SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
MERCOLEDI' 1 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori; San Giovanni da Rieti, San Leo.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, VENGA IL TUO REGNO!
Hanno detto: Le persone ti pesano? Non metterle sulle tue spalle. Portale nel cuore. (Helder Camara)
Saggezza popolare: Con la carta non si può avvolgere il fuoco. (proverbio della Cina)
Un aneddoto:
"Perché
ti ritiri ogni giorno nel bosco?". "Per pregare..." "Ma Dio è dappertutto, no?".
"Certo, Dio è dappertutto!..." "E Dio è lo stesso in qualunque posto?". "Sì, Dio
è lo stesso ovunque..." "E allora perché vai a pregare nel bosco?". "Perché nel
bosco io non sono lo stesso".
Parola di Dio:
Ger. 15,10.16-21; Sal. 58; Mt. 13,44-46
Vangelo Mt 13, 44-46
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra". Parola del Signore
“IL REGNO DEI CIELI E’ SIMILE AD UN TESORO NASCOSTO IN UN CAMPO...”. (Mt. 13,44)
L’uomo sente che la sua vita ha bisogno di essere ancorata ad un valore, ad un tesoro. C’è chi pensa: Mio primo valore è la salute, quando ho questa, ho tutto. Con essa affronto la mia giornata, risolvo i miei problemi. E fa tutto il possibile per difenderla, conservarla. Finché la possiede, e tranquillo, sicuro. C’è chi dice: Mio tesoro è la ricchezza, il denaro, il possedere. Con questo posso fare tutto ciò che voglio, tutto è ai miei piedi, ai miei ordini, tutto mi è possibile, tutte le porte mi si aprono. E spende la sua vita, la sua intelligenza, il suo lavoro, tutto quello che ha, per raggiungere questo tesoro. Sogna di poter dire, come nella parabola evangelica: “Godi, anima mia, hai tutto ciò che ti serve, i tuoi granai sono pieni...”. C’è chi segue altri sentieri: mio tesoro è il sapere, il lavoro, la professione, il successo... E per te, qual è il tuo tesoro?
GIOVEDI’ 2 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Eusebio di Vercelli; San Pietro Giuliano Eymard.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, IL TUO AMORE MI CIRCONDA.
Hanno detto: I poveri continueremo ad averli sempre con noi, ma se ogni persona trovasse nella solidarietà un senso al proprio vivere, la loro povertà sarebbe diversa; diventerebbe scuola di vita e nella condivisione troveremmo la via per abbattere le miserie che abbrutiscono l'uomo. (Ernesto Olivero)
Saggezza popolare: Da oriente ad occidente, la propria casa è la migliore. (proverbio del Vietnam)
Parola di Dio: Ger. 18,1-6; Sal. 145;Mt. 13,47-53
Vangelo Mt 13, 47-53
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì". Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche". Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Parola del Signore
“IL REGNO DI DIO E’ SIMILE AD UNA RETE GETTATA NEL MARE, CHE RACCOGLIE, OGNI GENERE DI PESCI”. (Mt. 13,47)
Gesù parla a dei pescatori che ha chiamato a diventare “pescatori di uomini" e usa allora l’esempio della rete. Il Signore “pesca” perché “ama”. Quante volte ho sentito dire: “Mio figlio, mia figlia non crede più, non frequenta più...” E quante volte, convinto dalle tante esperienze, ho risposto: “Abbia fiducia... il Signore è un’ pescatore paziente e costante... per Lui non contano i nostri tempi... a Lui la fantasia non manca... e poi un Dio che è morto in croce per amore si lascerà spaventare da qualche no?”. Ma chiediamoci anche: “E io mi lascio pescare dal suo amore?’
VENERDI’ 3 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Lidia; San Nicodemo.
Una scheggia di preghiera:
GESU’, FIGLIO DI DIO, SALVATORE NOSTRO, CREDO IN TE.
Hanno detto: Ricorda sempre che se Dio avesse voluto un oggi perfetto, non avrebbe inventato il domani. (Richard Torregrossa)
Saggezza popolare: Della tribù gli uomini sono la lana, ma sono le donne a tesserne la trama. (proverbio degli Emirati Arabi)
Un aneddoto: Uno scultore stava lavorando alacremente col suo martello e il suo scalpello su un grande blocco di marmo. Un ragazzino, che passeggiava leccando il gelato, si fermò davanti alla porta spalancata dei laboratorio. Il ragazzino fissò affascinato la pioggia di polvere bianca, di schegge di pietra piccole e grandi che ricadevano a destra e a sinistra. Non aveva idea di ciò che stava accadendo; quell'uomo che picchiava come un forsennato la grande pietra gli sembrava un po' strano. Qualche settimana dopo, il ragazzino ripassò davanti allo studio e con sua grande sorpresa vide un grande e possente leone nel posto dove prima c'era il blocco di marmo. Tutto eccitato, il bambino corse dallo scultore e gli disse: "Signore, dimmi, come hai fatto a sapere che c'era un leone nella pietra?".
Parola di Dio: Ger. 26,1-9; Sal. 68; Mt. 13,54-58
Vangelo Mt 13, 54-58
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: "Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?". E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua". E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità. Parola del Signore
“MA GESU’ DISSE LORO: UN PROFETA NON E’ DISPREZZATO SE NON NELLA SUA PATRIA E IN CASA SUA”. (Mt. 13,57)
“Beato te che sei cristiano! E’ comodo per voi: avete una risposta per tutti gli interrogativi! Vi capita una malattia? E’ la volontà di Dio che passa attraverso la sofferenza! Guarite da una malattia? Ringraziate il buon Dio che ha fatto questo miracolo! E, avanti di questo passo trovate sempre nel Vangelo una parola che giustifichi il vostro modo di vivere e, qualche volta, anche i vostri errori e peccati”. E’ una frase che mi son sentito dire da un amico non credente che, senza peli sulla lingua, mi accusava di aver ridotto Gesù e la fede ad una specie di sonnifero o ad una medicina valida per tutti, sani e malati. No! Gesù non è venuto sulla terra per risolvere tutti i problemi dell’uomo, la fede non è risposta semplice e addormentante davanti alle problematiche esistenziali di ogni giorno. Gesù è un vero profeta. Le sue parole sono di conforto, ma sono anche fiamma che brucia; la sua persona non è quella dell’uomo per tutte le stagioni, ma uno che ci disturba nella nostra presunta tranquillità. Gesù è il Salvatore ma, proprio perché tale, segno di contraddizione, la pace che Lui viene a portare non è un facile “facciamo finta che” per andare tutti d’accordo, ma una pace che crea delle divisioni nella società e addirittura nella propria famiglia. Spesso, poi, noi confondiamo la fede e il Regno di Dio con manifestazioni esteriori, con qualcosa di clamoroso che si imponga e non riusciamo a riconoscere che il Regno è come quel piccolo seme che sembra insignificante ma che ha in sé tutta la potenza della pianta. Cerchiamo “profeti” che ci facciano provare emozioni forti e non sappiamo vedere che Dio è umile, presente in casa nostra. Andiamo a cercare i vari “santoni” e ci dimentichiamo della potenza dell’Eucaristia, non sappiamo neppur vedere tutto il positivo che già c’è nelle nostre famiglie, ci lamentiamo delle incomprensioni, delle difficoltà, con la fantasia corriamo lontano e non apprezziamo la presenza di un genitore, di un marito, di un figlio. Gesù, il Salvatore, non è stato riconosciuto dai suoi contemporanei, ma, oggi, è riconosciuto così come Egli è dai cristiani? Spesso la Chiesa, il cinema, la letteratura ci hanno presentato la figura di Gesù, e noi, guidati anche da mode imperanti, abbiamo scelto quel modello che più confaceva al modo comune di interpretarlo. Hai mai provato a rileggere per conto tuo i Vangeli, dimenticando per un momento tutto quello che ti hanno detto su di essi, dimenticando luoghi comuni e mode, per scoprire chi sia Gesù? Ti assicuro, per esperienza personale, troverai tante sorprese, tanti dubbi, tanti interrogativi, tanti aspetti completamente nuovi della persona del Cristo, ti sentirai forse spaesato come d’altra parte lo furono i contemporanei di Cristo, ma nello stesso tempo, come gli apostoli ti metterai al suo seguito non più per trovare solo una facile soluzioni ai tuoi problemi vitali ma per riscoprire un po’ più da vicino Dio, con tutti i problemi che suscita per un piccolo uomo entrare a contatto con il mistero più grande di tutta la creazione.
SABATO 4 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Maria Vianney; San Tertulliano.
Una scheggia di preghiera:
GESU’, IL TUO GIOGO E’ LEGGERO.
Hanno detto: Non lasciatevi mai invadere in tal maniera dal dolore da dimenticare la gioia di Cristo risorto. (Madre Teresa di Calcutta)
Saggezza popolare: Dio non sarà soddisfatto se tu ti sei addormentato sazio e i tuoi sette vicini sono affamati. (proverbio dell’Iraq)
Parola di Dio: Ger 26,11-16,24; Sal. 68; Mt. 14,1-12
Vangelo Mt 14, 1-12
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui". Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!". Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta. Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista". Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù. Parola del Signore
“ERODE AVEVA ARRESTATO GIOVANNI E LO AVEVA FATTO INCATENARE E GETTARE IN PRIGIONE PER CAUSA DI ERODIADE, MOGLIE DI SUO FRATELLO FILIPPO”. (Mt. 14,1)
Questo Erode di cui ci parla il Vangelo è una banderuola. Vive di paure, è re ma si lascia condizionare dagli altri, sfoggia una corte, una religione ma è un fantoccio in mano ai romani e ai sommi sacerdoti. Dipende poi in tutto dalle sue passioni. Vive di paure e di superstizioni: fa uccidere Giovanni ma poi teme che il suo spirito ricompaia. Quanti uomini anche oggi asseriscono di essere liberi, dicono di fare ciò che vogliono ma poi dipendono dall’ultima corrente politica, dalla moda, sono schiavi delle loro passioni, si dicono sicuri ma poi tremano davanti ad un oroscopo o si lasciano atterrire dalle proprie paure al punto da andare facilmente in depressione? Giovanni, in una buia prigione è più libero di Erode nella sua ricca reggia. Esaminiamoci oggi: qual è la mia libertà? Vivo veramente per dei valori scelti? In che modo mi lascio condizionare? La mia testimonianza cristiana si ferma davanti alle prove che incontro nel mondo?
DOMENICA 5 AGOSTO: 18^ DEL TEMPO ORDINARIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Osvaldo; Sant’Emidio.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO
Hanno detto: Certi educatori, con il pretesto di dover domare una natura ribelle si ostinano a piegare la volontà con mezzi violenti e così, invece di raddrizzarla, la distruggono. (San Giovanni Bosco)
Saggezza popolare: Non giudicare la tua donna, più la giudichi e meno l'ami. (saggezza Cinese)
Un aneddoto: D'Alambert si sentì dire una volta dalla governante:"Poveretto, voi non sarete mai altro che un filosofo!" Allora egli le domando che cosa per lei fosse un filosofo; la governante diede questa definizione: "Un filosofo è un matto che si tormenta tutta la vita, perché si parli di lui quando sarà morto."
Parola di Dio: Es. 16,2-4.12-15; Sal. 77; Ef. 4,17.20-24; Gv. 6,24-35
Vangelo Gv 6, 24-35
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Trovatolo di là dal mare, gli dissero: "Rabbì, quando sei venuto qua?". Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo". Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?". Gesù rispose: "Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato". Allora gli dissero: "Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo". Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi da il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e da la vita al mondo". Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane". Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete". Parola del Signore
“VOI MI CERCATE NON PERCHE’ AVETE VISTO DEI SEGNI, MA PERCHE’ AVETE MANGIATO QUEI PANI E VI SIETE SAZIATI”. (Gv. 6,26)
Facendo per tanti anni il prete di parrocchia, Dio mi ha dato la grazia di incontrare tantissime persone a cui sarò sempre riconoscente in quanto ognuna mi ha dato qualcosa. Ma conoscere tanti, se non ti fermi alla superficie, è anche, a volte, veder rispecchiati negli altri se stessi. Ad esempio, quando la gente cerca Dio? Sono moltissimi i tempi e i modi della ricerca di Dio, ma oserei dire che la maggioranza di noi lo cerca quando ne ha bisogno. E questo non è del tutto sbagliato in quanto è proprio il constatare la nostra povertà e finitezza che può aprirci a quel desiderio di bello, di vero, di trascendente, insito in noi e qualche volta assopito nel materialismo. Il guaio è che spesso si cerca Dio quando si ha bisogno e poi ci si ferma all’esaudimento del bisogno riducendo Dio al potente implorato per risolvere i nostri bisogni. Molti di quelli che erano andati a cercare Gesù, erano andati perché pensavano fosse bello e facile avere un Messia che, quando voleva, con cinque pani poteva sfamare gratis cinquemila persone. Quante volte ho visto arrivare in chiesa gente piangente a chiedere una grazia, disposta, pur di ottenerla a fare qualunque cosa, persino a promettere di cambiar vita, e ottenuto quello che voleva, sparire. Gesù rimprovera la folla perché lo cerca, ma solo per vedere facili miracoli. Paradossalmente rimprovera quella gente, sfamata perché non ha più fame. Ossia non ha fame di qualcos’altro. La mancanza di appetito è sempre un segno preoccupante per la salute fisica o morale di una persona. Gesù è come se ci dicesse: “Comincia a preoccuparti quando ti senti saziato dalle cose, dal denaro, dal successo e invece non senti più il desiderio del bello, del giusto, di Dio.” E’ solo assecondando questi stimoli che partirai alla ricerca, che scoprirai che da solo non puoi saziare quelle fami e che allora avrai l’umiltà di chiedere: “Signore, dacci sempre questo pane!”.
LUNEDI’ 6 AGOSTO: TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE
Tra i santi ricordati oggi: San Giordano; Santi Giusto e Pastore.
Una scheggia di preghiera:
GESU’ TU SEI IL COMPAGNO DEL MIO OGGI.
Hanno detto: La speranza non è un sogno, ma un modo per tradurre i sogni in realtà. (Cardinal Suenens)
Saggezza popolare: Erbe velenose crescono anche fra le erbe medicinali. (proverbio del Tibet)
Un aneddoto: Un uomo che aveva subito un intervento a cuore aperto raccontava la sua esperienza. Il giorno prima dell'intervento una bella infermiera era venuta nella sua stanza per visitarlo. Le aveva preso la mano, l'aveva stretta e poi le aveva detto di sentire la sua e di stringerla a sua volta. "Ascolti", disse la donna, "durante l'operazione di domani lei verrà separato dal suo cuore e tenuto in vita solo dalle macchine. Quando il suo cuore sarà finalmente sistemato e l'operazione terminata, riprenderà conoscenza e si sveglierà in una stanza di rianimazione. Tuttavia, dovrà restare immobile per sei ore. Potrebbe non riuscire a fare alcun movimento, a parlare, persino ad aprire gli occhi, ma sarà cosciente; sentirà e comprenderà tutto ciò che le succede intorno. Durante quelle sei ore io rimarrò al suo fianco e le terrò la mano, proprio come sto facendo ora. Starò con lei finché non si sarà ripreso completamente. Anche se potrà sentirsi inerme, quando sentirà la mia mano saprà che io non la lascerò". "Successe esattamente quello che l'infermiera mi aveva detto" spiegava l'uomo. "Mi svegliai ma non riuscivo a fare nulla. Potevo però sentire la sua mano che stringeva la mia, per ore, e fu questo a fare la differenza". Il Paraclito, lo Spirito Santo che Gesù ha promesso ai suoi amici, è proprio così: ci tiene la mano, per tutta la vita. Ed è questo a fare la differenza.
Parola di Dio: Parola di Dio:Dn. 7,9-10.13-14; Sal. 96; Mc 9, 2-10
Vangelo
Mc 9, 2-10
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un
monte alto, in un luogo appartato loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le
sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra
potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con
Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi
stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!". Non
sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si
formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: "Questi è
il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!". E subito guardandosi attorno, non
videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. Mentre scendevano dal monte,
ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che
il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. Ed essi tennero per sé la cosa,
domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti. Parola del
Signore
"E SUBITO GUARDANDOSI ATTORNO, NON VIDERO PIU' NESSUNO, SE NON GESU' SOLO CON LORO". (Mc.9,8)
Per capire bene la Trasfigurazione bisogna partire dal fondo. Gesù ha portato i suoi amici su quella montagna e, lì, essi sono rimasti storditi dalla luce, dalla bellezza, da Mosè, da Elia e soprattutto dalla voce del Padre: “che bello stare qui!”; ma invece, alla fine, Gesù rimane solo. E’ il Gesù che ha smesso l’abito della luce ed ha ripreso il vestito dei giorni feriali, e il Gesù dell’ordinario che mi riporta alla quotidianità. Gesù ci fa frequentare, almeno per qualche istante le altezze, perché riusciamo a sollevare gli occhi nelle cose quotidiane e banali. Abbiamo bisogno di portare la speranza nella concretezza del nostro vivere. S. Filippo Neri, a chi voleva raggiungere le vette della mistica, consigliava: “Va’ piuttosto a rifare il letto ad un mendicante...” Inoltre sentenziava che “volea volar senz’ale, bisognava pigliarlo per i piedi e tirarlo in basso”. Gesù, con la Trasfigurazione vuole allora far nascere in noi la speranza “dell’alto” ma vuole aiutarci soprattutto a trasfigurare “il basso”.
MARTEDI’ 7 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Sisto II e compagni; San Gaetano.
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU’, SEI IL FIGLIO DI DIO, IL REDENTORE.
Hanno detto: E' necessario sentire la mano di Dio sulla nostra spalla, per poter essere la sua mano sulla spalla degli altri. (P. Zeissing)
Saggezza popolare: Gli Dei non possono aiutare quelli che non colgono occasioni. (proverbio della Cina)
Un aneddoto:
Un tale si vantava dinanzi ad Aristippo di aver divorato un'infinità di libri. "Non è il mangiare tanto che conta in questi casi, ma il digerire bene" rispose Aristippo.
Parola di Dio: Ger. 30,1-2.12-15.18-22; Sal. 101; Mt. 14,22-36
Vangelo Mt 14, 22-36
Dal vangelo secondo Matteo.
In quei giorni, dopo che ebbe saziato la folla, Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "E' un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Pietro gli disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: “Tu sei veramente il Figlio di Dio!”. Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano. Parola del Signore
“UOMO DI POCA FEDE PERCHE’ HAI DUBITATO?” (Mt 14,31)
Nella lettura dell’intero vangelo di oggi potremo dire che ci sono almeno tre momenti che hanno un elemento comune. Gesù ha compiuto la moltiplicazione dei pani sulla riva occidentale del lago di Tiberiade, quindi si ritira in preghiera sul monte per sfuggire l'entusiasmo che ha suscitato nei presenti al miracolo. Disceso dal monte, cammina sulle acque del lago agitato da una tempesta per andare incontro alla barca dei discepoli. Pietro lo mette alla prova, vuole anche lui fare quello che fa il Maestro. Ma la sua fede non è ancora pronta e fallisce. Approdati a Genèsaret, Gesù incontra ancora la folla ed opera guarigioni. Tre momenti ed un comun denominatore, la fede. La fede di chi ha visto i pani moltiplicati, imperfetta perché cerca solo la soluzione ai problemi materiali, la fede di Pietro, imperfetta perché sembra ricercare il sensazionale e presume una somiglianza col Maestro che è ancora lontana, la fede dei disperati, imperfetta perché chiede a Gesù la guarigione fisica e non quella spirituale. Gesù non si sottrae nemmeno alla fede imperfetta: si offre alle pecore senza pastore che tanto lo hanno commosso e chiede loro, come a Pietro, di avere una fede ancora maggiore, una fede in grado di scorgere in lui non solo e non tanto il taumaturgo e il profeta, ma il Figlio di Dio chiamato a salvare il mondo.
MERCOLEDI’ 8 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Domenico; San Famiano.
Una scheggia di preghiera:
PIETA’ DI ME! SIGNORE, AIUTAMI!
Hanno detto: Perché la fede abbia valore, deve saper sopravvivere alle prove più dure.
Saggezza popolare: I corvi sono dappertutto ugualmente neri. (proverbio della Cina)
La vostra fede è un sepolcro imbiancato, se non è capace di resistere alle calunnie del mondo intero. (Gandhi)
Parola di Dio: Ger. 31,1-7; Cantico da Ger. 31,10-13; Mt. 15,21-28
Vangelo Mt 15, 21-28
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio". Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli gli si accostarono implorando: "Esaudiscila, vedi come ci grida dietro". Ma egli rispose: "Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele". Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: "Signore, aiutami!". Ed egli rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini". "E' vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni". Allora Gesù le replicò: "Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri". E da quell'istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore
“DONNA DAVVERO GRANDE E’ LA TUA FEDE” (Mt. 15,28)
Gesù percorre la Palestina in un tortuoso viaggio che, alla fine, lo condurrà a Gerusalemme e alla croce. Nulla avviene per caso: perché adesso è andato in questi paesi pagani e idolatri se nello stesso tempo dice di essere venuto per le pecore di Israele? Sembra quasi che Gesù passi di lì perche ha un appuntamento e proprio con questa donna pagana, “cananea”. La Cananea rappresenta i pagani ed il suo drammatico dialogo con Gesù fa da un lato emergere la fede che trova terreno fertile anche presso i lontani, dall'altro aiuta Gesù a definire meglio gli orizzonti della salvezza: non solo i figli, non solo Israele, ma tutta l'umanità, senza barriere o steccati. Il tutto è rappresentato da questa quasi lotta tra Gesù e la donna. Questa donna pagana osa resistere a Gesù; in un certo modo ingaggia una lotta con lui. Si potrebbe dire che la sua fiducia in quel profeta è più grande della resistenza del profeta stesso. E per questo Gesù risponde, infine, con una espressione inusitata nei Vangeli: questa è “grande fede”, non “poca fede”(pensa alla riflessione di ieri). Lo stesso elogio Gesù lo fece al centurione, ed erano ambedue pagani. Ancora una volta il Vangelo ci propone l’essenzialità della fiducia in Dio che libera dall’angoscia di confidare solo in se stessi e negli uomini. La fede di questa donna convinse Gesù ad operare la guarigione. Scrive l’evangelista: “Allora Gesù le replicò: ‘donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come tu desideri’. E da quell’istante sua figlia fu guarita”. Ad una fede come questa neppure Dio può resistere.
GIOVEDI’ 9 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa; San Fermo.
Una scheggia di preghiera:
RENDIMI ATTENTO, SIGNORE, ALLE TUE VENUTE.
Hanno detto: Mi oppongo alla violenza perché, anche quando pare apportare il bene, si tratta solo di un bene temporaneo, mentre il male che arreca è permanente (Gandhi)
Saggezza popolare: Il chiodo che sporge va preso a martellate. (proverbio del Giappone)
Un aneddoto: "Quali luci c'erano in chiesa?", chiese una catechista ai bambini. "I lampadari". "Le candele". "Il lumino rosso del tabernacolo". "Le finestre". I bambini tacquero.
"Qualche
altra cosa?", chiese ancora la catechista. Un bambino alzò la mano e disse:
"Gli occhi delle persone".
Perché così spesso dimentichiamo quella luce che è
"dentro" di noi? Perché lasciamo che si spenga?
Parola di Dio:
Os. 2,16-17.21-22; Sal. 44; Mt.25,1-13
Vangelo Mt. 25,1-13
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse: il
regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono
incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte
presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle
lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si
assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo,
andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le
loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le
nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare
per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre
quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano
pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono
anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma
egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non
sapete né il giorno né l'ora.
“IL REGNO DEI CIELI E’ SIMILE A DIECI VERGINE CHE PRESERO LE LORO LAMPADE E USCIRONO INCONTRO ALLO SPOSO”. (Mt 25,1)
Questa famosissima parabola è ricca di suggerimenti e suggestioni. Le vergini rappresentano le nostre anime in attesa dell'incontro con Gesù, lo sposo. La notte è il momento dell'incontro con Gesù, alla fine dei tempi e alla fine del nostro particolare tempo terreno. La festa di nozze è il Paradiso. L'olio è l'alimento della fiamma della fede: le buone opere, l'ascolto della Parola, il quotidiano ravvivare quella fede che ci è stata data in dono. La conclusione, in parte amara, ci riporta alla necessità di alimentare la nostra fede ora, nel tempo che ci è dato, perché nessuno può darci il proprio olio, cioè le proprie opere buone da presentare a Dio quando lo incontreremo. L'insegnamento è soprattutto quello di vivere nell'attesa, nella vigilanza, ricordando sempre quelle realtà ultime verso le quali siamo incamminati. Ci attende una festa, un incontro a lungo desiderato, un abbraccio che sarà gioia piena e perfetta. Diamoci pensiero di tutto questo, desideriamolo, ricerchiamolo, non come le vergini stolte, perdute dalla loro pigrizia e dalla loro indifferenza.
VENERDI’ 10 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo;Sant’Ugo di Montaigu.
Una scheggia di preghiera:
NEL TUO AMORE IMPARO AD AMARE.
Hanno detto: "Come in un sogno mattutino, la vita si fa sempre più luminosa a mano a mano che la viviamo, e la ragione di ogni cosa appare finalmente chiara" (Richter).
Saggezza popolare: Il cielo parla talvolta per bocca dei folli, degli ebbri e dei bambini. (proverbio dell’India)
Un aneddoto: L'altro giorno ho visto una formica che trasportava una foglia enorme. La formica era piccola e la foglia doveva essere almeno due volte il suo peso. Ora la trascinava, ora la sollevava sopra la testa. Quando soffiava il vento, la foglia cadeva, facendo cadere anche la formica. Fece molti capitomboli, ma nemmeno questo fece desistere la formica dalla sua impresa. L'osservai e la seguii, finché giunse vicino a un buco, che doveva essere la porta della sua casa. Allora pensai: "Finalmente ha concluso la sua impresa!". Mi illudevo. Perché, anzi, aveva appena terminata solo una tappa. La foglia era molto più grande del foro, per cui la formica lasciò la foglia di lato all'esterno ed entrò da sola. Così mi dissi: "Poverina, tanto sacrificio per nulla." Mi ricordai del detto popolare: "Nuotò, nuotò e morì sulla spiaggia." Ma la formichina mi sorprese. Dal buco uscirono altre formiche, che cominciarono a tagliare la foglia in piccoli pezzi. Sembravano allegre nel lavoro. In poco tempo, la grande foglia era sparita, lasciando spazio a pezzettini che ormai erano tutti dentro il buco.
Parola di Dio nella festa di San Lorenzo: 2Cor. 9,6-10; Sal 111; Gv. 12,24-26
Vangelo Gv 12, 24-26
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà". Parola del Signore
“SE UNO DI VOI MI VUOL SERVIRE, MI SEGUA, E DOVE SONO IO, LA’ SARA’ ANCHE IL MIO SERVO”. (Gv. 12,26)
Lasciamoci guidare nella riflessione da alcuni pensieri di Chiara Lubic. Con queste parole egli invita chi lo vuol servire a seguirlo per la stessa sua strada. “Se uno...”, dice Gesù. A chi dunque si rivolge? È evidente: non ad una categoria di persone, ma a chiunque, a tutti. Le sue parole sono dirette ad ogni credente, quindi anche a me e a te. Il suo destino, che è quello della glorificazione attraverso la morte, è il destino dei suoi discepoli, il mio, il tuo. La via di Gesù è la strada sulla quale gli uomini debbono incamminarsi per arrivare alla loro piena realizzazione, al compimento della loro vocazione. “Il mio servo”. Questo termine “servo”, che Gesù usa, significa la realtà di ogni cristiano, che è di essere l'inviato di Cristo nel mondo, il suo collaboratore, il suo ministro. E per essere vero “servo” di Cristo, il cristiano deve porsi su una via, quella stessa di Gesù. E la via dell'amore. Essa potrà richiedergli un giorno anche la vita per amore dei fratelli, come è stato per lui. Certamente, ogni giorno gli chiederà di morire a se stesso. Non si può infatti amare veramente gli altri senza rinnegare e mortificare se stessi. Questo era l'amore praticato dai primi credenti, è l’amore di San Lorenzo, il loro modo di morire e risorgere, e da questo amore erano riconosciuti, quali servi di Gesù, i suoi discepoli. Certamente, ti sono note le sue parole: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.”
SABATO 11 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Chiara;San Rufino; Sant’Equizio.
Una scheggia di preghiera:
CREDO, SIGNORE, MA AUMENTA LA MIA FEDE.
Hanno detto: Non c'è niente di più ingiusto che fare parti uguali tra disuguali. (don Lorenzo Milani)
Saggezza popolare: Il fiore non ha né davanti né didietro. (proverbio dell’ Afghanistan)
Un aneddoto: Una donna che stava morendo di cancro aveva deciso di dedicare i suoi ultimi giorni a conoscere se stessa. Scriveva: "Ho cominciato a occuparmi dei pensieri che penso, degli oggetti che scelgo, delle cose che amo, dei libri che leggo. Ho deciso che erano un mio riflesso e che avrebbero parlato di me. Così facendo, ho conosciuto una persona fantastica, me stessa. Ciò che di meglio ho imparato dopo avere appreso che dovevo abbandonare tutto, è che l'unica cosa che possedevo veramente ero io; quello che sono. Sto morendo di cancro, ma non sono mai stata così viva e così felice".
Parola di Dio: Ab. 1,12-2,4; Sal.9; Mt. 17,14-20
Vangelo Mt 17, 14-20
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che, gettatosi in ginocchio, gli disse: "Signore, abbi pietà di mio figlio. Egli è epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e spesso anche nell'acqua; l'ho gia portato dai tuoi discepoli, ma non hanno potuto guarirlo". E Gesù rispose: "O generazione incredula e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatemelo qui". E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio uscì da lui e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: "Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?". Ed egli rispose: "Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile". Parola del Signore
“NIENTE VI SARA’ IMPOSSIBILE”. (Mt. 17,20)
Ecco ancora una riflessione sulla piccola e grande fede. un padre gli presenta il figlio malato. In verità, non volendo importunare il Maestro, quel papà aveva condotto il figlio dai discepoli sperando fossero capaci di guarirlo. Ma non vi erano riusciti. Gesù con una parola lo guarisce. I discepoli, forse anche indispettiti per il loro fallimento, quando si trovano da soli con lui, gli chiedano spiegazioni sul perché loro non erano stati capaci a guarirlo. Gesù risponde con grande chiarezza dicendo che avevano poca fede. Ne sarebbe bastata una piccola come un granellino di senape per operare il miracolo. Ma i discepoli neanche quella avevano. Tuttavia, Gesù continua a confidare in loro, a non far mancare loro la sua parola, il suo affetto e la sua correzione. L’ultima frase apre ai discepoli un futuro pieno di speranza: “Niente vi sarà impossibile”. La fede, anche piccola, opera sempre grandi prodigi: potrà spostare le montagne ma soprattutto ci insegnerà ad abbandonarci totalmente alla volontà di un Dio che ci ama.
DOMENICA 12 AGOSTO: 19^ DEL TEMPO ORDINARIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ercolano; Sant’Eusebio da Milano.
Una scheggia di preghiera:
TU SEI IL PANE DISCESO DAL CIELO IN CUI E’ OGNI DOLCEZZA.
Hanno detto: Mai nulla di splendido è stato realizzato se non da chi ha osato credere che dentro di sé ci fosse qualcosa di più grande delle circostanze. (Bruce Barton)
Saggezza popolare: La gente esperta negli inganni non conosce il pudore. (proverbio della Cina)
Un aneddoto: Un uomo d'affari stressato e logorato dai troppi impegni si presentò ad un maestro di vita spirituale a chiedere un consiglio. Gli disse il maestro: "Quando un pesce finisce al secco comincia a morire. Anche tu cominci a morire quando ti lasci prendere dalle cose del mondo. Il pesce può salvarsi se torna subito nell'acqua. Tu devi tornare subito nella solitudine". L'uomo d'affari si spaventò:"Devo lasciare tutti i miei affari e rifugiarmi in un convento?". "No, no. Conserva i tuoi affari e rifugiati nel tuo cuore". Nel vocabolario della spiritualità c'è una bellissima parola: "raccoglimento". Esprime il momento in cui ci si ferma per "raccogliere" i pezzi di noi che la giornata ha disperso.
Parola di Dio: 1Re 19,4-8; Sal 33; Ef. 4,30-5,2; Gv. 6,41-51
Vangelo Gv 6, 41-51
In quel tempo, i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo". E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?". Gesù rispose: "Non mormorate tra di voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". Parola del Signore
“IO SONO IL PANE VIVO DISCESO DAL CIELO”. (Gv. 6,51)
Ogni volta che celebro la messa penso al grande dono che Dio mi fa, insieme con i fedeli, di fare memoria viva di Cristo, ma memoria talmente viva che quel po’ di pane e di vino non per merito nostro, ma per dono di Dio sono il Corpo e il Sangue di Cristo. E ringrazio anche il buon Dio che mi aiuta a capire che la Messa non è un atto di devozione, ma unione reale al suo mistero di passione, morte e risurrezione, nel suo corpo e sangue. C’è poi ancora una cosa che mi colpisce e per cui ringrazio: per “incarnarsi” nell’Eucaristia, Gesù ha scelto pane e vino. Il pane: alimento base oggi sempre più disprezzato nei paesi ricchi (che, guarda a caso, stanno perdendo la fede) e sempre più desiderato da chi ha fame. E poi il vino: questo non è un alimento necessario ma è l’elemento che, usato bene, crea la gioia, la familiarità, la serenità, che libera dall’austerità e dal formalismo, che dà spazio alla fantasia... Nella Comunione ti ringrazio anche per questo.
LUNEDI’ 13 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Santi Ponziano e Ippolito;San Landolfo; San Benildo.
Una scheggia di preghiera:
TU CI RISCATTI DALLE NOSTRE COLPE, DIO FEDELE.
Hanno detto: Se ti prepari bene alla tua fine, la fine del mondo non ti recherà danno: lontana o vicina, non interessa saperlo. (San Giovanni Crisostomo)
Saggezza popolare: La mosca che gioca troppo a lungo con la candela, alla fine bruciacchia le sue ali. (proverbio della Cina)
Un aneddoto: Yagyu Tajiama, l'antico, il celeberrimo, il venerato maestro dell'imperatore si rifiutò di accogliere tra i suoi allievi nel maneggio con la spada e nel tiro con l'arco un samurai che, dicono i testi zen, sin da bambino si era esercitato a lottare con il pensiero della propria morte, imparando a domarla. "Che cos'altro potrei insegnarti?", disse il Maestro respingendo l'aspirante. "Tu sei già giunto al cuore della sapienza: nell'arte che tu conosci è inclusa ogni altra, compresa quella della spada e del tiro con l'arco". "Perché aggiunse il maestro rivolto ai suoi discepoli: chi conosce la morte, conosce la vita. E chi trascura la morte, trascura la vita”.
Parola di Dio: Ez. 1,2-5.24-28; Sal. 148; Mt. 17,22-27
Vangelo Mt 17, 22-27
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: "Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà". Ed essi furono molto rattristati. Venuti a Cafarnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori della tassa per il tempio e gli dissero: "Il vostro maestro non paga la tassa per il tempio?". Rispose: "Sì". Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: "Che cosa ti pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?". Rispose: "Dagli estranei". E Gesù: "Quindi i figli sono esenti. Ma perché non si scandalizzino, và al mare, getta l'amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te ". Parola del Signore
“IL VOSTRO MAESTRO NON PAGA LA TASSA PER IL TEMPIO?” (Mt. 17,24)
Potremmo dividere il brano del Vangelo di oggi in due parti: la prima che contiene l'annuncio della Passione, la seconda che pone un problema di giustizia umana, il pagamento della tassa per il tempio. Le due parti, in realtà, sono strettamente unite: il duro messaggio della sofferenza e morte del Messia che pochi brani prima ha scandalizzato Pietro e lo ha fatto rimproverare come cattivo discepolo ha come logica premessa che Gesù non è venuto per rivoluzionare le regole del mondo, anzi ha accettato di sottomettersi ad esse in tutto e per tutto, tanto che, pur essendo Figlio (il gioco di parole è evidente) accetta di pagare come un estraneo. Gesù sarà lui stesso tributo, pagamento del debito contratto dall'uomo, si farà peccato per sconfiggere il peccato e restituire vita e salvezza a noi peccatori. Quante volte la parola di Dio,il suo amore infinito e misericordioso ci stupisce e supera i nostri calcoli umani, gretti e meschini.
MARTEDI’ 14 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano Kolbe;San Callisto, vescovo di Todi.
Una scheggia di preghiera:
DONACI CUORE DI BAMBINO CAPACE DI AMARE GRATUITAMENTE.
Hanno detto: Fate le cose bene, poi lasciate che faccia Dio. (Sant’Antonio Maria Giannelli)
Saggezza popolare: La
tenerezza di una madre verso i figli è discreta come la rugiada che bacia la
terra. (proverbio arabo)
Un aneddoto:
Un
giorno, il Gran Maestro radunò tutti gli allievi per eleggere il suo assistente.
"Vi sottopongo un problema" disse il Maestro. "Chi lo risolverà sarà il mio
braccio destro". Detto questo, sistemò un tavolino al centro della sala e sul
tavolino pose un preziosissimo vaso di porcellana decorata da finissime rose
d'oro. "Questo è il problema. Risolvetelo". I discepoli contemplarono perplessi
il "problema". Era un vaso di porcellana inimitabile: ne ammiravano i disegni
rari, la freschezza e l'eleganza delle rose. "Cosa rappresentava? Qual'era
l'enigma? Che cosa si doveva fare?" si chiedevano. Il tempo passava e nessuno
osava fare nulla, salvo contemplare il "problema". Ad un certo punto, uno dei
discepoli si alzò, guardò il Maestro e i compagni, poi si incamminò
risolutamente verso il vaso e lo scaraventò a terra, mandandolo in frantumi.
"Finalmente qualcuno lo ha fatto!" esclamò il Gran Maestro. "Cominciavo a
dubitare della formazione che vi avevo dato in tutti questi anni!". Poi si
rivolse al giovane: "Sarai tu il mio assistente". Mentre il giovane tornava al
suo posto, il Maestro spiegò: "Io sono stato chiaro. Vi ho detto che questo era
un problema. Non importa quanto possa essere bello e affascinante, un problema
deve essere eliminato". C'è un modo solo per risolvere un problema: affrontarlo.
Parola di Dio: Ez. 2,8-3,4; Sal 118; Mt. 18,1-5.10.12-14
Vangelo Mt 18,1-5.10.12-14
Dal vangelo secondo Matteo
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?". Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli". Parola del Signore
“CHIUNQUE DIVENTERA’ PICCOLO COME QUESTO BAMBINO, SARA’ IL PIU’ GRANDE NEL REGNO DEI CIELI”. (Mt. 18,4)
Gesù ha appena annunciato, per la seconda volta, quale sarà il suo destino terreno. Persecuzione e morte. I discepoli, seppur rattristati, non trovano di meglio che rivolgergli una domanda su chi sarà il più grande nel Regno dei cieli e la risposta, spiazzante, ribalta tutte le logiche terrene: i bambini, che all'epoca erano quasi ignorati, divengono il paradigma su cui misurarsi, il modello cui uniformarsi. E poi la parabola della pecorella smarrita: forse l'uomo comune giudica stolto il pastore che lascia novantanove pecore per cercarne una sola, ma non è così nella logica di Dio, di quel Dio che è Padre amoroso ed ama di un amore geloso ogni sua creatura, per quanto piccola ed insignificante agli occhi del mondo. Questa pagina risponde alle nostre ambizioni, alla nostra sete di gloria, di fama, di visibilità, questo è quello che Gesù chiede a ciascuno di noi ed alla sua Chiesa tutta.
MERCOLEDI’ 15 AGOSTO: ASSUNZIONE AL CIELO DELLA BEATA VERGINE MARIA
Tra i santi ricordati oggi: San Tarcisio, martire; Sant’Alfredo.
Una scheggia di preghiera:
SANTA MARIA DEL CAMMINO GUIDACI.
Hanno detto: L'Eucaristia non ci unisce solo a Cristo, facendoci una cosa sola con Lui, ma ci unisce anche fra noi. (Cardinal Marco Cè)
Saggezza popolare: Le rane nel pozzo ignorano l'oceano. (proverbio del Giappone)
Un aneddoto: Un automobilista restò con una gomma a terra su una strada buia e solitaria. Scese dall'auto, ma si accorse di non avere in macchina il crick. Stava per lasciarsi prendere dalla disperazione, quando vide un lumicino in lontananza: era una casa colonica. Si avviò a piedi in quella direzione, e intanto cominciò a rimuginare: "E se nessuno venisse ad aprire?", "E se non avessero un crick ?", "E se quel tizio non me lo volesse prestare anche se ce l'ha?". A ogni angosciosa domanda la sua agitazione cresceva, e quando finalmente raggiunse la casa colonica, e il contadino gli aprì, era talmente fuori di sé che gli sferrò un pugno gridando: "Tieniti pure il tuo schifoso crick!". Ti piaccia o no, sono i tuoi pensieri a tracciare la rotta del viaggio che si chiama vita. Se hai in mente la depressione e il fallimento, è lì che ti troverai. Se pensi di essere goffo e sgradevole, così ti comporterai. Dì ad un ragazzo che è stupido, lo diventerà. Pensa alla festa di oggi: guarda in alto, guarda il bello.
Parola di Dio: Ap.11,19; 12,1-6.10; Sal. 44; 1Cor. 15,15-26; Lc. 1,39-56
Vangelo Lc. 1,39-56
Dal Vangelo secondo
Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in
una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo
grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo
che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai
miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei
che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria
disse: «L’anima mia magnifica il Signore il mio spirito esulta in Dio, mio
salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le
generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e
Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per
quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i
superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha
innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a
mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore
"IN QUEI GIORNI MARIA SI MISE IN VIAGGIO VERSO LA MONTAGNA E RAGGIUNSE IN FRETTA UNA CITTA' DI GIUDA". (Lc. 1,39)
E' un viaggio lungo e difficile quello che Maria compie per un gesto d'amore nei confronti della cugina anziana che aspetta un bambino. Maria porta Gesù nel suo cuore dalla Galilea verso Gerusalemme: è lo stesso viaggio che tanti anni prima aveva fatto Davide trasportando l'Arca dell'Alleanza e sarà lo stesso viaggio che farà Gesù per andare a regalarci la sua vita morendo sulla croce a Gerusalemme. "Tre viaggi, quello dell'arca, di Maria e di Gesù, che segnano tutti lo stesso cammino di Dio diretto verso l'umanità vecchia e bisognosa, gravida di un nuovo uomo che per la gioia della vicina salvezza sussulta nel grembo di sua madre." Ma c’è ancora un altro viaggio che Maria fa’ e che noi proprio oggi contempliamo : è il suo viaggio verso Dio che l’aspetta come Colei che anticipa tutta l’umanità redenta che torna al padre. Ci guidi Maria anche in questo ultimo glorioso viaggio verso la gioia eterna.
GIOVEDI’ 16 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano d’Ungheria;San Rocco; Sant’Ambrogio di Ferentino.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, ABBI PAZIENZA CON ME.
Hanno detto:
Mangiare i tortellini con la prospettiva della vita eterna, rende migliori anche i tortellini, più che mangiarli con la prospettiva di finire nel nulla. (Cardinal Giacomo Biffi)
Saggezza popolare: L'aceto regalato è più dolce del miele. (proverbio dell’ Afghanistan)
Un aneddoto: In un deserto aspro e roccioso vivevano due eremiti. Avevano trovato due grotte che si spalancavano vicine, una di fronte all'altra. Dopo anni di preghiere e feroci mortificazioni, uno dei due eremiti era convinto di essere arrivato alla perfezione. L'altro era un uomo altrettanto pio, ma anche buono e indulgente. Si fermava a conversare con i rari pellegrini, confortava e ospitava coloro che si erano persi e coloro che fuggivano. "Tutto tempo sottratto alla meditazione e alla preghiera" pensava il primo eremita. Che disapprovava le frequenti, anche se minuscole, mancanze dell'altro. Per fargli capire in modo visibile quanto fosse ancora lontano dalla santità, decise di posare una pietra all'imboccatura della propria grotta ogni volta che l'altro commetteva una colpa. Dopo qualche mese davanti alla grotta c'era un muro di pietre grigio e soffocante. E lui era murato dentro
Parola di Dio: Ez. 12,1-12; Sal. 77; Mt. 18,21-19,1
Vangelo Mt 18, 21 - 19, 1
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?". E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello". Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. Parola del Signore
“IO TI HO CONDONATO TUTTO IL DEBITO PERCHE’ MI HAI PREGATO…”(Mt.18,32)
Questa parabola ci mostra dunque due volti della maestà divina: il volto della giustizia e il volto della misericordia, e tutto accade come se la giustizia divina lavorasse per spingere il peccatore nelle braccia della misericordia. Se rimaniamo sul piano della giustizia non riusciremo mai ad estinguere il debito che abbiamo nei confronti di Dio, ma la presa di coscienza del nostro debito ha lo scopo di orientarci verso la misericordia con un cuore contrito e umile, il cuore che Dio gradisce e desidera riempire con la dolcezza del suo perdono e delle sue benedizioni. Senza un cuore contrito e umile non può esserci perdono. Chi è stato offeso può avere le migliori intenzioni di perdonare, può manifestarne il desiderio, può ispirare il desiderio del perdono, ma il perdono avverrà soltanto quando chi ha peccato piegherà le ginocchia e con cuore pentito e umile riconoscerà la gravità delle sue mancanze contro l'amore. Questa è soprattutto la nostra situazione nei confronti di Dio, ma ci sono anche i casi in cui gli altri hanno dei debiti nei nostri confronti; quando questo accade il Signore vuole che siamo disposti a perdonare di cuore ai nostri fratelli. Ma anche in questi casi, perché il perdono possa avvenire, ci vuole da una parte un cuore che umilmente riconosca i propri torti e voglia in qualche modo rimediare e, dall'altra, un cuore disposto a perdonare. Ma quand'è che possiamo dire di avere un cuore disposto a perdonare? Avremo un cuore disposto a perdonare quando riusciremo ad avere uno sguardo di benevolenza verso tutti, anche verso coloro che ci fanno del male, avremo un cuore che sa perdonare quando avremo un cuore che sa amare. Un cuore che sappia amare non si forma in un giorno, ma è come una lenta maturazione, è come un lungo cammino e, per maturare, come si sa, occorre essere esposti ai raggi del sole e per camminare bisogna mettere un passo dopo l'altro; così il nostro cuore cresce nell'amore quando, da una parte assorbe i raggi dell'amore divino e ne sperimenta la dolcezza e, dall'altra, si sforza di camminare, ossia si sforza di amare, di amare tutti, i belli e i brutti, i simpatici e gli antipatici, quelli che ci fanno del bene e quelli che ci fanno del male. Tutto questo è possibile con il nostro impegno e con la grazia di Dio, non con il solo nostro impegno né con la sola grazia, ma con il concorso dell'uno e dell'altra.
VENERDI’ 17 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Giacinto; Santa Chiara da Montefalco.
Una scheggia di preghiera:
LA TUA PAROLA, SIGNORE, SIA CRITERIO DI OGNI MIA SCELTA.
Hanno detto: Non è ricco chi ha, ma chi dà: è il dare e non l'avere che fa l'uomo felice. (Clemente di Alessandria)
Saggezza popolare: L'ignorante è nemico di sé stesso. (proverbio Arabo)
Un aneddoto: Un saggio diceva: "Non dite che siamo pochi, o che l'impegno è troppo grande per noi. Forse, due o tre ciuffi di nubi sono pochi in un angolo di cielo d'estate? In un momento si stendono ovunque... arrivano i lampi, scoppiano i tuoni e piove su tutto. Non dite che siamo pochi. Bastano anche pochi per cambiare tante cose".
Parola di Dio: Ez. 16,1-15.60.63 opp Ez. 16,59-63; Cantico da Is. 12,2-6; Mt. 19,3-12
Vangelo Mt 19, 3-12
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: "E' lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?". Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi". Gli obiettarono: "Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?". Rispose loro Gesù: "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio". Gli dissero i discepoli: "Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi". Egli rispose loro: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca". Parola del Signore
“E’ LECITO AD UN UOMO RIPUDIARE LA PROPRIA MOGLIE PER QUALSIASI MOTIVO?”. (Mt. 19,3)
Morale permissiva o morale restrittiva? Anche oggi molti come quel fariseo che pose la domanda a Gesù, vorrebbero avere ad ogni quesito morale indicazioni precise di comportamento, norme e regole per i trasgressori; alcuni (specialmente non sposati) invocano interdizioni castighi e inferni per chi viola norme di morale matrimoniale, altri mitigano talmente il comportamento sessuale e familiare da far sparire ogni indicazione e da lasciare il tutto ad una ipotetica e non formata coscienza. Eppure nel vangelo di Gesù, anche se non vi è la risposta ad ogni singolo quesito di morale, vi sono delle direttive precise sul modo di intenderla e soprattutto di viverla. Cerco di riassumere lasciando a ciascuno di applicare a se stesso. Tutto ciò che esiste nel creato è in sé buono. Il male esiste e sta nel cuore dell’uomo che non vuol costruirsi secondo i principi per cui Dio lo ha creato. Il peccato esiste ma non è insanabile: Gesù lo perdona sempre purché vi sia l’atteggiamento del richiederlo con fede e del voler vivere nella rettitudine la Grazia che esso ci porta. L’atteggiamento retto del cuore formato al Vangelo e l’adesione a Cristo fondano ogni morale del credente per il quale in sé tutto è lecito, ma non tutto è opportuno. Gesù è sempre molto esigente nei nostri confronti, ma le sue esigenze ci riportano ai valori fondamentali e ci aprono alla vera libertà, quella di costruirci non secondo le mode imperanti, non secondo comportamenti rigidi senza motivazioni e senza senso, ma secondo la volontà di Dio che ci rende sempre coscienti di essere creature defettibili, ma amate e perdonate.
SABATO 18 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Elena; Santi Floro e Lauro.
Una scheggia di preghiera:
DONACI OCCHI DI BAMBINI PER VEDERE IL TUO VOLTO, O SIGNORE.
Hanno detto: Dopo le manifestazioni di bontà del Cuore di Gesù verso di noi, la suprema ingiuria, il peccato più grave contro di Lui, è la disperazione. (Charles De Foucauld)
Saggezza popolare: Nessuno ha più bisogno di un sorriso di colui che non ha più niente da offrire. (proverbio della Cina)
Un aneddoto: Un monaco Zen, alla costante ricerca della perfezione, ebbe un giorno fra le mani alcune poesie in perfetto stile Zen. "Chi le scrive deve essere molto più avanti di me sulla via della sapienza", si disse. E volle sapere chi ne fosse l'autore. Gli fu dato un indirizzo. Vi trovò una casupola malconcia, con un giardino pieno di erbacce; dentro, un indescrivibile disordine. Nulla, insomma, di quell'armonia che è l'espressione esterna di un perfetto equilibrio interiore. Vedendo, accucciato in un angolo, un uomo intento a scrivere, il monaco gli domandò: "Sei tu che scrivi poesie Zen?", sperando gli rispondesse di no. "Si, perché?", gli rispose invece l'uomo. "Perché è impossibile. Io, che pratico da tanti anni lo Zen, so quanta fatica, e rigore, e disciplina mi richieda. E a quanta armonia tutto ciò conduca". "Il fatto che tu viva lo Zen può forse impedirmi che io lo canti?", gli rispose l'uomo. Il monaco ritornò sui suoi passi. Lontano gli sorrideva il Fuji Yama, dicendogli che una vetta si può raggiungere per infinite vie.
Parola di Dio: Ez. 18,1-10.13.30-32; Sal. 50; Mt. 19,13-15
Vangelo Mt 19, 13-15
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Gesù però disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli". E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì. Parola del Signore
FURONO PORTATI A GESÙ DEI BAMBINI PERCHE’ IMPONESSE LORO LE MANI”. (Mt. 19,13)
E’ facile intenerirsi davanti ai bambini ma, mi chiedo se questa nostra società ama i bambini. Gli spot pubblicitari amano i bambini? Li sfruttano per vendere. Un certo tipo di famiglia progetta i bambini a tempo e su misura compatibilmente a tutte le altre esigenze e se per caso ne viene qualcuno fuori programma, in nome della libertà c’è tutto lo spazio per farli fuori. Ci sono banche del seme di premi Nobel per fare bambini super intelligenti. I figli sono belli ma non devono rompere più di tanto, per cui i figli spesso sono cresciuti dagli altri e non dai genitori.., senza contare chi sfrutta i bambini, chi abusa dei bambini.., intanto i bambini non contano, non hanno potere politico, non votano, non comprano in prima persona... Non basta portare i bambini a Gesù perché li benedica: che cosa diamo veramente loro? E anche da un punto di vista religioso: basta che diamo loro un Battesimo fatto di riti e di festa senza poi dare un’educazione cristiana?
DOMENICA 19 AGOSTO: 20^ DEL TEMPO ORDINARIO
Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Eudes; Bartolomeo da Simeri.
Una scheggia di preghiera:
IN TE, PANE DI VITA E’ OGNI GIOIA
Hanno detto: Avete mai osservato che i più disubbidienti sono i più rigorosi nel farsi obbedire?(Sant’Antonio Maria Giannelli)
Saggezza popolare: Non c’è atto di fede più bello della generosità di un povero. (proverbio dell’India)
Un aneddoto: Ci sono 27 cose da non dire a chi amate: "Te l'avevo detto; Sei come tua madre; Sei sempre di cattivo umore; Stai sragionando; E' colpa tua; Cosa c'è che non va con te?; L'unica cosa che sai fare è lamentarti; Qualsiasi cosa faccia non ti va mai bene; Hai quello che ti meriti; Perché non mi ascolti mai?; Cerca di essere più responsabile; Cosa stai pensando?; Sei impossibile!; Non so proprio perché mi sono messo con te; Posso parlare con te fino a restare senza fiato e comunque non ne ricaverei nulla di buono; Posso fare quello che voglio; Se non ti va bene puoi sempre andartene; Non ne combini mai una giusta; Che cosa stupida!; L'unica cosa che sai fare è pensare a te stesso; Se mi amassi davvero lo faresti; Sei una bambina; Sei bravo solo a cambiare opinione; Hai bisogno di tranquillanti; Qual è il tuo problema?; Non riesco a capirti; Devi sempre avere ragione tu?".
Parola di Dio: Pr. 9,1-6; Sal. 33; Ef. 5,15-20; Gv. 6,51-58
Vangelo Gv 6, 51-58
Dal vangelo secondo Giovanni. In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?". Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno". Parola del Signore
“SE UNO MANGIA DI QUESTO PANE VIVRA’ IN ETERNO”. (Gv. 6,51)
Il primo libro della Bibbia, la Genesi, afferma che Dio aveva fatto l’uomo per l’immortalità, infatti egli “era in un giardino dove c’era l’albero della vita”. L’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse, afferma che Dio ridarà questa immortalità. Ora, Gesù, in questo brano del Vangelo, ci dice che questa immortalità ci è già ridonata attraverso la fede e l’Eucaristia: “Chi mangia questo pane, vivrà”. Si potrebbe obiettare: ma anche coloro che mangiano il Pane eucaristico, muoiono come tutti! Ebbene, Gesù afferma che il nutrimento eucaristico ricevuto nella fede, mette il fedele in possesso, fin d’ora, di una “vita eterna” sulla quale la morte fisica non ha alcuna presa. Più che un dogma, più che una morale, più che una ideologia, il cristianesimo è questo: la divinizzazione dell’uomo! La gioia e il rendimento di grazie dovrebbero essere propri dei cristiani, infatti Dio ci dona la sua vita eterna!
LUNEDI’ 20 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Bernardo; San Filiberto.
Una scheggia di preghiera:
PER LA VITA CHE CI DAI, ALLELUIA, TI RINGRAZIO MIO SIGNOR, ALLELUIA.
Hanno detto: Il diavolo è forte con chi lo teme, ma debolissimo con chi lo disprezza. (San Pio da Pietralcina)
Saggezza popolare: Non sappiamo se vinciamo o se perdiamo, ma possiamo sempre far festa. (proverbio della Malesia)
Parola di Dio: Ez. 24,15-24; Cantico da Dt. 32,18-21; Mt. 19,16-22
Vangelo Mt 19, 16-22
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso". Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?". Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze. Parola del Signore
“MAESTRO, CHE COSA DEVO FARE DI BUONO PER OTTENERE LA VITA ETERNA?”. (Mt. 19,16)
Fatta per motivi esistenziali o religiosi è sempre la stessa domanda quella che viene fatta oggi a Gesù: che senso ha la vita?, come viverla?
La vita è un viaggio. Si arriva passo dopo passo. E se ogni passo è meraviglioso, se ogni passo è magico, lo sarà anche la vita. E non siate mai di quelli che arrivano in punto di morte senza aver vissuto. Non lasciatevi sfuggire nulla. Non guardate al di sopra delle spalle degli altri. Guardateli negli occhi. Non parlate “ai” vostri figli. Prendete i loro visi tra le mani e parlate “con” loro. Non abbracciate un corpo, abbracciate una persona. E fatelo ora. Sensazioni, impulsi, desideri, emozioni, idee, incontri, non buttate via niente. Un giorno scoprirete quanto erano grandi e insostituibili. Ogni giorno imparate qualcosa di nuovo su voi stessi e sugli altri. Ogni giorno cercate di essere consapevoli delle cose bellissime che ci sono nel nostro mondo. E non lasciate che vi convincano del contrario. Guardate i fiori. Guardate gli uccellini. Sentite la brezza. Mangiate bene e apprezzatelo. E condividete tutto con gli altri. Uno dei complimenti più grandi da fare a Dio è apprezzare la vita come suo dono.
MARTEDI’ 21 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Pio X;San Baldovino di Rieti.
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI, SIGNORE, DALL’ATTACCAMENTO ALLE COSE.
Hanno detto: Il mondo si convertirà grazie ai cristiani che portano la croce nell'intimo della vita, e non al collo. (Alberto Hurtado)
Saggezza popolare: Non si può spezzare l’acqua con la spada. (proverbio del Laos)
Un aneddoto: In una terra lontana regnava un principe che amava far sfoggio delle sue favolose ricchezze. Ogni giorno indossava vestiti ricamati d'oro e tempestati di pietre preziose. Poi, ma sempre solo al mattino, quando il sole gli risplendeva in faccia e faceva brillare di mille bagliori iridescenti i suoi abiti, usciva dal palazzo reale per ricevere l'omaggio dei sudditi. Era una cosa che lo riempiva di gioia. Ma un giorno il principe fece la sua cavalcata nel pomeriggio. Aveva il sole alle spalle e il giovane sovrano vide per la prima volta la sua ombra. Era come una nuvola nera che non lo lasciava neanche un istante. Con un urlo di rabbia, il principe spronò il cavallo. Non poteva regnare dove c'era la sua ombra. Sarebbe andato alla ricerca di un paese dove non c'era ombra alcuna. Per questo cavalcò via. Ma sta ancora cavalcando. Dobbiamo imparare a vivere con l'ombra della morte accanto.
Parola di Dio: Ez. 28,1-10; Cantico da Dt. 32,26-36; Mt. 19,23-30
Vangelo Mt 19, 23-30
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli". A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?". E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile". Allora Pietro prendendo la parola disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?". E Gesù disse loro: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi". Parola del Signore
“E’ PIU’ FACILE CHE UN CAMMELLO PASSI PER LA CRUNA DI UN AGO, CHE UN RICCO ENTRI NEL REGNO DEI CIELI”. (Mt. 19,24)
Ma, la ricchezza, il benessere sono proprio così brutti e sempre negativi, se il Vangelo è così drastico nei loro confronti ed esalta la povertà? Eppure sappiamo che la povertà può generare ribellione, fame, disperazione.., e sappiamo anche che un certo benessere può generare serenità di vita, generosità. Il Vangelo non vuol far altro che riproporci valori e aiutarci a conseguirli attraverso la fede perché noi siamo felici e allora ci ricorda i rischi del ricco. La ricchezza e il benessere rischiano di diventare un idolo che ci impedisce la strada di Dio. Quando il denaro e le cose diventano il fine della vita, io non vedo più Dio, la sua provvidenza; al denaro comincio ad immolare il mio tempo, le preoccupazioni, le persone e ne va di mezzo anche la mia serenità. E non pecchiamo di presunzione ingannandoci e dicendo: “Ma io so gestire bene le mie cose”, il rischio e la tentazione ci sono sempre!
MERCOLEDI’ 22 AGOSTO: BEATA VERGINE MARIA REGINA
Tra i santi ricordati oggi: Santa Augusta; San Fabrizio e Filiberto.
Una scheggia di preghiera:
TU SEI GENEROSITA’ E GRAZIA, SIGNORE.
Hanno detto: Quando il ladrone guarda Cristo trafitto e capisce che è stato lui, che è colpevole, a trafiggerlo, comprende anche che la sua colpa è assorbita in questa ferita e che in essa viene espiata. (Hans Hurs von Bathasar)
Saggezza popolare: Non temere di avanzare lentamente, abbi solo paura di fermarti. (proverbio dell’India)
Un aneddoto: Sulle sponde d'un lago nell'India del Nord, c'era una volta uno strano uccello che aveva due teste, una a destra e una a sinistra. Due teste ma un corpo solo. Un giorno, mentre gironzolava in cerca di cibo, con gli occhi della testa di destra vide un favo di miele selvatico, e subito vi si buttò sopra. La testa di sinistra disse: "Dammene anche a me". Ma la testa di destra non diede ascolto, e se lo beccò tutto in pochi istanti. Allora la testa di sinistra giurò vendetta; e mentre l'uccello vagava per un bosco, ecco a sinistra certe bacche amarissime. La testa di sinistra le scorse per prima e, pur sapendo che non erano buone e avrebbero fatto male allo stomaco, ne beccò quante poté. E nel frattempo pensava: "Poi avremo mal di pancia; ma gli sta bene, a quell'egoista dell'altra parte; così impara la solidarietà". Poco dopo, l'uccello si sentì colto da atroci dolori: le bacche erano velenose, e in breve tempo gli causarono la morte. Morirono ugualmente le due teste, quella di destra e quella di sinistra, perché nessuna delle due aveva avuto cervello.
Parola di Dio: Ez. 34,1-11; Sal. 22; Mt. 20,1-16
Vangelo Mt 20, 1-16
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: " Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e da loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi". Parola del Signore
"SEI INVIDIOSO PERCHE’ IO SONO BUONO? (Mt. 20,16)
Gesù nel Vangelo di oggi ci racconta la parabola del padrone che manda ad ore diverse operai nella sua vigna e che alla fine da a tutti la stessa paga. Penso che la chiave di interpretazione della parabola sia proprio nel versetto che meditiamo oggi. Infatti se noi diamo un giudizio solo umano all'operato di questo padrone diremo che egli privilegia qualcuno nei confronti di altri, ma chi siamo noi per sindacare sull'operato di Dio ? L'uomo non può vantare nessun diritto su Dio. La ricompensa che Dio dà all'uomo sarà sempre pura grazia. L'uomo non ha mai diritto di presentare a Dio la fattura. Il risentimento per la bontà e la generosità di qualcuno verso altri è un atteggiamento tutt'altro che infrequente anche tra i cristiani. A volte vorremmo l'intervento di Dio per punire chi giudichiamo peccatore, altre volte la nostra invidia non ci permette di vedere il bene negli altri. Dio invece va sempre in cerca di tutti, chiama tutti ad ogni ora, e accoglie chi trova. La sua chiamata accomuna nel lavoro, la sua generosità tocca tutti. Non solo non dovremmo essere invidiosi, ma felici di avere un Dio così generoso.
GIOVEDI’ 23 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosa da Lima;San Filippo Benizi.
Una scheggia di preghiera:
RENDIMI ATTENTO, SIGNORE A COGLIERE I SEGNI DEI TUOI INVITI
Hanno detto: Il cristiano è un uomo a cui Dio ha affidato tutti gli uomini. (San Giovanni Crisostomo)
Saggezza popolare: Ognuno è libero di fare ciò che crede. Ne deve solamente affrontare le conseguenze. (proverbio del Tibet)
Un aneddoto: Due pellegrini si arrampicavano su una strada impervia, mentre li flagellava un vento gelido. La tormenta stava per scatenarsi. Raffiche turbinanti di schegge di ghiaccio sibilavano fra le rocce. I due uomini procedevano a fatica. Sapevano molto bene che se non avessero raggiunto in tempo il rifugio sarebbero periti nella tempesta di neve. Mentre con il cuore in gola per l'ansia e gli occhi quasi accecati dal nevischio costeggiavano l'orlo di un abisso, udirono un gemito. Un pover'uomo era caduto nella voragine e, incapace di muoversi, invocava soccorso. Uno dei due disse: "E' il destino. Quell'uomo è condannato a morte. Acceleriamo il passo o faremo la sua fine". E si affrettò, tutto curvo in avanti per opporsi alla forza del vento. Il secondo invece si impietosì e cominciò a scendere per le pendici scoscese. Trovò il ferito, se lo caricò sulle spalle e risalì affannosamente sulla mulattiera. Imbruniva. Il sentiero era sempre più oscuro. Il pellegrino che portava il ferito sulle spalle era sudato e sfinito, quando vide apparire le luci del rifugio. Incoraggiò il ferito a resistere, ma all'improvviso inciampò in qualcosa steso di traverso sul sentiero. Guardò e non poté reprimere l'orrore: ai suoi piedi era steso il corpo del suo compagno di viaggio. Il freddo lo aveva ucciso. Lui era sfuggito alla stessa sorte solo perché si era affaticato a portare sulle spalle il poveretto che aveva salvato nel burrone. Il suo corpo e lo sforzo avevano mantenuto il calore sufficiente per salvargli la vita.
Parola di Dio: Ez. 36,23-28; Sal. 50; Mt. 22,1-14
Vangelo Mt 22, 1-14
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, rispondendo Gesù riprese a parlar in parabole ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo e disse: "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti". Parola del Signore
"TUTTO E’ PRONTO: VENITE ALLE NOZZE. MA COSTORO NON SE NE CURARONO E ANDARONO CHI AL PROPRIO CAMPO, CHI AI PROPRI AFFARI... (Mt. 22,4-5)
Purtroppo nella vita è terribilmente facile perdere di vista la meta. Se noi chiedessimo a qualunque persona che cosa desidera di più, penso che chiunque, con un minimo di riflessione dovrebbe rispondere: "avere per sempre una vita gioiosa". Eppure molti rispondono anche oggi con termini di cose passeggere: "La salute, il denaro, il successo, una bella moglie...." Quando facciamo così siamo come quegli invitati alle nozze: abbiamo l'opportunità gratuita di poter realizzare il fine della nostra vita e preferiamo interessarci a cose che oggi ci sono, domani passano e ci lasciano solo preoccupazioni. Dimentichiamo i doni di Dio e pensiamo di essere autosufficienti. Gesù, il figlio del Re per cui è stato preparato il banchetto ci ha invitati per primi, in che modo accogliamo questo invito? Gesù ci invita all'Eucaristia: ci andiamo e in che modo?
VENERDI’ 24 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Bartolomeo;Santa Emilia di Vialar.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, CHE LA NOSTRA TESTIMONIANZA SIA SEMPRE GIOIOSA.
Hanno detto: Se vuoi essere più vicino a Dio, sta più vicino alla gente. (Gibran)
Saggezza popolare: L'amore non può essere né comperato né venduto, ma l'amore chiede in cambio amore e si dona. (saggezza Cinese)
Un aneddoto: Se tu trovassi sulla strada un diamante caduto nel fango che cosa faresti?". Risposi: "Non avrei nessuna ripugnanza a sporcarmi, lo prenderei, lo laverei, ridonandolo in tal modo alla sua originale brillantezza". "Fa così con l'uomo - soggiunse - perché ogni uomo è ben più importante di un diamante".
Parola di Dio nella festa di San Bartolomeo: Ap. 21,9-14; Sal. 144; Gv. 1,45-51
Vangelo Gv 1, 45-51
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth". Natanaèle esclamò: "Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi". Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico". Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!". Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". Parola del Signore
“FILIPPO INCONTRO’ NATANAELE E GLI DISSE: ABBIAMO TROVATO IL MESSIA… VIENI E VEDI!”. (Gv. 1,45-46)
Oggi festa di San Bartolomeo (il Natanaele del Vangelo) ci viene proposta la sua chiamata. Essa avviene ad opera di Filippo il quale sente di dover comunicare all’amico la sua scoperta del Messia. Il cristiano dovrebbe essere uno che, incontrato Gesù, non può fare a meno di dirlo agli altri, di comunicare la sua gioia perché anche altri facciano questa esperienza. Vedete, noi, uomini di Chiesa, spesso impieghiamo molto tempo a chiederci: “Come si fa ad essere missionari?”, “Quale sarà il modo migliore di dire Cristo agli uomini del nostro tempo?”, “Quale dovrà essere la nuova evangelizzazione?”, e questa nostra preoccupazione di comunicare Cristo denota che abbiamo capito che è proprio di ogni cristiano essere testimone di Gesù. Però poi, spesso ci perdiamo in mille cose, stiliamo progetti e piani pastorali infiniti che rischiano di diventare fini a se stessi, ci nascondiamo dietro a false paure: “Ma chi sono io per annunciare Gesù… Non sono capace di parlare… Perché proprio io a fare il catechista?”, vediamo le difficoltà sociali, personali, ecclesiali e… torniamo a casa ancor prima di esserne usciti. Filippo con Natanaele ha usato un altro metodo: gli ha detto la sua esperienza e, davanti alle obiezioni dell’altro gli ha semplicemente detto: “Vieni e vedi”. L’annuncio sta tutto qui. La difficoltà forse risiede in altro: che cosa riusciamo a far vedere di Gesù agli altri? Se posso esprimere un pensiero personale, a me sembra che gli uomini di oggi abbiano particolarmente desiderio di Dio, di fede; forse proprio perché il mondo ha cercato di addormentarci con le cose, queste spesso non bastano più. L’annuncio della Buona notizia, dell’amore di Gesù, della sua liberazione vengono a rispondere a tante domande dell’uomo di oggi ma egli ha bisogno di vedere più che di sentire, ha bisogno di vedere una Chiesa che non pensa e parlo troppo di se stessa, ma che parlando di Cristo opera a favore dell’uomo; ha bisogno di vedere dei cristiani non troppo attaccati ai soldi e alle cose, non troppo uniformati al mondo; ha bisogno estremo di vedere sul mio volto la gioia della mia fede, ha bisogno di trovare non una serie di norme ma persone che con libertà e grande coraggio fanno delle scelte anche difficili; ha bisogno di trovare dei segni, i Sacramenti, che non addormentano in liturgie stantie, ma che indicano davvero e concretamente ciò che significano. Quante volte nella mia esperienza di parroco ho incontrato persone desiderose di fare l’esperienza di Cristo, ma spesso davanti al “Vieni e vedi” ho con amarezza dovuto vedere queste stesse persone recedere, non perché non fossero venute, ma perché non si sono sentite accolte da chi c’era, perché hanno trovato preti buoni predicatori ma privi di umanità, perché hanno visto comunità litigiose per un pezzetto di potere. Filippo poteva essere sicuro di dire a Natanaele: “Vieni e vedi”, perché lo portava da Gesù in persona; anche noi ci fidiamo di Gesù, ma Gesù può fidarsi di ciò che noi facciamo vedere di Lui?
SABATO 25 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Ludovico; San Giuseppe Calasanzio; San Genesio.
Una scheggia di preghiera:
DONACI DI SERVIRE CON AMORE.
Hanno detto: Il cristianesimo è stato dichiarato morto infinite volte. Ma, alla fine, è sempre risorto, perché è fondato sulla fede in un Dio che conosce bene la strada per uscire dal sepolcro. (Chesterton)
Saggezza popolare: Parole sdolcinate, delizia degli sciocchi. (proverbio del Giappone)
Un aneddoto: "Posso smettere di bere quando voglio. Due anni fa ho smesso di fumare, quando ho deciso che costava troppo e non ne valeva la pena. Non sono dipendente da niente. Se per sei mesi non mi capita di fumare nemmeno uno spinello, fa uguale. Trovo che è bello, ma niente di più, fare un trip una volta ogni tanto, prendermi una piccola vacanza. Sono cose possibili. La gente esagera sui pericoli...". Kenny, 19 anni (una settimana prima di morire per overdose).
Parola di Dio: Ez. 34,1-7; Sal 84; Mt. 23,1-12
Vangelo Mt 23, 1-12
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì'' dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestro", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato". Parola del Signore
“IL PIÙ GRANDE TRA VOI SIA IL VOSTRO SERVO”. (Mt. 23,11)
Qualche volta penso dovremmo ricordarci l’origine delle parole. Ad esempio la parola “re” deriva dal verbo “reggere” e reggere vuol dire non solo governare ma portare il peso degli altri; la parola “politico” dovrebbe indicare “colui che opera per il bene della città”, e così via. Ma spesso termini di servizio sono diventati termini di potere e di onore e si accompagnano con aggettivi (vedi ad esempio i cattolicissimi: eminenza, eccellenza, fino all’assurdo: santità) che sottolineano unicamente la gloria e l’onore mondano. Gesù nel Vangelo di oggi ci riporta alla verità: se hai un compito, assolvilo secondo i doni ricevuti per il bene di tutti. Nel Regno di Dio le gerarchie umane e cattoliche hanno un ruolo unico: quello del servizio. Guardiamo a Gesù. Lui, il Figlio di Dio, è venuto nel mondo unicamente per fare la volontà di Dio e per servire l’uomo: la sua grandezza è proprio il servizio.
DOMENICA 26 AGOSTO: 21^ DEL TEMPO ORDINARIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessandro; San Zefirino.
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU’ SEI LA PAROLA CHE SALVA.
Hanno detto: A un cristiano non è permesso scoraggiarsi e, tanto meno, arrendersi a un mondo che vorrebbe trascinare tutta l'umanità verso una vita atea. (Don Alberione)
Saggezza popolare: Per alta che sia la montagna, un sentiero vi si trova. (proverbio dell’ Afghanistan)
Un aneddoto: Un uomo, molto dotato di fantasia ma poco di vita spirituale, andò da un sapiente a chiedere consiglio. Il sapiente gli disse: "Entra nel campo della vita spirituale con l’aratro della tua fantasia ed avrai risolto il tuo problema". Un uomo, molto dotato di vita spirituale ma poco di fantasia, andò dallo stesso saggio a chiedere consiglio. Il sapiente gli disse: "Entra nel campo della fantasia con l’aratro della tua vita spirituale e avrai risolto il tuo problema". Un terzo uomo, poco dotato di fantasia e di vita spirituale, si recò anch’egli dal sapiente. Questi gli disse: "Il tuo è un caso privilegiato: basta che tu disponga te stesso ad esser campo ed a lasciarti arare".
Parola di Dio: Gs. 24,1.2.15-18; Sal. 33; Ef. 5,21-32; Gv. 6,60-69
Vangelo Gv 6, 60-69
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?". Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: "Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? E' lo Spirito che da la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E continuò: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio". Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: "Forse anche voi volete andarvene?". Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio". Parola del Signore
“SIGNORE, DA CHI ANDREMO? TU HAI PAROLE DI VITA ETERNA; NOI ABBIAMO CONOSCIUTO E CREDUTO CHE TU SEI IL SANTO DI DIO”. (Gv. 6, 68-69)
L’uomo da sempre ha sentito il bisogno di comunicare e la parola è diventata il suo maggior mezzo per esprimersi, per accogliere il pensiero dell’altro, per rapportarsi. Ma se le parole sono un mezzo, a seconda di come esse vengono usate possono o costruire o distruggere, vendere o comprare, creare amore o creare odio, indicare una strada per il bene o spalleggiare il male. Noi, specialmente in questa nostra società delle “comunicazioni in tempo reale” siamo subissati da parole, parole che comunicano, parole che informano, parole che stordiscono, parole che ci indicano strade, parole di amicizia e parole di interesse, parole di fede e parole di malignità. Gesù non è un maestro “facile”. Le sue parole sul pane di vita, sul “farsi mangiare” sono incomprensibili Gli Apostoli stentano a farlo rientrare nelle proprie categorie. Ed ecco serpeggiano tra loro il dubbio, gli interrogativi, il malumore. Qualcuno deluso se ne va. Gesù sente profondamente la tristezza della incomprensione e chiede ai dodici: “Volete andarvene anche voi?”. La risposta di Pietro è bellissima. Pietro sa che le parole degli scribi sono parole vecchie, ripetute, inficiate di luoghi comuni, sa che le parole di sedicenti messia non sono comprovate dai segni che accompagnano quelle di Gesù, sa che è difficile trovare qualche persona che onestamente ti indichi parole di Verità e di Vita senza interessi personali e allora si fida di Gesù. E’ quasi se dicesse: “Io non vado più a cercare altre parole, io cerco una persona, cerco la Parola. Non capisco, ma mi fido di questa Parola, di questa Persona”. La fede è proprio lì: quando ci riesce difficile conciliare il Vangelo con la vita; quando Dio non rientra più nei nostri schemi; quando tutto sembra dirci: “Vale la pena credere?”; quando Dio sembra essere latitante davanti al nostro dolore o muto davanti ai tanti perché, ecco il momento favorevole per la fede. Non hai più nulla di tuo su cui appoggiarti, non rischi di farti un Dio su tua misura e allora puoi scegliere Lui, la sua parola. Non sai neppure dove ti condurrà... questo però è proprio il momento di fidarti di Lui.
LUNEDI’ 27 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Monica;San Cesario di Arles; San Giuseppe Calasanzio.
Una scheggia di preghiera:
RENDICI SIGNORE CAPACI DI SEMPLICITA’
Hanno detto: Credere in Dio comporta delle oscurità, ma non credervi comporta delle assurdità. (Bossuet)
Saggezza popolare: Per chi è affamato, il pane cuoce sempre lentamente. (proverbio dell’ Afghanistan)
Un aneddoto: Un uomo era sovente preso dell'ira, specialmente quando si sentiva ferito nel suo intimo. E più manifestava la sua ira, più si accorgeva che la gente si allontanava da lui; per non ferirlo, preferiva tacere. Addolorato per questo fatto, l'uomo andò un giorno a chiedere consiglio a un sapiente. "Come sei nella tua ira?", gli domandò costui. "Sono fuori di me". "Hai detto bene. Mentre però tu sei fuori di te, gli altri sono in sé. In tal modo la tua ira, che per te è uno sfogo, per gli altri diventa una sopraffazione violenta. L'ira, per chi la subisce, ha il volto della vendetta. Se ti piace così..." "Non mi piace", rispose l'uomo. "Come debbo fare?". "Impara l'arte del perdono". "Mi è così difficile perdonare..." "Non ti chiedo di perdonare gli altri, ma te stesso. Quando sei preda dell'ira, abbi pietà di te: l'ira si scioglierà".
Parola di Dio: 2Tes. 1,1-5.11-12; Sal. 95; Mt. 23,13-22
Vangelo Mt 23, 13-22
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso". Parola del Signore
“GUAI A VOI SCRIBI E FARISEI IPOCRITI!”. (Mt. 23,13)
Una delle cose che, lungo i secoli, ha maggiormente impedito alla Chiesa di essere in pieno una buona testimone del Vangelo di Gesù è stata la paura, dovuta alle tante prove e tentazioni subite, di perdere il suo ruolo, la sua ortodossia completa e allora abbiamo visto spesso la Chiesa chiusa in se stessa a cercare di difendersi da nemici reali e fantastici: la caccia agli eretici e alle strega ne è stato un segno, l’aver chiuso sempre più le porte della sua misericordia a favore della osservanza formale purtroppo ha fatto e fa sì che tanti che pur cercano il volto di Cristo stentino a trovarlo nascosto tante volte sotto l’aspetto della diplomazia e della burocrazia. Allora quel “Guai!” che Gesù rivolge ai farisei non è solo per gli stretti osservanti di quell’epoca che nel loro desiderio di purezza religiosa rischiavano di rendere inaccessibile il vero senso dell’ebraismo, ma anche per noi uomini di Chiesa quando richiudiamo la fede nelle nostre formule e la rendiamo inaccessibile ai piccoli, quando rattristiamo un messaggio di gioia e di liberazione, quando pretendiamo assensi e applausi alle nostre organizzazioni e ci dimentichiamo di far vedere il vero volto di Cristo, quando nascondiamo la Parola dietro ai nostri paroloni, quando abbiamo fatto della fede solo una religione a nostro uso e consumo, quando, con la scusa dell’ortodossia tarpiamo le ali a chi non la pensa come noi e ci da fastidio… Con i suoi : “Guai!” Gesù vuole mettermi in guardia e mettere in guardia la Chiesa da un pericolo sempre incombente, quello di appropriarci di Dio al punto da imprestargli le nostre idee e poi farle passare per sue. Convertire non vuoi dire far sì che l’altro la pensi come me, ma che io e l’altro ci incontriamo in Dio.
MARTEDI’ 28 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino; Santa Adelina; Sant’Alfrico.
Una scheggia di preghiera:
DONACI DI RITROVARE I VERI VALORI.
Hanno detto: Le cose create, che sono nel mondo, sono tante lingue che predicano la sapienza, l'onnipotenza, la bellezza e la bontà di Dio. (Francesco Antonio Fasani)
Saggezza popolare: Quando c'è una meta anche il deserto diventa strada (proverbio del Tibet)
Un aneddoto: Un uomo decise, un giorno: "Voglio conoscere tutto e, se fosse necessario, farò il giro del mondo". Così disse e così fece. L'uomo si mise a percorrere il mondo. Dai più grandi professori imparò la geografia, la storia e l'intera gamma delle scienze. Scoprì la tecnica, si entusiasmò per la matematica, si appassionò all'informatica. Registrò su video, dischetti e Cd tutto quello che aveva imparato e scoperto. Ritornò a casa soddisfatto e felice. Diceva: "Ora, conosco tutto". Qualche giorno dopo, fece visita ad un famoso personaggio, conosciuto in tutto il mondo per la sua straordinaria sapienza. L'uomo voleva confrontare il suo sapere con quello dei saggio. Tirarono a sorte per sapere quale dei due avrebbe dovuto porre la prima domanda. La sorte designò il grande saggio, il quale si rivolse all'uomo e gli domandò: "Che cosa sai dell'amicizia?". L'uomo ripartì, senza dire una parola. Sta ancora percorrendo il mondo.
Parola di Dio: 2Tes. 2,1-3.13-17; Sal. 95; Mt. 23,23-26
Vangelo Mt 23, 23-26
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!". Parola del Signore
"GUAI A VOI CHE PULITE L'ESTERNO DEL BICCHIERE E DEL PIATTO MENTRE ALL'INTERNO SONO PIENI DI RAPINA E DI INTEMPERANZA". (Mt. 23,25)
Quanta disumanità nei freddi osservanti della legge! Se c'è un Sacramento che è Sacramento dell'umanità, della comprensione, della vicinanza, della gioia del perdono ricevuto, è il Sacramento della Confessione o Riconciliazione. E, invece, come ce lo hanno ridotto! Molta gente oggi non si confessa più perché pensa sia solo una forma di ipocrisia o perché non ritiene valido dire le proprie cose ad un altro, "peccatore come me", o perché si sente giudicato e condannato dal confessore. E già, perché spesso, noi preti, abbiamo ridotto la Confessione o a una cosa talmente banale (io dico un elenco di cose, tu mi assolvi, io faccio la penitenza dicendo tre Ave Maria, e tutto ricomincia da capo) o facendola diventare un tribunale freddo e legalistico dove il giudice (che proprio perché tale non deve essere coinvolto) è un freddo amministratore di norme e un promulgatore di sentenze inappellabili. E la misericordia di Gesù, dove va a finire? La gioia del perdono ricevuto può venir fuori dal freddo e dal buio di quelle grate anonime? Il conforto, la crescita, avviene quando, mancando l'umanità, ci si può confrontare solo con aride norme e sentenze? Sì, l'esterno del bicchiere e del piatto sono formalmente puliti, ma tu non mangi sul bordo, e allora il marciume non l'hai tolto, l'hai solo spostato al centro, e te lo ritrovi in bocca, e per di più hai perso o hai fatto perdere l'occasione di incontrare la misericordia di Dio.
MERCOLEDI’ 29 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Martirio di san Giovanni Battista; San Bononio di Lucedio.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, MI FIDO DI TE.
Hanno detto: La vita cristiana è fatta di ricominciamenti. (Louis Veuillot)
Saggezza popolare: La goccia d'acqua del fiume non si chiede quanto sia utile la sua esistenza. Essa è il fiume.
Un aneddoto: Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: “È morto”. In realtà è una bugia. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste, perché appena chiudo gli occhi a questa terra, mi apro all’infinito di Dio. La morte è il momento dell’abbraccio col Padre, atteso intensamente nel cuore di ogni uomo e di ogni creatura. (don Oreste Benzi)
Parola di Dio nella festa del martirio di san Giovanni Battista: Ger.1,17-19; Sal.70; Mc.6,17-29
Vangelo Mc 6, 17-29
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Erode aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello". Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista". Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista". Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore
“VOGLIO CHE TU MI DIA, SUBITO, SU UN VASSOIO, LA TESTA DI GIOVANNI IL BATTISTA”. (Mc. 6,25)
Lo sappiamo tutti che la sorte dei profeti non è mai una vita tranquilla. Sappiamo anche che in questo sono figura dell’unico, grande profeta che è Gesù e anticipano quanto capiterà a Lui, però mi ha sempre fatto pensare la figura di Giovanni il Battista, “il più grande tra i nati di donna” come lo definisce Gesù, che ci lascia la testa per la gelosia di una donna. Sia pure andata come la racconta Marco, rifacendosi ad una tradizione popolare, o come la racconta Giuseppe Flavio che nel suo libro ‘Antichità Giudaiche’ vede l’uccisione di Giovanni dettata da ragioni politiche, fatto sta che Giovanni per la verità annunciata viene martirizzato. Ma questa conclusione tragica di martirio sta già anche nella sua vita. Egli è sicuro di aver parlato a nome di Dio ed ha annunciato un Messia potente, giudice terribile, che “ha in mano il ventilabro per mondare la sua aia”, ed è arrivato Gesù a farsi battezzare da lui, in fila con altri peccatori. Giovanni è stato disposto a “diminuire affinché Lui cresca”, si è spogliato perfino dei suoi discepoli per mandarli dietro a Gesù, ma Gesù non sembra aver fretta di farsi conoscere e anche quando fa qualche miracolo impone il segreto messianico. Penso che Giovanni, nella solitudine della sua prigione, sapendo che era solo questione di tempo prima di venire giustiziato, si sia chiesto se per caso non avesse sbagliato tutto, e soprattutto avrà sperimentato fino in fondo quanto terribile fosse il silenzio di Dio. Continuare ad aver fede in quei momenti è altrettanto eroico, se non di più, che allungare la testa davanti alla spada. Servire Dio non è facile. Cercare di essere fedeli alla propria vocazione e alla missione a cui Lui vuole mandarci è eroico, anche perché non sempre sei sicuro. E’ vero, noi abbiamo Gesù, chi vede Lui vede il Padre, ma le scelte concrete non sempre sono così evidenti quando devi scegliere tra due beni, ad esempio, tra verità e giustizia, tra perdonare e non creare presupposti di danno per altri, tra obbedienza e ricerca di verità… E Dio sembra tacere, e la tua coscienza sembra non darti aiuto, ma solo far nascere nuovi interrogativi. Come risolve Gesù? E’ il momento della croce che apre un barlume. E’ là sopra il luogo dove Gesù grida quasi contemporaneamente due cose che sembrano opposte: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” e “Nelle tue mani affido il mio spirito”. Anche per Lui la grande prova sta nel sentirsi solo, abbandonato, moribondo e fidarsi di Dio. Dio aiuti tutti coloro che vivono oggi questo martirio a fidarsi di Lui.
GIOVEDI’ 30 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Gaudenzia; San Pietro di Trevi.
Una scheggia di preghiera:
STARE CON TE, SIGNORE E’ LA MIA GIOIA.
Hanno detto: Al tocco dell'amore, ognuno diventa poeta. (Platone)
Saggezza popolare: Quando l'acqua sale, il pesce mangia la formica; quando l'acqua scende, la formica mangia il pesce. (proverbio della Thailandia)
Un aneddoto: “Che cosa è Dio?”, domanda il bambino. La mamma lo stringe fra le braccia e gli chiede: “Che cosa provi?”. “Ti voglio bene”, risponde il bambino. “Ecco, Dio è questo”.
Parola di Dio: 1Cor. 1,1-9; Sal. 144; Mt. 24,42-51
Vangelo Mt 24, 42-51
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà. Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto? Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così! In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni. Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti". Parola del Signore
"NELL'ORA CHE NON IMMAGINATE IL FIGLIO DELL'UOMO VERRA'". (Mt. 24,44)
C'è chi maledice la morte e la vede come negatività totale della vita, chi la vede come qualcosa di ineluttabile, chi la considera l'unica cosa giusta di questa nostra umanità: "Per lo meno quella è uguale per tutti. I ricchi l'addobbano solo meglio dei poveri, ma non sono ancora riusciti a comprarla".
Per Gesù è il giorno della venuta del Signore e in questa espressione si accumulano aspetti diversi: la venuta del Signore non può non essere cosa buona se preghiamo dicendo: "Vieni presto, Signore Gesù!", se viviamo: "nell'attesa della sua venuta"; spesso, poi, Gesù paragona la sua venuta a quella dello sposo che dà gioia, che fa festa, che porta a compimento tutto il bene; però sappiamo anche che nella Bibbia 'il giorno del Signore' è anche un giorno tremendo di giudizio e di giustizia e in questo brano Gesù parla di quel giorno come giorno del ladro, giorno di paura che apre per l'ipocrita la stagione del 'pianto e stridore di denti'.
Proviamo allora a sintetizzare alcuni significati di questo brano:
Nessuno sa l'ora e il momento. Questo può o mettere paura o aiutare a vivere meglio e in maggior pienezza il tempo che ci vien dato.
Chi vive in comunione con il Signore non solo non ha paura ma sa che la venuta del Salvatore sarà una gioia ancor più grande della gioia che già prova al vivere il presente con Lui.
Chi è che deve aver paura? L'ipocrita, cioè colui che conoscendo Dio, invece di vivere in comunione con Lui, si sente autorizzato, in mancanza della sua presenza diretta, a fare ciò che vuole.
VENERDI' 31 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Raimondo; San Domenico del Val.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, ABBI MISERICORDIA.
Hanno detto: Se non potete dormire, non lamentatevi dei vostri letti, ma esaminate la vostra coscienza. (Un cartello in un albergo di Miami)
Saggezza popolare: Se incontri qualcuno senza un sorriso, regalagli uno dei tuoi. (proverbio del Myanmar)
Un aneddoto: “Che cane buffo! E dove l’hai trovato?”. Er vecchio me rispose: “È brutto assai ma nun me lassa mai, s’è affezzionato. L'unica compagnia che m’è rimasta fra tanti amichi è sto lupetto nero, nun è de razza è vero, ma mé fedele e basta. Io nun faccio questione de colore, l’azzioni bone e belle vengheno su dar core, sotto qualunque pelle”. (Trilussa)
Parola di Dio: 1Cor. 1,17-25; Sal 32; Mt. 25,1-13
Vangelo Mt 25, 1-13
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge. Le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora". Parola del Signore
“IN VERITA’ VI DICO: NON VI CONOSCO". (Mt. 25,12)
“Non vi conosco perché non vi siete lasciati conoscere da me, perché quando bussavo al vostro cuore voi eravate altrove, perché quando sono arrivato nella notte eravate sprovvisti di olio nelle vostre lampade…”. Quante sorprese a quel banchetto di nozze! I primi posti, quelli solitamente riservati ai pezzi grossi, ai soloni impaludati in mitrie, ai teologi pieni di parole (spesso rubate ad altri), ai fini elaboratori di codici religiosi (quasi che Dio potesse inscatolarsi e venderlo magari in certe occasioni in un conveniente 3X2) saranno si riservati, ma agli amici veri: quelli che hanno condiviso, che hanno atteso con pazienza, quelli che hanno amato, che non hanno gridato forte ma quando c’era bisogno di rimboccarsi le maniche lo hanno fatto. E fuori della porta chi ci sarà? Ti chiedo Signore, di non lasciarmi fuori, spesso so di meritarmelo, ma la tua misericordia o l’amore di tua Madre, mi faccia entrare, magari anche solo dalla porta di servizio.