13,23)

L'evangelista Luca riprende il tema del viaggio verso Gerusalemme. Vuole sottolineare che il cammino di Gesù tra gli uomini ha come mèta la città della pace, il luogo della salvezza. In questo contesto assume rilievo la domanda circa il numero dei salvati, visto che non si entra nel Regno di Dio per appartenenza etnica ma solo per la fede. Gesù risponde che la porta è stretta. Non che sia stretta la porta della misericordia di Dio; siamo piuttosto noi che stringiamo a tal punto la porta del nostro cuore da non lasciare entrare il Vangelo e l'amore. Ed è facile stringere il proprio cuore con le abitudini, anche religiose, accampando persino diritti, come ci suggerisce la pagina evangelica. Con arroganza, magari vestita di umiltà, si pretendono attenzioni e riguardi. Gesù esorta a traversare la porta del Vangelo; essa è stretta per gli egoisti, ossia è una porta esigente nell'amore. Per questo una volta traversata diviene ampia di misericordia e il cuore si allarga a dismisura.

     
     
 

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