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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

SETTEMBRE 2012

 

SABATO 1 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Egidio; San Conone.

Una scheggia di preghiera:

 

TI RINGRAZIO, SIGNORE, PERCHE’ HAI SCELTO I PICCOLI E I DEBOLI PER MANIFESTARE IL TUO AMORE.

 

Hanno detto: In ogni gioia profonda  c’e' sempre un sentimento  di gratitudine. (Marie von Ebner-Eschenbach)

Saggezza popolare: Non fosse che per un solo giusto, il mondo meritava di essere creato. (proverbio Ebraico)

Un aneddoto: Un profeta importunava Dio continuamente: "Perché non fai questo? Perché non sistemi quello? Vuoi che le cose continuino così? Avanti intervieni! Presto, non tardare! Che sarà del mondo se va avanti di questo passo?". Finalmente Dio gli parlò. "Perché te la prendi tanto?" gli disse. "Lascia passare questi trentacinquemila anni e poi vedremo...". Il tempo di Dio non è il tempo degli uomini.

Parola di Dio: 1Cor 1,26-31; Sal. 32; Mt. 25,14-30

 

1^ Lettura 1 Cor 1, 26-31

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Considerate la vostra vocazione, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto: Chi si vanta si vanti nel Signore. Parola di Dio

 

“DIO HA SCELTO CIÒ CHE NEL MONDO E’ DEBOLE PER CONFONDERE I FORTI”. (1Cor.1,27)

Sembra quasi che Dio ci trovi gusto a cambiar le carte in tavola e a lasciarci perplessi, imbarazzati. Le Beatitudini che   controsenso! Dio si serve dei deboli: ma se il mondo è dei forti, dei furbi, se nel mondo i deboli al massimo servono da scalino per gli altri! Eppure questa parola si è realizzata e si realizza tante volte: il crocifisso della Palestina ha cambiato il mondo; un gruppo di pescatori e poveracci, neanche troppo forti nella fede hanno fatto cambiare un impero romano; una Madre Teresa ha messo e continua a mettere in crisi la calma delle nostre coscienze e senza tante parole ci insegna cosa vuol dire amare. Ma perché? Non perché il debole da solo riesca a sconfiggere il forte, ma perché lo Spirito Santo si serve della disponibilità del debole per operare le scelte di Dio: e Dio, che è sempre più forte del più potente e superbo, sta con coloro che essendo deboli sentono di avere bisogno di Lui.

 

 

DOMENICA 2 SETTEMBRE: 22^ DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: San Licinio; San Giusto di Lione

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA SIGNORE PERCHE’ IL TUO SERVO TI VUOLE ASCOLTARE.

 

Hanno detto: Se una persona sogna da sola, rimane un sogno; ma se sono molti  a fare lo stesso sogno, allora vi e' un inizio di realtà. (Dom Helder Camara)

Saggezza popolare: Il vecchio ritrova nel bambino il gusto del gioco e delle ingenuità e con esse la gioia della vita e la bellezza della vita.

Un aneddoto: "Non c'è davvero niente che possa Fare per raggiungere l'illuminazione?". "Beh,", rispose il maestro allegramente, "potresti imitare quella vecchia che premeva contro la parete del vagone per far correre il treno".

Parola di Dio: Dt. 4,1-2.6-8; Sal.14; Gc. 1,17-18.21-22.27; Mc. 7,1-8.14-15.21-23

 

2^ Lettura Gc 1, 17-18. 21-27

Dalla lettera di san Giacomo apostolo

Fratelli miei carissimi, ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall'alto e discende dal Padre della luce, nel quale non c'è variazione né ombra di cambiamento. Di sua volontà egli ci ha generati con una parola di verità, perché noi fossimo come una primizia delle sue creature. Lo sapete, fratelli miei carissimi: sia ognuno pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all'ira. Perché l'ira dell'uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio. Perciò, deposta ogni impurità e ogni resto di malizia, accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime. Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s'è osservato, se ne va, e subito dimentica com'era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla. Se qualcuno pensa di essere religioso, ma non frena la lingua e inganna così il suo cuore, la sua religione è vana. Una religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo. Parola di Dio

 

“ACCOGLIETE CON DOCILITA’ LA PAROLA CHE E’ STATA SEMINATA IN VOI E CHE PUO' SALVARE LE VOSTRE ANIME”. (Gc. 1,21)

Noi pensiamo che la Parola sia un qualcosa di immutabile, e in sé è così, però essa non viene depositata in noi come una pagina immodificabile. La Parola non è cristallizzata, ma viva. E’ un seme che germoglia. Attraverso la meditazione, attraverso l’impatto con la nostra storia, acquista sempre sensi nuovi. La Parola ha bisogno della coscienza ma anche la coscienza ha bisogno della Parola per funzionare correttamente. Il credente sa di avere nella Parola di Dio un dono che lo informa, che lo forma, che lo sostiene nel cammino verso il Padre. Ogni volta che apro la Bibbia dovrei chiedermi: “Signore, che cosa vuoi dirmi per oggi? Che cosa vuoi darmi? Che cosa vuoi da me?”.

 

 

LUNEDI’ 3 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gregorio Magno; Santa Phoebe.

Una scheggia di preghiera:

 

SENZA DI TE, SIGNORE, NON POSSIAMO NULLA.

 

Hanno detto: Ho scoperto il segreto del mare meditando su una goccia  di rugiada. (Kahlil Gibran)

Saggezza popolare: Un anziano che muore è una biblioteca che brucia. (proverbio del Mali)

Un aneddoto: Un fratello interrogò un anziano e gli disse: “Che vuoi che faccia di questi cattivi pensieri che penetrano nel mio cuore?”. L’anziano gli rispose: “Vedi il vestito che riponi in una cassapanca e dimentichi là, senza toglierlo né sbatterlo: sarà perduto, non sarà più di alcuna utilità a nessuno. Ma se tu sbatti il vestito e lo porti costantemente, non si rovinerà ma durerà. Così è per i cattivi pensieri, se tu parli loro e te ne compiaci, essi spingeranno sempre più la loro radice nel tuo cuore, cresceranno e non se ne andranno più. Se, al contrario, tu non gli parli e se, anziché compiacertene, li hai in odio, periranno e usciranno dal tuo cuore”.

Parola di Dio: 1Cor. 2,1-5; Sal. 118; Lc. 4,16-30

 

1^ Lettura 1 Cor 2, 1-5

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Io, o fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso. Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. Parola di Dio

 

“IO RITENNI DI NON SAPERE ALTRO IN MEZZO A VOI SE NON GESÙ’ CRISTO, E QUESTI CROCIFISSO”. (1 Cor. 2,2)

Ci sono dei momenti nella mia vita in cui vorrei poter essere come Paolo: conoscere e annunziare solo Gesù crocifisso. Mi accorgo infatti che le, parole, la scienza, le riunioni verbose spesso non solo non chiariscono, ma confondono talmente il messaggio di Gesù da non sapere più, alla fine, il perché, il senso della vita, il sapere ciò che è bene o male. Faccio un esempio: se vado da un malato e cerco di spiegargli il valore della sofferenza, non convincerò né lui né me; se lo amo e con lui mi metto sulla croce di Gesù, forse non capiremo molto lo stesso, soffriremo ugual­mente ma ci sarà con noi la potenza, la misericordia e l’amore stesso di Cristo.

 

 

MARTEDI’ 4 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosalia; San Gilberto.

Una scheggia di preghiera:

 

TU O GESU’ SEI TUTTO IN TUTTI.

 

Hanno detto: L’anima semplice e onesta non vede del male in nessuna cosa,  poiché il male esiste solo nei cuori impuri. (Santa Teresa di Lisieux)

Saggezza popolare: Quando parla l’innocenza, parla la verità.

Un aneddoto: Un fratello interrogò un anziano: “Che fare? Una moltitudine di pensieri mi fa guerra e non so come resistere”. Disse l’anziano: “Non lottare mai contro tutti, ma contro uno solo. Poiché tutti i pensieri dei monaci hanno una testa sola. Bisogna dunque esaminare quale sia realmente quell’unico pensiero e quale la sua natura, poi lottare contro di esso. Allora tutti gli altri pensieri perderanno la loro forza”.

Parola di Dio: 1Cor. 2,10-16; Sal. 144; Lc. 4,31-37

 

1^ Lettura 1Cor 2, 10-16

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo dirigere? Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo. Parola di Dio

 

“CHI HA CONOSCIUTO IL PENSIERO DEL SIGNORE IN MODO DA POTERLO DIRIGERE? ORA NOI ABBIAMO IL PENSIERO DI CRISTO”.(1Cor. 2,16)

La grande differenza tra la nostra fede e le altre forme di religione è che mentre queste ultime sono la proiezione e la concretizzazione dei desideri dell’uomo, la nostra fede è una fede rivelata. L’uomo da solo, essendo creatura, non può comprendere, nella pienezza, il Creatore, ma se il Creatore si rivela, l’uomo può arrivare a Lui. Il nostro Dio è un Dio che si è rivelato. Tutta la Bibbia è la rivelazione graduale di Dio: liberatore, guida, legislatore, creatore... Ma la pienezza della rivelazione è il Dio incarnato, Gesù. Se noi crediamo in Lui, attraverso il suo Spirito abbiamo la pienezza della rivelazione. Perché cercare Dio altrove? Non sarà la nostra povera scienza a rivelarcelo, non saranno neanche le strane ricerche esoteriche a farci carpire i segreti di Dio, è solo la fede in Gesù, parola incarnata, a farci comprendere il mistero di Dio Amore e il senso della nostra vita.

 

 

MERCOLEDI’ 5 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Vittorino; San Lorenzo Giustiniani.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PERCHE’ TUTTO CONCORRE ALLA NOSTRA SALVEZZA.

 

Hanno detto: Dio é in noi, e questa presenza ci fa sensibili al bello. (E. Delacroix)

Saggezza popolare: Un cammello non prende in giro un altro cammello per le sue gobbe. (proverbio dell’Egitto)

Un aneddoto: Simplicio domandò un giorno a Sant'Agostino: Che cosa faceva Dio prima di creare il mondo? E Sant'Agostino sorridendo: Era in un bosco dove tagliava legna per farne un gran fuoco per bruciare tutti i curiosi investigatori dei Suoi alti segreti.

Parola di Dio: 1Cor. 3,1-9; Sal. 32; Lc. 4,38-44

 

1^ Lettura 1 Cor 3, 1-9

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, sinora io non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali, ma come ad esseri carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate capaci. E neanche ora lo siete; perché siete ancora carnali: dal momento che c'è tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera tutta umana? Quando uno dice: "Io sono di Paolo", e un altro: "Io sono di Apollo", non vi dimostrate semplicemente uomini? Ma che cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? Ministri attraverso i quali siete venuti alla fede e ciascuno secondo che il Signore gli ha concesso. Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora né chi pianta, né chi irriga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere. Non c'è differenza tra chi pianta e chi irriga, ma ciascuno riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio. Parola di Dio

 

“IO HO PIANTATO, APOLLO HA IRRIGATO, MA È DIO CHE HA FATTO CRESCERE”. (1Cor. 3,7)

Paolo è ben consapevole dei ruoli nella storia della salvezza: E’ Dio che ama e che salva e che chiede ad altri uomini di diventare suoi collaboratori perché la sua salvezza possa giungere. Ciascuno di noi, nel cammino della fede, è stato aiutato da tante persone e dobbiamo essere grati loro, ma il dono ci è stato fatto da Dio. Se noi ci fermiamo alle persone rischiamo di dividere la Chiesa in tante chiesuole che poi si mettono in alternativa e qualche volta lottano addirittura tra loro. Se noi consideriamo che è il Padre che ci vuole salvi, che è Gesù che è morto in croce per noi, che è lo Spirito Santo ad operare in noi, allora davvero scopriamo quanto Dio ci ama e in Lui troviamo anche l’unità tra di noi.

 

 

GIOVEDI’ 6 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Frontignano d’Alba; San Benedetto da Milano.

Una scheggia di preghiera:

 

SAPIENZA DI DIO, SPIRITO SANTO, AGISCI IN ME

 

Hanno detto: Riuscire a trovare la gioia nella gioia altrui: questo è il segreto della felicità! (Bernanos)

Saggezza popolare: Un cane non inciampa due volte contro la stessa pietra. (proverbio del Congo)

Un aneddoto: Un giovane inglese era andato a confessarsi per burla, accusando tutta una serie di colpe immaginarie, da un sacerdote in Notre Dame a Parigi. Il prete si accorse che si trattava di uno scherzo, perciò gli rispose: Prima che io vi dia l'assoluzione dovete inginocchiarvi davanti all'altare maggiore e guardando il Crocifisso ripetere per quattro volte: "Ecco fino a che punto sei giunto per amore mio, e a me non importa proprio niente...". Il giovane inglese si inginocchiò, rivolse gli occhi al Crocifisso e cominciò: Ecco fino a che punto sei giunto per amor mio, e a me non importa proprio niente. Ecco fino a che punto sei giunto per amor mio, e a me... Non potè continuare; si rialzò e se ne andò. Oggi quel giovane è un sacerdote - un altro della vasta schiera degli 'uomini di Gesù'.

Parola di Dio: 1Cor. 3,18-23; Sal. 23; Lc. 5,1-11

 

1^ Lettura 1 Cor 3, 18-23

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente; perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: Egli prende i sapienti per mezzo della loro astuzia. E ancora: Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani. Quindi nessuno ponga la sua gloria negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio. Parola di Dio

 

“LA SAPIENZA DI QUESTO MONDO E’ STOLTEZZA DAVANTI A DIO”. (1Cor. 3,19)

Il nostro mondo stima la sapienza fatta di conoscere, di possedere, di sapersela cavare sempre, apprezza coloro che sanno imporsi, che usano astuzia per farsi strada, che sanno indorare i discorsi con paroloni, che sanno indossare maschere adatte per ogni luogo in cui si trovano... Davanti a Dio contano altre cose. Egli non si lascia ingannare né dalle parole né dalle apparenze. Davanti a Lui, Creatore di tutte le cose, non contano le tecnologie e tanto meno le banche o gli applausi degli uomini. Davanti a Lui contano persone umili come Maria, poveri come Francesco d’Assisi, gente disponibile a dare la vita come Giovan­ni Battista. Lui stesso per salvarci si è fatto piccolo; invece della sapienza ha scelto la stoltezza della croce... Quando ti ritrovi povero, quando ti accorgi che non servono maschere per na­scondere le tue magagne, è il momento di buttarti in Dio, di lasciarti pla­smare da Lui, di donare ancora il nien­te che hai, ed Egli “guardando alla po­vertà del suo servo, farà cose grandi in te”.

 

 

VENERDI’ 7 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Grato d’Aosta; San Chiaffredo di Saluzzo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI SIGNORE, OGNI GIUDIZIO E’ TUO.

 

Hanno detto: Non appena comprendiamo che il segreto della felicità non sta nel possedere, ma nel donare, diventiamo capaci di donare felicità e di rendere così felici noi stessi. (Andrè Gide)

Saggezza popolare: Un grano di mais ha sempre torto davanti a una gallina. (proverbio del Benin)

Un aneddoto: Un parroco preparava con cura meticolosa le manifestazioni esterne della sua parrocchia. Soprattutto la solenne processione del Corpus Domini. Voleva che la festa fosse un vero avvenimento per il paese. Tre mesi prima della data, radunava un apposito comitato e organizzava i gruppi di lavoro. Il giorno della festa tutto il paese era mobilitato. Alle dieci e trenta in punto, la processione cominciò a snodarsi. I chierichetti con i candelabri, i paggetti nei costumi colorati, le bambine con il vestito bianco che spargevano petali di rosa, i giovanotti della società sportiva con le tute gialle e blu, gli uomini e le donne delle confraternite con i labari colorati e i nastri azzurri, gialli, rossi, poi l'Azione Cattolica, i ragazzi dell'Oratorio, la gente, la teoria dei chierichetti e la banda musicale del paese. Una processione magnifica! Quando la banda intonò il pezzo più solenne, dal portale della chiesa uscì lentamente il baldacchino di broccato dorato con i pennacchi rossi e bianchi, sorretto da quattro baldi giovani. Sotto il baldacchino, incedeva il parroco, rivestito del piviale più prezioso, che reggeva il pesante ostensorio d'oro tempestato di pietre preziose. Improvvisamente il viceparroco, che accompagnava i chierichetti, si avvicinò allarmato al parroco e gli sussurrò: "Prevosto, nell'ostensorio non c'è l'Ostia!". Il parroco ribatté seccato: "Non vedi a quante cose devo pensare? Non posso occuparmi anche dei dettagli!".

Parola di Dio: 1Cor. 4,1-5; Sal. 36; Lc. 5,33-39

 

1^ Lettura 1 Cor 4, 1-5

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele. A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso, perché anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio. Parola di Dio

 

“NON VOGLIATE GIUDICARE NULLA PRIMA DEL TEMPO, FINCHE’ VENGA IL SIGNORE. EGLI METTERÀ IN LUCE I SEGRETI DELLE TENEBRE E MANIFESTERÀ LE INTENZIONI DEI CUORI”. (1Cor. 4,5)

Un’esperienza che sicuramente ciascuno di noi ha fatto è quella di aver cercato di far del bene a una persona ed essa, o perché non ha capito quello che noi stavamo facendo per lei o perché non ha gradito il nostro gesto, ci giudica malamente. Altre volte, invece, apprezziamo delle persone che si presentano bene e che invece non ci danno assolutamente niente ma cercano solo i propri interessi. Tutto questo ci dice quanto sia difficile giudicare correttamente in quanto difficilmente riusciamo a comprendere fino in fondo le intenzioni degli altri. Chi conosce tutto è solo Dio, quindi solo il suo giudizio è vero. Il credente, che non può fare a meno di vedere, non darà mai un giudizio definitivo e totale. Non potrò mai dire di uno “e cattivo”, potrò vedere dei gesti che io reputo non giusti, ma solo Dio conosce le sue vere intenzioni. Il sospendere il giudizio e affidarlo a Dio, poi, ci rende molto più liberi in quanto non creo delle barriere al fratello, gli lascio sempre una porta aperta, mi libero da rabbie e desideri di vendetta.

 

 

SABATO 8 SETTEMBRE: NATIVITA’ DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ugo di Volterra; Beato Federico Ozanam.

Una scheggia di preghiera:

 

BENVENUTA, MARIA! ENTRA IN CASA MIA.

 

Hanno detto: Abbiamo il potere di essere in Paradiso con Dio già adesso, di essere felici con lui anche in questo momento, se amiamo come lui ama, se aiutiamo come lui aiuta, se doniamo come lui dona, se serviamo come lui serve. (Madre Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: Un nemico intelligente è meglio di un amico stupido. (proverbio del Senegal)

Un aneddoto: Facendo visita a san Bonaventura, San Tommaso gli chiese da quali libri avesse tratto l'ottima dottrina che esponeva nelle sue opere.

Si dice che san Bonaventura gli mostrò un Crocifisso, ormai annerito a seguito degli innumerevoli baci che Gli aveva dato, e gli disse:  "Questo è il Libro che mi detta tutto quel che scrivo; quel poco che so l'ho appreso da Qui."

Parola di Dio nella festa della Natività di Maria: Mi. 5,1-4 opp. Rm. 8, 28-30; Sal.86; Mt. 1,1-16.18-23

 

Rm 8, 28-30

Dalla lettera ai Romani

Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati. Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando colei che deve partorire partorirà; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli di Israele. Egli starà là e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore suo Dio. Abiteranno sicuri perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra e tale sarà la pace. Parola di Dio

 

"QUELLI CHE EGLI DA SEMPRE HA CONOSCIUTO LI HA ANCHE PREDESTINATI PER ESSERE CONFORMI ALL'IMMAGINE DEL FIGLIO SUO". (Rm. 8,29)

Pensando alla festa di oggi me la sono sempre immaginata come festa per l'umanità ma anche per Dio. E' vero, ogni nascita è una festa ma che nasca Colei che sarà la Madre di Dio sulla terra non può non essere motivo di gioia per ogni uomo: Dio non si è dimenticato di noi. Egli ha un progetto di amore continuo nei nostri confronti. Egli sceglie una di noi per diventare Uno di noi. E immagino anche la gioia di Dio, lo sguardo di Dio che si posa sulla sua creatura: "Ecco, finalmente, una creatura come la volevo io! Una che si fiderà totalmente di me, una che mi si offrirà tutta per poter ricevere il Dono più bello, una che sa chiedere, una che parla poco ma che sa contemplare, una che gioisce, soffre con il Dio-Uomo, che gioisce e soffre con amore. Una disposta ad accettare fino in fondo il messaggio mio e di mio Figlio, una che non solo compatisce la povertà dell'umanità, ma se ne fa carico…" E lo sguardo di Dio, innamorato, si posa su Maria, la Donna del 'sì' e in essa vede come potrebbe diventare ogni creatura purché accetti fino in fondo il dono della misericordia di Suo Figlio.

 

 

DOMENICA  9 SETTEMBRE: 23^ DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Osanna; San Pietro Claver.

Una scheggia di preghiera:

 

APRI, SIGNORE LE MIE ORECCHIE, LA MIA MENTE E IL MIO CUORE.

 

Hanno detto:

Quando sei triste, compi un atto d'amore e la tristezza passerà. Se ti senti morire, ama, e la vita pulserà in te. La pienezza dell'uomo è morire d'amore. (Carlo Carretto)

Saggezza popolare: Un uccello ciarliero non costruisce il nido. (Proverbio del Burundi)

Un aneddoto: Si racconta di un vecchio anacoreta eremita: una di quelle persone che per amore a Dio si rifugiano nella solitudine del deserto, del bosco o delle montagne per dedicarsi solamente alla orazione e alla penitenza. Molte volte si lamentava di essere sempre occupatissimo.  La gente non capiva come fosse possibile che avesse tanto da fare nel suo ritiro. Ed egli spiegò: "Devo domare due falconi, allenare due aquile, tenere quieti due conigli, vigilare su un serpente, caricare un asino e sottomettere un leone". "Non vediamo nessun animale vicino alla grotta dove vivi. Dove sono tutti questi animali?". Allora l'eremita diede una spiegazione che tutti compresero.  "Questi animali li abbiamo dentro di noi. I due falconi, si lanciano sopra tutto ciò che gli si presenta, buono e cattivo. Devo allenarli perché si lancino solo sopra le buone prede... Sono i miei occhi.  Le due aquile con i loro artigli feriscono e distruggono.  Devo allenarle perché si mettano solamente al servizio e aiutino senza ferire... Sono le mie mani.  E i conigli vanno dovunque gli piaccia, tendono a fuggire gli altri e schivare le situazioni difficili.  Gli devo insegnare a stare quieti anche quando c'è una sofferenza, un problema o qualsiasi cosa che non mi piaccia... Sono i miei piedi.  La cosa più difficile è sorvegliare il serpente anche se si trova rinchiuso in una gabbia con 32 sbarre.  E' sempre pronto a mordere e avvelenare quelli che gli stanno intorno appena si apre la gabbia, se non lo vigilo da vicino, fa danno... E' la mia lingua.  L'asino è molto ostinato, non vuole fare il suo dovere. Pretende di stare a riposare e non vuole portare il suo carico di ogni giorno... E' il mio corpo.  Finalmente ho necessità di domare il leone, vuole essere il re, vuole essere sempre il primo, È vanitoso e orgoglioso... Questo è... il mio cuore".

Parola di Dio: Is. 35,4-7; Sal. 145; Gc. 2,1-5; Mc. 7,31-37

 

Vangelo Mc 7, 31-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: "Effatà" cioè: "Apriti!". E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!". Parola del Signore

 

E GESU’ DISSE: “APRITI!”. (Mc. 7,34)

Davanti al brano di Vangelo di oggi ciò che conta non è tanto ammirare il prodigio della guarigione di un sordomuto, ma comprenderne il significato. Il sordomuto rappresenta il peccatore rinchiuso nel proprio egoismo: Gesù gli dona di aprirsi alla salvezza, alla sua Parola e di trasmetterla agli altri. Quell’ “Apriti!” è allora anche per me. Apriti allo stupore e alla contemplazione delle meraviglie del creato, apriti a sentire la voce di ogni creatura che ti parla del Creatore. Apriti ad accogliere la parola del perdono e della misericordia che la croce di Gesù ti offre, apriti per accogliere la sua parola che ti guida e ti consola. Apriti per sentire le voci dei fratelli che invocano il tuo aiuto. E apri la bocca per far tacere le paro­le inutili, convenzionali, ed esprimere invece la lode di Colui che ti ha salvato, la parola di speranza, il canto di gioia, la testimonianza profonda.

 

 

LUNEDI' 10 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agabio di Novara; San Nicola da Tolentino.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA VIA, LA VERITA’, LA VITA.

 

Hanno detto: Capita a volte, quando uno si mette in croce, che i chiodi vadano a ferire qualcuno dietro di lui. (Francis Jammes)

Saggezza popolare: Anche il pulcino dell’oca galleggia. (proverbio arabo)

Un aneddoto: Ecco la storia di Rabbi Eisik, figlio di Rabbi Jekel di Cracovia. Dopo anni e anni di dura miseria, che però non avevano scosso la sua fiducia in Dio, questi ricevette in sogno l'ordine di andare a Praga per cercare un tesoro sotto il ponte che conduce al palazzo reale. Quando il sogno si ripeté per la terza volta, Eisik si mise in cammino e raggiunse a piedi Praga. Ma il ponte era sorvegliato giorno e notte dalle sentinelle ed egli non ebbe il coraggio di scavare nel luogo indicato. Tuttavia tornava al ponte tutte le mattine, girandovi attorno fino a sera. Alla fine il capitano delle guardie, che aveva notato il suo andirivieni, gli si avvicinò e gli chiese amichevolmente se avesse perso qualcosa o se aspettasse qualcuno. Eisik gli raccontò il sogno che lo aveva spinto fin li dal suo lontano paese. Il capitano scoppiò a ridere: "E tu, poveraccio, per dar retta a un sogno sei venuto fin qui a piedi? Ah, ah, ah! Stai fresco a fidarti dei sogni! Allora anch'io avrei dovuto mettermi in cammino per obbedire a un sogno e andare fino a Cracovia, in casa di un ebreo, un certo Eisik, figlio di Jekel, per cercare un tesoro sotto la stufa! Ma io non do retta ai sogni. E rise nuovamente. Eisik lo salutò, tornò a casa sua e dissotterrò il tesoro con il quale costruì la sinagoga intitolata "Scuola di Reb Eisik, figlio di Reb Jekel".

Parola di Dio: 1Cor. 5,1-8; Sal. 5; Lc. 6,6-11

 

1^ Lettura 1Cor 5, 1-8

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, si sente da per tutto parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani, al punto che uno convive con la moglie di suo padre. E voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che esserne afflitti, in modo che si tolga di mezzo a voi chi ha compiuto una tale azione! Orbene, io, assente col corpo ma presente con lo spirito, ho gia giudicato come se fossi presente colui che ha compiuto tale azione: nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati insieme voi e il mio spirito, con il potere del Signore nostro Gesù, questo individuo sia dato in balìa di satana per la rovina della sua carne, affinché il suo spirito possa ottenere la salvezza nel giorno del Signore. Non è una bella cosa il vostro vanto. Non sapete che un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità. Parola di Dio

 

“UN PO’ DI LIEVITO FA FERMENTARE TUTTA LA PASTA”. (1Cor. 5,6)

“Datemi un punto d’appoggio e solleverò il mondo”, diceva Archimede, grande matematico e fisico di Siracusa. Uno sforzo minimo, può realizzare grandi cose. E’ sufficiente premere un piccolo pulsante per inondare di luce una sala buia; il tocco di una leva può sollevare tonnellate di peso; un semplice cambio di marcia e il bolide s’avventa sulla pista a velocità vertiginosa. Spesso, nella vita, basta tanto poco per cambiare una situazione, illuminare un’esistenza immersa nel grigiore del quotidiano. Un fiore, una parola, un sorriso possono ridar fiducia, coraggio a chi forse ha perso la gioia di vivere. “Ti amo!”, una piccola parola ma capace di trasformare una vita, creare un legame che nulla e nessuno potrà distruggere.

 

 

MARTEDI’ 11 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Emiliano; Sant’Agatone di Scete.

Una scheggia di preghiera:

 

TI ADORO, MIO DIO.

 

Hanno detto: Se vogliamo che un messaggio d'amore sia udito, spetta a noi lanciarlo. Se vogliamo che una lampada continui ad ardere, spetta a noi alimentarla d'olio. (Madre Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: Buttate in mare un uomo fortunato e tornerà a galla con un pesce in bocca. (proverbio Arabo)

Un aneddoto: Di un uomo dalle ricche e molteplici doti si diceva che era di una grande umiltà poiché rifuggiva le lodi, disdegnava gli onori, detestava l'ammirazione. Viveva appartato. Non si apriva con nessuno, anche se era solito osservare ed ascoltare gli altri. Pur disponendo di mezzi, conduceva una vita frugale. Un giorno, tra le molte sue attività, ne scelse una cui non aveva ancora potuto dedicarsi: scrisse un libro, un libro sull'umiltà. Ebbe un grandissimo successo. E anche se apparve anonimo, nessuno ebbe alcun dubbio che fosse lui l'autore. Lucida, profonda e appassionata, l'opera colpì i cuori e commosse le anime. "Solo una grande umiltà vissuta, fatta tutt'uno con sé, poteva far nascere un'opera simile", commentarono tutti. Tutti tranne uno, che sapeva guardare dietro le apparenze. Letto il libro, fu felice dei frutti che avrebbe dato. Ma non poté nascondersi questo pensiero: "Solo una grande superbia vissuta, fatta tutt'uno con sé, ha potuto dar vita un'opera simile". Egli era fra quei pochissimi che sanno come, diversamente da quanto appaia, dietro a molte opere sante si nascondano sovente uomini peccatori.

Parola di Dio: 1Cor. 6,1-11; Sal. 149; Lc. 6,12-19

 

Vangelo Lc 6, 12-19

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti. Parola del Signore

 

“GESU’ SE NE ANDO’ SULLA MONTAGNA A PREGARE” . (Lc. 6,12)

Quando commemoriamo gli apostoli, una delle cose che maggiormente stupisce è l’eterogeneità dei caratteri, la diversità degli ambienti e delle formazioni culturali da cui derivano (ad esempio oggi ricordiamo Simone detto zelota, cioè appartenente a quel gruppo che per fedeltà al Dio di Israele predicavano anche la rivolta armata contro i romani, una specie di religioso integralista e Giuda Taddeo, uno che non riesce a capacitarsi perché Gesù si sia rivelato solo ai discepoli e non al mondo). Gesù non cerca apostoli preconfezionati con lo stampino, cerca uomini che con la loro storia e la loro esperienza, anche di peccato, si mettano a servizio di Dio e degli uomini. Ed è per questo che l’unica cosa che Gesù fa prima di scegliere gli apostoli è quella di passare una notte in preghiera.. Gesù per scegliere i suoi apostoli non ha fatto “test attitudinali”, non ha neppur preteso di scegliere i più bravi, i più furbi, i più pii…, ha pregato, ne ha parlato con suo Padre, ha chiesto per i suoi amici la forza dello Spirito Santo. Qualche volta, per noi, pregare è diventato “dire le preghiere”, ripetere delle formule, celebrare dei riti, ed ecco allora che la preghiera diventa noiosa, pesante, un dovere da adempiere. Per Gesù, pregare, invece, significa mettersi in ascolto del Padre, capire quale sia la sua volontà, chiedere luce, essere in comunione. Se riscopriamo la preghiera nella sua essenza di comunione con Dio, allora ne ritroveremo il vero spirito ed anche il desiderio, il gusto e l’impegno che ne deriva. Perché ogni  scelta non diventi solo la mia scelta ma quella della volontà di Dio ho bisogno continuo di essere in comunione con Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 12 SETTEMBRE: SANTO NOME DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Silvino; San Defendente.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, MIO DIO, LA MIA RICCHEZZA.

 

Hanno detto: Il primo servizio che si deve al prossimo è quello di ascoltarlo. Come l'amore di Dio incomincia con l'ascoltare la sua Parola, così l'inizio dell'amore per il fratello sta nell'imparare ad ascoltarlo. Chi non sa ascoltare il fratello, ben presto non saprà neppure più ascoltare Dio. Anche di fronte a Dio sarà sempre lui a parlare. (Dietrich Bonhoeffer)

Saggezza popolare: Chi è contento del suo non incontra sfortuna. (proverbio della Cina)

Un aneddoto: Un uomo molto anziano, incontrando le persone, le salutava dicendo: "Buongiorno, Pace, Salute e Buono sentimento". Questo era il suo saluto anche se a volte nessuno lo capiva. Finché un giorno un ragazzino gli chiese quale fosse il senso di questo saluto. Lui, sorpreso dalla curiosità del ragazzino, rispose: "Pace, Salute e buon sentimento sono le cose più importanti per vivere bene. La pace ti dà serenità; La salute ti dà forza e vigore fisico per andare avanti; il Buon sentimento è quello che non ti fa perdere i sensi e ti fa riconoscere il bene dal male. Ognuna di queste cose ha bisogno l'una dell'altra perché non può esserci Pace senza Salute, né Salute senza Pace ma soprattutto né Pace e né salute senza Buono sentimento". Il ragazzino, soddisfatto, capì che quello era l'augurio più bello che le persone potevano farsi.

Parola di Dio: 1Cor. 7,25-31; Sal. 44; Lc. 6,20-26

 

Vangelo Lc 6, 20-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: "Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti". Parola del Signore

 

“BEATI VOI POVERI…”  (Lc. 6,20)

S. Giacomo nella sua lettera porta un esempio che ci può aiutare a capire nel verso giusto le beatitudini. Dice che se nelle nostre assemblee entra un povero non basta dirgli: “Va in pace con la grazia del Signore”. Gesù quando chiama beati i poveri, i sofferenti, non vuol affatto dire che la povertà, la sofferenza sono benedette in se stesse. Gesù stesso si commuoveva davanti ai malati, li guariva, condivideva la cassa del gruppo degli apostoli con i  più poveri. La povertà e la sofferenza diventano beatitudine se fanno incontrare Dio, se purificano dall’attaccamento alle cose, se aprono ad una prospettiva che va oltre la vita. “Dopo sei mesi di ospedale accanto a mio marito morente, ho gridato nei confronti di Dio... ho forse perso la fede?” mi diceva una signora. Non credo proprio! se no dovremmo strappare almeno una buona metà della Bibbia dove si grida a Dio. Sono convinto che certi gridi che esternamente sembrano quasi bestemmie sono tra le più belle preghiere rivolte al Signore in quanto non avendo più niente, essendo al buio, scarnificati nel corpo e nello spirito si grida a Lui e quindi si afferma che “senza di Lui non possiamo nulla”.

 

 

GIOVEDI’ 13 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Crisostomo; San Maurilio.

Una scheggia di preghiera:

 

GUARDO ALLA TUA MISERICORDIA E CHIEDO AIUTO.

 

Hanno detto: Perdona sempre ai tuoi nemici: nulla li infastidisce di più! (Oscar Wilde)

Saggezza popolare: Chi non sa comprendere uno sguardo, non potrà capire lunghe spiegazioni. (proverbio dell’Arabia)

Un aneddoto: Durante un viaggio in Svizzera, il cardinal Mercier si imbatté un pomeriggio in un ragazzino dall'aspetto povero e dimesso, che faceva la guardia ad un gregge di pecore. Il prelato, che voleva aiutarlo, lo chiamò e si fermò a parlare con lui. Ti piace fare il pastore? - gli chiese. - Sì - rispose il ragazzo. - E quanto ti pagano? - Due scudi all'anno. È proprio poco - commentò il cardinale, e poi in tono confidenziale aggiunse: Sai, anch'io faccio il pastore, però mi pagano un po' più di te... E il ragazzo di rimando: Forse lei avrà anche più animali da custodire...

Parola di Dio: 1Cor. 8,1-7.11-13; Sal. 138; Lc. 6,27-38

 

Vangelo Lc 6, 27-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio". Parola del Signore

 

“SIATE MISERICORDIOSI, COME È MISERICORDIOSO IL PADRE VOSTRO.” (Lc. 6,36)

Gesù continua a indicare la vera via della felicità e della pace. Pronuncia delle parole mai dette da nessuno: “Amate i vostri nemici, e fate del bene a coloro che vi odiano”. Sono parole davvero estranee alla cultura di questo mondo e, per questo, anche sbeffeggiate. Si dice anche che sono affermazioni belle ma non certo realistiche. Eppure, solo in queste parole il mondo può trovare salvezza, motivi per bloccare le guerre e, soprattutto, impulso a costruire la pace e la convivenza tra gli uomini e tra i popoli. Per Gesù non ci sono più nemici da odiare e da combattere. Per lui - e quindi per ogni discepolo - ci sono solo fratelli e sorelle da amare, semmai da correggere, e comunque sempre da aiutare nel cammino della salvezza. Dio, per primo, si comporta con misericordia e benevolenza verso tutti, anche “verso gli ingrati e i malvagi”. E Gesù presenta ai discepoli di ogni tempo un ideale che è alto come il cielo: “siate misericordiosi, com’è misericordioso il Padre vostro”. Non è un’esortazione morale; è uno stile di vita. Da questo dipende la nostra stessa salvezza.

 

 

VENERDI’ 14 SETTEMBRE: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Tra i santi ricordati oggi: San Cornelio; Santa Placilla.

Una scheggia di preghiera:

 

SANTA CROCE, ALBERO DELLA VITA, PER COLUI CHE E’ APPESO SU DI TE, LIBERACI DAL MALE.

 

Hanno detto: Ho trovato il mio paradiso sulla terra, perché Dio abita in me e mi ama ! (Santa Elisabetta della Trinità)

Saggezza popolare: Chi non sceglie muore di fame. (proverbio Arabo)

Un aneddoto: Piero Bargellini confessò un giorno ad un amico: Ero piuttosto contrario a fare l'elemosina sino a che lessi questa bellissima massima di Goethe: “Quanta maggior elemosina faremmo se avessimo occhi per vedere la bellezza del gesto di colui che la riceve.”

Parola di Dio nella festa dell’esaltazione della Croce: Nm. 21,4-9;Sal.77; Fil 2,6-11; Gv. 3,13-17

 

Vangelo Gv 3, 13-17

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: "Nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna". Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Parola del Signore

 

"BISOGNA CHE SIA INNALZATO". (Gv. 3,14)

Quel bisogna testimonia tutto l'amore e tutta la misericordia di Dio per noi. Un dio che non si da per vinto al "no" dell'uomo e manifesta tutta la potenza dell'amore nella croce del Suo unico Figlio. Innalzato come un nuovo serpente di bronzo (vd. Num. 21,4-9) diventa guarigione per tutti. La croce è dunque punto cruciale per dirigere lo sguardo dal basso verso l'alto, dalla terra al Cielo. Morso dal serpente l'uomo peccatore guarda verso l'alto, verso colui che "si è fatto peccato" e per amore ed inchioda sulla croce tutta la miseria umana al fine di riportare in maniera rinnovata l'uomo allo splendore della sua gloria di figlio di Dio.


 

SABATO 15 SETTEMBRE: BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA

Tra i santi ricordati oggi: San Nicomede; Sant’Emilio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA CONSOLATA E CONSOLATRICE, PREGA PER NOI.

 

Hanno detto: L’infinito non conserva altro che l'amore, perché l'amore é a sua immagine. (Kahlil Gibran)

Saggezza popolare: Chi vive amando, a braccia aperte,  di solito non fa carriera,  ma trova tanta gente da abbracciare.

Un aneddoto: Un santo religioso osservava: - E' facile per un povero confidare in Dio: e in chi altro potrebbe confidare? E' difficile invece per un ricco confidare in Dio. Perché? Perché tutti i suoi beni gli gridano: 'Confida in noi!'.

Parola di Dio nella festa dell’Addolorata: Eb. 5,7-9; Sal. 70; Gv. 19,25-27; oppure Lc. 2,33-35

 

Vangelo Gv 19, 25-27

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quell'ora, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Parola del Signore

 

"STAVA PRESSO LA CROCE DI GESU', SUA MADRE". (Gv.19,25)

Quali sono le grandi opere che Maria ha fatto? Nulla di trascendentale, ma Maria c'era. Maria, ovvero Colei che si è fatta trovare perché è lì e partecipa. Infatti ai piedi della croce Maria non è una figura decorativa, espressione dei buoni sentimenti pietistici umani. E' lì perché corredentrice. Il suo dolore non è figura, è dolore vero, concreto, da infarto, di una madre che vede morire il proprio Figlio in una maniera terribilmente atroce; Lei vede il frutto del suo grembo piagato, distorto, tumefatto, grondante sangue; ogni ferita del Figlio è ferita della Madre; è il dolore di una donna di fede che grida come suo Figlio al Padre: ".. se possibile.." e che non sente risposta; "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?", e prova il silenzio di Dio. E' il dolore di una donna che ha vissuto il mistero di un figlio, il Figlio di Dio e vede suo figlio e il suo Dio in croce, impotente. E' colei che ha sentito e vissuto la predicazione del Figlio, che ha partecipato alla vita dei primi amici di suo Figlio ed ora li vede dispersi. E' Colei a cui vien chiesto di farsi carico, come figli, di coloro che stanno facendo morire in croce suo Figlio per i quali anche lei deve pregare come Gesù: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno". Maria, tu non hai fatto nulla, ma c'eri. Io rischio di voler far molto, ma di non esserci. Voglio servire il Signore, organizzo, parlo, discuto nel suo nome ma poi, sparisco volentieri quando quella croce da pezzo di arredamento di una casa o di una chiesa diventa croce reale, letto di ospedale, tradimento subito, abbandono… Maria, Tu ci sei ancora, alla croce di tuo Figlio e alle croci dei tuoi figli, e il tuo dolore si rinnova ogni volta… sembra che non fai niente, come quel giorno, eppure fai più di tutti, perché tu ci sei e noi, come Gesù in quel momento, abbiamo bisogno soprattutto della tua presenza.

 

 

DOMENICA 16 SETTEMBRE: 24^ DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: San Cipriano; Sant’Eufemia.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU’, SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE

 

Hanno detto: Quando un cuore si dona ad un altro, lì accade sempre un prodigio. (Ernst Wiechert)

Saggezza popolare: L’amore funziona se lo fai funzionare. (proverbio Americano)

Un aneddoto: Un romano domandò ad un rabbino: Fammi vedere il tuo Dio! Il rabbino rispose: - Alza gli occhi al cielo: Dio è là! Il romano alzò gli occhi e restò abbagliato dalla luce del sole. Allora il rabbino commentò: Tu mi chiedi di vedere il Creatore e non sei neppure capace di sopportare lo splendore di una Sua creatura?

Parola di Dio: Is. 50,5-9; Sal. 114; Gc. 2,14-18; Mc. 8,27-35

 

Vangelo Mc 8, 27-35

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: "Chi dice la gente che io sia?". Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti". Ma egli replicò: "E voi chi dite che io sia?". Pietro gli rispose: "Tu sei il Cristo". E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno. E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: "Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini". Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: "Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà". Parola del Signore

 

“E VOI CHI DITE CHE IO SIA?”. (Mc. 8,27)

Proviamo oggi a fare un esperimento. Gesù rivolge a noi la stessa domanda che ha rivolto agli apostoli: “Voi, chi dite che io sia?”. Quali potrebbero essere oggi le risposte e la mia risposta? Il teologo, il prete e magari anche molti cristiani potrebbero rispondere con il catechismo, quello di una volta, molto sintetico: “La seconda persona della santissima Trinità” o quello nuovo molto più lungo e articolato, oppure basterebbe rispondere con la parte del Credo che diciamo la domenica e che riguarda Gesù:” … Dio da Dio, luce da luce… incarnato.. morto e risorto…” Ma sappiamo che i dogmi sono per noi, ci indicano Dio, ma non lo costringono nelle parole  e allora la domanda si fa incalzante e vitale per ciascuno: “Chi sono io per te, che cosa conta per te che io sia nato, che sia stato condannato a morte, che sia risorto? Le mie parole fanno parte delle tue scelte di vita?”.  E, sì, perché il Figlio di Dio non è un interrogativo della storia è qualcuno che coinvolge la mia vita. E’ un qualcuno davanti al quale non si può essere indifferenti: “O con Lui o contro di Lui”, la sua salvezza non è un passaporto garantista di un paradiso ma un qualcosa che o mi libera oggi o  è un inganno, la sua persona o è vero Dio e vero uomo o è uno dei tanti personaggi anche buoni della storia, le sue parole o mi coinvolgono o sono vento come le tante parole di tanti uomini  che magari sono belle a sentirsi ma scivolano via… Pietro, quando si lascia guidare dallo Spirito risponde a Gesù con convinzione: “Sei il Cristo”, Pietro e gli altri rispondono con la loro vita lasciando le reti e andando dietro a Gesù, poi non avranno capito tutto, poi davanti alla croce scapperanno e stenteranno a credere perfino alla risurrezione: non importa, hanno accettato accolto, Gesù, si lasciano guidare da Lui, sono talmente pieni di lui che lo porteranno agli altri. Anche con noi Gesù non si spaventa se non abbiamo ancora capito tutto di Lui,  se siamo ancora paurosi davanti alla croce o tristi davanti alla gioia della risurrezione però ci chiede di accoglierlo per quello che è: un Dio che ci vuole bene fino al punto di dare la sua vita per noi.

 

 

LUNEDI’ 17 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Roberto Bellarmino; Santa Arianna,martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DI’ SOLTANTO UNA PAROLA E SARO’ GUARITO

 

Hanno detto: L'amore è la più discreta di tutte le virtù: può apparire così trasformato da non essere affatto riconosciuto. (Stefan Andres)

Saggezza popolare: Impara ad amare, rendi sempre più bella la tua anima, perché di te nell’eternità porterai il cuore e l’ anima.

Un aneddoto: Ci sono tra gli uomini quattro tipi: il giusto, che dice: "Ciò che è mio, è mio; ciò che è tuo, è tuo!"; l'innamorato, che dice: "Ciò che è mio, è tuo; ciò che è tuo, è mio!"; l'egoista, che dice: "Ciò che è tuo, è mio; ciò che è mio, è mio!"; e il figlio di Jahwé che dice: "Ciò che è mio, è tuo; ciò che è tuo, è tuo!".

Parola di Dio: 1Cor. 11,17-26.33; Sal. 39; Lc. 7,1-10

 

Vangelo Lc 7, 1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: "Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga". Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: "Signore, non stare a disturbarti, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Và ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa questo, ed egli lo fa". All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: "Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!". E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. Parola del Signore

 

“IO VI DICO CHE NEANCHE IN ISRAELE HO TROVATO UNA FEDE COSI’ GRANDE”. (Lc. 7,9)

Terminato il discorso delle beatitudini, Gesù entra a Cafarnao, come per far entrare la parola evangelica nella città degli uomini. A Cafarnao c’è un centurione romano. È un pagano che, pur essendo il rappresentante dell’oppressore, ha però un’attenzione particolare verso gli ebrei. Ha aiutato, ad esempio, a costruire la sinagoga. La preoccupazione per un suo servo, caduto in una grave malattia, lo spinge a rivolgersi a Gesù; prima manda dei notabili, poi si muove lui stesso. Due sentimenti emergono in questo centurione romano: l’amore che nutre per il suo servo (lo tratta come un figlio) e la fiducia che pone nel giovane profeta di Nazareth. Si tratta di una fiducia così forte da fargli pronunciare quelle parole che tutti i cristiani ancora oggi pronunciano durante la liturgia eucaristica: “O Signore, non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito”. Questo centurione, pagano, diviene immagine del vero credente, di colui cioè che crede sia sufficiente anche solo una parola evangelica per salvare.

 

 

MARTEDI’ 18 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lamberto; San Giovanni Macias.

Una scheggia di preghiera:

 

MOSTRAMI IL TUO VOLTO E SARO’ SALVO.

 

Hanno detto: Se conosci 10 parole  avrai una libertà da 10 parole, se conosci 50 parole  avrai una libertà da 50 parole. Se insegni ad un fratello che ne ha bisogno, tu gli dai libertà. ( Don Lorenzo Milani)

Saggezza popolare: Non c’e' foglia che cada che Dio non voglia. La foglia che cade ha un messaggio di Dio.

Un aneddoto: Un giorno, mentre passeggiavano per strade assolate, un discepolo chiese al suo maestro:  "O saggio, sapresti dirmi qual è la differenza tra conoscenza e illuminazione?". Il maestro, senza pensarci molto, guardò il giovane a fondo negli occhi e rispose: "Quando hai conoscenza, tu usi una fiaccola per mostrare la via. Quando sei illuminato, diventi una fiaccola."

Parola di Dio: 1Cor. 12,12-14.27-31; Sal. 99; lc. 7,11-17

 

1^ Lettura 1Cor 12, 12-14. 27-31

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, come il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: "Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo", non per questo non farebbe più parte del corpo. E se l'orecchio dicesse: "Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo", non per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l'occhio dire alla mano: "Non ho bisogno di te"; né la testa ai piedi: "Non ho bisogno di voi". Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Aspirate ai carismi più grandi! Parola di Dio

 

“ASPIRATE AI CARISMI PIU' GRANDI”. (1Cor. 12,21)

Attenzione a questa parola che se male interpretata può portare ad un discorso completamente contrario a quello che Paolo sta facendo. Paolo dice che il corpo è uno solo e molte sono le membra ma tutte devono concorrere nel modo migliore all’unità del corpo Aspirare ai carismi più grandi non significa dunque cercare le cose migliori per esaltare se stessi o per primeggiare sui fratelli, ma cercare il nostro meglio per donarlo agli altri. Facciamo l’esempio di una famiglia: se all’interno di essa c’è solo emulazione, ci saranno tante persone che tendono al meglio ma solo per se stesse e la famiglia prima o poi sparisce, se invece il fine è cercare ognuno il meglio di sé, dei propri doni, delle proprie capacità, all’interno dei propri ruoli perché tutti possano star meglio e goderne, questo diventa il vero bene per tutta la famiglia.

 

 

MERCOLEDI’ 19 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gennaro;Sant’Abbone di Metz.

Una scheggia di preghiera:

 

DOV’E’ CARITA’ E AMORE, QUI C’E’ DIO.

 

Hanno detto: Il vero amore non e' profumo inebriante che si dilegua. E' un sigillo indistruttibile, inattaccabile persino dalla morte. (Zenta Maurine Raudive)

Saggezza popolare: L’amore vero è candore, il falso amore è senza pudore.

Un aneddoto: Una ragazza dal collegio scrisse alla mamma di mandarle uno specchio. La mamma, brava educatrice, le mandò una lettera, in cui tra l'altro le scriveva: Tra poco ti arriverà un pacchetto. Ti ho spedito, non uno solo, ma tre specchi, perché ti voglio veramente bella. Il primo ti mostra quella che sei. Il secondo rispecchia quel che sarai. Il terzo riflette quel che devi essere! Arrivò il pacchetto e con ansia la ragazza l'aprì. Vi trovò un vero specchio, la foto della nonna morta e un'immagine della Madonna: ecco quello che era, quello che sarebbe diventata e quello che sarebbe dovuto essere. Quando la ragazza confidò questo ad un'anziana suora, questa le rispose: Io ho un solo specchio: gli occhi di Gesù. In essi mi rispecchio durante la preghiera.

Parola di Dio: 1Cor. 12,31-13,13; Sal. 32; Lc. 7,31-35

 

1^ Lettura 1 Cor 12,31 - 13,13

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte. Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità! Parola di Dio

 

“SE ANCHE PARLASSI LE LINGUE DEGLI UOMINI E DEGLI ANGELI, MA NON AVESSI LA CARITÀ, SONO COME UN BRONZO CHE RISUONA O UN CEMBALO CHE TINTINNA”. (1Cor. 13,1)

Per seminare la speranza le parole non bastano. Sono necessarie scelte coraggiose e gesti concreti. Molte persone con la loro vita hanno restituito la speranza a chi l’aveva perduta. Anche tu puoi essere tra queste. Adoperarsi perché ogni nostro fratello sia sazio, abbia vestito e casa, abbia attenzioni, assistenza e cura in ogni situazione; perché ogni uomo abbia riconosciuta e rispettata la propria dignità, sia libero e possa sviluppare le sue capacità, abbia possibilità di lavorare e di esprimersi, di riposare e di comunicare: è impegno che, quando nasce da un amore vero e sincero, di­venta segno del regno di Dio che va compiendosi, segno che rivela e manifesta il volto di Dio attraverso i nostri rapporti fraterni e il volto vero del nostro prossimo.

 

 

GIOVEDI’ 20 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Kim,Paolo Chong e compagni; Santa Susanna.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA TUA MISERICORDIA CANCELLA IL MIO PECCATO.

 

Hanno detto: Per sapere quanta felicità una persona può ricevere nella vita basta sapere quanta é capace di darne. (Arthur Schopenhauer)

Saggezza popolare: Chi di molte cose sa fare a meno, vive a lungo e viaggia sereno.

Un aneddoto: Una suora stava parlando ai bambini del giudizio e del rendiconto che dobbiamo fare al Signore, al termine della nostra vita. Diceva: E' un incontro serio, terribile. Gesù, seduto sul trono della Sua gloria, ci chiederà scrupoloso conto di tutti i nostri peccati... Castigherà chi non ha avuto amore... Fuggiranno da Lui verso l'inferno i dannati... C'è veramente d'aver paura e tremore! Rivolgendosi quindi ad una bambina tutta pensosa chiede: Quando apparirà Gesù Giudice in tutta la Sua maestà tu, piccola, cosa farai? Risposta: Gli correrò incontro a braccia aperte!

Parola di Dio: 1Cor. 15,1-11; Sal. 117; Lc. 7,36-50

 

Vangelo Lc 7, 36-50

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice". Gesù allora gli disse: "Simone, ho una cosa da dirti". Ed egli: "Maestro, dì pure"."Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?". Simone rispose: "Suppongo quello a cui ha condonato di più". Gli disse Gesù: "Hai giudicato bene". E volgendosi verso la donna, disse a Simone: "Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco". Poi disse a lei: "Ti sono perdonati i tuoi peccati". Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: "Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?". Ma egli disse alla donna: "La tua fede ti ha salvata; và in pace!". Parola del Signore

 

“LE SONO PERDONATI I SUOI MOLTI PECCATI, POICHE' HA MOLTO AMATO”. (Lc. 7,47)

E’ vero che il Signore conosce l’uomo nel suo cuore, però è altrettanto vero che i suoi giudizi sono decisamente più profondi ed anche più misericordiosi dei nostri. Per noi, come per il fariseo, basta poco a classificare e pur usando termini diversi (da “lucciola della ‘notte” a “una di quelle” o a termini ancora più volgari) classifichiamo, bolliamo, condanniamo (a parte poi il fatto di usufruire o desiderare di usufruire di certe prestazioni). Per Gesù è la persona intera che conta. Gesù non dice che questa donna non ha peccato, anzi dice che i suoi peccati sono molti ma nello stesso tempo riesce a vedere in lei il suo molto amore. Mi chiedo: nonostante le apparenze riesco a vedere il bene negli altri e soprattutto sono capace di amare con gesti concreti? Anche a me il Signore potrebbe dire: “molto ti è perdonato perché molto hai amato?”

 

 

VENERDI’ 21 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Matteo; San Gerolfo.

Una scheggia di preghiera:

 

QUELLO CHE E’ MALE AI TUOI OCCHI IO L’HO FATTO.

 

Hanno detto: Conquista la pace del cuore e migliaia intorno a  te troveranno salvezza, troveranno la pace. (Serafino di Sarov)

Saggezza popolare: "Mettiti in cammino anche se l'ora non ti piace. Quando arriverai l'ora ti sarà comunque gradita". (Prove. Tuareg)

Un aneddoto: Due operai lavoravano alla costruzione della Cattedrale, spingevano ognuno la propria carriola di mattoni. Un passante chiede al primo operaio: "Che stai facendo?". Risponde: "Trasporto mattoni". Chiede al secondo: "Che stai facendo ?". Risponde: "Sto costruendo la Cattedrale e ciò mi rende felice". Ecco, vedere sempre in positivo!

Parola di Dio: Ef. 4,1-7.11-13; Sal. 18; Mt. 9,9-13

 

Vangelo Mt 9, 9-13

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco elle imposte, e gli disse: "Seguimi". Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: "Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?". Gesù li udì e disse: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori". Parola del Signore

 

“NON SONO VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI MA I PECCATORI (Mt. 9,13)

Gesù camminando vede Matteo, uno degli esat­tori incaricato di raccogliere le tasse che vanno a impinguare le casse del tetrarca o del governatore della regione. E’ l’autore del Vangelo che abbiamo ascoltato. Come esattore, appartiene alla odiata classe dei pubblicani, ritenuti imbroglioni e sfruttatori della gente e della legge. Per di più sono considerati impuri, perché maneggiano denari e compiono loschi affari pecuniari. Insomma, è gente da evitare. Accomunati agli scomunicati, ai ladri e agli strozzini, non sono neppure da salutare. Gesù, invece, si avvicina e si mette a parlare con lui. Al termine gli rivolge persino un invito: “Seguimi”. Un pubblicano è chiamato a far parte dei discepoli. Altro che non avvicinarsi e non dar neppure la mano! Matteo, a differenza di tanti uomini che si ritenevano religiosi e puri, subito si alza dal suo banco e si mette a seguire Gesù. Da peccatore che era, diviene un esempio di come si segue il Signore. Anzi, ancor di più, con il Vangelo che porta il suo nome è divenuto guida di tanti. Anche noi seguiamo questo antico pubblicano e peccatore che ci conduce verso la conoscenza e l’amore del Signore Gesù. Matteo invita subito Gesù ad un banchetto. Vi accorrono anche i suoi amici. E’ uno strano banchetto; composto, appunto, da pubblicani e peccatori. Ma Gesù non si vergogna di stare con loro. Alcuni farisei, scandalizzati da questa scena, dicono ai discepoli: “Perché il vostro maestro mangia cori i pubblicani e i peccatori?” Gesù sente l’obiezione e interviene direttamente nella polemica con un proverbio inconfutabile per la sua chiarezza: “Non hanno bisogno del medico i sani, ma i malati”. Gesù non vuol dire che i farisei sono sani e gli altri malati. Per lui, infatti, non c’è mai sulla terra un divisione tra gente buona e gente cattiva, tra giusti e peccatori. Gesù vuol solo spiegare qual è la sua missione: egli è venuto per aiu­tare e per guarire, per liberare e per salvare. Però per seguire ed accogliere Gesù e il suo Vangelo è necessario sentire una ferita, sentirsi nel bisogno, aprire il proprio cuore con una domanda e una ricerca. Come fa chi è malato.  Per questo, rivolgendosi direttamente ai farisei, aggiunge: “Andate e imparate che cosa vuoi dire: Misericordia cerco non sacrificio”. E invita tutti a essere come lui: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt. 11 ,29). E, avvicinandosi ancora di più a ognuno di noi, aggiunge: “Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. Per questo non è difficile sentire il Signore accanto a sé. Basta ammettere, davanti a Lui, di avere bisogno, di non essere così sani come purtroppo spesso vogliamo fingere di essere.

 

 

SABATO 22 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Maurizio; San Costanzo; Sant’Ignazio da Santhià.

Una scheggia di preghiera:

 

IN TE SIGNORE CONFIDO, A TE SIGNORE MI AFFIDO.

 

Hanno detto: Il peccato  è uno sperpero della libertà. (Simone Weil)

Saggezza popolare: Chi pensa bene degli altri avrà sempre un amico, chi pensa male del prossimo morirà abbandonato. (proverbio Arabo)

Un aneddoto: Il premio Nobel per la pace 1964 e' stato assegnato  a Marthin Luther King per aver fermamente  e continuamente sostenuto  il principio della non violenza nella lotta razziale  nel suo paese e nel mondo. M.L. King devolse tutto il premio  al fondo per la lotta dell'uguaglianza e disse: "Non considero questo un onore diretto a me, ma un riconoscimento al maestoso coraggio di milioni di neri e bianchi  che hanno cercato di stabilire una regola di giustizia e di amore  in questo paese".

Parola di Dio: 1Cor. 15,35-37.42-49; Sal. 55; Lc. 8,4-15

 

Vangelo Lc 8, 4-15

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, disse con una parabola: "Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto". Detto questo, esclamò: "Chi ha orecchi per intendere, intenda!". I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. Ed egli disse: "A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano. Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza". Parola del Signore

 

"IL SEMINATORE USCI' A SEMINARE LA SUA SEMENTE". (Lc. 8,5)

Nella mia vita ho incontrato molti genitori delusi. Qualche volta perché raccoglievano in seguito a quello che avevano seminato, e quando si semina solo fumo ed apparenza non si può poi pensare di raccogliere grano, ma altre volte delusi anche perché avendo cercato di seminare con parole e con l’esempio cose buone, valori, si sono poi ritrovati con dei figli completamente estranei, diversi da come avrebbero voluto vederli crescere. Un esempio per tutti: “Siamo sempre stati una famiglia di credenti, abbiamo testimoniato la nostra fede anche con scelte abbastanza precise, abbiamo indirizzato i figli alla Chiesa, ai Sacramenti, adesso nostra figlia vive con un convivente. E’ buona, ma in chiesa non va più. Nostro figlio ci dice addirittura che siamo ipocriti e che ci è comodo farci prendere in giro da preti che neppure loro ci credono… eppure proprio dai preti lo abbiamo fatto studiare!”. Ma non solo i genitori possono trovarsi in imbarazzo. Spesso anch’io, prete, facendo il mio esame di coscienza mi trovo deficitario di risultati: ho sempre cercato di seminare e di seminare con abbondanza, quante volte posso dire anch’io di aver parlato “a tempo e fuori tempo”, di aver dedicato energie a favore di determinate persone, ma con quali risultati? Certe scelte della mia vita fatte per cercare di essere coerente con il Vangelo come sono state capite ed interpretate?… Non basta però piangerci addosso. L’esame di coscienza deve continuare su due linee in particolare: Il seme che ho buttato era buon seme? Ho seminato davvero valori e Vangelo oppure ho seminato solo me stesso? E la seconda linea è quella che deve riempirci di fiducia: se il seme è buono, se lo hai gettato con fiducia, se lo hai bagnato con il sudore della tua fatica prima o poi porterà il suo frutto. Magari non con i tempi che tu vorresti, magari non proprio nella maniera che avresti desiderato, ma certamente porterà il frutto. Anche Dio ci tiene ai tuoi figli, anche Dio desidera il bene delle persone, di tutte le persone.

 

 

DOMENICA 23 SETTEMBRE: 25^ DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pio da Pietralcina; San Lino.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE, TU SAI, TU VEDI, TU PROVVEDI

 

Hanno detto: Nella vita è come nel firmamento: mentre alcune costellazioni declinano da una parte, ne sorgono di nuove dall’altra. (Jean Paul)

Saggezza popolare: Chi vuole maneggiare l'ascia al posto del falegname finisce col tagliarsi le dita. (proverbio della Cina)

Un aneddoto: Si dice che il celebre poeta francese Paul Claudel  si inginocchiasse  davanti alla culla del nipotino perché vedeva in lui  la grandezza e la bellezza del volto di Dio. La persona umana è l’essere più ricco che esista nell’universo dopo Dio.

Parola di Dio: Sap. 2,12.17-20; Sal. 53; Gc. 3,16-4,3; Mc. 9,30-37

 

2^ Lettura Gc 3,16 - 4,3

Dalla lettera di san Giacomo apostolo

Carissimi, dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni. La sapienza che viene dall'alto invece è anzitutto pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia. Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace. Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra? Bramate e non riuscite a possedere e uccidete; invidiate e non riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri. Parola di Dio

 

“CHIEDETE E NON OTTENETE, PERCHE’ CHIEDETE MALE PER SPENDERE PER I VOSTRI PIACERI”. (Gc. 4,3)

“Padre, mi aiuti, non so pregare!”. “Ecco, sei partito dal punto giusto”. Infatti, nessuno di noi sa pregare, nessuno ha in tasca formule giuste, anche perché la preghiera prima di essere formule, parole, è un atteggiamento. E’ riconoscere la nostra povertà, il bisogno di Dio. E’ riconoscere con fede che Dio può tutto, che è misericordia e amore nei nostri confronti. E’ affidarsi a Lui con fiducia e lasciare che sia Lui a portarci nel cammino della vita. Se hai questo atteggiamento, allora le parole, i modi, le forme contano di meno; si può pregare in silenzio, si può pregare ripetendo sempre la stessa formula, si può parlare con Dio liberamente, si può persino discutere con Lui. Se cerco di entrare nella sua volontà allora non correrò il rischio di chiedere malamente per spendere per i miei piaceri ma chiederò solo tutto il bene che Lui vuole per me.

 

 

LUNEDI’ 24 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Stefania, San Gerardo di Casnad.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, FAMMI ATTENTO AL FRATELLO.

 

Hanno detto: Vi é un solo mezzo al mondo per rendere bella una persona o una cosa: quella di amarla. (Robert Musil)

Saggezza popolare: Circa i gusti e gli amici non si discute. (proverbio della Russia)

Un aneddoto:  Un mattino una fanciulla cieca venne a offrirmi una ghirlanda di fiori avvolta in una foglia di loto. Me la misi intorno al collo, e mi vennero le lacrime agli occhi.

La baciai e le dissi: " Sei cieca proprio come sono ciechi i fiori. Tu stessa non sai quanto è bello il tuo dono ". ( Rabindranath Tagore)

Parola di Dio: Prv. 3,27-34; Sal. 14; Lc. 8,16-18

 

1^ Lettura Prv 3, 27-35

Dal libro dei Proverbi

Figlio mio: Non negare un beneficio a chi ne ha bisogno, se è in tuo potere il farlo. Non dire al tuo prossimo: "Và, ripassa, te lo darò domani", se tu hai ciò che ti chiede. Non tramare il male contro il tuo prossimo mentre egli dimora fiducioso presso di te. Non litigare senza motivo con nessuno, se non ti ha fatto nulla di male. Non invidiare l'uomo violento e non imitare affatto la sua condotta, perché il Signore ha in abominio il malvagio, mentre la sua amicizia è per i giusti. La maledizione del Signore è sulla casa del malvagio, mentre egli benedice la dimora dei giusti. Dei beffardi egli si fa beffe e agli umili concede la grazia. I saggi possiederanno onore ma gli stolti riceveranno ignominia. Parola di Dio

 

NON DIRE AL TUO PROSSIMO: “VA, RIPASSA, TE LO DARÒ DOMANI” SE TU HAI CIÒ CHE TI CHIEDE. (Prv. 3,28)

Tutti noi ci siamo spesso trovati alle prese con la burocrazia, ma provate ad immaginarvi, ad esempio, un senza fissa dimora che cerchi in qualche modo di venirne fuori. “Vai dalla tua assisten­te sociale!” “Fai la prenotazione: tra due settimane”. “E intanto?” “Vai nella tua parrocchia!” “Ma io parrocchia non ne ho più” “Girale tutte!” “Ma in molte parrocchie ti senti dire: noi aiutiamo quelli della parrocchia, non aiutiamo l’accattonaggio, vai…”E il giro continua, intanto se hai la fortuna di aver trovato un letto al dormitorio sei fuori dalle 7 del mattino. “Cercati un lavoro!” “Ma sono senza fissa dimora e non posso iscrivermi al collocamento... E chi mi prende?” “Ripassa quando avrai risolto quel problema”. E’ vero che molti sono accattoni, bugiardi, che alcuni non hanno voglia di lavorare ma intanto io questa sera ho da mangiare, ho da dormire, ho chi mi vuol bene... e quei “Vai da... Ripassa…”, mi pesano sulla coscienza, e son contento almeno di sentire questo peso se no vorrebbe dire che avrei abdicato non solo al cristianesimo ma anche ad essere uomo.

 

 

MARTEDI’ 25 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa Coudrec; San Domenico in Soriano.

Una scheggia di preghiera:

 

LE MIE RADICI SONO IN TE, SIGNORE.

 

Hanno detto: Ridere e sorridere sono porta e finestra attraverso cui può entrare una gran quantità di bene nella vita di un uomo. (Christian Morgenstern)

Saggezza popolare: Fra tutte le ruggini, la più corrosiva e' l’ignoranza.  (detto buddhista)

Un aneddoto: Lo supplicai dicendo: " Maestro, non vieni a visitare la mia casa? "E Lui rispose: "Conosco il tuo cuore". (Kahlil Gibran)

Parola di Dio: Prv. 21,1-6.10-13; Sal. 118; Lc. 8,19-21

 

Vangelo Lc 8, 19-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, andarono a trovare Gesù la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: "Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti". Ma egli rispose: "Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica". Parola del Signore

 

“MIA MADRE E I MIEI FRATELLI SONO COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO E LA METTONO IN PRATICA.” (Lc. 8,21)

Ammetto che mi crea un certo senso di fastidio o per lo meno di imbarazzo, sentirmi chiamare “Padre”, come i termini “fratello e “sorella” usati fuori della famiglia mi sanno di piccole chiese o di conventi. Eppure Gesù (che pure ha invitato a non farsi chiamare “Padre”, “perché uno solo è il Padre vostro celeste) ha creato una nuova parentela non più dettata da vincoli di sangue ma unicamente fondata sull’ascolto e la pratica della sua parola. Con questo Gesù pur non ripudiando la Madre e parenti, prende le distanze da qualunque legame il vincolo di parentela possa creargli ed afferma nell’aderire a Lui l’unico modo di entrare in legame con Dio, un legame questo talmente stretto che supera ogni vincolo umano e ci fa diventare talmen­te simili a lui che “chi ascolta voi, ascolta me e chi mi ha mandato”.

 

 

MERCOLEDI’ 26 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Cosma e Damiano;Sant’Eusebio di Verona.

Una scheggia di preghiera:

 

ACCOMPAGNA, SIGNORE, L’OPERA DEI MISSIONARI.

 

Hanno detto: L'amore dona senza chiedere, riceve senza riluttanza,  perdona senza indugio e soffre soltanto della propria insufficienza. (Peter Lippert)

Saggezza popolare: Se durante il cammino della vita non si incontra qualcuno  migliore di noi, allora è meglio andare avanti da soli. (detto Buddhista)

Un aneddoto: I monaci di un convento trovavano molta difficoltà ad andare d'accordo. Spesso scoppiavano dispute, anche per motivi futili. Invitarono allora un maestro di spirito che affermava di conoscere una tecnica garantita per portare l'armonia e l'amore in ogni gruppo. A loro il maestro rivelò il suo segreto: "Ogni volta che sei con qualcuno o ce l'hai con qualcuno, devi dire a te stesso: io sto morendo e anche questa persona sta morendo. Se pensi veramente a queste parole, ogni amarezza scomparirà".

Parola di Dio: Prv. 30,5-9; Sal. 118; Lc. 9,1-6

 

Vangelo Lc 9, 1-6

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demoni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: "Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi". Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni. Parola del Signore

 

“ESSI PARTIRONO ANNUNZIANDO DOVUNQUE LA BUONA NOVELLA OPERANDO GUARIGIONI”. (Lc. 9,6)

Mi sono chiesto che cosa significhi, per un cristiano di oggi essere missionario, anche perché stando al Vangelo è impossibile essere cristiani senza essere missionari. Ho abbozzato alcune risposte. Potrebbe essere per tutti il partire, l’andare a predicare casa per casa, un po’ come intendono i Testimoni di Geova? Potrebbe essere l’organizzare, nel nome della fede, delle iniziative umanitarie che coinvolgano un po’ tutti i cristiani? Che cosa ha fatto Gesù? Non ha fondato scuole di predicatori, non ha creato fondazioni umanitarie per abolire la fame del mondo: ha convinto alcuni cuori, che riconoscendo con gioia in Lui il Salvatore, hanno cominciato a dirlo con parole e con fatti ad altri. Se io incontro un prete mestierante, un cristiano che non ha niente da dire se non riti e abitudini, una istituzione umanitaria ormai spenta, di certo non scopro la novità di Cristo. Ma se incontro un prete peccatore ma innamorato di Gesù, un cristiano magari neanche troppo pio ma disponibile a condividere una sofferenza e una gioia, un’organizzazione che cerca di aiutare l’uomo senza perdersi in troppi burocratismi, il Vangelo lo vedo vissuto.

 

 

GIOVEDI’ 27 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Vincenzo de Paoli; Sant’Adolfo.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, SIGNORE DAI VERA PACE E SICUREZZA.

 

Hanno detto: La bontà che si impone dei limiti non merita di essere chiamata bontà.  (Marie von Ebner Eschenbach)

Saggezza popolare: Non conta quanto noi diamo, ma quanto amore  mettiamo nel dare.

Un aneddoto: Un papà aveva passato la cera sulla carrozzeria dell'auto e ora la strofìnava accuratamente per renderla splendente. Il figlio undicenne lo aiutava, passando lo straccio sui paraurti. "Vedi, ragazzo mio", diceva il padre, "l'auto è un capitale della famiglia: dobbiamo dedicargli cure, attenzioni e tempo". "Certo, papà". "Ecco, bravo!". Un momento di silenzio. "Allora, io non sono un capitale della famiglia" mormorò piano il figlio. "Perché?". "Tu non hai mai tempo per me".

Parola di Dio: Qo. 1,2-11; Sal. 89; Lc. 9,7-9

 

1^ Lettura Qo 1, 2-11

Dal libro del Qoelet

Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità, tutto è vanità. Quale utilità ricava l'uomo da tutto l'affanno per cui fatica sotto il sole? Una generazione va, una generazione viene ma la terra resta sempre la stessa. Il sole sorge e il sole tramonta, si affretta verso il luogo da dove risorgerà. Il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana; gira e rigira e sopra i suoi giri il vento ritorna. Tutti i fiumi vanno al mare, eppure il mare non è mai pieno: raggiunta la loro mèta, i fiumi riprendono la loro marcia. Tutte le cose sono in travaglio e nessuno potrebbe spiegarne il motivo. Non si sazia l'occhio di guardare né mai l'orecchio è sazio di udire. Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c'è niente di nuovo sotto il sole. C'è forse qualcosa di cui si possa dire: "Guarda, questa è una novità"? Proprio questa è gia stata nei secoli che ci hanno preceduto. Non resta più ricordo degli antichi, ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso coloro che verranno in seguito. Parola di Dio

 

“VANITA’ DELLE VANITA’, TUTTO E’ VANITA’. QUALE UTILITA’ RICAVA L’UOMO DA TUTTO L’AFFANNO PER CUI FATICA SOTTO IL SOLE?”. (Qo 1,1—2)

Uno dei bisogni fondamentali dell’uomo è la sicurezza. Egli avverte difficoltà di fronte alla paura, al rischio, alla mancanza di garanzie. E’ pronto ad ingaggiare dure battaglie, fatiche estenuanti per assicurarsi tranquillità. E allora spesso pensa di aver partita vinta accumulando denaro, realizzando dominio. Scatta così il meccanismo del possesso con qualunque mezzo e così la fame del potere oppone l’uomo all’uomo e diventa prigione che degrada ogni realtà. Qoelet richiama alla riflessione: a che giova? Perché? li suo non è un invito ad impigrirsi, ad abbandonare il lavoro, ad incrociare le braccia ma ad avere una giusta misura in cui il fondamento è Dio che dà significato all’uso delle cose. Dice ancora il salmo 61: “Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore”. La pace migliore arriva proprio quando c’è il completo distacco da ogni avidità, la rinuncia al dominio delle cose

 

 

VENERDI’ 28 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Venceslao; San Lorenzo Ruiz e compagni.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNAMI, SIGNORE AD USARE IL TEMPO PER L’ETERNITA’

 

Hanno detto: Nessuno può essere buono anche se ne ha la volontà  e se vi si applica con tutte le forze, se Dio non abita in lui. (Padri del deserto)

Saggezza popolare: Nessuno è troppo piccolo, tanto da non poter costruire la pace.

Un aneddoto: Soltanto quando divenni mamma capii  quanto mia madre si fosse sacrificata per me; soltanto quando divenni mamma sentii quanto mia madre soffrisse quando disubbidivo; soltanto quando divenni mamma capii quanto mia madre fosse fiera quando riuscivo in qualcosa. Soltanto quando divenni mamma mi resi conto di quanto mia madre mi amasse. (V. Farnsworth)

Parola di Dio: Qo. 3,1-11; Sal. 143; Lc. 9,18-22

 

1^ Lettura Qo 3, 1-11

Dal libro di Qoelet

Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via. Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. Che vantaggio ha chi si d da fare con fatica? Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché si occupino in essa. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine. Parola di Dio

 

“PER OGNI COSA C’E’ IL SUO MOMENTO, IL SUO TEMPO PER OGNI FACCENDA SOTTO IL CIELO”. (Qo. 3,1)

Quante volte ci è capitato di incontrare qualche esemplare di quelle persone che sembrano aver sulle spalle l’umanità intera. Sempre assillate e assillanti, sempre in lotta con il tempo, sempre alle prese con qualcuno o qualcosa che non va, che si interpone con i loro progetti, sembrano dire: “Se non ci fossi io il mondo girerebbe più piano o...forse, non girerebbe affatto”. Qoelet, nella lettura odierna, invece ci dice: “C’è un tempo per nascere, uno per morire, uno per lavorare, uno per riposare..  e ce lo dice non per invitarci al fatalismo rassegnato ma per farci scoprire il senso del tempo che è dono e non va sprecato, ma che va vissuto con la visuale di Dio e non come tiranno implacabile che ti ruba la vita. Prenditi tempo per pensare, perché questa è la vera forza dell’uomo, Prenditi tempo per leggere, perché questa è la base della saggezza. Prenditi tempo per pregare, perché questo è il maggior potere sulla terra. Prenditi tempo per amare ed essere amato, perché questo è il privilegio di essere nato uomo. Prenditi tempo per ridere perché il riso è la musica dell’ anima. Prenditi tempo per dare, perché domani avrai solo quello che hai dato.

 

 

SABATO 29 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele

Una scheggia di preghiera:

 

SANTI ARCANGELI LIBERATECI DAL MALIGNO E GUIDATECI ALLA SANTITA’

 

Hanno detto: La tua opera è una goccia d'acqua nell'oceano delle necessità. Ma è, pure, una goccia d'acqua che sarebbe mancata all'oceano se non ci fosse stata. (Madre Teresa di Calcutta)

Saggezza popolare: Tutto ciò che viene dal cuore torna al cuore. (proverbio Russo)

Un aneddoto: Una volta stavo camminando  per la strada e vidi un mendicante avvicinarsi a Madre Teresa e dirle: “Madre Teresa, tutti ti danno qualcosa, anch’io ti voglio fare un’offerta. Oggi, in tutto il giorno, ho raccolto solo ventinove paisà, e voglio darli a te”. Madre Teresa li prese come se fossero stati tantissimi, erano stati dati con tanto amore. Non ho mai visto una gioia simile sulla faccia di nessuno: era felice che anche lui, un mendicante, potesse dare qualcosa a Madre Teresa per i suoi poveri. (un volontario)

Parola di Dio nella festa dei Santi Arcangeli: Dn. 7,9-10.13-14 opp. Ap. 12.7-12; Sal 137; Gv. 1,47-51

 

Vangelo Gv 1, 47-51

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico". Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!". Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". Parola del Signore

 

“VEDRETE IL CIELO APERTO E GLI ANGELI DI DIO SALIRE E SCENDERE SUL FIGLIO DELL’UOMO”. (Gv. 1,51)

Sappiamo che la parola ‘Angelo’ significa messaggero, portatore di buone notizie e di conforto. Persino nel nostro linguaggio corrente usiamo dire: “Quella persona è un angelo” per indicare la bontà, l’attenzione, il servizio prezioso di qualcuno. Gli Angeli sono i messaggeri di Dio, coloro che con la loro presenza ci richiamano ai valori del bene senza fine e dell’eterno, coloro che già vedendo Dio ci por­tano la sua parola, il suo conforto. Qualcuno ha sbrigativamente abolito gli Angeli dicendo che sono frutto solo di mentalità primitive. lo credo, e la Bibbia e la tradizione della Chiesa me lo confermano, che gli Angeli siano no­stri preziosi amici proprio perché ve­dendo Dio a Lui vogliono portarci, E mentre ringrazio Dio per i tanti angeli umani che ha messo sul mio cammino: persone che mi hanno aiutato, indirizzato al bene, pregato per me, lo ringrazio e lo lodo anche per tutti quegli spiriti buoni che ci proteggono. Sono convinto che quando vedremo Dio faccia a faccia in Lui ritroveremo anche tutti coloro che con benevolenza ci hanno aiutati a non perderci.

 

 

DOMENICA 30 SETTEMBRE: 26^ DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo; Sant’Amato di Nusco.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RICORDAMI CHE SONO RESPONSABILE DEL FRATELLO.

 

Hanno detto: Non esiste sorpresa più incantevole della sorpresa di essere amati: è la mano di Dio sulla spalla dell’uomo. (C. Morgan)

Saggezza popolare: I cuori e non le idee cambiano e convertono l’uomo.

Un aneddoto: "Orfano" è una parola che in una bidonville indiana non corrisponde a nessuna realtà. Quando muoiono dei genitori,  e Dio sa se capita spesso, non lasciano mai degli orfani, i bambini non vengono mai abbandonati a se stessi.  Altri membri della famiglia, o, quando non ci sono, i vicini poveri  subito gli danno rifugio... I poveri tengono con se i poveri. Più grandi dell'amore, ed eroi senza nome. Tanto amore non può  andare perduto, Signore! ". ( Dominique Lapierre)

Parola di Dio: Nm. 11,25-29; Sal.18; Gc. 5,1-6;Mc. 9,38-43.45.47-48

 

Vangelo Mc 9,38-43.45.47-48

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni rispose a Gesù dicendo: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri". Ma Gesù disse: "Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi. Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Parola del Signore

 

"CHI SCANDALIZZA UNO DI QUESTI PICCOLI CHE CREDONO, E’ MEGLIO PER LUI CHE SI METTA UNA MACINA DA ASINO AL COLLO E VENGA GETTATO IN MARE. (Mc. 9,42)

Il termine "scandalo" che Gesù usa qui non va inteso nel senso che oggi diamo alla parola e cioè un fatto che ha una vasta risonanza e provoca turbamento dell'opinione pubblica, ma nel linguaggio biblico indica "un pericolo per la salvezza". Letteralmente la parola significa inciampo, trabocchetto, ostacolo posto sulla strada di qualcuno per cui chi scandalizza è un individuo che vuol farne cadere un altro, sviarlo dalla sua fede, rendergli difficile la strada della sua adesione a Cristo. Mi chiedo: quando sono di scandalo ai semplici? Ad esempio, quando con la mia vita non dimostro la carità, la giustizia, l'amore di Dio che annuncio con le mie parole, quando non tenendo conto del mio prossimo rendo Dio inaccessibile, quando pretendo di avere l'esclusiva della fede e non lascio spazio allo Spirito che "soffiando dove vuole" apre a tutti la possibilità di Dio e dell'amore. E poi mi chiedo anche: quando io mi scandalizzo? Quando vedo un prete o un cristiano che non si comporta bene, o non dovrei forse essere più scandalizzato da quelle persone che si propongono come esemplari, che hanno la pretesa di sbandierarsi — oh, molto umilmente... — davanti ai nostri occhi come modelli. Modelli di regolarità, rispetto dell'autorità, spirito di fede, ortodossia ma che nello stesso tempo stando nel loro castello, si rendono inaccessibili come persone e rendono inaccessibile la fede se non ai "buoni" come loro?

     
     
 

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